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Gaetano Donizetti

LUCIA DI LAMMERMOOR
Dramma tragico in due parti

Libretto di Salvatore Cammarano

Lord Enrico Asthon baritono


Miss Lucia sorella di lui soprano
Sir Edgardo di Ravenswood tenore
Lord Arturo Bucklaw tenore
Raimondo di Bidebent educatore e condente di Lucia basso
Alisa damigella di Lucia mozzosopr
Normanno capo degli Armigeri di Ravenswood tenore

Dame e cavalieri, congiunti di Asthon, abitanti di Lammermoor,


paggi, armigeri, domestici di Asthon

Lavvenimento ha luogoin Iscozia, parte nel castello di


Ravenwood, parte nella rovinata torre di Wolferag

Lepoca rimonta al declinare del secolo XVI

Prima rappresentazione:
Napoli, Teatro San Carlo, 26 settembre 1835
Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte prima (Atto unico)

PARTE PRIMA - La partenza


Atto unico
Giardino nel castello di Ravenswood

[N 1 Preludio e coro dintroduzione] NORMANNO


(con ironia)
Scena I
Schivo damor! Lucia
Normanno e coro di abitanti del castello in arnese Damore avvampa.
da caccia

NORMANNO, CORO ENRICO


Percorrete/Percorriamo le spiagge vicine, Che favelli?
Della torre le vaste rovine:
Cada il velo di s turpe mistero RAIMONDO
Lo domanda lo impone l onor. (Oh detto!)
Splender il terribile vero
Come lampo fra nubi dorror! NORMANNO
Mudite. Ella sen ga col, nel parco
(il Coro parte rapidamente) Nel solingo vial dove la madre
[N 2 Scena e Cavatina] Giace sepolta Impetuoso toro
Ecco su lei savventa
Quando per laria rimbombar si sente
Scena II
Un colpo, e al suol repente
Enrico, Raimondo e detto. Cade la belva.
(Enrico savanza eramente accigliato. Breve
pausa)
ENRICO
E chi vibr quel colpo?
NORMANNO
(accostandosi rispettosamente ad Enrico) NORMANNO
Tal che il suo nome ricopr dun velo.
Tu sei turbato!

ENRICO ENRICO
Lucia forse?
E nho ben donde. Il sai:
De miei destini impallid la stella
Intanto Edgardo quel mortal nemico
NORMANNO
Di mia prosapia, dalle sue rovine Lam.
Erge la fronte baldanzosa e ride!
Sola una mano raffermar mi puote ENRICO
Nel vacillante mio poter Lucia Dunque il rivide?
Osa respinger quella mano! Ah! suora
Non m colei! NORMANNO
Ogni alba
RAIMONDO
(in tuono di chi cerca di calmare laltrui collera) ENRICO
Dolente E dove?
Vergin, che geme sullurna recente
Di cara madre, al talamo potria NORMANNO
Volger lo sguardo? Rispettiamo un core In quel viale.
Che tratto dal duol, schivo damore.
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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte prima (Atto unico)

ENRICO RAIMONDO
Io fremo! (La tua clemenza imploro;
N tu scovristi il seduttor? Tu lo smentisci, o ciel.)

NORMANNO Scena III


Sospetto Coro di cacciatori, e detti.
Io nho soltanto.
CORO
ENRICO (accorrendo a Normanno)
Ah! parla.
Il tuo dubbio ormai certezza.
NORMANNO
NORMANNO
tuo nemico.
(ad Enrico)
RAIMONDO Odi tu?
(Oh ciel!)
ENRICO
NORMANNO Narrate.
Tu lo detesti.
CORO
ENRICO (O giorno!)
Esser potrebbe Edgardo?
Come vinti da stanchezza
RAIMONDO Dopo lungo errar dintorno,
Noi posammo della torre
Ah!
Nel vestibolo cadente:
Ecco tosto lo trascorre
NORMANNO In silenzio un uom pallente.
Lo dicesti. Come appresso ei n venuto
Ravvisiam lo sconosciuto.
ENRICO Ei su rapido destriero
Cruda funesta smania Sinvol dal nostro sguardo
Tu mhai destata in petto! Qual sappella un falconiero.
troppo, troppo orribile Ne apprendeva
Questo fatal sospetto!
Mi fe gelare e fremere! ENRICO
Mi drizza in fronte il crin! E quale?
Colma di tanto obbrobrio
Chi suora mia nascea! CORO
(con terribile impulso di sdegno) Edgardo.

