Il giornale degli Universitari di Trento - numero 3

marzo 2017

COS ACCOGLIAMO GLI LANNO DELLA LA MIA

EMARGINATI DI TRENTO POST VERITA ALMA MATER

La testimonianza di una realt Quando lemozione di una Trento e gli universitari, una
solidale, il centro notizia falsa vale pi della verit. convivenza difficile ma

04 06 10
Punto dIncontro necessaria.

BENVENUTI A TRENTO,
CITT DIVISA TRA
DEGRADO E ALTA
QUALIT DELLA VITA.

Uninchiesta sulla citt,

interviste a coloro che vivono l
a citt e ne conoscono
le dinamiche vecchie e nuove.

pagina 2
LE PERCEZIONI DI
TRENTO RIVISSUTE
DALLUNIVERSITARIO
di Daniele Erler
Ogni luogo cambia in base allo sguardo di chi lo
osserva. Non solo una frase fatta, lemblema
di ci che sembra capitare anche a Trento. Da
una parte la citt che sembra perfetta, indicata
con invidia dal resto del Paese, fiero alfiere dei
valori della sua Autonomia. Dallaltra chi mette
il dito nelle ferite, lamentando un (vero o im-
maginario) degrado. Nel mezzo stanno gli Uni-
versitari, trentini di fatto, anche se fosse solo
per gli anni di studio.
LUniversitario vorrebbe essere qualcosa in pi futuro, e quale possa essere il contributo degli
di un giornale studentesco. Cerca di essere un Universitari.
laboratorio che dia gli stimoli per una discus-
sione sullattualit, su ci che succede in citt. Ma il fatto che questo giornale sia un labora-
Per questo un team di studenti nelle scorse set-
timane ha girato per Trento, raccogliendo - in
torio interessante anche da un altro punto di
vista. Perch non vogliamo essere unaula con
una serie di piccole interviste - il racconto senza le porte sbarrate, ma un luogo di confronto. Il
filtri di chi la citt la vive ogni giorno. Non un posto dove nascono idee che solo poi si trasfor-
campione attendibile della realt, ma comun- mano in articoli. Con questo numero diamo il
que interessante vedere come spesso ci che benvenuto a nuovi collaboratori: alcuni di loro
circonda possa essere interpretato in maniera hanno assunto anche un ruolo di responsabili-
diversa. Percezioni di Trento, sulla base della t - nella scrittura del giornale, nella sua parte
sensibilit di ognuno. grafica o organizzativa -, diventando le colonne
portanti su cui si fonda tutto il lavoro che fac-
La discussione vera e propria su questo tema ciamo. Se qualcuno di voi volesse aggiungersi,
laffronteremo in un incontro, che sar organiz- ci pu trovare scrivendo a redazione@luniver-
zato a Trento nelle prossime settimane dal no- sitario.it.
stro giornale (i dettagli li pubblicheremo sulla
nostra pagina Facebook). Interverranno alcuni
rappresentanti di associazioni e comitati che
vivono la citt. Abbiamo invitato anche un re-
ferente politico, con cui proveremo a confron-
tarci su come Trento possa essere cos diversa
agli occhi dei suoi cittadini. E ragioneremo ma-
gari anche su come cambier ancora la citt in
Benvenuti a
Trento, citt
divisa fra
degrado e
alta qualit
della vita
Trento, citt
degradata. davvero
questa la sensazione
dei cittadini di Trento?
unidea persistente,
che si ritrova nelle
chiacchiere di tanti
cittadini e sempre
pi spesso anche su
giornali o nel dibattito
politico. Eppure nelle
classifiche nazionali
Trento sempre fra
le citt nelle prime
posizioni per qualit
della vita.
LUniversitario ha raccolto le voci di chi la
citt la vive ogni giorno. Un campione di
osservatori, che non sempre la pensano
allo stesso modo. Una serie di opinioni,
talvolta di pregiudizi, su cui comunque
riflettere. Anche per costruire la Trento
del futuro, partendo da una risorsa ormai
imprescindibile: gli universitari.
di Marco Battistata,
Martina Gaioni e Emanuele Pastorino
[Amedeo Gaudio, titolare del Caff
Italia in Piazza Duomo]
Molte persone pensano che a Trento ci
sia degrado. Voi come vivete la situa-
zione? un problema che investe anche
Piazza Duomo?
No, no, assolutamente. Purtroppo ci sono
parti della citt dove a volte ho paura a girare:
penso a piazza Dante, via Pozzo, Santa Maria
Maggiore... per qui la piazza tranquilla. Al
massimo c qualche accattone tra i tavoli che
chiede la carit. Oppure qualcuno che ha bevu-
to troppo. Ma non sono problematici: general-
mente me ne occupo io e se ne vanno da soli.
(mentre parliamo arriva in piazza unambu-
lanza, che si ferma non lontano dalla fontana
del Nettuno)
Ecco, vedi quellambulanza? Spesso la chia-
mano per portare via uno di quelli che girano
tra i tavoli. Io ho smesso di farlo da un pezzo:
succede che vengono dimessi immediatamente
e dopo unoretta sono di nuovo qua. brutto da
dire, ma non vogliono essere portati allospeda-
le, vogliono solo bere di pi. Comunque, a par-
te questi episodi, non capita mai nulla di grave.
Una sola volta sono stato minacciato, quando
gestivo il Caff Tridente: ma non era una rapi-
na, era un esaltato per una lite.
Com cambiata Trento rispetto agli
anni scorsi?
In piazza Duomo direi che la situazione mi-
gliorata, assolutamente. Soprattutto per merito
dei turisti. Quando ho iniziato a lavorare, di-
versi anni fa, capitava di vedere dei gruppi di
extracomunitari, perlopi nordafricani, che si
riunivano in un angolo della piazza, in fondo a
via Cavour. Ma ora non capita pi.
Si sente supportato dallamministrazio-
ne pubblica?
S s, non ho mai avuto problemi... poi mi co-
noscono tutti molto bene, vado daccordo con
tutti: polizia, carabinieri, guardia di finanza!
Loro giustamente fanno il loro lavoro. Secon-
do me per bisognerebbe fare un po di preven-
zione per evitare che si creino situazioni come
quelle in Santa Maria! Ogni tanto giro e vedo
persone che guardano dentro ai finestrini delle
macchine parcheggiate per vedere se sono state
lasciate aperte... ecco in quei casi vorrei sapere
cosa fare: chi fa cos ovvio che ha intenzione
di rubare ma non lo possono arrestare perch
in concreto non ha fatto nulla. Se una persona
delinque e non le viene fatto nulla, si sparge la
voce che in Italia si pu fare quello che si vuole
senza essere puniti. Non voglio assolutamente
essere razzista, anzi: mia moglie straniera!
(ride) Per qua diverso da Germania, Svizze-
ra, Austria... io ho lavorato a lungo in Germa-
nia. L completamente diverso, si lavora e il
vagabondaggio reato.
Negli ultimi anni Trento diventata
una citt universitaria, piena di studen-
ti. Che cambiamenti hanno portato?
Un cambiamento positivo. Da noi ne vengono
molti, e ci fa sempre piacere averne nella clien-
tela. Come i turisti, dove ci sono gli studenti
c vita, e non ci sono trafficanti e criminali. 9 di sera non cera gi nessuno in giro. E con
(m.b.)
[Andrea Braccia, tassista a Trento da
25 anni e presidente della Cooperati-
va Radio Taxi Trento]
Molte persone parlano di degrado urba-
no. Anche lei lo percepisce?
S, sicuramente in determinate zone della cit-
t, come piazza Dante ad esempio dove noi
tassisti stazioniamo negli ultimi anni il degra-
do aumentato. C stato un grosso peggiora-
mento negli ultimi due/tre anni.
Il vostro mestiere vi porta ad avere a
che fare con molti clienti. Anche loro
percepiscono questo cambiamento?
Certamente. La stazione il biglietto da visita
della citt, perch la prima cosa che la gente
che arriva col treno si trova davanti. Effettiva-
mente la gente che viaggia si lamenta un po del
degrado che c, sia in stazione sia nel parco di
fronte.
Che conseguenze ha portato laumento
degli universitari?
Sicuramente gli studenti hanno portato un po
di vita alla citt. La sera c pi movimento, pi
giovani che girano... positivo! (m.b.)
[Intervista doppia al titolare e a un
dipendente del Centone, negozio
sportivo di via Suffragio]
Cosa pensi di Trento?
Bella citt con bella gente, con un buon mo-
vimento.
Come risponde la cittadinanza alla vo-
stra attivit?
Abbiamo un feedback positivo, anche perch
lavoriamo molto sul campo, trattando articoli
sportivi.
Si parla di un presunto degrado a Tren-
to, cosa ne pensate?
Presunto? reale, esiste. Per esempio, io che
sono un uomo di 40 anni, quando passo per
piazza Dante guardo a terra e tiro dritto, anche
se ci sono i vigili.
Qual invece lapporto degli studenti
universitari alla citt?
Io sono di Rovereto e magari avessimo noi gli
universitari di Trento, lapporto sicuramente
positivo, quando vengo in citt vedo molta pi
gente giovane, pi giro.
Come cambiata Trento negli ultimi
anni?
Non si fanno pi eventi, feste, nulla. Ieri alle
questo abbiamo detto tutto. (m.g.)
[Martina, barista dellAccademia, vi-
colo Colico]
Molte persone si lamentano di un pre-
sunto degrado a Trento, Lei cosa ne
pensa?
Innanzitutto dobbiamo capire cosa inten-
diamo per degrado. Le parole vengono a volte
usate senza pensare effettivamente al loro si-
gnificato. Noi siamo qui da quasi 7 anni, c da
dire che negli ultimi anni la situazione diven-
tata un po critica su certi aspetti, che non sono
solo la vita notturna e dei bar serali per. Sono
segue a pag.3
Pagina 2
aspetti che durano anche durante il giorno. Qui
abbiamo avuto qualche episodio in cui le forze
dellordine sono dovute intervenire. Per poco
aveva a che fare con noi, ci andiamo di mezzo
solo perch successo allesterno del nostro
locale. Per esempio una persona andata in
escandescenza tirando bottiglie, che non era-
no nostre, contro la porta di ingresso. Si sa che
questa zona critica, tanto che abbiamo pensa-
to di lasciala, anche se centrale e a portata di
mano.
Vi sentite supportati dallamministra-
zione comunale?
Dipende, per esempio abbiamo trovato unas-
sessora con cui ci siamo trovati molto bene, ci
ha dato aiuto e contatti per quando riguarda
lOwl festival. Poi per se eventi come questi
cominciano ad avere riscontri negativi e perso-
ne che si lamentano, finiscono e basta, sprecan-
do bellissimi posti e risorse. E poi ci sono scelte
assurde. Per esempio i musicisti di strada che
possono suonare per 2 ore in orari prestabiliti
della giornata. Oppure, fino a qualche tempo fa,
si poteva fare musica allesterno solo con grup-
pi che avessero al massimo 4 componenti
voglio dire, chi ha pensate queste restrizioni
e su quale base? Noi comunque organizziamo
eventi come lOwl festival e gestiamo la nostra
attivit perch non volgiamo che Trento, il no-
stro capoluogo, resti cos lasciato a s. Ma locali
che in citt vivano la vita notturna, magari fin
dopo mezzanotte, ce ne sono davvero pochi. E
troveranno sempre difficolt e vicini poco com-
prensivi.
Gli studenti universitari come hanno
cambiato la citt?
Noi abbiamo un target molto universitario,
abbiamo sempre lavorato su quello. Gli studen-
ti sono una risorsa, purtroppo sfruttata male.
Per esempio gli affitti degli appartamenti sono
troppo alti.
I vicini come rispondono alla vostra at-
tivit?
Davanti al nostro locale avevamo un ampio
cortile, dove ci si poteva muovere e rilassarsi.
I vicini hanno fatto mettere uninferriata. Ecco
come ci trattano. Io credo invece che il dialogo
sia la soluzione. Cosa si ricava a fare subito la
guerra? Anche perch passer del tempo prima
di riuscire a riappacificarsi. Perch non si pu
avere un dialogo costruttivo? Per esempio altri
nostri vicini, due famiglie che abitano proprio
nella palazzina sopra di noi, quando la musica
troppo alta ci mandano un messaggio. E noi
labbassiamo. (m.g.)
[Bibliotecaria]
Molte persone pensano che a Trento ci
sia degrado. Come vive questa afferma-
zione e cosa ne pensa?
Bisogna capire cosa si intenda per degrado, vi-
sto che, di per s, una parola molto pesante.
Credo che a Trento non ci sia degrado: tuttal
pi c incapacit di intrecciare rapporti con
certe persone, ma non c degrado.
La citt cambiata negli ultimi anni.
Quali responsabilit o meriti hanno lU-
niversit e gli studenti in questo?
Secondo me, gli studenti hanno portato un po
di brio, un po di vita. sotto un altro punto di
vista che la citt cambiata davvero: rifacen-
domi al degrado, sono gli extracomunitari che
hanno creato la vera differenza sulla percezione
della citt, non gli studenti. Gli studenti sono
molto positivi.
La biblioteca, centro di aggregazione
per studenti, cittadini e per situazioni,
per cos dire, di disagio. Come vive, da
bibliotecaria, questa situazione di coe-
sistenza, di coabitazione?
Tranquillamente, io direi.
Gli scenari quasi apocalittici che vengo-
no talvolta descritti sono vicini alla re-
alt?
Assolutamente no. (e.p.)
[Isidoro Ruocco, titolare del Liber
Caf, parco di piazza Dante]
Molte persone pensano che a Trento ci
sia degrado. Come vive questa afferma-
zione e come vede la situazione?
Non la vedo drammatica. Trento una bella
citt, si sta bene e si vive bene. Ci sono servi-
zi ottimi, dai trasporti alla sanit. Non vero
che c un degrado diffuso ma piuttosto si per-
cepisce un certo disagio. Non credo che Tren-
to sia la peggiore delle citt: anzi, dal punto di
vista del vivere bene, una di quelle in cui si
vive meglio. vero che alcuni problemi si sono
acuiti, complici alcune scelte che hanno portato
allimmissione di persone che tradizionalmente
fanno parte di un altro tipo di cultura nel con-
testo cittadino. E questo crea un po di paura,
piuttosto che una vera e propria insicurezza.
Si sente supportato dalle scelte dellam-
ministrazione comunale?
Guardando direttamente alla nostra attivit,
devo dire che lamministrazione d un aiuto
importante per quanto riguarda la presenza sul
territorio. Quanto allessere supportato: for-
