FONDERIA:
Processo nel quale i metalli vengono portati al loro stato liquido (nellaltoforno), e
successivamente raffreddati in modo tale da ottenere una forma diversa dallo stato iniziale.
La fusione e la successiva solidificazione alterano le caratteristiche del materiale. Il metallo fuso
contenuto in un contenitore e vi sar uno scambio termico tra il metallo e le pareti del
contenitore, questo determina il gradiente termico che determina lalterazione del materiale,
poich il raffreddamento non quasi statico, ma a gradini, questo fa s che la struttura finale del
materiale sia dendritica (granulare allungamento nella direzione del raffreddamento), con
caratteristiche meccaniche scadenti. Pareti pi dure (shock termico maggiore), il materiale diventa
pi tenero andando verso linterno. Si lavora con leghe nel 99,9% dei casi.
-Refrattario: materiale a bassa conducibilit termica.
-Fusibilit: capacit che ha il materiale liquido di riempire angoli solidi. Acciaio scarsa, ghisa alta.
Strutture in funzione del tipo di raffreddamento:
Transitori: (sabbia)
Permanente: lo stampo viene utilizzato per pi pezzi.
Nel caso di forma transitoria possiamo avere: il modello permanente il legno; Il modello a
perdere che fatto da un materiale che si scioglie allarrivo del fluido caldo.
Ciclo di produzione:
si tiene in considerazione per la progettazione del modello, il fenomeno del ritiro ed il
sovrametallo. La qualit del pezzo di pende da quella della forma. Bisogna prevedere gli angoli di
sforno.
Prima i sovra metalli, poi il ritiro ed in seguito gli angli di smussatura.
Lattacco di colata lo mettiamo sul fondo ed in funzione del pezzo potrei avere pi attacchi di
colata.
Il ritiro mi pu lasciare una cavit allinterno del pezzo. Possiamo avere anche degli avvallamenti.
Per evitare questo spostiamo il fenomeno del ritiro in una parte che non mi interessa che sarebbe
la materozza, possiamo averle a cielo aperto o chiuse, le migliori sono quelle chiuse con dentro
delle pastiglie porose che allatto della colata sprigionano un gas che aumenta la pressione.
Baricentro termico: lultimo punto che solidifica allinterno del getto. Devo evitare che sia nel
cuore del pezzo e lo faccio dimensionando la materozza.
La linea di separazione delle staffe una delle prime scelte progettuali.
Se il materiale mentre solidifica va in campo plastico a causa della diversa velocit di
raffreddamento e della sua strutture, avremo delle tensioni residue, se di compressione vanno
bene, ma possono essere squilibrate dalla successiva asportazione di materiale e questo non va
bene.
Porosit:
Laria intrappolata allinterno del materiale determina il micro difetto, che riduce la sezione
resistente del pezzo. Un altro difetto pu essere dovuto a flussi che si incontrano ma non si
mescolano (linee di Kissing land).
Fusione in terra:
le staffe vengono appoggiate su un piano dappoggio. Il piede di colata un sifone di raccordo che
porta allattacco di colata. Vi sono anche le tirate daria per farla uscire. I canali hanno piccole
sezioni posizionate sulla sommit del getto.
Setaccio o granulometria: numero di maglie per pollice quadrato (caratteristica delle sabbie).
I fori si fanno per foratura le cavit con le anime.
La lavorazione del modello avviene per asportazione di truciolo.
La solidificazione pu essere accelerata attraverso metalli.
Una volta che il getto si solidificato bisogna estrarlo ed eliminare la materozza i canali di colata e
tutto ci che superfluo. E successivamente le superfici andranno lavorate (cleaning and
finishing). In fine effettuiamo un controllo con radiografie ed ultrasuoni per evidenziare eventuali
difetti.
Modello permanente:
pu essere in legno o in metallo.
