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GOTI

E LONGOBARDI
A CHIUSI

I TESORI
DI CHIUSI
I TESORI DI CHIUSI
A Riccardo Francovich,
Guglielmo Maetzke e
Piergiuseppe Scardigli,
che ai Goti e ai Longobardi
hanno dedicato molta parte
della loro vita.
GOTI
E LOnGOBARDI
A CHIUSI
a cura di
Carla Falluomini

testi
Claudio Azzara, Federico Belli, Giulio Ciampoltrini, Valeria Cipollone, Manuel De Martino,
Carla Falluomini, Marusca Francini, Daniela Fruscione, Pierluigi Licciardello,
Mario Marrocchi, Annamaria Pazienza, Giulio Paolucci

fotografie
Andrea Fuccelli, Ariano Guastaldi

Edizioni Lu
In copertina:
Anello-sigillo di Faolfus, gi coll. Strozzi. Firenze, Museo Nazionale del Bargello.

Foto pubblicate per gentile concessione del Muse d'archologie nationale di Saint-Germain-en-Laye:
pag. 174, figg. 13-14; pag. 175, fig. 15.

Foto pubblicate per gentile concessione del Metropolitan Museum of Art di New York
Image The Metropolitan Museum of Art:
da pag. 174 a pag. 184, figg 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28.

Progetto grafico e impaginazione:


Edizioni Lu

Per ledizione:
2009 Edizioni Lu
Via Galileo Galilei, 38 - Chiusi (Siena)

Per i singoli contributi e per il materiale iconografico:


Diritti riservati degli autori e dei soggetti che ne detengono il singolo diritto

Edizione riservata per:


Banca Valdichiana
Credito Cooperativo Tosco-Umbro
Chiusi (Siena)

Stampato in Italia - Printed in Italy

ISBN 978-88-902968-0-2
INDICE

Carla Falluomini
Introduzione pag. 1

Claudio Azzara
Chiusi nella Toscana longobarda 5

Giulio Paolucci
Archeologia gota e longobarda a Chiusi, tra antiche e nuove scoperte 11

Giulio Ciampoltrini
San Secondiano: dalla domus alla cattedrale. Per una lettura
delle stratificazioni murarie 31

Valeria Cipollone Manuel De Martino


Note per una prima sistemazione del materiale epigrafico altomedievale
di Chiusi: le tavole longobarde della chiesa di Santa Mustiola 43

Annamaria Pazienza
Chiusi longobarda: antiquari, storici e archeologi tra ideologie
e memorie locali nel XIX e XX secolo 55

Mario Marrocchi
Le istituzioni civili e religiose a Chiusi (secoli V-VIII) 73

Daniela Fruscione
Documenti longobardi di Chiusi 85

Pierluigi Licciardello
La Passio e il culto di santa Mustiola in et longobarda 105

Marusca Francini
Lantroponimia germanica nelle chartae di Chiusi dellVIII secolo 119

Federico Belli
La toponomastica di origine germanica nel territorio chiusino 137

Carla Falluomini
Relitti lessicali germanici nella variet dialettale di Chiusi 145

Appendice

Giulio Paolucci
Il longobardo doro dellArcisa:un ritrovamento eccezionale
e un giallo archeologico 169

Indice dei nomi e delle cose notevoli 198


Questo volume si aggiunge alla collana I Tesori di Chiusi, che ha visto la pubbli-
cazione nel 1997 di Chiusi Cristiana e nel 2000 di Chiusi Etrusca. Uno degli scopi della
serie quello di fornire monografie specialistiche su unimportante citt dellantichit.
Non bisogna dimenticare, infatti, che finch limpaludamento non strozz, in pieno
Medioevo, leconomia della Valdichiana, Chiusi occup unimportanza regionale, come
testimonia indirettamente lestensione della sua diocesi, che, nel periodo di massima
espansione, andava da Bagnoregio a sud, fino alle porte di Cortona a nord e dal Lago
Trasimeno ad est, fino a SantAngelo in Colle ad ovest, ormai sulla strada del mare, arri-
vando a toccare Castiglione della Pescaia, Roselle e Sovana. Tale estensione era ancora in
gran parte conservata nel 1200, con lesclusione dei territori passati in mano alla diocesi
di Orvieto. Si pu inoltre ipotizzare che il territorio chiusino ricalcasse in epoca gotica
quello dellantico municipium romano, come sta l a dimostrare, allindomani della fine
del potere gotico in Italia ad opera dei Bizantini, la riedificazione del Duomo (met del
secolo VI). La costituzione di un Ducato longobardo testimonia infine la continuit di
importanza del centro dal VI fino al secolo VIII.
Parlare di Chiusi antica e alto medioevale significa, quindi, parlare di gran parte
della storia dei territori su cui, nei nostri giorni, estende la sua competenza operativa
Banca Valdichiana.

Fare cultura in un periodo come questo non solo una mera operazione di im-
magine. Se si pensa infatti che allorigine della crisi economica, che ha prostrato negli
ultimi mesi tutto il mondo, c una fondamentale carenza di valori etici, mai come ades-
so necessario rifarsi alla lezione che ci tramanda la Storia. Cos in un tempo, quale
il nostro, di intensa immigrazione, il modello di integrazione tra Goti prima e Longo-
bardi poi, con la popolazione di origine latina, ci d una chiave di lettura dei problemi
che stiamo vivendo nei nostri giorni.
Lo stesso motto del nostro Istituto (differente per responsabilit) acquista una
luce diversa se posto alla luce del celebre verso di Odissea I, 32 Ah! quanto i mortali
incolpano gli di!. Fin dagli albori del pensiero occidentale quindi parsa fonda-
mentale la questione della responsabilit. Responsabilit che la Banca si vuole assu-
mere, come acquisto fondamentale di valori, profondamente immersi nella cultura
delle nostre terre, che questa e le altre pubblicazioni finanziate dallIstituto stanno
a testimoniare. Dalla dichiarazione di principio, poi, necessario passare allazione
e allora si vede come i valori di solidariet e condivisione si sviluppano nel sostegno
della Banca alleconomia locale, con una particolare attenzione a tutti quegli organi-
smi che nella comunit si occupano delle categorie pi deboli. Lattivit stessa di una
banca di credito cooperativo profondamente legata alleconomia reale, cio a tutte
quelle attivit che formano reddito dalla produzione di beni e servizi volti al miglio-
ramento delle condizioni di vita; perch prima di tutto leconomia una disciplina
nata per servire la societ e non il contrario.

Banca Valdichiana
il Consiglio di Amministrazione
INTRODUZIONE

Carla Falluomini

Questo volume raccoglie i risultati, derivati da diversi campi volume Il Ducato e le antichit longobarde e saliche di Chiusi,
dindagine storica, archeologica, epigrafica, archivistica, testimonianza dellinteresse che le ricerche e i ritrovamenti
agiografica e linguistica , relativi alla storia di Chiusi e del archeologici di quegli anni avevano destato5.
suo territorio durante i secoli VI-VIII, periodo in cui la Nuove ricerche archeologiche e linguistiche, che si sommano
citt fu prima postazione militare gotica e successivamente ad unattenta disamina delle fonti storiche, danno oggi la
presidio e poi ducato longobardo. possibilit di tracciare un quadro pi preciso della storia di
questo territorio, dopo larrivo dei Longobardi (negli anni
Gli Ostrogoti, arrivati in Italia nel 489 sotto la guida di Settanta del VI secolo) e la successiva costituzione del ducato
Teoderico, crearono il primo regno romano-germanico (testimoniato solamente a partire dal 728 o 729)6. Da tali
dItalia, con capitale Ravenna. Dopo un periodo di relativa ricerche emerge lo stretto legame, in particolar modo nella
stabilit politica, che vide il perdurare delle strutture sociali prima met dellVIII secolo, tra Chiusi e la corte longobar-
e amministrative tardo-romane, linteresse dei Bizantini per da. Daltro canto il Ducato di Chiusi, per la sua posizione
i territori in mano gotica sfoci in una lunga guerra (535- di confine con i territori bizantini e di testa di ponte verso
553), culminata con la sconfitta dei Goti a Tagina, presso i Ducati di Spoleto e Benevento, non poteva non essere og-
Gualdo Tadino. getto dellattenzione regia7.
Il territorio toscano fu teatro di ripetuti scontri tra i Goti Lestensione territoriale del Ducato di Chiusi non delinea-
e i Bizantini. Secondo quanto ci narra lo storico Procopio, bile con esattezza: comprendeva i territori del Monte Amiata
Chiusi fu, durante il conflitto, sede di una postazione di- (dove alla met dellVIII secolo venne fondata labbazia di
fensiva gotica, che ospit per circa un anno (tra il 537 e il San Salvatore), fino a Castiglione della Pescaia, Roselle e
538) uno stanziamento di un migliaio di uomini. Nel 545 Sovana; a settentrione confinava con i territori longobardi
Chiusi venne occupata nuovamente dai Goti di Totila1. di Arezzo e Siena. Rispetto ai confini orientali, con il cor-
Ulteriori vicende storiche rimangono avvolte nelloscurit, ridoio bizantino8, la toponomastica di matrice germanica
per lassenza di fonti. Evidentemente per, Chiusi, presso potrebbe se originaria contribuire ad individuare i pos-
cui si congiungevano la via Cassia e la via Amerina, doveva sedimenti longobardi: di origine longobarda Pscia, deno-
rivestire unimportanza strategica non trascurabile. minazione di un agglomerato di case e di un breve ruscello
I dati archeologici su questo periodo della storia della citt tra Chiusi e Castiglione del Lago9, e, sempre nel comune
sono poco numerosi, ma non assenti. Una recente ricogni- di Castiglione del Lago, Gaggilo e Gaggio di Macchia10; a
zione di superficie effettuata da Giulio Paolucci nellarea sud-est del Trasimeno, presso Agello, si trova il toponimo
dellattuale Scuola Media (ex Foro Boario) ha difatti por- Fosso Lombardone, che contiene letnico longobardo, e a
tato alla luce frammenti di fibule gotiche simili a quelle nord-est di Magione presente Casa Staffola11. Anche per
rinvenute in altre localit italiane dove la presenza dei Goti ci che concerne la demarcazione meridionale del Ducato
era ben attestata2. di Chiusi si sa ben poco. La difficolt di tracciare pi net-
Negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra tamente i confini, oltre che nella mancanza di fonti, risiede
greco-gotica, il ruolo di Chiusi come centro politico-religio- principalmente nella mutabilit degli stessi nel corso tempo,
so testimoniato dalledificazione del duomo, ad opera del per lavanzamento o larretramento delle conquiste bizantine.
vescovo Florentinus, cos come si rileva dalliscrizione incisa Della dominazione longobarda a Chiusi rimangono numerose
sul pulvino di una colonna3. Correda la cattedrale il pi tracce archeologiche. Durante i primi scavi ottocenteschi nelle
cospicuo ciclo di rilievi della Tarda Antichit in Toscana4. aree dellArcisa-Portonaccio, della Caserma dei Carabinieri,
di Colle Lucioli e nei pressi del duomo di San Secondiano
Numerose sono invece le tracce della presenza longobarda, vennero alla luce tombe longobarde con importanti reper-
alla quale monsignor Francesco Liverani dedic nel 1875 il ti, molti dei quali finirono in collezioni private (attraverso
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
14

il mercato di contrabbando), mentre altri confluirono nel- culto di questa santa nellItalia settentrionale: significativa
la raccolta civica12. La mancanza della documentazione di la presenza di chiese a lei dedicate a Pavia, capitale del regno
scavo, in molti casi, ha fatto s che alcuni di questi reperti longobardo, e in altri territori controllati dai Longobardi,
chiusini non fossero riconosciuti come tali e venissero perci come Piacenza e Reggio Emilia20.
attribuiti ad altri siti archeologici longobardi13. La dispersio- La presenza di una chiesa intitolata a santa Mustiola nei pressi
ne della ricca tomba del longobardo doro ne un chiaro di Castelfalfi (da Castellum Faolfi), a settentrione di San Gi-
esempio. Secondo le testimonianze raccolte, la tomba venne mignano, corrobora lipotesi che il Faolfus che d origine al
rinvenuta nel 1874 sotto il pavimento di unantica chiesa, toponimo sia da identificare con lomonimo possessore del
oggi distrutta, situata sullaltipiano dellArcisa14. Si tratta di noto anello-sigillo ritrovato a Chiusi e oggi conservato a Fi-
una circostanza assai peculiare: i reperti, degni di una com- renze (Museo nazionale del Bargello)21.
mittenza di alto rango, vengono datati nel secondo quarto o A gettare luce sulla presenza longobarda a Chiusi contribuisco-
nel secondo terzo del VII secolo, in un periodo cio in cui no inoltre alcuni documenti, conservati nellArchivio di Stato
i Longobardi erano ancora vicini allarianesimo o si erano di Siena e provenienti dallabbazia di San Salvatore sul Monte
appena convertiti15. Il ritrovamento della tomba allinter- Amiata22. I documenti di Chiusi sono significativi anche per
no di una chiesa situata in unarea cimiteriale longobarda le loro caratteristiche formali, che li distinguono dalle carte
ai margini della citt, in connessione con la testimonianza coeve provenienti da altre aree. Questa particolarit, unita
dello storico dei Longobardi Paolo Diacono16 sullesistenza al ad ulteriori considerazioni sul grado di alfabetizzazione della
tempo di re Rotari ( 652) di un vescovo ariano accanto ad popolazione locale, farebbe pensare allesistenza di scuole vere
uno cattolico in quasi tutte le citt dei territori longobardi, e proprie e non di episodi isolati di produzione scrittoria23.
farebbe pensare che la chiesa del longobardo doro fosse Unaltra particolarit rende oltremodo interessanti queste
destinata, allepoca della sepoltura citata, al culto ariano. chartae: conservano alcuni termini tecnico-giuridici nella
Di notevole interesse sono le dieci sepolture scoperte ai piedi lingua dei Longobardi, lingua di origine germanica di cui
del colle Arcisa (loc. Portonaccio) tra il 1913 e il 1914: sulla rimangono solo relitti: wadia pegno24, launegild ricompen-
base dei corredi tombali sono state indivuate cinque tombe sa25 e schirpa masserizie26. Ma la presenza longobarda nel
maschili, due tombe femminili, una tomba di un bambino territorio testimoniata anche dagli antroponimi attestati
e due tombe non attribuibili con esattezza. Rilevava Otto nei documenti27 e nelle tavole longobarde, dai toponimi28,
von Hessen: Tutte le tombe, dalla fossa rettangolare, erano nonch dai termini di origine longobarda presenti ancora
volte ad oriente e alcune di esse mostravano una pavimenta- oggi nella variet dialettale locale29. Se i toponimi sono in
zione di mattoni romani. non furono notate tracce di bare larga misura un riflesso diretto della dominazione di questa
e la posizione dei reperti nelle tombe rivelava che i defunti gens, pi difficile risulta stabilire se i vocaboli di origine lon-
erano stati sepolti con il loro costume tradizionale17. nel gobarda siano penetrati direttamente nel dialetto di Chiusi
caso delle sepolture maschili erano presenti una lunga spada a partire da quei Longobardi stanziati nel territorio o siano
a doppio taglio e lo scudo, oltre ad altri oggetti personali; il risultato della diffusione di termini provenienti da altre
nelle sepolture femminili sono state ritrovate fibule e spilloni, aree sottoposte ad influsso analogo.
probabilmente parte del costume tradizionale longobardo, Dallanalisi delle chartae chiusine, dove ad esempio compaiono
nonch piccole collane di perle e ciondoli doro. La data- formazioni onomastiche ibride germanico-romanze, e dai
zione dei reperti provenienti da questa necropoli esposti riflessi linguistici sulla variet italo-romanza locale emerge
presso il Museo Archeologico nazionale di Chiusi col- chiaramente come tra il VII e lVIII secolo, a Chiusi, si fosse
locata tra la fine del VI e linizio del VII secolo18. costituita una societ multietnica e multiculturale. Un altro
Quattro iscrizioni (tavole longobarde), due delle quali sono indizio in tal senso si trova anche nelle gi citate tavole lon-
conservate presso il duomo di Chiusi e due presso il Museo gobarde: nel primo trentennio dellVIII secolo sono attestati
della Cattedrale, sono preziosa fonte di informazioni storico- nella Chiusi longobarda due personaggi dalto rango che
culturali: vi si fa riferimento al restauro della basilica di Santa avranno avuto un loro seguito provenienti dalla Spagna,
Mustiola (distrutta nel 1784), avvenuto nel 728 o 729 per forse in seguito alloccupazione araba di questo territorio30:
interesse del duca Gregorio19. Queste iscrizioni testimoniano Sisebutus (tavola longobarda, duomo di Chiusi) e Arcadius.
la volont delle istituzioni politiche longobarde di esplici- Il nome Sisebutus chiaramente visigoto; per quanto riguarda
tare la propria fede religiosa, rimarcata dalla definizione di il vescovo Arcadius, il riferimento alla Spagna si trova invece
Liutprando come catholicus rex (tavola longobarda, Museo nel suo epitaffio (veniens ab Hispaniis, iscrizione conserva-
della Cattedrale), e di legittimare il proprio potere, appog- ta nel Museo della Cattedrale). Un ulteriore richiamo alla
giando le istituzioni ecclesiastiche nellopera di ripristino Spagna visigota presente nelliscrizione di Santa Mustiola,
dellantico luogo di culto locale. in cui si legge sparge rosas lector et lilia candida pone / et rite
Legata al restauro della basilica verosimilmente la reda- sacrum sic benerare locum / virtutum gemmis et morum flore
zione della Passio sanctae Mustiolae, tramandata in pi versioni, venusta / hanc imitare velis si bonus esse cupis (tavola lon-
che riprende e ripropone una tradizione agiografica antica. Si gobarda, Museo della Cattedrale), che riecheggia unelegia
deve forse alla mediazione longobarda anche la diffusione del funebre composta da Eugenio di Toledo nella prima met
CARLA FALLUOMInI InTRODUZIOnE
15

