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Michael Moore: E possibile che Donald Trump non diventi

presidente
Davide 5 giorni fa Attualit, Notizie dal Mondo, Opinione 18 Commenti 9,014 Viste

DI CHELSEA SCHILLING
wnd.com
Il regista e attivista di sinistra Michael Moore a conoscenza di qualcosa che il resto di noi non sa?
Moore ha predetto che il neo-eletto Donald Trump potrebbe non diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti, affermando
che fino al 20 Gennaio 2017 tutto potrebbe ancora succedere.
Niente che fino ad oggi stato previsto avvenuto, ha detto Moore sulle elezioni di questanno durante una puntata di Late
Night with Seth Meyers dove era ospite mercoled sera. E accaduto, invece, lopposto.
Moore ha continuato poi con quella da lui chiamata la sua predizione: Trump non ancora il presidente degli Stati Uniti. Non lo
fino al mezzogiorno del 20 Gennaio 2017. Che sarebbe, da oggi Mercoled 9 Dicembre, lontano ancora 6 settimane. Quindi,
nelle prossime sei settimane, qualcosa potrebbe succedere. Qualcosa di bizzarro, qualcosa che non ci aspettiamo.
Moore non ha per specificato a cosa si riferiva con qualcosa di bizzarro.
Ha dopodich affermato che lesito di queste elezioni stato solo un modo per fermare e tenere lontana dalla Casa Bianca una
figura pazza che vuole diventare re e ha promesso di prendersi il compito di far annullarne annullare la validit.
Il problema pi grande dei Democratici, incluse le persone che hanno votato per Hillary, che reagiscono come se non
avessero vinto. Ma hanno vinto. La Clinton ha ottenuto 2.7 milioni di voti in pi di Trump questa notte, quasi 3 milioni tanti
quanti quelli ottenuti da Obama nel 2012.
Questa la seconda volta che qualcosa del genere succede in 16 anni. E successo con Al Gore dove hanno vinto col voto
popolare ma hanno poi perso la Casa Bianca. Dobbiamo liberarci di questo sistema elettorale. S, quello che succeder.
Prender le redini. La maggioranza dei miei seguaci americani non vuole Trump alla Casa Bianca.
Due settimane prima delle elezioni, il WND, ha trasmesso la precisa e strabiliante predizione di Moore sulla vittoria di Trump e
sul fatto che lAmerica avrebbe risposto col pi grande vaffa***** mai registrato nella storia dellumanit.
Moore ha anche predetto, correttamente, che gli stati Michigan, Wiscounsin, Ohio e Pennsylvania (insieme chiamati Rust Belt)
avrebbero votato per Trump.
Si rivolto a Meyers dicendo, Mai avrei desiderato cos tanto avere torto.
Dopo aver provato la precisione e veridicit della sua previsione, le persone hanno persino cominciato a chiedergli i numeri
della lotteria, racconta Moore.

Mercoled, il WND ha portato lattenzione al momento in cui Moore ha chiamato a raccolta gli attivisti per dirottare
linaugurazione di Trump, ribadendo i 2,7 milioni di voti in pi della Clinton. Il piano sarebbe quello di interrompere la cerimonia
di passaggio del mandato, obbligando il futuro presidente a tenere il giuramento dietro porte chiuse se mai cosiddetto giorno
dovesse mai arrivare.
Il suddetto gruppo, conosciuto come D.C Counter-Inaugural Welcoming Committee o #Disruptj20, si rivolge alla coscienza
delle persone per annullare la cerimonia.
Continua dicendo: Se Trump arriver a tenere la cerimonia dietro porte chiuse, verr mostrato al mondo come la maggioranza
delle persone negli Stati Uniti non supportano la sua presidenza e non appoggiano il suo governo.
Lacy MacAuley, una portavoce del #DisruptJ20, ha affermato al WND che il gruppo si aspetta una numerosa presenza di
persone a Washington durante linaugurazione.
Non possiamo ancora dire con certezza quanto sar significante questo intervento. Stiamo creando un piano per supportare
una protesta di massa e unazione diretta per annullare la cerimonia dinaugurazione alla presidenza di Donald Trump.
Il WND ha chiesto a MacAuley perch gli agenti e i media non sono ben accetti agli incontri di questo gruppo e se stanno
pianificando degli interventi che sono contro alla legge e quindi se potrebbero essere arrestati.
Ha risposto dicendo Posso tranquillamente affermare che alcuni membri stanno pianificando azioni che potrebbero portare al
loro arresto. Mi dispiace, non posso dire niente di pi specifico al momento, per via del fatto che alcuni piani sono ancora in fase
di sviluppo, ma anche per il fatto che non tutte le informazioni sono di dominio pubblico.
Per quanto riguarda la non ammissione di agenti di polizia e giornalisti ai loro incontri, MacAuley ha spiegato: I nostri incontri si
tengono in safe zones in cui le persone possono parlare liberamente sapendo che nessun poliziotto sta ascoltando, o senza
temere che un giornalista possa citare le loro parole in un articolo. Tutto ci diventa molto importante se pensiamo che Trump o
i suoi sostenitori minacciano la nostra liber di parola, libert di riunirsi e la libert di espressione.
Richiamando lattenzione di tutti, #DisruptJ20: dichiara:
Trump sta per tirannia, avidit e misoginia. E il campione dei neo-nazisti e i nazionali bianchi, della polizia che uccide senza
ritegno neri, ispanici e poveri, di agenti razzisti e di guardie carcerarie sadiche, dellFBI e NSA che tracciano i vostri telefoni e
leggono le vostre e-mail.
Lui il precursore di future catastrofi ambientali, deportazioni, discriminazione e guerre infinite. Continua a negare lesistenza
del cambiamento climatico, nonostante levidenza, mettendo a rischio la futura esistenza della razza umana. Il KKK, Vladimir
Putin, Golden Dawn e lo Stato Islamico hanno esultato per la sua vittoria. Se non facciamo qualcosa, apriremo le porte ai loro
piani futuri.

