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Costantino VII Porfirogenito

De Administrando Imperio
(Amministrazione dellimpero)


(Al nostro proprio figlio Romano)

948/9521

1 Traduzione, dalle versioni in inglese e francese, e note: @ associazione culturale Larici.

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Proemio
Un uomo saggio rallegra suo padre1 e un padre affettuoso trova piacere in
un figlio saggio2. Dio d il potere di parlare, quando necessario, e aggiunge
un orecchio per sentire3. Perch in Lui il tesoro della sapienza, e ogni dono
perfetto da Lui proviene4. Egli rafforza i re sui loro troni e d loro un potere
su tutto. Or dunque, ascoltami, figlio mio, perch penetrato il mio
insegnamento, tu sarai saggio tra i prudenti e riconosciuto prudente tra i
saggi; il popolo ti benedir e tutti i popoli ti proclameranno beato.
Ti dir che cosa conviene prima di tutto sapere e assumere per dirigere
abilmente un impero. Studia le cose oggi e informati delle cose di domani,
alfine di accumulare unesperienza e un giudizio sicuro, e tu sarai il pi
competente del tuo dominio. Ecco, ho preparato per te un insegnamento
affinch, cos dotato di esperienza e conoscenze puntuali per consigli attenti
e di buon senso, tu non possa commettere errori: in primo luogo, [ti
indicher] come ogni popolo pu aiutare o danneggiare i Romani5, come
devastare con la guerra e sottomettere una o pi persone, in seguito
[parler] del loro temperamento avido e insaziabile e dei doni che essi
esigono senza misura; poi degli altri popoli e delle loro differenze, origini,
abitudini, costumi, dellubicazione e del clima del territorio che occupano
con la descrizione geografica e la dimensione; inoltre [racconter] alcuni
avvenimenti che si sono verificati in tempi diversi tra i Romani e questi
diversi popoli e, continuando ancora, [ti dir] quali riforme sono state
introdotte in tempi diversi nel nostro stato e in tutto limpero romano.
Queste cose le ho considerate nella mia saggezza e voglio portarle alla
tua conoscenza, mio amato figlio, affinch impari a conoscere ciascun
popolo per sapere come bisogna trattare con loro e governarli, come
condurre fra loro la guerra o respingere i loro attacchi. E i popoli rimarranno
stupiti davanti alla tua grandezza e ti fuggiranno come il fuoco, la loro bocca
rester imbavagliata e le tue parole le percepiranno come ordini. Il tuo
aspetto sar per loro terribile e davanti a te un fremito li coglier.

1 Proverbi, 10,1.
2 Proverbi 17,21. Costantino VII si rivolge al figlio Romano (939-963), che sar imperatore
bizantino dal 959.
3 Isaia 50.4.
4 Proverbi 2,6; Lettera di Giacomo 1,17.
5 Qui e in tutto il testo sono detti Romani i Bizantini.

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LOnnipotente ti riparer con uno scudo, il tuo Creatore ti colmer di


sapienza, guider i tuoi passi e ti render invincibile. Il tuo trono davanti a
Lui sar come il sole, e i suoi occhi saranno fissi su di te, e le avversit non
avranno alcuna presa su di te: Lui stesso ti ha eletto, ti ha scelto fin dal
seno materno, ti ha affidato, ritenendoti il migliore, il suo regno su tutti gli
uomini e ti ha elevato come una torre su una collina o come una statua
doro su una altura o come una citt su una montagna, in modo che le
popolazioni ti portino dei doni e che gli abitanti della Terra si inchinino
davanti a te.
Ma, Signore, mio Dio, il cui regno imperituro, eterno, sii la guida di colui
che per te nato da me, fa che il tuo volto sia girato verso di lui, che il tuo
orecchio sia teso verso la sua preghiera, che la tua mano lo protegga, che
egli regni per la verit, che la tua destra gli indichi il cammino, che le sue
vie siano dirette alla tua presenza per mantenere i tuoi comandamenti, che
davanti a lui cadano i suoi avversari e i suoi nemici lecchino la polvere, che
il suo tronco sua ombreggiato dalle foglie di una gran posterit e che
lombra dei suoi frutti si diffonda sulle montagne reali, perch attraverso
Te che regnano i re e che essi ti lodano per leternit.

1. I Peceneghi: come, in pace, possono essere utili allimperatore


dei Romani
Ora ascolta, figlio mio, queste cose che a mio avviso tu non devi ignorare,
ma impararle se vuoi accedere al potere. Io sostengo infatti che se
listruzione un bene per tutti, compresi i nostri sudditi, lo soprattutto per
te, che devi pensare alla sicurezza di tutti, orientare e guidare la nave di
questo mondo. E se per definire il mio argomento, ho seguito il sentiero
battuto dalle parole, per cos dire, scrivendo in prosa, chiara e banale, non
stupirti, figlio mio. Perch io non ho cercato di ostentare una bella scrittura
aureolata di stile attico ed enfasi sublime, ho piuttosto voluto insegnarti,
con propositi didattici e familiari, quelle cose che tu non dovrai mai
disconoscere, io credo, e che possono facilmente apportare lintelligenza e la
prudenza, frutti di una lunga esperienza.
Penso dunque che sia sempre preferibile, per limperatore dei Romani,
essere portato a mantenere la pace con il popolo dei Peceneghi 1 e a
concludere accordi e trattati di amicizia con loro e a inviare loro, ogni anno
da parte nostra, un apocrisiario2 con doni degni di questo popolo, e di
prendere in cambio delle precauzioni, ossia degli ostaggi e un
rappresentante, che saranno tenuti sotto la responsabilit del ministro
competente di questa citt protetta da Dio; solo allora essi potranno godere
di tutti i benefici e dei doni appropriati che sar gradito allimperatore
dispensare loro.

1 Popolo nomade di origine turca che compare alla frontiera sud-est dellimpero cazaro
nellVIII secolo e si installa nel X secolo a nord del Mar Caspio.
2 Ambasciatore imperiale bizantino.

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I Peceneghi sono i vicini del distretto di Cherson3 e, se essi non sono ben
disposti verso di noi, sono capaci di incursioni e di razzie contro Cherson,
arrivando anche a devastare la citt e i suoi dintorni.

2. I Peceneghi e i Rus2
I Peceneghi sono i vicini dei Rus e mercanteggiano anche con loro;
spesso, quando i due popoli non sono in pace, essi saccheggiano la Rus, e
fanno un male e un danno notevoli.
I Rus si prodigano grandemente per mantenere la pace con i Peceneghi,
perch comprano bovini, cavalli e pecore e ci che rende loro la vita pi
facile e piacevole, perch nessuno degli animali menzionati si trova in Rus.
Inoltre, i Rus sono totalmente impediti di andare a fare la guerra oltre i loro
confini, a meno che non siano in pace con i Peceneghi, perch una volta
lontano dalle loro case, questi ultimi possono invadere, distruggere e
devastare i loro beni.
per questo che i Rus, sia per evitare le devastazioni che per la forza di
questo popolo, sono i pi preoccupati di essere sempre loro alleati e di
averli come sostegno, alfine di poter sbarazzarsi ben bene dei loro nemici
sfruttando il vantaggio del loro aiuto.
I Rus non possono ottenere nulla dalla citt imperiale dei Romani, sia per
la guerra che per il commercio, se non sono in pace con i Peceneghi, perch
quando i Rus, nelle loro imbarcazioni, giungono alle rapide del fiume essi
non le possono attraversare, se non tirano fuori le loro barche dallacqua e
se le caricano sulle spalle, cosicch il popolo dei Peceneghi li attacca, e
poich essi non possono resistere a due mali insieme, esso li disperde e li
massacra.

3. I Peceneghi e i Turchi
Anche la trib dei Turchi teme grandemente i Peceneghi perch essi li
hanno spesso vinti e sono stati vicini allo sterminio. E quindi, i Turchi
sempre guardano i Peceneghi con terrore, essendo da loro racchiusi.

4. I Peceneghi, i Rus e i Turchi


Finch limperatore dei Romani in pace con i Peceneghi, n i Rus n i
Turchi possono venire in armi sui territori romani, n possono pi esigere
dai Romani, come prezzo della pace, delle ingenti somme di denaro o di
beni, perch temono il potere e la forza di questo popolo che limperatore
pu rivoltare contro di loro mentre si battono contro i Romani. Perch i
Peceneghi, una volta fatta amicizia con limperatore e guadagnata grazia
con lettere e doni, possono facilmente invadere il paese dei Rus e dei
Turchi, ridurre in schiavit le loro donne e i figli e distruggere il loro paese.

3 Cherson (in slavo Korsun) lantico nome di Sebastopoli in Crimea.


2 Rus, o Ros, dallebraico ros, capo, era il nome che i Cazari davano agli abitanti della Rus
di Kiev, ovvero ai Varjaghi, trib scandinava discesa lungo il fiume Dnepr che si insedi a
Kiev, dando origine al principato.

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5. I Peceneghi e i Bulgari
Limperatore dei Romani appare ancora pi formidabile ai Bulgari1, e pu
imporre loro il suo bisogno di tranquillit, se in pace con i Peceneghi.
Infatti, i suddetti Peceneghi sono anche i vicini dei Bulgari, e quando i
Peceneghi lo vogliono, sia per interesse personale che per compiacere
limperatore dei Romani, possono facilmente attaccare la Bulgaria e, con la
loro moltitudine e la loro forza preponderante, dominarli e distruggerli.
Cos, i Bulgari si sforzano di continuo di mantenere la pace e la concordia
con i Peceneghi. Essendo stati spesso oggetto di una sconfitta schiacciante,
hanno imparato con lesperienza linteresse di una pace duratura con loro.

6. I Peceneghi e i Chersonesi
Anche unaltra di queste trib di Peceneghi vive nei pressi del
Chersoneso2, e questi Peceneghi fanno commercio con i Chersonesi e fanno
ogni tipo di servizio per loro e per limperatore, in Rus, in Cazaria3, in
Zichia4 e presso i popoli pi lontani, cio essi ricevono dai Chersonesi delle
sovvenzioni previste prima per un servizio commisurato al loro lavoro e al
loro sforzo, sotto forma di stoffe tessute di porpora, nastri, tessuti lenti,
broccati doro, polvere scarlatta o pelli e altri prodotti di cui hanno bisogno,
secondo un accordo che ogni Chersonese pu fare o accettare con un
particolare pecenego. Perch questi Peceneghi sono uomini liberi e, per cos
dire, indipendenti, essi non rendono mai un servizio senza compenso.

7. Come inviare delegati imperiali da Cherson in un paese


pecenego
Quando un delegato imperiale deve andare a Cherson in missione, egli ne
informer immediatamente i Peceneghi ed esiger da essi degli ostaggi e
una scorta. Arrivato da loro, lascer gli ostaggi sotto buona guardia nella
cittadella di Cherson, e sotto scorta dei Peceneghi svolger la sua missione.
Tuttavia, questi Peceneghi [sono] veramente insaziabili di ci che raro
per loro, chiedono sfacciatamente doni costosi, gli ostaggi esigono questo
per loro e quello per le loro donne, le guide qualcosa per i loro propri sforzi
e qualcosaltro per la fatica dei loro animali. Cos, quando il delegato
imperiale entrato nel loro paese, gli chiedono subito i doni dellimperatore,
e poi di nuovo, quando gli uomini sono sfamati, chiedono dei regali per le
loro mogli e i loro parenti. Inoltre, tutti coloro che li scortano durante il
ritorno da Cherson vogliono un pagamento per la loro fatica e la fatica dei
loro animali.

1 Ossia i Bulgari lungo il bacino del fiume Volga, detti Bulgari Neri o Bulgari della Kama,
ceppo etnografico dei Bulgari danubiani.
2 Si tratta del Chersoneso Taurico, ossia lodierna Crimea, con capitale Cherson.
3 O Khazaria, regione abitata da nomadi turchi e confinante con limpero bizantino, la Rus
di Kiev e i Bulgari del Volga.
4 Regione a est del Mar Nero e del Mar dAzov, detta poi Cirassia.

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8. La spedizione di delegati imperiali in chelandia1 dalla citt


protetta da Dio, in un paese pecenego, lungo i fiumi Danubio, Dnepr
e Dnestr
Una parte dei Peceneghi ugualmente insediata sul territorio della
Bulgaria, nella regione del Dnepr, del Dnestr e di altri fiumi dei dintorni.
Quando un delegato imperiale inviato qui in chelandia, pu, senza passare
da Cherson, trovare i Peceneghi facilmente e rapidamente, e quando li ha
trovati, egli invia loro un messaggero, restando a bordo dei navigli, per
tenere con s i beni imperiali e sorvegliarli. Ed essi vengono a vederlo, e, al
loro arrivo, il delegato imperiale d in ostaggio alcuni dei suoi uomini, si fa
consegnare in cambio altri ostaggi peceneghi, e li accoglie sulle chelandie,
quindi conclude un accordo con loro; e quando i Peceneghi hanno prestato
giuramento al delegato imperiale conformemente al loro zakana2, offre loro i
doni imperiali, sceglie fra loro tanti amici quanti desidera, quindi se ne
ritorna. Un accordo deve essere stipulato fra loro a condizione che ovunque
limperatore li chiamer, dovranno servirlo, che sia contro i Rus, i Bulgari, o
anche i Turchi3. Poich sono capaci di fare la guerra a tutti questi popoli, e
avendola spesso combattuta, questi popoli li guardano oggi con timore. Ci
fa chiaramente emergere un problema. Una volta, si invi per mandato
imperiale il chierico4 Gabriele presso i Turchi; egli disse loro: Limperatore
vi fa sapere che dovete cacciare i Peceneghi dai loro luoghi dabitazione e
insediarvi l, perch precedentemente avevate labitudine di vivere l, cos
voi sareste pi vicini a noi e quando avr bisogno di voi, potr inviare a
cercarvi e trovarvi rapidamente. Tutti i notabili Turchi esclamarono allora
duna sola voce: Non vogliamo metterci sulla strada dei Peceneghi, perch
non possiamo combatterli, il loro paese grande, il loro popolo numeroso
ed essi sono una razza sudicia; non esigete mai pi ci da noi, perch non ci
piace!
Quando la primavera finita, i Peceneghi passano sullaltra riva del fiume
Dnepr, e vi restano sempre durante lestate.

9. Larrivo a Costantinopoli dei Rus della Rus con le loro


monoxyla5
Le monoxyla che discendono dalla Rus allesterno di Costantinopoli,
venendo da Nebogardas6 dove regna Sfendosthlavos7 figlio di Igor, principe
di Rus, essi vengono anche dal luogo di Miliniska, di Telioutza, di Tzernigoga
e di Vousegrad8. Tutti discendono il fiume Dnepr e si raccolgono nella citt di

1 Nave leggera da guerra con un ordine di remi.


2 La legge consuetudinaria (dal protoslavo zakon).
3 I Turchi Magiari, o Ungari.
4 Giovane di studio.
5 Le monoxyla sono piccole canoe ricavate da un tronco, con fondo piatto e guidate tramite
una pagaia.
6 Novgorod.
7 Svjatoslav.
8 Rispettivamente, Smolensk, forse Ljube, ernigov e Vigorod.

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Kioaba1 che hanno chiamata anche Sambatas. Tributari dei Rus, gli Slavi,
chiamati Kribetaienoi, Lenzanenoi e gli altri Sclavini2, approntano, sulle loro
montagne, durante linverno, le monoxyla3 e dopo averle assemblate, alla
fine della stagione, quando il ghiaccio s sciolto, le fanno entrare nei laghi
vicini. Poich questi entrano [con gli emissari] nel fiume Dnieper, essi [gli
Slavi] penetrano da l nel fiume, arrivando a Kiev, trascinando le
imbarcazioni fino allarsenale, e le vendono ai Rus. I Rus acquistano
soltanto gli scafi e, smontando le loro vecchie canoe, adattano, su questi
ultimi, i remi, le panche e gli altri strumenti necessari e li equipaggiano.
Nel mese di giugno si mettono in viaggio lungo il fiume Dnepr, scendono
alla citt di Vitetzebe4 che tributaria dei Rus, si fermano l per due o tre
giorni finch si sono radunate tutte le imbarcazioni, quindi si rimettono in
marcia e discendono il suddetto fiume Dnepr. E prima di tutto arrivano alla
prima barriera, chiamata Essoupi, che vuol dire, in russo ed in slavo, Non
addormentarti!. Questa rapida non pi larga dello Tzykanisterion5. Nel
suo mezzo si ergono alte rocce che affiorano come isole. Lacqua vi si
precipita, straripa e schizza fino allaltra riva facendo un fragore spaventoso.
Quindi i Rus non osano passare fra queste rocce, ma accostano nelle
vicinanze, scaricano gli uomini sulla terraferma lasciando le loro mercanzie
nelle barche, quindi tastano il fondo con i piedi nudi [mancanza] per non
urtare qualche roccia. Procedono cos, alcuni a prua e altri in mezzo, mentre
altri, da riva, manovrano con le pertiche e con questa accurata procedura,
essi passano la prima rapida seguendo la curva e la riva del fiume. Quando
hanno passato questa barriera ripartono, dopo aver reimbarcato quelli sulla
terraferma, e scendono fino alla rapida seguente, chiamata in russo
Oulvorsi6, e in slavo, Ostrovouniprach, che significa lisola delle rapide7.
Questultima, quanto la prima, pericolosa e difficile da superare.
Scaricando nuovamente la loro gente, essi fanno passare le loro barche
come in precedenza. Superano allo stesso modo la terza rapida, chiamata
Gelandri, cosa che vuole dire in slavo il rumore della rapida ; quindi la
quarta, la pi grande, nominata in russo Aeifor ed in slavo Neasit, perch i
pellicani nidificano tra le sue grandi rocce. L tutte le monoxila accostano,
prua davanti, e gli uomini designati per vegliare ne escono e vanno a
montare la guardia per vigilare sui Peceneghi. Gli altri si caricano delle
merci che si trovavano nelle canoe, mentre gli schiavi tirano queste con
catene sulla terraferma per sei miglia, fino a quando hanno passato la
rapida. Quindi, gli uni trascinandole, gli altri portandole sulle loro spalle,
trasbordano le canoe dallaltro lato della rapida. In seguito, avendole messe
in acqua ed avendo effettuato il loro carico, essi si reimbarcano e navigano

1 O Kiyaba, nome bizantino di Kiev.


2 Rispettivamente Krivii, Lenzeninoi o Lenzaneni, Sclaveni.
3 Ossia tagliano il legname.
4 Vitiev.
5 Terreno di gioco del polo che era nel Gran Palazzo di Costantinopoli.
6 In norreno (scandinavo).
7 Oppure isola della barriera o dello sbarramento.

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nuovamente. Essi arrivano allora alla quinta rapida chiamata Varouforos in


russo e Voulniprach in slavo, perch forma un grande lago, e di nuovo essi
dirigono le loro canoe lungo le curve del fiume, come per la prima e la
seconda rapida, e raggiungono la sesta, chiamata Leanti in russo, e Veroutzi
in slavo, che significa: ribollire dellacqua , e la passano ancora allo stesso
modo. Navigano in seguito fino alla settima rapida, nominata in russo
Stroukon ed in slavo Naprezi, che significa: piccola barriera. Quindi
superano il passaggio detto di Krarion1, che traversano i Chersonesi
venendo dalla Rus e i Peceneghi da Cherson; questo passaggio della
larghezza dellIppodromo [di Costantinopoli], la sua lunghezza dal limite fin
dove le rocce affiorano, lungo quanto il tiro di freccia di un arciere. per
questo che i Peceneghi scendono di l per attaccare i Rus. Avendo superato
questo luogo, [i Rus] arrivano ad unisola che porta il nome di San
Gregorio; su questisola compiono i loro sacrifici, poich una quercia enorme
si erge l; essi sacrificano galli vivi. Piantano delle frecce in cerchio: altri
[offrono] pezzi di pane e di carne, ed una parte di ci che ciascuno
possiede, come vuole il loro costume. Traggono anche a sorte a proposito
dei galli per sapere se devono sgozzarli, mangiarli, o lasciarli in vita. A
partire da questisola, i Rus temono i Peceneghi, fino a quando hanno
raggiunto il fiume Selinas. Avendo lasciato lisola navigano per quattro
giorni fino a quando arrivano al lago che forma la foce del fiume, e nel quale
si trova lisola di SantAitherios2. Avendo raggiunto questisola, vi si riposano
per due o tre giorni. Poi equipaggiano le loro canoe delle cose che
necessitano, vele, alberi, timoni, che avevano portato con loro. Poich la
foce del fiume costituita da questo lago di cui abbiamo parlato pi su,
essa raggiunge il mare, e lisola di SantAitherios si trova vicino al mare, di
l, si dirigono verso il fiume Dnestr e quando vi sono giunti sani e sicuri, si
riposano nuovamente. Quando il tempo favorevole, si reimbarcano e
arrivano fino al fiume chiamato Aspros, e dopo essersi ancora riposati,
salpano nuovamente e raggiungono il fiume Selinas che uno dei bracci del
Danubio. E fino a quando non hanno superato il Selinas, i Peceneghi li
seguono. Quando succede che il mare sospinge una canoa sulla costa, tutti
gli altri scendono a terra per opporre ai Peceneghi una difesa comune. Dopo
il Selinas, non temono pi nessuno, poich la terra bulgara che li circonda,
e si dirigono verso la foce del Danubio. Dopo il Danubio raggiungono
Konopas, dopo Konopas, Constantia e il fiume di Varna; da Varna vanno
verso il fiume Ditzina, essendo tutte queste regioni territorio della Bulgaria.
Dal Ditzina arrivano nella regione di Mesembria, ed l che ha fine la loro
dura, terrificante, impossibile e dura migrazione.
Durante linverno, la dura esistenza di questi stessi Rus la seguente:
quando arriva il mese di novembre, immediatamente i loro principi con tutti
i Rus lasciano Kiev e partono per i poludia, che significa circondari, cio

1 Identificabile con il guado di Kichkas.


2 O SantAiterio, attuale isola di Berezan nel grande estuario comune del Dnepr e del Bug
Orientale.

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dagli Sclavini, [e nei territori] dei Vervianoi, Drougouvitai, Kribitzoi,


Severioi1 e degli altri Slavi che sono tributari dei Rus. Durante tutto
linverno si fanno trattenere l, poi di nuovo, dopo il mese daprile, poich il
ghiaccio del Dnepr s sciolto, ritornano a Kiev. Dopo ci, prendono le loro
canoe, come detto sopra, le equipaggiano e scendono verso la Romania.
Gli Uzi2 possono attaccare i Peceneghi.

10. Come e da chi la guerra dovrebbe essere fatta contro i Cazari.


Proprio come gli Uzi possono combattere i Cazari, essendo loro vicini, lo
stesso [pu fare] il sovrano degli Alani3, perch le Nove Regioni di Cazaria4
sono vicine alle sue terre, e lalano, se vuole, potrebbe piombare su di loro e
causare gravi danni e la rovina dei Cazari: da queste Nove Regioni
provengono la sussistenza e labbondanza della Cazaria.

11. Le citt di Cherson e del Bosforo


Se il re degli Alani non resta in pace con i Cazari e considera lamicizia
dellimperatore dei Romani come preziosa per lui, e se i Cazari non si
decidono di vivere in pace e amicizia con limperatore, lalano pu recare
grande danno. Pu preparare delle imboscate e attaccarli quando marciano
ignari verso Sarkel5, verso le Nove Regioni e verso Cherson. E se questo
sovrano volesse agire con zelo per poterli controllare, Cherson e le Regioni
potrebbero allora beneficiare di una pace duratura e profonda, perch i
Cazari, temendo lattacco degli Alani, e non essendo liberi in realt di
attaccare Cherson e le Regioni con unarmata, in quanto non sono
abbastanza forti per combattere sui due fronti contemporaneamente,
saranno costretti a rimanere in pace.

12. I Bulgari Neri e la Cazaria


Allo stesso modo, coloro che si chiamano Bulgari Neri possono ancora
fare la guerra ai Cazari.

13. I popoli vicini dei Turchi6


Questi popoli sono vicini ai Turchi delimitati a ovest dalla Francia
occidentalis7; a nord dai Peceneghi, e a sud dalla Grande Moravia, il paese
di Sphendoplokos8, che stato ora completamente devastato da questi
Turchi e occupato da loro. Dalla parte delle montagne, i Croati sono vicini
dei Turchi.

1 Rispettivamente, Derviani, Dregovii, Krivii e Severiani.


2 Trib turca delle steppe.
3 Popolazione nomade di etnia iranica.
4 Una per ogni trib cazara.
5 O Sarkil, fortezza cazara sulla riva sinistra Don, conquistata dal Gran principe di Kiev
Svatoslav I nel 965 e forse oggi identificata presso Cimljansk (Tsimlyansk).
6 Turchi Magiari o Ungari.
7 La Francia occidentalis era il regno iniziato da Carlo il Calvo un secolo prima.
8 Svatopluk o Sventopolk I, re della Grande Moravia dall871 all894.

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I Peceneghi possono attaccare i Turchi, saccheggiarli e causare loro danni


molto gravi, come ho detto sopra nel capitolo dei Peceneghi.
Concentra, figlio mio, locchio del tuo spirito 1 sulle mie parole, apprendi
queste cose che ti scrivo, e potrai, quando ne avrai bisogno, partire dai
tesori ancestrali che fanno uso della pienezza della sapienza e della
moderata prudenza. Sappi dunque che tutte le trib del nord hanno, per
natura, un desiderio insaziabile di denaro, ed per questo che esigono
tutto, vogliono tutto e la loro concupiscenza senza freno, essi ambiscono
sempre di pi, dopo aver fatto grandi profitti in cambio di piccoli servizi.
Occorre dunque respingere e rigettare le esigenze e le richieste importune
sfacciatamente presentate con discorsi circostanziati e prudenti come pure
con abili scappatoie. Poich la nostra esperienza ci ha permesso di arrivarci,
per parlare sommariamente, accadr pi o meno quanto segue:
Se avverr mai che Cazari, Turchi o anche Rus, o qualsiasi altro popolo
del Nord, e Sciti, come spesso succede, chiedano che si invii loro abiti
imperiali, corone o vesti come ricompensa di qualche funzione o servizio
svolto, ti scuserai allora dicendo: Queste vesti, queste corone che noi
chiamiamo kalymafkion2 non sono stati fabbricati dalla mano delluomo, n
elaborati dallartigianato umano, ma opera divina, come lo troviamo scritto
nei resoconti segreti della storia antica; quando Dio fece imperatore
Costantino il Grande, primo imperatore cristiano, glieli li invi con il suo
angelo, e gli ordin di depositarli nella grande e santa Chiesa di Dio, che
porta il nome della saggezza e fu chiamata Santa Sofia, dove Dio dimora, di
non indossarli ogni giorno, ma soltanto durante una grande festa pubblica in
onore del Signore. E cos, secondo il comandamento di Dio, tutto ci ora
sospeso sopra la santa tavola nel santuario di questa stessa chiesa, per
decorarla. Gli altri abiti imperiali restano piegati su questa tavola santa.
E quando arriva una festa in onore del nostro Signore Dio e di Ges
Cristo, il patriarca prende alcune di queste vesti e corone, quelle che
convengono, e li invia allimperatore perch le indossi durante la
processione e l soltanto, come servo e ministro di Dio; dopo averle messe,
egli le rinvia nuovamente in chiesa dove sono riposte. Inoltre, una
maledizione del santo e grande imperatore Costantino incisa sulla santa
tavola della chiesa di Dio, iscritta dallangelo di Dio. Se un imperatore ha un
desiderio intempestivo di prenderle, di farne un cattivo impiego personale
per qualsiasi utilizzo, occasione o sentimento di cupidigia o per darle ad
altri, sar colpito da anatema come nemico e avversario degli ordini di Dio,
e sar scomunicato dalla Chiesa; inoltre, se gli prendesse il desiderio di
farne fare altre identiche, anche quelle devono essere riposte nella chiesa di
Dio, secondo il beneplacito liberamente espresso da tutti gli arcivescovi e
dal Senato. N limperatore, n il patriarca, n qualunque altro mortale, ha

1 Occhio del tuo spirito, o occhio della tua mente, unespressione attribuita al
leggendario Ermete Trismegisto, cui la cultura antica attribu la paternit di una serie di
scritti greci.
2 Parola greca talvolta tradotta con camelaucia indicante il copricapo degli imperatori
bizantini a calotta con due bande laterali.

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lautorit per rubare le vesti o le corone dalla santa chiesa di Dio. E una
minaccia potente pesa su coloro che sono propensi a trasgredire una di
queste ordinanze divine. Uno dei nostri imperatori, chiamato Leone1, che
aveva anche sposato una donna della Cazaria, volle nella sua pazzia e nella
sua temerariet coprirsi di una corona mentre nessuna festa in onore del
Signore era prevista, e fece ci senza lapprovazione del patriarca.
Immediatamente il fuoco scatur dalla sua fronte, egli fu piegato dalle
sofferenze, complet orribilmente la sua cattiva vita, e corse verso una
morte prematura. E, essendo questo atto audace sommariamente
vendicato, si stabil poi una regola secondo la quale, al momento
dellincoronazione, limperatore deve prima prestare giuramento e affermare
che non far n concepir qualcosa contro ci che stato ordinato e
mantenuto dai tempi antichi; dopo ci il patriarca pu incoronarlo ed
effettuare i riti adeguati alla festa prevista.
Tu devi sopra ogni cosa prestare le tue cure e la tua attenzione sul fuoco
greco che si lancia tramite tubi; e se si osa chiedertene, com stato fatto
spesso a noi stessi, devi rifiutare e respingere questa preghiera rispondendo
che il fuoco stato mostrato e rivelato da un angelo al grande e santo
primo imperatore cristiano Costantino2. Per questo messaggio e per langelo
stesso, gli fu ingiunto, secondo la testimonianza autentica dei nostri padri e
dei nostri antenati, di preparare questo fuoco per i soli cristiani, nella sola
citt imperiale, e mai altrove; di non trasmetterlo e mai insegnarlo a alcuna
altra nazione, quale che fosse. Il grande imperatore allora, per garantirsi
contro i suoi successori, fece incidere sulla tavola santa della chiesa di Dio
delle imprecazioni contro chi osasse comunicarlo allo straniero. Prescrisse
che il traditore fosse considerato come indegno del nome di cristiano, di
qualsiasi carica e di qualunque onore, che se egli avesse qualche dignit egli
ne fosse spogliato. Dichiar anatema nei secoli dei secoli, dichiar infame
chiunque, imperatore, patriarca, principe o suddito, colui che avesse
provato a violare tale legge. Ordin inoltre a tutti gli uomini con il timore e
lamore di Dio di trattare il prevaricatore come un nemico pubblico, di
condannarlo e consegnarlo al supplizio pi spaventoso. Tuttavia una volta
successe che uno dei grandi dellimpero, lusingato da immensi doni, rivel
questo fuoco a uno straniero, ma Dio non pot vedere una simile atrocit
impunita, e un giorno che il colpevole stava per entrare nella chiesa santa
del Signore, una fiamma scesa del cielo lo avvolse e lo divor. Tutti le menti
furono presi dal terrore, e nessuno os, da allora, qualunque fosse il suo
rango, progettare e ancora meno eseguire un crimine cos grande.
Ma esaminiamo ora unaltra richiesta mostruosa e insensata, per cercare
e scoprire la risposta adeguata e adatta. Se un popolo qualunque di
questinfedeli e di queste trib disonorate del nord domandasse un giorno
unalleanza per matrimonio allimperatore dei Romani, sia volendo sposare
la propria figlia, sia volendo dargli in matrimonio, a lui o a suo figlio, una

1 Leone III lIsaurico (675-741), imperatore dal 717.


2 In seguito (cap. XLVIII) Costantino afferma che linvenzione del fuoco greco di Callinico.

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delle sue figlie, questa domanda sconveniente da parte loro dovr


ugualmente essere allontanata dicendo le parole: Anche a questo riguardo
esiste una disposizione terribile e irremovibile: un decreto del grande e
santo imperatore Costantino, inciso sullaltare principale di Santa Sofia,
diffida gli imperatori romani di contrarre alcuna alleanza per matrimonio con
qualunque nazione estranea ai costumi e alle pratiche dei Romani, ma
soprattutto con quelle che non abbiano ricevuto il battesimo, a esclusione
tuttavia dei Franchi. Il grande e santo imperatore Costantino fece eccezione
a favore di questa sola nazione, perch era nato in quel paese. Legami di
parentela e grandi rapporti commerciali esistevano, infatti, tra i Franchi e i
Romani.
E perch ordin che fosse con loro soltanto che i Romani potessero
sposarsi? A causa della nobilt e della notoriet di questo popolo, gi citate.
Ma con ogni altro popolo, lo ha proibito, e colui che osasse farlo sarebbe
condannato come estraneo nelle file dei cristiani e anatematizzato, come
trasgressore delle leggi antiche e delle ordinanze imperiali.
E quellimperatore Leone evocato pi sopra, che si coron del diadema,
illegalmente e imprudentemente, senza consenso di colui che era allora
patriarca della Chiesa, prese la corona e si incoron e poi inizi
immediatamente a subire la punizione per il suo tentativo pernicioso, per
avere osato prendere alla leggera e non tener conto dellordine di
questimperatore santo, che come si gi detto, inciso sulla santa tavola.
Avendo gi una volta abbandonato il timore di Dio e i suoi comandamenti,
contrasse anche unalleanza per matrimonio con il khagan1 di Cazaria, e
prese sua figlia per moglie2, coprendo quindi di obbrobrio tanto lui che
limpero dei Romani, per avere trascurato le ingiunzioni antiche; e tuttavia
lui non era neppure un cristiano ortodosso, ma un eretico e un iconoclasta.
Fu scomunicato e anatematizzato dalla Chiesa di Dio per le sue pratiche
illegali, come trasgressore e traviatore dellordinanza di Dio e del santo e
grande imperatore Costantino. Perch come si pu ammettere che i cristiani
contraggano matrimoni e si combinino degli infedeli, quando il canone lo
proibisce e ogni Chiesa lo considera come un estraneo entro e fuori lordine
cristiano? Perch uno dei nostri imperatori dei Romani, illustre, nobile o
prudente avrebbe potuto accettarlo?
E se essi rispondessero: Perch dunque limperatore Romano3, ha potuto
combinarsi in matrimonio con i Bulgari, e dare sua nipote a Pietro signore di
Bulgaria4? Ecco quale sar la risposta:
Limperatore Romano era un uomo ordinario e illetterato, e non fu

1 Imperatore.
2 Non fu Leone III a sposarsi, ma fu lui a combinare il matrimonio tra suo figlio Costantino
e Irene, figlia del khan cazaro, per assicurarsi la pace.
3 Romano I Lecapeno (870-948), fu imperatore bizantino dal 920, quando Costantino VII
era troppo giovane per governare, ma poi rimase sul trono fino al 944 come co-
imperatore.
4 Pietro I (?-969), figlio di Simeone I e zar di Bulgaria dal 927 al 969. Nel 928 egli spos, a
Costantinopoli, Maria, nipote di Romano I Lecapeno.

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allevato a palazzo, come quelli che seguirono i costumi romani nazionali


secolari; egli non era neppure di stirpe imperiale e nobile; per questo che,
nella maggior parte dei suoi atti, fu troppo arrogante e dispotico, e in quel
caso non tenne conto dei divieti della Chiesa, n segu il comandamento e
lordinanza del grande Costantino. Ma perch era arrogante, ostinato e
senza etica morale, che rifiut di seguire il bene, o di sottomettersi alle
ordinanze emesse dai nostri antenati, che os fare ci che segue: egli si
serv di una scusa speciosa per riacquistare molti prigionieri cristiani
[dicendo]: i Bulgari e noi siamo cristiani nella stessa fede; poi siccome
quella che fu data in matrimonio non era la figlia del precedente e legittimo
imperatore, ma del terzo e del pi giovane, ancora subordinato, e che non
aveva alcuna parte nelle decisioni dello stato, che non cera alcuna
differenza tra lei e unaltra delle donne della famiglia imperiale, pi o meno
imparentata alla nobilt imperiale, [che era stata data] per ricompensare
alcuni servizi per il bene comune, e che [non importava] che fosse la figlia
del pi giovane, che non ha alcuna autorit per cos dire.
E poich fece questa cosa contrariamente al canone e alla tradizione
ecclesiastica e allordinanza e al comandamento del santo e grande
imperatore Costantino, il Signor Romano fu nel corso della sua vita molto
debole, calunniato e odiato dal Consiglio senatoriale, da tutto il popolo e
dalla Chiesa stessa, odio che si manifest apertamente quando si avvicin
alla fine; anche dopo la sua morte, ancora disprezzato, calunniato e
condannato perch ha introdotto una riforma molto indegna e indecente
nella nobile amministrazione politica dei Romani. Ogni popolo ha infatti
usanze, leggi e istituzioni diverse; bisogna conservare i suoi valori, istituire
e sviluppare nel popolo un sentimento pubblico di vivere comune, come
ogni animale si mescola ai suoi congeneri, [e quelli di] ogni nazione hanno il
dovere di sposare quelli della stessa razza e della stessa lingua e non quelli
di unaltra razza e di unaltra lingua. Perch cos nascono larmonia di
pensiero e di discorso, conversazioni amichevoli e una vita comune. Al
contrario, costumi stranieri e leggi differenti generano inimicizie, dispute,
odi e rivolte che tendono a fare nascere non pi lamicizia e lunione ma il
rancore e la divisione. Nota anche, che coloro che vogliono governare
legittimamente non devono preoccuparsi di rifare ci che stato malfatto da
alcuni sia per ignoranza, sia per ambizione, ma devono tenere conto delle
azioni lodevoli dei regnanti legittimi e giusti, come seguire gli atti valorosi, e
seguendo questo modello, sforzarsi anche di dirigere le proprie azioni;
quanto al Signor Romano, considerata la sua fine, questi atti testardi sono
un avvertimento sufficiente per impedire chiunque fosse propenso a imitarlo
nei suoi atti riprovevoli.
E, quanto al resto, ora devi sapere anche ci che segue, figlio mio
amatissimo, perch questa conoscenza pu in gran parte favorirti e farti
grandemente ammirare da tutti. , ancora una volta, la conoscenza delle
differenze con gli altri popoli, delle loro origini, dei costumi, modi di vita,
ubicazione, clima del territorio che essi occupano con la descrizione
geografica e la dimensione, che viene spiegato pi ampiamente qui di

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seguito.