Pria che damor s perdo RAIMONDO


A me svelarti rea, Ah! non credere Deh! sospendi
Se ti colpisse un fulmine, Ella Modi
Fora men rio destin.
ENRICO
NORMANNO Udir non vo.
Pietoso al tuo decoro Egli! Oh rabbia che maccendi,
Io fui con te crudel! Contenerti un cuor non pu!
La pietade in suo favore

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte prima (Atto unico)

Miti sensi invan ti detta Col trasse: linfelice cadde


Se mi parli di vendetta Nellonda, ed ivi rimanea sepolta
Solo intender ti potr. Mapparve lombra sua
Sciagurati! il mio furore
Gi su voi tremendo rugge ALISA
Lempia amma che vi strugge Che dici!
Io col sangue spegner.
LUCIA
CORO
Ascolta
Ti raffrena; al nuovo albore
Ei da te fuggir non pu. Regnava nel silenzio
Alta la notte e bruna
RAIMONDO Colpa la fonte un pallido
(Ahi! qual nube di terrore Raggio di tetra luna
Questa casa circond!) Quando sommesso un gemito
Fra laure udir si fe,
(Enrico parte: tutti lo seguono.) Ed ecco su quel margine
Lombra mostrarsi a me!
Ingresso dun parco. Nel fondo, porta praticabile.
Sul davanti una fontana. (coprendosi il viso con le mani)
[N 3 Scena e Cavatina] Qual di chi parla muoversi
Il labbro suo vedea,
Scena IV E con la mano esanime
Lucia ed Alisa. Chiamarmi a s parea.
Stette un momento immobile
(Lucia viene dal castello, seguita da Alisa: sono Poi rapida sgombr,
entrambe nella massima agitazione. Ella si volge E londa pria s limpida,
dintorno, come in cerca di qualcuno; ma osser- Di sangue rosseggi!
vando la fontana, ritorce altrove lo sguardo.)
ALISA
LUCIA
Chiari, oh ciel! ben chiari e tristi
Ancor non giunse!
Nel tuo dir presagi intendo!
ALISA Ah! Lucia, Lucia desisti
Da un amor cos tremendo.
Incauta! a che mi traggi!
Avventurarti, or che il fratel qui venne,
LUCIA
folle ardir.
Senza Edgardo non potrei
LUCIA Un istante respirar
Egli luce a giorni miei,
Ben parli! Edgardo sappia
E conforto al mio penar
Qual ne minaccia orribile periglio
Quando rapito in estasi
Del pi cocente amore,
ALISA
Col favellar del core
Perch dintorno il ciglio Mi giura eterna fe;
Volgi atterrita? Gli affanni miei dimentico,
Gioia diviene il pianto
LUCIA Parmi che a lui daccanto
Quella fonte mai Si schiuda il ciel per me!
Senza tremar non veggo Ah! tu lo sai.
Un Ravenswood, ardendo ALISA
Di geloso furor, lamata donna Giorni damaro pianto

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte prima (Atto unico)

Si apprestano per te! Il reo persecutore, de mali miei


Ancor pago non ! Mi tolse il padre,
[N 4 Scena e Duetto Finale I] Il mio retaggio avito
Con trame inique musurp N basta?
Scena V Che brama ancor quel cor feroce e rio?
La mia perdita intera, il sangue mio?
Edgardo e dette
Ei modia
ALISA
Egli savanza La vicina soglia
LUCIA
Io cauta veglier. Ah! no

(Rientra nel Castello.) EDGARDO


(con forza)
EDGARDO
(entrando) Mi aborre

Lucia, perdona LUCIA


Se ad ora inusitata
Calma, oh ciel! quellira estrema.
Io vederti chiedea: ragion possente
A ci mi trasse. Pria che in ciel biancheggi
Lalba novella, dalle patrie sponde
EDGARDO
Lungi sar. Fiamma ardente in sen mi scorre!
Modi.
LUCIA
Che dici?!
LUCIA
Edgardo!
EDGARDO
Pe franchi lidi amici
EDGARDO
Sciolgo le vele: ivi trattar m dato Modi, e trema.
Le sorti della Scozia.
Sulla tomba che rinserra
LUCIA Il tradito genitore,
Al tuo sangue eterna guerra
E me nel pianto Io giurai nel mio furore:
Abbandoni cos! Ma ti vidi in cor mi nacque
Altro affetto, e lira tacque
EDGARDO Pur quel voto non infranto
Pria di lasciarti Io potrei compirlo ancor!
Asthon mi vegga io stender placato
A lui la destra, e la tua destra, pegno LUCIA
Fra noi di pace, chieder. Deh! ti placa deh! ti frena
Pu tradirne un solo accento!
LUCIA Non ti basta la mia pena?
(agitata) Vuoi chio mora di spavento?
Ceda, ceda ognaltro affetto;
Che ascolto!
Solo amor tinammi il petto
Ah! no rimanga nel silenzio avvolto
Ah! il pi nobile, il pi santo
Per or larcano affetto
De tuoi voti un puro amor!
EDGARDO
EDGARDO
(ironico)
(con subita risoluzione)
Intendo! Di mia stirpe
Qui, di sposa eterna fede
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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte prima (Atto unico)