Chelsea Schilling
Fonte: www.wnd.com
Link: http://www.wnd.com/2016/12/michael-moore-its-possible-trump-wont-become-president
8.12.2016

MONDO USA 2016

9 DICEMBRE 2016

E il riconteggio dei
voti negli Stati Uniti?
Sta andando male, come ampiamente
prevedibile: e molti si chiedono se
l'iniziativa dei Verdi non servisse
soprattutto a raccogliere fondi e far
parlare di s

Il riconteggio dei voti delle elezioni presidenziali controllato da alcuni osservatori a Madison, in Wisconsin, il 1 dicembre 2016
(Andy Manis/Getty Images)

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Alla fine di novembre una candidata minore alle ultime elezioni presidenziali statunitensi, Jill Stein dei
Verdi, aveva chiesto che i voti del Wisconsin fossero ricontati. Stein ha fatto poi la stessa cosa anche
per i voti del Michigan: in entrambi gli stati ha vinto il presidente eletto Donald Trump, con un margine dello
0,7 e dello 0,2 per cento su Hillary Clinton. Finora le operazioni di riconteggio non hanno dato risultati
significativi, come previsto dagli osservatori. Il riconteggio in Wisconsin quasi finito e per adesso si sono
scoperti solo 82 voti che sono andati erroneamente a Trump invece che a Clinton. Il riconteggio in Michigan
invece stato bloccato dopo che la corte dappello statale ha detto che Stein non poteva chiederlo, dato che
aveva un tale distacco da Trump che non possibile che possa vincere.
Stein ha detto pi volte di aver chiesto il riconteggio dei voti in questi stati per assicurarsi che non siano state
commesse scorrettezze e per migliorare i sistemi di voto delle prossime elezioni. In un tweet, ha spiegato: Il
riconteggio non serve per aiutare un candidato piuttosto che un altro: serve per portare integrit nel processo
di voto. I critici di Stein tra cui lo stesso Trump, ma molti anche tra i Democratici pensano per che le
richieste di riconteggio di Stein siano solo un pretesto per ottenere visibilit illudendo gli elettori anti-Trump
e raccogliere fondi, dato che chi chiede un riconteggio deve anche finanziarlo per pagare le molte persone
impiegate e per scoraggiare richieste pretestuose e la cosa pu essere molto costosa. Stein ha raccolto in
totale 7 milioni di dollari (quasi 6,6 milioni di euro) per pagare i riconteggi. Ma anche la questione dei fondi
raccolti da Stein molto contestata.

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Dr. Jill Stein


@DrJillStein
#Recount2016 isn't about helping one candidate or anotherit's about bringing integrity to the voting process.
22:40 - 8 Dic 2016

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Il riconteggio non serve per aiutare un candidato piuttosto che un altro: serve per portare integrit nel
processo di voto
Oggi un tribunale federale stabilir se permettere il riconteggio dei voti in Pennsylvania, sempre
richiesto da Stein. La Pennsylvania laltro stato, insieme a Wisconsin e Michigan, in cui la vittoria di Trump
stata decisiva ai fini della sua vittoria finale sul piano dei grandi elettori (come noto, Trump sul piano
nazionale ha ottenuto 2,7 milioni di voti in meno di Clinton). In questi tre stati Trump ha vinto
complessivamente per circa 107mila voti (circa 68mila dei quali in Pennsylvania): pochi ma abbastanza da
permettergli di ottenere i grandi elettori necessari per vincere le elezioni. La data finale per chiedere il
riconteggio dei voti delle elezioni il 13 dicembre. Anche in Nevada, dove ha vinto Clinton per 27.202
voti, sta avvenendo un riconteggio parziale: non lo ha chiesto Stein ma il candidato
indipendente Roque De La Fuente, che ha preso meno dell1 per cento dei voti. Se dal riconteggio, che si sta
svolgendo solo per alcuni seggi di cinque delle 17 contee dello stato, venisse fuori una discrepanza di almeno
l1 per cento dei voti, saranno ricontate tutte le schede del Nevada. De La Fuente ha detto di aver chiesto il
riconteggio per controbilanciare loperazione di Stein.
I risultati del riconteggio in Wisconsin finora
L8 dicembre il riconteggio in Wisconsin, dove Trump ha vinto le elezioni per pi di 22mila voti, era stato
completato al 70 per cento: sar finito entro marted. Sono stati ricontati i voti di 34 delle 72 contee in
cui diviso il Wisconsin, tra cui quelli di Milwaukee, la citt pi popolosa dello stato. Alcuni errori sono stati
trovati: 492 voti che spettavano a Clinton non le erano stati assegnati e lo stesso successo a Trump con altri
410 voti. Quindi finora i voti che Clinton ha guadagnato su Trump sono 82. A Jill Stein sono stati riassegnati
60 voti: considerando che per ottenere il riconteggio in Wisconsin il suo comitato elettorale ha dovuto pagare
3,5 milioni di dollari (quasi 3,3 milioni di euro), come se Stein avesse speso pi di 58mila dollari (quasi
55mila euro) per ogni voto che le stato riconosciuto. Secondo la Commissione elettorale del Wisconsin, la
maggior parte degli sbagli commessi durante il primo spoglio dei voti stata fatta per errori umani.
Per esempio nella contea di Marinette si dovuto rifare lo spoglio a mano, perch agli elettori era stato dato
un tipo di penna sbagliato e le macchine per il conteggio non erano riuscite a leggere 309 schede.
Perch non si riconteranno i voti in Michigan
Inizialmente un giudice federale, Mark Goldsmith, aveva autorizzato il riconteggio in Michigan, che Stein
aveva il diritto di chiedere in quanto candidata alle elezioni. Trump in Michigan ha vinto per 10.700 voti. Il 7
dicembre per Goldsmith ha lasciato perdere, dopo che la corte dappello dello stato ha detto che Stein non
pu ottenere il riconteggio, dato che impossibile che abbia vinto in Michigan visto che ha ottenuto solo
l1,07 per cento dei voti. Secondo Stein questa decisione basata su uninterpretazione distorta della legge: il

