Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
Teologia e filosofia
Averroisti, termine che compare negli scritti del 1270, spregiativo, per indicare
quegli autori che davano uninterpretazione dei testi di Aristotele collegata
allaristotelismo arabo. Questi autori si concentravano su temi difficilmente
armonizzabili con la dottrina cristiana; si fondavano su due capisaldi: 1. Da Dio,
causa prima, deriva un solo effetto, quindi la molteplicit presuppone una
molteplicit di cause intermedie; 2. La derivazione dalla causa prima delleternit
del mondo un processo necessario, luniverso procede in maniera necessaria e
ordinata da Dio, attraverso una serie discendente di intelligenze separate.
Questa concezione delluniverso fu il principale obiettivo delle condanne
ecclesiastiche del 1270 e del 1277. Nella seconda, il vescovo di Parigi e i suoi
collaboratori contrapposero alle dottrini degli averroisti lassoluta libert e
onnipotenza del Dio biblico, un Dio non sottoposto a nessuna regola e capace di
mandare in fumo la sapienza dei sapienti. Egli proib linsegnamento di un folto
gruppo di tesi. A una commissione di teologi era affidata la fase istruttori, cio il
compito di indagare sulla fondateza delle notizie circolate. Molte delle tesi
censurate erano tratte da due docenti della Sorbona, Sigieri di Brabante e Boezio di
Dacia, i pi importanti esponenti dellaristotelismo medievale.
Al centro delle dottrine contestate cera una visione che descriveva il mondo come
un universo gerarchizzato che discende dalla causa prima in virt di un processo
necessario. Vi sono anche le tesi secondo cui la volont umana agisce per
necessit e laffermazione dellesistenza di un unico intelletto eterno comune a
tutti gli uomini (negando cos limmortalit dellanima individuale).
Importante limpostazione metodologica contestata ai maestri colpiti dalle
condanne, accusati di teorizzare una doppia verit: essi difenderebbero le loro tesi
sostenendo che sono vere secondo la filosofia, ma non secondo la fede cattolica,
quasi esistessero due verit contrapposte. Ci che preoccupa le autorit la
rinuncia al tentativo di mostrare la naturale convergenza tra rivelazione e il meglio
del pensiero greco-latino.
Sigieri di Brabante: i filosofi indagano il corso consueto delle cose, senza prendere
in esame i miracoli divini, e formulano i loro giudizi mediante il solo lume della
ragione. Parimenti conscio della differenza e incommensurabilit tra filosofia e
rivelazione Boezio di Dacia, concorde con Sigieri nel fatto che il filosofo segue
soltanto la ragione, latto di fede estraneo, la teologia differisce dalla filosofia per
oggetto, metodo e fini.
Con la condanna del 1277 i vertici della Chiesa vollero colpire la nascente
consapevolezza, dei docenti di filosofia, della loro autonomia. A questa
consapevolezza si accompagnava la rivendicazione della piena libert di ricerca e
di insegnamento. Comune lidea che la filosofia sia contraddistinta dalluso di
procedimenti esclusivamente razionali. Soprattutto, i docenti filosofi rifiutavano che
la propria facolt avesse una funzione esclusivamente propedeutica. La condanna
fu anche frutto delle tensioni sorte nello studium parigino in seguito alla
progressiva trasformazione della facolt delle Arti, unistituzione dedita in modo
specialistico alla ricerca filosofica e scientifica.
Condanne del genere, per, contribuirono anche a richiamare lattenzione sulle tesi
colpite dalla condanna, dando loro pubblicit. Gli interventi censori condussero alla
distruzione delle opere censurate, i cui contenuti finirono con lessere conosciuti
solo nella versione del testo di condanna.
Gli sviluppi del dibattito filosofico, teologico e scientifico costrinsero i vertici
ecclesiastici a ridefinire i propri criteri di ortodossia. Laristotelismo, cos, a lungo
oggetto di attacchi, venne rivalutato nel 300 e utilizzato come un baluardo da
contrapporre ad alcune novit, come Ockham, giudicate pericolose.
