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GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI

IN AMBITO SPORTIVO
ORIENTARE LA SCELTA

CRISTINA GERMAN
LUCA MELIS
Il presente libro accreditato come Autoapprendimento FAD con riconosci-
mento ECM per: farmacia territoriale, farmacia ospedaliera, medicina dello
sport, scienza dellalimentazione, medicina generale, dietista, biologo solo
attraverso apposita registrazione al sito www.ebookecm.it

COLLANA EBOOKECM
EBOOK PER LEDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA 2017
INDICE

CAPITOLO 1
INTRODUZIONE E METODOLOGIA
1.1 Il percorso formativo partecipato 6
1.2 La formazione inclusiva in ambito medico-scientifico 7
1.3 Il ruolo del Formatore, dei partecipanti e del gruppo 7
1.4 Lapproccio metodologico: il Metaplan 8

CAPITOLO 2
ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE
2.1 Lalimentazione dello sportivo (cenni) 11
2.2 Lintegrazione nutrizionale in ambito sportivo 12
2.3 La normativa 13

CAPITOLO 3
GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE,
EFFICACIA E TOLLERABILIT.
3.1 Integratori salini 16
3.2 Antiossidanti Vitamina C 19
3.3 Prodotti energetici 20
3.4 Concentrati proteico-aminoacidici per il sostegno del fabbisogno
azotato 26

CAPITOLO 4
IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA
4.1 Il ruolo del farmacista nellorientare la scelta: gli integratori alimentari
per sportivi 35
4.2 Il contesto 36
4.3 Gli integratori 37
4.4 Lintegratore ideale 39
4.5 Il cliente e la scelta 40
4.6 La selezione e la vendita 42
4.7 Novit del mercato 45
4.8 Altri impieghi 45
4.9 Il futuro: un mercato in evoluzione 45
CONCLUSIONI 47
BIBLIOGRAFIA 49
INDICE

CAPITOLO 1
INTRODUZIONE E METODOLOGIA

LEducazione Continua in Medicina (ECM) e i relativi percorsi formativi


sono rivolti ai professionisti sanitari e sono caratterizzati dalla trasmissione di
conoscenze e competenze che riguardano laggiornamento e la condivisione
di carattere tecnico-scientifico. Questa modalit formativa si sta dimostrando
migliorabile nellacquisizione di un know how strategico che consenta ai pro-
fessionisti di affrontare i futuri sviluppi del mercato.
Di recente si sta diffondendo un approccio formativo basato sul confronto
tra pari e sullo scambio di best practices, che favorisce lapprendimento di
conoscenze tecnico-scientifiche, competenze trasversali e di modalit di perfor-
mance relazionali e comunicative specifiche.
La formazione esperienziale, con un approccio facilitato e partecipato, inte-
gra la ricchezza espositiva delle diverse esperienze sul campo con la condivisio-
ne dei contenuti e il confronto tra colleghi, rafforzando il ruolo consulenziale
del professionista coinvolto e ampliandone la consapevolezza riguardo alle mo-
dalit comunicative.
Uno dei settori, in cui il ruolo delloperatore sanitario e le sue competenze
consulenziali possono essere rafforzate quello dellintegrazione alimentare,
nello specifico dellintegrazione nutrizionale per sportivi. I professionisti sani-
tari infatti, operano in un contesto complesso e caratterizzato dalla presenza di
nuovi attori ed richiesta loro lacquisizione di una consapevolezza riguardo al
ruolo che ricoprono, per poter intercedere con una maggiore chiarezza rispetto
alle specifiche richieste.
Il progressivo incremento di persone che praticano unattivit fisica, pi o
meno continuativa e diversificata e laumento degli spazi (internet, palestre,

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INTRODUZIONE E METODOLOGIA

centri commerciali e negozi specializzati) nei quali i prodotti possono essere


consigliati e acquistati, rappresentano significative variazioni di scenario.
In questo nuovo contesto, occorre prestare attenzione a quegli elementi che
possano contribuire a caratterizzare il ruolo del professionista rafforzandone le
competenze e i criteri adottati nellorientare la scelta del cliente.

1.1 IL PERCORSO FORMATIVO PARTECIPATO

Questa pubblicazione nasce da un percorso formativo che ha coinvolto cir-


ca 300 farmacisti italiani in un confronto sul ruolo della nutraceutica e degli
integratori alimentari. Nel periodo aprile-giugno 2017, in 14 regioni italiane,
sono stati realizzati 20 workshop partecipativi con lintento di trasferire agli
operatori di settore un know how condiviso sulle modalit di diffusione degli
integratori alimentari e sulla relazione col cliente.
In particolare la figura del farmacista ricopre il ruolo di consulente, che
non limita la propria attivit alla esclusiva prescrizione del prodotto, ma la am-
plia assistendo il cliente nella scelta delle formulazioni pi adatte, dispensan-
do informazioni, consigli e suggerimenti attraverso un insieme di competenze
che maturano anche attraverso la conoscenza diretta della persona e delle sue
esigenze.
La farmacia e il farmacista si trovano nella condizione di gestire nei propri
punti vendita un numero sempre maggiore di prodotti per lintegrazione, ca-
ratterizzati da formulazioni pi specifiche e differenziati per target, modalit
di assunzione e prezzo. Si trovano quindi a confrontarsi con diverse tipologie
di cliente: dallesperto che dimostra unelevata conoscenza dei prodotti e delle
formulazioni utilizzate fino al neofita che necessit di un insieme di informa-
zioni pi approfondite e complesse.
Il percorso si caratterizzato per lutilizzo di metodologie formative inclusi-
ve. Tale scelta nasce dalla consapevolezza che, per garantire la reale partecipa-
zione di tutti gli attori coinvolti in un processo e fare in modo che si raggiun-
gano gli obiettivi prefissati, sia necessario che tutti dispongano di informazioni
adeguate, siano in grado di ascoltarsi e capirsi e siano messi in condizione di
arrivare, quando possibile, a soluzioni condivise o comunque affrontare aper-
tamente i conflitti.

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INTRODUZIONE E METODOLOGIA

Il percorso descritto un esempio di accostamento tra indicazioni scientifi-


che e testimonianze empiriche di apprendimento tra pari.
Nella prima sezione della pubblicazione descritta la metodologia che ha
accompagnato la formazione con un approccio partecipato. Nella seconda par-
te sono riportati i contenuti scientifici relativi agli argomenti affrontati dai
principali legami tra alimentazione e integrazione e gli aspetti nutrizionali in
ambito sportivo, alle caratteristiche degli integratori, dalle tipologie di attivit
in cui utilizzarli, ai meccanismi di azione, efficacia e tollerabilit.
Nella terza sezione sono riportati i contenuti emersi durante i 20 workshop
partecipativi, dallanalisi delle componenti tecnico-scientifica e consulenziale-
relazionale del lavoro del farmacista, dagli aspetti legati allanalisi degli inte-
gratori nutrizionali in ambito sportivo fino allutilizzo che ne viene fatto nei
diversi ambiti, dalle differenti tipologie di cliente e le competenze comunicati-
ve da adottare fino agli aspetti legati alla presentazione del prodotto e allalle-
stimento degli spazi.

1.2 LA FORMAZIONE INCLUSIVA IN AMBITO MEDICO-SCIENTIFICO

Negli ultimi anni si assistito ad una proliferazione delle metodologie che


accompagnano la formazione con un approccio partecipato che valorizza la
ricchezza del contributo dei partecipanti e permette attraverso la visualizza-
zione di facilitare la discussione e il confronto per il raggiungimento di una
conoscenza condivisa e diffusa.
In questo modo il focus dellapprendimento viene spostato dalle modalit
di formazione, ritenute classiche, che prevedono il passaggio dellinformazione
dal docente alla classe ad una nuova modalit, in cui assume un ruolo impor-
tante il coinvolgimento diretto dei partecipanti nella costruzione e creazione
del contenuto.
Il setting formativo si sposta, in questo modo, su modalit di apprendimen-
to tra pari, in cui i partecipanti assumono il ruolo di recettori e generatori.

1.3 IL RUOLO DEL FORMATORE, DEI PARTECIPANTI E DEL GRUPPO

Nellapproccio adottato per partecipazione si intende lattivazione di un


processo strutturato, non estemporaneo, in cui siano definiti lobiettivo e i

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INTRODUZIONE E METODOLOGIA

risultati attesi, cos come le fasi di lavoro, i tempi e le modalit con cui avviene
linterazione, e che permetta ai partecipanti di portare un contributo attivo
rispetto allobiettivo da raggiungere, nel nostro caso la condivisione di nuove
strategie di comunicazione del prodotto.
Le modalit formative partecipate modificano concetto e ruolo di formato-
re, partecipante e gruppo di lavoro:
Il formatore assume il ruolo di facilitatore accompagnando il gruppo
nella discussione, dettando i tempi di discussione e il percorso logico
da seguire anche sulla base degli input e delle riflessioni che proven-
gono dalla discussione del gruppo, supporta lespressione dei parteci-
panti e accompagna il gruppo verso il raggiungimento degli obiettivi.
Il partecipante ha un ruolo attivo e generativo, le capacit e
le competenze vengono confrontate con gli altri, facilitando
una maggiore acquisizione di contenuti trasmessi e veicolati.
La possibilit di avere uno spazio di confronto condiviso rende attivo
il ruolo del partecipante che pu costantemente visualizzare il flusso
della discussione e intervenire ogni qualvolta lo ritenga opportuno.
Il gruppo di lavoro e i differenti gruppi che si formano durante le at-
tivit, incrementano e facilitano la possibilit di individuare soluzioni
concrete e condivise rispetto agli obiettivi in esame, innescando pro-
cessi di cambiamento e promuovendo un nuovo approccio rivolto alla
risoluzione dei problemi.