semplice fatto di essere stata una dei candidati renderebbe la possibilit di ottenere il riconteggio un suo
diritto costituzionale.
Nello spiegare la sua decisione, Goldsmith ha detto che le accuse del comitato elettorale di Stein secondo
cui ci sarebbero stati dei brogli nello spoglio dei voti sono molto gravi, ma dato che non ci sono prove
concrete che siano davvero avvenuti queste accuse non possono essere prese in considerazione. Goldsmith ha
anche detto che mai prima dora avvenuto un conteggio per verificare se ci siano stati o meno dei brogli.
Perch Jill Stein ha chiesto il riconteggio
Fox News e il Washington Post hanno sollevato dei dubbi sulla scelta dei tre stati dove Stein ha chiesto il
riconteggio: dato che Stein ha detto di non averlo fatto per aiutare Clinton, perch chiederli proprio negli
stati che hanno fatto perdere la candidata Democratica? Inizialmente Stein si era giustificata dicendo che
aveva chiesto i riconteggi negli stati in cui cera stato un piccolo margine di vittoria. Ma anche il New
Hampshire, dove Clinton ha vinto con lo 0,4 per cento, e il Minnesota, dove Clinton ha vinto per l1,5 per
cento, rientrerebbero in questa categoria. A questo punto, dato che il Michigan non ha autorizzato il
riconteggio dei suoi voti e in Wisconsin il riconteggio non sta cambiando le cose, proprio impossibile che il
risultato delle elezioni possa cambiare, comera prevedibile fin dallinizio.

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Dr. Jill Stein


@DrJillStein
The only one with legal standing to restart the recount in MI is @HillaryClinton. She's not standing up, she's standing
down. #Recount2016
20:52 - 8 Dic 2016

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Lunica persona che ha la legittimit giuridica per chiedere il riconteggio in Michigan Hillary Clinton.
Invece che farsi avanti, si sta tirando indietro
Stein ha anche lasciato intendere di essersi concentrata in quegli stati in cui il risultato elettorale stato
diverso da quello predetto dai sondaggi, dato che questo potrebbe indicare dei brogli; ma la differenza tra
sondaggi e risultati stata molto pi significativa in Minnesota, Ohio e Indiana rispetto ad altri stati, e l
Stein non ha chiesto riconteggi. Lunica caratteristica che davvero lega Wisconsin, Michigan e Pennsylvania
che sono stati determinanti per far vincere Trump. Probabilmente anche per questa ragione stato facile
raccogliere fondi per finanziare i riconteggi: sarebbe stato pi difficile per Stein ricevere sostegno per far
ricontare i voti in New Hampshire, dove ha vinto Clinton, dato che le persone interessate ai riconteggi sono
soprattutto elettori di Clinton (infatti Stein ha raccolto pi soldi cos che durante tutta la sua campagna
elettorale).
Unaltra ragione addotta da Stein per giustificare le richieste di riconteggio sono le teorie di due gruppi di
attivisti ed esperti di informatica, che hanno insistito perch Hillary Clinton chiedesse un riconteggio dei voti
in Michigan e Wisconsin perch hanno notato che Clinton ha ottenuto un numero superiore di voti nelle
contee in cui si votava con la scheda elettorale cartacea, rispetto a quelle in cui gli elettori votavano tramite
una macchina elettronica. Secondo loro questo dato potrebbe indicare che i risultati dei posti in cui il voto
avvenuto per via elettronica sono stati manipolati. Ma non ci sono prove che questo sia davvero successo,
ragion per cui il comitato elettorale di Clinton non ha presentato richieste di riconteggio: e quello scarto tra
Trump e Clinton simile allo scarto riscontrato altrove tra i seggi situati in citt e quelli in provincia.
Trump aveva attaccato i Verdi definendo il riconteggio una truffa con cui Stein e il suo partito
hanno raccolto soldi ingannando i propri elettori: secondo lui i soldi serviranno solo in parte per le spese per
il riconteggio, e il resto sar trattenuto dai Verdi. Trump non lunico ad aver sollevato dubbi sugli scopi
della raccolta fondi di Stein. Nate Silver, il giornalista statistico fondatore e direttore di FiveThirtyEight, ha
lasciato intendere di essere daccordo con Trump su questo argomento. Alcuni hanno fatto notare che la
campagna elettorale di Stein non restituir i soldi raccolti per i riconteggi se questi non avverranno; su un
comunicato del comitato scritto vagamente che i soldi in esubero saranno usati per finanziare limpegno
per garantire la correttezza nelle elezioni e chiedere una riforma del sistema di voto.

