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Associazione Geotecnica Italiana Ordine dei Geologi della Regione Campania

Corso di Aggiornamento di Cultura Geotecnica, Napoli, giugno-luglio 2002

LE INDAGINI IN SITO:
SONDAGGI, CAMPIONAMENTI, PROVE E MISURE

Giovanni B. Fenelli

Universit Federico II di Napoli

1. Premessa
La risoluzione di un qualsiasi problema richiede lacquisizione di una serie di
informazioni. Per quanto riguarda la Geotecnica indispensabile acquisire i dati
necessari alla formulazione del modello meccanico del sottosuolo interessato dallopera
in esame, tale da consentire lo sviluppo di analisi per la previsione del comportamento
dellopera (deformazioni attese, sollecitazioni nelle membrature, coefficienti di
sicurezza nei confronti dei possibili meccanismi di collasso ecc.). Il modello geotecnico
del sottosuolo deve quindi essere strutturato in modo tale da consentire analisi
specifiche e quindi strettamente connesso al problema e, di conseguenza, anche
lindagine geotecnica.
Affinch il modello geotecnico sia in grado di rappresentare la situazione reale senza
trascurare aspetti importanti deve essere formulato sulla base di unadeguata campagna
di indagini la quale deve essere programmata, eseguita ed interpretata con attenzione e
competenza avendo chiari gli obbiettivi ed i suoi limiti.
Lutilizzazione di procedure di calcolo avanzate non pu in alcun modo sopperire alla
mancanza di informazioni, anzi, quanto pi sono sofisticate le procedure di calcolo tanto
pi devono essere complete ed avanzate le indagini sul sottosuolo.
La mancanza di indagini porta alla definizione di modelli di sottosuolo molto semplici
se non addirittura semplicistici ed in ogni caso non si in grado di poter affermare che
quanto assunto cautelativo.
La programmazione e lampiezza delle indagine devono, tuttavia, tener conto dei tempi
disponibili e soprattutto dei costi che devono essere compatibili con limportanza delle
opere; di conseguenza necessario sviluppare, sulla base delle conoscenze disponibili e
delle problematiche attese, il progetto delle indagini.
La progettazione delle indagini si basa sulle conoscenze disponibili, di conseguenza
necessario seguire con molta attenzione il loro svolgimento in modo da modificare ed
integrare il programma previsto sulla base delle conoscenze che via via si acquisiscono.

2. Finalit delle indagini in sito


Le indagini in sito hanno le seguenti finalit:
ricostruire la struttura stratigrafica del sottosuolo attraverso il prelievo della
campionatura rimaneggiata o attraverso correlazioni tra grandezze misurate (ad
esempio la resistenza penetrometrica alla punta) e la stratigrafia;
prelevare, se possibile, campioni indisturbati, da sottoporre successivamente a prove
di laboratorio;
eseguire prove in sito per la determinazione delle propriet meccaniche e fisiche;
installare strumenti per il rilievo del regime delle pressioni neutre, delle
deformazioni ecc.;
Linterpretazione dei risultati delle indagini in sito, unitamente a quella dei risultati
delle indagini di laboratorio conduce alla formulazione del modello geotecnico del
sottosuolo.
Lampiezza del programma delle indagini commisurata allimportanza dellopera ed
alla sua fase di progettazione.
Per opere di importanza non rilevante le indagini sono sviluppate in una sola fase, al
contrario, per le opere molto impegnative e di grande rilevanza le indagini sono
sviluppate in diverse fasi e finalit.
Facendo riferimento alla attuale normativa sui lavori pubblici si possono distinguere i
seguenti livelli di progetto e quindi di indagini:
progetto preliminare si verifica la fattibilit dellopera sia dal punto di vista
tecnico sia da quello economico, per quanto riguarda le indagini geotermiche ci si
limita ad acquisire i risultati di indagini eseguite con altre finalit nella zona con
leventuale approfondimento.
progetto definitivo lopera definita in tutte le sue parti e quindi necessita di
indagini specifiche per lo sviluppo di un modello di sottosuolo affidabile tale da
consentire le necessarie analisi di stabilit e di comportamento in esercizio.
progetto esecutivo - nel progetto si definiscono i particolari costruttivi, le modalit
di esecuzione ecc. le ulteriori indagini sono in genere limitate allapprofondimento
di situazioni particolari.
fase di costruzione realizzazione dellopera pu risultare necessario sviluppare
ulteriori indagini per la risoluzione di problemi specifici o la verifica delle ipotesi
progettuali.

