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LEGNO
Caratteristiche, Propriet &
Impiego
21 Gennaio 2013
FONTE DI APPROVIGGIONAMENTO del LEGNO:
ALBERO
BOTANICA ESSENZA
CONIFERE (gimnosperme, aghifoglie, resinose)
abete, pino, larice, tasso
LATIFOGLIE (angiosperme)
pioppo, tiglio, quercia, faggio
abete
quercia rosso
UTILIZZO
da COSTRUZIONE
da OPERA
da INDUSTRIA
IL LEGNO: CLASSIFICAZIONE
Peso specifico
Igroscopicit
Caratteristiche CHIMICO-FISICHE
Conducibilit termica
Conducibilit elettrica
Conducibilit acustica
Resistenza a flessione
Resistenza a trazione
Propriet MECCANICHE
Resistenza a compressione
Resistenza a torsione
Durezza
Flessibilit o curvabilit
Elasticit
Propriet TECNOLOGICHE
Fendibilit
Pulibilit
Caratteristiche chimico-fisiche dei Legnami
COLORE: bruno (noce, castagno, quercia)
rossastro (larice, tasso, legni tropicali)
giallo (gelso)
nero (ebano)
DISEGNO (aspetto estetico): condizionato da vari elementi: (e.g. lucentezza, grana e venatura)
che dipendono dal taglio (longitudinale, radiale o trasversale) e dallandamento delle fibre
MASSA VOLUMICA: varia a seconda del tipo di legno e del grado di umidit (quantit d'acqua
contenuta)
TESSITURA: dimensione e distribuzione dei vari elementi cellulari costitutivi (e.g. tessitura fine
e regolare per il bosso; tessitura grossolana ed irregolare per il castagno a crescita non
omogenea).
ODORE: dipende dai componenti volatili dei succhi, degli oli e delle resine, percettibile
solamente quando il legno fresco o pu anche persistere fin dopo la stagionatura.
SPECCHIATURA: apparenza lucida dei raggi midollari nelle sezioni radiali (molto cospicue ed
evidenti nel faggio, nelle querce e nel platano)
STRUTTURA
STRUTTURA del LEGNO
esaminata a cinque livelli
1) a livello della struttura del tronco
2) a livello della struttura macroscopica
3) a livello della struttura microscopica
4) a livello della struttura nanoscopica
5) a livello della struttura molecolare
1) Struttura del legno a livello del tronco
possibile distinguere tra 2 macrozone
A) ZONA CORTICALE
CORTECCIA
LIBRO
CAMBIO
ALBURNO
DURAME
MIDOLLO
1) Struttura del legno a livello del tronco:
A. ZONA CORTICALE
la CORTECCIA, divisibile in
il CAMBIO: sottile strato tra corteccia e legno che produce continuamente le nuove cellule che
elaborano i tessuti del libro e dellalburno. riconoscibile solo a livello microscopico
1) Struttura del legno a livello del tronco:
B. ZONA INTERNA o LEGNO
SEZIONE TRASVERSALE
1) Struttura del legno a livello del tronco: DURAME
DURAME
- parte pi interna perfettamente lignificata
- la sua formazione comincia da una ben determinata ampiezza dellalburno
- costituito da cellule morte
- di colore pi scuro
- pi secco
- pi pesante
- pi duro
- pi difficilmente impregnabile
- maggiore durabilit
- assolve funzione di sostegno
- importante per la rigidezza e la stabilit dellalbero
- parte di solito impiegata per la produzione di legname
legno giovanile
- legno nel suo primo anno di crescita
- situato nella zona centrale del tronco (in genere contenuto nel durame).
