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Quando ci si appresta a immergersi nello studio del arte preistorica bisogna fare una
distinzione tra le due maggiori testimonianza ,larte rupestre e larte mobiliare:
La prima linsieme delle espressioni artistiche(graffiti e pitture) realizzate su pareti
rocciose,sia in grotte sia su pareti rocciose allaperto; tali testimonianze artistiche
rappresentano il maggior numero di opere preistoriche a noi pervenute.
Larte mobiliare invece linsieme delle statuette,ornamenti,placchette incise
davorio, osso o pietra,utensili e armi ,e a partire dal neolitico anche vasi in ceramica.
La funzione principale delle raffigurazioni rupestri era di carattere propiziatoria, cio
per favorire la caccia e la stragrande maggioranza dei soggetti dipinti erano
animali;grazie a queste scene si capito che un tempo(circa dal 12.000 al 6000 ac ) il
deserto del Sahara era una fertile savana dove vivevano ippopotami,giraffe e
gazzelle ,ma poi con il mutare del clima larea si desertific e le popolazioni residenti
dovettero migrare e con molta probabilit i discendenti di queste genti crearono la
civilt egizia.
Larte mobiliare invece consisteva principalmente in oggetti in pietra o osso e
raffiguravano figure femminili,le cosiddette veneri preistoriche.
Le forme intagliate su questi supporti mostrano donne floride,con fianchi e seni molto
accentuati ,simbolo di fertilit e di una capacit eccellente di avere dei figli.
Per avere un idea del numero enorme di testimonianze preistoriche basta sapere che
in quasi ogni continente queste opere sono diffuse,per la stragrande maggioranza
situata nellafrica australe,in Europa centro-meridionale cio Francia,Spagna,Italia.
Una zona della Francia sud-orientale,lAquitania, disseminata di pitture rupestri
opera dell uomo di Cro-Magnon,il nostro pi prossimo antenato,il quale come noi
discende dal Homo sapiens, che seguendo gli spostamenti della selvaggina migr
dal medio oriente a tutta Europa; questa nuova specie umana presumibilmente venne
in contatto con un'altra specie umana cio luomo di Neanderthal,discendente dal
Homo Heidelbergensis ma probabile che convissero pacificamente con sporadici
tensioni e possibili commistioni tra le due specie. Siamo a conoscenza di ci grazie a
diversi studi scientifici realizzato nel 2010 d.c. in cui si scoperto che nelle popolazioni
moderne residente nelle stesse aree presente dna Neanderthal,per tale ipotesi
potrebbe avere un fondamento di verit.
In un primo momento queste pitture erano molto semplici,ad esempio si usavano le
mani come stampo e successivamente su di esse veniva soffiato il colore,spesso
ottenuto attraverso la macinazioni di alcune pietre:per ottenere il rosso si usavano
terre rosse con alte quantit di argilla o ferro;oltre al rosso venivano usati il giallo e il
nero .
Queste pitture nel corso dei secoli divennero sempre pi complesse e tecnicamente
avanzate,e non solo, perch anche il simbolismo mut adeguandosi ai cambiamenti
negli stili di vita degli uomini primitivi,ovvero comparvero pitture i cui soggetti non
erano pi solamente animali selvatici ma anche scene di agricoltura,allevamento e
vita sociale.
Una delle scuole pittoriche pi avanzate della preistoria fu certamente quella
Magdaleniana. Tale periodo compreso tra il 15000 e il 9000 ac e vide la nascita di
molte innovazioni tecniche tra cui punte per arpioni migliorate,ami,aghi, fatte di
osso,ma oltre a utensili per la caccia e lallevamento,questo periodo fu florido anche
per larte rupestre.
Le tecniche pittoriche beneficiarono di grandi invenzioni come ad esempio il pennello
che sostitu il tampone,luso delle ocre per definire la superficie e linedita attenzione
per le proporzioni , il realismo e la precisione dei dettagli.
Gli esempi di questa scuola magdaleniana si ritrovano ad Altamira,in Spagna, Niaux e
Rouffgnac in Francia. Per quanto riguarda larchitettura monumentale ,si svilupp in
Europa settentrionale e occidentale allincirca nel V millennio ac a scopo religioso e
funerario,come ad esempio i menhir,i dolmen e cromlech.
In assenza di grandi quantit di pietra alcune popolazioni preistoriche,tra cui gli antichi
abitanti della Sardegna, svilupparono un architettura non monumentale ma
ugualmente imponente;un esempio illuminante sono i nuraghi sardi,costruzioni a
forma di torre,sia singole che multiple a formare solide strutture fortificate, che
servivano come punto dosservazione e raccolta delle risorse,nonch come punto di
comando.
Fino al II millennio ac,cio nel et del bronzo,i nuraghi vennero usati,ma nel giro di
qualche secolo caddero in rovina.
Larte rupestre
Secondo gli archeologi la prima specie terrestre capace di scolpire la pietra per
realizzare oggetti utili alla sua sopravvivenza fu lHomo Habilis, circa 2 milione e
mezzo di anni fa nelle pianure africane. I primi artefatti che costru questa primitiva
specie furono i chopper ovvero ciottoli, scheggiati rozzamente da un solo lato e usati
come lama da taglio.
In questi primi utensili lo scopo primario era senza dubbio di carattere pratico,ma con
il passare dei millenni le specie di ominidi(pre-umane) iniziarono a sviluppare un senso
estetico sempre pi accentuato che porter alla nascita dellarte mobiliare .
300.000 anni fa alcune specie di ominidi iniziarono a creare strumenti pi sofisticati,le
cosiddette amigdale(o mandorle),cio utensili simili ai chopper, ma a differenza di
questultimi, erano simmetrici cio venivano lavorati maggiormente cercando di
eseguire scheggiature identiche su entrambi i lati del ciottolo.
