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RICCARDO BERTI
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Tenda del Sultano al al-Dn al-Ayybi (in Occidente meglio conosciuto come
Saladino). La scena che si presenta a Guido di Lusignano, re dei Franchi, appena
sconfitto in maniera bruciante ai Corni di Hattin, orribile. Sulla sabbia giace un corpo
decapitato, la cui testa, nella quale ancora impressa la smorfia dellultimo soffio di una
burrascosa esistenza, nelle mani del suo giustiziere, giustappunto Saladino. Il cadavere
mutilato quello di Rinaldo di Chatillon, signore dOltregiordano e passato alle
cronache (nobili o meno nobili) come il Nemico dei Musulmani per antonomasia.
Su questa raccapricciante scena torneremo alla fine del nostro scritto, dove saranno le
fonti arabe a parlare; adesso vogliamo analizzare meglio la figura di questo poco
illuminato signorotto di origine francese, che volente o nolente, ha inciso in maniera
tangibilmente negativa sugli eventi e sulla fine del Regno dOutremer. La battaglia dei
Corni di Hattin fu la svolta decisiva per le sorti del Regno di Gerusalemme (una sorta di
Stalingrado crociata). A dire il vero, il principale responsabile della disfatta dellesercito
crociato, fu il loro comandante e sovrano, Guido di Lusignano, ma lirruento Rinaldo
ebbe non pochi meriti (o forse meglio dire colpe) nello scatenare le ire dei Musulmani,
fino a quel momento tenute a freno mediante la fragile tregua accordata da Saladino al
re lebbroso Baldovino IV, morto a 24 anni poco tempo prima. Tra laltro, al momento
della battaglia decisiva sul trono del Regno di Gerusalemme siedeva la sorella di
Baldovino, Sibilla, andata in sposa proprio a Guido di Lusignano.
Ma torniamo al barbuto signore dOltregiordano (cos lo dipingono fisicamente i ritratti
depoca come quello che troviamo nella Historia di Guglielmo di Tiro). Prima di narrare
la fine degli eventi occorre quindi ripercorrere brevemente le tappe biografiche della
vita di Rinaldo.
Lorigine nobiliare
La data di nascita non si conosce con certezza, ma alcuni la fanno risalire intorno al
1125, quando il nascituro viene alla luce da una nobile famiglia dello Chatillon, nella
Champagne francese, famiglia peraltro prestigiosa a cui era appartenuto Eudes di
Chatillon, che sarebbe passato alla storia con il nome di Urbano II, il Papa che secondo
la storiografia fu colui che dette limpulso maggiore alla nascita della Prima Crociata. Il
famoso discorso di Urbano II tenuto il 27 novembre 1095 al Concilio di Clermont fu la
risposta alla lettera che Alessio Comneno, imperatore di Bisanzio, aveva inviato in
Europa implorando aiuto per lImpero minacciato dallattacco dei Selgiuchidi, le cui
truppe si stavano avvicinando pericolosamente a Costantinopoli dopo aver massacrato
una moltitudine di pellegrini cristiani nei luoghi di culto della Terrasanta.
Le testimonianze peraltro non confermate ci riportano il discorso papale in questo
modo: Nel nome di Dio, diceva la lettera, vi imploro di portare tutti i soldati fedeli a
Cristo. Se verrete, riceverete il giusto guiderdone nell'alto dei cieli; se non verrete,
ricadr su di voi il castigo di Dio". La folla enorme che ascoltava il Papa si mise a
gridare "Dieu li volt!" (Dio lo vuole) e cominci immediatamente ad armarsi e a cucire
sui mantelli il simbolo della croce e in pochi mesi furono tutti pronti a partire.
