Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
J Urgyen Rinpoche
IL
RISVEGLIO
Gli ultimi insegnamenti
17,00
IL RISVEGLIO
GLI ULTIMI INSEGNAMENTI
di
TULKU URGYEN lMPOCHE
Traduzione di
GIUSEPPE BAROETTO
La vera umilt
discorso di Tarzk Rinpoche
Non ho molto da dire, se non queste poche parole. Tulku Urgyen Rinpo
che e io vivevamo nella medesima regione del Tibet orientale, eppure era
come se fossimo molto distanti l'uno dall'altro. All'epoca non potevamo
usufruire della tecnologia moderna. Non c'erano aerei, treni o automobili,
perci si viaggiava a piedi oppure a cavallo. Cos, un tragitto che oggi pos
siamo percorrere facilmente con un mezzo moderno, a quei tempi appariva
molto, molto lungo. Naturalmente avevamo sentito parlare l'uno dell'altro,
ma entrammo in contatto solo quando giunsi per la prima volta nella valle
di Kathmandu.
Tulku Urgyen viveva gi a Kathmandu quando arrivai in Nepal. Cono
scendolo di fama, insistetti finch acconsent compassionevolmente a darmi
la trasmissione dei Cento potenziamenti del Cho. Allora ero molto povero,
quindi non potei fare nessuna offerta significativa per la trasmissione. Sic
come lui era estremamente gentile ed entrambi provenivamo dalla medesi
ma regione, ebbi la fortuna di ricevere tutti i potenziamenti. Da quel mo
mento in poi abbiamo mantenuto una connessione di samaya molto pura,
intatta, senza nessun danno o rottura, come un guscio d'uovo delicato ma
intero. Tulku Urgyen era estremamente buono e aveva un forte senso della
lealt, perci quando arrivava a conoscere bene qualcuno non mutava mai i
suoi sentimenti verso quella persona.
Rispetto alla pratica del Siitra e del Tantra, era pi esperto negli insegna
menti tantrici, e riguardo alle tradizioni Sarma e Nyingma, era pi abile nel
le pratiche Nyingma. Non gli si poteva chiedere apertamente della sua rea
lizzazione personale. Non l'ho mai sentito affermare di aver avuto esperien
ze speciali o di aver conseguito un alto livello di realizzazione. Ma sono con
vinto, senza alcun dubbio, che stato davvero un praticante straordinario.
Chiunque lo incontrasse poteva rendersi conto che era privo di presunzio-
10 Introduzione
ne, non aveva ambizioni di grandezza o fama, e non serbava rancore. Trat
tava tutti con gentilezza e cordialmente, e mai volt le spalle a un amico.
Tulku Urgyen non conosceva l'inganno e la doppiezza. Se diceva qualco
sa, potevate sempre star certi che il suo cuore e le sue parole erano in armo
nia. Non agiva con ipocrisia, dicendo una cosa e facendone un'altra. Nelle
sue relazioni con le persone non era mai disonesto n inaffidabile.
Riguardo alle sue relazioni spirituali, era in connessione con il xvr Kar
mapa, uno dei lama pi importanti nei grandi lignaggi della pratica. Il Kar
mapa allo stesso livello del Dalai Lama, di Panchen Rinpoche e Sakya Tri
chen. Tulku Urgyen uno dei guru del Karmapa, giacch gli offr molti po
tenziamenti e insegnamenti tratti dal Chokling Tersar.
Sebbene la sua condizione fosse tale che il Karmapa lo venerava immagi
nandolo sulla propria testa, Tulku Urgyen non divenne pieno di presunzio
ne n approfitt di questa fama. Quando si trovava in un gruppo di lama o
sedeva in un grande consesso religioso, si rifiutava sempre di presiedere co
me capo, insistendo ogni volta per sedersi in basso. Prendere il posto pi
basso un segno della conseguita sottomissione della propria mente, e que
sto era il suo comportamento consueto. Eppure, siccome era il guru del
Karmapa, per lui sarebbe stato perfettamente lecito mantenere una posizio
ne importante; invece, essendo un ngakpa, un praticante tantrico, era solito
considerarsi inferiore a qualsiasi altro lama o anche a un comune monaco
pienamente ordinato.
La vera umilt un segno dell'esperienza e della realizzazione che abbia
mo conseguito. Senza esperienza e realizzazione ci lasciamo prendere dagli
atteggiamenti mondani, dalla presunzione nei confronti di persone inferio
ri, dalla gelosia verso persone superiori e dalla competitivit rispetto a chi
pari. inevitabile, perch le cinque emozioni velenose dell'attaccamento,
della rabbia, dell'ottusit, dell'orgoglio e dell'invidia sono ancora vive nel
nostro essere. Anche se ci si pu travestire da monaco che rinuncia al mon
do o da yogi, queste emozioni negative continuano a manifestarsi di quan
do in quando. Ma Tulku Urgyen non era per nulla cos.
La nostra relazione era quella di due fratelli; mi trattava da pari a pari,
come se avessimo avuto gli stessi genitori. Quando condivideva con me i
suoi pensieri, non c'era mai nessuna discrepanza tra le sue parole e ci che
sentiva veramente. Non intendo dire che altri lama siano inattendibili, ma
per me era come se Tulku Urgyen fosse l'unico in cui potessi davvero con
fidare dandogli tutta la mia fiducia. Forse ci dovuto al fatto che io sono
all'antica o che i tempi sono cambiati, ma per me era la persona principale
a cui mi sarei affidato.
In tutti i veicoli buddhisti si insegna che non dovreste considerare la vo
stra guida spirituale come una persona comune. Nella pratica del Vajray
na, in modo particolare, ogni cosa dipende dal vostro guru; la base di tut-
Introduzione 11
me loro guru radice, lo hanno invocato come il signore del mandala e han
no ricevuto da lui gli insegnamenti terma completi di Chokgyur Lingpa.
Anche da questo punto di vista lo considero senza dubbio un maestro
dzogchen realizzato che ha conseguito il livello della consumazione nella
dharmatii.
Ha trascorso la vita praticando e in ritiro. Gli ultimi anni li ha vissuti
nell'eremitaggio di Nagi Gompa. Qui, portata a termine la pratica, compiu
te tutte le attivit e conclusa l'esistenza, ha manifestato la dissoluzione tem
poranea della sua presenza fisica, allo scopo di ispirare alla pratica noi di
scepoli che ci aggrappiamo alla permanenza e continuiamo a vivere con at
taccamento. Credo che fra non molto avremo la grande fortuna di contem
plare il volto dorato di un sublime nuovo tulku, la cui salute e vita saranno
indistruttibili come un diamante. Egli sar insediato per compiere le azioni
notevoli di illimitata messa in moto delle profonde e vaste ruote del Dhar
ma, proprio come altri nobili esseri e bodhisattva che mai abbandonano il
Buddhadharma e gli esseri senzienti.
Tulku Urgyen Rinpoche stato immensamente gentile con me; conferen
domi i potenziamenti, le istruzioni e le trasmissioni tramite la lettura dello
Dzogchen Desum, le Tre sezioni della Grande Perfezione, mi ha accordato
con benevolenza la sua compassione. Perci lo considero uno dei miei spe
ciali guru radice, un maestro dalla bont incomparabile.
diato con lui, ricevuto la sua compassionevole guida e goduto della sua pre
senza, veramente una grande benedizione. Le sue amorevoli espressioni e
il suo meraviglioso cuore hanno donato a noi tutti una gioia illimitata. An
che se altri gli sono stati pi vicini, posso dire che la sua natura mite, imme
diatamente evidente a tutti coloro che lo incontravano, era davvero unica.
Tulku Urgyen portava la sua conoscenza e i suoi ottenimenti con legge
rezza. Diversamente da alcuni dotti maestri, che sembrano far lezione ogni
volta che aprono la bocca, egli parlava con una tale gentilezza e profonda
sensibilit che nessuno esitava a porgli delle domande. Usava la sua cono
scenza per toccare il cuore di chiunque incontrasse, rendendo la conversa
zione un piacere. Manifestava cos bene la bellezza della compassione, che
aveva il dono di far sentire ognuno come il favorito del lama. I suoi disce
poli rispondevano con una profonda devozione personale e un ardente de
siderio di apprendere di pi. Erano seri nel loro studio e spesso trovavano
il modo di fare lunghi ritiri.
In questi tempi di Kali Yuga, quando grandi problemi gravano sul Tibet,
Tulku Urgyen si mostrato all'altezza della sfida. Viaggiando in un nuovo
paese, ha creato le basi per il Dharma e ha reso largamente accessibili gli
speciali tesori dello Dzogchen e del lignaggio di Chokling. Ha grandemen
te beneficato il Sangha fondando centri, offrendo gli insegnamenti e tra
smettendo la sua conoscenza. Oggi ci sono pi di trenta monasteri nella val
le di Kathmandu, e personalmente ritengo che gran parte di questa attivit
scaturisse dalla luce che irradiava da Nagi Gompa, dove confluivano la pre
senza di Tulku Urgyen, gli insegnamenti di Chokling e le benedizioni di
Guru Padmasambhava. Sinceramente, qualsiasi cosa un maestro possa rea
lizzare, Tulku Urgyen l'ha manifestata perfettamente.
