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GAGLIANO GIUSEPPE

STUDI
POLITICO-STRATEGICI
Intelligence e strategia

Vol. III

EDIZIONI NEW PRESS - COMO


# Copryright 2008 by New Press Como (Italy)
I Edizione 2008
Stampa New Press - Como
INDICE

Introduzione 7

Parte prima 9

Parte seconda
Elementi di strategia secondo Qiao Liang e Wang Xiangsui 51
Elementi di strategia comparata secondo Handel Michael 57

Bibliografia 63
INTRODUZIONE

Se negli scritti precedenti abbiamo individuato gli aspetti più rilevanti della con-
flittualità non convenzionale ,nel saggio attuale pur proseguendo nello studiodella
non convenzionalità — svolto sinteticamente nella parte seconda alla luce di saggi
celebri nel contesto della letteratura strategica — abbiamo deciso di analizzare —
alla luce di numerosi colloqui informali svolti dal 2002 al 2007 a Roma con alcuni
analisti e operativi della intelligence — il modus operandi dei servizi segreti secon-
do l’ottica del realismo politico,facendo emergere — nel rispetto dell’anonimato de-
gli uomini dei servizi — una realtà complessa e al contempo profondamente cinica
perché ispirata ai dettami della ragion di stato,una realtà che si è cercato di razio-
nalizzare in una sorta di dizionario che storicamente abbracciasse sia il periodo del-
la guerra fredda che quello attuale. Ne è emerso un quadro dai colori sfumati nel
quale realtà e illusione,verità e menzogna finiscono per confondersi fino a sovrap-
porsi.Un ’ultima osservazione per concludere:se non sono poche le costanti che
emergono dalle riflessioni degli operatori del settore è pur tuttavia evidente che
la guerra psicologica continua a svolgere — seppure sotto poliedrici aspetti —
un ruolo di estrema rilevanza soprattutto in un contesto dominato dai mass media
e dalla concorrenza economica.

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Parte prima
Rinnovamento di un servizio

Affinché un servizio di sicurezza sia efficiente sovente è necessario ristruttu-


rarlo alla base. Quando si tenta di compiere una operazione di tale natura è ine-
vitabile che vi siano delle stratificazioni che ne ostacolino il rinnovo. Infatti, al-
l’interno di un servizio esistono veri e propri faccendieri che vivono alle spalle
dei servizi per promuovere i loro loschi affari. Proprio per eliminare questi osta-
coli, il direttore generale dei servizi deve avere piena facoltà da parte dell’esecu-
tivo di licenziare quegli elementi inefficienti e corrotti che ostacolano il normale
svolgersi della attività di intelligence. Una operazione analoga deve essere com-
piuta anche nei confronti di quelle reti parallele che sorgono all’interno dei ser-
vizi allo scopo di utilizzarli a loro vantaggio.

Gerarchie politiche

A livello di gerarchia politica, è necessario che ci sia la massima fiducia tra il


direttore dei servizi e l’esecutivo mancando la quale qualsiasi strategia viene me-
no. D’altronde, il direttore generale di un servizio deve attuare una sola politica:
quella dello stato. Onde evitare qualsivoglia equivoco è opportuno precisare che
il fine della attività di intelligence deve essere scelto dall’esecutivo mentre i mezzi
debbono essere di stretta competenza del direttore generale.

Antropologia

Un uomo che abbia lavorato per lungo tempo all’interno dei servizi non può
che avere una concezione pessimistica dell’essere umano poiché quando si è stati
costretti ‘‘a guardare sotto il tavolo o sul rovescio delle carte’’ diventa inevitabile
perdere ogni illusione sulla natura umana. Per esempio, nella politica non esiste
forse un numero impressionante di lestofanti? D’altronde non dobbiamo sor-
prenderci, dal momento che il potere è un vero e proprio strumento di corruzio-
ne e chi fra i politici non ha il proprio bravo scheletro nell’armadio?

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Conflittualità interna

In relazione ai rapporti tra i servizi di uno stesso paese, è un dato di fatto che
nella maggior parte delle nazioni europee ed extra europee, esiste una continua e
permanente conflittualità tra i servizi preposti alla difesa interna e quelli preposti
alla difesa esterna. Questa concorrenza e conflittualità determinano uno spreco
di energie e di tempo distogliendo gli attori dagli obiettivi reali.

Efficienza

Una delle condizioni che rende possibile il buon funzionamento dei servizi di
sicurezza è sicuramente quella legata alle riunioni periodiche fra i colleghi della
intelligence degli altri paesi, riunioni volte a progettare strategie comuni di fronte
a nemici comuni. È tuttavia necessario precisare che, una autentica collaborazio-
ne fra servizi, non equivale ad alcuna forma di subordinazione. Un’altra condi-
zione di efficienza è relativa ai mezzi che devono essere considerevoli e che non
devono conoscere frontiere. Il direttore generale deve infatti avere a disposizione
truppe di assalto, fondi speciali, e documenti falsi. La terza condizione è relativa
alla permanenza del direttore generale: se questa è breve non farà altro che de-
terminare caos. La quarta condizione è relativa alla composizione che non può
che essere mista dal momento che è il risultato della presenza di funzionari civili
e militari.La quinta condizione è la presenza dei cosiddetti ‘‘onorevoli corrispon-
dente’’ chiamati nel gergo dei servizi HC. Costoro non sono altro che i tradizio-
nali confidenti o informatori e possono appartenere agli strati sociali più diversi.
Affinché la loro funzione si svolga in modo pienamente efficiente è necessario
che ricevano consistenti somme di denaro.

Nemici interni

Il direttore di un servizio oltre che sapersi guardare dai nemici propriamente


detti, deve guardarsi anche dalle guerre politiche scatenate dalle procure, dai
mass-media e da tutti coloro che all’interno dello stesso paese possono avere in-
teresse a distruggere il servizio.

Confini

Dovrebbe risultare chiaro che la prassi dei servizi comporta molto spesso la

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violazione della morale e della legge: d’altronde tutto ciò non deve destare alcu-
na sorpresa poiché in fondo proprio il superamento di questi confini rappresenta
una delle principali ragioni per le quali i servizi sono stati creati. Alla luce di que-
sta considerazione non deve sorprendere se i servizi si rivolgono a uomini violen-
ti, a sicari o ad avanzi di galera pur di realizzare i loro obiettivi. È tuttavia chiaro,
che nell’eventualità di un ricatto da parte di costoro, la loro eliminazione diven-
terebbe necessaria. Servirsi di killers professionisti non è sempre la scelta miglio-
re. Più opportuno sarebbe servirsi di specialisti disposti ad attuare le operazione
di estrema delicatezza in nome della ragion di stato.

Mass-media

Non c’è dubbio che i mezzi di informazione troppo spesso danneggino l’ope-
rato dei servizi. Proprio per questa ragione devono essere tenuti a freno o lontani
da fonti preziose. A tale riguardo, il sabotaggio da parte dei mass-media nei con-
fronti dell’informatore di professione, è devastante per la buona riuscita dell’o-
perazione di intelligence. In ogni caso è bene mantenere dei buoni rapporti con
tutti quei giornalisti che siano stati preventivamente e accuratamente vagliati.

Informazione

Non bisogna mai dimenticare che i servizi sono un immenso crivello in cui si
gettano migliaia di informazioni, addirittura centinaia al giorno, per poi trarne
l’essenza sostanziale o le poche gocce davvero importanti che andranno a attuare
la politica dell’esecutivo. Non bisogna mai dimenticare che l’informazione è un
insieme composito e policromo e come tale si disfà incessantemente. Infatti l’e-
voluzione dell’informazione è senza sosta. Proprio perché il direttore generale si
trova spesso ad agire senza avere un orizzonte di movimento chiaro e nitido, l’in-
formazione deve essere limpida affinché possa costituire il preludio alla vittoria.
In altri termini la precisione dell’informazione è essenziale. Proprio per questa
ragione la competenza tecnica all’interno di un servizio è fondamentale.

Mezzi

Quando i servizi si trovano ad operare all’estero molto spesso attuano veri e


propri golpe (si veda per esempio l’operazione attuata dalla DGSE nel centro
Africa). Quando una eventualità di tale natura si verifica, non c’è dubbio che

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le forze speciali debbano svolgere un ruolo fondamentale (si veda per esempio il
ruolo dei paracadutisti francesi nel settembre del 1979). È superfluo osservare
che anche operazioni di questa natura devono partire dall’esecutivo, come è su-
perfluo precisare che queste operazioni devono attuarsi in modo chirurgico poi-
ché richiedono una altissima precisione da parte degli attori coinvolti. È scontato
che operazioni di tale natura richiedano una elevata capacità di previsione e di
decisione. A tale proposito, l’esistenza di centri operativi cablati, all’interno
dei quali si coordina l’attività di intelligence, costituisce un requisito fondamen-
tale per coordinare in modo efficace operazione di tale portata.

Finzione

La definizione forse più efficace — perché realisticamente cinica — di cosa


sia una agenzia di intelligence è certamente quella di DULLES secondo il quale
il servizio segreto non è altro che UN BRACCIO CLANDESTINO DEL PO-
TERE, UN’ARMA MULTIUSO, UNO STRUMENTO DI SOVVERSIONE,
DI MANIPOLAZIONE E DI VIOLENZA COL QUALE INTERFERIRE SE-
GRETAMENTE NEGLI AFFARI INTERNI DI ALTRI PAESI ALLO SCO-
PO DI DESTABILIZZARLI E DI CONSOLIDARE ED ESTENDERE IL
POTERE DEL PROPRIO PAESE.

Strumenti

Dal punto di vista strettamente operativo, sia i colpi di stato che i sabotaggi
economici costituiscono un modus operandi consueto per tutti quei servizi che
giocano un ruolo rilevante sullo scacchiere internazionale. Fra gli strumenti uti-
lizzati dai servizi di sicurezza, vi sono indubbiamente i finanziamenti clandestini
rivolti a governi alleati e soprattutto a partiti e sindacati, allo scopo di determi-
nare o un consolidamento o una destabilizzazione politica. Un altro autorevole
strumento è indubbiamente la realizzazione di apparati clandestini che svolgono
il ruolo di reti spionistiche che, al momento opportuno, possono servire da in-
frastrutture per realizzare efficaci movimenti insurrezionali. L’uso della tecnolo-
gia — come per esempio il COMINT — costituisce allo stato attuale uno stru-
mento di penetrazione del campo nemico assolutamente indispensabile anche
perché consente la estensione delle operazioni clandestine, almento tanto quanto
la ingerenza all’interno di movimenti o associazioni considerate ostili o passibili
di efficace strumentalizzazione. Un elemento di ulteriore consolidamento è cer-
tamente costituito dalla presenza di attività paramilitari che trovano il loro com-

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pimento non solo nella organizzazione di golpe ma anche nella infiltrazione e
nella esfiltrazione 1 2 3.