Qui mi giura, al cielo innante. EDGARDO


Dio ci ascolta, Dio ci vede Io di te memoria viva
Tempio, ed ara un core amante; Sempre o cara, serber.
(ponendo un anello in dito a Lucia) LUCIA, EDGARDO
Al tuo fato unisco il mio Verranno a te sullaure
Son tuo sposo. I miei sospiri ardenti,
Udrai nel mar che mormora
LUCIA Leco de miei lamenti
(porgendo a sua volta il proprio anello a Edgardo) Pensando chio di gemiti
Mi pasco, e di dolor.
E tua son io.
Spargi una mesta lagrima
A miei voti amore invoco.
Su questo pegno allor.
EDGARDO
LUCIA
A miei voti invoco il ciel.
Il tuo scritto sempre viva
La memoria in me terr
LUCIA, EDGARDO
Porr ne al nostro foco EDGARDO
Sol di morte il freddo gel
Io parto
EDGARDO
LUCIA
Separarci omai conviene.
Addio
LUCIA
EDGARDO
Oh parola a me funesta!
Rammentati!
Il mio cor con te ne viene.
Ne stringe il cielo!
EDGARDO
LUCIA
Il mio cor con te qui resta.
Addio!
LUCIA (Edgardo parte; Lucia si ritira nel castello.)
Ah! talor del tuo pensiero
Venga un foglio messaggero,
E la vita fuggitiva
Di speranza nudrir.

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto primo)

PARTE SECONDA - Il contratto nuziale


Atto primo
Appartamenti di Lord Asthon
[ N 5 Scena] suo volto, il guardo smarrito, e tutto in lei annunzia i
patimenti chella soffre ed i primi sintomi dunalie-
Scena I nazione mentale)
Enrico e Normanno. ENRICO
(Enrico seduto presso un tavolino) Appressati, Lucia.

NORMANNO (Lucia si avanza macchinalmente, e gge lo sguardo


immobile negli occhi di Enrico)
Lucia fra poco a te verr.
Sperai pi lieta in questo d vederti,
ENRICO In questo d, che dimeneo le faci
Tremante Si accendono per te. Mi guardi, e taci!
Laspetto. A festeggiar le nozze illustri
Gi nel castello i nobili parenti LUCIA
Di mia famiglia accolsi; in breve Arturo Il pallor funesto orrendo
Qui volge Che ricopre il volto mio
Ti rimprovera tacendo
(sorgendo agitatissimo) Il mio strazio il mio dolor.
Perdonar ti possa Iddio
E sella pertinace osasse
Linumano tuo rigor.
Dopporsi?

NORMANNO ENRICO
A ragion mi fe spietato
Non temer: la lunga assenza
Quel che tarse indegno affetto
Del tuo nemico, i fogli
Ma si taccia del passato
Da noi rapiti, e la bugiarda nuova
Tuo fratello io sono ancor.
Chegli saccese daltra amma, in core
Spenta lira nel mio petto
Di Lucia spegneranno il cieco amore.
Spegni tu linsano amor.
ENRICO
LUCIA
Ella savanza! Il simulato foglio
La pietade tarda omai!
Porgimi, ed esci sulla via che tragge
Il mio n di gi sappressa.
Alla citt regina

(Normanno gli d un foglio) ENRICO


Viver lieta ancor potrai
Di Scozia; e qui fra plausi, e liete grida
Conduci Arturo.
LUCIA
(Normanno esce.) Lieta! e puoi tu dirlo a me?
[N 6 Duetto] ENRICO
Nobil sposo
Scena II
Lucia ed Enrico LUCIA
(Lucia si arresta presso la soglia: la pallidezza del Cessa ah! cessa.
Ad altruomo giurai la fe.
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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto primo)

ENRICO LUCIA
(iracondo) Ebbene?
Nol potevi
ENRICO
LUCIA Giunge il tuo sposo.
Enrico!
LUCIA
ENRICO Un brivido
Mi corse per le vene!
Or basti.

(porgendole il foglio, chebbe da Normanno) ENRICO


A te sappresta il talamo
Questo foglio appien ti dice,
Qual crudel, qual empio amasti. LUCIA
Leggi
La tomba a me sappresta!
LUCIA
ENRICO
(legge: la sorpresa, ed il pi vivo affanno si dipin-
gono nel suo volto, ed un tremito linveste dal capo Ora fatale questa!
alle piante) Modi.

Ah! Il core mi balz! LUCIA


Ho sugli occhi un vel!
ENRICO
(accorrendo in di lei soccorso.) ENRICO
Tu vacilli! Spento Guglielmo a Scozia
Comander Maria
LUCIA Prostrata nella polvere
La parte chio segua
Me infelice!
Ahi! la folgore piomb!
LUCIA
Soffriva nel pianto langua nel dolore
La speme la vita riposi in un core Tremo!
Listante di morte giunto per me.
Quel core infedele ad altra si di! ENRICO
Dal precipizio
ENRICO Arturo pu sottrarmi,
Un folle ti accese, un perdo amore: Sol egli
Tradisti il tuo sangue per vil seduttore
Ma degna dal cielo ne avesti merc: LUCIA
Quel core infedele ad altra si di! Ed io?

