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Il nostro itinerario si conclude con la derivazione delle equazioni del moto dei
fluidi viscosi. Tale risultato richiede lutilizzo di tutte le nozioni acquisite nei
capitoli precedenti. Occorrer`a in particolare introdurre il legame costitutivo
che definisce i fluidi viscosi nelle equazioni del moto valide per qualsiasi con-
tinuo alla Cauchy: si otterranno cos` le equazioni di Navier-Stokes, cio`e le
equazioni fondamentali della Meccanica dei Fluidi. Tuttavia per completare
la posizione del problema `e necessario determinare le condizioni al contorno
da associare a dette equazioni. Esse sono di natura cinematica e dinamica
ed in generale sono ottenute imponendo la continuit`a attraverso il contorno
dellintensit`a e del flusso della quantit`a trasportata.
Esamineremo infine le forme semplificate che il problema assume nel
caso in cui il moto avvenga in assenza di effetti di comprimibilit`a (moti
incomprimibili).
1
2 CAPITOLO 5. EQUAZIONI DEL MOTO
2 v = ( v) ( v) (5.1.9)
dv
= f p (5.1.12)
dt
in cui non appaiono termini legati agli effetti della viscosit`a, cio`e gli effetti
viscosi non influenzano il moto del fluido.
a. Condizioni cinematiche
In corrispondenza di un contorno materiale che separa un fluido da un
altro mezzo, si richiede che risulti continua la componente della velocit`a
tangente al contorno. Infatti una discontinuit`a della componente tangenziale
della velocit`a attraverso linterfaccia causerebbe la presenza di una tensione
tangenziale elevata (a rigori infinita) in grado di contrastare la differenza
della velocit`a relativa tra i due fluidi.
Il caso di un contorno che separa un fluido da un solido `e particolarmente
rilevante in pratica. In questo caso la continuit`a della componente tangenzia-
le della velocit`a `e detta condizione di aderenza (no-slip condition in inglese)
e richiede che la componente della velocit`a del fluido tangente allinterfac-
cia risulti uguale alla corrispondente componente di velocit`a del solido. In
particolare se la superficie solida `e ferma la velocit`a del fluido tangente alla
superficie deve annullarsi.
Unulteriore relazione coinvolge le componenti della velocit`a normali al-
linterfaccia fra due continui. Nella situazione in cui linterfaccia sia mobile
nel tempo, come ad esempio nel caso di interfaccia tra aria ed acqua nel-
lo studio del moto ondoso, supponendo che la posizione dellinterfaccia sia
descritta dalla relazione
F (x, t) = 0 (5.1.13)
si impone che
dF
=0 (5.1.14)
dt
La (5.1.14) equivale ad imporre che linterfaccia sia una superficie materiale,
cio`e una superficie composta sempre delle stesse particelle.
La dimostrazione che la (5.1.14) implica che la superficie (5.1.13) sia
costiuita sempre dalle stesse particelle e viceversa viene fornita di seguito
4 CAPITOLO 5. EQUAZIONI DEL MOTO
F /t
vn = (5.1.16)
|F |
vn = v n = v (F /|F |) (5.1.18)
F
+ v F = 0 (5.1.19)
t
e, ricordando la (1.2.7), si ottiene infine la (5.1.15).
Supponiamo, ora, reciprocamente, che valga la (5.1.15) e poniamo, ricor-
dando la (1.1.1):
G(X, t) = F ((X, t), t) = 0 (5.1.20)
Ricordiamo che X `e il vettore delle coordinante materiali delle particelle flui-
de che si trovano sulla superficie allistante t e quindi lequazione G(X, t) = 0
5.1. FORMULAZIONE DEL PROBLEMA DEL MOTO 5
b. Condizioni dinamiche
In corrispondenza dellinterfaccia S fra due continui (fluidi) (in partico-
lare nel caso di superfici libere) il vettore tensione deve risultare continuo a
meno del possibile contributo dovuto alla presenza di un effetto non trascu-
rabile della tensione interfacciale. Utilizzando il legame costitutivo (5.3.2) e
indicando con uno e due apici rispettivamente le quantit`a relative al primo
e secondo fluido e trascurando leffetto del secondo coefficinete di viscosit`a ,
la condizione pu`o scriversi nella forma:
1 1
p + 2 Dij ni nj
+ p 2
Dij ni nj = + (su S) (5.1.24a)
R1 R2
per la componente normale allinterfaccia, e