14. La genealogia di Maometto1


Lempio e impuro Maometto, che i Saraceni riconoscono come loro
profeta, fa risalire la sua genealogia alla grande razza di Ismaele, figlio
dAbramo. Cos Nizar, discendente di Ismaele, proclamato padre di tutti
loro. Ora, lui ebbe due figli, Moundaros e Rabias2; Moundaros gener
Kousaros, Kaisos, Themimes ed Asandos e molti altri i cui nomi sono
sconosciuti, e ai quali si attribu il deserto madianita3 dove essi portarono le
loro greggi, vivendo in tende. E ne ce n altri pi lontano allinterno, che
non sono della stessa trib, ma di Iektan [Potrebbe essere Jokthan, citato in
Genesi 10,25.], i pretendenti omeriti, cio gli Ammaniti4. questo che si
racconta. Maometto, senza denaro e orfano, credette di potersi sistemare
da una donna ricca, sua parente, chiamata Chadiga5, per occuparsi dei suoi
cammelli e fare commercio per lei in Egitto e in Palestina fra gli stranieri. In
seguito, poco a poco, divent sempre pi libero di intrattenersi con lei e di
guadagnare le sue grazie; ella era vedova, e lui la prese per moglie. Ma,
durante le sue visite in Palestina e le sue relazioni con ebrei e cristiani,
prese conoscenza di alcune loro dottrine e dellinterpretazione delle
Scritture. Ma poich egli aveva lepilessia, sua moglie, nobile e ricca, si
rattrist per essersi unita a questuomo, non soltanto senza risorse, ma
anche epilettico, ed egli la ingann affermando: Ho avuto la terribile
visione di un angelo chiamato Gabriele, e incapace di sopportare la sua
vista, sono svenuto e caduto, e un certo Arien, che pretendeva di essere
un monaco, gli credette, e fece una falsa testimonianza a suo favore per
amore del guadagno. La donna fu raggirata in questo modo e ripet ad altre
donne della sua trib che lui era un profeta; la menzogna si diffuse e
raggiunse le orecchie di un uomo ambizioso chiamato Bubachar6, e poi la
donna mor, lasciando che il marito ereditasse tutti i suoi beni; egli divent
un notabile molto ricco; il suo maledetto inganno e la sua eresia si
insediarono sul territorio di Ethribos7 e quellimpostore pazzo insegn a
quelli che lo credevano, che colui che uccide un nemico o ucciso da un
nemico entra al paradiso, e altre sciocchezze. Ed essi pregano, inoltre, verso
la stella di Afrodite, che chiamano Koubar, e nelle loro preghiere,
esclamano: Allah ua Kubar, cio Dio e Afrodite. Poich chiamano il loro
dio Allah, e utilizzano ua come la congiunzione e, e chiamano la stella
Kubar, si dice allora Allah ua Kubar.

1 Questo capitolo proviene dalla Cronaca di Teofane Confessore (IX secolo), della quale
Costantino VII riporta anche altri estratti.
2 Moundaros Mudar e Rabias Rabia.
3 A est del Mar Morto.
4 Popolo della Palestina.
5 Khadija.
6 O Abubachar, ossia Abu Bekr (o Bakr), coetaneo di Maometto e primo califfo e padre di
Aisha, la moglie bambina di Maometto.
7 Yathrib, antico nome di Medina.

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15. La trib dei Fatimidi


Fatima era la figlia di Maometto, ed da ella che provengono i Fatimidi1,
per non sono della regione di Fatemi, del paese della Libia, ma sono
insediati a nord del territorio della Mecca, oltre la tomba di Maometto. un
popolo arabo, accuratamente addestrato alle guerre alle battaglie, poich
con laiuto di questa trib, Maometto entr in guerra, conquist molte citt
e sottomise numerosi paesi. Perch essi sono uomini coraggiosi e guerrieri;
quando sono mille in un esercito, questo non pu essere superato o
sconfitto. Non montano cavalli, ma cammelli, e in tempo di guerra, non
portano n armature n cotte di ferro, ma dei mantelli scuri; hanno lunghe
lance, scudi che proteggono tutto il corpo e grandissimi archi che solo pochi
uomini riescono a curvare e con difficolt.

16. Estratto del canone che il saggio Stefano fece sulla partenza
dei Saraceni, in quale anno della creazione del mondo ci si verific,
e chi teneva lo scettro dellimpero dei Romani
La partenza dei Saraceni ebbe luogo il terzo giorno del mese di
settembre, decima indizione, dodicesimo anno di Eraclio, dellanno 6130
dalla creazione del mondo2. E loroscopo di questi stessi Saraceni fu tratto
nel mese di settembre, il terzo giorno del mese, il quinto giorno della
settimana. In questa stessa epoca, Maometto fu il primo capo degli Arabi e
loro profeta; diresse gli Arabi per nove anni.

17. Estratto della Cronaca di Teofane, di felice memoria


In questanno 6139, mor Maometto, primo capo e falso profeta dei
Saraceni, dopo avere nominato il suo parente Abu Bekr al suo posto. Nella
stessa epoca la sua fama si diffuse allestero e tutto il mondo prese paura.
Allinizio del suo arrivo gli Ebrei smarriti pensavano che fosse il Messia che
attendevano, cosicch alcuni dei loro capi si unirono a lui e accettarono la
sua religione trascurando quella di Mos, che aveva visto Dio, ma quando
essi lo videro mangiare carne di cammello, si resero conto che lui non era
quello che credevano fosse. Tuttavia essi gli insegnarono a perpetrare
crimini abominevoli contro i cristiani e continuarono a stare con lui. Sono
loro che gli insegnarono ad accettare alcune parti della Legge, la
circoncisione e altre questioni, che i Saraceni osservano. Il primo a venir
dopo, allora, fu Abubachar3, che lo aveva proclamato profeta e per questa
ragione gli successe. E la sua eresia guadagn il territorio di Ethribos, prima
in segreto per dieci anni, poi infine con una guerra di una decina danni, ed
apertamente per nove anni. Ed egli insegn ai suoi sudditi che colui che
uccide un nemico o ucciso da un nemico entrer direttamente in paradiso.

1 Dinastia di califfi sciiti, discendenti di Fatima (605-633), quarta figlia del profeta.
2 Si tratta dellgira, il trasferimento di Maometto verso loasi di Yathrib (Medina) avvenuto
dal 9 al 24 settembre 622.
3 Lo stesso che Abu Bekr (o Bakr).

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Questo paradiso un luogo carnale dove si pu mangiare, bere e stendersi


con le donne; vi cola un fiume di vino, di miele e di latte, [insegn] che le
donne non sono come qui in terra, ma differenti, e che rapporti e piacere
sono continui e altre sciocchezze ed eccessi. Abbi piet di loro ed aiuta
coloro che sono feriti.

18. Il secondo capo degli Arabi, Abubachar


Questo Abubachar si impadron inizialmente della citt di Gaza e dei
territori circostanti. Ed lo stesso Abubachar che mor dopo essere stato
emiro per tre anni. Umar gli successe e diresse gli Arabi per dodici anni1.

19. Il terzo capo degli Arabi, Umar


Questo stesso Umar marci contro la Palestina, assedi Gerusalemme per
due anni, quindi la conquist con linganno. Sofronio, vescovo di
Gerusalemme, personaggio animato da zelo divino e saggezza notevole,
ricevette da lui le migliori assicurazioni che le chiese non sarebbero state n
distrutte n saccheggiate. Quando Sofronio lo vide, disse: In verit,
labominio della desolazione predetta dal profeta Daniele, che si tiene in
questo luogo santo. Egli chiese il Tempio degli Ebrei costruito da
Salomone, per farne il luogo della sua bestemmia2. Ed ancora cos al
giorno doggi.

20. Il quarto capo degli Arabi, Othman


Egli prese lAfrica con la guerra, fiss un tributo agli Africani e ripart. Il
suo generale era Muawiya, che abbatt il Colosso di Rodi e prese lisola di
Cipro3 con tutte le sue citt. Prese anche lisola di Arados e bruci la sua
citt, lisola ancora oggi una localit abbandonata. Quando and sullisola
di Rodi4, fece demolire il Colosso, milletrecentosessanta anni dopo la sua
costruzione, e un commerciante ebreo di Edessa lo comper e caric 900
cammelli con il bronzo. Questo Muawiya lanci anche una spedizione contro
Costantinopoli5, devastarono Efeso, Alicarnasso, Smirne e tutte le altre citt
ioniche; poi dopo la morte di Othman, ci fu il quinto capo degli Arabi per
ventidue anni6.

21. Estratto della Cronaca di Teofane: anno dalla creazione del


mondo 6171

1 Gli anni di regno di Umar furono solo dieci, dal 634 al 644.
2 Le ultime due frasi andrebbero invertite: Sofronio and da Umar che si era insediato nel
Tempio di Salomone ed entrando pronunci quella frase.
3 Nel 651.
4 Nel 654.
5 Lassedio dur tre anni (674-677), poi la flotta araba fu incendiata dal fuoco greco e i
nemici si ritirarono.
6 Othman mor assassinato il 17 giugno 656, ma il successore fu Ali ibn Abi Talib, califfo dal
656 al 661, cui segu per pochi mesi suo figlio (e nipote di Maometto), Al-Hasan ibn Ali. A
lui segu Muawiya ibn Abi Sufyan, califfo dal 661 al 680.

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Alla fine della vita di Muawiya1, capo degli Arabi, i Mardaiti invasero il
Libano per prenderne possesso dalla Montagna Nera fino alla citt santa; si
resero padroni dei vertici del Libano, e di numerosi schiavi e indigeni accorsi
verso loro per cercare rifugio; il loro numero in poco tempo si alz a molte
migliaia2. Apprendendo ci, Muawiya e i suoi consiglieri si inquietarono. Egli
invi allora emissari allimperatore Costantino, per proporre la pace. Di
conseguenza, limperatore Costantino, lortodosso, figlio di Pogonato3, gli
invi Giovanni soprannominato Pitzikaudis4. Quando arriv in Siria, Muawiya
lo ricevette con grande onore, e le due parti decisero che una pace doveva
essere stabilita per iscritto e sotto giuramento, sulla base di un tributo
annuale convenuto, gli Agareni5 dovevano pagare allimperatore dei Romani
tremila pezzi doro, 800 prigionieri e 50 cavalli di razza.
A quellepoca, limpero degli Arabi era diviso in due parti. A Ethribos Ali
deteneva il potere, ma Muawiya teneva lEgitto, la Palestina e Damasco6. E
gli abitanti di Ethribos si unirono ai figli di Ali contro Muawiya. E Muawiya si
prepar ad affrontarli e la battaglia ebbe luogo vicino al fiume Eufrate, e la
parte di Ali fu sconfitta; e Muawiya prese Ethribos e tutte le terre della Siria.
E la sua famiglia regn 85 anni. Dopo di lui vennero dalla Persia i cosiddetti
Abiti neri7, che regnano oggi; e si batterono con il clan di Muawiya che
essi distrussero completamente. E uccisero cos Maruam, che era alla sua
testa. Alcuni dei partigiani di Muawiya sopravvissero, e insieme e un nipote
di Muawiya, furono perseguitati dagli Abiti neri fino in Africa. Ora, questo
nipote di Muawiya con alcuni partigiani, pass in Spagna allepoca di
Giustiniano, ma non di Pogonato8.
Ma ci non stato scritto dai nostri storici, perch a partire dal momento
della presa dellantica Roma da parte dei Goti, i possedimenti romani
iniziarono a essere spezzettati, e nessuno storico ha fatto menzione della
regione di Spagna, n del clan dei Muawiyati. Ma la storia di Teofane, di
felice memoria, ne ha tenuto conto come segue: Cos, Muawiya, capo dei
Saraceni, mor, dopo essere stato generale per 26 anni, e regnato come
emiro per 24 anni. Izid, suo figlio, regn 6 anni gli Arabi. Alla sua morte, gli
Arabi di Ethribos si agitarono, si sollevarono ed elessero Abdelas, figlio di
Zuber, come loro capo. Quando intesero ci, gli Arabi che abitavano in
Fenicia, in Palestina e a Damasco andarono da Usan, emiro della Palestina,
e designarono Maruam come loro capo, ed egli regn 9 mesi. Alla sua

1 Mor il 6 maggio 680, i fatti che seguono datano 678-680.


2 I Mardaiti, insieme di trib che abitavano nellAnatolia meridionale, ottennero dal califfato
di stabilirsi tra le montagne del Libano e diventarono una sorta di milizia di frontiere, ma
essi compirono, sostenuti dai Bizantini, diverse azioni di guerriglia contro gli Arabi, tra cui
quella del 677 in cui colpirono Gerusalemme.
3 Costantino IV detto Pogonato (ossia il Barbuto; 654-685), figlio di Costante II e di Fausta.
4 In italiano: Pitzigaude.
5 Altro nome dei Saraceni.
6 Costantino VII parla rispettivamente del figlio e del nipote del Muawiya fin qui citato.
Ethribos era, come detto, lantica Medina.
7 I Maurofori o Melanchlani o Melanclani, trib sarmate.
8 Nel 711.

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morte, suo figlio Abimelec gli successe e regn 22 anni e 6 mesi. E vinse i
ribelli, e uccise Abdelas, figlio e successore di Zuber. Durante questo tempo
limperatore Costantino, figlio di Pogonato, mor, dopo avere regnato sui
Romani 17 anni e suo figlio Giustiniano lo sostitu.
Il capo degli Arabi, che era il quinto dopo Maometto a dirigere gli Arabi,
non era della famiglia di Maometto, ma di unaltra trib. Dapprima fu
nominato generale ed ammiraglio da Othman, capo degli Arabi, e inviato
contro lo stato dei Romani con una forza considerevole e 1.200 navi. And a
Rodi, e di l, dopo aver organizzato la propria spedizione, venne su
Costantinopoli; rest a lungo, e devast i dintorni di Bisanzio, ma ripart
senza avere raggiunto lo scopo. Quando arriv a Rodi, fece abbattere il
Colosso chi si ergeva nellisola. Era una statua di bronzo che rappresentava
Helios, dorata dalla testa ai piedi, di unaltezza di 80 cubiti e di proporzioni
assai grandi, come testimonia liscrizione scritta sulla sua base, che diceva
ci: Il Colosso di Rodi, otto volte dieci cubiti di altezza, realizzato da Carete
di Lindo1.
Egli prese il bronzo della statua e lo fece trasportare in Siria per metterlo
in vendita alle offerte; un ebreo di Edessa lo comper e lo port fino al mare
caricando 980 cammelli. Alla morte di Othman, allora, questo Muawiya
riusc a dirigere gli Arabi. E regn sulla citt santa, sulla Palestina, su
Damasco, Antiochia e tutte le citt dEgitto. Ma Ali, genero di Maometto,
avendo sposato sua figlia Fatima, regnava su Ethribos e tutta lArabia. Ma, a
quellepoca, Ali e Muawiya si dichiararono la guerra lun laltro, ciascuno
volendo regnare ed essere Signore di tutta la Siria. Si scontrarono vicino al
fiume Eufrate, e si lanciarono in una feroce battaglia tra loro2, ma quando la
battaglia arriv al suo culmine, poich molti combattenti erano morti da
ogni parte, linsieme degli Agareni dei due fronti esclam: Perch uccidere
ed essere ucciso, la nostra trib si stermina dei vivi? Che due anziani
arbitrino le due parti, e che il preferito sia il loro capo.
Ali e Muawiya furono felici di questa parola dei loro, e, togliendo dalle
mani i loro anelli, simbolo del capo degli Agarani, li dettero a due anziani, e
rimisero la loro autorit a loro disposizione, confermando ci con un
giuramento e dichiarando che, chiunque avessero preferito gli anziani
sarebbe stato il signore e capo di tutti i Saraceni. I due anziani entrarono in
mezzo al campo di battaglia dalle due parti, e si misero di fronte nel campo
degli eserciti; lanziano di Ali3 era un uomo pio secondo il popolo dei
Saraceni, un uomo designato sotto il nome di cadi, cio fedele e

1 Il Colosso, raffigurante il dio del sole, protettore di Rodi, non si ergeva pi, perch
caduto in mare durante il terremoto del 226 a.C. e l rimase fino al 654, quando gli Arabi
conquistarono lisola. La statua, realizzata da Carete (o Caletus) di Lindo, un allievo di
Lisippo, era alta 32 metri e fu realizzata in pietra con armatura interna di ferro e
rivestimento esterno di lastre di bronzo.
2 la battaglia di Siffin del 657, che impegn 100.000/130.000 soldati e si ebbero
25.000/45.000 morti, secondo le cronache islamiche. Lo svolgimento raccontato una
delle tante versioni circolate sul combattimento.
3 Abu Musa al-Ashari.

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santificato; invece lanziano di Muawiya1 era pio soltanto in apparenza, ma


ingannevole, arrogante e superando tutti gli uomini. Lanziano di Muawiya
disse a quello di Ali: Parlerete voi per primo di ci che volete, perch voi
siete prudente e pio, e molto pi vecchio di me. E lanziano di Ali rispose
cos: Ho ricevuto tutto il potere da Ali, avendo ritirato lanello dalla sua
mano, esso sul mio dito, ora ritiro questanello di Ali dal mio dito e con
questo gesto mi tolgo anche il potere. Lanziano di Muawiya rispose allora:
Io sono assunto il potere di Muawiya, poich ho messo il suo anello al mio
dito, ed ora rimetter lanello di Muawiya al suo dito. Quindi si separarono
lun laltro. Allora Muawiya domin tutta la Siria, poich tutti gli emiri
avevano giurato lun laltro, dicendo: Qualsiasi cosa dicano gli anziani, noi
rispetteremo le loro parole. Cos Ali prese il suo esercito e ripart con tutte
le sue genti per la regione di Ethribos, dove complet la sua vita. Dopo la
morte di Ali i suoi figli, rinnegarono il consiglio del loro padre, si rivoltarono
contro Muawiya, e misero in atto una battaglia selvaggia con Muawiya, in
cui furono sopraffatti, essi fuggirono dinanzi a lui; Muawiya li insegu e li
fece mettere tutti a morte. A partire da quel momento, Muawiya ebbe nelle
sue mani il potere su tutti gli Arabi.
Ma, questo Muawiya era il nipote di Sofian2. E il nipote di Muawiya era
Masalma, che fece una spedizione contro Costantinopoli, e in seguito alla
quale fu costruita la moschea dei Saraceni nel Praetorium imperiale. Egli
non era il capo degli Arabi; Solimano era il capo dei Saraceni, e Masalma
aveva il rango di generale. Solimano venne con la sua flotta contro
Costantinopoli, e Masalma venne per terra attraversando a Lampsaco nella
regione di Tracia, portando con s 80.000 uomini. E grazie alla Provvidenza
di Dio, la flotta di Solimano e lesercito di fanteria di Masalma si ritirarono
entrambi con vergogna, battuti e completamente sconfitti dalla flotta e dai
soldati dellimperatore3. Il nostro stato fu allora in pace per lunghi anni,
perch questa citt guidata e conservata da Nostra Signora della
Semprevergine Maria, Madre di Dio; Solimano stesso impressionato da
questa inviolabile e santa immagine, cadde da cavallo.

22. Estratto dalla Cronaca di Teofane, di felice memoria, sugli


stessi eventi riguardanti Muawiya e la sua trib, e come pass in
Spagna. Limperatore dei Romani Giustiniano Rinotmeto4
linizio del suo regno, dopo ci, fu destituito da Leonzio, quindi a sua
volta ritorn, espugn Leonzio e Apsimaro5, e consacr il suo trionfo su loro
due nellIppodromo facendoli mettere a morte. Quello stesso anno
Abimelec6 volle ratificare la pace con Giustiniano alle seguenti condizioni:

1 Amr ibn al-As.


2 Non nipote, ma figlio di Abu Sofian.
3 Nel 717.
4 Giustiniano II detto Rinotmeto (naso tagliato; (669-711) regn per due volte, nel 685-
695 e dal 704 alla morte.
5 Leonzio rovesci Giustiniano (695) e fu a sua volta destituito da Tiberio Apsimaro (698).
6 Il califfo omayyade Abd al-Malik.

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limperatore ritirer la sua legione mardaita dal Libano e controller le loro


incursioni; Abimelec da parte sua, pagher ai Romani ogni giorno mille
nomismata7, un cavallo purosangue e uno schiavo etiope; i tributi di Cipro,
Armenia e Iberia saranno gestite in comune e in parti uguali da entrambi.
Limperatore invi il delegato imperiale Paolo da Abimelec, per confermare
le condizioni autorizzate, e questaccordo fu stabilito per iscritto ed
attestato8. Il delegato imperiale fu onorato da doni, e se ne ritorn.
Limperatore richiam 12.000 Mardaiti, mutilando cos la potenza romana.
Perch tutte le citt frontiera ora abitate dagli Arabi, da Mopsuestia alla
Quarta Armenia9, restarono senza difesa e disabitate a causa della distanza
dei Mardaiti, la cui distanza dalla Romania aveva fatto subire danni terribili
ancora subiti agli Arabi. E lo stesso anno, limperatore si rec in Armenia
dove sistem i Mardaiti del Libano, distruggendo cos il suo muro
dacciaio. Inoltre, ruppe limpegno di pace concluso con i Bulgari, e dette
pensiero ai principi regolari stabiliti da suo padre.
Fu anche sotto il regno di Abimelec che gli Arabi marciarono contro
lAfrica, prendendone e si misero guarnigioni delle loro truppe. In quel
momento Leonzio destitu Giustiniano dal trono dei Romani, lo esili a
Cherson e simpossess dellimpero. Ma dopo che Tiberio Apsimaro gli
successe impossessandosi dellimpero e dello scettro dei Romani, Abimelec,
capo degli Arabi, mor e suo figlio Ualid 6 regn nove anni. Lo stesso anno,
Giustiniano riprese il suo trono, e nel corso del suo governo negligente e
disinvolto, gli Agareni sottomisero interamente lAfrica. Poi, il nipote di
Muawiya, con pochissimi uomini, pass in Spagna, e, dopo aver messo
insieme la sua trib, prese il controllo della Spagna fino ai nostri giorni,
perci che gli Agareni che abitano in Spagna sono chiamati Muawiyati. Loro
descendenti sono gli Agareni che vivono a Creta. Perch, quando Michele il
Balbuziente7 divent imperatore dei Romani, e che la ribellione di Tommaso
dur tre anni8, questimperatore, assorbito dai disordini emergenti, non si
occup di ci che avveniva lontano; gli Agareni della Spagna videro che la
loro possibilit era venuta: armarono una flotta importante e partirono dalla
Sicilia per devastare tutte le Cicladi, quindi, arrivando in Creta, la trovano
ricca e male conservata, non trovano nessuno che si oppone a loro, se ne
impadroniscono e la conservarono fino ad oggi. Solimano succedette a Ualid
e regn tre anni. Alla sua epoca Masalma, generale de Solimano, fece una

7 Plurale di nomisma (cio soldo), antica moneta doro bizantina.


8 Nel 686.
9 La Quarta Armenia si estendeva dalle sorgenti del fiume Tigri allEufrate.
6 Al-Walid ibn Abd al-Malik (668-715), califfo dal 705.
7 Michele II detto lAmoriano o il Balbuziente (770-829), imperatore bizantino dall820.
8 Tommaso lo Slavo (?-823) era un generale, compagno darmi di Michele II. Nell820 si
mise a capo di una ribellione e con linganno riun, secondo lo storico Genesio, i Saraceni,
gli Abkazi, i Geti, gli Alani, i Khaldi, gli Armeni, i Vandali , gli aderenti alle sette dei
Pauliciani e degli Athinganoi. Giunto fino alle porte di Costantinopoli nel dicembre 821,
dovette ritirarsi nella primavera dell823 a causa del tempo inclemente e degli attacchi
dellesercito bulgaro guidato dal khan Omurtag che disperse le sue truppe. In seguito,
Michele II lo sconfisse e lo fece uccidere.

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spedizione di terra con unarmata, e Umar per mare e con la volont di Dio
ritornarono con vergogna, non avendo potuto raggiungere il loro scopo.
Solimano fu sostituito da Umar1, che detenne il potere sugli Arabi due anni.
Umar fu sostituito da Azid2, che regn quattro anni. Egli fu sostituito da
Isam3, che regn per 19 anni. Alla sua morte Maruam4 regn sei anni. Alla
morte di Maruam, Abdelas5 divent capo degli Arabi, e regn 21 anni. Alla
sua morte Madis6 divent il capo degli Arabi, regn nove anni. Quando mor
Aaron7 prese il potere sugli Arabi, e regn 23 anni.
In questanno, cio quando limpero dei Romani [mancante] Irene e
Costantino8, lanno della creazione del mondo 6288. Lo stesso anno, Aaron,
capo degli Arabi, mor allinterno della Persia, chiamato Khorasan, e
Muhamed suo figlio gli successe9; era un uomo stupido, squilibrato in tutti i
sensi del termine, contro il quale suo fratello Abdelas10 si rivolt in quello
stesso paese, Khorasan, utilizzando i poteri che erano stati quelli di suo
padre, e si condusse una guerra intestina. E in seguito, gli abitanti di Siria,
dEgitto e della Libia furono lacerati tra diversi poteri, che distrussero il bene
pubblico, in un ammasso di massacri, di rapine, di oltraggi di qualsiasi tipo
contro se stessi e i loro sudditi cristiani. Ci fu mentre le chiese nella citt
santa di Cristo, il nostro Dio, furono devastate e i monasteri delle due grandi
Laure, quello dei Santi Caritone e Ciriaco e quello di San Saba11, e gli altri
monasteri cenobiti dei Santi Eutimio e Teodosio. Questa anarchia, durante la
quale si assassinarono lun laltro , dur cinque anni.
Fino allora la storia degli Arabi stabilita cronologicamente da san
Teofane, che fond il monastero detto Megas Agros12 ed era lo zio, da
parte materna, del grande, pio e cristianissimo imperatore Costantino, figlio
di Leone, limperatore pi prudente e pi virtuoso, nipote di Basilio, di
memoria benedetta per il controllo dello scettro sullimpero dei Romani.

23. SullIberia e la Spagna


Ci sono due Iberie: luna alle Colonne dErcole, cos nominata a causa del

1 Umar (o Omar) II (682-720) regn dal 717.


2 Yazid II ibn Abd al-Malik che govern dal 720 al 724.
3 Hisham ibn Abd al-Malik (691-743) era fratello di Yazid II e regn per quasi ventanni.
4 Marwan II ibn Muhammad ibn Marwan, che destitu il legittimo successore Ibrahim ibn al-
Walid.
5 Abu l-Abbas detto al-Saffah (il Sanguinario), primo califfo, dal 749, della dinastia degli
Abbassidi.) divent capo degli Arabi, e regn 21 anni. Alla sua morte Madis [Muhammad
al-Mahdi. Prima di lui regn suo padre, Al-Mansur, per un anno.
6 Muhammad al-Mahdi. Prima di lui regn suo padre, Al-Mansur, per un anno.
7 Nome biblico del califfo Harun al-Rashid che regn dal 786 all809.
8 Irene (752?-803), moglie di Leone IV, alla cui morte divent imperatrice per conto del
figlio minore Costantino. Nel 797 fece accecare il figlio e si impossess a pieno titolo del
trono.
9 Muhammad al-Amin, che regn dall809 all813.
10 Al-Mamun.
11 Erano i grandi monasteri rispettivamente presso Gerusalemme e Cesarea di Cappadocia.
12 Grandi campi. Il monastero fu fondato da Teofane il Confessore (760?-817) a Kunsunlu,
in Asia Minore.

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fiume Iber1, citata da Apollodoro nel suo II libro di Sulla Terra: Nei Pirenei
lIber, un grande fiume scorrente verso linterno. In questo paese, si dice
che esistono molte nazioni distinte, come Erodoro2 lo ha scritto nel proprio X
libro della sua Storia di Eracle: Si dice che questa razza iberica che vive
sulle rive del distretto, bench razza unica, si distingue per i nomi delle
trib: per primi, coloro che abitano le regioni delloccidente fino al limite
sono chiamati Cyneti3 e dopo loro, muovendosi verso nord [Ossia lungo la
costa del Mediterraneo.], sono gli Igleti, quindi i Tartesiani4 gli Eleusini,
quindi i Mastienoi5, i Kelkianoi, e quindi, infine, il Rodano. Artemidoro nel
libro II della sua Geografia6, dice che il paese diviso cos: Linterno, tra i
Pirenei e il territorio di Gadara chiamato alternativamente Iberia e
Spagna. Fu diviso dai Romani in due province [mancante] il tutto si estende
dalla catena dei Pirenei fino alla Nuova Cartago e alle fonti del Baetis 7,
mentre la seconda provincia comprende la regione che va da Gadara8 alla
Lusitania.
Si trova anche la forma Iberita. Partenio in Leucadia9: Tu seguirai la
costa lungo la riva Iberita. Laltra Iberia situata verso la Persia10. Il
termine etnico Iberi, come Pieres11, Vuziros. Dionisio dice: Vicino alle
Colonne [di Ercole, si trova] il popolo degli Iberi dal grande cuore12. E
Aristofane, in Triphales13: Apprendo che gli Iberi, che tu mi hai concesso,
vengono in mio aiuto. E Artemidoro nella seconda parte della sua
Geografia: Quelli tra gli Iberi che vivono sulla costa utilizzano lalfabeto
degli Italici. Inoltre, a partire dal genitivo Iberos formato il femminile
Iberis. Una donna greca, non una Iberis, in Aspis di Menandro14. La
forma iberica si trova anche: Cominciando, il primo allinizio il mare
Iberico. LIberia era divisa in due, ora lo in tre in Marciano15 che dice nel

1 Ebro.
2 Erodro di Eraclea, (circa V secolo a.C,) scrisse una Storia di Eracle in 17 volumi, in cui
dette notizie geografiche, scientifiche, astronomiche, mitologiche. Il greco Eracle il
romano Ercole.
3 O Kyneti, o Conii; vivevano nellAlgarve, la regione pi meridionale del Portogallo.
4 O Tartessiani, o Tartesioi, vivevano forse nellodierna Andalusia, in Spagna.
5 O Mostenoi.
6 Artemidoro di Efeso, geografo greco antico, forse del I secolo a.C., che scrisse lopera
Geographomena, in undici volumi, in cui descrisse il mondo abitato.
7 Guadalquivir.
8 Odierna Cadice, prima colonia fenicia in Spagna.
9 Partenio di Nicea, poeta greco del I secolo a.C. Costantino VII cita lopera Leucadia,
giunta a noi solo per frammenti. Leucadia sembra essere unisola del mar Ionio.
10 Cfr. capitoli 45 e 46.
11 Nome latino e greco che si riferisce a un popolo della Tracia-Macedonia costretto a esiliare
nellVIII secolo nella Grecia meridionale.
12 Dionisio Periegete, scrittore greco, forse del II secolo a.C., che fu autore dellopera Guida
per il mondo (Perigsis ts oikoumens).
13 Opera perduta.
14 Menandro (342-291a.C.) fu un commediografo greco. Della sua opera Aspis (Lo Scudo) ne
pervenuta fino a noi la met.
15 Marciano di Eraclea, geografo e navigatore greco, forse dell V secolo, che scrisse Viaggio
per il mare esterno, ispirato allopera di Tolomeo.

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suo Viaggio: Ora lantica Iberia divisa in due dai Romani, lo ormai in tre:
la Spagna Betica, la Spagna Lusitania e la Spagna Tarraconense1 Dal
genitivo iberos, Apollonio2 trae un nominativo come phylakos dal genitivo
phylakos3. Nel suo Paronimo4 dice: I nominativi provengono dai genitivi di
pi di due sillabe che, come il nominativo derivato, hanno laccento
proparossitone5, che essi siano sottoforma semplice o composta. Semplici
sono: martire, martyros, il nominativo Charopos del re Charopos6; Trezene7,
Troezenos, il nominativo Troezenos, del figlio di Troezenos; Iber, Iberos, il
nominativo Iberos, del quale nel Millennio di Quadrato8, al libro V, appare il
dativo plurale Iberoisin, cos: Bench guerreggiando allo stesso tempo
con i Liguri e gli Iberoisi. Habron9 dice la stessa cosa nel suo Paronimo. E
gli Iberi con la barba di capra si trovano negli Effeminati di Cratino10. Gli
Iberi bevono lacqua, perch dice Ateneo nei Deipnosophistai11 al libro II:
Filarco12 al libro VII dice anche che tutti gli Iberi bevono lacqua, bench
siano i pi ricchi dellumanit (perch essi possiedono grandissime quantit
dargento e doro. Dice che non mangiano che una volta al giorno a causa
della loro parsimonia e portano gli abiti pi splendidi.

24. La Spagna
Da dove viene il nome Spagna? Da Hispanus, un cosiddetto gigante. La
Spagna forma due province in Italia: una vasta, laltra piccola. Charax 13
cita questo paese nel suo X libro delle sue Cronache: Nella piccola Spagna
o Spagna esterna, i Lusitani si rivoltarono nuovamente, e i Romani inviarono
contro di loro il generale Quintus E sulle due province, questautore ha
scritto: Quintus, comandante in capo romano nelle due Spagne, fu
sconfitto da Viriathus e fece un trattato con lui14. Egli dice che il paese si

1 Le tre province romane corrispondevano allincirca: la Spagna Betica allAndalusia, la


Spagna Lusitania allodierno Portogallo e a una parte della spagnola Estremadura e la
Spagna Tarraconense a tutto il nord-est della nazione.
2 Apollonio Discolo, era un grammatico greco di Alessandria dEgitto, vissuto nel II secolo
a.C.
3 Fylas-fylakos, guardiano o protettore.
4 Si dice paronimo una parola di significato diverso da unaltra, ma simile nella forma, per
cui si pu supporre erroneamente un rapporto di derivazione etimologica.
5 Cio una parola sdrucciola, con laccento sulla terzultima sillaba.
6 Potrebbe trattarsi di Tharipas, re dellEpiro nel V secolo a.C.
7 Citt della Grecia, patria di Teseo, il mitologico re di Atene.
8 Asinio Quadrato, storico romano del III secolo che scrisse in greco una storia di Roma in
15 libri dalla fondazione fino ad Alessandro Severo, ma doveva arrivare al 248, millennio
di Roma. Ne sono rimasti pochi frammenti.
9 Habron, o Abrone, era un grammatico del I secolo, forse originario della Frigia e scolaro di
Trifone di Alessandria.
10 Cratino era un drammaturgo greco del V secolo a.C.
11 Deipnosophistai (I dotti a banchetto) unopera in quindici libri dello scrittore greco
Ateneo di Naucrati, scrittore greco vissuto tra il II e il III secolo.
12 Filarco di Atene, storico del III secolo a.C.
13 Charax di Pergamo, filosofo greco del II secolo, scrisse una storia della Grecia (les
Hellniques), una storia dItalia e una cronaca, delle quali restano solo dei frammenti.
14 Si tratta dellinsurrezione del 147-148 a.C. in cui furono opposti il condottiero Viriato e,

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chiama Iberia, nel III libro delle Elleniche (Storia della Grecia): La Spagna,
che i Greci chiamavano inizialmente Iberia, non conoscendo ancora il nome
di tutto il suo popolo, fu chiamata come la parte del paese vicino al fiume
Iber e da cui il nome proviene. Dopo ci, egli indica che il nome fu
cambiato in Spagna.

25. Estratto della storia del beato Teofane di Sigriane


Questo stesso anno1, non soltanto Valentiniano2 non riusc a salvare la
Gran Bretagna, la Gallia e la Spagna, ma perse la Libia occidentale nelle
circostanze seguenti. Cerano due generali, Ezio e Bonifacio, che Teodosio3
aveva inviato a Roma su richiesta di Valentiniano. Tuttavia, quando
Bonifacio fu investito dellordine della Libia occidentale, Ezio invidioso lo
calunni e lo accus di volersi ribellare e impossessarsi della Libia. Lo disse
anche a Placidia, madre di Valentiniano4 e in una lettera a Bonifacio: Se vi
chiedono di venire, non lo fate, perch siete stato accusato in modo
calunnioso; limperatore e limperatrice tentano una macchinazione per
imprigionarvi. Quando Bonifacio ricevette il messaggio, fidandosi di Ezio
come un vero amico, si rifiut di obbedire. Limperatore e limperatrice
giudicarono allora Ezio come un loro fedele servitore. A quellepoca, i Goti e
numerosi altri popoli vivevano nelle regioni pi a settentrione, assai lontano
del Danubio. I pi conosciuti tra loro sono particolarmente i Goti, i Visigoti, i
Vandali e i Gepidi, che differiscono soltanto per il nome poich parlano la
stessa lingua e tutti professano leresia di Ario. Questi popoli dunque,
allepoca di Arcadio e di Onorio5 attraversarono il Danubio, e si insediarono
in territorio romano6. I Gepidi lo stesso, che, pi tardi si divisero in
Lombardi e Avari, abitavano le regioni attorno a Singidunum e Sirmium 7. I
Visigoti di Alarico, dopo avere devastato Roma, andarono in Gallia dove vi si
insediarono. I Goti avevano inizialmente lalta Pannonia, poi, il
diciannovenimo anno del regno di Teodosio il giovane, questultimo li
autorizz a colonizzare le terre della Tracia e, dopo esservi restati 58 anni,
sotto la direzione di Teodorico8 loro patrikios9 e console, ottennero il
permesso di Zenone10 di prendere il regno dOccidente. Quanto ai Vandali,

dapprima, il proconsole Quinto Fabio Serviliano e poi Quinto Servilio Cepione che
riconquist tutti i territori occupati da Viriato.
1 Nel 422.
2 Valentiniano III (419-455) imperatore romano dOccidente dal 424 al 455.
3 Teodosio II (401-450) fu imperatore romano dOriente, o bizantino, dal 408.
4 Galla Placidia (388?-450) era anche moglie dellimperatore Costanzio III, sorella degli
imperatori Onorio e Arcadio, figlia dellimperatore Teodosio I e nipote dellimperatore
Valentiniano I.
5 Nel 395 quando limpero romano si divise, Arcadio divent limperatore dOriente e Onorio
dOccidente.
6 Pi precisamente furono i Visigoti che, spinti dagli Unni, nel 376 si insediarono nella
provincia romana della Mesia (attuali Serbia e Bulgaria).
7 Rispettivamente le odierne Belgrado e Sremska Mitrovica.
8 Re degli Ostrogoti.
9 Patrikios era titolo dato allea terza carica militare pi alta.
10 Zenone (425?-491) fu imperatore dOriente dal 474 al 475 e dal 476 al 491.