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Nate Silver
@NateSilver538

Not saying this Jill Stein thing is a scam, but if it were a scam, it would probably look a lot like
this. https://twitter.com/Mediaite/status/802192715500896256
18:19 - 25 Nov 2016

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Non dico che la cosa di Stein sia una truffa, ma se fosse una truffa, sarebbe fatta cos
Di soldi in esubero ce ne saranno molti, sia perch il riconteggio in Michigan non avverr sia perch
probabilmente anche quello in Pennsylvania sar bloccato. Inoltre le spese in Wisconsin si sono rivelate pi
basse di quanto preventivato da Stein. Con le richieste di riconteggio Stein ha ottenuto pi del doppio dei
soldi raccolti dal suo comitato elettorale per la campagna per le presidenziali: 7 milioni di dollari contro 3,5.
Le persone che hanno fatto delle donazioni sono 137mila. La scelta degli stati in cui Stein ha chiesto i
riconteggi insieme a questa affermazione sembra supportare lipotesi che lo scopo principale di Stein fosse
raccogliere fondi per i Verdi e dar loro visibilit. Le regole della Commissione elettorale federale non
vietano che quei soldi finiscano al partito: possono essere usati per campagne politiche separate.

Usa 2016

Trump ha preso meno voti. E vinto


Come funzionano i grandi elettori
e perch potrebbero essere aboliti
Donald Trump ha ricevuto quasi 3 milioni di voti in meno rispetto a Hillary Clinton. Come ha potuto
diventare presidente degli Stati Uniti? La spiegazione sta in un sistema parecchio complicato: eccolo

di Andrea Marinelli
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Il 28 novembre, venti giorni dopo le elezioni presidenziali, il Michigan ha assegnato la vittoria a Donald
Trump, legittimando ancora di pi laffermazione dellimprenditore newyorkese, che ha raggiunto cos 306
grandi elettori, contro i 232 di Hillary Clinton. Negli stessi giorni, continuava il conteggio delle ultime
schede, con la candidata democratica che aumentava incessantemente il proprio vantaggio nel voto
popolare, arrivato alla fine domenica 18 dicembre a 2,8 milioni di preferenze: 62.979.616 voti, il
46,1% del totale, contro 65.844.594, ovvero il 48,2%. Mai nessuno nella storia degli Stati Uniti aveva
perso raccogliendo cos tanti voti in pi del vincitore, ma Trump ha comunque raggiunto la Casa Bianca
grazie al collegio elettorale degli Stati Uniti, il meccanismo istituito dallarticolo 2 della costituzione
americana che sancisce di fatto lelezione indiretta del presidente.

La pronuncia dei grandi elettori


In ogni Stato, votando per il presidente, i cittadini eleggono infatti dei grandi elettori. Sono loro a formare
il collegio elettorale degli Stati Uniti, che luned 19 dicembre ha votato per eleggere formalmente il
presidente americano. Entro 9 giorni i loro voti saranno poi inviati al Senato, dove saranno contati in
seduta comune dal Congresso il 6 gennaio. Ogni Stato ha per un peso elettorale diverso, a seconda
del numero di abitanti: il pi popoloso, la California, ha ad esempio 55 grandi elettori che rappresentano i
suoi 39 milioni di abitanti; gli otto pi piccoli come ad esempio i due Dakota: quello del Nord ha 740
mila abitanti, quello del Sud 850 mila eleggono invece 3 grandi elettori ognuno, il numero minimo, che
corrisponde al totale di senatori e deputati eletti al Congresso dallo Stato.
Come chiarisce la Boston Review, la California ha 69 volte la popolazione del Wyoming, ma il suo potere
elettorale alle presidenziali solo 18 volte maggiore. In altre parole, i 23 Stati pi piccoli hanno una
popolazione quasi equivalente a quella della California, ma raccolgono complessivamente 102 grandi
elettori contro i 55 del Golden State. Ad eccezione di Maine e Nebraska, inoltre, tutti gli Stati hanno
adottato a partire dal 1880 un sistema winner-take-all, che assegna al candidato che li vince, anche di
un solo voto, tutti i grandi elettori.