se non il termine che userei, ma in ogni caso
lamministrazione aiuta, partecipe e condivi-
de le domande che le rivolgiamo.
Come vede cambiata la citt negli ulti-
mi anni? Che tipo di conseguenze sono
seguite allaumento di universitari in
citt?
La citt sicuramente cambiata. Gli studenti
lhanno trasformata: la loro presenza ha aiuta-
to a snellire e svecchiare certe tradizioni. For-
tunatamente ci sono, perch altrimenti Trento
rimarrebbe quello che sempre stata: una citt
che segue regole molto rigide, in cui gli orari
sono quasi una catena, un ostacolo al vivere li-
beri. Ritengo che, sotto questo punto di vista,
gli studenti abbiano aiutato Trento e i trentini a
vivere realt e modi di essere differenti da quel-
li a cui erano abituati.
Siamo al Liber Caf: voi siete al centro
della tanto chiacchierata piazza Dan-
te. Come vivete il rapporto con la piaz-
za, con i suoi abitanti? Quante di quelle
chiacchiere sono realt e quante finzio-
ne?
Il rapporto con la piazza ottimo. Certo, una
parte delle chiacchiere sono radicate in una re-
alt inconfutabile: lo spaccio non lo si percepi-
sce, lo si vede. Altre attivit come lubriachezza,
anche molesta talvolta, tipica di alcune aree
della piazza. Per, escluse quelle zone frequen-
tate dagli ubriachi, i quali sono ormai ancorati
alle loro panchine, direi che nel complesso la
piazza una bellissima piazza, un bel luogo da
frequentare. Anzi: come al solito chiodo schiac-
cia chiodo. Se vogliamo che certe tradizioni
spariscano opportuno che altri le sostituisca-
no con attivit meritevoli, cosa che oggi viene
vista con un po di sospetto e di timore. Non
bisogna aver paura: chi spaccia ha bisogno di
avere unarea tranquilla, un territorio non pre-
sidiato. Il presidio della polizia efficiente: ba-
sta schioccare le dita e le forze dellordine inter-
vengono subito. Per non basta: bisogna avere
il coraggio di muoversi, di frequentare questa
zona. Noi organizziamo innumerevoli attivit
(ora ne abbiamo una per sera) e quindi da que-
sto punto di vista siamo molto propositivi: cer-
to, occorrerebbe un po pi di coraggio da parte
dei trentini. Ma anche degli studenti: le serate
che organizziamo per gli universitari non sono
sempre frequentate. (e.p.)
[Titolare di un esercizio commerciale
nei pressi della stazione]
Molte persone pensano che a Trento ci
sia degrado.
Sono daccordo con chi lo dice. Basta usci-
re dalla stazione: si vede gi qui davanti, cos
come lo si vede in pieno centro.
Si sente supportata dalle scelte dellam-
ministrazione comunale?
Poco, forse perch io farei altre scelte.
Del tipo?
Penso si possa fare di meglio o di pi per la
citt. Se si considera che uno esce dalla stazione
e si trova di fronte ad uno spettacolo che, in-
somma... Piazza Dante dovrebbe essere un par-
co, non una zona adibita allo spaccio.
Come vede cambiata la citt negli ultimi
anni?
Per quanto riguarda il degrado, sicuramente
peggiorata.
La chiusura della stazione da mezza-
notte alle quattro e mezza che migliora-
menti o peggioramenti o cambiamenti
ha portato?
Prima la stazione spesso si trasformava in un
dormitorio. Quindi ovviamente chi arrivava
alle cinque o cinque e mezza la mattina si tro-
vava di fronte questa situazione. Adesso, se da
mezzanotte alle quattro la stazione chiusa,
probabilmente chi vuole dormire va da qualche
altra parte.
E che pensa invece dellaumento degli
universitari in citt?
Hanno portato sicuramente cose positive: ma-
gari lunica cosa negativa che mi viene in mente
che ogni tanto vedo ragazzi in giro con botti-
glie di vetro che bevono per la citt. Come sem-
pre, se uno sta nei limiti un conto, se li supera
non va bene. Leggo anchio sui giornali di gente
che abita sopra ai bar e si lamenta perch ma-
gari ci sono delle serate. Penso che da una parte
sia normale che a 20 o 25 anni uno abbia voglia
di divertirsi, ma non bisogna esagerare. (e.p.)
[Flora, titolare del Bacuchet, il ba-
racchino di Piazza Dante]
Trento davvero degradata come dice
qualcuno?
C degrado, diciamo al 70%. Specialmente
piazza Dante abbandonata a s stessa anche
se hanno fatto migliorie: per non c attenzio-
ne nel curarle e mantenerle.
Si sente supportata dalle scelte dellam-
ministrazione comunale? Ci sono stati
miglioramenti o peggioramenti?
Il miglioramento c solo nella struttura,
nellaspetto estetico del centro storico, ma non
stato fatto nulla per la gente che lo frequenta
e che frequenta la piazza, anche se hanno au-
mentato la presenza di forze dellordine.
Come vede cambiata la citt negli ultimi
anni? Che tipo di conseguenze ha porta-
to laumento di universitari in citt?
La citt cambiata moltissimo. Gli studen-
ti hanno portato nuova linfa ma credo anche
che bisognerebbe dare loro delle responsabili-
t, renderli partecipi e, in questo modo, anche
responsabili. Se io ti dico Vieni, la citt no-
segue a pag.4
Pagina 3
stra!, a prescindere dal fatto che tu sia di Ge-
nova, Milano o Torino, quando vivi qui fai parte
della citt e ci devi tenere. Se il Comune rendes-
se gli studenti partecipi anche delle sue iniziati-
ve, sentendo il loro parere e cercando un punto
di incontro e di confronto con loro, si riuscireb-
be ad ottenere ottimi risultati. Poi, ci sono re-
sponsabilit da una parte come dallaltra: non
c qualcuno che abbia ragione in assoluto. La
citt bella ed un peccato che venga lasciata a lo degli extracomunitari: oggi ce ne sono di pi
s stessa: deve essere vissuta dai giovani e biso-
gna sentire anche la loro opinione, che molto
importante. Le cose cambiano ed giusto che
noi cittadini rendiamo responsabili i giovani,
gli studenti, che cos aiutano anche lammini-
strazione e tutti a crescere e a far crescere Tren-
to. Certo, nel gregge c sempre la pecora nera:
per tra gli studenti viene riconosciuta e cos
possono eliminarla.
Voi siete al centro di piazza Dante. Come
vivete il rapporto con la piazza, con i
suoi abitanti e quanti dei pregiudizi sul-
la piazza sono realt e quanti finzione?
Io, personalmente, sono ventanni che sono
qui e non ho mai avuto problemi: io rispetto chi
frequenta la piazza e loro rispettano me. A me
non hanno mai dato fastidio. In tutti gli anni
che siamo qua, pur essendo tre donne, non ab-
biamo mai avuto uno sgarbo o un gesto di male-
ducazione: forse le ultime generazioni che sono
venute a Trento sono un po pi arroganti. Ma
solo per i primi 8-10 giorni, poi capiscono come
ci si deve comportare.
La chiusura della stazione di notte ha
cambiato qualcosa?
Io non mi sono accorta di grandi cambiamen-
ti: vedo solo qualcuno la mattina che dorme su
una panchina ma, nelle giornate fredde, credo
che aprano lo stesso. Non ho notato niente di
particolare comunque. (e.p.)
[Alessandro, titolare del bar Picaro,
via San Giovanni, Santa Maria]
Partiamo anche con Lei dallidea che
Trento sia una citt degradata. vero?
Secondo me ci sono due forme di degrado:
quella che vedono i nostri vicini di casa, ai quali
non sta bene che gli universitari stazionino alle-
sterno dei locali o in piazza Santa Maria Mag-
giore, seduti per terra con lattine e quantaltro.
Ma soprattutto quella che coincide con la situa-
zione che si creata la sera dopo una certa ora
con determinati elementi che, anzich goder-
si la citt e la vita, compiono piccole e grandi
azioni criminali e disturbano la vita quotidiana
dei residenti e delle persone che abitano la cit-
t. Per fare un esempio: quando si passa dopo
una certa ora affianco alla chiesa di Santa Maria
Maggiore, se sono le giornate sbagliate, magari
c un gruppo di extracomunitari che ti disturba
o cerca di venderti qualcosa e, se non acquisti
da loro, spesso ti sparlano dietro e di importu-
nano.
Si sente supportato dalle scelte dellam-
ministrazione comunale?
Lamministrazione ha promesso tanto ma, a
mio avviso, ad oggi non ha ancora fatto tutto
quello che ha promesso. Contiamo che, con le
loro tempistiche, ce la possano fare prima o
poi, anche se i tempi sono pi lunghi di quanto
promesso. Qualcosina, comunque, hanno pro-
vato a fare: lidea era di rifare la pavimentazio-
ne della zona sperando che gli altri problemi
passassero da soli, ma non stato cos. Hanno
detto che avrebbero iniziato a fare iniziative in
piazza: qualcosina si visto ma meno di quanto
promesso.
Com cambiata la citt negli ultimi
anni?
cambiata molto, a partire dagli italiani e
continuando con tutti gli altri. Anche il sem-
plice universitario una volta era pi educato e
rispettoso, si comportava in maniera pi ade-
guata alla citt che comunque un po anziana
e il connubio tra universitari e residenti sem-
pre stato difficile. Negli ultimi anni, comunque,
sono pi frequenti i comportamenti che fuorie-
scono dai canoni standard che hanno portato
ad un peggioramento complessivo. Poi la citt
ha visto un peggioramento anche sotto il profi-
e, se una volta erano portati e costretti ad inte-
grarsi, ora sembra quasi che vogliano prende-
re il comando di alcune situazioni e zone.
Che tipo di conseguenze sono seguite
allaumento di universitari in citt?
Lavorativamente parlando, preferivamo la
situazione di qualche anno fa perch cera una
cultura diversa anche da parte del mondo uni-
versitario (e cerano anche pi soldi, certo). Una
volta gli studenti uscivano molto pi spesso,
bevevano solo ed esclusivamente al bar, mentre
negli ultimi anni hanno iniziato a fare feste a
casa, preferiscono prendersi le lattine (che co-
stano sensibilmente meno) e vivere in un altro
modo e in unaltra zona, anzich nei pressi del
locale preferiscono mettersi in stradine, piazze
o anche nei parchi cittadini.
Il quartiere di Santa Maria Maggiore
oggetto di tanti fatti di cronaca: la si-
tuazione cos grave come viene talvol-
ta dipinta?
Sicuramente c stato un accanimento media-
tico da parte di coloro che hanno continuato
a parlare sempre e solo delle cose negative di
questa zona, che oggi diventata parte inte-
grante del centro storico. C il Comitato che si
d tanto da fare per tentare di risolvere i pro-
blemi: ovviamente c chi li vive in maniera pi
tranquilla e chi invece li affronta pi drastica-
mente. Sicuramente il problema c: le situa-
zioni vengono discusse e affrontate anche dal
Comune ma grazie alle sollecitazioni del Comi-
tato. (e.p.)
Cos
accogliamo
gli emarginati
di Trento
Michele Boso il
vicepresidente della
cooperativa Punto
di Incontro, fondata
trentanni fa per dare
sostegno ai bisognosi
di Emanuele Pastorino
Michele Boso il vice presidente della Coope-
rativa Punto dIncontro in cui coordina il set-
tore Accoglienza, uno dei due ambiti nei quali
si concentra lattivit trentennale dellassocia-
zione (laltro il Laboratorio di via Maccani).
Come nasce Punto di Incontro?
Dallidea e dalla visione di don Dante Clauser,
nel 1979. Originariamente il servizio era de-
dicato solo ai barboni e solo agli italiani. Poi,
dato che a Trento non sono nati servizi per ac-
cogliere anche gli stranieri, comunitari ed ex-
tracomunitari (oggi anche profughi), il Punto di
Incontro stato costretto a cambiare, specia-
lizzandosi nellaccogliere tutti coloro che non
hanno un posto in cui andare. Oltre ai clochard,
il Punto si occupa anche di chi ha problemi di
grave emarginazione: tossicodipendenze, pro-
stituzione, dipendenze di ogni genere (gioco
compreso). possibile facendo rete con altre
strutture come il Centro di Salute Mentale, lex
SERT (oggi SERD), Alcologia ed i Servizi Socia-
li del territorio.
Gli studenti vi conoscono? Collaborano
con voi?
Annualmente abbiamo una buona affluenza di
universitari, soprattutto (e stranamente) pro-
venienti da economia e giurisprudenza. Oltre
ad avere lo sportello degli Avvocati della Soli-
dariet, tanti ragazzi collaborano con lAcco-
glienza: oggi abbiamo 56 volontari, di cui una
parte si occupa della raccolta indumenti e del
guardaroba e unaltra del servizio pasto, che
quello pi frequentato visto che comodo per
via degli orari (dalle 12.30 fino alle 14).
Con linverno si parla sempre di emer-
genza freddo: che cosa si intende in ge-
nerale e come viene affrontata a Trento?
Lemergenza freddo quel periodo di 4-5 mesi
in cui le temperature non sono ottimali per dor-
mire allaperto. Diciamo che diventa unemer-
genza anche perch durante il periodo pre-in-
vernale e invernale c una massa di persone
che arriva a Trento superiore a quella che sale
in estate, perch comprende anche chi viene a
cercare opportunit di lavoro stagionale nelle
valli. Parte di queste persone, una volta arrivate
qui, si rendono conto della difficolt di arrivare
nei luoghi dove il lavoro stagionale si concentra
(Madonna di Campiglio, Fai della Paganella). Si
affidano al sistema di accoglienza cittadino che
ha al centro il Punto dIncontro. Questo porta
difficolt nella gestione dei numeri di persone
che cercano alloggio da parte dei dormitori. Ma
il problema rafforzato dal fatto che, a questi
gruppi fisiologici si affiancano altre realt:
innanzitutto ci sono persone che decidono di
dormire fuori a prescindere, sia in estate sia in
inverno. Preferiscono mantenere il loro presi-
dio in cui dormono e vivono tutto lanno e per
anni, evitando cos di veder buttate via le pro-
prie cose dai vigili urbani che, chiaramente, se
trovano un posto non presidiato, provvedono a
bonificarlo.
C altro?
S, sullemergenza freddo ha pesato anche la
