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FRANCO BIANCO L’ermeneutica in Italia dal 1945 ad oggi 1. La multivocita dell’ermeneutica Sebbene l’ermeneutica sia una disciplina filosofica che pud vantare un’illustre, plurisecolare tradizione, intetesse per essa in seno alla cultura italiana & senza dubbio feno- meno recente, essenzialmente limitato all’ultimo trenten- nio ed anzi, com’é noto, vigorosamente sviluppatosi solo negli ultimi tempi, sull’onda, soprattutto, di una rivisita- zione del pensiero di Martin Heidegger e del diffondersi anche nel nostro paese dell’influsso esercitato dal suo pitt geniale allievo, Hans-Georg Gadamer. Malgrado l’atten- zione dimostrata da valenti studiosi italiani, gia nel perio- do che precede e accompagna il secondo conflitto mon- diale, nei confronti delle posizioni speculative dello stesso Heidegger e di Wilhelm Dilthey, cioé di due tra gli autori che maggiormente hanno contribuito all’elaborazione della problematica ermeneutica nel pensiero contemporaneo, si pud dire che questo aspetto della loro opera sia rimasto in Italia a lungo in ombra, com’é facile rilevare prendendo in esame i contributi storiografici pid significativi che si son venuti raccogliendo su di essi nella nostra cultura tra la fine degli anni ’20 e la meta degli anni *40'. Solo nel Dedico questo saggio alla memoria del collega ed amico Enrico Nicoletti, con il quale ebbi modo di discutere Vimpianto complessivo del lavoro, e che mi off importanti spunti di riflessione e indicazioni preziose anche per quella par- te della mia analisi che Vincalzare della malattia gV’impedi di prendere in consi- derazione. Per quanto concerne Dilthey mi limito a ricordare il saggio di C. Antoni in Dallo storicismo alla sociologia, Firenze, Sansoni, 1940, ¢ i due volumi di L. RIVISTA DI FILOSOFIA / vol. LXXIX, n, 2-3, agosto-dicembre 1988 460 Franco Bianco secondo dopoguerra, in concomitanza con il maturare di un diverso clima speculativo e di una pit larga recezione delle tematiche elaborate dallo storicismo tedesco e dalla tiflessione ontologica heideggeriana, si é dischiusa la pos- sibilita di un approccio alla loro opera che ne ponesse in tilievo l’aspetto pid propriamente interpretativo e la valen- za ermeneutica intrinseca alle loro posizioni teoriche. E cosi accaduto che l’ermeneutica, in quanto riflessio- ne sulle molteplici forme ¢ dimensioni del problema inter- pretativo, assumesse anche nella filosofia italiana contem- poranea, parallelamente alla crescente attenzione nei confronti del linguaggio, un ruolo che in precedenza essa non aveva mai occupato, del tutto in linea con le tenden- ze che sempre piti si erano andate affermando in seno alla filosofia europea ed extra-europea nel corso degli ultimi decenni”, Occorre tuttavia sottolineare fin dall’inizio co- Giusso, Wilhelm Dilthey ¢ la filosofia come visione della vita, Napoli, Ricciar- di, 1940; Lo storicismo tedesco. Dilthey, Simmel, Spengler, Milano, Bocca, 1944, Tra gli scritti su Heidegger sono da tener presente: G. Grasselli, La fenomenologia di Husserl e Vontologia di Heidegger, «Rivista di Filosofia», XIX, 1928, pp. 330-47; E. Grassi, Soiluppo e significato della scuola fenome- nologica nella filosofia tedesca contemporanea, «Rivista di Filosofia», XX, 1929, pp. 129-31; C, Mazzantini, Martino Heidegger, in «Rivista di filosofia neoscolastica», XXVII, 1935, pp. 14-30; I! signsficato della «realta» nella filo- sofia di M! Heidegger, ivi, pp. 41-49; Martino Heidegger e la filosofia neoscola- stica, ivi, pp. 268-82; L, Scaravelli, I! problema speculativo di M. Heidegger, «Studi Getmanici», 1, 1935, pp. 