Problema: come regolarsi quando la ricerca filosofica perveniva a risultati in
contrasto con la fede. Averroisti paiono essere convinti che la Verit sia quella
rivelata, tuttavia, il maestro deve esporre le tesi dei pi grandi filosofi, anche se
contrarie agli insegnamenti della rivelazione.
Il problema delle discrepanze viene trattato in sulleternit del mondo da Boezio di
dacia, che ritiene impossibile dimostrare linizio del mondo nel tempo. Filosofia e
religione possono coesistere pacificamente grazie a una precisa delimitazione dei
rispettivi ambiti. Il filosofo naturale afferma unicamente quello che discende dalle
premesse generali del suo sapere. In quanto studioso della fisica, Boezio deve
negare che il mondo sia stato creato nel tempo, come credente, per, accetta per
fede la tesi della creazione nel tempo.
Esistono quindi due diverse prospettive: la filosofia si pone sul piano della
probabilit, la verit della fede lunica dal punto di vista assoluto, ma poi le
scienze hanno le loro realt particolari.
Il sapere filosofico proclama una sovranit assoluta su un territorio limitato: esso
non tollera intrusioni, gode di autonomia entro i confini assegnati. Ne Il sommo
bene, Boezio afferma che: la massima felicit coincide con la conoscenza
intellettuale e il supremo modello morale rappresentato dalla condotta di vita del
filosofo.
Si arriva a un punto di non ritorno nella storia del pensiero medievale:
interrompendo la luna di miele tra filosofia e teologia, viene meno laspirazione a
una fede sorretta dalla ragione e tramonta lideale dellunit del sapere. La
condanna del 1277 dimostra che la filosofia non capace di cogliere con le sue
sole forze le verit fondamentali della religione cristiana, ma giunge a conclusioni
inconciliabili con il dato rivelato. -> Duns Scoto, Ockham.
GIOVANNI DUNS SCOTO (1266-1308)
Vita
Nato in Scozia, entra nellordine francescano, studia a Oxford. Espulso dalla Francia
con laccusa di aver sostenuto le ragioni del pontefice, si trasferisce a Oxford,
insegna a Colonia, i suoi scritti (che gli valsero il soprannome Dottor Sottile) oltre ai
commenti alle Sentenze, trattato sul principio primo, commenti alle opere di
Aristotele.
Al centro, rifiuto del determinismo greco-arabo. I pensatori arabi non erano andati
oltre la nozione di causa prima che agisce necessariamente, convinti che il mondo
discendesse per emanazione. Scoto reagisce ponendo laccento sulla libert della
volont divina e sul carattere contingente dei suoi effetti; lo fa, per, sapendo che
la natura totalmente libera e infinitamente potente di Dio non pu essere colta
dalla ragione naturale, ma soltanto una verit rivelata. Lintrinseca debolezza
della mente umana rende inevitabile il ricorso alla fede.
Lonnipotenza rientra tra gli attributi divini che possono essere creduti solo per
fede. Assistiamo alla dissociazione di filosofia e teologia: differiscono in metodo e
risultati, poi, la teologia non neanche una scienza, perch non basata su
dimostrazioni rigorose, ma una scienza pratica, il cui fine consiste nel
regolamentare le azioni dei credenti in vista del raggiungimento della felicit
ultraterrena.
Il tipo di conoscenza che gli uomini sono in grado di ottenere a proposito di Dio si
fonda sulla scrittura, nella quale Dio ha voluto rivelare verit utili alla salvezza.
Conosciamo di Dio solo quello che egli ci vuole rivelare. Questa condizione effetto
del peccato originale: lintelletto umano ha perduto la capacit di conoscere
direttamente le realt intelligibili mediante la intuizione intellettuale e ha la
possibilit di apprendere i concetti solo partendo dai dati dei sensi, per astrazioni.