cosiddetta zona grigia costituita da quei profu-
ghi che arrivano attraverso i Balcani. Rispetto
a coloro che giungono via mare, non vengono
riconosciuti subito e rimangono in una zona
non controllata per 5 o 6 mesi. Queste persone,
secondo le nostre statistiche, arrivano in estate
o inizio autunno andando ad occupare posti che
segue a pag.5
Pagina 4
sono predisposti per linverno per i senza fissa
dimora, non potendo accedere immediatamen-
te ai posti predisposti per laccoglienza dei pro-
fughi.
Come funzionano in Trentino queste
strutture daccoglienza?
Tutte le strutture, normalmente, sono sovven-
zionate dal pubblico ma gestite dai privati: per
quanto riguarda il Punto di Incontro si tratta di
una ONLUS finanziata da mamma Provincia
che in realt vede
convivere sia la dimensione provinciale sia
quella comunale. Infatti il Laboratorio di via
Maccani sotto il patrocinio del Comune men-
tre la struttura dellAccoglienza provinciale.
Tutto ci che viene offerto come servizio di
base finanziato dagli enti pubblici mentre
quei servizi e quelle attivit che vengono fat-
te in pi sono finanziate per mezzo di azio-
ni liberali della popolazione trentina che versa
quantitativi abbastanza alti che consentono di
supplire a una serie di necessit che altrimen-
ti non verrebbero sovvenzionate (ad esempio,
farmaci, prestazioni mediche, aiuti per questio-
ni relative ai permessi di soggiorno o ad altri
documenti sono gestiti dal Punto di Incontro,
dalla Cartias Diocesana e dallo Sportello Soli-
dale di Villa S. Ignazio che per lavora su se-
gnalazioni del Punto).
Ci sono delle differenze nella gestione o
nel tipo di utenza tra Trento e le valli?
Di norma i servizi sociali delle valli dovrebbe-
ro occuparsi dei propri residenti. Talvolta per
non cos: alcuni soggetti pi difficili vengono
fatti defluire a Trento, dove ci sono pi servizi.
Questo porta persone che hanno la residenza
nel Primolano o nellAlto Garda verso la citt,
sovraccaricando le strutture del tessuto cittadi-
no. Questo si lega al fatto che, di norma, chi ha
una residenza deve passare dai servizi sociali
prima di poter accedere a strutture come quelle
del Punto di Incontro: se i servizi non trovano
strade diverse, la gente viene al Punto che, in-
sieme ai vari dormitori, dovrebbero essere lul-
tima spiaggia.
Quando si parla dei servizi in Trentino
si tende a dire che qui sia meglio che
nel resto dItalia.
Non sono molto daccordo: non che in Trenti-
no sia meglio che in altre regioni ma il Trentino
ha una serie di armi in pi che sono usate me-
diamente bene. Gi il fatto di essere Provincia
Autonoma e che una buona parte dei soldi dei
contribuenti rimangano qui, lasciando alla Pro-
vincia la scelta di come utilizzarli, di aiuto: in
pi il Trentino ha una storia di associazionismo
molto diffuso e attivo. Qui nato lANFAS, qui
le cooperative si occupano di molti aspetti del-
la gestione dei servizi. Questo per non toglie
che quello che fanno nelle altre regioni lo fanno
con un quinto o un decimo delle risorse di cui
disponiamo noi. Qui piangiamo se il Comune ci
leva ventimila euro allanno. Noi, con le risorse
che abbiamo, potremmo fare molto di pi. Cer-
to: la citt pulita, in ordine ma poi parlano
di degrado, parola che a Trento non andrebbe
usata dato che una citt tranquilla. Degrado
rispetto a cosa? Rispetto a chi?
Eppure in tanti pensano che Trento sia
una citt degradata.
Secondo me questa percezione cos forte per-
ch Trento sempre stata una citt abbastanza
ovattata, in cui non quasi mai successo nien-
te. Le situazioni di violenza sono sempre state
molto sporadiche e contenute rispetto ad altre
citt. Basta parlare di altre zone del nord: come
Milano. L, in periferia, c degrado: ma il de-
grado una commistione di elementi. Dalla fa-
tiscenza degli edifici, allignoranza, allo scarso
utilizzo delle propriet e delle risorse del posto:
questo fa s che ci sia una forma di percorso
rutilante che conduce al degrado. Ma il degra-
do non lo straniero che beve sulla panchina:
tuttal pi, quello un elemento di disturbo alla
bellezza della via. La parola degrado pu va-
lere per certi quartieri di Napoli in cui i ragaz-
zini non vanno a scuola e vivono in un contesto
di ignoranza, delinquenza e povert molto pi
forte. Questo, per me, il degrado: un insieme
di elementi che fa si che una via, oltre a non es-
sere bella, non sicura, non pulita. A Trento
la situazione diversa: il fatto stesso che ci si-
ano degli spacciatori in piazza Dante dovuto
al fatto che, dietro, c un mercato di persone
che vanno a prendere la droga e non a un con-
testo di completo abbandono o di totale igno-
ranza. Non solo: se non ci fossero i compratori
non ci sarebbero nemmeno gli spacciatori. Gli
spacciatori in s sono commercianti: come c il
commerciante che vende una bibita perch c
chi la compra, cos c lo spacciatore che vende
la dose a chi la usa.
Com cambiata la situazione nel tem-
po?
Io ho 38 anni. Mi ricordo che quando ne ave-
vo 5-6 andavo ai giardini della Fersina e cera
la gente che si faceva le pere. Cos. Adesso non
succede pi in strada a Trento: durante quel
periodo di 30 anni fa, in citt succedevano cose
allucinanti, soprattutto in periferia. Le torri di
Madonna Bianca erano impraticabili: se tu non
eri del posto e parcheggiavi l in mezzo, la mac-
china non la trovavi pi o ti rubavano tutto. Io
abitavo in via Vittorio Veneto: si parla di im-
migrazione oggi, ma allora ai casoni cera una
commistione di sinti, cera gente del sud, tanto
che a scuola cera una situazione molto tesa. Si
faceva a botte tutti i giorni. In seguito il questo-
re ha ristabilito lordine. La situazione di oggi
molto migliore: innanzitutto perch c molta
meno violenza. Ma ci si dimenticati di come
era Trento in passato.
Tornando al vostro centro, c chi crede
che diate accoglienza anche a chi porta
il degrado in citt, spacciatori compre-
si.
Non vero. Da noi magari si trovano degli ex di
quel mondo: per chi sta qua, ci sta tutto il gior-
no, perch un posto in cui uno pu riposare,
stare tranquillo. Sa che qua una sorta di casa,
in cui se ha un problema pu parlarne. Tempo
fa, un ragazzo tunisino aveva fatto un bellissimo
disegno con una testa con dentro un cervello in
cui aveva scritto gli orari in cui era scandita la
sua giornata e lo aveva chiamato uomo-Bono-
melli [il Bonomelli uno dei dormitori presen-
ti sul territorio di Trento, ndr]. E dopo, sotto,
aveva scritto: E per ogni giorno sar sempre
cos, per me. Una cosa allucinante, se ci pensi.
Asi Leonardo,
lassociazione
che unisce gli
ingegneri
Gli organizzatori
della festa di Mesiano
questanno dovranno
farcela senza il
finanziamento
provinciale
di Martina Gaioni
LASI Leonardo unassociazione formata da
ingegneri. ASI sta infatti per Associazione Stu-
denti Ingegneria spiega Luca Livotto, vicepre-
sidente e portavoce del direttivo, composto da
circa 15 membri, sui circa 120 iscritti. Entrato
nellassociazione come fotografo, rimasto in
qualit appunto di vice per affiancare il presi-
dente in carica da due anni, Vittorio Lora.
Gli eventi organizzati da ASI sono ideati pen-
sando agli ingegneri, perch a loro che si ri-
volgono.
Per esempio con la competizione di ingegne-
ria - una gara a squadre, ognuna delle quali si
trova davanti ad un tavolo dove sono disposti
alcuni oggetti, anche i pi disparati, e viene
dato loro un progetto da realizzare per poi esse-
re testato e giudicato da professori. Per esem-
pio nelledizione di maggio dello scorso anno
il progetto era di costruire una gru con motore
elettrico con poco pi di qualche legnetto.
Le iniziative vanno per anche oltre lingegne-
ria, con lorganizzazione di tornei sportivi come
la ASI Cup al Sanbapolis: nellultima edizione
ha coinvolto circa 600 studenti. E poi ovvia-
mente la festa di Mesiano, che molto legata
alle origini dellassociazione stessa: questanno
festeggia i suoi primi 20 anni, essendo nata nel
1997 per colmare un vuoto avvertito dagli stu-
denti in collina.
Come succede tuttora gli eventi restavano in
citt e lass non arrivava nulla. Allora un grup-
po di studenti ha iniziato a confrontarsi, a rac-
cogliere consensi anche da professori e dalle
istituzioni universitarie. Ha cominciato a orga-
nizzare competizioni, tornei e attivit riguar-
danti materie scientifiche. Mancava per anco-
ra qualcosa per attirare un po di vita in collina.
La risposta nellevento clou dellassociazione, la
festa di Mesiano. In origine era unaltra cosa,
spiega Luca, che a sua volta ha sentito racconti
e leggende degli ex membri del direttivo di que-
gli anni. Era un mega concerto, con 8 palchi,
in due giornate, si pagava un biglietto dentrata
e i tassi di sopportazione da parte delle istitu-
zioni erano altri. Nel 2008 era stato tutto so-
speso, uno stop dovuto alla degenerazione du-
rante allevento e ai problemi di sicurezza che
ne derivavano. Nel 2012 ripartito con il nome
attuale di Over the Hill.
Fino al 2016 lassociazione riceveva fondi per le
sue attivit dalla Provincia. Fondi negati a par-
tire da questanno perch, secondo le politiche
segue a pag.6
Pagina 5
del TAUT - il Tavolo delle associazioni uni-
versitarie - non possibile ottenere finanzia-
menti per uno stesso evento, ripetuto in modo
invariato, per pi di due volte. E poi c unaltra
preoccupazione:che si ripeta quanto accaduto
nel 2008, che gli eccessi portino alla chiusura
definitiva della festa.
I ragazzi di Mesiano stanno cercando una so-
luzione alla mancanza di fondi, riuscendo co-
munque a organizzare Over the Hill. Ed es-
sendo una associazione universitaria no profit,
lassociazione pu organizzare solo due eventi
allanno per fare cassa. Quindi Respect Mesia-
no, sperando che continui ad esistere.
La domanda che sorge spontanea di fronte a
situazioni critiche come questa ovviamen-
te Perch lo fai? Cosa ti spinge ad entrare in
unassociazione e a rimanerci?.
Luca si auto-posto questa domanda, perch
effettivamente limpegno e la fatica sono tan-
ti, e bisogna essere motivati per andare avanti,
soprattutto in momenti difficili come questo.
E bisogna tirare fuori tutte le capacit di col-
laborazione, coordinazione e problem solving
da se stessi e dal gruppo. Il valore aggiunto che
ti porta lesperienza, affrontare determina-
te situazioni in nome dellassociazione ti ren-
de molto pi consapevole e aiuta a sviluppare
competenze utili, anche per la propria forma-
zione. Come: tenere i conti, interagire con le
istituzioni, affrontare la burocrazia, tutte cose
che sono la noia scesa in terra, ma che alla fine
possono tornare utili. Cosa pi importante la
soddisfazione di fare qualcosa di utile oltre che
per se stessi per tutti gli studenti.
zionare le notizie in base a quanto gli paiano
succulente. In poche parole, in base a quanto
gli dicano ci che vuol sentirsi dire. Per la pri-
ma volta nella storia luomo si ritrova ignorante
non a causa della penuria di informazioni a cui
ha accesso (ignoranza informativa), ma per la
mancanza di tempo e mezzi che ha a disposi-
zione per analizzarle (ignoranza elaborativa).
Che il 2016 sia stato lanno della post-veri-
t non lo conferma solo la cronaca, ma pure
lOxford Dictionary, che come parola regina
dellanno appena trascorso ha eletto proprio
post-truth. Molti fanno coincidere il referen-
dum dellInghilterra sulluscita dallUnione Eu-
ropea come il momento in cui la post-verit si
manifestata per la prima volta con forza: ne
il desolante emblema quel celebre spezzone di
intervista in cui Farage, paladino della Brexit,
a referendum concluso ammetteva di fronte ad
una giornalista del Telegraph che quelle 350
milioni di sterline a settimana che si sarebbero
risparmiate fuori dallUnione Europea poteva-
no essere state uninesattezza da campagna
elettorale.
Le fake news
In realt, gi prima della Brexit, molti frequen-
tatori dei principali social network si stavano
accorgendo della percentuale sempre pi alta
di notizie false che venivano messe in circolo:
senza spingersi lontano, proprio qui nel Belpa-
ese era ed ancora attiva una fitta rete di siti e
pagine il cui solo obiettivo far giungere no-
tizie bufala sulla nostra home page. Tra gli ar-
gomenti pi falsificati ci sono crisi migratoria,
politica italiana e una marcata russofilia, temi
tadini davano ormai laria di ricercare non pi
verit, ma consenso politico; ed era presente
nei nuovi movimenti culturali, che stavano diri-
gendo la loro azione verso pericolose ideologie
sulla razza e la convivenza sociale.Politically
correctness, Alt-Right, Social Justice
sono le parole che hanno caratterizzato lultimo
biennio di lotta sociale in America, lotta di cui
impossibile affrontare qui unaccurata analisi,
ma di cui lo scontro Trump-Clinton non stato
altro che il riflesso politico.
Dal muro col Messico di Trump alle mail so-
spette della Clinton, dalle accuse di molestie
sessuali a quelle di malattia mentale: la novi-
t di queste elezioni non stata solo in simili
vergognose notizie, quanto nel fatto che le loro
puntuali smentite non avevano pi lo stesso fa-
scino delle bugie originali.
Diceva Hannah Arendt: Il suddito ideale del
regno totalitario non n il nazista convinto n
il comunista convinto, ma luomo per cui la di-
stinzione tra fatti e finzione, e la distinzione tra
vero e falso, non esistono pi.

