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:CONCETTOEPARTIZIONI
LE COSE
Si dicono diritti reali quei diritti soggettivi assoluti con diretta incidenza sulle cose; questi,
postulano un generale dovere di astenersi da interferenze nel rapporto tra il titolare e la res, che fa
capo a tutti gli altri consociati. ( il possesso, che pur incidendo direttamente sulla cosa, non
costituisce un diritto soggettivo).
Tra i diritti reali distinguiamo da una parte la propriet, dallaltra tutti i restanti diritti:
Diritto reale di propriet, ius in re: lunico in grado di porsi come autonomo ed
caratterizzato da un contenuto pi ampio.
Diritti reali su cosa altrui, iura in re aliena: sono diritti reali minori che presuppongono sulla
res un diritto di propriet da parte di un altro soggetto; sono caratterizzati da tipicit, in
quanto costituiscono una categoria a numero chiuso.
Nel mondo romano il concetto di res ha i contorni poco rigidi: ad esempio il giurista Marciano
prende in considerazione cose disponibili in quantit enormemente superiore rispetto al fabbisogno,
e fa entrare in gioco laspetto relativo alla libert per i singoli di fruirne e il divieto per tutti di
frapporvi impedimenti.
Cose di diritto divino/Cose di diritto umano (res divini iuris/res humani iuris): sono fuori
dal patrimonio e dal commercio e si dividono a loro volta in:
1. res sacrae: cose consacrate agli dei in forza di una fonte giuridica autoritativa (legge o
senatoconsulto) e sono i templi, le are ;
2. res religiosae: cose lasciati ai Mani, le anime dei defunti, in forza di un atto privato
(sepolcri);
3. res sanctae: per Gaio (mura/porte citt), per Giustiniano cose consacrate a Dio dai pontefici
(chiese).
Cose della collettivit (res universitatis): Sono gli impianti e gli edifici destinati alla
pubblica fruizione dei cittadini (teatri/stadi).
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Res mncipi/Res nec mncipi:
1. Res mancipi: sono trasferibili mediante mancipatio o in iure cessio e sono pi rilevanti in
quanto sono strettamente collegate alleconomia agricola intensiva praticata dai nuclei
familiari (fondo italici di coltura/servit rustiche/animali da basto o soma);
2. Res nec mancipi: sono trasferibili mediante traditio (altri animali/metalli/denaro/oggetti di
uso personale/fondi provinciali su cui non pu insistere dominium dei privati).
Frutti:
Sono il reddito della cosa e si distinguono fra:
1. frutti civili: rendite periodiche derivanti dallattribuzione o dal godimento di una cosa
conferiti ad altri in forza di un negozio giuridico (canoni/fitti/interessi);
2. frutti naturali: prodotti e materiali inorganici (latte/cereali/pietra/marmo).
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escluso dallarea dei frutti il parto della schiava (partus ancillae), poich non si pratica
lallevamento degli schiavi a fini riproduttivi e comunque tra frutti che d luomo non pu esserci
lui stesso; lusufruttuario della schiava perci, non fa oggetto del suo diritto il parto della stessa, che
invece spetta al nudo proprietario.
La soluzione prevalsa stata quella di riservare il figlio della schiava al titolare del dominium sulla
donna.
IL DOMINIUM
In diritto romano l'istituto del dominium ex iure Quiritium designava in origine l'appartenenza
piena ed esclusiva di una res ad un individuo, situazione riconosciuta e tutelata dal risalente ius
civile.
Caratteristiche essenziali del dominium ex iure Quiritium erano:
Lillimitatezza: estensione di appartenenza virtualmente illimitata in altezza, fino alla
volta celeste; in profondit, fino alle viscere della terra.
La valenza assorbente: finisce con lappartenere al proprietario del fondo tutto ci che in
esso stabilmente si aggiunge o si incorpora (incrementi fluviali, seminagione, piantagione,
costruzione realizzata sulla terra).
Lelasticit: quando il diritto di propriet fosse gravato da usufrutto o altre forme di diritti
su cosa altrui, all'estinzione di questi il dominium compresso si sarebbe riespanso.
La perpetuit: la propriet non pu essere circoscritta entro limiti cronologici
predeterminati.
La natura franca: libert del dominium da tributo fondiario.
Per il ius civile, il dominium ex iure Quiritium poteva essere trasferito o mediante uno degli atti
formali previsti per lo scopo (mancipatio o in iure cessio) se la res da trasferire era una res mancipi,
ovvero tramite semplice consegna (traditio) della cosa se si fosse trattato di res nec mancipi.
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IN BONIS HABERE
Lin bonis habere era un possesso di buona fede ottenuto a titolo derivativo, posto che ci fosse una
traditio ex iusta causa.
Lin bonis habere un istituto formatosi attraverso lattivit del pretore e volto a tutelare rapporti
non contemplati dal ius civile.
