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L'ironia.
Nell'esame cui Socrate sottopone gli altri e se stesso, la sua prima preoccupazione
e di renderli consapevoli della loro ignoranza. A tale scopo egli usa l'ironia, cio
quel gioco di parole attraverso cui il filosofo giunge a mostrare il non-sapere in cui
si trova, e per gettarlo nel dubbio e nell'inquietudine. Facendo ironicamente finta di
non sapere, Socrate chiede al proprio interlocutore di spiegargli ci in cui egli
competente; dopo una lunga adulazione del suo sapere comincia a martellarlo di
domande, utilizzando il dubbio e la confutazione delle deboli risposte ricevute. In
questo modo il filosofo arriva al suo scopo principale: invogliare la ricerca del vero .
La maieutica.
Dopo aver creato il vuoto nella mente del discepolo, Socrate, non vuole riempirla
con una sua verit, ma stimolare l'ascoltatore a ricercarne una propria. Da ci la
celebre "maieutica", l'arte di far partorire. Cos come la madre, una levatrice che
aiutava le donne a partorire, Socrate era un ostetrico di anime: aiutava gli intelletti
a partorire i loro punto di vista. La verit deve essere una conquista personale e la
filosofia un'avventura della mente di ciascuno; la vera educazione, quindi,
sempre autoeducazione.
Socrate e le definizioni.
Il concetto.
Nella struttura del dialogo socratico, il punto focale l'interrogativo ti esti
(cos'?), ossia la richiesta di una definizione precisa di ci di cui si sta parlando.
Spesso, Socrate, chiedeva: cos' la virt?, e gli veniva data, come risposta, un
elencazione di esempi di virt, ma il filosofo non si accontentava, egli voleva
piuttosto una definizione ben precisa di virt. La domanda cos', rivela dunque,
due volti:
Uno Negativo (mette in crisi il dialogante, spogliandolo delle proprie certezze;
Uno Positivo (mira a condurre il dialogante verso una definizione soddisfacente
dell'argomento trattato). Ai lunghi discorsi dei sofisti (macrologie), Socrate
contrappose discorsi brevi (brachilogie), fatti di battute corte e veloci, per
obbligare l'interlocutore a risposte precise. Socrate, contro i sofisti, inoltre, ha
sentito il bisogno di portare un po' d'ordine nel discorso interpersonale, e una
precisazione linguistica dei concetti per permettere agli uomini non solo di
intendersi tra loro, ma anche di trovare anche un punto d'accordo. Cosi con questo
filosofo, comincia a delinearsi quella reazioni al relativismo conoscitivo, morale e
linguistico tipico dei sofisti. Ma nonostante ci Socrate non ha inteso la definizione
come una forma di sapere assoluto.
La morale di Socrate.
La virt come ricerca.
La morale di Socrate intende la virt come ricerca e come scienza. La virt era
intesa, dai Greci, come il modo di essere ottimale di qualcosa. Inizialmente la virt
era considerata come qualcosa di garantito dalla nascita o dagli dei, con i sofisti, e
con Socrate che si trova d'accordo con essi, questa visione cambia: la virt un
valore, una faticosa conquista, dipende dalleducazione, in quanto virtuosi si
diviene tramite, la Paideia (cultura).