Lanno della
selezionati accuratamente per cavalcare la rab-
bia del momento. cos che sensazionalismi
quali Boldrini vuole un milione di immigrati

post-verit
a Roma o Putin promette che lItalia uscir
dallEuro nel 2018 diventano il catalizzatore
dellinsofferenza di migliaia di italiani, venendo
condivisi a priori. Diverse realt online (come
lutile portale Bufale.net) si prodigano ormai in
attivit di verifica e sbugiardamento delle news,
Quando lemozione di ma i loro appelli giacciono spesso inascoltati da
un pubblico che nelle notizie non ricerca pi
una notizia falsa vale verit, ma giustificazione alla propria indigna-
zione.
pi della verit
Le fake-news
Questo panorama sotterraneo fatto di notizie
bufala e condivisione di falsit rimasto a lun-
go ignorato, almeno finch il clima di post-veri-
di Matteo Breda
salveranno il
t che aveva contribuito a creare non conflui-
to in realt politiche ben pi serie. Ad esempio
si intuisce facilmente come la xenofobia e le-

A dice una falsit; B la smentisce; A tuttavia
continua a ripeterla spudoratamente.
In queste parole delleconomista PierGiorgio
Gawronski sta forse la pi immediata defini-
zione di un fatto complesso, di cui tutti siamo
stati spettatori nel corso del 2016: la comparsa,
soprattutto in politica e giornalismo, della post
verit.
Post-verit indica appunto la propensione
a diffondere e privilegiare informazioni sul-
la base non della loro veridicit, ma di quanto
sappiano offrire conforto emotivo o validazione
di idee politiche. Si tratta di un atteggiamento
inedito, differente dalla classica propaganda (il
cui obiettivo era diffondere notizie false e fazio-
se) e probabilmente pi inquietante, proprio
perch non si parla pi di mettere in circolo
notizie semplicemente non vere, ma di far pas-
sare la verit stessa come qualcosa di accesso-
rio, di meno importante.
Un fenomeno del web
Un fenomeno che, prima di contaminare anche
giornali e discorsi politici, stato incubato da
internet: in un ambiente saturo di informazio-
ni come la rete infatti facile perdersi in mille
notizie, analisi, punti di vista Ne risulta uno
spettatore che, sovrastato dalla mole di dati che
ha la possibilit di processare, smette sempli-
cemente di ricercare ci vero, e inizia a sele-
giornalismo?
sasperazione delle notizie bufala sui migranti
trovi il suo bacino di utenti principali in una
parte della base elettorale di Matteo Salvini;
e tuttavia alla Lega va almeno riconosciuto di
essere estranea a pratiche di falsificazione di-
retta delle notizie. stata infatti unaltra forza In America la post-
politica la principale manipolatrice e fruitrice
di tale situazione di ignoranza da post-verit: verit ha portato
il Movimento 5 Stelle, a cui in qualche modo ri-
manderebbero un network di siti specializzati a unimprevista
in fake news.
Il tema ancor pi pericoloso per quando si impennata degli
parla di vaccini, con la post-verit che sconfina
dal territorio della politica, e diventa tragedia abbonamenti digitali
umana. Nel marzo del 2014 Azzurra, 11 anni,
la prima vittima di post-verit in Italia: muore ai giornali
di meningite, dopo non aver mai ricevuto una
vaccinazione adeguata. Il pediatra laveva scon-
sigliata.
di Daniele Erler
La post-verit negli Stati Uniti A met dello scorso mese il Financial Times ha
pubblicato un articolo in cui analizza landa-
E infine, impossibile non parlare dellargo- mento della vendita dei giornali americani. Il
mento principe in fatto di post-verit: la cam- mercato editoriale in crisi e non una novit.
pagna elettorale americana del 2016, probabil- A pesare non solo il calo dei lettori, abituati
mente la corsa alla presidenza pi vergognosa ormai a informarsi con internet o la televisio-
e meschina dellultimo secolo. Sono probabil- ne. La crisi economica nel suo complesso ha di-
mente molti i lettori che gradirebbero sempli- sabituato le aziende nellinvestire in pubblicit
cemente sorbirsi una sperticata critica nei con- sui giornali. Sul digitale il mercato pubblicita-
fronti dellormai presidente Donald Trump, rio invece monopolio quasi esclusivo di Face-
luomo incarnazione della notizia falsa e popu- book e Google: agli editori restano le briciole,
lista, ma la realt che sulle scene americane si segue a pag.7
pu parlare di post-verit da molto prima.
Era gi presente nei telegiornali, che a molti cit- Pagina 6
far quadrare i conti sembra unimpresa impos-
sibile.
Nel 2016 il New York Times ha perso, rispetto al
2015, il 20% degli investimenti pubblicitari. Va
peggio a Wall Street Journal e Times che hanno
registrato un meno 29%. Nello stesso periodo
Facebook e Google hanno invece aumentato
del 116% i loro introiti derivati dalla pubblicit,
divorandosi da soli i due terzi della pubblicit
digitale.
Nellanalisi del Financial Times sorprende per
un altro dato, questa volta in controtendenza.
Il New York Times ha aumentato del 47% il
numero degli abbonamenti digitali rispetto al
2015, con 267 mila abbonati nuovi solo nellul-
timo trimestre, la maggior parte dopo le ele-
zioni di Trump. Risultati analoghi anche per
il Wall Street Journal. Difficile comprendere
questa tendenza se non la si collega al dibattito
sulla post-verit e sulle fake news.
Il feto gettato nel cassonetto
Le notizie possono essere false semplicemen-
te perch, intuitivo, raccontano ci che non
vero, per la semplice negligenza di chi quelle
notizie le scrive.
Per averne un esempio non occorre andare
molto lontano. Lo scorso settembre il quoti-
diano online locale La Voce del Trentino ha
pubblicato una notizia: il ritrovamento di un
feto, gettato in un cassonetto nella periferia di
Trento. Uno scoop, dato che nessun altro gior-
nale locale ne aveva scritto. A seguito della pub-
blicazione dellarticolo si sono attivati anche i
Carabinieri che hanno per verificato come la
notizia fosse semplicemente falsa, il fatto mai
accaduto.
Il giorno successivo La Voce del Trentino
ha pubblicato un nuovo articolo per spiegare
quanto accaduto. Quando una donna, cono-
scente del nostro editore, ha raccontato la sto-
ria incredibile del suo ritrovamento di un feto
morto in un cassonetto si legge abbiamo
fatto tutto quello che era possibile fare, nel li-
mite della capacit di un giornale, per capire se
la storia fosse vera oppure no.
Ovvero? Dai particolari che (la donna, ndr)
ha dato continua larticolo dalle emozioni
che trasparivano dalla sua voce mentre li rac-
contava, abbiamo deciso di crederle. Nessuna
verifica della notizia, magari proprio con i Ca-
rabinieri. Ci che conta lemozione.
Meno male che la notizia c
Un altro esempio molto citato quello della
versione online del quotidiano lUnit. Basan-
dosi su unapparente somiglianza fisica, nella-
prile 2016 il giornale arriv a supporre che una
giovane Virginia Raggi potesse essere fra le
comparse nel video del celebre inno berlusco-
niano Meno male che Silvio c. Una notizia
da un lato spassosa, ma dallaltra con risvolti
politici (mentre era in corso la campagna elet-
torale). Peccato che anche in questo caso la no-
tizia fosse falsa.
Intervistato dal Corriere della Sera, lallora di-
rettore Erasmo DAngelis ammise di non aver
verificato la notizia. Non unoperazione po-
litica, ma giornalismo 2.0 disse . Il web ha
modificato profondamente il giornalismo, sui
siti e sui social gira di tutto. Voglio dire che la
comunicazione social punta molto sulla quan-
tit e sulla velocit. Ancora una volta la toppa
peggio del buco.
Pagare contro le fake news
Il vero dibattito sulla cosiddetta post-verit ri-
guarda per altro, come ha ben spiegato su que-
ste pagine Matteo Breda. Ovvero la possibilit
che le fake news divengano lo strumento per
influenzare lopinione pubblica, come si crede
possa essere avvenuto per la Brexit, oltre che
per le gi citate elezioni americane. Solo cos si
riesce a capire il motivo di tanta preoccupazio-
ne per le fake news, anche al di fuori della stret-
ta cerchia degli addetti ai lavori.
Tornando allarticolo del Financial Times, la
crescita improvvisa del numero di abbonati
digitali in concomitanza allavvento della di-
scussione sulla post-verit fa sperare che
negli Statunitensi ci sia un ritorno alla ricerca
dellinformazione di qualit. Il fatto che si sia
disposti a pagare per ottenerla in un certo
senso sorprendente.
Internet infatti cresciuto come il mondo del
gratuito, dove si paga soltanto la connessione
per accedere poi a uninfinit di contenuti senza
ulteriori pagamenti. Questa tendenza non pi
del tutto scontata, perlomeno oltre lAtlantico,
grazie anche al successo di piattaforme come
Spotify (per la musica) e Netflix (per il cinema).
Il dato americano fa sperare che anche il gior-
nalismo digitale e di conseguenza lintero si-
stema dei media possa aumentare la propria
resa proprio investendo sulla qualit. Un gior-
nalismo premium che dia pi servizi, approfon-
dimenti, interattivit e risposte. Tali da poter
convincere la gente a pagare volentieri, pur di
restare davvero informati.
La ricetta forse banale. Tradurla in un pro-
getto editoriale e quindi industriale altra
cosa. Richiede uno sforzo, orientato alle nuove
opportunit del sistema digitale. Un impegno
che forse gli stessi giornalisti non sono sempre
pronti a fare.
Il biodiritto e la
giurisprudenza
del futuro
Come le leggi
possono influenzare
il progresso
scientifico? Ne
parliamo con
Simone Penasa,
ricercatore
allUniversit di
Trento
di Carlotta Capizzi
La relazione fra scienza e diritto tanto proble-
matica quanto necessaria. Ci sono degli ambiti
che permettono a queste due materie di instau-
rare un contatto. Per esempio le tematiche le-
gate al biodiritto e alla bioetica. Ne convinto
Simone Penasa, ricercatore dellUniversit di
Trento per il Dipartimento di Scienze Giuridi-
che.
Penasa, in che rapporto sono scienza e
diritto? daccordo sul fatto che la pri-
ma progredisca pi velocemente rispet-
to al secondo, che costretto a inseguir-
la?
La maggiore velocit del progresso scientifico
rispetto alla produzione normativa un dato di
fatto, difficile da contraddire. Il diritto non do-
vrebbe rincorrere o inseguire il progresso bio-
medico, ma cercare di adeguarsi allo stesso. La
legislazione non pu per pretendere di seguire
in modo ancillare le innovazioni scientifiche.
Lobiettivo da raggiungere la regolamentazio-
ne di alcuni fenomeni sociali che il progresso
della tecnica crea. E il mezzo per raggiungere lo
scopo non pu che essere il diritto.
In che modo?
Non si deve ridurre il diritto alla legge formale
prodotta dal parlamento. In numerosi casi, in-
fatti, la prima risposta alle nuove scoperte non
viene dalle camere ma dalla giurisprudenza.
Per esempio, nonostante in Italia manchi, an-
cora, una normativa sul cos detto fine vita,
gi presente da alcuni anni in numerosi paesi
europei, non assente la giurisprudenza a ri-
guardo.
Cosa succede allestero?
La situazione completamente diversa. Nellor-
dinamento britannico la stessa legge a preve-
dere degli organismi tecnici indipendenti che
sappiano e possano adeguare la legislazione
alla tecnica. Ad esempio la HFEA (human
fertilisation and embryology authority) si pre-
occupa sia di informare in modo adeguato i
pazienti sia di regolare i rapporti fra stake-hol-
ders e legge. Grazie allambiente reso idoneo
allincontro fra scienza e diritto, la Gran Breta-
segue a pag.8
Pagina 7
gna stata la prima nazione ad autorizzare la
donazione mitocondriale e quindi a permette-
re la nascita di figli con tre genitori. Questo
procedimento, che prevede la donazione dello
0,2% del dna di una madre terza rispetto alla
coppia genitoriale, permette di evitare la con-
trazione da parte del bambino di gravi patolo-
gie, come la distrofia muscolare. Questo solo
un esempio di come lasciare lo spazio adeguato
alla scienza possa produrre scoperte e terapie
che possono evitare patologie gravi. Senza un
eccessivo sacrificio della coscienza sociale, gra-
zie al coinvolgimento di organizzazioni specia-
lizzate e idonee sia a informare i cittadini sulle
tipologie di trattamenti sia a trovare un punto
daccordo con la normativa nazionale.
Fino a che punto lecito parlare di li-
bert della scienza nel momento in cui
vi sono interventi legislativi che posso-
no determinare quali scoperte sono le-
cite e fruibili e quali no?
Il principio da cui bisognerebbe partire la con-
vinzione profonda che la scienza debba essere
libera, soprattutto considerato larticolo 9 della
nostra carta costituzionale che recita, al primo
comma: La Repubblica promuove lo sviluppo
della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Il primo e fondamentale compito del legislato-
re di dare attuazione ai principi elencati nella
Costituzione. C la possibilit e in alcuni casi la
necessit di porre dei limiti alle libert, ma sen-
za allontanarsi appunto dallattuazione della
carta. I limiti non sono di facile individuazione
o bilanciamento con altri diritti in gioco.
A cosa si riferisce?
Penso alla legge numero 40 sulla procreazione
medicalmente assistita. La Corte Costituzionale
ha riconosciuto la liceit di ricerche scientifiche
tramite lutilizzo di embrioni umani, poich gli
stessi non sarebbero da considerare alla stre-
gua di una persona. La definizione di cosa (o
chi) sia persona e cosa (o chi) non lo sia ha co-
stituito elemento di analisi da parte della Corte
costituzionale in numerosi casi. Una prima fase
interpretativa si pu far partire dalla sentenza
numero 27 del 1975. In merito allinterruzione
volontaria di gravidanza, la Corte Costituzio-
nale ha sentenziato che la salute della madre
debba essere preferita rispetto a quella del feto,
poich: non esiste equivalenza fra il diritto
non solo alla vita ma anche alla salute proprio
di chi gi persona, come la madre, e la salva-
guardia dellembrione che persona deve ancora
diventare. Stessa logica della sentenza 151 del
2009, in cui la corte ha in qualche modo nega-
to la personalit dellembrione, attribuendogli
per una certa rilevanza giuridica.
Un parziale cambiamento rispetto alla conside-
razione giuridica dellembrione si avuta con la
sentenza 84 del 2016. La Corte Costituzionale
ha rimesso la questione al parlamento per le-
levata concentrazione di questioni etiche. Que-
sta posizione pseudo imparziale della corte ha
portato a definire la sentenza come prudente.
Tuttavia la corte ha posto alcuni limiti alla di-
screzionalit delle camere, richiamando la sua
precedente giurisprudenza (sentenza numero
229/2015), nella quale aveva riconosciuto il va-
lore costituzionale della tutela dellembrione.
Lembrione, infatti,non certamente ricondu-
cibile a mero materiale biologico, da cui segue
che la sua tutela non riducibile in mancanza
di altri interessi costituzionalmente garantiti
da controbilanciare.
La discrezionalit parlamentare quindi uno
strumento fondamentale per lindividuazione
delladeguamento pi idoneo a soddisfare le
esigenze sociali della collettivit, ma allo stesso
tempo viene influenzata dalla dignit ricono-
sciuta a chi persona ancora non . Il parlamen-
to non quindi totalmente libero nellelabora-
zione della tutela adeguata di questo soggetto
di diritto che vive a met fra umanit e com-
posto biologico.
In che modo la libert di stampa do-
vrebbe porsi di fronte allinformazione
scientifica?
Personalmente sono contrario alla limitazione
di una qualsiasi libert legata a quella despres-
sione. Il pluralismo, sia quello delle possibili
fonti dinformazione sia quello delle relative
opinioni, un punto di forza della nostra so-
ciet e del nostro ordinamento giuridico.
The hacker
side of the
bio-revolution
Passano anche da Trento
le nuove frontiere della
tecnologia
di Elisa Garulli
Anni 70, California, una serata fra studen-
ti universitari a guardare la televisione. Uno
sta su un piede solo, con una mano che sfiora
lantenna e laltra alzata in aria, cercando di far
funzionare la tv. Sullo fondo della stanza Steve
Wozniak e Steve Jobs ridacchiano, hanno in ta-
sca un piccolo dispositivo che interferisce con il
segnale. Sono gli anni dei computer grossi, non
prestanti e sicuramente non personal. Dopo
qualche tempo Wozniak mostra ad un lungimi-
rante Jobs alcune lettere, digitate sulla sua ta-
stiera, comparire sullo schermo della televisio-
ne. Entro un anno dal garage degli Steve nasce
lApple I e muove i primi passi la rivoluzione
informatica che mi sta permettendo di scrivere
questo articolo da un laptop.
Wozniak e Jobs avevano in comune la passio-
ne e la voglia di innovare e rinnovare un siste-
ma di cui avevano imparato alla perfezione il
funzionamento. Erano hackers: persone che
dopo aver compreso a fondo un meccanismo lo
smantellano, lo ricostruiscono e lo applicano a
situazioni completamente diverse, inventando
nuovi dispositivi o trovando risposte a proble-
matiche ancora irrisolte. Per meritarsi il titolo
di hacker, per, la soluzione deve essere elegan-
te, raffinata e acuta. Girano su internet molti vi-
deo sul genere 5 hacks for.., e si propongono
di dare piccoli consigli per migliorare lo studio,
lorganizzazione, la salute, la vita. In genere si
tratta di riutilizzare qualcosa di cui disponiamo
tutti i giorni in maniera diversa, per risolvere
inghippi quotidiani. forse questo il punto: ri-
vedere qualcosa di cui si ha una conoscenza te-
orica o solo superficiale, approfondirne la com-
prensione e poi re-impiegarlo.
La rivoluzione biotecnologica
Separando quindi gli hacker dai cracker (ter-
mine pi appropriato per riferirsi a chi usa le
proprie conoscenze a scopo doloso), arriviamo
al tema di questo articolo: il biohacking.
Come millenials, dopo aver assistito alla rivolu-
zione informatica, stiamo ora guardando le pri-
me luci della rivoluzione biotecnologica, ovvero
limpiego di sistemi viventi a scopi tecnologici:
dai microrganismi alle piante, dagli animali ai
test clinici, dalla produzione di energia a quella
della birra. Il concetto di biohacking spesso
associato a quello della garage biology, o della
do-it-yourself biology, privati che impiegano il
loro tempo libero, e a volte non solo, per con-
durre progetti di ricerca open source in labora-
tori auto finanziati e/o auto costruiti. Lhacking
qui sta anche nel semplificare attrezzature e
protocolli per renderli fruibili ed accessibili ad
un pubblico pi ampio, oltre che nellinventare
dispositivi o sistemi biotecnologici (un esempio
Amplino, un test diagnostico per la Malaria).
Una delle prime critiche che muovono gli scet-
tici ma sicuro?. La risposta : s. Chi fa
biohacking a un livello che pu portare alla co-
