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MANUALE FILOSOFIA MEDIEVALE

AGOSTINO (Tagaste 354 420)


Evoluzione spirituale e biografia intellettuale intrecciate con la vicenda esistenziale:
373, nella lettura dellOrtensio di Cicerone trova lamore per le speculazioni filosofiche;
374, adesione al manicheismo, fascino della risoluzione bene-male. Poi questa visione
non lo soddisfa pi e cresce in lui lo scetticismo secondo cui alluomo concesso
formulare solo tesi verosimili;
384-385, distacco definitivo tesi manichee, incontro con pensiero neoplatonico e
platonismo di Ambrogio (Intelletto di Plotino, intermediario tra Uno e mondo della
molteplicit, presenta analogie con il Verbo), risoluzione problema del male,
considerato come puro non essere. -> linsegnamento della Chiesa non altro che una
versione semplificata del platonismo, adatto alla mentalit poco filosofica della
maggioranza. Autorit: Cristo, ragione: Platone. Nessuna indagine, per, pu fare a
meno del contributo decisivo che viene da Dio mediante il Verbo, strumento usato per
illuminare gli uomini -> rientrare in se stesso.
Ripiegandosi su di s, fino allintimo nucleo della propria interiorit, lanima pu
cogliere, al di l, Dio. Si supera la fase scettica: chi mette in dubbio la verit pu
almeno essere certo di dubitare, quindi sa di essere in quanto essere dubitante.
Senso interno, o occhio dellanima: attraverso questo, la nostra ragione, conscia della
sua natura fallibile, riconosce sopra di s una verit assoluta ed eterna, una luce
immutabile. La scoperta di criteri stabili testimonia la presenza della sapienza divina, il
logos. Cristo la fonte luminosa grazie alla quale il nostro intelletto scorge la verit.
(Credere per comprendere) Occorre accettare per fede le verit rivelate, se poi si vuole
approfondirle. Chi cerca la verit non pu prescindere dalla volont, con la quale si
assente a quanto rivelatoci da Dio. Questo atto pu essere preceduto da un lavoro
della ragione. Comprendi per credere, credi per comprendere: percorso circolare, nel
quale, prima, la ragione prepara lassenso al messaggio divino, poi, essa, torna in
azione per chiarire quanto pi possibile le verit in cui si deciso di credere. -> la fede
fondamento e condizione della ricerca razionale, anche se la speculazione filosofica
pu svolgere una funzione introduttiva alla fede. Grande importanza data alle arti
liberali, grazie alle quali possibile rinvenire lordine che Dio ha posto in ogni cosa.
Bisogna servirsi in maniera strumentale (uti, non frui) dei materiali elaborati dalla
speculazione pagana in grado di progredire nellapprofondimento dei dati di fede.
(De trinitate) il concetto di Dio uno e trino non unoffesa alla ragione. Comprensione
per analogia con indagine sullanima umana, che si articola in memoria, intelligenza,
volont, le quali, pur distinte, costituiscono ununit assoluta. Analogamente, in Dio vi
una sola natura che sussiste in tre persone (Padre, Figlio, Spirito Santo), i cui nomi
indicano relazioni. (si erano discostati dallinterpretazione ufficiale del dogma Sabellio-
> unit assoluta della sostanza, e Ario di Alessandria-> Cristo livello inferiore).
(De ordine: risalire a Dio tramite lo studio e la decifrazione dellordine dato alluniverso
dal creatore) lintelligenza divina ha disseminato il mondo di indizi, creando norme che
devono essere scoperte tramite le discipline liberali. Tutte le cose sensibili sono
simboli, figure e segni che parlano di Dio, Agostino si spinge sino a equiparare la
natura al testo sacro, il libro del mondo, che ha il vantaggio di poter essere letto
anche dagli illetterati, con interpretazioni allegoriche, senza concentrarsi nel singolo,
ma collegando il tutto con il tutto. Se ogni realt esistente rimanda ad altro, significa
che il significato non sta nelle cose stesse, ma nel Verbo: la verit leffettiva
conformit delle cose al loro modello contenuto nella mente divina. Dio lessere
stesso, per sostanzialmente indefinibile, si pu dire solo che , non ha limite, non
ha mutamento, n tempo, solo un eterno presente. Confutazione al manicheismo: in
quanto immutabile e incorruttibile, Dio non pu essere ostacolato dal male, il bene
assoluto. Il male non ha sostanza, perch non appartiene alla sfera dellessere,
privazione di essere, vuoto. Ottimismo metafisico: luniverso strutturato
gerarchicamente secondo i diversi gradi di essere e di bene. La creazione del mondo
non necessaria, come neoplatonici, ma, per creare il mondo, Dio ha dovuto solo
pensarlo, la sua parola creazione (Verbo). Al momento della creazione, Dio ha posto
nella materia le ragioni seminali di tutte le cose destinate poi a esistere e a
svilupparsi. Come trascorreva le sue ore Dio prima di creare il mondo? Domanda priva
di senso, perch Dio si colloca fuori dal tempo, che ha origine con il mondo. Solo il
presente ha una qualche esistenza, ma non esiste come realt permanente, bens
come qualcosa che si trasforma subito in altro (passato). La misurazione del tempo
avviene nella nostra anima, al cui interno il tempo trova la sua vera realt, il tempo
quindi distensione dellanima, solo nellanima diamo unit e continuit alle tre
dimensioni temporali.
(peccato e grazie) lunico male davvero esistente nelle azioni, non il male
metafisico, ma il male morale, il peccato. Consiste in una deficienza della volont
umana, che si stacca da Dio per volgersi ai beni inferiori. (de libero arbitrio) questo
debolezza della volont conseguenza del cattivo uso di Adamo della libert
concessagli da Dio: peccato originale. Non Dio causa del male morale, ma il libero
arbitrio. La colpa di Adamo ha pesantemente corrotto la natura umana, quindi solo Dio
pu ricondurre luomo alla salvezza, attraverso un atto di benevolenza, la concessione
della grazia. In fine vita, Agostino radicalizza limportanza della grazia, in contrasto
con Pelagio, Celestio e Giuliano che credevano nella capacit delluomo di salvarsi con
le sue forze. La grazia viene data da Dio solo ad alcuni uomini per motivi a noi
incomprensibili.
(De civitate Dei. Ruolo degli elementi precedentemente descritti nella storia
dellumanit) Origine dellopera: rispondere alla critiche ai cristiani dopo la presa di
Roma da parte dei Goti-> Nella prima parte: non stato il cristianesimo a condurre
lImpero alla rovina, ma la corruzione morale della storia di Roma. Nella seconda parte:
inquadra gli avvenimenti del 410 in una visione provvidenzialistica, con un senso ben
preciso. Le sofferenza inflitte da Dio costituiscono la giusta punizione per i malvagia e
servono a purificare i buoni, a consolidarne le virt. -> teologia della storia, ovvero
rilettura della storia umana alla luce di quanto narrato dalle Scritture. La storia
scontro di due citt, quella celeste e quella terrena. Questa distinzione non mai tra
due istituzioni, ma verte su due modi di vivere la vita, e ha inizio subito dopo la
creazione con la ribellione di alcuni angeli a Dio e compare nella storia con la caduta di
Adamo. Solo alla fine dei tempi buoni e cattivi saranno separati. Entrambe le citt
mirano alla pace, ma con obiettivi diversi (pace eterna/ assenza di conflitti). Il governo
temporale un male necessario, per porre rimedio ai guasti prodotti dalla caduta:
uomini schiavi dei loro desideri.
Agostino importante per il Medioevo e per il seguito, tardo Medioevo: possibilit
conciliazione dottrina agostiniana e aristotelismo? , frequenti dispute su significato
esatto Agostino predestinazione, filone di pensiero medievale mistico debitore nei suoi
confronti, che recuperano da lui un percorso di avvicinamento a Dio in tappe: distacco
dal mondo materiale, rientro allinterno della propria anima, rivelazione di Dio.
BOEZIO (Roma 480 Pavia 524/526)
Piano originario: traduzione e comento dei dialoghi di Platone e opere accessibili di
Aristotele, fra i quale egli credeva ci fosse sostanziale accordo. Organizza
lenciclopedia secondo le sette arti liberali: settuplice via alla sapienza. Assegna una
collocazione speciale alla logica che, in quanto arte di distinguere vero da falso, non
solo filosofia, ma da applicare anche negli altri rami. Traduce gli scritti logici di
Aristotele, sette codici della logica vetus, insegnata nelle scuole.
Boezio concepisce le arti de quadrivio come quattro sentieri capaci di condurre
lintelletto alla scoperta dellordine matematico che contraddistingue il cosmo, a
ognuna di queste assegna un trattato, ci rimangono quelli di aritmetica e di musica.
Tema dellarmonia cosmica di derivazione pitagorico-platonica: ci sono vari generi di
musica, il pi alto dei quali quello caratteristico delluniverso.
Alla filosofia spetta cogliere la ragione dellequilibrio armonico, cio Dio. La scoperta di
questa verit filosofica ha importanza nella vita di Boezio, e infatti molta importanza
ha lordine provvidenziale nella Consolatio philosophiae, che scrisse in carcere a Pavia.
Il testo dialogo tra Boezio e una figura femminile, la filosofia, che gli appare in sogno
e lo scuote dalla condizione di torpore: lo conforta, insegnandogli dove e come cercare
il vero bene. Primo dei cinque libri: autodifesa di Boezio, si chiede perch la giustizia
divina permetta che sia fatto del male a chi ha agito in buona fede. Filosofia gli
rimprovera di aver dimenticato la sua vera natura, il mondo al quale appartiene
quello retto da un re al cui volere impossibile opporsi. Secondo libro: consolazione
con dottrina stoica del fato, destino individuale inscritto in un ordine provvidenziale
complessivo. Lunica libert delluomo accettare serenamente la sorte e uniformare
la sua azione al volere di colui che regola, assurdo struggersi o pretendere di
cambiare le cose: la vera felicit da ricercare in se stessi, non nei beni esteriori.
Terzo libro: reale natura del sommo bene, la cui esistenza provata come nostra
percezione imprecisioni -> c la perfezione assoluta grazie alla quale le notiamo. Il
sommo bene va identificato in chi governa saldamente tutte le cose e le ordina con
dolcezza (pare ricalcare passo nel libro della Sapienza). In nessuna pagina della
consolatio si trovano tesi esplicitamente cristiane, in punto di morte Boezio si affida
alle cure della filosofia. Filosofia riformula la dottrina stoica dellordine provvidenziale
in termini platonici, Timeo. Ne deriva linvito a cercare il sommo bene nel creatore
delluniverso. Dio la forza che tiene armoniosamente uniti gli elementi del cosmo,
conservando un equilibrio fondato su rapporti matematici.
(il male) esso non pu essere creato da Dio, ma semplicemente non essere. Tema
ripreso nel quarto libro con argomentazioni platoniche. Per capire che i vizi non
restano mai impuniti, Boezio si deve innalzare fino alla dimore del signore dei re, da l
si vede come tutti gli uomini cerchino felicit, ma una parte di essi non abbiano la
capacit di raggiungerla, i malvagi sono come cadaveri, impotenti, poich operano il
male, che il nulla, fare il male debolezza. Quinto libro: in questo universo
governato dalla provvidenza divina non c spazio per la casualit.
(libert delluomo) qualunque essere razionale detiene il libero arbitrio, che nel caso
dellanima umana consiste nelluso della ragione, nella capacit di svincolarsi dalla
dimensione della corporeit. La prescienza divina delle cose future non d carattere di
necessit. Dio eterno, quindi anche la sua conoscenza opera su un piano
atemporale: vede simultaneamente tutte le cose, ha di fronte a s anche i futuri
contingenti, cio gli eventi causati dalle libere decisioni degli uomini, li vede cos come
accadranno, cio come atti liberi e contingenti.
ANSELMO DAOSTA (Aosta 1033-Canterbury 1109)
Fiducia nella capacit della ragione umana di illuminare e penetrare i contenuti della
fede.
