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Fulvio Lenzo Filippo Juvarra a Messina: la chiesa di San Gregorio

artistica di Filippo Juvarra stato pi volte sot-


tolineato, tuttavia le fonti pi antiche forniscono
testimonianze contraddittorie sullincontro tra i
due3. La Vita del Cavalier Don Filippo Juvarra
una biografia anonima attribuita al fratello Fran-
cesco narra che Fontana gli chiese, come prova
desame, il disegno di un capitello e che rest
meravigliato dal suo eccezionale talento grafico4.
LElogio del Signor abate D. Filippo Juvara scritto
da Scipione Maffei racconta invece del progetto
di un palazzo, disegnato con il calore e la fantasia
della sua terra, che indusse Fontana a consigliar-
gli di disimparare quanto aveva appreso sino a
quel momento5. A Messina Juvarra aveva studia-
to i trattati e, probabilmente, praticato le attivit
di argentiere e scenografo. A Roma circa mille
disegni documentano unattivit di studio inten-
sa e onnivora distribuita nellarco di dieci anni6.
Questo esteso corpus grafico testimonia come
egli continuasse a essere ricettivo e a considerare
ancora aperta la sua formazione anche dopo aver
dimostrato, con il progetto presentato al concor-
so Clementino, di essere un architetto clto e
aggiornato e di possedere una notevole abilit
nel controllare organismi complessi e articolati
senza tuttavia trascurare i dettagli.
Ma qual era il bagaglio culturale di Juvarra
quando giunse a Roma? Cosa disimpar e cosa
ritenne della iniziale formazione messinese? E
soprattutto cosa impar di nuovo durante quegli
otto mesi precedenti la vittoria al concorso Cle-
mentino, trascorsi a fianco dei Fontana, dise-
gnando le antichit di Roma?
Per tentare di rispondere a tali domande
necessario ricomporre le frammentarie notizie
sulla sua attivit nella citt natale e in particola-
re il completamento, tra il 1703 e il 1705, della
chiesa cinquecentesca del monastero di San
Gregorio. Un progetto che si colloca esatta-
mente a cavallo fra lanno precedente il suo tra-
1. Messina, San Gregorio, facciata, ante Il 7 maggio 1705 Filippo Juvarra veniva premia- sferimento a Roma e quello immediatamente
1908 (foto collezione privata). to in Campidoglio per la prima classe di archi- successivo, sul quale non vi sono sino a ora studi
tettura del concorso Clementino di quellanno, che abbiano provato a stabilire quali furono le
debuttando cos ufficialmente nellaffollato precise responsabilit di Juvarra.
mondo degli architetti romani1. Da soli otto
mesi si era trasferito da Messina a Roma, dove Le attribuzioni: fonti, disegni, frammenti
era stato ammesso nello studio di Carlo e Fran- Se si escludono una serie di otto incisioni realiz-
cesco Fontana, che continuer a considerare zate nel 1701 e un esiguo numero di argenterie
maestri per il resto della sua vita2. la cui attribuzione a Juvarra non certa7 luni-
Il ruolo di Carlo Fontana nella formazione ca attivit di cui si abbia notizia prima del suo

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anni che Juvarra trascorse a Messina.
Al principio del XX secolo Gaetano La
Corte Cailler raccolse la tradizione orale, allora
ancora viva nel monastero di San Gregorio,
secondo la quale Juvarra avrebbe aperto nella
facciata della chiesa le due finestre per il coro e
partendo da questo dato gli attribu il progetto
dellintera facciata10. Tale attribuzione, trascura-
ta dalla storiografia successiva, comunque da
scartare per incongruenze cronologiche: le fonti
documentano infatti che la facciata venne
costruita su commissione di Saveria Ruffo
Colonna nel 1743, sette anni dopo la morte di
Juvarra e inoltre appare totalmente estranea ai
suoi modi compositivi11 (ill. 1).
Anche lattribuzione del campanile, avanzata
nel 1957 da Maria Accascina, non accettabile
per lo stesso motivo12. Il campanile fu infatti com-
pletato nel 171713, quindi dopo la definitiva par-
tenza di Filippo Juvarra per Torino, anche se, in
questo caso, la problematica si presenta pi com-
plessa e interessante per levidente ripresa, nel
campanile di San Gregorio, del motivo a spirale
della lanterna di SantIvo alla Sapienza. La realiz-
zazione messinese per solo una traduzione
semplicistica della struttura borrominiana: non si
trattava di una torre costruita come una vera spi-
rale, ma di una guglia conica sulla cui superficie si
attorcigliava una cornice coclide. La trasposizio-
ne ingenua del modello borrominiano nei modi
di uniconografia locale rimanda alla figura di un
architetto dilettante e si dimostra congruente con
la sensibilit di un costruttore di macchine e
apparati effimeri, attento allallestimento sceno-
grafico pi che alla logica costruttiva14.
Dalle fonti e dai documenti sullarchitettura
messinese della prima met del Settecento emer-
ge il quadro di una citt in cui lattivit architet-
tonica delegata a pittori e scenografi. Gli episo-
di pi eclatanti sono quelli di Placido Campolo e
2. Ricostruzione della pianta di San trasferimento a Roma nella chiesa di San Gre- Onofrio Gabrielli, entrambi pittori, luno proget-
Gregorio (F. Lenzo). gorio, dove gli interventi a lui attribuiti sono tista della scalinata del Monte di Piet, laltro
incerti e controversi. La Vita riferisce che, prima autore di un trattatello di ingegneria idraulica15.
della sua partenza, Filippo Juvarra aveva adorna- Ma anche il caso di Francesco Raffaello Mar-
ta le finestre e chiesa di San Gregorio e che fu pro- gherita, Pietro Cirino e Paolo Filocamo, tutti e
prio grazie a questi lavori che ricevette dalla sua tre documentati a San Gregorio, e fra i quali
committente, monaca nel monastero, e sorella di credo vada ricercato lautore del campanile16.
monsignor Tommaso Ruffo, la lettera commenda- La mancanza dei documenti di cantiere non
tizia per il prelato residente a Roma che, a sua permette di attribuire con certezza il campanile
volta, lo raccomand a Carlo Fontana8. Juvarra di San Gregorio ad alcuno dei tre, anche se len-
torn a Messina nel 1705, dopo la premiazione al fasi con cui Filocamo rappresent il campanile
concorso Clementino e da alcuni suoi disegni nelle sue vedute di Messina del 1718 farebbe
sappiamo che si occup della ristrutturazione del pensare a un suo coinvolgimento diretto nella
palazzo di Muzio Spadafora e, come vedremo, costruzione17. Paolo Filocamo, pittore profes-
continu i lavori in San Gregorio9. sionista e dilettante di architettura, era amico di
I due gravi terremoti del 1783 e del 1908, Filippo Juvarra, aveva studiato a Roma allAcca-
che distrussero quasi interamente il patrimonio demia di San Luca, frequentando le classi di pit-
edilizio messinese, insieme a incendi, guerre, tura negli anni in cui Juvarra insegnava prospet-
dispersioni di documenti, sembrano avere can- tiva e dividendo con lui lappartamento in via
cellato ogni traccia di quei primi venticinque dei Leutari18. La sua presenza nella chiesa di San

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3. Filippo Juvarra, Pensiero del coretto Gregorio documentata, come pittore, dal 1717 no, in particolare della cappella maggiore e dei
di S. Gregorio di Messina e messo in opera al 1723, gli stessi anni in cui fu costruito il cam- coretti laterali della navata, non documentati da
(MM 127. Da H. Millon, Filippo Juvarra.
Drawings from the Roman Period panile19. comunque da escludere la partecipa- disegni ma attribuiti a Juvarra dalla storiografia
[1704-1714], Part I, Roma 1984). zione di Filippo Juvarra, il cui ruolo potrebbe su basi stilistiche23.
4. Filippo Juvarra, prospetto del coro di essere stato, al massimo, quello di tramite fra il impossibile oggi un confronto con ledifi-
San Gregorio (MM 196-197). Iscrizione: prototipo romano e la realizzazione messinese. cio, dato che la chiesa, gravemente danneggiata
Per il medesimo ad istanza delli Sig.i Il suo intervento va ricercato allinterno della dal terremoto del 1908, fu successivamente rasa
Ruffi (Da Millon, Filippo Juvarra, cit.).
chiesa, dove confermato sia dalle fonti che da al suolo e non ne esistono rilievi n disegni24.
disegni. La Vita cita esplicitamente le finestre e Anche la documentazione darchivio molto
parla poi genericamente di adornamenti, e il con- lacunosa: il fondo notarile stato quasi comple-
temporaneo Francesco Susinno fa riferimento, tamente distrutto nel 1943 e del fondo del
per linterno, a vari abbellimenti di architettura20. monastero di San Gregorio si conservano solo
A conferma della presenza di Juvarra nella alcuni libri contabili, nessuno dei quali relativo
chiesa esistono inoltre i disegni autografi in un al periodo in questione.
album ora al Metropolitan Museum di New Per fortuna unampia campagna fotografica
York. In particolare alcuni fogli con disegni per eseguita subito dopo il terremoto ce ne ha tra-
il coro in controfacciata (MM 127, MM smesso, almeno per alcuni settori, una ricca
195/196 e MM 194/199) e un foglio relativo al documentazione, ulteriormente convalidata dai
progetto di un altare (MM 192), esplicitamente frammenti superstiti del paramento marmoreo
riferiti alla chiesa di San Gregorio a Messina da interno, attualmente conservati nei depositi del
didascalie autografe, che ne indicano anche la Museo Regionale di Messina25.
committenza Ruffo (ill. 3-5, 7). Henry Millon, Lo studio di tali frammenti si scontrato con
che ha studiato e pubblicato per la prima volta i difficolt oggettive, in quanto non sono cataloga-
disegni nel 1984, ha accostato a questi fogli altri ti n separati dallenorme numero di elementi
due conservati alla Biblioteca Nacional di architettonici e decorativi provenienti dagli altri
Madrid (Madrid B-8177 e Madrid B-8178) con edifici che subirono la stessa sorte di San Grego-
quattro disegni per altari, privi di iscrizioni, ma rio e spesso sono difficilmente accessibili, sepolti
ricondotti ai lavori in San Gregorio su base sti- sotto montagne di marmo26. Tramite il confronto
listica21 (ill. 8-11). con le fotografie ho potuto identificare con sicu-
Pur essendo assodato che Juvarra redasse rezza una settantina di pezzi provenienti dallin-
disegni per la chiesa di San Gregorio, altre que- terno di San Gregorio, che sono stati misurati,
stioni rimangono ancora da definire: la datazio- fotografatati e catalogati, identificandone i prin-
ne dei progetti, che la Vita riferisce al periodo cipali litotipi e individuandone loriginaria collo-
immediatamente precedente il trasferimento a cazione allinterno della chiesa. Il rilievo dei
Roma e quindi al 1703 o, al massimo, ai primi frammenti ha permesso quindi di dare una
mesi del 1704 e che Millon, sulla base dei dise- dimensione precisa alle parti documentate dalle
gni, data al 170522; se e come i progetti furono foto e di ricostruire metricamente le pareti del
messi in opera; e infine lesistenza o meno di un presbiterio e della cappella maggiore. Dallideale
programma globale di ridefinizione dellinter- ricomposizione dei prospetti interni si ricavata

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La Corte Cailler e presumibilmente anche alla
suora che rifer la notizia non erano noti n la
biografia che metteva in relazione Juvarra alla
chiesa n tantomeno i disegni per il coro.
Il terremoto del 1783 fece crollare la volta
sopra il coro, i cui affreschi, originariamente
dipinti da Antonio e Paolo Filocamo nel 1723,
vennero rifatti da Letterio Paladino nel 179027. E
accanto alle spese per abbattere la volta perico-
lante, nei libri contabili del monastero figurano
anche quelle per lo smontaggio della gelosia
metallica e per la costruzione [di] un Solaro nella
chiesa28, dalle quali si desume che il coro preesi-
stente era andato distrutto. Dalla succinta descri-
zione di La Corte Cailler sappiamo che il coro
esistente fino al 1908 era intagliato in noce e severo
e laggettivo severo non sembra certo adatto a
descrivere il progetto di Juvarra (ill. 6), caratteriz-
zato invece da unaria festosa quasi teatrale29. Pro-
babilmente il giudizio si riferisce al coro rico-
struito da Francesco Basile, larchitetto che cur i
restauri della chiesa e del monastero nel 178530.
I tre disegni di Juvarra per il coro, ovvero
una pianta, un prospetto e una sezione, mostra-
no lesistenza di due stadi progettuali differenti.
In particolare la pianta sembra risalire a un
momento precedente a quello degli altri due
disegni e non congruente con essi per dimen-
sioni e conformazione.
Il disegno a matita e penna della pianta (MM
127) con la didascalia Pensiero del coretto di S.
5. Montaggio fotografico dei fogli MM la pianta di questarea della chiesa, mentre per Gregorio di Messina / e messo in opera rappre-
194-199, con la sezione del coro. Iscrizione: procedere nella ricostruzione della pianta sono senta la zona della navata compresa tra lingres-
Per il coretto di S. Gregorio (Da
Millon, Filippo Juvarra, cit.). state usate metodologie differenti: il transetto so della chiesa e il transetto, questultimo dise-
stato disegnato tramite la restituzione prospettica gnato solo sulla met destra del foglio (ill. 3).
delle fotografie e per il coro sono stati utilizzati i Juvarra pens inizialmente a una controfacciata
disegni MM 194/99 e 195/6 di Juvarra. ad andamento semiellittico, la cui curvatura era
Prima della sua distruzione la chiesa di San riecheggiata da un emiciclo interno di otto
Gregorio si presentava come un impianto a croce colonne libere; altre quattro erano addossate al
greca allungata, con cupola allincrocio fra navata muro, affiancando la porta e le estremit della
e transetto. Il transetto era spostato verso lin- struttura, sostenendo il primo livello del coro, in
gresso e la porzione di navata compresa tra la forma di ambulacro. Questo si sarebbe trovato a
cupola e lingresso era dunque pi corta del pre- unaltezza inferiore della porta di ingresso, che
sbiterio, il cui asse longitudinale era ulteriormen- veniva scavalcata da un ponte di sei gradini. Una
te prolungato dalla cappella maggiore (ill. 2). linea che ricalca lasse maggiore dellellisse, orto-
Cominciamo analizzando il progetto del gonale alle pareti della chiesa, segnala il piano
coro, per passare poi alla navata, ai disegni per della tribuna. Un ovale rapidamente tracciato a
laltare e alla cappella maggiore. matita indica unidea per uno sfondamento della
tribuna in corrispondenza dellingresso che, seb-
Il coro bene non sviluppata ulteriormente, rappresenta
Il coro per le monache era collocato in una tri- lelemento pi affascinante e problematico di
buna sopraelevata al di sopra dellingresso della tutto il progetto. Lo sfondamento avrebbe inter-
chiesa, a ridosso della controfacciata. In assenza rotto lorditura del solaio e Juvarra fu costretto a
di dati archivistici lunica conferma delleffettiva modificare il profilo esterno della tribuna per
messa in opera del coro da parte di Juvarra la inserire una trave sagomata che si accordasse con
tradizione riportata da Gaetano La Corte Cail- lovale e ad aggiungere due colonne che soste-
ler, secondo la quale larchitetto avrebbe aperto nessero direttamente la piattaforma superiore: le
le due finestre simmetriche in facciata per uso del linee tratteggiate che le collegano alle colonne
coro. Questo dato, sebbene non verificabile, retrostanti e al bordo della tribuna indicano il
appare particolarmente interessante in quanto a tentativo di pensare a unorditura alternativa31.