3. Ampiezza dellindagine
Lo studio geotecnico deve riguardare quella porzione di sottosuolo interessata dalla
costruzione del manufatto cio dove si hanno significative modifiche dello stato
tensionale preesistente, sia in termini di tensioni efficaci sia in termini di pressioni
neutre, dove si possono avere interazioni con il manufatto stesso. Tale porzione di
sottosuolo, chiamato volume significativo, esso si estende anche fuori dellarea di
impronta del manufatto.
Le Raccomandazioni AGI (1977) riportano delle utili indicazioni sullestensione del
volume significativo in rapporto di varie opere (v. Figura 1).
In ogni caso il numero di verticali da esplorare deve essere tale da consentire la
ricostruzione di sezioni stratigrafiche significative.
Non inutile ricordare che per particolari problemi di stabilit dei versanti, lindagine
debba essere estesa ad una porzione importante della pendice con indubbi oneri
economici e difficolt di accesso ai siti. Molti degli insuccessi riguardanti opere
realizzate su pendici derivano da problemi di stabilit del versante aggravati
dallesecuzione di scavi o costruzioni di opere.
La figura del geologo, in questi casi, pu essere determinante in quanto, essendo
abituato ad una visione ampia dellambiente fisico, in grado di riconoscere forme ed
indizi che denunciano la presenza di problemi di stabilit.

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4. Mezzi di indagine

4.1. Generalit
Il programma delle indagini stabilito sulla scorta delle conoscenze che si hanno
sullarea in esame, sulla disponibilit delle attrezzature, sui tempi e costi.
Le modalit di esecuzione delle indagini sono diverse e variano in funzione degli
obbiettivi che si vogliono conseguire oltre che della natura e consistenza del sottosuolo
da indagare; a titolo di esempio di seguito si riporta la classifica fornita nelle gi
ricordate Raccomandazioni dellAGI.

Figura 1 - Volume significativo (AGI 1977)

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Come evidente dallesame della Tabella 1 i mezzi di indagine sono molteplici e tali da
richiedere, per una loro completa ed articolata disamina, spazi decisamente pi ampi di
quelli disponibili; di conseguenza nel seguito si esamineranno solamente quelli
maggiormente diffusi.
Facendo riferimento alla Tabella 1, si osserva che i pozzi, le trincee ed i cunicoli sono
realizzati con le usuali precauzioni e tecniche di scavo, per quanto riguarda i fori di
sondaggio e lesecuzione di prove si utilizzano attrezzature particolari.
Le indagini in sito sono sviluppate attraverso macchine ed attrezzature finalizzate alle
specifiche operazioni; in particolare si hanno:
macchinari destinati alle perforazioni attrezzati con carotieri, campionatori ecc.
macchinari destinati allesecuzione di prove (penetrometri statici e dinamici
continui, pressiometri autoperforanti, scissometri autoperforanti ecc.).

Tabella 1 - Mezzi di indagine (AGI 1977)

Finalit Mezzi di indagine


Diretti Indiretti
Profilo stratigrafico Pozzi Indagini geofisiche
Trincee
Cunicoli
Fori di sondaggio
In laboratorio Prove su campioni indisturbati
Prove penetrometriche statiche e dinamiche
Prove scissometriche
Prove pressiometriche
Propriet fisico-meccaniche dei In sito Prove di carico su piastra
terreni Indagini geofisiche
Misura della pressione neutra Piezometri
In laboratorio Prove su campioni indisturbati
Permeabilit dei terreni Prove di emungimento da pozzi
In sito Prove con immissione di acqua in pozzetti
o fori di sondaggio
Palificate Prove di carico su pali
Verifica dellimpiego di Impermeabilizzazione Piezometri, prove di permeabilit
procedimenti tecnologici Consolidamenti Misura delle propriet meccaniche
mediante prove in sito

4.2. Scavi e perforazioni

4.2.1. Scavi
Trincee aperte a mano o con mezzi meccanici, hanno profondit in genere ridotta (si
ricorda che vi pericolo di seppellimento degli operatori in mancanza opere di
stabilizzazione dei fronti di scavo o di loro opportuna sagomatura. Per tali ragioni le
profondit che si riescono a raggiungere sono ridotte e dellordine di 4-5 m.
Gallerie e Cunicoli aperte a mano con mezzi meccanici (cunicoli pilota delle per le
gallerie) con opere di sostegno

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Pozzi eseguiti a mano o con mezzi meccanici con armature dei fronti di scavo (esiste un
significativo pericolo di asfissia degli operatori nel caso di uso di mezzi meccanici o per
intercettazione di sacche di gas).
Gli scavi consentono losservazione diretta del sottosuolo, il prelievo di campioni
indisturbati mirati cio in quelle zone dove pi significativo il campionamento.
A queste indubbie prestazioni si contrappongono, in genere, costi elevati e tempi lunghi
di esecuzione.