(Monologion, 1076) si tratta il tema di Dio senza fare riferimento allautorit della
Scrittura, ma ricorrendo solo ad argomenti necessari, si finge che il protagonista non
conosca la rivelazione e si indaga come la ragione umana sia in grado di avvicinarsi ad
alcune verit della Bibbia. Le prove addotte nel Monologion sono del tipo a posteriori,
cio prendono le mosse da effetti, dalle cose sensibili, per poi procedere a ritroso e
risalire sino alla loro causa (Dio). Punto di partenza la constatazione che le cose di
cui si ha esperienza ogni giorno presentano caratteristiche in determinate gradazioni e
tali differenze sussistono in presenza di un essere che possieda ognuna di quelle
caratteristiche in forma assoluta, in accordo con tradizione platonica. Deve sussistere
un sommo bene in virt del quale ogni altra cosa buona risulta essere tale. In quanto
perfettissimo, dovr essere eterno, intelligente e creatore. Dio ha creato gli essere
secondo un modello, avendo nel proprio intelletto le forme esemplari di tutte le
creature. La creazione paragonabile allopera di un pittore: questa analogia viene
usata per provare che la ragione pu spingersi sino a cogliere la natura trinitaria
dellessere sommo. A tal fine sufficiente che luomo rifletta sulla proprie facolt:
memoria, intelligenza, volont: unico tra gli esseri viventi memore di s, si conosce e
si ama, pu cos scorgere in s la trinit divina. Lessere supremo di cui la ragione ha
saputo dimostrare lesistenza il Dio della rivelazione.
(Proslogion 1077-78) trovare un unico argomento in grado di dimostrare da solo
lesistenza di Dio e di tutte le altre verit della fede cristiana. Dialogo. La fede
costituisce un dato di partenza irrinunciabile e il Dio della rivelazione posto sin
dallinizio come ci di cui si vuole dimostrare lesistenza. Credo per poter capire:
ogni fedele deve approfondire quanto pi possibile le verit rivelate. Fra la semplice
fede e la piena comprensione infatti c il livello intermedio di chi si sforza di innalzarsi
verso una conoscenza adeguata delle verit. Largomento del Proslogion a priori,
trae spunto da una definizione che riassume ci che i cristiani credono su Dio.
Chiunque, se sente descrivere Dio come ci di cui non pu pensarsi nulla di maggiore,
comprende tale parole, quindi nella sua mente si forma il concetto di Dio come
lessere del quale non possibile pensare qualcosa di pi grande. Tuttavia, se Dio
esistesse solo nel suo intelletto, sarebbe possibile pensarlo ulteriormente perfettibile
nellesistenza extramentale, quindi non sarebbe davvero ci di cui non si pu pensare
qualcosa di maggiore. Quindi, bisogna ammettere che Dio descritto nelle Sacre
Scritture esiste tanto nellintelletto quanto nella realt. Dio esiste in modo necessario,
ossia non pu essere pensato come non esistente, in caso contrario lo si potrebbe
immaginare con una perfezione in pi, in virt della quale non neppure ipotizzabile
che non esiste. Anselmo ritiene che lo stolto nel dialogo abbia potuto pensare che Dio
non esiste solo perch non ha compreso davvero il significato di quelle parole.
Gaunilone si oppone ad Anselmo, dicendo che non possibile neanche pensare a ci
di cui non possibile pensare qualcosa di maggiore, perch esula dalle capacit
umane, quindi questa formula esattamente assimilabile allaffermazione Dio non
esiste. Anselmo reagisce: arriva al pensiero pi altro oltre a cui non c nulla partendo
da esperienze finite, riprendendo in qualche modo il Monologion: largomento del
Proslogion non risulta quindi del tutto autosufficiente.
(Onnipotenza, libert, prescienza divina) Dio onnipotente, sebbene ci siano cose che
non pu compiere, come dire il falso: non c contraddizione, perch poter fare ci che
ci nuoce difetto, impotenza, non potenza. Nel de libertate arbitrii Anselmo nega che
il potere di peccare sia un vero potere. Respinge lidea che la libert delluomo sia la
facolt di decidere se commettere peccato o no, perch altrimenti neanche gli angeli e
Dio sarebbero liberi. Libero arbitrio la capacit di serbare la propria volont retta per
amore della rettitudine, mentre se la li considerasse come scelta tra il peccare o il non
peccare, la libert non sarebbe un valore. In seguito alla Caduta, la volont umana ha
perso questo bene, ma lo riceve in dono da Dio, tramite la grazia. Riguardo alla
prescienza, in Dio non si distinguono future e passato, ma un eterno presente con tutti
gli avvenimenti, che vengono previsti necessari se sono tali e liberi se sono liberi.
PIETRO ABELARDO (Bretagna 1079 Cluny 1142)
Ricorre allapplicazione della logica o della dialettica a qualsiasi tipo di discorso. La
dialettica fornisce il metodo fondamentale di tutte le scienze, da ci c limpossibilit
di prescindere dalle regole logiche ai fini della comprensione della Scrittura.
Teologia del sommo bene. Impiego di strumenti logici con lobiettivo di cogliere il
significato dei termini e degli enunciati del testo sacro: il compito del teologo quello
di chiarire il senso delle espressioni usate per riferirsi a Dio, la cui natura non pu
essere completamente compresa dallintelletto umano, i nomi con cui lo chiamiamo
sono semplici metafore. Abelardo ritiene che anche la filosofia pagana abbia usato un
significato simbolico, e negli scritti degli Antichi si possono scoprire alcune
fondamentali verit di fede. svelata quindi una naturale convergenza fra fede e
ragione. Lostilit di chi non riconosce validit alle verit rivelate va combattuta
mediamente argomenti razionali, lunica arma con cui affrontare gli infedeli larma
della dialettica. Limpiego della logica in teologia dipende dalla convinzione che sia
ridicolo credere ci che non si capito, questa tesi ispira tutta la produzione teologica
di Abelardo. In particolare, si ribella a una fede che non sia sorretta sulla ragione ma si
fondi sullaccettazione passiva di quanto insegnatoci. Professare un credo religioso
solo per rispetto della tradizione porta inevitabilmente allintolleranza verso chi ha
ricevuto uneducazione religiosa diversa e trasforma la religione in un insieme di
formule vuote. Abelardo pensa che la fede debba essere compresa.
Il metodo di Abelardo suscit una dura reazione in Bernardo di Clairvaux, che oppone
un netto rifiuto a quella che considera unintrusione della logica in teologia e si scaglia
contro Abelardo in nome di una forma di scuola diversa, che riconosce in Cristo lunico
maestro e nella salvezza il solo fine di ogni sapere. Il programma culturale da lui
formulato mira a rieducare lanima umana al vero amore: la vita del monastero ha il
compito di indirizzare nuovamente lamore degli uomini verso il creatore, cos da
restituire loro la somiglianza originale con un Dio che supremo amore. La via verso la
salvezza richiede che il monaco impari a conoscersi in quanto immagine sfigurata di
Dio e, cos, approdi allumilt. Prende consapevolezza della propria miseria porta a
riconoscere anche quella altrui e a provare compassione per il prossimo. lamore per
gli altri a purificare lanima umana e a renderla di nuovo cos simile a Dio da
permetterle di unirsi a lui (perfetto accordo volont divina e volont umana). Si tratta
quindi di un percorso che riguarda la dimensione affettiva, non c spazio per
lindagine razionale. Bernardo accusava Abelardo di voler rendere certa la fede, la
logica lemblema della vana curiositas tipica di ogni sapere non improntato alla
salvezza.
Lo scontro culmina nel dibattito pubblico e nella condanna di Abelardo nel sinodo di
Sens, 1140. Bernardo non comprende la precisazione di Abelardo, egli ritiene lecito
applicare le regole logiche alle verit solo se si prendono in esame le prove con cui tali
verit vengono espresse, non bisogna mai intervenire sui contenuti, perch essi sono
fuori dalla portata della teologia.
(Abelardo: il peccato non consiste nellinclinazione naturale ad agire in un determinato
modo, ma nel consenso a tale inclinazione o nel non opporvisi. I giudizi morali non si
devono basare sullazione compiuta, ma sullintenzione con la quale si compie
lazione.)
In Sic et Non, Abelardo raccoglie e mette a confronto passi tratti dalla letteratura
patristica che sembrano in disaccordo tra loro su alcune grandi questioni di fede:
questa una sfida a cui il teologo non pu sottrarsi. Nelle pagine introduttive,
Abelardo dice che i commenti dei Padri della Chiesa vanno letti con libert di giudicarli,
esaminandoli tenendo in considerazione il contesto storico e le circostanze in cui
stata composta ciascuna opera; il contrasto viene superato anche facendo attenzione
alle possibili variazioni di significato nei termini impiegati. -> nuova forma di
letteratura filosofica: le Sententiae. Celebre quattro libri delle sentenze di
Lombardo, che diventer il libro pi commentato e influente dOccidente dopo la
Bibbia.
LA QUESTIONE DEGLI UNIVERSALI
La logica su cui si discusse nei secoli X e XI fu quella che sarebbe stata chiamata
logica vetus, cio quella trasmessa da Boezio. Intorno al 1130 inizi la stagione della
logica nova: riscoperta delle traduzione boeziane dimenticate. Si afferm la teoria
della dimostrazione che sarebbe diventata lunit di misura con cui valutare la
scientificit di ogni sapere, e lunica forma di sapere divenne quella che procede
deduttivamente.
Universali: termini che non indicano un individuo in particolare, ma si riferiscono a una
molteplicit di individui. La domanda a proposito di questi termini se ci a cui essi
rimandano siano costruzioni mentali, come dicono i nominalisti, o vere e proprie
realt, come sostenuto dai realisti.
La tesi realista conduce a conferire maggiore importanza a un insieme ordinato o a
una classe che non alle sue componenti, la tesi opposte induce a porre laccento sugli
individui. Quindi, il realista anteporr gli interessi della comunit a quelli individuali, il
nominalista privileger i diritti e i beni dei singoli cittadini o credenti. A seconda delle
risposte al tema degli universali, quindi, variano anche quelle in merito a questione
etico-politiche, religiose e giuridiche.
Il primo a interrogarsi sugli universali fu Porfirio in unintroduzione alle categorie di
Aristotele, ma lasci la questione irrisolta. Boezio, nei commenti allintroduzione, parte
dal presupposto aristoteliano secondo cui solo lindividuo reale, poich ci che
comune a pi individui non pu essere una realt individuale a sua volta, quindi, per
lui, gli universali sono concetti. Se non fossero privi di nozioni, per, non sarebbero
neppure veri pensieri, perch privi di oggetto. La soluzione la seguente: i predicati di
genere e specie hanno un fondamento reale nella relazione di somiglianza fra
determinati insiemi di esseri individuali. Boezio si ispira ad Aristotele e Alessandro di
Afrodisia, ma ricorda come Platone attribuisse agli universali esistenza separata. Nel
de consolatione philosophiae fa sua la tesi platonico-agostiniana secondo cui le realt
degli universali risiedono come idee contenute nellintelletto divino.
Pietro Abelardo legge i sette codici di Boezio. Nel commentare lintroduzione, Abelardo
muove dalla definizione aristotelica di universale come ci che preposto alla
predicazione di molti, per poi esaminare le tesi di coloro che ritengono gli universali
come corrispondenti a vere e proprie realt.
Esistono due versioni della tesi realista, sostenute da Guglielmo di Champeaux:
1) Radicale, agli universali attribuita una realt sostanziale separata, dotata di
esistenza autonoma, che prescinde dallesistenza dei singoli. Gli individui di una
stessa specie hanno unessenza comune e si distinguono per qualit accidentali,
ma se le cose fossero davvero cos, gli individui si distinguerebbero solo per una
somma di qualit inessenziali, inoltre, una medesima essenza, potrebbe
comprendere cose fra loro molto contrarie e avere accidenti contraddittori;
2) Pi moderata, il fondamento reale degli universali consiste nella non-
differenziazione tra individui della stessa specie, che non sono differenti, in
quanto presentano un nucleo di caratteri comuni. Cos, Guglielmo rinuncia a
descrivere gli universali come realt dotate di unesistenza separata, che
precede le cose individuali, ma generi e specie esistono esclusivamente nelle
singole cose sensibili, le quali si distinguono anche per le loro essenze.
(Abelardo rifiuta anche questa tesi: non ha senso parlare di non-differenziazione
fra individui che sono differenti essenzialmente).
Abelardo: lorigine delle difficolt sugli universali risiede nella convinzione che essi
siano cose reali. Gli universali, invece, non rientrano nel dominio delle cose, ma in
quello dei segni linguistici: sono parole utilizzate per significare una pluralit di singole
cose reali. (Abelardo parla di universali con le parole vox (parola istituita per la
significazione), nomen (nome dotato di un significato)). Dissente da Roscellino di
Compigne, che sosteneva che gli universali fossero pure e semplici emissioni di voce,
prive di qualsiasi corrispettivo nella realt.
Gli universali, invece, sono termini dotati di significato, ma la loro funzione
significativa non risiede in un rapporto tra la parola e la cosa da essa indicata, bens
nella capacit di generare un concetto generale che rimanda a un insieme di enti
individuali considerati nei loro aspetti comuni. Questi concetti risultano
inevitabilmente vaghi, ma devono comunque avere un fondamento nella realt: tale
fondamento va ricercato nel modo di essere comune a una pluralit di individui. Il
significato dei termini universali uno stato di cose, una quasi cosa; per ricorrere al
pensiero di Abelardo si parla quindi di quasi-realismo.