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essi si aggiunsero agli Alani ed ai Germani, ora chiamati Franchi,


attraversarono il Reno diretti da Godigisel1, si insediarono in Spagna, primo
paese dellEuropa fiancheggiando loceano occidentale.
Di fatto, Bonifacio, temendo limperatore e limperatrice dei Romani,
pass dalla Libia in Spagna e and dai Vandali; constatando che Godigisel
era morto e che i suoi figli Gunderico e Genserico avevano il potere, li
indusse con una promessa a dividere la Libia occidentale in tre parti,
affinch a ciascuno tra loro e a lui stesso andasse un terzo, ma avrebbero
dovuto unirsi per respingere ogni nemico, qualunque fosse. Essendo
questaccordo concluso, i Vandali attraversarono lo stretto2 per insediarsi in
Libia dalloceano fino a Tripoli di fronte a Cirene. I Visigoti, venendo dalla
Gallia, presero cos possesso della Spagna. Allora, alcuni senatori romani
amici di Bonifacio esposero a Placidia la falsit delle accuse di Ezio e le
mostrarono anche la lettera di Ezio a Bonifacio, che Bonifacio aveva inviato
loro. Placidia molto stupita, si astenne dal nuocere a Ezio, ma invi a
Bonifacio un messaggio ricordandogli il suo dovere, con una promessa sotto
giuramento. Allora alla morte di Gunderico, Genserico divent lunico capo
dei Vandali3. Bonifacio, in quel momento, avendo ricevuto il suo messaggio,
and contro i Vandali con una vasta forza che proveniva da Roma e da
Bisanzio, sotto gli ordini di Aspar. La battaglia ebbe luogo e Genserico
sconfisse lesercito dei Romani. Bonifacio, con Aspar, ritorn allora a Roma e
dissip i sospetti esponendo la verit. Ma lAfrica pass sotto la sovranit dei
Vandali. in quel momento che Marciano, futuro imperatore, che era un
soldato al servizio di Aspar, fu catturato vivo da Genserico4.
Ci sono tre Comandanti dei Credenti5 in tutta la Siria, cio, nellimpero
degli Arabi; il primo ha la sua sede a Baghdad, della famiglia di
Muhammad, o Maometto; il secondo ha la sua sede in Africa, della
famiglia di Ali e di Fatima, figlia di Muhammad, o Maometto, da cui il nome
di Fatimidi; il terzo ha la sua sede in Spagna ed della famiglia di Muawiya.
Allorigine, quando i Saraceni si impossessarono di tutta la Siria, il
Comandante dei Credenti aveva la sua sede a Baghdad. Era il padrone
assoluto di Persia, Africa, Egitto e Arabia Felix. Aveva sotto di lui degli
emirati potenti, o province militari, che sono i seguenti: il primo era
lemirato di Persia o del Khorasan; il secondo, lemirato dAfrica; il terzo,
lemirato dellEgitto; il quarto, lemirato di Filastinia6 o Ramla, il quinto,
lemirato di Damasco; il sesto, lemirato di Emesa o Homs; il settimo,
lemirato di Aleppo; lottavo, lemirato di Antiochia; il nono, lemirato di

1 Godigisel (359-406), re dei Vandali della stirpe degli Asdingi, attravers il Reno nel 406 e
perse la vita combattendo contro i Franchi.
2 Di Gibilterra, nel 429.
3 Nel 428.
4 Flavio Marciano (392?-457) fu imperatore bizantino dal 450. Nel 431 fu preso prigioniero
dai Vandali in un combattimento nei pressi di Ippona, ma il re vandalo Genserico lo
rilasci dietro giuramento che non avrebbe mai pi preso le armi contro i Vandali.
5 In arabo: Amir al-Muminin, titolo equivalente a califfo.
6 Attuale Palestina.

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Harran; il decimo, lemirato di Emet; lundicesimo, lemirato di Esibi; il


dodicesimo, lemirato di Mossul; il tredicesimo, lemirato di Tikrit. Ma dopo
che lAfrica si ritir dalla sovranit del Comandante dei Credenti a Baghdad
e divent autonoma proclamando il proprio emiro, la Persia fu il primo
emirato, poi come prima, lEgitto fu il secondo, e gli altri in seguito come
nellordine indicato sopra. Ma poi, nuovamente, a causa dellimpotenza del
Comandante dei Credenti a Baghdad, lemiro di Persia, o del Khorasan,
diventato indipendente, e ha usurpato il titolo di Comandante dei Credenti,
portando il Corano su tavolette attorno al suo collo come un collare, e egli
pretende di discendere dalla famiglia di Ali. Inoltre lemiro dellArabia Felix si
dichiara sempre sotto la sovranit dellemiro dellEgitto. Ma anche lui
diventato indipendente, e ha ugualmente usurpato il titolo di Comandante
dei Credenti, pretendendo anchegli di essere della famiglia di Ali.

26. La genealogia dellillustre re Ugo1


Il grande re Lotario, re dItalia, nonno dellillustre re Ugo, discendeva
dalla famiglia di Carlomagno, un uomo cos elogiato in canti e in storie che
raccontano le sue imprese militari. Dunque questo Carlomagno regnava solo
su tutti i regni occidentali, e regnava come imperatore sulla grande Francia;
e dal suo tempo, nessuno degli altri re os chiamarsi re; tutti erano suoi
confederati e suoi subordinati. Invi ricchezze immense, somme di denaro
incredibili in Palestina per fondare numerosi monasteri. Allora questo Lotario
riun le sue forze e and contro Roma e la prese dassalto, quindi fu
incoronato dal papa dellepoca2.
Sul cammino di ritorno verso Pavia, arriv alla fortezza di Piacenza, a 30
miglia da Pavia, dove mor3. Lasci un figlio chiamato Adalberto, che spos
la grande Berta ed ebbe da essa un figlio chiamato Ugo 4. Dopo la morte del
grande Lotario, Luigi, nipote di Luigi, venne dalla Grande Francia, e
conquist Pavia, ma non fu coronato5. Dopo ci and a Verona, da cui la
citt di Piacenza distante circa 120 miglia, e, quando arriv laggi, gli
uomini della fortezza insorsero, si impossessarono di lui quindi lo
accecarono6. Berengario prese allora il potere, e, andando a Roma, si fece

1 Ugo di Provenza o dArles (880-947), abiatico di Lotario II di Lotaringia, fu re dItalia dal 926
al 948).
2 La cronologia non esatta. Il nonno di re Ugo dArles era Lotario II che non fu imperatore
dItalia. Fu invece Lotario I (abiatico di Carlomagno) a essere incoronato a Roma il 5
aprile 823 da papa Pasquale I.
3 Lotario II mor di peste a Piacenza nell869, mentre stava tornando da una visita al
fratello Ludovico a Benevento.
4 Anche qui la storia errata. Figlia di Lotario II era Berta, che in seconde nozze spos
Adalberto II detto il Ricco. Ugo dArles era figlio di Berta e del suo primo marito Tebaldo
dArles.
5 Altre inesattezze: Luigi (o Ludovico) III detto il Cieco (880-928), fu re di Provenza, re
dItalia e imperatore dOccidente. Era nipote di Luigi (o Ludovico) II detto il Giovane. Luigi
III, dopo la conquista di Pavia, fu incoronato re dItalia il 12 ottobre 900 e imperatore nel
febbraio 901 da papa Benedetto IV.
6 Luigi III, ritornando in Italia dalla Francia in quanto chiamato dai feudatari assediati da

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incoronare.
Dopo ci una grande parte della popolazione ritorn verso Rodolfo1 che si
trovava in Borgogna per dirgli: Vieni qui. Noi andiamo a uccidere
Berengario e ti daremo il regno. E questultimo, lasciando Borgogna,
giunse agli avamposti di Pavia, essendo una met del popolo per lui
acquisita mentre laltra met era per Berengario. Nel conflitto Berengario
guadagn la prima battaglia, ma in unaltra fu sconfitto da Rodolfo. Gli
uomini di Berengario fuggirono, anche lui sfugg, confondendosi tra i
cadaveri e coprendosi con la pelle di cervo che portava. Rimase cos
perfettamente immobile, sopportando un colpo di lancia sulla gamba a
opera di un soldato di Rodolfo. Dato che non si mosse, laltro si allontan,
credendolo morto2.
Le truppe di Rodolfo non conoscevano Berengario. Al termine della
battaglia, Berengario si sollev, e giunse da solo al palazzo, riprese il potere
e la guerra contro Rodolfo e lo vinse. Dopo ci si accordarono luno con
laltro e divisero il paese in due: una met ciascuno. Rodolfo si trov sotto la
tutela e il potere di Berengario.
Quindi i tre nobili giunsero dalla Borgogna tanto contro Pavia che
contro Berengario. Erano Ugo, figlio di Tagliaferro3, Bosone e Ugo4, fratello
di Bosone, il nobilissimo re che abbiamo gi citato. Una forte truppa venne
con loro. Avendo appreso ci, Berengario si prepar, e marci contro di loro
per combatterli; avendo intercettato i loro rifornimenti, li affam e proib ai
suoi di uccidere chiunque, ma quelli che sarebbero stati presi, di tagliare
loro il naso ed entrambe le orecchie e di inviarglieli. Cos fu fatto. Dunque,
vedendo ci, i tre capi indicati sopra, uscirono a piedi nudi, i Vangeli in
mano, e andarono da Berengario, supplicandolo di perdonare loro e
giurando di non ritornare mai pi fino alla fine dei loro giorni. Allora egli
permise loro di rientrare nel loro paese.
In seguito, quando Berengario part per Verona, fu ucciso da Flamberto 5,
di cui aveva tenuto il figlio alla fonte battesimale ed allora Rodolfo si
impossess di tutto il regno. Dopo ci tutto il popolo disse a Ugo di
Borgogna6 chiamato prima per essere re: Vieni, e ti daremo il paese.
Quando arriv, il popolo lo sostenne, lo introdusse nel palazzo e lo prese per
re.
Dicevano a Rodolfo: Parti con tutte le tue ricchezze, per la tua regione

Berengario del Friuli (850?-924), fu fatto prigioniero a Verona, accecato e perse la corona
dItalia (916).
1 Rodolfo II di Borgogna (880-937) fu re di Borgogna Transgiurana (912-937) e re dItalia
(922-923).
2 Questo sistema per accertare la morte dei nemici era ancora in uso nella Seconda guerra
mondiale.
3 Soprannome dato ai duchi di Aquitania.
4 Bosone e Ugo dArles.
5 Berengario fu ucciso Il 7 aprile 924 a Verona, sulla porta della chiesa di S. Pietro, dove
poco prima aveva sostato in preghiera. A capo della piccola congiura locale, era un tale
Flamberto, sculdascio del comitato veronese.
6 Ugo dArles.

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od ovunque. E questultimo se ne and in Borgogna, la sua patria, dove


aveva sufficienti popolazioni sotto la sua sovranit. Una volta morto Rodolfo
in Borgogna1, il memorabile re Ugo and l e spos la moglie di Rodolfo,
chiamata Berta; quanto alla figlia di questa di nome Adelaide, la un a suo
figlio Lotario che era re dellItalia2. Mentre la figlia dellillustre re Ugo venne
a Costantinopoli a sposare Romano Porfirogenito, figlio di Costantino,
sovrano amante il Cristo3; ella si chiamava anche Berta dal nome di sua
nonna, voglio dire la maggiore delle Berta, che, dopo la morte di suo marito
Adalberto, regn [lacuna] anni4, ma ella, la giovane Berta cambi il suo
nome in Eudocia, come la nonna e la sorella di Costantino 5, il sovrano
amante Cristo.

27. Il thema6 di Longobardia, suoi principati e prncipi


Nellantichit, linsieme del territorio di tutta lItalia, Napoli, Capua,
Benevento, Salerno, Amalfi e Gaeta e tutta la Longobardia7, era in possesso
dei Romani, cio quando Roma era la capitale imperiale. Ma, dopo il
trasferimento della sede dellimpero a Costantinopoli, tutti questi territori
furono divisi in due governi, e dunque due patrikioi furono di solito inviati
dallimperatore di Costantinopoli, uno per governare Sicilia, Calabria, Napoli
e Amalfi, e laltro, con sede a Benevento, per governare Pavia, Capua e
tutto il resto8. Essi avevano abitudine di rimettere ogni anno allimperatore, i
tributi dovuti alla tesoreria di tutte le regioni summenzionate essendo
abitate dai Romani. Inoltre, allepoca dellimperatrice Irene, si invi il
patrikios Narsete per governare Benevento e Pavia; il papa Zaccaria
lAteniese, governava Roma9. Successe che i combattimenti continuarono

1 Nel 937.
2 Lotario II, o di Arles (926?-950) fu re dItalia dal 945.
3 Costantino VII parla di se stesso: Romano (939-963) era suo figlio e di Elena Lecapeno.
Nel 946 Romano fu associato al trono del padre e, morto questi, regn fino al 963.
4 Dal 915 al 920, quando perse il trono dItalia.
5 La nonna era Eudocia Ingerina, moglie dellimperatore bizantino Basilio I, e la sorellastra
era Eudocia, figlia della prima moglie di Leone VI, Costantino della quarta moglie.
6 Il thema era una regione amministrativa (provincia) dellimpero bizantino. I themata
furono istituiti dallimperatore Eraclio (VII secolo) ed erano governati dallo strategos (o
dal catepano, secondo le regioni). Su di essi, Costantino Porfirogenito scritte lopera De
Thematibus.
7 La Longobardia, o Langobardia, ossia i territori dei Longobardi, corrispondeva allincirca
allItalia meridionale.
8 La divisione dellimpero avvenne nel 395 alla morte di Teodosio I e la ripartizione dei
poteri bizantini in Italia ebbe luogo durante la formazione dellEsarcato di Ravenna (VI-VII
secolo).
9 La storia non esatta. Narsete (478-573) era un eunuco generale bizantino dotto
Giustiniano il Grande (VI secolo) e il colloquio in seguito riportato tra lui e limperatrice
Irene (752-803) non pu essere accaduto. Il protospatario Zaccaria appare durante
limpero Giustiniano II (VII-VIII secolo) prima come avversario del papa Sergio I e poi
come suo sostenitore. Papa Zaccaria fu consacrato nel 741 e mor nel 752. Costantino VII
forse voleva ricordare che questo papa fu colui che tratt con i Longobarsi impedendo loro
di impossessarsi dellEsarcato di Ravenna e, per questo, fu ricompensato dallimperatore
Costantino V con la cessione di alcuni possedimenti bizantini nel Lazio.

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nella regione di Pavia, e che il patrikios Narsete spese per larmata il tributo
raccolto per il tesoro e non invi le entrate abituali. Narsete inform
limperatrice dicendo: Speravo che il denaro mi venisse da voi, poich io
ho esaurito qui tutti i redditi disponibili per i combattimenti che sono
scoppiati, mentre voi esigete questi redditi. Quando limperatrice intese
ci, si arrabbi e gli invi la sua conocchia e il suo fuso, scrivendogli:
Prendete voi questi buoni strumenti, poich abbiamo ritenuto che meglio
possiate filare, piuttosto che difendere, guidare e battervi per i Romani
come un uomo darme. Intendendo ci il patrikios Narsete rispose
allimperatrice: Dopo che voi mi avete ritenuto buono a girare e filare
come una donna, intreccer i vostri intrighi con la conocchia e il fuso in
modo tale che i Romani non potranno mai districarli per quanto a lungo
vivranno. Ora, in quellepoca, i Longobardi si installavano in Pannonia1,
dove vivono ora i Turchi. E il patrikios Narsete invi loro ogni specie di frutta
dichiarando loro: Venite a vedere qui, c un paese dove colano il latte e
argento e, come si dice, credo che Dio non possa fare meglio, se [questo
luogo] vi soddisfa, insediatevi l, e potrete chiamarmi beato nei secoli dei
secoli.
I Longobardi, essendo stati invitati da Narsete a passare in Italia 2,
arrivarono con le loro famiglie a Benevento3, ma, non volendo gli abitanti
riceverli, costruirono case fuori delle mura, cosa che forma, nel seguito una
piccola citt che portava ancora nel nostro tempo il nome di Civitas Nova;
avendo trovato loccasione dentrare con la sorpresa, e in armi nellantica
citt e nella chiesa, ed avendo con un stratagemma preso il controllo sugli
abitanti della citt di Benevento, essi se ne liberarono e presero possesso
della citt. Perch essi portavano allinterno delle fortificazioni delle spade a
lunga lama, e si voltarono in chiesa attaccando immediatamente e, come
detto, uccisero tutti gli abitanti. Dopo la presa di Benevento, fecero
incursioni in tutta la provincia, la offrirono ai Longobardi, e portarono le loro
conquiste dalla Calabria fino a Pavia, eccetto tuttavia le citt di Otranto,
Gallipoli, Rossano, Napoli, Gaeta, Sorrento e Amalfi.
La prima citt, antica e potente, fu Capua; la seconda, Napoli; la terza,
Benevento; la quarta, Gaeta; la quinta, Amalfi. Salerno era diretta allepoca
da Sicardo4, quando i Longobardi divisero i principati. Dalla divisione della
Longobardia fino a oggi, indizione 7, anno 6457 dalla creazione del mondo,
sono passati 200 anni5. Cerano due fratelli, Siconolfo6 e Sicardo. Siconolfo

1 Antica regione compresa tra i fiumi Danubio e Sava.


2 Sembra che Narsete avesse invitato i Longobardi di Pannonia a insediarsi a Benevento,
ma non c nulla di certo.
3 Nel 570-571.
4 Il principe longobardo Sicardo fu principe di Benevento dall832 all839. Il suo territorio
comprendeva buona parte del Mezzogiorno ed era detta Langobardia Minor. Ala sua
morte, scoppi una guerra civile e il principato venne diviso.
5 un errore: passato solo un secolo.
6 Costantino scrive Sicone ma questi era il padre dei due fratelli.

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governava Benevento, i distretti di Bari e Sipontum1 mentre Sicardo


governava Salerno, Capua e la Calabria. Napoli era precedentemente il
pretorio dei patrikioi che vi arrivavano e il governatore di Napoli aveva la
Sicilia sotto la propria responsabilit; quando il patrikios giungeva a Napoli,
il duca di Napoli partiva per la Sicilia. Capua fu in effetti una grandissima
citt; essa fu presa dai Vandali o dagli Africani, che la devastarono2. Quando
essa divent una citt abbandonata, i Longoardi vi si installarono. Quando
gli Africani3 vennero di nuovo contro loro, il vescovo Landolfo costru una
citt vicino al ponte sul fiume4 e la chiam Nuova Capua, ed essa esiste
ancora. Dalla fondazione di questa Capua, 73 anni sono passati. Napoli,
Amalfi e Sorrento sono state sempre sottomesse allimperatore dei Romani.
Mastromilis significa in lingua romana capitano-generale dellesercito.
Prima che i Veneziani facessero la traversata e si insediassero sulle isole
in cui vivono attualmente, li si chiamava Enetikoi5 ed essi abitavano sulla
terraferma nei seguenti kastra6: Konkorda, Justiniana, Nounou, e molto
altre citt.
Quando coloro che ora si chiamano Veneziani, ma che si chiamavano
Enetikoi, fecero la traversata, cominciarono a costruire una citt
estremamente fortificata, nella quale il doge di Venezia siede ancora
attualmente e che circondata per 6 miglia dal mare, nel quale si gettano
27 fiumi. Ci sono anche altre isole a est di suddetta citt. E, sulle suddette
isole, coloro che si chiamano attualmente Veneziani hanno costruito delle
citt: Kogradon nella quale c anche una grande chiesa metropolitana e
molte reliquie di santi e vi sono state depositate la citt di Rivalensis e la
citt di Loulianon, la citt di Apsanon, la citt di Romatina, la citt di
Likentzia, la citt di Pinetai che la si chiama Strovilos, la citt di Viniola, la
citt di Voes, nella quale si trova la chiesa del santo apostolo Pietro, la citt
Ilitoualva, la citt di Litoumankersis, la citt di Vronion, la citt di Madafcon,
la citt di Ibola, la citt di Pristinai, la citt di Klougia, la citt di Vroundon,
la citt di Fosaon, la citt di Lavriton.
Ci sono anche altre isole sullo stesso territorio di Venezia e sul
continente, nel paese dItalia, si trovano delle citt veneziane ed eccole: la
citt di Kapre, la citt di Neokastron, la citt di Fines, la citt dAikylon, la
citt dAeimanas, il grande emporium di Tortzelon, la citt di Mouran, la citt
di Rivalton7, che significa luogo il pi alto, nel quale risiede il doge di
Venezia, la citt di Kavertzentzis.
Ci sono anche emporium e castelli.

28. Resoconto dellinsediamento che ora si chiama Venezia

1 Siponto, antica citt alla periferia dellodierna Manfredonia.


2 Capua fu saccheggiata dai Vandali di Genserico nel 455.
3 Gli Arabi, nel IX secolo.
4 Il fiume Volturno.
5 Enetik Dimokrata: Repubblica di Venezia.
6 Citt.
7 Le ultime tre sono Torcello, Murano e Rialto.

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In passato, Venezia era un luogo deserto, disabitato e paludoso. Coloro


che si chiamano ora Veneziani erano dei Franchi di Aquileia e altri luoghi di
Francia e abitavano sulla terraferma di fronte a Venezia. Ma quando Attila, il
basileus degli Avari1, venne e devast completamente e spopol tutte le
regioni di Francia, tutti i Franchi di Aquileia e di altre citt di Francia
iniziarono a fuggire e ad andare nelle isole disabitate di Venezia e a
costruire capanne per la paura causata dal basileus Attila. E quando il
basileus Attila ebbe devastato tutta la regione della terraferma e avanz
lontano verso Roma e la Calabria e lasci Venezia ben lontano dietro di s,
coloro che erano fuggiti per rifugiarsi nelle isole di Venezia, avendo acquisito
un posto dove vivere e tolto il timore dal loro cuore, decisero insieme di
stabilirsi l, questo fecero e vi sono insediati finora. Ma nuovamente,
numerosi anni dopo che Attila sera ritirato, arriv il re Pipino2 che regnava
allora su Pavia e altri regni. Pipino aveva tre fratelli ed essi regnavano sui
paesi franchi e slavoni. Quando il re Pipino arriv contro i Veneziani con
tutta la sua potenza e un forte esercito, sistem lassedio dal lato della
terraferma, allopposto del passaggio tra essa e le isole di Venezia, in un
luogo chiamato Aeibolas. E dunque i Veneziani vedendo il re Pipino venire
contro di loro con tutta la sua potenza e prepararsi a imbarcarsi con tutti i
suoi cavalli per lisola di Madamaucon (che unisola vicina alla terraferma)
piantarono dei pali e sbarrarono completamente questo passaggio.
Lesercito del re Pipino fu costretto a restare l (perch non gli era possibile
passare in un altro posto) e fece lassedio dal lato della terraferma per sei
mesi, senza cessare un giorno di combattere3. I Veneziani vollero
equipaggiare le loro barche e presero posizione dietro i pali che avevano
piantato ed il re Pipino volle prendere posizione con il suo esercito lungo la
costa. I Veneziani lassalirono con frecce e giavellotti e lo fermarono nel suo
tentativo di passare verso lisola. Alla fine il re Pipino disse ai Veneziani:
Voi siete sotto di me e la mia pronoia4 poich siete del mio paese e del mio
dominio. Ma i veneziani gli risposero: Vogliamo essere i sudditi
dellimperatore dei Romani e non vostri. Quindi, dato che erano stati a
lungo impediti da tutte le difficolt che erano loro arrivate, i Veneziani
fecero un trattato di pace con il re Pipino, accettando di pagargli un tributo
considerevole. Ma finora il tributo andato diminuendo di anno in anno
bench sia ancora pagato attualmente. Infatti, i Veneziani pagano a colui
che regna sul regno dItalia, cio Pavia una rendita annuale di 36 libbre
dargento non negoziate. Cos si concluse la guerra tra Franchi e Veneziani5.

1 Sovrano degli Unni. Gli Avari erano un altro popolo, sebbene imparentati.
2 Pipino Carlomanno (773?-810), figlio di Carlomagno, fu re dei Longobardi dal 781.
3 Lassedio di Venezia dur dallautunno 809 alla primavera 810.
4 Sistema di feudalizzazione.
5 Ci sono due versione sullattacco di Pipino avvenuto intorno al 726. Secondo la
storiografia veneziana, Pipino, occupato il porto di Albiola, organizz una flotta per
conquistare la laguna (allora ancora non esisteva la vera Venezia), ma gli assediati,
ritiratosi nelle isole pi interne, come Rialto, aspettarono che le grandi navi franche si
arenassero nelle secche lagunari per poi attaccarle con piccole e leggere imbarcazioni,

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Quando il popolo cominci a fuggire verso Venezia e a riorganizzarsi, essi


proclamarono come doge quello che superava tutti gli altri in nobilt. Il
primo dei loro dogi era stato designato prima che il re Pipino andasse contro
loro1. In quellepoca, la residenza del doge era un posto chiamato Civitanova
che significa nuova citt. Ma poich questisola suddetta molto vicina alla
terraferma, per consiglio comune trasferirono la residenza del doge in
unaltra isola, dov attualmente perch distante dalla terraferma, a una
distanza tale che si pu distinguere un uomo a cavallo.

29. La Dalmazia e i popoli che la abitano


Limperatore Diocleziano amava molto la Dalmazia, cos port da Roma
delle persone e le loro famiglie; li insedi nello stesso paese di Dalmazia; li
chiam Romani2 perch erano stati sottratti da Roma, e questo titolo loro
rimasto finora. Poi limperatore Diocleziano fond la citt di Spalato e vi fece
costruire un palazzo che supera tutto ci che la potenza del verbo o della
penna potrebbe descrivere3, e le vestigia del suo antico lusso sono ancora
conservate, bench il lungo lasso di tempo abbia fatto devastazioni su di
essi. Inoltre, la citt di Dioclea4, ora occupata dai Diocleani, fu cos chiamati
perch fu costruita dallo stesso imperatore Diocleziano. Il territorio che
possedevano questi Romani si estendeva anche lontano lungo il Danubio, e
una volta, furono tentati di attraversare il fiume e scoprire gli abitanti
dellaltra riva, lo attraversarono e incontrarono dei popoli slavi senza armi,
chiamati Avari. N gli uni n gli altri si aspettavano di trovare chi vi fosse
sulla diversa riva. E allora, trovando questi Avari disarmati per la guerra, i
Romani li sottomisero, presero del bottino, dei prigionieri e ripartirono. E a
partire da quel momento, i Romani sistemarono due guarnigioni in
alternanza, in servizio da Pasqua a Pasqua, e si abituarono al cambio di
questi uomini cosicch, il Gran Sabato Santo, quelli che prendevano il loro
servizio potevano incrociare coloro che ne ritornavano. Perch vicino al
mare, sotto questa stessa citt, si trova una citt chiamata Salona 5, grande
quasi la met di Costantinopoli, dove tutti i Romani si riuniscono, si
riforniscono quindi partono e passano la frontiera, situata a quattro miglia di
questa stessa citt, che oggi chiamata Kleisa6, essendo chiusa a quelli che
passano in questo modo. Ed di l, essi avanzano verso il fiume. Questo
scambio di guarnigione funzion per un certo numero di anni e gli Slavi

bruciando la flotta e massacrando lesercito nemico. La versione francese narra invece che
Pipino, conquistata la laguna stava per ritornare in Francia, quando intervenne una flotta
bizantina che sconfisse gli invasori costringendoli alla resa. In entrambi i casi, Pipino si
ammal poco dopo per linsalubrit delle paludi e mor.
1 Vi furono due dogi: Paolo Lucio Anafesto, dal 697 al 717, e Marcello Tegalliano, dal 717 al
726. Nel 726 lassemblea popolare elesse Orso Ipato, ucciso nel 737.
2 Nel seguito si metter in corsivo i Romani trapiantati.
3 Il Palazzo di Diocleziano, sorta di cittadella fortificata, fu eretto tra il 293 e il 305.
4 O Doclea, o Dukija, presso lattuale Podgorica.
5 A Salona era nato Diocleziano.
6 Oggi Clissa, in croato Klis. La citt si trova su una rupe che domina un valico, a quota 360
metri, che mette in comunicazione lentroterra dalmata con la costa presso Salona.

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situati dallaltra parte del fiume, anche chiamati Avari, riflettevano tra loro,
e si dicevano: Questi Romani, ora che hanno attraversato e trovato del
bottino, non cesseranno in futuro di venire a visitarci; dobbiamo elaborare
un piano contro di loro. E cos, per questo, gli Slavi o Avari tennero
consiglio, e in una certa occasione quando i Romani attraversarono, essi
tesero loro delle imboscate, li attaccarono e li uccisero. Gli Slavi
summenzionati presero le armi romane, i loro stendardi e il resto dei loro
distintivi militari; attraversarono allora il fiume e passarono la frontiera;
quando i Romani che erano di l li videro, con i vestiti e gli attributi dei loro
uomini, credettero che fosse loro, e cos, quando gli Slavi gi citati
arrivarono, li si lasci passare. Una volta entrati, subito espugnarono i
Romani e presero possesso della citt di Salona summenzionata. Vi si
insediarono e iniziarono in seguito gradatamente a fare incursioni per
saccheggiare e distruggere i Romani abitanti nelle pianure e su un terreno
pi elevato, prendendo possesso delle loro terre. Il resto del Romani trov
rifugio nelle citt costiere che possiedono ancora, cio: Decatera, Ragusa,
Spalato, Tetrangourin, Diadora, Arbe, Vekla e Opsara1, i cui abitanti sono
chiamati Romani al giorno doggi.
Dal regno di Eraclio imperatore dei Romani, come si spiegher nel
resoconto che riguarda i Croati e i Serbi, linsieme della Dalmazia e di tutti i
suoi popoli, come Croati, Serbi, Zachlumiani, Travuniani, Canaliti, Diocleani
e Narentani, anche chiamati Pagani [lacuna] ma quando limpero romano, a
causa dellindifferenza e dellinesperienza di quelli che lo governarono in
seguito, soprattutto allepoca di Michele lAmoriano il Balbuziente2, rifiut
categoricamente agli abitanti delle citt dalmate di diventare indipendenti, o
sudditi dellimperatore dei Romani, o di chiunque altro, peraltro, i popoli di
queste regioni, Croati, Serbi, Zachlumiani, Travuniani, Canaliti, Diocleani e
Pagani, scossero le briglie dellimpero dei Romani e diventarono autonomi e
indipendenti, senza alcuna riserva. Questi paesi non avevano prncipi, come
si dice, ma soltanto degli upa, degli anziani, come di norma nelle altre
regioni slave. Inoltre, la maggioranza di questi Slavi non era neppure
battezzata, e rest tale e quale abbastanza a lungo. Ma, allepoca di Basilio,
imperatore amante Cristo3, inviarono ambasciate, supplicando e pregando
quelli tra loro che non erano stati ancora battezzati di ricevere il battesimo;
essi sarebbero diventati, come lo erano stati in origine, sudditi dellimpero
romano, e limperatore glorioso, di felice memoria, li ascolt e invi un
delegato imperiale accompagnato da sacerdoti e fece battezzare tutti coloro
che dei popoli suddetti non lo erano ancora. Nomin in seguito i loro principi
che essi scelsero e approvarono, provenienti da famiglie amate e favorite. E
da quel giorno fino a oggi, questi principi sono discendenti da quelle stesse
famiglie, e da nessunaltra. Ma i Pagani, anche chiamati Narentani in lingua

1 Rispettivamente (da Decatera): Kotor o Cattaro, Dubrovnik, Split, Trogir o Tra, Zadar o
Zara, Arbe, Veglia e Ossero. Se ne parla pi avanti.
2 Michele III.
3 Basilio I (811?-886) fu imperatore bizantino dall867.

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romana, furono lasciati senza battesimo, in una parte inaccessibile e


scoscesa del paese. Perch Pagani significa non battezzati in lingua
slava. Ma pi tardi, anche loro, inviarono [messaggeri] allo stesso
imperatore glorioso pregandolo di farli battezzare, e egli fece battezzare
anchessi. E poich, come abbiamo detto sopra, a causa dellindifferenza e
dellinesperienza di quelli che in questatti di potere hanno fatto sbagliare i
Romani, gli abitanti delle citt di Dalmazia diventarono ugualmente
indipendenti, non sottomessi n allimperatore dei Romani, n ad alcun
altro. Ma dopo un certo tempo, sotto il regno di Basilio, il glorioso e
indimenticabile imperatore, i Saraceni dAfrica, Sawdan, Saba e Khalfun1,
vennero con 36 navi e raggiunsero la Dalmazia, presero le citt di Voutova 2,
di Rossan3 e la citt di Decatera. Ed andarono anche verso la citt di
Ragusa4 facendo un assedio di quindici mesi. Quindi nel distretto dei
Ragusani fecero una dichiarazione a Basilio, limperatore sempre
memorabile dei Romani, dicendogli: Abbiate piet di noi e non permettete
che ci distruggano quelli che negano Cristo. Limperatore fu mosso a
compassione e invi il patrikios Niceta, chiamato Orifa, drungarios della
flotta di un centinaio di chelandia5. Quando i Saraceni ebbero la notizia
dellarrivo del drungarios patrikios della flotta con il suo squadrone,
lasciarono la citt di Ragusa e presero la fuga; essi passarono in
Longobardia dove assediarono e presero la citt di Bari 6. Quindi il sultano vi
costru un palazzo e fu padrone per quaranta anni di tutta la Longobardia
fino a Roma. Su questo resoconto, di conseguenza, limperatore inform
Luigi, re di Francia7, e il papa di Roma, chiedendo la loro cooperazione con
larmata che, lui, limperatore, aveva inviato. Il re e il papa aderirono alla
richiesta dellimperatore, e tutti due arrivarono con una forza importante e
fecero unione con larmata inviata dallimperatore e con i Croati, i Serbi, i
Zachlumiani, Travuniani, Canaliti, gli uomini di Ragusa e di tutte le citt di
Dalmazia (perch tutti furono convocati per mandato imperiale), quindi
passarono in Longobardia, assediarono e si impossessarono della citt di
Bari8.
I Croati e altri capi slavi furono trasportati in Longobardia dagli abitanti
della citt di Ragusa sulle loro navi. La citt di Bari, il paese e tutti i
prigionieri furono portati dallimperatore dei Romani, ma Sawdan e il resto
dei Saraceni fu preso da Luigi, re di Francia, che li mand a Capua e a
Benevento. E nessuno non vedeva mai ridere Sawdan. Tanto che il re disse:
Se qualcuno mi annuncia o mi mostra che Sawdan sta ridendo, gli dar

1 Sawdan al Mazari fu il terzo emiro di Bari dall857; Sava dovrebbe essere Mufarraj ibn
Sallam, secondo emiro di Bari; Khalfun conquist Bari nell847 e ne fece un emirato.
2 Budva o Budua, sulla costa del Montenegro.
3 Portorose.
4 Dubrovnik.
5 Niceta Orifa, comandante (drungarios) della flotta bizantina di galee da guerra.
6 Il 2 febbraio 871.
7 Luigi (o Ludovico) II.
8 Nell876.