Raffigurazione di Rinaldo di Chatillon a fianco della statua in onore del Saladino, a Damasco (Siria)
1
Intervista a Franco Cardini, La crociata, l'idea, la storia, il mito, 14/4/2000, Rai Educational
Romantico cinismo
La prigionia
Rinaldo, durante la sua prigionia, rimase vedovo, essendo morta nel 1163 la moglie
Costanza. Ma le evidenti protezioni di cui godeva e la sua sfrenata ambizione gli
diedero la possibilit di risposarsi e riaccasarsi con un altro matrimonio ben pianificato.
Di li a poco ebbe la possibilit di prendere in moglie la doppiamente vedova Stefania di
Milly, i cui mariti Umfredo III di Torno e Miles di Plancy, le avevano lasciato in eredit
la Signoria di Oltregiordano. La zona, non ben definita da confini naturali, si estendeva
ad est del fiume Giordano e corrisponde in buona parte al territorio che oggi fa parte
della nazione Giordania. Ai tempi delle crociate, le punte di diamante di questo
territorio erano le inespugnabili (si diceva allora) fortezze di Kerak e Shawbak, a sudest
del Mar Morto.
Gli anni che precedettero la disfatta di Hattin si svolsero tra flebili tregue e pirateschi
attacchi fra Crociati e Musulmani, situazione bellicosa a cui ovviamente Rinaldo
contribu in maniera concreta, violando ripetutamente i rari momenti di pace fra i due
contendenti.
Approfittando della comoda posizione in cui si trovava la Transgiordania, Rinaldo
cominci una lunga serie di scorribande ai danni di carovane musulmane che non fecero
che accrescere lodio arabo nei suoi confronti; gi nel 1181 si hanno notizie di lui per
lattacco ad ricca carovana nei dintorni di Taima.
Allinizio del 1183, la sfrontatezza di Rinaldo raggiunse il suo apice; nonostante i
tentativi pacificatori di Re Baldovino IV, si mise alla testa di una piccola flotta salpata
da Eliat comportandosi da vero pirata nelle acque del Mar Rosso, fino a giungere al
porto di Aidib, proprio di fronte alla Mecca.
Lesercito arabo giunto in zona e comandato dal fratello di Saladino, al-Malik al-dil,
riusc a catturare un buon numero di soldati di Rinaldo che furono torturati e decapitati,
dietro ferma richiesta dello stesso Saladino. Fu proprio qui che il Sultano giur vendetta
al principe franco.
E il Runciman che ci descrive lepilogo di questa spudorata scorreria: Costeggiando
la sponda africana del Mar Rosso, predando le piccole citt costiere davanti a cui
passavano e, infine, attaccando e saccheggiando Aidib, il grande porto della Nubia,
dirimpetto alla Mecca. () incendiarono le navi che si trovavano ad al-hawra e a
yambo, i porti di Medina, poi penetrarono fino ad ar-Raghib uno dei porti della Mecca
vera e propria. Tutto il mondo musulmano era orripilato () Il fratello di Saladino,
Malik al-Adil, governatore dellEgitto, corse ai ripari: lammiraglio egiziano Husam
ed-Din Lulu riconquist Aila, da cui Rinaldo si era gi ritirato, poi raggiunse la flotta
corsara al largo di al-Hawra, la distrusse e cattur quasi tutti gli uomini che si
trovavano a bordo. Alcuni di essi vennero inviati alla Mecca per essere giustiziati
Tutti gli altri vennero condotti al Cairo dove furono decapitati. Saladino giur
solennemente che Rinaldo non sarebbe mai stato perdonato per quel tentato oltraggio.2
Una questione che taluni tralasciano nel ricordare gli eventi antecedenti la battaglia di
Hattin il fatto che in quegli anni il regno di Gerusalemme era alle prese con una
miriade di aspre lotte intestine.