Per creare dei vuoti nel getto ho bisogno delle anime che saranno rette da degli incastri detti portate
danima. Per pochi pezzi usiamo il modello il legno ed il compattamento della sabbia pu essere
fatto anche manualmente, per pi pezzi utilizziamo il modello in metallo con la placca modello. Con
la placca modello si posso realizzare pezzi con un piano divisorio orizzontale, possono essere a
placca unica o doppia. Si fa un modello in legno della placca modello, poi colo del gesso allinterno
della forma in legno per fare la parte interna, in fine ricopro il gesso con una lega metallica senza
ritiro, solidifico. Abbiamo unimpronta riscalda sulla quale viene fatto adagiare per gravit una resina
che solidifica, che d luogo ad un elemento solido che porto utilizzare come forma. Gli angoli di
sforo servono per lestrazione del modello, se non ci fossero potrei avere lerosione della forma.
La staffa superiore deve essere sufficientemente pesante (20-30% maggiore) per contrastare la
spinta dArchimede dovuta al metallo fuso che entra nella forma.
Formatura transitoria, modello perso:
un materiale che a contatto con il metallo fuso, gassifica e viene espulso tramite opportuni canali.
Viene utilizzato per prodotti molto piccoli.
La cera viene inserita in un opportuno stampo che mi serve a realizzare lelemento di base di cui
voglio ottenere il pezzo finito. Tiro fuori lelemento in cera solidificato, e posiziono i diversi pezzi su
un albero con ganci. Ricopro lalbero con una cera per ottenere lo stampo, che si depositano
allintero ed al di fuori della cera, riscaldo per fondere la cera, e poi colo il metallo ed in fine rompo
lo stampo.
Die casting (fusione in stampi metallici permanenti):
lo stampo deve essere in materiale metallico pi alto fondente di quello utilizzato per il getto. Lo
scambio termico pi accentuato (metallo-metallo).
Pu essere colato per gravit o tramite un pistone ad alta pressione, che varia in base al tipo di
camera (calda o fredda).
Lo stampo realizzato in acciaio per asportazione di truciolo. Non avremo materozze aggiuntive,
poich i problemi vengono risolti con lalta pressione. Il canale di adduzione tipicamente centrato.
Camera calda:
iniezione del metallo allo stato liquido, direttamente dalla camera in cui contenuto. La pressione
viene applicata direttamente al contenitore del metallo (sono processi discontinui, inietto faccio
raffreddare, apro e ricomincio). Per pezzi grandi la macchina sar ancora pi grande.
Camera fredda:
un processo pi discontinuo, il metallo liquido viene inserito allinterno di questa camera
diniezione sulla quale agisce il pistone. Viene inserito solo in quantitativo che serve per uno stampo,
che ha il tempo di raffreddarsi. Allapertura dello stampo il pezzo cade per gravit o grazie a degli
iniettori, inseriti nella semi-met del guscio dello stampo in cui si tratterr il pezzo dopo liniezione.
utilizzata per pezzi piccoli e molto complessi, abbiamo bisogno di una macchina molto potente.
Stampi:
costituiti da due ganci, caratterizzati da alcune spine dallineamento. Uno fisso e laltro mobile.
Utilizziamo degli elementi mobili in direzione ortogonale per creare dei fori paralleli al piano di
separazione.
Il die casting migliore rispetto al permanent mold casting (per gravit) per via dellalta pressione
che d maggiore aderenza sullo stampo e lavorazioni di finitura minori.
Colata centrifuga:
allinterno di uno stampo che un tubo rotante (asse orizzontale) viene colato il metallo per
ottenere tubi.
Diagramma dei costi:
in terra meno costoso (per bassi volumi di produzione mi conviene). Il die casting il pi costoso
(per alti volumi di produzione mi conviene).
ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO
Comprende tutti quei processi in cui il componente desiderato si ottiene per asportazione di
materiale. possibile distinguere tre moti fondamentali: taglio, avanzamento e registrazione.
Nella limatrice il moto rettilineo alternato ed posseduto dallutensile, nella piallatrice invece
il pezzo muoversi di moto rettilineo verso lutensile montato su un portale. In entrambi i casi ad
una corsa attiva dasportazione di materiale ne segue una improduttiva.
I processi possono essere distinti:
di forma (la forma determinata dalla forma dellutensile) e di generazione (la forma del pezzo
finale determinata dalla posizione relativa che lutensile assume rispetto al pezzo).