Per produrre un amigdala era necessario molto pi tempo in quanto bisognava, in un
primo momento scheggiare il ciottolo con una pietra e successivamente per rifinirla
occorreva usare un percussore di un diverso materiale,generalmente pi tenero della
roccia stessa;il risultato finale era un oggetto molto pi tagliente di un chopper e
capace fendere laria pi facilmente,permettendo a un bastone(propulsore)
sormontato da un amigdala,generalmente legato, di essere usato nella caccia. Questa
scelta di cercare la simmetria potrebbe celare un primitivo senso estetico che
fortunatamente coincise con la maggior efficacia delle lance con punta a
freccia,perfettamente simmetrica. Con lo sviluppo di questi nuovi utensili iniziarono a
comparire piccole incisioni sulle armi ,come lance e ami da pesca e ci pu significare
la nascita del senso artistico,inteso come ricerca di utilit unita a quella del piacere
visivo. Ovviamente questi oggetti rientrano nel epoca pre-artistica,ma
successivamente gli ominidi pi evoluti come ad esempio i Neanderthal e i Cro-
magnon,crearono vere e proprie opere darte come le veneri preistoriche,le quali
sono da annoverare tra le fila dellarte mobiliare preistorica. Queste statuette dalle
forme marcatamente femminili,ovvero fianchi larghi,seno abbondante e in carne,
rappresentavano dei simboli di prosperit e fertilit,ma poich il materiale impiegato
era di difficile lavorazione per via della durezza(avorio,pietra,corno animale),il loro
numero molto inferiore rispetto alle pitture rupestri,ma ci non toglie la maestria e la
bellezza di questi piccoli capolavori.
Uno dei primi esempi di statuetta femminile senza dubbio lavenere di Willendorf
(willendorf una localit austriaca dove venne trovata la statuetta)risalente a 25000
anni fa. La statuetta calcarea alta 11 cm e rappresenta una donna corpulenta,i cui
lineamenti abbondanti, mettono in evidenza i tratti sessuali e quindi la sua funzione
era di favorire la procreazione.
Un altro esempio di statuaria preistorica,ma di concezione completamente diversa, il
piccolo volto davorio della venere di Brassempouy(o dama con il cappucci) realizzata
circa nello stesso periodo della venere austriaca. Questo volto di donna molto
espressivo pur sprovvisto di bocca,caratteristica comune a molte statuette
preistoriche, un primitivo ritratto ,mentre fino ad ora larte preistorica era ricca di
idealizzazioni e simbolismi astratti,con questa scultura lartista voleva imprimere nella
pietra la realt che vedeva.
Ultimo esempio di arte scultorea preistorica la venere di Lespugue,la pi alta mai
rinvenuta(14,7cm) realizzata circa nel 22000 ac.Questa statuetta molto diversa dal
volto della dama con il cappuccio,poich lartista si concentra nella forma del corpo
pi che nel simbolismo della figura femminile,ma tale rappresentazione formale
ugualmente pingue e larga di fianchi come le sue precedenti versioni. Nellarte
mobiliare preistorica oltre alla lavorazione di avorio,osso e pietra si svilupp un'altra
forma artistica cio la Coroplastica,ovvero la lavorazione dellargilla,da cui in seguito
deriver la ceramica. Gli esempi pi suggestivi e realistici di tale lavorazione sono i
due bisonti,ritrovati nella grotta magdaleniana di Le Tuc dAudoubert,nella Francia sud-
occidentale.
Durante il Neolitico la lavorazione dellargilla si evolse rapidamente ma ci che
rivoluziono la Coroplastica in maniera radicale fu il calore. Grazie ad esso si scopr che
riscaldando largilla a determinate temperatura(cottura) rendeva gli oggetti
impermeabili e resistenti alle fiamme. Questa scoperta,come molte altre, fu
presumibilmente accidentale ma fece nascere la ceramica. Grazie allo sviluppo di
questa nuova tecnica luomo ora disponeva di un incredibile supporto per le sue opere
artistiche che sar utile per sviluppare un linguaggio artistico di facile propagazione
culturale e idee allinterno di un gruppo sociale o tra popoli vicini.
Questa diffusione della ceramica fece nascere una nuova tipologia di oggetti a,ovvero
vasi e recipienti che velocemente si diffusero in tutta Europa e nel medioriente.
Con il passare dei secoli ogni zona in cui si diffuse la ceramica nascerono molti stili
diversi nella lavorazione e nella decorazione di questi vasi. Inizialmente la forma pi
comune dei vasi e degli oggetti in ceramica era essenzialmente un imitazione della
natura,cio forme di frutti tipo la zucca ,mentre successivamente vennero adottate
forme antropomorfe (come animali quali gufi,bisonti)e decorazioni dipinte.
Questevoluzione di stili ci fa intuire la nascita di un linguaggio artistico basato su
precise linee geometriche abbandonando la sola imitazione della natura per passare a
una nuova realt creata nella mente dellartista.
Architettura megalitica
A)La Pittura
Per comprendere le arti figurative egiziane dobbiamo partire dal presupposto che il
loro modo dintendere larte era molto differente dal nostro poich gli egizi
realizzavano collettivamente un opera e lartista, manipolando un materiale preso
dalla terra, attingeva allenergia creatrice del mondo,e secondo gli egizi era ptah,dio
dellartigianato, a far si che il lavoro prendesse forma(a Menfi era ritenuto il
creatore,poich era assimilato al limo da cui prese forma il cumulo primordiale ); era
una cosa sacra fare lartista e non era strano che il progettista del opera ricoprisse il
ruolo di sommo sacerdote di ptah.
Questa commistione tra religione e arte era normale per gli egizi,dato che le botteghe
e i laboratori artistici erano presenti nei templi e nei palazzi reali,e gli artigiani erano a
volte dei sacerdoti che dirigevano i lavori artistici. In questi atelier i maestri,altamente
specializzati,trasmettevano il loro sapere e la propria professione ai figli.
Il lavoro era compiuto da una schiera di artigiani per cui difficile risalire allautore
poich lopera era un insieme di mani ma tutte accomunate dallo stesso obiettivo
ovvero rendere grande il faraone,ma lo spezzettamento dei compiti rese larte egizia
quasi impermeabile ad ogni innovazione.
Lo scopo di questi artisti era quello di illustrare le credenze religiose,la visione del
mondo,i riti e soprattutto celebrare la grandiosit divina del faraone,poich egli era
lintermediario tra gli dei e gli uomini e punto di riferimento per i sudditi,poich egli
era la fonte dell armonia e dell equilibrio nel mondo.
La cultura egizia era diversa anche per la concezione di spazio,poich loro credevano
che il mondo fosse lEgitto e lo immaginavano come un cubo le cui coordinate, ovvero
il Nilo e il tracciato del sole in cielo, si intersecavano ad angolo retto.