Es.: poniamo il caso che un soggetto avesse venduto la propriet di una res mancipi con la traditio,
chi riceve la res non pu dirsi proprietario perch il mezzo di trasmissione non idoneo.
Per tutelare lacquirente, il pretore elabor due strumenti di difesa: lexceptio rei venditiae et
traditiae e lactio Publiciana.
1. Lexceptio rei venditae et traditae: eccezione con la quale il disponente della cosa
paralizzava lazione di rivendica di chi aveva trasferito la propriet.
2. Lactio Publiciana: in tale caso, lacquirente (possessore in buona fede) poteva, attraverso
lactio Publiciana, chiedere la restituzione della res nei confronti di chi gliela aveva sottratta
(erga omnes). Essa era una actio ficticia in quanto, per il suo esercizio, il pretore fingeva che
fosse trascorso, a favore dellacquirente, il periodo di tempo necessario ad usucapire la res
(due anni per la res immobiles e un anno per le ceterae res).
Esiste poi un altro tipo di possesso non paragonabile al dominium ma coperta da tutela erga omnes,
ed la propriet provinciale (su beni immobili): il suolo provinciale, essendo nec mancipi ed
appartenendo allo Stato, pu essere oggetto di concessioni dietro corresponsione di canoni; il
soggetto nei confronti del quale avviene la concessione, pu dirsi riconosciuto come un
proprietario anche se tecnicamente non lo .
A difesa di questo diritto, abbiamo erga omens la possibilit di utilizzare unazione reale pretoria di
stampo analogo alla rivendica.
Discorso simile lo si pu fare a proposito del titolare di ius in agro vectigali: si tratta di nuovo di
concessione di terre sia pubbliche che appartenenti a comunit cittadine attraverso la corresponsione
di un canone detto vectigal; anche qui abbiamo tutela erga omens attraverso lactio in rem
vectigalis. Il titolare della propriet provinciale e il vettigalista non possono usucapire poich la loro
condizione non arriva mai ad assimilarsi con quella del dominus;
Sono i fatti giuridici, naturali o umani, a cui lordinamento ricollega il sorgere della titolarit del diritto
medesimo in capo a un soggetto; vediamo come tra questi non rientrano i contratti, che ancora non
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esistevano, i quali vanno invece a porsi come fonti di obbligazioni.
I modi di acquisto possono essere a titolo originario: lacquisto non discende da precedente titolarit
riferibile a un diverso soggetto;nel diritto romano si parla di modo di acquisto di diritto civile.
Abbiamo tra questi:
1. Loccupazione
2. Linvenzione del tesoro
3. La specificazione
4. La confusione
5. Lacquisto dei frutti
6. Lusucapione
Lusucapione.
Nato per dare certezza ai rapporti giuridici, consiste nellaver posseduto per un determinato periodo
di tempo, in buona fede e in base ad un titolo idoneo, una cosa suscettibile di dominium, quindi di
essere usucapita (usucpere = acquistare [cpere] tramite il possesso [usus]);
.La stessa legge stabilisce che lalienante tenuto a prestare lauctoritas verso lacquirente, ossia
deve garantire per tutto il tempo utile ed evitare casi di evizione (privazione del bene da parte del
vero titolare nel caso di acquisto da non proprietario); per gli stranieri che non possono usucapire, la
garanzia deve essere eterna. (la parola auctoritas designala garanzia alla quale, in caso di mancipatio
a scopo di vendita, l'alienante tenuto nei confronti dell'acquirente e contro la rivendicazione da
parte di un terzo)
Non tutti i beni erano per usucapibili. Invero, fin dai tempi pi risalenti, vennero poste delle
limitazioni alla possibilit di usucapire un bene. In particolare ne erano escluse:
le res furtivae (cose provenienti da un furto), in virt di un divieto risalente alla legge delle
XII tavole. Tuttavia, secondo la lex Atinia una cosa cessa di essere furtiva se, tornata al
dominus, viene poi da lui nuovamente alienata.
le res vi possessae: cosa il cui possesso era stato acquistato con violenza.
le res sacre e religiose.
le res mancipi, alienate da una donna senza l'assistenza del tutore.