Quando ho avuto la fortuna di fermarmi a N agi Gompa, ho percepito in
una visione che, tramite le benedizioni di Padmasambhava, il Dharma un
giorno si sarebbe diffuso da questa piccola valle, rivitalizzato e di nuovo po
tente. Ora che il nostro amato insegnante se n' andato, prego che la sua
durevole influenza contribuisca alla realizzazione di questa visione.
nella famiglia di Chokgyur Lingpa, una stirpe unica. Inoltre il padre del
l'attuale tulku di Chokgyur Lingpa, e anche questa una cosa straordinaria.
DOMANDA: Cosa significa il fatto che un lama rimanga in tukdam?
RISPOSTA: Il tukdam accade quando qualcuno in vita rimasto quieto
nella sveglia presenza luminosa del samadhi. La durata del tukdam nello sta
to post mortem dipende dall'esperienza del samadhi. Grazie alla forza del
samadhi il calore non abbandona il corpo, la pelle non cambia colore e il
corpo pu rimanere nella postura seduta con la schiena diritta. La presenza
di questi segni visibili dopo la morte indicano che la persona in tukdam.
Quando un praticante muore, si verifica un'esperienza chiamata 'unione
delle luminosit madre e figlia'; significa che la luminosit della base e quel
la della pratica personale si fondono indivisibilmente.
In quel momento l'esperienza della sveglia presenza molto forte.
Semplicemente si rimane nel proprio stato di quiete in modo naturale.
Questo vuol dire che un grande lama, o qualcuno che abbia un'esperien
za e una realizzazione profonde, si dissolver o si espander naturalmente
nello stato del samadhi. Quando la luminosit della base risplende da se
stessa, la riconosce, quindi rimane nell'equanimit; ci vien detto 'rima
nere in tukdam'.
Anche le persone comuni sperimentano la luminosit della base, ma non
essendosi preparate a quell'esperienza in vita, non la riconoscono; e sicco
me non riescono a riconoscerla, sono incapaci di rimanere in tukdam. Di
versamente, i grandi maestri fondono naturalmente le luminosit madre e
figlia. Nel preciso istante in cui la luminosit della base si rivela loro come
un'esperienza diretta, essi riconoscono tale stato fondamentale e rimangono
in samadhi. Questo vien detto 'rimanere in tukdam'.
D.: Cosa indica un segno come quello del 'cielo terso e la terra senza pul
viscolo'?
R.: Tulku Urgyen Rinpoche preferiva restare nell'ombra, nel senso che
non si metteva in mostra. Nascondeva le sue qualit e occultava la sua vera
condizione, spesso dicendo: "Non sono nulla di speciale, non sono istrui
to". Siccome non si metteva in evidenza, al momento della morte il segno
del cielo terso e della terra senza pulviscolo si manifestarono a causa del po
tere e della forza del suo straordinario samadhi. Probabilmente nascose
qualunque altro segno, come gli arcobaleni, i raggi di luce, e cos via.
D.: Qual stato il rapporto tra il XVI Karmapa e Tulku Urgyen Rinpo
che?
R.: La XVI incarnazione nella linea del Gyalwang Karmapa considerava
la stirpe di Tulku Urgyen davvero speciale e perci ricevette molti dei po
tenziamenti dei terma di Chokgyur Lingpa da Tulku Urgyen. Inoltre, erano
molto vicini l'un l'altro, dal momento che Sua Santit aveva fiducia in
Tulku Urgyen come suo consigliere personale nelle questioni sia spirituali
Introduzione 17
Oggi molti sono convinti che Tulku Urgyen Rinpoche fosse unicamente
uno yogi dello Dzogchen che viveva nel suo eremo montano, N agi Gompa,
dedicandosi solo alla pratica, e concludono che era un buon lama con
un'alta realizzazione. Siccome minimizzava le proprie capacit, pare che so
lo poche persone conoscano nei particolari le sue qualit al di l di questi
semplici fatti. Ma quando rifletto su ci che so personalmente, mi rendo
conto che era anche un notevole studioso.
Tulku Urgyen non era conosciuto come un erudito. Tuttavia, se investi
ghiamo scendendo nei dettagli, a partire dalle sue abilit nella lettura, ve
diamo che era uno studioso in grado di leggere diversi tipi di caratteri,
comprese le rare variet di lantsa e wardu. Era esperto di grammatica, poe
sia e delle scienze comuni, tanto che difficile scoprire qualcosa in cui fos
se ignorante. Riguardo alla conoscenza interiore del buddhismo, aveva in
contrato molti dotti maestri, ed era particolarmente versato nel Ngakso, nel
Lamrim Yeshe Nyingpo e nel Guhyagarbha Tantra.1 Era un notevole calli
grafo, edotto su diversi sistemi di scrittura oggi praticamente dimenticati.
Non solo era esperto di lantsa e wardu, ma anche di uchen e umey. Consi
derando tutto questo, personalmente ritengo che fosse molto istruito.
Tulku Urgyen Rinpoche era anche un abile artista. Sapeva scolpire statue
originali, a differenza degli scultori professionisti che in genere non fanno
altro che ripetersi, perci le sue sculture di divinit spesso avevano propor
zioni pi belle. Alcune di queste creazioni possono essere viste nei templi
dei protettori del Dharma a Ka-Nying Shedrub Ling. Nel gonkhang, o tem
pio dei protettori Nyingma, c' una straordinaria maschera di Mahakala,
mentre nel tempio Kagyii c' una maschera di Bernakchen, il 'Mantato di
nero'. Quando contemplo queste maschere ho la sensazione che nessun ar
tista comune avrebbe potuto produrre opere simili. E se qualcuno vuole co
noscere la sua abilit nel cucire, sar lieto di mostrare la corona che fece
per il Tulku di Chokling. Ricre a memoria la corona di Chokgyur Lingpa,
un'impresa non certo facile.
C ' una cosa strana a cui vorrei accennare. Le espressioni della realizza
zione non appaiono sempre con perfetta chiarezza. Spesso ho avuto modo
di notare nei discorsi di Dilgo Khyentse Rinpoche, o nei suoi scritti, come
tutto ci che diceva scaturiva con eloquenza e fluidit. Ma altre volte sem
brava impedito nella parola. La stessa cosa accadeva a Tulku Urgyen; di
tanto in tanto aveva molta difficolt a leggere e la sua vista peggior al pun
to che dovette sottoporsi a un'operazione agli occhi.
Quando affrontava problematiche mondane era molto abile. Tante volte
invece di dedicare mesi e anni allo studio di libri e alla meditazione analiti
ca, era pi benefico trascorrere alcune ore ponendo domande a Tulku
Urgyen e ascoltando le sue risposte. Gli feci visita a Nagi Gompa molte vol
te e ricevetti diversi potenziamenti, ma penso che la rivelazione degli inse
gnamenti effettivi avvenisse nel corso delle comuni discussioni.
Oggi ci sono persone che dicono: "Conosco gli insegnamenti ma non mi
piace praticare il sadhana in grandi assemblee. Non mi piace fare tutti quei
canti". Davvero, ci sono persone che me l'hanno detto, il che dimostra la
loro mancanza di comprensione. Chiunque comprenda realmente gli inse
gnamenti, in modo particolare il Vajrayana, sa che vengono applicati nel
sadhana di gruppo, con l'allenamento allo sviluppo e al compimento, e con
il canto. questa l'applicazione del Vajrayana, e se qualcuno chiacchiera
ma non pratica, certamente non una persona dotata di conoscenza.
Lo stesso Tulku Urgyen sapeva tutto delle infinite attivit del Vajrayiina e
mai sottovalut la loro applicazione. Era molto attento all'esecuzione di tut
ti i riti importanti, comprese le cerimonie del drubchen.2 Nella prima met
della sua vita, per poter essere di beneficio agli altri, apprese queste cerimo
nie fin nei minimi dettagli, senza perdersi un solo giorno. Tulku Urgyen non
sottovalutava neppure la conseguenza di qualsiasi azione karmica.
Senza dover chiedere donazioni di proposito, riusc a raccogliere fondi in
una maniera che pareva priva di sforzo. Tulku Urgyen fu capace di costrui
re tutti i templi e i monasteri che volle. Ma questi progetti vennero realizza
ti completamente come attivit secondarie; non li consider mai il suo sco
po o la sua occupazione principale.
Nell'ultima parte della vita abbandon praticamente qualunque coinvol
gimento in attivit concettuali e non dedic nessuno sforzo evidente alla co
struzione di edifici religiosi. Tuttavia sembrava che i templi continuassero a
sorgere di continuo e furono portati a termine molti lavori. I soldi che en
travano in una giornata li spendeva invariabilmente e al tramonto non ave
va nulla. Non si atteneva a un programma per i vari progetti, e non l'ho
neppure visto inviare quelle lettere di raccolta fondi cos abbondanti di
questi tempi, n ho sentito che l'abbia mai fatto. Nondimeno pare che sia
riuscito a costruire pi templi di tutti gli altri lama contemporanei, senza
considerare lo sforzo da loro profuso. Quindi credo che sia riuscito a realiz
zare i suoi obiettivi senza difficolt.
