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Oasi San Giuliano

LOasi WWF del Lago di San Giuliano si trova nei territori di Grottole, Miglionico
e Matera. Larea si estende per circa 1.300 ettari. La storia della riserva regionale
San Giuliano legata alla creazione di un invaso artificiale creato per scopi irrigui
negli anni 50. Il lago creatosi ha sviluppato un habitat favorevole a numerose
specie di uccelli acquatici e ci contribuisce allistituzione dellOasi di protezio-
ne della fauna con relativo vincolo paesaggistico e il WWF Italia ne ottiene la
gestione naturalistica. Il lago viene anche dichiarato area SIC (Sito di interesse
comunitario) ed area ZPS (Zona di protezione speciale).
Nel 2006, il lago offre unaltra sorpresa; viene rinvenuto uno scheletro fossile di
balena, lungo oltre 25 metri, risalente ad un periodo oscillante tra 1 milione e 2
milioni di anni fa,. Gli ultimi reperti raccolti nel 2011 sono stati trasferiti nei labo-
ratori del museo Ridola di Matera.
LOasi offre una variet di ambienti con forte presenza di pioppi, salici,tamerici,
pino dAleppo, cipresso ed eucalipto che consentono la presenze di diverse
specie animali. Si contano quasi 200 specie di uccelli, soprattutto nei periodi
di svernamento e migrazione. Tra le specie acquatiche vi sono aironi cinerini,
garzette, svassi, folaghe. In inverno compaiono lairone bianco maggiore, il cor-
morano, il moriglione, il fischione, la volpoca, loca selvatica e la rara moretta
tabaccata. Nel corso degli anni sono avvenuti avvistamenti eccezionali come
lanatra, i pellicani e anche di cigni reali.
Tra i rapaci sono comuni il nibbio reale, il nibbio bruno, la poiana, qualche esem-
plare di falco pescatore e tra le pareti della gravina qualche capovaccaio. Pre-
senti listrice, il tasso, la faina, oltre a esemplari di lontra, cinghiale ultimamente
di lupo.

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Parco delle Chiese Rupestri
Il Parco archeologico storico-naturale delle Chiese rupestri del
Materano, chiamato anche Parco della Murgia Materana in-
serito, insieme ai Sassi, nella lista Unesco dei siti patrimonio
dellumanit
Il Parco si estende per oltre seimila ettari tra i territori di Ma-
tera e Montescaglioso in un luogo nudo ed aspro segnato
da profonde gravine. Nella Gravina di Matera scorre lomonimo torrente che
costeggia i Sassi di Matera e lambisce labitato di Montescaglioso per confluire
poi nel fiume Bradano.
Larea del Parco abitata fin dalla preistoria come testimoniano la grotta dei pipi-
strelli risalente al Paleolitico e i numerosi villaggi trincerati risalenti al Neolitico. Le
numerose testimonianze sono conservate presso il Museo Nazionale Domenico
Ridola a Matera. Il tratto distintivo e pi affascinante la numerosa presenza
di chiese rupestri. Si contano circa centocinquanta siti di culto, che comprende
un arco temporale che va dallalto medioevo e giunge fino al secolo XIX. Questo
patrimonio rende lidea della variegata componente etnica, religiosa e culturale
che si susseguita nel tempo. Alcune fonti attestano la presenza di monasteri
e insediamenti gi dal secolo VIII. Una successione di presenza di comunit di
monaci benedettini,longobardi e bizantini che hanno di fatto eletto questi luoghi
come spazio idoneo alla meditazione e alla spiritualit pi intima. Alcuni sono
semplici eremi, altre sono laure e altre ancora complessi cenobitici sviluppati su
pi livelli. Alcune chiese sono ad aula unica oppure a due o tre navate; a volte
terminano in absidi spesso preceduti da transetti. In alcuni casi si notano cupole
realizzate mediante uno scavo lenticolare. Molti di questi insediamenti sono ar-
ricchiti da preziosissimi affreschi ed incisioni opera degli stessi monaci.

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MATERA

MATERA
Matera Matera! Un luogo pi che una citt. Un luogo che ha attraversato i tem-
pi e di ogni tempo ha preso qualcosa creando un posto magico e surreale. E tra
le citt pi antiche del mondo. Ci sono i segni di insediamenti senza soluzione di
continuit sin dallet paleolitica. Luomo a Matera c sempre stato e la vita non
si mai fermata. La sovrapposizione di stili abitativi, di comunit ha formato un
paesaggio unico e irripetibile.
SASSI
La prima cosa che associ a Matera sono i Sassi, antichi rioni ricavati dal cuore
della terra e che formano un intreccio di vicoli, grotte, case , dimore, chiese,
piazzette, strade, scalinate che si affiancano. Il Sasso Barisano e il Sasso Cave-
oso sono stata dichiarati dallUnesco patrimonio mondiale dellUmanit Unesco
poich rappresentano un ecosistema urbano straordinario, capace di perpe-
tuare dal pi lontano passato preistorico i modi di abitare delle caverne fino alla
modernit. I Sassi di Matera costituiscono un esempio unico di utilizzazione nel
tempo delle risorse della natura: acqua, suolo, energia
LA CATTEDRALE
Dal punto pi alto della citt, il colle della Civitas, la Cattedrale di Matera si af-
faccia sulla veduta del Sasso Barisano. Risalente al XIII secolo sorge sui resti
dellantica Chiesa di SantEustachio. Lesterno, con il rosone a 16 raggi ed il
campanile posteriore, in stile romanico pugliese e linterno con tre navate a
croce latina, custodisce esemplari opere dellarte barocca. Notevole il presepe
di pietra realizzato nel 1534 da Altobello Persio. Da ammirare anche il sarco-
fago contenente le spoglie di San Giovanni a Matera, laffresco bizantino della
Madonna della Bruna con Bambino, un coro ligneo nellabside. Gli ultimi lavori
di restauro hanno portato alla scoperta di una serie di affreschi risalenti ad un
periodo forse antecedenti alla costruzione dellattuale struttura. La Cattedrale
intitolata a Santa Maria della Bruna, la protettrice della citt in onore della quale
ogni 2 luglio si celebra la festa.
2 LUGLIO E LA FESTA DELLA BRUNA
La secolare festa della Madonna della Bruna ha inizio allalba con la processio-
ne dei pastori il cui passaggio annunciato dai botti pirotecnici. Nel pome-
riggio, la statua viene portata in processione sul carro trionfale lungo le strade
principali fino ad arrivare in serata nel piazzale del Duomo dove si compiono i
tre giri, simbolo di presa possesso della citt da parte della SS. patrona. La
statua verr deposta in Cattedrale e il carro trionfale circondato dai cavalieri
con cavalli bardati si dirige verso la piazza. Qui , viene assaltato e distrutto nel
tripudio e nellesaltazione collettiva. Un nuovo carro trionfale, opera di maestri
artigiani, i verr ideato e ricostruito pronto per la nuova festa e il nuovo assalto.
La festa si conclude in tarda serata nel frastuono di una gara di fuochi pirotecnici
che creano uno scenario unico sugli antichi rioni dei Sassi, considerati dallUne-
8 sco, patrimonio mondiale dellumanit.
LE CHIESE RUPESTRI DI MATERA
Le Chiese rupestri risalgono allAlto Medioevo, intorno allanno 1000. Nel corso
del tempo hanno subito hanno perso la funzione originario di luoghi di culto per
essere adibite ad abitazioni o ricoveri per animali. Cripte, eremi, basiliche e cenobi
sono sparpagliati nel territorio di Matera. Scavate nella roccia e ricchi di preziosi
elementi architettonici e affreschi costituiscono un repertorio di arte sacra e rupe-
stre di rara bellezza in un insieme ed armonico di chiese greco-ortodosse e chiese
latine. La Cripta del Peccato Originale, Santa Barbara, Santa Lucia e Agata delle
Malve, Santa Maria de Idris e sono solo alcune delle circa 150 chiese rupestri
diffuse sul territorio materano.

I LUOGHI DEL CINEMA


Matera e il cinema una storia damore che inizia negli anni 50 e che non si
mai interrotta. Tanti film nazionali ed internazionali e tanti registi affascinati dalle
atmosfere e dai paesaggi della citt. Pasolini, Tornatore, Rossellini, Mel Gibson o
Catherine Hardwicke solo alcuni dei nomi che hanno scelto questo palcoscenico
per narrare storie di neorealismo, documentari, episodi biblici, commedie e melo-
drammi. Questi solo alcuni tra i tanti film girati: La lupa, di Alberto Lattuada- La
nonna Sabella, di Dino Risi-. I Basilischi, di Lina Wertmller- Il Vangelo secondo
Matteo, di Pier Paolo Pasolini- Made in Italy, di Nanni Loy - Allonsanfan, di Paolo
e Vittorio Taviani - Cristo si fermato a Eboli, di Francesco - King David, di Bruce
Beresford -Il sole anche di notte, di Paolo e Vittorio Taviani -Luomo delle stelle, di
Giuseppe Tornatore -. Del perduto amore, di Michele Placido- The Passion, di Mel
Gibson - Nativity, di Catherine Hardwicke.