Come si formano gli universali: sono il risultato di unoperazione della mente mediante
la quale si prendono in considerazione gli aspetti che accomunano gli individui.
Lintelletto ricava i concetti universali dalle cose sensibili, a posteriori, attraverso un
processo di astrazione: la mente umana considera separatamente ci che nella realt
non separato e pu raccogliere nella medesima classe tutti gli individui che
condividono uno specifico modo dessere. Gli universali hanno una loro validit perch
colgono uno stato reale.
La questione degli universali riprender nei secoli XIII e XIV.
RISCOPERTA DELLA NATURA SECOLO XII
Dopo lanno Mille, lEuropa vede un periodo di sviluppo, economico, agricolo,
demografico e culturale. Rivestono importanza le nuove scuole, non pi legate ai
monasteri, che sviluppano un tipo di sapere pi aperto e senza finalit essenzialmente
religiose, si sperimentano forme di insegnamento innovative, nasce un nuovo tipo di
intellettuale. Importante anche lenorme opera di traduzione dal greco o dallarabo
di testi filosofici antichi che erano scomparsi nel periodo delle invasioni barbariche.
Viene sviluppato un modo del tutto nuovo di guardare alla natura, che viene percepita
come un insieme di fenomeni in grado di diventare oggetto di unindagine razionale e
sistematica. C un forte distacco dalla tradizione precedente che tendeva a vedere
nei fenomeni naturali una manifestazione della volont divina, togliendo autonomia
alla natura. Pier Damiani, XI secolo, diceva che non aveva senso individuare le leggi
delluniverso, dato che ogni aspetto della realt naturale trae origine da un atto
imperscrutabile della volont divina. Pier Damiani denunciava la debolezza della logica
e del linguaggio umani, incapaci di cogliere la realt intima delle cose.
Maestri della scuola di Chartres e dintorni si schierano contro la concezione della
natura dominante fino ad allora. Affermano la legittimit della fisica, intesa come
disciplina di studio dotata di un metodo specifico e di valore autonomo. La natura
acquista cos un suo proprio spessore. Abelardo di Bath ribatte che, sebbene tutto
abbia luogo per volere di Dio, gli eventi fisici accadono secondo un ordine che deve
essere interpretato, per quanto possibile, dalla scienza umana. Lo stesso
atteggiamento metodologico ha Guglielmo di Conches, critico verso la tradizione, dice
che in tutte le cose si deve ricercare la ragione, indagare i meccanismi della natura.
Egli respinge chi sostiene che ogni indagine fisica comporta un ridimensionamento
della potenza divina. Lui e i suoi colleghi considerano legittimo procedere a un
commento filosofico della Genesi. Egli difende i diritti e le prerogative della ragione
umana, il cui compito consiste nella ricerca delle cause di tutte le cose.
Un ruolo fondamentale esercitato dal Timeo di Platone, da cui i fisici di Chartres e
dintorni ricavano la convinzione che il mondo sia un organismo vivente dotato di unit
armonica. Da qui viene preso il principio di casualit, nulla nasce senza causa. Nel
mito timaico si narrava che il demiurgo avesse ordinato agli astri di portare a termine
la sua opera, nuova interpretazione della Genesi limita lazione diretta di Dio allistante
iniziale in cui vengono creati i quattro elementi. Da quel momento, la natura si
sviluppa autonomamente, gli agenti intermedi hanno avuto da Dio il compito di
completare la creazione, tra questi spiccano le stelle. In questo modo, la natura
acquista capacit causativa.
Oggetto proprio dellindagine fisica quindi il complesso di forze che regolano il
cosmo. Dalla fisica stoica viene il tema del fuoco divino che permea di s un cosmo
simile a un grande organismo vivente, mentre gli ermetici diffondono idea del cosmo
in cui le singole parti si influenzano reciprocamente.
Luomo assume un nuova collocazione nelluniverso: sfruttando i nessi e le
corrispondenze esistenti tra le varie componenti del cosmo, egli pu inserirsi nel gioco
di forza che determinano gli eventi fisici. Si profila cos la possibilit di intervenire
concretamente in quel mondo naturale che la tradizione monastica aveva sempre
trattato unicamente come un oggetto da venerare. luomo trova la sua dignit nel
potere che gli deriva dalla conoscenza, ha il suo primato sulla natura grazie alla
scienza fisica.
FILOSOFIA ISLAMICA ED EBRAICA
Il Corano invitava a indagare con la ragione le verit della religione. A differenza dei
cristiani, nessuno dei filosofi islamici matur la convinzione che fosse possibile
scorgere nella filosofia greca unanticipazione della rivelazioni, n ci furono tentativi di
islamizzare Aristotele o Platone: religione e filosofia conservano una propria
autonomia.
AL_KINDI (801-870)
Lettore di Aristotele, che nel terzo libro del De anima non aveva risolto una questione:
qual il senso della distinzione fra intelletto passivo (o potenziale) e intelletto attivo (o
producente) introdotto da quello stesso scritto? (La risposta era importante in quanto,
a seconda di dove si pone lintelletto attivo, pi o meno facile affermare limmortalit
individuale)
Al-Kindi attribuisce al singolo uomo unicamente quello potenziale, che passa dalla
potenza allatto solo per influsso dellintelletto attivo: questo considerato
unintelligenza trascendente, separata da corpo e anima, unica e universale, cio
comune a tutti gli uomini. Questa era linterpretazione anche di Alessandro di
Afrodisia, per Al-Kindi non identifica lintelletto agente con Dio, ma lo pone a un livello
inferiore, una sostanza spirituale che agisce sullanima umana in modo da renderla
intelligente in atto.
AL_FARABI (870-945)
Colloca lintelletto agente al grado pi basso di una scala di intelligenze, ognuna delle
quali presiede al movimento di una sfera celeste. Egli rilegge cio la teoria
dellintelletto del de anima alla luce di un concetto cardine del neoplatonismo, cio
lidea che il cosmo sia formato da una molteplicit di intelligenze motrici che
discendono da Dio per emanazione, secondo un ordine gerarchico. Al-Farabi identifica
quindi lintelletto separato con lultima delle intelligenze celesti, facendone la causa
efficiente di tutta la conoscenza umana.
(culmine della sapienza in Al-Farabi e Avempace. Per A-F la conoscenza delluomo
dipende interamente dallazione dellintelletto attivo: il momento pi alto del processo
conoscitivo ha luogo quando lanima individuale entra in contatto con lintelligenza
agente, meta della sua ascesa. Avempace individua la forma pi completa di felicit
nella congiunzione fra lintelletto del singolo uomo e lintelligenza separata: luomo
divino, il filosofo, il saggio, lunico a potersi considerare uomo nel senso autentico
del termine.)
AVICENNA (980-1037)
Teoria della conoscenza, cosmologia e metafisica sono strettamente collegate.
Il libro della guarigione, grande enciclopedia filosofica. Avicenna ritiene che il punto di
partenza obbligato della metafisica sia lessere in quanto tale, la cui nozione astratta
la prima a presentarsi al nostro intelletto: qualunque sia la cosa alla quale pensiamo,
la concepiamo innanzitutto come un ente. Loggetto di tale nozione si suddivide in
essere necessario ed essere possibile: il primo ci la cui non esistenza implica
contraddizione, il secondo ci che pu essere concepito come non esistente.
Lesperienza sensibile non ci fa mai conoscere nulla che sia di per s necessario, ma
solo realt contingenti, la cui esistenza prodotta da determinate cause. Quindi, il
mondo che conosciamo, un insieme di esseri semplicemente possibili, la cui
esistenza effettiva richiede una causa necessaria, che Dio.
Dio lunico nel quale essenza ed esistenza coincidano, il solo la cui essenza abbia in
s la causa della sua esistenza: in ci sta la sua assoluta semplicit. In tutte le altre
cose lessenza e lesistenza sono distinte. Il processo mediante il quale ogni cosa
riceve da Dio la sua porzione di essere concepito come un processo emanativo.
Questo passaggio non ricondotto a una libera decisione divina, che avrebbe
introdotto un elemento di mutevolezza nellassoluta immobilit e semplicit di Dio. Si
tratta di un processo necessario ed eterno, alla cui origine vi latto intellettivo con
cui Dio si conosce. Questo atto innesca una reazione a catena, attraverso cui il flusso
di essere che sgorga da Dio produce una scala di intelligenze celesti, ognuna delle
quali genera la successiva: lultima di queste intelligenze coincide con lintelletto
agente, comune allintera umanit, che illumina lintelletto potenziale di ciascun
individuo, fornendo gli intelligibili che lo fanno passare dalla potenza allatto. Essa
funge da ordinatrice del mondo sublunare, dando origine a tutte le forme degli esseri
materiali. Fra queste forme ci sono anche le anime umane. Lunione dellanima col
corpo una relazione accidentale, lanima una sostanza individuale, indipendente
dal corpo, che essa usa come strumento. Lintelletto potenziale non opera
necessariamente attraverso il corpo, non ne dipende, com evidente se si pensa che
lintelletto in grado di conoscere se stesso. Lattribuzione di un intelletto possibile a
ogni individuo vuole dimostrare la spiritualit e limmortalit dellanima individuale.
AVERROE (1126-1198)
Ha commentato tutti gli scritti aristotelici a eccezione della Politica, di cui mancava
traduzione, questo gli valse il titolo di commentatore. Condivide con Avicenna lidea
che lintelletto agente sia separato e unico a tutti gli uomini, gli attribuisce un ruolo
centrale e lo identifica con la pi bassa delle sfere celesti. Nel suo grande commento
del de anima colloca allesterno del singolo essere umano, al di sotto dellintelligenza
agente, anche lintelletto passivo, chiamato da lui intelletto materiale. Lo ritiene unico
per tutta la specie umana: se avesse natura individualizzata priverebbe dalla loro
universalit le forme intelligibili prese dallintelletto agente.
Averro elimina qualsiasi legame fra lanima intellettiva e il singolo essere umano: solo
lanima vegetativa e quella sensitiva possono dirsi forma del corpo. Non c un parte
delluomo che sopravviva alla morte del corpo, egli garantisce limmortalit solo
allumanit nel suo complesso, concependola come sopravvivenza dellintelletto
universale. La dottrina averroista era inaccettabile per chiunque professasse una
religione fondata sul dogma dellimmortalit individuale, per questo la sua diffusione
incontr lopposizione della Chiesa cristiana.
Rapporto filosofia religione: la speculazione filosofica consentita e prescritta dalla
legge rivelata. Tutti devono accogliere le verit religiose, ma gli uomini presentano
capacit di apprendimento diverse: il volgo, composto di individui sprovvisti di
istruzione e impossibilitati a spingersi oltre il significato letterale del Corano; i
teologici, le cui conclusioni sono ottenute mediante sillogismi dialettici; i filosofi, gli
unici ad avere alla loro portata uninterpretazione certa grazie al rigore del metodo
interpretativo. (Si avvale quindi della divisione aristotelica tra argomenti dialettici e
argomenti dimostrativi) -> solo i filosofi sanno affrontare e risolvere le pi complesse
questioni sollevate dalla lettura del testo sacro. Lobiettivo di Averro quello di
affermare il diritto di praticare liberamente la filosofia, senza indebite intromissioni da
parte dei teologi. Purch sia rispettato questo diritto, filosofia e religione possono darsi
reciproco sostegno. Esse trattano in modi diversi della stessa realt, fanno strade
alternative che arrivano alla medesima verit, la filosofia ha il vantaggio di contare su
un linguaggio e un metodo pi evoluti.
AVICEBRON (1021-1051)
Il libro della fonte della vita, contiene la tesi secondo cui escluso Dio, tutti gli esseri
sono composti da una forma e una materia. Affermare che in natura non mai esistita
una materia del tutto informe significa attribuire materialit anche alle cose spirituali,
come le intelligenze celesti o lanima intellettiva. In questi casi, la materia a cui si
unisce la forma materia spirituale: va intesa come un principio di indeterminazione
che oppone resistenza alla forza ordinatrice della forma. Molti maestri francescani
accolsero il principio dellilomorfismo universale, che poteva dimostrare differenza tra
creature e semplicit di Dio, fu invece criticato da Alberto Magno e Tommaso dAquino,
secondo i quali la capacit intellettiva di angeli e anime ne dimostrava limmaterialit.