Sono convinto che non ci sia la minima differenza tra lo stato della men
te di Tulku Urgyen e Samantabhadra. Per chi lo considera Vajradhara in
persona, il perfetto guru radice e il sostegno delle loro invocazioni, senza
dubbio straordinario.
2 Le cerimonie del drubchen (sgrub chen) sono pratiche collettive di siidhana pro
tratte ininterrottamente per sette giorni. (N.d.T.)
Introduzione 25
Da vivo Tulku Urgyen ha avuto molti discepoli, alcuni dei quali speciali.
Tra i suoi figli, Chokyi Nyima Rinpoche in particolare un abile scrittore.
Dunque, dovremmo proprio scrivere una biografia di Tulku Urgyen, inco
minciando dalla sua nascita e dagli anni giovanili, quando il xv Karmapa
Khakyab Dorje gli diede il nome di Karma Urgyen Tsewang Chokdrub e lo
riconobbe come un tulku di Lachab Gompa, per continuare fino alla sua
morte. Ritengo che questa biografia dovrebbe essere scritta senza aggiunge
re o togliere nulla. Non possiamo scrivere la storia della sua vita interiore,
perch non parl mai delle visioni o delle profezie che ricevette, quindi non
c' niente di straordinario da scrivere. Ci che possiamo scrivere sempli
cemente quello che ha fatto, senza nessuna alterazione. Vi prego di non ri
tenere che una biografia priva di eventi mistici straordinari non abbia im
portanza. Anche il Buddha apparve in un comune corpo umano e fu perce
pito dagli altri come un essere umano, quindi per la maggior parte delle
persone sarebbe di beneficio una biografia semplice e chiara. Ripeto che,
secondo me, dovremmo scrivere semplicemente la sua storia, senza ingigan
tire o minimizzare nulla.
Anzich avere diversi resoconti contrastanti della vita di Tulku Urgyen,
vorrei vedere una biografia con un racconto franco su cui tutti possano tro
varsi d'accordo; una storia che includa tanto le cose belle quanto quelle non
belle, con parole comuni e semplici. In questo libro mi piacerebbe vedere
pi fotografie possibile. Il testo di base dovrebbe essere scritto prima in ti
betano; successivamente il libro potrebbe essere tradotto in altre lingue.
Oggi ci sono ancora delle persone anziane collegate a Tulku Urgyen: do
vrebbero essere intervistate finch sono vive. Se ci verr fatto, in futuro la
gente avr qualcosa da leggere. Penso che un progetto simile avr successo.
Quindi, cerchiamo di realizzarlo.
In breve, Tulku Urgyen stato un maestro incredibile, tanto uno studio
so quanto un realizzato. Ne sono sempre stato convinto, ma fino a questo
momento non ho mai avuto la possibilit di esaminare le sue virt spiegan
dole a una a una. Perch non ne ho parlato prima? A causa del grave mo
mento in cui viviamo, quando ognuno sembra glorificare la propria scuola
o lignaggio. Anche nella scuola Nyingma non dovrebbe esserci nessuna dif
ferenza di prestigio tra i 108 terton maggiori, dal momento che tutti i terma
provengono da Padmasambhava. Ma, quando sento qualcuno proclamare
che "i nostri terma sono migliori dei loro", come posso mettermi a parlare
della grandezza dei terma di Chokgyur Lingpa, oppure dei suoi poteri mi
racolosi e dei suoi grandi atti? Anche se vero ed appropriato parlarne,
non mi sento proprio di farlo.
Dunque, non c'era ragione perch uno come me esaltasse le virt di
Tulku Urgyen Rinpoche: piuttosto, quando il sole risplende in cielo nessu
no pu negare la sua luce radiosa. Ma ora come se il sole fosse tramonta-
26 Introduzione
L'eredit
sugatagarbha. Tutti gli esseri senzienti hanno tale natura, senza una
sola eccezione. Essa presente in ognuno, dal buddha dharmkaya
Samantabhadra fino al pi minuto insetto, anche la pi piccola entit
che potete vedere soltanto al microscopio. La natura di buddha
identica in tutti gli esseri. Non c' nessuna differenza di misura o
qualit. La natura di buddha non differisce mai nella qualit o quan
tit. Non come se Samantabhadra avesse una grande natura di
buddha e un piccolo insetto ne avesse una piccola, oppure come se il
Buddha avesse una natura di buddha superiore e la mosca ne avesse
una inferiore; non c' nessuna differenza.
Dunque, dobbiamo distinguere tra la mente e l'essenza della men
te. L'essenza della mente degli esseri senzienti e la mente risvegliata
dei buddha sono identiche. Buddhit significa essere del tutto stabili
nello stato che precede la manifestazione del pensiero dualistico. Un
essere senziente come noi, non comprendendo la propria essenza, ri
mane intrappolato nel proprio pensiero e diventa confuso. Nondi
meno, l'essenza della nostra mente e l'essenza propria di tutti i bud
dha risvegliati sono identiche sin dal principio. Gli esseri senzienti e
i buddha hanno la medesima sorgente, la natura di buddha. I bud
dha sono diventati illuminati perch hanno realizzato la loro essenza.
Gli esseri senzienti sono diventati confusi perch non hanno com
preso la loro essenza. Quindi c' una sola base o fondamento e due
vie differenti.
La mente ci che pensa, ricorda e progetta tutti i nostri svariati
pensieri. In tibetano 'pensiero' si dice namtok. Nam sta a significare
l'oggetto, ci che viene pensato. Tok vuoi dire creare idee e concetti
riguardo a quegli oggetti. Namtok qualcosa che la mente sforna di
continuo, giorno e notte. Un buddha qualcuno che riconosce l'es
senza in quanto tale, e grazie a ci risvegliato. Un essere senziente
qualcuno che non lo fa, e che confuso a causa del proprio pensie
ro. Chi non riuscito a riconoscere l'essenza della mente viene chia
mato 'essere senziente'. Si dice buddha chi ha compreso la natura in
quanto tale e si stabilizzato in quella comprensione.
Non forse vero che la mente crea un'infinit di pensieri? Ricor
da, progetta, pensa, si preoccupa. Lo fa da innumerevoli vite, giorno
e notte, senza interruzione. Istante dopo istante, la mente crea pen
sieri su una cosa dopo l'altra, e non soltanto nel corso di questa vita.
Il pensiero sorge perch non si vede l'essenza della mente. La mente
34 Il risveglio
non pensano, ma sono state create dalla mente pensante. Gli esseri
senzienti creano il samsara che c' ora. La creazione del samsara alla
fin fine non ci sar di nessun aiuto.
La mente invisibile e intangibile. Ecco perch la gente non co
nosce la mente. Ecco perch ci si chiede: "Ho riconosciuto davvero
la natura della mente? " . Se fosse una cosa concreta, gli scienziati
l'avrebbero gi compresa da parecchio tempo. Ma cos non , perci
non detto che gli scienziati sappiano cos' la mente. Se lo sapesse
ro, tutti gli scienziati sarebbero illuminati! Ma avete mai sentito par
lare di scienziati che sono diventati illuminati grazie alla scienza?
Certamente conoscono tantissime altre cose. Possono creare telefoni
che vi consentono di comunicare all'istante con chiunque in qualsia
si parte del mondo. E possono costruire macchine che trasportano
in volo nel cielo centinaia di persone nel medesimo tempo. Possono
far transitare i treni direttamente sotto le montagne. Tutto ci pos
sibile. Se la mente entra in funzione, un tesoro inesauribile; eppure
ci non vuoi dire illuminazione. Quando la mente viene utilizzata a
qualche scopo e ne rimane presa, questo non porta all'illuminazione.
Dobbiamo conoscere la natura essenziale della mente.
la mente che proprio ora pensa a tutte queste svariate cose. Fin
ch il pensiero non si dissolve, non otteniamo l'illuminazione. Il
coinvolgimento nei pensieri precisamente il senso del girare in ton
do nel samsara, come la ruota in -un congegno. Con le ruote nell'au
tomobile potete andare ovunque nel mondo, giusto?
In quale modo si dissolvono i pensieri, li si elimina totalmente
!asciandoli svanire? Il Buddha conosceva una tecnica per eliminare
il pensiero. questo lo scopo dell'istruzione sull'indicazione diret
ta data da un maestro qualificato. Quando andate a scuola dovete
ripetere l'ABC all'insegnante, cosicch possa capire se avete impa
rato l'alfabeto o no. Finch non abbiamo imparato la lezione, ne
cessario che qualcuno ci insegni, ci spieghi. Finch non conoscia
mo l'essenza della mente, abbiamo bisogno di un insegnante.
semplicissimo.
In caso contrario il nostro pensiero gira in tondo come le ruote di
un'automobile. Quando le ruote girano, trascinano l'automobile qua
e l. Come le ruote di un'automobile in corsa, il nostro pensiero non
si mai fermato in tutte le innumerevoli esistenze. Se cerchiamo di
fermarlo peggio. Il pensiero paragonabile all'ombra della nostra
36 Il risveglio
Benedizioni e illuminazione
vuota. I due aspetti hanno un unico sapore, nel senso che sono inse
parabili. La differenza decisiva sta nella presenza o no della consape
volezza che riconosce quell'unico sapore. Anche per un comune es
sere senziente la mente un unico sapore di vuota conoscenza, ma
soffusa di inconsapevolezza. Ci perch la qualit della sveglia pre
senza volta all'esterno e si aggrappa a qualsiasi cosa venga speri
mentata. Allora l'attenzione rimane coinvolta nei tre veleni:
"Quant' bello, mi piace" , oppure: "Quant' brutto, non mi piace" .