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molto argento. Un giorno glielo dissero. Il re fece venire il barbaro e gli


chiese la ragione del suo ridere; il saraceno rispose che osservando un
carretto, aveva poi visto la cima di una ruota abbassata a terra, e il fondo di
questa ruota elevata in cima. Giudicando, aggiunse, che gli affari umani si
sollevano e si abbassano, ho riso, riflettendo che non era impossibile che mi
succedesse la stessa cosa: come sono stato precipitato dallalto nella
miseria, cos Dio pu sollevarmi ai primi posti. In seguito, Luigi lo invit a
mangiare con lui alla sua tavola. E i nobili di Capua e di Benevento presero
labitudine di andare a vedere Sawdan, di chiedergli informazioni sulle cure
da prestare al bestiame e su altri argomenti, a causa della sua et e della
sua esperienza. Sawdan, che era fine e astuto, disse loro: Vorrei rivelarvi
una cosa, ma temo che lo denunciate al re e nel qual caso perder la mia
vita. Ma essi gli promisero la discrezione, allora prendendo coraggio disse
loro: Il re ha previsto di bandire tutti voi dalla Grande Francia, e se ne
dubitate, aspettate un po, e ve lo prover. Ed egli se ne and a dire a
Luigi: I signori di questo luogo sono malavitosi, e non sarete mai padrone
di questo paese a meno di eliminare quegli uomini potenti che vi si
oppongono, ma mettono ai ferri i notabili della citt, mandateli nel vostro
paese, e gli altri si sottometteranno come vorrete. Quando questo consiglio
lo ebbe convinto, il re ordin di fare catene di ferro per il loro esilio; Sawdan
usc e disse ai nobili: Se non volete credere che il re vi voglia esiliare, che
ogni vostro ricordo debba scomparire tra gli uomini, e se volete esserne
interamente certi, andate a vedere cosa fanno tutti i maniscalchi per ordine
del re. E se non li trovate in procinto di fabbricare catene e ferri, sappiate
che tutto ci che vi ho detto menzogna, ma se ho detto vero, vegliate
sulla vostra sicurezza e ricompensatemi per i miei consigli preziosi cos
salutari per voi. I nobili fecero come aveva detto Sawdan, e quando videro
le catene e i ferri furono completamente convinti; in seguito iniziarono a
complottare contro il re Luigi. Questultimo, ignorando tutto ci, part per
cacciare. Ma quando ritorn, i suoi nobili avevano preso possesso della citt
e non gli permisero pi di entrarvi. Il re Luigi, vedendosi cos opposto ai
nobili, ripart per il suo paese. I nobili chiesero a Sawdan: Cosa possiamo
dunque fare per voi, dopo ci che ci hai dato in cambio? Egli chiese loro
allora di poter tornare nel suo paese, e ci fu fatto, ripart per lAfrica nella
sua terra natale. Ma, cosciente del suo vecchio inganno, arm una
spedizione e venne in forze ad assediare e sottomettere Capua e
Benevento. I loro capi inviarono emissari al re Luigi di Francia, chiedendogli
di venire ad aiutarli contro Sawdan e gli Africani. Ma il re Luigi, intendendo
ci, avendo appreso come Sawdan aveva agito per convincere i nobili
dicendo loro che lo scopo del re di bandirvi e di farvi portare in ferri in
Francia, rispose loro: Io mi pento di ci che ho fatto prima per voi: vi ho
salvati dai vostri nemici. Voi mi avete reso il male per il bene e poich voi
mi avete cacciato, ora sono contento della vostra rovina. Allora, avendo
fallito presso il re Luigi, inviarono ambasciatori presso il re dei Romani
perch li aiutasse e li liberasse da quella disgrazia. Il re promise di aiutarli.
Mentre lambasciata ritornava in citt, portando le buone notizie

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dellalleanza con il re, fu preso dalle guardie che Sawdan aveva inviato,
senza avere avuto il tempo di mettersi sotto la protezione della fortezza.
Perch Sawdan era a conoscenza dellambasciata fatta presso il re dei
Romani, e aveva compiuto tutti i suoi sforzi per prendere lambasciatore
prima del suo ritorno. Quando questi fu catturato, Sawdan apprese ci che
era stato deciso e che laiuto del re dei Romani sarebbe avvenuto alcuni
giorni pi tardi. Allora Sawdan dichiar allambasciatore: Se fai ci che ti
ordino, otterrai la libert e grandi regali, altrimenti morirai nei peggiori
supplizi. Questultimo promise di obbedire a quanto gli sarebbe stato
ordinato. Soldan gli disse: Ti ordino di tenerti vicino alle mura, di chiamare
coloro che ti hanno inviato e dir loro: Mi sono liberato dal compito che voi
mi avevano affidato, ho implorato per voi il re dei Romani. Sappiate,
tuttavia, che invano ho fatto questo viaggio, il re non ha per niente preso in
considerazione la vostra supplica, non attendete aiuto dal re.
Lambasciatore promise con gioia di eseguire. Si port vicino alla fortezza,
e, non considerando affatto le parole di Sawdan, non temendo le sue
minacce, non lasciandosi sedurre dalle sue promesse, ma avendo soltanto il
timore di Dio nel proprio cuore, disse a se stesso: meglio morire solo e
non ingannare che consegnare alla morte tanti cuori umani. Dunque,
quando si trov vicino alle mura, chiam tutti gli arconti1 e disse al
comandante della fortezza: Signori, ho compiuto la mia missione e vi
annuncio la buona risposta del re dei Romani. Ma vi scongiuro, in nome del
figlio di Dio, di salvare la fortezza e i vostri stessi cuori, per riempire di
benefici i miei bambini e mia moglie che spera di abbracciarmi: ci che
farete per loro, vi sar ricompensato dal Dio giusto che premia i buoni, lui
che giudica i vivi e i morti. Avendo detto ci, egli li incoraggi con le loro
seguenti parole: Sawdan mi far morire e temo per la mia vita, ma voi
siate fermi, non siate codardi, aspettate un po e tra qualche giorno gli aiuti
inviati dal re dei Romani arriveranno. Dopo queste parole pronunciate
dallambasciatore, i soldati di Soldan che lo accompagnavano, avendo
sentito, durante la loro attesa, quanto questi diceva, si misero a digrignare i
denti e disputarono tra loro per essere il primo a ucciderlo. Una volta che
lambasciatore fu ucciso, Sawdan temendo larrivo dellarmata molto
potente dellimperatore, si ritir. E da quei tempi fino a oggi, gli abitanti di
Capua e di Benevento sono sotto la sovranit del popolo romano e sono
completamente sottomessi a causa dellimmenso beneficio che ne hanno
ricevuto.
La citt di Ragusa non chiamata Ragusa nella lingua dei Romani, ma,
poich situata su delle scogliere, la si chiama nel parlare romano la
roccia, laus, donde sono chiamati Lausoei coloro che hanno la loro sede
sulla scogliera. Ma luso popolare, che corrompe spesso i nomi modificando
le loro lettere, ha cambiato la sua denominazione e lha chiamata Raousoei.
Questi stessi Raousoei erano in passato della citt chiamata Pitaura2, e in

1 Alti magistrati.
2 Ragusavecchia, o Cavtat, fondata dai Greci con il nome di Epidauros circa 640 a.C.), poi

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seguito, quando le altre citt furono prese dagli Slavi che erano nella
provincia, questa citt fu presa anchessa, alcuni furono massacrati e altri
fatti prigionieri; coloro che riuscirono a sfuggire e a mettersi al sicuro si
insediarono nel luogo quasi a picco in cui si trova la citt ora; la costruirono
modesta allinizio, in seguito pi vasta, ed ancora pi tardi estesero le sue
mura finch la citt raggiunse la sua dimensione attuale, a causa del suo
ingrandimento progressivo e della crescita della popolazione. Alcuni di quelli
che partirono verso Ragusa sono i seguenti: Gregorio, Arsafio, Vittorino,
Vitale, Valentino larcidiacono, Valentino, padre del protospatario1 Stefano.
Della loro partenza da Salona verso Ragusa, 500 anni sono finora passati,
indizione 7, anno 64572. Nella stessa citt riposa san Pancrazio, nella chiesa
di Santo Stefano, situata nel suo centro.
La citt di Spalato, che significa piccolo palazzo, fu fondata
dallimperatore Diocleziano; egli ne fece la sua residenza, e costru
allinterno una corte e un palazzo, di cui la maggior parte stata distrutta.
Ma alcuni resti rimangono oggi, come la residenza episcopale della citt e la
chiesa di San Doimo, nella quale riposa san Doimo stesso3, e che era il
mausoleo dello stesso imperatore Diocleziano. Sotto si trovano sale a volta
che egli utilizz come prigione e nelle quali chiuse crudelmente i santi che
tortur. SantAnastasio riposa anche lui in questa citt. La mura della
fortezza della citt non sono costruito n in mattoni n in cemento, ma di
blocchi di pietra, di uno e spesso due braccia di lunghezza per uno braccio di
larghezza4, e sono regolati ed uniti luno allaltro con ramponi di ferro
annegati nel piombo fuso. In questa citt si trovano anche file strette di
colonne, con delle trabeazioni sopra, sulle quali lo stesso imperatore
Diocleziano propose di costruire delle volte e coprire tutta la citt, e di
costruire il suo palazzo e tutti gli alloggi della citt sopra queste volte fino a
unaltezza di due o tre piani, in modo che coprissero poco spazio al suolo di
questa citt. La fortificazione dell citt non ha n doppi muri n gallerie ma
solamente alte mura con feritoie.
La citt di Tetrangourin5 una piccola isola nel mare, con un passaggio
molto stretto che funge da ponte per raggiungere la terra, che gli abitanti
passano per andare alla citt dallo stesso nome. chiamata Tetrangourin
perch essa ha la lunga forma di un cetriolo6. L si trova il santo martire
Lorenzo larcidiacono7.
La citt di Decatera8 significa nella lingua dei Romani stretto e ristretto,

chiamata dai Romani Pitaura (168 a.C.).


1 Cavaliere di Giustizia o comandante della guardia imperiale.
2 Dal I settembre 948 al 31 agosto 949.
3 Il siriano san Doimo (o Domino) fu vescovo di Salona dove fu martirizzato el 304.
4 La fortezza estesa per oltre 180 metri di larghezza e 215 metri di lunghezza, in una
superficie totale di 30.000 mq.
5 La gi citata Trogir, o Tra, ora in Croazia.
6 Angori, in greco.
7 Santo martire Lorenzo (225-258), uno dei sette diaconi di Roma.
8 Kotor, o Cattaro, in Montenegro. Gli antichi Romani la chiamavano Ascrivium, nome
derivato da unantica forma illirica che significava situato nellangolo (del canale).

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perch il mare entra come una lingua contratta da 15 a 20 miglia, e la citt


su questappendice marittima1. Questa citt circondata di alte
montagne, cosa che implica che il sole non possa essere visto che in estate,
perch allora in mezzo al cielo; in inverno invisibile. Nella stessa citt
riposa san Trifone2, guaritore di qualsiasi malattia, soprattutto per i
tormentati da spiriti impuri; la sua chiesa rotonda.
La citt di Diadora3 chiamata in lingua romana iam era4, il che
significa: gi esistente: cio, che era gi stata fondata prima di Roma;
una grande citt. La tradizione popolare le d il nome di Diadora. In questa
stessa citt riposa il corpo di Santa Anastasia, giovane vergine di Eustazio
che fu sul trono allepoca, e San Crisogono, monaco e martire5. La chiesa di
SantAnastasia una basilica, come la chiesa di Chalcoprateia6, con colonne
verdi e bianche, tutta decorata di immagini a encausto di stile antico; il suo
pavimento un mosaico splendido. In prossimit, si trovano unaltra chiesa,
coperta da una cupola, alla Santa Trinit, e sopra questultima, ancora
unaltra chiesa, al modo di quella dei Catecumeni, anchessa rotonda, nel
quale si monta con una scala a chiocciola7.
Sotto il controllo della Dalmazia un insieme molto numeroso di
arcipelaghi, estendendosi anche lontano da Benevento, in modo che le navi
non temano mai la tempesta in queste regioni. Una di queste isole la citt
di Vekla8, e su unaltra isola Arbe, e su unaltra isola Opsara 9, e su unaltra
isola Lumbricaton10, e sono ancora abitate. Le altre sono disabitate ed

1 Sembra invece che Decatera sia la forma contratta di Cattaro, derivata da una locuzione
greca primitiva che significava umida, ricoperta di nebbie in quanto posizionata alla
base di alte montagne e lumidit del mare non riusciva a dissiparsi completamente
durante il giorno.
2 San Trifone (232-250), martirizzato durante la persecuzione dellimperatore Decio.
3 Zadar, o Zara, in Croazia.
4 In realt, il nome romano Iadera (dal 59 a.C.), derivato da Jadasienei, nome degli
abitanti che erano nemici dei Greci. Per assonanza Costantino VII chiama la citt Diadora.
5 SantAnastasia di Sirmio, martirizzata nel 304. La cattedrale a lei dedicata, di stile
bizantino, fu costruita per ospitare le reliquie della santa portate dal vescovo Donato
nell811. La figura di santEustazio (vescovo di Berea e di Antiochia, martire nel 338 circa)
presa da Costantino VII come indicazione del tempo in cui visse santAnastasia. San
Crisogono, vescovo di Aquileia nel III-IV secolo, appare in una leggenda nata a Roma nel
VI secolo per legare il santo a santAnastasia di Sirmio. In essa si racconta che Crisogono
era un romano, che fu maestro di santAnastasia che lo andava a trovare in carcere e fu
imprigionato durante una persecuzione. Fu portato ad Aquileia al cospetto di Diocleziano
che lo fece decapitare e ordin che il corpo fosse gettato in mare. Quando il corpo fu
recuperato gli si dette sepoltura a Zara nella chiesa a lui dedicata.
6 La chiesa di Chalcoprateia era nel quartiere del mercato del rame (in greco chalcos), a
circa centocinquanta metri dalla basilica di Santa Sofia, e vi era conservata, dal 530 circa,
la Preziosa Cintura della Madre di Dio.
7 Si tratta della chiesa costruita, a pianta rotonda, nel IX secolo e dedicata dallXI secolo, a
san Donato. La seconda chiesa che Costantino indica come superiore alla prima in realt
la arte dedicata ai matronei.
8 O Veglia, lisola di Krk.
9 Osor o, in italiano, Ossero.
10 Vrgada.

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hanno su esse delle citt deserte, i cui nomi sono: Katautrebeno, Pizouch,
Selbo, Skerda, Aloep, Skirdakissa, Pyrotima, Meleta, Estiounez, e altre
molto numerose i cui nomi non sono intelligibili. Le altre citt, sulla parte
continentale della provincia, furono prese dai suddetti Slavi, sono ora
disabitate ed abbandonate, e nessuno ci vive.

30. Il thema di Dalmazia


Se la conoscenza una buona cosa per tutti, allora noi labbiamo anche
avvicinata a quella degli eventi. per questa ragione che diamo, per il
beneficio di tutti coloro che ci succederanno, un resoconto completo tanto
su questi argomenti che su altri degni dattenzione, affinch il bene sia
doppio. Per cui, coloro che si fanno domande sulla presa della Dalmazia, la
sua presa da parte dei popoli slavi, potranno apprenderla da ci che
seguir; ma dobbiamo inizialmente parlare della sua posizione geografica.
Nellantichit, dunque, la Dalmazia cominciava ai confini di Dyrrachium, o di
Antibari4, e andava anche lontano dalle montagne di Istria, per estendersi
fino al Danubio. Tutto il territorio era sotto il controllo dei Romani, e questa
provincia era pi famosa di tutte le province dellovest; tuttavia, ecco il
modo in cui fu presa dai popoli slavi.
Vicino a Spalato si trova una citt chiamata Salona, costruita
dallimperatore Diocleziano come la stessa Spalato, dove si trova il suo
palazzo, ma a Salona si insediarono i notabili e la gente comune. La citt
era la cima di tutta la Dalmazia. Ogni anno5, di solito, una forza di
cavalleria, in numero di un migliaio, delle altre citt dalmate si raccoglieva e
si spiegava da Salona verso il fiume Danubio per sorvegliarlo a causa dello
Avari. Perch gli Avari avevano la loro dimora sulla riva opposta del
Danubio, dove sono ora i Turchi, e conducevano vita nomade. La gente di
Dalmazia che vi andava ogni anno, vedeva spesso animali e uomini su
questo lato lontano del Danubio. Un giorno, quindi, decisero di superarlo per
sapere chi erano coloro che abitavano laggi. Attraversarono e non
trovarono che le donne e i bambini degli Avari, perch gli uomini e i giovani
erano in spedizione militare. Prendendoli di sorpresa, li fecero prigionieri e
ritornarono senza danni, portando il bottino a Salona. Ma quando gli Avari
tornarono dalla loro spedizione militare e videro ci che era avvenuto e le
perdite subite, furono sbalorditi, non sapendo da dove veniva la disgrazia
che era venuta a colpirli. Decisero dunque di dedicare il loro tempo a
scoprire lenigma. E cos, quando la guarnigione, secondo luso, si distacc
unaltra volta da Salona, con altri uomini, anche questi ultimi vollero rifare
lincursione dei loro predecessori. Quindi superarono il Danubio, ma
trovando gli Avari raccolti e non dispersi come la rima volta, non soltanto
non poterono far niente ma in verit subirono sventure pi terribili. Perch
alcuni di loro furono uccisi, il resto fu fatto prigioniero, e non uno sfugg

4 Dyrrachium Durrs o Durazzo, ora in Albania, mentre Antibari Antivari o Bar, o Tivari,
ora nel Montenegro.
5 La storia che segue pare sia solo una leggenda.

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dalle mani del nemico. Gli Avari li interrogarono, chi erano e da dove
venivano? Avendo appreso che era a causa di loro che avevano subito la
precedente sventura, e avendo inoltre ricevuto informazioni sulla natura del
loro paese, e soddisfatti di quanto avevano inteso, fecerono prigionieri i
superstiti e si rivestirono dei loro vestiti nel modo che li indossavano;
quindi, montando a cavallo e prendendo in mano gli stendardi e le altre
insegne che i Romani avevano portato con loro, partirono per fare
unincursione militare e si diressero verso Salona. Poich avevano anche
appreso le ore di cambio delle guarnigioni sul Danubio (il Grande Sabato
Santo), arrivarono quel giorno preciso. Avvicinandosi, la maggior parte
dellesercito si nascose, ma circa un migliaio di loro, coloro che, per
mascherarsi, avevano preso i cavalli e le uniformi dei Dalmati, avanzarono.
Quelli della citt, riconoscendo insegne e vesti, il giorno previsto, perch era
quello in cui rientravano di solito, aprirono le porte e li ricevettero in
tripudio. Ma, appena furono entrati, gli Avari si impadronirono delle porte e
dettero il segnale affinch i loro corressero e entrassero con loro. E cos
passarono a fil di spada tutta la citt poi presero il controllo di tutta la
Dalmazia dove si insediarono. Solo le citt costiere riuscirono a resistere e
continuarono a essere nelle mani dei Romani, perch la loro sopravvivenza
veniva dal mare. Gli Avari, allora, trovando questa terra di loro gusto, vi si
insediarono.
Ma a quellepoca i Croati erano insediati al di l della Bavaria, dove si
trovano oggi i Belocroati1. Di l, usc una famiglia di cinque fratelli, Kloukas
e Lobelos e Kosentzis e Mouchlo e Chrobatos, e di due sorelle, Touga e
Bouga, che vennero con la loro popolazione in Dalmazia e trovarono gli
Avari su questa terra. Dopo essersi combattuti per numerosi anni, i Croati
prevalsero, uccisero una parte degli Avari e imposero ai restanti di essere
loro sudditi. E a partire da quel tempo, quella terra fu un possedimento dei
Croati, ed esistono ancora in Croazia alcuni discendenti degli Avari che si
chiamano Avari. Il resto dei Croati dimor alle frontiere della Francia: li si
chiamano ora Belocroati, cio Croati bianchi, hanno il loro principe; sono
sudditi di Ottone il Grande, re di Francia, o di Sassonia, non sono battezzati,
si sposano tra loro e hanno relazioni di amicizia con i Turchi. Una parte dei
Croati giunti in Dalmazia si disperse per occupare lIlliria e la Pannonia;
anche questi avevano un principe sovrano, che intratteneva, di solito,
bench attraverso inviati, un contatto amichevole con il principe di Croazia.
Per molti anni i Croati di Dalmazia furono sottomessi ai Franchi, in quanto
era stato il loro paese dorigine; ma i Franchi li trattavano con una brutalit
inimmaginabile: essi avevano labitudine di uccidere i bambini croati quindi
di gettarli ai cani. I Croati, non potendo sopportare tale trattamento dai
Franchi, si rivoltarono e massacrarono coloro che avevano per prncipi.
Allora, una grande armata part dalla Francia contro di loro e, dopo una lotta
di sette anni, i Croati poterono infine soppiantare e distruggere tutti i

1 O Croati Bianchi, slavi abitanti una regione tra Baviera, Ungheria, Polonia e Ucraina. Tra le
popolazioni euroasiatiche, il termine bianco significava occidentale.

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Franchi e il loro capo chiamato Kotzilis. Da allora, restarono indipendenti e


autonomi, chiesero il santo battesimo al vescovo di Roma che invi dei
vescovi per battezzarli allepoca del loro principe Porino.
Il loro paese era diviso in undici upania, ossia: Chlebiana1, Tzenzena,
Emota2, Pleba3, Pesenta4, Parathalassia5, Breberi6, Nona, Tnena, Sidraga7,
Nina; e il loro ban8 possiede Kribasa, Litza et Goutziska9. ai nostri giorni i
cosiddetti Croati e il restante delle regioni sclavine sono cos ripartite: la
Dioclea vicina alle fortezze di Dyrrachium, cio di Elissus, Helcyniul e
Antibari, e va fino a Decatera10, e lato monte confina con la Serbia. La citt
di Decatera allinizio della Travunia che si estende fino a Ragusa11, e dalla
parte della montagna, fiancheggia la Serbia. A Ragusa comincia la regione
di Zachlumia che va fino al fiume Oronte12; dalla parte del mare vicina alla
Pagania, ma dalla parte della montagna vicina ai Croati a nord e alla
Serbia dietro. La Pagania comincia al fiume Oronte fino al fiume Zentina13;
essa ha tre upania, Rhastotza, Mokro e Dalen14. Due di questi upania, cio
Rhastotza e Mokro si estendono lungo il mare e possiedono delle galee; ma
quella di Dalen lontano dal mare, e ci si vive di agricoltura. Hanno quattro
isole vicine Meleta, Kourkoura, Vratza e Pharos15, molto belle e molto fertili,
con citt abbandonate e numerosi campi di ulivi; su queste isole che
abitano e conservano le greggi che permettono loro di vivere. A partire dal
fiume Zentina comincia la Croazia che si estende, lungo la costa, assai
lontano dalle frontiere dellIstria, cio la citt di Albunum16; dalla parte della
montagna invade un po sulla provincia di Istria, quindi a Tzentina e
Chlebena delimita la Serbia. Di fatto la Serbia fiancheggia tutti gli altri
paesi, ma al nord tocca la Croazia e a sud la Bulgaria.
Ora, dopo che i suddetti slavi si erano insediati, essi si impossessarono di
tutti i territori circostanti la Dalmazia; ma le citt dei Romani si misero a
coltivare le isole e a vivere altrove; tuttavia, essi furono ridotti in schiavit e
distrutti dai Pagani, abbandonarono le loro isole e si decisero a coltivare la
terraferma. Furono tuttavia trattenuti dai Croati; perch, senza essere

1 Livno, in Erzegovina.
2 Imota o Imotski.
3 Pliva o Plieva, in Bosnia.
4 Alta valle del fiume Una.
5 O Primorje, tra Signo e Clissa.
6 In latino Varvaria, presso Scardona.
7 Tra Zaravecchia e Scardona.
8 Titolo nobiliare e appellativo dei governanti degli slavi meridionali.
9 Rispettivamente, Krbava, Lika (o Licca) e Gacka.
10 Dyrrachium o Elissus (antica Lissus o Alessio) Durrs o Durazzo, Helcyniul Ulcinj o
Dulcigno, Antibari Antivari o Bar. Decatera Kotor o Cattaro.
11 Dubrovnik.
12 Neretva.
13 Cetina.
14 Rispettivamente, Rastik, Mokro o Makarska, Dalen.
15 Rispettivamente, Mljet o Meleda, Korula o Curzola, Bra o Brazza, Hvar o Lesina.
16 Albona (oggi Labin), sulla penisola istriana, ma alcuni storici pensano che Costantino VII
non volesse riferirsi ad Albona ma a Castua, situata pi a nord.

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ancora loro tributari, avevano labitudine di remunerare il governatore


militare di tutto ci che essi danno oggi agli Slavi. Diventando impossibile la
loro vita, si avvicinarono al glorioso imperatore Basilio e gli raccontarono
tutto ci che precede. Il glorioso imperatore Basilio ordin allora che tutto
ci che veniva pagato al governatore militare fosse pagato agli Slavi, per
vivere in pace con loro; una retribuzione simbolica la si sarebbe dovuta al
governatore militare come semplice manifestazione di sottomissione verso
limperatore dei Romani e i suoi governatori militari. A partire da
questepoca, tutte queste citt diventarono tributarie degli Slavi, e pagarono
somme fisse: Spalato, 200 nomismata; Tetrangourin, 100 nomismata;
Diadora, 110 nomismata; Opsara, 100 nomismata; Arbe, 100 nomismata;
Vekla, 100 nomismata; cio un totale di 710 nomismata eccetto il vino e
altri prodotti, che eccedono i pagamenti in moneta. Ragusa situata tra le
regioni di Zachlumia e di Travunia; ci sono vigne in queste due regioni e
pagano a ciascuno dei due principi 36 nomismata.

31. I Croati e il paese che essi occupano ora


I Croati che vivono attualmente nella regione di Dalmazia discendono dai
Croati pagani, anche chiamati Bianchi, che vivono al di l della Turchia1 e
accanto alla Francia; hanno per vicini slavi i Serbi pagani. Croati in lingua
slava vuol dire coloro che occupano un vasto territorio. Questi stessi
Croati chiesero protezione allimperatore dei Romani Eraclio prima che i
Serbi facessero lo stesso, quando gli Avari avevano combattuto ed
espugnato le colonie di Romani che limperatore Diocleziano aveva trasferito
da Roma; essi furono chiamati Romani essendo venuti da Roma in queste
regioni, voglio dire quelle chiamate al giorno doggi Croazia e Serbia. Gli
Avari aveva espugnato i Romani allepoca di Eraclio, imperatore dei Romani,
e queste regioni erano allora devastate. Quindi limperatore Eraclio ordin
agli stessi Croati di superare ed espellere gli Avari da quelle regioni, e per
mandato imperiale si insediarono nello stesso paese degli Avari prima di
loro. Quei Croati avevano per principe a quellepoca il padre di Porga2.
Limperatore Eraclio invi e fece venire dei preti da Roma, nomin per loro
un arcivescovo, un vescovo, degli anziani e dei diaconi, fece battezzare i
Croati nel momento in cui Porga era loro principe.
Questo paese dove i Croati si insediarono era inizialmente sotto la tutela
dellimperatore dei Romani, e dunque nel paese di questi stessi Croati, il
palazzo e lippodromo dellimperatore Diocleziano sono sempre mantenuti,
nella citt di Salona, vicino alla citt di Spalato.
Questi Croati battezzati non combatteranno i paesi stranieri al di fuori
delle loro frontiere; perch hanno ricevuto un tipo di responso divinatorio e
una promessa del papa di Roma che, allepoca di Eraclio, imperatore dei
Romani, invi sacerdoti per battezzarli. Infatti, dopo il loro battesimo, i
Croati assunsero un impegno, confermato di loro mano e da giuramenti

1 Odierna Ungheria.
2 Porga e Porino, citato nel capitolo precedente sono la stessa persona.

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fermi e costrittivi in nome di San Pietro lapostolo, che non avrebbero mai
fatto la guerra a un paese straniero, ma avrebbero cercato sempre di vivere
in pace con quelli che lo desideravano; e furono benedetti dallo stesso papa
per questo: semmai qualche pagano avesse invaso il loro paese per fare
loro la guerra, la potenza di Dio combatter con i Croati e li protegger, e
Pietro, discepolo di Cristo, porter loro la vittoria. Un po di anni dopo,
allepoca del principe Terpimer, padre del principe Krasimer1, venne dalla
Francia, tra Venezia e la Croazia, un uomo chiamato Martin di grandissima
piet, bench vestito come un laico; i Croati dicevano che aveva compiuto
numerosi miracoli. Questuomo pio, malato e con un piede amputato, cosa
che lo faceva spostare dove voleva sostenuto da quattro portatori, conferm
ai Croati lingiunzione del santissimo papa: dovevano conservarla tutta la
loro vita; pronunci lui stesso in loro favore una benedizione simile a quella
fatta dal Santo Padre. Per questa ragione n le galee n le barche di questi
Croati partirono mai per fare la guerra, a meno che la si facesse contro loro.
Ma in quei vascelli montavano quei croati che volevano commerciare,
viaggiare di citt in citt, in Pagania e nel golfo di Dalmazia fino a Venezia.
Fin dallorigine, cio dal regno dellimperatore Eraclio, il principe della
Croazia fu suddito sempre fedele dellimperatore dei Romani, e non fu mai
sottomesso al principe di Bulgaria2. Del resto la Bulgaria non entr mai in
guerra con i Croati, se non quando Boris Michele, principe di Bulgaria3, and
a combatterli, fu incapace di avanzare e concluse la pace con loro,
scambiandosi reciprocamente dei doni. Ma mai questi Croati pagarono
tributo ai Bulgari, bench tutti due si scambiavano spesso doni in segno
damicizia4. Nella Croazia battezzata si trovano le citt abitate di Nona,
Belgrade, Belitzin. Skordona, Chlebena, Stolpon, Tenin, Kori, Klaboka5. I
Croati possono raccogliere 60.000 cavalli e 100.000 fanti, fino a 80 galee e
100 barche.
La Croazia dispose di questa grande potenza e di una folla di uomini fino
allepoca del principe Krasimer. Ma quando egli mor e dopo che suo figlio
Miroslav, dopo avere regnato quattro anni6, fu espugnato dal ban
Pribounias, dei litigi e numerosi dissensi scoppiarono nel paese7: i cavalli, i
fanti, le galee e le barche del paese croato diminuirono. Ai nostri giorni

1 Trpimir II fu re di Croazia dal 928 al 935. Gli successe il figlio Kreimir I (morto nel 945),
2 Costantino VII tace che allinizio del IX secolo, il principe di Croazia era un vassallo
dellimperatore franco.
3 Boris I Michele, knjaz (sovrano) di Bulgaria dall852 all889, venerato come santo.
4 In realt ci fu unaltra guerra tra Bulgari e Croati. Successe che nel 924 i bulgari sotto
Simeone I distrussero il regno serbo e buona parte della sua popolazione migr nei
territori di Tomislao (o Tomislav I, sovrano di Croazia dal 910 al 928). Essa fu inseguita
dai Bulgari, ma Tomislao li sconfisse in territorio croato (battaglia di Bosnia, 927).
5 Rispettivamente, Nona o Nin], Biograd o Zaravecchia, Velicin o Belica, Skradin o
Scardona, Livno, Stupin, Tenin o Knin, Korin o Corino, Klobuk.
6 Dal 945 al 949.
7 Durante il governo di Miroslav, dal 945 al 949, la Croazia fu sconvolta da una guerra civile
fomentata dai sostenitori di suo fratello Mihajlo considerato il legittimo erede al trono. Nel
949 Miroslav fu da essi ucciso e Mihajlo prese il potere col nome di Mihajlo Kreimir II.

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hanno 30 galee, [lacuna] barche, grandi e piccole, [lacuna] cavalli e [lacuna


] fanti.
La Grande Croazia, anche chiamata Bianca, ancora oggi pagana,
come i suoi vicini Serbi. Riuniscono meno cavalli e fanti che non possa fare
la Croazia, perch sono spesso saccheggiati da Franchi, Turchi e Peceneghi.
Non hanno n galee n barche n navi mercantili, perch il mare lontano;
infatti da queste regioni fino al mare il viaggio dura 30 giorni. E il mare che
raggiungono dopo questi 30 giorni quello che si chiama Oscuro1.

32. I Serbi e il paese che occupano ora


I Serbi discendono dai Serbi pagani, anche chiamati Bianchi, e vivono al
di l della Turchia in un posto che chiamano essi stessi Boiki, vicino alla
Francia, come lo anche alla Grande Croazia, pagana, ugualmente
nominata Bianca: in questo posto, dunque, i Serbi si insediarono
dallorigine. Quando i due fratelli succedettero al padre per dirigere la
Serbia, uno dei due, con met del popolo, richiese la protezione di Eraclio,
imperatore dei Romani, e lo stesso imperatore lo ricevette e gli concesse
una regione nella provincia di Tessalonica per insediarsi, dal nome di Serbia,
che da quellepoca ha conservato denominazione. Serbi in lingua romana
parola che significa schiavi, da cui il volgare serbula per dire le scarpe
di servo, e tzerboulanoi per quelli che portano scarpe economiche e di
cattiva qualit. I Serbi recuperarono questo nome di cui furono dotati in
quanto schiavi dei Romani. Allora, dopo qualche tempo, questi stessi Serbi
decisero di partire verso le proprie abitazioni e limperatore ve li mand. Ma
attraversando il Danubio, cambiarono parere e inviarono una richiesta
allimperatore Eraclio attraverso il governatore militare che comandava
allora Belgrado, che gli chiese di concedere loro altre terre per insediarvisi.
E siccome, ci che ora la Serbia, la Pagania, il cosiddetto paese di
Zachlumia, la Travunia e il paese dei Canaliti, appartenevano allora
allimperatore dei Romani, ed essendo stati questi paesi devastati dagli
Avari che avevano espugnato i Romani che vivono ora in Dalmazia e a
Dyrrachium; di conseguenza, limperatore install quegli stessi Serbi in
quelle regioni; essi furono sudditi dellimperatore dei Romani e limperatore
fece venire degli anziani da Roma per battezzarli e insegnare loro
correttamente a fare le loro opere di piet e a spiegare loro la fede
cristiana, e poich la Bulgaria era suddita dei Romani [lacuna] quando,
dunque, questo stesso principe serbo che aveva chiesto la protezione
imperiale mor, suo figlio gli succedette e dopo di lui suo nipote,
succedendosi cos i principi in famiglia.
Dopo alcuni anni apparve fra loro Voiseslav, poi Rodoslav, quindi
Prosigois, quindi Blastimer2; e fino allepoca di questo Blastimer, i Bulgari
vissero in paese con i Serbi, con cui avevano una frontiera in comune,

1 Mar Baltico.
2 Vieslav intorno al 780, Radoslav allinizio dell800, Prosigoj dall822 all836, Vlastimir
dall836 all863.

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amichevoli uno verso laltro, sottomessi e sudditi dellimperatore dei


Romani, amichevolmente trattati da loro. Ma, durante il regno dello stesso
Blastimer, Presiam, principe di Bulgaria1, entr in guerra contro i Serbi, con
lintenzione di sottometterli; ma bench guerreggiasse contro di loro per tre
anni, da un lato non ebbe successo e dallaltra parte perse un grande
numero dei suoi uomini. Dopo la morte del principe Blastimer, i suoi tre figli,
Muntimir, Stroimir e Goinikos2 gli succedettero e si divisero il paese. Alla
loro epoca venne il principe di Bulgaria Boris Michele, desideroso di
vendicare la sconfitta di suo padre Presiam, ma fu cos pesantemente
battuto che lasci come prigionieri suo figlio Vladimir3 e dieci boiardi
importanti. Quindi, troppo in pena per suo figlio, Boris fu obbligato a fare la
pace con i Serbi. Ma, sul punto di ritornare in Bulgaria e per paura che i
Serbi gli tendessero unimboscata per strada, volle avere per scorta i figli
del principe Muntimir, Borenas e Stefano4, che laccompagnarono senza
rischi fino alla frontiera a Rasi. Per questo favore Boris Michele diede loro
ricchi doni, e loro in cambio gli dettero, come doni damicizia, due schiavi,
due falconi, due cani e ottanta pellicce, che i Bulgari descrivono come un
tributo. Poco tempo dopo, gli stessi tre fratelli, principi di Serbia, si
separarono, e uno di loro, Muntimir, prese il potere e, volendo essere unico
padrone, cattur gli altri due e li riport in Bulgaria, tenendo con s e
prendendosi cura del figlio di suo fratello Goinikos, chiamato Petrov5 di
nome, che fugg in Croazia, e di cui parleremo tra un momento. Il suddetto
fratello Stroimir, che era in Bulgaria, ebbe un figlio, Klonimir al quale Boris
diede una donna bulgara. Tzeeslav6 nacque in Bulgaria da questunione.
Muntimir che aveva espugnato i suoi due fratelli e preso il potere, gener
tre figli, Privsthlav, Bran e Stefan7, e dopo la sua morte suo figlio maggiore
Privsthlav gli succedette.
allora che dopo un anno il suddetto Petrov, figlio di Goinikos, usc di
Croazia e espugn dal potere suo cugino Privsthlav e i suoi due fratelli, e
succedette loro; essi fuggirono in Croazia. Tre anni pi tardi, Bran venne a
combattere Petrov, fu sconfitto, catturato e poi accecato. Due anni dopo8,
Klonimir, padre di Tzeeslav, fugg dalla Bulgaria e venne anche lui con un
esercito a invadere una delle citt della Serbia, Dostinika9, con lintenzione
di prendere il potere. Petrov lo attacc e lo uccise quindi continu a
governare ancora 20 anni, e il suo regno ebbe luogo durante il regno di
Leone, il santo imperatore10, di felice memoria, al quale si sottomise come

1 Presian I, khan dei Bulgari nel periodo 836852.


2 Rispettivamente, Mutimir, Strojimir, Gojnik.
3 Vladimir-Rasate, sovrano di Bulgaria dall889 all893.
4 I figli sono gli stessi citati prima, ma forse qui si danno i nomi da battezzati.
5 Petar.
6 aslav Klonimirovi (890?-960), principe dei Serbi dal 933.
7 Pribislav, Stefan e Bran.
8 Circa 897-898.
9 Dostinik o Destinikon.
10 Leone VI, imperatore bizantino dall886 al 912.

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suddito. Fece anche la pace con il principe della Bulgaria, Simeone1, e lo


fece anche padrino del suo figlio. Allora, una volta passato il regno di Leone,
il governatore militare di Dyrrachium, il protospatario Leo Rhabduchus2,
decorato pi tardi del rango di magistros e logoteta del dromo3, arriv in
Pagania, a quellepoca sotto il controllo del principe di Serbia, per avvisare e
conferire con questo stesso principe Petrov di alcuni servizi e affari. Michele,
principe di Zachlumia, sent crescere la sua gelosia a causa di ci, e invi a
Simeone, principe di Bulgaria, [un messaggio dicendo] che limperatore dei
Romani stava convincendo il principe Petrov ad associarsi ai Turchi per
attaccare la Bulgaria. Era questa lepoca in cui aveva avuto luogo la
battaglia di Achelo4 tra Romani e Bulgari. Simeone colmo di collera, invi
contro il principe Petrov di Serbia Sigritzis Theodore e il celebre Marmais
con un esercito e portarono con loro anche il giovane principe Pavlov5, figlio
di Bran, che Petrov, principe di Serbia, aveva accecato.
I Bulgari utilizzarono il tradimento contro il principe della Serbia, e,
citando il rapporto da padrino e giurando che andavano a trovarli, che non
avrebbero subito nulla dalle loro mani, lo portarono con linganno aa andar
da loro; al momento dellarrivo, egli fu attaccato, condotto in Bulgaria e
fatto morire in prigione. Pavlov, figlio di Bran, prese il suo posto e govern
tre anni. Limperatore, il signore Romano6, che deteneva a Costantinopoli il
giovane principe Zacarias, figlio di Privsthlav, principe d Serbia7, lo invi
per essere principe della Serbia; egli and a combattere ma fu superato da
Pavlov che lo fece prigioniero e lo abbandon ai Bulgari che lo
imprigionarono. Quindi, tre anni pi tardi, quando lo stesso Pavlov si oppose
ai Bulgari, questi ultimi inviarono Zacarias, precedentemente inviato dal
signore Romano; Zacarias espugn Pavlos e si impossess del potere presso
i Serbi; essendo riconoscente allora dei benefici dellimperatore dei Romani,
egli ruppe con i Bulgari, non volendo assolutamente essere sottomesso a
loro, preferendo piuttosto che limperatore dei Romani fosse il suo padrone.
Cos quando Simeone invi contro di lui un esercito diretto da Marmais e
Sigritzis Theodore, [Pavlov] invi i loro capi e le loro armature allimperatore
dei Romani in segno della propria vittoria perch la guerra romano-bulgara
non era cessata; egli non smise mai come i principi che lo avevano
preceduto, di inviare messaggi agli imperatori dei Romani come suddito
fedele.
Simeone invi nuovamente un nuovo esercito contro il principe Zacarias,

1 Simeone I di Bulgaria, detto il Grande, regn dall893 al 927. Non ci sono notizie sul
trattato di pace con i Serbi.
2 Leo Rhabdouchos, o Rhabduchus, fu governatore di Durazzo nel 917.
3 Magistros e logoteta del dromo erano titoli pressoch equivalenti dati ai dignitari addetti
alle comunicazioni (affari pubblici e politica estera).
4 La battaglia di Anchialo, o Anchialos, avvenne il 20 agosto 917 vicino alla fortezza di
Tuthom (attuale Pomorje), vinta dai Bulgari.
5 Pavle.
6 Romano Lecapeno. Lappellativo signore ha ovviamente un significato feudale.
7 Zaharija, figlio di Pribislav, fu principe dei Serbi dal 922 al 924.

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diretto da Kninos, Himnikos ed Itzboklias, e con loro Tzeeslav. Zacarias


prese paura e fugg allora in Croazia; i Bulgari inviarono allora un messaggio
agli upan perch essi venissero a trovarli per riconoscere Tzeeslav come
loro principe; e dopo averli ingannati con un giuramento e portati fuori del
primo villaggio, immediatamente li legarono, invasero la Serbia, e
riportarono con loro in Bulgaria tutta la popolazione, giovane e vecchia,
poich ben pochi poterono fuggire verso la Croazia, e la regione fu
devastata. Quindi, in quellepoca, gli stessi Bulgari diretti da Alogobotour
invasero la Croazia per fare la guerra ma i Croati li massacrarono tutti.
Sette anni pi tardi, Tzeeslav fugg dalla Bulgaria con altri quattro ed entr
in Serbia a Preslav1, e non trov nella regione pi di cinquanta uomini,
senza donne n bambini, che sopravvivevano cacciando. Con loro prese
possesso della regione e invi un messaggio allimperatore dei Romani,
chiedendo il suo sostegno e il suo aiuto, promettendo di servirlo e di
obbedire ai suoi ordini, come lo avevano fatto i principi che lo avevano
preceduto.
E, di conseguenza, limperatore dei Romani gli fu sempre favorevole, in
modo che i Serbi vivendo in Croazia, in Bulgaria e nelle altre regioni,
dispersi da Simeone, si ricongiunsero a lui quando sentirono quanto
successo. Inoltre, numerosi erano quelli fuggiti dalla Bulgaria per andare a
Costantinopoli; limperatore dei Romani li riun, li aiut e li invi a Tzeeslav.
E grazie ai ricchi doni dellimperatore dei Romani, Tzeeslav si organizz,
ripopol la sua regione e da allora uno dei suoi servi fedeli e sottomessi; e
grazie allaiuto e ai numerosi vantaggi dellimperatore dei Romani, egli ha
potuto riunificare la sua regione ed essere confermato come sovrano. Il
principe di Serbia, dallorigine, cio dal regno dellimperatore Eraclio,
sempre stato un fedele suddito e servo dellimperatore dei Romani e non
stato mai sottomesso al principe di Bulgaria. Nella Serbia cristiana si
trovano le citt abitate di Destinikon, Tzernabouskei, Megyretous, Dresneik,
Lesnik, Salines; e sul territorio di Bosona, Katera e Desnik2.