Il motivo della vittoria di Trump


questo meccanismo del collegio elettorale che ha permesso a Trump di vincere le elezioni nonostante
abbia perso nel voto popolare, diventando il quinto nella storia a farcela dopo John Quincy Adams nel
1828, Rutherford Hayes nel 1876, Benjamin Harrison nel 1888 e George W. Bush nel 2000. Clinton ha
vinto negli Stati pi grandi per un maggior numero di voti, oltre 4 milioni. Ha perso per, anche se di
misura, negli Stati in bilico: in Michigan il margine stato di 10.704 voti, in Pennsylvania di 44.292 e in
Wisconsin di 22.748. La sconfitta di Clinton, dunque, da leggere (anche) in questi 78 mila voti che le
avrebbero potuto portare 46 grandi elettori in pi e che la avrebbero potuta condurre fino alla Casa
Bianca. Questi 78 mila voti hanno avuto dunque sulle elezioni un impatto decisamente maggiore dei
milioni di voti espressi in California o a New York a favore della candidata democratica: un cortocircuito
che ha riaperto il dibattito, e le polemiche, sul sistema elettorale americano.
Come spesso accade, il presidente eletto degli Stati Uniti si trova sia da una parte, sia dallaltra, di questo
dibattito. Il 7 novembre 2012, allindomani della rielezione di Barack Obama, il magnate aveva definito su
Twitter il collegio elettorale un disastro per la democrazia. Quattro anni e una settimana pi tardi, dopo
aver vinto le elezioni, si corretto: il collegio elettorale in realt unidea geniale, perch mette in
gioco tutti gli Stati, anche i pi piccoli. Quelli che, tutti insieme, hanno permesso a Trump di arrivare alla
presidenza e di cambiare cos nettamente idea in soli quattro anni sul collegio elettorale degli Stati Uniti.

Una persona, un voto


A livello statale, il sistema elettorale una persona, un voto, spiega al Corriere della Sera Brian Crisp,
professore di Scienze Politiche alla Washington University di St. Louis, notando che ogni preferenza
decisiva sullesito delle elezioni. Dopo il voto sorgono per due problemi. Innanzitutto gran parte degli
Stati assegna i propri grandi elettori al candidato che ottiene la maggioranza, in modo estremamente
sproporzionato: un candidato, anche se vince di misura nel voto popolare, ottiene il 100% dei grandi
elettori. Il secondo problema, continua, che i grandi elettori non sono distribuiti in modo proporzionale
fra gli Stati: ognuno, indipendentemente dallampiezza della popolazione, ne ha almeno 3, e questo pu
portare alla sovra-rappresentazione di Stati poco popolati. Quegli Stati, spiega sempre Crisp, hanno due
caratteristiche: sono rurali e tendenzialmente conservatori.
Le origini del collegio elettorale degli Stati Uniti non sono per da ricercare solamente nel bilanciamento
fra gli Stati pi grandi e quelli pi piccoli, per dare a tutti una voce durante le elezioni presidenziali, ma
secondo lo storico di Yale Akhil Reed Amar si tratterebbe addirittura di uneredit della schiavit. In un
sistema a elezione diretta, infatti, i candidati degli Stati schiavisti del Sud avrebbero sempre perso le
elezioni prima della Guerra Civile, perch una grande percentuale della loro popolazione era composta da
schiavi senza diritto di voto. Il collegio elettorale permetteva invece agli Stati di conteggiarli, anche se
solo parzialmente (grazie alla cosiddetta clausola dei tre quinti). In questo modo, gli Stati del Sud
riuscirono a ottenere un terzo di seggi in pi alla Camera, e soprattutto un terzo di voti elettorali in pi.

Un esercizio di impotenza politica


Come scrive il professore di Stanford Douglas McAdam nel capitolo finale del suo libro Deeply Divided:
Racial Politics and Social Movements in Postwar America (Cambridge University Press, 2014), in
democrazia non c niente pi importante delluguaglianza politica, ovvero dellidea che la voce di ogni
cittadino conti come quella degli altri. Il collegio elettorale fondamentalmente contravviene a questo
principio: a causa del sistema winner-take-all ovvero del vincitore che si prende tutti i grandi elettori
dello Stato gran parte degli elettori americani non hanno voce nel confronto elettorale, scrive
McAdam, uno dei principali studiosi americani in materia. In unelezione particolarmente combattuta, gli
elettori di alcuni Stati in bilico possono quindi determinare il risultato del voto. Per quelli che abitano in
Stati non competitivi, come il Mississippi conservatore o la democratica California, ogni quattro anni il
voto invece un esercizio di impotenza politica. Perch insistiamo dunque con una pratica che promuove
una forma di ineguaglianza elettorale e politica?.
La teoria di McAdam trova per numerose opinioni discordanti, come ad esempio quella della
professoressa di Harvard Pippa Norris, secondo la quale ogni voto conta allo stesso modo. Per Norris,
infatti, il collegio elettorale stato ideato per trasformare un margine modesto nel voto popolare in un
vantaggio decisivo, massimizzando la legittimit. In ogni caso, spiega McAdam al Corriere della Sera,
difficile immaginare che i due partiti americani riescano a mettersi daccordo e cambiare il sistema
elettorale, considerando le profonde divisioni che caratterizzano gli Stati Uniti in questo momento.