La sfera della volont pi vicina alle condizioni in cui si trovava prima del peccato
di Adamo. Scoto teorizza dunque il primato della volont, la sua superiorit
sullintelletto, del quale essa si serve come di uno strumento: Scoto indica nella
volont lunica vera causa dellatto di volizione. Concepisce la libert del volere
come capacit di autodeterminarsi: questo il tratto essenziale dellessere umano.
La volont non dipende che da se stessa, nessun oggetto, per quanto buono, la
costringe ad assentire, poich pu sempre rifiutarlo. Dio non vuole il bene perch
il bene, ma bene ci che Dio decide di volere, in maniera totalmente libera.
Lunica legge morale per luomo data dal comanda della volont di un Dio
onnipotente, il quale in ogni momento pu stabilire una legge differente,
modificando la nozione di bene.
La sola ragione per cui Dio decide di dare al mondo un certo ordine la sua
volont. Le idee delle possibili creature che Dio ha nella mente non costituiscono
un ordine preesistente. Sono prodotti della mente divina nei confronti dei quali Dio
conserva piena libert. Lunica condizione a cui questa libert soggetta il
rispetto del principio di non contraddizione.
Per indicare linsieme di possibilit non contraddittorie scelto da Dio, Scoto usa la
formula potentia ordinata dei (potenza ordinata di Dio). Dio, per, pu sempre
stravolgere il presente ordine delle cose, in virt della sua potentia absoluta, che
indica una forma di azione divina straordinaria, leffettiva possibilit che Dio agisca
extra legem.
Potentia absoluta e legge. Duns Scoto considera la potenza ordinata un
sottoinsieme di quella assoluta: si tratta di due differenti possibilit di azione, una
delle quali contiene laltra. Scote le conferisce un significato politico-giuridico. La
potenza ordinata quella esercitata da chi agisce in conformit alla legge, la
potenza assoluta si riferisce alla capacit di agire al di fuori della legge, in maniera
arbitraria.
Metafisica. Scoto individua nella metafisica la scienza dellessere in quanto essere,
lessere univoco, comune a tutto ci che , ossia il concetto di essere che si applica
in maniera indistinta e con il medesimo significato a qualsiasi cosa esistente. Anche
il metafisico si occupa di Dio (in quanto essere), la metafisica in grado di
spingersi sino allidea di Dio come essere primo e infinito, non pu raggiungere Dio
in se stesso, cogliere la sua essenza, la sua natura.
GUGLIELMO DI OCKHAM (1285-1349)
Vita
Nato vicino a Londra, studia filosofia e teologia a Oxford, insegna in centri
francescani, svolta 1324 convocato presso la sede pontificia ad Avignone, in
seguito a una denuncia di un ex cancelliere di Oxford, viene processato per alcune
tesi sospette dal suo commento alle sentenze di Pietro Lombardo. Durante la fase
istruttoria conosce Michele da Cesena, il quale lo convince a sposare la sua causa,
a battersi con lui in difesa della tesi dellassoluta povert di Cristo e apostoli
(rigettata da papa Giovanni XXII). Scomunicato, Ockham trascorre il resto della vita
alla corte imperiale di Monaco di Baviera, dovre compone scritti politici. (Potere
papale e imperatore)
La sua teologia si fonda sullidea di un Dio-volont assolutamente onnipotente, di
fronte al quale lordine del mondo risulta privo di qualsiasi necessit oggettiva.
Anche Ockham si serve della distinzione fra potenza ordinata e assoluta, che per
considera esclusivamente una distinzione di ragione. Le due formule indicano due
modi in cui possibile considerare lunico potere di Dio: nella potenza assoluta si
prende in esame la potenza di Dio in s, in astratto, mentre si parla di potenza
ordinata quando ci si riferisce alle decisioni prese da Dio.