-Utensili da taglio:
lutensile nel caso pi semplice pu essere realizzato partendo da una sbarretta prismatica ed
asportando del materiale rendendo lo spigolo tagliente, in tal modo si otterrebbe un solo spigolo
tagliente. Negli utensili per tornitura si hanno due spigoli taglienti, uno principale ed uno
secondario, che si incontrano nella punta dellutensile. Tuttavia il compito di taglio svolto per la
maggior parte dal tagliente principale.
Nel caso di un solo tagliente, lo possiamo schematizzare pensandolo come un cuneo che si sposta
sopra il pezzo con una determinata velocit e determina un meccanismo di frattura nel materiale e
quindi spinge il truciolo a scorrere sulla superficie del petto. Un utensile monotagliente
caratterizzato da due piani fondamentali: il petto su cui scorre il truciolo ed il fianco, piano
affacciato sulla superficie del pezzo dalla quale gi stato asportato il truciolo. I piani sono
caratterizzati da due angoli: gamma che stabilisce linclinazione del petto ed alfa che stabilisce
linclinazione del fianco. Alfa deve essere per forza maggiore di 10 se no lutensile striscerebbe
sulla superficie gi lavorata, mentre gamma pu essere sia minore che maggiore di 0 (langolo
calcolato a partire dalla direzione ortogonale al pezzo, ed positivo se fa un angolo acuto con il
truciolo). Nel caso di utensili da torni i piani principali sono tre:
-il pezzo, il fianco primario (superficie da lavorare), secondario (superficie gi lavorata). Lutensile
definito impiegando tre angoli: di spoglio superiore (gamma), di spoglio inferiore (beta), ottenuti
proiettando il tagliente principale secondo una giacitura parallela al piano di riferimento, e
operando una sezione perpendicolare alla proiezione del tagliente principale sul piano di
riferimento.
-psi angolo dinclinazione del tagliente principale rispetto allasse dellutensile.
-Materiali per utensili:
devono essere duri ed anche tenaci (resistenza allo shock termico) e devono avere la capacit di
mantenere a caldo la durezza posseduta a freddo, devono essere resistenti allusura, stabilit
chimica anche ad elevate temperature. A causa del taglio aumenta la temperatura dellutensile e
del truciolo per attrito
-Acciai per utensili:
Acciai al carbonio (C 0,6-1,4%): hanno buona durezza dopo la tempra (65 HRC), che diminuisce
leggermente dopo il trattamento di rinvenimento, ma bassa capacit di mantenerla ad alte
temperature, i taglienti risultano molto precisi, ma le velocit di taglio basse.
Acciai rapidi (C 0,6-1%; Cr 4-5%; W tungsteno 8-9%) e super-rapidi: acciai fortemente legati,
permettevano di utilizzare velocit di taglio di 20-30 m/min, sono stati sostituiti dagli acciai super-
rapidi che oltre agli elementi degli acciai rapidi hanno anche il cobalto (5-12%), che mantengono
sufficiente durezza anche a 600 C. Questi acciai devono la loro durezza ad un trattamento di
tempra in soluzione e successivo rinvenimento, che rappresenta la tempra secondaria.
Abbiamo anche le stelliti caratterizzate da buona durezza sino a 800 C, ma anche grande fragilit,
questo ha determinato la loro scomparsa come utensili da taglio.
-Metalli duri:
sono costituiti da particelle dure cementate da una lega. Sono tipicamente carburi metallici, il
legante principalmente il cobalto. Sono ottenuti mediante processi di metallurgia delle polveri.
La materia prima per la fabbricazione si ottiene da un concentrato di tungsteno dal quale si ricava
il triossido di tungsteno e da questultimo si ottengono le polveri di tungsteno mediante riduzione
in ossigeno. La parte successiva prevede il miscelamento delle polveri di tungsteno e di nerofumo,
ed il caricamento di miscuglio in un forno alla temperatura di 1700 C, in questo modo il tungsteno
si combina con il carbonio, formando il carburo di tungsteno. La polvere di carburo di tungsteno
successivamente mescolata con una polvere di cobalto e con eventuali altri carburi. Si effettua
quindi una prima pressatura a freddo, per ridurre la porosit, e successivamente verr sintetizzato.