4.2.2. Perforazioni
La perforazione pu avvenire o a rotazione o a percussione, questultima oggi
praticamente caduta in disuso.
La perforazione pu essere di due tipi:
con il prelievo continuo della campionatura rimaneggiata;
a distruzione di nucleo.
Mentre evidente la finalit della perforazione a campionamento continuo, non
altrettanto evidente quella a distruzione di nucleo, essa , infatti, finalizzata
allesecuzione di fori necessari o per linstallazione di strumenti o per il prelievo di
campioni indisturbati o lesecuzione di prove.
In presenza di materiali a grana grossa (sabbie e ghiaie) o comunque di terreni che non
si autosostengono le pareti del foro di sondaggio sono stabilizzate con rivestimento
metallico o con fanghi bentonitici; spesso i fanghi bentonitici sono sostituiti da polimeri
biodegradabili.

Carotieri
Per lesecuzione di fori a campionamento continuo si usano i carotieri; essi sono dei
tubi alla cui estremit posizionata una corona, la quale presenta rinforzi di materiali
pi o meno duri in ragione dei terreni da attraversare. In genere la corona presenta denti
in VIDIA, nel caso di attraversamento di rocce cristalline o quarzose, si utilizzano
corone diamantate.
Il carotiere collegato ad una batteria di aste (v. Figura 2).

Figura 2 - Attrezzatura schematica di perforazione a rotazione

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Oltre al carotiere semplice, per particolari applicazioni, si utilizzano carotieri pi
complessi ed in particolare:
carotieri doppi per perforazioni in roccia (v. Figura 3);
carotieri tipo T6 per materiali alluvionali a grana grossa.
Il materiale estratto durante le fasi di perforazione viene collocato in apposite cassette
catalogatrici nelle quali andrebbe indicato sistematicamente linizio e fine di ogni
manovra. Cio la profondit in cui inizia loperazione di carotaggio e quella in cui
questa interrotta per portare in superficie il carotiere e con esso il materiale prelevato.
evidente che la profondit di inizio della manovra e quella di fine certa in quanto
facilmente misurabile attraverso il semplice conteggio delle aste di perforazione1; al
contrario la profondit della campionatura estratta non altrettanto certa in quanto non
sempre si riesce ad avere una percentuale di carotaggio elevata e prossima allunit (i
materiali a grana grossa sono spesso campionati con percentuali anche inferiori al 50%)

Figura 3 - Carotiere doppio

Strumenti per la perforazione a distruzione di nucleo


La perforazione a distruzione di nucleo necessita di attrezzature per il disgregamento del
terreno senza alcuna pretesa di portarlo in superficie nella maggiore quantit possibile.
In genere il trasporto in superficie del terreno disgregato avviene direttamente attraverso
il fluido di raffreddamento (aria e, pi frequentemente acqua).

1 buona norma che le aste di perforazione siano tutte di eguale lunghezza.

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Le attrezzature sono molteplici e variano in funzione della natura dei terreni da
attraversare. Nella Figura 4 sono riportati alcuni utensili per perforazioni a percussione
ed a rotazione.

4.2.3. Campionatori
Prima di passare allesame dei vari strumenti utilizzati per il prelievo di campioni
(campionatori) utile, chiarire che cosa si intende per campione.
Nellaccezione comune con il termine campione si intende una porzione limitata estratta
da una popolazione pi o meno grande.

Figura 4 - Utensili per perforazione a distruzione di nucleo


La Geotecnica fa distinzione tra i campioni di terreno in funzione della loro
utilizzabilit; in particolare facendo riferimento alle pi volte citate Raccomandazioni
AGI si suddividono i campioni in 5 classi in funzione del disturbo arrecato in fase di
prelievo e quindi alle informazioni geotecniche che da essi si possono dedurre (v.
Tabella 2).

Tabella 2 - Classi di qualit dei campioni


Caratteristiche geotecniche determinabili Q1 Q2 Q3 Q4 Q5
Natura del terreno * * * * *
Composizione granulometrica * * * *
Contenuto dacqua * * *
Peso dellunit di volume * *
Caratteristiche meccaniche *
Campioni Campioni Campioni
rimaneggiati a indisturbati
disturbo
limitato

I materiali estratti con i carotieri ricadono nelle classi Q1Q3, di conseguenza volendo
acquisire informazioni sulle propriet meccaniche dei terreni risultato necessario
sviluppare particolari attrezzi e strumenti per il prelievo di campioni di classe Q4Q5.

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Quando la perforazione ha raggiunto la profondit prevista per il prelievo di un
campione, viene interrotta ed il carotiere sostituito con un campionatore.
Si ricorda che il prelievo di campioni indisturbati possibile, con le usuali tecniche,
solo in presenza di terreni a grana fine (limi e/o argille).
Sono stati messi a punto diversi tipi di campionatori in funzione della consistenza del
terreno da campionare; infatti, le problematiche del campionamento sono
profondamente diverse:
per materiali molli, il problema quello del recupero del campione e nellevitare di
comprimerlo;
per materiali duri il problema quello dellinfissione del campionatore.