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gelosia. La sezione appare congruente con il
prospetto e quindi risalente allo stesso stadio
progettuale: non c pi alcuna traccia dello
sfondamento ovale n delle due colonne giganti
disegnate in pianta. Rispetto alla pianta (MM
127), oltre al numero delle colonne cambia
anche larticolazione delle membrature. Lo spi-
golo verso il transetto a destra nella sezione
termina con una parasta ribattuta, il cui capitel-
lo, pi stretto e sporgente, poggia su un peduc-
cio rettangolare che termina con gutte. Fra la
campata libera e il coro, invece, la parasta
ribattuta due volte accompagnando la concavit
del primo livello del coro. Allestremit sinistra
del disegno si intravede il basamento di un pila-
stro che indica un angolo retto e contraddice la
controfacciata curva disegnata in pianta.
Rapportando alla pianta il prospetto e la
sezione si ottengono due altezze differenti, cos
come costruendo la proiezione ortogonale a par-
tire dagli alzati, si ottiene una pianta che non
corrisponde nelle proporzioni fra larghezza e
profondit a quella disegnata da Juvarra. Il terre-
moto del 1908 fece crollare completamente la
volta e gran parte della facciata e del campanile,
che si abbatterono su questa parte della chiesa, di
cui non rimangono foto n frammenti con i quali
verificare i disegni. Per riportare i disegni alla
scala reale si devono quindi usare altri criteri.
In calce al disegno MM 127 (ill. 3) compaio-
no due scale grafiche, una proporzionale, laltra,
segnata al fondo del foglio, in palmi messinesi:
lette correttamente e messe in relazione fra loro
le due scale ci danno, come larghezza della nava-
ta, una misura di circa 12 metri33. Queste dimen-
sioni non sono per compatibili con la larghezza
del presbiterio ottenuta dalla ricostruzione dei
frammenti, che si attesta su una misura massima
di 9 metri. La possibilit che Juvarra inizialmen-
6. Ricostruzione assonometrica del progetto Il prospetto del coro (MM 196/197) con la te pensasse a un ampliamento della parte di nava-
di Juvarra per il coro di San Gregorio (F. scritta Per il medesimo ad istanza delli Sig.i ta in cui collocare il coro, risulta smentita dalla
Lenzo).
Ruffi (ill. 4) mostra unipotesi progettuale presenza, nella pianta e nella sezione, di uno dei
diversa da quella della pianta: il colonnato di piloni su cui impostava la cupola cinquecentesca.
quattro colonne invece che di otto e sono scom- Il mantenimento della cupola su base quadrata
parse le colonne di diametro maggiore. Il coro implica che i quattro bracci su cui poggiava, cor-
diviso in due livelli sovrapposti: le colonne rispondenti allincrocio fra navata e transetto,
sostengono un attico con mensole sopra il quale fossero uguali tra loro. Riconsiderando i limiti
poggia la tribuna, destinata a ospitare le mona- imposti dalla cupola, non solo in pianta ma anche
che, schermata da grate. In corrispondenza della in alzato, si riesce a risolvere il problema. Le
porta lattico si interrompe per linserimento di volte a botte su cui impostava la cupola condi-
un arco ribassato con uniscrizione, mentre alla zionavano laltezza delle paraste che scandivano
trabeazione dellordine inferiore sono appesi le pareti della navata. Nei disegni del prospetto e
quadri ovali sorretti da cherubini. della sezione del coro si pu osservare infatti che
Anche nella sezione (MM 194/199) il sogget- Juvarra ripropone lordine di paraste esistenti nel
to certificato da una scritta autografa di Juvar- presbiterio e visibili nelle fotografie (ill. 4-5, 13-
ra: Per il coretto di San Gregorio (ill. 5)32. Il 14). Misurando le paraste superstiti e i frammen-
disegno rappresenta le due campate comprese ti di architrave, fregio, cornice e basamento del
tra la controfacciata e il transetto della chiesa, la presbiterio sono state ricostruite le dimensioni
prima occupata dal coro, laltra da una porta dellordine corinzio e laltezza della navata fino
sormontata da unapertura rettangolare con allimposta della volta. Confrontando queste

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7. Filippo Juvarra, Per un altare misure con i disegni dellalzato del coro stato ferenzia da quella degli altri fogli dellalbum
di S. Gregorio di Messina (MM 192. Da possibile riportare il prospetto e la sezione alla relativi ai progetti per San Gregorio: vi un cer-
Millon, Filippo Juvarra, cit.).
scala reale e ottenere, incrociandoli, una pianta chio che racchiude una colomba su tre monti,
8. Filippo Juvarra, disegno per laltare che conferma quella generale della chiesa. con una F sotto35; nei fogli MM 192, MM
maggiore di San Gregorio (Madrid,
Biblioteca Nacional, 8177r. Da Filippo Risulta cos evidente come il disegno MM 194/199 e MM 196-197, invece, un cerchio, con
Juvarra e larchitettura europea, Napoli 127 con la prima idea della pianta del coro, una stella a sei punte sopra e una F sotto, circo-
1998). abbia proporzioni errate fra larghezza e profon- scrive unancora36. Questultima filigrana ritorna
dit. Questo disegno costruito basandosi su in altri fogli con soggetti messinesi e in disegni
moduli proporzionali e la scala di palmi segna- realizzati dopo il ritorno a Messina37.
ta in basso solo come riferimento metrico, pro- La pianta del coro di San Gregorio (MM
babilmente in assenza di un preciso rilievo. Il 127) disegnata a Roma testimonia che questo
prospetto e la sezione corrispondono, invece, a progetto era stato affidato a Juvarra gi prima
una revisione delle misure e, probabilmente, a del suo ritorno a Messina nellestate del 1705,
una loro verifica sul posto da parte di Juvarra. momento a cui risalgono invece gli altri due
Lo spazio a disposizione risult pi piccolo di disegni. Grazie ai primi lavori riferiti dalla Vita
quello ipotizzato e, per mantenere una corretta aveva ottenuto una lettera di raccomandazione
proporzione tra le colonne e gli intercolumni, fu per Tommaso Ruffo, e il mantenimento dei rap-
necessario ridurre il numero delle colonne da porti con i Ruffo documentato da alcuni fogli
otto a quattro. risalenti allarrivo a Roma, nellagosto del 1704:
Ai due tempi di redazione del progetto corri- una fantasia architettonica, datata 27 agosto
spondono anche luoghi diversi: la pianta, dise- 1704, che reca una dedica ad Antonio Ruffo, e la
gnata senza vedere la chiesa, fu realizzata a minuta di una lettera probabilmente indirizzata
Roma, il prospetto e la sezione a Messina. Lesa- alla sua prima committente messinese, scritta sul
me dei fogli ne fornisce il riscontro: sul verso retro di unaltra fantasia, datata al 15 agosto
della pianta al foglio MM 128 figura lo schiz- dello stesso anno38.
zo di unanfora e il testo di una nota indirizzata a La pianta (MM 127) fotografa le prime idee
Juvarra e scritta da Francesco Fontana, mentre di Juvarra, mentre nei due disegni per lalzato va
sul verso del foglio MM 196/197 al cui recto identificato il progetto pi vicino alla soluzione
il prospetto del coro si osserva una veduta di definitiva poi messa in opera. Il coro che Juvarra
Messina che presumibilmente Juvarra aveva progett per San Gregorio avrebbe occupato
disegnato dal vero una volta ritornato in citt34. quasi interamente il braccio di navata compreso
Anche la filigrana del foglio MM 127 si dif- fra lingresso della chiesa e il transetto (ill. 6). Al

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9. Filippo Juvarra, disegno per laltare
maggiore di San Gregorio (Madrid,
Biblioteca Nacional, 8177v. Da Filippo
Juvarra e larchitettura europea, cit.).

10. Filippo Juvarra, disegno per altare


(Madrid, Biblioteca Nacional, 8178r. Da
Filippo Juvarra e larchitettura europea,
cit.).

livello inferiore vi erano quattro colonne dispo- transetto. Il livello inferiore del coro diventava
ste in curva: nellintercolumnio centrale era la un atrio, privo di altari e altri elementi significa-
porta di ingresso della chiesa mentre gli altri tivi, e il colonnato curvo accorciava ancora di
erano occupati da quadri ovali appesi alla trabea- pi questarea, accompagnando direttamente al
zione. Al di sopra era un attico aperto, con para- presbiterio.
petti mistilinei, in cui trovavano posto le menso- La struttura ideata da Juvarra era inusuale
le che sorreggevano il terzo livello, quello del rispetto ai cori delle chiese monastiche femmi-
coro vero e proprio. Lassenza di collegamenti nili per la sua composizione, animata da uno
verticali con la chiesa e le proporzioni delle due spiccato carattere celebrativo e teatrale: pi che
figure schizzate nella sezione attestano che il come un coro, essa si presentava come un palco
livello intermedio non era praticabile e che ser- donore, una tribuna privilegiata per le mona-
viva a raggiungere laltezza della tribuna mante- che della famiglia Ruffo, che suggellavano cos
nendo il corretto proporzionamento dellordine la loro posizione dominante allinterno del
di colonne, ma alludono, nel contempo, a una monastero. Le colonne su cui poggiava la strut-
struttura teatrale a palchetti. tura, i parapetti mistilinei del primo livello, i
La tribuna per le suore, allultimo livello, era quadri appesi tra le colonne, i festoni rimanda-
delimitata da una balaustra e nascosta da una no allidea di un allestimento celebrativo tem-
gelosia metallica. Nella campata compresa tra il poraneo. Il drappo appeso alla cornice dellulti-
coro e il pilone della cupola era ricavato un mo livello del coro replica quello del baldacchi-
coretto laterale, con una gelosia allo stesso livel- no di San Pietro, cui si rif anche nella scelta di
lo del coro e, a piano terra, una porta sormonta- far continuare sopra la tribuna soltanto la cor-
ta da un timpano spezzato con al centro lo stem- nice della trabeazione, eliminando fregio e
ma delle committenti sorretto da festoni. architrave. Uninterpretazione analoga del
Il coro, sebbene costruito in legno, era senza tema della tribuna sopra lingresso si ritrova
dubbio il progetto pi importante fra quelli anche in un disegno realizzato per il cardinale
approntati da Juvarra in San Gregorio in quan- Ottoboni per allestire una delle sale per la Set-
to coinvolgeva un intero settore della chiesa e timana Santa39, ma lo sviluppo di questa idea
modificava la percezione generale dellinterno. pienamente visibile nei primi pensieri per la
Veniva riproposto lordine di paraste esistente chiesa di SantUberto alla Venaria Reale40.
dallaltro lato del transetto, nel presbiterio, sot- I quadri ovali del primo livello del coro di
tolineando la continuit della navata longitudi- San Gregorio, sostenuti da cherubini, sovrappo-
nale della chiesa e negando lasse trasversale del sti a una trabeazione concava e inseriti tra due

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11. Filippo Juvarra, disegno per altare
(Madrid, Biblioteca Nacional, 8178v.
Da Filippo Juvarra e larchitettura
europea, cit.).