La sintetizzazione un trattamento termico che abbate la porosit. Il compatto e
preliminariamente sottoposto ad una fase di preriscaldamento per eliminare lumidit e un
successivo riscaldamento sino a temperature prossime a quelle di fusione del componente pi
basso fondente. In fine avremo una fase di raffreddamento. In questo modo si ottiene una
sostanziale eliminazione della porosit e la fusione del legante metallico permette di sciogliere in
esso una quantit non trascurabile di carburi.
I carburi metallici costituiti da tungsteno e cobalto, presentano una buona resistenza e durezza,
ma nel taglio degli acciai, hanno il problema dellusura sul petto, dove si vengono a creare dei
crateri, a causa della modesta stabilit chimica del carburo di tungsteno, che trasferisce atomi di
carboni al truciolo mentre scorre sul petto. Per questa ragione furono aggiunti i carburi di titanio e
tantalio, pi stabili chimicamente, in particolare la resistenza allusura dovuta al carburo di
tantalio, il quale tuttavia induce fragilit allutensile, a tale problema si ovvia aggiungendo il
carburo di niobio, conferisce duretta e maggior resistenza allusura.
Gli angoli di taglio e larrotondamento della punta vengono ottenuti in fase di sintetizzazione. La
gli angoli di spoglia superiore ed inferiore sono determinati dalla posizione che la placchetta viene
ad assumere sullo stelo.
La fragilit delle placchette dipende principalmente dalla percentuale di carburo di cobalto,
allaumentare della quale diminuisce la fragilit, ma allo stesso tempo diminuisce la durezza e la
resistenza allusura.
I metalli duri sono classificati in tre grandi categorie secondo le norme ISO:
P: adatti per la lavorazione di materiali che producono un truciolo lungo e continuo (acciai
inossidabili). Tutti i carburi
K: truciolo corto e discontinuo (ghise). Tungsteno e cobalto
M: metalli pi difficili (acciai inossidabili austenitici). Tungsteno, cobalto e titanio.
-Metalli duri rivestiti:
rivestimento dei metalli duri con uno o pi strati di carburi.
Rivestimento in carburo di titanio su una placca di carburo di tungsteno: velocit di taglio pi
elevate ed a parit di velocit di taglio maggior resistenza allusura rispetto a quello non rivestito.
Allora si pensato di fare strutture interne tenaci, in grado di sopportare sollecitazioni impulsive, e
rivestimenti duri e resistenti allabrasione, superando cos i problemi dei metalli duri.
Rivestimento in nitruro di titanio: il principale, riduce il coefficiente dattrito ed aumenta la
durezza superficiale, limita i fenomeni di craterizzazione e possiede caratteristiche di refrattariet.
Aumenta la durata dellutensile e migliora la superficie di lavoro.
Lassido di alluminio: duro, e resistente allusura, crea una barriera chimica tra lutensile ed il
truciolo.
Carbonitruro di titanio: elevata durezza, discreta tenacit. Viene utilizzato per acciai in condizioni
di taglio non continuo a velocit non molto elevate.
Il nitruro di titanio-allumini: durezza e resistenza allusura anche ad alte temperature. Viene
utilizzato per materiali abrasivi e ad alte velocit di taglio.
-Materiali ceramici:
si dividono in:
I cermets: sono sintetizzati con una componente ceramica ed una metallica. Resistenti
allusura ed alla craterizzazione, elevata stabilit chimica e durezza a caldo.
Il nitruro cubico di boro: uno dei materiali pi duri anche ad altissime temperature, ottima
resistenza allusura e buona stabilit chimica;
Il diamante policristallino: secondo in durezza solo al diamante monocristallino, ma molto
fragile. Lutilizzo avviene esclusivamente tramite il fissaggio, mediante brasatura, di piccoli
riporti su placchette di metallo duro. Ci incrementa la vita utile dellutensile di molto.
-Analisi dei processi di taglio:
-Forze di taglio:
le componenti delle forze di taglio si possono dividere lungo tre assi:
Pz che si trova nella direzione ortogonale allasse dellutensile, detta componente
principale poich e da 2 a 4 pi grande delle altre due ed quella che assorbe pure pi
energia poich la velocit di taglio quella maggiore.
Px lungo lasse del pezzo, ed dovuta alla velocit davanzamento dellutensile, con qui si
calcola la potenza assorbita.