I tre veleni (l'avversione, l'attaccamento e la stupidit) diventano una
realt pressoch costante.
La pratica di un vero yogi consiste nel riconoscere lo stato libero
dai tre veleni e rimanervi continuamente allenandosi a non distrarsi.
Prima di tutto, riconoscete; in seguito, allenatevi; alla fine, ottenete la
stabilit. n grado di non distrazione precisamente ci che definisce
gli stadi verso la completa illuminazione. La completa non distrazio
ne paragonabile a un limpido cielo senza nubi, libero da qualsiasi
oscuramento e soffuso di luce solare. L'unica sfera del dharmakaya,
rigpa, completamente priva di distrazione. Per uno yogi, vitale la
differenza che intercorre tra la distrazione e la non distrazione.
In questo momento non mattina o pomeriggio, ma mezzogior
no. A quest'ora non potete separare davvero lo spazio vuoto dalla lu
ce slare, quindi l'indivisibilit dello spazio e della luce diurna una
sinfitudine dell'illuminazione completa. Gli esseri senzienti non so
no pi lontani dai buddha di quanto non lo sia questa zona ombrosa
dall'essere illuminata. solo questione di riconoscere o non ricono
scere.
Ci a cui dovremmo essere introdotti, e che dovremmo riconosce
re, lo stato della non meditazione. Grazie all'allenamento, questa
non meditazione diventa stabile, viene perfezionata. Tale stato
chiamato 'il trono dharmakaya della non meditazione'. Non si conse
gue lo stato della non meditazione meditando. Il seme, la causa pri
ma, non pu essere differente dal risultato. Se piantate un'erba me
dicinale, non diventer un'erba tossica; e se piantate un'erba tossica,
non diventer un'erba medicinale. Ci a cui ci alleniamo sin dall'ini
zio, ci che riconosciamo, dovrebbe essere in essenza uguale alla
completa illuminazione. Non sentirete mai l'espressione 'trono dhar
makaya della meditazione'. sempre il 'trono dharmakaya della non
meditazione'. Ci che dovremmo riconoscere all'inizio, e ci a cui
56 Il risveglio
nel contempo, c' anche un'esperienza del tutto aperta, non impedi
ta. Questa la 'realt' della mente, la vera condizione della mente.
Mancando la conoscenza di tale realt, qualsiasi cosa facciate un
pasticcio. Tutta la realizzazione scaturisce dal riconoscere questa ve
ra condizione, la realt della mente. Senza tale riconoscimento, qual
siasi cosa facciamo un pasticcio.
Rigpa come uno specchio che pu riflettere ogni cosa. Quando
una immagine si riflette in uno specchio, quest'ultimo non insegue
il riflesso; non lo ricerca, n tenta di alterarlo in nessun modo. Noi
esseri umani, invece, seguiamo gli oggetti; ricerchiamo qualsiasi co
sa venga sperimentata. Rigpa come lo specchio; ha la capacit di
riflettere, e qualunque cosa si pu riflettere nello specchio. La no
stra essenza vuota, la nostra natura conoscitiva, e la nostra capa
cit sconfinata. in questa capacit sconfinata che pu sorgere
qualsiasi cosa, come il riflesso in uno specchio. Se non fosse per
questa capacit, saremmo inconsapevoli, insensibili, privi di cono
scenza. Se volete essere inconsapevoli, mettetevi K . o . con la tecni
ca della spranga !
Potete esaminare ogni singola cosa in questo intero mondo, ma
non troverete mai un'istruzione superiore a quella che vi insegna a
riconoscere la natura della mente. Vi sto dicendo com'. il sentiero
percorso da tutti i buddha del passato. Chiunque si risvegli in questo
momento segue questo sentiero; tutti i buddha futuri si risveglieran
no soltanto seguendo questo sentiero. anche chiamato la grande
Madre dharmakiiya, Prajfiaparamita. Non letteralmente una sorta
di vecchia signora. La grande Madre dharmakiiya la vuota cono
scenza sconfinata.
Dovete abituarvi a questo stato tramite l'esercizio, che non consi
ste in un atto intenzionale di meditazione, ma soltanto nel riconosce
re. Nell'istante del riconoscimento c' la visione dello stato.
Nell'istante della visione c' la liberazione. Quella liberazione non
dura necessariamente a lungo. Il fatto che non ci sia nessuna 'cosa'
da vedere viene visto cos com '. Non rimane nascosto; una realt.
Brevi momenti, per ripetuti molte volte. Dovete esercitarvi in quel
modo. E quando siete ben allenati, non avete bisogno di pensarci su
due volte. Per fare qualcosa che sapete a memoria non dovete pen
sarci, vero? Per recitare OM MAN I PA D M E H U M , dovete pensarci?
Ogni volta che dite OM avete bisogno di pensare a ci che segue?
La tecnica della spranga 67
Samath a e vipayana
informazione sulla sua vera indole. E, come sapete, gli esseri umani
hanno personalit differenti. Qualcuno pu essere molto gentile, di
sciplinato, una persona molto buona, e non lo saprete osservandolo
mentre se ne sta seduto. Qualcun altro pu essere molto rozzo, col
lerico e violento, ma anche in questo caso non lo saprete. Tali carat
teristiche si manifestano quando i pensieri riprendono ad agitarsi.
Allora di solito rimaniamo coinvolti nell'illusione. Nel contempo
per la nostra natura sin dal principio libera dall'oscuramento del
le emozioni e dei pensieri. I pensieri e le emozioni sono soltanto
temporanei. La reale 'indole' della mente consiste nella sveglia pre
senza spontanea, lo stato realizzato da tutti i buddha.
Le istruzioni dello Dzogchen, della Mahamudra e della Via di
Mezzo insegnano tutte che qualsiasi pensiero sorga libero da for
ma, suono, sapore, sensazione tattile, e cos via. Tutto il movimento
vuoto, un movimento vuoto. Un'emozione vuota, eppure sembra
manifestarsi. Il movimento del pensiero pu verificarsi perch la no
stra natura vuota conoscenza. Lo stato di un essere senziente con
siste nel lasciarsi trascinare da un pensiero. Anzich !asciarvi trasci
nare, riconoscete che il vostro stato fondamentale l'essenza, la na
tura e la capacit che costituiscono i tre kaya dei buddha. Rimanete
nella naturalezza non alterata per brevi momenti ripetuti molte vol
te. Potete abituarvi a tale naturalezza. I brevi momenti possono dura
re sempre di pi. In un solo istante di naturalezza non alterata ci si
pu purificare dal karma negativo di un kalpa. Un istante di natura
lezza trasforma un kalpa di karma negativo.
Dovete soltanto permettere il momento di naturalezza non altera-
)
'
ta. Anzich meditare sulla naturalezza, vale a dire concentravi su di
essa, semplicemente permettetele di essere naturalmente. Mentre vi
allenate in questo modo, pi una questione di abitudine che di me-
ditazione (per fare un gioco di parole, perch in tibetano le parole
'allenare' e 'meditare' suonano uguali). Pi vi abituate all'essenza
della mente, e meno meditate su di essa in modo deliberato, pi faci
le diventa il riconoscimento, e pi semplice la sua continuazione.
Il fugace riconoscimento dell'essenza della mente, che all'inizio
durava solo pochi secondi, a poco a poco diventa mezzo minuto, poi
un minuto, mezz'ora, ore, finch ininterrotto per tutto il giorno.
Avete bisogno di questo tipo di allenamento. Lo dico perch, se la
meta dell'allenamento principale la costruzione di uno stato in cui
74 Il risveglio
i pensieri sono svaniti, uno stato che sembra molto limpido e quieto,
si tratta ancora di un allenamento dove si mantiene deliberatamente
uno stato particolare. Tale stato il risultato di uno sforzo mentale,
una ricerca. Perci non n lo stato ultimo n l'originario stato na
turale.
La nuda essenza della mente non conosciuta in samatha, rimane
nascosta, perch la mente occupata a dimorare nella quiete. Tutto
ci che si fa in samatha soltanto non seguire il movimento del pen
siero. Ma l'illusione a causa del movimento del pensiero non l'uni
ca illusione: c' anche l'illusione dovuta al dimorare nella quiete. La
preoccupazione di essere calmi blocca il riconoscimento della sveglia
presenza spontanea, e blocca pure la conoscenza dei tre kaya dello
stato risvegliato. Questa calma consiste soltanto nell'assenza del pen
siero, nell'attenzione che dimora in se stessa senza tuttavia conosce
re se stessa.
La radice del samsara il pensiero. Il 'padrone' del samsara il
pensiero. Nondimeno, l'essenza stessa del pensiero il dharmakaya,
vero? Dobbiamo allenarci a riconoscere questa essenza del pensiero:
le 'quattro parti senza le tre'. Tale allenamento non un atto di me
ditazione su qualcosa, ma un 'abituarsi'. Tuttavia, non equivale
neppure a memorizzare, come quando si mandano a memoria dei
vers1.