Nella pittura e nei bassorilievi,gli egizi cercavano di rappresentare loggetto nel suo
insieme senza voler riprodurre come appariva realmente la figura selezionando un
unico punto di vista bens diversi punti di vista cos da avere la migliore visuale
delloggetto
La prospettiva,cio la capacit di rappresentare gli oggetti come appaiono distribuiti
su piani diversi, per gli egizi non era importante, perch quello che contava era
seguire rigide regole, rappresentative della loro societ fortemente gerarchizzata,e
non farsi condizionare dalla propria visione delle cose, che potevano essere distorte o
illusorie,ma lartista doveva realizzare le idee non la realt,e la loro unica
preoccupazione era seguire i dettami della perfezione concettuale di armonia ed
equilibrio utilizzando un reticolo geometrico.
Le figure infatti seguivano le gerarchie sociali,ovvero i pi importanti venivano
rappresentati con dimensioni maggiori,le convenzioni rappresentative come ad
esempio alcune parti del corpo( se la figura maschile era in piedi doveva essere
dipinta con il piede sinistro pi avanzato.
Se si pensa a chi commissionava i lavori,ovvero i faraoni e i sacerdoti,cio chi
deteneva il potere politico,si comprende perch i canoni artistici egizi siano rimasti
immutati per millenni.
Per quanto riguarda la realizzazione di una determinata figura,in questo caso luomo,
si utilizzava un modello ideale,senza alcuna ambizione naturalistica,in cui le parti del
corpo seguivano determinate regole:bacino di tre quarti,spalle e occhi di fronte e arti
di profilo.
Per rispettare le proporzioni di questa figura ideale,gli artisti,nel progettare il
dipinto,tracciavano una griglia geometrica(quadrettatura)composta da un numero
fisso di quadretti in altezza,18 nellepoca antica e 22 in epoca pi tarda.
Con questo metodo era pi facile rispettare le regole artistiche.
La pittura egiziana ci ha lasciato molte testimonianze,in particolare nei templi e nelle
tombe,e specie nei sepolcri abbondano varie tipologie di raffigurazioni,come battute di
caccia e pesca,attivit lavorative varie(il contadino,lo scriba e lartigiano) e cerimonie
religiose e sacrifici animali.
Il motivo di queste pitture insito nelle credenze religiose degli egizi,poich credevano
che nellaldil il defunto doveva lavorare e fare tutto ci che faceva in vita,per cui
bisognava dipingere queste scene per rendere lieta e familiare la nuova vita. Queste
pitture vivaci ,come abbiamo visto,erano piuttosto rigide e solo nel nuovo regno(1560-
1080 ac) si cerco di migliorare i colori,pi numerosi che in passato,e si utilizzarono
maggiormente i chiaroscuri e le tinte sfumate.
Anche I colori dovevano rispettare rigide regole:i fondi verdi,gialli,bianchi o blu
pallido,la pelle maschile era rossastra mentre per le donne si utilizzava locra,per le
popolazioni nere della Nubia si utilizzava il nero,per le capigliature sempre il nero,per
gli abiti bianco e giallo oro,lacqua azzurra,lerba vere e il fango nero.
Per realizzare le tinte si macinavano vari pigmenti diluite con acqua a cui era aggiunto
delle resine o albume di uova;cos facendo crearono una tempera a colla dalle
incredibili capacit,la pi importante era la durata e resistenza.
B)La scultura
Come la pittura anche la scultura egizia seguiva delle rigide regole rimaste immutate
per 3000 anni e tra queste limitazioni cerano alcune posture dei corpi.
Prevalevano,nella scultura egizia, le figure sedute con gli avambracci piegati e le
gambe congiunte e parallele,la figura in piedi con le braccia lungo i fianchi,i piedi
completamente appoggiati a terra e un piede pi avanti del precedente.
Le figure scolpite erano virtualmente divise in due parti simmetriche la cui linea
immaginaria partiva dal centro della fronte arrivando fino alle gambe e doveva
rispettare la disposizione geometrica che stabiliva il numero di quadrati in cui era
divisa la scultura,generalmente compresa tra i 18 in epoca antica e i 22 quadrati
dellepoca tarda(il naso ricadeva nel 17 quadrato);ci limitava molto la fantasia
dellartista costringendolo a seguire i dettami del modello tradizionale radicato
profondamente nelle alte sfere del regno.
Queste opere servivano unicamente per scopi religiosi e venivano collocate nei templi
per essere adorate, mentre nelle tombe servivano per fornire un corpo per permettere
al faraone di potersi reincarnare dopo la propria dipartita dal mondo terreno;quando
lanima fuoriusciva dal corpo dopo la morte, vedendo la statua, riconosceva il suo
aspetto terreno e si convinceva a reincarnarsi nelloggetto di pietra ritenuto dagli
egizi incorruttibile dal tempo.
Infatti le statue dovevano essere il pi somiglianti possibili anche se in realt ci che
interessava era il nome,il rango e le deformit del corpo mentre laspetto fisico e la
personalit di ogni re era di scarso interesse.
Anche se la scultura egizia era molto tradizionalista,ci furono periodi e in cui queste
convenzioni stilistiche vennero rivoluzionate,ne un esempio il regno di Akhenaton
(1367-1350 ac)caratterizzato dalla lotta tra il faraone,promotore del nuovo culto di
Aton(disco solare), e il clero tebano legato al culto millenario di Amon.
Il faraone distrusse le statue e requis tutte le ricchezze dei templi di Amon,ma il suo
nuovo culto non attecch tra la popolazione legata ancora agli antichi dei,bens fu
adottata solo dallelite;questo mutamento religioso influenz larte del tempo e diede
impulso ad una rivoluzione artistica caratterizzata dalla ricerca della verit ,cio
cercava di far emergere dalle statue il lato umano invece di quello divino,esasperando
i difetti fisici(adipe addominale).
Sempre nella statuaria egizia ci furono innovazioni come ad esempio la statuaria
minore realizzate in legno o calcare che si dissociavano dai rigidi canoni della scultura
egizia tradizionale,infatti questi oggetti venivano prodotti per essere collocati nelle
tombe e riproducevano scene di vita quotidiana poco usate nella scultura egiziana
come la vita domestica,riponendo nella cura dei dettagli un segno distintivo.
Questa rottura con le antiche tradizioni port dei benefici effetti sullarte egizia
soprattutto apr la strada a una visione psicologica dei soggetti di cui ne un esempio
la stupenda testa della regina Nefertiti,la bellissima sposa reale di Akhenaton.
Grazie ai ricchi giacimenti di pietra , una potente monarchia e una casta sacerdotale
diffusa in modo capillare in tutto il regno,lEgitto era il paese ideale per realizzare
opere in pietra data la grande richiesta da parte dellelite politica. LEgitto possedeva
vari tipi di minerali tra cui la
diorite,calcare,arenaria,gesso,steatite,serpentina,granito,basalto,quarzite ma era
povera di legno di cui il paese aveva bisogno per la costruzione di
imbarcazioni,abitazioni,impalcature e soprattutto opere artistiche.