del VII secolo31. Completamente oscuro il motivo per cui 6


Loscillazione tra 728 e 729 deriva dalla diversa interpretazione del riferi-
mento, presente in una delle tavole longobarde del Museo della Cattedrale,
Sisebutus e Arcadius abbiano scelto Chiusi come loro sede. di exactis tribus lustris et aristis duobus (15 + 2 anni) rispetto allinizio del
I Longobardi, pur trovandosi in una posizione politicamente regno di Liutprando, cfr. p. 44.
preminente, abbandonarono la loro lingua molto probabil- 7
Cfr. i contributi di Claudio Azzara e Mario Marrocchi nel presente volume.
mente il passaggio era gi avvenuto nel momento in cui alla 8
Il corridoio bizantino era una stretta fascia territoriale che univa Roma
dominazione dei Longobardi si sostitu quella dei Franchi, a allEsarcato, separando cos i possedimenti longobardi della Tuscia dal
Ducato di Spoleto. Sui confini tra i territori longobardi e il corridoio bi-
partire dal 774 a favore del sermo vulgaris di origine latina. zantino allaltezza del Trasimeno si veda anche G. Riganelli, Passignano
La consistenza numerica ridotta di questo gruppo etnico non- sul Trasimeno tra Evo Antico e Medioevo, Perugia 1991, 36-39.
ch il peso della tradizione culturale latina agirono certamente 9
Si tratta di un derivato dal long. *pehhi- torrente, ben attestato in Toscana
come fattori determinanti per la loro integrazione linguistica. ed Umbria come Pscia, Psciole, Psciola, cfr. M.G. Arcamone, I Germani
dItalia: lingue e documenti linguistici, in Magistra Barbaritas. I barbari
I costanti rapporti tra Longobardi e Latini portarono inol- in Italia, a cura di G. Pugliese Carratelli, Milano 1985, 381-409, a p. 404.
tre ad uno scambio di conoscenze, soprattutto tecniche, che 10
Gaggio dal long. *gahagi terreno (bosco, pascolo o altro) riservato; ban-
sono riflesso di uninterazione culturale profonda e duratura. dita, si veda F. Sabatini, Riflessi linguistici della dominazione longobarda
Le ricerche e gli approfondimenti degli ultimi decenni nellItalia mediale e meridionale, Atti e memorie dellAccademia toscana
di scienze e lettere La Colombaria 28, n. S. 14 (1963-1964), 125-249,
su aspetti storici, archeologici e linguistici hanno messo alle pp. 185-186.
in luce come i rapporti tra le genti germaniche e quelle 11
Staffola dal long. *staffal palo di confine, cfr. Sabatini, Riflessi lingui-
italiche non siano stati caratterizzati solo da ostilit, ma stici, 188 e (anche su Fosso Lombardone) S. Del Lungo, Il corridoio bi-
abbiano costituito il presupposto per la nascita di nuove zantino e la via Amerina: indagine toponomastica, in Il corridoio bizanti-
no e la via Amerina in Umbria nellAlto Medioevo, a cura di E. Menest,
realt sociali, con caratteristiche peculiari. Risultati ana- Spoleto 1999 (Uomini e mondi medievali, 1), 159-217, alle pp. 173 e 175.
loghi emergono dai contributi del presente volume, che 12
Questi reperti sono oggi conservati presso il Museo Archeologico nazionale
evidenziano, con prospettive diversificate, i riflessi della di Chiusi, vetrina 56.
presenza gotica e soprattutto longobarda nel territorio 13
Cfr. il contributo di Giulio Paolucci (1) nel presente volume.
dellantico Ducato di Chiusi. 14
Cfr. il contributo di Giulio Paolucci (Appendice) nel presente volume.
15
noto che i Longobardi (cos come i Goti), prima di abbracciare il cattoli-
cesimo, avevano aderito allarianesimo, dottrina che sosteneva la subordina-
Sentiti ringraziamenti vanno alla Banca Valdichiana, Credito zione del Figlio al Padre, negando leguaglianza di natura della Trinit. Solo
Cooperativo Tosco-Umbro, che con grande magnanimit ha nel 653 vi fu il definitivo passaggio di re Ariperto al cattolicesimo. Quanto
sostenuto economicamente il presente lavoro, rendendo tra velocemente i restanti duchi longobardi si siano allineati alla politica reli-
giosa del sovrano non tuttavia noto. Sui Longobardi e larianesimo si veda
laltro possibile la pubblicazione di numerose foto di reperti S. Gasparri, Culture barbariche, modelli ecclesiastici, tradizione romana
longobardi chiusini, conservati in musei nazionali e interna- nellItalia longobarda e franca, Reti Medievali 6 (2005), 1-56.
zionali, che vengono qui presentati per la prima volta riuni- 16
Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, edd. L. Bethmann - G. Waitz,
ti insieme. Si ringrazia inoltre la Soprintendenza per i Beni Hannover 1878 (MGH, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum
saec. VI-IX ), IV, 42.
Archeologici della Toscana e in particolare la Dott.ssa Moni- 17
O. von Hessen, Primo contributo alla archeologia longobarda in Toscana.
ca Salvini, Direttrice del Museo Archeologico nazionale di Le necropoli, Firenze 1971 (Accademia toscana di scienze e lettere La co-
Chiusi, per aver fatto restaurare, in tempi molto rapidi, alcuni lombaria. Studi, XVIII), 12.
oggetti inediti ed averli messi a disposizione. Un particolare 18
von Hessen, Primo contributo, 11-33.
ringraziamento va allamico Giulio Paolucci, per aver accet- 19
Cfr. il contributo di Cipollone-De Martino nel presente volume.
tato con entusiasmo linvito a collaborare a questo volume, 20
Cfr. il contributo di Pierluigi Licciardello nel presente volume.
a tutti i Colleghi per la preziosa cooperazione e a coloro che 21
Il luogo del ritrovamento dellanello-sigillo stato a lungo incerto; grazie
alle recenti indagini darchivio non pi in dubbio, cfr. infra, pp. 172 e 175.
hanno contribuito in vario modo alla realizzazione del lavoro. 22
Codex diplomaticus Amiatinus. Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore am
Montamiata. Von den Anfngen bis zum Regierungsantritt Papst Innozenz
Nota: Lasterisco prima di una forma linguistica indica che III. (736-1198), hrsg. von W. Kurze, I-II-IV (da adesso in poi abbreviato
tale forma non attestata, bens ricostruita. La lettera <> con CDA), n. 5; III.1: Profilo storico e materiali supplementari, a cura di M.
Marrocchi; III.2: Register, mit Beitrgen von M.G. Arcamone - V. Mancini
equivale al suono di <th> inglese. - S. Pistelli, Tbingen 1974-2004.
23
Cfr. il contributo di Daniela Fruscione nel presente volume.
24
Kurze, CDA, n. 15 (anno 765).
25
Kurze, CDA, n. 27 (anno 775).
26
Kurze, CDA, n. 27 (anno 775).
nOTE 27
Cfr. il contributo di Marusca Francini nel presente volume.
28
Cfr. il contributo di Federico Belli nel presente volume.
1
Marcellinus Comes, Chronicon, ed. Th. Mommsen, Berlin 1894 (MGH 29
Cfr. il contributo di Carla Falluomini nel presente volume.
AA, XI), 60-108, a p. 107. 30
P. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto di Santa Mustiola nellalto medioevo, in
2
Cfr. infra, p. 26. Chiusi cristiana, a cura di L. Martini, Chiusi 1997, 64-69, a p. 66.
3
Cfr. il contributo di Giulio Ciampoltrini nel presente volume. 31
Eugenius Toletanus, Carmina, ed. F. Vollmer, Berlin 1905 (MGH AA,
4
G. Ciampoltrini, Rilievi del VI secolo in Toscana, Prospettiva. Rivista di XIV), 229-282, a p. 250 (XXIII).
storia dellarte antica e moderna, 65 (1992), 44-49, a p. 46.
5
Cfr. il contributo di Annamaria Pazienza nel presente volume.
Cividale

Pavia

Lucca

Perugia
Chiusi

Spoleto

Roma

Benevento

LItalia longobarda alla met dellVIII secolo (in bianco).


CHIUSI NELLA TOSCANA LONGOBARDA

Claudio Azzara

Nel racconto di Paolo Diacono lirruzione dei longobardi gli assetti territoriali della regione, ridefinendo le modalit
nelle terre corrispondenti alla Toscana odierna ebbe luogo dellinsediamento, le geografie amministrative ed ecclesia-
gi nei primissimi tempi della loro presenza in Italia (la stiche, le reti viarie. Del resto la Toscana (intendendola qui
migrazione tradizionalmente datata al 568), se vero che nel senso moderno del termine) era gi uscita duramente
come il Diacono riferisce il re Alboino e gruppi scelti provata dal quasi ventennale conflitto combattutosi, dal
dei suoi guerrieri dilagarono per tutta la Tuscia (intesa nel 535 al 553, fra limpero di Giustiniano e il regno dei goti
senso romano del termine, solo in parte sovrapponibile alla e terminato con la rovina di questultimo.
Toscana di oggi) addirittura mentre era ancora in corso las- Per quanto possibile ricostruire, negli equilibri dellItalia
sedio di Pavia1. Seppur la cronologia suggerita da questa gota la Toscana occupava un ruolo significativo e perci
testimonianza rimanga dubbia, certo che limpatto delle ospitava importanti insediamenti soprattutto in centri po-
armi longobarde sullambito in questione (almeno in termi- sti a presidio dei passi appenninici e delle maggiori vie di
ni di semplici scorrerie, a quella data, piuttosto che di una transito, tra i quali Arezzo, Fiesole, Lucca, Pistoia e Chiusi.
stabile occupazione del territorio) fu abbastanza precoce e Tuttavia le scarse notizie provenienti dalle fonti scritte solo
di forte intensit2. Leco della violenza dei saccheggi com- sporadicamente vengono integrate dal dato archeologico,
piuti in questarea ben si ricava dalle testimonianze di parte dal momento che i ritrovamenti toscani riconducibili con
romana, come ad esempio dagli scritti del papa Gregorio sicurezza ai goti si limitano a poche emergenze nel territo-
Magno (soprattutto i Dialogi, oltre che le Epistolae). Fra rio di Firenze, a Chiusi, nel pistoiese (in citt e in localit
gli episodi qui riportati, si pu rammentare almeno quello La Lima) e in alcune zone dellAppennino5. Il quadro com-
concernente il vescovo di Populonia Cerbonio, il quale era plessivo rimane perci parziale. Nelle parole dello storico
dovuto fuggire nellisola dElba, dove era poi morto, per sot- bizantino Procopio, il cronista della guerra fra limpero e i
trarsi, come molti altri presuli, ai longobardi. La sua salma goti, il futuro re goto Teodato, prima di conseguire il titolo
era stata quindi ricondotta nella citt sede dellepiscopio, di monarca, aveva saputo creare nella Tuscia un vastissimo
ormai occupata dal nemico, per esservi sepolta, con una dominio personale, strappando estese propriet ai possesso-
rischiosissima spedizione condotta da ecclesiastici del suo res locali con metodi alquanto sbrigativi, tanto da suscitare
seguito, che a detta del papa erano riusciti nellimpresa un diffuso malcontento. Proprio questo ingente patrimo-
in modo miracoloso, solo perch protetti da Dio3. nio avrebbe costituito la base economica e di potere per la
Per molti anni lo scacchiere centroitaliano rimase sconvol- conquista della dignit regia da parte dellassassino di Ama-
to da uno stato di guerra endemica, provocato non solo (e lasunta, un delitto questo che avrebbe offerto a Giustiniano
non tanto) dai tentativi dei monarchi longobardi di esten- il casus belli tanto atteso. Sempre secondo Procopio, a una
dere verso sud il proprio dominio, in particolare durante il certa data Teodato avrebbe perfino progettato di cedere lin-
regno di Agilulfo (591-615), che si spinse fino alle porte di tera, ricca, Tuscia al princeps di Costantinopoli, in cambio
Roma e si ferm solo dopo un accordo (dietro il versamen- di denaro e della nomina a senatore6.
to di un riscatto) con il papa Gregorio Magno; quanto dal Nel corso del conflitto fra limpero e i goti il territorio to-
dinamismo dei duchi locali e soprattutto di quelli spoletini, scano si trov a essere pesantemente coinvolto in operazioni
costante spina nel fianco per il ducato bizantino di Roma militari la cui portata suggerita oltre che dalle parole di
e per i pontefici, tutti pronti comerano a compiere razzie Procopio da una serie di indagini archeologiche (ad Anse-
magari allo scopo di farsi pagare le tregue o i riscatti dei pri- donia, a Talamonaccio, a Poggio Cavolo)7, che tutte insieme
gionieri catturati4. Simili vicende non poterono non alterare concorrono a sottolineare la notevole rilevanza strategica
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
18