Terreni molli
Nei terreni molli normalmente usato il campionatore a pistone stazionario, tale
campionatore consente di infiggere la fustella senza il pericolo di comprimere il terreno
campionato e, nello stesso tempo, di evitare il campionamento del materiale alterato
presente sul fondo del foro di sondaggio (v. Figura 5).

Figura 5 - Campionatore a pistone stazionario

Terreni mediamente consistenti


In questi terreni di solito usato il campionatore Shelby costituito da una fustella in
acciaio zincato o, preferibilmente, inossidabile munita di tagliente ed a parete sottile (v.
Figura 6).

Figura 6 - Campionatore a parete sottile con sfera tipo Shelby

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Terreni duri e molto duri
Nel tempo sono stati messi a punto diversi tipi di campionatore (solo a titolo di esempio
si ricordano il Mazier ed il Denison); si tratta comunque di campionatori in cui la
fustella protetta e ne facilitata linfissione attraverso un carotiere a rotazione con
tagliente arretrato rispetto alla scarpa della fustella (v Figura 7).

Figura 7 - Campionatore tipo Mazier (a); tipo Denison (b)

4.2.4. Prove eseguite allinterno di fori di sondaggio


SPT
Durante le fasi di perforazione si possono eseguire, oltre al prelievo di campioni
indisturbati, prove SPT (Standard Penetration Test); in particolare, raggiunta la
profondit alla quale si vuole eseguire la prova, dopo aver eseguito una attenta pulizia
del fondo del foro, si sostituisce allestremit delle aste di perforazione il carotiere con
un campionatore a parete spessa Raymond (v. Figura 8).

Figura 8 - Campionatore Raymond per lesecuzione di prove SPT

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La prova consiste nel calare sul fondo del foro un campionatore Raymond posto
allestremit inferiore della batteria di aste, quindi nellinfiggere il campionatore stesso
attraverso una massa battente del peso di 63.5 kg lasciata cadere da unaltezza di 0.76
m.
La massa battente inserita in un sistema che consente di sollevarla e sganciarla
automaticamente al raggiungimento dellaltezza di caduta.
In particolare si contano il numero di colpi necessario ad infiggere il campionatore per
un piede (N2+N3), dopo averlo infisso per 0.5 piedi (N1).
In presenza di terreni molto duri o con elementi grandi, la prova eseguita a punta
chiusa, cio si rinuncia al prelievo del terreno in cui la prova eseguita.
La prova interrotta quando si raggiunge un numero di colpi pari a 50
nellavanzamento dei primi 15 cm (0.5 piedi) o quando si raggiunge il numero di 100
nei restanti 30 cm.
Lesecuzione della prova richiede molta attenzione ed in particolare:
il fondo del foro deve essere pulito;
leventuale tubazione di rivestimento deve essere spinta ad una profondit inferiore
a quella del fondo foro;
il recupero della attrezzatura di perforazione deve essere eseguito con una velocit
tale da non provocare il sifonamento del fondo del foro quando si opera in sabbie
sotto falda.
La prova eseguita normalmente in terreni incoerenti ed, attraverso correlazioni
empiriche, possibile risalire al loro grado di addensamento ed allangolo di resistenza
al taglio. Una delle correlazioni disponibili tra angolo di resistenza al taglio, stato
tensionale efficace verticale alla profondit di esecuzione della prova e NSPT, dovuta a
Schmertmann, fornita in Figura 9.

Figura 9 - Correlazione tra Nspt, , e stato tensionale efficace

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Nel caso di prove eseguite in terreni coesivi si possono eseguire stime della resistenza a
taglio in condizioni non drenate.
Sulla base delle indicazioni di Terzaghi e Peck, riprese successivamente da Shioi e
Fukui (1982) si pu porre:
cu= NSPT

con pari a 0.6 se si esprime cu in ton/m.

4.2.5. Prove di permeabilit


Durante le fasi di perforazione si possono eseguire, prove di permeabilit.
Il coefficiente di conducibilit idraulica o, pi semplicemente la permeabilit di un
terreno una grandezza che assume valori compresi tra 0.1 m/sec, nel coso di ghiaie
pulite, fino a 1E-11 m/sec per argille, di conseguenza ha un campo di variazione di oltre
10 ordini di grandezza.
La permeabilit dipende essenzialmente dalla granulometria del terreno, e quindi dalle
dimensioni dei pori, e, in secondo ordine dalla porosit cio dal volume dei pori stessi.
La permeabilit di un terreno poi fortemente influenzata dalla sua struttura nel senso
che discontinuit granulometriche possono giocare ruoli importanti e attribuire al
terreno una marcata anisotropia nei confronti di tale grandezza.
Si segnala ancora che il coefficiente di conducibilit idraulica ha le dimensioni di una
lunghezza diviso un tempo, deve pertanto sempre essere indicate le unit di misura
utilizzate.
Le prove che si possono eseguire durante le fasi di perforazione sono le prove di
emungimento o di immissione di acqua in foro; queste possono essere a carico
costante nelle quali si misurano le portate immesse o estratte dal sottosuolo per
mantenere costante la quota dellacqua nel foro di sondaggio, o a carico variabile.
Per quanto riguarda le modalit di interpretazione di tali prove si rimanda a testi
specializzati quali le Raccomandazioni AGI (1977) o Fondazioni (1999) di C. Viggiani.
Nella Figura 10 sono forniti due schemi di prova.