- legno dei primi 5-20 anelli daccrescimento di qualsiasi sezione trasversale di un fusto
- negli alberi giovani di specie a rapido accrescimento (elevata percentuale di legno giovanile) il
durame pu presentare caratteristiche inferiori rispetto allalburno
legno maturo
Nelle Conifere, il legno giovanile si contraddistingue da quello maturo per le seguenti caratteristiche:
Aspetto MACROSCOPICO
(riconoscibile ad occhio nudo o con una lente dingrandimento)
- struttura, disposizione, forma e grandezza dei tessuti o degli insiemi risultanti da diversi tipi
di cellule (da cui risulta laspetto di una specie legnosa)
- i vasi che conducono la linfa greggia (acqua e ioni minerali) sono, per la maggiore parte dei
legni, tanto grandi da essere visibili a livello macroscopico come pori, in sezione trasversale, o
come canali porosi, in sezione longitudinale
- al contrario, la struttura delle singole cellule pu essere osservata solo con un microscopio
2) Struttura del legno a livello macroscopico:
SEZIONI ANATOMICHE PRINCIPALI
- tre sezioni/direzioni anatomiche fondamentali
- tessuto e le cellule differenti a seconda della sezione considerata
- nella sezione trasversale si pu stimare let dellalbero dal numero degli anelli e dalla loro
ampiezza si pu determinare il ritmo di crescita
- nelle sezioni tangenziali visibili nel legno segato in tavole possibile osservare la venatura del
legno e lalternanza tra zona primaverile e tardiva
2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO
Anelli di accrescimento
- si formano in seguito allaccrescimento del fusto per formazione di strati anulari successivi di
legno da parte della zona del cambio, interrotto da periodi di stasi (stagioni fredde)
- durante l'inverno, la linfa non scorre, la crescita si ferma e il legno diventa pi' scuro,
consentendo di distinguere facilmente i cerchi annuali.
- lomogeneit del legname dipende dalla regolarit negli anelli annuali (costanza del loro
spessore), conferita dal ritmo di crescita della pianta
- lo spessore non costante e la sezione trasversale del fusto mai perfettamente regolare
densit maggiore
legno tardivo
- zona pi scura e compatta (legno pi duro, scuro e compatto, costituito da cellule a lume pi
esiguo e parete pi spessa), corrispondente alla stagione autunnale o estiva
- maggiori massa volumica, resistenza e valori dei parametri legati al ritiro ed al rigonfiamento
- svolge principalmente una funzione di sostegno
inverno
accrescimento praticamente nullo
et approssimativa dell'albero
numero di anelli di accrescimento
(ogni anello corrisponde ad un anno di vegetazione)
letta in una sezione trasversale posta in basso
2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO
LEGNO TARDIVO
LEGNO PRIMAVERILE
in base alla disposizione ed alla grandezza dei vasi nellanello annuale, si distinguono tre gruppi
principali:
- specie a legno poroso-zonato
- specie a legno semi poroso-zonato
- specie a legno poroso-diffuso
2) Struttura del legno a livello macroscopico: ANELLI di ACCRESCIMENTO
- informazioni utili su fattori che incentivano o rallentano laccrescimento (e.g. clima) e su
variazioni climatiche: un anello ampio corrisponde a una buona annata, mentre una serie di
anelli sottili indica un periodo di siccit.
- falsi anelli: si formano negli alberi dei climi temperati durante uninterruzione provvisoria
dellaccrescimento (e.g. prolungata siccit o defogliazione per attacchi parassitari) e si
distinguono da quelli veri perch non estesi a tutta la sezione trasversale
Curiosit
- negli alberi caducifogli delle regioni tropicali e subtropicali, in dipendenza dallalternarsi delle
stagioni secche e di quelle delle piogge, si formano anelli che non corrispondono pi
allaccrescimento annuale.
- nei sempreverdi delle foreste tropicali, caratterizzati da attivit vegetativa ininterrotta, non
essendoci la stagione fredda, lapparizione degli anelli quasi o del tutto assente.