12. Filippo Juvarra, disegno per altare


(Torino, Museo Civico, Raccolte
juvarriane, vol. I, c. 96. Da G. Gritella,
Juvarra. Larchitettura, Modena 1992, II,
p. 385).

colonne, trovano il loro precedente noto nellul- bene non suffragata da alcun dato documentario
timo livello della chiesa di San Carlo alle Quat- n da disegni, sono state concordemente accet-
tro Fontane. Anche linclinazione verso il basso tate sulla base di considerazioni stilistiche. Pro-
dellovale, necessaria in San Carlo dato lesiguo posta per la prima volta da Accascina nel 1957,
spazio esistente per osservare la facciata, ritorna stata poi seguita da Boscarino e, sebbene dubita-
a San Gregorio e indica che Juvarra aveva certa- tivamente, anche da Millon, che concorda su
mente presente questa facciata quando progett una datazione anteriore alla partenza per Roma
il coro della chiesa messinese41. notando che though bold and vigorous, the
Lo sfondamento ovale segnato sulla pianta curves of the choir doors and coretti appear
del primo progetto per il coro di San Gregorio cramped, strained and awkward43.
(MM 127) sembra riprendere quello realizzato Alcune fotografie scattate dopo il terremoto
da Borromini nella controfacciata di San Gio- del 1908 (ill. 19) consentono di esaminare lim-
vanni in Laterano, tra il portale e la finestra paginato dei coretti, strutturati su due livelli
soprastante42. Ladozione di un oculo ovale era sovrapposti. Nel registro inferiore del coretto di
una soluzione generalmente riservata ad altari o sinistra si apriva la finestra che metteva in comu-
cappelle, ma solamente nella basilica di San nicazione la chiesa con la sala per le monacazio-
Giovanni in Laterano si ritrovava sopra la porta ni, in quello di destra era la porta che immetteva
dingresso e su questo esempio Juvarra torner a alla sagrestia44. Il livello superiore era identico in
riflettere in seguito per le porte della Galleria di entrambi i coretti, con un balcone con balaustra,
Diana. Le eccezionali dimensioni pensate in San la cui apertura era schermata da una grande gelo-
Gregorio per questelemento sono per incon- sia bombata. Unaltra fotografia (ill. 20) mostra
suete e sembrano anticipare quellarchitettura di scorcio le decorazioni lignee con gli stemmi
aperta che esploder solo a Torino, nella chiesa delle committenti trattenuti da festoni.
del Carmine e nel salone di Stupinigi, mentre la I coretti interrompevano il partito architetto-
combinazione dello sfondamento con la coppia nico della navata sviluppandosi come unit auto-
di colonne che invadono lo spazio sottostante noma dal pavimento sino allimposta della volta:
trover la sua pi matura espressione nellatrio non erano rispettati n lo zoccolo di marmo della
di palazzo Madama. navata n larchitrave e il fregio della trabeazio-
ne. Una scelta progettuale interpretabile come il
La navata desiderio di differenziare e staccare il proprio
Lattribuzione a Juvarra dei coretti simmetrici intervento rispetto allordine preesistente45. Le
del presbiterio e la loro datazione al 1703, seb- singole membrature trovano riscontri nel tratta-

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to di Pozzo e nello Studio di De Rossi, ma sono tici preesistenti, basati su minuti disegni gialli e
rielaborate in un organismo nuovo. Gli stipiti bianchi su fondo nero o azzurro, i coretti rifiuta-
inclinati della finestra al livello inferiore ripren- no gli elaborati motivi delle tarsie optando per
dono esempi romani, come le finestre del terzo semplici campiture di marmo colorato contorna-
piano di palazzo Barberini e le nicchie di San to di bianco52. Nelle pareti le tarsie avevano inva-
Giovanni in Laterano, entrambe raffigurate da so tutte le superfici disponibili, non solo le
incisioni nello Studio del 170246. La conclusione superfici piane ma anche gli elementi di defini-
della parte alta, con i due archetti separati dalla zione architettonica, come i capitelli, le modana-
mensola in chiave, potrebbe derivare invece dalla ture e le cornici. Nei coretti il colore usato per
prima figura, non numerata, del secondo volume differenziare: gli stipiti della porta superiore
della Prospettiva di Pozzo, oppure dai finti coret- sono rossi cos come i balaustri , le mensole
ti della cappella Cornaro. che sorreggono il balcone sono verdi, quelle
Lo studio dei frammenti e della committen- delle finestre gialle. Accanto ai marmi siciliani
za ha fatto emergere ulteriori dati a conferma come il rosso di Taormina, il giallo di Castrono-
dellattribuzione a Juvarra e nuovi indizi per la vo e il libeccio di Custunaci , nei coretti sono
datazione. Dalle iscrizioni apposte sui coretti si impiegati anche marmi dimportazione, come il
sa che quello di sinistra fu realizzato su commis- bianco quasi sicuramente di Carrara , la brec-
sione di suor Vittoria Ruffo, nel 1707, mentre cia medicea e il verde antico. Limpiego di marmi
quello di destra venne ultimato nel 1712 per toscani, quali il bianco di Carrara e la breccia
conto di suor Teresa Ruffo47. Tenendo conto medicea, largamente testimoniato in Sicilia,
delle date e delle committenti entrambe sorel- mentre pi anomalo luso del verde antico53.
le del cardinale Tommaso Ruffo lipotesi di un Era un marmo di reimpiego, originariamente
progetto juvarriano acquista maggior forza. Fra cavato in Tessaglia, ma la cui principale fonte di
le due sorelle andrebbe ricercata la prima com- approvvigionamento, nel XVIII secolo, erano le
mittente, da identificare, forse, in Vittoria colonne cavate in epoca romana. Praticamente
Ruffo48: le date riportate nelle epigrafi fanno inutilizzato in Sicilia, dove gli venivano preferiti
pensare che solo il coretto pi antico sia stato il verde Alpi e il verde di Calabria, era invece
progettato da Juvarra, e che laltro sia una copia molto usato a Roma, dove ne esistevano grandi
del precedente, realizzata replicandone le forme scorte54. Limpiego di questo marmo implicava
per simmetria. Il completamento del coretto pi una fornitura romana e suggerisce la presenza di
antico nel 1707 non d per alcuna indicazione un architetto che aveva familiarit con i cantieri
sulla data dinizio dei lavori e non permette e i materiali della citt papale. plausibile che
quindi di datare il progetto. I lavori potrebbero questarchitetto sia Juvarra, attivo nel cantiere di
essere durati due o tre anni, ed essere stati avvia- San Gregorio proprio in quegli anni. Questo
ti sia nel 1704 sia nel 1705. per comporta che la datazione del progetto dei
Nei disegni di Juvarra per il coro in contro- coretti da posticipare al 1705, quando Juvarra
facciata (ill. 5), il gruppo porta-finestra della ritorn a Messina dal suo primo anno di tiroci-
parete laterale appare molto pi sobrio di quel- nio romano con Carlo Fontana.
lo del presbiterio, con una maggiore attenzione Juvarra user il verde antico anche nella cap-
rivolta alla parte bassa che non alla finestra, che pella Antamoro in San Girolamo della Carit a
si configura come una semplice apertura con Roma, mentre nelle realizzazioni torinesi lo
gelosia metallica. La messa a punto di una solu- sostituir con il verde Alpi55. Se i coretti del pre-
zione diversa per uno stesso tipo di struttura, sbiterio di San Gregorio furono progettati da
allinterno della stessa chiesa, lascerebbe sup- Juvarra, il che sembra abbastanza probabile, le
porre una non contemporaneit fra i coretti del scelte architettoniche e il gusto cromatico
presbiterio e quelli adiacenti la tribuna. incentrato sulla triade rosso, verde, oro presa-
Daltra parte, per, alcuni progetti immedia- giscono in una certa misura quella che sar la
tamente successivi il ritorno a Messina del 1705 direzione sviluppata a Roma e Torino.
dimostrano notevoli affinit con i coretti del pre-
sbiterio di San Gregorio. In particolare i disegni Il progetto per laltare
per la facciata della chiesa della Santissima Tri- I disegni per laltare pongono questioni pi
nit di Lucca49 e per il cancello di una villa sem- complesse, quali la loro effettiva appartenenza ai
pre a Lucca50 del 1706 e una scenografia del progetti per San Gregorio, la datazione e infine
1709 per il Giunio Bruto51, denotano linteresse di la collocazione allinterno della chiesa. Millon
Juvarra per la sovrapposizione di porta e balcone ricostruisce un gruppo di tre fogli con vari dise-
e il tentativo di unificarli in una composizione gni per altare riconducibili a San Gregorio,
organica, concentrandosi soprattutto negli ele- datandoli al 1705 e ipotizzandone la collocazio-
menti di collegamento tra le due aperture. ne in una delle due testate del transetto. Si trat-
Altri indizi vengono dai marmi impiegati nei ta del foglio MM 192, la cui pertinenza certa
coretti. In contrasto con gli accostamenti croma- grazie alla didascalia di Juvarra, e dei fogli

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13. San Gregorio, altari della Madonna Madrid 8177 e Madrid 8178, privi di annotazio-
della Ciambretta, a sinistra, e di San ni, ma identificati da Millon come progetti per
Benedetto, a destra, post 1908 (foto
collezione privata). San Gregorio sulla base di confronti stilistici.
Nel foglio MM 192 (ill. 7), con in calce la
14. San Gregorio, altare di San Gregorio,
post 1908 (foto collezione privata). scritta per un altare di San Gregorio di Messi-
na, compaiono, nella met superiore, due studi
a penna per altari e, nella met inferiore, un
disegno a matita. I due prospetti a penna rap-
presentano idee alternative per uno stesso alta-
re, inserito in unapertura arcuata e inquadrato
da quattro colonne, di cui le due interne poste
su un piano avanzato, che Millon ritiene alter-
natives designs for one altar at the end of the ticali parallele tra loro. indubbiamente un pen-
transept in S. Gregorio56. Le parti basse dellal- siero per lingresso monumentale di un giardino,
tare non sono tracciate e lattenzione concen- con finestre o specchiature ai lati e un gran-
trata sulla terminazione superiore. Il disegno in de cancello al centro57. Unarticolazione simile,
alto a sinistra mostra una lunetta semicircolare anche se non identica, ritorna nella recinzione
dietro un timpano mistilineo e una pala daltare del palazzo progettato per il concorso Clementi-
che occupa la met superiore dello spazio tra le no del 1705, sia nella variante finale, che negli
colonne. Nel disegno a destra, un grande cibo- studi preparatori58. Nei progetti per il concorso
rio a tre livelli trova posto fra le colonne, collo- Clementino Juvarra pensa a una recinzione con-
cato contro la parete nuda di una nicchia. La tinua e ritmata da elementi architettonici: para-
parte alta pi complessa, con due segmenti di ste sormontate da vasi o sfere, intervallate da
frontone rivolti verso lesterno e una finestra a specchiature che si alternano a finestre, statue o
tre luci, di cui la centrale ovale; davanti allovale fontane59. Lalbum contenente i progetti per San
collocata una croce retta da putti e in alto un Gregorio fu rilegato in un momento successivo
baldacchino pensile con frange corona il tutto. alla redazione dei disegni e la ricostruzione dei
Nella porzione inferiore del foglio MM 192 fogli pu aiutare a capire le relazioni fra i vari
sono debolmente tracciate due pareti disegnate a disegni. Prima della rilegatura i disegni ora alla
matita, ognuna delle quali include un riquadro pagina 192 erano sulla stessa facciata del foglio
rettangolare racchiuso tra due paraste. Ogni 189, in cui figurano due disegni con lemblema
parasta sormontata da elementi plastici vero- dellAccademia di San Luca, e la contemporanea
similmente urne o vasi mentre al centro il pro- presenza dellemblema dellAccademia e del pro-
filo della trabeazione si abbassa per collegarsi al getto del portale permette di riconoscere in que-
riquadro rettangolare con una chiave darco. Fra sti disegni gli studi preparatori per le tavole del
le paraste centrali appena accennata una linea concorso Clementino60. La didascalia per un
che si incurva verso il basso, che collega i capi- altare di San Gregorio di Messina va riferita
telli e dalla quale si diparte una serie di linee ver- soltanto ai due disegni a penna nella parte alta

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15. San Gregorio, cappella maggiore,
post 1908 (foto collezione privata).