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Han detto:

La citt di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle


quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le
case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza.
I lumi notturni la fan parere un cielo stellato. (Giovan Battista Pacichelli, sto-
riografo, 1634 1695)

Sono costruite lungo i fianchi di un avvallamento di forma ellittica,
dieci case una sullaltra come i posti di un teatro...
(Giorgio Berkeley, filosofo, 1685 - 1753)

Larcheologo invece visiter Matera per i suoi avanzi preistorici e non rester
disilluso, perch sotto questo
riguardo trover essere questo il territorio pi notevole, forse, in tuttItalia.
(T.H. Peet, archeologo, 1882 1934)

Le case si succedono dallalto in basso senza alcuna preordinata
disposizione ma in tal numero e per tale altezza che, osservate di
fronte, offrono una vista mirabilmente fantastica...
(Carmelo Colamonico, geografo, 1882 1973)

Delle citt in cui sono stato Matera quella che mi sorride di pi, quella che
vedo meglio ancora, attraverso un velo di poesia e di malinconia.
(Giovanni Pascoli, poeta, 1855 1912)

Essa senza dubbio una delle pi pittoresche dItalia, degna vera-
mente di essere conosciuta di pi.
(Giuseppe Lipparini, scrittore, 1877 1951)

Chiunque veda Matera non pu non restarne colpito, tanto espressiva e


toccante la sua dolente bellezza. (Carlo Levi, scrittore, 1902 1975)

Davvero rimasi sorpreso della bellezza e della nobilt antica di que-
sto antico aggregato edilizio, fra i pi antichi e meglio conservati di
tutta l'Italia. (Cesare Brandi, storico dell'arte, critico d'arte e saggista,
1906 1988)

Vi sono belle chiese, una cattedrale romanica con sculture barbariche, San
Giovanni, romanica e orientaleggiante; e sparso un po' ovunque, in chiese e
palazzi, il barocco.
Sembra che Matera si affacci a un sottosuolo scoperchiato e abitato, che
nell'insieme forma una citt maggiore. Una tale adunanza di semicavernicoli,
in cui si prolunga senza soluzione di continuit l'esistenza della preistoria,
non ha paragone in Europa, ed tra i paesaggi italiani che generano pi
stupore. (Guido Piovene , scrittore e giornalista italiano, 1907 1974)

Per, dietro la citt moderna mi colp allora, e mi colpir le volte che
spero di ritornarci, lo straordinario complesso dei Sassi, del Sasso
Caveoso e Barisano, che costituiscono un fenomeno davvero unico
al mondo.
(Gillo Dorfles, critico d'arte, 1910- )

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Un posto unico al mondo. [...] Come non ricordare quando venni a Matera con
Francesco De Gregori, a luglio del 2010. Il concerto fu rinviato per pioggia e
io ne approfittai con Francesco per conoscerla da vicino e recuperarla nella
memoria. Fu un giorno importante perch scoprii da vicino l'unicit di Matera,
un miracolo del tempo, di una felice armonia fra la storia e la contemporaneit.
(Lucio Dalla, cantante, 1943 2012)

La prima volta che ho visto Matera, ho perso la testa, era semplic


mente perfetta.(Mel Gibson, attore regista, 1956-)

vero, stato un mio insuccesso, ma lo rifarei da capo, perch mi


ha fatto scoprire una citt straordinaria come Matera, che altrimenti
non avrei mai visitato. (Richard Gere, attore, 1949-)

Matera un posto difficile da descrivere. difficile persino da foto


grafare. Sfugge alle definizioni, sguscia via tra uno scatto e l'altro, tra
parola e parola. Bisogna andarci. [...] un posto unico al mondo, che
va attraversato in silenzio, assorti, in modo da catturarne la bellezza
selvaggia, caotica, che sfugge a ogni definizione.
(Licia Troisi, scrittrice, 1980- )

Il luogo dove esiste il sole, il sole vero, il sole ferocemente antico


.(Pier Paolo Pasolini, regista scrittore, 1922-1975)