dendrocronologia: scienza che definisce l'et di una pianta sulla base del numero degli anelli di
accrescimento, e riesce a ricostruirne, studiandone la conformazione (in particolare spessore e larghezza), la
storia e a risalire agli eventi climatici ed alle patologie subite
2) Struttura del legno a livello macroscopico:
RAGGI del LEGNO (MIDOLLARI) e CANALI RESINIFERI
RAGGI del LEGNO (MIDOLLARI)
- costituiscono linee chiare, sottili, raramente ampie pi di 1 mm, orientate a raggiera dalla periferia del
tronco verso il centro (visibili ad occhio nudo)
Raggi grandi
6 38 80 mm
Sezione tangenziale di una quercia
a livello macro e microscopico
Raggi piccoli
80 160 240 m
non visibili a occhio nudo
- in alcune Conifere indigene (e.g. pino, abete rosso, larice, douglasia), visti in sezione trasversale, appaiono
come punti chiari o scuri, soprattutto nel legno tardivo
- le pareti delle cellule sono costituite da vari strati contenenti FIBRILLE (costituite da
cellulosa), disposte in modo pi o meno ordinato e diversamente orientato
- per la maggior parte disposte parallelamente allasse del tronco (in direzione della fibratura)
- raggi del legno: aggregati nastriformi di cellule, disposti perpendicolarmente alla fibratura
- cellule contigue comunicano direttamente per mezzo di aperture (PORI) nelle due pareti
terminali (apicali) che hanno funzione conduttrice della linfa
3) Struttura del legno a livello microscopico:
TESSUTI
in relazione alle tre funzioni principali del legno
(sostegno, conduzione ed immagazzinamento)
4) protegge la cellula da shock omeostatici: regola e limita la quantit dacqua che la cellula pu assumere
dallambiente esterno e le impedisce quindi di scoppiare in ambienti con basse concentrazioni saline
5) interviene attivamente in molti processi fisiologici (e.g. assorbimento, diffusione e trasporto dacqua,
traspirazione)
4) Struttura del legno a livello nanoscopico
STRUTTURA della PARETE CELLULARE
- LAMELLA MEDIANA (LM): struttura di collegamento tra due cellule contigue, costituita da
sostanze pectiche e proteine strutturali e enzimatiche
- PARETE PRIMARIA (P): parete pi interna, molto sottile, disposta tra la lamella mediana e la
membrana plasmatica, di spessore uniforme, flessibile, estensibile e dotata di grande resistenza,
perch costituita da sostanze pectiche, emicellulosa e fibrille di cellulosa disposte
disordinatamente ad elica.
La sua formazione inizia durante la divisione cellulare e si completa durante la fase di
accrescimento per distensione della cellula.
4) Struttura del legno a livello nanoscopico
STRUTTURA della PARETE CELLULARE
- PARETE SECONDARIA (S): segue sulla parete primaria, rappresenta la parte pi cospicua
della parete cellulare, costituita da tre strati concentrici (S1, S2 e S3). Si forma dopo
laccrescimento per distensione a ridosso della parete primaria, in senso centripeto per
apposizione di lamelle sovrapposte
STRATO S2
- importantissimo dal punto di vista strutturale
- il suo spessore rappresenta il 70-90% dello spessore totale della
parete cellulare
- le fibrille sono disposte a spirale, formando un angolo con lasse
della cellula (~ 45 nelle Conifere, ~ 10-20 nelle Latifoglie)
- la composizione chimica dipende dal tipo di albero e varia lievemente anche allinterno di uno stesso tronco
- le differenti propriet del legno non sono determinate dal contenuto in % degli elementi chimici ma dai
differenti legami chimici e fisici che si instaurano
componenti non strutturali (estrattivi e ceneri allinterno delle cavit e pareti cellulari) non
contribuiscono alle propriet meccaniche del legno, ma ne influenzano altre caratteristiche (e.g.
colore, durabilit naturale, peso specifico, resistenza ai funghi, bagnabilit, ritiro.)
5) Struttura del legno a livello molecolare: CELLULOSA
- componente pi abbondante nel legno (fino al 50% del peso secco)
- sintetizzata dal complesso proteico enzimatico CELLULOSA SINTASI, situato a livello della
membrana plasmatica delle cellule vegetali.
Le fibrille elementari si uniscono fra loro dando luogo a filamenti piatti, detti
MICROFIBRILLE (circa 1000 molecole di cellulosa), le quali, a loro volta, si uniscono
formando le MACROFIBRILLE.
5) Struttura del legno a livello molecolare: LIGNINA
polimero aromatico tridimensionale costituito da derivati del fenilpropano, monomeri di varie
molecole aromatiche (e.g. alcol coniferilico), contenenti un anello a sei atomi di carbonio
- deposizione di lignine a partire dallo strato della parete secondaria pi vicino alla membrana
plasmatica, per poi procedere per infiltrazione a tutta la parete (parete primaria+lamella mediana)
- cellule dei vasi del legno della pianta: funzione di trasporto dellacqua e ioni inorganici su distanze anche particolarmente
lunghe
EMICELLULOSE
- polisaccaridi amorfi costituiti da catene lineari di glucosio con ramificazioni laterali formate
da diversi tipi di zuccheri (in particolare: mannosio, xilosio, arabinosio, glucosio, galattosio,
fucosio e ramnosio) e alcuni acidi
maggiore solubilit
dovute a minor livello di organizzazione, caratterizzata da un
maggior numero di ossidrili liberi di legarsi con altre molecole
maggiore igroscopicit
SOSTANZE PECTICHE
PECTINE: altre forme chimiche dellacido pectico (e.g. acido pectico metilato)
MATERIALE FIBRILLARE (ossatura della parete cellulare): CELLULOSA che forma una
gerarchia di strutture fibrillari, parzialmente legate una allaltra per mezzo di una matrice
omogenea, conferendo alle celle e alla parete cellulare elevati stabilit di forma, resistenza a
trazione, taglio e flessione, grazie al suo grado di linearit e cristallinit.