Fallimenti

Di fronte a consistenti fallimenti, l’esecutivo può implementare il controllo


sui servizi epurando gli elementi ritenuti incapaci e, può, conseguentemente va-
rare piani di ristrutturazione che prevedano la realizzazione di commissioni spe-
cialistiche volte a individuare e a sanare le eventuali manchevolezze. Natural-
mente tali ristrutturazioni possono avere anche un esito parzialmente fallimenta-
re poiché lasciano irrisolti i problemi di fondo.

Gerarchie

È sempre opportuno ricordare che le decisioni cruciali spettano all’esecutivo


mentre il servizio deve elaborare i piani di intervento. È sottinteso che le infor-
mazioni necessarie per attuare una valida politica interna o estera debbano pro-
venire dai servizi (spesso da quelli clandestini).

Contrasti

Fra i contrasti individuabili vi sono indubbiamente quelli relativi allo iato esi-
stente tra operativi e analisti: nella maggior parte dei casi la assenza di coordina-
mento è cosı̀ evidente che la prassi degli operativi è volutamente sganciata da
quella degli analisti.

Legami

Le relazioni tra i servizi e un numero considerevole di istituzioni private, co-


stituisce un elemento fondamentale per portare avanti le attività di copertura del
servizio. Nello specifico il sostegno dato ad una vasta costellazione di fondazioni,

1 Per quanto concerne la propaganda clandestina un autorevole protagonista — durante la

cold war — fu certamente EDWARD LANSDALE.


2 Fra gli strumenti utilizzati dai servizi merita una sottolineatura particolare la realizzazione di

eserciti cladestini. Si pensi alla ARMÈ CLANDESTINE della CIA negli anni sessanta.
3 Anche l’utilizzo di compagnie aree private rientra nella strumentazione maggiormente usata

dai servizi. Basti pensare alla leggendaria figura di GEORGE DOOLE.

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associazioni, periodici, case editrici costituisce una requisito essenziale per con-
solidare ed estendere la guerra psicologica.

Programmazione

Quando le spese di un servizio diventano considerevoli, una programmazione


analitica delle spese previste deve essere compiuta.

Organizzazione

Accanto alla esistenza di Uffici storici e della Segreteria cablogrammi, la di-


rezione dei servizi clandestini sovente costituisce l’apparato di intelligence più
consistente almeno nell’ambito dei servizi più rilevanti. Gran parte degli opera-
tivi del servizio clandestino opera — sotto copertura — all’estero svolgendo le
mansioni più diverse negli ambiti più vari. Naturalmente all’interno del servizi
clandestini esistono numerose divisioni articolate o per aeree geografiche o per
aree tematiche. Sempre nel loro ambito, la esistenza dei reparti di spionaggio,
di controspionaggio e di attività copertura (ndr nella CIA si chiamano covert ac-
tion) finisce per integrare la attività clandestina in modo considerevole. Altra di-
rezione determinate è quella scientifica e tecnologica. A questo punto è necessa-
rio formulare una precisazione:quanto più articolata e complessa si rivela la
struttura interna di un servizio tanto più difficile sarà la rapidità della esecuzione
e tanto più facile sarà l’infiltrazione nei gangli vitali della stessa. Alla luce di que-
ste brevi considerazioni non deve destare alcuna sorpresa la enorme difficoltà di
coordinare tutta la comunità di intelligence gelosa della propria autonomia 4.

Sovrapposizioni

La proliferazione di intelligence miste o monodimensionali (esclusivamente


militari o meno) nella maggior parte dei casi reca un danno considerevole alla
sicurezza nazionale creando inutili doppioni e determinando la dispersione in in-
numerevoli rivoli dei budget. A complicare la questione interviene anche la im-
possibilità di demarcare esattamente tra informazioni settoriali e di rilevanza na-
zionale. Superfluo sottolineare il sorgere di contrasti di rilievo tra intelligence

4 Contrariamnete a quanto si sarebbe portati a credere all’interno di un servizio esistono set-


tori coperti da assoluta segretezza che si estende ai funzionari più anziani.

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dello stesso paese, rivalità che sovente vengono sfruttate dal controspionaggio
avversario. L’unificazione della intelligence militare — attuata oramai in nume-
rose nazioni — rappresenta certo un passo considerevole verso il superamento
del tipico ‘‘tribalismo’’ della comunità di intellegence, ma non costituisce certa-
mente la soluzione. Non sorprende neppure poi che esista una scarsa o nulla
coordinazione tra i vari servizi. Persino nella prassi del controspionaggio le inter-
ferenze reciproche sono assai comuni 5.

Operazioni speciali

Non c’è dubbio che gran parte di questa attività si esplichi ora nell’ambito
militare ora nel contesto paramilitare attraverso la costituzione di proprie forze
armate. La composizione di questo apparato è il risultato della commistione di
professionisti provenienti dalle forze speciali e dalle truppe mercenarie. Storica-
mente — in epoca contemporanea — l’uso dell’approcci paramilitare nelle ope-
razioni clandestine proviene dall’OSS e dal SOE. Non deve destare alcuna sor-
presa allora se la forma mentis della prassi delle operazioni speciali sia portata a
violare la morale corrente:in nome della sicurezza nazionale e della ragion di sta-
to le restrizioni morali costituiscono un ostacolo al raggiungimento del fine 6.

Violazioni

È tutt’altro che raro il caso di agenzie di intelligence che, per ragioni legitti-
me, superino il dettato della costituzione o i confini imposti dal loro atto costi-
tutivo. Per esempio il diritto internazionale viene a perdere significato nell’ambi-
to delle covert actions.

Propaganda

Alla luce della storia dei servizi, risulta un dato oramai acquisito il fatto che la
manipolazione della opinione pubblica costituisce un valido strumento anche
per recare danno all’avversario. Uno degli strumenti tradizionali usati a questo
scopo sono i palloni contenenti materiale propagandistico (si pensi a mò di

5 Spesso è infatti capitato che la CIA compisse covert actions sul territoria USA nonostante la

presenza dell’FBI.
6 L’utilizzo della manovalanza tratta dalla criminalità organizzata e dal traffico di droga costi-

tuisce un modus operandi tutt’altro che infrequente.

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esempio alla utilizzazione fattane durante gli anni sessanta dalla CIA ai danni
della CINA). Particolarmente efficace si rivela l’uso della propaganda nei con-
fronti dei regimi totalitari e autoritari 7. Naturalmente il finanziamento di case
editrici e riviste rientra a pieno titolo nella attività di propaganda che tradizional-
mente si articola in propaganda bianca, grigia e nera, almeno tanto quanto la rea-
lizzazione di radio 8. Incoraggiare i dissidenti — inviando propri agenti — dei
paesi considerati ostili fomentandone il malcontento e organizzando disordini,
rientra pienamente nella disinformazione. La promozione di volumi — speciali-
stici e non — a scopo di propaganda e di delazione nei confronti di uno o più
avversari costituisce uno dei mezzi più usati dai servizi di tutto il mondo 9.

Controllo reciproco

Supporre che l’attività di intelligence si attui solo nei confronti dei propri av-
versari o nemici è puramente illusorio: il controllo si attua anche tra gli stessi ser-
vizi dello stesso paese o nei confronti dei funzionari di ambasciata che sovente
vengono tenuti all’oscuro soprattutto delle attività cladestine. Raramente si veri-
fica il caso contrario.

Previsioni

Al di là delle differenze tra i servizi è indubbio che la formulazione di una in-
formazione preventiva rappresenta una finalità ineludibile. Per quanto la dimen-
sione informativa sia quella prioritaria tuttavia non è escluso che la attività di in-
telligence suggerisca quei sentieri maggiormente percorribili a livello politico per
permettere alla azione politica di dispiegarsi il più efficacemente possibile.

Giornalisti

Che la stampa e in generale i mass-media, rappresentino un pericolo poten-


zialmente devastante per la attività di intelligence, dovrebbe costituire un dato

7 Storicamente alcune delle più moderne tecniche di propaganda si sono attuate durante la

seconda guerra mondiale attraverso l’OWI per il funzionamento del quale gli specialisti in materie
umanistiche era di estremo rilievo.
8 Si pensi a tale riguardo a RADIO EUROPA LIBERA e RADIO LIBERA che giocarono un

ruolo fondamentale nella disinformazione anticomunista.


9 Sovente questi volumi vengono redatti da disertori la cui conoscenza del nemico è assai pro-

fonda e perciò indispensabile per i servizi.

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oramai acquisito da tutte le agenzie di intelligence. Allo stesso modo procacciarsi
la fiducia della carta stampata o infiltrare propri uomini dovrebbero essere atti-
vità di normale amministrazione.

Apparenze

Contrariamente a quanto una concezione dilettantistica del ruolo dell’intelli-


gence potrebbe far supporre, le fonti aperte costituiscono uno strumento infor-
mativo più efficace delle fonti coperte purché si sia in grado di comprenderle
adeguatamente.

Contributi

La stabilità alla quale hanno contribuito i servizi — p.e. durante la cold war
— ha consentito all’esecutivo di prevedere con ragionevole certezza le mosse del-
l’avversario.

Efficacia

Perché un servizio di sicurezza sia utile, è necessario che le informazioni rica-


vate vengano utilizzate adeguatamente dall’esecutivo al di là delle preclusioni
ideologiche e delle proprie personali idiosincrasie.

Valutazione

La valutazione dei dati della intelligence costituisce un problema rilevante sia


nel contesto dei regimi democratici che in quello dei regimi totalitari. Se infatti
l’esecutivo valuta come irrilevanti le stime della intelligence, il lavoro compiuto
sarà vanificato.

Bilanci

I finanziamenti elevati dati sovente alla intelligence non sono un prerequisito


per la loro efficacia 10.