Alla dottrina dellilomorfismo si accompagna quella della pluralit delle forme, ovvero
lidea che in ogni ente vi sia una molteplicit di forme. Considerando un corpo, quindi,
esso non ha ununica forma sostanziale, ma viene determinandosi per quello che
grazie alla progressiva acquisizione di varie forme, ognuna delle quali si sovrappone
alla precedenti, qualificando ulteriormente il corpo. linsieme di tali forme che
distingue ciascuna creatura da tutte le altre: se la materia lelemento comune a tutti
gli esseri, a differenziarli devono essere le forme.
MOSE MAIMONIDE (1135-1204)
Guida dei perplessi: rivolto a chi era incerto sul modo in cui le conclusioni filosofiche
potessero coesistere con una riflessione basata sulla rivelazione. Si guard nelle
universit a questo testo come a un testo capace di risolvere le dottrine aristoteliche
inconciliabili con la rivelazione.
Latteggiamento di fondo un sano realismo. In lui c la convinzione che il pi delle
volte la ragione sia in grado di dimostrare i dati di fede, anche se impossibile provare
tutti i dogmi religiosi. A suo parere, alcune verit rimangono fuori dalla portata della
filosofia: come laffermazione che dice che Dio ha creato luomo fuori dal tempo. Dalla
guida furono tratti: la teoria dellintelletto (come Avicenna) e attributi divini. Al centro
c lidea che le nostre affermazioni sulla natura di Dio risultano equivoche e
fuorvianti, poich si basano su nomi che servono a designare creature. Le definizioni di
Dio servono solo ad avere unidea di ci che egli non , e a indicare la distanza che lo
separa da tutte le cose di cui abbiamo esperienza.
GERSONIDE sul finire del XII secolo
Le guerre del signore. Maggiore rappresentante della filosofia ebraica medievale
situata nellEuropa cristiana.
(universit, ripresa Aristotele..)
ROBERTO GROSSATESTA (1170-1253)
Sistema filosofico che coniuga scienza aristotelica e metafisica platonica. Dalla
tradizione platonica: la luce ha un ruolo fondamentale nella costruzione delluniverso.
Tale ruolo connesso alla sua propriet fondamentale: la tendenza a irradiarsi in tutte
le direzioni, e nella Genesi (Dio disse luce e luce fu) trova conferma che la luce
rappresenti la prima forma di tutte le cose create, forma comune a tutti i corpi: la luce
dopo si diffonde per sua natura in ogni direzione, dilatando la materia a cui
inseparabilmente unita, sino a segnare i confini estremi del creato. Il limite massimo di
propagazione della luce coincide con la prima sfera del cosmo aristotelico, ossia con il
cielo delle stelle fisse. Esaurita la sua spinta, la luce compie a ritroso il cammino
precedente, tornando verso il centro delluniverso, che il punto da cui tutto ha avuto
inizio. In questo modo, essa traccia una sorta di reticolo luminoso.
Grossatesta ritiene essenziale fondare lo studio della natura sulle scienze
matematiche, le uniche capaci di cogliere il tessuto intimo delluniverso e di
individuare le ragione di ogni fenomeno: il percorso compiuto dalla luce allorigine di
tutto quello che accade nel mondo sublunare.
La necessit di dare un ruolo chiave a tutte le arti del quadrivio influenza Ruggero
Bacone, suo allievo, che condivide la struttura del mondo reale matematico-
geometrica.
ALBERTO MAGNO (1206-1280)
Avverte lesigenza di immettere la filosofia e lopera scientifica di Aristotele e dei suoi
principali commentatori nella cultura del tempo, di renderlo comprensibile al mondo
latino. Egli rivendica il diritto di studiare ed esporre anche i contenuti in palese
contrasto con le verit di fede. La sua guida Aristotele, egli fa propria la tesi
aristotelica secondo cui il divenire del mondo sublunare dipende dal moto delle sfere
celesti, ma la rilegge in luce platonizzante. I cieli diventano gli strumenti attraverso cui
le idee presenti nellintelletto divino si uniscono alla materia. Alberto deduca una
concezione magico astrologica del cosmo: a suo parere, se si esclude lanima
razionale, ogni cosa naturale mossa in prima istanza dalle forze celesti, che possono
essere scoperte e utilizzate dalla magia naturale. Alberto riprende la teoria della
creazione di Avicenna e del liber de causis, in cui la creazione viene descritta come
emanazione da Dio, pura luce da cui sgorga lintero cosmo: in tale processo, Dio d
alla materia le forme di tutti gli esseri attraverso la mediazione delle intelligenze
celesti.
(metafisica di Aristotele, censura ecclesiastica, Sorbona)

TOMMASO DAQUINO (1225-1274)


Il filosofo al quale ispir lintera sua riflessione Aristotele. Con lui la fiducia nelle
possibilit di conciliare fede e ragione raggiunge lapice.
Nacque nel 1225 nel Regno di Napoli, da una famiglia della piccola nobilt, si istruisce
al monastero di Montecassino, poi inizia a frequentare la facolt delle Arti. Entra
nellordine dei domenicani, viene mandato a Colonia, poi Parigi dove diventa
baccalaureato in Teologia, tiene corsi su Sentenze di Pietro Lombardo. 1259 torna in
Italia, poi viene richiamato a insegnare a Parigi, prende posizione contro la nuova
corrente averroista che si stava diffondendo. Condizioni sempre peggiori lo portarono
alla morte, il 7 marzo 1274, nellabbazia di Fossanova, sulla via che avrebbe dovuto
condurlo al concilio di Lione.
La sua produzione molto ampia: commento alle sentenze, ente ed essenza, somma
contro i Gentili, summa dei capisaldi del credo cristiano difesi dalle critiche di pagani e
miscredenti, commento al de trinitate di Boezio, contro chi contesta il culto e il credo
divini, questioni disputate sulla verit, summa theologiae, pensata come compendio
per principianti della riflessione teologica cristiana, questioni disputate sulla potenza, il
regime monarchico, la perfezione della vita spirituale, lunit dellintelletto, leternit
del mondo in polemica con averroisti latini, commento al liber de causis, commenti a
scritti aristotelici.
Tommaso cerca di attribuire alla teologia una struttura e un carattere scientifici. Nel
farlo, si cimenta con un problema che era stato affrontate delle menti pi brillanti
dEuropa: se lo studio delle cose sacre sia una scienza, secondo i criteri di scientificit
contenuti negli Analitici Secondi di Aristotele.
Il primo a dare una risposta affermativi fu Guglielmo di Auxerre, secondo il quale
possibile assimilare gli articoli di fede ai principi primi delle scienze. Ladesione del
credente a tali articoli ha luogo in maniera analoga allassenso immediato che la
ragione d alle premesse evidenti su cui si regge ogni sapere rigoroso.
Alessandro di Hales, che considerava la teologia un sapere di tipo eminentemente
pratico, ossia volto a difendere le verit di fede e a insegnare la via per la salvezza,
dice che il lavoro del teologo si risolve in un intenso impegno di esegesi biblica, il cui
fine primario indurre i fedeli ad amare Dio.
Sullimpotenza del coinvolgimento della volont insiste Bonaventura da Bagnoregio,
convinto che il solo intelletto sia insufficiente ad assicurare una reale comprensione
della fede.
Bonaventura, con Itinerario della mente verso Dio, esponente illustre del pensiero
mistico, il quale recupera da Agostino lidea di un itinerario di ascesa a Dio. Al termine,
Dio si rivela al singolo individuo, questa unesperienza di tipo affettivo, basata sul
desiderio di vedere Dio e sullamore per lui, esperienza preparata dalla ragione, ma
che poi la supera. Nellistante culminante, lanima porta con s tutta la conoscenza
acquisita in precedenza, ma non conosce Dio, bens lo gusta. Condividono: Gregorio
Magno, Bernardo di Clairvaux, Guglielmo di Saint-Thierry, Ugo di S.Vittore, Giovanni
Eckhart, secondo il quale luomo pu congiungersi a Dio solo trincerandosi nella
cittadella dellanima, cogliendo Dio come fondamento del proprio intelletto.
Oddone Rigaldi, successore di Alessandro di Hales, non teorizza esplicitamente la
possibilit di una teologia scientifica, ma nelle sue questioni disputata sottolinea come
sia del tutto legittimo istituire unanalogia fra gli articoli di fede e gli assiomi delle
varie scienze. Egli rimane per convinto che la teologia sia superiore a qualsiasi altro
sapere, data leccezionalit dei principi su cui si fonda. Bonaventura afferma che
filosofia e altre scienze umane sono solo gradini preliminari attraverso cui luomo pu
sollevarsi sino alla teologia.
Alberto Magno muove dal presupposto che alcun dottrine teologiche non si accordano
minimamente con quelle filosofiche, tuttavia, ci non giustifica gli ignoranti che si
oppongono con qualunque mezzo allo studio della filosofia. La soluzione consiste nel
tenere ben separate teologia e filosofia, che costituiscono due ambiti distinti e si
fondano su principi diversi; verit teologiche: rivelazione -> il filosofo non ne pu
discutere, ma si occupa solo di quanto accessibile alla mente umana. Alberto
rivendica lautonomia della speculazione filosofica.
Tom dAquino compie tappa decisiva. Dice che i due ambiti sono strettamente
connessi. Tom intende dimostrare come sia possibile impostare il lavoro del teologo
secondo i criteri di ogni vero sapere scientifico.
Lostacolo maggiore era rappresentato dalla natura tuttaltro che evidente delle verit
rivelate, inevitabile punto di partenza di qualsiasi discorso teologico. Secondo
linsegnamento degli Analitici secondi, invece, ogni sapere davvero scientifico doveva
procedere da principi evidenti.
Soluzione di Tom: equiparazione tra articoli di fede e principi sui quali si regge
qualunque scienza. La ragione umana non pu comprendere i principi appresi per
fede, per Dio illumina la mente del credente sino a conferire una certa evidenza dei
principi. Tom si rif alla dottrina aristotelica della subalternatio delle scienze, secondo
la quale il campo del sapere strutturato gerarchicamente e vi sono scienze che
ricevono da altri saperi i principi su cui sono costruite. Qualcosa di simile accade nella
teologia nostra, cio il sapere teologico alla portata delluomo. La teoria della
subalternazione il pilastro su cui il filosofo domenicano fonda la sua trattazione della
scienza teologica, si crede a Dio che ci indica queste cose mediante i suoi messaggeri,
come il medico, credendo al fisico, ammette che gli elementi sono quattro.
Dunque, la ragione teologica procede applicando le regole della dimostrazione
scientifica ai misteri della fede che Dio ha rivelato a ogni credente: il significato di
questi misteri rimane sempre parzialmente oscura alla mente umana, che ne ha una
conoscenza nettamente inferiore a quella di Dio.
La verit una, n lintelletto n la rivelazione possono essere ingannevoli. Filosofi e
teologi utilizzano il medesimo metodo di ricerca, strutturato secondo le procedure
degli Analitici Secondi. Differenti sono le premesse, evidenti e credute. Questa
differenza la ragione della superiorit della scienza teologica: il suo carattere
infallibile garantito dal fatto di poggiare sulla rivelazione divina.
-> La filosofia deve sottostare ai risultati del teologo. Quando il filosofo giunge a
conclusioni in contrasto con verit teologiche, vuol dire che si sta facendo un uso
sbagliato della ratio. Ogni argomentazione filosofica non pu non concordare con le
tesi che la teologia deduce dagli articoli di fede.
-> i filosofi devono sforzarsi di ampliare il grado di comprensione di quello in cui
credono.
La somma teologica riconosce legittimit anche a una teologica naturale, che rientra a
tutti gli effetti nellambito del sapere filosofico e ha per scopo qualcosa di analogo
allintelligenza della fede. Nelle Scritture vi sono dogmi che la ragione umana non in
grado di indagare e capire. Siccome sono indispensabili per la salvezza, Dio ha voluto
rivelarle a tutti gli uomini, ma i filosofi possono anche considerarle in quanto verit
conoscibili attraverso il lume naturale, vale a dire sanno trovare argomenti con cui
darne una dimostrazione razionale.
Le vie che conducono a Dio
Summa contro gentiles: verit rivelate che la filosofia pu raggiungere con le sue
forze. La prima riguarda lesistenza di Dio: non se ne pu dare una spiegazione
razionale mediante una riflessione sul concetto di Dio (Proslogion). Lunico modo per
dimostrare lesistenza di dio consiste nel procede a posteriori (come Monologion): si
parte dallesperienza sensibile. Contra gentiles e Summa theologiae: cinque vie.
1. Motore immobile, via cosmologica; constatazione che alcune cose si muovono,
come insegna la fisica di Aristotele, se qualcosa di muove, allora mosso da
qualcosaltro. impossibile retrocedere allinfinito nella serie dei motori perch
se non vi fosse un primo motore non ci sarebbero neanche gli altri. Quindi esiste
un primo motore immobile, immutabile, Dio.