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le res extra commercium ovvero le cose di cui era vietata la vendita.
le res incorporales
MODI DI ACQUISTO DELLA PROPRIET A TITOLO DERIVATO
1. Mancipatio: si svolgeva nel modo seguente: alla presenza di cinque testimoni (scelti tra
cittadini romani puberi) e di un pesatore pubblico detto lbripens (di eguale condizione),
lacquirente (mancpio accpiens), tenendo tra le mani alcuni pezzi di bronzo, dichiarava
solennemente che la cosa gli apparteneva. Successivamente colpiva la bilancia del pesatore
con il bronzo che poi veniva consegnato, quale prezzo, allalienante (mancipio dans). La
mancipatio era un actus legitimus, ossia non poteva essere sottoposto n a condizione n a
termine: essa comportava, inoltre, lobbligo di prestare la c.d. obligtio auctorittis, una
sorta di garanzia per levizione. In et repubblicana, peraltro, era invalso luso di redigere,
per provare leffettivo espletamento delle formalit, un documento scritto cui venivano
apposti i sigilli delle parti (il mancipio dans, alienante, ed il mancipio accipiens, acquirente),
dei testimoni e del libripens; questa attestazione documentale fin col prendere il posto
delleffettivo espletamento delle formalit della mancipatio, tanto che in diritto postclassico
e giustinianeo essa divenne oggetto di una mera clausola apposta dalle parti
2. In iure cessio: essa poteva essere applicata in modo indistinto sia alle res mancipi che alle
res nec mancipi. La sua natura era formalmente processuale. Lo svolgimento del processo
ricalcava la legis actio sacramento in rem, in cui le due parti (colui che trasferiva e colui che
acquistava) fingevano di contestare la propriet di una cosa determinata, oggetto di vendita;
l'alienante ometteva di pronunziare la formula ed il processo si concludeva con una
confessio in iure, al che il magistrato dava causa vinta all'acquirente, che acquistava cos la
propriet sul bene.
3. Traditio: consiste nella consegna, messa a disposizione di un bene. Trasferisce la propriet
solo su cose che siano nec mancipi.
USUFRUTTO
"Usufructus est ius alienis rebus utendi fruendi, salva rerum substantia": la definizione dell'istituto
di diritto romano, per il quale "l'usufrutto il diritto di usare e usufruire di cose altrui senza
alterarne la natura e la consistenza".
L'usufrutto, in origine (III secolo a.C.), svolgeva una funzione alimentare: il testatore imponeva
all'erede di lasciar percepire periodicamente i frutti di una cosa fruttifera alla vedova a cui era stato
legato da matrimonio sine manu, e che non poteva succedere ab intestato al marito
In diritto romano, l'usufrutto nasce come diritto reale di godimento su cosa altrui (ossia come il
principale fra gli iura in re aliena, in base al quale il titolare poteva percepire i frutti della cosa e, pi
in generale, tutto ci che ne rappresentava reddito normale. Il diritto aveva tipicamente come
oggetto una res fruttifera e inconsumabile. Esso costituito a favore di una persona (servitus
personae) e per tale motivo strettamente legato alla stessa (morte o capitis deminutio). Lusufrutto
inoltre un diritto inalienabile. Lusufrutto sempre res nec mancipi qualunque ne sia loggetto.
A differenza di quanto accade nel diritto vigente lusufruttuario era considerato mero detentore della
res, e non possessore, e non poteva quindi diventarne proprietario per usucapione.
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Lusufrutto svuota pressoch totalmente il contenuto del diritto di propriet, riducendola a nuda,
ossia al mero titolo formale. Proprio perch le propriet non fossero radicalmente inutili per
uneterna separazione dellusufrutto si volle che questo fosse un diritto dai contorni temporali
limitati, s che con la sua estinzione la propriet potesse riespandersi e recuperare pienezza.
Queste facolt variano poi in base alla res, infatti nel caso di usufrutto di servi, gli spetta il parto
della schiava (che non ritenuto un frutto); nellusufrutto di un gregge acquista i nuovi nati fino a
concorrenza del numero dei capi morti: solo gli agnelli in eccedenza che non servono al rimpiazzo,
sono frutti e toccano allusufruttuario.
Tutele:
Cautio fructuaria: una stipulazione pretoria attraverso la quale il titolare del diritto
minore, promette di esercitare le facolt connesse secondo la buona fede e a restituire il bene
al termine dellusufrutto.
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Modi di costituzione dellusufrutto (e delluso):
1. civili:
legato per vindicationem: esso si colloca nellambito delle successioni ereditarie, al
fine di tutelare sul piano economico la moglie del defunto. Qualora il matrimonio
fosse stato senza manus, la moglie non poteva essere istituita erede e il marito per
tutelarla, le lasciava in ususfrutto il patrimonio o una quota di esso. I figli venivano
istituiti eredi, divenendo proprietari delleredit mentre la moglie provvedeva
lusufrutto che comunque non era trasmissibile e si estinguea con la sua morte.
in iure cessio: nel diritto privato romano, finto processo con il quale si attuava in
questo caso, nellaccordo delle parti, il trasferimento dellusufrutto di una cosa.
Adiudicatio: veniva assegnata in usufrutto, ad un singolo soggetto, una cosa che
prima apparteneva ad un patrimonio in comunione.
2. onorari:
per pactiones et stipulationes: da parte dei proprietari di fondi provinciali.