struzione di una grande innovazione, sa cosa
sta facendo. Per esempio, il pericolo di creare i
temuti super batteri si realizza in modo molto
pi massiccio nellabuso di antibiotici, piuttosto
che in un biohacker informato che applica pro-
tocolli di sterilit e sicurezza. Si sente parlare
di bioterroristi ma intendiamoci, il biohacker
alle prime armi non ha n i mezzi n le cono-
scenze per creare armi biologiche, non pu mi-
schiare due pozioni e per sbaglio resuscitare il
vaiolo. Quelli che contribuiscono davvero a rav-
vivare epidemie di malattie dimenticate, non
sono appassionati di biologia fai-da-te e non
hanno un laboratorio nel sottoscala, piuttosto
sono disinformati che non accompagnano i figli
a vaccinarsi. Linformazione corretta la cura,
non la malattia.
A cosa serve
Ma quale pu essere lutilit di un fenomeno
di questo tipo? Se allungate la mano nella vo-
stra tasca o sul tavolo, probabile che trovia-
te un cellulare. In quanti sanno come funzio-
na? E non parlo di uno smartphone di ultima
generazione, quanti sanno come funziona un
indistruttibile Nokia 3310? Siamo stati tutti
spettatori affascinati di questa spettacolare ri-
voluzione tecnologica. Spettatori e non parteci-
pi. Il biohacking si pone come caposaldo anche
la divulgazione, per poter costruire un linguag-
gio comune, comprensibile a chiunque voglia
informarsi. Come si diceva, siamo agli albori
della rivoluzione biotecnologica e queste sono
le basi per poterci trovare fra ventanni a essere
stimati economisti, giuristi, ingegneri, potendo
tirar fuori dalla giacca il nostro analizzatore di
semantica bicerbiatta a propulsione batterica
e sapere come funziona. Non solo: sapere come
ripararlo e magari innovarlo e migliorarlo.
LOpen Wet Lab di Trento
Negli USA il biohacking una realt forte e con-
segue a pag.9
Pagina 8
solidata, in Europa fa da capostipite la parigina
La Paillasse e in Italia le associazioni pi con-
solidate sono OWL - Open Wet Lab di Trento,
BE.IN.TO. di Torino e EigenLab di Pisa. OWL
ha una forte impronta divulgativa e una piccola
sezione di progetti di ricerca. Vuole essere un
punto di incontro per chiunque abbia voglia di
mettersi in gioco, da informatici ad artisti, da
sociologi a biotecnologi. Se avete unidea o se
siete anche solo curiosi, linvito quello di non
essere osservatori passivi di questa rivoluzione,
ma di essere partecipanti attivi e di entrare in
contatto con realt che, come OWL, vogliono
toccare con mano oggi il mondo di domani.
Coscienza: da
unindagine
filosofica alle Teatro +
ricerche in
Scienza =
neuroscienze Meraviglia!
Il 25 marzo a Rovereto
un convegno per Bilancio positivo per
discutere di un tema la prima edizione della
chiave della psicologia rassegna che porta sul
di Gabriele Penazzi
palco la divulgazione
scientifica
Cosa si intende con coscienza? una funzione
della nostra mente correlata alle capacit at-
tentive, e quindi allessere coscienti che qual-
cosa intorno a noi sta succedendo? Oppure con
coscienza si intende il percepire se stessi come
una personalit ben definita, plasmata dalla
nostra memoria autobiografica, che si identifi-
ca con un io sono? E prerogativa unicamente
umana, o emerge in forma meno complessa an-
che negli animali? Pu esistere una coscienza
senza un corpo biologico in cui embedded,
ovvero incorporata? Sono molti i filosofi e i ri-
cercatori che si sono interrogati su questo mi-
stero cos difficile da definire e identificare, per
quanto alla base della fenomenologia delluo-
mo: Daniel Dennett, Antonio Damasio, Dou-
glas R. Hofstadter, Giulio Tononi, per citarne
solo alcuni tra i pi letti e ascoltati, dalle grandi
capacit divulgative.
Il convegno a Rovereto
Per fare un po di luce e accendere il dibattito
su quello che pu essere considerato lhard
problem della psicologia, i ragazzi dellasso-
ciazione culturale URLA in collaborazione col
Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive,
sostenuti dal TAUT e dalle Politiche Giovani-
li, hanno organizzato un convegno che si terr
sabato 25 Marzo nellAula Magna del Diparti-
mento (C.so Bettini 84, Rovereto) .
Questo convegno vuole presentare alcuni dei
punti di vista e degli approcci metodologici
che hanno come intento lindagine del fenome-
no della coscienza secondo un approccio
integrato: da una cornice filosofica e dei co-
strutti teorici da cui partire, fino alla ricerca dei
correlati neuro-anatomici, secondo una pro-
spettiva logico-formale e computazionale, per
giungere alle ultime frontiere della biofisica e
della psico-neuro-endocrino-immunologia.
Il cuore dellesperienza umana
I vari campi del sapere e le ultime frontiere del-
la ricerca scientifica offrono una panoramica
del mistero dei misteri, il delfico conosci te
stesso, regalandoci ciascuno il proprio punto
di vista e il proprio metro dindagine per stimo-
lare la curiosit e lentusiasmo verso la scienza
in primis, ma soprattutto verso quello che pu
considerarsi il cuore dellesperienza umana.
di Ivan Ferigo
Il primo festival di teatro e scienza a Trento
stato una meraviglia. Frutto della collabora-
zione tra Teatro Portland, Compagnia Ardito-
deso, Universit degli Studi di Trento e Opera
Universitaria, il Teatro della Meraviglia aveva
lintento di coinvolgere un pubblico curioso,
vasto ed eterogeneo in un mondo in cui le-
mozione artistica e la tensione scientifica alla
scoperta si fondono in tuttuno, porgendo allo
spettatore il lato umano della scienza. Un obiet-
tivo ampiamente raggiunto, a vedere quanto
si popolato il Teatro Sanbpolis dal 13 al 22
gennaio: studenti e adulti, specialisti e neofiti,
tutti accomunati dal desiderio di conoscere. Il
numero dei biglietti venduti ha superato il mi-
gliaio, e non in pochi hanno seguito tutti e otto
gli eventi. La scommessa di Andrea Brunello e
Stefano Oss, rispettivamente direttore artistico
e direttore scientifico della rassegna, vinta.
Il programma prevedeva quattro augmented
lectures e quattro spettacoli. Due tipi di propo-
sta, quindi, tre se si considera levento inaugu-
rale come un caso a s stante. Presentato come
spettacolo, Luce dalle stelle in realt pi una
lezione tenuta da tre veri fisici Nicola Ludwig,
Marco Giliberti e Marina Carpineti che si di-
lettano a fare gli attori, una ricerca su come co-
municare la scienza in modo non accademico.
Interessanti i contenuti scientifici (losserva-
zione di stelle, il lavoro del ricercatore), mentre
la parte teatrale, pur offrendo giocosi e gustosi
momenti dimprovvisazione, apparsa un po
debole.
I tre scienziati-attori sono stati protagonisti
anche di tre delle lezioni aumentate, ovvero
vere e proprie esposizioni di ricercatori scien-
tifici arricchite dalla partecipazione di artisti di
varia natura. Un esperimento singolare e inno-
vativo di dialogo tra teatro e scienza, il picco-
lo vanto della rassegna, in grado di vincere la
medaglia di bronzo del prestigioso premio Rei-
magine Education Award 2016 per la categoria
Cultivating curiosity promosso dallUniver-
sit della Pennsylvania. Ludwig, anche grazie
al contributo della pittrice Nadia Simeonova,
ha illustrato le straordinarie potenzialit delle
radiazioni infrarosse nellattraversare gli strati
pittorici e svelare cos pentimenti e modifiche,
restauri e false attribuzioni di dipinti storici.
Pi vera e profonda risultata linterazione tra
Giliberti e lattore Giacomo Anderle, che han-
no confezionato un lavoro fresco e indicativo di
quel generare curiosit che alla base del festi-
val: alla scoperta dellesperimento della doppia
fenditura e dei quesiti della meccanica quanti-
stica rimbalza infatti un simpatico dialogo tra
chi sa e chi vuole capire. Scienza e musica si
sono intrecciate mirabilmente nellincontro tra
Stefano Oss ed Enrico Merlin, con luno a spie-
gare con delicatezza in cosa consista londa gra-
vitazionale nominata cinguettio di Einstein e
laltro a rendere attraverso il suono questa in-
credibile avventura. Carpineti, infine, ha dimo-
strato in un irripetibile scambio tra fisica e arte
culinaria quanto questo percorso sia comples-
so, stupefacente e quasi miracoloso.
Nei tre appuntamenti teatrali in senso stretto,
invece, la narrazione scientifica stata veicolata
e resa fruibile dallarte dellattore, deputata, pi
che ad entrare nei dettagli della divulgazione, a
catturare emotivamente lo spettatore cogliendo
gli aspetti pi umani. Starlight ha ammaliato
per la travolgente carica scenica e laffabulato-
rio racconto di Filippo Tognazzo. Un avvincen-
te intreccio di storia sia quella maiuscola del
Risorgimento italiano, sia quella minuscola e
scienza, attraverso una nutritissima galleria di
personaggi. Una narrazione alla Marco Paolini
ricca di stimoli, che fa amare la vita e lappas-
sionato lavoro di nomi importanti della ricerca
scientifica nostrana del XIX secolo. Si viaggia
allindietro nel tempo fino al Rinascimento con
Il codice del volo, che ha registrato il tutto esau-
rito. Flavio Albanese, autentico animale da pal-
coscenico, racconta di Leonardo da Vinci, genio
poliedrico e originalissimo che dallerrore sape-
va trarre spunto per nuove scoperte, superan-
do i limiti naturali con una grandiosa curiosit.
Uno spettacolo tra narrazione e giullarata alla
Dario Fo che scalda e diverte. Teatro pieno an-
che per Torno indietro e uccido il nonno, che ha
chiuso la rassegna. Una conversazione surreale
incentrata sui ragionamenti di Einstein sul con-
cetto di spazio-tempo che vive dellaffiatamento
in scena tra Andrea Brunello e Roberto Abbiati,
che ancora una volta ha coinvolto e mosso al
riso la platea.
Il bilancio della prima edizione del Teatro della
Meraviglia quindi largamente positivo. Una
rassegna inedita che ha subito raccolto una
risposta dinamica da parte della citt, convo-
gliando un grosso e affezionato pubblico al Tea-
tro Sanbpolis, riempiendo questo spazio come
merita. E ora? Si proseguir con il mix vincente
di spettacoli e augmented lectures, cercando
altre proposte che mescolino in modo coerente
teatro e scienza, magari esplorando anche cosa
succede al di fuori dellItalia. Perch la curiosi-
t si mantenga vigile e lo stupore continui.
Pagina 9
LA MIA
ALMA
MATER
Trento e gli
universitari, una
convivenza difficile
ma necessaria
Il fondo di Gabriele Barichello
Pillola azzurra, fine della storia: domani ti
sveglierai in camera tua, e crederai a quello
che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle
meraviglie, e vedrai quant profonda la tana
del Bianconiglio.
[]
Allacciati la cintura, Alice, che da adesso di
meraviglie ne vedrai un bel po.
Purtroppo non possiamo chiedere a Morpheus
unaltra delle sue pillole, dovremo arrangiarci
con quello che abbiamo. Una cittadina, Tren-
to, il cui comune conta circa 120 mila abitanti,
e unUniversit che conta circa 16 mila iscrit-
ti. Aggiustando le cifre, considerando coloro i
quali parteggiano per entrambe le fazioni, ci
possiamo rendere conto come lo scenario sia
molto simile a quello gi raccontato da Erodoto
(e da Zack Snyder poi) della Battaglia delle Ter-
mopili. Si dato per scontato quindi che esiste
un conflitto, dovuto al contrasto delle intenzio-
ni, dei principi, degli stili di vita, nulla di nuovo
per la storiografia.
per necessario non accontentarci di que-
sta prima constatazione, ce lo insegna Erwin
Panofsky, col suo metodo dinterpretazione
dellopera darte (Il significato nelle arti visive,
Piccola Biblioteca Einaudi, 2010). Lo prendere-
mo in prestito quindi, lo distorceremo a nostro
piacere e per la nostra utilit, glielo renderemo
solo quando saremo tutti persuasi che la mio-
pia un bene solo per gli oculisti. Per questo
storico dellarte tedesco necessario procede-
re, nellanalisi dellopera darte, per livelli via
via pi articolati, ad analizzare ogni dettaglio,
seppur minuzioso, al fine di avere una visione
complessiva coerente e completa. Esattamente
come in Airport Security, quando gli agenti au-
straliani decidono di interrogare il povero tu-
rista tornato a casa dopo due mesi a Bangkok.
Panofsky non ha mai trovato bossoli di cocaina
per.
Superficialmente quindi stiamo parlando del
contatto tra due mondi, o individui, che pu av-
venire sia in forma pacifica sia con le armi, op-
pure non avvenire proprio, condannandosi alla
mutua indifferenza; facendo un piccolo passo
indietro consideriamo questa affermazione
plausibile che si tratti di persone fisiche, giuri-
diche, alte o basse. Lindifferenza statica, im-
pedisce il cambiamento. Di contro un contatto,
che sia feroce o mansueto, sempre preferibile,
non in termini assoluti, ma almeno per coloro
i quali pensano, con umilt, che larricchimen-
to passi dal confronto, che la voce dellaltro sia
preferibile ogni tanto alla voce dellego.
Siamo arrivati quindi allincontro, nessuno
nega che sia pi semplice alzare la voce, piutto-
sto dello sguardo, ma in queste righe, alla mer-
c dellautore, lo scontro cede il passo al con-
fronto. Esso dialogo che pu avvenire anche
senza parole come ce lo insegna da sempre lar-
te, che deve farsi maestra ogni tanto: Paganini,
concerto per violino e orchestra numero 2 in si
minore, terzo movimento, rondo la clochette.
Scriverlo tra le ricerche di YouTube sembrer
rapido come tradurre Der Mann ohne Eigen-
schaften (Luomo senza qualit, R. Musil, Ei-
naudi 2005) ma confido che lo strumento del
copia-incolla sia noto ai pi, e, come appena
avvenuto, sopperisca anche alle lacune lingui-
stiche pi marcate. Paganini voleva una campa-
nella che rispondesse a tono al violino solista,
che si ponesse come sua diretta interlocutrice,
il risultato un dialogo di cui non conosciamo
le parole, ma di cui capiamo il significato,
frutto del perfetto bilanciamento tra estetica e
virtuosismo. I due dialoganti seguono delle re-
gole ferree dellarmonia e della melodia, dalle
quali non possono prescindere: Censura! si
direbbe oggi.
Eppure non c confusione, nessuna esagera-
zione che non sia virtuosa, tutto fila liscio. Lo
sforzo necessario al fine di conseguire questo
risultato equamente distribuito ad entrambi
i contendenti. La tensione percepibile dalle
dita del malcapitato violinista che finiscono per
assomigliare alle braccia di affannati clienti di
Macys durante il Black Friday.
Universit, da un lato, citt di Trento, dallal-
tro. Due istituzioni che possono confrontarsi in
sede, appunto, istituzionale. A ben vedere scor-
re un netto legame di sangue, un rapporto ma-
dre-figlia. La seconda non pu essere senza la
prima, e viceversa (una madre senza figlia una
donna, come Trento senza universit sarebbe
una cittadina). Allora se questi sono i presup-
posti il dialogo non solo auspicabile, neces-
sario. Il legame tra madre e figlia complesso,
articolato; tutte le universitarie tridentine lo po-
trebbero descrivere con un sorriso sfocato sulle
labbra, con gioia, con lacrime. un rapporto di
conflitto positivo, di critiche costruttive, sottese
alle regole dellarmonia, che qui prende il nome
di affetto incondizionato. Imtiaz Dharker que-
sto rapporto lo vive da madre e artista, qui un
estratto della sua poesia Chioce:
[]
finally, who will she be when the choices
are made, when the choosers are dead, and
of the men I love, the teeth are left chattering
with me underground? just the sum of me and
this or that other?
Who can she be but, helplessly,
herself?
[]
Una figlia alla fine chi potr essere se non, sen-
za difese, lei stessa?. In questo momento rien-
tra in campo Panofsky, in panchina a causa di
un infortunio, a ricordarci che bisogna scavare
nei dettagli per avere una visione quantomeno
veritiera: bisogna quindi ricercare latomo, re-
sponsabile unicamente per se stesso, ma parte,
anche a sua insaputa, di un quadro pi gran-
de. Sinteticamente stiamo osservando un qua-
dro del ciclo le ninfee di Claude Monet, ed il
nostro naso sfiora la superficie della tela, nel
tentativo di carpire ogni singola pennellata. A
questo punto dovrebbe risultare evidente come
latomo, la pennellata, non sia altro che uno
studente universitario, chino sui libri, che ogni
tanto alza la testa annusando laria rarefatta
del Cial. lui quindi il responsabile, anche se a
giudicare dallo sguardo confuso non si direbbe;
latomo, la pennellata, eureka! Gli studenti
universitari sono lUniversit, e i cittadini la cit-
t di Trento.
Senza lausilio della pillola rossa arriviamo co-
munque dal Bianconiglio, per renderci conto
quindi che lo sguardo dobbiamo alzarlo noi,
come studenti e come Universit, armati si, ma
di pazienza, la stessa che utilizziamo quando ri-
ceviamo sedici telefonate senza risposta da una
madre apprensiva, che voleva solo conoscere il
nostro stato danimo, ma per non sbagliare ha
allertato anche la polizia di frontiera. Noi stu-
denti trentini, noi spartani, abbiamo una ma-
dre peculiare, che con una mano d e con laltra
toglie, ma nella sua infinita complessit sa esse-
re estremamente ingenua. Ingenua perch sua
figlia cresciuta, forse non lha ancora accetta-
to, ma cos risulta da un dato di fatto, non da
unopinione, e lotter ancora per poterle prepa-
rare la merenda da portare a scuola.
Noi lo accetteremo e avvicinandoci al primo ce-
stino lanceremo il pacchetto, con dentro len-
nesimo panino al prosciutto, nellimmondizia,
sentendoci immediatamente in colpa per il ge-
sto, ma bisogna fare i conti anche con questo, se
si vuole essere grandi.
Cos ho aperto
una coffe house
nel centro di
Trento
LUrban Coffee lab
ha aperto i battenti
lo scorso novembre,
abbiamo incontrato il
gestore
di Micaela Sehovic e
Davide Giovanni Steccanella
Incontriamo Emanuele Faes, il gestore di Ur-
ban Coffee Lab in una calda mattinata di feb-
braio. Locale semi pieno e atmosfera casalinga.
Non ce ne sono tanti di posti che ti danno que-
sta sensazione a Trento e ci chiediamo subito
come a un giovane come lui sia venuto in men-
te di aprire una coffee house in via Cavour, nel
centro citt.
stata una decisione presa dalla mia fidanza-
ta in realt, la ragazza bionda che potete vedere
dietro al bancone qualche volta. Abbiamo gira-
to un po allestero e in Italia, soprattutto a Pisa
e Padova e l abbiamo trovato caffetterie simili
alla nostra, abbiamo conosciuto i loro gestori e
la loro attivit stava andando bene: da l lispi-
razione per aprire questo posto. Prima facevo
lelettricista, non era un bellambiente per me,
non mi stimolava. Le luci nel locale per le ho
installate io. Allinizio il progetto era di aprire
un locale che vendesse patatine fritte, poi ho
cambiato idea. Ho fatto un corso di caffetteria
la sera mentre lavoravo per avere una prepara-
zione adeguata.
segue a pag.11
Pagina 10