1.4 LAPPROCCIO METODOLOGICO: IL METAPLAN

Il Metaplan una metodologia di facilitazione che viene utilizzata per la


gestione dei processi di comunicazione nei gruppi di lavoro che si basa sullal-
ternanza di momenti strutturati di lavoro individuale, di gruppo e in plenaria.
Consente di gestire una discussione, raccogliendo, selezionando e omogeneiz-
zando i contenuti espressi dai partecipanti, utilizzando come supporto le tec-
niche di visualizzazione.
Lobiettivo della metodologia evidenziare i punti di vista di un gruppo di
individui su un determinato tema, per arrivare ad unanalisi che consideri le
affermazioni di tutti e mantenga la ricchezza delle proposte individuali, por-
tando il gruppo verso un risultato operativo. Il metodo fornisce una visione

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INTRODUZIONE E METODOLOGIA

sinergica e collettiva determinata dal processo di gruppo. La gestione dei wor-


kshop con questa metodologia permette di predisporre il report dei lavori, che
tiene traccia delle diverse fasi, restituisce la ricchezza delle discussioni realizzate
durante gli incontri. Con il Metaplan possibile facilitare qualsiasi tipo di
processo, basato su pochi semplici concetti:
Pianificare il contenuto delle discussioni, per concentrare lo sforzo su
obiettivi ben configurati e noti in anticipo;
Visualizzare lo svolgimento delle discussioni, per far s che ci che via
via viene acquisito sia fissato, e il discorso possa procedere verso gli
altri punti in esame;
Sviluppare il report durante la discussione, ed in modo aperto e col-
laborativo, in modo che ciascuno dei partecipanti allincontro abbia
piena comprensione e condivisione su quanto discusso, e possa quindi
essere responsabile dellattuazione delle decisioni prese.

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SECONDA SEZIONE
INDICE

CAPITOLO 2
ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

2.1 LALIMENTAZIONE DELLO SPORTIVO (CENNI)

Unalimentazione bilanciata fondamentale ed normalmente adatta a


soddisfare le normali esigenze nutrizionali dellindividuo.
Per ottenere unalimentazione bilanciata necessario il giusto apporto di
tutti gli alimenti e conseguentemente di macronutrienti: carboidrati, proteine
e grassi; nonch un adeguato apporto di liquidi. LIstituto Superiore di Sanit
definisce alimento qualsiasi sostanza che il soggetto introduce e utilizza per
consentire e regolare le normali attivit fisiologiche, per riparare e ricostituire
le perdite di materia che si verificano durante lattivit motoria e per accrescere
se necessario la sua massa muscolare.
Gli alimenti possono essere distinti in 5 gruppi: cereali e tuberi; carni, pe-
sci, uova e legumi secchi; latte e derivati; frutta e verdure fresche; grassi di con-
dimento. La quantit di alimenti dei singoli gruppi, necessaria per apportare
la giusta percentuale di macronutrienti, prettamente soggettiva e legata alle
caratteristiche del singolo soggetto in quanto le esigenze variano in base allet,
al sesso, al peso corporeo, allo stile di vita e perfino alle condizioni ambientali.
Per questo non possibile una generalizzazione o una schematizzazione. Lo
schema molto noto della piramide alimentare appunto un tentativo di sin-
tetizzare la frequenza con la quale i diversi alimenti dovrebbero essere assunti
con la dieta.
Lalimentazione di chi svolge attivit sportiva, sia in ambito agonistico che
amatoriale, non si discosta nelle sue linee essenziali dalla dieta ottimale del sog-
getto sedentario ma si differenzia soprattutto dal punto di vista quantitativo. Il

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GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI IN AMBITO SPORTIVO. ORIENTARE LA SCELTA


ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

maggiore fabbisogno calorico di uno sportivo dipende da diversi fattori tra cui
il sesso, let e lintensit e durata dello sforzo sostenuto.Alcuni adattamenti
anche dal punto di vista qualitativo possono essere richiesti da esigenze colle-
gate al tipo di attivit fisica praticata, al dispendio energetico e alle necessit
in fase di recupero. Ad esempio, alcune attivit sportive necessiteranno di un
maggiore apporto di carboidrati, per altre sar importante un adeguato appor-
to proteico che favorisca lo sviluppo della massa muscolare. Oltre al corretto
apporto di macronutrienti, necessario provvedere a unadeguata idratazione
e a un sufficiente apporto di vitamine e sali minerali. Per questo, in alcuni casi
possono esserci necessit specifiche che richiedono lutilizzo di prodotti diete-
tici specifici aggiuntivi: gli integratori. (Libretto Ministero)

2.2 LINTEGRAZIONE NUTRIZIONALE IN AMBITO SPORTIVO

Gli integratori alimentari sono quei prodotti, assunti nella regolare ali-
mentazione, volti a favorire lassunzione di determinati principi nutritivi. In
generale, gli integratori vengono consigliati nei casi in cui lorganismo abbia
uneffettiva carenza di determinati elementi o sostanze, servono dunque a in-
tegrare una normale dieta, completandola nei casi di aumentato fabbisogno, e
in nessun caso sono sostitutivi di una dieta alimentare variata.
Il legame tra sport, alimentazione e integrazione alimentare da sempre
molto forte e lo diventato sempre pi con la diffusione della pratica sportiva
anche a livello amatoriale. Il ricorso agli integratori nutrizionali oggi molto
diffuso tra gli sportivi a tutti i livelli. (Libretto Ministero)
Ogni disciplina sportiva necessita di caratteristiche e performance fisiche
peculiari per le quali molto comune il ricorso allintegrazione nutrizionale.
Lintegrazione pu essere finalizzata, ad esempio, al raggiungimento del giusto
livello di massa muscolare, al mantenimento del livello glicemico ottimale, ad
unadeguata idratazione nel corso di tutta la durata dello sforzo e al ripristino
delle energie nelle fasi di recupero. (Mujika 2010)
I prodotti formulati per far fronte alle esigenze nutrizionali particolari degli
sportivi vengono cos suddivisi:
a) prodotti energetici;
b) concentrati proteico-aminoacidici per il sostegno del fabbisogno azotato;

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ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

c) prodotti destinati a reintegrare le perdite idrosaline dovute a profusa


sudorazione;
d) altri prodotti specificamente adattati. (Circolare 0112009)
Le caratteristiche delle singole categorie di integratori saranno descritte in
dettaglio in seguito; in generale comunque le evidenze circa leffettiva effica-
cia degli integratori nel migliorare le prestazioni non sono sempre univoche.
Per questo, lIstituto Superiore di Sanit, che dedica un documento specifico
al tema alimentazione nello sportivo, afferma che lassunzione di singoli
nutrienti sotto forma di integratori, soprattutto se ad alto dosaggio e per pe-
riodi prolungati, necessita di un attento controllo per i potenziali rischi legati
allutilizzo, in particolar modo quando associata a comportamenti dietetici
squilibrati. Unulteriore criticit in tema di integrazione sta nel loro uso er-
rato e nellabuso. Non sempre infatti gli integratori sono sottoposti a rigidi
controlli e a volte possono celare sostanze dopanti. (Mazzeo, 2016). Per questo,
e dunque per tutelare il consumatore finale, lutilizzo di integratori alimentari
regolamentato da una specifica legislazione.

2.3 LA NORMATIVA

In Europa, la normativa di riferimento in tema di integratori alimentari


la Direttiva 2002/46/CE (modificata dal Regolamento (CE) 1170/2009),
ed stata redatta al fine di uniformare disposizioni nazionali eterogenee che
possono ostarne la libera circolazione ed instaurare condizioni di concorrenza
ineguali.
La direttiva 2002/46/CE definisce gli integratori alimentari come: pro-
dotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una
fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre
sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via
esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale,
sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate.
Gli integratori, secondo la direttiva, possono essere commercializzati sotto
forma di capsule, compresse, pillole e simili, polveri in bustina, liquidi conte-
nuti in fiale flaconi, contagocce e altre forme simili, liquidi e polveri destinati
ad essere assunti in piccoli quantitativi unitari.

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ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

In Italia tale direttiva viene attuata con il decreto legislativo 21 maggio


2004, n. 169 (integrato dal DM 9 luglio 2012 sulla Disciplina dellimpiego
negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali). Invece, le disposi-
zioni applicabili agli integratori alimentari per aspetti non armonizzati a livello
europeo sono discusse nelle linee guida ministeriali. Queste linee guida, tra le
altre cose, definiscono gli apporti massimi di nutrienti (es. vitamine, minerali,
aminoacidi, acidi grassi ecc.) che un integratore pu contenere; stabiliscono
cosa letichetta debba obbligatoriamente riportare: il nome delle varie sostan-
ze contenute nellintegratore, la dose giornaliera raccomandata, le avvertenze
riguardanti un uso non eccessivo e gli effetti fisiologici e nutritivi attribuiti
allintegratore.
Oltre alla direttiva che disciplina il settore integratori, il regolamento
CE 1925/2006 disciplina lambito degli alimenti addizionati di vitamine e
minerali. La normativa espone le condizioni nelle quali consentito lutiliz-
zo di vitamine e minerali allinterno di integratori alimentari. Le condizioni
di utilizzo sono due: la sostanza in questione sia gi stata impiegata in inte-
gratori alimentari presenti sul mercato nazionale prima del 31 luglio 2003 e
lAutorit europea per la sicurezza alimentare non esprima parere negativo
per quanto riguarda luso di tale sostanza o il suo uso in quella forma. In
Italia il Ministero della Salute a dover stabilire i livelli ammessi di vitamine e
minerali contenuti in un integratore. Per quanto riguarda la dose giornaliera
raccomandata, il fabbricante a poterla determinare sulla base dei livelli tolle-
rabili di vitamine e minerali risultanti da evidenze scientifiche e dellapporto
da altre fonti alimentari.
Visto lampio utilizzo di integratori nella popolazione, il Ministero della
Salute ha redatto un Decalogo per un uso corretto degli integratori alimen-
tari al fine di educare il cittadino e proteggerlo da prodotti potenzialmente
nocivi. Il Ministero consiglia tra laltro di:
non usare lintegratore come sostituto di una dieta equilibrata ma
come complemento utile a specifiche esigenze;
chiedere consiglio al medico se si in trattamento con farmaci, o in
caso di assunzione di pi integratori, per evitare il rischio di interazio-
ni;
in caso di effetti indesiderati o inattesi sospendere lassunzione dellin-
tegratore;

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ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

limpiego dintegratori alimentarideve tener conto del tipo di attivit


svolta;
lassunzione di integratori a dosi superiori a quelle consigliate non ra-
zionale e potrebbe essere pericoloso e deleterio per la condizione fisica;
diffidare dintegratori commercializzati su canali commerciali scono-
sciuti, ma consultare il Registro nazionale degli integratori alimentari
e verificare quali sono i prodotti regolarmente notificati per limmissio-
ne sul mercato italiano.