16. San Gregorio, ciborio, post 1908 (foto


collezione privata).

del foglio, ma lidentificazione e dunque la rimento dietro il ciborio perch le tre diverse
datazione del progetto del portale consente di soluzioni per la terminazione superiore preve-
datare anche il progetto per laltare al 1705. dono altezze diverse. In quella che appare esse-
Nella scheda dedicata alla discussione del re la prima stesura disegnata sulla traccia a
foglio MM 192, Millon scriveva che Four addi- matita sottostante la pala rettangolare, con-
tional drawings on two sheets in the Biblioteca clusa in alto dalla trabeazione retta dalle colon-
Nacional in Madrid (8177 and 8178 recto and ne. Le altre due soluzioni invece prevedono una
verso) may be related to designs for S. Grego- conclusione arcuata e una soluzione in cui la
rio61, e notava che il ciborio visibile nel disegno pala delimitata da una cornice formata da due
8177 resembles one visible on the main altar of semiarchi con una mensola in chiave, simile alla
S. Gregorio in photographs taken prior to its terminazione dei coretti della navata.
destruction62. Per il disegno al verso si limitava Il disegno sul verso del foglio (Madrid
a osservare che la colomba dello Spirito Santo, 8177v) mostra una soluzione pi semplice (ill.
che corona laltare, era presente in the fresco of 9). Vi appare la porzione superiore di un altare
the coir vault. Per questi progetti non formula- senza per la mensa, n le basi e i piedistalli
va unipotesi esplicita riguardo alla collocazione delle colonne, con lindicazione approssimativa
degli altari: i paralleli proposti sembrano indica- di un ciborio a gradini davanti a una pala rettan-
re progetti per laltare maggiore, ma lassocia- golare. Anche in questo disegno laltare for-
zione con il foglio MM 192 lascerebbe pensare mato da unedicola di quattro colonne, di cui le
a unidentica posizione allinterno della chiesa. pi interne sporgenti. In corrispondenza della
Il disegno 8177r (ill. 8) raffigura un altare pala la trabeazione sporgente e sorregge una
inquadrato da unedicola di quattro colonne tiara papale con chiavi incrociate. Ai lati, sulle
poggianti su doppi piedistalli. Le colonne pi colonne principali, due semitimpani sinterrom-
interne sono su un piano avanzato rispetto a pono per lasciare spazio a un tondo con al cen-
quelle esterne e la trabeazione sostiene segmen- tro una colomba in atto di posarsi sulla tiara. Il
ti di frontone rivolti verso lesterno. Fra le tondo sormontato da un segmento di frontone
colonne interne una pala daltare e, sullaltare, e fiancheggiato da ghirlande, mentre cassettoni
un ciborio poligonale a piani sovrapposti. Sopra trapezoidali sono indicati nellarco che sormon-
la trabeazione una lunetta aperta schermata da ta il tutto.
un timpano mistilineo e sopra la lunetta uni- Dai disegni del foglio 192 dellalbum di New
scrizione, sormontata dallo stemma Ruffo. Il York e da quelli del foglio 8177 di Madrid si
muro della cappella rapidamente schizzato desume che Juvarra concentr la sua attenzione
sulla destra. La pala daltare, di cui pure appare sulla parte alta dellaltare mentre la porzione
schizzato il soggetto, non doveva ancora esiste- inferiore che doveva essere preesistente in
re al momento in cui Juvarra ne prevede linse- tre disegni su quattro non neppure tracciata. Il

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17. San Gregorio, urne di marmo ai lati fra quelli ascritti da Millon ai lavori in San Gre-
della cappella maggiore, post 1908 (foto gorio, a presentare una soluzione con statua
collezione privata).
entro una nicchia, mentre negli altri compaiono
18. San Gregorio, dettaglio del raccordo fra una pala daltare o soluzioni pi propriamente
la trabeazione della navata e quella della
cappella maggiore (foto collezione privata). architettoniche che valorizzano il grande cibo-
rio. Nel disegno Madrid B-8178r scompare
anche il monumentale tabernacolo, per fare
posto a una custodia di dimensioni ridotte e
dalle linee pi sobrie. Inoltre, a differenza degli
altri disegni, tracciata solo la met sinistra del-
laltare, pensando allaltra da costruirsi simme-
tricamente e non la met inferiore, lasciando
ipotizzare quella inferiore come preesistente.
Sul verso del foglio (ill. 11) disegnata la pianta
dellaltare con la costruzione geometrica, altra
evidenza che dimostra che laltare doveva essere
costruito interamente. Questo progetto, estra-
neo ai lavori per San Gregorio, invece da met-
tere in relazione con i primi studi per laltare di
San Giuseppe nella chiesa di Santa Teresa a
Torino63 (ill. 12).
La ricostruzione della storia della chiesa,
finora mai condotta, ha permesso di stabilire che
lunico altare di cui poteva occuparsi Juvarra era
laltare maggiore.
Nel braccio sud del transetto erano tre altari
(ill. 2); da sinistra, entrando in chiesa: laltare del
Crocifisso, quello dedicato alla Madonna della
Ciambretta e quello di San Benedetto. Dei due
altari laterali sappiamo che quello dedicato al
Crocifisso era stato completato nel 1670, come
ricordava lepigrafe letta da La Corte Cailler,
mentre quello di San Benedetto non era datato,
ma documentato dalle fotografie e la pala
tuttora esistente64. Laltare della Madonna della
Ciambretta (ill. 13) documentato abbondante-
mente perch limmagine che si venerava un
mosaico di epoca normanna raffigurante la
Madonna con Bambino era lunico lacerto sal-
vato nel 1537 dalla distruzione della precedente
chiesa, e veniva considerata miracolosa65. Lalta-
re destinato a ospitare il mosaico fu il primo a
essere costruito nella nuova chiesa, e venne ulti-
mato nel 1628 per conto di Giulia Spadafora
Alliata, antenata della committente di Juvarra66.
Nel braccio nord del transetto esistevano
numero e la disposizione delle colonne si ripe- altri tre altari (ill. 2). Da sinistra, verso la cap-
tono identici: due coppie di colonne per lato di pella maggiore, quello dedicato a San Gregorio
cui le pi interne poste su un piano avanzato. (ill. 14), con la tela dipinta nel 1636 da Antoni-
invece diverso il disegno Madrid B-8178r no Barbalonga Alberti67. Al centro, sulla parete
(ill. 10), in cui disegnato lalzato di un altare da di fondo, laltare della Madonna del Rosario,
costruirsi ex novo, e che a mio avviso estraneo con lomonimo quadro di Guercino da Cento,
ai progetti per San Gregorio. Le differenze commissionato nel 1665 da suor Teresa Ruffo di
riguardano sia il progetto sia il metodo di rap- Villafranca68. Laltare fu fatto costruire dalla
presentazione. Le coppie di colonne che inqua- stessa Teresa Ruffo nel 168569. Lo scarto fra la
drano laltare poggiano su un basamento unico realizzazione del quadro e quella dellaltare
inclinato a quarantacinque gradi, non congruen- forse da imputare alle difficolt economiche
te con la parte esistente dellaltare, che come si della Ruffo, dovute alla compromissione politi-
desume dagli altri disegni aveva quattro basa- ca del fratello nei moti antispagnoli del 1674-78
menti separati per le colonne. lunico disegno, e alla conseguente confisca dei beni di famiglia.

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19. San Gregorio, coretto sinistro, post
1908 (foto collezione privata).

20. San Gregorio, dettaglio dello stemma


del coretto destro, post 1908 (foto collezione
privata).

Laltro altare del transetto nord, il primo a parete cos vicina erano quelli del Crocifisso e di
destra entrando nella chiesa, era dedicato a Santa San Gregorio, i quali per non soddisfacevano le
Silvia; ospitava una tela che sappiamo dipinta in altre condizioni gi elencate.
collaborazione dai fratelli Antonio e Paolo Filo- I disegni permettono anche di stabilire la
camo, e risulta gi esistente nel 1701, quando situazione dellaltare maggiore nel momento in
viene citato per alcune riparazioni70. Non cui intervenne Juvarra. Come si detto mancava
escluso che laltare di Santa Silvia di cui non la parte alta, ma la posizione delle colonne era
esistono fotografie n descrizioni sia stato gi vincolata dalla preesistenza dei basamenti,
rimodernato in seguito e che Juvarra, considera- probabilmente risalenti al 1688, quando Maria
ti i suoi legami con i fratelli Filocamo, possa aver Teresa Ruffo aveva fatto consacrare la mensa72.
avuto un ruolo in questoperazione. Ma questal- Era in sito anche il ciborio, disegnato con preci-
tare, come vedremo, non pu comunque essere sione nel Madrid 8177r, e solamente abbozzato
quello di cui conosciamo i disegni preparatori. nel Madrid 8177v e nel disegno MM 192 a
Esaminando tutti e quattro i disegni di Juvar- destra. Nel disegno di sinistra di questo stesso
ra per laltare di San Gregorio possibile stabili- foglio il ciborio non rappresentato (ill. 7), ma la
re che si riferiscono a un medesimo altare e che pala daltare occupa solo la met superiore dello
questo non poteva essere che laltare maggiore. spazio disponibile, essendo evidentemente previ-
In tutti i progetti prevista lapertura di finestre sto qualcosaltro per la met inferiore e mi sem-
dietro laltare, il che era possibile solamente nel- bra probabile che si trattasse proprio del ciborio.
laltare maggiore, in quello della Madonna del Le varianti messe a punto da Juvarra vertono
Rosario e, forse, in quello di Santa Silvia71. Lalta- sulla possibilit di aprire finestre dietro laltare e
re sarebbe stato racchiuso tra due coppie di di integrare il ciborio nella composizione. Nel
colonne, cosa che permette di espungere dalla disegno di sinistra di MM 192, la semplice fine-
nostra lista laltare di Santa Silvia, perch le pare- stra semicircolare appare indipendente dallarti-
ti laterali del transetto erano di dimensioni trop- colazione architettonica dellaltare, il cui fronto-
po ridotte per ospitare un altare a quattro colon- ne mistilineo, posto su un piano differente, si
ne. Le soluzioni alternative proposte nei due pro- staglia contro lapertura. Nel Madrid 8177v la
getti del foglio MM 192 e in quello del Madrid finestra ridotta a un oculo semicircolare che fa
8177r indicano che non era ancora stata decisa la da sfondo allimmagine della colonna dello Spi-
destinazione della parte centrale, cio se colloca- rito Santo che discende sulla tiara papale; inse-
re una pala dipinta oppure una nicchia, il che per- rita nel frontone, che si spezza al centro, conti-
mette di scartare anche laltare della Madonna del nuando come fascia modanata piana che include
Rosario, la cui pala era gi esistente. Infine nel la cornice delloculo. Negli altri due disegni,
disegno Madrid 8177r una serie di linee parallele MM 192 a destra e Madrid 8177r, si nota il ten-
alla destra dellaltare suggeriscono la visione pro- tativo di coordinare tutti gli elementi della parte
spettica di una parete prossima allaltare maggio- alta, timpano, finestra semicircolare e oculo. Per
re: gli unici altari che avevano alla loro destra una quanto riguarda il ciborio esso viene isolato

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Hager alla cappella Antamoro, e in questo caso
le analogie sono ancora maggiori poich davan-
ti alla finestra, in controluce, non c una statua
ma unanaloga struttura architettonica75. Punto
di partenza per linserimento di una finestra
nella parte alta di un altare potrebbero essere
stati gli altari di SantAndrea al Quirinale, chie-
sa di cui sono noti numerosi studi di Juvarra
risalenti ai suoi primi anni di soggiorno romano.
Laltare maggiore esistente fino al 1908 (ill.
15, 16, 17, 23) non corrispondeva ad alcuno dei
disegni noti, tuttavia oltre ai condizionamenti
imposti dalle preesistenze, possibile ricono-
scervi elementi derivati dai diversi progetti. Nel
Madrid 8177r la parte disegnata sopra la lunetta
va interpretata come collocata su un piano pi
avanzato, sulla parete di fondo della navata.
qui, infatti, che nella chiesa costruita si vede la
grande targa con liscrizione e le ghirlande. Lo
stemma con le armi della famiglia Ruffo, che nel
disegno sta sopra liscrizione, sar sostituito da
un affresco sulla volta.
Sullaltare non fu collocata alcuna pala e si
prefer la nicchia pensata nel disegno in alto a
destra del foglio MM 192, e anche lidea di apri-
re una finestra nella parte alta fu abbandonata,
21. Ricostruzione della parete sinistra come fulcro della composizione solamente nel affidando lilluminazione della cappella alle
del presbiterio di San Gregorio, con MM 192 a destra, mentre negli altri tre disegni finestre laterali. Laltare era concluso da due
fotomontaggio dei frammenti (F. Lenzo).
prevista la collocazione di una pala daltare. semitimpani curvilinei sulle colonne pi interne,
I disegni di Juvarra mostrano una precoce sormontati da due statue sdraiate di Virt. Lele-
assimilazione di modelli romani, selezionati mento centrale era coronato da una sorta di tim-
ecletticamente e combinati con progetti non pano poggiante su mensole e concluso, in alto,
eseguiti conosciuti nello studio di Carlo Fonta- da una colomba radiante.
na o tramite fonti a stampa. Millon ha notato Fra gli elementi che dai disegni del 1705 si
come laltare Madrid 8177v derivi da un altro manifestano come preesistenze, oltre alla mensa
progettato da Carlo Fontana per la chiesa roma- e alle colonne, il pi importante era il grande
na di Santo Spirito dei Napoletani, in cui com- ciborio (ill. 16), di cui finora non mai stata
pare la colomba racchiusa in un cerchio. Nel presa in considerazione la possibile paternit
nostro caso la colomba accostata alla tiara juvarriana, e che potrebbe invece risalire ai lavo-
papale, associazione che rimanda agli attributi ri precedenti il viaggio a Roma. Era alto circa
iconografici tradizionalmente associati a San 450 cm dal piano dellaltare; il livello inferiore,
Gregorio Magno. Altre elaborazioni sviluppate con la custodia vera e propria, era incastonato
da Juvarra dallesempio di Fontana sono i dise- nella struttura a gradini dellaltare mentre quel-
gni MM 2 e due disegni collegati allaltare di li superiori, con nicchie inquadrate da colonne,
San Giuseppe nella chiesa di San Francesco di si elevavano liberi, coronati da una cupola a
Paola MM 205 e Vincennes 24r, soluzione di bulbo. Limpianto ottagonale e la disposizione
sinistra per il proseguimento delle modanatu- delle colonne sono ripresi dalla figura 60 del
re del timpano come cornice dellovale73. secondo volume di Pozzo76, che propone anche
La forma ovale della finestra dietro laltare lesempio per la cupola a bulbo ottagonale. Sug-
sar un tema centrale nella cappella Antamoro gerimenti per risolvere i segmenti di frontone
in San Girolamo della Carit, primo progetto dello stesso livello potevano venire dal primo
romano di Juvarra e, pi tardi, nella cappella di progetto per San Giovanni in Laterano, mentre
SantUberto alla Venaria Reale, ma nel disegno lapertura della custodia, al livello pi basso,
per San Gregorio lovale grava sulla trabeazio- potrebbe derivare dalla prima finestra della
ne, curvandola, mostrando la sua derivazione dai tavola 96. Ma sono soprattutto i capitelli che
monumenti sepolcrali di San Giovanni in Late- rivelano la derivazione da Pozzo, replicando
rano74. Una composizione simile, con un volume quelli inventati dal gesuita per laltare del Beato
cilindrico cupolato davanti a una finestra ovale, Luigi nella chiesa di SantIgnazio, cos come
era stata pensata da Carlo Fontana per la cap- rappresentati nellincisione della figura 26 del
pella battesimale di San Pietro, gi collegata da suo trattato.