Il fornitore privilegiato era il libano,la terra del cedro,la cui fama era leggendaria per la
sua robustezza,scelto dal re per realizzare il famoso tempio di Salomone,ma anche
lafrica tropicale forniva molto legno.
La scultura egiziana era spesso colorata in alcuni dettagli o completamente applicando
lo stucco sopra loggetto e poi dipingendo la statua o ancora veniva posta una lamina
doro sulla superficie ribattendo il metallo per far aderire il tutto.
Si realizzavano anche statue in metallo ,ponendo lastre di rame sopra a modelli di
legno e poi ribattendo le lamine ,mentre per le statue di bronzo si usavano altri metodi
come la fusione o lo stampo, generalmente in argilla o pietra in cui veniva colato il
metallo fuso allinterno di questi stampi;per fare un oggetto a tutto tondo,ovvero
perfettamente tridimensionale,occorrevano due matrici simmetriche.
Oltre alle statue in materiale ligneo e metallico,in Egitto era molto diffuso lutilizzo
dellavorio per realizzare utensili preziosi o rilievi che talvolta venivano dipinti come
nel caso del bassorilievo di Thutmosi III.
Una delle grandi civilt dellantichit era quella cretese,il cui sviluppo serv da ponte
con lEuropa,diffondendo, in quelle terre ancora arcaiche,linfluenza delle pi evolute
societ orientali come lEgitto e i popoli mesopotamici grazie alla loro abilit di
navigatori.
Per capire larte cretese bisogna conoscere il luogo dove questa magnifica civilt si
svilupp, i suoi abitanti e la loro cultura millenaria.
La civilt cretese o minoica( nome dato dallo scopritore di Creta, Arthur Evans,in
quanto riteneva di aver trovato il labirinto dal mitico re Minosse,sovrano di creta) si
svilupp sul isola di Creta a partire dal IV millennio ac,in un territorio molto vario con
pianure,montagna e colline,fertili pascoli e boschi ricchi di fauna e flora nonch un
mare pescoso.
Lisola per era situata in un area molto sismica,flagellata periodicamente dai
terremoti e maremoti e probabilmente la fine della cultura cretese coincise con
leruzione del vulcano Thera,lattuale isola di Santorini nel mar egeo, avvenuta circa
nel 1400 ac.
Il clima dellisola era secco e gradevole,ma le precipitazioni erano modeste,sufficienti
per alla popolazione grazie alla grande genialit degli architetti cretesi che riuscivano
ad immagazzinare le acque piovane e a trasportare le acque sorgive e dei pozzi
direttamente nei palazzi cretesi;le risorse alimentari molto abbondanti esportate oltre i
confini erano lolio e il vino,mentre i metalli erano molto scarsi sullisola.
Per sopperire alla mancanza di minerali,il popolo cretese si affacci sul mare
diventando un popolo di marinai e commercianti,la cui potente flotta assicur il
monopolio sulle rotte del mediterraneo orientale per molto tempo .
Il dominio sui mari era possibile grazie alla posizione strategica dellisola,cio al centro
del mediterraneo che permetteva loro di controllare il traffico commerciale
proveniente dalloriente.
Oltre ad essere eccellenti marinai,i minoici erano abili
artigiani,ceramisti,tessitori,tintori e fabbri, nonch abili ingegneri idraulici,capaci di
creare il primo sistema fognario nascosto al mondo fatto di tubi di terracotta.
La caratteristica peculiare dei cretesi era il loro centro di potere,ovvero il palazzo,fulcro
delle attivit delle citt minoiche da cui un signore locale governava il territorio
circostante.
Molti archeologi di varie nazioni contribuirono a far luce su un antica civilt del
passato,ma un archeologo inglese, Arthur Evans,nel primi anni del 1900,scopri i resti
del palazzo di Cnosso,e divise la storia cretese in tre periodi:antico ,dallepoca dei
primi insediamenti risalenti al IV millennio fino al 2100 ac;il periodo medio inizi nel
2100 e termin nel 1580 ac, e in questo lasso temporale la cultura cretese raggiunse
il massimo livello di sviluppo in ogni campo e si iniziarono, a partire dal 1700 ac, a
costruire i palazzi di Festo,Malia e Cnosso;lultimo periodo ,detto recente,va dal 1580
al 1200 ac.
Purtroppo Evans non us il metodo archeologico moderno basato su un attenta
raccolta e catalogazione dei reperti,bens scav a casaccio raccogliendo le cose pi
preziose e restaur con metodi moderni alcune parti del palazzo.
Il suo metodo poco ortodosso riport alla luce la civilt minoica,ritrovando anche la
sua scritturo,ovvero il lineare A ancor oggi non del tutto tradotto,ma come accadde
con la citt di troia, scoperta da Schliemann,gli scavi eseguiti senza nessuna
pianificazione e senza un metodo scientifico,cancellarono molti reperti che non
potranno esser esaminati dai futuri archeologi; a loro discolpa va detto che allepoca il
metodo dindagine archeologica non era molto sviluppato e per arrivare al nostro
attuale metodo ci son voluti errori grossolani.
Il palazzo di Cnosso era il pi grande di Creta e come avveniva in Mesopotamia con le
ziggurat,era il centro del potere politico,religioso,civile e militare,nonch di svariate
attivit artigianali come vasi di ceramica,gioielli,armi,utensili ,abbigliamento e
allinterno del complesso venivano conservate le derrate alimentari come il grano,lolio
e il vino;le pareti dei magazzini erano pi spesse creando una sorta di clima
controllato,ideale per conservare il cibo e il grano alloggiate in grandi vasi chiamati
pithoi.
Ogni attivit e ogni merce veniva accuratamente catalogata da efficienti funzionari,i
quali annotavano su delle tavolette dargilla i vari beni,e grazie alle scoperte di
modellini di case e di tavolette, recuperate durante lo scavo, stato possibile
ricostruire le forme originali delle strutture cittadine dei minoici..
Un'altra caratteristica dei cretesi era lassenza totale di strutture difensive come
mura,torri di guardia e guarnigioni o caserme,e questa mancanza di difese starebbe a
significare il grado di protezione che la flotta garantiva alle citt cretesi e lassenza di
nemici capaci di fronteggiare la talassocrazia cretese;quando la flotta non pot pi
proteggere le citt minoiche,la cultura cretese scomparve rapidamente,sotto i colpi
combinati di madre natura e dei popoli guerrieri.