Il superamento del collegio elettorale degli Stati Uniti


Nonostante questo, per, lopposizione al collegio elettorale sta crescendo notevolmente in tutto il
Paese, conferma lo stesso McAdam: secondo un sondaggio Gallup del 2013, il 63% degli americani lo
abolirebbe subito. Anche se finora non ci sono stati tentativi di sopprimerlo, ci sono alcune iniziative che
vale la pena menzionare, continua, come ad esempio il National Popular Vote Interstate Compact, un
accordo fra alcuni Stati che si sono impegnati ad assegnare i propri voti elettorali al candidato che ha
vinto il voto popolare. Se lo firmano abbastanza Stati, il collegio elettorale potrebbe essere superato
senza essere formalmente abolito.
Uno dei promotori del National Popular Vote Pat Rosenstiel, consulente strategico delliniziativa che ha
lavorato a lungo nelle campagne elettorali repubblicane. Si tratta un progetto di legge bipartisan che
stato appoggiato da repubblicani, democratici e indipendenti. gi stato approvato in 11 Stati che
equivalgono a 165 grandi elettori (tutti di tradizione democratica: fra loro New York, California, Illinois e
New Jersey) e ha superato una delle due camere in altri Stati, che varrebbero un totale di 96 grandi
elettori, spiega Rosenstiel al Corriere. Il piano diventer realt quando sar approvato da abbastanza
Stati per raggiungere i 270 grandi elettori: una volta ottenuta la maggioranza del collegio elettorale,
saremo certi che il candidato che vince il voto popolare diventer presidente, afferma. Il nostro
obiettivo rendere politicamente rilevante ogni elettore in ogni Stato, per ogni elezione presidenziale.
quello che vogliono gli elettori americani, che ritengono questa riforma necessaria.

18 dicembre 2016

Usa 2016, Clinton ha perso ma ha avuto tre milioni di voti in pi di


Trump

Dati definitivi: Hillary al 48,2%, Donald al 46,1%


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New York, 21 dic. (askanews) - Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali statunitensi, ma Hillary Clinton ha ottenuto quasi
tre milioni di voti in pi. A circa un mese e mezzo dall'Election Day, i dati sono definitivi e certificati: la candidata democratica,
Hillary Clinton, ha ottenuto 65.844.610 voti (48,2%); il candidato repubblicano, Donald Trump, ha conquistato 62.979.636
preferenze (46,1%); tutti gli altri candidati, insieme, hanno ottenuto 7.804.213 voti (5,7%).

Luned, la vittoria di Trump stata certificata dal Collegio elettorale, con 304 grandi elettori che hanno votato per il miliardario
(due repubblicani non lo hanno votato) e 227 per Clinton (cinque democratici non l'hanno votata).

In queste settimane, sono stati Dave Wasserman e il Cook Political Report ad aggiornare costantemente i dati provenienti dai
50 Stati e dal District of Columbia. Trump, nonostante la sconfitta nel voto popolare, il candidato repubblicano pi votato,
avendo superato George W. Bush, che nel 2004 ottenne 62.039.073 voti.

Il democratico Barack Obama resta il candidato pi votato in un'elezione presidenziale statunitense, con 69.297.997 preferenze
ottenute nel 2008, ma Clinton ha ricevuto pi voti di qualsiasi candidato bianco alle elezioni presidenziali statunitensi: in pratica,
escluso l'attuale presidente, nessun candidato ha mai ottenuto pi voti di Clinton, che ha anche un altro primato: quello di
candidato perdente che ha ottenuto il vantaggio maggiore sul candidato vincente nel voto popolare (quest'anno, per la quinta
volta, il voto popolare ha premiato il candidato perdente).

Il Cook Political Report ha raccolto 22 fatti interessanti relativi alle elezioni presidenziali: tra questi, il pi rilevante che sono
stati decisivi, per la vittoria di Trump, solo 77.759 voti, quelli che gli hanno permesso di conquistare Wisconsin (+22.748 voti),
Pennsylvania (+44.307 voti) e Michigan (+10.704 voti); volendo essere ancora pi specifici, sono state decisive tre contee:
Macomb County in Michigan, York County in Pennsylvania e Waukesha County in Wisconsin.

Lo Stato dove stato registrato il maggior incremento nel numero di voti rispetto al 2012 stato il Texas (+12,2%), mentre
all'opposto c' il Mississippi (-6,7%). Lo Stato dove il partito repubblicano ha migliorato maggiormente il proprio risultato in
termini percentuali stato il North Dakota (16,1%), mentre per i democratici stato lo Utah (30%), dove comunque ha perso.