4.2.6. Attrezzature dei fori di sondaggio


I fori di sondaggio possono essere attrezzati con strumenti per lesecuzione di misure; in
alternativa buona norma procedere alla loro occlusione con materiali di bassa
permeabilit, infatti, potrebbero rappresentare percorsi preferenziali di inquinanti delle
falde idriche.
Gli strumenti che possono essere installati dipendono dalle grandezze fisiche che si
vogliono misurare.
Le grandezze che normalmente si misurano sono:
pressioni neutre
spostamenti, verticali ed orizzontali
velocit delle onde elastiche

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Figura 10 - Schemi di prove di emungimento o immissione di acqua (AGI 1977)
Pressioni neutre
Per la misura delle pressioni neutre si usano i piezometri; questi possono essere di tipo
idraulico o di tipo indiretto (elettrico, a corda vibrante ecc.)
Le misure piezometriche sono misure puntuali, cio misurano la pressione neutra
nellintorno di un punto.
In un sottosuolo sede di falda idrica le pressioni neutre sono rette dal regime di quote
piezometriche presente; solo se la falda in quiete ogni punto del sottosuolo ha la stessa
quota piezometrica, al contrario in presenza di falda idrica in movimento, in genere, in
ogni punto si avr una quota piezometrica diversa, costante nel tempo, se il regime di
filtrazione stazionario, variabile anche nel tempo in caso di regime transitorio.
Nel tempo sono stati messi a punto vari tipi di piezometro, da quello pi semplice
(piezometro a tubo aperto) a quelli elettrici.
La scelta dello strumento da utilizzare dipende dalla permeabilit dei terreni, in cui il
piezometro deve essere inserito, dalla velocit di variazione nel tempo delle pressioni
neutre e dalla necessit di eseguire misure in continuo.
Nella Figura 11 sono forniti i tempi di risposta di vari tipi di piezometri in funzione della
permeabilit dei terreni.

Piezometri idraulici
Piezometro a tubo aperto: si tratta di un tubo, in genere 2 sfinestrato per una
lunghezza di circa un metro, uno schema di montaggio riportato nella Figura 12.
Questo tipo di piezometro si utilizza in terreni di elevata permeabilit ed in presenza
di quote piezometriche minori del p.c.

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Piezometro a circuito chiuso: si tratta di piezometri dotati di manometro per eseguire
misure nel caso di risalita del pelo libero al di sopra del p.c.

Figura 11 - Tempi di risposta di vari piezometri in funzione della permeabilit dei


terreni

Figura 12 - schema di montaggio di un piezometro a tubo aperto.

Piezometri tipo Casagrande: si tratta di piezometri caratterizzati da una presa di circa


30 cm di altezza collegata in superficie da due tubicini da 0.5 (v. Figura 13). Sono
adatti a terreni di permeabilit ridotta (fino a 10-6 cm/sec). La tecnica di
installazione del tutto simile a quella dei piezometri a tubo aperto. Il doppio
circuito idraulico consente di eseguire il lavaggio della cella per asportare eventuali
inclusioni di terreno.

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Figura 13 - Cella piezometrica tipo "Casagrande" a doppio circuito
Piezometri indiretti
Con il termine di piezometri indiretti si intende far riferimento a tutti quegli strumenti
che associano il valore della pressione neutra in un punto ad una grandezza fisica
diversa, ad esempio la deformata di una membrana, una variazione di resistenza elettrica
ecc. Si tratta comunque di strumenti utilizzabili in terreni a bassa permeabilit e con
possibili repentine variazioni di pressione neutra. Sono adatti a essere letti in continuo e
possono essere collegati a centraline di acquisizione e trasmissione dei dati.
Laffidabilit di tali strumenti molto variabile anche se oggi si in genere in presenza
di strumenti di buona qualit.

