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Strutture stratificate a freddo (sistema

Struttura/Rivestimento): le verifiche sui profili portanti


Acciaio per ledilizia residenziale: strutture stratificate a freddo (sistema
Struttura/Rivestimento)

Ing. Andrea Vannoni

Premessa

La seconda parte di un lungo articolo sulle strutture stratificate a secco, riguarda le verifiche sui
profili portanti.
La prima parte, relativa alle diverse pareti, solai e coperture stato pubblicato in precedenza, con
mio grande piacere, e lo potete trovare al link seguente: http://www.ingenio-
web.it/Articolo/5007/Le_strutture_stratificate_a_freddo:_le_varie_tipologie_di_pareti__solai_e_coperture
.html

Le verifiche dei profili pressopiegati a freddo di piccolo spessore sono influenzate


significativamente da numerosi dettagli; ovviamente i pi importanti sono le caratteristiche
geometriche delle sezioni, ma anche i vincoli di estremit e di ritegno torsionale o distorsionale
hanno una notevole importanza. Negli ultimi anni, infatti, notevoli sforzi sono stati fatti a livello
accademico per ottenere formule empiriche per considerare lapporto positivo delle connessioni tra
i profili portanti e i pannelli di finitura. A livello pratico progettuale per, si preferisce ancora in larga
misura non considerare questo fattore e verificare i profili portanti come vedremo nel seguito.
Precisazione importante che tali profili sono cos fortemente condizionati dalle instabilit, che le
verifiche di resistenza sono spesso irrilevanti. Notevole importanza per la corretta verifica quindi,
lindividuazione della giusta instabilit a cui soggetto il profilo.

Verifiche dei profili pressopiegati a freddo

Nellambito delle diverse tipologie di elementi strutturali in acciaio, i profili pressopiegati a freddo
sono generalmente i pi sottili e presentano pertanto un comportamento strutturale influenzato
dalle forme dinstabilit semplici (globale, locale e distorsionale) o accoppiate.
Linstabilit locale caratterizzata da spostamenti fuori piano degli elementi lastra che
compongono la membratura, senza che i raccordi tra questi elementi subiscano alcuna
deformazione; essa detta locale perch presenta delle deformate instabili le cui semilunghezze
donda sono dello stesso ordine di grandezza delle dimensioni della sezione trasversale. Quando il
valore della semilunghezza donda dello stesso ordine della estensione della membratura, si
parla invece di instabilit globale, nella quale la sezione trasversale non si deforma e si pu
presentare in tre distinti modi: instabilit flessionale pura, instabilit torsionale pura e instabilit
flesso-torsionale. Infine, quando i valori delle semilunghezze donda sono compresi tra le
dimensioni trasversali della sezione e la lunghezza dellasta, si ha un tipo dinstabilit denominato
distorsionale; in essa i raccordi tra gli elementi lastra che compongono la membratura subiscono
uno spostamento con conseguente distorsione della sezione. Accanto a queste forme dinstabilit
semplici, deve contemplarsi la possibilit che pi forme instabili possano presentarsi
contemporaneamente, dando luogo a modi dinstabilit accoppiati.
Le metodologie di analisi dellinstabilit globale dei profili cold-formed non si discostano
sostanzialmente da quelle utilizzate, di provata validit, per i profili laminati a caldo. Linstabilit
locale e distorsionale rappresentano le forme dinstabilit pi tipiche dei profili formati a freddo.
Con riferimento ai profili dacciaio, fino ai primi anni 2000 la normativa italiana (CNR-UNI 10022,
1984) era una delle meno aggiornate, mentre quella statunitense (AISI), quella australiana-
neozelandese nonch quella europea (UNI EN 1993-1-3, 2006, alla quale fa riferimento la
normativa Italiana vigente) sono pi recenti e avanzate.

Per lo studio dellinstabilit locale largamente diffuso il metodo element mode, che applica la
teoria della stabilit per le lastre in parete sottile ad ogni elemento lastra costituente la sezione
trasversale della membratura. possibile in tale modo portare in conto la capacit postcritica delle
parti compresse della sezione, ossia la possibilit di sopportare carichi superiori a quello critico
elastico Euleriano. Gli approcci teorici attuali disponibili sono tutti finalizzati alla schematizzazione,
in maniera semplificata, della ridistribuzione dello stato tensionale che si verifica in fase postcritica
e si differenziano nel considerare:
- La tensione massima, agente in prossimit degli appoggi di bordo, uniformemente
distribuita solo su una porzione di lastra denominata larghezza efficace;
- Una tensione ridotta agente uniformemente su tutta la lastra;
- La tensione massima distribuita su una lastra di spessore ridotto.
Lapproccio della larghezza efficace conduce alla definizione di una sezione efficace, variabile in
funzione della sollecitazione. Lidea di tale studio risale a Von Karman, che propose questa
interpretazione per una lastra infinitamente lunga compressa appoggiata ai lati paralleli alla forza.
La metodologia della tensione ridotta adotta, invece, una tensione ammissibile minore, senza che
la sezione sia alterata nelle sue caratteristiche. Il metodo dello spessore ridotto del tutto analogo
a quello della larghezza efficace e conduce anchesso alla determinazione di una sezione efficace.
Per la determinazione delle grandezze utili alle verifiche, ci si riferisce comunemente alla
formulazione semiempirica, originariamente proposta da Winter, secondo la quale:
beff rid t rid 0,22 1
1 con:
b max t p p

y 2 E t
2

p ; cr ,L k (tensione critica locale dimbozzamento).


