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ESTERI

CAOS SIRIA/ Qualcuno sta costruendo un secondo


califfato (con l'ok degli Usa)

Patrizio Ricci

marted 8 agosto 2017

Idlib, l'unica provincia della Siria in mano ai ribelli, oggi totalmente sotto il controllo amministrativo di al
Qaeda, o meglio del suo ramo siriano Jabhat al Nusra (sostenuto dall'Arabia Saudita e, in modo pi o meno
indiretto dagli Stati Uniti e da Israele). La milizia di al Nusra, sebbene sia inserita nella black list internazionale
dei gruppi terroristi, ha messo in atto uno stratagemma per sfuggire alle leggi contro il terrorismo e cos avere pi
agevolmente un "ruolo" nel futuro della Siria: il 28 luglio 2016, il leader del gruppo Abu Muhammad al Dzhulani
ha annunciato la separazione di al Nusra da al Qaeda e successivamente il cambio di denominazione in Tahrir al
Sham (Hts). Alla fine, il risultato di questa operazione che il ramo siriano di al Qaeda riuscito a ottenere di
essere messo fuori l'elenco delle entit terroristiche designate dagli Stati Uniti.
La mancata designazione non cosa da nulla: ha reso pi difficile perseguire i membri e i sostenitori
dell'organizzazione e non di poco conto che le donazioni verso Hts sono legali. Inoltre, significativo che
mentre al Nusra e Hts avevano affermato di non essere pi parte di al Qaeda, gli studiosi all'interno di tali
organizzazioni spesso ammettono pubblicamente tale connessione: in definitiva, nessun professionista che lavora
sul tema nega che Hts faccia parte di al Qaeda o che sia un gruppo terroristico (meno, a quanto pare, il
Dipartimento di Stato Usa).
E' evidente che si tratta di una palese contraddizione, visto che, in una dichiarazione rilasciata alla CBC News, lo
stesso rappresentante del Dipartimento di Stato Usa Nicole Thompson ha affermato riferendosi ai renbranding:
"Queste azioni rappresentano una strategia di al Qaida per portare l'opposizione siriana sotto il suo controllo
operativo. Stiamo ancora esaminando la questione con attenzione". Nella stessa intervista, Thompson consider
il cambio di casacca del gruppo al Nusra in questo modo: "Non diverso dalla formazione del Consiglio Shura dei
Mujahideen in Iraq nel 2006, che alla fine ha portato la parte migliore della resistenza irachena sunnita sotto il
controllo di al Qaeda e che a sua volta si trasformata nello stato islamico lo stesso anno".
E' chiaro che sono in ballo ragioni di mera opportunit politica: Washington ha investito su al Qaeda e ha sempre
sperato che i turchi addomesticassero al Nusra affinch si potesse ancora utilizzare in funzione anti-Assad. E'
emblematico che Washington non ha mai attaccato al Nusra: si limitata solo verso la fine della presidenza
Obama ad eliminare testimoni scomodi dei trasferimenti di armi libiche (Bengasi-Gate) organizzate dagli Stati
Uniti verso la Siria. Questo atteggiamento poco chiaro ha sue conseguenze pratiche: bench la Russia chieda
continuamente di nominare Hts come un gruppo terroristico, gli Stati Uniti si sono dimostrati sempre restii a
farlo: questa era la situazione almeno finch Trump non ha annunciato la cessazione del sostegno ai ribelli.
Le azioni degli Usa per non sono mai univoche e sembrano essere affette da sindrome dissociativa, cosicch non
si capisce bene se si sia voltata effettivamente pagina. Lo si visto il 1 agosto in occasione del lancio di granate di
mortaio effettuato da (ex) al Nusra sull'ambasciata russa a Damasco: in questa occasione, gli Stati Uniti hanno
bloccato una risoluzione di condanna che etichettava l'aggressione come "atto terroristico". La reazione russa non
si fatta attendere: per Mosca l'aver bloccato una mozione di condanna per l'assalto alla sede diplomatica
equivale "a continuare a fomentare il sanguinoso conflitto in Siria, flirtare con i terroristi e gli estremisti di ogni