Per avere un buon funzionamento degli strumenti necessario adottare una serie di
provvedimenti in fase di installazione ed in particolare:
installare la presa in corrispondenza di terreni a granulometria maggiore;
pulire accuratamente il foro di sondaggio, asportando eventuali fanghi bentonitici;
controllare che la quota del fondo del foro sia pari a quella teorica di perforazione
dopo il lavaggio del foro (una minore profondit indica rifluimento nel foro di
sondaggio di materiale);
per una installazione a profondit inferiore a quella di perforazione, riempire il foro
con palline di bentonite fino alla quota di realizzazione del filtro;
realizzare il filtro con materiale caratterizzato da una granulometria stabile
rispetto a quella dei terreni circostanti;
installare la cella satura e completare il filtro;
realizzare il tappo superiore con palline di bentonite;
riempire il foro di sondaggio con sabbia;
realizzare il tappo superiore con cemento ed installare il chiusino.
importante verificare in laboratorio il buon funzionamento delle celle piezometriche
speciali, ed eseguire il controllo dello zero, prima dellinstallazione.

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Linstallazione di pi di due celle piezometriche in uno stesso foro di sondaggio,
sconsigliabile per la difficolt di eseguire buone sigillature, volendo installare pi celle
quindi consigliabile eseguire pi sondaggi in prossimit il primo a carotaggio continuo
ed i successivi a distruzione.
Si deve ancora verificare la tenuta delle giunzioni dei tubi.

Misure di spostamento
In alcuni casi significativo eseguire misure di spostamento del terreno, ad esempio nel
caso di movimenti franosi, o di processi di consolidazione.
Gli spostamenti orizzontali in profondit possono essere misurati attraverso il rilievo
della deformata di un tubo reso solidale alle pareti del foro di sondaggio.
La tubazione inclinometrica, normalmente in alluminio estruso, presenta un diametro di
circa 80 mm ed caratterizzata da quattro guide.
Nella Figura 14 riportato lo schema di funzionamento e di installazione
dellinclinometro unitamente al criterio di elaborazione dei risultati.

Figura 14 - Principio di funzionamento dell'inclinometro e criterio di elaborazione


dei dati

Allinterno della tubazione viene calata una sonda in grado di rilevare, ogni 50 cm o
ogni metro, la rotazione del tubo rispetto alla verticale. In tal modo, per integrazione e
sommatoria si ha la proiezione della deformata su due piani ortogonali.

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Non potendo realizzare un foro perfettamente verticale, gli spostamenti dovuti ai
fenomeni in atto, si rilevano per differenza tra la lettura iesima e la lettura iniziale.
I risultati sono forniti sotto forma di spostamento ed azimut (o anomalia).

Gli abbassamenti possono essere misurati attraverso gli assestimetri; in particolare nel
foro di sondaggio si inseriscono degli anelli metallici magnetizzati resi solidali al
terreno attraverso delle ancore (v. Figura 15).
La misura eseguita attraverso il rilevamento del campo magnetico.

Figura 15 - Schema di montaggio degli assestimetri magnetici

Misure della velocit delle onde di taglio


I fori di sondaggio possono essere utilizzati per eseguire misure delle onde di taglio, in tal
caso debbono essere condizionati con tubi in PVC resi solidali alle pareti del foro. Questo
argomento verr successivamente ripreso e trattato in modo unitario con altre misure dello
stesso tipo ma eseguite in superficie.

4.3. Prove eseguite direttamente dal piano campagna

4.3.1. Generalit
Direttamente dal piano campagna possibile sviluppare prove ed indagini; le pi comuni
sono:
1. prove penetrometriche statiche (CPT)

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2. prove penetrometriche dinamiche
3. prove pressiometriche (autoperforante)
4. prove scissometriche (autoperforante)
5. prove dilatometriche
6. misure della velocit delle onde elastiche

Le prove sopra elencate non hanno una egual diffusione, in particolare mentre le prove
CPT sono molte diffuse e le attrezzature sono facilmente reperibili non altrettanto si pu
dire per le prove scissometriche, dilatometriche e pressiomentriche.

4.3.2. Prove penetrometriche statiche (CPT)


Mentre le prove SPT, sono eseguite durante le fasi di perforazione e cio allinterno del
foro di sondaggio, le prove penetrometriche statiche (CPT) sono eseguite direttamente
dal p.c. La prova consiste nel misurare lo sforzo necessario ad infiggere staticamente nel
terreno una punta conica ( 35.6 mm con apertura di 60) collegata alla superficie
attraverso una batteria di aste contenute in un rivestimento; la punta ed il rivestimento
sono fatti avanza alternativamente.
Sono oggi disponibili, oltre allusuale punta meccanica, punte elettriche,
piezoelettriche, ambientali.
La distinzione tra le varie punte consiste nel modo con cui sono misurati gli sforzi oltre
che nella possibilit di rilevare altre grandezze quali le sovrapressioni in fase di
avanzamento (piezocono) o il ph, la temperatura ecc. (punte ambientali).
Nella Figura 16 illustrata la classica punta Begeman con manicotto per la misura della
resistenza laterale locale.