Le microfibrille di cellulosa sono disposte le une vicine alle altre, ma non si legano tra loro. Le emicellulose e
le pectine sono molecole corte ramificate che interagiscono a formare ununica rete tridimensionale. Le
quantit relative delle varie componenti variano originando pareti flessibili o rigide, resistenti o deboli.
MATRICE: costituita da acqua, emicellulose, sostanze pectiche (o sali di acidi pectici, quali
pectati di Ca o Mg), proteine e lipidi, riempie gli interstizi del materiale fibrillare.
La sua composizione chimica varia tra specie diverse, tra cellule della stessa pianta e durante i
processi di crescita e differenziamento del tessuto.
5) Struttura del legno a livello molecolare: PARETE CELLULARE
COMPOSIZIONE CHIMICA della PARETE CELLULARE
PARETE PRIMARIA
2) MATRICE: costituita da H2O (70% del peso fresco), emicellulose, sostanze pectiche,
proteine e lipidi
5) Struttura del legno a livello molecolare: PARETE CELLULARE
PARETE SECONDARIA
1) MATERIALE FIBRILLARE (95 % del peso fresco): fibrille di cellulosa strettamente
impachettate e parallele con orientamento rispetto allasse longitudinale della cellula diverso
a seconda dei vari strati
2) MATRICE: molto scarsa
Nei tre strati concentrici lorientamento delle fibrille presenta una tessitura parallela ed
diversa da strato a strato, disposizione che permette di resistere alle forze di trazione.
GLICOPROTEINE di PARETE
proteine strutturali (ricche di amminoacidi quali serina, idrossiprolina e lisina che formano legami
covalenti con le emicellulose) alle quali si legano molecole di zuccheri, in particolare arabinosio
e galattosio.
2 PRINCIPALI CATEGORIE
1) Lignificazione
2) Pigmentazione
3) Mineralizzazione
1) Cutinizzazione
2) Cerificazione
3) Suberificazone
GELIFICAZIONE
PREGI & LIMITI
IL LEGNO: PREGI
- RINNOVABILE
- Bassa densit
-facilit di APPROVVIGIONAMENTO
-facilit di LAVORAZIONE
-facilit di RIPARAZIONE
-facilit di SOSTITUZIONE
-LEGGEREZZA (trasporto e posa in opera)
Legname squadrato
(Travi Uso Trieste, Uso Fiume, in massello)
elementi asciati e squadrati
DURABILIT del LEGNO
CAUSE di DANNEGGIAMENTO
- si nutrono di cellulosa
- DISFACIMENTO della struttura del materiale
FUNGHI
si sviluppano con
- temperature di 15-20 C
- contenuto dacqua nel legno di ~ 20 %
IGNIZIONE
RICOMPOSIZIONE
Suddividere pezzi di grande dimensione in unit pi
piccole per poi riassemblarli al fine di
-ridistribuire i difetti allinterno del solido ricostituito
- diminuire la variabilit del legno
CLASSI di RESISTENZA
NODI
- difetti costituzionali, costituiti dai rami, i quali, man mano che lalbero cresce, vengono
inglobati nel tronco
- le caratteristiche dei tessuti legnosi che li compongono sono differenti rispetto a quelle dei
tessuti presenti nel tronco
- nelle immediate vicinanze dei nodi la fibratura cambia direzione, con conseguente
Tipologie di NODI:
a) a baffo, b) sul bordo, c) passante, d) di spigolo, e) sulla faccia, f) gruppo di nodi
Difetti CONGENITI o COSTITUZIONALI: NODI
La crescita dei tessuti lignei attorno alla zona danneggiata comporta anche una deviazione della
fibratura
Deformazioni del legno dovuti a essiccazione
Difetti dei LEGNI da eventi climatici e insetti
Danni provocati da vento, neve, errori nel taglio, trasporto, stagionatura
-marciume bianco e rosso: dovuto a funghi che attaccano il legno mantenuto in luoghi molto
umidi
- tarlatura: da parte di insetti silofagi (capricorni della casa, tarli, formiche, vespe del legno,
termiti)
-tasche di resina: a volte manifestate da legni provenienti dalle aghifoglie, rovinando lestetica
del manufatto prodotto
DIFETTI dei LEGNI: Legno di Reazione
DIFETTI dovuti allinfluenza della stazione
- alberi esposti a lungo a venti che spirano in direzione costante
- alberi su pendii ad alta quota e deformati alla base dal peso della neve con sviluppo di legni di
reazione, in quanto sottoposti a stimoli meccanici
legno di reazione: tessuto attivo (anomalo), mediante il quale lalbero modifica attivamente la
sua forma.
