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2016 Workshop -
manifesto and syllabus
Conoscenza e tecnologie appropriate per la
sostenibilit e la resilienza nellurbanistica
Knowledge and Appropriate Technologies
for Sustainability and Resilience in Planning
Laboratorio per i corsi di laurea magistrale in Architettura e in Pianificazione urbana e politiche territoriali.
IV edizione - La prima edizione del 2012 sostituiva il corso opzionale Tecnologie di protezione e di ripri-
stino ambientale attivo dal 1997 al 2011. Coordinamento: Luca Marescotti. Docenti: Funda Atun, Maria Pia
Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti, Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira
Menoni, Floriana Pergalani.
2 Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilit e la resilienza nellurbanistica
Queste furono e sono le motivazioni con cui assieme ai colleghi Funda Atun,
Maria Pia Boni, Massimo Compagnoni, Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Sci-
ra Menoni abbiamo messo a punto unipotesi didattica fondata sullurbanistica
come scienza autonoma allinterno delle scienze della terra tesa a assorbire tra i
suoi principi la precauzione e la prevenzione.
prima.
Infatti, i fattori, o motori, del cambiamento hanno origine nelluso del suolo,
nellaccaparramento di risorse in punti privilegiati del pianeta, nella riduzione
dei sistemi forestali e naturali, aspetti che erano presenti gi nel lontano passato,
basti pensare alla deforestazione e disboscamento tramite gli incendi, una prati-
ca per ottenere terreni per lagricoltura in atto da migliaia di anni (Marlon et al.
2008; Zennaro et al. 2015). Tuttavia, dopo la seconda guerra mondiale laccesso a
tecnologie sempre pi potenti assieme alla crescita demografica ha moltiplicato
gli impatti umani con unaccelerazione inaudita: di questo c evidenza scientifi-
ca. Il processo innescato da tali acceleratori produce situazioni non prevedibili,
non lineari e inaspettate.
Queste pressioni inducono trasformazioni ambientali e si riflettono a loro volta
sul vivente e sullumanit, aumentando le probabilit di mutazioni climatiche glo-
bali alla Ren Thom (Thom 1985). Mentre nel passato gli effetti delle dinamiche
della crosta terrestre e della biosfera erano relativamente lente, ma con enormi
variazioni, durante lOlocene le variazioni medie della temperatura globale erano
contenute nellintervallo di un solo grado centigrado. Le anomalie indotte dagli
impatti umani possono preludere a variazioni pi ampie, tra 2 e 4 gradi secondo
le attuali stime, aumentando i rischi di una trasformazione dellAntropocene in
termini ostili alla vita umana.
La domanda dallinterno della disciplina urbanistica proprio come far fronte
ai cambiamenti, ma questa domanda non pu trovare risposta se prima la disci-
plina non assume la responsabilit di riconoscersi come uno dei principali stru-
menti umani che guidano i cambiamenti globali, dove il problema non sta solo
nel consumo energetico ma in un complesso intreccio di fenomeni che sbilancia-
6 Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilit e la resilienza nellurbanistica
nelle politiche di gestione del territorio, per operarne una politica di riduzione.
Il primo passo per effettuare una mitigazione del rischio sismico la conoscen-
za della pericolosit di base, della pericolosit locale, della vulnerabilit e delle-
sposizione. Il concetto di rischio proprio in questa combinazione di elementi,
che, tutto sommato, sono anche facilmente recuperabili. solo una questione di
volont e di metodo.
Per pericolosit di base (Gruppo di Lavoro, 2004) si intende la misura dellen-
tit dello scuotimento atteso in un sito considerando un determinato periodo di
ritorno, pu essere espresso in termini di accelerazione massima al suolo. E una
misura probabilistica e si ricava da analisi statistiche degli eventi passati.
Per pericolosit locale ((Dipartimento della Protezione Civile e Conferenza
delle Regioni e delle Province Autonome 2008); (Colombi, Compagnoni, Perga-
lani 2011); (Regione Lombardia 2008)) si intende la valutazione delle variazioni
alla pericolosit di base dovute alla presenza di particolari condizioni geologiche
e geomorfologiche. In particolare vengono calcolate le amplificazioni del moto
del suolo e i fenomeni di instabilit (frane, liquefazioni, cedimenti).
Per vulnerabilit fisica di edifici e sistemi antropici (Corsanego e Petrini 1994);
(Calvi et al. 2006)) si intende la propensione di un oggetto a subire danneggia-
menti a seguito di un terremoto. Si valuta quindi la relazione tra lazione sismica
e il danno atteso alloggetto considerato.
Per esposizione si intende lentit dei beni presenti nel sito colpito dallevento o
oggetto di studio.
Nel corso del tempo si sono affinate metodologie per giungere ad una cono-
scenza sempre pi approfondita dei vari aspetti del rischio e quindi per poter
adottare azioni finalizzate alla mitigazione dello stesso. Non disponendo ad oggi
di tecniche adeguate per la riduzione della pericolosit di base, necessario agire
a livello progettuale per salvaguardare le strutture dal un loro danneggiamento.
Nel caso della pericolosit locale, necessario considerare tali effetti, sia in am-
bito di pianificazione, sia in ambito di progettazione. La vulnerabilit il fattore
su cui maggiormente si pu agire: la sua riduzione pu essere indotta sia a livello
di nuovi progetti, sia con interventi sullesistente.
Ne consegue, che per poter mettere in atto sistematicamente le azioni suddette
risulta essere fondamentale una oculata normativa sia urbanistica (Legge Regio-
ne Lombardia 2005 e s.m.i.), sia tecnica per le costruzioni (Decreto Ministeriale
14 gennaio 2008 2008).
La formazione di chi, a vario titolo, professionalmente chiamato in causa per
la mitigazione del rischio, un ulteriore aspetto che deve essere particolarmente
curato sia a livello universitario, sia professionale.
12 Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilit e la resilienza nellurbanistica
pomeriggio
03 - Vulnerabilit e resilienza urbana e territoriale: come lurbanistica e la pia-
nificazione territoriale possono contribuire a politiche di prevenzione. Relatore:
Scira Menoni 14.15-16.15
04 - Dimensioni quantitative e monitoraggio per il controllo e la valutazione:
grandezze e misure. VIM 3. Relatore: Luca Marescotti 16.15-18.15
ni 16.15-18.15
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