33. Gli Zachlumiani e il paese che occupano ora


La regione di Zachlumia3 appartenne inizialmente ai Romani, cio
appartenne ai Romani che limperatore Diocleziano disloc da Roma, cos
come stato detto nel resoconto dei Croati. Il territorio di Zachlumia
dipendeva dallimperatore dei Romani, ma quando questo territorio con la
sua popolazione fu sottomesso dagli Avari, divent completamente desertao
Coloro che vi vivono al giorno doggi, gli Zachlumiani, sono dei serbi
dellepoca in cui il loro principe reclam la protezione dellimperatore

1 Nell893. Preslav fu la capitale del Primo regno bulgaro.


2 Rispettivamente, Destinikon, ernavusk, Meureje, Dresneik, Lesnik, Salines e nella
upa di Bosnia: Katera o Kotor e Desnik.
3 O Zahumlje, o Chelmia, o Terra di Chelm o di Hum, abitata dagli Zachlumiani o
Zachlumiti. Era un principato serbo localizzato tra le attuali Erzegovina e Dalmazia

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Eraclio1. Si chiamano Zachlumiani dal cosiddetto monte Chlumos2, e di fatto,


nella lingua slava, zachlumi vuol dire dietro la montagna3, perch in
questo territorio si trova unalta montagna con due citt alla sommit, Bona
e Chlum4, e dietro la montagna scorre un fiume chiamato Buna, nome che
significa buona.
La famiglia del proconsole e patrikios Michele, figlio di Vousevouti5,
principe di Zachlumia, ha la sua origine nei non-battezzati che si
insediarono vicino al fiume Visla6 e si chiamano Litziki; e si installarono sul
fiume chiamato Zachluma.
Nel territorio di Zachlumia si trovano le citt abitate di Stagnon,
Mokriskik, Iosli, Galoumainik, e Dovriskik7.

34. I Travuniani, i Canaliti e il paese che occupano ora.


La regione dei Travuniani e dei Canaliti formano un tuttuno8. I loro
abitanti sono i serbi non battezzati, dallepoca del principe che usc dalla
Serbia pagana per chiedere protezione allimperatore Eraclio fino ai giorni di
Vlastimir, principe della Serbia9. Il principe Vlastimir spos la propria figlia a
Krajinas, figlio di Beloje, upa di Travunia10. Desideroso di nobilitare suo
genero, questultimo gli dette il titolo di principe e lo rese indipendente.
Discendono da lui, Hvalimir11 e da questultimo uimir12. I principi di
Travunia sono sempre stati sotto lautorit del principe di Serbia. Travunia in
lingua slava, significa piazzaforte, perch questa regione ha fortissime
difese.
Unaltra regione integrata alla Travunia, la Konavle13, nome che vuol
dire in lingua slava pieno di carri poich, essendo il luogo piano,
trasportano tutti i loro lavori su carretti.
Ecco le citt abitate che esistono in Travunia e in Konavle: Tervounia,
Ormos, Risena, Loukavetai, Zetlibi14.

35. I Diocleani e il paese che occupano ora


La regione di Dioclea appartenne inizialmente ai Romani che limperatore
Diocleziano disloc da Roma, come stato detto nel resoconto sui Croati;

1 Nel 630 circa.


2 Monti Hum.
3 Dallo slavo Zahumlje, za+Hum, dietro lHum.
4 Bona e Hum, da alcuni considerate ununica citt.
5 Mihailo, figlio di Vietinog.
6 Vistola.
7 Rispettivamente, le citt di Stagno, Mokro, Olje, Galumaenik e Dovriskik.
8 La Travunia, o Travunja, comprendeva lErzegovina e il sud della Dalmazia, tra Dubrovnik
e Cattaro.
9 Vlastimir (836-863 circa).
10 Krajina era uno upa (signorotto feudale) serbo di Travunia. Era figlio di Beloje di Trebinje.
11 Hvalimir Belojevi, in latino: Phalimer, figlio di Krajina.
12 uimir Belojevi, figlio di Hvalimir.
13 La Konavle, o Canali o Valle dei Canali la zona pi a sud della Croazia.
14 Rispettivamente, le citt di Trebinje, Trebinjica, Risan, Lukavec, Zetliv o Zatleblje, non
tutte identificate con certezza.

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dipendeva dallimperatore dei Romani. Ma quando questo territorio fu


sottomesso dagli Avari, divent abbandonato quindi si ripopol allepoca
dellimperatore Eraclio, come lo furono Croazia, Serbia, Zachlumia, Travunia
e Konavle. Dioclea deriva il suo nome dalla citt situata in questa regione e
che limperatore Diocleziano fond, ma ora una citt rovinata sempre
chiamata Dioclea.
In Dioclea esistono vaste citt abitate, sono: Gradetai, Nougrade,
Lontodokla.1

36. I Pagani, anche detti Narentani, e il paese che occupano ora


La regione che i Pagani2 occupano ora appartenne inizialmente ai Romani
che limperatore Diocleziano disloc da Roma ed insedi in Dalmazia. Questi
stessi Pagani discendono dai Serbi pagani, nellepoca in cui il loro principe
richiese la protezione dellimperatore Eraclio. Questa regione fu anche
sottomessa dagli Avari per essere abbandonata quindi ripopolata sotto
limperatore Eraclio. I Pagani sono cos nominati perch non accettarono il
battesimo nello stesso momento dei Serbi. Perch Pagani significa, in lingua
slava, non battezzati, ma nella lingua dei Romani la loro regione
nominata Narenta, e cos gli stessi Romani li chiamano Narentani3.
In Pagania si trovano le citt abitate di Mokro, Verullia, Ostrog e
Slavinetza4. Essa contiene anche le isole seguenti: la grande isola di
Kourkra, o Kiker5, dove c una citt, unaltra grande isola, Meleta o
Malozeata6, menzionata da san Luca negli Atti degli apostoli sotto il nome di
Melite, nella quale una vipera si appese al dito di san Paolo, che la bruci
nel fuoco7; unaltra isola importante, Fara8; unaltra isola Bratzis9. Esistono
diverse isole che non fanno parte della Pagania: lisola di Choara10, le isole
di Ies11 e lisola di Lastobon12.

37. Il popolo dei Peceneghi


I Peceneghi abitavano precedentemente sul fiume Atil 13, e anche sul
fiume Geich14, avendo frontiere comuni con i Cazari e i suddetti Uzi 15, ma
cinquanta anni prima tali Uzi fecevano causa comune con i Cazari e si

1 Rispettivamente, Budva (antica Gradac,) Novi Grad e Lontodoclea.


2 O, raramente, Paganiani.
3 In greco antico, sia Narenta che Narentani non hanno la N iniziale, infatti Costantino VII
scrisse Arenta e Arentani.
4 Rispettivamente, Makraska o Macarsca, Vrulja, Zaostrog e Gradac.
5 Korula o Curzola.
6 Mljet o Meleda.
7 At 28,1, la citt chiamata Malta.
8 Hvar o Lesina.
9 Bra o Brazza.
10 Ciovo? olta?
11 Vis o Lissa.
12 Lastovo o Lagosta.
13 Volga.
14 Ural, chiamato Jaik fino al 1775.
15 Citati nei capitoli 9 e 10.

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allearono con loro in una battaglia contro i Peceneghi che vinsero e


cacciarono dalle loro terre, che gli Uzi occupano ancora oggi. I Peceneghi
fuggirono e vagarono alla ricerca di terre dove insediarsi, e quando giunsero
alle terre che possiedono attualmente e trovarono i Turchi che vi vivevano, li
vinsero in combattimento, li scacciarono e li espugnarono, e si insediarono,
e furono i padroni di questo paese, come abbiamo detto, da
cinquantacinque anni fino ad oggi.
Il territorio intero del Peceneghi e diviso in otto themata con lo stesso
numero di grandi principi. I themata sono i seguenti: il primo thema si
nomina Irtim; il secondo, Tzour; il terzo, Gyla; il quarto, Koulpei; il quinto,
Charaboi; il sesto, Talmat; il settimo, Chopon; lottavo, Tzopon. Quando i
Peceneghi furono scacciati dal loro paese, i loro principi erano, nella
provincia di Irtim, Baitzas; in Tzour, Konel; in Gyla, Kourkoutai; in Koulpei,
Ipaos; in Charaboi, Kaidoum; in Talmat, Kostas; in Chopon, Giazis; in
Tzopon, Batas. Dopo la loro morte, i loro cugini succedettero loro al potere,
perch il diritto e gli anziani principi prevalsero su di loro, privandoli del
permesso di trasmettere il loro rango ai figli o ai fratelli; i loro principi
devono accontentarsi di essere principi e di comandare fino alla loro morte;
dopo di loro, c un loro zio, o i giovani scelti dal loro zio: non si vuole che la
dignit si perpetui esclusivamente in un solo ramo della famiglia ma che
anche i collaterali ereditino e raggiungano lonore; tuttavia nessuno
straniero pu introdursi e diventare principe. Gli otto themata sono divisi in
quaranta regioni, che hanno ciascuna alla loro testa un principe di minore
importanza.
Quattro trib dei Peceneghi, cio, le province di Kouartzitzour, di
Syroukalpei, di Borotalmat e di Boulatzopon, si estendono al di l del Dnepr
verso lest e il nord facendo fronte allUzia, alla Cazaria, allAlania, a Cherson
e al resto delle regioni. Le quattro altre trib si trovano da questo lato del
fiume Dnepr, verso ovest e nord, cio la provincia di Giazichopon delimita la
Bulgaria, quella di Kato Gyla delimita la Turchia, quella di Charaboi delimita
la Rus, e quella di Iabdiertim delimita i territori tributari della Rus, degli
Oultinoi1, dei Dervleninoi2, dei Lenzeninoi3 e del resto degli Slavi. Lintero
territorio dei Peceneghi richiede un viaggio di cinque giorni dagli Uzi e la
Cazaria, un viaggio di sei giorni dallAlania, un viaggio di dieci giorni dalla
Mordia4, un giorno dalla Rus, un viaggio di quattro giorni dalla Turchia, una
mezza giornata dalla Bulgaria; molto vicino a Cherson, e ancora pi vicino
al Bosporus5.

1 Secondo alcuni storici, gli Oultinoi erano gli Slavi della Volinia (odierna Ucraina occidentale
) tra i fiumi Pripjat e Bug Occidentale, perci detti Voliniani. Secondo altri, vivevano lungo
la parte finale del fiume Dnepr fino al Mar Nero, confinavano a nord con i Poloniani ed
erano detti Ulychiani o Ulychi. Altri ancora ritengono che gli Ulychiani siano i Volianiani
che, portatitisi a nord dalle guerre contro la Rus di Kiev , cambiarono nome.
2 Drevliani, popolazione slava stanziata nel IX secolo nei territori a ovest di Kiev.
3 Gi citati con il nome di Lenzanenoi.
4 Il territorio dei Mordvini che abitavano lungo il medio Volga.
5 Bosforo Cimneno, oggi Stretto di Ker.

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Quando i Peceneghi furono cacciato del loro paese, alcuni di loro di


propria volont e per decisione personale restarono laggi e si unirono agli
suddetti Uzi, e anche ora vivono fra loro, con caratteristiche che li
distinguono, tradendo la loro origine e indicando come furono separati del
loro popolo: perch le loro tuniche sono corte, raggiungono il ginocchio, e le
loro maniche sono tagliate alla spalla, cosa che, come si sa, indica che
furono separati dal loro popolo e da quelli della loro razza.
Da questo lato del fiume Dnestr, verso la zona di fronte alla Bulgaria,
allincrocio di questo stesso fiume, le citt sono deserte: la prima citt
quella chiamata dai Peceneghi Aspron perch le sue pietre sono molto
bianche1; la seconda citt Toungatai; la terza Kraknakatai; la quarta
Salmakatai; la quinta Sakakatai; e la sesta Giaioukatai. Fra questi ruderi di
citt antiche si trovano alcune vestigia distintive di chiese e di croci scolpite
in pietra porosa, di cui la tradizione riporta che ci fu un tempo dove i
Romani ebbero le loro colonie in questo paese.
I Peceneghi erano allepoca chiamati Kangar, ma non tutti, soltanto la
gente dei tre themi di Iabdiertim, Kouartzitzour e Chabouxingyla, perch
sono pi coraggiosi e nobili degli altri: ed ci che il titolo Kangar significa.

38. La genealogia del popolo dei Turchi e da dove provengono2


Il popolo turco un tempo abitava vicino alla Cazaria, in un luogo chiamato
Lebedia dal nome del loro primo voivoda Lebedias3, che era, per rango,
denominato voivoda, come pure tutti i suoi successori.
In questo luogo dunque, nella suddetta Lebedia, scorre il fiume Chidmas,
che anche conosciuto come Chinghilous4. In quel tempo questo popolo
non era chiamato turco, ma per un qualche motivo, Sabartoi asphaloi5. I
Turchi erano ripartiti in sette trib e non avevano mai avuto un principe
indigeno o straniero, ma tra loro esistevano i voivoda di cui il primo era il
suddetto Levedias. Vissero insieme ai Cazari per tre anni, e combatterono
con essi come alleati in ogni guerra. Per il loro coraggio e la loro alleanza, il
khagan-principe dette in matrimonio al primo voivoda dei Turchi, chiamato
Levedias, una nobildonna cazara, data la reputazione del suo valore e la
rinomanza della sua stirpe, in modo che potesse avere dei bambini da lui,
ma tuttavia il caso volle che Levedias da quella cazara non avesse eredi.
I Peceneghi, un tempo chiamati Kangar (essendo questo nome simbolo
di valore e nobilt) attizzarono una guerra contro i Cazari e, vinti, furono
costretti a lasciare la loro regione e a stabilirsi in quella dei Turchi. Quando
ebbe luogo la battaglia tra Turchi e Peceneghi, chiamati Kangar, lesercito
dei Turchi fu vinto e diviso in due parti. Una di esse and verso est e si

1 In greco antico aspron significa bianco. Questa e le altre citt che seguono non sono
state ancora identificate.
2 Come gi detto, i Turchi menzionati sono gli Ungari, o Magiari.
3 O Levedias, dopo la sua morte la Lebedia fu sempre detta Levdia.
4 Si suppone che i due fiumi oggi si chiamino Kodyma e Inhul, entrambi affluenti del Bug
meridionale.
5 Sabir invincibili. I Sabir erano un antico popolo insediato a nord del Mar Caspio.

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insedi nella regione di Persia, e oggi li si chiama con la loro vecchia


denominazione di Turchi Savartoi asphaloi; laltra parte, con il loro
voivoda e capo Levedias, si stabilirono in una regione a ovest, nei luoghi
chiamati Atel-kouzou1, dove vivono oggi i Peceneghi. Poco tempo dopo, il
khagan-principe di Cazaria invi un messaggio ai Turchi, chiedendo che gli
inviassero il loro voivoda. Levedias, dunque, and dal khagan di Cazaria e
gli chiese per quale ragione lo aveva convocato. Il khagan gli disse: Ti
abbiamo invitato perch, essendo nobile, accorto, valoroso e il pi
importante dei Turchi, noi vogliamo nominarti principe del tuo popolo, se tu
obbedirai alla nostra parola e ai nostri ordini. Ma egli rispose al khagan:
Sono molto onorato della tua considerazione e dello scopo che mi proponi
e ti esprimo i miei ringraziamenti pi sinceri, ma non mi ritengo abbastanza
valido per questo compito, non potrei obbedirti; daltra parte, esiste un altro
voivoda nominato Almoutzis che ha un figlio chiamato Arpad2; che uno dei
due, Almoutzis o suo figlio diventi il principe e ti obbedisca. Il khagan,
compiaciuto per queste parole, gli diede alcuni uomini e lo fece
riaccompagnare dai Turchi; dopo averne discusso tra loro, i Turchi decisero
che preferivano che Arpad diventasse principe piuttosto che suo padre,
poich aveva talenti superiori, e la sua saggezza, i suoi consigli e il suo
valore erano largamente riconosciuti ed era capace di comandare; per
questa ragione si proclam principe, o zakanon, dei Cazari quando lo si
elev su uno scudo secondo luso.
Prima di questo Arpad, i Turchi non avevano mai avuto un principe, e
quindi da allora il principe della Turchia disceso dalla sua famiglia. Molti
anni dopo, i Peceneghi combatterono i Turchi e li cacciarono con il loro
principe Arpad. I Turchi, fuggendo cercando una terra dove abitare,
cacciarono a loro volta gli abitanti della Grande Moravia dove si insediarono
e dove sono tuttora3. E da allora i Turchi non hanno pi sostenuto alcun
attacco contro i Peceneghi. I Turchi occidentali inviano spesso a cercare i
mercanti del popolo suddetto dei Turchi che si insediarono a est, nella
regione di Persia, e questi mercanti riportano loro spesso messaggi ufficiali.
Il luogo del Peceneghi, quando vivevano i Turchi, designato secondo i
fiumi locali che sono i seguenti: il primo si chiama Barouch; il secondo
Koubou; il terzo Troullos; il quarto Broutos e il quinto Seretos4.

39. Il popolo dei Kavar5

1 Forse tra i fiumi Dnestr e Dnepr.


2 Almoutzis lmos (819?-895), capo degli Ungari e, secondo una tradizione, discendente
da Attila. Fu uno dei sette capi trib che condussero gli Ungari fino a Etelkz. Suo figlio
Arpad (nome che significa orzo) fu il capostipite degli Arpadi che regnarono fino al
1301. Fu uno dei sette capi trib (alleati tra loro) che condussero gli Ungari fino a Etelkz
(ossia terra tra i fiumi) la cui localizzazione non certa.
3 Pi precisamente, nel 900-901 si insediarono in Pannonia (nel sud-ovest della Grande
Moravia), allincirca la zona dellodierna Ungheria.
4 Rispettivamente, Dnepr, Bug, Dnestr, Prut, Siret.
5 I Kavar, o Kabar, erano una trib degli Avari (antichi Ungheresi).

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I suddetti Kabar erano della razza dei Cazari. Ora, successe che una
scissione li divise, e quando scoppi una guerra interna, i primi prevalsero,
alcuni tra loro furono uccisi, ma altri fuggirono e si ritirarono presso i Turchi
sul territorio dei Peceneghi; questi due popoli diventarono amici, e li si
chiam Kabars. Ed essi comunicarono anche a questi Turchi lidioma dei
Cazari, e finora, parlano questa stessa lingua, ma possiedono anche laltra
lingua dei Turchi. E anche in guerra si mostrano i pi forti, i pi valorosi
delle otto trib, e si distinguono come veri strategoi1; la loro trib fu
considerata la prima. C un principe fra loro, ossia fra le tre trib dei Kavar,
che esiste ancora ai nostri giorni.

40. Le trib dei Kavar e dei Turchi


La prima la trib suddetta dei Kavar che si separ dai Cazari, la
seconda, la trib dei Nki, la terza, quella dei Megri (da cui il nome
Magiaro), la quarta, quella dei Kurtugermat, la quinta, quella del Tarian, la
sesta, quella dei Genach, la settima, quella dei Kaei, e lottava, quella del
Kasi. Cos essendosi associate le une con le altre, i Kavar si insediarono con
i Turchi nel paese dei Peceneghi. Dopo ci, alla chiamata del pio e
indimenticabile Leone; essi superarono il Danubio e combatterono Simeone
che vinsero2; seguendolo essi arrivarono fino a Preslav, lo accerchiarono
nella fortezza di Mundraga, dopo di che se ne ritornarono da loro. A
quellepoca, avevano per principe Liuntika, figlio di Arpad.
Ma dopo che Simeone aveva nuovamente concluso la pace con
limperatore dei Romani, sentendosi al sicuro, invi degli emissari ai
Peceneghi, e concluse unalleanza con loro affinch sterminassero i Turchi. E
quando i Turchi entrarono in guerra, i Peceneghi li combatterono a fianco di
Simeone, sterminarono le loro famiglie e cacciarono crudelmente coloro che
erano restati indietro per preservare il paese. E quando i Turchi al loro
ritorno trovarono il paese devastato e spopolato, si insediarono sul territorio
dove vivono ancora oggi e che chiamato come lho indicato sopra dal
nome dei fiumi. Il posto che i Turchi occupavano inizialmente, era situato tra
i fiumi Ethel e Kuzu3, dove i Peceneghi dimorano ora.
Ma i Turchi, cacciati dai Peceneghi, vennero a insediarsi nel paese in cui
abitano ora. In questo luogo esistono diversi riferimenti di un tempo: c
innanzitutto il ponte dellimperatore Traiano, dove la regione turca comincia,
poi, a tre giorni da questo ponte, c Belgrado dove si trova la torre del
santo e grande Costantino, limperatore, quindi, nuovamente, risalendo il
fiume si trova la citt detta di Sirmium4, viaggiando due giorni si arriva a
Belgrado, e oltre si trova la Grande Moravia pagana, che i Turchi hanno

1 Capi militari.
2 Nell894-895. La causa della guerra fu che Leone VI aveva spostato dimperio la sede dei
mercati bulgari da Costantinopoli a Tessalonica (odierne Istanbul e Salonicco) imponendo
pesanti dazi.
3 Etelkz.
4 Oggi Sremska Mitrovica.

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devastato, ma sulla quale Sphendoplokos1 regnava nei tempi antichi.


Questi antichi edifici e i nomi dei domini lungo il fiume Ister 2, [detti]
sopra, coprono tutte le abitazioni dei Turchi, dove oggi scorrono dei fiumi.
Questi fiumi sono i seguenti: il primo il Temes3, il secondo il Tisza4, il terzo
il Morisis5, il quarto il Tutis6 e unaltro fiume il Krs7. I Turchi sono separati
a est dai Bulgari da parte dellIster, anche chiamato Danubio, a nord dai
Peceneghi, a ovest dai Franchi, a sud dalla Croazia. Queste otto trib di
Turchi non sono sottomesse al loro principe8, esse sono indipendenti su
questi fiumi, ma quale che sia che sia in guerra tutte le trib si riuniscono
per lottare insieme con rapidit e zelo. Gli Ungari hanno per primo capo il
principe che discende per successione dalla famiglia di rpd, ed altri due
capi, il gylas e il karchas9, che hanno rango di giudice e ogni trib ha il
principe.
Occorre sapere che gylas e karchas non sono nomi propri, ma delle
dignit.
Occorre sapere che Arpad, il grande arconte dei Turchi, gener quattro
figli: il primo fu Tarkatzus, il secondo Jelekh, il terzo Jutotzas, il quarto
Zaltas10.
Occorre sapere che il primo figlio di Arpad, Tarkatzus, gener un figlio
Teveli, il suo secondo figlio, Jelek, gener un figlio Ezelek, il suo terzo figlio,
Jutotzas, gener un figlio Falitzi , il principe attuale11, e il suo quarto figlio,
Zaltas, gener un figlio Taksony.
Occorre sapere che tutti i figli di rpd morirono, ma i suoi nipoti, Falitzi,
Tas e il loro cugino, Taksony, vissero.
Occorre sapere che, quando Teveli mor, egli lasci un figlio Termatzous
che venuto recentemente come amico, in compagnia di Boultzous12, il
terzo principe e il karchas dei Turchi.
Il karchas Boultzous il figlio del karchas Kalis, e Kalis un nome
proprio, ma karchas una dignit, come gylas, che superiore a karchas.

41. Il paese di Moravia13


Il principe di Moravia, Sphendoplokos14, era un uomo coraggioso e

1 Svatopluk o Sventopolk I, re della Grande Moravia dall871 all894.


2 Danubio.
3 O Timi, o Tami, o affluente destro del Danubio.
4 O Tibisco.
5 O Mure, o Maros, affluente del Tisza.
6 Forse il Bega.
7 Affluente del Tisza.
8 Cio a un unico principe, comune a tutte le trib.
9 Gyula e Horka (o Harka).
10 Nellordine: Tarkatzus (o Tarhos), Jelekh (o ll), Jutotzas (o Jutas), Zoltan (o Zaltas, fu
capo degli Ungari dal 907 al 948).
11 Fajsz fu capo degli Ungari dal 948 al 955.
12 Bulcs , che ricevette il titolo di patrikios da Costantino VII.
13 Costantino VII fu il primo a citare con il nome di Moravia o di Grande Moravia la vasta
regione storica formatasi nellEuropa Centrale dall833.
14 Svatopluk o Sventopolk I, re della Grande Moravia dall871 all894.

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formidabile per i suoi vicini. Questo stesso Shendoplokos aveva tre figli, e
prima di morire, egli divise il suo paese in tre parti e ne lasci una a ciascun
figlio; lasci il maggiore come Gran principe e gli altri due restavano sotto il
suo comando. Egli li esort a non litigare, dando loro questo esempio a
scopo dimostrativo: compr tre bastoni, li riun e li dette al suo primo figlio
per farglieli spezzare, poich questi non era abbastanza forte, li consegn
al secondo, e poi al terzo, in seguito separ i tre bastoni e ne dette uno a
ciascuno di loro, ed essi li spezzarono subito. Egli li esort con questo
esempio, dicendo: Se voi restate uniti in armonia e amore, i vostri
avversari non potranno soppiantarvi e voi resterete invincibili, ma se i
conflitti e le rivalit si installeranno tra voi e voi vi separate in tre governi,
senza restare fedeli al vostro maggiore, non soltanto vi autodistruggerete
ma sarete portati alla rovina dai vostri nemici, i nostri vicini. Dopo la morte
di Sphendoplokos, [i figli] rimasero in pace per un anno, poi conflitti e
ribellioni li sopraffecero e li portarono alla guerra civile e i Turchi li invasero1,
li rovinarono completamente e poi conquistarono il loro paese, dove essi
vivono ancora oggi. Coloro che sopravvissero si dispersero in cerca di rifugio
presso il popoli vicini, Bulgari, Turchi, Croati e altri.

42. Descrizione geografica da Tessalonica fino al Danubio e alla citt di


Belgrado; dalla Turchia e dal territorio dai Peceneghi alla citt cazara di
Sarkel, alla Rus e alla Nekropyla situate nel Mar Nero, vicino al fiume
Dnepr; e a Cherson e Bosporus, tra le quali si trovano le citt delle
Regioni, quindi al lago Meotide, che per la sua dimensione chiamato
mare, la citt chiamata Tamatarkha; e oltre la Zichia, la Papagia, la
Kazachia, lAlania e lAbasgia fino alla citt di Sotirioupolis
Da Tessalonica al fiume Danubio, dove si trova la citt chiamata Belgrado,
occorre contare un viaggio di otto giorni se non si viaggia in fretta ma a
tappe tranquille. I Turchi vivono al di l del Danubio, sulla terra della
Moravia ma anche da questo lato, tra il Danubio e il fiume Sava.
Vicino al Danubio inferiore, di fronte a Dristra2, comincia il paese dei
Peceneghi, e il loro dominio si estende fino a Sarkel 3, fortezza dei Cazari,
nella quale hanno una guarnigione di 300 uomini che si ricambiano tutti gli
anni. Da loro, Sarkel significa dimora bianca. Questo posto stato
costruito dallo spatarocandidato4 Petronas, soprannominato Camateros5;
perch i Cazari avevano chiesto allimperatore Teofilo di fare loro costruire la
fortezza. Il khagan e il bek6 di Cazaria inviarono ambasciatori allimperatore,
per chiedergli che si costruisse loro questa fortezza di Sarkel. Limperatore
autorizz la loro richiesta, e invi lo spatarocandidato Petronas, di cui

1 Nel 950 circa, cio negli anni in cui scriveva Costantino VII.
2 Durostorum, odierna Silistra.
3 O Sarkil, cfr. cap. 11.
4 Commendatore di Giustizia.
5 Petronas Camateros era cognato dellimperatore Teofilo (dall829 all842) e fratello di
Cesare Bardas.
6 Re.

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abbiamo appena parlato, con dei chelandia imperiali, ai quali fece unire
quelli del governatore della Paphlagonia1. Petronas approd a Cherson, dove
lasci questi chelandia, fece imbarcare la sua gente su vascelli di trasporto,
e and presso il Tanais2, dove doveva costruire la fortezza. Ma siccome egli
non aveva affatto le pietre necessarie per la costruzione della citt, fece fare
delle fornaci di mattoni con cui costru la fortezza: quanto alla calce, la fece
con le piccole pietre di fiume. Dopo avere costruito la fortezza di Sarkel, il
suddetto spatarocandidato ritorn dallimperatore e gli disse: Se
desiderate possedere un potere e un controllo assoluti sulla citt di Cherson
e sui luoghi circostanti, perch non vi sfuggano, nominate il vostro
governatore militare e non fate affidamento sui notabili e sul generale.
Poich fino allepoca dellimperatore Teofilo, nessun governatore militare era
stato inviato laggi e tutta lamministrazione era alle mani del detto
generale, e di quelli chiamati padri della citt, limperatore Teofilo ci pens
sopra al fine di mandare questo o quel governatore, e infine scelse di inviare
lo spatarocandidato Petronas, perch aveva unesperienza dei luoghi e non
era inabile nella condotta degli affari; lo nomin protospatario quindi
governatore militare e lo invi a Cherson con degli ordini intimanti al
generale e agli altri di obbedirgli; e a partire da quellepoca fino a oggi, la
tradizione consiste nel nominare qui i governatori militari di Cherson. Ora
basta sulla costruzione della citt di Sarkel.
Dal Danubio fino a Sarkel, ci sono sessanta giorni di viaggio, e in questo
paese si trovano molti fiumi tra i quali il Dnestr e il Dnepr sono i pi
notevoli: gli altri sono il Syngoul3, lHybil, lAlmatai, il Koufis, il Bogou e
molti altri. Le rive dellalto Dnepr sono abitate dai Rus che discendono
questo fiume per recarsi nelle province romane. Il territorio dei Peceneghi
abbraccia tutta la Rus e Bosporus e anche pi lontano da Cherson a Sarat4,
Bourat e altre parti. La distanza, lungo la costa, dal Danubio al Dnestr di
120 miglia. Dal Dnestr fino al Dnepr, ci sono 80 miglia, la cosiddetta costa
dorata.
Dopo la foce del fiume Dnepr lAdara e si trova una grande baia
chiamata Nekropyles5, che assolutamente impossibile a un uomo di
attraversare. Dal fiume Dnepr fino a Cherson ci sono 300 miglia. Dopo
Bosporus viene la foce del lago Meotide, che tutti chiamano mare a causa
della sua dimensione6. In questo stesso mare Meotide scendono numerosi e
grandi fiumi, dal lato nord scendono il fiume Dnepr da cui i Rus vengono
passando in Bulgaria Nera, Cazaria e Siria. Questo stesso golfo della Palus7
di fronte ai Nekropyles, che sono vicini al fiume Dnepr (a 4 miglia), e le
raggiungono dove gli Antichi avevano scavato in questo posto un canale di

1 O Paflagonia, antica regione dellAnatolia centro-settentrionale, sul Mar Nero.


2 Fiume Don.
3 Inhoul, o Ingoul, affluente del Bug meridionale.
4 Saratov.
5 Odierna baia di Karintski, presso lo stretto di Ker.
6 Mar dAzov.
7 In latino: palude, ossia la Palude Meotide (Mar dAzov).

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dimensione di mille miglia per dare passaggio alle acque del mare in modo
che la penisola si trovasse interamente separata della terraferma, ma
questo canale fu insabbiato nel seguito dei tempi e fu sostituito da una folta
foresta dove ci sono soltanto due strade lungo le quali i Peceneghi si
infiltrano verso Cherson, Bosporus e nelle nostre province.
Molti fiumi si gettano nella parte orientale della Palus Meotis come il
Tanais che viene dalla citt di Sarkel, il Charakoul dove si fa la pesca degli
storioni, come pure altri fiumi come il Bal, il Bourlik, il Khadir e numerosi
altri. Ma il canale che riunisce la Palus Meotis al Ponte Eusino1 si chiama
anche Bourlik; l che il Bosporus allopposto del quale situata la citt
di Tamatarkha2; il canale citato ha diciotto miglia di larghezza. In mezzo a
questo spazio di 18 miglia una grande isola piatta che si chiama Atech. A
circa diciotto o venti miglia da Tamatarkha il fiume chiamato Oukrouch3
che separa la Zichia da Tamatarkha. La Zichia4 ha una estensione di 300
miglia dallOukrouch fino al Nikopsis sulla quale costruita una citt dallo
stesso nome. Al di l della Zichia si trova la Papagia5; al di l della Papagia,
la Kasachia6; al di l della Kasachia, i monti del Caucaso e al di l del
Caucaso il paese di Alania7. La Zichia possiede anche delle isole che
delimitano la costa, tra esse una grande e tre piccole; pi vicine alla riva di
queste ultime si trovano altre isole coltivate ed abitate Turganirch,
Tzarbaganin e unaltra nel porto di Spalaton; e a Pteleai unaltra che pot
servire da rifugio durante le incursioni degli Alani. Il mare [Nero] lambisce
la regione della Zichia dal fiume Nikopsis fino a Sotirioupolis8 su 300 miglia,
dove si trova lAbasgia9.

43. Il paese di Taron10


Ma ecco qualcosa per te per quanto riguarda gli Sciti del nord, figlio mio
beneamato, questa conoscenza ti sar sempre vantaggiosa e utile se
necessario; ma ugualmente indispensabile che non ignori nulla delle
regioni situate dove il sole si alza, per quali ragioni diventarono un giorno di
nuovo sudditi dei Romani, dopo essere decaduti dal loro potere.
Dunque, Krikorikios, il principe di Taron11, si sottomise inizialmente e si
present allimperatore dei Romani, ma dallinizio, fece il doppio gioco;
mentre a parole sembrava stimare lamicizia dellimperatore, di fatto agiva
secondo il buon volere del califfo dei Saraceni e a diverse riprese condusse

1 Mar Nero.
2 Tamatarkha (o Tamantarkhan) era lantica colonia greca di Hermonassa; quando pass
sotto il controllo della Rus di Kiev fu detta Tmutarakan.
3 Forse il Kuban.
4 Regione a est del Mar Nero e del Mar dAzov.
5 In Papagia, versante meridionale del Caucaso, stavano i Circassi.
6 Paese dei Circassi orientali, corrispondente allincirca allOssezia del Sud.
7 Paese degli Alani, corrispondente allOssezia del Nord.
8 Oggi Pitsunda.
9 O Abchazija (in italiano Abcasia).
10 Regione storica dellArmenia superiore, ora in Turchia.
11 O Krikor (Grigor) I di Taurun o Tauronita (?-930).

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gli eserciti in Siria contro le province sottomesse allimperatore dei Romani,


e divulgava in Siria tutti i piani segreti dei Romani ai loro avversari saraceni,
tenendo sempre segretamente informato con le sue lettere il Comandante
dei Credenti di ci che avveniva da noi; allorch volle apparire come un
partigiano della causa romana, si trov, allopposto, che preferiva e stimava
la causa dei Saraceni. Tuttavia, non cess di inviare presenti, che
sembravano preziosi ai barbari di queste regioni, a Leone1, il pi glorioso
degli imperatori, e ottenne in cambio sempre di pi dal pio imperatore, che
anche lo pregava spesso per lettera di rendergli visita nella citt imperiale
per conoscere limperatore e condividere con lui i suoi benefici e gli onori.
Ma temendo che ci offendesse e sconvolgesse il Comandante dei Credenti,
addusse delle scuse e falsamente sostenne che gli era impossibile lasciare il
suo paese senza assistenza, per timore che potesse essere saccheggiato dai
Saraceni.
Ora, questo stesso principe de Taron cattur un giorno, in una battaglia, i
figli di Arkaika2, cio, i cugini del patrikios Krikorikios, padre del
protospatario Ashot3, e li tenne prigionieri. Nel loro nome, allora, il principe
dei principi, Symbatios4 invi lettere allo stesso imperatore, di memoria
benedetta, pregandolo di intercedere presso i Taroniti e di fare tutto il suo
possibile per liberare i suoi nipoti, figli del detto Arkaika, affinch non
fossero inviati al Comandante dei Credenti, poich il patrikios Grigorios era
genitore di Symbatios, il principe dei principi. Limperatore Leone, di beata
memoria, accett la richiesta di Symbatios inviando al principe di Taron, per
questo affare, il defunto eunuco Sinoutin, allora cartolario5 assieme al
logoteta del dromo6, e anche ad Adranaser, curopalate dIberia7 per trattare
quellaffare particolare, con dei doni per tutti e due. Ma quando Sinoutin fu
calunniato presso limperatore da Teodoro, il traduttore armeno, si invi al
suo posto come delegato imperiale il protospatario Costantino Lips8,
detentore del sigillo imperiale ora antypathos9, patrikios e grande
eteriarca10, gli ordini gli ingiunsero di prendersi i doni inviati al principe di
Taron, Krikorikios, ed andare lui stesso in Taron, quindi di ordinare a
Sinoutin di andare da Adranaser, il curopalate dIberia come era stato

1 Leone VI il Saggio, che regn dall886 al 912.


2 Arkaik non un nome ma un titolo e significa piccolo re. Era detto di David, figlio di
Bagrat Bagratouni.
3 Ashot III di Taron.
4 Smbat I il Martire (890-914), figlio e successore di Ashot I, pi avanti nel testo chiamato
Grigorios.
5 Funzionario amministrativo.
6 Dignitario delle comunicazioni.
7 Alto funzionario militare. Adranaser Adarnase IV di Iberia (morto nel 923), principe
georgiano della dinastia dei Bagration.
8 Costantino Lips era drungarios (comandante) della flotta sotto Leone VI (886-912) e mor
nel 1917 in battaglia. Di lui si ricorda la fondazione di un monastero.
9 Proconsole.
10 Comandante delleteria, che era il corpo scelto di mercenari stranieri, poi diventato
guardia del corpo imperiale.