Py lungo lasse dellutensile, la cui potenza assorbita teoricamente pari a zero poich non
fa alcun movimento.
Parametri importanti per le forze di taglio sono gli angoli dellutensile, precedentemente descritti,
e un altro parametro calcolabile, che larea del truciolo asportata per ogni giro A=a*p=l*s
rispettivamente lunghezza e spessore del truciolo.
La snellezza del truciolo vale: G=l/ s=p/ a cos^2(psi).
Quindi dobbiamo trovare Pz (V, a, p, A, G, gamma, psi).
Un modello lineare non da unadeguata rappresentazione dei dati sperimentali, quindi si passa ad
un modello non lineare con coefficienti trovati tramite tecniche statistiche, su registrazioni di
diversi esperimenti.
Si sono fatti anche degli esperimenti per vedere la correlazione tra la forza principale di taglio e la
velocit di taglio. Teoricamente per V=0 Pz tende ad infinito. Presenta un massimo locale in
corrispondenza di una velocit di circa 50 m/min il fenomeno indicato con il termine tagliente di
riporto, causata dallaccumulo di materiale. La dipendenza della forza di taglio dalla velocit di
tipo esponenziale con esponente negativo. Al crescere di gamma le forze di taglio diminuiscono,
poich diminuisce la distorsione che il truciolo subisce nellattraversare il piano di scorrimento. Al
crescere di psi la snellezza aumenta, ed anche le forze di taglio.
-Temperatura di taglio:
la potenza della forza di taglio principale degenera, quasi tutta in calore. La temperatura a qui
lavora lutensile funzione di: velocit di taglio profondit di passata, delle caratteristiche del
materiale tagliato, in particolare della resistenza offerta al taglio, ed in fine dalle caratteristiche
fisiche del materiale dellutensile. C una legge che lega i parametri principali alla temperatura
media T= (1,2*sigma di snervamento/densit*calore specifico) *radcub (V*p/ (conducibilit
termica/ densit*calore specifico)) -18
-Usura degli utensili:
nel corso del processo di taglio lutensile si usura fino ad esaurire la sua vita utile.
il prodotto della combinazione di sollecitazioni che agiscono sul tagliente, di tipo meccanico e
termico, derivanti da sollecitazioni di tipo chimico ed in fine legati a fenomeni abrasivi. Possiamo
avere dei fenomeni di usura adesiva, dovuti al contatto tra utensile e pezzo dove si creano micro
saldature. Labrasione si manifesta con grande evidenza in corrispondenza dello spigolo tagliente
(labbro) e del fianco dellutensile. Lusura sul labbro si misura attraverso un parametro VB che
appunto misura lestensione della zona usurata. Il cratere che si usura viene misurato con il KT
profondit cratere o con il rapporto KT/KM dove KM la distanza dal centro del cratere allo
spigolo tagliente, poich pi pericoloso se il cratere si manifesta vicino allo spigolo tagliente.
Se si analizza lusura del labbro in funzione della velocit nel tempo, abbiamo un tratto di
assettamento iniziale, poi un tratto lineare e successivamente un tratto esponenziale. Se si
aumenta la velocit, landamento risulta pressoch uguale ma il tratto esponenziale si presenta
dopo un tempo minore. Bisogna fissare un valore limite del labro per il quale sostituire lutensile.
Taylor riporto coppie di valori V e T in un piano logaritmico e osservo che tali valori si disponevano
pi o meno su una retta. Quindi dedusse che VT^n=cost. dove n dipende dal materiale costituente
lutensile e nel diagramma logaritmico costituisce linclinazione della retta. n sempre minore
dellunit. Al crescere di n la retta diventa meno inclinata, ci indica che c una dipendenza
minore di T a V. Aggiungendo gli altri parametri con i loro relativi coefficienti sempre dipendenti
dal tipo dutensile, possiamo osservare che lusura dipende in maniera consistente oltre che da V
anche dalla velocit davanzamento e meno dalla profondit. Ed anche dalla snellezza che
aumentando aumenta la vita utile.