Il complesso palazziale era enorme ed era strutturato attorno a un cortile rettangolare
da cui si diramavano molte stanze(400 ad esempio nel palazzo di Cnosso),collegate ad
esso per mezzo di scale,corridoi e cortili pi piccoli;da ci che si potuto intuire i
palazzi avevano due piani ,le stanze erano suddivise in base al loro
utilizzo(abitativo,rappresentanza e servizi) e i muri erano realizzati con mattoni crudi e
pietra successivamente dipinte e stuccate, ma anche il legno era molto usato per le
colonne,travi,stipiti e rivestimenti.
La ricchezza nella societ cretese era nelle mani di pochi signori locali,non
propriamente re,ma aristocratici che detenevano il potere su una citt e i suoi dintorni.
Questa piccola cerchia controllava la terra e gli strumenti produttivi(appezzamenti
terrieri,animali da tiro,fattorie)mentre i lavoratori non possedevano niente e vivevano
nel palazzo,in aree a loro predisposte,e come salario percepivano una paga perlopi in
natura.
Attorno ai palazzi cretesi sorsero molte leggende presso i greci,i quali vedendo le
rovine di queste costruzioni, e data la loro imponenza, cedettero che i palazzi minoici
fossero dei labirinti. La famosa leggenda del Minotauro, probabilmente nacque grazie
alle enormi e intricate rovine del palazzo di Cnosso.
Secondo la leggenda greca il re Minosse,re di Creta,costru il labirinto per rinchiudere il
figlio della moglie Pesifae,la quale si innamor del toro sacro inviato da Poseidone a
Minosse e da questa unione nacque il Minotauro,mezzo uomo e mezzo toro;Minosse fu
punito da Poseidone per non aver sacrificato il toro sacro,chiesto dallo stesso re
cretese in preghiera,facendo innamorare sua moglie del toro da cui nacque il mostro.
Minosse affid il progetto a Dedalo e al termine dei lavori il mostro venne rinchiuso al
centro del labirinto.
Quando poi Minosse sconfisse Atene in guerra,il re pretese come tributo annuale 7
fanciulli e 7 fanciulle da dare in pasto al Minotauro,ma un giorno tra questi
condannati cera Teseo, che grazie allaiuto di Arianna e la sua idea del fuso di
lana,riusc a uccidere il mostro liberando Atene dal suo terribile fato e rendendo Teseo
un eroe. Il nome labirinto deriva dal greco labrys che indicava la doppia scure
utilizzata per i sacrifici,riprodotta ovunque nel palazzo e la parola labirinto significa
letteralmente casa della bipenne.
La civilt micenea
La civilt micenea o achea, a differenza di quella cretese non avvezza alla guerra,era
una societ guerriera e avendo un indole aggressiva si fece molti nemici, per cui
svilupp un sistema difensivo imponente,le cui mura larghe dai 6 agli 8 metri e alte
7,meritarono lappellativo ciclopiche,perch secondo gli antichi greci ,successori dei
micenei,tali fortificazioni potevano esser state costruite soltanto dai mitici Ciclopi della
mitologia greca.
I loro maggiori centri erano fortezze ubicate in zone sopraelevate protette da enormi
mura perimetrali,sviluppatesi per solo nel ultima fase storica micenea poich i popoli
vicini avevano aumentato le incursioni militari in territorio miceneo,diventando una
seria minaccia per le citt achee.
La citt micenea di Trinto,situata a pochi chilometri dal mare era abbastanza
vulnerabile agli attacchi nemici anche se era stata costruita originariamente su una
collinetta e ci richiese ledificazione di grandi mura difensive,torri di vedetta,ingressi
segreti,scale e passaggi sotterranei,venuti alla luce solo grazie agli scavi archeologici;il
metodo costruttivo delle mura era molto semplice,si posizionavano i blocchi di pietra
gli uni suglaltri fino a una determinata altezza,poi sopra a questo basamento
venivano posizionati dei mattoni seccati al sole per finire le mura,alte 8 metri. Lo
stesso metodo costruttivo venne impiegato anche per realizzare le mura di
Micene,citt molto pi estesa di Trinto,circa 30000 metri quadri,e anche molto pi
difendibile. La citt sorgeva su uno sperone roccioso alto 268 metri fra montagne,gole
e torrenti,le mura erano alte 7 metri e la fortezza possedeva due ingressi,uno dei
quali,la famosa porta dei leoni,presenta un bastione sporgente con quattro pietroni a
formare soglia,stipiti e architravi. Sullarchitrave collocata una lastra triangolare con
scolpiti ai lati due leoni separati da una colonna,simbolo della citt;dalla porta dei
leoni partiva una scalinata che conduceva al palazzo,costruito su terrazze scavate
nella roccia. Il palazzo di Micene,situato allinterno delle mura,era composto da un
grande locale allungato chiamato magaron il cui soffitto era sostenuto da colonne e
nel centro era praticato un foro da cui fuoriusciva il fumo prodotto dal focolare;questa
grande sala veniva usata per grandi occasioni come la visita di ambascerie straniere o
i consigli del regno in cui il re prendeva decisioni al cospetto degli anziani.;per
accedere al megaron si doveva attraversare un ingresso,un porticato e un anticamera
.Ai lati di queste stanze cerano molti altri locali come i magazzini,abitazioni per i
collaboratori,archivi,uffici;al piano superiore cera il gineceo riservato esclusivamente
alle donne. Nel secolo scorso lavventuriero tedesco Schliemann,port alla luce i resti
della citt di Micene seguendo i racconti omerici, che fino ad allora erano le uniche
fonti sui micenei. Allinterno delle mura,a destra della porta dei leoni,Schliemann trov
sei tombe a fossa(cio costituite da un pozzo in fondo al quale collocata la sepoltura)
risalenti al XVII-XVI secolo ac,ricche di corredi funebri,appartenenti alla stirpe degli
Atridi;il pi famoso reperto ritrovato in tutto il complesso cittadino certamente una
maschera doro,appartenuta,secondo lo scopritore,al mitico re Agamennone;molti altri
preziosi oggetti come gioielli,ceramiche, armi e maschere doro dei re micenei furono
ritrovati in queste tombe.
Al di fuori delle mura Schliemann scopr una necropoli in cui furono ritrovate anche
delle tombe a cupola,la pi famosa delle quali il cosiddetto tesoro di
Atreo,appartenuta al mitico Agamennone;queste tombe furono costruite nel XV secolo
ac.