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CAPITOLO 3
GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO
DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT.

3.1 INTEGRATORI SALINI

In ogni attivit sportiva il bilancio idrico-salino ha una rilevanza parago-


nabile a quella del bilancio energetico. La quantit di fluidi e di sali minerali
persi attraverso il meccanismo della sudorazione varia in base al tipo di sport,
allorganismo dellatleta e in funzione di molti altri fattori, quali le condizioni
climatiche (temperatura e umidit), il sesso, la necessit di tute protettive o
imbragature (ad esempio football americano, automobilismo, motociclismo,
etc.), lintensit e la durata dellesercizio. La perdita di fluidi con la sudorazio-
ne comporta una riduzione importante dellefficienza dei processi energetici
dellorganismo, cui consegue una riduzione della performance sportiva. Oltre a
ci, la profonda disidratazione pu causare la comparsa di astenia, di crampi
muscolari e di ipertermia.
Tra i sali minerali, il principale elemento perso durante lesercizio fisico in-
tenso il sodio. Gli altri minerali, presenti nel sudore in concentrazioni note-
volmente inferiori, sono il potassio, il magnesio, lo zinco, il cromo etc. Questi
elementi esercitano ruoli rilevanti nella regolazione dei processi metabolici, e
soprattutto di quelli relativi alla produzione di energia. Ad esempio, il magne-
sio ha un ruolo fondamentale in molte reazioni cellulari, come la glicogenolisi,
lossidazione dei lipidi e la sintesi delle proteine e dellATP, e agisce come
cofattore enzimatico in pi di 300 reazioni nelle quali i nutrienti vengono
catabolizzati per scopi energetici (Lukaski, 2000). Anche lo zinco coinvolto
in pi di 200 reazioni cellulari, comprese il metabolismo dei macronutrienti

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GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT

e la replicazione cellulare. Infine, il cromo coinvolto nel metabolismo del


glucosio e facilita lazione dellinsulina (Lukaski, 2000). Tutti questi oligoele-
menti sono normalmente presenti nelle diete abituali delle nostre popolazioni,
anche se stato dimostrato che per alcuni di essi, quali il magnesio, lapporto
dietetico giornaliero raccomandato appare pi povero di quanto effettivamen-
te richiesto (European Food Safety Authority). Lapporto di tali elementi tramite
la supplementazione appare dunque consigliabile in caso di diete ipocaloriche
e in alcuni tipi di diete particolari.
MAGNESIO

Studi condotti su atleti hanno dimostrato come la supplementazione di


magnesio possa contribuire a migliorare il metabolismo energetico in diverse
attivit sportive, migliorando lefficienza energetica e le concentrazioni di lat-
tato ematico durante esercizi di carico sotto-massimale (Lukaski, 2000). Analo-
gamente, anche la funzionalit muscolare risultata influenzata dalla supple-
mentazione di magnesio, come dimostrato in uno studio in cui gli atleti che
hanno ricevuto lintegrazione mostravano picchi massimali di forza prodotta
dallestensione del muscolo quadricipite femorale maggiori rispetto ai soggetti
trattati con placebo (Lukaski 2000). Altri studi hanno riportato tuttavia risul-
tati contrastanti, soprattutto sulleffetto del magnesio sulla capacit aerobica
(Lukaski, 2000). In un lavoro di Finstad (Finstad et al., 2001) la supplemen-
tazione in doppio cieco di pi di 100 atleti con 212 mg di magnesio al giorno
per 4 settimane ha aumentato la concentrazione plasmatica di magnesio, ma
non ha esercitato alcun apparente effetto n sulla performance degli atleti n sul
recupero post-sforzo. In una metanalisi di 12 studi eseguita dagli stessi autori
non poi stato evidenziato alcun effetto favorente della supplementazione con
magnesio n sulla capacit aerobica n su quella anaerobica (Finstad et al.,
2001).
Lassunzione di magnesio generalmente ben tollerata, ma un eccessivo
consumo (>500 mg/die) stato correlato con disordini gastrointestinali come
diarrea e simili, e potrebbe indurre una perdita netta di fosfati dallorganismo
(Lukaski, 2000).

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GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT

ZINCO

Gli effetti della carenza di zinco sulla performance muscolare sono noti. Di-
versi studi hanno indicato come nelle normali diete lapporto di zinco superi
anche del 70% la dose giornaliera raccomandata di 15 e 12 mg, rispettivamen-
te, in maschi e femmine (Lukaski, 2000). Tuttavia, in alcuni sport di lunga
durata o di particolare impegno cardiovascolare stato dimostrato che molti
praticanti avrebbero un apporto giornaliero inferiore a 10 mg di zinco/die.
Inoltre, gli atleti praticanti sport di endurance come le discipline di fondo sono
spesso caratterizzati da una concentrazione ematica di zinco inferiore rispetto
a quella di soggetti sedentari, molto verosimilmente a causa di un incremento
delle perdite di tale elemento con la sudorazione profusa e prolungata nel
tempo. Anche la perdita urinaria di zinco risultata aumentata fino al 50-60%
durante un giorno di intenso allenamento, rispetto ai giorni nei quali non
stata eseguita alcuna attivit fisica (Lukaski, 2000).
Gli effetti della supplementazione di zinco sulla funzionalit muscolare
sono stati esaminati in diversi studi. In uno trial randomizzato controllato
sono state valutate la forza e lendurance muscolare in un gruppo di atleti sup-
plementati con 135 mg di zinco al giorno per 14 giorni. Rispetto ai soggetti
trattati con placebo, quelli che hanno ricevuto lintegrazione con zinco han-
no migliorato sia lespressione della forza esplosiva che lendurance muscolare,
suggerendo un ruolo dello zinco nel miglioramento della funzione delle fibre
rapide del muscolo scheletrico.
Anche lo zinco risulta generalmente ben tollerato alle dosi raccomandate,
ma un eccesso di supplementazione (>50 mg/die) si dimostrato in grado di
indurre deficit del metabolismo del rame e riduzioni della concentrazione di
colesterolo-HDL (Lukaski, 2000).
CROMO

Al contrario di quella del magnesio e dello zinco, la funzione metabolica del


cromo non ancora completamente chiarita, anche se stato dimostrato un
ruolo nel metabolismo dei carboidrati e dei lipidi, nonch nelle vie di segnale
intracellulare dellinsulina (Lukaski, 2000) e nella facilitazione del trasporto
degli aminoacidi ramificati allinterno del muscolo (Williams, 2005). Inoltre,
non esiste a tuttoggi una dose giornaliera raccomandata per il cromo, e i livelli
di assunzione abituale di tale minerale nelle diete degli individui fisicamente

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GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI IN AMBITO SPORTIVO. ORIENTARE LA SCELTA


GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT

attivi non sono noti. Alcune osservazioni sperimentali sembrano tuttavia sug-
gerire un aumentato fabbisogno di cromo nellesercizio di endurance; dopo un
esercizio di corsa prolungato ad intensit elevata si verifica un aumento delle
concentrazioni sieriche di cromo che perdura per parecchie ore accompagnata
anche da un aumento dellescrezione urinaria di cromo. (Lukaski, 2000).
stato suggerito che la supplementazione con cromo possa migliorare la
crescita muscolare e la perdita di grasso, ma gli studi riportano ancora risultati
contrastanti. Un esperimento condotto su giovani atleti supplementati con
200 mg/die di cromo ha dimostrato un aumento della massa magra rispetto ai
controlli non trattati. Tuttavia, studi pi recenti non hanno evidenziato alcun
effetto della supplementazione di cromo sulla composizione corporea rilevata
con metodiche densitometriche (Lukaski, 2000).
Infine, un consumo eccessivo di cromo potrebbe condurre a problematiche
nel metabolismo del ferro, dal momento che cromo e ferro competono per il
legame con la transferrina. stata infatti dimostrata una riduzione del 28%
della percentuale di saturazione della transferrina in giovani adulti trattati per
8 giorni con 180 mg/die di cromo (Lukaski et al., 1996).