Il re lebbroso Baldovino IV era riuscito a tenere flebilmente unite sotto linsegna della
Vera Croce tutte le anime del regno, ma i continui battibecchi fra i baroni cristiani non
permisero mai una vera coesione dei Regni Latini in Oltremare, e facilitarono il compito
dei sultani musulmani. Quando nel 1185 la lebbra riusc ad avere vinta del giovane
sovrano, fu inevitabile lo scatenarsi della disputa per la successione, dopo la breve
reggenza e la prematura morte dellinfante Baldovino V. Due in particolare le fazioni in
lotta, guidate rispettivamente dal Conte Raimondo di Tripoli, a detta delle cronache
persona carismatica e di buon senso, e da Guido di Lusignano, noto approfittatore e
dotato di scarse capacit militari, come si potr appurare in seguito.
Fra i due riusc a prevalere Guido, sponsorizzato da due celebrit del regno latino
quali Rinaldo di Chatillon (che nonostante la sua condotta irrequieta aveva comunque
un buon seguito e una discreta considerazione fra i baroni di Terrasanta) e Gerard di
Ridefort, il Gran Maestro dei Templari.
A tal proposito interessante notare come Peter Partner descrive la figura di Ridefort: Il
Gran Maestro a quel tempo, una delle figure pi controverse nella Storia dellOrdine.
Prima di diventare un Templare pare sia stato un cavaliere avido e ambizioso, recatosi
in Terrasanta al solo scopo di farvi fortuna. Nel 1186 le inimicizie e le ambizioni
personali di Gerard lo spinsero a sostenere lincoronazione a regina della sorella di re
Baldovino IV, Sibilla. Cos facendo, egli contribu a creare una pericolosa spaccatura
in seno alla reggenza politica del regno di Gerusalemme, in un momento critico delle
sue alterne vicende.3
Ben diversa era la situazione fra i musulmani. Il successore di Norandino, il curdo Salah
ad-Din, aveva terminato lopera del suo predecessore, riunendo in un unico regno i
possedimenti siriani e quelli del califfato dei Fatimidi egiziani, diventandone il Sultano,
2
Steven Runciman, Storia delle Crociate, 1966, Giulio Einaudi Editore, p. 653-654
3
Peter Partner, I Templari, 1987, Einaudi, p. 32.
con la ferma intenzione di stringere in un morsa i regni crociati, e procedere celermente
alla riconquista di Gerusalemme, rispedendo in mare i Franchi.
Fin dal 1183 vigeva un armistizio tra i due blocchi, ma di tanto in tanto Rinaldo di
Chatillon non si faceva certamente scrupolo di assalire le carovane di pellegrini
musulmani piombando sugli sventurati direttamente dalla sua roccaforte di Kerak.
Il Sultano, dal canto suo, stava soltanto attendendo il momento propizio e il casus
belli adeguato, per rompere la tregua e riprendersi la Terrasanta.
E fu proprio Rinaldo a dargliene per lennesima volta un buon motivo. Qualche anno
dopo, nel 1186, durante lultima momentanea tregua, Rinaldo non trov di meglio che
assaltare e catturare una carovana che transitava nellOltregiordano, in direzione di
Damasco. Rinaldo, in pieno raptus piratesco/religioso, nonostante gli ultimatum
musulmani non solo non restitu le mercedi rapinate ma fece giustiziare tutti i
prigionieri, provocando le ire del Sultano, che promise tremenda vendetta nei
confronti dellodiato nemico; nel frattempo, Guido di Lusignano, che dopo la morte
dellinfante Baldovino V aveva sposato Sibilla (la sorella di Baldovino IV) si era posto
a capo del Regno dei Franchi, e aveva tentato lennesima mediazione per evitare la
guerra. Ma il destino di Gerusalemme scorreva inesorabile.