dellarea in questione, soprattutto per il vitale controllo e delle forme di organizzazione del territorio (ad esempio,
dei passi appenninici, delle vie daccesso alle citt chiave di delle sedi vescovili), restano in parte ancora da valutare e
Ravenna e Roma e in generale dei transiti fra il sud ricon- approfondire, ma, pure in analogia con quanto si sa circa
quistato da Belisario e il nord difeso dai re goti. Chiusi, con altre frontiere del regno longobardo (come quella che cor-
Fiesole e molti centri dellodierna Umbria (Perugia, narni, reva nel Veneto, a fronte delle lagune suddite di Costanti-
Spoleto, Todi) furono a diverse riprese un obiettivo privile- nopoli), esso non deve certo essere interpretato come una
giato delle campagne di Belisario per debellare la resistenza barriera di rigida demarcazione, capace di interrompere
nemica; la zona venne anche colpita da una gravissima ca- in modo drastico i flussi di uomini e merci e gli scambi di
restia nellinverno del 538-5398. Il presidio della regione, modelli culturali13. Tra le conseguenze dellinstaurarsi del
e soprattutto dei suoi porti fluviali, risultava vitale pure in suddetto confine che sembrano potersi misurare sono sta-
funzione degli approvvigionamenti per Roma, pi volte te segnalate la decadenza di alcuni centri urbani antichi a
sottoposta ad assedio negli anni della guerra. Anche nei vantaggio di altri, in piena ascesa, come nel caso della cre-
momenti conclusivi del prolungato scontro, risoltosi come scita di Tuscania a danno di Tarquinia; e il ridefinirsi della
detto con il successo dellimpero, la Tuscia si distinse quale rete viaria e dei nuclei insediativi in zone quali quella tra
regione strategica. Il goto Baduila, meglio noto ai romani Ferento e Bomarzo14.
come Totila, che solo momentaneamente risollev le sorti Una qualche specificit, almeno sul piano della percezione
politiche e militari dei suoi, tent di conquistare Firenze e e della rappresentazione, della Tuscia allinterno dello stesso
combatt una battaglia, peraltro non risolutiva, al Mugello, regno longobardo appare riflessa da un uso formulare che
provando invano a guadagnarsi il sostegno delle popolazioni si riscontra sia nelle leggi codificate nellEditto di Rotari,
locali. Da ultimo, il comandante imperiale narsete occup con le aggiunte dei suoi successori, sia in diversi documenti
la Tuscia per sbarrare la strada verso sud allultimo re goto editi nel Codice Diplomatico Longobardo. nei suddetti testi
Teia, il quale fu perci costretto a un tortuoso girovagare il regno risulta suddiviso concettualmente, soprattutto a
prima di giungere ai monti Lattari, dove fin con lessere partire dal principio del secolo VIII, in almeno tre grandi
sbaragliato, nel 5529. ambiti, denominati Austria, Neustria e Tuscia, a indicare i
Il breve ripristino (per appena un quindicennio) dellautorit primi due rispettivamente i territori posti a oriente e a oc-
dellimpero e il parziale riassetto politico, amministrativo ed cidente della citt regia di Pavia e il terzo le regioni trans
economico-sociale che ne consegu sicuramente stentarono Alpes, cio aldil degli Appennini15. Cos si legge nel
a risollevare la regione dalle devastazioni patite nel prece- prologo alle leggi emanate da Liutprando (713-744) nel
dente ventennio di combattimenti e privazioni, prima che primo anno del suo regno, ove si dichiarava che le norme
su di essa si abbattesse, come detto, linvasione dei longo- erano state prodotte dal monarca una cum iudicibus tam
bardi. Il progressivo assestamento della presenza longobarda de Austriae et neustriae partibus, necnon et de Tusciae fi-
in Italia, perfezionato per gradi soprattutto dopo lultima nibus. Menzioni del tutto analoghe ai Tusciae fines o
ondata di conquiste compiute alla met del VII secolo dal alle Tusciae partes, come luogo distinto dalle regioni del
re Rotari (636-652), specie nelle odierne Liguria e Veneto, nord, si ritrovano anche in altri passi delle aggiunte liut-
configur definitivamente lambito toscano quale avampo- prandine a Rotari e pure in quelle di Ratchis (744-749)16.
sto a sud verso il ducato imperiale di Roma e, a nord e ad nelle stesse leggi la Tuscia figura differenziata da Austria
est, verso le aree dellesarcato di Ravenna e della Pentapoli, e Neustria anche quando si tratta di prescrivere il limite
con il corridoio appenninico difeso da castelli che le univa a di tempo concesso per la presentazione di denunce, il ri-
Roma (oltre che nei confronti dello stesso autonomo ducato scatto dei pegni, la prestazione di giuramenti, seppur qui
longobardo di Spoleto)10. Insomma, il tratto pi caratteri- sia evidente una ragione pratica: data la maggior distanza
stico della Toscana longobarda fu quello di rappresentare di quelle zone da Pavia il tempo accordato a chi abita in
nel suo complesso una vasta e articolata fascia limitanea, e Tuscia doppio rispetto a chi risiede nei territori padani17.
come tale essere strutturata e percepita. Tali impieghi formulari si riscontrano pure in varie chartae
Se solo parzialmente conosciuto il dispiegarsi dei flessi- dellVIII secolo18. Pur tenendo in debito conto la rigidit
bili confini appenninici, punteggiati di castelli e teatro di della convenzione formulare, e sottolineato il carattere es-
reiterati scontri11, un po meglio indagata (anche sul piano senzialmente geografico (e non amministrativo) qui rivestito
archeologico) risulta la frontiera meridionale, in direzione dai vocaboli Austria, Neustria e Tuscia (questultimo con
di Roma. Il citato patto fra Agilulfo e Gregorio Magno, valenze diverse che nel passato romano), non sfugge come
del 593, accolto con viva contrariet dallesarca e da lui ai territori transappenninici venisse riconosciuta dunque
accettato solo a distanza di anni, sembra abbia ratificato una caratterizzazione collettiva e peculiare quale specifica
lesistenza di fatto di una fascia limitanea, peraltro assai ela- pars del regno, distinta e pi lontana dal cuore pavese del-
stica come erano tutte le frontiere altomedievali, grosso modo lo stesso. Del resto, quando il duca di Benevento Grimo-
incardinata sul corso del fiume Mignone12. I reali meccani- aldo risal verso Pavia per conquistare il potere regio, nel
smi di funzionamento di tale confine, che probabilmente 662, si preoccup di acquisire preventivamente (tramite
determin un riassetto almeno parziale degli insediamenti la legazione del conte di Capua Transamundo) il sostegno
CLAUDIO AZZAR A CHIUSI nELLA TOSCAnA LOnGOBARDA
19

dei longobardi della Tuscia e di Spoleto contro i partigiani base delle scarse testimonianze documentarie, le quali per-
padani dei monarchi in carica Godeperto e Pertarito19. E mettono di aprire esclusivamente alcuni squarci assai par-
al tempo del pontificato di Gregorio II (669-731), in oc- ziali di conoscenze sullargomento. Qualche informazione
casione de complotto ordito dallesarca Paolo per conto in pi potr venire in futuro solo da eventuali risultanze
dellimperatore Leone III contro il papa, che si opponeva della ricerca archeologica, pressoch unica fonte per il pe-
alla politica iconoclastica di Costantinopoli e al fiscalismo riodo anteriore allVIII secolo25.
imperiale in Italia, i longobardi della Tuscia furono pronti Gli undici documenti sicuramente redatti a Chiusi o nel
a intervenire a fianco dei romani in difesa del pontefice, suo territorio (pi due che lo sono in via ipotetica), su un
che aveva dovuto invece in altre circostanze lamentare lo- totale di duecentonovantacinque chartae edite da Luigi
stilit del re Liutprando20. Schiaparelli nei primi due volumi del Codice Diplomatico
In epoca longobarda larea corrispondente allodierna To- Longobardo, sono infatti tutti compresi fra il 735/736 e il
scana era suddivisa (cos come il resto del regno) in pi 774. Molti di loro offrono memoria di passaggi di propriet
ducati, di cui restano testimoniati dalle fonti quelli di Fi- fondiarie tra privati. Una prima charta, redatta nel marzo
renze, di Lucca e di Chiusi; unaltra parte dellodierno ter- del 738 a Massa Mustiba26 ricorda come tale Pertulo e suo
ritorio regionale giaceva sotto il comando del potente duca figlio Tusculo abbiano venduto ai fratelli Barbaro e Sad e a
di Spoleto. Il ducato di Chiusi comprendeva anche tutto Baso, figlio dello stesso Barbaro, una terra nel fondo di Cel-
il Monte Amiata, con una probabile estensione rispetto al lule, al prezzo di due soldi doro e di due tremissi; mentre
territorio dellantica civitas romana, che doveva arrestarsi una seconda, databile fra il settembre del 746 e lagosto del
alle pendici della montagna. In diversi documenti longobar- 747 e prodotta a Chiusi27, mostra tale Alolfo del fu Aliper-
di di Chiusi dei secoli VIII-IX figurano possessori di beni to mentre vende a Rodfredo una terra nel fondo Matiano
nei territori di Castiglione della Pescaia, della Maremma (sempre nel territorio chiusino) al prezzo di due soldi doro
Rosellana, del Sovanese21. e di un tremisse. Ulteriori vendite sono documentate dalla
Dei duchi longobardi di Chiusi conosciamo i nomi solo di charta numero 9728, dellaprile 750, con la quale un certo
tre, tutti dellVIII secolo. Due di costoro, Gregorio e Agi- Donato cedeva a Gunduino e a Faolfo la sua parte di una
prando, erano nipoti del re Liutprando e si dimostrarono casa, con orto e corte, e di una vigna nel casale di Agello
utili strumenti della politica dello zio nellItalia centro- dOrcia, gi possesso di Audimari e di Audino, al prezzo di
meridionale, venendo trasferiti da costui alla guida di altre, tre soldi doro; e dalla charta 18729, del 25 maggio 765, con
importanti, citt. Infatti, Gregorio, ricordato come regia cui Alperto e Vualfuso del fu Altifuso vendevano ai fratelli
progenies nelle cosiddette tavole chiusine, databili al Sasso e Piperello una terra presso Chiusi, sotto la chiesa di
72922, venne creato dal monarca suo parente duca di Be- San Silvestro, fuori porta Santa Mustiola, per quattro soldi
nevento nel 732, quando il re cerc di assumere il diretto doro e un tremisse. Infine, ipoteticamente redatto a Chiusi,
controllo della realt longobarda pi meridionale e auto- ma di sicuro riguardante beni posti nel territorio di questa
noma (con successo solo transitorio). Agiprando, dal suo citt, anche un documento datato al 1 aprile 765, con
canto, venne incaricato da Liutprando di scortare il papa il quale Teudimari del casale di Agello cedeva ad Airoaldo
durante i negoziati che portarono, nel 742, alla restituzio- una terra nel casale Quaratule per quattro soldi doro30.
ne a Roma dei centri di Amelia, Orte, Bomarzo e Blera, Alcune varianti rispetto ai casi elencati sono costituite da
occupati dai longobardi, e nello stesso anno fu nominato documenti che testimoniano necessit conseguenza di ven-
duca di Spoleto in sostituzione di Transamondo II, che il dite gi effettuate, si tratti del bisogno di stendere in un
re aveva sconfitto23. In questo periodo Chiusi appare dun- secondo tempo una charta per una compravendita eseguita
que nella piena disponibilit dellautorit regia, addirittura in prima battuta senza documentazione, come capita ad
tramite un controllo familiare. Lultimo duca di Chiusi di Arnolfo, che aveva ceduto a Gioviano una terra nel casale
cui si conosca il nome Regimbaldo, gi gastaldo di Citt Agello, al prezzo di quattro tremissi doro31; della riconfer-
di Castello e poi duca chiusino, il quale nel 775, allindo- ma di possesso dietro prestazione di dodici giorni di lavoro
mani della caduta del regno longobardo per mano di Carlo manuale da parte di Guntefredo a vantaggio di Botolo, che
Magno, segnalato come partecipante alla congiura che gli aveva venduto le sue propriet nel casale Offine, con
intendeva ribellarsi al nuovo dominatore franco, assieme obbligo reciproco alla promessa sotto pena di dodici soldi32;
ai beneventani, agli spoletini e soprattutto ai friulani di oppure, della promessa effettuata da Ansifrido, maniscalco,
Rotcauso. Regimbaldo fu per pronto a uscire dalle file per s e per Friduni, a Sasso, Piperello, Anscaidi diacono,
dei ribelli alla vigilia della guerra e, piuttosto, approfitt Grossulo, Boniperto e Domninulo di non dare loro alcu-
scaltramente della confusione generale per saccheggiare na molestia sulla vendita da loro eseguita, a favore degli
per proprio conto i territori del patrimonio di San Pietro, stessi Ansifrido e Friduni, di una terra nel casale di Broc-
accumulando un ingente bottino24. ciani e di una selva detta Grippo Ipsolo, gi acquistata da
Le forme concrete dellinsediamento e dellorganizzazione Brittulo33. In una data compresa fra il giugno del 735 e il
sociale ed economica dei longobardi a Chiusi e nel suo ter- maggio del 736, Pertulo detto Baroccio prometteva invece
ritorio rimangono solo in minima parte ricostruibili sulla a Tasulo centenarius di risiedere nella casa di questultimo
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
20

posta nel gi altrove menzionato fondo Agello e di pagare regione in epoca longobarda si rinvia almeno a: P.M. Conti, La Tuscia e i
suoi ordinamenti territoriali nellalto medioevo, in Atti del V Congresso inter-
le angarie, consistenti in opere manuali, in un canone di nazionale di studi sullalto medioevo, Spoleto 1973, 61-116; C. Wickham,
parte dei prodotti e in non meglio precisati regali (la reda- Economic and social institutions in northern Tuscany in the 8th century, in
zione della charta a Chiusi indicata in sede di edizione Istituzioni ecclesiastiche della Toscana medievale, a cura di C. Wickham - M.
come probabile34). Ronzani - Y. Milo - A. Spicciani, Galatina 1980, 7-34; Id., The mountains
and the city. The tuscan Appennines in the early Middle Ages, Oxford 1988.
In un caso, quello documentato da una charta del 15 mag- Da ultimo, cfr. anche R. Ricci, Potere e territorio in Lunigiana storica (VII-
gio 76335, la vendita non riguardava beni immobili, bens XI secolo). Uomini, terra e poteri in una regione di confine, Spoleto 2002.
una donna, Boniperga chiamata Teudirada, e il suo bam- 3
Grgoire le Grand, Dialogues, ed. A. de Vog, 3 voll., Paris 1979-1980
bino, ceduti come servi da Candido ai fratelli Audeperto (Sources Chrtiennes, 251, 260, 265) [dora in avanti: Greg. Dial.], III,
11. nei Dialogi gregoriani i riferimenti alla Tuscia sono ripeuti: nel primo
e Baroncello al prezzo di ventun soldi. Da un documento libro Gregorio chiede esplicitamente al suo interlocutore Pietro se vuole che
di sette anni posteriore36 si viene a sapere che Baroncello racconti quanto accadde di notevole in quella regione e si dilunga quindi nel
aveva sposato Boniperga ed era poi morto, e che suo fratello riferire le gesta del vescovo di Ferentis (presso Viterbo) Bonifacio, vissuto al
tempo dei goti, e di quello di Todi, Fortunato (I, 8-10). Pi avanti, ricorda
Audiperto aveva promesso ai nipoti Bonipertolo e Leoperto la figura di Florido, presule di Citt di Castello (III, 35).
le proprie sostanze con questa sola condizione: che qualo- 4
Su queste vicende, cfr., in rapida sintesi, C. Azzara, LItalia dei barbari,
ra avesse avuto figli, met dei propri averi sarebbe andata Bologna 2002, 93-100.
a costoro e met ai citati nipoti, mentre in caso contrario 5
V. Bierbrauer, Archeologia degli Ostrogoti in Italia, in I Goti, Milano
questi ultimi avrebbero ottenuto tutto, salvo impegnarsi 1994, 170-213.
a versare ogni anno alla chiesa di S. Salvatore del Monte
6
Procopii Caesariensis De bello Gotico, in Eiusdem Opera omnia, II:
De bellis libri V-VIII, edd. J. Haury - G. Wirth, Lipsiae 1963 (Bibliotheca
Amiata, in suffragio della sua anima, un soldo doro o le- Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana) [dora in avanti:
quivalente in cera, olio o altro. Proc. BG], V, 3-4.
Proprio il monastero del Monte Amiata emerge in veste 7
Su Ansedonia, cfr. E. Fentress, Ansedonia, da centro bizantino a castello
di protagonista negli ultimi due documenti qui ricordati, medievale, in M.G. Celuzza - E. Fentress, La Toscana centro-meridiona-
le: i casi di Cosa-Ansedonia e Roselle, in La storia dellalto medioevo italiano
redatti entrambi nel primo semestre 774, che vedono la- (VI-X secolo) alla luce dellarcheologia. Convegno internazionale, Siena 2-6
bate Usingo acquistare dapprima da Anastasio, figlio di dicembre 1992, a cura di R. Francovich - G. noy, Firenze 1994, 601-606.
Isparoni, abitante in Punpuna, sei sellos di olivi con terra, Cfr. anche C. Citter, La frontiera meridionale, in Kurze-Citter, La
Toscana, 170-181. I ritrovamenti di Talamonaccio e Poggio Cavolo solo in
in cambio di un cavallo dal valore di sette soldi37; e poi via ipotetica sono riferibili allet gota.
dai fratelli Audelapo e Gaidilapo (che hanno il consenso 8
Proc. BG II, 20; V, 16-17; VI, 23-27; 13; VII, 10. Chiusi, secondo Procopio,
del padre Opteris) tutte le loro sostanze (casa, vigne, terre, quando venne sottoposta ad assedio da parte di Belisario si consegn a co-
prati e altro), per una somma di trenta soldi doro38. Simili stui senza nemmeno combattere.
notizie, pur nella loro frammentariet (ma integrabili con
9
Proc. BG VII, 5-6, 25, 35; VIII, 29, 33-34.
quelle provenienti dal Codice Amiatino studiato dal Kur-
10
Per il regno di Rotari, cfr. in breve Azzara, LItalia dei barbari, 115-119.
11
Sul limes appenninico che separava la valle dellArno da quella del Tevere,
ze)39, ben mostrano come nel momento della guerra e della capace forse di ridisegnare anche la geografia ecclesiastica (come nel caso di
conseguente conquista del regno longobardo da parte del confini fra la diocesi di Arezzo, longobarda, e quella di Citt di Castello, bi-
franco Carlo, in un frangente quindi di grave instabilit e zantina), cfr. A. Fatucchi, Municipia e diocesi altomedievali della Tuscia
di profondi riassetti non solo sul piano politico e ammini- orientale, in Arezzo e il suo territorio nellalto medioevo. Atti del convegno,
Arezzo, Casa del Petrarca, 22-23 ottobre 1983, Cortona 1985, 55-71; L.
strativo, ma anche sociale ed economico, il monastero del Sensi, Citt di Castello e il suo territorio in et altomedievale, in LAppennino
Monte Amiata sapesse farsi collettore dei beni di molti lon- dallet romana al Medioevo. Societ, territorio, cultura, a cura di G. Renzi,
gobardi della zona40, approfittando della difficile situazione San Leo 1997 (Studi montefeltrani - Atti convegni, 5), 63-82. Cfr. anche i
saggi raccolti in Appennino tra antichit e medioevo, a cura di G. Roncaglia
generale ma anche proponendosi quale autentico termine - A. Donati - G. Pinto, Citt di Castello 2003 (Collana Volusenus. Testi e
di garanzia e di rifugio, diventando cos il soggetto econo- studi-Sestino, 4).
micamente rilevante dellintera area chiusina al tramonto 12
Kurze, Loccupazione della Maremma, 159-162.
dellet longobarda. 13
Sulla configurazione del confine altomedievale cfr. le considerazioni che
emergono in margine ai saggi raccolti in Citt, castelli, campagne, nei terri-
tori di frontiera, soprattutto nei contributi di G.P. Brogiolo, Conclusioni,
239-245, e S. Gasparri, La frontiera in Italia (sec. VI-VIII). Osservazioni
su un tema controverso, 9-19. Per il citato caso veneto, si vedano da ultime le
puntualizzazioni di P. Moro, Venezia e lOccidente nellalto medioevo. Dal
nOTE confine longobardo al pactum lotariano, in Venezia. Itinerari per la storia
della citt, a cura di S. Gasparri - G. Levi - P. Moro, Bologna 1997, 41-57.
14
Kurze, Loccupazione della Maremma, 168-169.
1
Pauli Diaconi Historia Langobardorum (MGH Monumenta Germaniae
Historica, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX ),
15
Le leggi dei Longobardi. Storia, memoria e diritto di un popolo germanico,
Hannoverae 1878, pp. 12-178 [dora in avanti: Paul. HL], II, 26. a cura di C. Azzara - S. Gasparri, 2a ed., Roma 2005 [dora in avanti: LL],
139, 142, 146, 200 (prologhi alle leggi di Liutprando degli anni 713, 717,
2
Per una ricostruzione delle vicende e della cronologia della prima occupa- 720, 729). Paul. HL dal suo canto non impiega il toponimo Neustria ma
zione longobarda della Toscana, cfr. W. Kurze, Loccupazione della Maremma fa significativamente uso di Austria (V, 39) e in modo assai pi largo (an-
toscana da parte dei Longobardi, in W. Kurze - C. Citter, La Toscana, in che se in contesti diversi) di Tuscia (II, 16, 18, 26. IV, 32, 45, 51. V, 27).
Citt, castelli, campagne, nei territori di frontiera (secoli VI-VII). Atti del V
seminario sul tardoantico e laltomedioevo in Italia centrosettentrionale, Monte
16
LL. pp. 142, 146, 200, 264 (rispettivamente: prologhi alle leggi di
Barro-Galbiate (Lecco), 9-10 giugno 1994, a cura di G.P. Brogiolo, Mantova Liutprando del 717, 720, 729; e alle leggi di Ratchis).
1995 (Documenti di archeologia, 6), 159-169. Sulla posteriori vicende della 17
Il capitolo 44 di Liutprando (LL. pp. 164-166) prescrive per la comunicazione
CLAUDIO AZZAR A CHIUSI nELLA TOSCAnA LOnGOBARDA
21