3.2 ANTIOSSIDANTI VITAMINA C

Lagente antiossidante vitamina C (acido ascorbico) coinvolto nella pro-


tezione cellulare contro il danno ossidativo. Poich lesercizio fisico pu au-
mentare la produzione di radicali liberi dellossigeno (ROS), forme molecolari
particolarmente reattive in grado di provocare danni tessutali alterando i lipidi
di membrana, le proteine e il materiale genetico (Nikolaidis, 2012), stato
suggerito un possibile ruolo protettivo degli antiossidanti nei soggetti dediti
ad attivit fisica abituale. La somministrazione orale di antiossidanti potrebbe
quindi essere in grado di ridurre il danno muscolare ossidativo e di migliorare
la performance sportiva.
I risultati di molti studi condotti sullutilizzo della vitamina C in soggetti
dediti ad attivit fisica e sportiva sono ad oggi molto contrastanti.
Uno studio ha valutato come la supplementazione di vitamina C prima
e dopo un esercizio con carico muscolare eccentrico possa ridurre il dolore
muscolare e lo stress ossidativo e migliorare la funzione muscolare (Bryer et
al., 2006). La vitamina C si dimostrata inoltre in grado di ridurre laumento

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INDICE

GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI IN AMBITO SPORTIVO. ORIENTARE LA SCELTA


GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT

di creatina kinasi a 48 ore dal termine di un esercizio esaustivo. Inoltre, il rap-


porto tra glutatione ossidato e glutatione totale risultato significativamente
aumentato dopo 4 e 24 ore nei soggetti trattati con placebo, mentre la som-
ministrazione di vitamina C ha prevenuto tale variazione. Questi dati suggeri-
scono che il pre-trattamento con vitamina C possa ridurre il dolore muscolare,
il danno alle miofibrille e lossidazione del glutatione indotta dallesercizio
muscolare di tipo eccentrico a carico elevato (Bryer et al., 2006).
Altri studi condotti sulla supplementazione di vitamina C in modelli ani-
mali o umani sottoposti a esercizio fisico hanno tuttavia fornito risultati pi
contrastanti: in una metanalisi di studi recenti, due pubblicazioni dimostrava-
no effetti ergolitici, sei pubblicazioni non riportavano alcun effetto e due studi
hanno riportato un effetto ergogenico (Nikolaidis et al., 2012). La divergenza
dei risultati ottenuti era probabilmente dovuta alle diversit metodologiche
dei vari studi considerati: saranno quindi necessari nuovi lavori sperimentali
con lutilizzo di approcci sistematici e lapplicazione di disegni sperimentali
con endpoint e criteri di inclusione ben definiti per accertare definitivamente i
possibili vantaggi di una supplementazione di vitamina C nellesercizio fisico.
In particolare, sar utile valutare gli effetti differenti a seconda del tipo di
esercizio (aerobico, anaerobico), dellet dei partecipanti, del tipo di campione
tessutale (muscolo, sangue) da analizzare e del biomarker di stato ossidativo da
valutare (Nikolaidis et al., 2012).

3.3 PRODOTTI ENERGETICI

3.3.1. CREATINA

La creatina un aminoacido (una struttura non proteica contenente azoto)


non essenziale, che si trova in abbondanza nella carne e nel pesce. Il suo introi-
to giornaliero in una dieta varia intorno a 1 g. Essa viene inoltre sintetizzata
dal fegato e dal pancreas a partire dagli aminoacidi arginina, glicina e metioni-
na (Buford, 2007) alla velocit di circa 1 g al giorno (Deldicque, 2008). Il 95%
della creatina contenuta nellorganismo (per un totale di circa 120 g in un in-
dividuo di 70 kg) immagazzinata nel muscolo scheletrico, 2/3 della quale sot-
to forma di fosfocreatina (il resto come creatina libera): tuttavia, lorganismo
umano ha la capacit di immagazzinare fino a 160 g di creatina. Circa l1-2%

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GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT

al giorno dellintero pool creatinico viene degradato ed eliminato, e le scorte


sono rimpiazzate dalla normale assunzione dietetica. La principale funzione
fisiologica della creatina quella di fornire, nella sua forma di fosfocreatina,
lenergia necessaria per rifosforilare la molecola delladenosintrifosfato (ATP)
a partire da quella delladenosindifostato (ADP). Poich lesercizio intenso pro-
voca una deplezione del contenuto muscolare di fosfocreatina, la sua capacit
di risintesi a partire dalla creatina assicura la fornitura di energia durante gli
sforzi brevi ad alta intensit. Un altro meccanismo proposto per laumento
della performance anaerobica da parte della supplementazione di creatina
leffetto tampone nel muscolo: lesercizio anaerobico determina la produzione
di ac. Lattico che riduce il pH muscolare e il sistema PCr-Pi esercita pi del
50% della capacit tampone del muscolo scheletrico (Sahlin, 1978).
La principale forma commerciale della creatina quella monoidrata, ma
esistono molte altre formulazioni chimiche presenti come sali di creatina, nelle
quali la molecola complessata con fosfato, magnesio, glicerolo, sodio bicarbo-
nato, glutamina, etc. Il contenuto muscolare di creatina, normalmente pari a
110-120 mmol/kg di peso secco, pu essere aumentato di circa il 15-30% dalla
supplementazione (Deldicque 2008). Esistono generalmente due modalit di
supplementazione orale: la prima prevede un carico di circa 20 g di creatina al
giorno (oppure 0,3 g/kg/die) per 5 giorni, seguita da 3-5 g/die per mantenere
luptake muscolare. La seconda modalit non prevede invece la fase di carico.
In questo caso, stato dimostrato che si ottiene un incremento muscolare
della concentrazione di creatina che raggiunge i livelli della prima modalit di
somministrazione dopo circa 15 giorni (Deldique, 2008).
La Figura 1 riporta le concentrazioni di creatina misurate nel muscolo sche-
letrico prima e dopo la supplementazione con 4-6 x 5 g/die di creatina per
4-7 giorni, in presenza o meno di 1 ora di esercizio sotto-massimale (ciclismo)
eseguito in ogni giorno di supplementazione (Casey, 2000). La figura mostra
come le concentrazioni di creatina siano significativamente aumentate dalla
somministrazione di creatina, con un effetto additivo dovuto allaggiunta del
training fisico.

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Figura 1. Concentrazioni di creatina nel muscolo scheletrico prima e dopo la supplementazione con
4-6 x 5 g/die di creatina per 4-7 giorni, in presenza o meno di 1 ora di esercizio sottomassimale (cicli-
smo) per ogni giorno di supplementazione (Casey, 2000).

Ad oggi, la creatina sembra essere il pi efficace supplemento nutrizionale


disponibile in termini di miglioramento della massa muscolare e della capaci-
t anaerobica. Centinaia di studi hanno valutato lefficacia della supplemen-
tazione con creatina nel miglioramento della performance muscolare durante
esercizio fisico. Il 70% circa di questi studi ha riportato un significativo miglio-
ramento della capacit di esercizio, che mediamente si assestato intorno al
10-15%, a seconda della variabile indagata (Buford, 2007). Altri studi hanno
valutato gli effetti di diverse forme di creatina sulla forza muscolare, sulla mas-
sa magra e sul contenuto di proteine muscolari contrattili dopo 10 settimane
di allenamento. Nessuno studio ha riportato un effetto ergolitico della creati-
na, anche se laumento del peso associato alla sua supplementazione potrebbe
rivelarsi sconveniente in alcuni tipi di sport, come la corsa di fondo o il nuoto.
Lintegrazione di breve termine con creatina si dimostrata utile nel miglio-
rare la forza massimale (5-15%), il lavoro compiuto durante serie ripetute di
contrazioni massimali (5-15%), e la performance nello sprint singolo (1-5%) e
ripetuto (5-15%). La supplementazione di lungo termine si invece dimostra-
ta utile nel migliorare la qualit globale del training, con un incremento di
forza e perfomance pari al 5-15% (Buford, 2007). I progressi nella performance

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muscolare appaiono mediati dallincremento dellabilit di eseguire esercizi


fisici anerobici di breve durata ed alta intensit, attraverso una maggiore di-
sponibilit di fosfocreatina muscolare per assistere la risintesi veloce dellATP
a partire dallADP. Ci permetterebbe allatleta di allenarsi pi pesantemente
ed efficacemente e promuoverebbe un maggior effetto di ipertrofia muscolare,
probabilmente dovuto anche a un incremento dei fattori regolatori muscolari
miogenina e MRF-4 (Buford, 2007, Cooper et al., 2012).
Infine, molti studi recenti hanno evidenziato la capacit della creatina di
ridurre il danno indotto dallesercizio fisico sulle miocellule muscolari, anche
se non tutti i risultati ottenuti sono concordanti (Kim et al., 2015). I poten-
ziali meccanismi alla base di questo effetto protettivo della creatina sarebbero
molteplici: una riduzione della risposta infiammatoria indotta dallesercizio
sul muscolo (Santos et al., 2004), una diminuzione dello stress ossidativo mu-
scolare, mediante unazione di tipo antiossidante che stata dimostrata in
modelli animali ma che rimane da chiarire in quelli umani (Kim 2015) e un
intervento nella regolazione dellomeostasi del calcio. noto infatti come il
danneggiamento del reticolo sarcoplasmatico indotto dallesercizio fisico acuto
possa aumentare la concentrazione di calcio nel citosol cellulare, portando a
un danno muscolare secondario. La creatina sembra in grado di influenzare
tale meccanismo, assistendo la pompa sarcoplasmatica del calcio mediante il
potenziamento della fosforilazione da ADP a ATP, aiutando cos a ridurre lac-
cumulo di calcio nel citosol (Kim 2015).
Infine, la quasi totalit degli studi ha indicato che una corretta supplemen-
tazione di creatina incrementa la massa corporea di circa 1-2 kg nella prima
settimana di carico.
I benefici osservati negli studi citati sono risultati indipendenti dalla forma
chimica della creatina assunta. Laggiunta di carboidrati o di una miscela di
carboidrati e proteine alla supplementazione con creatina sembra in grado
di aumentare la ritenzione muscolare della molecola, sebbene leffetto sulla
performance muscolare non sia maggiore di quello ottenuto utilizzando la forma
monoidrata semplice. Gli effetti muscolari prodotti dalla creatina sembrano
ridursi dopo diversi mesi di supplementazione, probabilmente a causa di un
fenomeno di down-regulation dei trasportatori cellulari (Deldicque, 2008).
Oltre a fornire un effetto diretto sulla performance muscolare, la creatina
pu migliorare indirettamente la performance riducendo il danno muscolare e
linfiammazione, e accelerando cos il recupero dopo una sessione di esercizio.