2. Causa incausata; il mondo naturale costituisce un insieme ordinato di cause
efficienti, Dio causa pirma incausata, perch non si pu risalire allinfinito nelle
cause.
3. Lunico essere di per s necessario; i fenomeni di generazione e corruzione a cui
sottoposto ogni ente, cio il carattere contingente, dimostrano che egli non ha
in s la ragione sufficiente del suo esistere. L'ente ha esistenza possibile, viene
allessere soltanto in virt di qualcosa che esiste necessariamente, Dio.
4. La massima perfezione; gradi di perfezione nelle cose sensibili, paragone
assoluto, Dio lessere che detiene ogni perfezione in sommo grado.
5. La suprema intelligenza ordinatrice; alcuni enti privi di capacit conoscitiva
operano in vista di un fine, quindi in loro hanno un principio dotato di
conoscenza e di intelligenza, dal quale tutte le cose di natura sono volte a uno
scopo.
Enti: cose concretamente esistenti di cui abbiamo esperienza.
Essenza: ci che costituisce come tali quelle determinate cose.
Tom concepisce la relazione tra essenza ed esistenza in modo del tutto analogo alla
relazione aristotelica tra potenza e atto: lessenza la potenzialit dessere,
lesistenza lessere in atto.
Come aveva rilevato Avicenna, lessenza delle cose che cadono sotto i nostri sensi,
non include mai la loro esistenza, occorre perci che vi sia qualcosa la cui natura o
quiddit consista esclusivamente nel suo essere, Dio.
Esodo Io sono colui che sono-> Dio il solo a non ricevere dallesterno il proprio
essere, ma ad averlo in s, soltanto essere.
Tutto ci che non Dio trae da lui il proprio essere, lo riceve da Dio per
partecipazione: ha lessere, ma non lessere stesso. Lesistenza appare una
perfezione comunicata liberamente da Dio a ogni cosa, mediante la creazione.
Questa perfezione si unisce con la sua essenza e attualizza lente. Conferisce
allessenza, che era semplice potenzialit dessere, unesistenza effettiva, e nel
contempo riceve un contenuto oggettivo, una res.
Il rapporto fra Dio e le creature, che esistono esclusivamente per partecipazione,
concepito da Tommaso come un rapporto di analogia, le cose finite sono simili a
Dio, che per differisce in modo radicale da tutto il resto. La trasmissione
dellessere alle creature non avviene in virt di un processo necessario, giacch Dio
non ha bisogno di nessunaltra cosa e non mancherebbe di nulla, ma per una scelta
libera e consapevole di Dio, ossia a partire da un suo atto conoscitivo.
Dio dotato di una conoscenza intellettiva, che non pu per riguardare cose
contraddistinte da potenzialit e imperfezione: loggetto immediato di questa
conoscenza deve perci essere lidea che Dio ha della propria essenza. Egli
conosce questa idea non solo in se stessa, ma anche in quanto partecipabile dalle
creature in varia misura, allora ecco che lintelligenza divina contiene in s tutte le
essenze a cui la creazione conferisce lattualit concreta dellesistenza:
conoscendosi, Dio conosce ogni altra realt, di cui la causa efficiente. Ogni ente
esiste solo in quanto conosciuto e voluto da Dio.
Assumono grande rilievo le idee di ciascuna creatura contenute nella mente divina:
Dio conosce ogni possibile modo in cui le creature partecipano della sua
perfezione. Tom respinge la tesi di chi considera gli esseri naturali solo un pallido
riflesso delle idee divine, non vanno privati della capacit di produrre effetti, perch
riconoscendo questo si misconosce la perfezione di Dio, il quale ha voluto che le
cose create gli fossero simili anche per quanto concerne lagire, le creature sono
dotate di una natura piena e di unattivit loro propria. I fenomeni fisici si devono
spiegare riconducendoli a cause naturali, senza presupporre continui interventi
soprannaturali.
Si pu parlare di Dio in modo corretto rimuovendo da Dio tutto quello che non gli
deve essere attribuito, non sapendo esattamente cosa sia Dio, si pu almeno
mostrare che cosa non . (Gi affermato da Scoto Eriugena). Ma si pu conoscerlo
e designarlo sulla base delle analogie che sussistono fra lui e le cose. Diversamente
da Maimonide, Tom nega che i nomi con cui indichiamo Dio siano del tutto equivoci,
ritiene che tali nome ci permettano di farci unidea sugli attributi divini.
Tom: la creazione temporale del mondo, lidea della Scrittura che il mondo abbia
avuto inizio nel tempo per libera iniziativa di Dio, rientra fra le verit di fede che
superano la ragione umana, che non pu argomentare con decisione n su questa
tesi n su quella della creazione ab aeterno. Sol ola rivleazione ci garantisce che
luniverso ha una data di nascita.
Il cosmo di Tom ha una forte componente gerarchica: al vertice ci sono gli angeli,
sostanze semplici e immateriale (forme pure), che Tom identifica con le intelligenze
motrici dei cieli, sono ordinate gerarchicamente, a seconda di come realizzano
latto che loro proprio (cio la conoscenza intellettiva delle idee presenti nella
mente di Dio, pi alto il grado, pi si sale nella scala degli angeli).
A un livello inferiore c luomo, che ha una collocazione mediana, al confine tra il
mondo delle sostanze e quello della corporeit. In ogni uomo infatti si ha lunione di
un corpo con unanima intellettiva, che secondo Tom occupa il grado pi basso
nella serie delle sostanze spirituali. Luomo una sostanza composta. Lanima
umana rappresenta lunico caso in cui la forma di una sostanza composta anche,
contemporaneamente, una sostanza semplice, spirituale e immortale. Se cos non
fosse, se fosse dipendente dal corpo, non sarebbe in grado della conoscenza
intellettiva senza coinvolgere il corpo.
La conoscenza umana comincia sempre dai sensi. Lanima intellettiva umana non
in grado di apprendere direttamente gli intelligibile, ma pu conoscere le forme
delle cose solo dalla loro unione con i corpi, cio grazie allesperienza sensibile.
Lanima considera queste forme nel loro aspetto universale, oltre lesperienza,
astraendo gli elementi comuni, gli universali (altra conferma della indipendenza
dellanima).
Laltra facolt fondamentale che caratterizza ogni essere umano la volont,
concepita come la tendenza delluomo a realizzare pienamente la propria natura, a
compiere ci per cui stato creato. Anche gli uomini sono naturalmente inclini ad
agire in vista di determinati scopri. Tale tendenza a realizzarsi consapevole e
razionale: conscio delle proprie finalit e vi si dirige volontariamente, avvalendosi
delle indicazioni dellintelletto. Primariet dellintelletto porta a due conseguenze:
1. La volont umana tende verso quello che le si presenta come bene: luomo
decide sulla base di un ragionamento di tipo pratico, con cui pone a confronto i
diversi beni e sceglie quello giudicato pi utile per il suo fine; 2. Anima intellettiva
umana ha un certo primato nei confronti della volont, la cui libert garantita
proprio dal fatto di operare secondo il giudizio dellintelletto.
Politica. Etica nicomachea, politica Aristotele. La tesi secondo cui luomo un
animale sociale induce a considerare li istituzioni politiche come fenomeni naturali,
frutto di bisogni e desideri radicati in ogni uomo. Le varie forme di governo devono
essere giudicate esclusivamente sulla base della loro capacit di rispondere alle
esigenze naturali dei gruppi di individui che le hanno adottate.
Tom: teoria politica si fonda sulla naturalit dellassociazione politica. Il mondo in
cui gli uomini operano un universo nel quale ciascuna cosa risponde a unidea
divina e ha un compito ben preciso da svolgere. legge eterna: ordine del creato,
le creature razionale sono le cose a prendere consapevolmente parte a tale piano
provvidenziale. Legge naturale: insieme di indicazioni che luomo trova dentro di
s circa il modo in ci adempiere la funzione che ricopre nel progetto divino. Tale
legge ordina a tutti gli uomini di perseguire linclinazione a conoscere la verit e
quella ad associarsi.
Naturale propensione degli esseri umani allassociazione politica->perch sono
incapaci di soddisfare da soli le proprie esigenze essenziali, ogni essere umano
appartiene alla societ di cui fa parte e a essa deve sacrificare gli interessi
personali in nome del bene comune.
La tutela del bene comune affidata alle leggi dello Stato, che servono per la
convivenza pacifica. Leggi positive: norme escogitate e stabilite
convenzionalmente dalla ragione umana per disciplinare il comportamento degli
individui mediante la minaccia di punizione per i trasgressori: si fondano sulla legge
di natura e ne specificano i precetti, applicandoli alla vita civile.
Il benessere collettivo non pu prescindere dalla presenza di unautorit suprema
che funga da principio ordinatore di quel particolare organismo naturale che lo
Stato. La comunit si disperderebbe in direzioni opposte se non vi fosse qualcuno a
prendersi cura di quanto appartiene al bene comune. Il governo, anima del corpo
politico, lo strumento per raggiungere il fine della societ civile.
Tre tipi di regimi giusti, monarchia, aristocrazia, politia, tre regimi perversi,
tirannide, oligarchia, democrazia. Non sembra credere in un ordinamento politico
perfetto, tutti possono andare bene. Talora si esprime a favore di una costituzione
mista, grazie alla quale si pu temperare il potere del principe e diminuiscono i
rischi di sedizione.
Ne sul regime monarchico Tom esprime netta preferenza per la monarchia, che
giudica la forma pi indicata per una direzione unitaria allo Stato e tranquillit
sociale, come un solo Dio regge lintero universo. La sua corruzione la peggiore,
la tirannide, i cui danni possono essere cos grandi da giustificare uninsurrezione,
che presenta rischi di degenerazione: meglio prevenire la tirannide con modelli
costituzionali che pongono limiti precisi allautorit del sovrano.
Crede con S. Paolo che ogni potere deriva da Dio, quindi resistere alle autorit
costituire equivale a disobbedire al volere divino. Dio, per, s la fonte ultima di
ogni dominio temporale, ma sono poi gli uomini a determinare in concreto chi lo
debba esercitare. La Chiesa si colloca su un altro piano, ha il compito di indirizzare
luomo al suo fine ultimo, ultraterreno, forma pi alta di conoscenza. Il desiderio di
verit degli uomini potr essere completamente soddisfatto solo nella vita futura. Il
raggiungimento dello stato di beatitudine eterna che consiste nella contemplazione
di Dio passa necessariamente attraverso la mediazione del corpo ecclesiastico, che
conduce i credenti a felicit soprannaturale.
Non preciso il rapporto tra Stato e Chiesa, in alcune parti sembra dire che il potere
temporale debba sottostare a quello spirituale, altro si limita ad attribuire una
superiorit morale.
Dopo la morte di Tom, lordine domenicano avvert il dovere di difendere i suoi
scritti. Durando di San Porziano nega che la teologia sia una scienza e concepisce
la sacra docrina come fede nella rivelazione incomprensibile.
XIII secolo: via di Tommaso Tolomeo da lucca, Erveo di Ndellec, Goffredo di
Fontaines, Egidio Romano.
1323: Tom proclamato santo da papa Giovanni XXII, dopo la crescente devozione
popolare. La chiesa lo prese a modello di santit e dottrina, il suo pensiero fu
considerato lapice della filosofia cristiana.
Seconda Scolastica. Spagna del 500. Francesco da Vitoria, scuola di Salamanca, si
serv degli aspetti tomistici delletica e della filosofia del diritto per individuare
norme giuridiche con cui regolare le relazioni internazionali e per analizzare in
maniera critica le argomentazioni con cui si cercava di giustificare la conquista del
Nuovo Mondo e la sottomissione violenta dei suoi abitanti da parte degli spagnoli.
Italia, met 800. Ripresa della filosofia di Tom, basi poste da Gaetano Sanseverino,
sancita ufficialmente da papa Leona XIII che nel 1879, con lAeterni Patris, invitava
tutte le scuole ecclesiastiche a basare i corsi sulle dottrine del grande maestro
domenicano.
Neotomismo. Restituire dignit filosofica alle grandi questioni teologiche, in aperta
polemica con la cultura positivistica dominante. Sviluppi di sapere scientifico,
logica e storica, tali discipline erano considerate a un livello gerarchicamente
inferiore rispetto allambito teologico.
-> rilancio di alcuni centri di studio e diffusione del pensiero tomistico, Universit di
Lovanio, Istituto Cattolico di Parigi, Unicatt. Riassume meglio in s i caratteri del
tomismo Etienne Gilson, che crede che loriginalit del pensiero dellOccidente
medievale cosista in un esercizio cristiano della ragione, cio nel costante sforza di
comprendere quanto pi possibile le verit rivelate.