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GRASSANO
Ad osservarla dalla valle del fiume Basento, dalla zona giardini , cos chia-
mata per la abbondanza e delle coltivazione, Grassano si stende dolcemente
sulla linea della collina e sorniona scruta la vallata con i tetti e il campanile che
sembrano accarezzare il cielo. Storia nobile e popolare si incrociano. Grassano
Parco letterario Carlo Levi autore del Cristo si fermato ad Eboli che qui
venne mandato al confino dal regime fascista nel 1935. Tra le vie del paese si
sviluppa un itinerario a lui dedicato che ripropone momenti e situazioni descritti
dallartista torinese ricreando un gioco di rimbalzi narrativi e di memoria.
Civilt rurale e artigiana che non si persa, definita anche Citt del presepe,
Grassano vanta la presenza di un grande della tradizione presepiale. Qui opera
Franco Artese , maestro dellarte presepiale, famoso in tutto il mondo per le
sue realizzazioni ed esposizioni. Una sua opera in mostra permanete nella
struttura settecentesca di Palazzo Materi , un presepe di 40m ed altezza di 4,5
metri, con scorci della quotidianit lucana degli anni 50 e della civilt contadina
con statuine in terracotta vestite di abiti cuciti a mano. Ma Grassano anche
lunica Citt Melitense della Basilicata. Nel XIV secolo il casale di Grassano
viene donato allordine religioso cavallereschi monastico dei Cavalieri dellOr-
dine dellOspedale di San Giovanni di Gerusalemme poi noto come Cavalieri
di Malta. Lordine lo eleva a sede di Commenda. Da casale si trasform in un
centro agricolo florido e ben organizzato. Grassano diventa la pi ricca Com-
menda di Basilicata. Il monte frumentario prestava sementi ai contadini del posto
e si concesse la coltivazione libera delle ter-
Francesco Artese e larte del
re dietro un minimo corrispettivo. Del primo Presepe
insediamento dei cavalieri, il Palazzo Com- Artese nasce a Grassano nel 1957 ed
mendale o castello , costruito nel XIV secolo uno dei maggiori esponenti dellarte pre-
sepistica italiana.
come struttura fortificata, oggi visibile una La sua prima unopera risale al 1976
minima parte rispetto alloriginaria fisiono- per il Convento dei Frati Francescani di
mia. Alcuni crolli, la necessit di ampliare Grassano. Negli anni 80 realizza varie
opere nella citt in Italia e a soli 27 anni
gli spazi della Chiesa Madre,eretta proprio chiamato negli USA dove realizza un
dai cavalieri nel XVI secolo a ridosso del pa- presepe di 140 m nella chiesa Our Lady
lazzo, e la realizzazione del campanile ri- of Pompei a New York
Nel 1991 realizza un presepe nella Basi-
chiesero labbattimento di parti del palazzo lica superiore di San Francesco dAssisi;
Commendale. Lordine dei Cavalieri di Mal- nel 1999 lUNESCO gli commissiona un
ta ebbe influenza su Grassano fino a met presepe da allestire nel nuovo Museo
mondiale della Nativit di Betlemme e qui
del XVIII secolo. Divenne possedimento di realizza unopera avente come scenario i
Sassi di Matera.
Ormai noto e riconosciuta la sua arte,
nel 2012 realizza un grande presepe in
Piazza San Pietro a Roma, omaggio del-
la regione Basilicata a Papa Benedetto
XVI,. Le sue opere sono state esposte in
molti paesi del mondo, dalla Finlandia al
Brasile. A Grassano visibile unopera
permanente , con scorci del paese degli
anni cinquanta , con statuine in terracotta
vestite di abiti di fattura pregiata cuciti a
mano.
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diverse famiglie nobiliari e tra gli ultimi i Revertera, duca di Salandra, famiglia di
origine spagnola. La famiglia segu le alterne vicende dei Borbone e del Regno
delle Due Sicilie. Anche qui il fenomeno del brigantaggio ha avuto echi e pro-
tagonisti. I suoi boschi offrirono riparo a bande di briganti. Il 14 novembre del
1861 Crocco e il generale spagnolo Borjes affrontarono le milizie piemontesi in
uno scontro , anche alla baionetta, che perdur fino al tramonto.
Incamminandosi tra le sue strade e vicoli del centro storico si nota lalternanza di
chiese, palazzotti a case pi umili dette casedd, monolocali di piccole dimen-
sioni, e lammioni, sempre con un vano a volta ma pi ampie delle casedde.
La Chiesa Madre, dedicata a San Giovanni Battista e San Marco. Eretta nel XVI
secolo, era la cappella del Palazzo del Commendatore di Malta. Successiva-
mente venne ampliate, nel 700 e nell800, con laggiunta di due navate e linver-
sione dellorientamento della chiesa, si presenta oggi in stile barocco. Linterno
conserva organo intagliato del 1741 e un coro ligneo. Il belvedere antistante la
chiesa offre un panorama suggestivo, lo sguardo spazia dai monti del Pollino fino
ai mari dell Jonio. La Chiesa della Madonna del Carmine e il convento dellordine
dei Carmelitani venne fabbricato nei primi del 600 ma impedimenti permisero
lultimazione dei lavori a met 700. Nella chiesa sono di particolare interesse
il coro ligneo del 1744 e le settecentesche statuette lignee di San Francesco
dAssisi, SantAntonio da Padova, Ecce Homo, San Donato, San Vito e Santa
Lucia. Il chiostro con cisterna e il refettorio del convento conservano la loro for-
ma originaria e son ben con-
servati. Nel refettorio si notano
due affreschi di artista ignoto
che raffigurano lUltima cena e
le Nozze di Cana, mentre nel-
la lunetta esterna troviamo la
Madonna con il Bambino tra
gli angeli dipinta da un terzia-
rio francescano. La Chiesa di
Santa Maria della Neve ,cap-
pella extramoenia del XVI se-
colo, presenta un caratteristico
campanile a cipolla. L interno,
due navate, conserva un di-
pinto a olio del 700 raffiguran-
te una Nativit di sconosciuto
pittore di scuola napoletana.
Sull altare si trova un gruppo
scultoreo in legno policromo
raffigurante la Madonna del-
la Neve circondata da angeli
(1823), di Giuseppe Volpe. La
Chiesa della Madonna di Pom-
pei , detta anche Madunnedd,
cappella di fine 800 conserva 13
una particolare statua della Madonna. Il manufatto completamente snodabile
e labito in stoffa nera stellata con ricami originali. Della Chiesa del Purgatorio
demolita negli anni 70 visibile solo labside.Palazzi gentilizi arricchiscono le
vie di Grassano e tra questi spicca Palazzo Materi, costruito tra la fine del 700
e gli inizi del 1800. Ledificio a tre piani si presenta con un imponente portale
dentrata che immette in un largo cortile in cui si nota una cisterna per lacqua
piovana. In origine i locali a pianterreno erano adibiti a granaio e scuderia mentre
quelli ai piani superiori, ad abitazione. Attualmente custodisce lopera presepiale
del maestro Franco Artese. Loriginaria abitazione ottocentesca, situata al primo
piano, stata recuperata e presenta arredi autentici e i vecchi pavimenti in cotto
e in ceramica e la volta del salone affrescata con floreali. Il Palazzetto Bortoli
Leoni, originariamente era parte del palazzo Materi. Caratterizza questo edificio
la sua struttura torretta e la facciata arricchita da bifora. Palazzo Ruggiero resi-
denza del duca di Revertera, signore di Grassano si presenta con un imponente
portale. Colpisce lampio cortile interno e balconata. Nella piazza troviamo il Mo-
numento al Seminatore, opera dell artista grassanese Pietro Benevento, che ha
voluto rendere omaggio alla tradizionale attivit agricola dei contadini di Grassa-
no. Il Palazzo Commendale o castello era la dimora del Commendatore dellor-
dini monastico cavalleresco dei Gerosolimitani . detto poi cavalieri di Malta. La
Commenda di Grassano tra le pi ricche e fiorenti della Basilicata. Il palazzo ven-
ne eretto come struttura fortificata nel XIV secolo nel tempo si modificato assu-
mendo laspetto di un palazzo signorile. Una descrizione del 1737 lo rappresen-
ta con un ampio cortile dal quale si accedeva alla cappella, oggi chiesa Madre.
Al piano terra si trovavano i depositi e nel piano interrato erano presenti stalle e
grotte adibite a carceri. Agli appartamenti si accedeva tramite una scala in pietra.
Alcune camera erano affrescati con immagini dei Gran Maestri dellOrdine. Tra
crolli e abbattimenti per ampliare la chiesa Madre, oggi rimangono visibili resti
del piano terra e la strada commendale
Carlo Levi a Grassano.
che conduce ai Cinti. I Cinti, dal latino Il 15 luglio 1935 Carlo Levi viene condan-
Cintus proprio ad indicare delle mura di nato a tre anni di confino da scontarsi a
Grassano. Qui giunge il 3 agosto. Dopo
cinta, sono una serie di cantine, palmen-
alcuni giorni Levi scriveva: ... Grassano
ti, grotte e locali ricavati dalla collina su in cima a un colle a lentissimo declivio...
cui poggia labitato. Un percorso che si Le colline sono tutte oltivate a grano; per
i campi lavorano le trebbiatrici e passano a
sviluppa lungo su uno stretto sentiero si
cavallo i contadini per recarsi ai campi lon-
notano i resti delle mura di cinta. tani. E come gradevole contemplare dalla
mia stanza, attraverso le fitte reti antima-
lariche delle finestre, il passeggio sulla via
del paese, o il pacifico passar delle capre,
o veder le donne attingere acqua nei barili.
Grassano, citt piena di vita e vicino allo
scalo ferroviario, non appariva adatta per un
soggiorno di confino. ...Grassano mi pa-
reva quasi ricchezza, e la maggiore vivacit
della gente, il diverso dialetto, con i suoi ra-
pidi suoni pugliesi, mi davano limpressione
di essere quasi in una citt piena di vita...
. Per motivi di sicurezza venne trasferito
ad Aliano, localit pi isolata dellentroterra
materano
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GROTTOLE
Quando Mariolina Venezia intitolo il suo libro Mille anni che sto qui, vincitore del
premio Campiello, in cui si narrano le vicende di una famiglia di Grottole, pens
alla sospensione temporale che avvolge questi spazi. Grottole, infatti, appare
oscillante in una dimensione che avvolge il visitatore lasciandolo piacevolmente
smarrito. Sospesa sul colle che guarda le valli dei fiumi Basento e Bradano fa
fatica a rivelarsi eppure ha tante storie da raccontare. Non facile raccontare
questa storia a chi non conosce la valle del Basento, il cielo celeste come i colori
a matita dei bambini, i pendii che il grano rende verdi a primavera e gialli desta-
te, i fuochi delle stoppie, i tralicci per lestrazione del petrolio, i paesi agonizzanti
sulle colline, il volo del nibbio. (Mille anni che sto qui- Mariolina Venezia)
Frammenti e reperti di insediamenti preistorici sparsi per il territorio indicano una
continuit abitativa forse mai interrotta. In epoca magno-greca, Grottole era
colonia greca e con i romani, Cryptulae, ossia grotticelle, locali adibiti alla lavora-
zione dellargilla, divenne Municipium, posto sulla via Appia. Con il longobardi,
presumibilmente intorno al VII secolo avvengono le costruzioni fortificate del ca-
stello e di Altojanni, localit nei pressi dellabitato. Dallanno 1000 divenne feudo
normanno e di epoca in epoca pass alle varie signorie del tempo. Il geografo
arabo Al-Edrisi, nel 1154, la descrive come piccola ma popolata
Tra le stradine del centro storico si notano particolari e angoli suggestivi. Tra le
tipiche abitazioni ad un piano jrutt si ascolta il vociare della gente e gli odori
densi della cucina. Non difficile imbattersi in una sedia che mostra frutti di
stagione, improvvise vedute panoramiche o panni sventolanti stesi ad asciugare
che paiono fluttuare sulle pareti bianche delle case.
Un percorso che pian piano conduce alla scoperta di altre particolarit come la
Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore che con il suo campanile sovrasta il pa-
ese. La chiesa parte del nucleo conventuale guidato dai frati Domenicani. La
chiesa a tre navate, presenta opere di pregio. altari lignei, la cantoria ed il coro
del 700 e numerose tele tra cui spicca La Distribuzione dei Rosari e Madonna
con Bambino e SS. Giovanni Evangelista, opera di Carlo Sellitto (1581-1614).
Di pregevole fattura la statua in pietra raffigurante una Madonna con Bambino,
di scuola lucana.
Lannesso convento dei Frati Domenicani era munito di un frantoio, una cantina,
un mulino, una biblioteca. Importante centro culturale viene soppresso nel 1809
e acquistato nel 1812 da privati.
La chiesa di San Pietro apostolo detta anche chiesa del Purgatorio, perch ospi-
tava lomonima congregazione, contiene opere di rilievo come il rosone bronzeo
raffigurante la Madonna col Bambino e Angeli, e la tela Madonna con Bambino,
San Pietro apostolo ed Anime Purganti, di un ignoto pittore degli inizi del 700.
Carica di fascino la Chiesa dei SS. Luca e Giuliano, meglio conosciuta come
o Chiesa Diruta. Alta 39 metri e larga 20, era la chiesa parrocchiale di Grotto-
le, costruita a nei primi anni del 500 si offici fino alla met 1700. Visibile la
torre campanaria con lo stemma dei Del Balzo, rappresentato da una stella a
16 raggi. Sullarchitrave del portale principale realizzato da Giulio Carrara della
Padula nel 1595, presente lo stemma
La leggenda di Abufina
del Comune di Grottole e le sculture in Al castello legata la leggenda di
pietra dellEterno Padre e di 4 evangelisti. Abufina, la pi bella e la pi sfortuna-
La struttura sub i primi danneggiamenti ta ragazza mai vissuta a Grottole. Un
giorno Abufina, bellissima dama, rica-
a seguito di terremoti durante il 600. Il mava seduta accanto alla finestra del
tetto, molto probabilmente, croll intorno torrione: ella possedeva la pelle bianca
alla seconda met del 700 . Il sisma del come latte e pensava al suo amore,
Selepino, che combatteva in terra lon-
1980 ha contribuito a danneggiare i resti. tana. Allimprovviso, mentre era intenta
Le opere contenute sono state distribuite ai lavori domestici, avvert lo scalpitio
e conservate nelle chiese del borgo. Oggi di un cavallo; era un messaggero che
portava un plico che cos recitava:
la sua potente nudit potente crea unat- Vieni, Abufina, vieni da me; io che uc-
mosfera carica di profonda spiritualit. cido i nemici, me lamore mi uccide;
La Chiesa di San Rocco, gi detta di Santa vieni, Abufina, vieni da me: insieme con
te al castello di Grottole sol torner; f
Maria la Grotta. Linterno composto da presto, f presto.... E Abufina part,
tre navate. Nella navata maggiore con- ma il bianco cavallo, distratto dalle
servato un prezioso ed enorme polittico pietre luccicanti e scivolose del fiume
Basento, simpenn, e la bella fanciul-
dellartista Pietro Antonio Ferro, risalente la fu travolta nei vortici del fiume. La
al XVII secolo, raffigurante le Sette opere leggenda narra che il signore del ca-
di misericordia corporale. Nella navata di stello, per onorare la memoria di una
fanciulla, morta per andare incontro al
sinistra, lunica abbellita con stucchi, vi suo amore vi colloc una lapide (di cui
laltare di San Rocco e laltare della Ma- era possibile vedere fino agli inizi del
donna dellAssunta. Il culto nei confronti secolo scorso dei frammenti) con una
scritta: Ad Abufina la bella, che corse,
del santo pellegrino francese si svilupp cui fu dolce morire damore; questa
in tutto il territorio dopo la peste del 1655. torre che fu tua dimora, parli sempre
Il castello posto sulla collinetta del- alle genti di te. Ogni amante ti porga un
saluto, e si stringa al suo cuore lama-
la Motta, distaccata dal centro abitato. ta.... Ancora oggi il Basento, pentitosi
Si vuole edificato nell851 dal principe per aver distratto il cavallo bianco, pare
longobardo Sichinolfo di Salerno. Ma il che mormori ogni tanto il nome di Abu-
fina.
geografo arabo, Al-Edrisi (1099 circa
1165), geografo fa risalire la costruzione dei castelli di Grottole e Altogianni al
604 d.C., per opera dei Longobardi di Benevento. La struttura Presenta una torre
centrale, a base quadrata, e numerosi ambienti attigui che formano il corpo vero
e proprio del palazzo. Agli inizi dellOttocento la struttura era composta da 13 vani
soprani, 6 sottani, la stalla e la cantina. Di grande pregio il grande camino, posto
in prossimit della torre, abbellito di stucchi. A questo affascinante luogo legata
la leggenda di Abufina.
I ruderi della Torre di Altojanni, sono visibile a circa 12 chilometri di distanza dal
paese, nelle vicinanze del santuario di santAntonio abate. Si tratta di una vera e
propria citt medioevale, che scomparve, per cause ignote, probabilmente gi
nel XV secolo. Sono visibili i resti di una costruzione difensiva, di una chiesa e di
numerose fosse usate per la conservazione delle derrate alimentari.
Il Santuario di SantAntonio abate, risalente alla fine del Trecento, venne edificato
per volere della regina Giovanna. Si trova situato sulla sommit dellaltopiano di
Altojanni, poco distante dai resti archeologici dello scomparso centro abitato.
attualmente meta di pellegrinaggio il giorno 17 gennaio, festa liturgica del santo
egiziano.