(si ascoltano echeggiare in lontananza festivi suoni, ENRICO


e clamorose grida)
Salvarmi
LUCIA Devi.
Che a!
LUCIA
ENRICO Ma!
Suonar di giubilo
Senti la riva?

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto primo)

ENRICO Da te vergato, per secura mano


(in atto di uscire) recar gli feci invano!
Tace mai sempre Quel silenzio assai
Il devi. Dinfedelt ti parla!

LUCIA LUCIA
Oh ciel!.. E me consigli?

ENRICO RAIMONDO
(ritornando a Lucia, e con accento rapido, ma ener- Di piegarti al destino.
gico)
Se tradirmi tu potrai, LUCIA
La mia sorte gi compita E il giuramento?
Tu minvoli onore, e vita;
Tu la scure appresti a me RAIMONDO
Ne tuoi sogni mi vedrai Tu pur vaneggi! I nuziali voti
Ombra irata e minacciosa! Che il ministro di Dio non benedice
Quella scure sanguinosa N il ciel, n il mondo riconosce.
Star sempre innanzi a te!
LUCIA
LUCIA
Ah! cede
(volgendo al cielo gli occhi gon di lagrime) Persuasa la mente
Tu che vedi il pianto mio Ma sordo alla ragion resiste il core.
Tu che leggi in questo core,
Se respinto il mio dolore RAIMONDO
Come in terra in ciel non . Vincerlo forza.
Tu mi togli, eterno Iddio,
Questa vita disperata LUCIA
Io son tanto sventurata, Oh, sventurato amore!
Che la morte un ben per me!
RAIMONDO
(Enrico parte affrettatamente. Lucia si abbandona
su duna seggiola, ove resta qualche momento in Deh, cedi, o pi sciagure
silenzio) Ti sovrastano infelice
Per le tenere mie cure,
[N 7 Scena ed Aria] Per lestinta genitrice
Il periglio dun fratello
Scena III Ti commova; e cangi il cor
O la madre nellavello
Lucia, vedendo giungere Raimondo, gli sorge
fremer per te dorror.
allincontro ansiosissima.).

LUCIA LUCIA
Ebben? Taci taci: tu vincesti
Non son tanto snaturata.
RAIMONDO
Di tua speranza
RAIMONDO
Lultimo raggio tramont! Credei Oh qual gioia in me tu desti!
Al tuo sospetto, che il fratel chiudesse Oh qual nube hai disgombrata!
Tutte le strade, onde sul Franco suolo, Al ben de tuoi qual vittima
Alluomo che amar giurasti Offri Lucia, te stessa;
Non giungesser tue nuove: io stesso un foglio E tanto sacrizio
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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto primo)

Scritto nel ciel sar. [N 9 Scena e Quartetto nel Finale III]


Se la piet degli uomini
A te non a concessa; ARTURO
V un Dio, v un Dio, che tergere Dov Lucia?
Il pianto tuo sapr.
ENRICO
LUCIA Qui giungere
Guidami tu tu reggimi.. Or la vedrem se in lei
Son fuori di me stessa!..
Lungo crudel supplizio (in disparte ad Arturo)
La vita a me sar!
Soverchia la mestizia,
(Partono.) Maravigliar non dei.
Dal duolo oppressa e vinta
[N 8 Finale II Coro e Cavatina] Piange la madre estinta

Sala, preparata pel ricevimento di Arturo. Nel ARTURO


fondo porta praticabile
M noto. Or solvi un dubbio:
Scena IV Fama suon, chEdgardo
Sovressa temerario
.Enrico, Arturo, Normanno, Cavalieri e Dame, Con- Alzare os lo sguardo
giunti di Asthon, Paggi, Armigeri, abitanti di Lam-
mermoor e Domestici, tutti inoltrandosi nel fondo. ENRICO
CORO ver quel folle ardia
Per te dimmenso giubilo
Tutto savviva intorno CORO
Per te veggiam rinascere Savanza a te Lucia.
Della speranza il giorno
Qui lamist ti guida, Scena V
Qui ti conduce amor,
Lucia, Alisa, Raimondo e detti. Lucia, nel massimo
Qual astro in notte inda
abbattimento sostenuta da Raimondo e Alisa.
Qual riso nel dolor.
ENRICO
ARTURO
(presentando Arturo a Lucia)
Per poco fra le tenebre
Spar la vostra stella; Ecco il tuo sposo
Io la far risorgere
Pi fulgida e pi bella. (Lucia fa un movimento come per retrocedere)
La man mi porgi Enrico Incauta! Perder mi vuoi?
Ti stringi a questo cor.
A te ne vengo amico, (sommessamente a Lucia)
Fratello e difensor.
LUCIA
Coro (Gran Dio).
Ah! Per te dimmenso giubilo ecc. ARTURO
qual astro in notte inda
Ti piaccia i voti accogliere
ARTURO Del tenero amor mio
A te ne vengo amico ecc..