Contrasti tra teologi domenicani e francescani. La tesi secondo cui la volont
agisce in base alle indicazioni dellintelletto, che le perci superiore, una delle
dottrine di Tom che suscitarono polemiche specialmente tra i francescani, come M.
dAcquasparta e Ruggero Marston, che affermano il primato della volont,
sottolineando come essa operi sullintelletto, spingendolo ad agire e dirigendolo.
Tom aveva commesso lerrore di allontanarsi dalla tradizione ispirata al
neoplatonismo agostiniano, accogliendo le tesi dellaristotelismo radicale, gli si
rimproverava di aver affermato lesistenza di sostanze prive di qualsiasi elemento
materiale e che ogni corpo avesse ununica forma sostanziale. Dopo la morte di
Tom, la condanna del vescovo di Parigi nei confronti di dottrine insegnate alla
facolt di Filosofia colp anche alcune proposizione contenute nelle pagine di
Tommaso, fra cui c loperato della volont. Un analogo decreto fu emanato a
Oxford dallarcivescovo di Canterbury; Guglielmo de la Mare mise mano a un
Correzione di frate Tommaso nel quale correggeva oltre cento affermazioni. La
presa ufficiale di posizione con cui lordine francescano fece proprie le critiche di
Guglielmo provoc la reazione dei domenicani, che si impegnarono in una
confutazione delle accuse contenute nel Correctorium attraverso delle correzioni
della corruzione dellinsegnamento di Tommaso, tra cui quello di Giovanni da
Parigi.
Tardo Medioevo
- Pratica filosofica basata sulla sola ragione naturale
- Filosofia e teologia distinte
- Studium di Parigi: rinunciare a sintesi filosofia-religione
- Condanna 1277, fallimento comprensione della fede
XIII secolo concezione dinamica del sapere, costante ampliamento del sapere.
Contenuti delle enciclopedie non pi basati sulle sette arti liberali.
Alberto Magno, deciso a mettere a disposizione della cultura latina il patrimonio
filosofico scientifico e greco-arabo, spiega, commenta e chiarisce le tesi prese in
esami. Mostra notevole libert di spirito nei confronti degli autori che espone, per
questo fu considerato un interprete e pensatore originale, pi che un semplice
commentatore. Talvolta, si richiama allesperienza diretta per correggere una
dottrina accettata dalla tradizione.
RUGGERO BACONE (1215-1292)
Vita
Nasce in Inghilterra, facolt delle Arti a Parigi, a Oxford segue lezioni di
Grossatesta. Francescano. Lettura sulloperato segreto dellarte umana e della
natura, parla della futura costruzione di macchine per volare o per camminare su
fondali marini; sulla moltiplicazione delle specie, spiegazione fenomeni percettivi;
grande enciclopedia che non riesce a terminare. Viene processato e incarcerato per
volont di Gerolamo dAscoli, a causa di alcune novit sospette contenute nei suoi
scritti.
Forte interesse per scienze naturali. Ad Alberto Magno contesta laver separato
filosofia e teologica: il vero compito della filosofia penetrare nellinfinito sapere
contenuto nei testi sacri.
Bacone individua il fondamento di ogni sapere nella sapienza che Dio ha voluto
rivelare allumanit per mostrarle la via verso la salvezza. Il sapere umano deve
consistere in un continuo approfondimento della Scrittura, nella quale tutta la
verit si trova racchiusa come in un pugno chiuso. Critica i docenti universitari per
aver perso di visto lunit del sapere. Accusa gli intellettuali di ricorrere in maniera
eccessiva e ingiustificata al principio di autorit, perch rifiutano di riconoscere
linfinita distanza che separa ogni uomo dalla pienezza della verit.
Contrappone lidea che chiunque pu arrivare a cogliere qualche frammento di
verit, purch vi si accosti con modestia e umilt. C forte rivalutazione del sapere
dei semplici, costoro sanno spesso cose importanti che restano oscure ai sapienti.
Fra le colpe dei magistri spicca quella di tenere artificiosamente separate ragione
ed esperienza. Bacone convinto che una scienza tanto pi utile quanto pi
funzionale al conseguimento di risultati concreti. Occorre dare vita a una nuova
forma di sapere, orientato a intervenire sulla realt naturale e a manipolarla in
modo da migliorare le condizioni di vita delluomo.
Bacone pone laccento sullapporto dato al sapere dalla scienza sperimentale, che
indica la necessit di prestare grande attenzione alle applicazioni pratiche del
sapere e limportanza da assegnare allosservazione diretta dei fenomeni.
Il suo progetto enciclopedico traeva origine dalla convinzione che la fine del mondo
fosse prossima, Bacone voleva ricondurre alla vera fede i movimenti di dissenso e
condurre alla conversione gli infedeli, in maniera pacifica.
RAIMONDO LULLO (1235-1316)
Vita
Nato a Palma di Maiorca, vive una giovinezza spensierata, prima dei trentanni una
crisi religiosa lo spinge a cambiare vita: abbandona moglie e figli per dedicarsi alla
conversione degli infedeli. Nel 1274 dice di ricevere per illuminazione una
intuizione dellarte con cui realizzare il suo sogno: linsieme delle creature non
che unimmagine di Dio. Tenta di coinvolgere nei suoi progetti al Santa Sede, che
per lo ignora. Si reca a predicare nellAfrica settentrionale, dove verr catturato e
imprigionato. Trascorre lultima parte della vita alternando attivit missionaria e
insegnamento, sino alla morte, avvenuta al ritorno di un viaggio in Africa. Opere:
larte generale, lalbero della scienza, dichiarazioni di Raimondo in forma di dialogo.
Raimondo Lullo consacra buona parte della sua esistenza alla conversione pacifica
degli infedeli. Si sforza di costituire unarte in grado di far accogliere le verit di
fede a tutti gli uomini: con argomentazioni necessarie e semplici. Si ispira alla
geometria euclidea. I postulati da cui parte sono alcune definizioni conosciute e
accettate universalmente: si tratta delle perfezioni di Dio che possibile ricavare
dallosservazione degli esseri finiti, i quali partecipano in certa misura di tali
attributi, che sono gli elementi costitutivi di ogni aspetto del reale.
Lullo intende la sua arte come il sapere supremo capace di ricostruire la struttura
del mondo nel quale le perfezioni divine si esplicitano, divengono visibili. Luniverso
assume qui la funzione di libro in cui ciascun essere parla di Dio. Larte di
combinare in tutte le maniere possibili le propriet fondamentali delle creature
svela ogni possibile combinazione delle perfezioni divine.
Attributi: lettere o altri simboli. Figure mobili per studiare i modi in cui gli attributi
possono essere relazionati fra loro: una serie di cerchi concentrici ruotabili
permette di passare in rassegna tutte le combinazioni possibili fra i principi
generali, i cui nomi sono scritti allinterno dei vari cerchi. -> tentativo di definire un
linguaggio artificiale e alcune regole rigorose che permetterebbero di risolvere
qualunque problema, il sogno di trovare una chiave per decodificare lalfabeto
con cui il creatore ha scritto il mondo.
Il valore di ogni scienza consiste nella sua capacit di ritrovare nel creato le tracce
lasciate da Dio. Lullo avverte lesigenza di ristabilire lunit tra filosofia e teologia,
solo il recupero dellunit del sapere rende realizzabile il progetto missionario di
Lullo.

Teologia e filosofia
Averroisti, termine che compare negli scritti del 1270, spregiativo, per indicare
quegli autori che davano uninterpretazione dei testi di Aristotele collegata
allaristotelismo arabo. Questi autori si concentravano su temi difficilmente
armonizzabili con la dottrina cristiana; si fondavano su due capisaldi: 1. Da Dio,
causa prima, deriva un solo effetto, quindi la molteplicit presuppone una
molteplicit di cause intermedie; 2. La derivazione dalla causa prima delleternit
del mondo un processo necessario, luniverso procede in maniera necessaria e
ordinata da Dio, attraverso una serie discendente di intelligenze separate.
Questa concezione delluniverso fu il principale obiettivo delle condanne
ecclesiastiche del 1270 e del 1277. Nella seconda, il vescovo di Parigi e i suoi
collaboratori contrapposero alle dottrini degli averroisti lassoluta libert e
onnipotenza del Dio biblico, un Dio non sottoposto a nessuna regola e capace di
mandare in fumo la sapienza dei sapienti. Egli proib linsegnamento di un folto
gruppo di tesi. A una commissione di teologi era affidata la fase istruttori, cio il
compito di indagare sulla fondateza delle notizie circolate. Molte delle tesi
censurate erano tratte da due docenti della Sorbona, Sigieri di Brabante e Boezio di
Dacia, i pi importanti esponenti dellaristotelismo medievale.
Al centro delle dottrine contestate cera una visione che descriveva il mondo come
un universo gerarchizzato che discende dalla causa prima in virt di un processo
necessario. Vi sono anche le tesi secondo cui la volont umana agisce per
necessit e laffermazione dellesistenza di un unico intelletto eterno comune a
tutti gli uomini (negando cos limmortalit dellanima individuale).
Importante limpostazione metodologica contestata ai maestri colpiti dalle
condanne, accusati di teorizzare una doppia verit: essi difenderebbero le loro tesi
sostenendo che sono vere secondo la filosofia, ma non secondo la fede cattolica,
quasi esistessero due verit contrapposte. Ci che preoccupa le autorit la
rinuncia al tentativo di mostrare la naturale convergenza tra rivelazione e il meglio
del pensiero greco-latino.
Sigieri di Brabante: i filosofi indagano il corso consueto delle cose, senza prendere
in esame i miracoli divini, e formulano i loro giudizi mediante il solo lume della
ragione. Parimenti conscio della differenza e incommensurabilit tra filosofia e
rivelazione Boezio di Dacia, concorde con Sigieri nel fatto che il filosofo segue
soltanto la ragione, latto di fede estraneo, la teologia differisce dalla filosofia per
oggetto, metodo e fini.
Con la condanna del 1277 i vertici della Chiesa vollero colpire la nascente
consapevolezza, dei docenti di filosofia, della loro autonomia. A questa
consapevolezza si accompagnava la rivendicazione della piena libert di ricerca e
di insegnamento. Comune lidea che la filosofia sia contraddistinta dalluso di
procedimenti esclusivamente razionali. Soprattutto, i docenti filosofi rifiutavano che
la propria facolt avesse una funzione esclusivamente propedeutica. La condanna
fu anche frutto delle tensioni sorte nello studium parigino in seguito alla
progressiva trasformazione della facolt delle Arti, unistituzione dedita in modo
specialistico alla ricerca filosofica e scientifica.
Condanne del genere, per, contribuirono anche a richiamare lattenzione sulle tesi
colpite dalla condanna, dando loro pubblicit. Gli interventi censori condussero alla
distruzione delle opere censurate, i cui contenuti finirono con lessere conosciuti
solo nella versione del testo di condanna.
Gli sviluppi del dibattito filosofico, teologico e scientifico costrinsero i vertici
ecclesiastici a ridefinire i propri criteri di ortodossia. Laristotelismo, cos, a lungo
oggetto di attacchi, venne rivalutato nel 300 e utilizzato come un baluardo da
contrapporre ad alcune novit, come Ockham, giudicate pericolose.
Problema: come regolarsi quando la ricerca filosofica perveniva a risultati in
contrasto con la fede. Averroisti paiono essere convinti che la Verit sia quella
rivelata, tuttavia, il maestro deve esporre le tesi dei pi grandi filosofi, anche se
contrarie agli insegnamenti della rivelazione.
Il problema delle discrepanze viene trattato in sulleternit del mondo da Boezio di
dacia, che ritiene impossibile dimostrare linizio del mondo nel tempo. Filosofia e
religione possono coesistere pacificamente grazie a una precisa delimitazione dei
rispettivi ambiti. Il filosofo naturale afferma unicamente quello che discende dalle
premesse generali del suo sapere. In quanto studioso della fisica, Boezio deve
negare che il mondo sia stato creato nel tempo, come credente, per, accetta per
fede la tesi della creazione nel tempo.
Esistono quindi due diverse prospettive: la filosofia si pone sul piano della
probabilit, la verit della fede lunica dal punto di vista assoluto, ma poi le
scienze hanno le loro realt particolari.
Il sapere filosofico proclama una sovranit assoluta su un territorio limitato: esso
non tollera intrusioni, gode di autonomia entro i confini assegnati. Ne Il sommo
bene, Boezio afferma che: la massima felicit coincide con la conoscenza
intellettuale e il supremo modello morale rappresentato dalla condotta di vita del
filosofo.