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22. Ricostruzione della parete di fondo della incorniciavano una nicchia con al centro il cibo-
navata di San Gregorio, con fotomontaggio rio a tre livelli elemento cardine dellintera
dei frammenti (F. Lenzo).
composizione illuminato lateralmente da due
finestre termali.
Accettando che la definizione del coro in
controfacciata e dei coretti del presbiterio risal-
ga al 1705, gli adornamenti attribuiti a Juvarra
dalla Vita e riferiti al periodo precedente il tra-
sferimento a Roma sono da localizzare nella
cappella maggiore. In mancanza di disegni e
documenti bisogna esaminare i singoli elementi
della composizione, cercando la chiave interpre-
tativa nella formazione di Juvarra. Le rare indi-
cazioni che abbiamo a disposizione sono quelle
che offre la Vita: prima argentiere sotto la dire-
zione del fratello Francesco, poi architetto auto-
didatta formatosi sui trattati. Sono esplicitamen-
te citati Vitruvio, Vignola e Pozzo80, e in manie-
ra indiretta, lo Studio di De Rossi del 1702 e una
guida di Roma Antica81.
La Vita fa preciso riferimento alle finestre
Le evidenti riprese dal secondo volume di della chiesa e su questa base lAccascina ha rico-
Pozzo, pubblicato nel 1700, permettono di fissa- nosciuto nel motivo delle finestre termali della
re questanno quale termine post quem per la cappella maggiore definito nuovo per Messina
datazione del ciborio, mentre i disegni eseguiti lintervento di Juvarra82. In realt le finestre a tre
da Juvarra nel 1705 mostrano il ciborio come luci erano gi presenti a Messina nel portale della
preesistente. Se, come sembra, il ciborio fu idea- Zecca di Jacopo Del Duca, nel prospetto del
to e realizzato fra il 1700 e il 1705, ci sono convento dellAnnunziata dei teatini e sicura-
buone probabilit che esso sia stato progettato mente note anche dai Quattro Libri di Andrea
da Filippo Juvarra nel suo primo intervento Palladio, ma una novit invece costituita dal
nella chiesa, prima del 170477. modo in cui la cornice della finestra proseguiva
La trabeazione dellaltare, con il grande fre- nella parte inferiore, attorcigliandosi verso lin-
gio in stucco dorato che unificava laltare e la terno in forma di voluta83. Modello illustre per
cappella maggiore, necessita di una discussione questo tipo di finestra che diverr una costante
pi ampia poich pone il problema della con- del lessico architettonico di Juvarra a Torino
temporaneit di realizzazione tra altare e cap- erano le finestre realizzate da Michelangelo nella
pella e delleventuale partecipazione di Juvarra basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma.
alla definizione di tutta questarea della chiesa. sempre la Vita a informarci che Filippo Juvarra
desiderava al pi alto segno venire in Roma per
La cappella maggiore vedere, e copiare le architetture antiche di tanti
I lavori nella cappella maggiore di San Gregorio valenthuomini, come MicchelAngiolo ed in tal
erano cominciati nel 1688, con la consacrazione modo assodarsi e perfezionarsi84. Il desiderio di
dellaltare, e si conclusero nel 1717 con laffresco studiare direttamente le opere di Michelangelo
sulla volta, su commissione, ancora una volta, testimonia che Juvarra le apprezzava e dunque,
delle sorelle di monsignor Tommaso Ruffo78. I anche se per via indiretta, le conosceva. possi-
disegni di Juvarra per laltare, presi insieme, ci bile che Juvarra, ammiratore di Michelangelo e
dicono che nel 1705 questa zona della chiesa aggiornato conoscitore del mondo delleditoria e
non era ancora chiaramente definita e la testi- dellincisione, abbia avuto a disposizione ancora
monianza di Susinno, secondo il quale Juvarra a Messina qualche rappresentazione a stampa
avrebbe portato a termine79 linterno di San Gre- delle finestre di Santa Maria degli Angeli, come
gorio, lascerebbe supporre che siano da attribui- quella segnalata da Ackermann e risalente al
re a lui sia la parte alta dellaltare sia il comple- 170385.
tamento dellintera cappella. Dalle numerose Anche luso di urne e vasi isolati su piedistal-
fotografie esistenti possibile conoscere la li, come elementi decorativi, ricorrente lungo
conformazione della cappella, a pianta rettango- tutto larco della sua carriera. Due grandi vasi
lare, inquadrata nella parete di fondo della nava- inquadrano una fantasia architettonica datata 15
ta da due coppie di paraste (ill. 15, 17). Alle quat- agosto 170486, probabilmente il primo disegno
tro paraste esterne erano accostati altrettanti romano, mentre altri vasi simili a quelli di San
grandi vasi su piedistallo. Laltare occupava quasi Gregorio si vedono in numerose altre vedute
per intero la cappella: due coppie di colonne fantastiche87, disegni per vasi ritornano nel 1735

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23. Ricostruzione dellaltare maggiore di mente architettonico di radice borrominiana92.
San Gregorio, con fotomontaggio dei La stretta connessione fra laltare e la trabea-
frammenti (F. Lenzo).
zione della cappella maggiore di San Gregorio
potrebbe indicare che entrambi risalgono a un
unico momento progettuale, ma lo stesso legame
si pu osservare con le finestre michelangiole-
sche e con lordine di paraste sottostante. Lordi-
ne architettonico era concepito come una fascia
continua: le paraste delle pareti laterali della cap-
pella proseguivano anche sulla parete di fondo
della navata per poi diventare tridimensionali
nelle colonne dellaltare (ill. 15). Era un ordine
di dimensioni minori rispetto a quello della
navata, con il quale si incontrava nella parete di
fondo del presbiterio; le membrature verticali
dei due ordini erano semplicemente accostate,
mentre una relazione pi ambigua si stabiliva fra
le trabeazioni, coordinate tra loro senza una
gerarchia chiaramente leggibile. Larchitrave
dellordine maggiore si interrompeva per far
posto alla trabeazione minore, ma la cornice e il
fregio a girali dacanto policromi proseguivano
per incorniciare larco che separava la cappella
dal presbiterio. Il fregio dellordine minore, in
stucco dorato, con testine di putti a tutto tondo
che sottolineavano gli elementi verticali sotto-
stanti lesene e colonne , si trovava alla stessa
altezza della fascia dei capitelli corinzi dellordi-
in un volume di fantasie del Museo Civico di ne maggiore (ill. 18), cos come la cornice mino-
Torino88 e negli studi, ripresi da Serlio, contenu- re era in continuit con larchitrave.
ti nel volume noto come Galleria Architettonica La concezione generale della cappella dimo-
del 170789. Lidea di collocare le urne in quella stra una consapevolezza della teatralit degli
posizione, contro paraste, a incorniciare uno spazi tipicamente berniniana, non certo mutua-
spazio vuoto centrale, proviene dal trattato di bile da fonti a stampa, ma il dettaglio del rac-
Andrea Pozzo, dove alla figura 48 del II tomo, cordo tra i due ordini sembra piuttosto riferibi-
raffigurata una coppia di vasi con sagoma e posi- le a un altro esempio. Infatti non discende dalla
zione simili a quelle dei vasi di San Gregorio. cappella Cornaro in cui le due trabeazioni sci-
Luso, nelle urne di San Gregorio, di impiallac- volano armonicamente luna sullaltra alludendo
ciature in marmo verde di Calabria, invece del a un terzo ordine , bens risulta da unopzione
verde antico usato nei coretti, porta a una data- per la pi secca soluzione di Guarini. Nel suo
zione anteriore al 1705 (ill. 17). trattato pubblicato postumo nel 1737 Guari-
LAccascina attribu a Juvarra anche il fregio ni il primo ad affrontare esplicitamente il pro-
della cappella maggiore senza tuttavia addurre blema di due ordini sfalsati, ma gi nelle tavole
alcuna motivazione esplicita. Il fregio bombato relative alla chiesa di Sainte-Anne-la-Royale e
con foglie dacanto e testine di cherubini non allaltare di San Nicol a Verona dei Dissegni di
trova alcun riscontro in opere o disegni noti di architettura del 1686, visibile la soluzione che
Juvarra, ma la connessione, implicita per lAcca- propone: fare slittare sullo stesso piano larchi-
scina, con la derivazione di questo motivo dal trave dellordine maggiore e la cornice di quello
repertorio decorativo della produzione orafa minore per instaurare una continuit visiva fra le
della famiglia Juvarra90. Il fatto poi che il fregio membrature orizzontali. Nella cappella di San
fosse dorato accresce i parallelismi con largente- Gregorio lespansione del fregio e la contrazio-
ria, e pone la cappella di San Gregorio sulla stes- ne dellarchitrave minore attestano gli sforzi
sa linea di opere di transizione tra larte dei compiuti per adeguarsi al modello guariniano.
metalli e larchitettura, quali il baldacchino del La tentazione di considerare il fregio della
duomo di Messina e laltare di SantIgnazio a cappella realizzato nel 1703 e successivamente
Roma, entrambe vicine a Filippo Juvarra91. Un esteso anche allaltare, ma in mancanza di altri
fregio dorato anche nella cappella Antamoro in dati va sospeso il giudizio. Si pu comunque
San Girolamo alla Carit, ma nella realizzazione ragionevolmente supporre che Juvarra abbia
romana scompare ogni riferimento alloreficeria operato nella cappella maggiore di San Grego-
e la decorazione attinge a un repertorio tipica- rio in due fasi di cantiere successive ma non per-

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24. Ricostruzione della parete laterale a Roma. Gli studi per inserire una finestra dietro
sinistra della cappella maggiore di San laltare e lo sfondamento ovale sopra lingresso
Gregorio, con fotomontaggio dei frammenti
(F. Lenzo). indicano il precoce interesse per la manipolazio-
ne delle fonti di luce e la ricerca di fluidit degli
spazi e una riflessione sul trattamento degli spazi
interni di Borromini, che suggeriscono, nel con-
tempo, quelli che saranno gli sviluppi a scala pi
monumentale del periodo torinese.
Prima del 1704 i suoi riferimenti erano
mediati da opere a stampa o derivati dallap-
prendistato come argentiere. Liniziale forma-
zione di Juvarra comprendeva il lessico appreso
tramite lo studio di Vignola, Pozzo e Guarini e
la dimestichezza con gli ornati tradizionali del-
largenteria messinese; gli elementi delle pi
celebri architetture antiche e moderne di Roma
erano conosciuti tramite raccolte di incisioni,
ma si trattava solo di frammenti slegati tra loro.
Ben pi importante si riveler, una volta giunto
a Roma, la padronanza della rappresentazione
prospettica e del disegno, strumenti dellocchio
al servizio dellarte del vedere93, poich come
scriver pi tardi lo stesso Juvarra chi poco
vede, niente pensa94. Ed in questo senso che si
possono ricomporre le testimonianze delle due
biografie circa lesito della prova richiesta da
Fontana e risalire al bagaglio professionale di
Juvarra al suo arrivo a Roma: ampio repertorio
fettamente scindibili in stadi progettuali separa- di forme e abilit nel disegno il capitello che
ti. Il primo intervento, nel 1703-04, sarebbe viene lodato ma carenza di sintesi compositiva
quello cui fa riferimento la Vita e al quale nella progettazione di edifici il palazzo.
andrebbero fatti risalire i grandi vasi marmorei, Il soggiorno romano lo introdusse invece alla
il ciborio e le finestre termali, mentre i progetti visione diretta delle architetture e al loro studio
per laltare si collocano nel 1705. Fu in questa nel dettaglio. Lo studio critico delle opere dei
seconda fase che Juvarra studi il problema fino maestri, compiuto tramite i suoi innumerevoli
ad arrivare a una soluzione che tenesse conto disegni, sta a testimoniare proprio questa pro-
della visione dellintera cappella dalla navata, gressiva consapevolezza del valore dellanalisi
introducendo in corso dopera variazioni per le selettiva e ricompositiva. La riflessione di Juvarra
quali non ci giunto alcun progetto. dopo lesperienza diretta delle architetture roma-
ne dei secoli precedenti per concentrata sulle
Conclusioni potenzialit dello spazio e sulla sua percezione.
Linsieme degli interventi progettati e messi in Luso di differenti metodi di rappresentazione
opera da Filippo Juvarra nella chiesa di San Gre- vedute e schizzi prospettici, insieme a studi di
gorio denota lesistenza di un programma unita- dettaglio pi ravvicinati contribu a dare a
rio per rinnovare completamente laspetto inter- Juvarra uneccezionale capacit di controllo del-
no della chiesa. I vari elementi su cui era interve- lorganismo architettonico. Anche se il linguag-
nuto prima del viaggio a Roma furono ricondot- gio dellarchitetto era fatto di ordini architettoni-
ti a un progetto unitario dallaccentuazione del- ci e aggregazione di volumi, i suoi mezzi espres-
lasse longitudinale e dalla scelta di una gamma sivi erano lo spazio e la luce, e la prospettiva offri-
cromatica omogenea. La pianta del coro dise- va il vantaggio di verificare come lilluminazione
gnata a Roma, la fornitura dei marmi per i coret- e le deformazioni influissero sulla percezione del-
ti e il mantenimento dei rapporti con i commit- lopera architettonica. Juvarra riusciva cos a
tenti messinesi denunciano la continuit dellin- gestire il progetto nella sua globalit, contami-
teresse di Juvarra in San Gregorio dal 1703 al nando i diversi aspetti della struttura tettonica
1705. Tuttavia solo dopo il ritorno da Roma gli delledificio, della decorazione, della percezione
elementi progettati nel 1703 urne, finestre, spaziale. La differenza fondamentale tra quanto
ciborio fino allora giustapposti paratticamente, realizzato prima e gli interventi successivi al sog-
vengono integrati in una pi coerente unit. giorno romano sta proprio nellesperienza dello
I progetti del 1705 dimostrano la maturit spazio, lo spazio plastico di Borromini e Miche-
acquisita da Juvarra dopo solo un anno di studio langelo, lo spazio allusivo e teatrale di Bernini.