Per Ockham lespressione potenza assoluta divina non indica leventualit di un
intervento divino eccezionale, essa riassume linsieme infinito delle possibilit che
in origine Dio aveva davanti a s. La differenza tra potenza ordinata e assoluta di
Dio riguarda lordine creato e non la natura divina, il modo divino di operare nel
mondo. Serve a porre laccento sulla libert del creatore rispetto al creato, Dio non
ha agito di necessit nel dare vita a questo mondo, il quale, se solo avesse voluto,
avrebbe potuto (ma non pu pi) essere differente. Ockham vi ricorre unicamente
per sottolineare lassoluta contingenza delluniverso in cui ci troviamo.
Ockham condivide con Scoto lidea che lonnipotenza di Dio sia un articolo di fede
filosoficamente indimostrabile. Nessuno degli attributi fondamentali divini
passibile di dimostrazione: se luomo fosse capace di conoscere tali verit per via
razionale, Dio non avrebbe compiuto il gesto di rivelargli ci che poteva scoprire
con le sue forze. Alluomo preclusa anche conoscenza intuitiva di Dio, cio una
conoscenza che gli permetta di apprendere in maniera diretta, immediata ed
evidente qualcuna delle caratteristiche di Dio.
Gli uomini non possono cogliere Dio in se stesso, essi giungono ad avere una
qualche conoscenza di Dio solo attraverso concetti comuni a lui e alle sue creature,
luomo costretto a partire dalle conoscenza intuitive delle cose naturali e a
basarsi su alcuni concetti ricavati per astrazioni da tali conoscenza.
Sulla base di questa conoscenza limitata, Ockham crede possibile elaborate un
argomento con cui dimostrare lesistenza di un essere primo perfettissimo, causa
incausata. -> 1. Impossibilit di un regresso allinfinito nella serie delle cause
efficienti, ma la corregge con argomentazione uguale alle cause conservanti, cio
quelle che spiegano il fatto che le cose continuano a esistere. Le cause efficienti
non coesistono necessariamente con i loro effetti, possono venire meno dopo averli
prodotti. Se si vuole dimostrare una causa prima, bisogna partire dalle cause
conservanti, in questo caso, regredendo allinfinito, si arriverebbe a un numero
infinito di cause in atto, il che assurdo.
Ockham ammette la possibilit di una teologia razionale, che tuttavia risente delle
capacit ridotte delluomo. Le argomentazioni che produce sono solamente
persuasive, ma incapaci di eliminare ogni dubbio. Se avessero certezza assoluta,
infatti, la rivelazione perderebbe significato e la fede non sarebbe frutto di libera
scelta.
La posizione di Duns Scoto e Ockham d limpressione che la condanna del 1277 li
abbia condotti a guardare con disincanto alle condizioni in cui si trova lumanit,
troppo distante da Dio per farne oggetto di discorso scientifico.
Ulteriori effetti della condanna del 1277. Clima culturale che rese possibile
prendere in esame ipotesi scientifiche escluse da Aristotele, perch: - la condanna
di alcuni aspetti della fisica aristotelica in contrasto con la fede gettava ombre
anche su altre dottrine scientifiche; - lattacco contro limmagine di un universo
dominato dalla necessit era condotto in nome dellassoluta libert di un Dio
creatore onnipotente. Si venne cos a diffondere una forma di ragionamento per
imaginationem basata sullipotesi che Dio intervenga nel cosmo facendo ricorso
alla sua potenza assoluta. Ci permetteva di costruire nuove teorie scientifiche di
natura esclusivamente congetturale: supposizioni per la cui validit non era
richiesta alcuna verifica sperimentale, ma solo la correttezza logica, cio il rispetto
del principio di non contraddizione.
Tommaso Bradwardine. La causa di Dio contro Pelagio. Chi nega la possibilit
dellesistenza di un luogo privo di corpi mutila la potenza divina. Giovanni
Buridano, ipotesi di un intervento di Dio volto a produrre un accidente (grandezza)
senza sostanza, uno spazio vuoto. Nicola Oresme, la potenza assoluta di Dio pu
creare pi mondi e a muoversi pu essere la Terra.