10 La CIA non è stata in grado — per esempio — di prevedere l’imminente crollo dell’URSS.

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Tecnologia

Nonostante la estrema raffinatezza della strumentazione tecnologica promos-


sa dalla intelligence contemporanea essa non è tuttavia in grado di sostituire l’hu-
mint e quindi la dimensione dei fini e delle scelte di esclusiva competenza del-
l’uomo. Il fattore umano costituisce un elemento imprescindibile per stabilire
la efficienza o meno di una struttura di intelligence.

Incrementi

Anche l’aumento dei funzionari — analogo a quello delle risorse finanziarie


— non rappresenta per nulla una garanzia di successo. Al contrario, può costi-
tuire un elemento di paralisi o di farragginosità. La qualità delle risorse umane è
invece l’elemento discriminante.

Ipocrisia

Presumere che la logica interna della intelligence sia compatibile con quella
democratica, costituisce un grossolano errore(sovente frutto della malafede) al-
meno quanto quello di credere che i sistemi democratici non si servano dei ser-
vizi per disinformare e manipolare la opinione pubblica. Il terzo errore è rappre-
sentato dalla illusione di poter controllare — attraverso commissioni parlamen-
tari ad hoc — l’operato dei servizi nella loro interezza.

Malcontenti

Lo studio accurato delle cause del malcontento, del dissenso da parte della
società civile rientra indubbiamente fra i compiti di un servizio i cui analisti svol-
gano il loro lavoro professionalmente. Tuttavia, per quanto le analisi siano ap-
profondite non sono nelle condizioni di anticipare sempre l’insorgere di organiz-
zazioni rivoluzionarie nate dalla società civile.

Informatizzazione

L’eccessiva enfasi posta sul ruolo determinante della tecnologia informatica


ha indotto l’intelligence a sopravvalutare le garanzie di sicurezza degli archivi

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cartacei e a sottostimare la porosità delle barriere informatiche. Non esiste an-
cora la certezza assoluta nemmeno per quanto concerne i controlli del personale
(sia esso civile o militare).

Confini precari

Sabotaggi, sovvertimenti e sostegno ai movimenti di liberazione — in Africa, in


Medioriente, in Asia o in America latina — sono state — e saranno — attività di nor-
male amministrazione (si pensi al sostegno data dall’HVA a Cuba o al Nicaragua).
Tuttavia nei paesi africani assassinii e torture vengono usati come strumento di lotta
etnica e tribale mentre i consueti compiti della intelligence vengono marginalizzati.

Supporto

Il sostegno al terrorismo e alle dittature costituisce — e ha costituito — in


numerose circostanze una necessità 11 alla quale ha fatto seguito l’uso della tor-
tura psico-fisica, del sequestro, l’uso di mercenari (si pensi a Steiner) o di singoli
attori terroristi(come, per esempio, il celebre Carlos). È bene precisare che so-
stegni di questa natura spesso richiedono il concorso di più dipartimenti o ap-
partenenti allo stesso servizio o appartenenti a strutture di intelligence dello stes-
so paese ma amministrativamente e politicamente autonomi. Eventuali sovrap-
posizioni con conseguenti contrasti reciproci non rappresentano certo una
eccezione nel mondo della intelligence.

Vulnerabilità

Come negare che analisti e operativi sono sottoposti ad un logorı̀o psicologico


rilevante che rende la struttura di intelligence particolarmente fragile?

Subordinazione

L’assetto gerarchico che si instaura tra politica e struttura di intelligence mol-

11 Si pensi alla destabilizzazione determinata dagli Usa nei confronti di Mossadegh in Iran, di

Guznam in Guatemala,di Allende in Cile, di Somaza in Nicaragua o a al supporto — addestrativo


e finanziario — dato dall’HVA all’OLP, a Cuba, allo Zanzibar, Yemen e Sudan).

21
to spesso determina una permanente provvisorietà dei vertici della intelligence
soprattutto quando l’incompetenza della leadership e la pressione della opinione
pubblica si coniugano danneggiando strutturalmente il servizio di sicurezza.

Copertura

Una delle metodologie tradizionali utilizzate dalla intelligence per mascherare


le proprie attività informative o di counterintelligence è la realizzazione di istituti
culturali.

Diritti umani

Soprattutto nei paesi latinoamericani le associazioni per i diritti umani posso-


no costituire un grave ostacolo per l’espletamento della attività di intelligence. I
confini tra attività lecita e non vengono infatti travalicati rapidamente e radical-
mente.

Pacifismo

Il suo utilizzo a fini strumentali può essere certamente molto efficace soprat-
tutto nell’ambito della guerra psicologica. Si pensi, a mò di esempio, al gruppo
dei ‘‘Generali della pace’’ sorto nel 1981 sotto gli auspici di Mosca e dell’HVA.

Eliminazioni mirate

Soprattutto nei paesi a regime non democratico la istituzione di dipartimenti


per la eliminazione dei nemici e dei traditori attraverso tecniche sofisticate rap-
presenta una necessità inderogabile. Questo genere di operazioni clandestine
non può certo avere alcun riconoscimento esplicito da parte dello stato.

Contrasti

Uno dei classici contrasti all’interno dell’intelligence è indubbiamente quello tra


servizi volti allo spionaggio e quelli finalizzati al controspionaggio. A tale proposito,
sia sufficiente ricordare la conflittualità tra la CIA e l’FBI o tra la STASI e l’HVA.

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Dettagli

Proprio come nel settore investigativo anche nell’ambito dell’intelligence l’os-


servazione dei particolari per l’analisi e la previsione può fare la differenza in mo-
do rilevante.

Esca

Le esche più frequenti per cooptare o infiltrare sono costituite ora dalle pro-
stitute ora dalle fiere campionarie, dall’industria scientifica e dal settore intellet-
tuale (docenti universitari,giornalisti,studiosi con elevate competenze etc). Per
quanto concerne la sessualità questa è stata — ed è — una ordinaria arma di ri-
catto da calibrare in modo diverso a seconda del cliente da manipolare.

Tradimenti

Per evitare che le defezioni possano avere conseguenze devastanti per la strut-
tura di intelligence sarebbe opportuno costruirla secondo un’ottica a comparti-
menti stagno quantomeno per contenere le perdite.

Canaglie

Le esigenze operative di una struttura di intelligence che abbia ambizioni di


vasta portata richiedono spesso il reclutamento di soggetti la cui moralità è del
tutto inesistente. Non desta alcuna sorpresa che in questo contesto l’uso del ri-
catto sia una pratica comune da parte della intelligence.

Carisma

Le grandi personalità anche in questo contesto sono in grado di riorientare


profondamente la struttura di un servizio di sicurezza dando ad esso un impron-
ta che si rivelerà decisiva.

Regole di base

Affinché l’azione di counterintelligence sia realmente efficace sarebbe oppor-


tuno attenersi ad alcune semplici regole:

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1) L’assoluta necessità di infiltrarsi e di praticare il doppiogioco;
2) Mantenere il proprio avversario e il proprio alleato in uno stato di tensione
permanente;
3) Controllare il proprio territorio in modo costante e capillare;
4) Compiere una analisi fredda e disincantata dell’avversario;
5) Collaborare ad ampio spettro sia con l’intelligence estera che con quella
militare.

Tipologie di intelligence

La prima forma di intelligence è certamente quella denominata HUMINT se-


condo la quale è indispensabile individuare le intenzioni dell’avversario seguen-
do un triplice approccio:
a) studio delle fonti aperte;
b) azioni ufficiose e infine
c) azioni clandestine.
La seconda forma è quella SIGINT che si esplica in ambito strettamente tec-
nologico e si dispiega in COMIT — intercettazioni delle comunicazioni —,
ELINT — rilevazione satelittare e intercettazioni di fonti elettromagnetiche.
La terza tipologia è quella nota come MASINT che investe la dimensione ra-
dar-acustica,elettro-ottica e nucleare.

Intelligence non istituzionale

Accanto ai servizi di sicurezza sono sempre esistite tipologia di intelligence


informali quali associazioni culturali, religiose, politico-culturali che oltre ad
esercitare una considerevole pressione pubblica sono in grado di controllare in
modo capillare il territorio. Il loro ruolo cresce proporzionalmente al numero de-
gli associati e/o dei fedeli e allo loro estensione geografica.

Sistemi matematici

La realizzazione di sofisticati sistemi matematici — quali la logica fuzzy ideata


da ZADEH — può certamente contribuire a rendere l’analisi e la previsione più
efficaci almeno tanto quanto approcci più sofisticati come l’AHP o l’ANP.

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Informazione

La centralità della informazione nel contesto della intelligence attuale è dimo-


strata dal fatto che questa ha modificato la prassi politica e le scelte strategiche.
Non a caso la gran parte dei servizi di sicurezza attuali prende in attenta consi-
derazione il cosiddetto ciclo dell’informazione scandito da fasi precise che ogni
servizio pone in essere. (pensiamo a mò di esempio a quelle indicate da KENT
dell’ONE della CIA). Naturalmente diverse possono essere le difficoltà relative
ad una piena acquisizione della informazione. Fra queste, per esempio, lo scena-
rio internazionale, il contesto politico, la scarsa funzionalità del servizio o più
semplicemente la scarsa preparazione degli analisti. In generale, le principali ti-
pologie di informazioni della intelligence sono le seguenti:informazioni militari,
strategiche, scientifiche, economiche e politiche.

Divario

Per quanto sofisticati possano essere gli strumenti di analisi, il disinteresse della
classe politica o la scarsa importanza attribuita dalla classe politica alla intelligence
possono rendere assolutamente vano anche il lavoro di analisi più approfondito.

Strumenti di guerra psicologica

Uno degli strumenti più sofisticati per la manipolazione della mente e della
informazione è stato ed è il cinema. Sia sufficiente riflettere sul ruolo rilevante
giocato dall’OWI negli USA.

Debolezze della intelligence

Vari sono i fattori che possono costituire un pericolo reale per un servizio di
sicurezza. Fra questi vi sono sicuramente l’interferenza politica attraverso la no-
mina di persone di fiducia, durata temporale limitata dell’esecutivo o recluta-
mento non selettivo.

Frammentazione della informazione

Allo scopo di minimizzare il rischio della dispersione informativa sarebbe au-


spicabile, da parte del direttore, frammentare le informative rendendo impossi-
bile la ricostruzione del puzzle. Una sorta, per intenderci,di compartimento sta-
gno da applicare alla dimensione informativa.