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Il presente saggio una rielaborazione 6. H. Millon, Filippo Juvarra e Palladio, 12. M. Accascina, La formazione artistica Messina. Su Filocamo vedi G. Barbera,
della mia tesi di laurea, svolta sotto la prolusione al XXXVII corso sullarchitet- di Filippo Juvarra. III: La famiglia, lam- ad vocem, in Dizionario Biografico degli Ita-
guida della professoressa Giovanna tura di Andrea Palladio (Vicenza, Teatro biente, prime opere a Messina, in Bolletti- liani, 47, Roma 1997, pp. 797-799.
Curcio, cui rivolgo un ringraziamento Olimpico, 4 settembre 1995), Vicenza no dArte, 1957, pp. 154-162, in parti-
particolare. Lo studio dei frammenti 1995, p. 8, ne conta 1500, includendo i colare p. 154. 17. Il progresso dellarme spagnole..., cit.
marmorei stato fondamentale per la 172 dellAlbum Vaticano Latino 13295 la [cfr. nota 13].
ricerca e vorrei ringraziare lex direttri- cui attribuzione a Juvarra S. McPhee, 13. Gallo, Apparato...., cit. [cfr. nota 11],
ce del Museo Regionale di Messina, The Vatican Album, in A. Griseri et al., p. 157. La datazione confermata anche 18. Per le relazioni con Juvarra vedi Mil-
Francesca Campagna Cicala, e la dotto- Filippo Juvarra. Drawings from the Roman da due vedute di Messina incise da lon, Filippo Juvarra. Drawings, cit. [cfr.
ressa Maria Pia Pavone, per aver per- Period (1704-1714), Part II, Roma 1999 Paolo Filocamo: nella prima la chiesa nota 1], pp. 43-44 (MM 173 e 172) e
messo laccesso ai depositi del museo. mi sembra affrettata. Lalbum, che per la priva del campanile, nellaltra il nuovo 201-202, e T. Manfredi, Larrivo a Roma
Sono inoltre molto grato ai collezionisti scelta dei soggetti molto vicino alla sen- campanile enfaticamente evidenziato di Filippo Juvarra e lapprendistato di Pietro
che hanno consentito la riproduzione di sibilit di Juvarra, potrebbe essere una rispetto al tessuto urbano. Le vedute Passalacqua nelle cronache domestiche di una
foto depoca e al professore Giovanni copia da un originale juvarriano perduto, illustravano rispettivamente Il Natale di famiglia messinese, in Architettura, storia
Molonia per la sua disponibilit. Rin- messa insieme da una mano che, in con- Cristo, poemetto di Antonio Ruffo stam- e documenti, V, 1-2, 1989, pp. 109-116.
grazio inoltre Marco Rosario Nobile, fronto ai primi disegni datati di Juvarra pato a Messina nel 1717, e Il progresso Lunico progetto architettonico noto di
che ha seguito la ricerca dallinizio, per MM 13 in Millon, Filippo Juvarra. dellarme spagnole in Messina e suo distret- Filocamo per un altare nella chiesa di
i suoi preziosi suggerimenti. Importan- Drawings, cit. [cfr. nota 1], pp. 7 e 177, to, del 1718; entrambe sono riprodotte Santa Maria degli Angeli a Messina; vedi
te stato lo scambio di idee e indicazio- e Washington, National Gallery of Art, in A. Ioli Gigante, Messina, Roma-Bari ASMe, Fondo Notarile, notaio Domenico
ni con Francesco Pasquale e Maddalena D.C. 1989.6.la in Griseri et al., Filippo 1980, figg. 88 e 90. Guerrera, vol. 991, ff. 220-222. Latto
Scimemi. Juvarra. Drawings, cit., pp. 159-160 e segnalato, ma non trascritto, in Di Bella,
183, fig. 1 appare molto pi incerta e 14. Lo schema della terminazione del Notizie...., cit. [cfr. nota 16], p. 24.
1. T. Manfredi, Juvarra a Messina, in dilettantesca. La dicitura copiata al f. campanile di San Gregorio, con una
Storia dellArte, 100, 1999-2000, p. 36v dellAlbum Vaticano confermerebbe guglia centrale affiancata da quattro pin- 19. G. La Corte Cailler, La donna nella
109. Levento fissato in uno schizzo questipotesi. Cfr. McPhee, The Vatican nacoli pi piccoli agli angoli, era molto beneficienza dal XII al XIX secolo, in Atti
dellAlbum Tournon, T 13. Vedi H. Mil- Album..., cit., pp. 25, 65 e 115. comune a Messina. Erano costruiti cos i della Reale Accademia Peloritana,
lon, Filippo Juvarra. Drawings from the campanili del duomo, di San Nicol dei XXVI, 1915, p. 81, e Id., Il Museo, cit.
Roman Period (1704-1714), Part I, Roma 7. Per le incisioni vedi Millon, Filippo Gentiluomini, Santa Maria del Novizia- [cfr. nota 10].
1984, pp. 73 e 222-23. Juvarra. Drawings, cit. [cfr. nota 1], pp. to, San Giuseppe al Palazzo, Santa Pela-
169-172 e 351-355 e bibliografia ivi cita- gia, Santa Maria di Ges superiore, 20. Susinno, Le vite..., cit. [cfr. nota 16],
2. Memorie sepolcrali delli Homini pi insi- ta. Per le argenterie G. Musolino, Aspetti Santa Maria di Ges inferiore, San p. 94. Alla pagina 152 Susinno ribadisce:
gni di q.o secolo conosciuto da me Cav.re D. della produzione orafa messinese del Seicento: Francesco di Paola. Alcune delle nume- Nel tempio di San Gregorio, architettu-
Filippo Juvarra Architetto e Disegnatore in lambiente degli Juvarra, in Scritti in onore rose incisioni che li raffigurano sono ra di Andrea Calamech, ultimamente
Torino 1735, Torino, Museo Civico, Rac- di Alessandro Marabottini, Roma 1997, pp. riprodotte in Ioli Gigante, Messina, cit. portato a fine, con varie addizioni del
colte juvarriane, III. Il volume si apre con 245-258, e Ead., Argentieri messinesi tra [cfr. nota 13], figg. 86, 90, 91, 92, 95, cavalier Filippo Iuvarra messinese, archi-
la memoria dedicata a Carlo Fontana, XVII e XVIII secolo, Messina 2001, pp. 103. Il campanile di San Gregorio veni- tetto dellaltezza real di Savoia.
sotto la quale Juvarra scrive: Cav. Carlo 167-180, con bibliografia precedente. va effettivamente usato come una mac-
Fontana / Celebre Architetto / mor in china per luminarie. ASMe, Corporazioni 21. Millon, Filippo Juvarra. Drawings,
Roma 1712. / Cav. D. Filippo Juvarra 8. Vita..., cit. [cfr. nota 4], p. 277. Nel religiose soppresse, vol. 230, alla voce Chie- cit. [cfr. nota 1], pp. 35, 50-51 e pp. 193-
suo discepolo / disegn per memoria. 1706 erano monache nel monastero di sa, marzo 1738, per la luminaria del 195, 205-206.
Una analoga dichiarazione per France- San Gregorio tre sorelle di Tommaso campanile; ASMe, Corporazioni religiose
sco Fontana in un Disegnio del armi Ruffo: Vittoria, Teresa e Imara (Bibliote- soppresse, vol. 233, alla voce Chiesa, 22. Ivi, pp. XIII, XVIII e XXVI-XXVII.
che si fecero al funerale del Cav. France- ca Regionale di Messina dora in poi marzo 1775, per accendere una volta la
sco Fontana da Fi. Juvarra suo amatissi- BRMe , Sezione manoscritti, ms. FN 84, loggia e il campanile. 23. Accascina, La formazione.., III, cit.
mo discepolo (Torino, Biblioteca Introito, 8 febbraio 1706). [cfr. nota 12], p. 154 ; Ead., Profilo..., cit.
Nazionale, Ris 59-4, f. 100, trascritto in 15. Per Campolo vedi F. Hackert, G. [cfr. nota 16], pp. 95-96 ; S. Boscarino,
Mostra di Filippo Juvarra architetto e sceno- 9. T. Manfredi, Juvarra a Messina: il pro- Grano, Memorie de pittori messinesi Juvarra architetto, Roma 1973, p. 90 ; Id.,
grafo, catalogo della mostra [Messina, getto per palazzo Spadafora, in Quaderni [Napoli 1792], ed. a cura di G. Molonia, Sicilia Barocca. Architettura e citt (1610-
Palazzo dellUniversit, ottobre 1966], a PAU, n.s., anno VIII-IX, 1998-99, pp. Messina 2000, pp. 149-151, nota 116 con 1760), III ed., Roma 1997, p. 140. Millon
cura di V. Viale, Torino 1966, p. 43). 139-146. Cfr. Millon, Filippo Juvarra. bibliografia aggiornata. Per Gabrielli lascia aperta la questione: Millon, Filippo
Drawing, cit. [cfr. nota 1], pp. 190-192. vedi G. Barbera, ad vocem, in Dizionario Juvarra. Drawings, cit. [cfr. nota 1], pp.
3. H. Hager, Il significato dellesperienza La particolare articolazione della scala Biografico degli Italiani, 51, Roma 1998, XIII (The drawings published here for
juvarriana nella scuola di Carlo Fontana, progettata da Juvarra sembra derivare da pp. 68-70. S. Gregorio [] neither confirm or deny
in Studi Juvarriani, atti del convegno un progetto di Carlo Fontana per un the attribution to Juvarra of the choir,
dellAccademia delle Scienze (Torino, palazzo non identificato, forse palazzo 16. Per Margherita vedi ASMe, Corpora- revetment, coretti, and windows) e
1979), Roma 1985, pp. 63-98, e B. Tavas- Liechtenstein (S. Jacob, Italienische Zeich- zioni religiose soppresse, vol. 229, Conse, XXVI.
si La Greca, Il decennio romano di Filippo nungen der Kunstbibliotek Berlin, Berlin luglio 1725; F. Susinno, Le vite de pittori
Juvara, in Storia dellArte, 41, 1981, 1975, p. 85 nota 382) di cui Juvarra pot messinesi, ms. 1724 ca., ed. a cura di V. 24. Unindicazione solo approssimativa
pp. 21-30. Per il rapporto con Francesco venire a conoscenza soltanto nello studio Martinelli, Firenze 1960, p. 178; M. delle proporzioni della chiesa costituita
Fontana vedi G. Curcio, Roma tra il 1700 di Fontana. Accascina, Profilo dellarchitettura a Messi- dalla pianta catastale del 1901 (Comune
e il 1730, in G. Curcio, E. Kieven (a cura na dal 1600 al 1800, Roma 1964, p. 45; di Messina, Ufficio tecnico). Cfr. N.
di), Storia dellarchitettura italiana. Il Set- 10. G. La Corte Cailler, Guida del Museo Immagine e testo, catalogo della mostra Aric, Cartografia di un terremoto: Messi-
tecento, Milano 2000, pp. 162-165. Civico di Messina, in Il Paese, IV, 21, 15 (Palermo, Palazzo Steri, 29 aprile-30 na 1783, in Storia della citt, 45, gen-
ottobre 1908, p. 4, e Id., Il Museo La maggio 1988), a cura di D. Malignaggi, naio-marzo 1988.
4. Vita del Cavalier Don Filippo Juvarra. chiesa di San Gregorio, in Sicile Illu- Palermo 1988, pp. 216-217 e figg. 226-
Abbate di Selve e Primo Architetto di S. M. stre, numero monografico su Messina, 228; S. Di Bella, Notizie dei marmorari 25. Le lastre che rivestivano le pareti,
di Sardegna, ms. 1736 ca., in L. Pascoli, Palermo 1910, pagine non numerate. messinesi (1700-1743), Messina 1981, pp. insieme a capitelli, cornici e a tutti gli
Vite de Pittori, Scultori ed Architetti viven- 20-21, doc. 12; G. La Corte Cailler, Il altri elementi marmorei, vennero smon-
ti, ed. a cura di A. Marabottini, Treviso 11. C. D. Gallo, Apparato agli Annali della mio Diario (1893-1903), ed. a cura di G. tate prima dellabbattimento definitivo
1981, pp. 276-288. Per lattribuzione del Citt di Messina, Napoli 1755, p. 157. Molonia, Messina 1998, p. 345. Per Ciri- della chiesa in vista di una sua ricostru-
manoscritto a Francesco Juvarra cfr. A. Anche la possibilit di un progetto juvar- no vedi ASMe, Corporazioni religiose sop- zione, almeno parziale, poi mai avvenuta.
Marabottini, Nota introduttiva, ivi, pp. riano a lungo posticipato appare impro- presse, vol. 229, Conse, febbraio 1725 e I frammenti furono accatastati in una
296-302 e bibliografia. ponibile perch Saveria figlia di Don luglio 1725; Susinno, Le vite..., cit., pp. spianata a nord della citt, attigua alledi-
Antonio juniore principe di Scaletta, e il 128 e 284; G. Grosso Cacopardo, Memo- ficio che ospita ancora oggi il Museo
5. In S. Maffei, Osservazioni letterarie che cui nome da laica era Rosalia Ruffo rie dei pittori Messinesi, Messina 1821, p. Regionale di Messina e, dopo essere
possono servire di continuazione al Giornale nacque nel 1704 ed entr nel monastero 167; Accascina, La formazione..., III, cit. rimasti allaperto per circa ottantanni,
de Letterati dItalia, III, Verona 1738. La di San Gregorio solo nel 1725 come edu- [cfr. nota 12], pp. 61-62 e figg. 23-24; sono attualmente depositati nei sotterra-
riedizione pi recente in Filippo Juvarra canda (Messina, Archivio di Stato dora Accascina, Profilo.., cit., pp. 104, 129, nei del nuovo edificio del museo, sorto
architetto delle capitali da Torino a Madrid in poi ASMe , Corporazioni religiose sop- 135, 137, 140 e 244 nota 71; in Di Bella, sulla spianata.
(1714-1736), catalogo della mostra presse, vol. 229, Introito, aprile 1725) e Notizie..., cit., pp. 22 e 26, docc. 15 e 24,
(Torino, Palazzo Reale, 1995), a cura di prese i voti nel 1739 (ASMe, Corporazio- Grosso Cacopardo riferisce di una colla- 26. A. Salinas, G.M. Columba, Terremoto
V. Comoli Mandracci e A. Griseri, Mila- ni religiose soppresse, vol. 230, Introito, 10 borazione tra Cirino e Juvarra per le sce- di Messina (28 dicembre 1908). Opere dar-
no 1995, pp. 429-430. novembre 1739). nografie del Teatro della Munizione a te recuperate dalle RR. Soprintendenze dei