da parte degli iudices dellavvenuta cattura di un servo fuggiasco o di uno 24


Su Regimbaldo, cfr. ivi, 60.
straniero un mese di tempo per chi abita nel nord e due mesi per chi sta in 25
Cenni su ritrovamenti altomedievali in territorio chiusino si trovano in G.
partibus Tusciae. Il capitolo 61 di Liutprando (LL. pp. 172-174) conce- Paolucci, Nuovi materiali altomedievali dal territorio di Chiusi, Archeologia
de dodici notti di tempo per quelli della Neustria e il doppio per chi viene medievale XII (1985), 695-700.
da lontano, dallAustria o dalla Tuscia, per fornire giuramento. Il capitolo
88 di Liutprando (LL. p. 190) gradua il tempo concesso al padrone di un
26
CDL, I, n. 66, pp. 206-208.
servo fuggiasco che abbia commesso un reato per catturalo e rendere giu- 27
CDL, I, n. 92, pp. 265-266.
stizia alla vittima: tre mesi se quello si trova a Benevento o a Spoleto, due 28
CDL, I, pp. 281-283.
mesi se nella Tuscia, un mese se a nord degli Appennini. Il capitolo 108 di 29
CDL, II, pp. 169-171.
Liutprando (LL. p. 202) accorda per il riscatto dei pegni trenta giorni ai
residenti in Austria e in Neustria e sessanta a quelli della Tuscia. Infine, il
30
CDL, II, n. 185, pp. 165-166.
capitolo 13 di Ratchis (LL. p. 272), a proposito della guardia dei confini 31
CDL, II, n. 141, pp. 44-46; del febbraio 760.
e della sorveglianza degli stranieri entrati nel regno, distingue a sua volta 32
CDL, II, n. 192, pp. 179-181; dellottobre 765.
nellesposizione fra coloro che devono controllare quanti penetrano nel re-
gno da nord attraverso le Alpi e gli iudices della Tuscia, che sono chiamati
33
CDL, II, n. 253, pp. 334-336; dellaprile 771.
a badare che nessuno attraversi il loro territorio senza il permesso del re e
34
CDL, I, n. 57, pp. 183-185.
uno speciale sigillo. 35
CDL, II, n. 174, pp. 135-137.
18
Codice Diplomatico Longobardo, edd. L. Schiaparelli - C. Bruhl, 3 voll., 36
CDL, II, n. 248, pp. 323-326; del settembre 770.
Roma 1929-1973 (Fonti per la Storia dItalia) [dora in avanti: CDL], III, 37
CDL, II, n. 288, pp. 420-422; del gennaio 774 redatto a S. Pietro in
38, del 3 marzo 766, con cui Adelchi conferma tutti i documenti e diritti ri- Aciliano, nel chiusino.
lasciati e concessi al monastero di San Salvatore di Brescia, usando la formula
Austriae, neustriae vel Tussie; ivi, 40, del luglio 771, con cui Desiderio
38
CDL, II, n. 294, pp. 437-439; del giugno 774.
conferma dei diplomi a San Salvatore di Brescia, facendo cenno a fines no- 39
Ledizione critica del Codice si trova in Codex Diplomaticus Amiatinus.
stri Austrie vel neustrie, Spoliti et Tuscie; ivi, 44, dell11 novembre 772, Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore am Monteamiata, hrsg. von W. Kurze,
con cui Adelchi conferma possessi a San Salvatore di Brescia posti in fini- 2 Bd., Tbingen 1974-1982; per uno studio sul ruolo economico del mo-
bus Spoletinis, Tassie [cio Tuscia], Immilie, neustrie. nastero, cfr. W. Kurze, Il monastero di San Salvatore al Monte Amiata e
19
Paul. HL IV, 51. la sua propriet terriera, in Labbazia di San Salvatore al Monte Amiata.
Documenti storici, architettura, propriet, a cura di W. Kurze - C. Prezzolini,
20
Le Liber Pontificalis, ed. L. Duchesne, I, Paris 1882, 403-404. Firenze 1988, 1-26.
21
Kurze, Loccupazione della Maremma, 162-168. 40
Da notare anche la produzione di falsi privilegi (probabilmente nel IX-X
22
Sulle tavole chiusine e sulla loro datazione si veda n. Gray, The Paleography secolo) per rivendicare beni, addirittura attribuendoli a donazioni regie: si
of Latin Inscriptions in the Eight, Ninth and Tenth Centuries in Italy, Papers vedano, per esempio, i due documenti editi in CDL, III, n. 21, pp. 93-107;
of the British School at Rome 16 (1948), 65. e ivi, n. 29, pp. 179-184, rispettivamente la conferma allabate Erfone da
23
S. Gasparri, I duchi longobardi, Roma 1978, rispettivamente alle pp. 57 parte del re Ratchis di donazioni effettuate dallo stesso monarca a vantag-
(su Gregorio) e 80 (su Agiprando). gio del monastero e la successiva conferma di tali donazioni anche a opera
del successore Astolfo.
ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI,
TRA AnTICHE E nUOVE SCOPERTE

Giulio Paolucci

Il 1872 fu un anno particolarmente importante per le sco- della sepoltura chiusina, per la quale sembra ipotizzabile
perte di materiali altomedievali presso Chiusi come ricord una datazione alla met del VII secolo5.
il canonico Brogi, al quale si deve una prima segnalazione Altre notizie ad opera dello stesso canonico furono presentate
del ritrovamento di una tomba durante lavori di scasso per in occasione della relazione sugli scavi e scoperte archeolo-
una fognatura lungo via Porsenna, dove venne individuata giche avvenute a Chiusi, che si teneva il 28 ottobre di ogni
una sepoltura contenente una fibbia e una bottiglia di ve- anno, per celebrare lapertura al pubblico del museo civico6.
tro che a me sembra dellepoca longobarda perch somiglia Il Brogi, che ricopriva la carica di Conservatore del museo,
molto a due altre che avrei vedute dal Casuccini e che furono ricord: fu rinvenuto, alla profondit di circa 2 metri, uno
ritrovate in unurna a due morti dellepoca longobarda1. Il scheletro che aveva elmetto, lancia, spada, sprone accanto,
vaso e la piccola fibula2 andarono ad incrementare la raccolta tutto il ferro. Inoltre due crocette doro alla greca sul petto,
civica e soltanto il manufatto in vetro con la caratteristica una per parte, n altro vasellame intorno tranne una catinella
risega a met del corpo identificabile con una bottiglia di rame e una piccola tazza di vetro, infranta7. Il canoni-
conservata presso il Museo Archeologico di Chiusi3, della co non indic quale fosse la localit di rinvenimento della
forma B.5 della Stiaffini4, che trova significativi confronti sepoltura, anche se probabilmente si trattava dellArcisa.
con esemplari da nocera Umbra e da Castel Trosino. In In quella sede forn unaltra informazione riguardante la
questultimo sepolcreto compare nelle tombe 43, 44, 45, scoperta di unintera necropoli altomedievale, rinvenuta in
65, talvolta come unico oggetto di corredo come nel caso localit il Colle, dove il signor Leopoldo Lucioli scav un

1 2 3

Fig. 1. Bottiglia di vetro da via Porsenna (scavi 1872). Chiusi, Museo Archeologico nazionale. Fig. 2. Fibbia di bronzo da via Porsenna (scavi 1872).
Chiusi, Museo Archeologico nazionale. Fig. 3. Croce doro dal Colle Lucioli (scavi 1872). Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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gran numero di cos fatti scheletri, luno contiguo allaltro, Mustiola17, dove la famiglia aveva alcuni appezzamenti di
in fossa separata, in un suo podere: trov la crocetta che a terreno. In particolare il canonico segnal la scoperta, in una
due di essi, una per ciascuno, gli altri tutti ne eran privi8. tomba bisome, di due bottiglie di vetro18 che apparivano del
La notizia risulta quanto mai interessante poich permette tutto simili a quella ritrovata in via Porsenna. Sempre nei
di identificare presso questa localit un altro cimitero alto- possedimenti Casuccini di S. Mustiola, fu rinvenuto anche
medievale oltre alle ben note necropoli dellArcisa e della un sarcofago, attualmente conservato nel giardino de I For-
caserma dei Carabinieri. Le due crocette auree e alcune ti19, ornato sulla fronte con tre cerchi inscritti entro rombi
guarnizioni di cintura in bronzo9, scoperte al Colle, vennero e in quello centrale un fiore.
acquistate per la raccolta civica tra il 1872 e il 1875, quando Le scoperte avvenute presso S. Mustiola dovevano essere state
Leopoldo Lucioli vendette alla Commissione municipale assai pi numerose come indicherebbe una segnalazione del
numerosi altri reperti archeologici10. Le croci, che avevano Liverani: quando io visitai quel luogo nel 1862 vidi gli ope-
attirato lattenzione fin dalla loro scoperta, furono edite rai che travagliavano intorno ad un fosso o forma per trarne
gi nel 1888 da Paolo Orsi11 in un articolo che prendeva le fuori una grande urna o truogolo di travertino candidissimo
mosse da alcuni esemplari conservati nel Museo Civico di col suo coperchio, il quale aveva tutte le sembianze di un
Bologna; quasi ottanta anni pi tardi vennero erroneamen- antico avello etrusco, tramutato forse e convertito in tomba
te credute pertinenti alla collezione Paolozzi12 ed in seguito cristiana. Fu trovato ancora qualche frammento, un dei quali
furono identificate con quelle scavate al Colle Lucioli13. Le porgeva il nome di Aurelio. Altri scavi della primavera del
guarnizioni in bronzo di cintura a cinque elementi sono da 1863 recarono alla luce un altro frammento, murato in un
riferire rispettivamente ai tipi II e III del Citter14. Del pri- avello, che chiudeva un cadavere [...]. Alla profondit di un
mo possibile riconoscere una controplacca; dellaltro si metro furono trovati embrici che chiudevano altri cadaveri
conserva una fibbia e una piastra costituita da due placche e con essi vasi di vetro e stoviglie20.
cuoriformi decorate con occhi di dado. nel Museo Archeo- Quasi mezzo secolo prima erano tornate alla luce, ad opera
logico di Chiusi si conserva anche una placca quadrangolare di Luigi Petrozzi, alcune importanti iscrizioni longobarde21
e una cuoriforme gi edita da von Hessen15 e attribuite dal gi nella distrutta chiesa di S. Mustiola, che in seguito fu-
Citter al tipo III16, che in via dipotesi potrebbero far parte rono murate presso il duomo di S. Secondiano.
del medesimo ritrovamento dal Colle Lucioli. nel 1875 linteresse per la storia longobarda di Chiusi si
Come aveva ricordato il Brogi, anche Pietro Bonci Casucci- concretizz nella pubblicazione di Francesco Liverani22, edita
ni possedeva materiali di epoca longobarda frutto di alcuni a favore del locale museo23 che, cercando di dimostrare la
ritrovamenti avvenuti presso la localit Portonaccio-Arcisa presenza di un ducato in questa citt, entr in costante po-
e nelle immediate vicinanze della demolita basilica di S. lemica con molti studiosi del tempo, senza per concludere
niente di positivo. Il Liverani non fornisce indicazioni circa
le numerose scoperte che si andavano facendo in quegli anni
si limita soltanto a segnalare un sepolcro rincalzato con uno
sportello di tomba etrusca scavato allArcisa, mentre nel
museo civico di Chiusi, da poco costituito, ricorda che vi
si conservavano due umboni con imbracciatura e borchie,
insieme a cinque o sei crocette in lamina doro24. A tale pro-
posito ricordava di aver visto in vario tempo almeno dodi-
ci croci, fornendo cos la prova dei numerosi ritrovamenti
effettuati fino al 1875.