Ecco come ci narra lepisodio lo storico arabo Ibn Al-Athir: Il principe Arnt signore
di al-Karak (nda. Rinaldo di Chatillon) ero uno dei maggiori e pi protervi baroni
franchi, fierissimo nemico dei Musulmani e a loro sommamente infesto. Il che visto,
Saladino era mosso pi volte ad assediarlo e a far scorreria sulle sue terre. Quegli,
umiliatosi, aveva chiesto pace a Saladino, che gliela aveva concessa; si era quindi
giurata dalle due parti una tregua e le carovane transitavano liberamente dallEgitto
alla Siria e dalla Siria allEgitto. Or questanno 582 (1186) pass presso di lui una
grande e ricca carovana, con molti uomini e buona scorta di truppe; e quel maledetto li
assal a tradimento, li cattur tutti quando, pred le loro robe, bestie e armi, e cacci in
carcere tutti i prigionieri. Saladino mand a rimproverarlo e rinfacciargli il suo
tradimento, minacciandolo se non avesse rilasciato i prigionieri e le robe, ma colui non
accondiscese e si ostin nel rifiuto, onde Saladino fece voto di ucciderlo se si fosse
impadronito di lui; e ne segu quello che a Dio piacendo racconteremo.4
Il Sultano non aspettava altro che una provocazione del genere, per muovere guerra al
Regno di Gerusalemme. Per un certo periodo Saladino trov anche inaspettate sponde
fra i baroni crociati; inaspettate quanto inutili, vista ormai che la guerra era
improcrastinabile.
I Corni di Hattin
Tra maggio e giugno 1187 i due schieramenti cominciarono la loro preparazione alla
battaglia. Lesercito di Saladino era fermo a Tal'Ashtarah, in attesa di ulteriore rinforzi e
di controllare le mosse dei Crociati. Le diverse fonti parlano di un armata composta tra i
40.000 e i 50.000 uomini, militarmente preparati e ottimamente addestrati. Si
distinguevano fra di essi le elitarie truppe di Mamelucchi, la fanteria egiziana, la
cavalleria araba, numerosi gruppi di arcieri e migliaia di unit ausiliarie quali compagini
di volontari ascari e di mercenari turchi. Nonostante la moltitudine di uomini da gestire
e la diversit di etnie (arabi, curdi, turchi, siriani, turcomanni, beduini, egiziani),
lesercito del Sultano era compatto in maniera ferrea e ben determinato allobiettivo.
Guido di Lusignano invece radun i Cristiani a Seforia, in Galilea. Le truppe crociate
erano sicuramente in inferiorit numerica non arrivando oltre le 20.000 unit, anchesse
con reparti di Cavalleria di assoluto prestigio quali Templari, Ospitalieri e di qualche
manipolo di Balestrieri che curiosamente furono assoldati con il denaro inviato da
Enrico II, re d'Inghilterra, in espiazione dell'assassinio di Thomas Becket. Per il resto, la
gran parte dellesercito crociato era costituito da tutta fanteria, peraltro scarsamente
motivata. Va da s capire che poche centinaia di cavalieri cristiani avrebbero avuto la
peggio contro la cavalleria araba composta da migliaia di unit altamente preparate ed
agguerrite. In definitiva, fu un vero e proprio suicidio militare.
Alla fine di giugno lesercito di Saladino entr in territorio cristiano puntando verso
Tiberiade, che pose immediatamente sotto assedio con un risicato numero di truppe. A
difendere (si fa per dire) Tiberiade era rimasta Eschiva di Bures, la moglie di Raimondo
di Tripoli. Fondamentale fu la mossa del Sultano di mandare ad assediare la citt
soltanto poche truppe scelte, lasciando il grosso dellesercito in attesa delle mosse di
Guido di Lusignano. La strategia del Saladino fu fatale per i Crociati perch i loro
comandanti militari abboccarono allamo. Nonostante un burrascoso Consiglio di
guerra dove il Conte di Tripoli si dichiar disposto a sacrificare la fortezza di Tiberiade
pur di evitare la disfatta, le sconsiderate ire di vendetta fagocitate da Gerard de Ridefort
e dal prode (sic) Rinaldo, ebbero la meglio nella votazione e si decise per lattacco.
Lesercito crociato part da Seforia alla volta di Tiberiade, sotto un torrido sole estivo.