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monumenti, dei musei e delle gallerie di prima erano su una stessa facciata, 1702, tavola 54. Cfr. i disegni di Juvarra coretto sinistro, stato anche possibile
Palermo [Palermo 1915], ed. a cura di F. bianco. in A. Barghini, Juvarra a Roma. Disegni rinvenire il basamento, una lastra in
Campagna, G. Molonia, in Quaderni dallatelier di Carlo Fontana, Torino marmo bianco lavorata a tramischio su
dellattivit didattica del Museo Regio- 35. Ivi, p. 193. 1994, p. 91, fig. 75r. un fondo nero con inclusione centrale in
nale di Messina, 8, 1988. libeccio antico. Nuove fotografie di que-
36. Ivi, pp. 204-206. 43. Accascina, La formazione, III, cit. sti frammenti sono pubblicate in M.P.
27. La Corte Cailler, Il Museo, cit. [cfr. [cfr. nota 12], pp. 150 162; Boscarino, Pavone, Mischi, rabischi e tramischi, in
nota 10]. 37. Si tratta dei fogli MM 122 (armi della Juvarra.., cit. [cfr. nota 23], p. 90; Mil- M.C. Di Natale (a cura di), Splendori di
famiglia Bertoni di Messina), MM 190- lon, Filippo Juvarra. Drawings, cit. [cfr. Sicilia, Milano 2001, pp. 184-191.
28. ASMe, Corporazioni Religiose soppresse, 191 (veduta di Messina) dellalbum di nota 1], p. XXVII.
vol.234, f. 192; al f. 106: Spese fatte New York, T18, T 20, T 91 e T118 (non 53. I contatti fra la Sicilia e la Toscana,
dopo loccorso de terremoti a 5 febbra- identificati), T52 e T59 (disegni eseguiti 44. La sala per le monacazioni fu fatta per la fornitura di marmi, sono documen-
ro 1783 [] per farsi la coverta sopra il a Napoli nel 1706), e T68 (Colosseo) costruire nel 1642 dalla badessa Flavia tati gi dal Quattrocento, ed stato ipo-
coro, diruparsi un pezzo di dammuso [= dellAlbum Tournon, e di alcuni fogli (43- Marquett. La Corte Cailler, La donna, tizzato che proprio seguendo questa via
volta a botte] sopra il coro e scendere la 53; 111-112) della raccolta nota come cit. [cfr. nota 19], pp. 25-26. Per la foto del marmo siano giunti nellisola i primi
gelosia del coro. Il solaio in questione Galleria Architettonica, riferibile allinse- del coretto destro vedi Accascina, Profi- artisti toscani e, successivamente, si sia
doveva essere necessariamente quello del gnamento di Juvarra presso lAccademia lo, cit. [cfr. nota 16], p. 98. diffusa la tecnica dellintarsio marmoreo.
coro, lunico esistente nella chiesa che di San Luca, nel 1707. Cfr. Millon, Filip- Vedi S. Boscarino, Larchitettura dei mar-
era interamente voltata. po Juvarra. Drawings, cit. [cfr. nota 1], 45. Dalle fotografie dei coretti si pu morari immigrati in Sicilia tra il Quattro-
pp. XXVI-XVII, nota 86. intravedere che lapertura retrostante si cento e il Cinquecento, in Storia Architet-
29. La Corte Cailler, Il Museo, cit. [cfr. concludeva pi in basso dellarchitrave e tura, IX, 1-2, 1986, pp. 63-76; S. Piazza,
nota 10]. 38. MM 014; Millon, Filippo Juvarra. la cornice esterna non corrispondeva I marmi mischi delle chiese di Palermo,
Drawings, cit. [cfr. nota 1], p. 177. dunque alla reale sagoma della finestra. Palermo 1992, pp. 18-20. I marmi tosca-
30. ASMe, Corporazioni Religiose soppresse, ni venivano imbarcati nel porto di Livor-
vol. 234, ff. 192 ss., e ASMe, Fondo nota- 39. Torino, Biblioteca Nazionale, Ris 59- 46. Studio di Architettura, cit. [cfr. nota no e seguivano una rotta che, dopo aver
rile, notaio Antonino Bruno, vol. 1061, 4, f. 81. Vedi L. Rovere, V. Viale, A. 42], tavv. 35 e 63. toccato Napoli, passava da Messina per
ff. 871 ss. Brinckmann, Filippo Juvarra, Milano approdare poi a Palermo, da dove le navi
1937, tav. 188. 47. La Corte Cailler, Il Museo, cit. [cfr. ripartivano con un carico dei ricercati
31. Le due colonne esterne sono dise- nota 10]. diaspri locali, molto apprezzati a Firenze
gnate con un diametro maggiore rispetto 40. G. Gritella, Juvarra. Larchitettura, I- e usati per i lavori a commesso. Vedi M.
a quelle dellemiciclo, dunque sarebbero II, Modena 1992, II, p. 335, figg. 427- 48. comunque certo che non era Save- Berti, Il rischio nella navigazione commer-
state anche pi alte e avrebbero raggiun- 428, e cfr. figg. 419-422. ria Ruffo, come scritto da Viale ciale mediterranea nel Seicento, in La rivolta
to il livello della tribuna. (Mostra..., cit. [cfr. nota 2], p. 42) forse di Messina (1674-1678) e il mondo mediter-
41. Secondo J. Connors lovale nella fac- fraintendendo quanto scritto dallAcca- raneo nella seconda met del Seicento, atti del
32. La continuazione del disegno 194 ciata di San Carlino non era previsto nel scina (La formazione, III, cit. [cfr. nota convegno storico internazionale (Messina
nella pagina 199 dovuta a un errore di progetto di Francesco Borromini e 12], p. 153) che ne riporta il nome come 10-12 ottobre 1975), a cura di S. Di Bella,
rilegatura del foglio. Millon, Filippo sarebbe dovuto allintervento del nipote committente della facciata. Lo stesso Cosenza 1979.
Juvarra. Drawings, cit. [cfr. nota 1], pp. Bernardo, che copi lelemento da Ber- dicasi per M. Viale Ferrero, Filippo
205-206. nini (altare della cappella Fonseca in San Juvarra scenografo e architetto teatrale, 54. G. Montana, V. Gagliardo Briuccia, I
Lorenzo in Lucina e altare maggiore Torino 1970, p. 7. Millon (Filippo Juvar- marmi e i diaspri del barocco siciliano,
33. La scala proporzionale divide lo spa- della chiesa di San Tommaso a Castel ra. Drawings, cit. [cfr. nota 1], p. 329 Palermo 1998, pp. 73-74, e recensione di
zio dallasse di simmetria alla parete Gandolfo). Vedi J. Connors, A copy of nota 3) not trattarsi di una svista dato L. Lazzarini, in Recupero e Conserva-
destra della navata in quindici unit rag- Borrominis S. Carlo alle Quattro Fontane che Saveria, il cui nome da laica era zione, 27, aprile-maggio 1999, pp. 10-
gruppate per tre; la scala metrica invece in Gubbio, in The Burlington Magazi- Rosalia, era nata nel 1704. Nonostante la 11 con correzioni e precisazioni. Per i
si compone di quaranta unit, di cui le ne, CXXX-VII, 1995, pp. 588-599, in rettifica di Millon lerrore ricompare marmi usati a Messina nella prima met
prime dieci, a gruppi di due, sono tutte part. p. 597, e Id., in Borromini e luniver- negli scritti di Gritella, Filippo Juvarra..., del Settecento: Di Bella, Notizie..., cit.
segnate, mentre delle successive sono so barocco, catalogo della mostra (Roma, cit. [cfr. nota 40], I, p. 55, G. Cantone, [cfr. nota 16], che riporta numerosi con-
segnate solo le decine. In corrispondenza 2000), a cura di R. Bsel, C. L. Frommel, Intorno a Filippo Juvarra: i disegni napole- tratti. Allinterno di San Gregorio luni-
della decima unit segnato il numero Milano 2000, p. 111. Cfr. C.L. From- tani, in Filippo Juvarra e larchitettura co altro marmo verde era il verde di
10 mentre la trentesima erroneamen- mel, H. Schlimme, Le facciate di San Car- europea, catalogo della mostra (Napoli, Calabria o di Cimigliano, come era chia-
te indicata come 25. Rapportando la lino, in Francesco Borromini, atti del con- Palazzo Reale, Sala Dorica, 19 giugno- mato dal nome della localit di cava.
scala metrica alla larghezza della navata, vegno (Roma, 2000), a cura di C.L. 19 settembre 1998), a cura di A. Bonet
essa risulta composta di 48 unit che, Frommel, E. Sladek, Milano 2000, pp. Correa, B. Blasco Esquivias, G. Cantone, 55. G. Dardanello, Disegno e colore negli
moltiplicate per la misura del palmo 45-67. Linclinazione verso il basso, non Napoli 1998, p. 161, nota 5, e di A. Gri- altari di Filippo Juvarra, in Filippo Juvar-
messinese corrispondente a cm 25,8 , presente nel modello berniniano, fa rite- seri, Libro di pi pensieri darchitettura di ra architetto delle capitali, cit. [cfr. nota
dnno una larghezza di 12,384 metri. nere che Juvarra pensasse alla facciata di Filippo Juvarra, Torino 1998, p. 20. Per 5], pp.257-268.
Ognuno dei moduli proporzionali corri- San Carlo piuttosto che a San Lorenzo la presenza di Saveria Ruffo nel monaste-
sponde invece a met della larghezza in Lucina o a San Tommaso in Castel- ro di San Gregorio cfr. infra, nota 11. 56. Millon, Filippo Juvarra. Drawings,
della parasta angolare. Prendendo come gandolfo. Daltra parte possibile che cit. [cfr. nota 1], p. 205.
riferimento la parasta esistente dallaltro Juvarra ritenesse la facciata interamente 49. MM 124. Cfr. Millon, Filippo Juvar-
lato del transetto, simmetrica a quella autografa di Francesco Borromini, dato ra. Drawings, cit. [cfr. nota 1], p. 57. 57. Alla base sinistra del cancello visibi-
disegnata da Juvarra, si ricava che un che la sua conoscenza diretta dei disegni le anche un paracarro.
modulo rappresenta una misura reale di borrominiani (McPhee, The Vatican 50. Madrid, Biblioteca Nacional, B-
cm 40: moltiplicando questa misura per Album, cit. [cfr. nota 6], pp. 32-35) 8317r. Riprodotto in Filippo Juvarra e 58. Vedi in particolare i disegni Roma,
lintera scala, si ha che dallasse di sim- resta ancora da dimostrare. Per luso di larchitettura europea, cit. [cfr. nota 48], p. Accademia di San Luca 142, e Madrid,
metria sino alla parete destra della nava- questo motivo a Roma nella prima met 205, fig. 42a. Biblioteca Nacional, B 8163, riprodotti a
ta ci sono 6 metri, e quindi la larghezza del XVIII secolo vedi N.A. Mallory, colori in Filippo Juvarra e larchitettura
complessiva di 12 metri. Roman Rococo Architecture from Clement 51. Wien, Oesterreichischen Nationalbi- europea, cit. [cfr. nota 48], pp. 187, fig.
XI to Benedict XIV (1700-1758), Ph.D. bliothek, riprodotta in M. Viale Ferrero, 21, e 188, fig. 23.
34. Il testo della nota al foglio MM 128 dissertation, Columbia University 1965 Set Design (1709-1714), in Griseri et al.,
: Si prega il Sig.re D. Felippo dal / (pubblicata: New York 1977), in partico- Filippo Juvarra. Drawings, cit. [cfr. 59. Unidea simile in una prospettiva
Sig.re Cav.re Franco Fontana favo/rire lare pp. 58-63, e Ead., The Architecture of nota 6], p. 241, fig. 17. per villa Cenami a Lucca, datata 14 otto-
di fare le piante in questi / due disegni e Giuseppe Sardi, in Journal of the Society bre 1716. Vedi Barghini, Juvarra, cit.
dargli dacquerello / perch io sar a of Architectural Historian, XXVI, 1967, 52. Nei magazzini del Museo Regionale [cfr. nota 42], p. 61, fig. 32r.
venti ore / per andare con lei allo studio pp. 83-101. di Messina, si conserva gran parte dei
/ per portare li su detti allo studio / per- marmi provenienti dai coretti. Gli ele- 60. Al verso era il disegno 190/191, a
ch hanno dandare a ventuno / ora dal 42. Studio di Architettura civile sopra gli menti rossi sono scolpiti in libeccio anti- pagina doppia, con due disegni sovrap-
Card. Panfilij e lo / riverisco e fava al ornamenti di Porte e Finestre tratti da co di Custunaci (stipiti delle porte del posti orizzontalmente: nella parte supe-
culo e bene indentro a V. S.. Cfr. Mil- alcune Fabbriche insigni di Roma con le livello superiore) e in rosso di Taormina riore una veduta di Messina e in quella
lon, Filippo Juvarra. Drawings, cit. [cfr. misure piante modini e profili, opera de pi (balaustri), quelli gialli in marmo di inferiore una fantasia architettonica.
nota 1], p. 195. Il foglio MM 196/197, celebri architetti de nostri tempi, pubblica- Castronovo, mentre per il verde usato
reca sul verso il disegno di un sarcofago, to sotto gli auspici della S.ta di N. S. Cle- il verde antico, impiallacciato su struttu- 61. Millon, Filippo Juvarra. Drawings,
mentre il verso dei fogli 194 e 199, che mente XI da Domenico De Rossi, Roma re in marmo bianco. Della finestra del cit. [cfr. nota 1], p. 205. Nella scheda dei