Chiesa Diruta
Il mio luogo del cuore la Chiesa Di-
ruta, imponente chiesa del 1500 d.C.
danneggiata a causa dei vari terremoti,
oggi non fruibile a quanti la ammirano
dallesterno. E luogo misterioso e affa-
scinante, dal silenzio che cattura lanima
e gli scatti dei tanti turisti che vengono
per visitarla. Da piccoli vi entravamo di
nascosto per mostrarci coraggiosi, un
posto magico al quale sono legato da
affetto e radici antiche. L ebbe i natali
mio nonno Giacinto, eroe civile e mili-
tare, a cui venivo affidato nelle estati
della mia infanzia e che amorevolmente
si prendeva cura di me, lui che orfano
fin da bambino era stato cresciuto da
amorevoli zii sempre a Grottole.
Pietro Sarubbi ( attore e scrittore)
IRSINA
Irsina, in passato Montepeloso, si adagia su una collina che domina la valle
del Bradano. Gli sconfinati spazi, le dolci ondulazioni dei campi, le variet
cromatiche che mutano al cambio di stagione rendono il paesaggio unico che
regala sensazioni di infinito e meraviglia. Meraviglia che si rafforza passeggiando
tra le vie del borgo cinto da antiche mura.
La presenza di attivit umane testimoniata sin dallet del ferro. Con i greci e
i romani la localit assume per la sua posizione strategica, un ruolo, militare ed
economico, fondamentale. Nel medioevo, le popolazione della valle si rifugiano
nel borgo per proteggersi dalle scorrerie di ungari e saraceni. In uno di questi
assalti , nel 988, viene distrutta ma immediatamente ricostruita per volont
del principe longobardo Giovanni II di Salerno, detto il Maledetto. Alla morte
del principe il borgo passa sotto il controllo dei bizantini. I normanni, nel 1041,
conquistano Montepeloso e assegnano la citt al controllo di Tristano, cavaliere
normanno degli Altavilla. Nel 1123 viene eletta a sede vescovile e diviene un
centro di forte influenza politica ed economica in chiave antibizantina. Nel 1132
viene assediata e in parte distrutta dallesercito di Re Ruggero II di Sicilia e
ricondotta sotto il suo controllo. Le mura a difesa della citt nulla poterono
contro le macchine da guerra fatte costruire apposta del re normanno. Re
Ruggero fece edificare nuove mura a difesa della citt. Con il dominio svevo,
Federico II rafforz la difesa e costru un castello che secondo la leggenda don
a San Francesco. In seguito il castello viene adibito a convento, Di quellantica
struttura, oggi rimane visibile solo una piccola torre nei pressi di porta Arenacea.
Il borgo e le terre di Montepeloso hanno visto alternarsi diverse casate e famiglie
nobiliari come i Grimaldi, Guevara, Riaro, Nugents e Sforza. Palazzi nobiliari sono
sparsi per tutto il borgo antico cos come le chiese e angoli di pregio.
Salta subito agli occhi per i suoi contrasti architettonici la Cattedrale Santa
Maria Assunta, tra le strutture religiose pi interessanti della regione. Edificata la
intorno allanno 1000, nel tempo, subisce modifiche e rimaneggiamenti. Ultima