Intorno a Bradwardine, maestri calculatores, accomunati dal ricorso a procedimenti
di analisi logica e a strumenti matematici.
Buridano, teoria dellimpetus, sulla questione dei moti violenti, ossia dei moti in cui
il mobile va in una direzione diversa dal suo luogo naturale. Problema per la fisica
aristotelica, secondo la quale tutto ci che si muove richiede la presenza di un
motore in contatto con il mosso. Buridano smonta la tesi secondo cui la causa di
quel moto (sasso-mano) va individuata nellaria circostante, che conserverebbe per
un certo tempo la spinta ricevuta dal motore. Egli ritiene che i moti violenti si
spieghino con limpeto impresso dal motore al mobile: grazie a questa virt motrice
il sasso continua a muoversi nella direzione verso cui stato lanciato, sebbene tale
movimento vada decrescendo per effetto della resistenza opposta dal mezzo e per
la tendenza del sasso a tornare al luogo naturale (terra).
Oresme e teorema di Merton. Utilizza figure bidimensionali nello studio del modo in
cui un movimento varia in un certo tempo. Un corpo la cui velocit varia in modo
uniforme in un determinato periodo di tempo, percorre la medesima distanza che
avrebbe coperto se si fosse mosso, per lo stesso periodo di tempo, con una velocit
costante pari a quella raggiunta nellistante di mezzo del periodo di accelerazione.
Universali dopo Abelardo
Seconda met del XII secolo: attenzione a nesso tra logica e grammatica, sempre
pi stretto, studio delle propriet dei termini. I maestri concentrano la propria
attenzione sui modi significandi, modalit in cui un termine pu svolgere la propria
funzione semantica.
Logica dei moderni: elemento centrale diventa il significato intraproposizionale dei
termini: il ruolo che allinterno della frase. Questo particolare tipo di significato
chiamato suppositio, poich indica ci al posto del quale sta una determinata
parola nellenunciato che la contiene: ci che essa sostituisce.
Lesigenza di tenere presente il contesto in cui viene utilizzato un termine
avvertita con forza crescente anche per effetto dellinfluenza degli Elenchi sofistici
di Aristotele. Pietro Abelardo e Adamo Parvipontano sono fra i pionieri di uno studio
che si interessa alle possibili variazioni di significato dei vocaboli in contesti
differente.
Pietro Ispano e Guglielmo di Sherwood sviluppano delle tecniche di analisi del
linguaggio che vengono poi applicate negli ambiti pi diversi. Nel XIV secolo lidea
che un gran numero di questioni fisiche, etiche e teologiche nascano dalla natura
equivoca dei termini usati e possano essere risolte solo attenendosi alle regole che
stabiliscono quale modo di ragionare sia corretto e quale fallace.
Guglielmo di Ockham
Sostenitore del proposizionalismo, ossia della tesi secondo cui ogni conoscenza
scientifica ha per oggetto non le cose ma esclusivamente enunciati, o, per essere
precisi, i correlati mentali degli enunciati. Per comprendere occorre partire dalla
risposta data da Ockham alla questione degli universali. Si scontra con Scoto.
Secondo Duns Scoto, gli universali che lintelletto si forma sulla base dei dati dei
sensi hanno una base oggettiva nelle cose singolari, sebbene queste siano le
uniche effettivamente esistenti: tale base consiste nelle nature comuni, o essenze,
delle cose, nature che di per s non sono n universali n particolari. proprio
lindeterminatezza delle nature comuni a fornire allintelletto la materia da cui
trarre gli universali mediante lastrazione: se nella realt vi fossero solo aspetti
individuali, lintelletto non vi coglierebbe nulla di universale.
Scoto, per spiegare come la natura di concretizza nelle singole cose, postula
lesistenza di una certa entit individuante, che si aggiunge alla natura comune e la
individua. Scoto si serve del termine haecceitas (ecceit) per indicare il principio di
individuazione che rende ciascuna natura comune di volta in volta particolare.