La strada era stata gi battuta dal Sultano che era perfettamente a conoscenza della
totale assenza di acqua e di rifornimenti lungo la strada, elemento questo che si riveler
determinante per la vittoria finale. Lesercito dei Crociati si ritrov completamente
accerchiata ai Corni di Hattin in preda alla sete spasmodica. La loro unica speranza era
puntare verso le sorgenti pi vicine dove rifocillarsi, ma Saladino, abile stratega
militare, sbarr immediatamente la strada frapponendosi tra lesercito di Guido e
lacqua ristoratrice, con una miriade di uomini assai motivati per compiere quelleroica
impresa che era la riconquista della Terrasanta. I Crociati provarono pi volte a rompere
lassedio ma soltanto un manipolo di uomini guidato dal Conte di Tripoli riusc
nellimpresa. Il resto dellesercito Crociato, ormai sfinito sotto i colpi della cavalleria
saracena, nonostante il suo provato eroismo e nonostante i ripetuti tentativi di ribaltare
le sorti della battaglia, fu completamente annientato. Ecco come descrive la tragica
scena lo storico Abu Shama: Sirio gettava i suoi raggi su quegli uomini vestiti di ferro e
la rabbia non abbandonava i loro cuori. Il cielo ardente accresceva la loro furia; i
cavalieri caricavano, ad ondate successive nel tremolio dei miraggi, fra i tormenti della
sete, in quel vento infuocato e con l'angoscia nel cuore. Quei cani gemevano sotto i
colpi, con la lingua penzoloni dall'arsura. Speravano di raggiungere l'acqua, ma
avevano di fronte le fiamme dell'inferno e furono sopraffatti dall'intollerabile calura.5
Al termine del massacro furono catturati sia re Guido, sia il Gran Maestro Templare
Gerard de Ridefort, sia lo sventurato Rinaldo, ignaro (ma forse nemmeno troppo) della
sorte che lo attendeva.
In morte di Rinaldo
Alla fine della battaglia la scena che si presentava era quella che ci descrive nei minimi
particolari Imad ad-Din, segretario del Saladino: "Io passai accanto a loro, e trovai le
membra dei caduti gettate ignude sul campo di battaglia, disperse in pezzi sul luogo
dello scontro, dilacerate e disarticolate, coi capi spaccati, i colli troncati, i lombi
spezzati, le cervici triturate, i piedi in pezzi, i nasi mutilati, le estremit strappate, le
5
Abu Shama, Kitab al-Raudatain, vol. 4, p. 266
membra smembrate, le parti tagliuzzate, gli occhi cavati, i ventri sventrati, le chiome
tinte di sangue, i precordi tagliati, le dita affettate, i toraci spaccati, le costole
schiacciate, le articolazioni dislocate, i petti frantumati, le gole spezzate, i corpi tagliati
a met, le braccia maciullate, le labbra contratte, le fronti sfondate, i ciuffi
invermigliati, i pettorali insanguinati, le costole trapassate, i cubiti slogati, le ossa
rotte, i veli strappati, i volti spenti, i danni patenti, le epidermidi scorticate, i pezzetti
decimati, i capelli sciolti, i dorsi sbucciati, il corpo disfatto, i denti spezzati, il sangue
sparso, l'ultimo fiato di vita sopraffatto, le cervici cadenti, le giunture mollate, le
pupille liquefatte, i colli pendenti, i fegati sbriciolati, le cosce recise, le teste fracassate,
i petti scorticati, gli spiriti involati, i fantasmi frantumati: come pietre fra pietre,
esempio per chi sa vedere."6
Rinaldo di Chatillon e Guido di Lusignano furono condotti nella tenda del Sultano per
rispondere delle loro azioni. Seppur in maniera molto enfatizzata, e questo va
certamente riconosciuto trattandosi di testimonianza di parte, ecco come gli storici
arabi ci raccontano la fine del Signore di Transgiordania: Presentato che fu al suo
cospetto, lo fece sedere fianco a fianco col re, lo rimprover del suo tradimento, e gli
ricord la sua colpa, dicendogli: Quante volte giur e manchi al tuo giuramento,