Figura 16 - Penetrometro statico - Punta meccanica con manicotto

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La misura dello sforzo di penetrazione praticamente in continuo.
La prova normalmente eseguita allinterno di terreni incoerenti per i quali
praticamente impossibile il prelievo di campioni indisturbati.
Nel tempo sono state messe a punto numerose correlazioni empiriche che consentono di
eseguire stime affidabili della densit relativa e dellangolo di resistenza al taglio
nonch dei moduli elastici.
Una delle relazioni tra angolo di resistenza al taglio, stato tensionale efficace e
resistenza alla punta qc fornita nella Figura 17, per prove eseguite in terreni incoerenti.

Figura 17 - Correlazione tra qc, e v


I risultati delle prove pentrometriche statiche CPT, eseguite in terreni incoerenti,
possono essere correlati anche con il modulo E attraverso la semplice relazione:

E = qc

Dove un coefficiente adimensionale dipendente dalla granulometria del terreno ed


assume valori compresi tra 2.5 e 12.; numerose evidenze sperimentali derivanti dal
controllo di opere in vera grandezza fanno ritenere che, per le pozzolane del napoletano

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si possa assegnare ad il valore di 6 ben maggiore di quanto risulta dalle indicazioni di
letteratura che assegnerebbero un valore di 2.5-3.

Nel caso di prove eseguite in terreni coesivi, linterpretazione dei risultati deve essere
sviluppata in termini di tensioni totali; in particolare si potr porre:
q z
cu = c
15 25

Luso delle punte piezoelettriche consente una miglior comprensione dei fenomeni di
rottura connessi allinfissione della punta in terreni sabbiosi fini o limosi sotto falda.
Oltre a consentire una stima dei parametri di resistenza al taglio i profili penetrometrici
(andamento della resistenza alla punta con la profondit) consentono di ricostruire con
un elevato dettaglio e precisione anche lassetto stratigrafico del sottosuolo eseguendo
la taratura del profilo con lesecuzione di un sondaggio in prossimit della prova CPT.

4.3.3. Prove penetrometriche dinamiche a cono (SCPT)


La prova utilizza una apparecchiatura simile a quella della prova CPT con la variante di
infiggere la punta attraverso una massa battente di 72 kg con una volata di 75 cm.
I risultati della prova sono interpretati utilizzando le correlazioni delle prove SPT, ma
con una minore affidabilit.

4.3.4. Prove penetrometriche dinamiche leggere


Sono stati messe a punto anche penetrometri che utilizzano masse battenti di 30 kg ed
anche minori.
Nel campo della Geotecnica, queste prove sono viste con un certo sospetto a causa della
ridotta affidabilit delle correlazioni disponibili per lutilizzazione dei risultati.
Maggiore fortuna godono nel mondo professionale dei geologi.
Recentemente stanno avendo una notevole fortuna anche nel campo geotecnico in
quanto, tali apparecchiature, si sono dimostrate particolarmente efficaci nel rilevare gli
spessori delle coltri piroclastiche che ammantano molti rilievi della Regione Campania.

4.3.5. Prove scissometriche


Questo tipo di prova si esegue in presenza di terreni a grana fina molli o poco consistenti.
Pu essere eseguita sia allinterno di fori di sondaggio sia con strumenti autoperforanti.
La prova consiste nel misurare la coppia necessaria a mettere in rotazione uno strumento
formato da quattro lame disposte a croce (v. Figura 18).
Con tale strumento si possono ottenere valori attendibili della coesione non drenata di
argille poco consistenti.
La diffusione di tale strumentazione nellItalia Meridionale scarsa.

Giovanni B. Fenelli Lezione 8 19/24


Figura 18 - Scissometro (Vane test) autoperforante

4.3.6. Prove pressiometriche


La prova consiste nel misurare le deformazioni provocate nellintorno di un foro
dallespansione di una sonda cilindrica ottenendo informazioni circa lo stato tensionale
in sito, la relazione sforzi-deformazioni e la resistenza a rottura.

Il primo apparecchio ad incontrare una certa diffusione stato il pressiomentro Menard


(v. Figura 19). Tale strumentazione presenta una serie di incertezze nellinterpretazione
dei risultati, incertezze legate al disturbo arrecato al terreno in fase di esecuzione del
foro di sondaggio. Successivamente il Laboratoire Central des Ponts e Chausses e
lUniversit di Cambridge hanno proposto dei pressiometri autoperforanti (v. Figura 20).

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Figura 19 - Schema di funzionamento del pressiometro Menard

Figura 20 - Pressiometri autoperforanti: a) PAFSOR (laboratoire Central des Ponts


e Chausses, b) Camkometer (Universit di Cambridge)

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4.3.7. Prove dilatometriche
Lapparecchio stato ideato dal prof. S. Marchetti, esso costituito da una piastra
metallica la quale presenta un tagliente nella parte inferiore (v. Figura 21), collegata
allestremit di una batteria di aste che ne consente, attraverso un gruppo di spinta,
linfissione fino alla profondit di prova.