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Destabilizzazione interna

Accanto alla destabilizzazione esterna di tipo tradizionale, segue quella attua-


ta nei confronti dell’esecutivo del proprio paese 12.

Riciclaggio

Non è una pratica inusuale — da parte della intelligence — istituire banche


fittizie allo scopo di riciclare capitali sporchi 13.

Accordi trasversali

Quando la destabilizzazione terroristica raggiunge vertici di elevata pericolo-


sità, nasce la esigenza di stipulare accordi informali con servizi di sicurezza con-
siderati estranei o perfino ostili alla sicurezza nazionale. Questa politica non è in
fondo altro che quella del male minore di fronte ad un pericolo estremo

Prevenzione della destabilizzazione interna

Per evitare che il dissenso diffuso all’interno di una nazione, possa rappresen-
tare un grave pericolo per la sicurezza nazionale, le schedature politiche,la infil-
trazione e la disinformazione divengono strumenti di indubbia utilità.

Centralizzazione della attività di intelligence

Solitamente le grandi personalità della intelligence sono in grado di operare


su più fronti centralizzando i vari settori informativi soprattutto quando la fidu-
cia dell’esecutivo è incondizionata 14.

Precari confini

Che la demarcazione tra lecito e non sia priva di consistenza nel contesto del-

12 A mò di esempio sia sufficiente pensare alle operazioni condotte dall’MI5 nei confronti del

premier Wilson tra il 1974 e il 1976.


13 Pensiamo alla Mercantile Bank & Trust Co. Usata dalla Cia negli anni sessanta e settanta.
14 Si pensi al ruolo di PROUTEAU nell’ambito del Gign fra il ’73 e il l’82.

26
le operazioni clandestine, è ulteriormente provato dal fatto che la licenza di eli-
minare coloro che vengono considerati un pericolo per la sicurezza nazionale,
costituisce una modalità operativa tutt’altro che inusuale 15.

Dissimulare

La costruzione di una profilo psicologico artefatto costituisce un requisito in-


dispensabile nel consolidamento della professionalità di ogni operativo come di
ogni direttore di servizio. Quanto più raffinata è la elaborazione della propria
personalità artefatta quanto maggiore sarà il successo conseguito.

Prevenire

Onde evitare che analisti e operativi siano sottoposti a ricatti di ordine eco-
nomico o sessuale, sarebbe auspicabile che l’indagine sul personale prendesse
forma attraverso un monitoraggio costante nel tempo.

Divulgazione a scopo disinformativo

Non è raro che un servizio di sicurezza possa agevolare la divulgazione di in-


formazioni fasulle o informazioni parzialmente autentiche per lanciare messaggi
intimidatori ai propri avversari o concorrenti. Ancora meno rara è l’eventualità
in cui l’esecutivo utilizza una parte della intelligence di propria fiducia per por-
tare a termine operazioni di disinformazione a danno dei propri avversari politici
o dei propri concorrenti nell’ambito dello stesso partito.

Servizi paralleli

Per ragioni di sicurezza non è raro il caso in cui l’esecutivo emani direttive in
merito alla costituzione di servizi segreti, direttive che non vengono rese note né
agli organismi parlamentari né alla comunità ufficiale di intelligence.

15 Si pensi alla ‘‘Operazione mano rossa’’ attuata in Francia dal ’57 al ’60.

27
Controllo capillare

Nei regimi autoritari e totalitari il controllo esercitato da parte della intelli-


gence può raggiungere livelli alti fino al punto di controllare la società civile 16.

Calibrazione

In contesti di particolare instabiltà — quali Africa o Medioriente — l’abbina-


mento tra special forces e analisti di intelligence altamente competenti, può rap-
presentare la chiave del successo per le operazioni coperte.

Collaborazione

Proprio allo scopo di evitare sovrapposizioni tra apparati di intelligence la


collaborazione e il lavoro di squadra sono due strumenti indispensabili per ope-
rare in modo efficace. GENESIÈ difficile negare che la nascita della intelligence
sia strettamente legata allo sviluppo della guerra.

Tipologie

Nella storia del novecento due sono state fondamentalmente le tipologie di in-
telligence: quella globale (come la CIA o il KGB) e quella regionale (come il SI-
SMI). Naturalmente questa demarcazione dipende dalle finalità complessive,dalle
aree geografiche considerate e dalla ricchezza economica. (Fra l’altro il criterio de-
nominato costo-efficacia costituisce indubbiamente uno dei criteri migliori per va-
lutare la efficacia della intelligence). Accanto alla sopraindicata classificazione un
altro criterio è quello che pone l’enfasi sulle finalità del servizio, finalità che può
essere difensiva o offensiva. Infine particolarmente rilevante,per la nostra argo-
mentazione, è la distinzione tra intelligence di pace e di guerra e tra la intelligence
che opera nel contesto democratico e quella che opera nel contesto totalitario.

Scarso rilievo

Solo nei paesi nei quali l’interesse nazionale esercita una rilevante importanza
l’intelligence può avere il giusto peso e può esercitare la sua funzione in modo
realmente pregnante.

16 Alcuni esempi possiamo desumerli dal ruolo esercitato dalla Gestapo, dalla Stasi o dalla So-
vama.

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Centralizzazione

Per evitare la dissoluzione della credibilità di un servizio sarebbe auspicabile —


soprattutto nei paesi con un scarso senso dell’interesse nazionale — rilasciare ad una
sola procura la possibilità di accedere agli incartamenti riservati della intelligence.

Debolezza

Soprattutto in alcuni paesi europei dove la sicurezza delle sedi consolari e del-
le ambasciate è o scarsa o nulla, la diffidenza del personale diplomatico verso
l’intelligence dovrebbe essere rapidamente superata.

Categorie precarie

La demarcazione tra amici e nemici è naturalmente sempre precaria, come dimo-


stra in modo inequivocabile il fatto che — in congiunture storiche particolari — i
nemici hanno assunto un atteggiamento più corretto rispetto ai cosidetti alleati.

Gruppi specifici

Di fronte a instabilità regionali o internazionali particolarmente gravi la costi-


tuzione di gruppi di intelligence informali — sorti al di fuori del contesto usuale
— si rende necessaria. (Si pensi al gruppo Brosio sorto nel 1968 negli USA).

Fiancheggiatori

Anche l’intelligence con un’ampio spazio di manovra non può permettersi di


operare in completa solitudine ma necessita di una articolata rete di servizi satelliti.

Viltà

La pusillanimità della classe politica si manifesta sovente nel modo peggiore


quando, capaci agenti operativi o analisti, incappano in errori giudiziari di fronte
ai quali il modus operandi tipico della classe politica consiste nel rifiutarsi di soc-
correre l’agente in difficoltà 17.

17 Si pensi al drammatico caso del Col. Giovannone.

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Doppia lealtà

Soprattutto nel novecento i servizi regionali sono sovente costretti a praticare


una doppia lealtà nei confronti del proprio paese, doppia fedeltà richiesta qua-
lora la classe dirigente appartenente alla intelligence regionale sia ampiamente
inaffidabile o addirittura connivente con l’intelligence nemica.

Centri nevralgici

Quando ci si appresta a rinnovare profondamente un servizio solitamente le mo-


difiche riguardano le divisioni centrali che sono il centro nevralgico di ogni servizio.

Innovazione tecnologia

Affinché un servizio sia sempre competitivo, la crescita della innovazione tec-


nologica e l’addestramento specialistico conseguente, sono requisiti indispensa-
bili soprattutto a causa della maggiore importanza rivestita dal SIGINT.

Coperture

L’attività giornalistica si presta non solo ad essere manipolata a favore della


intelligence ma rappresenta una buona copertura per attuare operazioni efficaci
di intelligence.

Senza rete

Coloro che — nell’ambito del controspionaggio — agiscono al di fuori del pro-


prio contesto nazionale e si trovano di fronte a difficoltà impreviste e gravi, non pos-
sono contare sempre su adeguate protezioni politico-diplomatiche. Sono appunto
senza rete. Inoltre qualsiasi operazione di counterintelligence che aspiri ad essere
utile non può che essere estesa temporalmente (e sovente geograficamente).

Esecutivo

Il migliore esecutivo per un direttore di intelligence è certamente quello che


accondiscende alle sue richieste rispettando in tal modo la professionalità del di-
rettore.

30
Faziosità

È difficile negare la esistenza di pesanti pregiudizi da parte della magistratura


più politicizzata nei confronti della intelligence 18.

Discrezionalità

Non c’è dubbio che rientri nella facoltà del direttore della intelligence posse-
dere l’autorizzazione nazionale per la sicurezza e porre di conseguenza il veto
sulla opportunità o meno di confermare il segreto di stato. Allo stesso modo con-
cedere o negare il nulla osta di sicurezza rientra nei pieni poteri del direttore.

Infiltrazione

Individuare e denunciare le infiltrazioni di avversari e/o nemici all’interno di


istituzioni civili o militari particolarmente delicate è uno dei compiti prioritari
della intelligence anche se diverse congiunture politiche possono o ritardare o
ostacolare il pieno dispiegamento delle contromisure.In fondo il fattore decisio-
nale decisivo è indubbiamente rappresentato dalla volontà politica.

Nomine

Se la nomina di un direttore risponde — nei paesi cosiddetti democratici — a


compromessi politici spesso torbidi, la influenza di decisori esterni può esercita-
re una influenza altrettanto considerevole 19.

Lotte di potere

Quando le lotte di potere tra intelligence dello stesso paese o quelle all’inter-
no dello stesso servizio di sicurezza diventano di dominio pubblico, è segno che
la credibilità dell’apparato di sicurezza è andata perduta. A tutto ciò si aggiunge
la lotta spietata tra le diversi armi per riuscire a ‘‘piazzare’’ sul mercato il proprio
candidato, lotta che non risparmia una oculata disinformazione attuata con la
complicità della stampa.

18 Per quanto concerne l’Italia, emblematico è il caso del magistrato Casson.


19 Si pensi alla influenza esercitata dagli USA sulle nomine dei direttori della intelligence ita-
liana dal dopoguerra fino alla cold war.

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Bilanci

Quando nel volgere di poco tempo i bilanci di un servizio aumentano in mo-


do rilevante, ciò è dovuto spesso non a esigenze di servizio ma ad una corruzione
che finirà per devastare la credibilità e l’efficienza di un servizio di sicurezza.