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto primo)

ENRICO Scena VI
(accostandosi ad un tavolino su cui il contratto Edgardo, alcuni servi, e detti.
nuziale, e troncando le parole ad Arturo)
EDGARDO
Omai si compia il rito.
(Con voce e atteggiamento terribili. Egli ravvolto
(ad Arturo) in gran mantello da viaggio, un cappello con lala
tirata gi, rende pi fosche le di lui sembianze
Tappressa. estenuate dal dolore.)

ARTURO Edgardo!
(avvicinandosi ad Enrico che sottoscrive il contratto,
egli vi appone la sua rma. Intanto Raimondo, ed
GLI ALTRI
Alisa conducono la tremebonda Lucia verso il tavo- Edgardo!
lino.)
LUCIA
Oh dolce invito!
Oh fulmine!
LUCIA (cade tramortita)
(Io vado al sacrizio!)
GLI ALTRI
RAIMONDO Oh terror!
(Reggi buon Dio lafitta.)
(Lo scompiglio universale. Alisa solleva Lucia e
ENRICO ladagia su una seggiola.)
(piano a Lucia, e scagliandole furtive, e tremende ENRICO
occhiate) (Chi trattiene il mio furore,
(Non esitar.) E la man che al brando corse?
Della misera in favore
LUCIA Nel mio petto un grido sorse!
il mio sangue! io lho tradita!
(Me misera!)
Ella sta fra morte e vita!
(piena di spavento, e quasi fuor di se medesima, Ah! che spegnere non posso
segna latto) I rimorsi del mio cor!)

(La mia condanna ho scritta!) EDGARDO


(Chi mi frena in tal momento?
ENRICO Chi tronc dellire il corso?
(Respiro!) Il suo duolo, il suo spavento
Son la prova dun rimorso!
LUCIA Ma, qual rosa inaridita,
(Io gelo e ardo Ella sta fra morte e vita!
Io son vinto son commosso
(Si appoggia a Raimondo) Tamo, ingrata, tamo ancor! )
Io manco!)
LUCIA
TUTTI (riavendosi)
Qual fragor! (Io sperai che a me la vita
Tronca avesse il mio spavento
(La porta si spalanca) Ma la morte non maita
Chi giunge? Vivo ancor per mio tormento!

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto primo)

Da miei lumi cadde il velo EDGARDO


Mi trad la terra e il cielo! (altero)
Vorrei pianger, ma non posso
Ah, mi manca il pianto ancor! ) La mia sorte,
Il mio dritto s; Lucia
ARTURO, RAIMONDO, ALISA, NORMANNO, CORO La sua fede a me giur.
(Qual terribile momento!
RAIMONDO
Pi formar non so parole!
Densa nube di spavento Questo amor funesto obblia;
Par che copra i rai del sole! Ella daltri!
Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita! EDGARDO
Chi per lei non commosso Daltri! ah! no.
Ha di tigre in petto il cor.)
RAIMONDO
[N 10 Seguito e stretta del Finale III]
(gli presenta il contratto nuziale)
ENRICO, ARTURO Mira.
Tallontana sciagurato
O il tuo sangue a versato EDGARDO
(dopo averlo rapidamente letto, e ggendo gli occhi
(scagliandosi con le spade contro Edgardo) in Lucia)
CORO Tremi! ti confondi!
Tallontana o sciagurato
Son tue cifre?
EDGARDO (mostrando la di lei rma)
(traendo anchegli la spada)
A me rispondi:
Morir, ma insiem col mio
Altro sangue scorrer. (con pi forza)
Son tue cifre?
RAIMONDO
(mettendosi in mezzo alle parti avversarie ed in tono LUCIA
autorevole.)
(con voce simigliante ad un gemito)
Rispettate in me di Dio
S
la tremenda maest.
In suo nome io vel comando,
Deponete lira e il brando
EDGARDO
Pace pace egli aborrisce (soffocando la sua collera)
Lomicida, e scritto sta: Riprendi
Chi di ferro altrui ferisce, Il tuo pegno, indo cor.
Pur di ferro perir.
(le rende il di lei anello)
(Tutti ripongono le spade. Un momento di silenzio.)
Il mio dammi.
ENRICO
(facendo qualche passo verso Edgardo, e guardan- LUCIA
dolo biecamente) Almen
Sconsigliato in queste porte
Chi ti guida? EDGARDO
Lo rendi.
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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto primo)
(Lo smarrimento di Lucia lascia scorgere che la Del mio sangue bagnata la soglia
mente turbata della infelice intende appena ci che Dolce vista per lempia sar!
fa: quindi si toglie tremando lanello dal dito, di cui Calpestando lesangue mia spoglia
Edgardo simpadronisce sul momento.) Allaltare pi lieta ne andr!
Hai tradito il cielo, e amor!
LUCIA
(sciogliendo il freno del represso sdegno getta (cadendo in ginocchio)
lanello, e lo calpesta)
Dio lo salva in s ero momento
Maledetto sia listante Duna misera ascolta il lamento
Che di te mi rese amante la prece dimmenso dolore
Stirpe iniqua abbominata Che pi in terra speranza non ha
Io dovea da te fuggir! lestrema domanda del core,
Ah! di Dio la mano irata Che sul labbro spirando mi sta!
Ti disperda
RAIMONDO, ALISA
ENRICO, ARTURO, E CAVALIERI (a Edgardo)
Insano ardir!
Esci, fuggi il furor che mi/ne accende Infelice, tinvola taffretta
Solo un punto i suoi colpi sospende I tuoi giorni il tuo stato rispetta.
Ma fra poco pi atroce, pi ero Vivi e forse il tuo duolo a spento:
Sul suo capo aborrito cadr Tutto lieve alleterna piet.
S, la macchia doltraggio s nero Quante volte ad un solo tormento
Col tuo sangue lavata sar. Quante gioie apprestate non ha