Funzioni
- ripristinare la posizione originaria delle componenti dellalbero (tronco, rami) che hanno subito
una deviazione, mediante una crescita eccentrica della sezione trasversale
- mantenere costante langolo di inserzione del ramo, caratteristico per ogni tipo.
in alberi cresciuti
su un pendio inclinato
LEGNO di COMPRESSIONE
- maggiore ampiezza locale degli anelli di accrescimento, ispessimento delle pareti cellulari,
maggiore percentuale di legno tardivo rispetto al legno normale e colore bruno
- contrasto tra legno primaverile e tardivo meno netto che nel legno maturo
- il legname contenente legno di compressione soggetto a deformazioni eccessive durante
lessiccazione e allo stato secco tende a rompersi in modo fragile
- problemi di incurvature a causa dellelevatezza anormale del ritiro in direzione longitudinale
- pu pregiudicare la resistenza a trazione ed a flessione del legno
DENSIT del LEGNO
legno: materiale poroso (percentuale dei pori mediamente pari a 50-60%) e igroscopico (scambia
continuamente molecole di acqua con laria e tende sempre ad equilibrarsi alle condizioni
climatiche dellambiente circostante)
Per le diverse situazioni climatiche, si considerano le umidit di equilibrio ueq,ad o ueq,de [%]
ueq,ad ueq,de
Curve di adsorbimento e
desorbimento dacqua nel legno
Le curve a due flessi di adsorbimento e di desorbimento del legno (curve ueq a temperatura
costante) mostrano un fenomeno di isteresi nello scambio di vapore acqueo
Umidit del Legno: Umidit di Saturazione
umidit del legno per la quale tutte le pareti cellulari e tutti i lumi (intero sistema
capillare allinterno di queste) sono completamente saturi di acqua (assenza di aria)
u > us
u < us
- Temperatura (T, C)
- Umidit relativa (U.R., %)
celle rosa: condizioni favorevoli allattacco del legno da parte di funghi (da evitare per favorire la buona
conservazione del materiale nel tempo)
N.B. Spostando il legno da un clima allaltro, lumidit tender a equilibrarsi alle mutate condizioni, anche dopo una lunga
stagionatura e anche se verniciato, con conseguenti rigonfiamenti e ritiri di cui si deve sempre tenere conto nella
progettazione.
Umidit del Legno: formula
umidit del legno (u): contenuto in acqua percentuale del legno (o umidit percentuale del
legno) riferito al peso secco del materiale.
mu m0
UNI ISO 3130 u= 100
m0
mu massa del legno al momento della determinazione (allo stato umido)
m0 massa del legno portato fino allo stato anidro (essiccato in stufa a 103 C fino a peso costante)
VARIAZIONI
Direzione volumiche differenziali Intervallo (%) CONTENUTO di ACQUA nel legno
A) a CONDUCIBILITA B) DIELETTRICO
o a RESISTENZA (capacitivo)
STRUMENTI di MISURA
IGROMETRI ELETTRICI
IGROMETRI CAPACITIVI
UMIDIT del LEGNO: A) Misura a CONDUCIBILITA o a RESISTENZA
igrometri elettrici: misura della resistenza ohmica o della conducibilit elettrica dipendenti
dallumidit del legno.
RESISTENZA ELETTRICA
- influenzata dalla direzione di taglio, dalla specie legnosa e dalla temperatura del legno
- necessit di tabelle correttive allegate allo strumento di misura (o di interruttori propri dello
strumento per la selezione della specie legnosa e della temperatura)
PRECISIONE
Superato il punto di saturazione, la dipendenza della resistenza elettrica dallumidit del legno molto ridotta
e lumidit non pu pi essere misurata con sufficiente affidabilit.