Dossier

La produzione di dossier sulla vita privata ‘‘degli uomini illustri’’ non costi-
tuisce storicamente una deviazione dell’operato della intelligence ma una misura
cautelativa. Anche la esistenza di un numero elevato di documenti di siffattta na-
tura non rappresenta un tradimento dei compiti del servizio di sicurezza.

Fantasmi

La realizzazione di agenzie di stampa o di giornali ad hoc è una tipica misura


attuata allo scopo di portare avanti una efficace guerra psicologica e rientre dun-
que — a pieno titolo — nelle finalità istituzionali di un servizio di sicurezza.

Tensione

Rientra nelle finalità della intelligence promuovere l’esistenza di istituzioni


volte ad alimentare instabilità sia nell’ordine informativo che in quello operativo
per legittimare il ripristino della legalità istituzionale.

Infiltrazione

L’infiltrazione non solo deve essere promossa nell’ambito eversivo ma anche in


quello istituzionale e può essere attuata ora dal settore difensivo della intelligence
ora da quello offensivo sia da parte dell’apparato nazionale che da quello extrana-
zionale portando a vere e proprie stratificazioni di intelligence. Concretamente que-
sta si può dispiegare anche al di fuori degli apparati di potere tradizionali — quali
partiti o sindacati — per agire all’interno di scuole, università, associazioni culturali
laiche e non, carceri etc. L’infiltrazione può essere attuata anche dalle ‘‘fonti di area’’
collocate cioè in ambiti prossimi agli apparati che si desidera infiltrare.

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Archivi paralleli

Accanto alla esistenza di archivi ufficiali — sia in formato cartaceo che infor-
matico — gli apparati di intelligence predispongono personale ah hoc per la ste-
sura di archivi paralleli ufficiosi ai quali sono affidate informative non ufficial-
mente pertinenti con le finalità istituzionali.

Disparità

È indubbio che tra servizi appartenenti alla stessa nazione via sia disparità di
mezzi e personale come è altrettanto evidente che la suddetta disparità aumenti o
diminuisca a seconda delle circostanze politiche e del contesto storico.

Egemonia militare

Nell’ambito della intelligence civile — legata dunque agli affari interni — l’e-
gemonia dei vertici è stata sovente detenuta dai militari diffidenti nei confronti di
dirigenti di provenienza civile.

Equilibri

Onde evitare uno sbilanciamento di potere a favore del potere militare, l’ese-
cutivo sovente istituisce strutture di intelligence civili che finiscono per stratificar-
si su altre analoghe togliendo loro risorse e disperdendo la efficacia investigativa.

Angolazioni

Se il lavoro di intelligence viene compiuto in una ottica di aperta faziosità,


l’interessa nazionale del paese verrà certamente danneggiato per quanto — na-
turalmente — definire l’interesse nazionale sia tutt’altro che agevole.

Storicità

Le priorità della intelligence sono fortemente condizionate dal contesto sto-


rico tanto quanto le contromisure da adottare per fronteggiarle.

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Domande

Un approccio autenticamente realistico da parte della intelligence, dovrebbe


consentirle non solo di anticipare gli eventi ma anche le domande.

Respiro lungo

Una attività di intelligence altamente professionale non può non avere una
prospettiva di ampio spettro. In caso contrario, rischia di ridursi ad una attività
informativa di basso profilo e di limitata efficacia.

Informatori

L’esistenza di una rete ampia e capillare di informatori, negli ambiti più di-
versi della società civile, consente alla intelligence di avere una efficacia assai ele-
vata. Superfluo sottolineare che soprattutto nei sistemi autoritari e in quelli to-
talitari il controllo capillare del dissenso e la sua successiva eliminazione avven-
gono con rapidità. A parte ciò, gli esuli,gli emigrati e le organizzazioni criminali
sono tra le fonti più utilizzate e che — di solito — contribuiscono in modo con-
sistente a migliorare la qualità della informazione e ad anticipare gli eventi.

Limiti

Non è arduo individuare i limiti più frequenti della attività di intelligence nel-
la esistenza di una organizzazione troppo eterogenea, di una settorializzazione
del lavoro che porta alla frammentazione o ad attuare una indipendenza opera-
tiva che squaderna ogni coordinamento o infine nella assenza di un progettualità
unitaria. Tuttavia — nasconderselo è inutile — le divisioni più gravi avvengono
quando sussiste una incompatibilità ideologica e/o caratteriale fra settori dello
stesso servizio cosı̀ intesa e profonda da vanificare qualsiasi lavoro efficace.

Alternare

Sovente il lavoro di intelligence deve saper alternare una prassi cinica e spre-
giudicata con un lavoro posato e meticoloso.

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Collaborazioni

Per esigenze di servizio la attività di intelligence deve — in via provvisoria o


meno — siglare alleanze con raggruppamenti terroristici o criminali fondate an-
che sul ricatto. Infatti il reclutamento di trafficanti, free-lance che praticano il
triplo gioco non costituisce una eccezione (soprattutto in tempi di guerra). La
pratica della azione terroristica è infatti più diffusa — da parte della intelligence
— di quanto non si sia disposti ad ammettere anche sottovoce.

Controspionaggio

Se nel contesto delle democrazie, la individuazione di spie o infiltrati, non co-


stituisce necessariamente una priorità, nei sistemi autoritari e totalitari è al con-
trario una necessità inprorogabile.

Mosaico

La destabilizzazione etnica può costituire una delle finalità principali della at-
tività di counterintelligence in tempo di guerra. Se poi il contesto etnico è un
vero e proprio mosaico, allora la deflagrazione avrà una efficacia maggiore.

Confini e neutralità

Le città di confine — come le nazioni neutrali — sono sempre stati contesti


geopolitici utilissimi per ogni servizio segreto.

Rotazioni

L’avvicendamento frequente, sia nelle divisioni che nella direzione centrale,


non può che danneggiare profondamente la attività di intelligence.

Vendite

Nella realtà della intelligence la vendita al migliore offerente di informazioni


sensibili è una pratica usuale.

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Informazioni essenziali

In tempo di guerra il dispositivo di concetrantramento delle truppe,la piani-


ficazione nell’ambito del trasferimento delle truppe, i cifrari, gli snodi ferroviari e
stradali, le installazioni industriali e militari sono da considerarsi informazioni
fondamentali.

Piani di emergenza

Se il contesto geopolitico presenta rischi ad elevata instabilità la costituzione


di corpi d’armata in grado di praticare la guerra non convenzionale diventa in-
dispensabile. È ovvio dunque che la sua esistenza debba essere protetta dalla in-
telligence e debba costituire un segreto di stato.

Matrice ideologica

Il conferimento del massimo livello di sicurezza può essere dato solo a coloro
che dimostrino una ferrea lealtà alle istituzioni da difendere.

Contesto storico

La sua influenza costituisce un aspetto determinante nella individuazione del-


le priorità e finalità della intelligence 20.

Ambiguità

Anche nella strategia difensiva di un paese in tempo di pace i confini tra le-
galità ed illegalità sono labili.

Zone grigie

I fermenti eversivi che emergono dalla società, possono essere repressi o ali-
mentati in base a determinate logiche di potere di natura trasversale rispetto ai
vertici politici usuali.

20 Persino nelle scuole di specializzazione della intelligence il contesto storico determina la esi-
stenza di correnti ideologiche.

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Prudenza

Non deve destare alcuna sorpresa se, da parte del direttore di un servizio o di
una capo divisione, vi sia un atteggiamento politico non compromettente im-
prontato dunque alla ambiguità e alla sobrietà.

Stagnazione

Chiunque voglia rinnovare in modo rilevante una struttura cosı̀ delicata come
quella della intelligence, non può non incontrare difficoltà di ogni genere dovute
soprattutto alle sedimentazioni di potere .L’ostracismo o la normalizzazione co-
stituiscono alcune delle scelte fra le più frequenti.

Collaborazione

Nei momenti di emergenza, l’intelligence può stabilire accordi di stretta col-


laborazione con tutte le realtà sociali presenti sul territorio 21.

Centri di compensazione

In momenti particolarmente delicati dello scenario internazionale.la realizza-


zione di centri di mediazione tra servizi di sicurezza può essere utile per sanare
conflitti di interesse particolarmente gravi.

Compensazione

Sovente per contrastare pericoli eversivi di particolare consistenza, le struttu-


re di intelligence si trovano nella necessità di allearsi con strutture eversive non
meno pericolose ma considerate — in quel contesto storico — più affidabili per
il conseguimento di determinati obiettivi.

Camuffamenti

In contesti politici particolarmente instabili la eliminazione dell’avversario di-

21 Si pensi a quella stretta con Pecchioli da parte del Gen. Dalla Chiesa quando era a capo del
Nucleo speciale Antiterrorismo.

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venta inevitabile. Il ricorso a tecniche sofisticate — come quelle usate dai servizi
bulgari, dal KGB o da parte del MOSSAD — non devono destare alcuna sor-
presa 22.

Reclutamento

Soprattutto in periodi di guerra utilizzare i prigionieri di guerra come infor-


matori o infiltrati può rivelarsi utilissimo.

Insegnamenti

Indipendentemente dall’esito che un conflitto — convenzionale o meno —


possa avere, il suo studio anche per la intelligence è di indubbia efficacia.

Operazioni clandestine

La loro realizzazione richiede spesso la costituzione di reparti speciali autono-


mi o indipendenti rispetto ai gangli tradizionali di comando. Quanto più elevata
sarà la loro segretezza tanto maggiore sarà la garanzia che non vengano infiltrati.
Attuare assassinii mirati rientra certamente nelle loro finalità.

Totalitarismo e intelligence

È indubbio che in contesti totalitari l’azione dei servizi possa raggiungere ver-
tici di amoralità — e sovente di efficienza — non eguagliabili nei contesti demo-
cratici. Venendo a cadere vincoli di ordine morale — e di ordine giuridico — la
prassi dei servizi può dispiegarsi in tutta la sua efficienza.

Traditori

La compattezza di un servizio dipende anche dalla capacità di individuare ed


eliminare i traditori.

22 Si pensi alla costruzione da parte di PAULKIN di una bomba nascosta in una scatola di
cioccolattini.

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Sabotaggi

Una delle funzioni della azione clandestina è la pratica del sabotaggio delle
infrastrutture civili e militari. I servizi di sicurezza hanno storicamente contribu-
to — in modo decisivo — a trasformare l’arte del sabotaggio in una disciplina
scientifica.