(Raimondo sostiene Lucia, in cui lambascia


EDGARDO giunta allestremo: Alisa, e le Dame son loro din-
(gettando la spada, ed offrendo il petto a suoi torno. Gli altri incalzano Edgardo n presso la
nemici) soglia. Intanto si abbassa la tela.)
Trucidatemi, e pronubo al rito
Sia lo scempio dun core tradito

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto secondo)

PARTE SECONDA - Il contratto nuziale


Atto secondo
Salone terreno nella torre di Wolferag, adiacente al vestibolo. Una tavola spoglia di ogni ornamento, e
un vecchio seggiolone ne formano tutto larredamento. In fondo una porta praticabile ed un nestrone
aperto. notte: il luogo viene debolmente illuminato da una smorta lampada. Il cielo orrendamente
nero; lampeggia, tuona, ed i sibili del vento si uniscono agli scrosci della pioggia.
[N 11 Uragano, scena e Duetto] ENRICO
(con gioia feroce)
Scena I
Io vi sto per tua sciagura.
(Edgardo seduto presso la tavola, immerso ne suoi Non venisti nel mio tetto?
malinconici pensieri; dopo qualche istante si scuote,
e guarda attraverso le nestre) EDGARDO
EDGARDO Qui del padre ancor saggira
Lombra inulta e par che frema!
Orrida questa notte Morte ognaura a te qui spira!
Come il destino mio! Il terren per te qui trema!
Nel varcar la soglia orrenda
(scoppia un fulmine) Ben dovresti palpitar.
S, tuona o cielo Come un uom che vivo scenda
Imperversate o turbini sconvolto La sua tomba ad albergar!
Sia lordine delle cose, e pera il mondo
Ma non mi inganno! scalpitar dappresso ENRICO
Odo un destrier! Sarresta! Fu condotta la sacro rito
Chi mai nella tempesta Quindi al talamo Lucia.
Fra le minacce e lire
Chi puote a me venirne? EDGARDO
(Ei pi squarcia il cor ferito!
Scena II Oh tormento! oh gelosia! )
Enrico ed Edgardo.
ENRICO
ENRICO Di letizia il mio soggiorno
(Gettando il mantello, in cui era inviluppato) E di plausi rimbombava;
Ma pi forte al cor dintorno
Io. La vendetta a me parlava!
Qui mi trassi in mezzo ai venti
EDGARDO La sua voce uda tuttor;
Quale ardire! E il furor degli elementi
Asthon! Rispondeva al mio furor!

ENRICO EDGARDO
S. (con altera impazienza)
Da me che brami?
EDGARDO
Fra queste mura ENRICO
Osi offrirti al mio cospetto!
Ascoltami:
Onde punir loffesa,
De miei la spada vindice
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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto secondo)

Pende su te sospesa [N 12 Coro]


Chaltri ti spenga? Ah! mai
Chi dee svenarti il sai! Sala, come nellatto primo

Scena III
EDGARDO
Dalle sale contigue si ascolta la musica di liete
So che al paterno cenere
danze. Il fondo della scena ingombro di paggi ed
Giurai strapparti il core.
abitanti di Lammermoor del castello. Sopraggiun-
gono molti gruppi di Dame e Cavalieri sfavillanti di
ENRICO
gioia, si uniscono in crocchio e cantano il seguente
Tu!
CORO
EDGARDO Dimmenso giubilo
(con nobile disdegno) Sinnalzi un grido:
Corra di Scozia
Quando?
Di lido in lido;
E avverta i perdi
ENRICO Nostri nemici,
Al primo sorgere Che pi terribili,
Del mattutino albore. Che pi felici
Ne rende laura
EDGARDO Dalto favor;
Ove? Che a noi sorridono
Le stelle ancor.
ENRICO
[N 13 Gran scena e Cori]
Fra lurne gelide
Dei Ravenswood.
Scena IV
EDGARDO Raimondo, e detti.
Verr.
RAIMONDO
ENRICO (trafelato, ed avanzandosi a passi vacillanti)
Ivi a restar preparati. Cessi ahi cessi quel contento