Questa tomba costituita da un lungo corridoio in pietra che conduce a una sala
circolare chiamata tholos,ovvero a semicupola in cui le pietre,disposte
circolarmente,diminuiscono di diametro man mano che la costruzione si innalza verso
il cielo.
Nella storia micenea si susseguirono diverse fasi artistiche;il periodo compreso tra il
XVIII e il XVI secolo, caratterizzato dalla presenza di ceramiche, la cui decorazione
elementare rosso brunastra, denotano una cultura modesta,anche se proprio a
partire da questa fase storica che la civilt micenea inizi a scalzare i cretesi dalla loro
supremazia culturale e commerciale,conclusasi soltanto nel XV secolo ac.
Sul finire del XV secolo ac e per tutto il periodo successivo, la civilt micenea
raggiunse un livello notevole di sviluppo,anche se nellarte sono chiaramente visibili
gli influssi cretesi come le tazze doro raffiguranti la doma dei tori,mitigati per da stili
nuovi e originali come le maschere doro,dischetti con immagini a sfondo
naturale,lame decorate a intarsi di minerali preziosi(oro e argento).
I soggetti ricorrenti nellarte micenea sono la caccia e la guerra, e ci riflette i valori
della societ achea,fondata sul combattimento; questi oggetti erano molto richiesti
allestero e visto il vuoto lasciato dalle opere cretesi,non avevano pi rivali e si
diffusero in tutti gli angoli del mediterraneo. Alla fine del XIV secolo ac si assistette al
progressivo arretramento della cultura micenea forse causato dal indebolimento
politico e militare,che port la societ achea al declino.
Quando la civilt micenea croll a causa della comparsa dei dori,la Grecia attravers
una fase di declino che gli storici definiscono medioevo ellenico,in cui la struttura
sociale basata sul palazzo,eredit dei minoici e dei micenei, venne abbandonata e le
popolazioni greche tornarono ad una vita pi semplice quasi di sussistenza,senza pi
scambi commerciali tra le varie comunit;questo disgregamento politico ed economico
ebbe ripercussioni profonde sullarte,la quale produsse modeste opere.
Tra il IX e lVIII secolo ac la situazione politica ed economica nonch sociale inizi a
cambiare grazie alla nascita della polis,la citt stato,formatasi grazie a tre fattori:una
lingua comune;la religione e infine gli usi e i costumi di un determinato gruppo sociale.
Questo insieme di tradizioni permise la formazione di un nuovo tessuto sociale che
caratterizz il mondo greco per quasi mille anni.
Ogni polis stabil il suo regime politico tra tre diverse forme di
governo:oligarchia,democrazia o tirannide;un esempio di citt che scelse il regime
democratico fu Atene,anche se a volte ci furono colpi di stato che portarono a regimi
tirannici,ma durarono pochi anni. Lesempio di citt oligarchica Sparta,acerrima
rivale di Atene,il cui governo era retto da due monarchi che regnavano 6 mesi a testa
e da un consiglio
La polis era un entit autonoma e indipendente,aperta a nuovi influssi in ogni campo,
dallarte alla tecnologia,dalle forme di governo alla filosofia,il cui contributo giunto
fino ai nostri giorni; a differenza della cultura mediorientale, in cui il sapere era
esclusivamente nelle mani dellelite sociale, formata dai funzionari e sacerdoti,i quali
dettavano le linee guida da seguire,la cultura greca era molto pi aperta e la
conoscenza aveva pi possibilit di evolversi e venire in contatto con la realt e i
cittadini potevano partecipare alla vita politica della citt,ovviamente in base al censo
e dal regime politico vigente in quel momento.
Le caratteristiche delle polis cio il realismo,lindipendentismo,lapertura
mentale,lamore per il dibattito e il confronto permearono ogni aspetto della vita
culturale greca e in particolare larte,e la sua evoluzione e i suoi caratteri ci
permettono di delineare con buona precisione la societ greca e i suoi periodi storici.
Uno dei grandi meriti degli antichi greci fu senza dubbio la voglia di conoscenza e
davventura ed essendo loro un popolo marinaro,il cui carattere era stato plasmato
dallambiente montuoso e aspro della Grecia continentale povero di risorse, li spinse
ad esplorare il loro mondo,ma davanti a loro cera il mar egeo con le sue centinaia di
isole,meta ambita dai greci che in poco tempo,a partire dall VIII secolo ac,iniziarono a
colonizzare queste isole,esportando in questi nuovi luoghi la propria cultura erigendo
le loro polis in queste ignote terre e dando avvio al fenomeno coloniale che tocc le
coste del sud Italia(Sicilia,Calabria,puglia,Basilicata),del mediterraneo,dellAsia minore,
e del mar nero.
Quando una polis decideva di creare una colonia,i vertici politici consultavano un
oracolo,il pi importante dei quali era Delfi,per sapere se gli dei approvavano il
viaggio;in seguito venivano affissi nellagora(piazza)delle liste di prescrizione dove i
cittadini decidevano se offrirsi volontari,ma a volte la scelta non era arbitraria e gli
indesiderati finivano su queste liste. Successivamente si organizzava il
viaggio,generalmente qualche centinaia di persone,e in seguito i coloni ricevevano
aiuti dalla madrepatria per avviare e far prosperare il nuovo insediamento.
Una volta fondata la citt incominciavano gli scambi commerciali fra i due
insediamenti e periodicamente nuovi coloni si insediavano nella nuova polis e
portavano con se gli usi e i costumi della madrepatria.
La struttura della polis era frutto della morfologia del territorio e la sua forma seguiva
un modello preciso,anche se alcune citt non seguirono questo schema e variarono
laspetto della citt. Generalmente veniva scelta come ubicazione della citt un punto
sopraelevato al di sopra del quale veniva costruita lacropoli e in qualche modo
manteneva la funzione difensiva assunta dalla rocca micenea nel passato.
Era molto comune nellantichit posizionare le citt su colli o alture,non a ridosso del
mare ma comunque vicina,vicino ai fiumi,e per popolazioni non numerose questi
luoghi facilmente difendibili,offrivano abbastanza risorse per sostenere una presenza
stabile.
Per i greci era importante essere vicino al mare anche se il porto si trovava ad alcuni
chilometri dal centro cittadino.