Meditazione di solito vuol dire fare attenzione. Ma in questo caso
dobbiamo allenarci a essere liberi dall'osservatore e dall'osservato.
In samatha c' un osservatore e un oggetto osservato. Quindi, fran
camente, samatha anche un allenamento a bloccare la vacuit.
Samatha abitua la mente alla quiete e la impegna a essere quieta. C'
sempre qualcosa che viene mantenuto. Questo tipo di stato il pro
dotto di una tecnica. Si fa molto sforzo per creare un certo stato pro
dotto dalla mente. E qualsiasi stato che sia il prodotto di un allena
mento non la liberazione. La sola capacit di rimanere quieti non
fa dissolvere la confusione.
L'oceano pu sembrare totalmente calmo, se riuscite in qualche
modo a far quietare le onde, per nell'acqua ogni genere di sedimen
to continua a fluttuare. Pu essere privo di onde, ma non privo di
detriti. Nel medesimo modo, quando si mantiene uno stato di quie
te, le tendenze abituali agli ottanta stati di pensiero innati, ai cin
quantuno eventi mentali, e a tutte le emozioni virtuose e non virtuo-
Samatha e vipasyanii 75
dei ragazzi volle richiamarlo, ma mio padre disse: "No, !asciatelo sta
re; se fa cadere il bollitore col t un guaio; !asciatelo cos". Rimase
in quella posizione per ore, e quando il sole stava per tramontare,
mio padre gentilmente lo chiam per nome sussurrandogli all'orec
chio. Lui torn lentamente in s. Qualcuno disse: "Cos' successo? " .
L'uomo rispose: "Che significa cos' successo? Sto portando il t" .
Gli dissero: "Quello accadeva stamattina, adesso pomeriggio" . Lui
replic: "No, no, adesso, sono appena entrato col t" . Gli doman
darono di nuovo della sua esperienza, e lui rispose: "Non sperimen
tavo niente; ero totalmente vuoto e non avevo nulla da esprimere o
spiegare, ero solo totalmente tranquillo" . Quando gli dissero che
erano trascorse diverse ore, fu molto sorpreso, perch non aveva
l'impressione che fosse passato del tempo.
Il punto importante in questo contesto : 'non meditate'. Non
vuoi dire che dovreste rammaricarvi per tutti gli anni dedicati a eser
citarvi nella meditazione. Quell'allenamento stato benefico in
quanto avete molti meno pensieri. Tuttavia, non benefico continua
re a ricercare uno speciale stato mentale libero dal pensiero. Piutto
sto, siate semplicemente nello stato naturale libero da ogni contraffa
zione. Questa naturalezza non alterata in se stessa il rimedio ai
pensieri o alle emozioni.
La mente meravigliosa: si afferma che come un tesoro che
esaudisce i desideri, uno scrigno pieno di ogni cosa. Tutto ci a cui
rivolgete la mente, essa lo pu produrre. Il vero modo di trascende
re la quiete questo: ogni qualvolta sperimentate la tranquillit data
dall'assenza di pensieri ed emozioni, riconoscete chi sperimenta, os
sia cos' ci che sente la tranquillit, cos' che dimora tranquillo. In
quel momento diventa trasparente; in altre parole, la fissazione sulla
quiete si disintegra.
Quando 1:q samatha viene distrutto o si disintegra, allora c' la ve
ra vacuit, una vacuit non coltivata, una vacuit naturale. Questa
vacuit primordiale il dharmakaya inseparabile dal sat?Zbhogakaya e
dal nirmaJJakaya. la natura dei tre kaya: un istante di essenza della
mente. Samatha contamina i tre kaya col lavoro. I tre kaya in se stessi
sono totalmente liberi dallo sforzo.
La nostra aspirazione dovrebbe essere questa: "Senza vagare con
fusi nell'esistenza samsarica, n dimorare nella tranquilla pace del
nirvana, si possa liberare tutti gli esseri" . Certo che riconoscendo
80 Il risveglio
Trasformare le emozioni
lo stato illuminato sia una cosa da creare o ottenere, che forse ci vie
ne data da un maestro oppure che produciamo in seguito a molti
anni di pratica. Non cos. Il cuore della questione soltanto uno:
l'essere o non essere distratti dalla consapevolezza della propria sve
glia presenza dell'attimo. Un essere senziente distratto; un buddha
non distratto. Non essere distratti significa riconoscere l'essenza.
Non c' sforzo nel riconoscimento effettivo dell'essenza; privo di
sforzo.
C' un'analogia tra lo spazio soleggiato e il modo d'essere del no
stro stato fondamentale. Lo spazio vuoto, e non creato da nessu
no. Allo stesso tempo, il sole continua a risplendere in cielo. Forse
da dove ci troviamo non riusciamo a vedere il sole, ma anche se ab
biamo l'impressione che se ne sia andato, in realt non ha lasciato lo
spazio. Il sole non va in un luogo privo di spazio; non abbandona
mai il cielo. Il sole e il cielo sono inseparabili. Questa un'ottima
rappresentazione dei tre kaya, la nostra condizione fondamentale. La
qualit vuota dello spazio un esempio del dharmakaya; la luce sola
re il sa111bhogakaya; e l'inseparabilit di questi due il nirma1Jaka
ya. I tre kaya permangono come l'essenza della vostra mente. Sono i
tre kaya da cui non siamo mai separati. Quando riconosciamo l'es
senza della mente cos com ', ecco lo svabhavikakaya, il corpo dell'es
senza. Tale conoscenza la caratteristica distintiva di tutti i buddha
che hanno realizzato i tre kaya. Cos come l'oscurit non pu perma
nere quando c' la luce solare, o un capello non pu permanere nel
fuoco, il karma e le emozioni disturbanti non permangono quando si
riconosce l'essenza della mente. Questi sono esempi di com' il rico
noscimento della sveglia presenza spontanea. Lo stato naturale in
noi; si tratta soltanto di riconoscerlo.
Gli esseri senzienti seguono i pensieri e ricercano oggetti esterni.
La loro mente, ci che percepisce dall'interno, si perde negli oggetti
percepiti all'esterno. Tra il soggetto e l'oggetto ci sono i cinque sensi.
Quando moriamo e abbandoniamo il corpo sperimentiamo il bardo.
A causa del potere delle tendenze abituali dei nostri cinque sensi,
come se avessimo un corpo con cinque sensi. Poi, sospinti dalla for
za di questa mente concettuale, rinasciamo in uno dei sei regni del
samsara.
Creiamo gli stati futuri del samsara ricercando oggetti concreti nei
quattro luoghi di rinascita, laddove la mente che percepisce diventa
La discendenza del Buddha 105
dremo mai l'essenza della mente come se fosse una 'cosa'. Nessuno
pu vedere la propria mente, perch la mente non una cosa da ve
dere, e questa la qualit del dharmakaya. La nostra vuota essenza
non sostanziale anche conoscitiva: la qualit del saf!lbhogakaya. Le
due qualit sono inseparabili, e questo il nirma!Jakaya. Quindi i tre
kaya sono una sola unit. Essi sono completi nella mente degli esseri
senzienti, anche se costoro non lo sanno.
La linea di separazione tra il samsara e il nirvana si trova fonda
mentalmente tra il conoscere e il non conoscere. Quando c' la co
noscenza il nirvana; quando c' la non conoscenza il samsara.
Cos' che deve essere conosciuto? Si tratta di conoscere che la no
stra natura l'unit della vuota conoscenza, che i tre kaya dei bud
dha non sono all'esterno, bens sono completi nell'essenza della
mente, la vostra stessa mente. Riconoscere e sapere questo il nirva
na. Non sapere come si riconosce che i tre kaya della buddhit sono
presenti in se stessi significa non conoscere, ed il samsara.
Per esempio, quando con gli occhi vediamo un bellissimo oggetto,
ci piace, giusto? Se vediamo un brutto oggetto, non vero che non
ci piace? E quando una cosa neutrale, non ce ne curiamo; ci sentia
mo indifferenti. Cos funziona la mente dualistica. In modo simile, se
udiamo un suono gradevole, ci piace. Questo piacere desiderio, at
taccamento. Se il suono stridulo, non ci piace. Questa rabbia, av
versione. Ogni suono intermedio di cui non ci curiamo, fondamen
talmente lo ignoriamo. Questa ottusit. Gli ignoranti esseri sen
zienti sono sempre in preda a questi tre veleni.
Invece di perpetuare i tre veleni, riconoscete la vostra mente. La
conoscenza dell'essenza della mente viene anche chiamata rig;pa.
Proprio ora siamo sulla linea di divisione tra il samsara e il nirvana.
Siamo pronti per conoscere, ed la via dei buddha. Fino a questo
momento, in quanto esseri senzienti, abbiamo ripetuto la non cono
scenza, ossia l'ignoranza. Invece di rimanere nell'ignoranza, dovrem
mo riconoscere lo stato della conoscenza.