I Bottini
I Bottini, sono il frutto di alta ingegneria idrauli-
ca risalente al periodo greco romano. Si tratta di
una fitta rete di cunicoli ad altezza, uomo scavati
seguendo la falda sotterranea, utilizzata per la rac-
colta, la conservazione e la distribuzione dellacqua
sorgiva. Al centro delle gallerie presente un canale
attraverso il quale scorre lacqua alimentata dalle
varie sorgenti sotterrane Le gallerie sono scavate
su livelli diversi e sono arieggiate da un gruppo di
camini funzionanti come torri del vento. Il bottino di
Contrada Fontana formato da una galleria princi-
pale che raggiunge la larghezza di oltre tre metri, e
da cunicoli pi stretti ma molto pi lunghi che con-
vergono verso vasche di accumulo e distribuzione.
Attualmente, il sistema di bottini accessibile e visi-
tabile per comprendere il funzionamento di antiche
tecnologie per lincanalamento e distribuzione delle
acque.
quella del 1777 in stile barocco. Della struttura originaria possibile ammirare il
campanile e gli ipogei.
Linterno presenta tele del XVIII secolo di scuola napoletana e una fonte
battesimale in marmo rosso di cotonino mirabile per bellezza e per lavoro.
Visibile la statua lapidea raffigurante la Madonna col Bambino dello scultore
veneto Nicol Pizolo (1420 circa 1453) e la statua di SantEufemia che gli
abitanti la chiamano la Madonna anche se si tratta Eufemia di Calcedonia,
una martire del IV secolo. Lopera balzata al centro dellattenzione dopo che
alcuni studi hanno ipotizzato che lautore potesse essere Andrea Mantegna
(1431 1506). Per critici ed esperti darte, tra cui Vittorio Sgarbi, la statua di
SantEufemia sarebbe lunica opera scultorea finora conosciuta attribuibile al
pittore Andrea Mantegna mentre altri indicano come autore Pietro Lombardo
(anni 1430 Venezia, 1515). Lopera stata presentata in diverse esposizioni tra
cui tra il 2008 e il 2009 anche nelle sale del Louvre di Parigi. E tuttora al centro
di dibattiti e studi. Accanto alla cattedrale si sviluppa il Palazzo Vescovile.
Proseguendo tra le vie di Irsina si scoprono piccoli gioielli architettonici custodi
opere darte di pregio.
La chiesa di Maria Santissima del Carmine o del Purgatorio fu costruita nella
met del XVIII secolo. Composta di una piccola navata centrale, si possono
ammirare le tele raffiguranti la Madonna del Carmine e S. Michele e gli angeli
ribelli di Andrea Miglionico (1633 post 1735) e lAnnunciazione (1622) di Pietro
Antonio Ferro.
La chiesa del convento di S. Agostino (XVI secolo) contiene un prestigioso
dipinto su tela raffigurante le Nozze di Cana, attribuito ad Andrea Miglionico
(1633 post 1735). Da poco restaurato il chiostro del convento agostiniano si
presenta a navata unica con soffitto a capriata
Il convento di San Francesco era in origine un castello fatto edificare dallimpera-
tore Federico II di Svevia e donato al santo ed insieme alla chiesa. La chiesa del
convento, del XIII secolo, ad una sola navata, impreziosita da affreschi databili
intorno 1500. Lipogeo, adibito in un primo momento a cappella gentilizia e suc-
cessivamente ad ossario, un piccolo gioiello. Un ciclo di affreschi raffiguranti il
Redentore, lIncoronazione, lAnnunciazione, la Crocifissione e la Resurrezione,
adorna le pareti e
la volta.
Lopera, di artisti
locali ignoti del
XIV secolo, risente
dellinfluenza pitto-
rica umbro-sene-
se della scuola di
Giotto.
Al di fuori dal cen-
tro abitato situa-
to il santuario della
Madonna della
Piet, costruzione
risalente al XVII secolo a navata unica. Il portale in marmo intagliato imprezio-
sito con motivi geometrici ad intreccio ed elementi floreali e zoomorfi, inserito
allinterno di un bel portale dal gusto tardo rinascimentale. Nei pressi sono visibili
resti del monastero benedettino di S. Maria dello Juso eretta intorno allanno
mille su di un preesistente insediamento monastico greco.
Gli edifici gentilizi pi significativi, situati tutti nel Centro Storico, sono: DAmato
Cantorio, Nugent, Arsia, e Janora. Palazzo DAmato Cantorio edificato nel corso
del XV secolo, con facciata a bugnato, custodisce un vasto archivio privato di
interesse storici e documentale. Il Palazzo Nugent risalente al XIII secolo, era
una struttura fortificata che inglobava Porta Maggiore o di S. Eufemia, principale
accesso dellantica Montepeloso. Nel XVIII viene trasformata da roccaforte in
palazzo gentilizio. Allampia corte si accede attraverso un portale archivolto in
pietra lavorata. Il cinquecentesco Palazzo Arsia si presenta con uniscrizione
sullarchitrave del portale che recita IN CERERIS STUDIO ARSIA NOS PROLES
nellamore e nellagricoltura fondata la nostra famiglia degli Arsia.
Altre iscrizioni si trovano in parti del palazzo come a memoria e trasmissione
della filosofia della famiglia. Salendo la prima rampa su un portale a sinistra NOS
ALMAE CETERIS PREDO; MEMOR IPSA LABORUM; HAEC TRIBUTI DIVITIS
GERMINA BLANDA MEIS, non da approvazioni, ma dalla nostra fatica questi
chicchi che la divina Cerere ci ha donati, gradevoli al contatto delle nostre mani.
Altra iscrizione posta sullarchitrave del portone centrale HINC DISCE VIATOR;
EST QUOD DO CERTUM; QUOD TENEO AMBIGUUM, impara, o visitatore,
che quello che diamo agli altri ben usato, mentre ci che conserviamo per
noi meno sicuro.
Pizzicant
Iscrizioni che indicano il In occasione della festa della Madonna della Pieta, che si cele-
forte legame al lavoro, bra a maggio, si ripete lappuntamento con il Pizzicant o torri
alla terra e ai suoi frutti e umani.
Robusti giovani si tengono stretti con le braccia disponendosi
alla generosit. Palazzo in cerchio. Su di loro si arrampicano altri giovani fino a formare
Janora, presenta la parte una Torre la cui altezza varia da luogo a luogo. Non appena
alta della facciata in raggiungono lequilibrio, luno sulle spalle dellaltro, la Torre
inizia a ruotare su se stessa al ritmo di strofe che alludono al
bugnato. pericolo, sempre imminente, di un capovolgimento sociale. Nel
continuo ruotare coloro che sono sopra devono reggersi stretti
per non cadere, cos come chi sotto deve reggere con forza
chi sovrastante. Si procede in ampi giri circolari, che ese-
guendo una danza ritmica, coinvolge i fedeli in processione con
un canto tipico dialettale che recita: E ne pzzcand sembr
m sembr m e voi ca stet d sotto statv fort a mandn c
avet a scavazz tanda fech avt ave! (Questo il pizzicant,
sempre cos, sempre cos e voi che state di sotto reggetevi forte
a mantenervi, che se non vi reggete e cadete tante botte avrete)
a cui si risponde: E ne pzzcand sembr m sembr m e voj
ca stet da sop statV fort a non cade c avet da cade tanda
fech avet ave!... (E ne pizzicant sempre cos, sempre cos
e voi che state di sopra reggetevi forte per non cadere, che se
cadrete tante botte avrete...). Il Pizzicant in passato preve-
deva diversi gruppi definiti in base al mestiere dei partecipanti:
contadini, muratori, operai. Con ogni probabilit il pizzicant si
diffuse in queste regioni durante la dominazione spagnola. In
Spagna il gioco delle torri umane conosciuto dal XVII seco-
lo, ed diffuso soprattutto nella regione della Catalogna.
MIGLIONICO
Milo Magnus Miles Me Munivit Magnis Muris (Milone Milite Magno Mun
Miglionico di Magnifiche Mura)
La storia di Miglionico gravita su queste possenti mura e sul castello. Due sono
le ipotesi su Milo, costruttore delle magnifiche mura. La prima vuole che Milone
sia stato un valoroso guerriero e seguace di Pitagora ma soprattutto un atleta
e lottatore vissuto nel VI secolo a.C. , entrato nella leggenda per aver vinto
numerosi giochi olimpici e competizioni. Laltra ipotesi indica la fondazione di
una colonia militare ad opera di Milone da Taranto, un luogotenete di Pirro Re
dellEpiro che prese parte alla battaglia di Heraclea (208 a.C) nei pressi dellattuale
Policoro sulla costa jonica lucana, contro i romani. Scavi hanno portato alla
luce reperti enotri (sec. VI a.C.) e tracce sannite (sec. V a.C.). Nel 458 a.C. il
console romano Postumio Megello, con laiuto dei Lucani, espugn la fortezza
di Miglionico (la Castrum Milonia dei Sanniti) e la annesse a Roma. La battaglia,
ci racconta Tito Livio, fu cruenta con oltre 3000 Sanniti morti e 4200 prigionieri.
Nel periodo romano vennero innalzate altre mura dette Mura Melaniane che
inglobarono le preesistenti Mura Miloniane. Nel tempo le fortificazioni a difesa
del paese aumentarono allacciando tre diverse cinte murarie, intercalate da
numerose torri, e tre castelli. Lultima cinta in ordine cronologico riconducibile
al periodo Normanno nel XII secolo, le cui mura furono rinforzate da oltre 20 torri
merlate. . Oggi dei tre castelli visibile con tutta la sua imponenza il castello
detto del Malconsiglio, per le sinistre vicende che lo videro protagonista nel
1485. Il secondo venne adattato e adibito a convento per i frati francescani
(1439) e il terzo trasformato, nellottocento, in dimora signorile nei pressi di Torre
del Fico. La comunit di Miglionico, a dispetto delle difesa strutturale , sempre
stata molto accogliente e si relazionata e integrata con comunit semite,
greco ortodosse, brasiliane e turche .
La realizzazione del castello, o per meglio dire, del complesso castellano detto
del Malconsiglio, si presume sia avvenuta attorno allanno mille inglobando
una struttura preesistente. La struttura, nel corso dei secoli, ha subito diversi
interventi di modifica e ristrutturazione a seconda delle necessit dei proprietari
succedutisi. Nel
XV secolo diventa
propriet prima
degli Sforza, poi
dei Sanseverino.
Durante questa
fase si realizz
la congiura dei
Baroni (1485)
che pass alle
storia come uno
degli avvenimenti
pi cruenti del XV
secolo. Tra signori
e famiglie che nel
tempo si sono avvicendate nel possedimento di Miglionico e del suo maniero
troviamo un personaggio fortemente evocativo del Medioevo, Ettore Fieramosca
che nel 1504 ottiene il titolo di Conte di Miglionico.
La struttura odierna si presenta possente e con alte mura. Sono visibili sei torri,
tre quadrate, due agli angoli formate da doppie torri circolari e una perfettamente
tondeggiante. Linnalzamento di un secondo ha inglobato parte della merlatura
guelfa, visibile, oggi, solo nelle mura perimetrali. Il sistema difensivo del maniero
comprendeva anche un fossato e ulteriori mura che si collegavano con una
settima torre. Un ponte levatoio collegava lingresso al borgo. Nel 1857 il castello
venne acquistato in un asta pubblica e il nuovo proprietario cambi il punto
daccesso allinterno. Il vecchio ingresso, alla sinistra, dellattuale, si nota per la
presenza di figure feline che sovrastano lo stemma dei Sanseverino. Lampio
spazio interno abbellito da un pozzo Il Polittico di Cima da Conegliano giun-
finemente decorato e da un loggiato cui si se a Miglionico per volont di Don Mar-
accede da una delle due scalinate presenti. cantonio Mazzone parroco di Miglioni-
co, che lo acquist a Lipsia nel 11598.
Laltra scalinata conduce alla cappella Nel 1907 lo studioso Martin Wackerna-
dedicata a San Nicola da Myra. gel, confrontando il Polittico con la Pala
Numerose le sale e gli ambienti distribuiti al dragan (madonna dellArancio della
Galleria dellaccademia di Venezia,
primo e al secondo piano. Si distinguono 1496 circa) lo attribu a Giovanni Bat-
i grandi camini e le diverse volte, a botte, tista Cima, pittore italiano della scuola
a crociera e monofore con forte richiamo veneta del XV secolo, conosciuto come
Cima da Conegliano.( 1459 c.- 1518
arabo. Tra i locali pi affascinanti c quello c.)
in cui avvenne la congiura dei baroni detta Il Polittico, costituito da pannelli di legno
anche sala del mal consiglio e a sala della di pioppo, per la sua importanza e valo-
re stato pi volte sottoposto a restau-
stella per via della volta stella a otto punte ro, il primo risale addirittura al 1928;
che richiama tradizioni filosofiche cristiane il successivo al 1962, in occasione
e musulmane. Questa sala, anche se non dellesposizione in mostra a Treviso. Ne
sono seguiti altri che hanno permesso
esiste alcune riferimento storico a riguardo, che lopera giungesse nella sua straor-
era anche detta anche sala degli spiriti per dinaria potenza espressiva fino ad oggi.
scoraggiare eventuali ladri interessati alloro E formato da diciotto tavole disposte
in quattro ordini. Al centro troviamo la
che sembra fosse presente nelle nicchie. Madonna in trono col bambino sul cui
La chiesa madre di Santa Maria Maggiore piedistallo compare la scritta IOANES/