Ramificazioni

Quanto più capillare è la rete di agenti del controspionaggio quanto maggiore


sarà la loro efficacia. Spesso in caso di necessità è utile predisporre reti parallele a
comportimento stagno sopratutto nel caso in cui le operazioni da condurre siano
complesse e di lunga durata.

Avanzamento

La individuazione di informazioni ad alto contenuto scientifico e tecnologico,


può rappresentare la differenza tra una vittoria rapida o una sconfitta altrettanto
subitanea.

Strumentalizzare

Servirsi delle legittime rivendicazioni di un popolo per destabilizare il proprio


nemico, costituisce una delle tecniche di intelligence più sottili ma anche più pe-
ricolose. Nulla esclude che strategemmi cosı̀ sottili possano ritorcersi contro chi
li ha pianificati.

Veleni

L’uso di sostanze tossiche per eliminare nemici o traditori è certamente una


tecnica fra le più antiche e indubbiamente fra le più efficaci. La tossicologia —
non a caso — è oramai una scienza che è entrata a far parte delle divisioni di
intelligence scientifica.

La vera natura

Storicamente i servizi di sicurezza non possiedono una loro natura ideologica

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definita nè possiedono una verità incontrovertibile in materia strategica. Sia le
scelte ideologiche che quelle strategiche, devono mutare a seconda delle circo-
stanze storiche. Proprio per questo, il detto ‘veritas filia temporis’ costituisce
un presupposto che ogni operativo come ogni analista deve rispettare.

Rapidità

Se le informazioni non vengono inviate con celerità, la loro capacità di anti-


cipare gli eventi viene vanificata. Le infrastrutture tecnologiche — dal radar ai
sistemi satellittari — svolgono proprio la funzione di prevedere — con largo an-
ticipo — il corso degli eventi. Sul piano teorico lo sviluppo della criptoanalisi e
della cartografia hanno certamente permesso il conseguimento di obiettivi pre-
visionali sovente decisivi.

Interpretazione

Le informazioni, per acquisire un significato compiuto,devono essere inter-


pretate in modo tale che queste forniscano un quadro di insieme della situazione
il più possibile coerente e in grado di consentire il dispiegamento di una azione
efficace.

Ridurre i costi

Una intelligence efficace deve mettere nelle condizioni il decisore di ridurre i


costi di un eventuale conflitto (convenzionale o meno) individuando intenzioni,
potenzialità e limiti del nemico.

Concorrenza spietata

La rivalità — spesso aspra e controproducente — tra agenzie informative si


manifesta anche in relazione alla centralità delle metodologie attuate: da un lato
alcune di esse pongono l’enfasi esclusivamente sulla dimensione sigint altre sulla
dimensione humint dimostrando in tal modo da un lato quanto la loro unilate-
ralità sia dannosa per la sicurezza nazionale e dall’altro come questa possa avvan-
taggiare qualsiasi potenziale nemico.

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Senso giuridico

La mancanza di una ordinaria condizione giuridica da parte della intelligence


è la conseguenza diretta del fatto che la sua prassi implica una costante violazio-
ne della legge penale e civile ordinaria.

Ordinaria amministrazione

La organizzazione di campagne antiinsurrezionali in paesi ad elevata instabi-


lità è ordinaria amministrazione anche per un servizio di intelligence di media
grandezza.

Solitudine

Che la professione dello spionaggio sia solitaria dovrebbe essere un dato di


fatto dal momento che le modalità di pensiero di azione sia dell’operativo
che dell’analista sono lontane dalla realtà quotidiana.

Contributi

L’apporto del settore privato alla crescita della intelligence si è rivelato e si


rivela spesso fondamentale.

Alleanze

Di fronte ad un nemico dal respiro sovranazionale, la stipulazione di provvi-


sorie alleanze tra intelligence — sigint e humint — della stessa nazione o di na-
zioni alleate (si pensi agli accordi UKUSA o alle conferenze CAZAB) può rap-
presentare un notevole contributo al suo reale contrasto senza mai dimenticare
— come ricordava KOBALADZE del SVR — che: ‘‘ci sono nazioni amiche ma
non ci sono servizi di intelligence amici’’.

Metodologie

Di fronte ad una massa enorme di informazioni, sapere filtrarle e interpretarle


può rappresentare la differenza tra il successo e l’insuccesso.

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Paralisi

Sovente la paralisi di un apparato di intelligence può essere determinata dal-


l’afflusso non casuale di disertori che forniscono informazioni contraddittorie.

Definizioni

Una delle migliori definizioni di spionaggio è certamente quella secondo la


quale questa costituisce una guerra incessante a causa della estrema mobilità
dei bersagli.

Memoria

Qualsiasi servizio segreto — e a maggior ragione quello di controspionaggio


— non può collocare a latere la propria memoria storica.

Deserto degli specchi

Spesso capita — come ricordava Angleton — di trovarsi di fronte a disertori


falsi e a menzogne veritiere che creano veri e propri deserti di specchi i cui ri-
flessi abbagliano determinando confusione.

Archivi

Il supporto materiale della memoria della intelligence come è noto sono gli
archivi. La loro conservazione può spesso rappresentare la differenza tra un pro-
cesso decisionale rapido ed efficace ed un processo farraginoso, lungo e privo di
qualsiasi reale incidenza pratica.

Fattori imponderabili

In tempo di guerra la intelligence non è in grado di valutare con esattezza il


tempo e la velocità con le quali la forze armate nemiche saranno in grado di rea-
gire alle offensive. Esserne consapevoli costituisce una dimostrazione di buon
senso.

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Negoziati

Durante e dopo gli armistizi il ruolo della intelligence è decisivo sia per co-
noscere le intenzioni del nemico che per la composizione esatta delle forze.

Pianificazione

Escludere dalla pianificazione operativa — soprattutto in tempo di guerra —


la intelligence costituisce un errore madornale che non può non portare a con-
seguenze nefaste per la sicurezza nazionale.

Individualismo

Un efficace coordinamento all’interno della intelligence non può che esclude-


re l’esasperato individualismo. Tuttavia rare personalità della intelligence opera-
tiva hanno dimostrato di essere in grado di operare con maggiore capacità di lo-
gore macchine burocratiche.

Eccessi

L’eccesso di generalizzazione e il suo contrario sono gli errori più frequenti


per un analista.

Competenze specifiche

Contrariamente al sentire comune, l’analisi compiuta dalla intelligence non è


praticabile da chiunque poiché richiede competenze specifiche.

Preconcetti

Adattare i fatti ai propri pregiudizi o ai propri interessi — non sempre traspa-


renti — è un tipico errore commesso anche da coloro che vantano maggiore an-
zianità di servizio.

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Vincoli

Durante la pianificazione in tempo di guerra la collaborazione stretta tra ser-


vizi e stato maggiore dovrebbe essere indispensabile.

Previsione

Far pervenire ai decisori precise previsioni, in grado di consentire una rapida


decisione ed una azione difensiva o offensiva efficace, è una delle priorità della
intelligence come è altrettanto fondamentale distinguere — nella previsione —
due variabili fondamentali:quella temporale e quella spaziale. Naturalmente la
stretta collaborazione tra decisori e pianificatori costituisce il presupposto indi-
spensabile per attuare efficaci previsioni.

Fallimenti limitati

Quando una organizzazione spionistica dispone di una quantità notevole di


denaro, di un numero altissimo di operativi e analisti, di amplissima discreziona-
lità operativa fino al punto di potersi permettere di sostenere perdite elevate, i
fallimenti non possono che essere circoscritti.

Fatti

Qualsiasi professionista deve essere in grado di discernere i fatti indispensa-


bili da quelli che non lo sono cosı̀ come la conoscenza ampia e approfondita del-
le dinamiche della azione politica è decisiva per dispiegare una prassi valida.

Disaccordo

Non esiste un accordo unanime sulla esatta importanza da attribuire agli ana-
listi e agli agenti sul campo soprattutto di fronte alla ampiezza delle fonti aperte e
allo loro rilevanza.

Contemporaneità

Prendere in attenta considerazione le informazioni attuali e le previsioni, co-


stituisce un lavoro che deve essere compiuto in parallelo.

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Diversità di linguaggi

Spesso capita che l’arroganza e la superficialitàdella classe dirigente costitui-


sca un ostacolo insuperabile per una concreta collaborazione con la intelligence.

Qualità

Di fronte ad una ampia massa di informazioni la scelta di quelle più rilevanti


può essere solo fatta da personale altamente qualificato che sarà in grado di di-
stinguere tra informazioni confermate, probabili, verosimili, discutibili, improba-
bili, non valutabili.

Interdisciplinarità

Un servizio di sicurezza adeguato deve prevedere una ampia presenza di


esperti su più fronti: dal settore scientifico a quello economico e proprio per
questo il reclutamento deve attuarsi all’interno di contesti altamente qualificati.

Incompletezza inevitabile

La esaustività delle informazioni non sarà mai possibile e di ciò ogni serio
professionista deve prenderne atto, onde evitare previsioni non verificabili e pri-
ve di realismo.

Demarcazione

Ogni servizio deve essere nelle condizioni di distinguere tra minaccia conven-
zionale e minaccia emergente soprattutto tenendo conto che quella attuale in
quanto asimmetrica è non lineare .Essere, per esempio, in grado di comprendere
rapidamente la pericolosità delle minacce del cyberspazio è divenuto oramai fon-
damentale 23.

23 Un tipico esempio di minaccia convenzionale da tenere sempre in attenta considerazione è


quella nucleare.

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Prevenzione

Se la finalità precipua della intelligence è quella di prevedere la minaccia, è


evidente che l’assenza di strutture in grado di conseguire la capacità di preavviso
costituisce una lacuna di grave rilevanza.

Demarcazioni logore

A differenza del passato, le fonti aperte relative alla politica estera, alla geo-
politica e alla intelligence militare e economica sono spesso più dettagliate e ap-
pronfondite di quelle segrete.

Condivisione

Superando le reciproce diffidenze,le agenzie di intelligence di una nazione


dovrebbero essere in grado di mettere in rete la massa di informazioni relative
ai contesti maggiormente critici allo scopo di integrare le informazioni in senso
verticale e orizzontale, evitando cosı̀ l’effetto di duplicazione 24.

Importanza crescente

Data la fondamentale importanza rappresentata dai fattori economici, la rea-


lizzazione di divisioni specializzate nel controspionaggio finanziario dovrebbero
essere poste in opera 25.