Risponde a pezzi alle nostre domande data la
mole di lavoro nel locale, aspettiamo mentre
sorseggiamo un caff americano nelle nostre
tazze colorate, unaltra cosa piacevole di que-
sto posto: le tazze originali tutte diverse luna
dallaltra. Intanto pensiamo che non deve es-
sere facile aprire un locale a Trento o almeno
abbiamo questo pregiudizio, infatti questa la
domanda che gli poniamo appena torna da noi.
La parte difficile stata progettare il locale - ri-
sponde - ho impiegato 7 mesi. Poi difficile tro-
vare il mutuo per finanziare lattivit e fare una
stima di guadagni e prospettive. A differenza di
quello che si pu pensare la parte burocratica
non stata pesante, quella pi complicata ha
riguardato il finanziamento. stato anche dif-
ficile trovare un posto adatto, avevo adocchia-
to anche un locale in via Suffragio, ma poi ho
preferito aprire in un posto pi centrale, anche
se pi piccolo. Un altro punto critico stata la
ricerca di un personale appassionato in questo
lavoro, allinizio non andata al meglio.
E cosa hai pensato quando hai finalmente aper-
to a fine novembre 2016?
Il locale sar tutto vuoto. Nel primo periodo i
clienti erano per met anziani che bazzicavano
ed erano incuriositi, mi chiedevano bicchieri di
vino e non capivano il men, era divertente, an-
che se a volte difficile spiegare loro il progetto.
Ora invece all80% i clienti sono ragazzi e al
20% signori particolari. Quindi il tuo target
ideale sono i ragazzi?
S, ragazzi dai 18 ai 25 anni e soprattutto ora
che sono ricominciate le lezioni. Il locale ha
appena aperto, per gi ci chiediamo come po-
trebbe evolversi. Tra un anno mi vedo sempre
qua, ci rimarr sicuramente per qualche anno.
ancora presto per fare una stima del mio la-
voro, ci vogliono 6 mesi per avere un bilancio
iniziale. Dobbiamo mantenere o aumentare i
prezzi per avere dei ricavi. Il caff che usiamo
un caff artigianale di Livorno, ed abbastan-
za costoso. I macchinari non me li hanno for-
niti loro, ma ho dovuto acquistarli da solo. Le
collaborazioni continuano e domani incontrer
Black Sheep, una pasticceria vegana con cui
vorrei collaborare per avere prodotti vegani,
senza glutine, biologici. Un manager qualche
tempo fa venuto da noi per chiederci di aprire
il locale in franchising ed espandere lattivit in
Italia. ancora troppo presto per pensarci, ma
mi fa piacere che il nostro lavoro sia apprezza-
to.
Qual la soddisfazione pi grande finora?
Vedere che i ragazzi tornano spesso e volen-
tieri, mi piace veramente molto questo lavoro.
Non mi sento in un rapporto di superiorit per-
ch sono il proprietario, anzi con i clienti ho un
rapporto paritario. Sono soddisfatto che i clien-
ti cominciano ad apprezzare i prodotti biologici
che offriamo.
Torna al lavoro e ci mangiamo il nostro brow-
nie mentre finiamo il caff e ci sorge spontanea
la domanda: qual la tua combinazione prefe-
rita del men?
Ice macchiato al caramello con latte di soia e
bagel con salmone ed erba cipollina, insalata e
maionese. Non sono un tipo da dolce.
Dialogo tra
coinquilini,
ovvero perch
Beethoven
NON
vincerebbe
Sanremo
Apologia della musica
classica, troppo spesso
relegata dai giovani a
musica di nicchia o
da sfigati
di Francesco Filippini
Si alza il sipario, gli attori in pigiama, dopo
dieci ore di BUC, sincontrano in salotto:
Ho voglia di andare a letto e non svegliarmi
pi
Dai zio, stasera c Sanremo
E quindi? Penso di aver sofferto abbastanza
per oggi non credi?
Minchia che pesante, dai, vai a fare il vecchio a
letto ascoltandoti quella tua musica morta
Morta? Ma morto sar il tuo buongusto se ti
guardi sta roba
Dai taci, mi sparo tre ore di buona musica
adesso
E mentre i due continuano, infuocando i toni,
io che fatico a tenere le palpebre alzate inizio a
pensare tra me e me: ma Beethoven che figu-
ra ci farebbe a Sanremo?
Ricordiamo tutti (o quasi) il grande successo
e scalpore che fece Ezio Bosso nelledizione
2016 del festival; per giorni e giorni, girando
sulla bacheca di ogni social network non si
scorgevano altro che video e citazioni del mae-
stro costretto in sedia a rotelle. I mesi poi sono
passati e parrebbe che tutti si siano dimentica-
ti del povero Bosso; ma che fine ha fatto tutto
quellentusiasmo?
Si consapevoli che nellera in cui viviamo, dove
tutto smart & fast, la cultura musicale di un
individuo largamente affidata al buon gusto
delle radio, o alle playlists preconfezionate di
Spotify, forse per comodit, forse per pigrizia.
Parlando sinceramente: chi che ha tempo, tra
sessioni di studio infinite, spasimanti e partite
di calcetto di ascoltare una sinfonia di venti o
trenta minuti? Nessuno o quasi per lo meno.
La mancanza di curiosit forse la causa di
questa avversione generale, dettata anche dal
pressapochismo, verso la musica classica, che
suo malgrado ha visto cucirsi addosso una ter-
ribile nomea. Non per letichetta, giustificata in
parte, di musica litaria ma per quella di
musica da sfigati, che, fra i giovani soprat-
tutto, lha relegata a genere di nicchia, ascoltata
da pochi pazzi in cerca di unepoca doro (cul-
turalmente parlando) scomparsa. La nostalgia
della belle poque. Voglio per ricordare che la
musica classica non morta: tuttaltro! Basti
pensare a quanto ancora spesso le note immor-
tali dei maestri risuonino nelle grandi sale con-
certistiche ed a quanto ancora viva e florida sia
listituzione del conservatorio.
Laccusa che si pu muovere al pressapochismo
societario e musicale quella di aver anestetiz-
zato e compresso nellarco di uno spazio pub-
blicitario questa bellissima forma darte, aiuta-
to dallatteggiamento scettico dellascoltatore
medio, scoraggiato da tanta complessit.
Riflettendoci bene per, si dovr convenire che
la classica onnipresente nella nostra quoti-
dianit: inserita qua e l nelle colonne sonore
di lungometraggi o utilizzata come sottofondo
per lo studio, essa tuttattorno a noi. Non
questa forse allora una contraddizione in ter-
mini? Da un lato tanto snobbata e dallaltro
nelle nostre orecchie ed apprezzata da sempre.
Perch allora non provare a fare uno sforzo e
non decidere di circondarsi di melodie che fan-
no bene allanima? Forse lo sforzo mentale e
la pazienza che la classica richiede che scorag-
gia cos tanto luomo del XXI secolo, anche se
lunica risposta plausibile a questa domanda
la seguente: ognuno di noi diverso dallaltro
e diversi sono anche i gusti. Innegabile, per,
dire che esiste Musica e musica, e se prendia-
mo come assioma fondamentale lequazione
vigente: canzone da radio = tanti soldi =
buona musica , allora, bisogna ammettere,
Beethoven a Sanremo farebbe di certo una fi-
gura barbina, per non dire altro; ragionando in
questi termini, di contro, dovremmo affermare
per che le hits estive di Iglesias, che vendono
milioni di copie, sono dei capolavori musicali.
Idea che fa quantomeno storcere il naso.
Cos come sono cambiate le mode e i gusti del
pubblico, cos mutato il prodotto sfornato
dallindustria musicale. C stato un passaggio
da forma darte a prodotto che ha in parte gam-
bizzato e menomato questarte. C un motivo
per se ad oggi, a distanza di centinaia di anni
la classica ancora suonata, amata e studiata
in tutto il mondo. Si pensi alluniversalit del
linguaggio che essa utilizza: non ha bisogno di
testi da comprendere, non ha bisogno di core-
ografie o di passare in radio per comunicare
qualcosa. Si pensi alla perfezione della Nona
di Beethoven, si presti orecchio alla bellezza
delle sonate di Chopin od al turbinio di sensa-
zioni che si prova nellascoltare lOverture del
Gugliemo Tell. Come si pu dire che la musica
classica non per tutti? Non sono forse, lo stu-
pore e la gioia, sentimenti universali? Non af-
fascinante scoprire che la Fuga in sol minore
di Domenico Scarlatti, popolarmente nota
come fuga del gatto, sia stata ispirata dalla
melodia creata da Pulcinella, il suo gatto, che
passeggiava sulla tastiera? Dove il genio incon-
tra la bellezza, l risiede la musica classica.
Gli attori tacciono, gli sguardi si girano verso
di me, chiedendo un intervento:
Ehi io sto dormendo, lasciatemi stare poi,
amici miei, cosa diavolo sarebbe la buona mu-
sica?
Pagina 11