UMIDIT del LEGNO: B) Misura DIELETTRICA (CAPACITIVA)
Gli igrometri capacitivi si basano sulla differenza tra le costanti dielettriche del legno allo stato
anidro (r = 2 3) e dellacqua (r = 81), da cui risulta una forte dipendenza della costante
dielettrica del legno umido r,legno dallumidit u.
- necessit di curve di taratura determinate sperimentalmente per ogni specie legnosa, data la
forte dipendenza dalla massa volumica
- capacit portante alle varie condizioni di carico (e.g. compressione, flessione, taglio; carichi
di breve, media o lunga durata), espressa in termini di resistenze (sollecitazioni che il legno pu
sopportare prima di rompersi).
taglio e
effetti del ritiro
Caratteristiche meccaniche del legno: Durezza
DUREZZA
capacit di resistere alla penetrazione di corpi pi duri
-importante per stabilire le difficolt e le modalit di lavorazione del legno (che pu essere
spaccato, segato, forato, piallato, raspato, lisciato)
- essenza
- peso specifico secco
-grado di umidit
- temperatura
- direzione delle fibre rispetto alla sollecitazione
- difetti del legno (nodi, cipollature.)
DISOMOGENEIT: caratteristiche non costanti; i valori di resistenza forniti sono intesi come
"dati medi" largamente indicativi.
Caratteristiche meccaniche del legno: Metodi di prova
STANDARDIZZAZIONE delle prove
- procedure da seguire per l'esecuzione delle prove (e.g. velocit e durata delle varie fasi della
prova)
- attrezzature necessarie
Data lelevata influenza della sua umidit, a livello internazionale stato concordato di riferire
le caratteristiche del legno a ben precisi valori di umidit (umidit normale del 12%).
Caratteristiche meccaniche del legno: provini
A) LEGNO NETTO
- provini piccoli e netti, accuratamente realizzati e selezionati, esenti da legno anomalo, con
fibratura pi diritta possibile
- quando richiesta la caratterizzazione del solo materiale, senza includere la variabilit indotta
dai difetti e senza prefigurare una sua destinazione d'uso specifica
B) LEGNO STRUTTURALE
- popolazione statistica non necessariamente limitata ad una sola specie legnosa (e.g. insieme di
segati appartenenti a pi specie, di data provenienza, classificati in base ad opportune regole)
- quando richiesta la determinazione della qualit del materiale e della sua conformit ad
una normativa di riferimento predeterminata.
Caratteristiche meccaniche: Curva per LEGNO NETTO
TRAZIONE
ROTTURA
FRAGILE PER
SFILAMENTO
FIBRE
ft > fc
COMPRESSIONE:
ROTTURA DUTTILE
PER INSTABILITA
FIBRE
Caratteristiche meccaniche: LEGNO STRUTTURALE
normative utili per individuare le prestazioni meccaniche
METODI di PROVA
EN 408: metodi di prova
EN 384: determinazione di valori caratteristici
REGOLE di CALCOLO
EN 1995 (Eurocodice 5)
CNR DT 206
DIN 1052
Caratteristiche meccaniche: LEGNO STRUTTURALE
NORMA ITALIANIA UNI 8198
Legno STRUTTURALE- Classificazione secondo la resistenza
Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri essenziali
Per uno stesso provino si considerano coefficienti correttivi
Temperatura (T)
TEMPERATURA RESISTENZA
- il legno saturo d'acqua e congelato appare pi resistente a flessione, ma meno duro del legno
stagionato all'aria a temperatura ambiente
Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri essenziali
UMIDIT del LEGNO
UMIDIT RESISTENZA
- MASSIME caratteristiche meccaniche del legno (ad eccezione della resilienza) allo STATO
ANIDRO
Per ottenere risultati confrontabili, tutte le prove devono essere sempre effettuate su provini rigorosamente
equilibrati ad umidit normale. Data loggettiva difficolt di conseguire una tale condizione, nelle norme
viene prevista l'introduzione di opportuni coefficienti di correzione dei risultati di prova in base agli
scostamenti tra l'umidit effettiva del provino e l'umidit normale di riferimento.
Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri essenziali
DURATA del CARICO
la durata necessaria per portare a rottura uno stesso provino diminuisce allaumentare dellentit
del carico stesso
CLASSI di DURATA & COEFFICIENTE di CORREZIONE delle RESISTENZE (kmod)
PROVINI DIVERSI
- resistenza a trazione assiale: ordine di grandezza: ~ 100 N/mm2 (~2 volte la resistenza a
compressione assiale)
- resistenza a flessione statica: 55160 N/mm2 (circa pari alla resistenza a trazione assiale,
ordine di grandezza: ~ 100 N/mm2 )
- modulo di elasticit: 250017000 N/mm2 (ordine di grandezza: ~ 10000 N/mm2, ~10 volte il
valore della resistenza a flessione e ~20 volte quello della resistenza a compressione assiale)
Caratteristiche meccaniche del legno: Parametri
PROVINI DIVERSI
- specie legnosa
- massa volumica: relazione quasi lineare tra la massa volumica e la resistenza (ad umidit
costante), ad eccezione della resilienza (molti legni pesanti sono anche piuttosto fragili)
- lo spessore degli anelli e la percentuale di legno tardivo
- la presenza di difetti o alterazioni: peggiora le caratteristiche di resistenza e rigidezza del
provino, ma non agevole determinarne l'influenza rispetto al legno netto; in genere non si
adottano coefficienti correttivi, ma si utilizzano dati ricavati direttamente da prove su
semilavorati in dimensione d'uso;
- inclinazione della fibratura: per l'anisotropia del legno, all'aumentare dell'inclinazione della
fibratura le resistenze si abbassano sensibilmente e il comportamento deformativo subisce
alterazioni sensibili.
Variazione percentuale della resistenza a flessione in funzione dellangolo di inclinazione della fibratura rispetto allasse
longitudinale del provino
Caratteristiche meccaniche del legno: Resistenza
un provino sollecitato in direzione assiale resiste pi a lungo, a differenza delle altre due
direzioni.
il legno resiste bene alla trazione, purch sollecitato in direzione assiale (valore 2-3 volte
superiore alla compressione)
- in base al rapporto tra il carico di rottura ed il peso specifico, il legno lavora quasi meglio
dellacciaio
- la resistenza a trazione notevolmente ridotta dalla presenza dei nodi e dalle irregolarit della
fibratura
legno di conifera
privo di difetti
LIMITI: ANISOTROPIA
LANISOTROPIA deriva dallORGANIZZAZIONE CELLULARE
il legno risulta
- PIU RESISTENTE e PIU RIGIDO per
sollecitazioni orientate lungo la
DIREZIONE dellASSE delle FIBRE
- per il legno la rottura a fatica dopo almeno un milione di cicli: si rompe per un carico unitario
pari a circa il 35% del carico di rottura a flessione statica.
RESISTENZA allUSURA
i. se posto in opera in ambienti molto umidi, riduzione del carico di sicurezza di 1/3
iii. per elementi inflessi, con carico costante nel tempo, riduzione del carico di sicurezza di 1/3
NORMATIVE
CNR-UNI 206/2006
Istruzioni per il progetto, lesecuzione e il controllo delle strutture in
legno
EUROCODE 5,
Design of timber structures
LEGNO: CICLO di PRODUZIONE
Circolo virtuoso: dal pezzo finito alla raccolta, recupero e riciclaggio degli imballaggi in legno
LEGNO: CICLO di PRODUZIONE
FASI di LAVORAZIONE del LEGNO: dalla pianta al pezzo finito
- SCORTECCIATURA
- TRONCATURA: taglio del fusto dell'albero o dei rami in assi, pezzi di forma circolare o
tronchi pi piccoli (della dimensione voluta a seconda dell'uso), tramite l'ausilio di motoseghe
- TRASPORTO dei tronchi con camion, teleferiche, rotaie, o attraverso le vie dacqua, fino alla
segheria.
LEGNO: CICLO di PRODUZIONE
FASI di LAVORAZIONE del LEGNO: dalla pianta al pezzo finito
- STAGIONATURA: essiccazione del legname per evitare che col tempo possa piegarsi
stagionatura ad acqua: generalmente seguita dalla stagionatura naturale vera e propria. Consiste
nellimmergere il legno in acqua marina (acqua+sale) fredda per circa 15 giorni. L'acqua (per osmosi) si
sostituisce alla linfa e viene, successivamente, eliminata con essiccamento all'aria. Il legno senza linfa
praticamente inattaccabile dai tarli e l'immersione in acqua ne aumenta la durezza, il peso e la durata.