Allinizio degli anni Ottanta del XIX secolo vennero scoper-


te in diverse parti dItalia alcune importanti necropoli lon-
gobarde purtroppo scavate senza alcun metodo scientifico.
In ambito chiusino accadde lo stesso per alcune sepolture
sterrate tra il 1877 e il 1884 durante i lavori di costruzione
del nuovo cimitero25 posto sulla sommit della collina so-
vrastante la localit Colle Lucioli, dove pochi anni prima
il proprietario dei terreni aveva scavato le sepolture men-
zionate sopra.
Stessa sorte dei numerosi reperti etruschi, che le vaste necro-
poli chiusine restituivano con abbondanza, tocc ai materiali
di epoca altomedievale oggetto di alienazioni a collezionisti
e a musei, tanto che nel 1886, quando fu edito il catalogo
Fig. 4. Placca di bronzo da Arcisa (scavi 1872). Chiusi, Museo
della raccolta archeologica appartenuta ad Amilcare Ancona
Archeologico nazionale.
GIULIO PAOLUCCI ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI, TR A AnTICHE E nUOVE SCOPERTE
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di Milano, vennero pubblicati alcuni oggetti longobardi pro-


venienti da Chiusi: tre croci doro con fregi impressi, scavate
coi soliti spadoni di ferro nella localit della il Cimitero dei
Longobardi Arcisa Presso Chiusi, cedutemi dallegregio
6
canonico Giovanni Brogi26. Lo stesso prete chiusino aveva
venduto al medesimo collezionista un paio di speroni in
Fig. 5. Crocette doro da Arcisa, gi coll. Ancona.
bronzo e varie fibbie e frammenti diversi, il tutto trovato Fig. 6. Sarcofago dallOrto Paolozzi, Chiesa di S. Apollinare.
nella tomba di un guerriero a Chiusi27. Fig. 7. Fibbia dallOrto Paolozzi, Chiesa di S. Apollinare.
nel mese di agosto 1887, nellorto di Flavio Paolozzi, pres- Fig. 8. Fibbia dallOrto Paolozzi, Chiesa di S. Apollinare (particolare).
so la chiesa di S. Apollinare, durante lavori di scasso, furo- Fig. 9. Fibbia dallOrto Paolozzi, Chiesa di S. Apollinare. Collezione Cambi.
no ritrovate cinque tombe disposte senza ordine, formate
con lastre di travertino ai lati e nelle coperture, lunghe m.
1,90, larghe m. 0,85, alte m. 0,40, contenevano uno o due
scheletri tutti colla giacitura ad oriente; non vi si rinvenne
alcun oggetto. nella stessa occasione, ad una maggiore
profondit, furono rimessi in luce altri tre sepolcri posti
alla distanza di circa metri 0,80 luno dallaltro, formati con
lastre di pietra. Il primo restitu un anello doro con pietra
gemmaria non incisa, il secondo nessun oggetto, mentre il
terzo conteneva un paio di orecchini a filo doro uncinato
ed in fondo un bottone doro a filigrana (gr. 12,90); unar-
milla dargento (gr. 16); uno spillo crinato dargento con 7
borchia doro (gr. 17) avente incassature per pietre ed altri
vitrei ornamenti, tutte rimaste vuote eccetto una che con-
teneva ancora la piccola pietra gemmaria non incisa; una
armilla di bronzo; due piccoli spilli dargento (gr. 4,5); una
pastiglia e sei altri piccoli acini della stessa specie ed unam-
polla di vetro infranta28.
Presso la stessa localit allinizio del XVIII secolo erano state
rinvenute alcune tombe a cassone di travertino, in cui era
stata riutilizzata una lapide romana iscritta29, messe in luce 8
nella Chiesa rovinata di S. Apollinare appresso il Presbite-
rio dalla parte et in Cornu Epistolae dellaltare antico nel 9
riformare i fondamenti riedificare la medesima in sito pi
piccolo ove fu rinvenuto un sepolcro entravi ossa e cenere,
fatto di diverse pietre travertine bene aggiustate, ove dalla
parte che riguarda la porta della detta Chiesa vi era posta
a diacere, ma per a traverso ritta, ove sopra vi erano altre
pietre, che ricoprivano il detto sepolcro che era lungo palmi
dieci e mezzo e largo quattro et altre pietre che lo fornivano,
ma non scritte e lappresso il detto sepolcro vi erano altri de-
positi come si pu credere30. La medesima area cimiteriale
fu scavata nuovamente nel 1895 e in quelloccasione venne
recuperato un piccolo anello e una catenella doro conte-
nuti allinterno di un sarcofago31, ornato sul prospetto con
un cerchio fra due rombi entro una cornice a fascia piatta e
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
26

gnalava altre tre conservate presso il collezionista Amilcare


Ancona, ritrovate allArcisa e gi menzionate.
nel 1888 durante i restauri del Duomo furono rinvenuti
alcuni frammenti di unepigrafe, databile allVIII secolo, in
cui viene fatta menzione di un vescovo di nazionalit spa-
gnola del quale risulta perduto il nome; vennero recuperati
anche tre frammenti pertinenti al rivestimento del ciborio
della chiesa di epoca altomedievale39.
Due anni dopo sempre presso il Duomo, nel corso dello
scasso per le fondamenta della nuova facciata disegnata
dallarchitetto Giuseppe Partini40, fu scavata una tomba
altomedievale nella quale era stata riutilizzata una lapide
romana recante liscrizione di un triumviro, unico reperto
menzionato dalleditore, il quale non si cur neppure di
segnalare se la sepoltura era gi stata saccheggiata oppure
Fig. 10. Piazza del Duomo, tomba in corso di scavo. contenesse qualche oggetto41.
La tomba faceva parte della vasta area cimiteriale annessa
chiuso con un coperchio a doppio spiovente decorato agli al Duomo, gi indagata nel 1831 in occasione dellabbassa-
angoli con acroteri lisci. mento del piano pavimentale della piazza, quando furono
In unaltra tomba a cassone fu possibile recuperare alcune ritrovate alcune sepolture42 di epoca altomedievale, nuova-
armi in ferro32 tra cui una punta di lancia a foglia di allo- mente investigata nel 1977 da Guglielmo Maetzke e una
ro confrontabile con esemplari dallArcisa33, un bottone di decina di anni pi tardi da Anna Rastrelli.
bronzo simile ad alcuni da Castel Trosino34 e una fibbia di Gli scavi del Maetzke portarono alla luce lungo il lato peri-
bronzo priva dellardiglione, identica ad un esemplare dalla metrale nord della Cattedrale una tomba costruita con lastre
tomba 86/11 di Selvicciola, utilizzata per fissare gli speroni35. di travertino tra cui una soglia di porta romana. Il defunto,
nella stessa occasione venne recuperata anche una fibbia a deposto con la testa a Ovest, aveva un sax, di cui furono re-
disco, purtroppo dispersa, finemente ornata sulla superfi- cuperati anche i resti del fodero, due coltelli in ferro, e uno
cie interna con figure zoomorfe alternate a motivi angolari, specillo in bronzo. La cintura in materiale deperibile che
con rendimento di zone lucide e opache, noto su esemplari sosteneva le armi era fermata con un passante in bronzo,
franchi del VII secolo36. con una fibbia ornata con teste zoomorfe e terminava in un
nel 1887 Paolo Orsi, pubblicando larticolo sulle crocette puntale decorato con occhi di dado43. Gli esami antropolo-
auree rinvenute nellItalia settentrionale e centrale, menzio- gici sui resti umani rinvenuti nella tomba hanno evidenziato
nato sopra, prese le mosse per un bilancio critico rilevando che era appartenuta ad un individuo morto fra i 45 e i 50
accoratamente che: si pu affermare non esistere per anco anni, per il quale stata stabilita una statura di m. 1,80.
un ramo delle discipline storiche che rigorosamente possa nello stesso scavo fu scoperta unaltra sepoltura a cassone
chiamarsi archeologia del medioevo e poi constatava che priva di materiali, che aveva accolto un individuo di sesso
solo loro e i metalli preziosi sono andati salvi per naturale maschile di oltre 60 anni. Una terza tomba venne soltanto
cupidigia degli scopritori, quando, non esagerazione daf- individuata, ma non indagata, mentre a breve distanza da
fermarlo, ogni anno tornano in luce a centinaia modeste e queste deposizioni, entro una nicchia, furono recuperati
povere tombe doscuri militi Goti, Longobardi e Franchi due crani, uno dei quali, di unet di 25-30 anni, sembrava
delle quali nulla sopravanza allinfuori di una vaga ricordan- artificialmente deformato con forte placcooccipitalit con-
za e di qualche raro oggetto isolato o disperso nelle colle- comitante alla forte depressione sullofrion. Ci lascerebbe
zioni, senza memoria della sua origine37. A questo stato di pensare a un sistema deformante di tipo circonferenziale
cose purtroppo, come rilev lo stesso studioso, non faceva misto44. Sarebbe questa unaltra attestazione di crani inten-
eccezione la situazione di Chiusi: lunica citt che ci abbia zionalmente deformati rinvenuti tra gli inumati di Chiusi
ritornato, insieme a tanti e s cospicui monumenti etru- insieme a quelli dal Campo Boario, ricordati pi avanti.
schi, anche un numero non indifferente di crocette auree. Le ricerche condotte dalla Rastrelli in occasione dei lavori
Provengono esse da sepolcreti, dei quali non potremo mai di ripavimentazione della piazza del Duomo permisero di
abbastanza deplorare lo scavo disordinato, la distruzione rimettere in luce alcune sepolture gi scoperte nel 1831,
vandalica, e lo sperpero di tutta la suppellettile onde erano tutte saccheggiate, ad eccezione della tomba 29, anchessa
ricchi, fatto a solo scopo di lucro e senza utile di sorta per parzialmente distrutta, con piano di deposizione in laterizio,
larcheologia38. in cui furono recuperati sette vaghi in ambra, un bracciale
nel suo articolo lOrsi menzionava anche gli esemplari sca- di bronzo e tre anelli dargento. Le sepolture in qualche caso
vati a Chiusi e oltre le due crocette scavate al Colle Lucioli, si sovrapponevano e presentavano diverse variet delle fos-
descritte su calchi procuratigli dal canonico Brogi, ne se- se, talvolta rivestite con tegole oppure con lastre di pietra.
GIULIO PAOLUCCI ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI, TR A AnTICHE E nUOVE SCOPERTE
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Alcune tombe, identificate su base stratigrafica come le pi


antiche del sepolcreto, erano a fossa semplice con scheletro
orientato a ovest e prive di corredo, verosimilmente da ri-
conoscere per sepolture di tradizione tardoromana46.
Tornando alle scoperte avvenute nellOttocento e agli studi
effettuati in quel periodo, va segnalato il lavoro di Inguald
Undset, che pubblic un repertorio sui materiali tardo-
antichi e altomedievali conservati in Italia47, menzionando
per Chiusi i reperti allora esistenti presso il museo Civico:
cinque spade di ferro a doppio taglio, la lama di un altro
esemplare e quella di un coltello, menzionando i rispettivi
numeri dinventario48. Due umboni di scudo in ferro con
borchie di fissaggio in bronzo dorato e uno pi semplice49
vennero segnalati nella collezione di Giovanni Paolozzi;
inoltre larticolo contiene un lungo richiamo al ricchissimo
rinvenimento di oggetti doro avvenuto allArcisa nel 1874, 11
ipotizzando, a ragione, che parte dei materiali acquisiti per
il Museo di Saint Germain en Laye provenissero da quel
ritrovamento.
nello scorcio di secolo, con lavvento della cultura positivista,
presso Castel Trosino si andava scavando con grande rigore
scientifico una fra le pi importanti necropoli longobarde
rinvenute in Italia, tanto che quel materiale cos attenta-
mente descritto e disegnato costituisce il caposaldo delle
nostre attuali conoscenze50; pochi anni pi tardi attente
ricerche furono condotte anche nella necropoli di nocera
Umbra51. In una situazione museografica che prediligeva le
grandi raccolte pubbliche di Roma o di Firenze, i materiali
di Castel Trosino e successivamente quelli di nocera Um-
bra presero la via della capitale, per entrare a far parte delle
collezioni del Museo nazionale Romano52.
Tornando ai ritrovamenti del nostro territorio, sul finire del
secolo, presso il podere Montarioso, posto a sud-est di Sar-
teano, fu aperto un sepolcro di inumato. Ancora una volta
si tratt di un ritrovamento isolato, frutto della ricerca di 12
antichit da parte di Piero Bargagli, che possedeva una ricca
raccolta di antichit conservata nel suo palazzo di Sartea- Fig. 11. Umbone dalla tomba 5 di Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico
no, fino al trasferimento nel Museo Archeologico di Siena. nazionale.
La tomba restitu una modesta panoplia di un arciere, co- Fig. 12. Umbone gi coll. Paolozzi. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
stituita da cinque punte di freccia in ferro di tipo foliato
contenute in una faretra in materiale deperibile cos come
doveva essere larco e una fibbia di bronzo di tipo bizantino
che fermava la cintura53. Come ha rilevato il Ciampoltrini, santi per la ricerca. Il Riegl tendeva a dare una lettura diversa
il defunto di Sarteano trova uno stretto confronto con un allintero fenomeno, rilevando che la quasi scomparsa della
militare da Fiesole via Riorbico e con uno da Rimini in grande scultura durante queste epoche non doveva essere
territorio bizantino54. interpretata come sintomo di decadenza, come vorrebbe la
Ancora allinizio del nuovo secolo la critica pi avveduta cultura neoclassica, ma laffermarsi di un gusto differente
testimoniava come il periodo barbarico fosse del tutto tra- per cui lintroduzione del concetto di kunstwollen ha aiu-
scurato, tanto che nel 1906 il Toesca scriveva: preconcetti e tato la concezione psicologico-storica della storia dellarte
indifferenza nei nostri studi coprono ancora il tardo antico a vincere lestetica intesa in senso assoluto.
e lalto medioevo55. negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della
nel frattempo era stata pubblicata linteressante opera di A. prima guerra mondiale, probabilmente a seguito delle en-
Riegl, dedicata ed era la prima volta ai materiali tardo tusiasmanti scoperte del Mengarelli e del Pasqui a Castel
antichi e altomedievali56, ossia di quei periodi considerati Trosino e a nocera Umbra, anche in Toscana e nel Lazio
tradizionalmente decadenti e di conseguenza poco interes- furono effettuati alcuni importanti ritrovamenti di mate-
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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il Ciampoltrini62 ha offerto unedizione anche degli ogget-


ti scoperti nelle tombe 6-10, considerati perduti dai due
autori menzionati sopra, evidenziando poi che i materiali
provenienti dalla sepoltura 7 risultavano completamente
dispersi, in quanto ceduti come quota parte al proprietario
del terreno dove furono praticate le ricerche.
Le tombe erano a fossa rettangolare, tutte con il defunto
rivolto ad Oriente, del tipo a cassa foderate e chiuse con
pietre oppure scavate nel tufo e coperte di tegole romane.
non furono notate tracce di casse lignee e tra gli undici de-
Fig. 13. Scavi di Arcisa (da Galli 1942). funti (la sepoltura 6 era bisome) sono stati identificati cin-
que militari, due donne e un bambino nella tomba 8. Tutte
riale longobardo ad opera di Edoardo Galli. Tra il 1909 e le tombe maschili risultavano corredate di spatha, punte di
il 1910 venne scavata la necropoli di via Riorbico a Fieso- lancia a foglia dalloro e scudo, di cui rimaneva lumbone
le57, lanno successivo quattro sepolture furono messe in di ferro con borchie bronzee. nelle tombe 1 e 5 sono stati
luce dietro la chiesa di S. Cristina a Bolsena58 e nel mese di rinvenuti in ognuna resti di due cinture (una per labito e
luglio 1913 ebbero inizio ricerche regolari nella necropoli laltra per sorreggere la spada) ornate con fibbie, placche e
chiusina dellArcisa. puntali decorativi in argento di tipo bizantino. Un parti-
Quattro anni prima Luciano Lancetti aveva tentato alcuni colare interesse riveste la tomba 5, nella quale la presenza di
scavi nella stessa localit, riportando alla luce diciassette tom- un filetto e di briglie attesta la pertinenza ad un cavaliere.
be a fossa rinvenute ad una profondit compresa fra i 75 e Delle briglie, in materiale deperibile, si sono conservati gli
i 110 cm. che non restituirono alcun oggetto ad eccezione ornamenti dargento: puntali a fodero, placche di guarni-
di pochi frammenti ceramici. Un gruppo di cinque sepol- zione con delfini e piccole borchie rotonde, fra cui secondo
ture aveva gli scheletri con la testa ad oriente, adagiati in il von Hessen, si possono distinguere due produzioni diffe-
posizione supina, alcune fosse erano di piccole dimensioni e renti (figg. 17-18, 20).
furono identificate per quelle di defunti morti in tenera et. Una decorata con delfini attribuibile a un opificio bizan-
Le ricerche del Galli ebbero inizio presso il vocabolo Por- tino, che ha prodotto in serie anche esemplari analoghi
tonaccio, ai piedi dellArcisa, e nel corso di due campagne delle tombe 16 e 36 di nocera Umbra63; laltra, con piastra
effettuate nel 1913 e nel 1914 permisero di rimettere in ornata a spirale e puntale a becco danatra, stata riferita
luce dieci sepolture59, le quali costituivano la zona periferica a maestranze locali. Fra gli oggetti di maggior pregio delle
dellarea cimiteriale60, secondo quanto hanno confermato tombe maschili, oltre ai bacini in bronzo modellati a fred-
alcuni saggi di scavo praticati nellautunno del 1970 dalla do, va ricordato un corno potorio in materiale deperibile
Melucco Vaccaro, che riportarono alla luce le strutture del- riconosciuto dal Ciampoltrini in base ad alcuni frammenti
le tombe 1 e 6 che permisero di recuperare alcuni oggetti di lamina dargento e filo di bronzo64, confrontabile con un
sfuggiti ai primi scavatori. esemplare dalla tomba 119 di Castel Trosino. Allo stesso stu-
La zona centrale della necropoli va ubicata sul pianoro dioso si deve la segnalazione, grazie allesame della relazione
dellArcisa che incombe sul torrente Rielle, a sud-est delle di scavo conservata presso larchivio della Soprintendenza
tombe scavate dal Galli, in unarea compresa nella cinta mu-
raria di et romana, a ridosso della porta settentrionale della
citt, di cui rimane il ricordo nel toponimo Portonaccio.
Gli scavi del Galli, avvenuti in et prebellica, e resi noti Fig. 14. Spatha di ferro da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
trenta anni pi tardi, risentono di questo ampio lasso di Fig. 15. Guarnizioni di cintura da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico
tempo e soltanto il rinnovato interesse per tali materiali ha nazionale.
permesso negli anni Settanta del secolo scorso alla Melucco Fig. 16. Filetto per cavallo da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. 17. Guarnizioni da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Vaccaro e al von Hessen61 di riconoscere e pubblicare in ma- Fig. 18. Fibbia da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
niera critica i materiali delle tombe 1-5. Pi recentemente Fig. 19. Bacino di bronzo da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.