Non intendo spiegare nei dettagli i due stati. Ci sono centinaia e
centinaia di volumi che spiegano lo stato impuro del samsara. A par
te questi testi, pensate soltanto a tutti i libri disponibili su argomenti
come la medicina, la scienza, l'architettura, l'ingegneria, le automo
bili, gli aerei, la legge, e cos via. la vecchia storia del samsara.
Quando morite, nessuno di questi libri vi sar di aiuto. Non vi forni-
La discendenza delBuddha 109
oggetto visto e soggetto che vede. Questa unit naturale viene chia
mata non meditazione, perch non creata. Oltre alla non medita
zione dobbiamo allenarci alla non distrazione. In questo modo la
non distrazione diventa sempre pi facile e i momenti di rigpa hanno
una durata sempre maggiore. L'allenamento rimane lo stesso: non
meditazione senza distrazione. Il riconoscimento dell'essenza della
mente ha questo fine, che l'intento dell'istruzione sull'indicazione
diretta.
Ecco alcuni versi di un noto canto chiamato Dorje Changchenma,
una supplica ai grandi saggi del lignaggio Kagyii: 1
Non siamo mai stati separati dalla natura della mente neppure per
un istante, perci essa non qualcosa su cui meditare, bens qualco
sa a cui abituarsi. La distrazione crea una divisione tra questi due
stati, quello meditativo e quello non meditativo. Abbiamo bisogno
della non meditazione senza distrazione. Se recitate una preghiera a
memoria, dovete forse pensarci? una cosa automatica. L'assenza di
distrazione dovrebbe essere automatica, ossia non richiedere nessun
pensiero intenzionale. Non avete bisogno di rallegrarvi ogni volta di
cendo: "Oh, adesso riconosco l'unit della vuota conoscenza. E
adesso la riconosco di nuovo" . Questo un pensiero, non vero? Se
conoscete a memoria la preghiera Dusum Sangye, non appena avete
detto il primo verso, "Dusum sangye guru rinpoche", non dovete
pensare: "Ora, qual il prossimo verso? Ah, cos e cos". Non do
vete affatto pensarci. Quando conoscete una preghiera a memoria,
non vi serve pensare per recitarla. Il rigpa non richiede nessun pen
siero. Una volta che vi siete abituati al rigpa, automatico.
Quando un maestro insegna ai suoi studenti la conoscenza diretta
della natura di buddha, come se introducesse un carnivoro all'odo
re del cervo. Non appena conoscete l'odore lo fiutate, perch l
presente. Avete percepito la fragranza del dharmakaya: non c' nien
te da vedere. E avete percepito il profumo del sa111bhogakaya: anche
se non c' niente da vedere, c' comunque la conoscenza. Infine,
avete percepito il profumo del nirma1Jakaya: i due sono inseparabili.
Semplicemente continuate a fiutare la natura di buddha, come un
animale che segue le tracce della preda in montagna.
meraviglioso, non vero? seguendo questa via che possiamo
conseguire la buddhit. Viene chiamata la via del non fare, riguardo
alla quale si afferma:
glie. Non appena l'albero viene tagliato, anche i rami con le fogli ca
dono nel medesimo istante. Com' possibile? Le 84.000 emozioni di
sturbanti, quali che siano, non sono altro che pensieri. Lo stato fon
damentale della sveglia presenza consapevole libero dai pensieri.
Nell'istante in cui si riconosce lo stato privo di pensieri, ciascuno de
gli 84.000 tipi di pensiero si dissolve nel medesimo momento. Se la
sveglia presenza della conoscenza non duale fosse concettuale, allora
non potrebbe eliminare i pensieri. Non potete abbandonare un pen
siero aggrappandovi a un altro. Nell'istante in cui riconoscete l'au
tentica sveglia presenza priva di pensieri, viene distrutto qualsiasi
movimento del pensiero discorsivo.
In effetti, una volta che avete riconosciuto lo stato genuino della
sveglia presenza, il samsara non pi il consueto problema. Nel co
mune stato mentale sperimentiamo gioia, sofferenza; ci sono tutti
questi pensieri, le preoccupazioni e i progetti. Ma nell'istante in cui si
riconosce la sveglia presenza priva di pensieri, non c' nessun proble
ma. In quel momento il samsara molto piacevole, e c' un senso di
grande uguaglianza, espansiva e molto aperta. Potete sperimentare la
felicit, ma se riconoscete l'essenza della mente, non eccedete e non
ne rimanete coinvolti. Potete sperimentare il dolore, ma se riconosce
te la vostra essenza, non cadete nella depressione, totalmente presi
dalla sofferenza. Ecco perch viene chiamata grande uguaglianza.
Di solito, quando tutto va bene, la gente si esalta a tal punto da
non riuscire a tenere il cappello in testa! Ma se in quel momento ri
conoscete la vostra essenza, che importanza ha la felicit per i feno
meni passeggeri? Ogni cosa viene considerata come uguale. In altri
momenti la gente si abbatte e piange infelice. Ma se riconoscete la
vostra essenza, per cosa mai potete deprimervi? Quindi questo rico
noscimento il vostro migliore amico tanto nella gioia quanto nel
dolore. Se continuate ad allenarvi in questo modo, otterrete ottimi
risultati. Diversamente, be', non c' molto da divertirsi in questo
mondo. Tutto cambia; non possiamo fare affidamento su nulla. Il
samsara ha una natura incostante, e niente eterno. Dobbiamo rico
noscere l'immutabile stato naturale della consapevolezza. La vita
non cos significativa se dovete rimanere una persona totalmente
samsarica. Tutto muta; non c' stabilit da nessuna parte nel mondo,
tra gli esseri senzienti o nelle esperienze. Istante dopo istante, tutto
cambia. In questa essenza, invece, non c' nulla che cambia.
La strada maestra dei vittoriosi 121
irate. Fa parte del Tantra della pura richiesta di perdono. Una traduzione inclusa
nel banchetto rituale del Kunzang Tuktig.
4 n mantra esteso di Vajrasattva. (N.d.T.)
122 Il risveglio
Cos com ' qui significa realmente. 'Realmente' vuoi dire vedere la
condizione effettiva, non un'idea o un concetto. Riconoscendo la na
tura del soggetto che pensa, si comprende che la vacuit e la cono
scenza sono un'unit indivisibile. Il fatto non rimane pi nascosto;
viene sperimentato. Quando si lascia che questa realt sia cos com ',
non modificata in nessun modo. Allora lo stato di un buddha, lo
stato risvegliato, proprio ora spontaneamente perfezionato. Tutti
gli oscuramenti si sono dissolti. Le parole di questi quattro versi di
Padmasambhava stesso sono molto significative. Esse racchiudono il
senso dell'allenamento al modo di vedere, alla meditazione, alla con
dotta e alla realizzazione.
Ripeto che non sufficiente riconoscere la natura della mente co
me vuota e conoscitiva. Dobbiamo allenarci a perfezionare la forza
del riconoscimento. Ho gi spiegato in cosa consiste tale allenamen
to, ossia nel riconoscere pi volte. Quando riconosciamo la vuota
conoscenza indivisa, quello il rigpa. Ma non maturo: non lo sta
to adulto, il rigpa bambino. Il livello di riconoscimento in cui ci
128 Il risveglio
l'acqua che penetra nella terra, bens possa tu essere stabile per na
tura, come il mercurio.
essenziale distinguere tra sem e rigpa. Se rimani intrappolato nel
sem, allora sei un semchen, che significa essere senziente; ma se pa
droneggi il rigpa sei un rigpa dzinpa, che vuoi dire vidyadhara, un de
tentore di conoscenza. Padmasambhava ha conseguito i quattro li
velli di vidyadhara. n primo il cosiddetto livello del vidyadhara del
la completa maturazione. Il secondo il livello del vidyadhara che
padroneggia la vita. Il terzo il vidyadhara della Mahamudra. Il
quarto viene chiamato vidyadhara della perfezione spontanea. in
questo modo che si progredisce lungo la via.
9
Il dubbio
la. La sua continuit alla fine viene meno. In quel momento, dopo la
perdita del rigpa, si ripresenta il pensiero. Tuttavia, se riconosci subi
to il rigpa, quasi simultaneamente al pensiero, c' ci che chiamiamo
il rangshar rangdrOl del pensiero, il quale 'sorge da te e si dissolve in
te'. Questo non accade finch continua il rigpa; impossibile. Prima
di tutto osserva e semplicemente lascia essere. Il riconoscimento
continua per un po', proprio come quando hai suonato la campanel
la. C' una continuit naturale dell'assenza di distrazione, similmen
te al suono che continua da solo. Non hai bisogno di suonare di nuo
vo la campanella affinch il suono continui. Per un principiante que
sta continuit dura un istante, forse tre secondi. In questo periodo
c' una spontanea stabilit innata: non viene mantenuta deliberata
mente. Non che uno pensa: "Adesso devo fare in modo da non di
strarmi". Non necessario. C' un senso naturale di non distrazione.
(Rinpoche esemplifica il riconoscimento e il semplice lasciar essere.)
A un certo punto ti distrai e inizi a pensare. Potrebbe diventare
una serie di pensieri. In quel momento hai la possibilit di ricono
scere di nuovo l'essenza. Se il riconoscimento avviene subito, questo
il rangshar rangdrOl di un pensiero, grazie al quale lo stato del rigpa
sembra quasi continuo. Ma, lo ripeto ancora, nel vero stato del rigpa
non c' nessun namtok.