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stato ad esempio dimostrato che la somministrazione di 20 g di creatina per


cinque giorni prima di una competizione strenua tipo mezzo-ironman ha limi-
tato incremento delle citochine pro-infiammatorie IL-1, NF e IFN, cosi
come di alcune prostaglandine (Deldicque, 2008).
I meccanismi molecolari secondo cui la supplementazione di creatina pos-
sa aumentare la massa muscolare non sono ancora completamente chiariti. In
uno studio stato riportato che l'assunzione di creatina per 4-16 settimane po-
tenzia laumento del numero delle cellule satellite e la loro attivazione indotta
dal training (Deldicque, 2008).
Lunico effetto collaterale attualmente documentabile dellintegrazione
con creatina riportato in letteratura lincremento del peso corporeo, mentre
per molti altri effetti collaterali, quali disidratazione, crampi, danno epatico
e renale e disordini gastrointestinali non vi sono dati scientifici a supporto
di un maggior rischio di tali eventi in soggetti supplementati con creatina, se
non segnalazioni di singoli case report (Buford, 2007, Taner et al., 2011). In
particolare, sono stati valutati gli effetti della supplementazione creatinica di
breve (5 giorni), medio (14 giorni) e lungo termine (da 10 mesi a 5 anni) sulla
funzionalit renale, e in nessuno dei casi stata osservata una variazione signi-
ficativa delle concentrazioni di creatinina tra atleti e controlli (Buford, 2007).
Tuttavia, anche se sulla base di case report, i soggetti che assumono integrazioni
di creatina dovrebbero essere al corrente dei potenziali effetti collaterali e la
loro funzionalit renale dovrebbe essere sempre monitorata. (Taner, 2011)
3.3.2 MALTODESTRINE

noto come lesercizio fisico prolungato comporti una progressiva riduzio-


ne delle scorte di carboidrati dellorganismo, che sono tipicamente contenute
nelle strutture glucidiche ramificate del glicogeno muscolare. La conseguenza
primaria del depauperamento delle scorte carboidratiche dellorganismo li-
poglicemia, e sono moltissimi gli studi che hanno dimostrato come lassunzio-
ne di carboidrati durante le sessioni di allenamento o di gara, soprattutto se
prolungate nel tempo (> 1 ora) sia in grado di prevenire i fenomeni ipoglice-
mici tramite un risparmio del glicogeno (Harger-Domitrovich et al., 2007) e di
migliorare la durata e la qualit della performance in molti sport quali il calcio
(Currel et al., 2009), il ciclismo (Cramp et al., 2004), lo sci di fondo (France-
scato et al., 2006), nonch altri tipici fenomeni collegati allipoglicemia che si
verificano in sport particolari, come lipotermia nel nuoto di lunga distanza in

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acque aperte (Castro, 2009). In un classico studio sperimentale (Baker, 2014),


condotto su un test di corsa standardizzato di 7 miglia, la performance risul-
tata significativamente migliorata con lassunzione di circa 1 litro di soluzione
di glucosio al 3%, rispetto allassunzione di un uguale volume di acqua: la
glicemia durante lesercizio era infatti aumentata nel primo caso e ridotta nel
secondo. Negli sport intermittenti di squadra, come il calcio, stato notato
come la deplezione del glicogeno muscolare avvenga quasi totalmente gi al
termine del primo tempo del match; la capacit di mantenere la glicemia entro
limiti accettabili nel secondo tempo pu diventare quindi un elemento essen-
ziale per evitare la riduzione della performance del calciatore. In uno studio
effettuato su giocatori di calcio mediante biopsie muscolari stato evidenziato
che lassunzione di una soluzione glucidica al 6,9% durante lesercizio, rispetto
allassunzione di placebo, era in grado di ridurre del 22% la perdita di glicoge-
no muscolare. Ci spiega come i giocatori di squadra siano in grado di soste-
nere le tipiche azioni degli sprint ripetuti ad alta intensit durante il secondo
tempo della partita se correttamente alimentati con unopportuna fornitura di
materiale glucidico rapidamente assorbibile (Baker, 2014).
I carboidrati possono essere forniti allorganismo dellatleta in differenti
forme: le pi utilizzate sono le soluzioni fluide, il cui tenore di glucosio non
dovrebbe superare il 6-7%, per non provocare una sensibile riduzione dello
svotamento gastrico e conseguentemente disordini gastrointestinali durante
lattivit fisica. Lassunzione carboidratica risulta efficace anche attraverso le
preparazioni solide (barrette) o semisolide (gel), a patto che sia assunto un
adeguato volume di acqua.
Le forme dei carboidrati assumibili sono due: quelli a rapida metabolizza-
zione (fino a 60 g/h) e quelli a metabolizzazione lenta (fino a 40 g/h). Tra i
primi sono inseriti il glucosio, il maltosio, lamilopectina e le maltodestrine,
mentre tra le seconde vanno annoverati il fruttosio, il galattosio e lisomaltosio.
Il vantaggio degli zuccheri a rapida metabolizzazione, come le maltodestri-
ne, quello di essere velocemente digeribili e assorbibili, e quindi di divenire
rapidamente disponibili per lossidazione da parte dei muscoli (Baker, 2014).
Le maltodestrine sono costituite da catene polimeriche di glucosio, sintetiz-
zate a partire dallamido di mais. Oltre a presentare il vantaggio di una rapi-
da assimilazione gastroenterica esse sono sostanzialmente insapori: quindi, al
contrario di molti altri zuccheri semplici, non provocano nausea come quella
che si verifica a volte in seguito allassunzione di elevate quantit di zucche-

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ri semplici. In alcune preparazioni, le maltodestrine possono essere miscelate


con il fruttosio: questultimo zucchero infatti in grado di mantenere il tasso
glicemico privo di variazioni improvvise e significative, in quanto viene meta-
bolizzato con molta lentezza a livello del fegato.
Lindice glicemico dei carboidrati assunti durante esercizio fisico, in parti-
colare se consumati da 30 a 60 minuti prima di una sessione di allenamento o
di gara, stato un argomento altamente dibattuto. Il consumo di carboidrati a
basso indice glicemico comporta infatti un rilascio pi graduale di glucosio nel
plasma, mentre i carboidrati ad alto indice glicemico, quali le maltodestrine,
aumentano velocemente la glicemia, incremento seguito da un rapido ritorno
ai valori basali (ipoglicemia reattiva). Sebbene lindice glicemico abbia un signi-
ficativo effetto sul metabolismo, lipoglicemia reattiva in realt un fenomeno
transitorio (circa 10 minuti in esercizio), e ci sono poche evidenze che tale
fenomeno abbia un reale impatto sulla performance sportiva. Infatti, nella gran-
de maggioranza degli studi effettuati sullargomento non sono state osservate
variazioni rilevanti nelle performance di endurance tra carboidrati a differenti
indici glicemici. Anche negli sport intermittenti, lassunzione 2-3 ore prima
dellesercizio di carboidrati con diversi indici glicemici non si rivelata in gra-
do di alterare la distanza coperta da sprint ripetuti negli ultimi 15 minuti di un
esercizio a carico intermittente e alta intensit della durata complessiva di circa
90 minuti, come si verifica tipicamente in una partita di calcio (Baker, 2014).
La fornitura di carboidrati ad elevato indice glicemico, a rapida meta-
bolizzazione e a elevata palatabilit, come le maltodestrine, si rivela quindi
essenziale per sostenere i meccanismi energetici legati al consumo glucidico,
soprattutto negli sport di lunga durata oppure in quelli in cui azioni di tipo
intermittente ad elevata intensit di lavoro provochino un significativo e veloce
depauperamento delle scorte di glicogeno muscolare.

3.4 CONCENTRATI PROTEICO-AMINOACIDICI PER IL SOSTEGNO DEL


FABBISOGNO AZOTATO

3.4.1 AMINOACIDI RAMIFICATI

Gli aminoacidi ramificati, leucina, isoleucina e valina, costituiscono 3 dei


20 aminoacidi essenziali (cio non sintetizzabili da parte dellorganismo, e

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quindi necessari dal punto di vista nutrizionale) per la sintesi delle proteine, e
rappresentano il terzo combustibile di scelta per il muscolo scheletrico dopo i
carboidrati e i lipidi (Gleeson, 2005). Essi costituiscono il 14-18% di tutti gli
aminoacidi presenti nelle proteine muscolari dellintero organismo e circa il
35-40% degli aminoacidi essenziali (Shimomura, 2006). Gli aminoacidi rami-
ficati giocano un ruolo importante nel metabolismo proteico e non solo: in
particolare, la leucina promuove la sintesi proteica e inibisce la degradazione
delle proteine attraverso meccanismi differenti; ci ne suggerisce un ruolo non
come blocco costitutivo delle strutture proteiche ma come importante fat-
tore anticatabolico nella regolazione del metabolismo proteico e perfino nel
consumo del glucosio, tramite unazione sui trasportatori glucidici intestinali e
muscolari (Zhang et al., 2017; Rennie et al., 2007; Shimomura et al., 2006). E
stato dimostrato che la produzione mitocondriale massimale di ATP e lattivit
mitocondriale degli enzimi ossidativi, che normalmente si riducono con let,
vengono entrambe aumentate a livello muscolare dallinfusione di aminoacidi
ramificati. Tuttavia, questo effetto presente solo nel giovane e non nellanzia-
no (Tatpati et al., 2010).
Le 4 possibili forme di consumo degli aminoacidi ramificati sono le protei-
ne intere alimentari, i supplementi proteici, le soluzioni di idrolisati proteici
e gli aminoacidi liberi. Molti atleti consumano elevate quantit di aminoacidi
ramificati per diversi motivi. Per prima cosa, gli sportivi generalmente hanno
un dispendio energetico particolarmente elevato, e quindi necessitano di un
intake calorico dietetico maggiore, rispetto agli individui sedentari: ci aumen-
ta anche lintake proteico, portando a unassunzione di aminoacidi ramificati
che risulta circa doppia rispetto a quella dei soggetti non sportivi. Il secondo
motivo per laumento di assunzione di aminoacidi ramificati nellatleta il
consumo deliberato, sulla scorta dellidea molto radicata negli sportivi che
unelevata assunzione di proteine o di integratori contenenti aminoacidi possa
aumentare la massa muscolare e la forza. Ancora oggi, tuttavia, non defini-
tivamente chiarito se lutilizzo di quantitativi elevati di elementi proteici nello
sport segua delle reali aumentate necessit fisiologiche da parte dellatleta. Gli
idrolisati proteici sono prodotti mediante calore o aggiunta di enzimi proteo-
litici a partire da fonti di proteine purificate come la caseina. Il consumo di
tali miscele consente un assorbimento pi veloce degli aminoacidi nel torrente
sanguigno. Infine, sebbene tale pratica non sia comune, alcune bevande con-
tengono aminoacidi ramificati e possono essere utilizzate durante lesercizio

