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Nascimbene Luca
INDICE
Un bacione a Firenze
Film per Andreina
I crisantemi transgenici
Il taccuino di Emilio
Il vangelo secondo Matteo, mio
cugino La sterzata di Shephard
Lultima
fava Bar
Le storie di Carlo
Un bacione a Firenze
Che pena vederli sfiorire! Tutta colpa dellorologio delle stagioni che
si era dichiarato indipendente: sin dai primi giorni di Ottobre i
crisantemi erano tutti sbocciati. Due anni prima si era fatto
rimborsare dalle assicurazioni. Una bella valigetta di bigliettoni da
cento. Al momento della stretta di mano, per, il direttore gli fece
capire di non farsi pi vedere. - Assicurare i crisantemi, oggigiorno,
come assicurarsi una coltellata - gli disse sulla porta. Lanno
precedente si era salvato convincendo il vescovo ad anticipare di due
settimane la festa di commemorazione dei morti. Loperazione gli
cost il rifacimento del portale del Duomo ed una noia mortale nel
giorno dellinaugurazione quando pass addirittura per benefattore.
Le fiamme transgeniche
Tuo,Emilio.
Il taccuino di Emilio
Il crocifisso alto, troppo alto per chi vi entra con la testa bassa. I
vassoi in formica opaca. La luce giallognola in un silenzio
religioso. Uno straccio bianco al pennone degli sconfitti, ecco cosa
mi sembrata la mensa della Caritas.
Siamo usciti dalla mensa e, per un po, ce ne siamo portati appresso
il silenzio. Clochard mi ha accompagnato alluscita della citt e mi ha
dato un indirizzo:-Pestalozzi Enrico, Neuhof-.
I vermi scelti.
Salviette al collo e pugni che stringono posate sulla tavola bandita, i
vermi sono pronti. Dopo estenuanti prove selettive sulla storia della
monarchia inglese con accenni alle monarchie europee, a questo
sparuto numero di vermi spetta l'onore di spolpare la regina madre.
- Quando arriva? -
- Arriver, arriver! -
- E se decidesse di farsi cremare? -
- Ci facciamo un brodino con le ceneri! E dove va, non ha scampo! -
Al capezzale c' tutta la famiglia reale ed anche lo stalliere. Tutti
vogliono assistere a questo momento storico nonostante i ripetuti
inviti del medico a sgombrare la stanza. La regina madre chiede al
guardasigilli di avvicinarsi con un regale movimento della mano.
Trattasi dell'ultimo desiderio della moribonda: l'ultimo giro per
Londra sul Routemaster (il famoso bus rosso a due piani). Il
guardasigilli comunica ai presenti la notizia, che suscita sommesso
clamore. Il medico si oppone invano, poi se ne va sbattendo la porta.
- - Hallo,Isabelle!-
- -Hallo, Leo, how are you?-
- -Fine when i see you, mais parlons en francais-
- -Why, we are in London?!-
- -Oui mais je voudrai te reciter une poesie de Baudelaire-
- -Et bien!- Isabelle fa cenno di procedere.
- - La mort des amants. Nous aurons des lits pleins dodeurs
legeres .-
I due si dileguano nei locali del bar che diventa sempre pi pieno.
Alla prima occasione Leo si reca da Isabelle nel tentativo di recitare
la poesia.