quanti impegni assumi e trasgredisci, quanti patti fai e disfai, e accedi a un accordo e
poi ne recedi !. E linterprete trasmise questa sua risposta: Tale stato sempre il
costume dei re, n io ho battuta altra via da quella generalmente seguita. Il re
frattanto moriva di sete, e vacillava ebbro dallo spavento, ma il Sultano gli rivolse
affabilmente la parola, calm limpeto del terrore che laveva assalito, tranquillizz il
suo sgomento, rassicur il suo cuore: gli fu portata dellacqua ghiacciata, che spense
la sua arsura e rimosse la sete che lo tormentava. Egli la porse poi al Principe perch
spegnesse anche la sua sete, e quei la prese dalla sua mano e la bevve. Ma il Sultano
disse al re: Tu non hai avuto da me alcun permesso di dargli da bere, e ci non
implica quindi sicurt a lui da parte mia. Mont quindi a cavallo e li lasci a
rosolarsi nel fuoco della paura; n smonto da cavallo finch non fu alzato il suo
padiglione, e piantati i suoi stendardi e bandiere, e tornate le sue truppe dalla mischia
alla base. Entrato allora nel suo padiglione, si fece condurre il Principe, si lev di
contro a lui con la spada, e lo colp allomero, e allorch quegli cadde ordin gli fosse
troncato il capo
Fu quindi tratto via per i piedi e portato fuori, e ci in presenza del re che ne fu
sgomento e turbato. Il Sultano si accorse che questi era stato preso dalla paura, e
assalito dallo sgomento e dalla costernazione; e lo chiam a s, se lo fece avvicinare, lo
rassicur e tranquillizz, gli dette agio di stargli accanto e lo calm, dicendogli:
Costui lo ha rovinato la sua malvagit, e lo ha ridotto come vedi la sua perfidia. E
perito per il suo errore e malfare, lacciarino della sua vita si spento e la fonte della
sua esistenza si disseccata.7
6
Storici arabi delle Crociate, a cura di Francesco Gabriele, 1957, Einaudi
7
Storici arabi delle Crociate, a cura di Francesco Gabriele, 1957, Einaudi
Morte di Rinaldo di Chatillon
da Guglielmo di Tiro, Historia.
BNF Richelieu Manuscrits Franais 68, folio 399
Questo primo passaggio appare sicuramente una forzatura. Basterebbe infatti pensare
allImpero Carolingio, il primo vero Regno dei Franchi, per confutare lasserzione di
Prawer. Ed in quanto al furore mistico non possiamo certo ritenerne da meno i
Saraceni che furono respinti nel 73 da Carlo Martello a Poitiers. Ma si sa lormai annosa
diatriba sul termine Occidente pare rimbalzare di secolo in secolo senza mai trovare la
sua definitiva collocazione.
Ma lastio del Lerner trova anche il modo di condire il ragionamento con vocaboli pi
espliciti: Le armate brancaleone dei crociati avrebbero globalizzato il mondo dell'XI e
del XII secolo, facendo la fortuna delle Repubbliche marinare italiane, antesignane
delle grandi compagnie commerciali inglesi e olandesi. () Vi irrompe l'equazione che
lo storico Emmanuel Sivan rintraccer in tutta la cultura successiva, fino a oggi:
Occidente-Materialismo, Oriente-Spiritualit.11
Unottima risposta la fornisce allo stesso Lerner proprio Franco Cardini nel medesimo
libro intervista: Due parole sullo spirito di crociata. Ci che appariva, che appare
ancora bello, forse la primavera dEuropa che si riscontra in quello che per la
storia mediamente conosciuta il tempo delle Crociate, i secoli XII-XIII. Il tempo delle
cattedrali, della poesia trobadorica, dei romanzi cavallereschi, dellinvenzione
dellamor cortese, delle prime universit, del rinascere del commercio mediterraneo.12
Dopo la disfatta
Dopo la battaglia per i Crociati cominci linferno, in pratica lInizio della Fine... In
pochi giorni caddero Tiberiade, Acri, Giaffa, Mirabel, Toron e Sidone. Guido di
10
Gad Lerner, Le Crociate, Bur, 2000, p. 22.