Nuove esigenze

Di fronte alle nuove minacce asimmetriche, ampliare il contesto informativo


includendo contesti importanti della società civile può rappresentare un notevole
passo avanti verso la prevenzione 26.

24 Un importante esempio è certamente fornito dalle novità attuate da Negroponte nel 2006.
25 A tale proposito gli anlisti nipponici del JETRO hanno compreso la fondamentale impor-
tanza di attingere cruciali informazioni economiche da fonti OSINT.
26 Per esempio la cellula operativa del MOSSAD — denominata TSOMER — si è rivelata

utilissima proprio perché costituita dagli esuli ebrei almeno tanto quanto i DORMIENTI costituiti
dalla STASI.

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Migliorare

Cercare di rendere più efficienti, a livello informativo, i consolati e le amba-


sciate consentirebbe di risparmiare su una innovazione tecnologica spesso inuti-
le. L’osservazione sul campo e la conoscenza diretta — quindi non mediata —
dei gangli vitali di una nazione estera — oggetto di analisi di intelligence — sono
ancora adesso strumenti indispensabili.

Apparenti paradossi

Soprattutto nel mondo attuale un grado troppo elevato di sofisticazione tec-


nologica può rappresentare un fattore di vulnerabilità.

Proporzionalità

Dovrebbe risultare ovvio che l’analisi di intelligence cambia in proporzione


con il rischio.

Mappatura

Possedere una mappatura elettronica esaustiva dei paesi ritenuti fondamenta-


li per la intelligence, dovrebbe costituire una priorità.In particolare,la realizzazio-
ne di dati con risoluzione 1:50.000, dovrebbe rientrare fra i principali scopi di
ogni agenzia sigint.

Tipologie

Onde evitare dannosi fraintendimenti è opportuno distinguere fra diverse ti-


pologie di intelligence:
1) i servizi di informazione che hanno il solo scopo di individuare e valutare
le informazioni;
2) i servizi segreti di informazione che devono individuare informazioni attra-
verso l’uso di tecniche non convenzionale;
3) i servizi segreti veri e propri che attuano disinformazione,sovvertimento
delle istituzioni nemiche — anche attraverso la guerra psicologica o la rea-

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lizzazione di istituzioni di copertura (si pensi per esempio all’ICAP cuba-
no), promozione del terrorismo per contribuire a delegittimare il nemico o
per indebolirlo logorandolo dall’interno,operazioni clandestine via gruppi
paramilitari o via forze speciali — come il TF-121 o come gli SPETSNAZ
russi — allo scopo di eliminare gli avversari;
4) servizi di sicurezza volti a proteggere personalità di rilievo da eventuali at-
tentati.

Operazioni psicologiche

La centralità della guerra psicologica è al giorno d’oggi fuori discussione co-


me è fuori discussione la esistenza di tre fondamentali tipologie per la attuazione
della guerra psicologica: la pys-op bianca (relativa alla trasmissione di informazio-
ni vere volte comunque ad indebolire il nemico) quella grigia (relativa alla tra-
smissione di informazioni false ma altamente verosimili) e infine quella nera re-
lativa alla trasmissione di informazioni assolutamente false. Ad ogni modo, due
sono i contesti all’interno dei quali si svolgono le operazioni psicologiche: quello
virtuale e quello fisico. Sotto il profilo delle finalità la classificazione più accurata
rimane quella sovietica per la quale la pys-op persegue la distrazione, il sovracca-
rico, la paralisi, il logoramento, l’inganno, la divisione, la pacificazione, la provo-
cazione, la suggestione, la pressione e infine la deterrenza.

Informazione e decisore

Là dove il decisore politico richiede una conoscenza strategica, il decisore mi-
litare richiede al contrario una conoscenza tattica che implica naturalmente un
lavoro di analisi e non di sintesi come per quella strategica.

48
Parte seconda
ELEMENTI DI STRATEGIA
SECONDO QIAO LIANG E WANG XIANGSUI

Guerra del Golfo

È indubbio che la Guerra del Golfo abbia cambiato la concezione della guer-
ra. Nonostante ciò la sua mitizzazione — assai frequente nella manualistica mi-
litare attuale — costituisce un grave errore soprattutto per la sua natura atipica
perché asimmetrica rispetto all’avversario fronteggiato.

Atipicitàdella guerra

La metamorfosi della guerra ha assunto tale rilevanza da investire i contesti


più ampi: dalla cultura alla economia fino ai diritti umani.

Tecnologia informatica

La centralità della tecnologia informatica, nel contesto militare, non verrà mai
abbastanza sottolineata. (Si pensi proprio alla Guerra del Golfo) al punto che le
guerre più recenti sono divenute un teatro di sperimentazione tecnologica.

Pluralismo tecnologico

L’efficacia di un moderno sistema offensivo richiede il concorso di una plu-


ralità di armi.

Provvisorietà

La rapidità della innovazione tecnologica è tale da rendere vetusti i sitemi of-


fensivi e difensivi.

51
Essenza

Tuttavia la natura intrinseca della guerra attuale non dipende interamente


dalla tecnologia.

Distinzioni

Sovente si tende a confondere la guerra computerizzata con quella informa-


tica omettendo di evidenziare che la prima concerne la varietà delle guerre che
utilizzano la tecnologia informatica mentre la seconda riguarda il conseguimento
o la distruzione di informazioni.

Proporzionalità

L’innovazione tecnologia influenza in modo rilevante la formulazione della


tattica militare.

Anticipazione temporale

Un profondo cambiamento nel settore degli armamenti anticipa una innova-


zione nel contesto della strategia.

Possesso e utilizzo

Il fatto di possedere armi ad alto contenuto innovativo non implica che la éli-
te militare sia in grado di servirsene nel modo migliore.

Abbinamenti

Una vittoria può dipendere dal buon abbinamento tra diverse armi.

Eccesso di avanzamento tecnologico

Un’arma troppo sofisticata può rischiare di non trovare un contesto strategi-


co adeguato finendo per essere collocata a latere in attesa di nuovi scenari.

52
Importanza relativa della innovazione tecnologica

Nel contesto della guerra asimmetrica l’eccesso di innovazione tecnologica


può costituire un limite di fronte ad un avversario abile nell’uso della guerriglia
e del terrorismo.

Costi

Qualsiasi soggettto politico che voglia mantenere o conseguire una elevata ca-
pacità innovativa nel contesto della tecnologia dovrà necessariamente disporre di
risorse economiche ingenti.

Dilatazione semantica

Nelle guerre attuali costituisce un grave errore strategico identificare sempre


e comunque il concetto di arma con la dimensione tecnologica. È necessario in-
fatti rilevare la natura profondamente proteiforme del concetto di arma.

Mutamento di finalità

Le nuove armi non sempre mirano alla distruzione fisica dell’avversario. Le


esigenze strategiche infatti possono richiedere la neutralizzazione o paralisi del-
l’avversario.

Invarianti (1)

Al di là delle innovazioni tecnologiche la scopo ultimo della nuove guerre co-
me di quelle tradizionali rimane la coercizione e la distruzione dell’avversario.

Invarianti (2)

Anche nelle guerre attuali la tricotomia soldati, armi e campo di battaglia ri-
mane invariata.

Illusioni

Data la natura profondamente politica della guerra nello scacchiere bellico


non esistono alleati imperituri.

53
Campo di battaglia

Nel contesto classico il campo di battaglia aveva una natura lineare che ha perso
nella guerra attuale trasformandosi in pluridimensionale o addirittura omnidimen-
sionale. Mutamenti di tale natura sono determinati dalla capacità degli strateghi.

Giustapposizione

Nelle guerre attuali lo spazio reale e quello virtuale tendono a interagire.

Miles

I cambiamenti profondi nel contesto della strategia e della innovazione tecnolo-


gica hanno necessariamente comportato il sorgere di un nuovo profilo di militare.

Fragilità dei sistemi complessi

L’estrema fragilità dei sistemi tecnologicamente sofisticati la si può evincere


anche dalla quantità di attacchi hachers portati ai sistemi di difesa considerati
inattaccabili.

Natura dell’avversario

Nelle guerre attuali gli stati non costituiscono il solo player nell’arena inter-
nazionale in grado di attuare un’azione bellica: un gruppo terroristico, un hacker,
una ong, un finanziere spregiudicato o un movimento di protesta possono rap-
presentare un avversario.

Quadripartizione

Nel contesto della guerra attuale quattro sono le nuove direttrici che si stanno
percorrendo: la guerra informatica,la guerra chirurgica, le operazioni congiunte
e le operazioni militari diverse dalla guerra (quali la guerra commerciale, quella
finanziaria, il nuovo terrorismo, la guerra ecologica, la guerre psychologique, la
guerra del diritto internazionale etc).

54
Integrazione

Una tappa importante nella innovazione della strategia attuale è il sorgere del-
la integrazione attuata nella campagna congiunta che implica una estrema dila-
tazione del concetto di campo di battaglia.

Rivoluzione militare

Che la innovazione tecnologica connoti in modo pregnante la rivoluzione mi-


litare è un dato di fatto; tuttavia costituisce un grave errore concettuale identifi-
care totalmente la la rivoluzione militare con la innovazione tecnologica.

Il concetto di sicurezza

Se numerosi sono stati i mutamenti nel contesto della guerra attuale altrettan-
to profondo è il mutamento avvenuto nel concetto di sicurezza che investe non
solo la dimensione territoriale ma quella economica e culturale.

Simultaneità

Proprio grazie alla innovazione tecnologica è possibile attuare scelte militari


offensive simultaneamente in campi di battaglia lontani geograficamente.

Assenza di coordinamento

Data la pluridimensionalità della minaccia la unificazione del comando diven-


ta una scelta essenziale.

Aggregazione

Una delle caratteristiche che ha permesso profonde innovazioni strategiche è


stata la capacità di sceglire quali aggregazioni o combinazioni attuare tra diversi
ambiti nel contesto militare. A tale proposito è opportuno individuare le princi-
pali combinazioni strategiche della nuova concezione della guerra: aggregazione
di attori diversi (statali, nazionali, sovranazionali, non statali), aggregazione di
ambiti (militari, economici, culturali, diplomatici), aggregazione di livelli (politi-
co strategico, strategico vero e proprio, strategico-tattico e tattico).