subisce nel tempo diverse variazione BAPTISTA/P/1499; ai lati, a figura in-
tera, troviamo S. Francesco dAssisi.
strutturali e modifiche estetiche. E S. Girolamo, S. Pietro e Sant Antonio
da Padova; nellordine soprastante, a
mezzo busto, S. Chiara, S. Ludovico,
S. Bernardino e S. Caterina dAlessan-
dria; nella cimasa il Cristo Passo tra
lAnnunciata e lAngelo annunciante;
infine, nella predella, Santi protomartiri
francescani. Manca la tavoletta centra-
le della predella in cui con molta proba-
bilit era raffigurata la Nativit.
Nel tempo i pezzi vennero separati e
nel 1782 il Polittico venne ricomposto
nellattuale cornice da una nobile fami-
glia di Miglionico, i quali aggiunsero nel
pannello in basso a destra, lo stemma
di famiglia.
composta da differenti fabbriche, almeno tre, bizantino, normanno e barocco. Nel
1516 la chiesa, elevata alla dignit di Insigne Collegiata. La facciata presenta
leggere arcate sporgenti, lesene e cornici che dividono il portale le finestre dal
portale, del XV secolo, riccamente decorato. Il campanile in stile romanico
arricchito da altorilievi rinascimentali raffiguranti San Pietro, San Paolo, la
Madonna con il Bambino e il Padre Eterno. Linterno si presenta a tre navate.
La navata centrale, pi alta rispetto alle laterali, venne ricostruita in pietra dopo
che un fulmine nel 1821 penetr allinterno della struttura e bruci la soffittatura
lignea ed il pregevole coro. Le navate laterali, pi basse, presenrano la volta a
crociera. Tra le cappelle che adornano la chiesa risalta quella di SantAntonio
da Padova, patrono di Miglionico. La cappella riccamente decorata presenta un
paliotto marmoreo napoletano settecentesco e i bassorilievi di S. Pietro e S. Paolo
con ai loro piedi, le raffigurazioni di Miglionico nel seicento. La cappella del SS.
Sacramento custodisce un vero capolavoro della del XV secolo, il Polittico di Cima
da Conegliano (1460 1518), che si compone di 18 tavole dipinte.
Di rilievo le altre opere presenti come: la statua rinascimentale in pietra di Santa
Lucia,di Aurelio Persio; la statua lignea seicentesca di San Raffaele di fattura
napoletana opera Paolo Catalano; le tele Vergine con Bambino e santi (1607) del
pittore lucano Pietro Antonio Ferro; la Vergine col Bambino, santi e committente,
presumibilmente del Palma il Giovane; lAnnunciazione (1751) presumibilmente
opera di Vito Antonio Conversi. Notevole anche il telone raffigurante LAssunzione
della Vergine.
Il Convento di San Francesco dAssisi sorto sui resti dellantico castello di Santa
Sofia, viene eretto nel 1439 per volont di Papa Eugenio IV. Fino al 1626 stata
sede dei Frati Minori dellOsservanza a
cui segu lordine dei Minori Riformati
che qui rimasero fino al 1812. Nel
1865 diviene propriet comunale.
Recenti restauri che hanno interessato
la Chiesa, hanno riportato in luce i
resti di un affresco del 1512, segni
della preesistente struttura e una
cinquecentesca Madonna da presepe.
Linterno luminoso, con semicolonne e
affreschi seicenteschi, impreziosito
da cappelle decorate e tele di pregio
come Verifica del cadavere di San
Francesco opera del 1618 Girolamo
Todisco.
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie
si nota per limponente cupola circolare
e il campanile a vela . In origine era
quasi completamente affrescata. Di
particolare rilievo scultura lignea
cinquecentesca Madonna del Latte
con il Bambino e laffresco secentesco
con la Nativit della Vergine che occupa lintera parete di fianco allaltare.
La cappella extraurbana della Trinit edificata su antichi luoghi di culto pagani.
Di particolare interesse poich interamente ornata da affreschi datati al 1466 . Gli
affreschi raffigurano la SS. Trinit, la Madonna in Trono con gli angeli musicanti,
San Luca e San Giacomo Maggiore; nel registro superiore SantAntonio da
Padova, Maria di Giacobbe, la Madonna in trono con il Bambino, Maria Salom
e Maria Maddalena. Sullaltra parete, nella parte inferiore, quattro santi non
identificabili e, in quello superiore, San Sebastiano, San Pietro, San Paolo e
Cristo Risorto fra due angeli. Completano il ciclo la Trinit fra due angeli adoranti
sullaltare e lAdorazione dei
Magi sulla controfacciata in
cima allingresso. La cappella
extraurbana della Porticella
sorge su un luogo di culto
dedicato in origine alla dea
greca Demetra. Linterno
presenta affreschi del 1500 ad
opera di un frate francescano
detto Romitone.
Il castello e la citt di Miglionico
sono entrati nella storia senza
chiedere permesso. Dal settem-
bre del 1485 per tutti il castello
sarebbe stato Del Malconsiglio
e labitato di li villani.male
consiglio .
Il re aragonese Ferrante, voleva
riformare lordine amministrativo
ed economico del regno. Nel Re-
gno di Napoli, che contava 1550
centri abitati, solo poco pi di un
centinaio erano soggetti al regio
demanio, mentre tutti gli altri
erano di esclusivo controllo dei
baroni in maggior parte angioini.
Tra laltro baroni e Chiesa erano
in stretta alleanza creando di fatto
una propria autonomia. Dopo un
Solo nella nomina di un valoroso periodo di conflitti e congiure, i
e famoso cavaliere, tutto sembr baroni convocarono un incontro
ritrovare rinnovato splendore. con il re a Miglionico per cerca-
Difatti, Ettore Fieramosca, a se- re una mediazione. Ma accadde
guito della Disfida di Barletta, nel che Il 13 dicembre del 1486 dalla
1504, veniva investito con un Di- via di Grottole, comune limitrofo a
ploma di Ferdinando il Cattolico Miglionico, fanti e cavalieri del re
del titolo di Conte di Miglionico, occuparono e le terre e il castello,
diploma che precisava: ..hecto- imprigionando i baroni li presenti.
ri ferramosce de Capua eiusque Questi vennero immediatamente
eredibus et succesoribus ex suo processati e giustiziati. Tutto av-
corpore legittime descententibus venne in modo talmente rapido e
in perpetuum damus traddimus spietato che Benedetto Croce de-
concedimus et elargimur terram fin lepisodio, detto de la congiu-
miglionici provintie basilicate ra, il pi terribile di tutti i drammi
cum onere et titulo comitatus.. del secolo XV.
MONTESCAGLIOSO
Soleggiata e splendente con i suoi campanili e palazzotti saffaccia su campi di
grano e girasole che destate risplendono di una luce particolare. Montescaglioso
non annoia con i suoi insediamenti antichi e rupestri, con la sua natura a tratti
aspra e selvaggia e i suoi campi ordinati e prosperi.
La sua storia caratterizzata da momenti solenni alternati a periodi di oblio.
Insediamenti erano gi presenti durante let del bronzo. Numerosi i ritrovamenti
di reperti, tombe, vasi, utensili datati al VII secolo a.C. Porta Schiavoni la traccia
visibile delle fortificazioni, risalenti al IV secolo a. C., che cingevano labitato nel
periodo della colonizzazione greca. La Civica Vetus, comera denominata, era
confinante con Metapontum centro economico e portuale molto importante e le
relazioni tra i due centri erano assidui e pacifici. Durante la seconda guerra punica
nel 207 a. C. gli abitanti di Metaponto dopo essersi schierati con Annibale furono
costretti ad abbandonare la citt e in molti trovarono ospitalit a Montescaglioso.
Qui pare abbia trovato rifugio anche Pitagora con i suoi discepoli, dopo esser
stato cacciato da Crotone. Con i romani il centro di Montescaglioso, o Civitas
Severiana, in onore dellimperatore Alessandro Severo, perde importanza
strategica e anche economica. Dopo un periodo di oblio, nel Medioevo ritorna pi
volte citata come Castrum Montis Caveoso. Diventa roccaforte bizantina. Con
la successiva dominazione dei Normanni, Montescaglioso rientra nei feudi degli
Altavilla e diventa una delle contee pi importanti del meridione. I benedettini,
favoriti dalla presenza dei normanni, sviluppano e incrementano una grande
comunit monastica che incider sulle sorti del territorio fino al 19 secolo. Altri
ordini si insedieranno, poi, nella cittadina come gli Agostiniani, le Benedettine,
i Cappuccini, consegnando allarchitettura urbana manufatti di pregio storico
che si integreranno con palazzine nobiliari a richiamo di una economia agraria,
commerciale e artigianale abbastanza dinamica. La presenza di famiglie
nobiliari e della borghesia benestante fece di Montescaglioso anche un centro
culturalmente vivace tanto che re Carlo di Borbone, nel 1753, qui in visita festeggi
il suo compleanno. Ma nellimmediato dopoguerra che la popolazione scrive
unaltra pagina importante della storia contemporanea. Dopo periodi di tumulti
e di lotte contro
i latifondisti, nel
1949 i contadini
incominciarono a
occupare i terreni
e negli scontri con
le forze dellordine
ci furono feriti e un
morto, Giuseppe
Novello.
Montescaglioso
anche conosciuta
come la citt dei
monasteri . Il pi
importante per
storia e ricchezza senza dubbio lAbbazia benedettina di San Michele Arcangelo,
si sviluppa sui resti dellacropoli della citt indigena e greca. Non si conosce con
precisione la data di costruzione ma alcuni documenti ne attestano la presenza
gi dal IX secolo d.C. Con la dominazione Normanna la comunit benedettina
ebbe un forte impulso culturale ed economico. Nel 1099, consacrata la nuova
chiesa dellabbazia dedicata allArcangelo Michele. Nel 1484 si succedono nuovi
ampliamenti che le conferiscono lattuale aspetto. Portali , colonne e capitelli
arricchiscono la struttura. Nei due chiostri sono presenti rappresentazioni in
stile tardo medioevale e rappresentazioni allegoriche. Un ricco ciclo di affreschi
adorna la biblioteca al primo piano. Nel 1784, i monaci in contrapposizione con
il feudatario si trasferirono a Lecce portandovi le opere darte, i volumi della
biblioteca e i documenti darchivio. Da qui avvenne il declino di una delle pi
imponenti strutture monastiche Sud che ha avuto, tra laltro, la presenza di una
insigne scuole di logica e di grammatica. La chiesa di SantAngelo consacrata
nel 1099 venne ricostruita nel 1590 e restaurata nel XVIII secolo. Secondo
antichi documenti, nella chiesa sono sepolti Umfredo conte di Montescaglioso
e la sua famiglia. Sullentrata c una statua Carnevale
raffigurante San Michele Arcangelo.La Montescaglioso un luogo in cui i sim-
Chiesa Madre documentata gi a inizio XIV boli del passato seguitano a essere una
secolo. La struttura subisce dei crolli a fine presenza tangibile nella quotidianit dei
suoi abitanti; i ritrovamenti archeologici,
700 e si ritenne pi funzionale alle esigenze labbazia, le chiese, i palazzotti. Da epo-
della comunit edificarne un ex novo. La che lontane, insieme ai segni materiali
consacrazione del nuovo edificio, dedicato ecevisibili tutto lanno, riecheggiano trac-
immateriali come il Carnevale. Qui,
ai Ss. Pietro e Paolo avviene nel 1823. esso, mantiene intatti odori e scene che
Presenta imponente con un campanile alto rimandano le lancette del tempo indietro
44 metri. Linterno, in stile tardo barocco, di secoli. Si possono leggere antichi riti e
le relazione con lambiente agro-pasto-
arricchito dalla presenza di un organo rale. Il mattino del marted grasso, detto
appartenuto allordine benedettine presente anche carnevalone, i rintocchi chiassosi
a Montescaglioso, da una serie tele dei campanacci, suonati dai ragazzi per la
strada, annunciano linizio dei festeggia-
attribuite a Mattia Preti (1613 1699), tra i menti. Un corteo mascherato e festante
maggiori esponenti della scuola napoletana, si incammina tra antichi e nuovi rioni.
rappresentanti Le Nozze di Cana, Carnevalone, re del carnevale, in groppa
ad un asino, avvolto in un mantello nero e
Cena a casa di Simone, La Nativit e con in testa una cappellaccio, accom-
Ladorazione dei Magi. La chiesa di San pagnato da sua moglie Quaremma, vesti-
Rocco, del XVI secolo, era una chiesa ta di nero e simbolo della quaresima, e
dal figlio Carnevalicchio, prossimo re del
extramoenia realizzata su un luogo sepolcrale carnevale. Il corteo composto anche da
altre maschere, chiede agli abitanti offer-
te che serviranno per il pranzo finale; ad
un rifiuto interviene minacciosa una parca
che trascina una corda e un fuso, simboli
del percorso umano. Il vecchio e stanco
Carnevalone alla fine dei festeggiamenti
morir, bruciato in piazza, ma lo far con
la pancia piena. Bisogna appagare gli ap-
petiti. Domani Quaresima. Scoccata la
mezzanotte, infatti, dalle campane della
Chiesa Madre, si odono cupi e minacciosi
40 rintocchi che indicano la fine de ba-
gordi e linizio della Quaresima.
magno greco. Nel 1827 un terremoto la distrusse in parte e prontamente venne
ristrutturata. Il convento di SantAgostino edificato nel Quattrocento, si sviluppa