11
Gad Lerner, Le Crociate, Bur, 2000, p. 23.
12
Gad Lerner, Le Crociate, Bur, 2000, p. 116.
Lusignano, pass di umiliazione in umiliazione barattando la sua vita con la nefasta
sorte della citt di Ascalona, che cadde sotto i colpi del Saladino poche settimane dopo.
Anche il Gran Maestro dei Templari, Gerardo di Ridefort, non si comport in maniera
nobile, riuscendo ad avere salva la vita, offrendo in cambio la citt di Gaza. Intanto a
Gerusalemme era cominciato lassedio ma il 2 ottobre dello stesso anno il flebile
presidio a difesa della citt guidato da Baliano dIbelin cadde ma gli abitanti ebbero
salva la vita.
Il Tempio di Salomone ed il Tempio del Signore, furono immediatamente riconvertiti
allIslam e tornarono a chiamarsi Moschea Al-Aqsa e Moschea di Omar.
Ma come reag lEuropa ?
Lo sgomento tardivo degli Occidentali tutto nella bolla papale Audita tremendi
emanata a Ferrara il 29 ottobre 1187 da Gregorio VIII, dove giunse la notizia della
sconfitta ai Corni di Hattin: Avendo udito la notizia del tremendo giudizio divino con
cui la mano del Signore si abbattuta sulla terra di Gerusalemme, noi e i nostri fratelli
siamo confusi da tanto orrore e afflitti da tanto grandi dolori da non sapere che
cos'altro fare se non piangere col Salmista: Dio, i gentili sono entrati nel tuo retaggio,
hanno profanato il tuo sacro tempio; hanno rovinato Gerusalemme, hanno dato le carni
dei tuoi santi in pasto alle belve della terra e agli uccelli dell'aria; poich il Saladino,
approfittando della discordia scoppiata in quella terra a causa della malvagit degli
uomini istigata dal Demonio, giunto l con gran quantit di uomini. Gli sono andati
incontro il re, i vescovi, i Templari, gli Ospedalieri, i baroni e i cavalieri col popolo
tutto e la [reliquia della] croce del Signore (attraverso la quale, per le memorie e la
fede nella passione di Cristo che su di essa fu crocifisso e riscatt il genere umano,
soleva esservi un sicuro baluardo e un'insostituibile difesa contro le incursioni pagane).
Ci fu battaglia e i nostri furono sbaragliati; perduta la croce del Signore, trucidati i
vescovi, catturato il re e quasi tutti o passati per le armi o trucidati, salvo pochissimi
salvatisi con la fuga; i Templari e gli Ospedalieri furono tutti decapitati sotto gli stessi
occhi del re. Una volta disperso l'esercito riteniamo inutile riferire come [i saraceni]
abbiano tutto invaso e saccheggiato, tanto che pochi sono restati i luoghi non ancor in
mano loro
Ma certamente noi dobbiamo con sincero pentimento [per quanto accaduto a]
quella terra considerare non solo i peccati dei suoi abitanti, ma anche i nostri e quelli
di tutto il popolo cristiano, affinch non vada perduto anche quanto ci di quella terra
rimasto, e il loro [dei saraceni] potere imperversi anche in altre regioni. Poich da
ogni parte fra re e principi, fra citt e citt udiamo discordie e scandali, tanto da farci
piangere e dire col Profeta: Non c' verit, non c' conoscenza di Dio sulla terra;
dilagano la menzogna, l'omicidio e l'adulterio; e il sangue si sparge sul sangue. Per
cui necessario, col pensiero e con l'azione, correggerci con una volontaria penitenza e
con pie opere convertirci al Signore, e prima rimediare al male che abbiamo fatto, poi