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Fig. 20. Guarnizioni da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. 21. Fibula dargento dorato da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
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ai Beni Archeologici della Toscana, dei resti di una corazza


e di un elmo di ferro rinvenuti nella tomba 1 e di una co-
razza dalla sepoltura 265.
Dalle tombe femminili, oltre ai vaghi di collana, perle
millefiori, pendenti in oro e aghi crinali, provengono due
oggetti di particolare rilievo: dalla sepoltura 3 una fibula a
staffa in argento dorato con placca superiore di II Stile (fig.
21) e dalla tomba 4 una fibula ad S in argento e lamina
aurea, ormai priva di granati, risalente alla cosiddetta fase
pannonica (fig. 22). Tra gli oggetti comuni alle sepolture
maschili e femminili compaiono le crocette in lamina doro
che venivano cucite sui veli posti sopra i volti dei defunti.
Due brocche lavorate al tornio con bocca trilobata, scoperte
nelle tombe 1 e 3, documentano che anche a Chiusi, come
a Fiesole, nocera Umbra e Castel Trosino, la produzione 22
ceramica ancora di tradizione locale (fig. 24).
nella necropoli di Arcisa non appare documentato vasellame
di produzione longobarda, mentre da uno scavo condotto
presso le cosiddette mura sillane proviene una frammento di
forum ware che sembra testimoniare una produzione locale
di ceramica invetriata66.
Lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe quella
felice stagione, durata circa due decenni a cavallo tra la fine
dellOttocento e il primo novecento, in cui le necropoli di
et altomedievale furono metodicamente scavate e i mate-
riali diligentemente schedati, tanto che rappresentano con
minime acquisizioni posteriori la sostanza della documenta-
zione archeologica finora nota67. nello stesso arco di tem-
po si andarono facendo in pi localit anche ritrovamenti di
23
ceramiche basso medievali tra cui le prime maioliche italiane
che per, come ha rilevato Riccardo Francovich, lontane
dallessere considerate oggetti di interesse archeologico furono
materia di studio al massimo per storici delle arti minori68.
negli anni immediatamente successivi al conflitto bellico,
spinte conservatrici riportarono ogni interesse della ricerca
verso la civilt romana e di l a poco lavvento del Fascismo
dar una svolta definitiva in tal senso, tanto che polemica-
mente stato scritto: disponendo dei romani cosa se ne fa-
ceva Mussolini dei Villanoviani e dei Longobardi69. Durante
il Ventennio, come ha rilevato Manacorda, larcheologia
medievale semplicemente non esister n come disciplina
n come pratica n come concetto, con risultati disastrosi,
ovviamente, sul piano della tutela e della conservazione dei
monumenti e degli oggetti70. Per questo motivo i maggiori
lavori sui materiali altomedievali italiani si devono a studio-
si stranieri come lo svedese berg che nel 1923 pubblic
un volume nel quale erano raccolti tutti i reperti custoditi
nei musei della penisola. Per Chiusi vennero ricordare le
tombe dellArcisa scoperte dal Galli, confondendo per i
diversi oggetti e furono menzionate alcune scoperte avve-
nute nel secolo precedente71. Un decennio dopo S. Fuchs,
per incarico dellIstituto Archeologico Germanico, raccolse
il materiale germanico scoperto in Italia e nel 1938 dette alle
stampe un volume sulle crocette auree72. Pi tardi lo stesso
studioso avvi il censimento delle fibule appartenenti allo 24
GIULIO PAOLUCCI ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI, TR A AnTICHE E nUOVE SCOPERTE
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stesso orizzonte cronologico, che venne portato a termine


e pubblicato soltanto nel 1950 da J. Werner. Oltre ai mate-
riali dallArcisa fu edita anche una fibula a staffa in argento
conservata presso lAshmolean Museum, proveniente da
Chiusi e giunta ad Oxford con altri materiali della collezio-
ne Evans73, databile alla prima met del VI secolo, pertanto
da riferire a contingenti longobardi che presero parte alla 25
guerra gotica74. Pi recentemente stata segnalata sempre
presso il museo di Oxford una placchetta decorata con age-
mina zoomorfa75.
Durante lo stesso periodo nella maggiore rivista italiana di
archeologia, notizie degli Scavi di Antichit, i ritrovamen-
ti dei materiali altomedievali venivano presentati succinta-
mente, tralasciando ogni commento. Questo distacco degli
archeologi italiani verso le fasi pi antiche del medioevo e
il grande interesse mostrato da numerosi studiosi stranieri
ed in particolare tedeschi, fu limmediata conseguenza dei
regimi imperanti in quel momento nei due paesi, i quali
traevano un forte supporto ideologico dai fasti della roma-
nit da un lato e dalle migrazioni delle popolazioni germa-
niche dallaltro.
Tale stato di cose riscontrabile anche nellambito dellar- Fig. 22. Fibula dargento da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
cheologia chiusina, come si rileva nella relazione di Doro Fig. 23. Croce doro da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Levi, dedicata ad alcune tombe ritrovate durante i lavori di Fig. 24. Brocchetta da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. 25. Pettine dalla ex-caserma Carabinieri (scavi 1930). Chiusi, Museo
scasso per la costruzione della caserma dei Carabinieri76. Lo Archeologico nazionale.
studioso analizz brevemente la scoperta, soffermando la Fig. 26. Guarnizioni ageminate dalla ex-caserma Carabinieri (scavi 1930).
propria attenzione soprattutto su due lapidi di et romana Chiusi, Museo Archeologico nazionale.

26
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
34

riutilizzate nella costruzione delle tombe longobarde, in altre


parole non era mutato atteggiamento verso i materiali alto-
medievali rispetto alla scoperta di piazza Duomo avvenuta
quaranta anni prima, e i pochi materiali recuperati hanno
dovuto attendere linizio degli anni Settanta, per rivelarsi
di grande importanza.
Il ritrovamento del 1930 di una quindicina di tombe nella-
rea dellallora caserma dei Carabinieri, posta allestremit
nord occidentale della citt attuale, allinterno del circuito
27
murario a monte del pianoro dellArcisa riveste un notevole
interesse: tra i materiali allora raccolti, non tutti di et lon-
gobarda, alcuni ferri apparentemente insignificanti si sono
rivelati, dopo il restauro del 1970, guarnizioni ageminate.
La Melucco Vaccaro, che li ha editi, ne pone la datazione
allVIII secolo, in parallelo con analoghe guarnizioni rinve-
nute a Pisa negli scavi in Piazza del Duomo77. Questi rari e
significativi oggetti tenderebbero a confutare la tesi che po-
neva la scomparsa in Italia dei corredi longobardi nellVIII
secolo. Tali materiali sembrano indicare un restringimento
dellarea di occupazione della citt nellet pi recente. La
fine dellutilizzazione del grande sepolcreto dellArcisa con
la prima met del VII secolo e la presenza di tombe nellarea
del Duomo e in via Porsenna, unite a queste attestazioni
28
della ex Caserma dei Carabinieri, sembrerebbero testimo-
niare un maggiore arroccarsi dello stanziamento umano su
posizioni pi elevate e pi strettamente controllabili.

Dopo quasi trenta anni dallo scavo, nel 1942, vide la luce
limportante articolo del Galli dedicato alle scoperte av-
venute allArcisa; in quella occasione fu reso noto anche
un altro ritrovamento assegnato ad epoca altomedievale78,
avvenuto nel 1915 e ritenuto inedito, mentre era gi stato
segnalato da Doro Levi nel 192879. Si trattava di una tom-
ba a cassone, avente come unico oggetto di corredo una
bocchetta di argilla rossiccia mattone a corpo piriforme un
poco schiacciato, con bocca trilobata recuperata ai piedi
del defunto. Purtroppo lunico oggetto non permette di
assegnare la deposizione allepoca barbarica, ma ad unet
anteriore, come altre rinvenute in tempi diversi nel terri-
torio chiusino, nelle localit Fonte allAia e Francaville80.
Allinizio del 1953 nel corso di lavori di sterro tra via della
Misericordia e via Porsenna fu ritrovata una statua romana
acefala e un frammento della cornice marmorea della tomba
di S. Mustiola81 recante liscrizione sic benerare lo/cum,
naturalmente di reimpiego, come testimoniava un motivo
ad onda scolpito nella parte posteriore82. nel frattempo,
molti decenni prima, Emilio Bonci Casuccini aveva posto
a decorazione della sua villa di Marcianella due frammenti
di archivolto per ciborio provenienti dalla distrutta Basilica
di S. Mustiola83.
Unaltra scoperta particolarmente interessante avvenne nel
mese di novembre dello stesso anno durante i lavori di sterro
al Campo Boario, finalizzati alla costruzione di un campo
sportivo. Di questo ritrovamento rimane una succinta de-
scrizione dovuta a Italo naldi allora presidente del nucleo
29
GIULIO PAOLUCCI ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI, TR A AnTICHE E nUOVE SCOPERTE
35

Speleo-Archeologico di Chiusi, particolarmente attivo nei porre il contatto con un oggetto di bronzo, la ricerca sulla
primi anni Cinquanta: terra depositatasi nel recipiente servito al lavaggio dette esito
Il 21 corrente ci giunse notizia che in occasione dei lavori favorevole con il rinvenimento di due orecchini in bronzo
di sterro nel campo boario erano venute alla luce delle ossa dalla forma ad anello con goccia sferica in basso. Gli operai
umane. Immediatamente si recato sul luogo il presidente furono avvertiti di operare con cautela e di segnalare eventuali
del nucleo, prof. naldi, che constatava trattarsi di tre tombe altri ritrovamenti. A seguito di ci oggi (23 novembre) stato
a fossa, due completamente demolite dagli operai, delle qua- possibile il recupero quasi totale di uno scheletro ugualmente
li riusciva a recuperare parzialmente i crani. La terza, anche sepolto e relativamente ben conservato. Operata una siste-
questa distrutta fino allaltezza delle vertebre cervicali, dava matica asportazione della terra avviluppante le ossa stato
la possibilit del recupero completo del teschio. Fu quindi notato: la posizione del corpo era supina con il teschio com-
provveduto ad asportare il blocco di terra che lo conteneva pletamente girato verso a propria sinistra, la mascella esage-
ed alla razionale pulitura a seguito della quale fu notata una ratamente abbassata fa presupporre dei movimenti a seguito
macchia verde sullosso zigomatico destro. Ci fece presup- dellassestamento del terreno e quindi la posizione non sia

30 31

Fig. 27. Frammento della tomba di S. Mustiola (scavo 1953). Disperso.


Fig. 28. Frammento della tomba di S. Mustiola (scavo 1953) disegno. Disperso.
Fig. 29. Cornice della tomba di S. Mustiola. Chiusi, Museo della Cattedrale.
Figg. 30, 31. Frammenti di scultura altomedievale dalla Chiesa di S. Mustiola. Chiusi, Marcianella.
Fig. 32. Foro Boario, tomba in corso di scavo (1953).
Fig. 33. Foro Boario, cranio (scavo 1953).
Fig. 34. Foro Boario, cranio (scavo 1953).
Fig. 35. Foro Boario, cranio deformato (scavo 1953). 32

33 34 35
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
36

originaria. nel liberare il cranio dalla terra aderente sono ap-


parsi dei filamenti di oro che dalla piegatura a zig zag fanno
supporre appartenessero ad un tessuto o ad un nastro. Il cor-
po fu adagiato su un piano di ciottoli. Allapparire del primo
filo doro, ling. Romanini che seguiva il lavoro ha chiamato
a presenziare un agente di p. s. e fatto avvisare lispettore ai
monumenti prof. Galeotti. A lavoro ultimato, sono state ese-
guite fotografie e si provveduto a porre in scatole separate
le ossa e la terra che le circondava, indi consegnate al custode
del museo. Loro e gli orecchini relativi al precedente ritrova-
mento sono stati consegnati direttamente al prof. Galeotti.
Il ritrovamento suscit un notevole interesse nella stampa
nazionale per le corrispondenze di Filippo Maone, in parte
36 raccolte alcuni anni dopo in un volumetto di storia locale84.
Da questaltra fonte possibile rilevare ulteriori indicazioni
sulle caratteristiche delle tombe: collocate a circa un metro
di distanza luna dallaltra oltre alla segnalazione del ritro-
vamento di altre due sepolture85 di una delle quali rimane
una fotografia86.
Da questa immagine possibile constatare che linumato ave-
va le braccia distese lungo il corpo e le mani sopra il bacino.
Linteresse verso gli inumati del Campo Boario scaturiva
soprattutto dalla presenza di alcuni crani che mostravano
evidenti segni di deformazioni artificiali, tanto che subito
dopo la scoperta vennero formulate le ipotesi pi dispara-
te, proponendo lidentificazione con guerrieri della guar-
nigione lasciata da Totila a presidio della citt o di soldati
37
longobardi. non venne escluso neppure che si trattasse di
militari delle truppe di Annibale che avevano preso parte
alla battaglia del Trasimeno87.
Su sollecitazione di Gugliemo Maeztke88, al tempo del
ritrovamento ispettore archeologo per la zona chiusina, i
due crani deformati del Foro Boario furono oggetto di un
esame antropologico da parte di M.D. Antonucci89, edito
allinizio degli anni Sessanta, secondo la quale la defor-
mazione principale avvenuta mediante una compressione
esercitata simultaneamente sul frontale e sulloccipitale, e
unaltra compressione sulla regione della sutura coronale;
ne risulta, quindi, che il frontale portato allindietro in-
sieme alle regioni posteriori dei parietali che si sono ripie-
gati in basso. La studiosa giungeva alla conclusione che i
due crani data la presenza in essi della pratica deformativa
possono ritenersi appartenere a genti anticamente diverse
dagli abitanti del luogo, infatti per uno dei crani furono
riscontrati unorigine da genti europoidi mentre laltro
potrebbe essere appartenuto ad un individuo delle orde
barbariche unniche e la sua deformazione potrebbe essere
dovuta allassimilazione di questa usanza per contatto con
genti caucasiche.
Sedici anni pi tardi lintero complesso dei sette crani ri-
trovati nel 1953 venne esaminato nuovamente dal Pardini90,
che determin let degli individui morti rispettivamente
a 30 anni, 40 anni, 50 anni, 70 anni, 35 anni, 40-45 anni,
tutti di sesso maschile e uno deceduto in tenera et (6-7
anni). Allo stesso studioso si devono le osservazioni riportate
38
GIULIO PAOLUCCI ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI, TR A AnTICHE E nUOVE SCOPERTE
37