Nelle immediate vicinanze dellacropoli erano posizionati i luoghi di culto e lagora,la
piazza in cui si svolgevano tutte le attivit della citt come i commerci,le assemblee e
il mercato;in poche parole il cuore della polis. Attorno alla piazza sorgevano le
abitazioni, i giardini e poco distanti le terre coltivate,propriet dei templi e dei cittadini
e i pascoli comuni.
Per capire larte greca ci vorrebbero centinaia di pagine,ma una frase del filosofo e
matematico Pitagora rende pi semplice questo compito:luomo la misura delle cose.
Questa frase riassume perfettamente laspetto della cultura e dellarte greca che tanto
ha affascinato gli artisti di ogni epoca.
Nel periodo precedente alla comparsa della civilt greca,la cultura imperante nel
mediterraneo era quella minoica e micenea in seguito, aveva una concezione artistica
differente,incentrata sulla natura animale e vegetale in particolare mentre luomo era
un elemento importante ma secondario. Nella Grecia arcaica invece luomo divenne il
centro dellinteresse degli artisti greci mentre gli elementi naturali assunsero un ruolo
subalterno.
Gli dei greci avevano la stessa forma degli uomini, lunica differenza era la loro
maggiore forza e bellezza,mentre laspetto caratteriale era del tutto simile ai comuni
mortali.
Larchitettura e la scultura greca,a differenza di quella delle altre civilt del vicino
oriente come gli egizi o i popoli mesopotamici le cui dimensioni colossali rimasero
insuperate fino al XX secolo,era a misura duomo. Lantropomorfismo dellarte greca e
del pensiero port risultati notevoli nellambito della scultura il cui scopo primario era
focalizzato sulla rappresentazione del corpo umano in maniera realistica;gli animali e
la natura erano raramente interessanti per gli artisti e rivestivano un ruolo di contorno
nellarte greca fino al periodo ellenistico(325-331). I greci erano attratti dal corpo
umano per le sue caratteristiche anatomiche ritenute belle,armoniose e vigorose
anche se tendevano a rappresentare il corpo nel suo massimo splendore senza far
notare i segni del tempo o della malattia e anche quando rappresentano la morte non
c mai levidenza della sofferenza,dellangoscia e della paura nei visi delle statue,
bens la serenit. Era molto usato nella scultura il nudo,quasi esclusivamente maschile
in pose atletiche con i muscoli tesi,mentre il nudo femminile era poco usato e tranne
in rare occasioni fino dall IV secolo ac e lo scopo degli artisti era esprimere erotismo e
non piacere per le forme femminili,infatti le raffigurazioni di nudo femminile sono
sempre in pose provocanti mentre curano la propria igiene personale;per i greci tenere
il corpo in allenamento era ritenuto salutare e onorevole e soprattutto fondamentale
per il combattimento,e la stragrande maggioranza delle sculture ritrae dei guerrieri.
Dunque larte greca riflette la mentalit patriarcale della societ dellepoca ,in cui
luomo il capo famiglia e la donna subordinata prima al padre e da sposata al
marito. Anche nel rappresentare il luogo pi cupo del mondo greco,cio il
tartaro,lequivalente cristiano dellinferno,non si accenna minimamente a crudeli
punizioni o terribili mostri,fatta eccezione per cerbero, il cane a tre testa guardiano del
tartaro, temi invece molto usati nelliconografia etrusca.
Gli artisti greci, nel rappresentare il mondo che li circondava,cercavano di rendere
razionale ogni aspetto della vita terrena ma anche di quella divina e naturale,e per
fare ci utilizzavano due strumenti,larmonia e la proporzione nei loro edifici e
nellarte. Cercavano quindi di rendere la realt,segnata dal caos, lineare e prevedibile
in modo tale da poterla plasmare.
Le strutture greche e in particolare i templi,rispecchiavano lidea alla base dellarte
greca,cio la semplicit e il rispetto di regole universali e lartista era responsabile del
mantenimento dellordine e per far ci doveva attenersi alle regole come larmonia e
la proporzione,mentre fino ad allora le strutture delle pi antiche civilt come i templi
egizi,i palazzi cretesi e le ziggurat mesopotamiche,erano libere da ogni regola
prestabilita ma legate solamente ai desideri dei re e linventiva degli architetti.
Lartista greco anche se doveva seguire delle regole architettoniche ben precise,specie
nei templi dorici, era relativamente libero di apportare variazioni come ad esempio il
numero e il diametro delle colonne,diametro dei frontoni,numero di metope e di triglifi
e ci rese le varie opere architettoniche simili ma con differenze anche notevoli sui
particolari stilistici,e quindi ogni struttura era unica.
Nel epoca dellantica Grecia e per tutta lantichit il concetto di artista era molto
diverso da come noi uomini del XXI secolo intendiamo larte;il confine fra artista ed
artigiano era molto sottile.
Infatti per i greci il concetto di creazione artistica individuale ed intellettuale era
impensabile,poich il lavoro di un artista racchiudeva in se la tradizione artisti
Larte o techne in greco,aveva molti significati nellantica grecia,ed era considerata
labilit tecnica di combinare la materia grazie a regole precise frutto della
tradizione,la quale veniva tramandata da abili artigiani,per cui ogni mestiere che
utilizzava specifiche regole,conoscenze appropriate e abilit materiali era considerato
artista;cos il carpentiere,larchitetto,lo scultore e il tessitore erano tutti tecnici
dellarte.
Labilit tecnica rivestiva un ruolo molto importante nella societ greca,tanto che a
tutela degli artigiani vennero poste due divinit,Atena ed Efesto,e ben lavorato era il
pi grande complimento che un tecnit, ovvero lartigiano, uomo darte e di
mestiere,potesse sentirsi dire. Oltre allabilit artistica,era molto apprezzata la
capacit del tecnico darte di rispettare la tradizione iconografica dellepoca,poich
rispettando le consuetudini secondo i greci si otteneva la perfezione grazie alla
continuit con il passato. Il concetto di bello per i greci era tutto ci che provocava
delle sensazioni attrattive di natura sensoriale, ma anche morale e intellettuale;solo
nel rinascimento italiano i termini bello e arte assunsero i significati estetici che a
tuttoggi vigono nella cultura occidentale.
Larte nellantica Grecia era uno strumento di propaganda collettiva che celebrava i
valori culturali della comunit cittadina,e il luogo preposto ad accogliere queste opere
era il tempio e i luoghi pubblici delle polis. Lartista greco era influenzato dal regime
politico della citt in cui operava,e in base a ci poteva esprimere il suo genio,ma a
differenza delle altre civilt antiche in cui lartista era legato ai desideri dei propri
clienti(imperatori,satrapi ecc),non doveva obbligatoriamente esaltare le gesta dei re o
dei principi e dei propri committenti,bens realizzare opere la cui identit poteva
riflettere i desideri dei cittadini e lidentit della citt,in poche parole ci che la citt
voleva far vedere a se stessa e alle polis circostanti.