Per Ockham, il piano dellessere non contiene niente delluniversalit: nella realt
non esiste nulla di universale, neppure allo stato potenziale, poich essa consta
esclusivamente di sostanze qualit individuali (lessere sempre un essere).
Alcune di queste sostanze sono fra loro simili, questa relazione di somiglianza a
permetterci di comprendere un dato insieme di cose sotto un medesimo concetto,
ma esclude che a data somiglianza corrisponda, nella realt, una qualche natura
comune della quale partecipano i singoli oggetti. La somiglianza non una
relazione a tre termini, sufficiente lesistenza di due oggetti -> rasoio di Ockham.
Universali per Ockham: sono concetti predicabili di una molteplicit di enti
particolari. Si tratta di segni naturali poich sono il frutto della reazione spontanea
della mente umana quando viene a trovarsi in presenza di gruppi di oggetti simili: i
termini mentali universali significano naturalmente quegli oggetti, quindi i concetti
universali non sono semplicemente immagini mentali, hanno un carattere
intenzionale, uninclinazione naturale a indicare la molteplicit di individui tra loro
simili.
In quanto parole corrispondenti ai concetti di genere e specie, gli universali
significano in base a una convenzione: sono cio solo strutture linguistiche utili ad
abbreviare i nostri discorsi. La dottrina della suppositio, esposta nel compedio
sistematico di logica, rappresenta il punto pi originale della sua logica. Ci sono tre
tipi di supposizione:
- Personale, si ha quando il termine in questione suppone per il suo significato
proprio e originario;
- Semplice, quando il termine sta al posto di un concetto che non costituisce il
suo significato proprio;
- Materiale, quando il termine non viene preso nel suo significato proprio e
suppone per se stesso in quanto suono o segno grafico.
La distinzione tra le varie forme ha unapplicazione di grande importanza quando
Guglielmo tratta delle proposizioni e delle condizioni di verit. Distingue due gruppi
di proposizioni: quelle categoriche, o semplici, composte da soggetto e predicato, e
quelle ipotetiche, formate da pi proposizioni categoriche collegate da connettori.
Una proposizione categorica vera se soggetto e predicato suppongono per la
stessa cosa, per proposizioni ipotetiche, quelle di tipo condizionale sono vere a
patto che lo sia limplicazione fra antecedente e conseguente, quelle disgiuntive lo
sono se vera una delle due categorie da cui risultano composte.
I criteri di verit sono formali, ci prescindono completamente dal contenuto. Il
problema della verit viene ricondotto allambito del linguaggio. La verit di una
proposizione non ha nulla a che fare con la realt extramentale e coincide con la
proposizione vera, ossia viene determinata soltanto dalla struttura della
proposizione. Qualsiasi sapere rigoroso ha per oggetto solo proposizioni: corretto
parlare di dimostrazione scientifica unicamente in relazione agli enunciati.
Il pensiero politico nel tardo Medioevo
Svolta nel modo di concepire la relazione tra potere della chiesa e quello
temporale. XIII secolo: dottrina ierocratica, che attribuiva al papa il primato
spirituale e una supremazia politica assoluta sullintera cristianit. Conobbe la sua
formulazione pi radicale con Bonifacio VIII.
MARSILIO DA PADOVA (1280-1343)
Defensor Pacis. Il suo intento smascherare linfondatezza delle pretese
assolutistiche del Papato, cos da estirpare il male oscuro che, a suo giudizio,
tormentava lItalia del tempo. La riflessione marsiliana si fonda sullidea che le
diverse forme di comunit politica traggano origine dal desiderio innato che
qualsiasi individuo ha di raggiungere e conservare unesistenza degna di essere
vissuta, sufficientia vitae. Gli uomini farebbero volentieri a meno di associarsi, ma
non c altro mezzo per spingersi oltre la semplice sopravvivenza.