Conservatori e
controcorrente.
Lesempio di
Longanesi e
Montanelli
Figure storiche della
cultura italiana,
nonostante gli aspetti
controversi delle loro
biografie, restano fra i
migliori interpreti del
giornalismo nostrano
di Mauro Lorenzi
Due personaggi della cultura italiana hanno
spiccato per il modo con cui sono stati allo stes-
so tempo conservatori e controcorrente: Leo
Longanesi e Indro Montanelli.
Longanesi stato fra i pi importanti editori e
giornalisti italiani. stato prima un sostenitore
del fascismo e poi un frondista, che utilizzava
di nascosto il suo giornale per polemizzare con-
tro il regime. Quando Longanesi ha sostenuto
il fascismo, lo ha fatto con la sua tipica ironia
caratteriale, quasi istintiva. Il duce ha sempre
ragione!, ha scritto una volta.
Secondo Montanelli, Longanesi era un misan-
tropo che sghignazzava per non singhiozza-
re. Ma lui, capace di nascondere la sua ma-
linconia, era anche in grado di riconoscere i
conformismi della societ. In ogni epoca Lon-
ganesi sarebbe stato contro, come diceva lui.
Una volta si ritrov con Montanelli a Milano, in
un bar frequentato dai partigiani. Era appena
finita la guerra. Si alz in piedi sulla sedia. Indi-
cando i partigiani seduti accanto, url: Pren-
deteli, sono antifascisti!.
Dipingere semplicemente Longanesi come un
provocatore sarebbe per riduttivo. Era un fine
conoscitore della storia europea, capace di in-
tuirne in anticipo la direzione.
Longanesi aveva fondato nel 1950 la rivista Il
borghese. Scelse il nome per la sua ammira-
zione per la grande borghesia di fine Ottocento.
Credeva in valori come lestetismo e leleganza.
Laltra
Durante il fascismo, fece parte del movimento
culturale Strapaese, che si focalizzava sullim-
portanza del folclore e delle tradizioni locali
italiane. Proponeva come esempi di onest e
ordine gli uomini delle periferie. Per Longanesi
era soprattutto un modo per opporsi agli aspet-
ti negativi della modernizzazione.
Indro Montanelli era una persona spavalda ma
mai veramente fuori dalle righe. Questo suo
modo di essere si rispecchiava nella sua pro-
sa giornalistica veloce e accattivante. Era un
toscanaccio, con tutti i difetti tipici della sua
gente: Come tutti i toscani mi sforzo di essere
antipatico ma alla fine risulto simpatico, dice-
va di s.
Il suo modo di pensare lo rendeva un bersa-
glio per il femminismo nascente negli anni 70.
Montanelli sosteneva una differenza tra i ses-
si, pur nella necessit di riconoscere una parit
nei diritti. Aveva due lauree, lavor in America, raccontano i gol e momenti salienti, producen-
fu volontario nella guerra dEtiopia dove spos
una dodicenne. stato un giornalista di riferi-
mento soprattutto nellItalia del dopoguerra,
do da s i video.
Erano molto bravi, me ne accorsi subito, e il
conosciuto per i suoi editoriali.
Una volta suscit scalpore difendendo le Bri-
loro lavoro mi incurios molto. Stiamo par-
lando di Andrea Chiaffele e Marco Zonca, i Fo-
otballHazard Studio. Subito c sintonia e inizia
gate Rosse che gli avevano sparato: Quando,
dieci anni dopo, venni a stringervi la mano, il
gesto fu naturalmente equivocato. Non poten-
a definirsi un progetto interessante: unire le
competenze giornalistiche acquisite negli ulti-
mi mesi da Stefano con le capacit tecniche di
do attribuirlo alla paura, visto che voi eravate in
galera e che il terrorismo era ormai debellato,
molti mi accusarono di avervi stretto la mano
questi due ragazzi e raccontare tramite video e
audio le partite, creare dei veri e propri servizi
sportivi.
per esibizionismo.
Montanelli ha lavorato prima al Corriere del-
Manca qualcuno che creda nel progetto e li in-
serisca in una trasmissione sportiva vera e pro-
la Sera. Ha poi fondato Il Giornale, fino a
quando nel 1994 il suo editore Silvio Berlusconi
pria. settembre 2016 e Stefano si presenta da
Enzo Passaro e Gianluca Schiavi, allora ammi-
gli chiese un impegno politico pi forte perch
stava per candidarsi alle elezioni politiche. La
nistratore delegato di RTTR. Dovevano essere
10 minuti di appuntamento e alla fine abbiamo
libert giornalistica di Montanelli stata per
molti aspetti la pi decisa di tutto il panorama
parlato 3 ore. Erano molto interessati alla pro-
posta. Passaro mi disse che avevamo una buona
italiano, credeva nel mito liberale del giornali-
sta indipendente. Limpegno politico di Monta-
base di partenza e unito le persone giuste per
partire con un programma sportivo. Aveva la
nelli non era mai ideologico. stessa idea anche lui in quel periodo. Stava pen-
sando di iniziare un nuovo programma. Con i
Fra i suoi allievi oggi pi conosciuti c anche
Marco Travaglio. Il direttore del Fatto Quoti-
suoi contatti, l entusiasmo del nostro piccolo
team, le nostre rispettive capacit, e questi vi-
diano si definisce liberal-montelliano. deo autoprodotti poteva funzionare. E cos sia-
mo partiti.
Non stata una passeggiata arrivare il 29 Gen-
Dai campi
naio preparati. Lunghi mesi di lavoro, molti
consigli di Passaro e alcune prove tecniche da-
vanti alle telecamere hanno permesso a questo
di calcio allo
gruppo di giovani di arrivare pronti alla loro pri-
ma volta sul piccolo schermo. Dobbiamo svol-
gere ogni domenica il nostro lavoro al meglio,
schermo
ogni componente della squadra deve dare il suo
contributo. Senza la mia parte giornalistica, che
elaboro prima della diretta, appena finite tutte
della tv
le partite, non si va in onda. E ugualmente sen-
za i video dal campo di Marco e Andrea non po-
tremmo fare il programma. Dobbiamo lavorare
tutti al massimo e in tempi molto stretti perch
Stefano Povoli, la puntata sia trasmessa e di buona qualit. Ma
siamo una bella squadra.
studente di A questa parte del team, che lavora sui conte-
Giurisprudenza, porta nuti, si affianca un altro pezzo importante della
squadra: Luca Baldessari, che segue la grafica,
su Rttr la sua passione e Achille Ferrari, un aiuto prezioso per Stefano
in caso di imprevisti di qualsiasi tipo, sempre
per lo sport allordine del giorno nelle dirette tv.
Il programma proseguir fino a met giugno
tutte le domenica sere. Durante questi mesi
di Giulia Castelli Stefano, Marco, Andrea, Luca e Achille raccon-
teranno nel loro spazio su Domenica Sport so-
prattutto il mondo del calcio locale ma presto
potrebbero ampliare il loro raggio di compe-
Un maglioncino blu cobalto, un bellorologio tenza . un progetto in espansione. In futuro
al polso sinistro, lo sguardo deciso. Si presenta c sicuramente lintenzione di raccontare altri
cos Stefano Povoli, studente di Giurisprudenza sport oltre il calcio, la pallavolo e il basket. So-
al quinto anno. Sono stati quella determinazio- prattutto ci piacerebbe concentrarci su alcu-
ne, un po di coraggio e qualche intuizione vin- ni sport minori che per sono molto praticati
cente a portarlo sul piccolo schermo la dome- qui in Trentino. Se non dovesse andare, questa
nica sera alle 19 e 30, per condurre Domenica rimane una bellissima esperienza per noi che
Sport insieme a Enzo Passaro, gi conduttore ci sar utile per il futuro. Per ora mettiamo il
di programmi sportivi per RTTR. massimo del nostro entusiasmo e impegno in
questa nuova avventura.
Stefano ha mosso i primi passi nel giornalismo
sportivo per caso, tramite un sito. Gi appas-
sionato di calcio e giocatore della Virtus Tren-
to, ha cominciato cos a scrivere di sport e delle
partite pi attese a livello locale, raccontando le
migliori e le peggiori prestazioni dei giocatori.
Nel frattempo, ha proseguito la sua carriera da
calciatore e proprio sul campo ha incontrato chi
gli ha dato modo di unire questa passione per il
calcio con la sua buona capacit di raccontarlo:
Daniele Loss, giornalista sportivo, che diverse
volte aveva scritto di Stefano in quanto capita-
no della Virtus.
Inizia cos la collaborazione col Trentino e, in
seguito, con Il Dolomiti. Andando spesso a ve-
dere le partite di campionato per lavoro, Ste-
fano conosce sugli spalti un gruppo di video-
makers con la sua stessa passione per il calcio.
Questi ragazzi riprendono le partite, montano e Pagina 12
Se moda
e costume
possono
avere la
stessa
dignit
dellarte
Inizia con questo
numero una nuova
rubrica alla scoperta
dei luoghi della moda a
Trento
A cura di Hannah (collettivo di studen-
tesse universitarie di Trento)
Adolf Loos un nome che risveglia ricordi in-
gombranti: architetto, scrittore, grande osser-
vatore e critico della realt che vive, la Vienna
fin de sicle. Una citt che in questi anni si tro-
va ad essere un faro nelle arti, un punto di rac-
cordo di personalit che hanno saputo riassu-
mere le istanze del XIX secolo e pazientemente
traghettarle al successivo. Adolf Loos parlava
con Karl Kraus, Arnold Schnberg e le questio-
ni che sollevavano nei caf erano esistenziali ed
universali.
Nel 2016 la casa editrice Skira pubblica Come
ci si veste?, una raccolta degli scritti di Loos
in tema di abbigliamento e moda; sembra in-
credibile che una personalit del suo calibro
abbia trovato il tempo di dedicarsi ad uninezia
come questa. Forse invece anche lui riconobbe
come labbigliamento, la moda, altro non sono
che un tipo di espressione artistica: arte che
si nasconde anche dietro ogni scelta casuale
(per averne una conferma si ascolti lopinione
di Maryl Streep in Il diavolo veste Prada).
E arrivato quindi il tempo della scelta consa-
pevole, se moda arte, merita di essere trattata
con lo stesso rispetto. The True Cost un do-
cumentario del 2015, sotto la regia di Andrew
Morgan si osserva una sfilata di personalit
della moda contemporanea, delleconomia, dei
diritti umani. Tre temi apparentemente anti-
tetici che si riuniscono invece in questo mani-
festo contro lindustria della Fast-Fashion. E
Trento? Cosha da dire a questo proposito? So-
prattutto, a chi si deve chiedere per avere una
risposta?
Interno 11
Suonano i The Smiths da Silvia in via Manto-
va. Studentessa di architettura prima, laureata
invece in Moda e Costume poi, racconta degli
anni a Roma, a Porta Portese, quando hanno
aperto i primi colossi come H&M, e di tutta ri-
sposta rifiorivano i mercatini dellhandmade e
dei piccoli artigiani locali. Queste ultime real-
t lhanno affascinata tanto da costituire per
lei una mission ben prima di aprire il suo ne-
gozio: artigiani che mettono lanima in quello
che fanno, che cuciono, come lei faceva, la sera
in stanzette buie. Dar loro la luce che si meri-
tano quindi, senza nessun tipo di pregiudizio,
una ricerca estetica, ben svincolata da qualsiasi
considerazione puramente lucrativa, che si fa
filosofia di vita: questa la forza alle spalle del
negozio, la forza di una scelta consapevole, co-
raggiosa, forse anacronistica, nellaccezione pi
nostalgica di questo termine.
Il risultato? Avvicinandosi ad ogni cosa espo-
sta si avr la fortuna di poter toccare con mano
unesperienza, unidea che arriva a Trento sot-
to forma di abito, di borsa, originale e ricono-
scibile. Silvia d ai suoi clienti la possibilit
di premiare queste realt, fili intrecciati che si
uniscono alle trame delle nostre giornate. Se
labito la pelle che scegliamo allora il caso
di scegliere con cura.
Il Lord
Samuel vestito rigorosamente in nero, Fede-
rica sorride al suo fianco, ha in mano uno scam-
polo e nellaltra ago e filo, sta confezionando un
nuovo papillon che andr ad arricchire il nego-
zio di via Galilei, rendendolo simile ad uno dei
velieri di Dal. Le origini di questo locale vanno
ricercate tra Milano, dove Samuel ha studiato,
e la Francia, dove invece si formato profes-
sionalmente. Esperienze che hanno ridimen-
sionato le aspirazioni di un ragazzo partito da
Trento, che ha sempre preferito vestire gli altri,
pi di se stesso. In un negozio che realizza prin-
cipalmente capi su misura lattenzione inevi-
tabilmente rivolta al cliente, alle sue richieste,
al suo modo di essere. In questa fase lattivit di
Samuel diventa affascinante, come quella di un
ritrattista che cerca di rendere su tela il piglio
peculiare del soggetto, cos lui fa avendo per
in mano cataloghi di stoffe e una penna per le
bozze. La passione fa da guida, il suo particolare
gusto estetico adesso, ad attivit ormai avviata,
pu esprimersi liberamente. La sperimentazio-
ne pi grande avviene con le collaborazioni per
le compagnie teatrali, la realizzazione di capi
per gli spettacoli che non deve sottostare ai
canoni della strada. Federica realizza le sceno-
grafie, compone lhabitat dove queste creazioni
si muoveranno: questa capacit si riflette tra le
quattro pareti di via Galilei, ogni oggetto stato
scelto per una ragione, nessuna casualit, una
festa per gli occhi.
Gli Stati
Uniti
finanziano
un corso
allUniversit
di Trento
Allinterno di Studi
Internazionali, si
concentrer sulla
storia contemporanea
degli Usa
Un nuovo corso sperimentale in Storia degli
Stuti Uniti dAmerica ha preso il via allinterno
dellofferta didattica della laurea magistrale in
European and International Studies allUniver-
sit di Trento. Ospite della prima lezione Kel-
ly Degnan, Charg dAffaires dellAmbasciata
americana a Roma, la pi alta carica diplomati-
ca statunitense attualmente in Italia.
Il corso stato possibile grazie a un finanzia-
mento diretto del Governo americano. Lidea
era di promuovere linsegnamento della Storia
degli U.s.a. allinterno delle universit italiane.
Una commissione, composta da docenti di va-
rie universit e dagli enti promotori dellinizia-
tiva, ha selezionato alcuni atenei, tra cui quello
trentino, per sperimentare lapertura di corsi
che offrano la possibilit di approfondire temi
relativi alla cultura, alla societ e alla politica
americane.
Le lezioni sono gi iniziate. Lo scopo di ana-
lizzare i principali eventi nella politica estera
americana e i dibattiti storiografici che li ri-
guardano. In particolare, ci si concentrer su:
la splendid Little war (la guerra ispano-ame-
ricana combattuta nel 1898 tra gli Stati Uniti e
la Spagna in merito alla questione cubana) e la
creazione dellimpero americano, il wilsonismo
e la prima guerra mondiale; linternazionali-
smo conservatore; la depressione economica
e il momento isolazionista; la seconda guerra
mondiale e la creazione del secolo americano;
la Guerra fredda e le sue origini; la distensione
bipolare; gli Stati Uniti e la crisi degli anni Set-
tanta; la fine della Guerra fredda; gli Stati Uniti
e la globalizzazione; gli Stati Uniti e le guerre
umanitarie; gli Stati Uniti e la guerra al terrore.
Obiettivo del corso promuovere una cono-
scenza generale della storia della politica estera
americana nel lungo ventesimo secolo, aiutan-
do a comprendere il ruolo della politica inter-
na e della politica internazionale nel delinearsi
della politica estera americana. Il corso, aperto
anche agli studenti di altri dipartimenti, inter-
valla lezioni frontali e seminari di discussione.
Pagina 13