178-99; E. Grassi, I! problema del nulla nella filosofia di M. Heidegger, «Giornale critico della filosofia italiana», XVII, 1937, pp. 319-34; M. Campo, Psicologia, logica e ontologia nel primo Heideg- ger, Clr, RE. Palmer, Hermeneutics. Interpretation Theory in Schleierma- cher, Dilthey, Heidegger and Gadamer, Evanston (Iil,), Northwestern Universi- ty Press, 1969, pp. 3-71; E. Hufnagel, Einfiibrung in die Hermeneutik, Stutt- gart, Kohihammer, 1976: J. Bleicher, Contemporary Hermeneutics. Hermeneu- tics as method, philosophy and critique, London, Routledge & Kegan Paul, 1980, trad. it. di S. Sabattini con il titolo L’ermeneutica contemporanea, Bolo- gna, Societa editrice I! Mulino, 1986. + Oltte alle recensioni che saranno citate in seguito, mi limito qui a ri- cordate: R. E, Palmer, Hermeneutics cit., pp. 46-65; E. Hufnagel, Einfibrung in die Hermeneutik cit., pp. 128-48; A. Diemer, Elementarkurs. Philosophie. Hermeneutik, Diisseldorf-Wien, Econ, 1977, pp. 133-34, 163, 238-39; J. Blei- cher, Contemporary Hermeneutics, trad, it, cit., pp. 43-73. 462 Franco Bianco dava la posizione divergente e fortemente polemica dello stesso Betti. In presenza di tale situazione, a tutt’oggi dominante, compito delle considerazioni che seguono non pud che es- sere, in primo luogo, quello di evidenziare la pluralita de- gli orientamenti che hanno titolo per richiamarsi al pen- siero ermeneutico, tracciando linee di demarcazione e ponendo in luce le articolazioni interne ad un ambito che il lettore italiano & stato di fatto indotto a considerare co- me sostanzialmente uniforme. Dell’ermeneutica — questa la tesi che s’intende sviluppare — si pud e si deve, come dell’essere aristotelico, parlare in molti modi, poiché se é vero che l’elemento comune ai diversi orientamenti é rap- presentato dalla centralit’ assunta dall’indagine sulla natu- ra del processo interpretativo, é anche vero perd che tale indagine si é rivelata come il campo di un profondo e tut- tora ittisolto dissidio, piuttosto che come espressione di un disegno filosofico riconducibile ad un unico denomina- tore. In contrasto con tale situazione, sia la discussione teorica che il resoconto storiografico hanno esercitato pre- valentemente in Italia, al di la delle intenzioni esplicite, la funzione di occultare piuttosto che di evidenziare il con- flitto, inducendo i pit a ritenere che la prospettiva erme- neutica si esaurisca in una forma di pensiero legata intrin- secamente alla tematica della crisi della filosofia e del nichilismo. Ne é risultata cosi espunta o emarginata ogni considerazione relativa agli orientamenti difformi, sebbene essi fossero in realta tutt’altro che assenti all’interno della riflessione italiana contemporanea. A tali orientamenti dunque, anche per ragioni cronologiche, volgeremo ini- zialmente la nostra attenzione, nel tentativo di porre in lu- ce alcuni aspetti centrali di quel «conflitto delle interpre- tazioni»* in cui si esprime a livello esegetico la multivocita, sopra richiamata, dell’odierna ermeneutica. > Cfr. P. Ricoeur, Le conflit des interprétations. Essais d’berméneutique, Paris, Scuil, 1969, trad. it. di R. Balzarotti, F. Botturi, G, Colombo con il titolo I! conflitto delle interpretazioni, Milano, Jaca Book, 1977. Lretmeneutica in Italia dal 1945 ad oggi 463 2. Ermeneutica come ricerca di oggettivita nelle scienze umane A differenza della cultura filosofica tedesca, che pud vantate una ininterrotta continuita tra l’ermeneutica con- temporanea e quella moderna, dal momento che le rifles- sioni di Heidegger e di Gadamer, cosi come quelle di Karl Otto Apel e di Jiirgen Habermas, s’innestano