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prolungato per aumentare la performance di endurance, ritardando linsorgere


della fatica centrale.
Una delle ipotesi pi suggestive per cui Il carico proteico debba essere eleva-
to nellatleta che alcuni aminoacidi possono essere ossidati come combustibi-
le durante esercizio fisico ad alta intensit (Gleeson, 2005). Nonostante diversi
classici studi abbiano suggerito un ruolo degli aminoacidi come combustibile
durante esercizio fisico, stato successivamente dimostrato che gli enzimi coin-
volti nellossidazione degli aminoacidi ramificati hanno delle concentrazioni
troppo basse per permettere un contributo importante di tali elementi al so-
stegno del dispendio energetico. Lossidazione proteica incrementa infatti solo
di 2-3 volte durante esercizio, rispetto allossidazione di carboidrati (10 volte) e
dei lipidi (20 volte) (Gleeson, 2005).
Inoltre, una seconda ipotesi che gli aminoacidi essenziali potessero ridurre
la degradazione delle proteine muscolari, come evidenziato da alcuni studi in
vitro, non mai stata confermata pienamente negli studi sulluomo. Tuttavia,
lavori recenti sembrano indicare come la leucina eserciti un effetto anabolico
e un effetto stimolatorio sulla sintesi proteica, agendo come segnale di promo-
zione di tale sintesi (Gleeson, 2005).
Infine, tra i meccanismi che contribuirebbero al miglioramento della fatica
nellatleta vi quello dellinfluenza sulla fatica centrale da parte di aminoa-
cidi ramificati. Questa ipotesi sostiene che durante lesercizio fisico la mobiliz-
zazione degli acidi grassi liberi (FFA) da parte del tessuto adiposo possa servire
come rifornimento energetico allossidazione dei lipidi. Poich la velocit di
mobilizzazione degli FFA maggiore rispetto al tasso di assunzione da parte
del muscolo, laumento della concentrazione circolante di FFA compete con
laminoacido triptofano per il legame alle albumine plasmatiche, incremen-
tando cos la concentrazione di triptofano libero nel sangue. Questo, a sua
volta favorirebbe un maggior passaggio del triptofano attraverso la barriera
emato-encefalica nel sistema nervoso centrale, dove tale elemento prende la
via metabolica della serotonina, la quale causa dellinsorgere della cosiddetta
fatica centrale, che forza latleta a interrompere lesercizio o a ridurne lin-
tensit. Lassunzione di aminoacidi ramificati e laumento conseguente della
loro concentrazione in circolo, competendo per il trasporto di triptofano al
sistema nervoso centrale, ridurrebbe quindi la formazione della serotonina e
conseguentemente la sensazione di fatica.

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Leffetto della somministrazione di aminoacidi ramificati sulla performan-


ce fisica stato valutato in numerosi studi, ma i risultati sono ad oggi ancora
contrastanti. La maggior parte degli studi che hanno valutato esercizi fisici
di carico e di modalit differenti e diversi disegni di trattamento (infusione,
somministrazione orale con o senza carboidrati, etc.) non sono stati in grado
di dimostrare effetti relativi a un aumento della performance da parte degli ami-
noacidi ramificati. Anche leffetto di una somministrazione cronica di amino-
acidi ramificati stato esaminato: dopo due settimane di trattamento (16 g/
die) la performance sui 40 km di ciclismo a tempo risultata migliorata del 12%
rispetto a quella ottenuta nei soggetti trattati con placebo (Gleeson, 2005).
Questi risultati attendono comunque conferme definitive.
Per quanto riguarda gli effetti sul dolore muscolare tardivo, uno studio ha
mostrato un effetto positivo degli aminoacidi ramificati (Shimomura et al.,
2006): un gruppo di soggetti ambosessi stato sottoposto ad esercizi di squat
per indurre affaticamento muscolare e dolore muscolare tardivo (DOMS). La
Figura 2 evidenzia come la supplementazione di aminoacidi ramificati abbia
ridotto, a partire dal secondo giorno dopo il termine degli esercizi, il dolore
muscolare tardivo rispetto a quanto ottenuto con il placebo.

Figura 2. Effetto della supplementazione di aminoacidi ramificati sul DOMS indotto dallesercizio di
squat. (A) femmine; (B) maschi (Shimomura et al., 2006).

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Leffetto risultato particolarmente evidente nelle femmine. Lingestione


di 5 g di aminoacidi ramificati prima di un esercizio ad alta intensit pu quin-
di ridurre il dolore e la fatica muscolare dopo diversi giorni da una sessione
fisica esaustiva.
Recentemente gli scienziati hanno dimostrato che gli aminoacidi ramificati
non sono solo regolatori della sintesi proteica ma svolgono numerose altre
funzioni. Tra le altre: regolano il metabolismo dei lipidi e del glucosio; livelli
insufficienti o eccesivi stimolano la lipolisi; la leucina in particolare gioca un
ruolo importante nello stimolare il consumo di glucosio e la sua utilizzazione
mediante regolazione dei trasportatori intestinali. Inoltre, migliorano la quali-
t del latte e la crescita embrionale; e partecipano alla regolazione della risposta
immunitaria innata e adattativa. (Zhang, 2017)
Infine, per quanto riguarda la sicurezza, stato dimostrato che un eccessivo
introito di elementi di derivazione proteica (> 3 g pro kg die) pu avere vari
effetti negativi, come danno renale, aumento dei livelli di lipoproteine e disi-
dratazione, questultima come effetto di unaumentata escrezione urinaria di
azoto; tuttavia, lapporto attualmente raccomandato per gli atleti, pari a 1-1,2
g pro kg die, che pu arrivare a circa 2 mg die in alcuni sport a particolare
richiesta proteica, non sembra esercitare effetti deleteri, cosi come lassunzione
di aminoacidi ramificati fino a circa 10-30 g/die (Jeukendrup et al., 2004).
3.4.2 CONCENTRATI PROTEICO-AMINOACIDICI PER IL SOSTEGNO DEL FABBISO-
GNO AZOTATO -

L-ALANINA

L-alanina un amminoacido non essenziale che pu venire prodotto nei


muscoli a partire dallacido glutammico.
Durante lesercizio fisico, il ciclo glucosio-alanina rappresenta una via meta-
bolica molto importante, che consente alfegatodi ricavare glucosio partendo
dallalanina, proveniente dal muscolo in attivit.
La somministrazione di L-alanina in associazione agli aminoacidi ramificati
allinterno di integratori alimentari razionale in quanto nel catabolismo asso-
ciato a malattia o trauma i BCAA muscolari sono irreversibilmente convertiti
in alanina, per rispondere allextra-consumo da parte del fegato e del sito di
lesione; sembra dunque logico supplementarla durante malattie croniche o

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in situazioni dove lorganismo non pu produrne a causa di una deplezione.


(Soeters, 2004)
3.4.3 CONCENTRATI PROTEICO-AMINOACIDICI PER IL SOSTEGNO DEL FABBISO-
GNO AZOTATO - GLUTAMMINA

La glutammina rappresenta il pi abbondante aminoacido libero nel pla-


sma e nel muscolo umano: un aminoacido neutro non essenziale, ma impor-
tante come costituente delle proteine e come mezzo di trasporto dellazoto tra
i vari tessuti (Gleeson, 2008). Essa esercita anche un ruolo nella regolazione
dellequilibrio acido-base e come precursore delle basi nucleotidiche e della-
gente antiossidante glutatione. Il muscolo scheletrico il principale tessuto
responsabile della biosintesi della glutammina, che viene utilizzata anche dai
leucociti (in particolare dai linfociti) per fornire lenergia e le condizioni ot-
timali per la biosintesi nucleotidica, e quindi per la proliferazione cellulare.
La glutammina si infatti dimostrata in grado di influenzare la proliferazio-
ne linfocitaria stimolata da mitogeni in vitro. stato infine notato come la
concentrazione intramuscolare di glutammina sia collegata alla velocit della
sintesi proteica, e vi sono evidenze sperimentali di un ruolo della glutammi-
na nel processo della glicogenosintesi, con meccanismi tuttavia ancora incerti
(Gleeson, 2008).
Una recente revisione sistematica della letteratura ha analizzato il possibile
ruolo della glutammina come coadiuvante nel recuperare la forza muscolare.
Lanalisi ha valutato lassunzione di glutammina da sola e in associazione con
altri nutrienti: nel primo caso non stato evidenziato alcun beneficio se non
una maggiore percezione della debolezza muscolare; nel secondo caso invece
gli studi riportavano risultati positivi. In generale, i dati non sono sufficienti
per valutare leffetto di glutammina sui deficit di forza muscolare. (Valencia,
2015)
noto come lesercizio fisico prolungato si associ a una riduzione della
concentrazione plasmatica e muscolare della glutammina, ed stato ipotizzato
che tale decremento possa influenzare negativamente la funzione immunitaria
(Gleeson, 2008). Esistono risultati convincenti che nel periodo immediata-
mente successivo a uno sforzo muscolare esaustivo si verifichi un aumento del-
la proliferazione delle cellule immunitarie, e che tale fenomeno sia seguito da
una riduzione della concentrazione plasmatica di glutammina, ragionevolmen-
te come conseguenza di un aumentato uptake. Ci suggerisce come leccessiva

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GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI IN AMBITO SPORTIVO. ORIENTARE LA SCELTA


GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT

richiesta di glutammina, combinata a uninsufficiente produzione da parte del


muscolo dopo una sessione di training fisico, portino a una deplezione del pool
organico della glutammina, con effetti deleteri sulla funzione immunitaria,
in particolare, se la riduzione della concentrazione circolante di glutammina
arriva al di sotto delle 600 mmol/L (Agostini, 2010). Lesercizio fisico intenso
potrebbe infatti ridurre il rilascio di glutammina da parte del muscolo schele-
trico o laumento delluptake da parte di altri organi come il fegato e il rene,
limitando quindi la disponibilit di glutammina per le cellule del sistema im-
munitario (Gleeson, 2008).
Periodi di training molto intenso si associano quindi a una cronica ridu-
zione delle concentrazioni plasmatiche di glutammina, e ci stato suggerito
come elemento parzialmente responsabile dello stato di immunodepressione
apparente di molti atleti di fondo (Gleeson, 2008). Pertanto, ipotizzabile che
la somministrazione di glutammina possa migliorare la funzione immunitaria,
esercitare effetti anabolici e svolgere anche un ruolo protettivo nellovertrai-
ning e nella difesa dalle infezioni, soprattutto negli atleti. Tuttavia, gli effetti
dellesercizio fisico sulle concentrazioni plasmatiche di glutammina dipendo-
no ampiamente dalla durata e dallintensit del lavoro compiuto: mentre negli
esercizi di breve termine non stata dimostrata alcuna variazione, in quelli a
lungo termine si verifica un decremento di concentrazione significativo, che
raggiunge il suo minimo dopo circa 2 ore dal termine dellesercizio.
Inoltre, le concentrazioni plasmatiche di glutammina si sono dimostrate
ridotte negli atleti in condizione di overtraining rispetto a quelli ben allenati e
agli individui sedentari (Gleeson, 2008). In accordo con lipotesi di una de-
pressione immunitaria provocata da basse concentrazioni di glutammina,
stato postulato come gli atleti in stato di overtraining potrebbero presentare un
maggior numero e una peggior severit di infezioni del tratto respiratorio supe-
riore. Questa ipotesi, al presente, richiede per ulteriori conferme.
Infine, la glutammina potrebbe esercitare un effetto indiretto sulla funzio-
ne immunitaria e sullincidenza di infezioni attraverso la preservazione della-
gente antiossidante glutatione o attraverso il mantenimento delle funzioni di
barriera dellintestino (Gleeson, 2008).
Se una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di glutammina pu esse-
re responsabile di una depressione transitoria della funzione immunitaria post-
esercizio, ipotizzabile come la prevenzione della caduta delle concentrazioni
plasmatiche di tale elemento mediante la supplementazione orale potrebbe

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INDICE

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GLI INTEGRATORI: CARATTERISTICHE, MECCANISMO DI AZIONE, EFFICACIA E TOLLERABILIT

prevenire le problematiche immunitarie. stato osservato, a questo riguardo,


come la supplementazione con glutammina prevenga effettivamente la caduta
della sua concentrazione plasmatica, tuttavia non stato dimostrato che possa
prevenire la riduzione della proliferazione linfocitaria due ore dopo la sessione
di esercizio. Un unico studio ha fornito la sola evidenza ad oggi di un effetto
profilattico della supplementazione orale di glutammina sullincidenza di in-
fezioni respiratorie delle alte vie aeree in corridori di fondo (Gleeson, 2008).
Anche una supplementazione con aminoacidi ramificati in grado di preve-
nire la deplezione di glutammina che si verifica negli atleti di fondo dopo le
sessioni di allenamento e di gara (Agostini et al., 2010), suggerendo un ruolo
per leventuale somministrazione in regime di associazione di tali elementi.
Sono quindi necessari ulteriori studi per valutare i meccanismi con cui la sup-
plementazione orale di glutammina possa esercitare un effetto protettivo sul
sistema immunitario degli atleti di endurance.

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TERZA SEZIONE
INDICE

CAPITOLO 4
IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

4.1 IL RUOLO DEL FARMACISTA NELLORIENTARE LA SCELTA: GLI INTE-


GRATORI ALIMENTARI PER SPORTIVI

La discussione, moderata con metodologia Metaplan, ha seguito una sce-


neggiatura predefinita e, dopo una prima analisi generale del contesto, ha toc-
cato tre principali aree: gli integratori (reali e ideali); il cliente e la vendita.
Inoltre, i partecipanti hanno discusso in merito allutilizzo degli integratori in
altri ambiti oltre alla pratica sportiva, hanno analizzato le novit attualmen-
te presenti sul mercato e cercato di individuare possibili scenari futuri per
lintegrazione nutrizionale e strategie per il coinvolgimento del farmacista in
questambito.

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INDICE

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

4.2 IL CONTESTO

Per prima cosa stato analizzato il contesto e limportanza del farmacista


nel mercato dellintegrazione. La farmacia il principale punto di riferimento
per chi cerca un integratore nutrizionale. Lo sportivo esperto sa gi cosa vuole
e si rivolge al farmacista con una richiesta specifica. Chi meno esperto, dopo

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

avere appreso notizie da internet, aver raccolto informazioni in palestra o es-


sersi confrontato con il gruppo di pari (soprattutto i giovani), cerca conferme
della scelta in farmacia; infine, c chi si affida in tutto e per tutto al consiglio
del farmacista.
Il medico specialista in medicina dello sport un riferimento solo per i
soggetti che praticano attivit agonistica. Daltra parte il medico di famiglia
(con poche eccezioni quali lanziano) viene coinvolto raramente nella decisio-
ne di assumere un integratore. Il farmacista quindi la principale figura di
riferimento di tutti coloro che si affacciano nel mondo dellintegrazione. Deve
quindi essere preparato e aggiornato per raccogliere la fiducia del cliente e
poter consigliare il prodotto pi indicato.

4.3 GLI INTEGRATORI

Considerando le quattro principali sostanze utilizzate nellintegrazione (in-


tegratori salini, maltodestrine, creatina e amminoacidi), emerge che gli integra-
tori salini sono i pi utilizzati e venduti, con una proporzione anche di 10 a 1
rispetto agli altri. Sono seguiti nella vendita da amminoacidi e maltodestrine.
La valutazione effettuata dai partecipanti circa lutilit e lappropriatezza
di uso delle sostanze prese in considerazione mostra come gli integratori in
generale siano considerati utili sia dai clienti che dai farmacisti ma come questi
ultimi siano in grado maggiormente di discernere caso per caso e sottolineare
lutilit dei prodotti in condizioni specifiche e dipendentemente dal tipo di
sportivo. quindi il farmacista a garantire lappropriatezza di uso di queste
sostanze.
Andando nello specifico delle singole sostanze, gli integratori salini sono
considerati utili in tutte le attivit sportive ma anche per tutti in generale
(spesso lutilizzo non ha infatti connotazione sportiva: crampi, cambi di stagio-
ne, ). Sono percepiti come prodotti molto sicuri, privi di effetti collaterali e
possono essere proposti in aggiunta a integratori pi specifici.
Gli aminoacidi vengono prescritti spesso agli anziani e sono poco richiesti
dagli sportivi anche se i farmacisti ritengono che la loro azione sulla massa
muscolare sarebbe utile in entrambi. Inoltre, aiutano nelle fasi di preparazione
e nel recupero dopo lo sforzo. Gli utilizzatori non sempre li assumono corret-
tamente.

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

Le maltodestrine non sono molto conosciute. Sono pi spesso consigliate


dal farmacista per gli sport di endurance; i clienti spesso non sanno cosa siano
davvero, raramente le chiedono ma, una volta percepita la loro efficacia ten-
dono ad utilizzarle in quantit. Daltra parte non sempre se ne conoscono le
caratteristiche e dunque spesso il loro utilizzo erroneo: alcuni non li scelgono
perch sono zuccheri; altri non dovrebbero assumerli (es. obesi) e lo fanno.

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

La creatina considerata utile soprattutto dai farmacisti, anche se non


in modo univoco. La creatina non infatti molto conosciuta rispetto agli
altri integratori, necessita di attenzione per la sue controindicazioni e pazienza
perch leffetto si vede nel lungo periodo. Inoltre, spesso crea timore perch
viene associata al doping e per i suoi potenziali effetti collaterali. In generale, la
creatina valida se consumata in modo mirato e nel modo giusto. A detta dei
farmacisti, se utilizzata spesso abusata da parte dei clienti, sia nei modi che
nei tempi di somministrazione.

4.4 LINTEGRATORE IDEALE

I partecipanti sono stati i invitati a riflettere sulle caratteristiche di un ipo-


tetico integratore ideale. Tra gli elementi emersi, alcuni sono risultati pi con-
divisi.
In senso generale lintegratore ideale quello che ha solide basi scientifi-
che.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei prodotti in senso pi tecnico
questi dovrebbero avere unadeguata velocit di assimilazione, essere quindi
digeribili e devono essere adatti anche a popolazioni speciali quali diabetici e
celiaci. Inoltre si sottolinea limportanza di poter personalizzare lintegrazione,
quindi vengono considerati pi pratici prodotti con mono-componenti. Infi-
ne, dovrebbero esserci prodotti specifici per fasce di et.
Rispetto agli elementi che ne faciliterebbero la vendita, lintegratore ideale
deve essere di facile somministrazione, di buon sapore e avere un costo ade-
guato.
La promozione di questo integratore ideale inizia con la comunicazione
dellefficacia (migliora la prestazione, garantisce un recupero veloce dallaffa-
ticamento). I punti di forza da rimarcare sono, per molti, la scientificit delle
evidenze e la possibilit di personalizzare lintegrazione; per tutti, la sicurezza
e la praticit di uso. Allo stesso tempo non bisogna promettere miracoli, ed
necessario che il farmacista sia preparato per rispondere alle esigenze anche
dei pi esperti. Infine bisogna analizzare bene la richiesta del cliente che deve
essere adeguata alle necessit reali e rispondere a questa richiesta in modo
personalizzato.

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

Per quanto riguarda la comunicazione, deve essere dedicata: in generale


gli uomini sono interessati alla performance mentre le donne al benessere.
Entrambi allestetica.