SEGATI
SFOGLIATI TRANCIATI
LEGNO: PRODOTTI SECONDARI
DERIVATI del LEGNO
sviluppati per ridurre i costi del legno massiccio e sopperire ai difetti del legno a curvarsi o a produrre nodi,
cipollature...
COMPENSATO
formato da strati dispari (3, 5 o 7) di fogli di legno (MULTISTRATO), disposti alternando il
senso delle fibre e incollandoli.
- sfogliatura dei tronchi per ottenere i fogli di legno
- essiccamento dei fogli di legno
- spalmatura di colla dei fogli di legno
- sovrapposizione in vari strati con le direzioni di fibratura perpendicolari tra loro
- pressatura a freddo e poi a caldo
Dagli scarti di falegnameria si ricavano trucioli e segatura che opportunamente trattati con colla e
vapore ed opportunamente pressati, si ottengono i truciolati che impiallacciati con laminati
plastici o con fogli di legno pregiato, danno garanzia di solidit ed economicit nellindustria del
mobile.
DERIVATI del LEGNO
PANIFORTE
formato da unanima fatta di listelli di legno rivestiti da fogli di compensato con colle
resistentissime e pressate a caldo
TAMBURATO
- costituito da due fogli esterni di compensato incollato su listelli di legno distanziati tra loro
- adatto per la costruzione di porte
SANDWICH
formato da due fogli esterni di compensato a racchiudere unanima di materiale espanso a
struttura a nido dape che gli conferisce leggerezza, resistenza e coibenza per realizzare pannelli
isolanti termici e acustici.
MASONITE
agglomerato di frammenti di legno adatto per la sua leggerezza e flessibilit per realizzare lo
schienale degli armadi, il fondo dei cassetti
DERIVATI del LEGNO: LEGNO LAMELLARE
MODELLI STORICI PRODUZIONE CONTEMPORANEA
LEGNO LAMELLARE
- incollaggio (con colle molto resistenti: caseina, urea-formolo, melanina-formaldeide, resorcina-
formaldeide) di assi (LAMELLE) di legno di limitate larghezza e lunghezza
b= 10-24 cm
t= 3-4 cm
l= 400-500 cm
- molto sviluppato per realizzare strutture resistenti anche di grandissima estensione, quali travi,
montanti- elementi strutturali ad ampia flessibilit compositiva e formale
GIUNTI A PETTINE
PERNI e BULLONI
LEGNO: GIUNZIONI & CONNESSIONI
Unione di elementi
ortogonali sollecitati a compressione Unione di elementi coassiali
Con pezzi speciali
sollecitati a compressione
LEGNO: RESTAURO
PAVIMENTAZIONI
MOBILI
SOLAI
TRAVI
TETTI
- diminuito nel tempo con lintroduzione dellacciaio prima e del cemento armato poi
- scomparso quasi del tutto per i solai
- ancora utilizzato in determinate zone per le coperture
- nuovo campo di applicazione: derivati (e.g. compensati, paniforti)
- elemento significante
- in modo da non apparire
- creano un CLIMA EQUILIBRATO: impediscono rapidi sbalzi termici causati dallalternanza giorno-notte
o da eventi atmosferici
- opportuna DIFFERENZA di FASE: intervallo di tempo che intercorre tra la comparsa della temperatura massima
sulla superficie esterna di un elemento strutturale e il raggiungimento della temperatura massima sul lato interno.
LEGNO: si presta allimpiego in zone a rischio sismico, soprattutto per edifici a destinazione
abitativa, perch in grado di deformarsi sotto lazione di terremoti senza subire danni, date le
caratteristiche di elasticit e resistente a trazione e compressione (al contrario di laterizio o
cemento)
in Giappone
- maggiore parte delle abitazioni realizzata interamente in legno
- solo grandi strutture costruite in cemento armato calcolato per
resistere a sismi di intensit distruttiva
http://www.youtube.com/watch?v=pI3tMQ20mzs
progetto "Sofie" (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr (Ivalsa) di San
Michele all'Adige (Trento)): test antisismico su una struttura costituita da pannelli lamellari di legno
massiccio di spessore variabile (530 cm) incollati a strati incrociati (simulazione terremoto di Kobe
(Giappone) del 1995, magnitudo 7,2 sulla scala Richter, oltre 6000 vittime)