-Scelta delle geometrie degli utensili per tornitura:
-alfa (angolo di spoglio inferiore): lutensile non deve strisciare sul pezzo quindi langolo non pu
andare sotto un certo valore, dal momento che lutensile descrive un elica nel moto relativo
rispetto al pezzo, per non strisciare langolo deve essere maggiore di quello d0inclinazione
dellelica (alfa>arctg(a/pigreco*D)), considerando che langolo dinclinazione dellelica non supera
quasi mai 2 e che langolo alfa solitamente compreso tra 4-6 la condizione difficilmente non
viene verificata. Lutilizzo di un angolo relativamente grande avrebbe leffetto daumentare la vita
del tagliere a parit di VB oltre il quale lutensile va sostituito (possibilit dasportare volume
maggiore, prima che venga raggiunto il valore di soglia). Daltra parte alfa grande insieme al valore
assegnato a gamma tende a ridurre la superficie resistente e quindi rende lutensile meno
resistente. Per questi motivi alfa solitamente 6.
-gamma: al crescere dellangolo le condizioni di taglio sono certamente pi favorevoli, diminuisce
la distorsione che il truciolo subisce nellattraversare il piano, si riduce la zona di contatto tra
truciolo e superficie del petto con conseguente riduzione ei meccanismi di strisciamento, quindi
diminuiscono le forze di taglio e le temperature. Valori positivi di gamma in realt vengono
utilizzati solo per utensili in acciaio super rapido per il taglio di materiali di limitata resistenza.
Solitamente il valore negativo e paria a -6 in tutti gli altri casi.
-psi: al crescere dellangolo aumenta la snellezza e quindi le forze di taglio. Solitamente
compreso tra 20-70. Nel caso si stiano tagliando materiali particolarmente resistenti per i quali
sono necessarie elevate forze di taglio, potr essere utile utilizzare un valore di psi contenuto. Nel
caso si stiano lavorando materiali non particolarmente resistenti, ma molto duri, conveniente
utilizzare un angolo maggiore, ma comunque non superiore a 70 per evitare il cos detto
fenomeno del rifiuto del taglio.
-Fresatura:
SALDATURE
Ci permette di congiungere due elementi metallici senza portarli a fusione.
Deformando localmente le due lamiere da saldare, otteniamo un ancoraggio meccanico (fastening),
con un elemento estraneo, il rivetto autoperforante.
Lefficacia meccanica della saldatura la valutiamo rispetto alla resistenza al taglio o a trazione del
materiale base.
Classificazione in base alla posizione dei giunti:
di testa, a sovrapposizione, ad angolo, a T, e a L.
Classificazione in base alla posizione relativa tra saldatore e lamiere:
in piano, verticali (ascendenti o discendenti), frontali, sopra testa.
Si dividono in:
Autogene (fonde il metallo base)
Eterogene (fonde solo in metallo dapporto)
Quelle autogene si dividono in:
saldature per fusione e per pressione.
Nel primo caso vengono accordati insieme senza alcuna pressione, nel secondo caso con pressione.
Il metallo pu essere fuso tramite:
arco elettrico, combustione di un gas, laser, effetto Joule etc.
le saldature a pressione vengono classificate in base allapparecchio utilizzato:
punti, rulli, scintillio.
Apporto termico specifico:
rapporto tra potenza termica e superficie investita dalla potenza.
-Saldatura a gas:
Dipende dal tipo di gas utilizzato, la combustione avviene sempre tra ossigeno e qualcosa
(solitamente acetilene). La combustione divisa in due processi, la parte pi interna della fiamma
il dardo (prima reazione chimica), la parte pi esterna la fiaccola (seconda reazione chimica). La
seconda reazione protegge la saldatura togliendo lacqua poich coinvolge ossigeno e idrogeno, e
ha una temperatura di 3120 C. La zona investita dalla fiamma molto estesa, questo un fattore
negativo.
-Saldatura ad elettrodi rivestiti:
larco elettrico una scarica di elettroni che si muovono dal catodo allanodo, grazie ad un
generatore di tensione. I due elementi sono costituiti dal materiale da saldare e laltro da un
elemento fusibile. Devo stare attento che lelettrodo non si incolli sul pezzo. Le lamiere vengono
preparata alla saldatura con la cianfrinatura (smussamento degli spigoli vivi). Lintercapedine creata
verr riempita dal cordone di fusione, in alcuni casi avr bisogno di pi cordoni.