In contrasto con la naturale socievolezza delluomo, Marsilio insiste sulla presenza
di tensioni e contese come tratto dominante delle societ umane. La pace pu
essere garantita solo a patto di impedire che ognuno persegua esclusivamente il
proprio vantaggio a spese degli altri, come sarebbe portato a fare: senza leggi,
sulla cui base giudicare i conflitti, e senza guardiano, nessuno stato potrebbe
sopravvivere a lungo.
Lessenza delle leggi sta nellessere imposte con la forza dallautorit. La validit
delle leggi umane non dipende dal loro uniformarsi a giustizia superiore, ma
dallessere emanate in maniera corretta. La facolt di fissare le norme spetta
allassemblea dei cittadini o alla sua parte preponderante. Potere legislativo al
popolo discende dal desiderio naturale che ogni essere umano ha di garantirsi una
vita degna.
Le uniche leggi entro i confini di uno Stato sono quelle stabilite dalla volont
popolare, la legge divina invece non vincolante in alcun modo. Marsilio contesta
quindi ogni forma coercitiva del clero, in polemica con la pretesa del Papato di
esercitare anche funzioni temporali, il ruolo di un ecclesiasta consiste
nellinsegnare quello che gli uomini devono credere, fare o evitare per la salvezza
eterna.
Lintromissione del papa nelle vicende politiche in contrasto con condizione
indispensabile per sopravvivenza di corpo politico, che pu preservare la propria
tranquillit solo in presenza in un unico governo supremo. Marsilio dice che ogni
organismo politico deve avere una sola testa e che la nomina di tale esecutivo
spetta esclusivamente allassemblea dei cittadini.
OCKHAM
Michele da Cesena lo coinvolse nella sua battaglia in difesa dellideale di povert
assoluta, Giovanni XXII condannava la tesi secondo cui Cristo e apostoli avrebbero
rinunciato a ogni propriet, egli inoltre teorizzava limpossibilit di separare il
semplice uso di un bene dal dominio su di esso.
Ockham: la posizione assunta dal pontefice contrastava con i precetti e le
testimonianze del Nuovo Testamento, in Dialogo sul potere del papa e quello
dellimperatore, c una dottrina che giustifica resistenza attiva nei confronti di un
papa caduto in eresia. Ockham insiste sul diritto di ciascun fedele a prendere
provvedimenti nel caso in cui il Pontefice si allontani palesemente dalla strada
indicata dalla Scrittura. In accordo con la sua idea di universali come non reali,
Ockham concepisce la Chiesa come un insieme di individui concreti.
A partire dagli anni trenta del XIV secolo, opta per unaltra soluzione: in
circostanze straordinarie, i governanti possono sconfinare nellambito spirituale,
assumendosi il compito di deporre un pontefice. Ockham teorizza sostanziale
autonomia fra potere temporale e potere ecclesiastico, i cui titolari sono legittimati,
in casi eccezionali, a intromettersi reciprocamente nella sfera di competenza altrui.
Egli rivendica il ruolo determinante del popolo nel conferimento del potere a chi
governa lo Stato. Ammette lorigine divina di tale potere, ma precisa che Dio lo
assegna attraverso il consenso degli uomini, ogni potere proviene da Dio attraverso
gli uomini.
La legittimit dei governanti temporali dipende dalla loro capacit di rispondere ai
bisogni materiali della comunit, qualunque governo esiste unicamente per
tutelare la pace civile e il benessere dei governanti. A partire dal Contra
Benedictum, Ockham dedica attenzione crescente al tema del governo
ecclesiastico. Elabora una concezione moderata della potest papale fondata sul
riconoscimento dellesistenza di centri di potere autonomi rispetto al vescovo
romano (otto questioni circa il potere papale, breve discorso sul governo tirannico).
Tuttavia ci sono situazioni straordinarie in cui la giurisdizione papale pu estendersi
accidentalmente alle questioni terrene.