EDGARDO CORO
Ivi tuccider. Sei cosparso di pallor!
Ciel! Che rechi?
A2
O sole pi rapido a sorger tappresta RAIMONDO
Ti cinga di sangue ghirlanda funesta Un ero evento!
Cos tu rischiara lorribile gara
Dun odio mortale, dun cieco furor. CORO
Far di nostralme atroce governo Tu ne agghiacci di terror!
Gridando vendetta, lo spirto dAverno

(luragano al colmo)
RAIMONDO
(accenna con mano che tutti lo circondino, e
Del tuono che mugge del nembo che rugge dopo avere alquanto rinfrancato il respiro)
Pi lira tremenda, che marde nel cor. Dalle stanze ove Lucia
Trassi gi col suo consorte,
(Enrico parte: Edgardo si ritira)
Un lamento un grido usca
Come duom vicino a morte!
14
Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto secondo)

Corsi ratto in quelle mura Vacilla il pi! Presso la fonte, meco


Ahi! terribile sciagura! Tassidi alquanto Ahim! Sorge il tremendo
Steso Arturo al suol giaceva Fantasma e ne separa!
Muto freddo insanguinato! Qui ricovriamci, Edgardo, a pi dellara
E Lucia lacciar stringeva, Sparsa di rose! Unarmonia celeste
Che fu gi del trucidato! Di, non ascolti? Ah, linno
Suona di nozze! Il rito
(tutti inorridiscono.) per noi, per noi sappresta! Oh me felice!
Ella in me le luci afsse Oh gioia che si sente, e non si dice!
Il mio sposo ov? mi disse: Ardon glincensi splendono
E nel volto suo pallente Le sacre faci intorno!
Un sorriso balen! Ecco il ministro! Porgimi
Infelice! della mente La destra. Oh lieto giorno!
La virtude a lei manc! Aln son tua, sei mio!
A me ti dona un Dio
TUTTI Ogni piacer pi grato
Mi a con te diviso
Oh! qual funesto avvenimento! Del ciel clemente un riso
Tutti ne ingombra cupo spavento! La vita a noi sar!
Notte, ricopri la ria sventura
Col tenebroso tuo denso vel. RAIMONDO, NORMANNO E CORO
Ah! quella destra di sangue impura
Lira non chiami su noi del ciel. (sporgendo le mani al cielo)
In s tremendo stato,
RAIMONDO Di lei, signor, piet.
Eccola!
RAIMONDO
[N 14 Scena e Aria] Savanza Enrico!

Scena V Scena VI
Lucia, Alisa e detti. Enrico, Normanno e detti.
(Lucia in succinta e bianca veste: ha le chiome
ENRICO
scarmigliate, ed il suo volto, coperto da uno squal-
lore di morte, la rende simile ad uno spettro, anzich (accorrendo)
ad una creatura vivente. Il di lei sguardo impietrito, Ditemi:
i moti convulsi, e no un sorriso malaugurato mani- Vera latroce scena?
festano non solo una spaventevole demenza, ma ben
anco i segni di una vita, che gi volge al suo ter- RAIMONDO
mine.)
Vera, pur troppo!
CORO
(Oh giusto cielo! ENRICO
Par dalla tomba uscita!) Ah! perda!
Ne avrai condegna pena
LUCIA
(scagliandosi contro Lucia)
Il dolce suono
Mi colp di sua voce! Ah! quella voce CORO
M qui nel cor discesa!
Tarresta
Edgardo! Io ti son resa:
Fuggita io son da tuoi nemici Un gelo
RAIMONDO
Mi serpeggia nel sen! trema ogni bra!
Oh ciel! Non vedi
15
Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto secondo)

Lo stato suo? (resta quasi priva di vita, fra le braccia di Alisa)

LUCIA RAIMONDO E CORO


Omai frenare il pianto
(sempre delirando)
Possibile non !
Che chiedi?
ENRICO
ENRICO (Giorni damaro pianto
(ssando Lucia, che nellimpeto di collera non aveva Serba il rimorso a me!)
prima bene osservata)
[Scena]
Oh qual pallor!
Si tragga altrove Alisa,
LUCIA Uom del Signor
Me misera!
(a Raimondo)
RAIMONDO Deh! voi
Ha la ragion smarrita. La misera vegliate Io pi me stesso

ENRICO (Alisa e le Dame conducono altrove Lucia)


Gran Dio! In me non trovo!