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previsto. Il detto protospatario arriv in Taron e diede a Krikorikios i doni e


le lettere che limperatore gli aveva inviato; prese il figlio naturale del
Taronite1, chiamato Ashot, e lo riport nella citt imperiale; limperatore lo
elev al rango di protospatario ed lo riemp di doni, quindi lo rinvi
nuovamente, sotto la guida dello stesso protospatario. Inoltre Costantino
ritorn in compagnia di Apoganem2, fratello di Krikorikios, principe di Taron,
e lo port dallimperatore la cui memoria benedetta, con i due figli di
Arkaikas. Apoganem fu, lui stesso, elevato al rango di protospatario e
colmato di riguardi, quindi riportato nella sua patria da Costantino presso
suo fratello. Pi tardi, Costantino soggiorn alcuni tempi in Chaldia 3 e
ricevette un ordine imperiale che gli ingiungeva di andare in Taron per
assicurarsi sulla persona di Krikorikios principe del Taron, e di portarlo nella
citt imperiale, ci che fece. Quando Krikorikos entr nella citt protetta da
Dio e ricevette la dignit di magistros e lincarico di strategos di Taron, gli
don come residenza la casa dei barbari4, mantenendo quella del
parakimomenos5 Basilio6. Inoltre fu onorato di una roga7 annuale di dieci
libbre doro e dieci altre libbre di miliaresia8, ossia in tutto venti libbre.
Essendo passato qualche tempo nella capitale, fu nuovamente scortato
indietro da Costantino.
Apoganem ritorn una seconda volta dallimperatore e ricevette il titolo di
patrikios. Limperatore gli concesse inoltre la figlia di Costantino in
matrimonio, e, in questa occasione, gli regal la casa dei barbari, senza
tuttavia confermargli la donazione con una crisobolla9. Dopo aver
beneficiato della generosit dellimperatore, Apoganem volle, prima di
celebrare le sue nozze, tornare nel proprio paese, ma mor alcuni giorni
dopo essere arrivato. Krikorikios, in seguito a questo evento, scrisse
allimperatore per ottenere lautorizzazione di prendere il suo assegnamento
dalla mano stessa del sovrano e di passare qualche tempo nella capitale.
Chiedeva inoltre di rientrare in possesso della casa dei barbari, che era
stata data a suo fratello. Limperatore accett la sua richiesta, considerando
la sua sottomissione recente e soprattutto per incoraggiare gli altri principi
dOriente a imitare la sua condotta. La donazione, daltronde, come la prima
volta, non fu confermata da una crisobolla.
Essendo passati degli anni, ed essendo Romano Lecapeno salito sul trono,
[Krikorikios] lo inform che poich gli era impossibile utilizzare la casa dei
barbari, egli lavrebbe scambiata volentieri con un dominio in Keltzene10,

1 Del principe di Taron.


2 Il principe di Armenia Abu Ghanim.
3 Uno dei themata dellimpero bizantina in Asia Minore.
4 Palazzo di Costantinopoli non identificato.
5 O parakoimomenos, che letteralmente significa colui che dorme con limperatore, cio
la guardia del corpo o il ciambellano.
6 Un figlio illegittimo di Romano I.
7 Soldi arretrati o tributo.
8 Monete dargento e di rame.
9 Documento ufficiale con il sigillo dellimperatore impresso.
10 Provincia della Chaldia.

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per esempio quello di Patzates11. Sperava cos di garantirsi un rifugio dove


poter mettere la propria famiglia e i suoi beni al riparo durante le incursioni
degli Arabi. Limperatore Romano, credendo che Krikorikios possedesse la
casa ai sensi di una crisobolla dellimperatore Leone, il beato, gli cedette la
propriet di Gregoras in Keltzene. Ma, come Leone, non gli conferm a
donazione con una crisobolla.
Alcuni tempi dopo Tornikios4, figlio di Apoganem e nipote del Taronite,
scrisse da parte sua a Romano per segnalargli che limperatore Leone aveva
fatto regalo della casa a suo padre e che, alla morte di questultimo, suo zio
Krikorikios se ne era impossessato, pur impegnandosi a restituirla quando
avesse raggiunto la maggior et; avendo appreso che suo zio laveva
scambiato con la propriet di Gregoras, chiedeva che i suoi diritti fossero
rispettati.
Daltra parte, le liberalit dellimperatore al principe di Taron aveva
suscitato la gelosia degli altri principi armeni. Da parte loro, i principi
armeni, Gagik I di Vaspurakan5, Adranaser, curopalate di Iberia e il principe
dei principi Ashot6 protestarono per iscritto contro il trattamento privilegiato
di cui usufruiva Krikorikios, unico a beneficiare di una pensione imperiale:
In che cosa, dicevano, rende pi servizi di noi allimpero? occorre dunque
che anche noi veniamo dotati di una pensione, o che lui non continui a
usufruire di questo favore. Romano rispose loro che non era lui ma
limperatore Leone che aveva accordato una pensione al Taronite e che non
gli spettava eliminarla: sarebbe stato ingiusto che le decisioni degli
imperatori defunti fossero abolite dai successori. Allo stesso tempo fece
parte il Taronite della protesta dei principi armeni e lo inform che non
avrebbe potuto continuare a versargli una pensione doro o dargento, ma
promise, oltre ai doni duso, abiti ed oggetti in bronzo per un valore di dieci
libbre. Romano glieli fece pervenire per tre o quattro anni, quindi lo inform
che non gli era pi possibile mantenere i propri impegni. Ma Krikorikios
preferiva, a quanto pare la sua pensione in argento e chiese che gliela si
continuasse a versare, ma si dichiarava pronto a rinunciarvi. Romano, per
eliminare la gelosia del curopalate Gagik e degli altri principi, risolse di
eliminarla. Ma, volendo risparmiare lamor proprio di Krikorikios, fece venire
a Costantinopoli suo figlio Ashot, lelev alla dignit di patrikios e lo rinvi
nel suo paese soltanto dopo avergli prodigato i segni damicizia.
Essendo morto Krikorios, Tornikios, figlio di Apoganem, volle vedere
limperatore. Questultimo invi lo protospatario Krinitis, che port Tornikios
alla capitale dove ricevette la dignit di patrikios da parte dellimperatore.
Tornikios fece valere i suoi diritti sulla casa dei barbari e protest contro
la transazione a favore di suo zio. Chiese che gliela si rendesse o che gli
cedessero il dominio di Keltzene, che si dichiarava pronto, se la cosa non

11 Tatzates, un armeno proprietario terriero in Chaldia vissuto nella seconda met dellVIII
secolo.
4 Tornik. Il nome Tornikios (o Tornikes) deriva dalla parola armena torn, nipote.
5 Gagik I (880?-937) fu re di Vaspurakan (provincia armena sul lago di Van) dal 908.
6 Ashot II detto Yerkat (il Ferro, per le sue vittorie), figlio di Smbat I.

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fosse stata possibile, a rinunciarvi a favore dellimperatore, piuttosto che di


vedere luno o laltro in possesso dei suoi cugini. Questa fu la ragione che
determin limperatore, non sentendosi obbligato verso Krikorikios, decise di
ritirare al Taronite la casa e il dominio, tanto pi che non esistevano
crisobolle su queste donazioni.
Pi tardi, Pankratios1, figlio maggiore di Krikorikios, si rec a sua volta a
Costantinopoli. Limperatore gli confer la dignit di patrikios e lo nomin
strategos di Taron. Pankratios voleva sposare una donna appartenente alla
famiglia imperiale e limperatore gli diede la sorella del magistros Teofilatto.
Dopo la celebrazione del matrimonio Pankratios fece un testamento, nel
quale dichiarava: I figli che nasceranno da questunione con mia moglie
dovranno ereditare la totalit del mio paese come eredit primigenia. Su
ci, chiese allimperatore di cedergli il dominio di Gregoras perch la sua
sposa vi risiedesse, e dopo la sua morte questo dominio potesse ritornare
alla maest imperiale. Limperatore approv questa proposta, e dopo averlo
colmato di numerosi doni, lo rinvi con la moglie nel suo paese. Ora, i figli
del magistros Krikorikios, questi stessi patrikioi Pankratios e Ashot
moltiplicarono ile vessazioni contro il loro cugino, il patrikios Tornikios.
Questultimo, trovando le loro angherie insopportabili, scrisse allimperatore,
per chiedergli di inviare un servo di fiducia per prendere possesso del suo
paese, per condurre lui, sua moglie e il loro bambino a Costantinopoli.
Limperatore incaric il protospatario Krinitis, linterprete, di portarlo e di
condurlo alla citt protetta da Dio, conformemente alla sua domanda. Ma
quando Krinitis arriv in quel paese, constat che Tornikios aveva gi
lasciato questo mondo, dopo avere regolato prima della sua fine leredit del
suo paese allimperatore dei Romani: sua moglie e il suo bambino avrebbero
dovuto andare allimperatore, e, al suo arrivo, limperatore avrebbe
assegnato per residenza a sua moglie il monastero a Psomathia 2 dello
protospatario Michele, anziano kommerkiarios3 di Chaldia. Quindi il sovrano
incaric lo stesso Krinitis di andare a impossessarsi del paese di Apoganem,
cio la parte del patrikios Tornikios. Ma i figli del Taronite4, cugini del
defunto, rinviarono la proposta offrendo Oulnoutin5 per conservare il paese
del loro cugino, poich, dicevano, non avrebbero potuto sopportare di vivere
se limperatore avesse occupato il paese. Limperatore, cedendo alla sua
bont di cuore, accett la loro proposta: cedette loro il paese di Apoganem,
loro cugino, e ricevette in cambio Oulnoutin e tutti i territori circostanti.
Il paese intero di Taron era diviso in due parti, una tenuta dai figli del
magistros Krikorikios, laltro dai suoi cugini, i figli del patrikios Apoganem.

44. La regione degli Apachounis, le citt di Mantzikiert e Perkri e

1 Bagrat II (937-994), re di Iberia (Georgia) dal 958.


2 Il monastero era situato sul Mar di Marmara, tra la Porta dOro di Costantinopoli e il
monastero di Studion.
3 Controllore delle transazione commerciali ed esattore di imposte.
4 Pankratios e Ashot.
5 Fortezza strategica del Taron occidentale.

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Chliat e Chaliat e Arzes e Tibi e Chert e Salamas e Tzermatzou


Prima dellepoca di Asotios, principe dei principi, padre di Symbatios,
principe dei principi, che lemiro di Persia Aposatai aveva decapitato e che
aveva due figli, Asotios, che era principe dei principi dopo di lui, ed
Apasakios, che fu pi tardi onorato della dignit di magistros; queste tre
citt, Perkri, Chaliat ed Arzes1, erano sotto il controllo della Persia.
Il principe dei principi ha la sua corte in Grande Armenia, nella citt di
Kara, e tiene due di queste tre citt suddette Perkri, Chaliat, Arzes e anche
Tibi, Chert e Salamas.
Apelbart possedeva Manzikiert2 e era sotto la sovranit di Asotios, il
principe dei principi, padre di Symbatios, principe dei principi. Lo stesso
Asotios, principe dei principi, diede anche a questo Apelbart la citt di
Chliat, Arzes e Perkri: poich Asotios suddetto, principe dei principi, padre di
Symbatios, principe dei principi, teneva tutte le regioni dellEst. Alla morte
di Apelbart suo figlio Abelchamit entr in possesso del suo dominio, e alla
morte di Abelchamit, il suo figlio maggiore Aposebatas fece lo stesso.
Questultimo, dopo lassassinio di Symbatios, principe dei principi, da parte
di Aposatai, emiro della Persia, prese possesso, in sovranit assoluto, come
un potentato indipendente, tanto della citt di Manzikiert che delle altre
citt e regioni; e i suoi altri due fratelli, Apolesphouet e Aposelmis, si
sottomisero allimperatore dopo che le loro citt e le loro regioni erano state
a pi riprese invase, devastate e distrutte dal domestikos3 e pagarono
allimperatore dei Romani il tributo in segno di omaggio delle loro citt e
territori. Ma allepoca del suddetto Asotios, principe dei principi, padre di
Symbatios e nonno del secondo Asotios e del magistros Apasakios, e per
tutta la vita del secondo Asotios, principe dei principi, queste tre citt furono
sotto la sovranit del principe dei principi, e il principe dei principi ricevette
un tributo da parte loro. Inoltre, la citt di Manzikiert e il paese degli
Apachounis, di Kori e di Charka erano sotto la sovranit e il controllo dello
stesso principe dei principi, fino allepoca in cui Aposebatas, lemiro di
Manzikiert, e i suoi due fratelli Apolesphouet ed Aposelmis si sottomisero
allimperatore e gli pagarono tributo in segno di omaggio delle loro citt e
territori; e, poich il principe dei principi il suddito dellimperatore dei
Romani, nominato da lui e riceve la sua dignit da lui, cio le citt, le zone
e i territori di cui il padrone appartengono anche allimperatore dei
Romani.
Quando Symbatios, principe dei principi di Grande Armenia, fu catturato
da Aposatai, emiro di Persia, quindi decapitato, Aposebatas, con la sua sede
nella citt di Manzikiert, prese possesso delle citt di Chaliat, Perkri e della
zona di Arzes.
Il secondo fratello di Aposebatas, Apolesphouet, e suo nipote e genero
Achmet prese possesso delle citt di Chliat, Arzes ed Altzike, e anchessi si

1 Presso il lago di Van.


2 Gi nominata: detta, in italiano, Manzicerta.
3 Comandante delle forze presenti in un thema.

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sottomisero allimperatore dei Romani e riconobbero la loro sottomissione e


gli pagarono tributo per le loro citt e territori come lo aveva fatto suo
fratello maggiore Aposebatas.
Il terzo fratello di Aposebatas e di Apolesphouet, Aposelmis, era in
possesso della citt di Tzermatzou con il suo territorio; anchegli si
sottomise allimperatore dei Romani e gli pag tributo come il suo fratello
maggiore Aposebatas ed il suo secondo fratello, Apolesphouet.
Alla morte di Aposebatas, Abderacheim, figlio di Aposebatas, entr in
possesso della citt di Manzikiert e dei suoi territori e di tutti i suoi domini e
alla morte di Abderacheim, Apolesphouet, secondo fratello di Aposebatas e
zio di Abderacheim entr in possesso della citt di Manzikiert e di tutte le
regioni summenzionate, ed alla sua morte, il terzo fratello, che il fratello
di Aposebatas e di Apolesphouet, Aposelmis entr in possesso di Manzikiert
e di tutte summenzionate.
Aposebatas aveva un figlio Abderacheim e un altro figlio Apelmouze.
Apolesphouet aveva un genero e nipote, Achmet, poich egli non aveva
figli, ma al suo posto Achmet, suo genero e nipote.
Aposelmis aveva un figlio Apelbart che ormai possiede Manzikiert.
Alla morte di Aposebatas, lasci suo figlio Abderacheim come emiro, ma
laltro suo figlio Apelmouze era un bambino di minore et, e, per questa
ragione, fu dichiarato inabile dal padre e dal fratello.
Aposebatas il fratello maggiore, ha la sua corte nella citt di Manzikiert e
possedeva, come detto, queste regioni, Apachounis, Kori e Charka; egli
pag tributo per esse allimperatore dei Romani, e alla sua morte, suo figlio
Abderacheim lo diresse e pag anchegli il tributo suddetto, essendo suo
fratello Apelmouze, come detto sopra un bambino in minore et.
Alla morte di Apolesphouet, il terzo fratello di Aposebatas, cio
Aposelmis, prese possesso della citt di Manzikiert con i territori
summenzionati. Il suddetto Achmet, nipote e genero di Apolesphouet, prese
possesso con lapprovazione e il consenso di Apolesphouet di Chaliat, Arzes
e Perkri: poich Apolesphouet non avendo figli, come detto prima, fece di
Achmet, suo nipote e genero, lerede di tutti i suoi beni, delle sue citt e
territori.
Alla morte di Aposelmis, suo figlio Apelbart entr in possesso della citt di
Manzikiert con il suo territorio circostante. Ma Achmet possedeva le tre
citt, Chliat, Arzes ed Altzike.
Questo Achmet era anche suddito dellimperatore, com stato detto
sopra, e gli pagava tributo in nome proprio e in nome di suo zio
Apolesphouet. Ma Apelbart, per inganno e frode, lo uccise e prese queste
tre citt, Chliat, Arzes ed Altzike, mentre dovevano ritornare allimperatore
essendo di sua propriet.
Tutte queste citt e regioni suddette mai sono state sotto la sovranit o
sotto la tutela del Comandante dei Credenti, ma, come ci stato detto,
allepoca dellimperatore Leone, sotto la sovranit di Symbatios, principe dei
principi, poi furono sotto la sovranit dei tre fratelli, gli emiri suddetti,
Aposebatas, Apolesphouet e Aposelmis, e alla loro epoca sottomessi,

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tributari e sotto la tutela dellimperatore dei Romani.


Se queste tre citt Chliat, Arzes e Perkri sono in possesso dellimperatore,
un esercito persiano non pu invadere la Romania e lArmenia, poich
servono da barriera e hanno guarnigioni militari.

45. Gli Iberiani1


Occorre sapere che i curopalate iberiani si vantano di discendere dalla
donna di Uria sedotta dal profeta e re Davide2; pretendono di ricollegare a
Davide uno dei bambini nati da quella donna, cos da essere parenti del
profeta e re Davide, e conseguentemente della Santa Vergine, uscita ella
stessa stirpe di Davide. Ci perch i signori Iberiani non hanno alcuna
difficolt a sposarsi tra parenti, conformemente allantica abitudine degli
Ebrei, dicono anche che hanno la loro origine in Gerusalemme; che, per
obbedire a un avvertimento dato in sogno, vennero ad abitare nella regione
della Persia che occupano ora. Coloro che, conseguentemente a
quelloracolo, uscirono da Gerusalemme, furono David, soprannominato, e
suo fratello Spandiatis, il quale aveva ricevuto da Dio il dono, a quanto essi
raccontano, di non poter essere ferito dalla spada nei combattimenti in
alcuna parte del corpo, eccetto il cuore: quindi durante le battaglie
preservava con unarmatura questa parte, e fu audace contro i Persiani. Li
sconfisse, li soggiog e stabil la sua famiglia nelle regioni impenetrabili in
cui si trova ora, dove sono presto aumentati immensamente e sono
diventati una grande nazione.
Quando limperatore Eraclio and contro la Persia3, gli Iberiani si unirono
a lui e combatterono sotto le sue bandiere: in seguito il terrore che ispirava
il nome di Eraclio, pi che la loro forza e il loro ascendente, li rese padroni di
un buon numero di citt e di regioni persiane. Perch questo principe aveva
appena vinto i suoi nemici e aveva distrutto la loro potenza, furono alla
merc non soltanto degli Iberiani, ma anche dei Saraceni. Poich i Bagratidi
iberiani pretendevano di venire da Gerusalemme, e che essi avevano una
grande affezione per questa citt e per la tomba del Salvatore, vi inviavano
in certe epoche dei ricchi doni, tanto ai patriarchi che ai cristiani della citt
santa. David, sopra citato, fratello di Spandiatis, ebbe per figlio Pankratios,
questultimo Asotios, questultimo Adranaser, onorato del titolo di curopalate
dal pio Leone, imperatore dei Greci. Per Spandiatis, fratello del precedente,
egli mor senza posterit. Dalla loro uscita di Gerusalemme e la loro entrata
nel territorio attuale, sono passati quattro o cinquecento anni fino a quando
ci troviamo, indizione X; anno 64604, sotto gli imperatori Costantino e
Romano Porfirogeniti, ferventi cristiani.
Occorre sapere che il pio e illustre imperatore Leone Porfirogenito,
avendo appreso che la regione detta Phasiane5 era stata invasa dai Saraceni

1 Abitanti dellIberia, antico nome della Georgia.


2 Samuele 11.
3 Nel 622.
4 Nel 952.
5 Nella provincia di Ararat.

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e le chiese mutate in roccaforti, inviarono6 il patrikios Lalacon, generale


degli Armeniakoi, come pure il generale di Koloneia, di Mesopotamia e di
Chaldia, a distruggere questi forti, consegnare le chiese e devastare la
Phasiane, allora sottomessa ai Saraceni. Pi tardi, fece ancora partire
Katakalon, magistros e domestikos, che entr nel castello di
Theodosioupolis, e devast interamente i dintorni, come pure Phasiane e i
forti che conteneva: non ritorn che dopo aver inflitto un terribile colpo ai
Saraceni.
Sotto limpero del signore Romano, il patrikios Kourkouas, marciando
contro la citt di Tibi3, devast sul suo passaggio tutto la Phasiane, perch
era sotto linfluenza dei Saraceni. Il patrikios Teofilo, fratello dello stesso
Giovanni Magistros, per la stessa ragione, aveva gi trattato in tal modo
questo paese, quando era governatore della Chaldia; poich fino a quando
ci si dovette districare con i Theodosiopolitani, non rest in piedi un solo
forte in tutta la Phasiane, fino al luogo di Abnik. Tuttavia gli Iberiani, senza
nulla possedere nella Phasiane, erano in relazione costante di amicizia con
quelli di Theodosiopolis, di Abnik e di Mantzikert4, e con tutta la Persia.
Occorre sapere che spesso gli imperatori Leone e Romano, e la nostra
stessa maest, provarono a recuperare il castello di Ketzeon, allo scopo di
mettere una guarnigione, per tagliare da questo lato i viveri a
Theodosiopolis, promettendo al curopalate e ai suoi fratelli che avrebbero
avuto questultima citt, se essi avessero restituito il forte in questione; ma
gli Iberiani vi si opposero sempre, non volendo, a causa dellamicizia che
portavano a quelli di Theodosiopolis, che questa citt fosse distrutta. Se
agiamo cos, risposero allimperatore romano e a noi stessi, perderemmo
lonore agli occhi di tutta la regione, del magistros, sovrano dellAbasgia, di
quello del Vaspurakan5 e dei principi armeni, che potrebbero dire che per
sfiducia degli Iberiani, del curopalate e dei suoi fratelli, che limperatore ha
ripreso loro il forte di Ketzeon; sarebbe preferibile inviare un cavaliere e un
ufficiale imperiale a risiedervi e a osservare di l il nemico. Si rispose con
lordine seguente: A che pro un cavaliere, un ufficiale, che non potrebbe
entrare nellaccampamento che assegnerete loro che con dieci o dodici
uomini? perch ci sono molte strade per arrivare alla roccaforte di
Thodosiopolis, e non si pu, da Ketzon, vedere le carovane che arrivano in
questo posto; queste carovane, daltronde, possono penetrarvi di notte.
Ma siccome gli Iberiani non volevano che Theodosiopolis potesse essere
distrutto dalla carestia, rifiutarono di ottemperare a questa domanda e di
cedere Ketzon, anche ricevendo il giuramento per iscritto che sarebbe stata
resa loro dopo lofferta di Theodosiopolis, perch non volevano vedere
devastare Theodosiopolis e il suo territorio, n i forti di Abnik e di
Mandzikert e la regione circostante.

6 Nel 909.
3 Nel 928.
4 Rispettivamente, Erzerum o Erzurum, Manzicerta, Avnic.
5 Provincia dellArmenia Maggiore.

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Il curopalate reclamava, inoltre, il territorio intero della Phasiane e il forte


di Abnik per i quali pretendeva di avere crisobolle del beato imperatore
Romano e di nostra maest, di cui ci fece portare copia da parte di
Zourbaneli il protospatario, uno dei suoi nobili. Ma esaminandole, vedemmo
che non provavano nulla; poich la crisobolla di nostro suocero conteneva
che il curopalate si impegnava, per giuramento firmato di suo pugno, a
rimanere fedele al nostro impero, essere nemico dei nostri nemici, alleato
dei nostri alleati, a sottomettere lOriente al nostro scettro, a conquistare
fortezze e a fare le pi grandi cose per il nostro servizio; e il nostro suocero
gli prometteva, in cambio della sua fedelt ai suoi impegni e della sua
affezione, la continuazione in eterno della sua dignit e della sua
indipendenza, per lui e la sua posterit: quindi il curopalate non doveva
arretrare le frontiere dei suoi domini, attenersi alle convenzioni fatte sotto
gli imperatori precedenti, non trasgredirli, non impedire la rovina di
Theodosiopolis, ed altre citt ostili, sia che le si assediava soltanto, sia che
fossero attaccate dalle nostre truppe: tale era il riassunto di queste
crisobolle, che non provano nulla per il curopalate. Perch quella del nostro
suocero prometteva che non lo si sarebbe privato delle terre del suo antico
patrimonio, e che se egli avesse potuto, solo o aiutato, prendere o rovinare
Theodosiopolis, non ne avrebbe mantenuto il dominio e la propriet.
Quanto alla crisobolla di nostra maest, si detto che tutti i luoghi che lui
e suo cugino Adranaser magistros hanno potuto conquistare sugli Agareni,
con le loro proprie truppe, o quelli che conquisteranno dora in avanti,
apparterranno a loro in piena propriet. E siccome egli non ha sottomesso
con le sue truppe n Theodosiopolis, n Abnik, n Mastat1, l non ha alcun
diritto, poich questi luoghi sono al di qua dellErax o Phase; che daltronde
il forte di Abnik stato finora indipendente e governato dal suo emiro e
spesso devastato dai nostri soldati: che inoltre il generale Giovanni
Arrhabonitis, come pure il patrikios Teofilo, e recentemente il generale di
Theodosiopolis, l avevano tutto messo a fuoco e sangue e portato via un
ricco bottino, cosa che non era mai arrivata al curopalate; e quando le
nostre truppe avevano cos completato lopera della conquista, gli Iberiani
arrivarono, simpossessarono del paese e vollero entrare con gioia nel luogo.
Informato pi volte dal patrikios Teofilo e vedendo che non gli restava che di
sperare la salvezza, lemiro acconsent a diventare nostro vassallo e diede
suo figlio in ostaggio. Mastat apparteneva ai Theodosiopolitani, e quando
dopo un assedio di sette mesi il patrikios Giovanni vide che non poteva
scobfiggere questi ultimi, invi le sue truppe a impadronirsi di Mastat, a tal
fine egli introdusse il protospatario Petronas Boilas, che era allora generale
di Nicopolis.
Tuttavia Pankratios magistros, che aveva combattuto con lesercito del
patrikios Giovanni contro Theodosiopolis, vedendolo vicino al ritorno, gli
chiese la restituzione di questa roccaforte, impegnandosi per giuramento
scritto di sua mano a conservarla e a non rimetterla ai Saraceni. Poich era

1 Mastat (in greco) o Mastaton.

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cristiano e servo di nostra maest, Mastat fu data a Pankratios sotto la fede


del suo giuramento; ma questultimo la rese di nuovo a quelli di
Theodosiopolis, e gli Iberiani ne rientrarono in possesso immediatamente
dopo la presa di questultimo. Essi non hanno dunque ragioni per richiedere
Abnik n Mastat. Ma siccome il curopalate si comporta come servo onesto e
fedele di nostra maest, che lErax o Phase funge da frontiera alla Phasiane,
in tal modo che la sua riva sinistra guardando lIlliria appartenga agli
Iberiani e la riva destra, i dintorni di Theodosiopolis, i forti e le zone di
questa regione, ci siano sottomessi, e che il fiume Erax segni il limite tra i
due stati, come pure il beato Kourkouas lapprov in vita e lo dichiar
completamente conveniente, quando fu interrogato sullargomento; perch
strettamente parlando, il curopalate non ha diritto a nulla n al di qua n al
di l del fiume, perch sono i nostri eserciti che hanno sottomesso e
devastato queste regioni che appartengono a Theodosiopolis, e che gli
Iberiani non hanno fatto alcuna impresa sul territorio di questa citt senza
la nostra assistenza. unicamente la nostra amicizia per il curopalate che ci
ha fatto acconsentire a concedergli il limite dellErax o Phase.

46. Genealogia degli Iberiani; della fortezza di Adranutzion1


Occorre sapere che Pankratios e David il Mampalis, nome che significa
tuttosanto2, erano figli del grande Symbiatos3 lIberiano, che Pankratios
ebbe in eredit la citt di Artanuji e David una regione diversa. Bagrat ebbe
tre figli: Adarnase, Gurgen e il patrikios Ashot Kiskasis, e condivise loro i
suoi domini. Gurgen al quale il decaduto Artanuji, essendo morto senza
posterit, questa citt ritorn al patrikios Ashot-Kiskasis. Questultimo
marit sua figlia a questo Gurgen Magistros, che tolse per violenza la citt
in questione a suo suocero Ashot e gli diede in compensazione Tyrocastrum4
e la valle di Adjara5, che segna il limite della Grecia verso Koloris. Il
patrikios Ashot, detto Kiskasis, aveva sposato la figlia di George-magistros,
sovrano di Aphkhazia6. Questultimo e Gurgen-magistros essendo diventati
nemici, e il patrikios Ashot avente preso le parti di George, Gurgen riprese
di forza la compensazione che aveva dato per Artanuji, cacci Ashot, e lo
forz a ritirarsi in Aphkhazia. Alla morte di Gurgen, sua moglie, figlia del
patrikios Ashot-Kiskasis, eredit la citt di Artanuji, come dominio di suo

1 O di Artanuji, ora Ardanuc.


2 Alcune ricerche hanno messo in luce che il titolo mampali (parola georgiana composta da
mama che significa padre e da upali signore) era dato ai principi di alto rango che non
avevano dignit bizantine. Il vocabolo fu poi tradotto in greco come mampalis, dandogli
lerrato significato di tuttosanto.
3 La grafia dei nomi citati da qui in poi pare essere un po greca e un po georgiana e a non
tutti possibile risalire anche perch si ripetono sempre uguali nelle famiglie. Symbiatos
Symbatios o Smbat. Bagrat Bagrat I. Gurgen non era figlio di Bagrat magistros, che
ebbe Adarnase, David (o Davit) e Ashot, ma di Bagrat mampali.
4 Molto probabilmente il georgiano Qwlis-Tzikh, a nord-ovest di Samtskhe, perch
ambedue significano il forte del formaggio.
5 In italiano Agiaria.
6 Abkhazia o Abcasia.

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padre. Ma Ashot-curopalate, George-magistros, sovrano di Aphkhazia, e


Bagrat-magistros, fratello di Ashot soprannominato, non volendo dividere
con le armi la successione di Gurgen, si adattarono e presero ciascuno ci
che era di propria convenienza. Essendo Artanuji vicino a Sembat, figlio di
David, soprannominato, i principi si impossessarono della donna di Gurgen,
figlia del patrikios Ashot, e le dissero: Come donna, non puoi essere
padrona di questo forte e Sembat le diede in cambio alcuni territori,
serbandosi Artanuji.
Occorre sapere che la parentela di questo iberiano questa: la madre di
David e quella del curopalate Adarnase, padre dAshot il curopalate attuale,
erano figlie di due fratelli, e quindi cugine germane. Sembat figlio di David,
era sposato alla figlia di Bagrat-magistros, padre di Adarnase oggi
magistros. Alla morte di questa donna, Adarnase spos la sorella di Sembat,
figlio di David.
La roccaforte di Artanuji molto protetta e ha bastioni tali che
convengono a una capitale di confine; essa il centro di tutti gli affari di
Trebisonda, dellIberia, dellAphkhazia, di tutta lArmenia e della Siria, e con
tutti questi paesi ha un gran commercio. La regione o larzen1 di Artanuji
grande e fertile: la chiave dellIberia, dellAphkhazia e del Meskhia2.
Inoltre, il beato imperatore Romano aveva inviato il patrikios Costante3,
drungarios della marina, che era per loro protospatario e manglabite4, e gli
aveva rimesso le insegne da magistrato per rivestirne liberiano Gurgen.
Quando il patrikios Costante si avvicin a Nicomedia5, ebbe un incontro con
il monaco Agapio, figlio di Cimene, che era andato a compiere un voto nella
citt santa, e che, ritornando in Iberia, pass da Artanuji. Ora il patrikios
Ashot-Kiskasis, in dissenso con suo genero Gurgen, disse al monaco: Io ti
scongiuro, in nome di Dio e per la potenza della croce venerabile del
Salvatore, di andare a dire allimperatore di inviare qualcuno a prendere la
mia citt e a sottometterla alla sua autorit. Il monaco Agapio venne e
disse allimperatore ci di cui laveva incaricato il patrikios Ashot-Kiskasis.
Siccome il patrikios Costante, drungarios della marina, era a Nicomedia per
linvestitura delliberiano Gurgen, ricevette a nome dellimperatore una
lettera del patrikios Simeone, segretario, cos concepita: Il nostro santo
imperatore ti comanda di lasciare qualsiasi altro affare di servizio e di
andare non appena possibile a trovare il patrikios Ashot-Kiskasis, e ricevere
dalle sue mani il forte di Artanuji perch questultimo ha fatto informare il
nostro imperatore santo, per mezzo del monaco Agapio, di inviare un uomo
sicuro e fedele per farlo arrendere. Passando per la Caldea, tu vi prenderai
quegli ufficiali che giudicherai devoti, entrerai nella citt e te ne
impossesserai.
Attraversando dunque la Caldea, il patrikios Costante, drungarios della

1 Arzen parola araba che significa paese o territorio.


2 In italiano Meschezia.
3 O Costantino.
4 O manglavite, guardia del corpo dellimperatore.
5 Ora Izmit.

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marina, riun delle buone turme1, degli ufficiali e una truppa di trecento
uomini, ed entr in Iberia. L fu fermato da David, fratello di Ashot, il
curopalate attuale, che gli disse: Dove ti manda limperatore? Quale
incarico hai per avere un simile seguito? Egli sospettava infatti che a causa
della morte del curopalate Adarnase limperatore volesse conferire a Gurgen
il curopalate. Infatti i figli di Adarnase, dopo la morte del loro padre,
stavano discutendo con il loro cugino, e un uomo di alto rango, inviato da
Gurgen allimperatore con ricchi doni, faceva supporre ai quattro fratelli, figli
di Adarnase curopalate, che Gurgen mirasse a tale dignit. Il patrikios
Costante rispose: per nominare Gurgen magistros che ho questo seguito,
e dopo averlo salutato, andr anche a trovare David-magistros. Lo stesso
patrikios aveva infatti un ordine imperiale e dei doni per questultimo2.
Avendo dunque nominato magistros Gurgen, lasci il suo paese per
recarsi alla roccaforte di Ashot-Kiskasis, il patrikios, e gli rimise un ordine
imperiale che non diceva nulla di Artanuji, ma che si riferiva ad altri affari.
bene che non sia qui detta la questione della roccaforte, disse a Ashot, e
ci che il monaco Agapio ha dichiarato allimperatore, e di cui tu lo avevi
incaricato. Limperatore mi ha mandato a prendere possesso di Artanuji e a
far entrare le genti che mi accompagnano. Siccome il patrikios Ashot-
Kiskasis aveva una vertenza con suo genero Gurgen, cos come detto, aveva
preferito consegnare il forte allimperatore. Costante aveva una piccola
bandiera, che diede al patrikios Ashot, e questultimo, attaccandola a una
lancia, la ridette al patrikios Costante, dicendogli: Mettila tu stesso sulle
mura, affinch questo posto appartenga allimperatore.
Il patrikios Costante prese dunque la bandiera e la mise sul bastione,
salutando limperatore greco con le acclamazioni ordinarie. Fece conoscere
con ci che il patrikios Ashot-Kiskasis aveva dato allimperatore la sua citt;
ma il grande David era bene lontano dal sottomettere allimperatore il suo
paese, sebbene fosse vicino della turma di Akampsis e di Murguli. Tuttavia il
patrikios Costante invi allimperatore due messaggi, informandolo in uno
che aveva conferito il magistrato a Gurgen, e che questultimo aveva
accettato con riconoscenza il favore imperiale; nellaltro, che il patrikios
Ashot gli aveva rimesso Artanuji, e che tra lui e suo genero Gurgen-
magistros regnava un gran disaccordo. Allimperatore chiedeva di inviare un
rinforzo di truppe nella roccaforte e, se si poteva, il domestikos.
In seguito a ci gli iberiani Gurgen-magistros e David-magistros, fratello
del curopalate Ashot, scrissero allimperatore che egli avesse permesso una
cosa simile e fosse penetrato nel cuore del loro paese, avrebbero rinunciato
al suo servizio e si sarebbero alleati ai Saraceni; perch siamo, dicevamo,
in grado di combattere i Greci e di condurre, se costretti, un esercito contro
la roccaforte e il paese di Artanuji, ed anche contro il territorio dellimpero.

1 La turma era ununit militare romana formata da trenta cavalieri.


2 I commentatori dellopera annotano che il racconto di Costantino VII diventa oscuro e in
contraddizione con le date fornite dagli Annali storici. Il problema sta, come evidenziato in
una nota precedente, nellomonimia dei personaggi con lo stesso nome e lo stesso titolo.

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Informato di questi particolari sia dalle lettere degli ufficiali di cui si


parlato sopra, che dagli espressi che gli spedirono, limperatore temette che
essi si unissero davvero ai Saraceni e attirassero sui suoi stati gli eserciti
persiani. Io non ho incaricato, rispose, il protospatario Costante il
manglabite di fare ci che ha fatto ad Artanuji, n di impossessarsi del suo
territorio; un atto avvenuto per sua confusione naturale: limperatore
diceva ci per soddisfare gli Iberiani. Poi, il protospatario Costante il
manglabite ricevette un ordine imperiale pieno di rimproveri e di minacce:
Chi ti ha incaricato di una simile commissione? Esci il pi rapidamente
possibile dalla fortezza, e fai rientrare Ashot, figlio del defunto curopalate
Adarnase e concedigli da parte nostra il curopalate, di cui usufruiva suo
padre. Ricevuto questordine il patrikios Costante lasci il patrikios Ashot-
Kiskasis nel suo castro di Artanuji, e dirigendosi verso il paese di David il
Grande and a recargli lordine che lo riguardava. In seguito ritorn in
Iberia, e incontr, riuniti allo stesso luogo, Gurgen-magistros e David-
magistros, fratello d Ashot-curopalate che lo investirono di invettive e
ingiurie. Uomo perfido e cattivo, dicevano, perch non ci hai parlato della
questione di Artanuji e ci hai nascosto che volevi impossessartene,
ritenendolo un importante servizio allimperatore? Noi gli abbiamo
presentato anche la nostra versione e sappiamo che egli non era al corrente
di unimpresa che tu hai fatto soltanto per affezione verso il patrikios Ashot-
Kiskasis.
Dopo avere risposto quel che doveva, il patrikios Costante port in citt
Ashot, figlio del defunto curopalate Adarnase, e gli confer in nome
dellimperatore il curopalate.
Sai ci che ha avuto luogo in diverse epoche tra i Romani e i vari popoli?
Perch conviene, mio carissimo figlio, che ti ricordi di questi eventi, affinch
alloccasione, se si riproducessero problemi simili, tu possa, grazie alle tue
conoscenze, trovare soluzione immediata.

47. La migrazione dei Ciprioti, descritta come segue


Dopo che lisola era stata presa dai Saraceni1 e rest disabitata per sette
anni, larcivescovo Giovanni venne con un gruppo alla citt imperiale e una
deroga fu fatta dallimperatore Giustiniano2 al sesto sinodo3: lui e i suoi
vescovi e il clero dellisola, dovevano prendersi carico di Cizico e dovevano
fare le nomine ogni volta che un vescovato diventava vacante, e ci affinch
lautorit e i diritti di Cipro non venissero interrotti (perch limperatore
Giustiniano era cipriota, come gli antichi ciprioti lo hanno certificato oggi), e
fu ordinato al sesto sinodo che larcivescovo di Cipro avrebbe eletto il capo
di Cizico, come ci pure scritto nel XXXIX capitolo dello stesso santo
sinodo.