Analisi del voto Usa. Ecco perch ha vinto Trump nonostante Hillary avesse
200mila voti in pi Il sistema elettorale americano favorisce i grandi elettori,
un meccanismo che nessuno contesta n mette in discussione. Tweet 10
NOVEMBRE 2016 Alla conta dei voti Hillary Clinton ne avrebbe pi di Donald
Trump, ma il sistema americano non tiene conto di questo e favorisce il
sistema indiretto dei Grandi Elettori. Trump stato eletto 45esimo presidente
degli Stati Uniti d'America dopo aver conquistato 306 grandi elettori,
aggiudicandosi la vittoria in 29 Stati. La Clinton si fermata a 232 grandi
elettori, con la vittoria in 18 Stati e nel distretto di Columbia. Per arrivare alla
Casa Bianca la soglia di almeno 270. Analisi del voto e curiosit. Clinton
rispetto a Obama, in riferimento alle elezioni del 2012, ha perso oltre 6 milioni
di voti. Trump entra alla Casa Bianca con meno voti popolari rispetto a quelli
ottenuti quattro anni fa da Mitt Romney. Cosa ha permesso l'ascesa
dell'imprenditore? Il crollo dei democratici, con la Clinton che, pur vincendo
con il voto popolare, ha perso 6 milioni di voti rispetto alla prima elezione di
Obama. Quasi 10 milioni, se si considera il trionfo delle presidenziali del
2008. Questa classifica mostra il voto popolare delle ultime elezioni
presidenziali in America: OBAMA 2008* (69.498.516 VOTI - 365 GRANDI ELETTORI) - OBAMA
2012* (65.915.795 VOTI - 332 GRANDI ELETTORI) - BUSH 2004*
(62.040.610 VOTI - 286 GRANDI ELETTORI) - ROMNEY 2012 (60.933.504
VOTI - 206 GRANDI ELETTORI) - MCCAIN 2008 (59.948.323 VOTI - 173
GRANDI ELETTORI)
CLINTON 2016 (59.814.018 VOTI - 232 GRANDI ELETTORI) - TRUMP
2016* (59.611.678 VOTI - 306 GRANDI ELETTORI) - KERRY 2004
(59.028.444 VOTI - 251 GRANDI ELETTORI) - GORE 2000 (50.999.897
VOTI - 266 GRANDI ELETTORI) - BUSH 2000* (50.456.002 VOTI - 271
GRANDI ELETTORI) (L'asterisco indica che il candidato stato eletto)
Ecco nel dettaglio come hanno votato i grandi elettori stato per stato:
Alabama: a Trump, 9 grandi elettori Alaska: a Trump, 3 grandi elettori
Arizona: a Trump, 11 grandi elettori Arkansas: a Trump, 6 grandi elettori
California: a Clinton, 55 grandi elettori Colorado: a Clinton, 9 grandi elettori
Connecticut: a Clinton, 7 grandi elettori Delaware: a Clinton, 3 grandi elettori
Florida: a Trump, 29 grandi elettori Georgia: a Trump, 16 grandi elettori

Hawaii: a Clinton, 4 grandi elettori Idaho: a Trump, 4 grandi elettori Illinois:


a Clinton, 20 grandi elettori Indiana: a Trump, 11 grandi elettori Iowa: a
Trump, 6 grandi elettori Kansas: a Trump, 6 grandi elettori Kentucky: a
Trump, 8 grandi elettori Louisiana: a Trump, 8 grandi elettori Maine: a
Clinton, 3 grandi elettori (proporzionale, 1 per Trump) Maryland: a Clinton,
10 grandi elettori Massachusetts: a Clinton, 11 grandi elettori Michigan:
ancora da assegnare, 16 grandi elettori Minnesota: a Clinton, 10 grandi
elettori Mississippi: a Trump, 6 grandi elettori Missouri: a Trump, 10 grandi
elettori Montana: a Trump, 3 grandi elettori Nebraska: a Trump, 5 grandi
elettori (proporzionale) Nevada: a Clinton, 6 grandi elettori New
Hampshire: da assegnare (testa a testa), 4 grandi elettori New Jersey: a
Clinton, 14 grandi elettori New Mexico: a Clinton, 5 grandi elettori New
York: a Clinton, 29 grandi elettori
North
Carolina: a Trump, 15 grandi elettori North Dakota: a Trump, 3 grandi elettori
Ohio: a Trump 18 grandi elettori Oklahoma: a Trump, 7 grandi elettori
Oregon: a Clinton, 7 grandi elettori Pennsylvania: a Trump, 20 grandi elettori
Rhode Island: a Clinton, 4 grandi elettori South Carolina: a Trump, 9 grandi
elettori South Dakota: a Trump, 3 grandi elettori Tennessee: a Trump, 11
grandi elettori Texas: a Trump, 38 grandi elettori Utah: a Trump, 6 grandi
elettori Vermont: a Clinton, 3 grandi elettori Virginia: a Clinton, 13 elettori
Washington: a Clinton, 12 grandi elettori Washington DC: a Clinton, 3 grandi
elettori West Virginia: a Trump, 5 grandi elettori Wisconsin: a Trump, 10
grandi elettori Wyoming: a Trump, 3 grandi elettori. Chi sono i Grandi
elettori? Secondo la procedura attuale, ogni quattro anni, vengono scelti
538 grandi elettori. Si tratta di delegati che si riuniscono per eleggere il
presidente, eletti su base statale e il loro numero pari alla somma dei
senatori e dei deputati dello Stato stesso. I senatori sono 100 - due per ogni
Stato - e i deputati sono 435 - assegnati proporzionalmente alla popolazione
residente nello Stato (1 ogni 475.000 abitanti). - See more at:
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Analisi-del-voto-Usa-Ecco-perchevince-Trump-nonostante-Hillary-abbia-ricevuto-200mila-voti-in-piu-6f8ab8d76485-4e12-bef2-63090fe8c038.html

Elezioni Usa Dubbi sul voto elettronico: la


strana vittoria di Trump in 3 Stati chiave
Nov 26, 2016

Dubbi sulla vittoria di Donald Trump in tre Stati chiave: sotto accusa il sistema di voto elettronico