10
Il cuore dell'allenamento
una realt, una vivida presenza che non deve essere analizzata. In
questa immediatezza il pensiero passato gi svanito e quello futuro
non ancora arrivato. Non far seguire al pensiero presente un nuo
vo pensiero. Questo ci che fanno tutti gli esseri senzienti, aggiun
gere continuamente un nuovo pensiero a quello presente. Se non c'
l'aggiunta di un altro pensiero, il collegamento tra i pensieri si inter
rompe e quell'istante libero dai tre tempi: non c' passato, non c'
futuro, e non c' un seguito del presente. Quando c' libert dai
concetti dei tre tempi, proprio tale stato la pura consapevolezza, la
natura della mente. Questo viene definito 'sigillare naturalmente
l'esperienza durante il giorno'.
In realt si tratta della prima parte di un'istruzione chiamata 'le
quattro sedute che uguagliano la buddhit'. La prima, 'sigillare
l'esperienza durante il giorno', significa che dovresti semplicemente
riconoscere l'essenza della consapevolezza nel corso della giornata.
Quando i movimenti della mente pri;a si dissolvono nella sveglia
presenza originaria, il processo di inspirazione ed espirazione cessa
completamente. Per dare inizio a tale dissoluzione, lascia che l'espi
razione sia leggera. L'immagine quella di un sitar con le corde rot
te. Allora, lascia la mente non coinvolta nei pensieri del passato, del
presente e del futuro, come una ruota idraulica da cui sia stato de
viato il flusso delle acque. Considera qualunque cosa sperimenti,
buona o cattiva, in uno stato libero tanto dalla speranza quanto dal
la paura, similmente a un vecchio che osserva il gioco dei bambini.
Rimani nella consapevolezza stabile.
Accenner brevemente agli altri tre aspetti, poi ne parler in mo
do dettagliato. Le due sedute successive sono quelle che riguardano
la notte: 'all'imbrunire, ritira i sensi spontaneamente' e 'di notte,
trattieni la sveglia presenza nel vaso'. La prima per la sera presto,
l'altra per la notte, quindi imbrunire e notte. 'All'alba ravviva la
consapevolezza naturale', vuol dire spingere in alto la lettera AH
mentre si grida HAH nello spazio celeste; si afferma che questo schia
risce la consapevolezza.
Scendendo nei dettagli, al calare della sera si dovrebbe praticare il
tummo) che si basa sulla sillaba A-HA N G e sulla visualizzazione del
fuocp con il beato calore. L'elemento rosso, che si manifesta sotto
l'ombelico nella forma della A breve, ha la natura del calore ed l'es
senza di Vajravarahi. L'elemento bianco nella forma della sillaba
164 Il risveglio
Per concludere le tre eccellenze, ogni giorno, ogni sera, ogni mat
tina, ricorda sempre di dedicare il risultato, il beneficio della pratica,
e ricorda di fare le invocazioni. Qualunque sia la tua pratica dello yi
dam, ricorda sempre di dedicare i meriti.
S T U D E N T E : La mia sensazione che, se non trascorro del tempo
in ritiro, non sar in grado di conseguire la realizzazione nel Dhar
ma. Ma nella mia situazione non posso rimanere in ritiro ininterrot
tamente. Mi dispiace molto, considerando che ho ricevuto istruzioni
tanto profonde. Cosa dovrei fare?
R I N P O C H E : In effetti una buona cosa sentirsi frustrati. La fase
successiva consiste nell'agire sulla base di quella sensazione. Se non
provi dispiacere o un senso di perdita, non praticherai mai in ritiro.
Sappiamo di come hanno praticato i grandi maestri del passato. A
loro volta hanno consigliato i discepoli di essere come un 'bambino
della montagna' e considerare come compagni i cervi selvatici. Sii
cos, se vuoi seguire il loro esempio.
Tuttavia sembra che non ne siamo realmente capaci. Ci sono pro
blemi e ostacoli a praticare. Perci dovresti cercare di trovare il com
promesso ideale: per esempio, ogni anno potresti rimanere sei mesi
in ritiro, oppure ogni tre mesi potresti fare un ritiro. Pi ti alleni alla
pratica e meno difficile diventa. Potresti anche dedicare due mesi al
la pratica intensiva, uscire dal ritiro per lavorare e guadagnare, quin
di tornare in ritiro. Pu essere pi pratico. difficile abbandonare
ogni cosa per vivere nelle grotte sulle montagne.
In particolare, non cos facile se hai gi una famiglia e persone
che dipendono da te, dal punto di vista finanziario ed emotivo. Se le
abbandoni, sar doloroso per loro. Se la tua situazione, non puoi
!asciarli per sempre. Ma anche in questo caso non impossibile fare
un ritiro. Allora fa due mesi di pratica, come ti ho appena suggerito.
C' una ragione per cui tutti i buddha e i maestri del passato han
no sempre incoraggiato i praticanti a cercare luoghi remoti dove pra
ticare in solitudine. La semplice ragione che in quei luoghi ci sono
meno distrazioni. Nella vita ordinaria ci facciamo prendere facilmen
te da ogni sorta di occupazioni e compiti, che ci consumano al pun
to che non facciamo nessun progresso reale nel samadhi. Rimanendo
in un luogo tranquillo, met delle distrazioni sono gi eliminate.
Questa la ragione per cui tutti i buddha hanno detto: "Rimanete in
solitudine sulla montagna o nella giungla".
Il cuore dell'allenamento 167
duti continuamente dal mattino alla sera, la maggior parte delle per
sone si stancher e abbandoner tale pratica. Non avr un buon esi
to. Il Buddha ha detto che la forma esteriore dell'allenamento do
vrebbe tener conto del tempo e del luogo del paese. In altre parole,
dovrebbe essere adatta alle persone di quell'area.
Anche se un praticante pu desiderare di iniziare un ritiro, non
detto che abbia compreso perfettamente l'essenza della mente e 'ac
certato lo stato naturale'. Se nel luogo del ritiro non c' un maestro
che indichi lo stato naturale, dovreste aver ricevuto l'istruzione in
precedenza; in questo modo, se non c' nessun altro insegnante, po
tete essere il vostro insegnate. Se non c' nessun altro a guidarvi, do
vete ripensare a ci che il guru vi ha insegnato. Inoltre, studiate i ma
nuali di meditazione. Scoprite come gli insegnamenti corrispondono
alla vostra esperienza, finch non comprendete chiaramente il rigpa.
Esaminate la vostra esperienza, finch non scoprite che completa
mente libera da qualsiasi fissazione sul soggetto e sull'oggetto. E cos
che potete essere la vostra guida, interiormente. A un certo punto
dovreste raggiungere la certezza, cosicch, anche se incontraste cen
to pa!Jt:/ita, ed essi vi dicessero che siete nell'errore, non avreste nes
sun dubbio. Nessuno dall'esterno pu darvi quella certezza. Che voi
siate insieme a un insegnante o da soli, l'insegnante reale sempre
voi stessi e la vostra esperienza. In ultima analisi, voi avete la respon
sabilit, prima di tutto, di capire ci che viene spiegato e, in secondo
luogo, di appurare se la vostra esperienza corrisponde o no a ci che
stato spiegato.
Il punto essenziale dell'allenamento del rigpa come segue. Senza
meditare su qualcosa 'laggi', rimanete liberamente. Senza tenervi
stretti a 'qualcosa qui', siate onnipervasivi. Senza dimorare su qual
cosa nel mezzo, rimanete nella totale apertura. Sono questi i tre pun
ti essenziali del rigpa: rimanere liberamente, essere pervasivi, ed esse
re totalmente aperti. Qualsiasi altro allenamento meditativo di solito
si ferma alla considerazione che ci sia un oggetto 'laggi' da tenere a
mente, oppure si limita alla concentrazione su qualcosa interiormen
te. Chi non si concentra su niente dentro o fuori di s, spesso pensa
che ci sia uno stato di mezzo da mantenere. Questa meditazione di-
venta come il samatha convenzionale. - "
Lasciando andare questi tre punti di riferimento, c' una traspa
renza totale, un'apertura completa che costituisce un aspetto essen-
Il cuore dell'allenamento 169
ziale del rigpa. In tibetano si dice zangtal, che vuol dire assenza di
impedimenti. come questa finestra, attraverso la quale potete vede
re senza ostacoli l'intera valle. Un'altra analogia quella del setaccio
che permette all'acqua di passare liberamente, senza essere trattenu
ta in nessun modo. Quando ci si allena al rigpa, si dovrebbe com
prendere che la qualit dell'apertura non ostacolata quella pi im
portante. In altre parole, non fissatevi all'esterno, rimante liberamen
te. Non concentratevi all'interno. Non mantenete un punto di riferi
mento intermedio tra l'esterno e l'interno. Questo zangtal.
Adesso vi racconto un aneddoto su un gomdra nel Tibet orientale.