tipo".
Se i russi hanno ancora una volta ragione lo vedremo. Per sta di fatto che anche un episodio recente mostra
come le distinzioni tra "estremisti" siano solo di comodo: lo scorso aprile il vicepresidente iracheno Ayad Allawi
ha riferito a Reuters che "il leader di Isis al Abu Bakr al Baghdadi ed il leader di al Qaeda Ayman al Zawahiri,
capo di al Qaeda, erano in trattative circa una loro possibile alleanza": anche se non si conoscono gli esiti di
questi contatti, ammetterete che l'elemento fortemente esplicativo: in fondo, i due gruppi provengono entrambi
da al Qaeda e ne condividono la matrice ideologica.
Per quando riguarda i crimini commessi durante la guerra siriana, il "curriculum" di Hts di tutto rispetto: suo
il primato di aver fatto, nel dicembre 2011, il primo attentato suicida a Damasco, che fece 40 morti e 160 feriti. I
numeri dell'anno successivo saranno fortemente indicativi: 41 dei 50 attentati suicidi compiuti in tutto il paese
durante l'anno sono stati rivendicati da al Nusra.
All'uso degli attacchi suicidi si aggiunge l'uso delle decapitazioni e delle esecuzioni sommarie, non solo retaggio
di sangue di Isis. Tra gli episodi pi efferati effettuati da (ex) al Nusra ricordiamo l'assalto al villaggio cristiano di
Maloula, le cui chiese furono profanate e dove cinque cristiani furono martirizzati, ed anche il massacro di
Latakia nel 2013: in questo caso, tra uomini donne e bambini furono uccise 129 persone e di circa 200 non si
saputo pi nulla (Ansa, 20 agosto 2013).
Molte sono quindi le attinenze in questo senso. In realt il gruppo al Nusra addirittura pi pericoloso e subdolo
dello stato islamico: a differenza degli altri gruppi ribelli e di Isis, sta amministrando diligentemente le aree che
controlla liberandole dai vari fenomeni di corruzione. Allo stesso modo introduce con gradualit e prudenza la
dura legge della sharia, allo scopo di evitare proteste, esodi di massa, o insurrezioni. Forma nelle proprie scuole
all'educazione radicale islamica i bambini preparando le nuove leve.
E' evidente che l'occidente continua a concentrare tutta la sua attenzione sull'Isis ma un'ossessione di comodo.
La domanda che si allora si pone : che fare ora con Idlib che completamente in mano ad al Qaeda?
Mentre la comunit internazionale tergiversa, Hts non si ferma e sta consolidando sempre pi la sua egemonia
nel suo territorio: si sta gi preparando per una nuova offensiva per espandersi nelle aree circostanti. I gruppi di
ribelli "moderati" forse opportunamente per non essere fagocitati hanno firmato un'intesa per la creazione
di una nuova zona di de-escalation a nord di Homs. Ma sembra invano: alcune postazioni dell'esercito siriano
sono state gi state attaccate da Hts sia verso Homs che Hama.
Quali le possibili soluzioni? Probabilmente la pezza dovr metterla ancora una volta l'esercito siriano. Altra
possibilit l'intervento dell'esercito turco: in questo senso, Erdogan ha gi annunciato domenica che Ankara sta
per ampliare la zona di operazioni militari nel nord della Siria contro i curdi ma ha dispiegato anche artiglierie e
mezzi corazzati aggiuntivi in prossimit dei valichi verso Idlib. Ma in tutti i casi, bisogner essere coscienti che
un'operazione militare su larga scala nella provincia sovrappopolata di Idlib innescherebbe sicuramente una crisi
umanitaria con perdite ingenti tra i civili e tra i belligeranti.
Inutile dire che la situazione molto problematica e apre nuovi e imprevedibili scenari: sar questo uno dei temi
che con ogni probabilit saranno discussi nella prossima riunione del formato Turchia-Russia-Iran che si terr
questa settimana nei giorni 8-9 agosto a Teheran tra gli esperti dei rispettivi paesi.

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