Larte greca rispecchiava la divisione sociale imperante nella societ Greca ,ma anche
le divinit seguivano le stesse regole sociali dei mortali. La societ greca era suddivisa
in base al rango,al vertice piramide sociale risedevano i cittadini illustri seguiti da chi
aveva un attivit produttiva,mentre al livello pi basso erano gli schiavi e i
barbari,ovvero gli stranieri.
Sul versante divino la scala gerarchica comprendeva ,al gradino pi alto gli dei
dellolimpo, gli eroi e semidei,al di sotto di essi cerano i morti eroicizzati come
Achille,e al gradino inferiore erano posti gli esseri mitici legati al mondo naturale come
i satiri. Gli artisti usavano degli accorgimenti per rimarcare il grado sociale allinterno
di una scultura o di un opera come la statura,gli atteggiamenti e le espressioni dei
personaggi. Le personalit di rango elevato erano rappresentate con pose eroiche,le
barbe e le capigliature perfette, i muscoli atletici, i volti impassibili al dolore o che
tuttal pi mostrano tracce di emozioni,mentre i personaggi inferiori potevano esser
rappresentati in pose accovacciate,mentre si contorcevano o si sedevano incrociando
le gambe,cio in posizioni rilassate e oziose.
Larte greca era legata alla religione fin dai primordi della storia greca quando ancora
la superstizione regnava sovrana,ma a differenza dellarte egizia,in cui le idee religiose
governavano larte,in Grecia gli artisti erano slegati dalla religione ma al contempo
posti al suo servizio,senza per condizionare ci che lartista voleva realizzare.
Agli dei erano riservati il lusso e la bellezza e i maestri darte cercavano di trovare le
proporzioni perfette e le decorazioni pi splendide per i padroni del mondo e anche
quando realizzavano le statue dei vincitori delle competizioni sportive,poetiche e
drammaturgiche queste erano degli ex voto per ringraziare le divinit,escludendo
quindi i vincitori umani.
La caratterista peculiare dellarte greca fu il razionalismo in cui lartista rifiutava ogni
forma di misticismo e quindi ben distanti dai condizionamenti dogmatici della
religione.
La Scultura
L'Acropoli di Atene
LArte romana
Larte romana vera e propria, con caratteri originali che rielaborano influssi etruschi,
italici e greci, si definisce a partire dal II secolo a.C. Di essa sono giunte sino a noi
moltissime testimonianze, relative allarchitettura (dove i romani dimostrano
grandissima abilit nelle tecniche costruttive), alla scultura (ritratti, rilievi che
completano le architetture), alla pittura (affreschi, mosaici).
Le pi imponenti e complesse architetture si realizzano in et imperiale, fra il I e il IV
secolo d.C.
Larte romana fu sempre legata a situazioni contingenti e in gran parte opera di
maestranze che producevano quasi in serie e con tempi stretti, per committenti mossi
da interessi episodici o sedotti da mode. Nonostante ci, nel tardo periodo
repubblicano anche il mondo romano riusc a elaborare un linguaggio figurativo
autonomo, in strettissimo legame con i fatti storici e con levoluzione di Roma, che di
questa storia fu per oltre otto secoli il motore. A Roma tutte le correnti culturali del
mondo mediterraneo sincontrarono, si scambiarono elementi e fatalmente
assorbirono alcuni caratteri specifici della romanit. Nel III e nel II secolo a.C. limpatto
con le opere originali delle scuole ellenistiche di Grecia e doriente, prevalentemente
statue, importate a Roma come prede di guerra dai generali vittoriosi, ebbe un duplice
effetto: da un lato gener una produzione di imitazioni, dallaltro forn nuovi modelli e
nuovi stimoli agli artisti. Soltanto nellultimo secolo della repubblica emergeranno
forme tipicamente romane, con il ritratto e il rilievo storico.
Larchitettura
I Romani sono uomini politici e uomini darmi; la loro mentalit proiettata verso la
conquista di enormi territori. Le eccezionali reti viarie che tracciano, i ponti, gli
acquedotti, le numerose citt che costruiscono, ci dimostrano quanto fossero
consapevoli di voler lasciare una profonda traccia di s nella storia. Questa
consapevolezza spiega il grandissimo sviluppo dellarchitettura nella civilt romana:
niente pi delle opere di pubblica utilit e degli interventi a larga scala sul territorio,
serve ad infondere nei cittadini il senso della potenza dello Stato. Larchitettura
lespressione dellarte pi utile al governo ed in questo campo la civilt romana
elabora forme e tecniche del tutto originali.
Il tufo ed il travertino, pietre porose e ricche di cavit interne, sono, insieme allargilla,
i materiali di cui dispongono i romani per le loro architetture: tali materiali
suggeriscono limpiego di piccoli blocchi, legati da malta cementizia. I costruttori
romani ottengono, dalimpasto di calce, sabbia e pozzolana (sabbia vulcanica di
Pozzuoli, di cui vasti giacimenti sono anche nel Lazio), una malta resistentissima che
consente una presa eccezionale. Essi rielaborano cos vari tipi di muratura, dal pi
semplice, opus caementicium, in cui un impasto di malta e frammenti di pietra viene
gettato in cassoni di legno, perch ne assuma la forma; ai pi complessi, in cui
limpasto viene contenuto fra due pareti di blocchetti sagomati: opus incertum, a
forma di cono, o opus reticulatum, a forma di piramide. Nel periodo imperiale i mattoni
di argilla seccata allaria vengono sostituiti da quelli cotti nelle fornaci: ne derivano
strutture murarie ben pi solide (opus latericium). Questi tipi di muratura favoriscono
la costruzione di superfici curve (contrariamente allarchitettura greca, impostata su
linee rette) ed il sistema costruttivo che caratterizza larchitettura romana diviene
larco. Mentre nel sistema trilitico larchitrave rischia di spezzarsi se il peso
sovrastante eccessivo, oppure se i sostegni verticali sono troppo distanti, larco, con
il suo andamento curvo, permette di scaricare meglio il peso della costruzione sui
sostegni verticali, distanziandoli anche maggiormente. Gli ambienti risultano cos pi
spaziosi e le colonne o pilastri che sorreggono la copertura diminuiscono di numero.