cr ,L 12 1 2 b
Il fenomeno instabile distorsionale pu assumere unimportanza significativa per profili in parete
sottile e pu riguardare lintera sezione o una singola parte di essa. Con riferimento a questultimo
caso, lesempio tipico e ricorrente costituito da elementi con irrigidimenti intermedi o di estremit.
Per essi, infatti, la deformata instabile di tipo distorsionale, poich coinvolge con spostamenti
fuori dal piano gli irrigidimenti stessi. La normativa statunitense considera linstabilit distorsionale
degli elementi compressi irrigiditi, attraverso la riduzione del coefficiente dimbozzamento K. Tale
riduzione valutata in funzione del rapporto tra linerzia effettiva dellirrigidimento e quella ottimale,
cio quella per cui lirrigidimento si considera vincolo ideale. La metodologia adottata
dalleuronorma in progetto, pi accurata, anche se pi laboriosa. La procedura si sviluppa in tre
fasi:
- Sindividua leffetto dellinstabilit locale attraverso la determinazione delle larghezze
efficaci di tutti gli elementi lastra costituenti la sezione, ipotizzando che leffetto
dellirrigidimento di bordo sia tanto efficace da poter considerare fisso il raccordo tra
irrigidimento e ala.
- Si schematizza la parte efficace dellirrigidimento e ladiacente parte efficace dellala come
unasta compressa su suolo elastico di rigidezza K (valutata in funzione della rigidezza
degli elementi piani della sezione), della quale si valuta la tensione critica elastica con la
formula di Engesser (AS e IS sono rispettivamente larea e il momento dinerzia dellasta
compressa equivalente):
2 k E IS
cr ,D
AS
- Lultimo passo dedicato alla valutazione del coefficiente riduttivo per linstabilit
distorsionale D , funzione della snellezza adimensionale D , attraverso il quale si
riducono gli spessori delle parti efficaci dellasta equivalente:
y

trid D t con D f D e D cr ,D
Il procedimento viene quindi reiterato, almeno due volte, aggiornando le caratteristiche della
sezione dellasta equivalente. Per la valutazione del coefficiente di riduzione D , la CEN ENV
1993-1-3, 1996 faceva riferimento alla curva ao, valida per le colonne compresse; lultima versione
(UNI EN 1993-1-3, 2006) propone invece una curva specifica per linstabilit distorsionale, di
equazione:
D = 1 se D 0,65 ;
D 1,47 0,723 D se 0,65 D 1,38 ;

D 0,66 D se D 1,38 .
Tale proposta, oltre a fornire un miglior accordo con i risultati sperimentali, consente di superare
anche una contraddizione concettuale, ossia luso di una curva valida per linstabilit globale di
colonne (curva ao) per la valutazione di un fenomeno distorsionale. Anche in termini quantitativi le
differenze non sono trascurabili, come appare nella figura riportata di seguito, (tratta da un articolo
pubblicato su Costruzioni Metalliche Attualit e prospettive dei sistemi cold-formed), dove viene
confermato che il comportamento distorsionale intermedio tra quello globale e locale.

Per la corretta progettazione e verifica degli elementi cold-formed di classe 4 di notevole


importanza la determinazione della snellezza del profilo, funzione della geometria dello stesso e
dei vincoli a cui sottoposto. In particolare, i vincoli dovuti alle connessioni tra i profili con le pareti
di chiusura in materiale non metallico, e generalmente trascurati nei calcoli, potrebbero non essere
di secondaria importanza.

Veniamo ora ad alcune considerazioni di carattere generale su schemi dassemblaggio tipici per le
partizioni stratificate a secco. Il progetto delle intelaiature dacciaio in parete sottile laminato a
freddo funzione dei collegamenti di rinforzo, sui quali si fa generalmente affidamento per la
resistenza allinstabilit laterale, secondo lasse debole, e per le componenti di tensione derivanti
dallapplicazione dei carichi trasversali fuori del centro di taglio.
I carichi trasversali, come il vento, sono trasmessi dai materiali di rivestimento. Questi carichi sono
tipicamente eccentrici rispetto al centro di taglio e per tale ragione risulta una torsione. La figura Ia,
tratta da una recente pubblicazione dellAmerican Iron and Steel Institute Cold-formed steel
framing designe guide: 02-1 illustra leccentricit torsionale per il caso di carico trasmesso dal
rivestimento alla flangia superiore di un travetto. La figura Ib illustra una maggiore eccentricit pi
tipica per montanti con rivestimento avvitato quando le viti sono in tensione o nel caso di muratura
in laterizio vincolata alla struttura dacciaio.
Figura I - Tipiche eccentricit per carichi trasversali