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15|2003 Annali di architettura


Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza www.cisapalladio.org
disegni per il coro ripete lindicazione 73. Millon, Filippo Juvarra. Drawings, 83. L. Marcucci, G. Tozzi, Su Giacomo 93. G. Dardanello, Filippo Juvarra, pen-
Unpublished drawings in the Bibliote- cit. [cfr. nota 1], pp. 53 e 207; Barghini, Del Duca, architetto del Senato di Messina, sieri e architettura. I volumi di disegni delle
ca Nacional in Madrid (Madrid 8177 Juvarra, cit. [cfr. nota 42], p. 54, fig. 24r. in Palladio, 11, gennaio-giugno 1993, collezioni pubbliche torinesi, in Filippo
recto and verso and 8178) may relate to pp. 71-92. Per le finestre termali nella Juvarra, pensieri e architettura, guida alla
the altar designs for San Gregorio (ivi, 74. Oggetto di esercitazione allAccade- facciata del collegio dei teatini F. Borsi, mostra (Torino, 15 settembre-7 novem-
I, p. 195). mia di San Luca, anchessi furono studia- Guarino Guarini a Messina, in Guarino bre 1999), a cura di G. Dardanello, M.
ti da Juvarra (ivi, pp. 75, fig. 52r, e 124). Guarini e linternazionalit del barocco, atti Gattulo, I. Massab Ricci, Torino 1999,
62. Ivi, p. 326. del convegno (Torino, 30 settembre-5 pp. 5-12.
75. Hager, Il significato, cit. [cfr. nota ottobre 1968), I-II, Torino 1970, I, pp.
63. Gritella, Filippo Juvarra..., cit. [cfr. 3], pp. 63-98. Per il disegno di Fontana 71-90, fig. 4. 94. Lettera di Juvarra al marchese dOr-
nota 40], II, pp. 384-89. cfr A. Braham, H. Hager, Carlo Fontana: mea (Roma, 15 marzo 1732), pubblicata
the Drawings at Windsor Castle, London 84. Vita..., cit. [cfr. nota 4], p. 277. in Rovere, Viale, Brinckmann, Filippo
64. Per laltare del Crocifisso: La Corte 1977, p. 39, 45, nn. 35 e 37, tav. 10 ss. Juvarra, cit. [cfr. nota 39], p. 96.
Cailler, Il museo.., cit. [cfr. nota 10]. La Che la cappella di Fontana sia stata stu- 85. Lincisione contenuta in F. Bian-
pala di San Benedetto, datata 1577, era diata da Juvarra attestato anche dalla chini, De kalendario et cyclo Caesaris,
stata invece dipinta da Antonello Riccio. presenza di due incisioni che rappresen- Roma 1703, riprodotta in J.S. Acker-
Vedi Hackert, Grano, Memorie, cit. tano la soluzione finale, nellalbum di mann, Larchitettura di Michelangelo,
[cfr. nota 15], pp. 67-70, con fotografia a Vincennes (Barghini, Juvarra..., cit. [cfr. Torino 1988, fig. 152. Per unanalisi del-
colori della tavola a p. 69. nota 42], pp. 97-98, figg. 85r e 89r), e del lattivit di Juvarra come incisore vedi
disegno T 024 in quello ex Tournon. Cfr. O. Mischiati, M. Viale Ferrero, Disegni e
65. G. Buonfiglio Costanzo, Messina Millon, Filippo Juvarra. Drawings, cit. incisioni di Filippo Juvarra per edizioni
citt nobilissima, Venezia 1606, ff. 22- [cfr. nota 1], p. 76. romane del primo Settecento, in Atti del-
23r; P. Samperi, Iconologia della Gloriosa lAccademia delle Scienze di Torino,
Vergine Madre di Dio Maria Protettrice di 76. A. Pozzo, Prospettiva de pittori e archi- XC, 1975-76, pp. 211-274, e Millon,
Messina, divisa in cinque libri, ove si ragio- tetti. Parte II, Roma 1700. Filippo Juvarra. Drawings, cit. [cfr.
na delle immagini di Nostra Signora, che si nota 1], pp. 351-355.
riferiscono ne Tempij e Cappelle pi famo- 77. I cibori progettati in seguito da
se di Messina, Messina 1644, pp. 409- Juvarra si allontaneranno dal modello di 86. MM 13, vedi Millon, Filippo Juvarra.
413. Il mosaico attualmente esposto Pozzo, tuttavia un tempietto simile al Drawings, cit. [cfr. nota 1], pp. 7 e 177.
nella prima sala del Museo Regionale di ciborio di San Gregorio in una fantasia
Messina. architettonica al foglio 79 dellAlbum 87. Dresden, Gabinetto Nazionale delle
Tournon; vedi Millon, Filippo Juvarra. stampe, Cod. ca. 66, ff. 5, 20, 33, 40 e 45
66. G. La Corte Cailler, I di Giovanni Drawings, cit. [cfr. nota 1], pp. 103 e (vedi Brinckmann, Rovere, Viale, Filippo
Alliata da Messina, Napoli 1913, e Id., La 239; Griseri, Libro, cit. [cfr. nota 48], Juvarra..., cit. [cfr. nota 39], tavv. 25, 26,
donna nella beneficenza dal XII al XIX seco- p. 159. 28, 30 e p. 112). E Torino, Museo Civi-
lo, in Atti della Reale Accademia Pelori- co, Raccolte juvarriane, vol.I, ff. 23, 28, 30,
tana, XXIV, 1913, p. 20. 78. La Corte Cailler, La donna, cit. [cfr. 64, 67 (vedi Brinckmann, Rovere, Viale,
nota 19], p. 81. Filippo Juvarra..., cit. [cfr. nota 39], tavv.
67. Vedi Hackert, Grano, Memorie, cit. 19, 20-23).
[cfr. nota 15], pp. 86-90, e Susinno, Le 79. Susinno, Le vite, cit. [cfr. nota 16],
vite..., cit. [cfr. nota 16], p. 152. p. 152. 88. Brinckmann, Rovere, Viale, Filippo
Juvarra..., cit. [cfr. nota 39], tavv. 184-
68. La pala venne commissionata per il 80. Vita, cit. [cfr. nota 4], p. 276. 186.
tramite di Antonio Ruffo della Scaletta,
zio della monaca e collezionista darte, 81. Questi libri sono citati come Scuola 89. Millon, Filippo Juvarra. Drawings,
gi committente di Guercino e mecenate de celebri antichi architetti e Roma Antica. cit. [cfr. nota 1], pp. 128-129 e 272-273.
del padre di Filippo Juvarra, Pietro. Vedi Lo Studio di Architettura edito da De
V. Ruffo, La Galleria Ruffo nel secolo XVII Rossi nel 1702, nel titolo completo, reca 90. Il motivo delle teste di cherubini
a Messina (con lettere ed altri documenti ine- la dicitura celebri architetti, anche se non sporgenti da una sagoma con curvatura a
diti), in Bollettino dArte, 1916, pp. laggettivo Antichi [cfr. infra nota 42]; per S era infatti tipico della coeva produ-
165-192. un confronto fra i disegni di Juvarra e le zione orafa messinese, prediletto in par-
incisioni di De Rossi: McPhee, The Vati- ticolare dagli Juvarra e dagli argentieri a
69. La Corte Cailler, La donna, cit. [cfr. can Album..., cit. [cfr. nota 6], p. 47, essi legati. Cfr. Orafi e argentieri al Monte
nota 19], pp. 76-78. Appendix 3. La Roma Antica pu essere di Piet: artefici e botteghe messinesi del sec.
identificata con lomonima guida pubbli- XVII, catalogo della mostra (Messina,
70. Giornale dellIntroito et Exito del Ven.e cata da Famiano Nardini nel 1665 e Monte di Piet, 18 giugno-18 luglio
Monast.ro di S. Greg.o di Messina, 1701, stampata numerose volte che Juvarra 1988), Messina 1988, schede n. 16, pp.
BRMe, Sezione manoscritti, F.N. 83, alla possedeva e di cui si serv varie volte. Cfr. 186-187; n. 21, pp. 198-199; n. 35, pp.
voce Chiesa, giorno 24 dicembre, per J. Pinto, Filippo Juvarras Drawings depic- 226-227; n. 41, pp. 238-239; n. 44, pp.
dui quattri per lalt.e di S. Silvia tar 1. I ting the Capitolin Hill, in The Art Bulle- 244-245.
quattri erano laterizi. tin, 1980, pp. 598-615, e S. Rossetti (a
cura di), Roma. A bibliography from the 91. Al baldacchino del duomo aveva
71. Lobiezione di Millon a una colloca- invention of printing through 1899, I-II, lavorato anche Pietro Juvarra, padre di
zione dellaltare su questa parete che Firenze 2000-2001. Due disegni per sce- Filippo, mentre un suo allievo, Domeni-
qui non era possibile aprire finestre per nografie teatrali da realizzare a Napoli, co Melluso, aveva realizzato le balaustre
la presenza del campanile, ma il campa- datati 1706, indicano che Juvarra cono- dellaltare di SantIgnazio. Vedi Musoli-
nile, come si detto, fu completato solo sceva gi la veduta per angolo teorizzata da no, Aspetti della produzione orafa, cit.
pi tardi, nel 1717, e non si conosce lal- Galli Bibiena, e che forse possedeva, o [cfr. nota 7], in part. pp. 249-250, per il
tezza di eventuali strutture precedenti. aveva studiato, le Varie opere di prospettiva baldacchino, e 253-254 per i rapporti fra
inventate da Ferdinando Galli Bibiena, Melluso e Pietro Juvarra, e Ead., Argen-
72. Gallo, Apparato..., cit. [cfr. nota 11], stampato a Bologna nel 1701. Cantone, tieri messinesi, cit. [cfr. nota 7], pp.
p. 156, e La Corte Cailler, La donna, Intorno a Filippo Juvarra, cit. [cfr. nota 135-138. Per la partecipazione dellar-
cit. [cfr. nota 19], pp. 76-78. Nel disegno 48], pp. 154-155. Per la datazione del gentiere messinese allaltare di SantI-
Madrid 8177r le linee che suggeriscono libro di Bibiena vedi M. Pigozzi, Ferdi- gnazio vedi Susinno, Le vite, cit. [cfr.
la parete laterale destra della cappella, e nando Galli Bibiena: Varie opere di Archi- nota 16], p. 260, e P. Pecchiai, Il Ges di
la presenza del ciborio, indicano che si tettura. Traduzione e diffusione di tipologie Roma, Roma 1952, pp. 176, nota 2, e
tratta della cappella maggiore; gli altari in centri e periferie, in M. Fagiolo, M.L. 189-190.
della testata del transetto si trovavano Madonna (a cura di), Il Barocco Romano e
molto pi distanti dalle pareti, e per lEuropa, Roma 1992, pp. 635-658. 92. In particolare sembra rifarsi al fregio
quanto riguarda gli altari del Crocifisso e del vestibolo a porte binate di San Gio-
di San Gregorio, quelli alla cui destra 82. Accascina, La formazione, III, cit. vanni in Laterano, che lo stesso Juvarra
esisteva una parete cos vicina, in essi non [cfr. nota 12], p. 154, e Ead., Profilo, cit aveva rilevato. Cfr. Barghini, Juvarra,
era possibile lapertura di finestre. [cfr. nota 16], pp. 95-96. cit. [cfr. nota 42], p. 75, figg. 52r e 52r.

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