39 40

di seguito: i crani appartenenti al periodo tardo romano


o pi presumibilmente barbarico, fatta eccezione per i due
che risultano artificialmente deformati e per il settimo che
di et infantile, appaiono caratterizzati da cranio lungo,
stretto, medio alto, di capacit media, di forma ellissoovoi-
dale nella norma superiore e con faccia lunga, orbite alte,
naso stretto, proopia e ortognatismo. Se dunque questi cra-
ni appartengono, come tutto lascia presupporre, allo stesso
tipo razziale dei crani deformati, sembra logico escludere
una origine mongolia o comunque dalle razze xantoderme.
Sembrerebbe infatti, anche storicamente pi plausibile attri-
buire questi crani alle popolazioni barbariche che se anche
non sappiamo con precisione se usassero deformare artifi-
41
cialmente il cranio, sappiamo per che almeno alcune, per
esempio gli Ostrogoti, abitarono per lungo tempo la Russia
meridionale in vicinanza del Caucaso, zona dove la defor-
mazione cranica stata praticata fin, da tempi pi remoti.
Riguardo agli oggetti recuperati allinterno delle tombe,
grazie alle fotografie scattate in occasione del ritrovamento
possibile riscontrare per i due orecchini del tipo ad anello
con piccola sfera applicata in basso, dalla sepoltura 3 (fig.
Fig. 36. Foro Boario, orecchini di bronzo. Chiusi, Museo Archeologico 36), un puntuale confronto con esemplari da Gualdo Tadino
nazionale. pertinenti alla deposizione della tomba 9 della necropoli in
Fig. 37. Foro Boario, filamenti in oro. Chiusi, Museo Archeologico
nazionale. localit Cartiere91. possibile richiamare anche esemplari in
Fig. 38. Piccola croce astile di bronzo da Sarteano, loc. Canneto. oro ornati con una perla da Reggio Emilia92, che potrebbero
Fig. 39. Placca in argento da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico aver costituito il prototipo per quelli in bronzo.
nazionale.
I pochi filamenti aurei, che gli scavatori dellepoca ricordano
Fig. 40. Frammento di fibula dargento dallex-Foro Boario. Chiusi, Museo
Archeologico nazionale. essere stati recuperati sulla testa di un altro defunto, sepol-
Fig. 41. Speroni di bronzo. Chiusi, Museo Archeologico nazionale. tura 4 (fig. 37) appaiono identificabili per la decorazione
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
38

di un velo, mentre assai meno probabile appare linterpre- zoomorfo germanico, che trova confronto con guarnizioni
tazione come reticella93. Un confronto cogente possibile di cintura di provenienza sconosciuta, gi nella collezione
con analoghi fili doro da Treviso scoperti in una sepoltura Guardabassi, conservate nel Museo Archeologico di Perugia
datata tra la fine del V e la prima met del VI secolo94. e datate allinizio del VII secolo a.C.109.
La zona dellex Foro Boario, attualmente occupata dagli Altre indicazioni sulla topografia di Chiusi altomedievale,
edifici delle scuole medie di Chiusi, fu senzaltro sede di comprese le aree cimiteriali, potranno venire dalla prosecu-
sepolture gote, come testimonia il recupero nel corso delle zione e dalledizione degli scavi presso larea dellOrto Goli-
ricerche di superficie95 di un frammento di fibula in lamina ni, la cui frequentazione, gi segnalata preliminarmente110,
dargento decorata con motivo a losanga (fig. 40)96. Si tratta traspariva anche dalle ricerche praticate nel 1953 e ancora
di un nuovo documento che si va ad aggiungere alle po- nel 1964 da Piero Galeotti, quando furono recuperate al-
che testimonianze finora note della presenza gota a Chiusi: cune sepolture ad inumazione111.
una fibula in argento gi conservata a Berlino97 e una fibbia
aurea, ornata con granati, rinvenuta allArcisa nel 1874 e
riconosciuta da von Hessen98.
Allinizio degli anni Sessanta presso la localit podere Canneto,
a Sarteano99, fu rinvenuta fortuitamente una tomba alla cap- nOTE
puccina. Il corredo funerario comprendeva alcune armille in
1
G. Paolucci, Documenti e memorie sulle antichit e il museo di Chiusi,
bronzo e una piccola croce astile100, che sembrano indicare la Pisa-Roma 2005, p. 48, nota 178; A. Pazienza, I Longobardi nella Chiusi
pertinenza ad una sepoltura femminile. Purtroppo loggetto di Porsenna, nuove fonti per la necropoli dellArcisa, Archeologia Medievale
venne quasi subito disperso attraverso il mercato dellantichi- XXXIII (2006), 61-78.
t, ma grazie ad alcune foto, da cui stato possibile ricavare il 2
La fibbia, in via dipotesi, potrebbe essere riconosciuta con quella gi edi-
ta in G. Paolucci, Nuovi materiali alto medievali dal territorio di Chiusi,
disegno qui edito (fig. 38)101, possibile un esame accurato. Archeologia Medievale XII (1985), 695-700, a p. 700, fig. 4,5.
La croce, ornata con occhi di dado e sovrastata da una co- 3
n. inv. 1885. La bottiglia compare anche nel primo inventario del museo
lomba, non sembra trovare confronti puntuali tra il materiale del 1882-83 con il n. 458. Paolucci, Documenti, 218.
edito, mentre sono note fibule a croce con decorazione simi- 4
D. Stiaffini, Contributo ad una prima sistemazione tipologica dei mate-
le, talvolta con una colomba sulla sommit102. Diversamente riali vitrei altomedievali, Archeologia Medievale XII (1985), 680-682.
lesemplare da Sarteano sembra evocare i segnacoli funerari
5
L. Paroli, La necropoli di Castel Trosino: un laboratorio archeologico per lo
studio dellet longobarda, in LItalia centro-settentrionale in et longobarda,
costituiti da una pertica con una colomba allestremit, che Atti del Convegno Ascoli Piceno 6-7 ottobre 1995, a cura di L. Paroli, Firenze
venivano eretti ai piedi dellinumato, secondo un uso diffuso 1997, 103. L. Paroli, M. Ricci, La necropoli altomedievale di Castel Trosino,
presso le popolazioni germaniche, del quale rimane il ricordo Firenze 2007, pp. 56-57, 61.
nella testimonianza di Paolo Diacono103: la colomba poteva
6
Vd. Paolucci, Documenti, 48-49.
simboleggiare lanima del defunto, mentre la pertica sarebbe
7
G. Brogi 1872, vd. Paolucci, Documenti, 53.
8
Sulle numerose ricerche praticate al Colle dai Lucioli vd. G. Paolucci,
da paragonare allalbero piantato presso la tomba di un fami- Ricomposizione di una tomba con vasi di bucchero da Chiusi, Rivista di
liare scomparso. Luso di aste in bronzo recanti ad unestre- Archeologia XXIX (2005), 157-172, a p. 160, nota 30.
mit una colomba, a suo tempo identificate per fermatrecce, 9
Le guarnizioni, inedite, sono identificabili mediante un piccolo cartellino
appaiono particolarmente diffuse presso i Goti che dovettero con lindicazione Lucioli L., come potei rilevare al tempo che schedavo i
materiali del Museo di Chiusi.
apprendere tale usanza dagli Sciti e gi Vetters104 ipotizzava 10
Paolucci, Documenti, 9, nota 25.
che si trattasse di una riproduzione miniaturistica, deposta 11
P. Orsi, Di due crocette auree del Museo di Bologna e di altre simili trovate
insieme al defunto, della pertica con uccello che identificava nellItalia superiore e centrale, Atti memorie della R. Deputazione di Storia
la tomba allesterno105. Patria delle Province di Romagna 5 (1887), 332-380.
Altre segnalazioni di oggetti archeologici di epoca longobarda 12
A. Melucco Vaccaro, Mostra dei materiali della Tuscia longobarda nel-
sono ricavabili dai documenti dellarchivio della Commis- le raccolte pubbliche toscane, Firenze 1971, 37d. Sugli interessi e le ricerche
della Melucco Vaccaro sullaltomedioevo vd. L. nicotra, Archeologia al
sione Archeologica per il Museo di Chiusi; si tratta di un femminile, Roma 2004, 243 ss.
paio di speroni in bronzo (fig. 41), gi editi dal von Hes- 13
G. Paolucci, Nuovi materiali alto medievali dal territorio di Chiusi,
sen106, acquistati per la collezione museale nel 1933 e vero- Archeologia Medievale XII (1985), 695-700.
similmente provenienti dalle sepolture messe in luce alcuni 14
C. Citter, I corredi funebri nella Toscana longobarda nel quadro delle vi-
cende storico-archeologiche del popolamento, in LItalia centro-settentrionale
anni prima nellarea dellex Caserma dei Carabinieri e una in et longobarda, Atti del Convegno Ascoli Piceno 6-7 ottobre 1995, a cura
lancia di ferro recuperata allArcisa, acquisita per il museo di L. Paroli, Firenze 1997, 185-212, alle pp. 193-194, nota 19. Chiusi co-
il 20 giugno 1956. nel museo di Chiusi si conserva anche stituisce la localit con maggiori attestazioni note del tipo II.
unarmilla tipo Bengodi ornata con un doppio motivo 15
O. von Hessen, Secondo contributo alla archeologia longobarda in Toscana.
Reperti isolati o di provenienza incerta, Firenze 1975, tav. 21, 6 e 9.
tenaglia107 datata dal Ciampoltrini entro o poco dopo la 16
Citter, I corredi funebri, 194, nota 19.
met del VI secolo108. Qualche altro oggetto venne recupe- 17
Vd. G. Paolucci, Il latifondo illuminato. Sviluppo agrario e ricerca ar-
rato nel corso di ricognizioni di superficie effettuate da chi cheologica: la famiglia Bonci Casuccini, Siena 2007, 74.
scrive alla met degli anni Ottanta del secolo scorso, tra cui 18
Verosimilmente si tratta dello stesso ritrovamento menzionato dal Liverani
si segnala una rara placca fusa in argento decorata in II stile (vd. infra nota), considerata la rarit di oggetti vitrei nelle tombe longobarde
GIULIO PAOLUCCI ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI, TR A AnTICHE E nUOVE SCOPERTE
39

di Chiusi (O. von Hessen, Primo contributo alla archeologia longobarda in 47


Linventario di riferimento quello edito in Paolucci, Documenti, 219,
Toscana. Le necropoli, Firenze 1971, 24; G. Ciampoltrini, Le tombe 6-10 nn. 493-498.
del sepolcreto di Chiusi-Arcisa. Per un riesame dei materiali, Archeologia 48
Undset, Archologische Aufstze, 33.
Medievale XIII (1986), 555-562, a p. 561). 49
A. Melucco Vaccaro, I Longobardi in Italia. Milano, 1982, 14; vd. an-
19
G.M. Della Fina, Le antichit di Chiusi: un caso di arredo urbano, che L. Paroli, La necropoli di Castel Trosino: un riesame critico, in La ne-
Roma 1983, 54 n. 40. cropoli altomedievale di Castel Trosino, Milano 1995, 197-212, a p. 199 ss.
20
F. Liverani, Le catacombe e le antichit cristiane di Chiusi, Siena 1872, 195. 50
A. Pasqui - R. Paribeni, La necropoli barbarica di Nocera Umbra,
21
Collezione privata, documento senza data: Vi sono poi altre quattro iscri- Monumenti Antichi dei Lincei XXV (1918), cc. 137-352, vd. in ultimo
zioni, parte in versi, parte no, ammesse quivi due iscrizioni, ritrovate negli C. Rupp, Das Langobardische Grberfeld von Nocera Umbra, Firenze 2005.
anni 1822 e 23, luna nel giardino della casa, laltra nella campagna chiusina 51
M.S. Arena, La necropoli longobarda di Nocera Umbra: cento anni di sco-
dal chiarissimo uomo Luigi Petrozzi. La prima iscrizione corrisponde a P. perte, in Umbria Longobarda. La necropoli di Nocera Umbra nel centenario
Rugo, Le iscrizioni dei secoli VI-VII-VIII esistenti in Italia, III, Cittadella della scoperta, a cura di L. Paroli, 11-21.
1976, 70, n. 92 e laltra 69, n. 91. 52
G. Paolucci, La scoperta della tomba dei Sentinate-Cumere e la formazio-
22
F. Liverani, Il Ducato e le antichit longobarde e saliche di Chiusi, Siena ne della collezione archeologica Bargagli, in Sarteano etrusca. Collezionismo
1874 (rist. anast. Sala Bolognese 1978). antiquario e scoperte archeologiche ottocentesche, a cura di G. Paolucci e A.
23
Paolucci, Documenti, 1875, p. 45 doc. 50; anche il precedente volume Rastrelli, Montepulciano 1989, 58-60.
sulle catacombe di Chiusi era stato ceduto a favore del Museo Archeologico 53
Paolucci, Nuovi materiali, 695-697.
di Chiusi: Paolucci, Documenti, 51. 54
G. Ciampoltrini, Tombe con corredo in Toscana fra tarda antichit
24
Liverani, Il Ducato, 25. e alto medioevo: contributi e annotazioni, Archeologia Medievale XIX
25
R. Bianchi Bandinelli, Clusium, Monumenti Antichi Accademia dei (1992), 691-700.
Lincei XXX (1925), cc. 209-520; D. Levi, Chiusi. Tombe sul Colle di S. 55
P. Toesca, Suppellettile Barbarica nel museo di Lucca, Ausonia I, (1906)
Bartolomeo, notizie degli Scavi di Antichit 1926, 191-204. a p. 66.
26
A. Ancona, Le armi, le fibule e qualche altro cimelio della sua collezione 56
A. Riegl, Sptrmische Kunstindustrie, 1903 (ed. it., Firenze 1953), 383.
archeologica, Milano 1886, nn. 277-279. 57
E. Galli, Fiesole. Gli scavi, il museo civico, Milano 1914, 14; von Hessen,
27
Ancona, Le armi, n. 351. Primo contributo, 1971, 37 ss.; sulle ceramiche R. Francovich, Rivisitando
28
P. nardi Dei, Chiusi, notizie degli Scavi di Antichit 1887, 399. il Museo di Fiesole, in Studi in onore di G. Maetzke, Roma 1984, a p. 617 ss.
29
Corpus Inscriptiorum Latinarum, XI, 2476. 58
E. Galli, Antichit barbariche scoperte a Bolsena, Bollettino dArte
30
G. Paolucci - D. Pasqui, Il Gentiluomo erudito. Pietro Bucelli collezio- 1912, 345-353.
nista di antichit, Montepulciano 1989, 36. 59
E. Galli, Nuovi materiali barbarici dellItalia centrale, Memorie della
31
Il sarcofago venne trasportato nel vicino parco della Rocca nel 1927. Devo Pontificia Accademia di Archeologia, 6 (1942), 1-36.
queste informazioni al compianto Otello Cambi, per lungo tempo ammi- 60
Melucco Vaccaro, Mostra, 33.
nistratore della tenuta Paolozzi. 61
Melucco Vaccaro, Mostra, 32; von Hessen, Primo contributo, 11 ss.
32
Si conservano nella collezione dellamico Carlo Alberto Cambi, che rin- 62
Ciampoltrini, Le tombe 6-10, 554-562.
grazio per averne autorizzato ledizione. 63
von Hessen, Primo contributo, 22.
33
E. Galli, Nuovi materiali barbarici dellItalia centrale, Memorie della
Pontificia Accademia di Archeologia 6 (1942), 10, fig. 9; 11, fi. 10.
64
Ciampoltrini, Le tombe 6-10, 562.
34
La necropoli altomedievale di Castel Trosino. Bizantini e Longobardi nelle
65
Ciampoltrini, Le tombe 6-10, 562.
Marche, catalogo della mostra a cura di L. Paroli, Cinisello Balsamo 1995, 66
G. Paolucci, Ceramica invetriata da Chiusi e Chianciano Terme, in La
179 fig. 150. ceramica invetriata tardo-antica e altomedievale in Italia, a cura di L. Paroli,
35
M. Incitti, La necropoli altomedievale della Selvicciola ad Ischia di Castro Firenze 1992, alle pp. 314-317.
(VT) ed il territorio castrense in et longobarda, in LItalia centro-settentrio- 67
Melucco Vaccaro, I Longobardi, 14.
nale in et longobarda, Atti del Convegno Ascoli Piceno 6-7 ottobre 1995, a 68
R. Francovich, La ceramica medievale a Siena e nella Toscana meridio-
cura di L. Paroli, Firenze 1997, 213-238, a p. 225, fig. 8,13. nale (secc. XIV-XV), Firenze 1982, 34.
36
M.G. Maioli, Fibule romane, bizantine e barbariche del Museo Nazionale di 69
A. Carandini - S. Settis, Schiavi e padroni nellEtruria romana. La vil-
Ravenna, Felix Ravenna CXI-CXII (1976), 89-123, a p. 120 n. 20, fig. 32. la di Settefinestre dallo scavo alla mostra, Bari 1979, 104.
37
Orsi, Di due crocette, 335. 70
D. Manacorda, Aspetti dellarcheologia italiana durante il fascismo. A pro-
38
Orsi, Di due crocette, 371. posito di Mussolini urbanista, Dialoghi dArcheologia n. s. 4 (1982), 89.
39
G.F. Gamurrini, Nota sopra unantica iscrizione cristiana della cattedrale 71
n. berg, Die Goten und Langobarden in Italien, Uppsala 1923, 163-164.
di Chiusi, notizie degli Scavi di Antichit 1888, 86-88; Rugo, Le iscri- 72
S. Fuchs, Die langobardischen Goldblattkreuze aus der Zone sdwrts
zioni, 1976, 73 n. 95. der Alpen, Berlin 1938.
40
G. Mazzoni, Il restauro ottocentesco del Duomo. L intervento di Giuseppe 73
J. Werner, Die langobardischen Fibeln aus Italien, Berlin 1950.
Partini e la decorazione di Arturo Viligiardi, in Chiusi Cristiana a cura di 74
Citter, I corredi funebri, 196, nota 30.
L. Martini, Chiusi 1997, 116-141. 75
P.M. De Marchi - S. Cini, I reperti altomedievali nel Civico Museo
41
G.F. Gamurrini, Chiusi. Scoperte di antichit in Chiusi e nel suo terri- Archeologico di Bergamo, Bergamo 1988, 196, n. 48.
torio, notizie degli Scavi di Antichit 1890, 306-308. 76
D. Levi, Rinvenimento di tombe barbariche nellarea della Caserma dei
42
F. Sozzi, Scavi Etruschi. Chiusi, Bullettino dellInstituto di Corrispondenza R.R. Carabinieri, notizie degli Scavi di Antichit 1933, 38-41.
Archeologica 1831, 102. 77
A. Melucco Vaccaro, Il restauro delle decorazioni ageminate multiple
43
G. Maetzke, Tombe longobarda e medievale da Chiusi, Archeologia di Nocera Umbra e di Castel Trosino: unoccasione per un riesame metodolo-
Medievale XII (1985), 701-708, alle pp. 701-704. gico, Archeologia Medievale V (1978), 9-75.
44
E. Pardini - E.C. Lombardi Pardini, Gli inumati del Duomo di Chiusi 78
Galli, Nuovi materiali, 5 ss.
(VIII sec. d.C.), Quaderni di Scienze Antropologiche 1 (1979), 80-93. 79
D. Levi, Chiusi. Tombe a loculi delle Tassinaie e delle Palazze, notizie
45
L. Viti, Chiusi. Indagine preventiva in piazza del Duomo, in Archeologia degli Scavi di Antichit 1928, 55-82.
in Valdichiana a cura di G. Paolucci, Roma 1988, 86-90. 80
Per il ritrovamento di Fonte allAia vedi F. Maone, Camars, napoli 1957,
46
I. Undset, Archologische Aufstze ber sdeuropische Fundstcke. VI 79-80; il recupero in localit Francaville inedito.
Alterthmer der Vlkerwanderungszeit in Italien, Zeitschrift fr Ethnologie
23 (1891), 14-38.
81
G. Paolucci, Appunti sulla topografia di Chiusi nella tarda antichit e
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
40