Tre metodi generalmente vengono utilizzati per resistere alle componenti, derivanti dalle forze
trasversali, di torsione e alla tendenza dinstabilit laterale. Questi sono illustrati nelle figure II III e
IV. (Cold-formed steel framing designe guide: 02-1 AISI)

Figura II - Tipico allineamento e rinforzo dei montanti nordamericano


I collegamenti di figura II, tra i montanti e i profili di collegamento, sono progettati per formare un
collegamento rigido (incastro). La torsione, in ogni montante, contrastata dalla resistenza
flessionale, attorno allasse forte, dei profili di collegamento.
I vantaggi di questa soluzione sono:
- I profili di collegamento sono facilmente installabili lavorando su una sola faccia;
- I profili di collegamento fanno da supporto allisolamento;
Gli svantaggi:
- Le anime dei montanti devono essere preperforate e i profili allineati accuratamente;
- Ogni connessione richiede un angolare e un minimo di 4 viti o saldature;
- Soluzione non rigida quanto la soluzione con piatti sulle due ali dei montanti.

Figura III - Collegamento e allineamento montanti con piatti sulle ali

In figura III illustrata la soluzione di profili di rinforzo formati da piatti connessi alle ali dei montanti
e quindi reagenti solo a trazione. Poich i montanti tendono tutti a torcersi nella stessa direzione, i
piatti di collegamento devono essere periodicamente ancorati alla struttura primaria di controvento
e/o sono richiesti, ogni pochi montanti, profili atti a impedire le rotazioni dei montanti (mostrati in
figura IIIb).

Figura IIIb - Profili di bloccaggio

Vantaggi:
- Estrema rigidezza del sistema, anche se i piatti vengono installati con poca cura;
- Sono richieste solo due viti o saldature per montante (una ogni ala);
- Possono essere adottati, indipendentemente dai profili di collegamento continui, attraverso
le forature delle anime.
Svantaggi:
- Per linstallazione dei piatti richiesta laccesso a entrambe le ali dei montanti;
- Sono richiesti periodici ancoraggi o profili di bloccaggio;
Figura IV - Allineamento e rinforzo mediante avvitamento continuo alle lastre di rivestimento

In figura IV illustrata la soluzione in cui il rivestimento fa da controventatura; il materiale di


rivestimento pu essere acciaio, compensato, lastre di cemento, gesso idrato, etc.
Si fa notare che la pratica industriale tende ad adottare una minima quantit di collegamenti
dirrigidimento in acciaio sia per allineare le membrature in fase di montaggio, che per provvedere
alla necessaria integrit durante la costruzione e a struttura completata.
Vantaggi:
- Il rivestimento fa da supporto continuo al montante;
- La resistenza a diaframma del rivestimento pu costituire una controventatura trasferendo
gli sforzi di taglio dalla guida superiore a quella inferiore.
Svantaggi:
- Le lastre di rivestimento vanno montate su entrambe le facce di parete;
- Le lastre garantiscono un vincolo e un controvento per montanti, e membrature in generale,
di piccolo spessore; con membrature pi spesse sono richiesti collegamenti dirrigidimento
supplementari dacciaio;
- Quando soggette ad umidit, le performance delle lastre diminuiscono significativamente;
- Dal momento in cui le lastre trasferiscono sforzi di taglio da una guida allaltra, queste
devono essere progettate per resistere agli sforzi assiali che ne derivano.
I montanti sono soggetti sia a forze trasversali che ad azioni assiali. Con la sovrapposizione
(combinazione) dei carichi trasversali e assiali, richiesta una controventatura per provvedere alla
stabilit laterale e torsionale. Tipiche controventature sono ancora quelle riportate nelle figure II III
e IV; sia i profili di collegamento che attraversano le anime preforate dei montanti, sia i piatti
avvitati alle ali degli stessi, sono progettati per contrastare le componenti torsionali dei carichi e la
tendenza allinstabilit laterale dei montanti. Queste componenti si accumulano, sicch sono
importanti periodici ancoraggi alla struttura primaria. La figura V illustra il pi comune metodo per
trasferire le forze di collegamento alla struttura verticale, mediante lutilizzo di piatti a croce di
S.Andrea.
Figura V - Tipico ancoraggio e bloccaggio dei profili di collegamento con croci di S.Andrea

Un metodo di progetto alternativo quello di affidare alla resistenza a diaframma del rivestimento
le componenti derivanti dallapplicazione di carichi trasversali fuori del centro di taglio; ogni
montante, invece, progettato come un subsistema in acciaio senza affidamento dei carichi assiali
alle lastre. Questo approccio di progetto basato sullassunzione che il rivestimento potrebbe
essere danneggiato localmente o inefficiente, dunque incapace a sopportare il carico di un
montante, ma tuttavia adeguato strutturalmente, per luci comuni dinterpiano, a servire come
diaframma; inoltre durante lerezione delledificio non si possono connettere le lastre di
rivestimento su entrambe le ali dei montanti e, comunque, le operazioni di pannellamento delle
pareti avvengono generalmente dopo il completamento dei solai e della copertura.

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