Una volta la seconda incarnazione di Chokgyur Lingpa fu invitata al
monastero Dzogchen, dove c'era anche un drubdra. Mio padre, Chi
mey Dorje, and insieme al Chokling Tulku di cui faceva l'assistente.
da lui che ho sentito questo racconto. Nel gomdra c'erano circa
sessanta meditanti, e tutti praticavano all'aperto. Si sedevano rag
gruppati in cinque o sei file, con la schiena diritta. Dietro e davanti
le teste, appena sotto il collo, erano stati tesi dei fili sottili. Se i prati
canti si fossero addormentati piegando la testa in avanti o indietro, il
filo si sarebbe rotto. A quel punto il sorvegliante del gomdra avrebbe
detto avvicinandosi: "Ehi, hai rotto il filo ! " .
In quel tipo di pratica, durante il periodo della seduta vera e pro
pria, non ci si deve muovere assolutamente. Durante il rigpa si do
vrebbe lasciar essere completamente. Inoltre si suppone che il prati
cante non muova gli occhi. Per i principianti difficile non battere le
palpebre, ma col tempo si pu rimanere senza muoverle. Per assicu
rarsi che i meditanti mantenessero tale disciplina, il sorvegliante del
gomdra a volte gli metteva un po' di polvere rossa di sindhura sotto
gli occhi. Se avessero battuto le palpebre, la polvere rossa si sarebbe
depositata sulle ciglia, prova evidente del fatto. Comunque, anche l,
al gomdra, i praticanti non sedevano di continuo dal mattino alla se
ra. Pure loro avevano delle sedute. Questo un esempio dell'allena
mento all'abbandono totale delle nove attivit.
11
Non si deve pensare che il rigpa sia irreale, e neppure che sia
un'entit eterna; infatti, che si pensi in un modo o nell'altro, in en
trambi i casi si tratta di concetti. Fino a quando c' qualche nozione
o punto di riferimento, esso ricopre la nudit, il libero stato origina
rio dell'apertura che il rigpa.
Dobbiamo essere liberi dalle idee della permanenza e del nichili
smo. Permanenza vuol dire credere che qualche entit sia eterna,
mentre il nichilismo consiste nel credere che non ci sia nulla. Se si
cade in uno di questi due estremi, c' la fissazione su qualche con
cetto. Ma noi dobbiamo esserne liberi. Ecco perch Ju Jamyang
Drakpa parlava dello stato della mente che non si aggrappa a nulla,
n alla nozione dell'esistenza n a quella dell'inesistenza. Quando
non ci si fissa su nulla, la mente non presa dal pensiero. Tutto l'in
segnamento incluso in queste tre affermazioni:
Terminologia dzogchen
Racconti di realizzazione
chi furono aperti proprio 'Sul prato della baracca. In uno dei sacchi
di riso il re aveva messo una grande ciotola di porcellana. Ma gli in
viati non riuscivano a ritrovare il sacco. Guardarono in un sacco, poi
in un altro. Era nascosta da qualche parte in mezzo al riso, ma nessu
no si ricordava in quale sacco. Sembrava che dovessero aprire tutti i
sacchi per trovare la ciotola. Ma Shakya Shri li interruppe dicendo:
"No, no, l" , e indic un determinato sacco. Lo aprirono e trovaro
no subito la ciotola. La sua chiaroveggenza era limpida. Quando sva
nisce la fissazione, la chiaroveggenza senza impedimenti.
Ecco un racconto che riguarda il precedente Sabchu Tulku, non il
bambino che vive attualmente vicino a Swayambhu, ma una delle
sue vite precedenti. Il primo Sabchu era un discepolo di Situ Pema
Nyinje, Jamgin Kongtriil e Jamyang Khyentse. Prima di morire fu
colpito da un'orribile malattia. Il suo stomaco divenne una grande
piaga aperta. Inizi con una piaga che poi gradualmente divenne
sempre pi grande. Alla fine erano esposti tutti gli intestini. Pus, li
quidi e sangue scorrevano sul pavimento fino alla porta. Senza dub
bio aveva delle sensazioni fisiche. li maestro sentiva continuamente il
bisogno di grattare la ferita, cos chiese che gli venissero legate le
mani. Gli furono legate con una sciarpa bianca, affinch smettesse di
grattare la piaga. I discepoli gli dissero: " O Rinpoche! Deve essere
cos difficile, deve essere davvero doloroso per te" . Lui replic:
"Non sono affatto ammalato, non ho nessun problema". I discepoli
aggiunsero: " terribile, tutto il pus e il sangue che scorre a terra". Il
maestro rispose: "C' un vecchio monaco seduto su questo letto;
sembra muoversi con molto disagio. Vuole grattarsi il ventre; ma per
me non c' nessun problema. Io non sono affatto ammalato. Tutta
via, seduto proprio qui, c' qualcuno che mi assomiglia. Sembra sof
frire parecchio, ma io sto bene" . S e siete stabili nella pratica, cos:
non c' nessuna fissazione.
C' stato un altro lama in Kham, un siddha di nome Tenje, che ha
contratto la stessa malattia con la fuoriuscita degli intestini. La gente
gli chiedeva: " Come ti senti oggi? " . Lui diceva: " Sto bene, non c'
nessun problema". Loro insistevano: "Ma Rinpoche, guarda in bas
so, hai tutte queste ferite aperte" . Il maestro replicava: " S sembra
che l ci sia qualcosa che non va, ma io sto benone. Non sono affatto
ammalato" . Un giorno gli chiesero: "Pensiamo che morirai presto,
vuoi dirci dove rinascerai affinch noi possiamo trovare il tulku? ". Il
Racconti di realizzazione 197
1 Molti racconti di questo genere si trovano nelle memorie di Tulku Urgyen Rin
poche.
Racconti di realizzazione 199
spesso strane cose. Cos mio padre una sera ci and insieme a due
assistenti. Sic:rcome un seguace del Cho non dovrebbe sedere in com
pagnia qual)lio pratica, gli assistenti dovettero fermarsi a una distan
za di almeno ottanta passi. Calata la notte, Chimey Dorje inizi la
pratica. All'improvviso qualcosa cadde dal cielo proprio sotto i suoi
occhi. Guard e vide che era una testa umana, la quale lo osservava
con occhi irati e muovendo la lingua. Ne cadde un'altra, poi un'altra
ancora, producendo un sonoro tonfo al contatto col terreno. Una lo
colp cadendogli proprio sulla testa, e lui avvert un intenso dolore.
In seguito la caduta divenne violenta, come una grandinata di teste
umane. Parevano tutte vive. Alla fine l'intera zona era piena di teste
umane che si lamentavano e facevano chiasso. Tossivano e sputavano
pezzi di sostanze putride. Alcune gemevano: "Sono morto con i pol
moni marci".
Tuttavia Chimey Dorje non si mosse e continu la pratica. La di
mensione delle teste si ridusse e il loro numero diminu, finch svani
rono tutte senza lasciare nessuna traccia. Dopo un po' si alz e and
a vedere cos'era accaduto agli assistenti che erano rimasti distesi du
rante la grandinata di teste umane. Loro non avevano notato nulla;
erano addormentati e stavano bene. Questo un esempio di ci che
chiamiamo 'sfida dovuta alle esibizioni magiche di di e demoni'.
Un altro fatto accadde quando Chimey Dorje stava praticando il
Cho a Drag Yerpa, un famoso eremitaggio di grotte vicino a Lhasa.
Lo attacc un nutrito gruppo di scimmie dalla barba bianca. Mo
strando i denti gli si avvicinarono davanti alla faccia, fino a toccarlo e
morderlo. Quando cercarono di afferrargli le mani, quelle scimmie
parvero solide e reali al tatto. Eppure Chimey Dorje non perse mai la
sicurezza nel fatto che tutto fosse solo un'apparenza, un fenomeno
non reale. Continu a praticare, e lentamente la dimensione delle
scimmie diminu, finch diventarono grandi come topi. Poi svanirono.
Un'altra volta mio padre vide quelli che vengono chiamati demo
ni di ossa, demoni di pelle e demoni di capelli. C' un luogo in Tibet
dove gli scheletri si mettono a danzare. L danzarono insieme, da
vanti e dietro di lui, scheletri maschili e femminili. Fecero elaborate
danze popolari cercando di spaventarlo. In seguito mio padre disse
che non era stato un grosso problema affrontare quella danza: aveva
semplicemente continuato a praticare. Peggiori furono i demoni di
pelle, grandi lenzuoli di pelle umana che si muovevano lentamente
Racconti di realizzazione 207
Stelle diurne
Rinpoche fece questo discorso l'ultimo giorno del suo ultimo inse
gnamento pubblico a Nagi Gompa, il30 ottobre del1995. Mor tre
mesi e mezzo dopo.
Indice
Prefazione pag. 7
Introduzione. 9
l. L'eredit. 27
2. Benedizioni e illuminazione 43
3. La tecnica della spranga . 58
4. Samatha e vipafyanii 71
5. Trasformare le emozioni . 87
6. La discendenza del Buddha 98
7. La strada maestra dei vittoriosi 113
8. Integrare la pratica con la vita quotidiana 130
9. Il dubbio 143
10. Il cuore dell'allenamento. 156
11. Pranzare con Indra . 170
12. Terminologia dzogchen . 185
13. Racconti di realizzazione. 195
14. Nel braccio della morte . 208
15. Stelle diurne 212