RAIMONDO (parte)
Tremare, o barbaro, RAIMONDO
Tu dei per la sua vita.
(a Normanno)
LUCIA Delator! gioisci
Non mi guardar s ero Dellopra tua.
Segnai quel foglio vero
Nellira sua terribile NORMANNO
Calpesta, oh Dio! lanello! Che parli?
Mi maledice! Ah! vittima
Fui dun crudel fratello, RAIMONDO
Ma ognor tamai lo giuro
S, dellincendio che divampa e strugge
Edgardo, e tamo ancor.
Questa casa infelice hai tu destata
Chi mi nomasti? Arturo!
La primiera favilla.
Ah! non fuggir Perdono
NORMANNO
GLI ALTRI
Io non credei
Qual notte di terror!
RAIMONDO
LUCIA
Tu del versato sangue, empio! tu sei
Presso alla tomba io sono
La ria cagion! Quel sangue
Odi una prece ancor.
Al ciel taccusa, e gi la man suprema
Spargi damaro pianto
Segna la tua sentenza Or vanne, e trema.
Il mio terrestre velo,
Mentre lass nel cielo (Egli segue Lucia: Normanno esce per lopposto
Io pregher per te lato.)
Al giunger tuo soltanto
Fia bello il ciel per me!

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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto secondo)
[N 15 Aria Finale] EDGARDO
Parte esterna del castello di Wolferag con porta (esterrefatto)
praticabile. Si scorge un appartamento illuminato. Lucia diceste!
Tombe dei Ravenswood. notte.
CORO
Scena VII S la misera sen muore
Edgardo Fur le nozze a lei funeste
Di ragion la trasse amore
EDGARDO Savvicina allore estreme,
Tombe degli avi miei, lultimo avanzo E te chiede per te geme
Duna stirpe infelice
Deh! raccogliete voi. Cess dellira EDGARDO
Il breve foco sul nemico acciaro Ah! Lucia! Lucia!
Abbandonar mi vo. Per me la vita
orrendo peso! luniverso intero (si ode lo squillo lungo, e monotono della campana
un deserto per me senza Lucia! de moribondi)
Di liete faci tuttavia
Splende il castello! Ah! scarsa CORO
Fu la notte al tripudio! Ingrata donna! Rimbomba
Mentrio mi struggo in disperato pianto, Gi la squilla in suon di morte!
Tu ridi, esulti accanto
Al felice consorte! EDGARDO
Tu delle gioie in seno, io della morte!
Ahi! quel suono al cor mi piomba!
Fra poco a me ricovero
decisa la mia sorte!
dar negletto avello
Rivederla ancor voglio
Una pietosa lagrima
Rivederla e poscia
Non scorrer su quello!
Fin degli estinti, ahi misero! (incamminandosi)
Manca il conforto a me!
Tu pur, tu pur dimentica CORO
Quel marmo dispregiato: (trattenendolo)
Mai non passarvi, o barbara,
Del tuo consorte a lato Oh Dio!
Rispetta almen le ceneri Qual trasporto sconsigliato!
Di chi moria per te. Ah desisti ah! riedi in te

(Edgardo si libera a viva forza, fa alcuni rapidi


Scena VIII passi per entrare nel castello, ed gi sulla soglia
Abitanti di Lammermoor, dal castello, e detto. quando nesce Raimondo)

CORO Scena ultima


Oh meschina! Oh caso orrendo! Raimondo e detti.
Pi sperar non giova omai!
Questo d che sta sorgendo RAIMONDO
Tramontar tu non vedrai! Ove corri sventurato?
Ella in terra pi non .
EDGARDO
Giusto cielo! Ah! rispondete: (Edgardo si caccia disperatamente le mani fra
Di chi mai, di chi piangete? capelli, restando immobile in tale atteggiamento,
colpito da quellimmenso dolore che non ha favella.
CORO Lungo silenzio)
Di Lucia.
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Donizetti: Lucia di Lammermoor - Parte seconda (Atto secondo)

EDGARDO RAIMONDO
(scuotendosi) Forsennato!
Tu che a Dio spiegasti lali,
CORO
O bellalma innamorata,
Ti rivolgi a me placata Che facesti!
Teco ascenda il tuo fedel.
Ah se lira dei mortali RAIMONDO, CORO
Fece a noi s lunga guerra, Quale orror!
Se divisi fummo in terra,
Ne congiunga il Nume in ciel. CORO
Ahi tremendo! ahi crudo fato!
(trae rapidamente un pugnale e se lo immerge nel
cuore)
RAIMONDO
Io ti seguo (Prostrandosi, ed alzando le mani al cielo: tutti lo
imitano: Edgardo spira.)
Dio, perdona un tanto error.

FINE DELLOPERA

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