Secondo gli esperti del Center for computer security and society
dellUniversit del Michigan ci sarebbe gravi anomalie nel voto
elettronico in tre Stati: Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, dove
Donald Trump lha spuntata per poche migliaia di voti. Il riconteggio
potrebbe assegnare la vittoria a Hillary Clinton
26 NOVEMBRE 2016
di Ersilio Mattioni
WASHINGTON (USA) Per raccontare la storia del riconteggio dei voti delle elezioni presidenziali negli Stati
Uniti dAmerica necessaria una premessa: nella notte tra l8 il 9 novembre, quando i media americani
annunciano al mondo la vittoria di Donald Trump sulla democratica Hillary Clinton, si parla di un vantaggio
del candidato repubblicano di circa un milione di voti, cresciuto poi fino a un milione e mezzo. Insomma, oltre
ai grandi elettori (indispensabili per essere eletti alla Casa Bianca) Trump trionfa anche nel voto popolare.
Sapremo diversi giorni dopo che non proprio cos. Anzi, secondo gli ultimi aggiornamenti (gi, perch la
conta, incredibile a dirsi, non ancora terminata) Clinton ottiene 64,2 milioni di voti contro i 62,2 di Trump.
Contraddizione di un sistema elettorale che pu premiare il candidato meno votato in virt degli Stati pi
popolosi conquistati, quelli che attribuiscono un numero maggiore di grandi elettori. Nella storia degli Usa gi
successo cinque volte. Lultima nel nel 2000, quando il democratico Al Gore prese 544.000 voti in pi in pi

di George W. Bush, ma perdette. Per stavolta il divario immenso: oltre 2 milioni di voti separano Hillary
da Donald.
Gli Stati chiave
E allora come ha potuto vincere Trump? Entrano in gioco gli Stati indecisi, in particolare la Pennsylvania (20
grandi elettori), il Michigan (16) e il Wisconsin (10). Qui il candidato repubblicano la spunta per poche
migliaia di voti. Cos, con scarti minimi, il milionario di New York si aggiudica un numero significativo di grandi
elettori, che gli permette di superare la fatidica soglia dei 270. Immaginiamo cosa sarebbe successo, se a
vincere in questi tre Stati (e lasciano perdere Florida e North Carolina, che meriterebbe un ragionamento a
parte) fosse stata Hillary: Trump avrebbe 46 grandi elettori in meno (passando da 289 a 243) e Clinton
46 in pi (passando da 228 a 274). Hillary sarebbe dunque il 45esimo presidente degli Stati Uniti dAmerica.
Dubbi sul voto elettronico
Sotto accusa i cosiddetti numeri anomali in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania. Se Clinton ha una piccola
possibilit di diventare presidente, dovr dimostrare che il voto stato truccato in questi tre distretti, alterato
da fattori esterni. Ora, senza scomodare gli hacker russi al soldo di Vladimir Putin (teoria affascinante, ma pure
fantascientifica), qualche stranezza c. A sostenerlo un team di scienziati e analisti di flussi elettorali, fra
cui i giuristi John Bonifaz e J. Alex Halderman del Center for computer security and society dellUniversit
del Michigan. Secondo loro ci sarebbero forti evidenze, che dimostrerebbero che il processo di voto sarebbe
stato hackerato o manipolato in molti seggi in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania. I ricercatori, in
questa fase, non aggiungono altro e non rispondono alle domande dei giornalisti. Si limitano a far sapere a
Hillary che la partita non ancora finita e che si rende necessario raccogliere i fondi per chiedere il riconteggio
delle schede, presentando il costosissimo ricorso da 6-7 milioni di dollari.
La raccolta on line
Se Clinton non raccoglie lappello, la candidata del Green party, Jill Stein, invece s. E gli americani sembrano
darle fiducia: 2,5 milioni di dollari raccolti in poche ore, cifra che lievita fino a 4,6 milioni (dati di ieri): Queste
preoccupazioni spiega Stein vanno verificate prima che le elezioni 2016 siano certificate e concluse.
Meritiamo un sistema di cui ci possiamo fidare.
Il sospetto
Lanalisi del voto mostra unanomalia, della quale gli esperti dicono di avere in mano prove inconfutabili: ci
sarebbe cio un calo del 7% in media dei voti di Clinton in Wisconsin, dove sono state usate macchine
elettroniche per votare. Secondo il calcoli degli esperti, la candidata democratica potrebbe recuperare oltre
30.000 voti. E non affatto poco, perch Trump in Wisconsin ha vinto con un vantaggio di 27.000 voti.
In Michigan e Pennsylvania sarebbe successa la stessa cosa, con una evidente differenza tra voti cartacei (dove
la Clinton sarebbe avanti) e voti elettronici (quelli che invece avrebbero assegnato la vittoria finale a Trump).
Per questo, secondo gli analisti, fondamentale rivedere le schede elettorali cartacee e analizzare a campione
le macchine elettroniche per il voto.
Termine ultimo

Il nuovo presidente prester giuramento davanti alla nazione il 20 gennaio 2017, a Washington. Prima di
quella data il ricorso dovr essere presentato ufficialmente, al fine di dare il via al riconteggio. E pensare che,
mesi fa, era stato proprio Trump ad avanzare lipotesi dei brogli, arrivando al punto di dichiarare che, in caso di
sconfitta, non avrebbe riconosciuto lesito del voto.

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