Figura 21 - Dilatometro Marchetti (DTM)


La prova consiste nel far espandere la membrana flessibile posta nella piastra metallica.
I risultati della prova consentono stime del coefficiente di spinta a riposo Ko e del grado
di addensamento del terreno.

4.3.8. Prove di misura delle onde elastiche


La conoscenza del comportamento dei terreni a basse e bassissime deformazioni
indispensabile per lo sviluppo di analisi del comportamento di fondazioni di macchine
vibranti o la microzonazione sismica.
Le attrezzature di laboratorio non sono in grado di eseguire misure in questi campi di
deformazione, sono quindi utilizzate per la misura della non linearit o della
diminuzione del modulo con la deformazione.
Le procedure comunemente utilizzate per la misura dei moduli iniziali sono di tipo
geofisico le quali possono essere eseguite in foro o in superficie.
Le misure in foro sono eseguite secondo gli schemi riportati in Figura 22. La differenza
tra i vari schemi, contenuta nella posizione del ricevitore e della sorgente dellonda, la
misura sempre quella del tempo necessario allonda elastica di compressione per
percorrere lo spazio tra la sorgente ed il ricevitore.
Mentre le prove di tipo Cross Hole presentano lindubbio vantaggio di impostare il
percorso dellonda probabilmente solo allinterno di un solo strato le prove Down e Up

Giovanni B. Fenelli Lezione 8 22/24


hole impongono un percorso che probabilmente attraverser pi strati; in fine il Bottom
hole, riducendo il percorso dovrebbe interessare un solo strato.

Figura 22 - Misure geofisiche in foro - Schemi pi comuni (S sorgente R ricevitore)

Nelle misure di superficie sia la sorgente sia i ricevitori sono disposti sul piano
campagna e quindi non richiedo lesecuzione di sondaggi con conseguenza riduzione
dei costi e dei tempi di esecuzione.
Nella Figura 23 sono riportati gli schemi di pi frequente utilizzo.

a)

b)

c)

Figura 23 - Schemi dei metodi sismici: a) a riflessione, b) a rifrazione, c) SASW

Giovanni B. Fenelli Lezione 8 23/24


5. Controlli
Lesecuzione di misure necessaria non solo nelle fasi di sviluppo delle indagini per la
progettazione delle opere ma anche nella fase dei lavori e post costruzione.
Le misure ed i controlli hanno diverse finalit ed in particolare:
accertare le previsioni di progetto;
accertare la corretta esecuzione delle opere;
accertare nel tempo il buon funzionamento degli interventi.

Per quanto riguarda il primo punto si pensa alle prove di carico su pali pilota o su tiranti
pilota per verificare le previsioni progettuali, , infatti, noto, che il carico di rottura dei
pali e dei tiranti pu dipendere in modo significativo dalle modalit ed accorgimenti
costruttivi. Sorge ancora la necessit di verificare la corretta esecuzione delle opere
quali i gi ricordati pali e tiranti, ma anche la compattazione delle opere di terra ecc.
Losservazione, attraverso misure strumentali, del comportamento di opere di
ingegneria nel tempo pu consentire di cogliere anomalie e malfunzionamenti prima che
questi si manifestino in modo evidente attraverso vistose deformazioni, fratture e
quantaltro. La strumentazione pu quindi consentire di intervenire prima che si
manifesti il danneggiamento dellopera.
Ma anche nelle fasi di costruzione, losservazione di quanto gi realizzato, pu fornire
indicazioni su come procedere nelle fasi successive; sono classiche le misure sui
rivestimenti provvisori o parziali delle gallerie.

Il piano delle misure e dei controlli necessita, tuttavia, di una chiara finalit e di un
inserimento dei dati che si acquisiscono in modelli matematici che ne consentano
linterpretazione e quindi ne garantiscano lutilit.
Una volta impiantata la strumentazione essa deve essere interrogata con continuit, i
risultati immediatamente elaborati per cogliere le anomalie o il cattivo funzionamento di
alcuni strumenti.

Gli strumenti che si utilizzano sono sostanzialmente quelli elencati in precedenza si


deve solo ricordare limportanza delle misure topografiche.

6. Bibliografia essenziale
ASSOCIAZIONE GEOTECNICA ITALIANA (1977) Raccomandazioni sulla
programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche

C. VIGGIANI (1999) Fondazioni Hevelius Edizioni Benevento

R. LANCELLOTTA (1987) Geotecnica II edizione Zanichelli Milano

P. COLOMBO, F. COLLESELLI (1996) Elementi di Geotecnica Zanichelli Milano

A.A. VARI (1993) Manuale di Ingegneria Civile vol. 3 Zanichelli Milano

Giovanni B. Fenelli Lezione 8 24/24

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