1 Le incursioni degli Arabi sullisola, allora bizantina, cominciarono nel 649, ma si fecero pi
intense trenta-quarantanni dopo.
2 Giustiniano II Rinotmeto.
3 Nel 691-692.

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Ma dopo sette anni, per volont di Dio, limperatore fu portato a


ripopolare Cipro, e invi al Comandante dei Credenti di Baghdad1, tre dei pi
illustri ciprioti, nativi di questa stessa isola, chiamati Phangumis, con un
delegato imperiale allo stesso tempo intelligente e prudente; egli scrisse al
Comandante dei Credenti per chiedergli di rinviare nellisola di Cipro la
popolazione insediata in Siria nel loro proprio paese. Il Comandante dei
Credenti accett la richiesta dellimperatore; invi i notabili Saraceni [di
Cipro] in tutte le regioni della Siria e raccolse tutti i Ciprioti per rinviarli da
loro. E limperatore, da parte sua, invi un delegato imperiale e fece
trasportare coloro che si erano insediati in Romania, cio, a Cizico, nei
themata di Kibyrrhaioton2 e Thrakesion, e lisola fu ripopolata.

48. Canone XXXIX del sesto santo sinodo, tenuto nella sala a
cupola del Gran Palazzo3
Mentre nostro fratello e collega Ioannis, capo dellisola dei Ciprioti, a
causa delle invasioni dei barbari, finch non possa essere liberato dal
vincolo degli infedeli e possa essere soggetto senza dissimulazione allo
scettro della Sua Cristianissima Maest, si rifugiato con i suoi dalla
suddetta isola nella provincia dellEllesponto grazie alla provvidenza, alla
misericordia di Dio e grazie al lavoro dei nostri pii imperatori amanti Cristo4,
noi decidiamo:
- che i diritti riconosciuti alla sede del suddetto dai padri ispirati di Dio al
sinodo di Efeso, devono essere mantenuti senza cambiamento5;
- che la Nea Ioustinianoupolis avr il diritto della citt dei Konstantini6;
- che il piissimo vescovo che vi insediato presieder tutti i vescovi della
provincia dellEllesponto e sar consacrato dai suoi propri vescovi, secondo
le antiche tradizioni (perch i nostri padri ispirati da Dio decisero che le
pratiche di ciascuna Chiesa dovevano essere preservate),
- che il vescovo della citt di Cizico dipender dal capo della suddetta Nea
Ioustinianoupolis ome tutti gli altri vescovi, cio del piissimo capo Ioannis,
che in caso di bisogno nominer anche il vescovo della stessa citt di Cizico.
Ma ora che precisamente abbiamo formulato e sottolineato i problemi
concernenti i popoli stranieri, giusto che siate perfettamente informati

1 La residenza del califfo era a Damasco. Baghdad lo divent solo nel 750, quando
Giustiniano II era morto da circa quarantanni.
2 O dei Cibirreoti.
3 Il sesto santo sinodo ecumenico si tenne a Costantinopoli, sotto Costantino IV Pogonato,
nel 680. Il XXXIX Canone qui descritto fa parte invece del concilio ecumenico detto
Quinisesto o in Trullo ((il "trullo" era la cupola della sala dove erano trattati gli affari di
Stato), che si tenne a Costantinopoli nel 692, sotto Giustiniano II.
4 Dal 691 al 698, larcivescovo di Cipro, Ioannis, su istigazione di Giustiniano II, trasfer il
suo seguito in unarea nei pressi di Cizico, nellEllesponto (attuale stretto dei Dardanelli),
allo scopo di contrastare gli interessi degli Arabi. Questa regione fu ribattezzata Nuova
Giustiniana. Da allora, il capo della Chiesa di Cipro ha assunto il titolo di Arcivescovo di
Nuova Giustiniana e di tutta Cipro, titolo reso ufficiale durante il concilio Quinisesto.
5 Il diritto sanciva che larcivescovo di Cipro non doveva sottostare al patriarca di Antiochia.
6 Questo diritto sulla preminenza di un vescovo sullaltro ancora fonte di studio.

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delle riforme messe in campo, non soltanto negli affari della nostra citt, ma
ancora in diversi periodi nellinsieme dellimpero dei Romani, affinch la
conoscenza di queste cose pi vicine e che riguardano la vostra casa, saldi
in voi pi di qualsiasi altra cosa, vi renda maggiormente degno dellaffezione
dei vostri sudditi. Allepoca di Costantino, figlio di Costantino, detto
Pogonato, un certo Callinicus fugg da Heliopolis presso i Romani e invent il
fuoco greco che proiettato attraverso dei tubi, con laiuto del quale i
Romani incendiarono la flotta dei Saraceni a Cizico riportando la vittoria1.

49. Chiunque voglia sapere come gli Slaveni furono controllati e


sottoposti alla chiesa di Patrasso, lo apprender dal presente
passaggio.
Niceforo2 teneva lo scettro dei Romani, e questi Slaveni 3 che erano nella
provincia del Peloponneso, decisero di rivoltarsi; dapprima saccheggiarono
le abitazioni dei loro vicini, i Greci, e li combatterono in fretta, quindi
andarono contro gli abitanti della citt di Patrasso e ne devastarono i
dintorni dinanzi alla sua muraglia quindi la assediarono4, avendo con loro
anche i Saraceni dAfrica. Quando fu passato un tempo considerevole,
iniziarono a mancare alcuni prodotti necessari, lacqua e i viveri; allinterno
delle mura, si tenne consiglio per arrivare a un concordato per ottenere
delle promesse di immunit, poi di consegnare la citt. E siccome allepoca,
lo strategos del thema risiedeva allestremit della provincia nella citt di
Corinto5, si attese il suo arrivo per combattere il popolo slavo; poich egli
era gi stato informato dellaggressione dai notabili, gli abitanti della citt
decisero di inviare un messaggero verso la parte orientale delle montagne
per sapere e scoprire se il governatore militare stava per arrivare; il
messaggero doveva al suo ritorno abbassare la sua piccola bandiera, per
informarli dellarrivo dello strategos, e in caso contrario, tenere la bandiera
alta, affinch non lo si attendesse. Allora il messaggero part e constat che
il governatore militare non sarebbe venuto; inizi a rientrare, tenendo alta
la piccola bandiera. Ma, come piacque a Dio, per lintercessione dellapostolo
santAndrea, il suo cavallo scivol, il cavaliere cadde e la sua bandiera si
abbass; gli abitanti della citt, vedendo il segnale dato, credettero senza
alcun dubbio che il governatore militare stesse arrivando, aprirono le porte
della citt e uscirono intrepidi contro gli Slaveni; essi videro allora il primo
apostolo chiamato, davanti ai loro occhi, in sella a un cavallo, caricare i
barbari, e realmente metterli completamente allo sbaraglio, disperderli,
cacciarli molto lontano dalla citt e farli fuggire. E i barbari lo videro e
furono intimiditi e sbalorditi di quellaggressione cos veemente contro di
loro del guerriero invincibile e insuperabile, del capitano e del maresciallo, il

1 Nel 673. Costantino VII attribuisce qui linvenzione del fuoco greco a Callinico, ma nel
capitolo XIII scritto che fu un dono del Signore.
2 Niceforo I, imperatore bizantino dall802 all811.
3 Slavi.
4 Nell805.
5 Capoluogo del thema del Peloponneso.

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giusto e vittorioso apostolo Andrea, primo chiamato; essi si dispersero,


sconvolti, si misero a tremare e si rifugiarono nel suo tempio pi sacro.
Ora, quando il governatore militare arriv il terzo giorno dopo la
sconfitta, ebbe la notizia della vittoria dellapostolo e fece rapporto
allimperatore Niceforo dellincursione degli Slaveni, il saccheggio, il numero
di prigionieri, le distruzioni, e tutti gli altri orrori inflitti dalle loro aggressioni
nella regione di Acaia; e anche lassedio di molti giorni e lattacco sostenuto
dagli abitanti della citt; allo stesso modo, larrivo e laiuto fornito
dallapostolo al combattimento, lo sbaraglio e la vittoria totale ottenuta, e
come era stato visto dai loro occhi caricare e inseguire le retroguardie del
nemico in fuga, in modo che gli stessi barbari erano consapevoli del fatto
che lapostolo fosse venuto ad aiutare nella battaglia, e dunque si erano
rifugiati nel suo sacro tempio. Limperatore, apprendendo queste cose, diede
ordini a questo scopo: Poich la ritirata e la vittoria finale sono state opera
dellapostolo, nostro dovere offrigli tutta la forza di spedizione del nemico,
del bottino e dei saccheggi. E ordin che i nemici, le loro famiglie, i loro
genitori, tutti coloro che ne facevano parte, e anche tutti i loro beni fossero
portati al tempio dellapostolo nella metropolia di Patrasso, in cui il primo
chiamato e discepolo di Cristo aveva compiuto questimpresa in questa
occasione, e pubblic una bolla sullargomento in questa stessa metropolia.
I pi anziani e i pi veterani raccontano questi fatti, trasmessi dalla
tradizione orale a coloro che vivranno nella posterit, affinch, come dice il
profeta, la prossima generazione possa conoscere il miracolo
dellintercessione dellapostolo, e possa alzarsi e dichiararla ai loro figli, e
non dimenticare i benefici compiuti da Dio tramite lintercessione
dellapostolo. E a partire da quellepoca, gli Slaveni riuniti nella citt furono
assoggettati ai governatori militari, ai delegati imperiali e a tutti gli inviati
delle nazioni straniere; essi hanno i loro servi, cuochi e servitori di ogni tipo
che preparano piatti per i pasti, e la citt non si immischia in niente nei loro
affari, perch gli Slaveni recuperano essi stessi i fondi necessari da ripartire
e contribuire presso la loro comunit. E lo stesso molto accorto Leone,
limperatore mai dimenticato, emise una crisobolla che contiene un
resoconto dettagliato di ci che queste stesse persone sottomesse al
metropolita devono fornire, proibendo di sfruttarle o fare loro alcun male
ingiustamente.

50. Gli Slavi nel thema di Peloponneso, i Milingoi e gli Ezeritai, il


loro tributo, e in modo simile la citt di Maina e il suo tributo.
Gli Slavi della provincia del Peloponneso si rivoltarono allepoca
dellimperatore Teofilo1 e di suo figlio Michele2, diventarono indipendenti,
saccheggiando, riducendo in schiavit, rubando e bruciando. E sotto il regno
del figlio di Teofilo, Michele, il protospatario Teoctisto3, soprannominato

1 Imperatore bizantino dallottobre 829 al gennaio 842.


2 Michele III detto lUbriacone, imperatore dall842 all867.
3 Teoctisto il logoteta fu ministro bizantino per quattordici anni e favorito dellimperatrice

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Bryennius, fu inviato come strategos del thema del Peloponneso con una
importante e potente forza, cio Traci, Macedoni e altri uomini delle
province occidentali, per fare la guerra e sottometterli. Egli sottomise e
controll tutti gli Slavi e altri insubordinati del thema del Peloponneso, e
solo gli Ezeritoi e i Milingoi furono salvati1, verso Lacedemonia2 e Helos. E
siccome l c una grande e molto alta montagna chiamata Pentadaktylos 3
che funziona come una lunga propaggine nel mare, e poich il posto di
difficile accesso, si insediarono sui lati di questa stessa montagna, i Milingoi
da un lato, e gli Ezeritoi dallaltro. Teoctisto il suddetto protospatario,
strategos del Peloponneso, essendo riuscito a sottometterli, fiss loro un
tributo di 60 nomismata per i Milingoi, e di 300 nomismata per gli Ezeritoi,
ed essi presero labitudine di pagarlo allo strategos, poich questo stato di
fatto stato conservato finora dagli abitanti locali. Ma sotto il regno
dellimperatore Romano [Lecapeno], il protospatario Giovanni Proteuon4,
strategos di questo stesso thema, segnal ancora allo stesso signore
Romano che i Milingoi e gli Ezeritoi si ribellavano e non obbedivano n allo
strategos, n agli ordini imperiali, considerandosi praticamente indipendenti
e autonomi e non accettando che un uomo fosse designato alla loro guida
dallo strategos; non tenevano in alcun conto gli ordini dei militari sotto di
lui, n pagavano altri dovuti al tesoro. Quando il suo rapporto ebbe fatto il
suo cammino, si vide arrivare il protospatario Krinitis Arotras che fu
nominato strategos del Peloponneso, e quando la relazione del protospatario
Giovanni Proteuon, strategos del Peloponneso, arriv e fu letta in presenza
dellimperatore, il signore Romano, la qual lettera conteneva notizie sulla
ribellione degli Slavi suddetti e sulla loro reticente obbedienza, o pi
esattamente, sulla loro disobbedienza agli ordini imperiali, questo stesso
protospatario Krinitis fu incaricato, perch erano cos lontano dalla
sommossa e dalla disobbedienza, di marciare contro di loro, di batterli e di
sottometterli o sterminarli. E, cominciando la guerra contro di loro nel mese
di marzo bruciando i loro raccolti e saccheggiando tutte le loro terre, essi si
mantennero sulla difensiva e resistettero fino al mese di novembre, poi,
visto che sarebbero stati massacrati, chiesero di negoziare la pace e il
perdono dei misfatti passati. allora che il protospatario e strategos Krinitis
gi citato, fiss dei tributi pi importanti di quelli che avevano pagato: per i
Milingoi 540 nomismata oltre ai 60 che pagavano prima, in modo che il loro
tributo totale fosse di 600 nomismata, e agli altri, gli Ezeritoi 300
nomismata di pi dei 300 che pagavano precedentemente, in modo che il
loro tributo totale fosse di 600 nomismata; questo stesso protospatario

Teodora, vedova di Teofilo, reggente dellImpero durante la minore et del figlio Michele
III. Fu fatto assassinare da Michele III nell856, su istigazione del fratello di Teodora.
1 Sia gli Ezeritoi (o Ezeriti) che i Milingoi (o Melingoi) trib slave che mantennero a lungo
la loro identit erano insediati in Laconia, ai piedi del monte Taigeto.
2 Oggi Sparta.
3 La catena montuosa del Taigeto, detta Pentadaktylos dai Bizantini.
4 Proteuon significa governatore.

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Krinitis esigette e trasmise questi tributi al sacelliario1. Ma dopo il


trasferimento del protospatario Krinitis verso il thema dellEllade il
protospatario Bardas Platypodis2 fu nominato strategos del Peloponneso; dei
disordini e delle rivolte si verificarono a causa dello stesso protospatario
Bardas Platypodis, tra protospatari e notabili che prendevano ciascuno le
loro parti; [lo strategos e i protospatari] espugnarono il protospatario Leone
Agelastos dal thema, e immediatamente gli Slavesiani3 attaccarono questo
stesso thema; questi Slavi stessi, i Milingoi e gli Ezeritoi, inviarono al
sovrano, limperatore Romano, una richiesta per pregarlo di annullare gli
aumenti di tributo perdonando loro, poich potevano pagare soltanto quello
che pagavano prima. E poich gli Slavesiani erano entrati nel thema del
Peloponneso, come detto sopra, limperatore, temendo che potessero unire
le loro forze agli Slavi e comportare la perdita totale di questo stesso
thema, eman per questi ultimi una crisobolla restaurando il tributo
precedente sotto riserva che fosse pagato, 60 nomismata per Milinguoi, e
300 nomismata per gli Ezeritoi. Tale fu dunque la causa dellaumento del
tributo ai Milingoi e agli Ezeritoi, e la restaurazione del vecchio.
Gli abitanti della citt di Maina4 non sono della razza degli Slavi
summenzionati, ma antichi Romani, ed anche finora, gli abitanti locali li
chiamano Elleni, perch in tempi molto antichi, erano idolatri e ammiratori
di immagini come gli antichi Elleni; essi furono battezzati e diventarono
cristiani sotto il regno del glorioso Basilio5. Il luogo dove vivono
senzacqua, inaccessibile, crescono gli ulivi da cui estraggono la loro
sussistenza; esso situato al Capo Malea, cio, al di l di Ezeron verso la
costa. Vedendo che sono perfettamente sottomessi e accettano come capo
uno strategos, tengono conto ed obbediscono agli ordini dello strategos,
pagano da tempi molto arretrati, un tributo di 400 nomismata.
Il thema di Cappadocia fu nel tempo una turma del thema di Anatolikon.
Il thema di Cefalonia, o le isole6, da allora fu sempre una turma della
Longobardia, ma diventarono un thema allepoca di Leone, il sovrano
amante Cristo.
Il thema della Calabria fu nel tempo un ducato del thema di Sicilia.
Il thema di Charsianon fu a lungo una turma del thema di Armeniakon.
Allepoca di Leone, il sovrano amante Cristo, una banda7 si stacc dal
thema di Boukellarion per unirsi al thema di Cappadocia8, cio la
guarnigione di Barreta, la guarnigione di Balbadona, la guarnigione di
Aspona e la guarnigione di Akarkous; e del thema di Anatolikon al thema di

1 Funzionario amministrativo e per le finanze.


2 Bardas (o Vartas) dai piedi piatti.
3 Venivano chiamati Slavesiani gli Slavi (forse mercenari) dellAsia Minore insediati nel
Peloponneso.
4 Una delle quattro penisole greche nel Peloponneso meridionale.
5 Basilio I.
6 Il thema di Cefalonia (Khephalenia) comprendeva anche Corf.
7 Forza di 300-400 uomini.
8 Verso l895.

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Cappadocia furono trasferite le banda seguenti, cio la guarnigione di


Eudokias la guarnigione di Haghios, la guarnigione di Agapitos e la
guarnigione di Aphraseia; e queste sette banda, cio le quattro di
Boukellarion e le tre di Anatolikon diventarono una turma, ora chiamata
Kommata.
Allepoca di Leone, il sovrano amante Cristo, le bande seguenti furono
trasferite dal thema di Boukellarion verso il thema di Charsianon, cio, la
guarnigione di Myriocephalon, la guarnigione di Timios, la guarnigione di
Stavros e la guarnigione di Verinoupolis e diventarono la turma ora
chiamata Saniana; e dal thema di Armeniakon verso il thema di Charsianon
furono staccate le bande seguenti, cio, la guarnigione di Komodromos, la
guarnigione di Tabia, e furono aggiunte allo stesso thema di Charsianon. Dal
thema di Cappadocia al thema di Charsianon furono trasferite le turme
seguenti, cio la turme di Kases, e la guarnigione di Nissa con Cesarea.
Occorre sapere che in passato il thema di Chozan era sotto la
dominazione dei Saraceni, come la citt di Asmosat1. Chanzit e
Romanopolis2 erano punti di passaggio sulla frontiera dei Meliteniani 3. E
della montagna di Phatilanon, tutto ci che era oltre apparteneva ai
Saraceni; Tekis4 apparteneva a Manuel5. Kamacha era la turma estrema del
thema di Colonia e la turma di Keltzene era in Chaldia. La Mesopotamia non
era un thema a quellepoca. Ma Leone, limperatore indimenticabile amante
Cristo, fece venire il suddetto Manuel di Takis promettendogli limmunit, e
lo port a Costantinopoli dove lo fece protospatario. Questo stesso Manuel
aveva quattro figli, Pankratoukas, Iachnoukas, Mudaphar e Ioannis. Il
basilieus nomin Pankratoukas, comandante degli Ikanatis, quindi dopo lo
strategos di Boukellarion, Iachnoukas fu nominato strategos del thema di
Nikopolis; Mudaphar e Ioannis ricevettero delle terre imperiali a Trebisonda
e egli li onor tutti di dignit conferendo loro molti favori. Poi il Basilieus
costitu il thema di Mesopotamia, ne nomin strategos Oreste, il famoso
Charsianite, e decise allora che la turma di Kamacha, staccata da Koloneia
facesse parte di questo thema di Mesopotamia. Colleg anche allo stesso
thema la turma di Keltzene. Tutto ci era allora sotto la sovranit romana;
allepoca dellimperatore Romano, Romanopolis e Chanzit furono aggiunte al
thema di Mesopotamia. Allepoca di Leone, il sovrano amante Cristo, Larissa
era una turma di Sebasteia come Kymbalaios una turma del Charsianon; il
Symposion era un deserto fiancheggiante la regione di Lykandos.
Durante il suo regno, lindimenticabile imperatore Leone, che amava
Cristo, richiam dallesilio Eustazio Argyros e lo nomin strategos del thema

1 Arsamosata.
2 Citt del thema di Mesopotamia.
3 Abitanti della citt di Metilene (oggi Malatya).
4 Provincia del thema di Mesopotamia abitato dagli Armeni.]
5 In seguito Manuel cedette Tekis allimperatore Leone VI, quindi tra l886 e il 912, come
spiegato pi avanti.

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di Charsianon mentre Melias1 si era ancora rifugiato a Melitene. Vasak2 e i


suoi due fratelli, Krikorikis e Pazunis, e Ismael lArmeno, scrissero allo
stesso tempo ad Argyros e allimperatore. Essi chiedevano inizialmente che
fosse concesso loro tramite crisobolla il permesso di ritornare, che Vasak e i
suoi fratelli fossero insediati a Larissa nominando Vasak clisurarca3 di
Larissa, Ismael, clisurarca del Symposion, e Melias clisurarca di Trypia in
Euphrateia, cosa che fu fatta. Essi fecero incursioni a Melitene e quando
Ismael mor il Symposion rest deserto.
E quando Vasak fu accusato di aver complottato un tradimento ed
esiliato, Larissa divent ancora una volta una turma di Sebasteia e Leone
Argyros, figlio di Eustazio fu nominato strategos, colui che divent pi tardi
magistros e domestikos. Ma Melias aveva la sua sede a Euphrateia, e
quando Costantino Doukas fu nominato in Charsanion, questo Melias
suddetto venne a prendere possesso dellantica citt di Lykandos, la
ricostru, la fortific e prese il suo posto; e fu chiamata una clisura da
Leone, limperatore amante Cristo. Dopo ci, pass da Lykandos alla
montagna di Tzamandos dove costru la citt che l ora, e anchessa fu
designata una clisura. E prese cos possesso di Symposion e ne fece una
turma. Durante il primo regno di Costantino, il sovrano che amava Cristo,
quando sua madre Zoe gli fu associata, Lykandos divent un thema, e il
primo strategos a essere nominato fu Melias il patrikios, che era,
certamente, allora, patrikios e clisurarca di Lykandos. E ci anche Melias,
allo stesso tempo per la sua fedelt verso limperatore dei Romani, e per le
sue numerose imprese e di audacia infinita contro i Saraceni, fu in seguito
onorato della dignit di magistros.
Avara fu di solito una turma dipendente dal thema di Sebasteia, ma
allepoca dellimperatore Romano, divent una clisura.
Una vecchia legge tradizionale stabilita che, il catapano4 del Mardaiti di
Attalia5 fosse nominato certamente dagli imperatori; e dunque Leone,
limperatore di beata memoria, nomin catapano Stauracius, chiamato
Platys, il quale forn un servizio notevole per molti anni, ma organizz male
le cose verso la propria fine. Perch quando il protospatario e asecretis6
Eustazio, della cancelleria imperiale, fu inviato come strategos del thema di
Kibyrrhaioton, alcune gelosie e litigi si realizzarono tra loro, e a volte
Stauracius Platys, che si sosteneva sul patrikios Himerius7, logoteta del
dromo, come con qualcuno che era stato il suo intermediario presso
limperatore, liniziativa del suo assistente Eustazio opponendosi anche

1 O Mleh, generale di Lykandos morto nel 934.


2 O Baasakios.
3 Funzionario di importanza inferiore dello stratega e di solito agli ordini del protospatario.
La clisura infatti una fortezza.
4 O catepano, alto ufficiale bizantino.
5 O Adalia, o Antalya, in Turchia.
6 Consigliere dellimperatore.
7 O Imerio, ammiraglio bizantino, era zio dellimperatrice Zoe Carbonopsina, quarta moglie
di Leone VI.

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semplicemente a lui nei domini in cui lo vide agire o dare ordini oltre alla
sua competenza; a volte, daltra parte, lassistente Eustazio contraddiceva
Stauracius e formulava numerose macchinazioni e accuse fallaci contro di
lui. Per questa ragione, Eustazio fece una relazione sfavorevole su
Stauracius, dicendo: La provincia di Kibyrrhaioton non pu avere due
strategoi, io e Stauracius, catapano dei Mardaitis, poich se do un insieme
di ordini e tento di farli eseguire, il catapano del Mardaitis far qualcosa di
diverso, e, essendo il suo padrone lui agisce da pazzo. Egli segnal altre
false accuse di altri e controbatt molte affermazioni montate con cura
contro di lui, creandone altre che avevano unaria di verosimiglianza e altre
che erano calunniose e violente. Scrisse queste cose, sostenendosi
naturalmente sul patrikios e logoteta Himerius. Ma a quellepoca Eustazio e
Stauracius erano meglio disposti luno verso laltro, bench in seguito, tutti
e due si inimicassero, manifestassero odio luno verso laltro e fossero
motivati dalla rabbia. In questo modo, dunque, il resoconto di Eustazio fu
accettato dallimperatore che fu convinto dal patrikios Himerius a
concedergli la dignit di strategos. Ma poich limperatore di beata memoria
era morto, suo fratello Alessandro1 prese il potere; era stato sempre
onorato dal suo fratello defunto, ma era un uomo depravato e persuaso da
cattivi consiglieri, egli non prolung la funzione del stesso Eustazio ma lo
sostitu con un altro. allora che il famoso protospatario Chase, che era di
razza saracena, per il suo spirito, per i suoi costumi, e per le sue credenze
era restato saraceno; eunuco del patrikios Damian, che usufruiva delle
buone grazie di Alessandro, indusse limperatore a sostituire Eustazio come
strategos del thema di Kibyrrhaioton con suo fratello Niceta. Ora, questo
Niceta, fratello del suddetto Chase, present una richiesta allimperatore,
dicendo: Poich sono vostro vecchio amico, normale che mi accordiate
un favore, e io ho una cosa da chiedere alla vostra maest imperiale.
Limperatore, essendo preso alla sprovvista, domandando a sua volta ci
che poteva essere questa richiesta promise di concedergli tutto ci che
volesse, il suddetto Niceta fece la sua domanda, dicendo: Sollecito che
vostra maest imperiale nomini mio figlio catapano dei Mardaitis di Attalia.
Accogliendo la domanda, limperatore nel corso della processione del
chrysotriclinium2 nomin il figlio del protospatario Niceta, lo
spatarocandidato Abercius, catapano dei Mardaitis di Attalia; come prima
era stato designato cos Stauracius, dallimperatore, come si detto,
utilizzando la legge tradizionale.
Allepoca dellimperatore Teofilo, lo ostiaros3 Scholastikios fu

1 Alessandro (870-913), figlio di Basilio I e fratello di Leone Vi. Rest sul trono circa un
anno.
2 Nel Chrysotriclinium o Chrysotriclinus, un palazzo imperiale di Costantinopoli non
pervenutoci, si svolgevano le cerimonie solenni come il ricevimento degli ambasciatori, il
conferimento di dignit, cerimonie religiose, banchetti.
3 Eunuco con funzioni di vigilanza.

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parakimomenos1, quindi dal tempo di Michele2, figlio di Teofilo, fu il patrikios


Damianos3 e dopo di lui, durante lo stesso regno, Basilio, limperatore
amante Cristo, che fu parakimomenos4. Allepoca di Basilio, il sovrano
amante Cristo, egli non ebbe un parakimomenos durante tutto il suo regno.
Allepoca di Leone, limperatore amante Dio, il patrikios Samonas fu
parakimomenos5, e dopo di lui, durante lo stesso regno, lo fu il patrikios
Costantino6. Allepoca dellimperatore Alessandro, il patrikios Barbatus fu
parakimomenos, e al tempo di Costantino, il sovrano amante Cristo, il
patrikios Costantino, gi citato allepoca dellimperatore Leone, fu
nuovamente parakimomenos; allepoca dellimperatore Romano, fu il
patrikios Theophane, e durante il secondo regno di Costantino, il patrikios
Basilio.
allepoca di Leone, lindimenticabile imperatore amante Cristo, che visse
il famoso Ktenas, un anziano chierico di grande ricchezza, che era cantore
della nuova chiesa e controllava il canto come nessun altro del suo tempo.
Questo stesso Ktenas supplic il patrikios Samonas, che era allepoca
parakimomenos, di intercedere in suo favore presso limperatore per farlo
titolare protospatario, permettergli di andare nella galleria del Lausiacon per
avere il rango di protospatario e ricevere una roga di una libbra7; in cambio
poteva dare quaranta libbre allimperatore. Ma fu impossibile allimperatore,
poich elevare un chierico a protospatario non era in suo potere e indegno
della sua maest imperiale. Apprendendo ci dal patrikios Samonas, questo
stesso Ktenas aggiunse alle quaranta libbre, un paio di orecchini del valore
di dieci libbre, e una tavola dargento, dorata e incisa con animali, anchessa
ritenuta di dieci libbre. E limperatore, supplicato dal patrikios e
parakimomenos Samonas, accett le quaranta libbre doro, il paio di
orecchini e la tavola dargento, dorata ed incisa con animali, in modo che il
regalo totale dello stesso Ktenas ammontava a sessanta libbre. Allora
limperatore lo fece protospatario, e ricevette in quelloccasione una roga di
una libbra. Dopo essere stato onorato della dignit di protospatario, questo
stesso Ktenas visse due anni, quindi mor, e ricevette la roga di una libbra
per ciascuno dei due anni.

1 O parakoimomenos o paracoemumene, alto funzionario equivalente a gran ciambellano.


2 Michele III.
3 Slavo di nascita fu parakimonenos per meno di un anno.
4 Il futuro imperatore Basilio I, unico non eunuco, fu parakimomenos dall865 all867,
posizione che gli permise di avvicinare Michele III per organizzare il suo assassinio e
prepararsi al trono.
5 Arabo di nascita ma convertito, leunuco Samonas si ingrazi Leone VI rivelandogli un
complotto. Per questo fu nominato parakimomenos e colmato di ricchezze e per 15 anni
(896-911) fu il favorito dellimperatore. Tuttavia, avendo calunniato i potenti, compreso
limperatore, perse titoli e ricchezze e fu rinchiuso in un monastero.
6 Costantino divent parakimomene nel 908, fu sospeso nel 912, riabilitato nel 914 e
sostituito nel 919
7 Pagamento annuale in oro a funzionari statali, militari, ecclesiastici e civili.

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51. Perch fu costruito il dromone imperiale, i suoi protokarabos8


e tutto ci che tocca ai protospatari di Phialis
Fino al regno di Leone2, il glorioso e molto saggio imperatore, non cera
un dromone3 dove limperatore potesse imbarcarsi; egli aveva labitudine di
montare su una barca rossa, tranne che, allepoca dellimperatore Basilio,
amante Cristo4, quando questo stesso imperatore and alle terme di Prusa5,
quindi di nuovo quando part per controllare il ponte di Rhegion6 che era,
certamente, in costruzione per suo ordine e per la Provvidenza, egli
simbarc su un dromone e un altro lo segu. Ed i rematori che si
imbarcarono furono presi dalla nave imperiale e i marinai vennero dallo
Steniton7, poich Stenon aveva da tempo un massimo di dieci chelandia
nella flotta imperiale. Ma, dopo limperatore di beata memoria, la maggior
parte dei suoi spostamenti riguardavano sempre il palazzo di Pegai che vi
aveva costruito, e per la stessa ragione verso Hebdomon, Hiereia e di
Bryas8, aveva labitudine di montare a bordo di un agrarion9, secondo la
vecchia usanza. Ma per uno spostamento pi lontano, le terme di Prusa per
esempio, o il controllo del ponte di Rhegion, simbarcava, come ho detto pi
sopra, su una galea, e unaltra galea seguiva, perch un grande numero di
nobili saliva con limperatore, e gli altri seguivano a bordo della seconda
nave. Ma il glorioso e molto saggio Leone, imperatore, sempre interessato
dellospitalit da accordare a magistroi, patrikioi e familiari di rango
senatoriale, e sempre desideroso di fare condividere il proprio piacere si
accorse che lagrarion era troppo piccolo per ricevere un maggior numero di
nobili, e fece costruire un dromone; vi si imbarc sempre in qualunque
posto andasse. E venivano con lui tutti quelli che voleva vedere fra i
notabili, tanto magistroi che patrikioi. Perch, sullagrarion la norma era che
nessuno si potesse imbarcare con limperatore, eccetto: il drungarios della
Vigiliae10, il drungarios della flotta, il logoteta del dromo, leteriarca, il
protasekretis11, il mystikos12 e, anche quando era presente a Costantinopoli,
il domestikos delle Scholae, e il parakimomenos e il protovestiarios 13 e dei
cubicolari14 e chiunque limperatore avesse chiesto. Per questa ragione,

8 O protokaravos: co-capitani di una nave.


2 Leone VI, padre di Costantino VII.
3 Una galea spaziosa per accogliere limperatore e i dignitari. Lunga, agile manovrabile era
a remi.
4 Basilio I.
5 Ora Bursa.
6 Ora Reggio Calabria.
7 La regione degli stretti.
8 Rispettivamente, Pegai (o Pigae), Hebdomon (oggi Bakrky), Hiereia (o Hieria, oggi
Fenerbahe) e Bryas. Erano sobborghi di Costantinopoli.
9 Imbarcazione veloce a vela.
10 Nome di uno dei quattro corpi dellarmata imperiale.
11 Capo degli askrtai, la classe pi elevata dei notai imperiali.
12 Importante carica nella cancelleria, forse il segretario particolare dellimperatore.
13 Carica politica svolta solitamente da un parente dellimperatore.
14 Un tempo il cubicolare ero lo schiavo addetto alla camera da letto dellimperatore, poi
pass a indicare persona vicina allimperatore, consigliere.

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allora, Leone, limperatore glorioso e molto saggio, fece costruire il


dromone, e, qualche tempo dopo, ne costru anche un altro, conosciuto
come il secondo e nominato accompagnatore. Perch questo imperatore
di beata memoria, si muoveva lontano, a Nicomedia per esempio, al monte
Olimpo1, a Pythia2, ed egli quindi aveva due galee specialmente concepite
per luso e gli svaghi di se stesso e dei suoi nobili. Quando non partiva
lontano, lasciava spesso una delle brigate dietro lIppodromo per garantire
la guardia del palazzo, perch questo distaccamento dello Arithmos,
secondo lantica usanza che ebbe poi forza di legge, diretta in tempo di
guerra dal domestikos e questi distaccamenti restano nellIppodromo e non
si muovono con gli imperatori in modo abituale.
Dallinizio, il protospatario della Phiale3 fu nominato dallimperatore, e il
protospatario della Phiale utilizzato controllava ed aveva sotto i suoi ordini
tutti i vogatori degli agrarion imperiali, rossi e neri, a eccezione di quelli
dellimperatrice; poich quelli l, rossi e neri, erano sotto il controllo e
lautorit del domestikos dellimperatrice.
Sotto il regno di Leone, il glorioso e molto saggio imperatore, quando le
nuove galee furono costruite su ordine imperiale, questo stesso
protospatario della Phiale aveva anche sotto la sua autorit, i vogatori di
queste galee. Infatti, il protospatario della Phiale suddetto doveva, secondo
unantica tradizione, scendere ogni giorno, nel pomeriggio, per prendere il
proprio posto nel bacino (ragione per la quale fu chiamato protospatario
della Phiale), per giudicare le vertenze tra vogatori, tanto sugli agrarion che
sui dromoni, per i quali aveva autorit di emettere la sua sentenza e
amministrarla conformemente alla legge. E ogni volta che trovava qualcuno
che agiva al di fuori delle sue competenze, facendo torto a un altro o che
trascurava il suo lavoro, lo faceva vigorosamente frustare.
E, come si detto, tutti i vogatori di dromoni e di agrarion.
dellimperatore, in rosso e nero, erano sotto la conduzione e la supervisione
del protospatario della Phiale. Ma gli agrarion dellimperatrice, rossi e neri,
erano sotto la conduzione e la sorveglianza del domestikos dellimperatrice,
anche se certamente il domestikos rendeva conto dellamministrazione di
questi agrarion allimperatore stesso e non allimperatrice.
Il magnanime e molto pio imperatore Leone nomin allinizio per
protospatario Giovanni chiamato Thalasson, e dopo di lui i protospatari
Podaron e Leone lArmeno, padre del protospatario Arsenio. Questi, il
protospatario Podaron e il protospatario Leone lArmeno erano stati i primi
capi vogatori del patrikios Nasar4 il drungarios, e allepoca di Basilio, amante
Cristo, essi furono promossi e diventarono primi vogatori della nave
dellimperatore. Sotto il regno di Leone, il glorioso e molto saggio
imperatore, quando le galee furono costruite, li nomin protokarabos per la

1 Olimpo della Misia, o Uluda.


2 Antica Pylai, oggi Yalova, sul Mar di Marmara.
3 Letteralmente, fontana.
4 Basilio Nasar, capo militare della marina, corrispondente allammiraglio, nella seconda
met dell800.