assalire i feroci e malvagi nemici e non esitare in alcun modo a fare in pro di Dio ci
che essi non temono di osare contro di Lui()
E non vi diciamo di abbandonare ci che avete, ma al contrario di depositarlo anzi
tempo nel granaio celeste, impegnandovi nel recupero di quella Terra nella quale per
la nostra salvezza sorse la Verit, e non disdegn di sopportare per noi il patibolo; n
vogliate preoccuparvi di guadagno o di gloria temporale, ma solo della volont di quel
Dio che ha insegnato a riporre in Lui l'anima a vantaggio dei fratelli: e affidate a Lui le
ricchezze che volontariamente o no state per abbandonare a non si sa quale erede. Non
infatti nuovo che quella terra sia percossa dal giudizio divino, ma non neppure
insolito che, dopo essere stata flagellata e castigata, sia toccata dalla misericordia. Dio
avrebbe potuto salvarla con un solo atto della Sua volont: ma non sta a noi chiedere
perch non l'abbia fatto13
E cos ebbe inizio la Terza Crociata. Con la perdita della Citt Santa cominceranno una
lunga quanto inutile serie di spedizioni Crociate che non porteranno nessun esito se non
quello di procrastinare lagonia cristiana in Terrasanta. Gerusalemme torn Cristiana per
un breve periodo grazie a Federico II tra il 1229 ed il 1244 ma i pellegrini non vi
rimisero effettivamente mai pi piede. Fu decretata una specie di zona franca
attraverso un trattato tra l'Imperatore Federico II ed il Sultano ayyubide al-Malik al-
Kamil. Ma nel 1244 le truppe dei Kwarizmiani ripresero definitivamente Gerusalemme;
erano quegli gli anni in cui anche i Mongoli si spingeranno nelle loro scorrerie in
Terrasanta.
Conclusioni
13
Reti Medievali, Il Movimento Crociato, Didattica,
http://centri.univr.it/RM/didattica/strumenti/cardini/testi/13_stampa.htm
per le divisioni insanabili fra i regni latini, vuoi soprattutto, per il prorompente desiderio
dei Musulmani di riconquistare la Terrasanta.
Questo a Rinaldo dobbiamo concederglielo.
Nel 2005, apparso nelle sale cinematografiche il ritratto di Rinaldo allinterno della
romanzata storia delle Crociate, prodotta da Ridley Scott. La macchietta di un povero e
stolto pazzo furioso che ne esce dalla pellicola, non fa certamente giustizia al
personaggio. Rinaldo fu valoroso guerriero e violento brigante, fu al contempo sacrilego
e devoto, coraggioso in battaglia quanto ottuso nelle scelte strategiche. Insomma fu un
figlio del suo tempo, figura che a noi perviene in maniera del tutto ovattata e
difficilmente inquadrabile, specialmente in un film hollywoodiano. Proprio per questo
abbiamo dato spazio alle fonti storiografiche di qualit assoluta.
Per concludere, lasciamo chiosare chi sa farlo con sapienza: Il problema dell'umanit
che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. (Bertrand
Russell)
Rinaldo di Chatillon, interpretato da Brendan Gleeson nel film di Ridley Scott LE CROCIATE, 2005
Bibliografia:
Franco Cardini, Il Saladino, 1999, Edizioni Piemme.
Laurent Dailliez, I Templari, 2001, Edizioni San Paolo.
Alain Demurger, Vita e Morte dellOrdine dei Templari, 1985, Garzanti.
Gad Lerner, Le Crociate, 2000, Bur.
Peter Partner, I Templari, 1987, Einaudi.
Steven Runciman, Storia delle Crociate, 1966, Giulio Einaudi Editore, p. 653-654
Storici arabi delle Crociate, a cura di Francesco Gabrieli, 1957, Einaudi.