Se il pontefice avesse ricevuto da Cristo, attraverso Pietro, unautorit illimitata
sulla cristianit, questa si troverebbe in una condizione di schiavit ben superiore a
quella imposta dagli Ebrei dalla legge mosaica, cosa che renderebbe vano il
sacrificio di Cristo.
Il fatto che la legge evangelica sia fondata sul principio di libert non rende
necessario eliminare ogni differenza di grado nel corpo ecclesiastico, poich la
libert che garantisce ai fedeli non pu essere perfectissima. Il potere di chi guida
la Chiesa deve configurarsi come un servizio spirituale reso alla comunit dei
cristiani. Ockham valuta le diverse forme di governo ecclesiastico sulla base di
considerazioni di ordine pratico, riconosce nel primato papale la soluzione pi
indicata a preservare lunit della cristianit, senza escludere la possibilit di
modellare lassetto per adattarlo alle esigenze dei fedeli.
GIOVANNI WYCLIF (1328-1384)
Riflessione politica in due fasi. Prima: scritti come sul dominio divino, sul divino
temporale, Wyclif formula la sua utopia, delineando una societ ideale di uomini
liberi e uguali, uniti nellamore per Dio e nella sottomissione spontanea alla sua
legge: una comunit di giusti, che condividono ogni bene secondo lesempio
evangelico, senza aver bisogno di una giurisdizione coercitiva. Questa vuole essere
ununit di misura con cui stabilire quante e quali correzioni apportare alle
comunit esistenti. Wyclif muove da due assiomi: lidea che chiunque si trovi nelle
condizioni di peccatore non possa detenere un vero dominio, chi si trova in uno
stato di grazia riceve da Dio una signoria su tutti i beni della terra, dominio
chiamato evangelico, lunico che si possa esercitare in comune.
Costoro devono tenersi lontani dallaltra forma di dominio, quello civile, cio genere
di potere che non pu essere condiviso poich indissolubilmente legato alla
propriet privata. Il dominio civile un espediente umano sorto come conseguenza
della caduta, con lo scopo di punire le inevitabili discordie presenti in ogni
comunit.
Progetto di riforma politica e religiosa che segna il passaggio dallutopia
allintervento concreto. Ai detentori del potere temporale il compito di sequestrare
alla chiesa qualsiasi bene di cui abusa: tale abuso un peccato e comporta la
perdita di ogni diritto sul bene in questione.
Questa misura deve colpire tutti i membri del clero che pretendono di esercitare un
dominio civile sulle offerte dei fedeli, anzich accontentarsi del semplice uso di
beni su cui hanno soltanto un dominio evangelico. Re e signori secolari sono lo
strumento di cui dio si serve per smascherare questi impostori e ricondurre gli
ecclesiastici alla purezza delle origini apostoliche.
Nel De officis regis Wyclig ipotizza una riforma di Stato il cui peso ricade
interamente sulle spalle del monarca e dellalta nobilt, rinuncia al sogno di una
comunit capace di conservarsi in vita e di mantenersi fedele alle regole
evangeliche senza il ricorso a un potere coercitivo.
Wyclif si appella alla dottrina dellorigine divina di ogni autorit politica: in questo
modo, mette i signori temporali al riparo dalla tesi secondo cui nessun peccatore
detiene un dominio legittimo. Questa tesi viene applicata solo ai detentori delle
cariche ecclesiastiche, con effetti devastanti: mettendo a confronto loperato di un
clericale con le regole stabilite da Cristo diventa possibile stabilire se costui si trova
in peccato. In ambito spirituale lecito mettere in discussione ogni autorit:
persino il potere del papa pu risultare inferiore a quello del pi umile dei fedeli,
dal momento che si deve prestare ascolto a chi meglio aderisce al modello di vita
proposto nel Vangelo. (nella sfera temporale la sottomissione ai governanti non
passibile di obiezioni)