Lelettrodo caratterizzato da unanima metallica, che ad un certo punto si esaurir e quindi
dovremo interrompere la saldatura per sostituirla, e da un rivestimento (acido o base) che serve da
protezione:
1) Quando fonde crea una nube di protezione.
2) Fondendo si scioglie e cade nel bagno, andando a creare una scoria pi leggera che galleggia
e riveste il cordone di saldatura, proteggendolo. Quando finisco la passata devo togliere la
scoria che mi rappresenta una discontinuit tra i cordoni, che viene tolta con una spazzola
metallica.
Rendimento elettrodo:
prendo 5 elettrodi li faccio fondere depositando il tutto su una piastra precedentemente pesata,
quindi so quanto materiale si va a depositare. Poi peso i mozziconi rimasti sulla pinza (parte
terminale dellanima). A volte si pu depositare pi del peso ideale dellelettrodo, peso dellanima
compreso di mozzicone. Quindi il rendimento pu essere maggiore di 1.
La saldatura varia al variare della corrente imposta. Varia anche la resistenza, poich al crescere
della corrente, la nube elettronica cresce e cresce pure la sezione allarco, quindi varia la resistenza,
diminuendo, fino ad un certo valore di i per cui la sezione dellarco non varia pi, quindi V crescer
se i crescer, quindi vale la legge di Ohm. Allora dovremo lavorare al di sopra della corrente di
saturazione.
In corrente continua il catodo e lanodo non si scambiano. Lenergia generata dal passaggio della
corrente si distribuisce in modo diseguale, in particolare 2/3 al anodo ed il resto allcatodo. La
temperatura dellanodo superiore a quella del catodo per quanto detto prima. Polarit diretta il
pezzo da saldare lanodo, polarit inversa il catodo. In corrente alternata il flusso termico risulta
simmetrico. Al variare della lunghezza dellarco varia la larghezza del bagno. La curva che
caratterizza la lunghezza dellarco presenta un minimo nel piano V-I.
-Saldature TIG (tungsten inert gas):
caratterizzato da un arco elettrico che per non presenta un elettrodo fusibile, ma in tungsteno,
che un elemento alto fondente, con alta conducibilit, utilizzato per far sciogliere larco fra
lelettrodo ed il pezzo. La pistola gestita dalloperatore presenta un circuito di raffreddamento,
lalimentazione, e una bombola con gas protettivo che definisce la coltre di protezione. Il processo
di saldatura manuale e discontinuo come quelli precedenti.
-Saldatura MIG-MAG (metal inert/active gas):
Processo continuo. Il MAG (gas anidride carbonica) da una protezione minore. La pistola
costituita da un elettrodo non rivestito rappresentato da un filo che pu scorrere su una bobina
che rappresenta anche il metallo dapporto, coassialmente viene sparato il gas di protezione,
solitamente funzione in corrente continua. Ho una funzione di autoregolazione della lunghezza
darco, in base alla corrente di esercizio voluta, se l aumenta la corrente diminuisce. Lutilizzo a
corrente continua semplifica lauto regolazione.
-Saldatura ad arco sommerso:
Larco elettrico la sorgente termica. Lavanzamento del filo non gestita dallalimentatore del
saldatore ma da un motore esterno. Il sistema non auto regolato. Il filo impiegato a sezione
maggiore. La protezione avviene tramite un particolato fatto cadere sullarco. La protezione
spinta ed in parte fonde e forma la scoria. Viene utilizzata dopo il roll-forming (piegatura). Il
processo a unica passata.
-Saldatura laser:
il mezzo del laser deve essere un gas in grado di assorbire energia, messo in un opportuno tubo
con specchi riflettenti che facciano caricare il gas che viene espulso attraverso un opportuno
orifizio. La zona termicamente alterata pi piccola, livello di penetrazione pi grande, materiale
dapporto minore. Sparo il raggio laser su un punto del materiale, il materiale vaporizza
localmente, si crea un plasma, che fonde il metallo solido nelle pareti circostanti, il metallo cade
nella cavit e procede alla formazione del cordone. In funzione della velocit davanzamento posso
saldare o tagliare.
-Saldatura per fusione:
processo che utilizza come fonte di calore leffetto joule di una resistenza attraversata da corrente.