Si arriva a un punto di non ritorno nella storia del pensiero medievale:
interrompendo la luna di miele tra filosofia e teologia, viene meno laspirazione a
una fede sorretta dalla ragione e tramonta lideale dellunit del sapere. La
condanna del 1277 dimostra che la filosofia non capace di cogliere con le sue
sole forze le verit fondamentali della religione cristiana, ma giunge a conclusioni
inconciliabili con il dato rivelato. -> Duns Scoto, Ockham.
GIOVANNI DUNS SCOTO (1266-1308)
Vita
Nato in Scozia, entra nellordine francescano, studia a Oxford. Espulso dalla Francia
con laccusa di aver sostenuto le ragioni del pontefice, si trasferisce a Oxford,
insegna a Colonia, i suoi scritti (che gli valsero il soprannome Dottor Sottile) oltre ai
commenti alle Sentenze, trattato sul principio primo, commenti alle opere di
Aristotele.
Al centro, rifiuto del determinismo greco-arabo. I pensatori arabi non erano andati
oltre la nozione di causa prima che agisce necessariamente, convinti che il mondo
discendesse per emanazione. Scoto reagisce ponendo laccento sulla libert della
volont divina e sul carattere contingente dei suoi effetti; lo fa, per, sapendo che
la natura totalmente libera e infinitamente potente di Dio non pu essere colta
dalla ragione naturale, ma soltanto una verit rivelata. Lintrinseca debolezza
della mente umana rende inevitabile il ricorso alla fede.
Lonnipotenza rientra tra gli attributi divini che possono essere creduti solo per
fede. Assistiamo alla dissociazione di filosofia e teologia: differiscono in metodo e
risultati, poi, la teologia non neanche una scienza, perch non basata su
dimostrazioni rigorose, ma una scienza pratica, il cui fine consiste nel
regolamentare le azioni dei credenti in vista del raggiungimento della felicit
ultraterrena.
Il tipo di conoscenza che gli uomini sono in grado di ottenere a proposito di Dio si
fonda sulla scrittura, nella quale Dio ha voluto rivelare verit utili alla salvezza.
Conosciamo di Dio solo quello che egli ci vuole rivelare. Questa condizione effetto
del peccato originale: lintelletto umano ha perduto la capacit di conoscere
direttamente le realt intelligibili mediante la intuizione intellettuale e ha la
possibilit di apprendere i concetti solo partendo dai dati dei sensi, per astrazioni.
La sfera della volont pi vicina alle condizioni in cui si trovava prima del peccato
di Adamo. Scoto teorizza dunque il primato della volont, la sua superiorit
sullintelletto, del quale essa si serve come di uno strumento: Scoto indica nella
volont lunica vera causa dellatto di volizione. Concepisce la libert del volere
come capacit di autodeterminarsi: questo il tratto essenziale dellessere umano.
La volont non dipende che da se stessa, nessun oggetto, per quanto buono, la
costringe ad assentire, poich pu sempre rifiutarlo. Dio non vuole il bene perch
il bene, ma bene ci che Dio decide di volere, in maniera totalmente libera.
Lunica legge morale per luomo data dal comanda della volont di un Dio
onnipotente, il quale in ogni momento pu stabilire una legge differente,
modificando la nozione di bene.
La sola ragione per cui Dio decide di dare al mondo un certo ordine la sua
volont. Le idee delle possibili creature che Dio ha nella mente non costituiscono
un ordine preesistente. Sono prodotti della mente divina nei confronti dei quali Dio
conserva piena libert. Lunica condizione a cui questa libert soggetta il
rispetto del principio di non contraddizione.
Per indicare linsieme di possibilit non contraddittorie scelto da Dio, Scoto usa la
formula potentia ordinata dei (potenza ordinata di Dio). Dio, per, pu sempre
stravolgere il presente ordine delle cose, in virt della sua potentia absoluta, che
indica una forma di azione divina straordinaria, leffettiva possibilit che Dio agisca
extra legem.
Potentia absoluta e legge. Duns Scoto considera la potenza ordinata un
sottoinsieme di quella assoluta: si tratta di due differenti possibilit di azione, una
delle quali contiene laltra. Scote le conferisce un significato politico-giuridico. La
potenza ordinata quella esercitata da chi agisce in conformit alla legge, la
potenza assoluta si riferisce alla capacit di agire al di fuori della legge, in maniera
arbitraria.
Metafisica. Scoto individua nella metafisica la scienza dellessere in quanto essere,
lessere univoco, comune a tutto ci che , ossia il concetto di essere che si applica
in maniera indistinta e con il medesimo significato a qualsiasi cosa esistente. Anche
il metafisico si occupa di Dio (in quanto essere), la metafisica in grado di
spingersi sino allidea di Dio come essere primo e infinito, non pu raggiungere Dio
in se stesso, cogliere la sua essenza, la sua natura.
GUGLIELMO DI OCKHAM (1285-1349)
Vita
Nato vicino a Londra, studia filosofia e teologia a Oxford, insegna in centri
francescani, svolta 1324 convocato presso la sede pontificia ad Avignone, in
seguito a una denuncia di un ex cancelliere di Oxford, viene processato per alcune
tesi sospette dal suo commento alle sentenze di Pietro Lombardo. Durante la fase
istruttoria conosce Michele da Cesena, il quale lo convince a sposare la sua causa,
a battersi con lui in difesa della tesi dellassoluta povert di Cristo e apostoli
(rigettata da papa Giovanni XXII). Scomunicato, Ockham trascorre il resto della vita
alla corte imperiale di Monaco di Baviera, dovre compone scritti politici. (Potere
papale e imperatore)
La sua teologia si fonda sullidea di un Dio-volont assolutamente onnipotente, di
fronte al quale lordine del mondo risulta privo di qualsiasi necessit oggettiva.
Anche Ockham si serve della distinzione fra potenza ordinata e assoluta, che per
considera esclusivamente una distinzione di ragione. Le due formule indicano due
modi in cui possibile considerare lunico potere di Dio: nella potenza assoluta si
prende in esame la potenza di Dio in s, in astratto, mentre si parla di potenza
ordinata quando ci si riferisce alle decisioni prese da Dio.
Per Ockham lespressione potenza assoluta divina non indica leventualit di un
intervento divino eccezionale, essa riassume linsieme infinito delle possibilit che
in origine Dio aveva davanti a s. La differenza tra potenza ordinata e assoluta di
Dio riguarda lordine creato e non la natura divina, il modo divino di operare nel
mondo. Serve a porre laccento sulla libert del creatore rispetto al creato, Dio non
ha agito di necessit nel dare vita a questo mondo, il quale, se solo avesse voluto,
avrebbe potuto (ma non pu pi) essere differente. Ockham vi ricorre unicamente
per sottolineare lassoluta contingenza delluniverso in cui ci troviamo.
Ockham condivide con Scoto lidea che lonnipotenza di Dio sia un articolo di fede
filosoficamente indimostrabile. Nessuno degli attributi fondamentali divini
passibile di dimostrazione: se luomo fosse capace di conoscere tali verit per via
razionale, Dio non avrebbe compiuto il gesto di rivelargli ci che poteva scoprire
con le sue forze. Alluomo preclusa anche conoscenza intuitiva di Dio, cio una
conoscenza che gli permetta di apprendere in maniera diretta, immediata ed
evidente qualcuna delle caratteristiche di Dio.
Gli uomini non possono cogliere Dio in se stesso, essi giungono ad avere una
qualche conoscenza di Dio solo attraverso concetti comuni a lui e alle sue creature,
luomo costretto a partire dalle conoscenza intuitive delle cose naturali e a
basarsi su alcuni concetti ricavati per astrazioni da tali conoscenza.
Sulla base di questa conoscenza limitata, Ockham crede possibile elaborate un
argomento con cui dimostrare lesistenza di un essere primo perfettissimo, causa
incausata. -> 1. Impossibilit di un regresso allinfinito nella serie delle cause
efficienti, ma la corregge con argomentazione uguale alle cause conservanti, cio
quelle che spiegano il fatto che le cose continuano a esistere. Le cause efficienti
non coesistono necessariamente con i loro effetti, possono venire meno dopo averli
prodotti. Se si vuole dimostrare una causa prima, bisogna partire dalle cause
conservanti, in questo caso, regredendo allinfinito, si arriverebbe a un numero
infinito di cause in atto, il che assurdo.
Ockham ammette la possibilit di una teologia razionale, che tuttavia risente delle
capacit ridotte delluomo. Le argomentazioni che produce sono solamente
persuasive, ma incapaci di eliminare ogni dubbio. Se avessero certezza assoluta,
infatti, la rivelazione perderebbe significato e la fede non sarebbe frutto di libera
scelta.
La posizione di Duns Scoto e Ockham d limpressione che la condanna del 1277 li
abbia condotti a guardare con disincanto alle condizioni in cui si trova lumanit,
troppo distante da Dio per farne oggetto di discorso scientifico.
Ulteriori effetti della condanna del 1277. Clima culturale che rese possibile
prendere in esame ipotesi scientifiche escluse da Aristotele, perch: - la condanna
di alcuni aspetti della fisica aristotelica in contrasto con la fede gettava ombre
anche su altre dottrine scientifiche; - lattacco contro limmagine di un universo
dominato dalla necessit era condotto in nome dellassoluta libert di un Dio
creatore onnipotente. Si venne cos a diffondere una forma di ragionamento per
imaginationem basata sullipotesi che Dio intervenga nel cosmo facendo ricorso
alla sua potenza assoluta. Ci permetteva di costruire nuove teorie scientifiche di
natura esclusivamente congetturale: supposizioni per la cui validit non era
richiesta alcuna verifica sperimentale, ma solo la correttezza logica, cio il rispetto
del principio di non contraddizione.
Tommaso Bradwardine. La causa di Dio contro Pelagio. Chi nega la possibilit
dellesistenza di un luogo privo di corpi mutila la potenza divina. Giovanni
Buridano, ipotesi di un intervento di Dio volto a produrre un accidente (grandezza)
senza sostanza, uno spazio vuoto. Nicola Oresme, la potenza assoluta di Dio pu
creare pi mondi e a muoversi pu essere la Terra.
Intorno a Bradwardine, maestri calculatores, accomunati dal ricorso a procedimenti
di analisi logica e a strumenti matematici.
Buridano, teoria dellimpetus, sulla questione dei moti violenti, ossia dei moti in cui
il mobile va in una direzione diversa dal suo luogo naturale. Problema per la fisica
aristotelica, secondo la quale tutto ci che si muove richiede la presenza di un
motore in contatto con il mosso. Buridano smonta la tesi secondo cui la causa di
quel moto (sasso-mano) va individuata nellaria circostante, che conserverebbe per
un certo tempo la spinta ricevuta dal motore. Egli ritiene che i moti violenti si
spieghino con limpeto impresso dal motore al mobile: grazie a questa virt motrice
il sasso continua a muoversi nella direzione verso cui stato lanciato, sebbene tale
movimento vada decrescendo per effetto della resistenza opposta dal mezzo e per
la tendenza del sasso a tornare al luogo naturale (terra).
Oresme e teorema di Merton. Utilizza figure bidimensionali nello studio del modo in
cui un movimento varia in un certo tempo. Un corpo la cui velocit varia in modo
uniforme in un determinato periodo di tempo, percorre la medesima distanza che
avrebbe coperto se si fosse mosso, per lo stesso periodo di tempo, con una velocit
costante pari a quella raggiunta nellistante di mezzo del periodo di accelerazione.
Universali dopo Abelardo
Seconda met del XII secolo: attenzione a nesso tra logica e grammatica, sempre
pi stretto, studio delle propriet dei termini. I maestri concentrano la propria
attenzione sui modi significandi, modalit in cui un termine pu svolgere la propria
funzione semantica.
Logica dei moderni: elemento centrale diventa il significato intraproposizionale dei
termini: il ruolo che allinterno della frase. Questo particolare tipo di significato
chiamato suppositio, poich indica ci al posto del quale sta una determinata
parola nellenunciato che la contiene: ci che essa sostituisce.
Lesigenza di tenere presente il contesto in cui viene utilizzato un termine
avvertita con forza crescente anche per effetto dellinfluenza degli Elenchi sofistici
di Aristotele. Pietro Abelardo e Adamo Parvipontano sono fra i pionieri di uno studio
che si interessa alle possibili variazioni di significato dei vocaboli in contesti
differente.
Pietro Ispano e Guglielmo di Sherwood sviluppano delle tecniche di analisi del
linguaggio che vengono poi applicate negli ambiti pi diversi. Nel XIV secolo lidea
che un gran numero di questioni fisiche, etiche e teologiche nascano dalla natura
equivoca dei termini usati e possano essere risolte solo attenendosi alle regole che
stabiliscono quale modo di ragionare sia corretto e quale fallace.