-Nous aurons des lits -
-Leo, did you check the toilet?- Dawn compare
perfida. -Off course, Dawn!-
-Well, work!-
Quando Carlo compr, seppure a pochi soldi, casa, fienile e terre nel
piccolo borgo di Poggiolrosso, tutti gli davano del matto. Il borgo era
stato abbandonato gi da diversi anni e i sassi cadevano a terra
disordinati. Tutti gli rinfacciavano di aver comprato un rudere in un
posto inculato e dimenticato dalla civilizzazione mentre la tendenza
era progresso e urbanizzazione. A Carlo, per, interessavano i campi
per farci il fieno sebbene fosse legato emotivamente a quella casa
avendoci trascorso alcuni anni della sua infanzia. Perch ritornasse
vivibile, la casa abbisognava di tempo e denaro, cose che Carlo non
aveva. Cos, un giorno si present al suo cospetto una pi matta di
lui, Silvana, a chiedergli di vendere. Una sera, una delle tante in cui
veniva a trovarci, gli chiesi come mai aveva venduto a Silvana. La
risposta arriv solo sul momento di andarsene quando, dato fondo
alla bottiglia di vino, Silvana dormiente sul divano, disse
compiaciuto:- ma aveva due gambe!-. Laver venduto a siffatte
gambe, fece intendere, fu per lui motivo di orgoglio e prestigio fra
quanti, contadini semi-montanari, vicini e confinanti, repressi e
morigerati, gli rapportavano di cotanta visione.
Un pomeriggio, arrivando a Poggiolrosso, si trov nel bel mezzo di un
raduno New Age. La presenza di tutte quelle donne gli faceva brillare gli
occhi. Strinse la mano ad una ad una accompagnando la stretta con una
battuta od un complimento estemporaneo. Cos guadagn lortocentro
della situazione e, con labilit di un conferenziere consumato,
monopolizz lattenzione. Da buon talento naturale aveva fiutato nei
convenuti il malessere della citt e, cos, inizi a raccontare della prima
volta che and a trovare sua sorella a Sassuolo. Quando fu davanti a quel
palazzo da torcicollo, si perse in un alveare di citofoni. Era pronto a
rinunziare se non ci fosse stato lintervento di un inquilino ad indicargli il
bottone. Rispose sua sorella pregandolo di aspettare. Arriv con un paio
di ciabatte e Carlo ci mise un po prima di convincersi a togliersi le
scarpe. Presero lascensore ed arrivarono al piano. Mentre percorrevano
il corridoio che portava allappartamento, sua sorella gli intimava di
parlare piano con lindice ad incrociare le labbra. Varcata la porta, due
pattini per muoversi in casa. Carlo stette cinque minuti poi rivolle le
scarpe per andarsene. Come si fa- si lamentava, -a vivere in quei loculi
incerati?- .- Io, nellarco della giornata, entro ed esco di casa cento volte,
impazzirei a togliere e rimettere scarpe; poi, tutti quei piani, e se uno si
scorda qualcosa o solo gli scappa da pisciare?- .-Io, quando sono fuori
davanti casa, se mi scappa da pisciare, tiro fuori il grillo e piscio-.
Carlo non aveva sempre fatto il contadino. Per qualche anno, in pieno
boom economico, aveva lavorato per un gruppo di ceramiche come
padroncino, essendo proprietario di un camion col quale trasportava
la terra. Si svegliava prestissimo per aiutare suo fratello a mungere le
mucche e poi partiva spedito per arrivare primo dietro i cancelli del
piazzale. L aveva imparato a conoscere i meridionali, -gente che non
fa la spia- asseriva, e lui si fidava anche se sapeva che ognuno di
loro aveva un coltello in tasca. Lavoravano a cottimo e il tempo era
denaro. Mangiava mentre guidava le dieci uova sode prontamente
sgusciate la sera prima. Una volta trattenne la piscia da Sassuolo a
Cerredolo perch forse ce la faceva ad effettuare unaltra consegna
quel giorno. Invece si imbatt in un posto di blocco della polizia che
lo invitava ad accostarsi. Produsse tutti i documenti ma non bast.
Lo scortarono ad una pesa dove riscontrarono un sovraccarico del
camion. 400.000 lire di multa, tanto da deglutire a secco. Quando il
tutore della legge gli consegn il verbale, Carlo disse solennemente:-
Comandante, spero che un giorno suo figlio torni a casa e le dica che
ha preso 400.000 lire di multa mentre lavorava!-.