4.5 IL CLIENTE E LA SCELTA

Il cliente tipo, cio colui che maggiormente chiede e utilizza integratori


un soggetto di sesso maschile. Il range di et indicato il pi vario, compreso
in generale tra i 20 e i 50 anni. Ed un soggetto che pratica attivit sportive di
endurance (le pi frequentemente indicate sono corsa e ciclismo).
In generale i farmacisti affermano che il cliente non ha un livello alto di
conoscenza dei prodotti con leccezione di chi pratica attivit sportiva a livello
agonistico.
Il primo punto oggetto di discussione ha riguardato il luogo e il modo in
cui il cliente sceglie lintegratore pi adatto. Ci che emerge che, come gi
sottolineato in precedenza, raramente questa scelta viene effettuata parlando-
ne con il medico ma, pi spesso, la scelta inizia su internet (o sui media in ge-
nerale) per terminare in farmacia dove generalmente il cliente chiede consiglio
o comunque conferma della propria scelta. Nel caso degli sportivi una tappa
fondamentale del processo decisionale la palestra o comunque il gruppo con
cui si pratica lattivit sportiva.

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INDICE

GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI IN AMBITO SPORTIVO. ORIENTARE LA SCELTA


IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

La richiesta dellintegratore viene fatta spesso in modo generico ma, poich


spesso il cliente ha gi un bagaglio di informazioni apprese su internet o dai
media, deve essere indagata attentamente la reale necessit per consigliare il
giusto prodotto. Nei casi invece in cui il cliente ha gi una richiesta specifica, il
compito del farmacista confermarne ladeguatezza ed eventualmente propor-
re alternative considerate migliori.

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

Il cliente chiede lintegratore in modi diversi: alcuni spiegano lattivit pra-


ticata e il risultato che vogliono raggiungere; altri formulano richieste pi gene-
riche (desiderio di maggiore energia, bisogno di recuperare, senso di spossatez-
za) e chiedono consiglio. Il cliente sceglie i prodotti da acquistare in base a una
sua conoscenza diretta, oppure in base alla marca (magari conosciuta grazie alla
pubblicit), al prezzo o al rapporto quantit/prezzo; se si lascia consigliare deve
percepire una reale conoscenza del prodotto consigliato per fidarsi.
Per poter indirizzare correttamente la scelta del cliente necessario indaga-
re alcuni aspetti specifici riguardanti lattivit fisica: il tipo di sport praticato,
la frequenza e lintensit dello stesso; lobiettivo che si pone di raggiungere.
Inoltre fondamentale, soprattutto per ragioni di sicurezza, conoscere even-
tuali patologie concomitanti, terapie farmacologiche in corso, alimentazione e
infine leventuale assunzione di altri integratori (per evitare sovradosaggi e/o
interazioni).

4.6 LA SELEZIONE E LA VENDITA

La selezione dei prodotti da vendere in farmacia viene effettuata in primo


luogo valutando lefficacia del prodotto (dunque dei suoi componenti) e la
sua qualit (a volte certificata dal marchio). Successivamente viene valutato il
rapporto qualit/prezzo. In ultimo, ma non per importanza, viene analizzata
la tipologia di clienti che pi frequentemente vengono a chiedere questi pro-
dotti e quindi vengono scelti i prodotti sui quali puntare in base alla richiesta
del mercato. Alcuni sottolineano limportanza della presentazione del prodot-
to per attrarre il cliente, quindi, a parit di componenti, pu essere scelto il
prodotto con packaging pi attraente e accattivante. Tra gli altri aspetti che
possono influenzare la scelta del farmacista al momento dellacquisto ci sono:
le giacenze, le scadenze, eventuali offerte economiche e la pubblicit (che sar
lo specchio di ci che i clienti chiederanno).

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

Le modalit di vendita di un integratore alimentare sono strettamente sog-


gettive, ogni cliente richiede una strategia specifica, strategia che dipender an-
che dalla disponibilit di tempo che si ha per la vendita. Ai clienti pi esperti,
si possono rapidamente sottolineare convenienza o novit di un prodotto; con
qualche minuto in pi si pu effettuare unanalisi pi approfondita partendo
dallo sport praticato e proporre unalternativa al prodotto gi utilizzato.

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

Il cliente che approccia il settore integratori per la prima volta invece vorr
essere maggiormente guidato nella scelta. Si pu proporre una prova con
successivo incontro di feedback specificando rapidamente le modalit di uso
oppure si pu approfondire la composizione dellintegratore e consigliare even-
tualmente associazioni per poter avere un effetto equilibrato.
Un aiuto nella vendita lesposizione dei prodotti che deve essere logica,
ordinata, suddivisa per aree tematiche e che consenta di specificare bene il
prezzo e le caratteristiche dei prodotti.

Tra le strategie di vendita che vengono indicate c la scelta di prodotti


che siano evidentemente dedicati allo sportivo. La selezione di un nome
conosciuto, almeno per attrarre il cliente. La proposta di offerte e promozio-
ni. La rotazione frequente dei prodotti di punta per riuscire a raccogliere una

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INDICE

GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI IN AMBITO SPORTIVO. ORIENTARE LA SCELTA


IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

fetta pi ampia di popolazione. Inoltre, c la proposta di utilizzare i social


(profili facebook, siti internet, ecc.) con le novit e le promozioni dedicate agli
sportivi. Inoltre viene proposta la possibilit di sponsorizzare eventi sportivi e
lorganizzazione allinterno della farmacia di giornate di incontro con il nutri-
zionista sportivo.

4.7 NOVIT DEL MERCATO

Tra le novit presenti nel mercato degli integratori i partecipanti hanno


citato: le formulazioni in gel che si possono assumere senza bisogno di acqua
e sono quindi molto pratiche soprattutto per essere assunte durante lesercizio
fisico. Sempre in tema di praticit ci sono le confezioni monouso. Per quan-
to riguarda le composizioni sono oggi disponibili associazioni di pi principi
attivi che consentono di assumere un solo integratore, le proteine isolate e le
formulazioni a rilascio prolungato. Rispetto agli ingredienti stato sottolineato
linserimento della caffeina. Viene sottolineata inoltre la maggiore sensibilit
per le intolleranze alimentari con la comparsa sul mercato di prodotti senza
glutine e senza lattosio. Infine sono disponibili prodotti senza edulcoranti e
dai gusti pi piacevoli.

4.8 ALTRI IMPIEGHI

Gli integratori non sono solo dedicati al settore sportivo. In ambito clinico
possono trovare impiego dopo interventi di chirurgia dellapparato gastroente-
rico, nelle diete (vegetariani e vegani) e per contrastare la debilitazione. Inoltre
possono essere utili in ambito riabilitativo, e nelle intolleranze alimentari.
In particolare nellanziano la creatina e gli aminoacidi sono utili contro il
depauperamento della massa muscolare.

4.9 IL FUTURO: UN MERCATO IN EVOLUZIONE

Le parole chiave per essere aderenti ai bisogni del mercato sono formazio-
ne, competenza e promozione. Il farmacista deve essere aggiornato e compe-

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IL PUNTO DI VISTA DEL FARMACISTA

tente per diventare sempre pi un consulente. Inoltre deve esserci, ad esempio


partecipando come sponsor ad eventi sportivi.

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CAPITOLO 5
CONCLUSIONI

Ogni attivit sportiva necessita di unalimentazione bilanciata che in gene-


rale in grado di apportare tutti i nutrienti necessari. Tuttavia, a complemento
di una dieta equilibrata, potenzialmente utile il ricorso ad integratori.
Le evidenze circa lefficacia delle singole sostanze non sono ad oggi uni-
voche, comunque possibile indirizzare la scelta dellintegratore in base alle
esigenze del cliente, esigenze specifiche dettate dallattivit sportiva praticata.
Lintegrazione salina fondamentale tra laltro per permettere un corretto
funzionamento dei muscoli coinvolti nello sforzo. dunque indicata durante
tutte le attivit sportive dove c sudorazione e dove quindi si presenta veloce-
mente uno squilibrio idro-salino che pu interferire con la contrazione musco-
lare e quindi con la performance.
Gli aminoacidi ramificati sono utilizzabili in tutte le attivit sportive come
supplemento in grado di contrastare il depauperamento delle fibre muscolari
che si verifica durante lattivit fisica. In virt della loro capacit di stimolare la
sintesi proteica sono utili praticamente per tutti gli sportivi in quanto, sia per i
praticanti di attivit di endurance (corsa, ciclismo, etc.) sia per coloro che svol-
gono sport di potenza (sollevamento pesi, sport di squadra, etc.) necessario
un ripristino efficace e rapido delle fibre muscolari.
Lintegrazione di creatina risulta la scelta migliore per tutti quegli atleti che
sono impegnati in sport di potenza, dove la qualit della massa muscolare
fondamentale (calcio, basket, atletica leggera, tennis, etc.). La creatina crea il
presupposto per un recupero muscolare veloce ed efficace e aumenta la capa-
cit dellatleta di migliorare la performance poich, velocizzando il recupero,
consente allenamenti pi intensi e frequenti.

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INDICE

GLI INTEGRATORI NUTRIZIONALI IN AMBITO SPORTIVO. ORIENTARE LA SCELTA


CONCLUSIONI

Le maltodestrine sono una fonte di carboidrati rapidamente assimilabili.


Sono indicate per tutti gli sportivi che necessitano di energia rapidamente
disponibile, in particolare coloro che praticano discipline di endurance (cicli-
smo, corsa su lunghe distanze, etc). Associate alla creatina, le maltodestrine
aumentano lassorbimento di questultima.
Lutilizzo di integratori a base di glutammina pu essere utile per gli spor-
tivi sottoposti ad attivit intensa e prolungata poich la riduzione della glu-
tammina in seguito ad intenso allenamento sembra influenzare la risposta
immunitaria.
Concludendo, lintegrazione in ambito sportivo ampiamente utilizzata e
pu senzaltro essere molto utile per sostenere latleta prima durante e dopo gli
allenamenti. Tuttavia, lutilizzo degli integratori sicuro a patto che vengano
prodotti rispettando la legislazione corrente e vengano utilizzati nel giusto con-
testo, rispettandone modalit di somministrazione e dosaggi.

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INDICE

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