Guglielmo di Ockham
Sostenitore del proposizionalismo, ossia della tesi secondo cui ogni conoscenza
scientifica ha per oggetto non le cose ma esclusivamente enunciati, o, per essere
precisi, i correlati mentali degli enunciati. Per comprendere occorre partire dalla
risposta data da Ockham alla questione degli universali. Si scontra con Scoto.
Secondo Duns Scoto, gli universali che lintelletto si forma sulla base dei dati dei
sensi hanno una base oggettiva nelle cose singolari, sebbene queste siano le
uniche effettivamente esistenti: tale base consiste nelle nature comuni, o essenze,
delle cose, nature che di per s non sono n universali n particolari. proprio
lindeterminatezza delle nature comuni a fornire allintelletto la materia da cui
trarre gli universali mediante lastrazione: se nella realt vi fossero solo aspetti
individuali, lintelletto non vi coglierebbe nulla di universale.
Scoto, per spiegare come la natura di concretizza nelle singole cose, postula
lesistenza di una certa entit individuante, che si aggiunge alla natura comune e la
individua. Scoto si serve del termine haecceitas (ecceit) per indicare il principio di
individuazione che rende ciascuna natura comune di volta in volta particolare.
Per Ockham, il piano dellessere non contiene niente delluniversalit: nella realt
non esiste nulla di universale, neppure allo stato potenziale, poich essa consta
esclusivamente di sostanze qualit individuali (lessere sempre un essere).
Alcune di queste sostanze sono fra loro simili, questa relazione di somiglianza a
permetterci di comprendere un dato insieme di cose sotto un medesimo concetto,
ma esclude che a data somiglianza corrisponda, nella realt, una qualche natura
comune della quale partecipano i singoli oggetti. La somiglianza non una
relazione a tre termini, sufficiente lesistenza di due oggetti -> rasoio di Ockham.
Universali per Ockham: sono concetti predicabili di una molteplicit di enti
particolari. Si tratta di segni naturali poich sono il frutto della reazione spontanea
della mente umana quando viene a trovarsi in presenza di gruppi di oggetti simili: i
termini mentali universali significano naturalmente quegli oggetti, quindi i concetti
universali non sono semplicemente immagini mentali, hanno un carattere
intenzionale, uninclinazione naturale a indicare la molteplicit di individui tra loro
simili.
In quanto parole corrispondenti ai concetti di genere e specie, gli universali
significano in base a una convenzione: sono cio solo strutture linguistiche utili ad
abbreviare i nostri discorsi. La dottrina della suppositio, esposta nel compedio
sistematico di logica, rappresenta il punto pi originale della sua logica. Ci sono tre
tipi di supposizione:
- Personale, si ha quando il termine in questione suppone per il suo significato
proprio e originario;
- Semplice, quando il termine sta al posto di un concetto che non costituisce il
suo significato proprio;
- Materiale, quando il termine non viene preso nel suo significato proprio e
suppone per se stesso in quanto suono o segno grafico.
La distinzione tra le varie forme ha unapplicazione di grande importanza quando
Guglielmo tratta delle proposizioni e delle condizioni di verit. Distingue due gruppi
di proposizioni: quelle categoriche, o semplici, composte da soggetto e predicato, e
quelle ipotetiche, formate da pi proposizioni categoriche collegate da connettori.
Una proposizione categorica vera se soggetto e predicato suppongono per la
stessa cosa, per proposizioni ipotetiche, quelle di tipo condizionale sono vere a
patto che lo sia limplicazione fra antecedente e conseguente, quelle disgiuntive lo
sono se vera una delle due categorie da cui risultano composte.
I criteri di verit sono formali, ci prescindono completamente dal contenuto. Il
problema della verit viene ricondotto allambito del linguaggio. La verit di una
proposizione non ha nulla a che fare con la realt extramentale e coincide con la
proposizione vera, ossia viene determinata soltanto dalla struttura della
proposizione. Qualsiasi sapere rigoroso ha per oggetto solo proposizioni: corretto
parlare di dimostrazione scientifica unicamente in relazione agli enunciati.
Il pensiero politico nel tardo Medioevo
Svolta nel modo di concepire la relazione tra potere della chiesa e quello
temporale. XIII secolo: dottrina ierocratica, che attribuiva al papa il primato
spirituale e una supremazia politica assoluta sullintera cristianit. Conobbe la sua
formulazione pi radicale con Bonifacio VIII.
MARSILIO DA PADOVA (1280-1343)
Defensor Pacis. Il suo intento smascherare linfondatezza delle pretese
assolutistiche del Papato, cos da estirpare il male oscuro che, a suo giudizio,
tormentava lItalia del tempo. La riflessione marsiliana si fonda sullidea che le
diverse forme di comunit politica traggano origine dal desiderio innato che
qualsiasi individuo ha di raggiungere e conservare unesistenza degna di essere
vissuta, sufficientia vitae. Gli uomini farebbero volentieri a meno di associarsi, ma
non c altro mezzo per spingersi oltre la semplice sopravvivenza.
In contrasto con la naturale socievolezza delluomo, Marsilio insiste sulla presenza
di tensioni e contese come tratto dominante delle societ umane. La pace pu
essere garantita solo a patto di impedire che ognuno persegua esclusivamente il
proprio vantaggio a spese degli altri, come sarebbe portato a fare: senza leggi,
sulla cui base giudicare i conflitti, e senza guardiano, nessuno stato potrebbe
sopravvivere a lungo.
Lessenza delle leggi sta nellessere imposte con la forza dallautorit. La validit
delle leggi umane non dipende dal loro uniformarsi a giustizia superiore, ma
dallessere emanate in maniera corretta. La facolt di fissare le norme spetta
allassemblea dei cittadini o alla sua parte preponderante. Potere legislativo al
popolo discende dal desiderio naturale che ogni essere umano ha di garantirsi una
vita degna.
Le uniche leggi entro i confini di uno Stato sono quelle stabilite dalla volont
popolare, la legge divina invece non vincolante in alcun modo. Marsilio contesta
quindi ogni forma coercitiva del clero, in polemica con la pretesa del Papato di
esercitare anche funzioni temporali, il ruolo di un ecclesiasta consiste
nellinsegnare quello che gli uomini devono credere, fare o evitare per la salvezza
eterna.
Lintromissione del papa nelle vicende politiche in contrasto con condizione
indispensabile per sopravvivenza di corpo politico, che pu preservare la propria
tranquillit solo in presenza in un unico governo supremo. Marsilio dice che ogni
organismo politico deve avere una sola testa e che la nomina di tale esecutivo
spetta esclusivamente allassemblea dei cittadini.
OCKHAM
Michele da Cesena lo coinvolse nella sua battaglia in difesa dellideale di povert
assoluta, Giovanni XXII condannava la tesi secondo cui Cristo e apostoli avrebbero
rinunciato a ogni propriet, egli inoltre teorizzava limpossibilit di separare il
semplice uso di un bene dal dominio su di esso.
Ockham: la posizione assunta dal pontefice contrastava con i precetti e le
testimonianze del Nuovo Testamento, in Dialogo sul potere del papa e quello
dellimperatore, c una dottrina che giustifica resistenza attiva nei confronti di un
papa caduto in eresia. Ockham insiste sul diritto di ciascun fedele a prendere
provvedimenti nel caso in cui il Pontefice si allontani palesemente dalla strada
indicata dalla Scrittura. In accordo con la sua idea di universali come non reali,
Ockham concepisce la Chiesa come un insieme di individui concreti.
A partire dagli anni trenta del XIV secolo, opta per unaltra soluzione: in
circostanze straordinarie, i governanti possono sconfinare nellambito spirituale,
assumendosi il compito di deporre un pontefice. Ockham teorizza sostanziale
autonomia fra potere temporale e potere ecclesiastico, i cui titolari sono legittimati,
in casi eccezionali, a intromettersi reciprocamente nella sfera di competenza altrui.
Egli rivendica il ruolo determinante del popolo nel conferimento del potere a chi
governa lo Stato. Ammette lorigine divina di tale potere, ma precisa che Dio lo
assegna attraverso il consenso degli uomini, ogni potere proviene da Dio attraverso
gli uomini.
La legittimit dei governanti temporali dipende dalla loro capacit di rispondere ai
bisogni materiali della comunit, qualunque governo esiste unicamente per
tutelare la pace civile e il benessere dei governanti. A partire dal Contra
Benedictum, Ockham dedica attenzione crescente al tema del governo
ecclesiastico. Elabora una concezione moderata della potest papale fondata sul
riconoscimento dellesistenza di centri di potere autonomi rispetto al vescovo
romano (otto questioni circa il potere papale, breve discorso sul governo tirannico).
Tuttavia ci sono situazioni straordinarie in cui la giurisdizione papale pu estendersi
accidentalmente alle questioni terrene.
Se il pontefice avesse ricevuto da Cristo, attraverso Pietro, unautorit illimitata
sulla cristianit, questa si troverebbe in una condizione di schiavit ben superiore a
quella imposta dagli Ebrei dalla legge mosaica, cosa che renderebbe vano il
sacrificio di Cristo.
Il fatto che la legge evangelica sia fondata sul principio di libert non rende
necessario eliminare ogni differenza di grado nel corpo ecclesiastico, poich la
libert che garantisce ai fedeli non pu essere perfectissima. Il potere di chi guida
la Chiesa deve configurarsi come un servizio spirituale reso alla comunit dei
cristiani. Ockham valuta le diverse forme di governo ecclesiastico sulla base di
considerazioni di ordine pratico, riconosce nel primato papale la soluzione pi
indicata a preservare lunit della cristianit, senza escludere la possibilit di
modellare lassetto per adattarlo alle esigenze dei fedeli.
GIOVANNI WYCLIF (1328-1384)
Riflessione politica in due fasi. Prima: scritti come sul dominio divino, sul divino
temporale, Wyclif formula la sua utopia, delineando una societ ideale di uomini
liberi e uguali, uniti nellamore per Dio e nella sottomissione spontanea alla sua
legge: una comunit di giusti, che condividono ogni bene secondo lesempio
evangelico, senza aver bisogno di una giurisdizione coercitiva. Questa vuole essere
ununit di misura con cui stabilire quante e quali correzioni apportare alle
comunit esistenti. Wyclif muove da due assiomi: lidea che chiunque si trovi nelle
condizioni di peccatore non possa detenere un vero dominio, chi si trova in uno
stato di grazia riceve da Dio una signoria su tutti i beni della terra, dominio
chiamato evangelico, lunico che si possa esercitare in comune.
Costoro devono tenersi lontani dallaltra forma di dominio, quello civile, cio genere
di potere che non pu essere condiviso poich indissolubilmente legato alla
propriet privata. Il dominio civile un espediente umano sorto come conseguenza
della caduta, con lo scopo di punire le inevitabili discordie presenti in ogni
comunit.
Progetto di riforma politica e religiosa che segna il passaggio dallutopia
allintervento concreto. Ai detentori del potere temporale il compito di sequestrare
alla chiesa qualsiasi bene di cui abusa: tale abuso un peccato e comporta la
perdita di ogni diritto sul bene in questione.
Questa misura deve colpire tutti i membri del clero che pretendono di esercitare un
dominio civile sulle offerte dei fedeli, anzich accontentarsi del semplice uso di
beni su cui hanno soltanto un dominio evangelico. Re e signori secolari sono lo
strumento di cui dio si serve per smascherare questi impostori e ricondurre gli
ecclesiastici alla purezza delle origini apostoliche.
Nel De officis regis Wyclig ipotizza una riforma di Stato il cui peso ricade
interamente sulle spalle del monarca e dellalta nobilt, rinuncia al sogno di una
comunit capace di conservarsi in vita e di mantenersi fedele alle regole
evangeliche senza il ricorso a un potere coercitivo.
Wyclif si appella alla dottrina dellorigine divina di ogni autorit politica: in questo
modo, mette i signori temporali al riparo dalla tesi secondo cui nessun peccatore
detiene un dominio legittimo. Questa tesi viene applicata solo ai detentori delle
cariche ecclesiastiche, con effetti devastanti: mettendo a confronto loperato di un
clericale con le regole stabilite da Cristo diventa possibile stabilire se costui si trova
in peccato. In ambito spirituale lecito mettere in discussione ogni autorit:
persino il potere del papa pu risultare inferiore a quello del pi umile dei fedeli,
dal momento che si deve prestare ascolto a chi meglio aderisce al modello di vita
proposto nel Vangelo. (nella sfera temporale la sottomissione ai governanti non
passibile di obiezioni)

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