su tre piani. Lordine godeva di gran prestigio e influenza, infatti, gli agostiniani
si occuparono in gran parte delleducazione dei figli delle famiglie benestanti.
La chiesa di SantAgostino conserva una tela che rappresenta la predica del
Battista di Pasquale Richio datata 1590. La chiesa del Crocifisso del secolo
XVII, presenta una facciata, molto semplice, con campaniletto a vela. Linterno
presenta ununica grande navata, decorata con motivi floreali. Il convento dei
Frati Cappuccini venne edificato nel XVI secolo. Nel 1861 divenne propriet
dello stato fino al 1902 quando lOrdine lo riacquist dallo Stato. La chiesa
della Madonna delle Grazie, o Santa Maria in Platea, la chiesa pi antica di
Montescaglioso e venne donata nel 1065 dai Conti Normanni allAbbazia di S.
Michele Arcangelo La facciata in stile romanico pugliese, linterno a navata
unica arricchito da un ciclo di affreschi, risale al 1626. Duranti lavori di restauro,
nella parte degli altari laterali , sono venuti alla luce altri affreschi, datati 1523.
La chiesa di Santo Stefano stata costruita nel XI secolo e restaurata nel XVI.
A pianta centrale, presenta un portale con basamento in tufo e due colonne
provenienti da un altare di epoca barocca. Le colonne poggiano su basi di tipo
rinascimentale. I capitelli che le sormontano sono di epoca tardo medioevale.
La chiesa e il monastero Benedettino femminile della SS. Concezione uno dei
maggiori complessi monastici Benedettini femminili della Basilicata. Si sviluppa
nel XVII secolo attorno alla preesistente chiesa della Santissima Concezione.
Si trasforma da orfanotrofio a monastero di clausura per volont dei feudatari
del posto che qui fanno prendere i voti alle
Cucibocca loro numerose figlie. Il monastero di clausura,
Dei particolari personaggi si aggirano
tra le strade di Montescaglioso nella adotta la regola benedettina cassinese e nel
notte dellEpifania. Sono i Cucibocca secolo XVIII lelevato numero di monache
cui origini si perdono tra le nebbie del presenti ne determiner lampliamento
tempo. I Cucibocca , alla vigilia dellE-
pifania, al riparo delle luci della sera, strutturale. La chiesa a navata unica conserva
appaiono agli abitanti indossando un le statue processionali del venerd Santo
lungo mantello nero, un copricapo e elintero corredo di paramenti sacri realizzati
il viso nascosto da una folta barba
bianca. Trascinano rumorosamente dalle stesse monache. Resti di strutture
una catena sul selciato e bussano alle militare come parte del castello, la cinta
porte delle case per chiedere doni. muraria normanna, le torri e le porte dingresso
Hanno in mano una lanterna e un ago
con il quale minacciano di cucire la sono ben riconoscibili anche se inglobate
bocca dei bambini che incontreranno nella successive edificazioni dellattuale centro
lungo il cammino.Questi spaventati si storico.
rifugiano nelle case, intimoriti dalla fi-
gura tenebrosa e dalla sua minaccia.
Momento, forse, che richiama la fine
delle festivit natalizie o un frammento
di una rievocazione popolare dellec-
cidio dei bambini da parte di Erode,
ai tempi della nascita di Ges.Certo
che da sempre i bambini, attenti a
non aprir bocca, desiderano con ansia
e paura che i Cucibocca passino oltre
la loro casa. Lindomani, scampato il
pericolo, potranno ricevere i doni por-
POMARICO
Lazzurro del cielo, un albero colmo di frutto su colli verdeggianti e due pesci
ad indicare i fiumi Bradano e Basento, questo lo stemma di Pomarico che
racchiude i colori e le atmosfere di un paese circondato da valli fertili e colline
generose.
Lattuale sito di Pomarico sembra nascere come conseguenza delle scorribande
dei saraceni che interess sud Italia durante il IX secolo. Gli abitanti di due
localit distinte, Pomarico Vecchio e di Castro Cicurio , per meglio proteggersi
dagli attacchi si trasferirono verso linterno in un punto strategico per controllare
meglio il territorio e qui si fusero in un unico nucleo. La comunit pass sotto
il controllo dei Normanni (1034) e venne assegnata a Guglielmo dAltavilla, il
maggiore dei figli di Tancredi, noto come Guglielmo Braccio di Ferro (1010 ca.
1046). Nel corso del tempo si avvicendarono nel possesso gli svevi, gli angioini
e gli aragonesi.
La peste bubbonica del 1656 risparmi gli abitanti di Pomarico. Venne istituito
un ferreo cordone sanitario che evit la diffusione nel centro. I fedeli, pensarono
ad un intervento miracoloso di San Michele Arcangelo e murarono pezzi prelevati
dalla grotta- santuario nel Gargano,
dove il santo era apparso nel 493, La Canzone di Zeza
nelle parti pi alte del paese. A Napoli tra il 1500 e 1600 si diffonde La
Il centro storico un reticolo di canzone di Zeza. Dopo qualche decennio la
sua rappresentazione viene proibita per le
viuzze, scalinate e strade abbellite mordaci allusioni e per i detti troppo licen-
palazzotti, il cui cuore conosciuto col ziosi e osceni.
nome di rione Castello, custodisce i Vietata a Napoli, La canzone di Zeza trova
resti dellantico fortilizio. spazio in altre localit e tra queste vi anche
La Chiesa Madre, intitolata a S. la lontana Pomarico.
Nel periodo di carnevale, infatti, un gruppo
Michele Arcangelo, patrono del di amici, rigorosamente uomini, si travestiva-
paese, venne iniziata nel 1748 in una no con costumi cari alla farsa napoletana e
zona che non fosse a rischio frane inscenavano tra le vie della citt La canzone
appena fuori dallabitato dato che la di Zeza.
La rappresentazione si basava su pochi per-
vecchia chiesa matrice dava evidenti sonaggi tra i quali: Pulcinella e sua moglie
segni di cedimento a causa del suolo Zeza, popolana arguta e licenziosa, da cui
poco stabile. prende nome la rappresentazione, la loro
Questa appare allimprovviso, figlia Vincenzella e un suo innamorato, lo
pronta ad accogliere e sorprendere studente don Nicola. E una vicenda semise-
ria imperniata sul classico matrimonio con-
il visitatore e i fedeli. La sua facciata trastato e risolto dal tradizionale lieto fine.
barocca e ondulata sembra voglia Gli attori si muovevano tra vie del paese, e
abbracciare e il suo sagrato invita qui tra gli slarghi, nelle piazzette , ai crocevia,
ad entrare. Lalto campanile centrale davano inizio alla rappresentazione ben ac-
colti da un pubblico che li seguiva di strada
(35 metri) venne terminato quasi in strada e che non faceva mancare loro del
cinquantanni dopo linizio dei lavori. buon vino da bere.
Il terremoto del 1980 la danneggi e A volte la rappresentazione era accompa-
venne chiusa al culto fino al 1994. gnata dalla musica di qualche strumento
Linterno, con tre navate a croce suonato da gente che si accodava agli attori
e che tentava di accompagnare i toni e le
latina, si presenta ricca di stucchi e impostazioni della voce dei protagonisti.
decorazioni opera di artisti lombardi. Pier Paolo Pasolini, con la consulenza di En-
Colpiscono il pulpito in tardo barocco nio Morricone, riconobbe il valore e la par-
di scuola napoletana e il prezioso ticolarit della canzone di Zeza e la inserii
come commento musicale nel film Il Deca-
organo a tre campate riccamente meron.
intagliato e dipinto. Si notano anche
delle tele di pregio come la Madonna con Bambino del napoletano Tedoro
Derrico, la Maddalena con un teschio innanzi a s opera Andrea vaccaro
(1598-1670 ca.) e , lImmacolata, la prima opera documentata di Pietro
Antonio Ferro, tra i maggiori artisti lucani del XVII secolo.
Il convento di S. Antonio, venne edificato nel 1600 dallordine francescano dei
padri osservanti e subito venne dopo ceduto ai Padri Minori Riformati che vi
rimasero fino al 1866. Oggi sede del Municipio, ha subito nel corso dei secoli
vari rimaneggiamenti. Sulle pareti interne del chiostro possibile osservare due
meridiane e tracce di affreschi.
Annessa vi la Chiesa di S. Antonio, il cui interno a due navate, in stile barocco
e riccamente decorato con stucchi, conserva un coro ligneo del 1770. Presenta
tele di pregio come lAnnunciata e lArcangelo Gabriele di Pietro Antonio Ferro
e la Maddalena penitente, S. Antonio, S. Apollonia, S. Carlo e S. Rocco e la S.
Lucia di Domenico Guarino pittore attivo nel XVIII secolo.
Chiesa dellAddolorata si trova nella parte pi antica del paese, laddove
si insediarono i primi abitanti in fuga da Pomarico Vecchio e Castro Cicurio.
Edificata nel 1450 su una struttura preesistente stata la Chiesa Madre fino XVIII
secolo. Venne intitolata inizialmente a Santa Margherita e successivamente alla
Madonna dellAddolorata. La facciata si presente sobria e scarna.
Linterno custodisce un prezioso organo settecentesco.
Palazzo Marchesale costruito sul finire del 700 per volere della famiglia
Donnaperna di Tursi che acquisirono il feudo di Pomarico. E una vigoroso
struttura, su tre piani, con un ampio cortile interno. Al piano superiore, dedicato
alla residenza baronale, di eccezionale pregio artistico il salone Rosa, con
presenta le volte dipinte a tempera. In alcune stanze del palazzo, oggi sede del
museo della civilt contadina, rivivono tanti attrezzi da lavoro e oggetti di vita
quotidiana. Oggi il simbolo di una collettivit che vuole recuperarne la memoria
e la identit. Palazzo Glionna residenza della nobile casata ,cui prende il nome ,
risale alla met del 700 e ed situato in quella che allepoca era una posizione
centrale del borgo, nei pressi della Chiesa Madre a cui si richiama in alcuni motivi
architettonici. La struttura decorata da mensole, mondanature, con archi e una
loggia che le conferiscono un aspetto armonioso.
Sito archeologico di Pomarico Vecchio e
Castro Cicurio sono situati ad una decina Pomarico San Michele e il mira-
di chilometri dallattuale Pomarico. colo del grano
A Pomarico San Michele Arcangelo si
Ben visibili i ruderi di unantica citt indigena festeggia l8 maggio, nonostante il ca-
ellenizzato della antica Lucania con mura di lendario liturgico indichi la data del 29
cinta e torre campanara. Tutto fa supporre settembre, poich in questa giornata
che fosse un piccolo fortilizio per difendersi e accadde un miracolo che salv gli abi-
tanti da un terribile carestia.
avvisare di eventuali attacchi o scorribande. Si narra che, nel 1757, in un periodo di
Recenti studi e scavi hanno individuato un forte carestia sia giunto a Pomarico un
impianto urbano e spazi per la funzione commerciante di grano. Questi era ve-
religiosa confermata dal ritrovamento di nuto per consegnare una grande quanti-
piccolo tempio lapideo. t di grano stipata su 8 carri per sfamare
la popolazione. Il grano era stato lui ordi-
Bosco della Manferrata si estende per oltre nato da un tale Michele di Pomarico che
cinquecento ettari tra querce e alberi ad in pegno gli aveva offerto un anello con
alto fusto. Il sottobosco ricco di bacche diamante. Il popolo, alla notizia che era
ed erbe selvatiche. In questisola verde giunto tutto quel grano, si rec presso
il Colle di Sisto, dove erano stazionati i
trovano rifugio molti animali selvatici come carri pieni di grano. Considerata la fame,
il tasso, la volte, la lepre e molte specie di i pomaricani cominciarono a fare incetta
volatili. Da qualche tempo si sono avvistati di sacchi di grano anche lottando tra di
anche dei lupi che stanno ripopolando il loro. Da qui il nome LA LOTTA data a
territorio dopo un periodo di assenza. questo momento della festa patronale. Il
popolo, intanto, comunque felice di aver
ricevuto tutto quel grano, volle sapere
chi fosse il benefattore. Il commerciante
cerc di spiegare ai pomaricani le fat-
tezze delluomo e questi cercarono tra
tutti i Michele del paese senza successo.
Qualche pomaricano pens che lunico
Michele rimasto fosse lArcangelo la
cui immagine venerata nella Chiesa
Madre a lui dedicata. Il commerciante
fu accompagnato in Chiesa e riconobbe
in San Michele la persona che gli aveva
ordinato il grano. Infatti allanello infilato
al dito della statua mancava il diamante
che il commerciante riconsegn al clero
per riapplicarlo al suo posto.
Durante la festa, un cero di grandi di-
mensioni precede la statua del Santo
per tutta la processione insieme alla
banda musicale. La processione si iner-
pica per ripide e strette stradine fino al
rione castello, la parte pi alta il cuore
antico di Pomarico. Nel pomeriggio San
Michele viene portato in cima al Colle di
Sisto dove rimane fino a sera. Tra strade,
illuminate a giorno con le luci di migliaia
di lampadine multicolori delle luminarie,
San Michele, posto su un carro tionfale,
torna a sera inoltrata in paese.
Calendario Eventi

