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GLIAMICI DIGES
Introduzione di Julin Carrn
BENEDETTOXVI
GLIAMICI
DIGES
Brani dalle Udienze generali del Santo Padre
dedicate ai dodici Apostoli e a san Paolo
Venite a vedere
di Julin Carrn
Introduzione
Venite a vedere
primi compagni di Cristo, come Lo incontrarono e come furono conquistati da Lui fino a decidere di non abbandonarLo mai pi.
Il Papa ci porta indietro di duemila anni e ci fa diventare testimoni
di ci che Ges disse e fece con quegli uomini: ci fa trovare sulla riva
del fiume Giordano insieme a Giovanni il Battista che battezza Ges,
quando Andrea e Giovanni gli chiedono dove sta di casa e si sentono
rispondere: Venite a vedere. Oppure ci trasporta in un mattino di
primavera, sulle sponde del lago di Tiberiade, dove Ges domanda a
Pietro: Mi ami tu?, e ci fa ascoltare la sua risposta, ripetuta per tre
volte: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene.
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Julin Carrn
PIETRO
Pietro ha seguito Ges con slancio, abbandonandosi a Lui. Viene tuttavia il momento in cui anche lui cede alla paura e cade: tradisce il Maestro. Anche Pietro deve imparare a essere debole e bisognoso di perdono.
In un mattino di primavera, sulle sponde del lago di Tiberiade, Ges
domanda a Pietro: Mi ami tu con questo amore totale e incondizionato? Prima dellesperienza del tradimento lApostolo avrebbe certamente detto: Ti amo incondizionatamente. Ora che ha conosciuto
lamara tristezza dellinfedelt, il dramma della propria debolezza, dice
con umilt: Signore, ti voglio bene, cio ti amo del mio povero amore
umano. Cristo insiste: Simone, mi ami tu con questo amore totale che
io voglio?. E Pietro ripete la risposta del suo umile amore umano,
Signore, ti voglio bene come so voler bene. Alla terza volta Ges dice:
Mi vuoi bene?. Pietro comprende che a Ges basta il suo povero
amore e gli risponde: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene.
Da quel giorno Pietro ha seguito il Maestro con la precisa consapevolezza della propria fragilit; ma questa consapevolezza non lha scoraggiato. Egli sapeva infatti di poter contare sulla presenza accanto a
s del Risorto.
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ANDREA
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GIACOMO
il Maggiore
GIOVANNI
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gruppamento dei cristiani. Paolo lo annovera tra quelli che chiama le colonne di questa comunit. Secondo la tradizione, Giovanni il discepolo prediletto, che poggia il capo sul petto del Maestro durante lUltima
Cena, si trova ai piedi della Croce insieme alla Madre di Ges ed infine
testimone sia della Tomba vuota che della stessa presenza del Risorto.
Il Signore desidera fare di ciascuno di noi un discepolo che vive
una personale amicizia con Lui. Per realizzare questo bisogna vivere con
Lui e come Lui. Ci possibile soltanto nel contesto di un rapporto di
grande familiarit.
Il Signore ci aiuti a metterci alla scuola di Giovanni per imparare
la grande lezione dellamore cos da sentirci amati da Cristo fino alla
fine e spendere la propria vita per Lui.
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TOMMASO
MATTEO
nonostante la difficolt, sul nostro cammino di adesione a Lui. Tommaso evangelizz prima la Siria e la Persia, poi si spinse fino allIndia occidentale, da dove infine raggiunse anche lIndia meridionale.
Ges non esclude nessuno dalla propria amicizia. Anzi, proprio mentre si trova a tavola in casa di Matteo-Levi, in risposta a chi esprimeva
scandalo per il fatto che egli frequentava compagnie poco raccomandabili, pronuncia limportante dichiarazione: Non sono i sani che hanno
bisogno del medico, ma i malati: non sono venuto a chiamare i giusti ma
i peccatori.
Unaltra riflessione, che proviene dal racconto evangelico, che alla chiamata di Ges, Matteo risponde allistante: Egli si alz e lo segu. La stringatezza della frase mette chiaramente in evidenza la prontezza di Matteo nel
rispondere alla chiamata. Ci significava per lui labbandono di ogni cosa, soprattutto di ci che gli garantiva un guadagno sicuro.
Anche oggi non ammissibile lattaccamento a cose incompatibili con
la sequela di Ges, come il caso delle ricchezze disoneste. Una volta Egli
ebbe a dire senza mezzi termini: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello
che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel regno dei cieli; poi vieni
e seguimi. proprio ci che fece Matteo: si alz e lo segu! Ascoltiamo
questo messaggio di san Matteo, meditiamolo sempre di nuovo per imparare anche noi ad alzarci e a seguire Ges con decisione.
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FILIPPO
BARTOLOMEO
Secondo alcuni racconti posteriori (Atti di Filippo e altri), il nostro Apostolo avrebbe evangelizzato prima la Grecia e poi la Frigia e l avrebbe
affrontato la morte, a Gerapoli.
Vogliamo concludere la nostra riflessione richiamando lo scopo cui deve tendere la nostra
vita: incontrare Ges come lo incontr Filippo,
cercando di vedere in lui Dio stesso, il Padre celeste. Se questo impegno mancasse, verremmo rimandati sempre solo a noi come in uno specchio,
e saremmo sempre pi soli! Filippo invece ci insegna a lasciarci conquistare da Ges, a stare con
Lui e a invitare anche altri a condividere questa
indispensabile compagnia. E vedendo, trovando
Dio, trovare la vera vita.