1
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loro bravura e la loro esperienza di mare. E in caso di pericolo, limperatore


staccava i protokaraboi dei due dromoni e i protelatoi1 della prima galea,
verso le navi da guerra della flotta, dando loro tutto il materiale necessario,
come scudi, targhe2 di cuoio, maglie di ferro molto fini e tutto ci che un
marinaio ha necessit di portare via con s; il patrikios Eustazio, drungarios
della flotta, aveva lintenzione di combattere il nemico. E al loro posto la
galea imperiale era controllata da Michele lanziano e il compianto Michele il
prudente, allora primi vogatori. E in attesa del ritorno dei vogatori imperiali,
coloro che remavano erano dei distaccamenti dello Stenon. Ma quando
tornarono alla campagna, essi ripresero lo stesso lavoro di prima. Quindi
limperatore, per ricompensare, per cos dire, Podaron per la bravura che
aveva mostrato e perch aveva incoraggiato tutti gli altri nella battaglia,
aveva ricevuto una testimonianza personale del patrikios e drungarios della
flotta Eustazio, che non esisteva, nella flotta, persona come lui per bravura,
energia e altre qualit, in particolare per la sua devozione e la sua fedelt
innegabile verso limperatore, [cosicch limperatore] gli diede la carica di
protospatario della Phiale. Ma poich [Podaron] era un illetterato, per ordine
dellimperatore, di solito un giudice dellIppodromo scendeva e si
aggiungeva a lui nel bacino per giudicare i vogatori. Ma gli agrarion
dellimperatrice, come si detto prima, erano sotto il controllo del
domestikos dellimperatrice. Dopo ci, limperatore nomin Podaron e Leone
lArmeno protokaraboi della flotta imperiale, e come protelatos del suo
dromone, nomin Michel lanziano, allepoca primo vogatore della galea che
era stato secondo vogatore sul dromone di Basilio, il sovrano amante Cristo;
e un altro Michele, chiamato Barkalas, aveva prima servito nella marina
come primo vogatore del drungarios della flotta quando il patrikios Eustazio
trasport i Turchi e batt Simeone, principe della Bulgaria3. Ora, questo
Simeone, principe di Bulgaria, apprendendo che la flotta risaliva il fiume, e
che la marina trasportava i Turchi contro di lui, install catene e barriere,
molto solide e resistenti, che i Turchi non dovevano poter superare, e grazie
a questo dispositivo, i Turchi furono dapprima impediti di scendere a riva.
Ma il suddetto Michele Barkalas e altri due marinai presero i loro scudi e le
loro spade e, saltando dalla nave di guerra, si scagliarono bravamente e con
audacia, abbatterono le catene e le barriere e aprirono il passaggio ai
Turchi. I Turchi, vedendo Barkalas, ammirarono molto il suo coraggio perch
da solo, seguito dai due marinai, fu il primo ad abbattere le barriere, e,
ammirati, dichiararono che questuomo doveva essere nominato patrikios e
drungarios. Limperatore, messo al corrente allora del coraggio di Barkalas,
lo nomin secondo vogatore della galea imperiale. Successivamente,
quando Podaron e Leo diventarono protokaraboi della flotta, Michel lanziano
e questo Barkalas furono nominati protelatoi della galea.
Il suddetto Leone lArmeno, padre del defunto protospatario Arsenio, il

1 Primi timonieri.
2 Piccoli scudi.
3 Nel 895 o 896.

1
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manglabite, mor viceammiraglio della flotta, ma il protospatario Podaron,


alcuni anni dopo, fu nominato governatore militare del thema del
Kibyrrhaioton.
Quando Podaron divent protokarabos, il protospatario Teofilatto
Bimbilidis fu nominato protospatario della Phiale, egli era il nipote del
protospatario Giovanni, chiamato Thalasson, e continu alcuni anni allinizio
del regno di Costantino Porfirogenito, il sovrano amante Cristo. Alla sua
morte, Michele il suddetto anziano era realmente diventato vecchio, aveva
servito per molti anni come protelatos, e fu elevato alla dignit di
protospatario quindi fu anche nominato protospatario della Phiale. E quando
limperatore simbarcava sul dromone nel bacino, indicando uno
spostamento o un altro posto, questo amabile vecchio, sempre memorabile
per la sua esperienza in mare, si teneva in mezzo al dromone, incitando ed
esortando i vogatori a tirare e a remare con pi vigore, istruendo allo stesso
tempo i protelatoi del giorno sul modo di maneggiare i timoni e controllare
la nave imperiale quando i venti soffiavano smisuratamente. Fin per morire,
e a causa della giovent dellimperatore e dellindiscrezione del patrikios e
parakimomenos di Costantino, il compianto Theodoto a quellepoca primo
vogatore, fu nominato protelatos e onorato a diverse riprese del rango di
candidato, strator1, spatario, protospatario e protospatario della Phiale; era
il genero di Michele lanziano. Anche se lantica tradizione non aveva mai
visto un protelatos dellimperatore nominato, o onorato del rango di
protospatario, o anche di spatarocandidato, piuttosto sarebbe stato un
candidato o uno strator, al massimo uno spatario. E allepoca di Leone, il
glorioso e molto moraleggiante, il solo Michele fu onorato del titolo di
spatario e successivamente di spatarocandidato . Ma in ragione, come ci
stato detto, della giovent dellimperatore e dellindiscrezione del patrikios
Costantino il parakimomenos, dei protelatoi diventarono spatarocandidati e
questo Michel, spatario. Ma quando limperatore Romano [Lecapeno]
accedette al palazzo e, in un modo o in un altro, simpossess del trono,
sostitu Theodoto perch questultimo aveva dellaffetto per Costantino, il
sovrano e limperatore amante il Cristo, e inoltre lo fece frustare, tonsurare
e condannare allesilio perpetuo, dove complet la sua vita; ma limperatore
Romano lasci in luogo il celebre Costantino Loricatus, il suo collega
protelatos, perch il timore lo disponeva a suo vantaggio e che aveva
rinunciato, in un documento scritto di sua mano, alla sua affezione ed alla
sua amicizia per limperatore Costantino; limperatore Romano lo alz
inizialmente al titolo di spatarocandidato, quindi di primo vogatore,
nominandolo in seguito protospatario del bacino, e poco dopo egli lelev al
rango di protospatario. Ora, questuomo, mand una memoria
allecclesiastico Giovanni, al quale Dio permise di diventare rettore, sugger
questo allimperatore Romano, di beata memoria: Il protospatario
Teofilatto, il domestikos dellimperatrice, siccome nominato ed il

1 Soldato messaggero.

1
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sostegno della madre dellimperatore1 e dellimperatore stesso, deve


necessariamente essere in accordo con i suoi padroni e benefattori.
Daltronde, quale necessit c per gli uomini degli agrarion del bacino di
essere distribuiti tra due autorit? Perch il domestikos dellimperatrice,
mosso dalla sua amicizia per limperatore e limperatrice, pu indurre in
errore i marinai degli agrarion dellimperatrice, che sono sotto il suo
controllo, e forse anche i vogatori dei dromoni; ed essi organizzeranno
allora una sommossa contro la vostra maest imperiale. Con queste
parole, egli guadagn questo rettore cattivo e scaltro, e attraverso lui
limperatore. Perch facile per una testa leggera e un cuore indiscreto
essere sedotto e lasciare presa a ogni parola maliziosa e al sospetto. Parl
cos e li convinse, e, dopo ci, ricevette anche il controllo degli agrarion
dellimperatrice. E da allora, diventata norma per il protikabaros del
dromone imperiale di avere la responsabilit e di esercitare la sua autorit
su tutti i vogatori, tanto sui dromoni imperiali che sugli agrarion
dellimperatrice, pur essendo solo protospatario della Phiale.
Allepoca di Leone, limperatore sempre memorabile e amante Cristo, una
domanda fu fatta dalle province dellovest, dallintermediario del
protospatario Leone Tzikanes, vecchio strategos: si propose di dare del
denaro contante in sostituzione del servizio militare.
E di nuovo, allepoca dello stesso imperatore amante Cristo e sempre
memorabile Leone, del denaro contante fu proposto dalle province
dellovest, per lintermediario del magistros Giovanni Eladas2, allora
patrikios.
Inoltre quando lo imperatore romano previde una spedizione in Italia con
le forze del Peloponneso, il protospatario Giovanni Proteuon strategos del
thema del Peloponneso, questi stessi Peloponnesiani preferirono non essere
e dare in compenso un migliaio di cavalli sellati ed imbrigliati, e una somma
di cento libbre doro che fornirono del resto molto rapidamente.

52. Richieste di cavalli nella provincia del Peloponneso al tempo


dellimperatore romano come indicato in precedenza
Per il metropolita di Corinto, quattro cavalli; per il metropolita di Patrasso,
quattro cavalli; per tutti i vescovi della provincia, due cavalli ciascuno; per i
protospatari, due cavalli ciascuno; per gli spatari, gli stratores3, un cavallo
ciascuno, per i monasteri imperiali e patriarcali, due cavalli ciascuno; per i
monasteri arcivescovili, metropoliti e vescovi, due cavalli ciascuno; per i
monasteri senza risorse, un cavallo per due persone; non fornire cavalli ai
detentori di dignit imperiale4, marinai, pescatori di murex5, fabbricanti di
pergamene.

1 Zoe Carbonopsina.
2 Uno dei tutori di Costantino Porfirogenito.
3 Soldati messaggeri (plurale di strator).
4 Chi aveva dignit imperiale era esentato dal servizio militare e dal pagamento di alcune
imposte.
5 Molluschi da cui si otteneva la porpora.

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Una richiesta di cinque nomismata ciascuna fu fatta da tutte le forze


armate del Peloponneso, in vista del servizio militare; e per quelli privi di
alcun mezzo, per cinque nomismata per due. E cos si formavano le cento
libbre dargento gi menzionate in moneta.

53. Resoconto della citt di Cherson1


Diocleziano regnava a Roma2, Themistou figlio di Themistoy, Sauromata,
era stefanoforo3 e protevon4 dei Chersoniti. Allora il bosporiano5 Criscon
figlio di Orus riun un esercito di Sarmati, di quelli che dimorano vicino a
Palus e dichiar guerra ai Romani, devast dapprima Lazon6 e poi si port al
di l il fiume Halys7.
Diocleziano avendo saputo che il paese di Lazon e il Pontico8 erano stati
devastati, invi un esercito contro i Sarmati e ne diede lordine al tribuno
Costanzo9 questultimo and al fiume Halys, ed imped ai Sarmati di
passarlo; ma non pot combatterli con successo, perci pens ad altri mezzi
per farli tornare indietro. Il migliore gli parve quello di eccitare contro i
Sarmati i Bosporiani e gli altri abitanti di Palus, perch questi, preoccupando
le famiglie dei Sarmati, li forzassero a tornare da loro. Costanza scrisse
dapprima allimperatore perch pregasse i Chersoniti di dichiarare guerra ai
Sarmati e di istigare contro di loro tutti i popoli delle vicinanze. Limperatore
lo fece e impegn i Chersoniti ad attaccare e distruggere le famiglie dei
Bosporiani e dei Sarmati.
Il protevon dei Chersoniti era allora Chrestus, figlio di Papias, che
appoggi presso i suoi concittadini la domanda dellimperatore. I Chersoniti
si prepararono alla guerra, e fecero fare dei carretti, che caricarono di
chirobaliste o di baliste10 che li si faceva andare con la mano. I Chersoniti si
avvicinarono la notte dalla citt dei Bosporiani, fecero delle imboscate e in
seguito fecero finta di attaccare; ma questattacco non era che simulato, i
Chersoniti fuggirono durante la notte e abbandonarono i loro carri da guerra
e le chirobaliste che vi erano sopra. La mattina i Bosporiani uscirono dalle
loro mura e vedendo ancora alcuni Chersoniti che fuggivano, presero le loro
chirobaliste e se ne servirono inseguendoli. Allora coloro che erano nelle
imboscate ne uscirono circondarono i Bosporiani e li uccisero fino allultimo.
I Chersoniti diventarono padroni della citt di Bosporus, di tutti i borghi che
sono su Palus e delle famiglie sarmate; ma uccisero soltanto coloro che
avevano le armi in mano. E cos i Chersoniti diventarono padroni del

1 Gli storici sono concordi nel ritenere questo capitolo non scritto da Costantino VII.
2 Diocleziano fu imperatore dal 284 al 305.
3 Sommo sacerdote o pontefice che nelle cerimonie pubbliche portava una corona dalloro.
4 Notabile, primo magistrato municipale.
5 Di Bosporus, cio Bosforo Cimneno (Stretto di Ker).
6 Palus (Palude Meotide) era il Mar dAzov, mentre Lazon era sul Mar Nero.
7 Oggi Kzlrmak, il pi lungo fiume della Turchia e si getta nel Mar Nero.
8 Del Mar Nero (detto Ponto anticamente).
9 Costanzo Cloro (250?-306) tribuno e poi imperatore dal 305.
10 Balista o ballista. Macchine a mano con cui si scagliavano i sassi.

1
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Bosforo.
Qualche tempo dopo, Chrestus figlio di Papias, disse alle donne dei
Sarmati: Noi non abbiamo avuto alcuna ragione di farvi la guerra; ma il
Sarmata andato a devastare le terre del Romano e limperatore di cui noi
siamo sudditi ci ha ordinato di farvi la guerra. Se dunque volete vivere nella
vostra citt, mandate a dire al vostro signore Sauromata che faccia la pace
con i Romani in presenza dei nostri delegati, quindi che si ritiri e ci invii i
nostri delegati con i suoi. Quando egli avr fatto queste cose, ci ritireremo e
vi lasceremo tranquilli. Ma se il Sauromata vuole ingannarci e rinchiuderci
qui, noi lo sapremo dai nostri exkubitores1 e vi uccideremo tutti fino
allultimo e quindi ci ritireremo e il Sauromata non trarr alcun vantaggio
dal suo inganno. Le donne del Sauromata avendo inteso questo discorso,
videro che si trattava di cose serie e i Bosporiani fecero partire i loro
delegati con quelli dei Chersoniti. Arrivarono al fiume Halys, e raccontarono
al Sauromata tutto ci che era successo.
Il Sauromata disse ai delegati dei Chersoniti: Siete stanchi, voglio che vi
riposiate per alcuni giorni, e poi far ci che mi avete chiesto. Per il
momento andate dai Romani, vi diranno che sono un uomo veritiero e non
mentitore.
I Chersoniti andarono da Costanzo con i delegati del Sauromata, gli
raccontarono tutto quanto era avvenuto e, tra laltro, che avevano preso le
famiglie del Sauromata per forzarlo a chiedere la pace.
Costanzo avendo inteso ci ne fu fortemente dispiaciuto e disse: Non mi
importa pi ora del vostro aiuto perch mi sono impegnato a dare una certa
somma doro I Chersoniti risposero: Signore non vi rattristate pi,
cambieremo quellarticolo. Costanzo chiese come ci potesse essere
realizzato, e i Chersoniti gli dissero che doveva far intendere al Sauromata,
che aveva dei trattati precedenti con Cherson, che non gli si rendeva le sue
famiglie e la sua citt, che intanto gli avrebbe dato lui stesso una somma
pi considerevole dellaltro.
Costanzo segu questo consiglio e fece parlare in questo senso al
Sauromata. Questultimo, avendo inteso ci, ne fu molto triste e rispose che
non voleva n dare, n ricevere, e che non doveva che inviargli i Chersoniti
per concludere; ma i Chersoniti dissero a Costanzo: Non rimandarli prima
di avere tutti i prigionieri in tuo potere.
Costanzo, avendo ricevuto i prigionieri, tenne con s due dei delegati di
Cherson e invi gli altri al Sauromata. Questi li rinvi a Bosporus con dei
delegati che avrebbero dovuto consegnare la citt e le famiglie, e lui stesso
si mise in marcia con il suo esercito. I Chersoniti che erano a Bosporus
rimisero effettivamente ai delegati del Sauromata la citt e le famiglie che
erano in loro potere.
Allora Costanzo torn a Roma e present allimperatore i due delegati
chersoniti. Limperatore li ringrazi pubblicamente e disse loro: Cosa posso
fare per voi e per la vostra citt. I delegati risposero: Vi chiediamo di

1 Sentinelle.

1
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essere liberati dallimposta, noi e i nostri figli. Limperatore acconsent alla


loro domanda con piacere, e li rinvi pieni di doni, riconoscendoli come
buoni e fedeli sudditi dellImpero. Costanzo fu magnificamente ricompensato
come se avesse fatto le pi grandi cose contro i Sauromati. Egli successe a
Diocleziano che si ritir a Nicomedia1.
Essendo morto Costanzo, gli successe suo figlio Costantino2. Questi venne
a Bisanzio e siccome cerano dei ribelli in Scizia, Costantino si ricord di ci
che i Chersoniti avevano fatto per suo padre e invi a loro dei legati per
chiedere ai Chersoniti di combattere gli Sciti.
Cherson aveva allora Diogenous, figlio di Diogenous, per capo e protevon,
che obbed volentieri agli ordini e si affrett a preparare tutti i carri militari e
le chirobaliste; raggiunse il fiume Ister e, superatolo, lott contro gli insorti
e quindi li mise in fuga. Limperatore avendo appreso questi fatti, ordin loro
di rientrare nel loro paese, e fece venire i generali a Costantinopoli, dove li
colm di ricchi doni e disse: Poich ora avete operato coscienziosamente
per noi, come per i nostri antenati, confermiamo la liberazione e lesenzione
dallimposta che vi era attribuita e vi assegniamo una statua in oro con la
clamide imperiale, la fibula3 e una corona doro per lornamento della vostra
citt; poi ecco latto legato allesenzione dalle imposte per tutte le vostre
navi; inoltre, a causa della sincerit della vostra benevolenza, vi diamo
anche un anello doro sul quale incisa limmagine della nostra maest
perch possa servire per le vostre suppliche, come segno di riconoscimento
degli ambasciatori che invierete. Vi attribuiamo ancora per ogni anno le
funi, la canapa, il ferro e lolio per la fabbricazione delle vostre chirobaliste e
vi concediamo una sovvenzione annuale per la fornitura di mille annone4,
per gli utilizzatori delle crirobaliste, avendo deciso che dovremo ogni anno
inviarvi questi prodotti da qui verso Cherson. I Chersoniti dopo avere
ricevuto lannona ed essersela divisa tra loro, fornirono il numero [di soldati
necessario]. Cos, finora i loro figli sono registrati tra i soldati come ausiliari
dei loro genitori nellesercito. Quanto a Diogenous, riempito di molti doni
dallimperatore Costantino amante Dio, lui ed i suoi uomini rientrarono al
paese di Cherson, con i favori divini.
Alcuni anni dopo il Sauromata figlio del sauromata Criscoron, dichiar la
guerra ai Chersoniti, per vendicare le ingiurie che suo nonno aveva ricevuto
a Lazon. A quel tempo il protevon stefanoforo di Cherson era Bycus, figlio di
Supolicus. Egli condusse i Chersoniti contro il Sauromata e lo sconfisse
completamente nel luogo chiamato Capha. La pace fu realizzata sul campo
di battaglia. Le due parti giurarono di non invadere pi le loro reciproche
terre, quindi il Sauromata torn al Bosporus, e i Chersoniti da loro.
Alcuni anni dopo un altro Sauromata riun un esercito verso Palus, e
dichiar la guerra ai Chersoniti, e protest contro i limiti fissati a Capha

1 Diocleziano abdic nel 305 e si ritir nel suo palazzo di Spalato fino alla morte (311).
2 Costantino il Grande.
3 Il mantello e il gioiello che lo chiude sulla spalla furono introdotti dallimperatore
Giustiniano.
4 Raccolti di grano.

1
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dallantico Sauromata, dicendo che tutto quel paese, gli era stato tolto
ingiustamente. Pharnace, figlio di Pharnace, era allora protevon e
stefanoforo, cio portacorona. Si mise alla testa dei Chersoniti ed and a
mettersi sulle alture vicino a Capha.
Il Sauromata, che era un uomo di taglia gigantesca, fiero della propria
statura e della moltitudine dei suoi soldati, insultava pesantemente i
Chersoniti. Pharnace, che era piccolo, volle tuttavia combatterlo corpo a
corpo, e ci per salvare il sangue delle due parti. Invi dunque [un
messaggero] verso lesercito del Sauromata e gli fece dire ci che segue:
Non affatto necessario che una grande moltitudine perisca, voi non siete
venuti qui per vostro piacere; ma il Sauromata che vi manda, fate dunque
che egli venga e mi combatta, se Dio vuole che io resti vincitore, voi ve ne
andrete tranquillamente ed egli si sottometter a me con la sua citt di
Bosporus. Se al contrario sar vinto voi potrete sempre andarvene
tranquillamente e il Sauromata rester padrone della mia citt di Cherson.
Questa proposta piacque molto ai Sauromati, che persuasero il loro re, il
Sauromata, ad accettare; cosa che fece con gioia poich pensava di poter
vincere facilmente Pharnace, la cui taglia era piccola.
Pharnace al momento di andare a combattere disse ai suoi: Quando
comincer il combattimento, vedrete poi il Sauromata con il viso girato
verso i suoi e io con il viso girato verso voi. Allora gridate una volta, ma non
ripetete questo grido.
Il combattimento simpegn, e presto il Sauromata ebbe il viso girato
verso i Chersoniti, e Pharnace, verso i Sauromati, allora i soldati di Pharnace
gridarono tutti allo stesso tempo. Il Sauromata si gir per vedere da dove
venisse quel grido, girandosi alz la visiera del suo elmo, Pharnace acciuff
questo momento e lo colp con la sua asta, e lo fece cadere morto dal suo
cavallo. Dopo ci egli scese dal suo e tagli la testa al Sauromata.
Pharnace, proclamato vincitore, rinvi da loro i popoli della Meotide; ma
trattenne prigionieri i Bosporiani, e simpossess del loro paese. Quindi
regol i confini che mise non pi a Capha1, ma a Cybernicus, lasciando loro
non pi di quaranta miglia di paese, e questi confini esistono ancora oggi. In
seguito trattenne alcuni bosporiani, e rinvi gli altri da loro a coltivare le
terre e questi per riconoscimento gli alzarono una statua nella citt di
Bosporus, cos che il Bosporus fu perso dai Sauromati, che non lhanno
mai pi recuperato dopo.
In seguito Lamachus fu protevon di Cherson, e Asandro regn presso i
Bosporiani, che conservavano sempre molto odio contro i Chersoniti. E
poich avevano ancora il desiderio di vendetta vollero avere una libera
entrata nelle terre dei Chersoniti, e pensarono di ottenerla sposando un
figlio di Asandro con Gycia2, figlia di Lamachus.
I Bosporiani delegarono dunque verso i Chersoniti e fecero loro dire che
conservavano la stessa amicizia per loro e che, per consolidarla,

1 O Kapha.
2 O Gykia.

1
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desideravano sposare Gycia con un figlio di Asandro ed era per loro


indifferente che Gycia di stabilisse a Bosporus o che il figlio di Asandro
andasse a vivere a Cherson. I Chersoniti risposero che non permettevano
affatto a Gycia di andare a stabilirsi a Bosporus; ma che se un figlio di
Asandre voleva venire a Cherson ed abiurare per sempre la sua patria,
avrebbero acconsentito al suo matrimonio con Gycia, ma che lo avrebbero
fatto morire se osava tentare la minima cosa contro suo suocero.
I delegati dei Bosporiani ritornarono con questa risposta e Asandro
avendoli intesi invi [un messaggero] a Cherson per dire che se i Chersoniti
agivano in buona fede avrebbero inviato il figlio maggiore per sposare
Gycia.
Lamachus era un uomo molto ricco in oro e argento, servitori e
cameriere, cavalli e fondi di terra, e la sua casa si estendeva in quattro
regioni e fin sotto Sosa1. L cerano nelle mura della citt una porta per lui,
quattro grandi porte, e molte piccole, di modo che le sue varie greggi di
cavalli e di giumente, di buoi e di mucche, di pecore e di asini, entravano
ciascuno per la propria porta e si mettevano nella loro stalla.
I Chersoniti si recarono presso Lamachus perch desse sua figlia al figlio
di Asandro e egli acconsent. Il bosporiano venne e spos Gycia. Due anni
dopo, Lamachus mor, mentre la madre di Gycia era gi morta da qualche
tempo.
Allora Zithon, figlio di Zithon, era protevon stefanoforo di Cherson; un
anno pass dopo i funerali di Lamachus, e Gycia volendo celebrare la sua
memoria, and dai notabili della citt, e li preg di non offendersi se
pregava loro e tutti gli altri cittadini di ricevere da lei vino, pane, olio, carni,
pollame, pesci e altre cose necessarie per una festa, e ci per celebrare con
le loro mogli e i loro figli un giorno dedicato alla memoria di Lamachus. Allo
stesso tempo ella promise per giuramento che avrebbe ripetuto tutti gli anni
la stessa cosa e che ogni abitante della sua zona avrebbe ricevuto in tale
giorno tutto quanto occorre per mangiare, bere, ballare e rallegrarsi, e che
quello sarebbe stato da allora il giorno di Lamachus.
Il figlio di Asandro, avendo inteso il giuramento che aveva fatto sua
moglie, lapprov e disse che voleva anche lui celebrare il giorno e bere e
mangiare con gli altri. Alcuni giorni dopo invi uno dei suoi servi a Bosporus,
e lo incaric di dire da parte sua: Ho trovato un mezzo facile per prendere
Cherson, inviatemi ogni tanto dei karaboi2 carichi di doni e che ogni karaboi
porti, oltre ai vogatori, dieci o dodici giovani ben provati per il valore. I
karaboi e i loro equipaggi resteranno in un certo posto che indicher e mi
invierete dei cavalli per caricare i doni e i giovani.
Le cose avvennero in questo modo per due anni di seguito: dei giovani
venivano con dei doni, Asandre andava a prenderli e a ricondurli
pubblicamente, e poi questi ritornavano di notte nei karaboi fino a Sosa,

1 O Soson, luogo non identificato. Si suppone fosse un quartiere portuale dove si


raccoglievano i mercanti.
2 Karabos (o Karabus), plurale karaboi, piccola barca usata per il commercio.

1
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dove li si faceva entrare dalla porta che la casa aveva nelle mura della citt,
e nessuno ne sapeva nulla a eccezione di tre servi bosporiani, di cui uno
andava al luogo designato, e diceva ai karaboi di ritirarsi, il secondo
conduceva i bosporiani nel Liman, e il terzo dal Liman a Sosa, dove li si
faceva entrare dalla piccola porta nella casa di Lamachus, questi tre servi
portavano anche alimenti nei luoghi in cui i giovani bosporiani si tenevano
nascosti e tutto ci allinsaputa di Gycia perch lintenzione del figlio di
Asandro era di attendere lanniversario del giorno di Lamachus e di
massacrare tutti gli abitanti mentre erano consegnati alla gioia della loro
festa.
Ordunque duecento giovani bosporiani erano chiusi nella casa di
Lamachus e il giorno del suo anniversario si avvicinava; ma capit che una
giovane cameriera, che Gycia amava molto, commettesse uno sbaglio e
fosse bandita della sua presenza e rinchiusa; la camera dove lo si chiuse era
sopra il luogo dove si nutrivano i bosporiani. La giovane donna si mise a
filare, e il suo fuso cadde in un foro che era vicino alle mura; siccome essa,
non poteva raggiungerlo, tolse un mattone del selciato, e vide allora questa
folla di uomini che si nutrivano nelle parti inferiori della casa.
La giovane donna rimise molto rapidamente il mattone al posto dove
laveva preso, e mand unaltra giovane donna dalla sua padrona
scongiurando di andare a trovarla. Gycia che certamente era ispirata da Dio
stesso si rec presso la giovane donna e chiuse la porta dietro essa, allora
la giovane donna si gett a suoi piedi e le disse: Mia padrona, voi potrete
trattare come vorrete una povera e inutile cameriera, ma vi voglio mostrare
una cosa nuova e inattesa. Gycia rispose che poteva farlo in tutta
sicurezza, allora la giovane donna la condusse vicino al muro e levando
abilmente lo stesso mattone le disse: Guardate tutti questi bosporiani
armati. Gycia ne fu molto rattristata e disse: Quella gente non stata
riunita per nulla. Quindi chiese alla giovane donna come aveva fatto quella
scoperta, e lei rispose: Dio ha permesso che il mio fuso cadesse in questo
foro, io non ho potuto raccoglierlo e ho sollevato questo mattone e quindi li
ho visti. Gycia ordin alla giovane donna di rimettere il mattone al suo
posto, quindi labbracci con bont e le disse: Figlia mia, non temere nulla,
il tuo sbaglio ti perdonato. Dio ha voluto servirsi di te per farci scoprire
questo tradimento, ora pensa soltanto a tacere e a non fare trasparire nulla
di tutto ci che avviene. Gycia prese la giovane donna con s e avendola
cos provata, lam pi che mai.
In seguito Gycia fece chiamare due suoi parenti dei quali aveva gran
fiducia e disse loro: Andate e riunite segretamente da voi i notabili della
citt, che quelli ne eleggano tre tra di loro, fra chi hanno fiducia, per
conservare un segreto e condurre un affare. Che questi tre uomini si leghino
con un giuramento e quindi che vengano a trovarmi in segreto. Poich devo
loro affidare qualcosa di importante per la salvezza della citt, andate ed
eseguite le cose che vi ho detto.
Questi due parenti di Gycia si ritirarono, andarono dai governanti della
citt, che nominarono tre uomini sicuri; fecero loro prestare giuramento

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quindi li inviarono a Gycia. Questa, dopo avere ancora imposto un


giuramento, disse loro: La sola grazia che vi chiedo di essere sepolta in
citt se muoio, una grazia non molto grande, e quando voi me lavrete
garantito io vi dir il mio segreto. I deputati promisero e giurarono che
quando sarebbe morta lavrebbero seppellita in citt e che non si sarebbe
portato il suo corpo fuori delle mura. Allora Gycia si spieg in questi termini:
Ecco, mio marito, che sempre pieno di odio contro Cherson, nutre presso
di lui duecento bosporiani armati; ma Dio me li ha fatti scoprire, ed ecco
quale sar certamente la sua intenzione. Quando sarete alla gioia delle feste
il giorno dellanniversario di Lamachus, uscir la notte con i suoi servi,
metter fuoco alle vostre case e vi far tutti perire. Poich questo giorno si
avvicina, io vado, secondo ci che ho giurato, a distribuire i viveri. Voi
andate e venite gaiamente, e non lasciate trasparire nulla di ci che vi ho
detto, nel timore che mio marito dubiti qualcosa e sospenda lesecuzione di
quanto medita. Celebrate dunque pubblicamente la festa e ballate nelle vie;
ma che ciascuno prepari presso di s legno, torce, e casse pesanti. Mio
marito vedendo che tutti sono occupati nei piaceri di questo giorno, non
avr alcun sospetto; ma io mi alzer di buonora e far sorvegliare le porte,
e durante quel tempo circonderete la mia casa di fastelli di legno, sui quali
si verser dellolio, metterete le casse dinanzi alle porte e cos nessuno
potr uscire eccetto me, e quando sar uscita da una porta segreta,
metterete il fuoco a tutto questo legno, e, se qualche bosporiano volesse
saltare dalle finestre e salvarsi, lo ucciderete con le armi che avrete portato.
Andate e fatte ci che vi ho detto.
Questi tre uomini eletti dai cittadini discussero le intenzioni di Gycia, alle
quali ciascuno si conform con gioia. Il giorno dellanniversario, i cittadini
vennero a chiedere le cose necessarie per la festa, Gycia le distribu e suo
marito preg che si desse loro pi vino dellordinario. I cittadini ne furono
molto contenti e ballarono tutto il giorno, ma verso la sera si ritirarono tutti
nelle loro case; poich si beveva e mangiava in quasi tutte le case. Durante
quel tempo Gycia ordin a tutti i servi di bere molto affinch andassero a
stendersi, e non raccomand la sobriet che ai suoi personali servitori, e lei
stessa bevve soltanto in un calice tinto in porpora in modo che suo marito
credesse che fosse vino, ma beveva in realt soltanto acqua.
Essendo calata la notte ed essendo tutti soddisfatti, Gycia disse a suo
marito: Ora che abbiamo mangiato, andiamoci a stendere. Il marito
intese questo proposito con piacere ed and a stendersi. Era cosa che
doveva fare, [perch] se avesse rifiutato, avrebbe dato sospetti a sua
moglie. Tuttavia Gycia ordin che si chiudessero tutte le porte, grandi e
piccole e anche che, secondo lusanza, le portassero le chiavi. Quando ci fu
fatto ella si avvicin alla sua fedele cameriera, che era informata di tutto e
le disse allorecchio: Vai con le mie altre cameriere, prendete il mio oro e i
miei gioielli e tenetevi pronte a seguirmi.
Durante quel tempo il marito di Gycia che aveva troppo bevuto, si
addorment. Gycia vedendo che anche tutti i suoi servi dormivano, si ritir
silenziosamente ed usc, dopo aver chiusa la porta dietro s, e fece

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appiccare il fuoco alla casa che fu bruciata fino alle fondamenta. Tutti coloro
che volevano uscirne furono uccisi dai Chersoniti, e c anche che Dio
preserv la citt dalla collera dei Bosporiani.
I Chersoniti vollero ricostruire la casa a loro spese, ma Gycia non volle
permetterlo, preg soltanto che vi si gettasse sopra ogni tipo di rifiuti come
per punire quel luogo per le cospirazioni che vi erano state tessute. Fu
obbedita e il monticello risultato si chiama ancora oggi la torre di Lamachus.
I Chersoniti, vedendo che, dopo Dio, Gycia era la loro pi grande
benefattrice, vollero testimoniarle il loro riconoscimento e le innalzarono due
statue nella piazza pubblica, che tutte due la rappresentavano ancora molto
giovane. Ma in una delle statue, era stata abbigliata conformemente al suo
sesso e agghindata, e scopriva a due cittadini la cospirazione tessuta contro
la citt. Nellaltra statua, era rappresentata in abito da guerra e
combattente per la sicurezza dei propri concittadini. Tutta la sua storia fu
incisa sulle basi delle due statue e potr ancora essere letta se qualche
amatore di ci che bello ed onesto volesse darsi la pena di far pulire dette
basi.
Alcuni anni dopo Stratophilo figlio di Philomus, era protevon stefanoforo
di Cherson. Allora la prudente Gycia volendo provare la fede del Chersoniti e
sapere se essi lavrebbero seppellita in citt come le avevano promesso,
finse dessere morta di dispiacere. Le cameriere che erano tenute al segreto
annunciarono ai Chersoniti la morte della padrona e chiesero che si
indicasse loro un luogo per seppellirla. I Chersoniti deliberarono tra loro e
trascurando la fede dei giuramenti indicarono per la sepoltura un posto
situato fuori delle mura della citt. Gycia si lasci portare al luogo indicato;
ma quando arriv, si alz e sedere e disse al Chersoniti: Ecco dunque
come voi rispettate la fede dovuta ai giuramenti, chi che in futuro vorr
fidarsi alle parole del Chersoniti. I Chersoniti furono molto imbarazzati,
chiesero perdono a Gycia e le giurarono una seconda volta che sarebbe
stata seppellita dove voleva e che essa non aveva che da scegliere il luogo
della propria sepoltura; infine, perch essa non ne potesse dubitare, le
alzarono una tomba mentre era viva e vi misero anche una statua in bronzo
dorato.
Occorre sapere che allesterno della fortezza di Tamatarkha esistono
numerosi pozzi che forniscono petrolio1.
Inoltre in Zichia, nel luogo detto Pagi, situato vicino alla Papagia dove
abitano gli Zichi, ci sono nove pozzi che danno il petrolio, ma il petrolio di
questi nove pozzi non sono dello stesso colore, uno di loro rosso, laltro
giallo, il terzo nerastro.
In Zichia, nel luogo detto Pagi, vicino del quale si trova un villaggio,
chiamato Zapaxi, che significa polvere, c un pozzo, da cui scaturisce
petrolio.
Occorre sapere che c anche un altro pozzo, che d il petrolio in un
villaggio del nome di Chamuh, secondo il nome del fondatore del villaggio,

1 Linformazione importante perch il petrolio era un componente del fuoco greco.

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un vecchio uomo. Anche, il villaggio fu chiamato Chamuh. Tuttavia, questi


luoghi sono distanti dal mare un giorno senza cambiare cavalli.
Occorre sapere che nel thema di Derzene1, vicino al villaggio di Sapikion
ed il villaggio chiamato Episkopion, un pozzo d petrolio.
Occorre sapere che nel thema di Tziliapert2, vicino al villaggio di
Srechiavarax, un pozzo d petrolio.
Occorre sapere che se un giorno quelli della citt di Cherson si
rivoltassero o si rifiutassero di obbedire alle keleuseis imperiali3, si dovranno
immediatamente prendere i karaboi della citt ed i loro carichi, ovunque si
troveranno. Si metteranno in prigione i marinai e i passeggeri del paese. Si
spediranno tre basilikoi4, uno verso la riva del thema di Armeniakon, laltro
sul litorale di Paphlagonia, il terzo su quello del Boukellarion, per prendere
tutti i karaboi, le loro merci e si metteranno in prigione i marinai e i
passeggeri del paese fino a nuovo avviso. Si far difesa alle navi di questi
tre themi per portare in Chersoneso grano, vino o altre derrate necessarie.
Lo strategos prender dieci libbre dal Tesoro dei Chersoniti e due libbre del
tributo, poi lascer Cherson e si ritirer in unaltra citt.
Occorre sapere che i Chersoniti non sarebbero esistiti se non avessero
fatto i viaggi in Romania per vendere le loro cere e i loro cuoi, che essi
trafficavano con i Peceneghi.
Occorre sapere che i Chersoniti non sarebbero esistiti se non avessero
preso i viveri da Aminsos5 dalla Paphlagonia, dal Boukellarion e dagli altri
popoli che confinano con lArmenia.

1 O Derdjan, regione dellArmenia.


2 Forse identificata con Glebert nellArdahan.
3 Mandati, ordini imperiali.
4 Letteralmente, uomini del basileus. Il basilikos era quindi un ufficiale o un ministro
dellimperatore.
5 Amisos, oggi Samsun, citt fondata su un golfo del Mar Nero nel VII secolo a.C.

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Glossario dei titoli bizantini citati nel De Administrando Imperio


a cura dellassociazione culturale Larici

ANTYPATHOS Proconsole
APOCRISIARIO Ambasciatore imperiale bizantino
ASECRETIS Consigliere dellimperatore
BASILEUS Imperatore
BASILIKOS Ufficiale o ministro dellimperatore
CARTOLARIO Funzionario amministrativo
CATAPANO o CATEPANO (katepanos) Alto ufficiale della marina
CLISURARCA (da clisura, fortezza) Funzionario di importanza inferiore dello
strategos e di solito agli ordini del protospatario
CUROPALATE (kouropalates) Alto funzionario dellesercito
DOMESTIKOS Colui che comanda (un thema, landamento del palazzo, una
divisione dellesercito ecc.)
DRUNGARIOS Comandante di flotta militare
ETERIARCA Comandante delleteria, corpo scelto di mercenari stranieri, poi
guardia del corpo imperiale
KOMMERKIARIOS Controllore delle transazione commerciali ed esattore di
imposte
LOGOTETA DEL DROMO Alto dignitario, sovrintendente addetto alle
comunicazioni e spesso alla diplomazia (affari pubblici e politica estera)
MAGISTROS (o magister) Alto dignitario, sovrintendente addetto alla
diplomazia (affari pubblici e politica estera), spesso carica onorifica
MANGLABITE o MANGLAVITE (manglavites) Guardia del corpo
dellimperatore
OSTIAROS Eunuco con funzioni di vigilanza
PARAKIMOMENOS o PARAKOIMOMENOS Guardia del corpo o ciambellano
dellimperatore
PATRIKIOS Alta carica militare (inferiore solo al magistros e allantypathos)
data a generali e governatori
PROTELATOS Primo timoniere della nave imperiale
PROTEVON Notabile, primo magistrato municipale
PROTOKARAVON Uno dei capitani della nave
PROTOSPATARIO (protospatharios) Cavaliere di Giustizia o comandante della
guardia imperiale
PROTOVESTIARIOS Carica politica e di supervisione alla persona del
basileus, svolta solitamente da un parente dellimperatore
SACELLIARIO (sakellarios) Funzionario amministrativo e per le finanze
SPATAROCANDIDATO (spatharokandidatos) Commendatore di Giustizia
STEFANOFORO (stephanophoros) Sommo sacerdote o pontefice che nelle
cerimonie pubbliche portava una corona dalloro
STRATEGOS Massima carica dellesercito, governatore di un thema
STRATOR Soldato messaggero

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