Gennaio
5 Gennaio: Montescaglioso, La Notte dei Cucibocca (tradizioni) la-notte-del
cucibocca

6 gennaio: Pomarico, Concerto dellEpifania (musicale) Appendice invernale


e natalizia del Vivaldi Festivalestivo

Febbraio
Febbraio/marzo: Montescaglioso, Edizione del Carnevale Montese

febbraio/marzo: Grottole, Carnevale Grottolese

Marzo
19 marzo: Montescaglioso, Fal di S. Giuseppe (tradizioni)

25 marzo: Montescaglioso, Fal dell Annunziata (tradizioni)


marzo/ aprile Montescaglioso, I Riti della Settimana Santa (religioso)

Aprile
marzo/aprile: Pomarico, Dramma Sacro La passione di Cristo(religioso)
Maggio

1 maggio: Montescaglioso, Pellegrinaggio Madonna della Murgia (religioso)

3 Maggio: Miglionico, Festa SS. Crocifisso (religioso)

Prima settimana di Maggio: Grottole, Festa del Crocifisso (religioso)

7 8 9. Maggio : Pomarico Festa Patronale San Michele Arcangelo (religioso)

Maggio o settembre: Grottole Tradizionale festa di S. Antonio Abate (religioso)

Ultima domenica di maggio: Irsina, La festa della Piet ed il pizzicant, (religioso)


(tradizioni)
Giugno

Giugno: Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri: Festa della
Transumanza (tradizioni)

La domenica prima del 13 giugno: Grassano, SantAntonio da Padova e S.


Vito (religioso)
Giugno: Grottole, Musical Pinocchio (animazione)

Agosto
14. Agosto: Miglionico , La Congiura dei Baroni (Rievocazione Storica)

15. Agosto: Irsina, I Sand Rocc (musicale, enogastronomico)


15 16 17. Agosto: Grottole, Festa Patronale di S. Rocco e SS Maria
Assunta (religioso)
17 18. Agosto: Irsina, Sagra del Vino e della Lumaca (enogastronomico,
musicale)

20. Agosto: Montescaglioso, Festa Patronale di S. Rocco(religioso)

Pomarico: Agosto,Pomarico Vivaldi Festival (musicale)

Irsina, Motoraduno (sportivo, enogastronomico)

Agosto e/o dicembre : Grassano, Madonna della Neve (religioso)

Agosto: Irsina U Capund manifestazione sulla tipica pasta irsinese fatta a


mano (gastronomico)

Agosto: Montescaglioso, La Cavalcata del Borbone (Rievocazioni Storiche)

Settembre
9. Settembre: Miglionico , Festa della Madonna Della Porticella (religioso)

16. Settembre: Miglionico, La Sagra dei Fichi Secchi (enogastronomico)

Settembre: Irsina, Festa Patronale S.Eufemia e Maria Santissima della


Provvidenza (religioso)
Settembre: Grassano , Festa Patronale di SantInnocenzo (religioso)

Settembre: Montescaglio, Fiera di San Michele (fieristico)

Ottobre
7. Ottobre: Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri: Festa
degli Aquiloni (animazione)
13 14. Ottobre: Grottole, Tradizionale Fiera di S.S. Luca e Giuliano (fieristico)

Dicembre
16. Dicembre: Montescaglioso, Sagra della Pettola (gastronomico)

17 Dicembre: Pomarico , Mostra dei Presepi (religioso)(artistico)

22 23 Dicembre: Pomarico, Concorso Corale di Musica Sacra (musicale

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