Durante gli ultimi mesi della vita terrena di sua madre, ebbe bisogno
di una badante. Una donna dellEst varc la soglia di casa sua per
assumerne il comando. La prima richiesta che gli fece, fu quella di
comprare un telefonino essendosi resa conto che non cera un
telefono fisso in casa. Le ricariche duravano due giorni e Carlo inizi
ad esercitarsi nella difficile arte di soffrire in silenzio. Un giorno,
mentre era al supermercato che guardava la lista della spesa, gli
venne quasi un esaurimento nervoso: stracci, strofinacci, spugne, per
i vetri, per la cucina, per il bagno, per il legno, per il lavabo. E pensare
che lui, al bisogno, usava lalcool denaturato per tutto con maglie
dimesse ritagliate. La voce detersivo per i piatti la consider un
errore dal momento che lo aveva preso la settimana prima e che a lui
durava anche due anni. Quanto al sapone per le mani, non ebbe
dubbi, pensando anche di fare cosa gradita, prese una bella
saponetta Palmolive che lui si ricordava essere il sapone dei
signori. Quando torn a casa con le buste, la badante, nellatto di
verifica e svuotamento, si lament della saponetta Palmolive
perch voleva il sapone liquido col dosatore e gli rinfacci di essersi
dimenticato del detersivo per i piatti.
Alla morte di sua madre, Carlo si chiuse in casa e cadde in una crisi
profonda. La sua lunga assenza da Poggiolrosso ci indusse a fargli
visita . Lo trovammo in un vistoso deperimento organico, alla merc
dellipocondria. Usammo parole di circostanza che non riuscirono a
lenire la sua sofferenza e ci accomiatammo lasciandolo cos come lo
avevamo trovato: mogio ed inconsolabile. Di l a poco, apprendemmo
che i suoi familiari erano riusciti a convincerlo a ricoverarsi in
ospedale. Le notizie successive lo davano in netta ripresa e,
addirittura, resistente alle dimissioni dallospedale. Lo
immaginavamo cavalier cortese con le infermiere ed impegnato a
soddisfare la sua attitudine a socializzare con chiunque. Quando
venne a trovarci lo trovammo in forma sebbene gli avessero intimato
di ridurre vino, grassi animali e dolci. Il cuore, il fegato, il pancreas
io non lo sapevo mica di avere tutte queste cose io ho sempre
pensato di essere un pezzo unico!- comment a proposito di quella
improbabile scomposizione.
Silvana, grazie allapporto di Carlo ed attingendo da fonti
occasionali, metteva insieme tessere del mosaico storiografico del
borgo. Aveva reperito la foto-ricordo dellultimo abitante di
Poggiolrosso, tale Nazario, e la teneva sul tavolo in attesa della visita
di Carlo. Di Nazario, Carlo ne aveva gi parlato ampiamente. Uomo
rude e temibile, era proprietario di buona parte delle terre intorno al
borgo. Con la famiglia di Carlo, per, sera sempre comportato bene.
Una volta avvis per tempo sua madre prima di spargere mangime
avvelenato nel cortile, per punire le galline dei vicini che non
riuscivano a distinguere i confini. Ciononostante, quandanche la
madre di Carlo le avesse tenute chiuse per una settimana, le galline
morirono lo stesso avendo beccato quanto era sfuggito alle defunte
galline dei vicini. Quando vide la foto, Carlo ne evidenzi i baffi e
lespressione arcigna
Io, nella zona temo solo Bartolomeo- confessava mentre Carlo lo
aiutava nella semina definendo le corsie con brocche di quercia.
Quando, dopo laratura, durante la raccolta dei sassi, i suoi operai si
arenavano di fronte ad uno bello grosso, Nazario, per non far
perdere loro del tempo, se ne occupava lui. Scavava come un
dannato; non bastava e scavava ancora, fino a liberarlo del tutto.
-Ah, la vita!- sospir Carlo agitando la foto, -tutti quei sassi, ma chi
te lo ha fatto fare, Nasario?-.