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Unaltra riflessione ci suggerisce la vicenda di Natanaele: nel nostro rapporto con Ges non dobbiamo accontentarci delle sole parole. Filippo, nella sua replica, fa a Natanaele un invito significativo:
Vieni e vedi!. La nostra conoscenza di Ges ha bisogno soprattutto
di unesperienza viva.
Tornando alla scena della vocazione, quando Ges vede Natanaele
avvicinarsi esclama: Ecco davvero un Israelita, in cui non c falsit.
Suscita la curiosit di Natanaele, il quale replica con stupore: Come
mi conosci?. Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri
sotto il fico. Da queste parole di Ges egli si sente toccato nel cuore,
si sente compreso e capisce: questuomo sa tutto di me, a questuomo
posso realmente affidarmi.
La figura di san Bartolomeo resta davanti a noi per dirci che ladesione a Ges pu essere vissuta e testimoniata anche senza il compimento di opere sensazionali. Straordinario e resta Ges stesso, a cui
ciascuno di noi chiamato a consacrare la propria vita.
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GIACOMO
il Minore
pienza, grazie alla quale giungiamo a comprendere che i veri valori della
vita non stanno nelle ricchezze transitorie, ma piuttosto nel saper condividere le proprie sostanze con i poveri e i bisognosi.
Cos la Lettera di san Giacomo ci mostra un cristianesimo molto concreto e pratico. La fede deve realizzarsi nella vita, soprattutto nellamore
del prossimo e particolarmente nellimpegno per i poveri. San Giacomo
parla delle opere come frutto normale
della fede: Lalbero buono produce
frutti buoni, dice il Signore. E san
Giacomo lo ripete e lo dice a noi.
SIMONE
il Cananeo
e GIUDATADDEO
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Tanto Simone il Cananeo quanto Giuda Taddeo ci aiutino a riscoprire sempre di nuovo e a vivere instancabilmente la bellezza della fede
cristiana, sapendone dare testimonianza forte e insieme serena.
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GIUDAISCARIOTA
e MATTIA
zione con il bacio dato al Maestro nel Getsemani. In ogni caso, gli
evangelisti insistono sulla qualit di apostolo, che a Giuda competeva a tutti gli effetti: egli ripetutamente detto uno dei Dodici.
Il tradimento di Giuda rimane, in ogni caso, un mistero. Ges
lo ha trattato da amico, per, nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle
beatitudini, non forzava le volont n le premuniva dalle tentazioni,
rispettando la libert umana. In effetti, le possibilit di perversione
del cuore umano sono davvero molte. Lunico modo di ovviare ad
esse consiste nel mettersi sempre di nuovo dalla parte di Ges.
Teniamo quindi presenti due cose. La prima: Ges rispetta la nostra libert. La seconda: Ges aspetta la nostra disponibilit al pentimento ed alla conversione; ricco di misericordia e di perdono.
Vogliamo anche ricordare colui che dopo la Pasqua venne eletto
al posto del traditore. Nella Chiesa di Gerusalemme furono due ad
essere proposti dalla comunit e poi tirati a sorte: Giuseppe detto
Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Proprio questultimo
fu il prescelto, cos che fu associato agli undici Apostoli. Di lui
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PAOLO
di perseguitare i seguaci di Cristo anche fuori da Gerusalemme. Fu proprio sulla strada di Damasco che Saulo, secondo le sue parole, venne
ghermito da Cristo. Mentre Luca racconta il fatto con dovizia di dettagli - di come la luce del Risorto lo ha toccato e ha cambiato fondamentalmente tutta la sua vita -, egli nelle sue Lettere va diritto allessenziale e parla non solo di visione, ma di illuminazione e soprattutto
di rivelazione e di vocazione nellincontro con il Risorto.
Infatti, si definir esplicitamente
apostolo per vocazione o apostolo per
volont di Dio, come a sottolineare che
la sua conversione era non il risultato di
uno sviluppo di pensieri, di riflessioni,
ma il frutto di un intervento divino, di
unimprevedibile grazia divina. E da quel momento tutte le sue energie furono poste al servizio esclusivo di Ges. Ormai la sua esistenza sar
quella di un Apostolo desideroso di farsi tutto a tutti senza riserve.
Di qui deriva per noi una lezione molto importante: ci che conta
porre al centro della propria vita Ges Cristo.
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INDICE
Un incontro che cambia la vita. Venite a vedere
di Julin Carrn
BENEDETTO XVI
PIETRO
(Udienza generale - 17 e 24 maggio 2006)
ANDREA
(Udienza generale - 14 giugno 2006)
GIACOMO IL MAGGIORE
(Udienza generale - 21 giugno 2006)
GIOVANNI
(Udienza generale 5 luglio 2006)
TOMMASO
(Udienza generale - 27 settembre 2006)
MATTEO
(Udienza generale - 30 agosto 2006)
FILIPPO
(Udienza generale - 6 settembre 2006)
BARTOLOMEO
(Udienza generale - 4 ottobre 2006)
GIACOMO IL MINORE
(Udienza generale - 28 giugno 2006)
PAOLO
(Udienza generale - 25 ottobre 2006)
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