Orientarsi
al lavoro,
durante
lUniversit
Continuano gli
appuntamenti che
aiutano gli studenti a
costruirsi un futuro
La domanda Cosa farai dopo lUniversit?
una delle ossessioni per chi alle prese con
esami e crediti deve iniziare anche a imma-
ginare il proprio futuro occupazionale. Un
aspetto tuttaltro che secondario, soprattutto in
una fase in cui il mondo del lavoro ha finito col
complicarsi.
Per questo lUniversit di Trento organizza una
serie di iniziative, proprio per aiutare i laurean-
di e tutti gli universitari che volessero toccare
con mano i potenziali sbocchi occupazionali.
Perch essere dottori non significa per forza
essere disoccupati. Ecco quali sono i prossimi
appuntamenti in calendario.
Lumanista nel mondo del lavoro Al Dipar-
timento di Lettere e Filosofia (Via Tommaso
Gar, 14) ha preso il via e proseguir fino al 22
maggio un ciclo di dodici incontri per intro-
durre ad alcune realt professionali connesse
alla formazione umanistica. Lelenco completo
degli appuntamenti si trova su sito di Lettere.
Il ciclo Lumanista nel mondo del lavoro. Al-
cuni contesti professionali stato organizzato
da Elena Franchi e Giorgia Proietti per il La-
boratorio di Storia antica del Dipartimento di
Lettere e Filosofia. Fra i prossimi appuntamen-
ti, il 13 marzo Lumanista al museo, incontro
con Camillo Zadra, direttore del Museo storico
italiano della Guerra; il 27 marzo incontro con
lo storico Quinto Antonelli; il 10 aprile con la
stessa Elena Franchi.
Le professioni della psicologia Il Dipartimen-
to di Psicologia e Scienze cognitive, Palazzo
Piomarta/Istruzione (Rovereto Corso Betti-
ni, 84) propone, nella propria sede fino al 26
maggio, agli studenti e alle studentesse del cor-
so di laurea in Scienze e Tecniche di Psicologia
cognitiva il ciclo di conferenze Le professioni
dello psicologo. Percorsi, attivit ed esperienze
di professionisti. Tutti gli incontri si tengono
dalle 15 alle 17 con rappresentanti della profes-
sione, i dettagli si trovano sul sito del Diparti-
mento. Il 16 marzo, sempre a Rovereto a Palaz-
zo Fedrigotti, in programma invece lincontro
Gli studenti progettano la comunicazione del
futuro. Gli studenti e le studentesse del corso
di Interfacce e Tecnologie delle Comunicazioni
incontreranno alcune aziende. Il programma
prevede seminari e la presentazione di alcuni
poster da parte degli studenti.
Le iniziative di orientamento professionale e
placement proseguiranno anche nei prossimi
mesi. Gi in calendario, ad esempio, per mer-
coled 12 aprile c Placement day, career day lo spettro politico da sinistra verso destra.
del Dipartimento di Economia e Management.
Tutte le informazioni, come sempre, si possono
trovare sul sito dellUniversit. Aggiornamenti
saranno pubblicati anche nella versione online
de lUniversitario.
Schulz,
Merkel e
AfD: a sei
mesi dalle
elezioni in
Germania
di Marco Battistata
partiti vengono contati insieme, come un unico
Oltre a francesi e nederlandesi, questanno
saranno chiamati alle urne anche i cittadini
tedeschi. Il 24 settembre 2017 si voter infat-
ti per il rinnovo del Bundestag (il parlamento
federale) dopo tre mandati consecutivi sotto la
guida di Angela Merkel. I media italiani han-
no dedicato poche attenzioni a quanto accade
a nord delle Alpi: un po perch mancano an-
cora pi di sei mesi, dunque la campagna elet-
torale ancora in fase piuttosto embrionale;
un po perch per lungo tempo si prospettata
una campagna noiosa, avara di colpi di scena.
La rielezione della Cancelliera uscente, difatti,
a lungo sembrata pressoch scontata; ma la
candidatura dellex presidente del Parlamen-
to Europeo, Martin Schulz, ha rimescolato le
carte in tavola, e non poco.
I partiti in lizza
Incominciamo presentando i sette co-protago-
nisti di questa elezione, seguendo a grandi linee
ti, la Cancelliera Angela Merkel rimane molto
Die Linke (La Sinistra): partito di estrema si-
nistra ispirato a principi di democrazia e ugua-
glianza sociale. Presenta una coppia di can-
didati (pratica comune per i partiti minori):
Dietmar Bartsch e Sahra Wagenknecht, rap-
presentanti delle due fazioni in cui diviso il
partito (pi moderato e disponibile a coalizioni
il primo, pi populista e radicale la seconda).
Die Grne (I Verdi): partito ambientalista, ten-
denzialmente di sinistra, forte soprattutto nel-
la Germania sud-occidentale. I suoi candidati
sono Katrin Gring-Eckardt e Cem zdemir.
SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands,
Partito Socialdemocratico di Germania): la
principale formazione politica di centro-sini-
stra, che nel corso dellultima legislatura sta-
to partner di governo di Angela Merkel. Il suo
candidato Cancelliere Martin Schulz.
FDP (Freie Demokratische Partei, Partito De-
mocratico Libero): espressione della destra
tradizionale liberale, ma con posizioni pi pro-
gressiste su temi sociali. Il candidato Cancel-
liere Christian Lindner; alle elezioni del 2013
non riuscirono a superare la soglia di sbarra-
mento, rimanendo fuori dal Bundestag.
CDU (Christlich Demokratische Union, Unione
Democratica Cristiana): il partito conservatore
dellattuale primo ministro Angela Merkel, che
sar candidata anche alle prossime elezioni.
CSU (Christlich Soziale Union, Unione So-
ciale Cristiana): un partito conservatore dal
programma sostanzialmente analogo a quello
della CDU, della quale storicamente alleato.
La CSU attiva soltanto in Baviera dove si pre-
senta al posto della CDU: i voti ottenuti dai due
schieramento.
AFD (Alternative fr Deutschland, Alternativa
per la Germania): un partito di destra di ge-
nesi piuttosto recente. Inizialmente le posizio-
ni critiche vertevano soprattutto su tematiche
economiche, ma si gradualmente trasformato
in un movimento piuttosto affine al Front Na-
tional francese: particolarmente conservatore,
contrario allimmigrazione e molto euroscetti-
co. La sua leader Frauke Petry. Non attual-
mente rappresentato nel Bundestag.
Il ruolo di Schulz
Se guardiamo i sondaggi pi recenti, CDU
e SPD sembrano essere pi o meno alla pari.
Questo sarebbe stato impensabile un mese fa,
prima che i socialdemocratici sciogliessero le
riserve sul nome del loro candidato: pareva in-
fatti che tale ruolo sarebbe dovuto toccare al
presidente del partito Siegmar Gabriel, ma alla
fine costui si ritirato in favore dellex presi-
dente del Parlamento Europeo Martin Schulz.
Gabriel un politico esperto, ma relativamente
poco carismatico e poco popolare con leletto-
rato; al contrario Schulz ha alle spalle anni di
esperienza politica nellUnione Europea ma
rappresenta un nome nuovo per la politica na-
zionale tedesca. Le sue credenziali costituisco-
no dunque unarma a doppio taglio: sufficien-
temente esperto di politica per poter guidare il
paese, ma sufficientemente estraneo alle vicen-
de interne per potersi considerare un outsider
e tirarsi fuori dalla Groe Koalition- la coalizio-
ne di governo tra CDU e SPD, avversata dalle-
lettorato pi progressista, della quale Gabriel
era stato un fautore ed un esponente di spic-
co. Il carisma di Schulz ha risvegliato interesse
in molti elettori di centrosinistra che con una
candidatura pi moderata come quella di Ga-
briel avrebbero potuto rivolgersi alla Linke o ai
Verdi; secondo alcuni analisti politici, potrebbe
addirittura raccogliere qualche voto di prote-
sta anti-Merkel dallestrema destra di AfD. Al
momento la situazione per Schulz pare rosea,
ma la sua candidatura rappresenta un rischio:
la sua avversaria comunque forte e popolare,
ed uneventuale sconfitta potrebbe compromet-
tere la prosecuzione della sua carriera politica.
Alcuni opinionisti di sinistra avrebbero prefe-
rito vederlo candidato fra quattro anni, contro
un avversario meno temibile della Cancelliera
uscente.
I problemi a destra
Nonostante si trovi al governo da tre manda-
popolare, anche grazie alla relativa stabilit
delleconomia tedesca. Tuttavia, quattro anni
di governo assieme a SPD hanno portato a dei
compromessi piuttosto sgraditi alla destra pi
conservatrice; malumori poi acuiti dalla politi-
ca sui migranti adottata dal governo, assai poco
ben vista da una parte dellelettorato di destra.
segue a pag.15
Pagina 14
La CSU, partner della CDU in Baviera, ha con-
fermato lappoggio al partito nazionale: si trat-
ta di una buona notizia per Merkel, poich il
sudest della Germania solitamente una for-
midabile fucina di voti conservatori. Tuttavia, il
sostegno stato concesso non senza rimostran-
ze, soprattutto sui temi dei migranti: i vertici
del partito bavarese vogliono infatti scongiu-
rare il rischio che, sostenendo le politiche pi
centriste dellattuale Cancelliera, gli elettori pi
conservatori si rivolgano altrove (soprattutto
AfD) alle elezioni per il Bayerischer Landtag (il
parlamento statale della Baviera) che si terran-
no nel 2018.
Il peso degli euroscettici
Rispetto a molti altri paesi europei, il ruolo gio-
cato dagli euroscettici in Germania non par-
ticolarmente prominente. Tuttavia, lattacco
da destra mosso da AfD alla CDU un tema
ricorrente non solo in Baviera, ma anche nel re-
sto del paese. Per la prima volta dalla caduta
del regime nazista, infatti, lelettorato tedesco
ha una solida alternativa pi conservatrice di
CDU e FDP: nel corso del 2016 AfD ha ottenuto
degli ottimi risultati alle elezioni negli stati di
Mecklemburg-Vorpommern e Sachsen-Anhalt,
superando in entrambi i casi il 20%. Al momen-
to, la percentuale su scala nazionale si attesta
fra l8 e il 12%: non sembra che possa realistica-
mente puntare a vincere le elezioni, ma il sup-
porto al partito in rapida ascesa, segno che il
panorama politico tedesco radicalmente mu-
tato. La pi grande minaccia allavanzata di AfD
proviene per dallinterno del partito stesso: la
leader Frauke Petry rappresenta unala relati-
vamente moderata del partito, ma allinterno
di AfD c chi ha assunto dei toni decisamente
pi incendiari (come Bjrn Hcke, deputato al
parlamento statale della Turingia, che ha de-
finito una vergogna il monumento alla me-
moria delle vittime dellOlocausto di Berlino,
scatenando reazioni indignate da parte dello-
pinione pubblica). Uscite come quella di Hcke
non generano soltanto controversia ma anche
spaccature nel partito, poich gli esponenti del-
la fazione pi radicale tendono a minimizzare-
quando non a difendere- dichiarazioni che talo-
ra rasentano lapologia al nazismo.
A sinistra accade qualcosa di simile, anche se
pi in piccolo: allinterno della Linke c chi
auspica politiche di apertura nei confronti del-
le altre forze di sinistra (come la segretaria del
partito Katja Kipping) e chi invece persegue
una linea assai pi radicale, cercando di inca-
nalare voti di protesta e di rottura tendendo
alleuroscetticismo (come la candidata Sahra
Wagenknecht). Tuttavia, difficile che il par-
tito abbracci completamente queste posizioni
pi estreme... anche perch un suo esponente
di spicco, Gregor Gysi, appena stato eletto le-
ader del gruppo della Sinistra Europea al parla-
mento dellUnione.
Il gioco delle alleanze
Il sistema elettorale tedesco presenta una so-
glia di sbarramento al 5% e non prevede premi
di maggioranza: per governare si rendono dun-
que necessarie quasi sempre delle alleanze. Al
momento, tutti i partiti elencati sopra sembra-
no avere i numeri per entrare al Bundestag: gli
unici con qualche incertezza sono i liberali di
FDP (che si erano fermati al 4,9% nel 2013) e i
Verdi, penalizzati da una campagna elettorale
in cui le tematiche ambientali hanno giocato un
ruolo marginale e dalla presenza di un candida-
to forte del centrosinistra.
In caso di vittoria, SPD pu tendenzialmente
governare con chiunque: i Verdi si trovano al
governo coi socialdemocratici in molti parla-
menti statali e, come accennato sopra, allin-
terno della Linke presente una fazione che
vede di buon occhio uneventuale alleanza con
Schulz. Alternativamente stata prospettata
anche unalleanza coi liberali di FDP, ma tale
soluzione, favorita da Gabriel, pare assai poco
probabile dopo la nomina di Schulz.
La CDU, dal canto suo, ha in FDP un alleato
naturale: i due partiti presentano numerose
affinit soprattutto per quanto riguarda tema-
tiche economiche, ma stando ai sondaggi diffi-
cilmente i due partiti avranno voti a sufficienza
per governare da soli; inoltre il leader dei libe-
rali Lindner pare poco entusiasta allidea di far
parte di una coalizione di governo con Merkel.
Un altro partner potrebbe essere costituito dai
Verdi: il partito ambientalista tedesco meno
schierato a sinistra rispetto a formazioni ana-
loghe in altri paesi, ed in alcuni parlamenti sta-
tali (come in Baden-Wrttemberg, stato in cui
tradizionalmente ha percentuali piuttosto alte)
governa assieme ai democristiani. zdemir,
uno dei candidati, rappresenta inoltre lala pi
conservatrice del partito.
AfD pare risolutamente intenzionata a non
stringere patti con nessuno, e ci complica non
di poco la situazione: difficilmente una combi-
nazione composta da uno dei due partiti mag-
giori e i partiti minori ad esso affini riuscir
a superare il 50% dei voti. Ci significa che,
molto probabilmente, le elezioni porteranno
nuovamente ad una Groe Koalition tra SPD e
CDU: tuttavia, la partita per decidere chi tra i
due avr le redini dellalleanza ancora aper-
tissima.
gna, che ha saputo fare dellironia uno stru-
Pandispagna
il vignettista
de lUniversitario
di Alice Pezzutti
Vi siete forse chiesti chi sia lautore delle vi-
gnette che sono comparse negli ultimi numeri
de lUniversitario. Forse avete letto la firma
Pandispagna, magari avete poi ipotizzato
che questo nome fosse frutto di un errore di
battitura o di una svista di uno dei redattori
e di conseguenza avete inferito che le vignet-
te non fossero altro se non un copia e incolla
dalle immagini di Google di un qualche quoti-
diano.
Se avete pensato tutto questo ecco, vi sbaglia-
vate di grosso!
Pandispagna in arte e Giovanni Morghen nella
realt il nostro vignettista riviano (ovvero di
Riva del Garda), ha 21 anni e studia allAccade-
mia delle Belle arti di Bologna. Pandispagna ci
racconta che la passione per il disegno sem-
pre stata per lui una costante; allIstituto dArte
Fortunato Depero di Rovereto ha poi scoperto,
leggendo soprattutto Zerocalcare e Leo Ortola-
ni (autore di Rat Man), la sua particolare pro-
pensione per la tecnica del fumetto. Cos tra-
endo ispirazione dalle sue letture, Pandispagna
ha iniziato a sperimentare con grafite su foglio
questo modo di espressione artistica.
Soprattutto - ci dice Pandispagna - le prime
vignette che producevo avevano la caratteristi-
ca di essere quasi delle autocritiche, o meglio
fungevano da espedienti che mi erano utili per
esorcizzare i conflitti e complessi adolescenziali
che vivevo.
Questo modo di usare il fumetto rispecchia una
caratteristica pregnante dello stesso Pandispa-
mento per cogliere consapevolmente la realt
a tal punto da trasformare la tragicit in riso
intelligente e critico. Ecco si spiega la congiun-
zione tra la passione per il disegno e quella per
la politica che Pandispagna ha voluto mixare.
Con il risultato di usare la matita per fare della
satira, ispirato, ci dice, dallo stile della Step Up
Comedy e dalla comicit di Woody Allen a cui
molto affezionato.
Per scoprire Pandispagna ironico vignettista,
critico intelligente e abile autocommiserazio-
nista (come lui si descrive) e per poter vedere
tutte le sue creazioni lUniversitario consiglia la
sua pagina www.facebook.com/Pandispa-
gnaMorghen. Diffidando, come prontamente
Pandispagna ci avvisa, dei risultati di ricerca
che portano a pagine di ricette (realt con cui
sono ormai costretto a convivere).
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numero 3 marzo 2017
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