55
Tipologie

Schematicamente poteremmo individuare nella guerra atomica, in quella con-


venzionale, in quella elettronica, in quella chimico-batteriologica, nella guerriglia
e nel terrorismo forme di guerra specificatamente militare; al contrario la guerra
mediatica, la guerra ideologica potremmo includerle nelle guerre non militari.
Infine la guerra psicologica, la deterrenza potremmo farle rientrare nelle guerre
trans militari. La combinazione di tutte queste tipologie può determinare cam-
biamenti rivoluzionari sotto il profilo strategico.

Regole

Che esistano alcune evidenti ricorrenze nelle guerre è cosa che non può de-
stare sorpresa. Vediamone alcune:
1) evitare attacchi frontali smussando l’impeto del nemico;
2) colpire obiettivi secondari;
3) sapere selezionare le armi da usare;
4) saper scegliere il momento opportuno per attaccare;
5) distribuire le forze in modo diseguale allo scopo di cogliere di sorpresa il
nemico;
6) individuare le direttirci dominanti (i mezzi dominanti da usare, gli spazi e i
tempi entro i quali dispiegare la propria azione offensiva e/o difensiva, lo sco-
po principale dell’azione bellica e infine la scelta del contesto — militare o
meno — entro il quale agire). Naturalmente la dimensione del caso — intrin-
seco alla dimensione fallibile della azione umana — aleggia come uno spettro
permanente sul campo di battaglia rendendo l’esito spesso imprevedibile.

Principi (provvisori)

Quali devono essere le principali caratteristiche della nuova guerra? La plu-


ridimensionalità (ambiti vari e sovrapponibili), coordinamento della pluridimen-
sionalità, simultaneità dell’azione, scelta di obiettivi circoscritti,massimizzazione
dei mezzi da usare, asimmetria (attraverso la guerriglia o il terrorismo), identifi-
cazione dello scopo, razionalizzazione delle risorse,controllo e modifica della pia-
nificazione attuata.

56
ELEMENTI DI STRATEGIA COMPARATA
SECONDO HANDEL MICHAEL

Guerra e politica

Quanto strettamente legate siano guerra e politica lo si evince anche dalla con-
statazione che non sempre una vittoria militare equivale ad una vittoria politica.

Protarsi delle guerre

Conflitti troppo lunghi necessitano di una ampio e costante sostegno da parte


della società civile e di una classe dirigente coesa. Superfluo osservare come en-
trambe siano difficilmente conseguibili. Propria per questa ragione i conflitti de-
vono giungere a risultati rilevanti in un breve lasso di tempo. Ebbene il sostegno
della società civile può essre ottenuto — come sottolineava Jomini — da fattori
religiosi o politici.

Regole

Il coinvolgimento in un conflitto militare deve comportare da parte dello sta-


to il rispetto di poche ma essenziali regole:
1) la direttrice politico-strategica deve essere definita in modo chiaro e flessibile;
2) la direttrice deve poter essere cambiata per essere adeguata alle nuove esi-
genze;
3) la ricerca e il conseguimento — via guerra psicologica — del sostegno del-
la società civile sono traguardi che il decisore politico non può ignorare.

Tecnologia

Che la innovazione tecnologica sia rilevante è indubbio soprattutto perché


agevola il conseguimento della vittoria. Tuttavia da sola non è in gradi di con-
seguire l’importante traguardo della sconfitta dell’avversario.

57
Natura della guerra

Lo stratega deve essere in grado di individuare rapidamente la tipologia di


guerra che intende intraprendere.

Morale

Lo studio della costellazione di valori che ispirano la prassi del combattente è


di rilevante importanza.

Concertazione

Da sola la vittoria militare non consente il conseguimento di risultati politici


se questa non viene abbinata ad una oculata opera di concertazione diplomatica
e politica.

Natura della guerra

La comprensione della guerra deve partire dall’assunto che questa costituisce


un composto dinamico in cui arte e scienza si intrecciano. Proprio per questo
pretendere di razzionalizzarla interamente può comportare esiti nefasti. L’inter-
vento del caso, le diverse capacità degli stateghi possono determinare contrasti
ampi tra la teoria e la pratica.

Comprendere e vincere

Astrattamente parlando è possibile individuare un insieme di regole che ra-


zionalizzino la prassi militare. Una accurata indagine sommata ad uno studio am-
pio e analitico della storia militare sono certo tappe rilevanti per uno stratega.
Ma ottenere la vittoria sul campo di battaglia implica l’intervento di elementi im-
ponderabili e dipende dalle capacità di applicare quanto imparato o di rompere
con tradizioni consolidate da generazioni.

Diplomazia offensiva

Spesso è possibile conseguire una importante vittoria in modo preventivo ser-


vendosi cioè della diplomazia per spezzare le alleanze dei propri nemici.

58
Ridefinire il concetto di strategia

Se la definizione di Clausewitz della strategia è troppo ristretta all’ambito mi-


litare in senso classico e quella di Jomini investe la dimensione operativa, l’acce-
zione di Sun Tzu abbraccia una pluralità di dimensioni:da quella militare in sen-
so stretto a quella diplomatica e logistica presupponendo la capacità — da parte
dello stratega — di attuare un coordinamento efficace. Propria questa sua am-
piezza semantica, consente allo stratega cinese una profondità maggiore rispetto
a Clausewitz o a Jomini.

Differenti centri di gravità

Non sempre il centro di gravità può essere identificato con l’insieme delle for-
ze avversarie, con la presa di possesso della capitale del nemico o con la elimi-
nazione o cattura del leader delle forze avversarie; infatti è possibile ampliare tale
concetto anche alla dimensione politico diplomatica in un’ottica preventiva ed
estenderlo alla società civile attuando una efficacia guerra psicologica. In defini-
tiva, il centro di gravità può investire sia la dimensione politico strategica che
quella operativa,può implicare la necessità della escalation e quindi della supe-
riorità numerica o al contrario può comportare l’enfasi sulle manovre diversive
e/o sulla strategia indiretta.

Guerra e politica (2)

Che la dimensione politica sia costitutiva della guerra è una acquisizione


oramai assodata grazie all’opera di Clausewitz e Sun Tzu. Tuttavia esigenze
operative possono richiedere profonde modifiche nella direttrice politica. Eb-
bene nel contesto della letteratura tradizionale la identificazione del decisore
politico con quello militare consentiva una rapida soluzione; accanto a questa
indicazione la letteratura tradizionale indica un’altra opzione in base alla
quale una volta avviata l’offensiva la grammatica bellica fosse dettata unica-
mente dallo stratega escludendo il leader politico (come — p.e. — indicato
da Jomini). Ad ogni modo, la peggiore situazione possibile è il verificarsi di
continui attriti tra il decisore politico e quello militare. Proprio per evitare
una eventualità cosı̀ nefasta sia Clausewitz che Sun Tzu auspicavano una ele-
vata preparazione militare da parte del decisore politico che allo stato attuale
è semplicemente illusoria. La dimensione razionale della guerra. Esistono al-

59
cune semplici ma essenziali costanti nel contesto della teoria della guerra: la
misura dello spazio, la valutazione della quantità di mezzi da impiegare, la
probabilità della vittoria, la chiarezza nel definire gli obiettivi, l’equipollenza
tra lo scopo militare e quello politico, la proporzionalità tra il dispendio di
forze coinvolte e lo scopo che ci si prefigge di conseguire. Tuttavia i classici
del pensiero strategico erano altresı̀ consapevoli della dimensione bifronte
della guerra: accanto all’aspetto razionale esiste infatti anche un livello irra-
zionale che può essere determinato di volta in volta dal caso,da errate valu-
tazioni di intelligence etc.

Popolo in armi

La coesione della società civile contro i sopprusi del vincitore può essere tale
da ribaltare una vittoria militare conseguita rapidamente soprattutto quando il
controllo del mare o dell’entroterra è saldamente in mano ad una minoranza po-
liticamente e militarmente attiva. Non a caso la pericolosità della guerriglia fu
ampiamente sottolineata già da Clausewitz e Jomini che — pur con enfasi diffe-
rente — individuarono un insieme di caratteristiche decisive per portare a buon
fine la guerriglia: la guerra deve essere condotta nell’entroterra del paese, deve
essere prolungata allo scopo di logorare il nemico e il teatro delle operazioni de-
ve essere il più ampio possibile. Tuttavia, sotto il profilo storico Jomini è stato in
grado di comprendere chiaramente come la guerriglia non rappresentasse solo
uno strumento ausiliario rispetto alla guerra convenzionale ma costituisse una va-
lida alternativa alla guerra tradizionale.

Intelligence

Contrariamente a Clausewitz il ruolo della intelligence — pur con una accen-


tuazione differente — è stato corretttamente evidenziato sia da Jomini che da
Sun Tzu. Per lo stratega cinese la omnidimensionalità della intelligence è richie-
sta per saper portare a termine una offensiva di rilievo, per Jomini il suo ruolo
sarà particolarmente rilevante nel contesto strategico e operativo. L’importanza
delle fonti della intelligence — nel contesto della riflessione strategica tradizio-
nale — è sottolineata sia da Sun Tzu che da Jomini e viene individuata ora negli
agenti operativi, nei prigionieri di guerra, nelle ricognizioni e nella analisi delle
fonti aperte.

60
Il comandante

Se la esperienza e la capacità del comandante sono requisiti indispensabili per


la buona riuscita di una azione offensiva,anche la coesione e la preparazione del-
lo stato maggiore o consiglio di guerra riveste un ruolo decisivo soprattutto a li-
vello strategico. Quanto alle sue caratteristiche psicologiche queste possono age-
volmente essere riassunte nel modo seguente: fermezza, equilibrio, coraggio, per-
cezione chiara degli obiettivi, rapido colpo d’occhio, sangue freddo, flessibilità
tattica adeguate alle diverse e mutevoli circostanze. Naturalmente anche in que-
sto ambito le differenze in letteratura non mancano sopratutto in relazione alla
dose di rischio:da un lato vi sono autori che pongono l’enfasi sulla opportunità di
ottenere il massimo guadagno con il minimo rischio; altri al contrario — si pensi
a Clausewitz — avendo evidenziato l’importanza della escalation non possono
esimersi dall’esaltare la necessità che il comandante sappia correre rischi elevati
pur di ottenere vantaggi elevati.

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BIBLIOGRAFIA

Michael Handel, Classical startegic thought, Hardcover, 2000


Qiao Liang-Wang Xiangsui, Guerra senza limiti, Editore LEG, 2001.

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