Oltre alla fusione del metallo base mettiamo in pressione i due lembi. Si mettono in
sovrapposizione due lamiere, pressando due elettrodi (refrigerati) in rame, in un punto dove si
realizza la saldatura. Non previsto materiale dapporto. Il trasformatore in discesa la tensione si
abbassa e la corrente si alza. Il sistema pu simmetrico e pu essere visto come resistenze in
serie. Le due resistenze rappresentate dagli elettrodi, quelle di contatto tra lamiere ed elettrodi, e
quella di contatto tre le due lamiere, che la pi grande dove avr il massimo flusso termico. Si
tratta di una saldatura per punti che localmente mi crea un bottone. Questo circuito accoppiato
ad un circuito secondario. Avr un massimo assoluto tra lamiera e lamiera e due massimi relativi
nei punti di contatto tra elettrodi e lamiere, ma la fusione lavr solo al centro. Al centro avr una
struttura omogenea di grani sferoidali, ma in superficie avr una struttura dendritica. In un
diagramma I-t, ho una zona utile di saldatura, al di fuori della quale per tempi bassi e correnti
basse invece che saldare incoller, per correnti alte e tempi lunghi, avr forature o spruzzi.
Il ciclo di saldatura cos composto:
Faccio crescere il carico di pressione tra le due lamiere fino a quello prestabilito, raggiunto il valore
si chiude il circuito secondario, che per induzione fa passare la corrente, realizzo la saldatura. Apro
il circuito, mantengo la pressione per qualche secondo e poi la diminuisco. Si possono usare anche
altri processi termici pi altri passaggi.
Gli elettrodi cilindrici mi danno una continuit di saldatura, facendo passare le due lamiere in
mezzo agli elettrodi, ma le lamiere devono essere piane.
Ciclo termico a cui esposto un giunto:
in un cordone in cui la sorgente termica avanza determina delle ellissi isoterme che sono delle
ellissi, schiacciate nel verso davanzamento della sorgente t e allungate nella direzione opposta.
Nel giunto avr sempre una fase iniziale di riscaldamento fino al superamento della T critica,
mantenimento ad alta temperatura e un raffreddamento. Questo determina una modifica della
struttura del materiale. La zona termica alterata non coincide con quella fusa ma con quella
limitrofa. Se faccio una prova di trazione il materiale non si rompe nel giunto ma ai bordi di esso, a
meno che il giunto non sia fatto male.
-Fastening meccanico:
la saldatura non avviene per fusione ma per deformazione localizzata nelle lamiere coinvolte.
-Clinching: si deformano le due lamiere sovrapposte in modo tale da formare un punto
dancoraggio. come se realizzassimo una micro imbutitura locale. Metto le due lamiere tra un
punzone ed una matrice, spingo il punzone tramite un alimentatore elettro idraulico e grazie alla
matrice determino lancoraggio. La configurazione geometrica di punzone e matrice laspetto pi
importante del processo.
Si classificano in:
press clinching: matrice rigida o deformabile.
Shear cliching: la giunzione ottenuta attraverso lo scorrimento (taglio localizzato), delle due
lamiere sovrapposte.
-Self-piercing riveting process (SPR):
Abbiamo un elemento in pi che il chiodo che serve ad ancorare meglio le lamiere. Il principio di
funzionamento quello di un rivetto, ma a differenza del rivetto, le lamiere non sono
precedentemente forate, ma vengono forate direttamente dal chiodo. Avremo un punzone che
spinge il chiodo ed una matrice con geometria opportuna. Il chiodo deforma la lamiera superiore,
si deforma anche la lamiera inferiore e successivamente, si verifica una deformazione inversa di
estrusione allinterno del gambo del chiodo che riempito di materiale. Si forma una sorta di S che
mi determina lancoraggio. La lamiera superiore non viene forata ma assottigliata. Il chiodo in
acciaio austenitico, prodotto per asportazione di truciolo e con un indurimento finale (tempra).
-Saldatura allo stato solido:
Utensile che ruota su s stesso, premuto forte contro la lamiera e leggermente inclinato, con una
velocit davanzamento verso la direzione da saldare, che deforma le due lamiere rimescolando i
materiali e saldandole insieme.