sul tronco della meditazione diltheyana, riconnettendosi in tal modo direttamente a Schleiermacher e, tramite lui, a tutta Yermeneutica moderna a partire dalla Riforma, in Italia il pensiero ermeneutico ha il suo inizio in epoca del tutto recente, anche se non sono mancati tentativi di ricondur- ne le sue origini a Giambattista Vico‘ ¢ di scoprirne si- gnificative consonanze nell’opera di Benedetto Croce’. Sembra tuttavia incontestabile che, in maniera consapevo- le, sistematica ed esplicita, il problema dell’interpretazione si affacci in Italia per la prima volta in tutta la sua vastita nella riflessione del giurista Emilio Betti, studioso di ec- cezionale erudizione, oltre che particolarmente fecondo, del quale possono essere ricordate in questa sede soprat- tutto due opere: la Teoria generale dell’interpretazione *, e una sua pitt agile sintesi, pubblicata direttamente in tede- sco’ e solo di recente tradotta anche in italiano ™ E naturalmente l’etmeneutica giuridica, gia sul finire degli anni ’20", a costituire lavvio della riflessione di 6 Cir B. Betti, I principt di scienza nuova di G.B. Vico e la teoria della interpretazione storica, «Nuova tivista di diritto commerciale, diritto dell’eco- nomia, diritto sociale», X, 1957, pp, 48:99. Cf. Verra, Esistenzialismo, fenomenologia, ermeneutica, nichilismo, in AA. W., La filosofia italiana dal dopoguerra a oggi, Roma-Bati, Laterza, 1985, . ALL ® “Milano, Giuffré, 1955, trad, (parziale) tedesca con il titolo Allgemeine Auslegungslebre als Methodik der Geisteswissenschaften, Tiibingen, Mohr, 1967. ° Cfr. E. Betti, Die Hermeneutik als allgemeine Methodik der Geisteswis- senschaften, Tiibingen, Mohr, 1962, (2* ed, 1972). fr, E. Betti, L’ermeneutica come metodica generale delle scienze dello spirito (tad. it. di G. Mara), Roma, Citta Nuova, 1987. Cir. E. Betti, Diritto romano e dogmatica odierna, «Archivio giutidico F. Serafini», 99, 1928, pp. 129-50, ¢ 100, 1928, pp. 26-66. 464 Franco Bianco Betti sul problema interpretativo, e tale circostanza non é priva di significato per chi voglia intendere le ragioni della posizione speculativa in seguito fatta valere dallo stesso Betti nella polemica sulla natura e i caratteri dell’interpre- tazione. Nata sulla base dell’esperienza giuridica, la rifles- sione bettiana viene successivamente ad investire ’intero processo interpretativo, fino a dar luogo a una «teoria ge- nerale», all’interno della quale l’ermeneutica assume i con- torni di una metodologia complessiva delle scienze dello spirito. In cortispondenza con tale carattere, essa rivela come sua pteoccupazione dominante quella di garantire alPinterpretazione una «oggettivita», che consenta alle co- noscenze fondate su tale processo di elevarsi al rango di vere e proprie scienze. Riallacciandosi esplicitamente alla tradizione schleiermacheriana e diltheyana, l’ermeneutica di Betti mira quindi a contrastare «ogni arbitrio soggetti- vo» e a sottolineare la necessiti «di rispettare loggetto [dell’interpretazione] nel suo peculiare modo di essere» in maniera da misurarlo «col suo stesso metro» ”. Lorientamento dominante della critica internazionale assegna a Betti, non a caso, un ruolo inconfondibile e di primaria importanza in quella che — con lo studioso ame- ticano Richard E. Palmer — possiamo definire «l’odierna contesa sull’ermeneutica»: il ruolo, precisamente, di rap- presentare, «nella tradizione di Dilthey», la tendenza a fornire «una teoria generale di tutte le “oggettivazioni” dell’esperienza umana che possono essere interpretate», e cosi a difendere «

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