nellalto medioevo, in Chiusi Cristiana a cura di L. Martini, Chiusi 1997, pi larga due pietre incastonate, di cui una andata perduta. Il retro piat-
29, nota 47. to. Lu. Max. cons. 4,5; largh. 2,1 cm. La fibula trova un puntuale confronto
82
Su queste vd. P. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto di Santa Mustiola nellalto con un esemplare da Brescia, purtroppo perduto (Bierbrauer, Die ostgoti-
medioevo, in Chiusi Cristiana, Chiusi 1997, alle pp. 67-68, figg. 65-67. Il schen 1975). Il frammento come tutti i materiali raccolti in quelle ricerche
frammento, trafugato nel 1974 dallufficio dellArciprete, presso il Duomo, furono depositati nel Museo Archeologico nazionale di Chiusi. Ringrazio
presentava le lettere ne e um in legatura. lamica Direttrice del Museo, dr. Monica Salvini, per lautorizzazione alla
pubblicazione in questa sede.
83
I due frammenti sono tuttora conservati presso lingresso della villa di
Marcianella, dove ho potuto esaminarli grazie alla cortesia del proprietario
97
Bierbrauer, Die Ostgotischen, 339-340, tav. LVI,1.
dott. niccol Casini, e vanno ad aumentare le nostre conoscenze sulle scul- 98
O. von Hessen, Secondo contributo alla archeologia longobarda in Toscana.
ture chiusine di epoca altomedievale. Reperti isolati o di provenienza incerta, Firenze 1975, 17.
84
Maone, Camars, supra. 99
D. Bandini, Sarteano nella sua storia religiosa e civile, in Castelli e segreti
85
Maone, Camars, 77-79. Di uno dei crani fu edita anche una fotogra- del Monte Cetona, Chiusi Scalo 1968, 45-55.
fia, alla tav. X. 100
Per una foto delloggetto vd. E. Barni - G. Bersotti, La Diocesi di
86
Ringrazio sentitamente il dr. Giorgio Bologni e il dr. Alessandro Bologni Chiusi, Chiusi 1999, 13.
per avermi fornito le immagini, che vengono presentate in questa sede. 101
Il disegno si deve allabilit dellamico Giordano Masci, che ringrazio.
87
La Nazione del 26 febbraio 1954, 4. 102
Cfr. M.S. Arena - L. Paroli, Arti del fuoco in et longobarda, Roma
88
Guglielmo Maetzke, che ci ha lasciato da poco, prima nella sua qualit di 1994, 72, X.4, tav. IX.
Ispettore presso la Soprintendenza alle antichit dEtruria e successivamen- 103
Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, V, 34, ed. G. Waitz, p. 156.
te come Soprintendente dello stesso istituto, ha sempre favorito lo studio, 104
H. Vetters, Der Vogel auf der Stange. Ein Kultzeichen, Jahresheft des
lo scavo e il recupero dei materiali altomedievali non solo di Chiusi, ma sterreichischen Instituts in Wien 37 (1948), a p. 140.
dellintero territorio toscano. Rimane esemplare il suo lavoro sulla necropoli
di Grancia presso Grosseto.
105
A. Zironi, Historia Langobardorum, V, 34: la colomba dei morti fra
Bibbia Gotica e sepolture franche, in Paolo Diacono. Uno scrittore fra tradi-
89
M.D. Antonucci, Crani deformati di unantica serie di Chiusi, Archivio zione Longobarda e rinnovamento carolingio, Atti del Convegno Internazionale
per lAntropologia e lEtnologia XCI (1961), 77-82. di Studi, Cividale del Friuli-Udine, 6-9 maggio 1999, a cura di P. Chiesa,
90
E. Pardini, Su una serie di antichi crani provenienti da Chiusi, Archivio 601-625, a p. 601 ss.
per lAntropologia e la Etnologia CVII (1977), 369-379. 106
von Hessen, Secondo contributo, 76, n. 15.
91
L. Bonomi Ponzi, Il territorio nocerino in et tardo-antica e altomedie- 107
Paolucci, Nuovi materiali, 700.
vale, in Umbria Longobarda. La necropoli di Nocera Umbra nel centenario
della scoperta, a cura di L. Paroli, Roma 1997, 161-166; L. Bonomi Ponzi,
108
G. Ciampoltrini, Unarmilla tipo Bengodi da Vada (Livorno),
Museo Civico di Gualdo Tadino. Rocca Flea 2. Materiali archeologici e cera- Archeologia Medievale XIV (1987), 435-438, a p. 436.
miche dal XVI al XX secolo, a cura di P. De Vecchi, Perugia 2002. 109
O. von Hessen, Testimonianze archeologiche longobarde nel ducato di
92
V. Bierbrauer, Die ostgotischen Grab- und Schatzfunde in Italien, Spoleto Spoleto, in Umbria Longobarda. La necropoli di Nocera Umbra nel cente-
1975, 306, tav. XXXIII, 4-6; I Goti, Milano 1994, 205-206; fig. III, 87. nario della scoperta, catalogo della mostra a cura di L. Paroli, Roma 1997,
a p. 133, fig. 3. Per esemplari in bronzo con decorazione a stampo vd. I
93
G. Bordenache Battaglia, Corredi funerari di et imperiale e barba- Longobardi, 238, 4.20d.
rica nel Museo Nazionale Romano, Roma 1983, 79-85. 110
M. Iozzo - A. Magno, Chiusi (SI). La Domus di via de Longobardi,
94
I Longobardi. Dalla caduta dellImpero allAlba dellItalia, a cura di G.P. notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana,
Brogiolo - A. Chavarra Arnau, Cinisello Balsamo 2007, 228, fig. 3. 1/2005, Firenze (2006), a p. 282.
95
Il recupero si deve a chi scrive, nel 1986, quando mi occupavo del- 111
G. Paolucci, Dalla monografia di Bianchi Bandinelli al progetto Carta
la redazione della Carta archeologica del Comune di Chiusi e cercavo archeologica della Val di Chiana, in Archeologia in Valdichiana, 17-53, a p.
di localizzare i vecchi ritrovamenti compreso quello test menzionato 43. Quando questo volume era in stampa sono stati segnalati nuovi ritrova-
del 1953, di cui mi furono fornite preziose indicazioni dal compian- menti di epoca longobarda a Chiusi: lultima delle quali (2007) quella di
to prof. Antonio Maone, a quel tempo Presidente della Commissione un guerriero rinvenuto sotto il moderno ospedale, con pugnaletto al fianco e
Archeologica di Chiusi. un bracciale di monetine romane forate e persino con il recente rinvenimen-
96
Si conserva il piede frammentario e parte della staffa: piede di forma rom- to dellangolo di un edificio costruito nella tipica tecnica con inserti lignei
boidale terminante con una testa zoomorfa; la parte centrale presenta una nella struttura muraria, sotto il chiostro di San Francesco, M. Iozzo, in
decorazione costituita da quattro losanghe, entro cornice, recante allestremit LOcchio dellArcheologo, catalogo della mostra, Cinisello Balsamo 2009, 140.

Fig. 42. Umbone di scudo. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.


GIULIO PAOLUCCI ARCHEOLOGIA GOTA E LOnGOBARDA A CHIUSI, TR A AnTICHE E nUOVE SCOPERTE
41
SAN SECONDIANO: DALLA DOMUS ALLA CATTEDRALE.
PER UNA LETTURA DELLE STRATIFICAZIONI MURARIE

Giulio Ciampoltrini

Lasciutta sintesi della storia dello scavo, per di pi confina- fici residenziali della tarda et repubblicana e della prima
ta in una nota, con cui Gugliemo Maetzke apre ledizione et imperiale che Maetzke distribuisce appunto in due fasi,
dei lavori condotti in San Secondiano negli anni Settanta una tardorepubblicana, laltra (dubitativamente) impe-
del secolo scorso1, svela uno dei casi non rari fino a quel riale (fig. 1).
momento in edifici religiosi della Toscana in cui un in- Alla prima vengono ascritti un pavimento di pianta qua-
tervento condotto con i metodi dellindagine archeologi- drangolare in matton pesto con tasselli di marmo da in-
ca dovette dispiegarsi su unarea gi ampiamente investita terpretare come battuto cementizio con inserti marmorei,
dalla metodica dello scavo topografico, o, meglio, mirato tipologia ampiamente diffusa nella Tarda Repubblica, ma
essenzialmente allesplorazione di strutture, con un interes- ancora in uso in et augustea6 e scarse tracce delle mura-
se marginale per il contesto stratigrafico. Lindagine diretta ture che lo delimitavano sui lati nord, est e forse sud mentre
dallo stesso Maetzke, a partire dal 1972, era in effetti stata sul lato occidentale sembrava tagliato, forse dal fondamento
preceduta da un primo intervento... attuato nel 1969/70..., dellaltare barocco. Qui, presso il margine, a met distanza
che vuot labside fino al pavimento romano, lasciando fra i lati nord e sud, si apre limboccatura circolare marcata
peraltro un notevole testimone sul lato meridionale2. Da da un lieve risalto (diam. m 0,40) di un profondo pozzo di
questo punto di vista, San Secondiano costituisce un im- areazione del sistema di cunicoli7.
pressionante parallelo con la Santa Reparata lucchese, le cui Il particolare consente di identificare il pavimento nellarea
strutture furono riportate alla luce in quegli stessi anni con puntinata della pianta di fase (fig. 1) e le strutture mura-
la stessa metodica3. rie nei resti appena leggibili sotto le fondazioni dellabside
Lesegesi delle complesse sequenze che connotano di norma della cattedrale.
di unarea pluristratificata era dunque ampiamente compro- Il rilievo originale dello scavo (fig. 2) non permette di iden-
messa, e si deve dar atto allo stesso Maetzke di aver ricom- tificare agevolmente la pavimentazione in battuto, mentre
posto in una narrazione coerente un contesto che pur con sembrano evidenti i lacerti murari (fig. 3, f-f -f ).
lapplicazione dei pi efficaci metodi di indagine stratigrafica Il primo episodio di urbanizzazione dellarea emerso dallo
in quei primi anni Settanta ancora allo stato embrionale scavo (fase I), integrato da strutture superstiti a lembi (fig. 3,
si sarebbe rivelato di ardua interpretazione. in blu: b-d, f-f -f ) viene superato da unampia rimodula-
Dato che lanalisi delle sequenze strutturali , anche nella zione, con innalzamento del piano di calpestio.
relazione Maetzke, dominante rispetto al contributo eva- Di questa fase (fig. 1, et imperiale (?); fig. 3, in verde; fase
nescente delle sedimentazioni correlate, sembrato lecito II) spiccano soprattutto i perimetrali di fondazione di un
percorrere la documentazione fotografica e planimetrica porticato (peristilio?) di cui Maetzke pot recuperare almeno
disponibile, nel silenzio dei dati di scavo, per verificare se- tre basi di colonne in laterizi (fig. 1, a-a-a), mentre nella
quenza e natura delle strutture incontrate sotto San Secon- planimetria di scavo (figg. 2-3) solo due (a e a) sono rico-
diano. Lopera stata esemplarmente promossa da Valeria noscibili. Una veduta dello scavo permette di apprezzare la
Cipollone, il cui fondamentale contributo4 ha trovato con- metodica di indagine e la struttura di fondazione (c), della
sistenti apporti dalla ricerca nellarchivio fotografico della base a (fig. 4), e di intuire la sequenza di varie fasi testimo-
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, che niate fra laltro anche dalla presenza di pi strati di calce so-
conserva unestesa serie di riprese degli scavi5. vrammessi, che segnano la vita della struttura con porticato
I saggi condotti in profondit nel settore orientale della in colonne laterizie8.
navata centrale misero in luce i resti, assai lacunosi, di edi- Se sulla storia dellarea nella prima et romana, almeno nelle
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
44

Murature di et tardo repubblicana

Murature di et imperiale (?)

Pozzo

Basilica attuale

Fig. 1. Resti di edifici det romana sotto San Secondiano, nella ricostruzione di Maetzke (da Maetzke, Le origini, 74, con correzione, vd. nota 1).
GIULIO CIAMPOLTRInI SAn SECOnDIAnO: DALLA DOMUS ALLA CATTEDR ALE. PER UnA LETTUR A DELLE STR ATIFICAZIOnI MUR ARIE
45

Fig. 2. Resti di edifici det romana sotto San Secondiano nella restituzione grafica dellArchivio SBAT.

Fig. 3. Le fasi I (blu) e II (verde) delle strutture sotto San Secondiano riferite alla restituzione grafica dellArchivio SBAT.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
46

Fig. 4. Vedute del saggio in profondit, con le strutture a e c.

linee di fondo in cui si profila dallo scavo di questo settore dello scavo, sulla collocazione in allineamento alla parete
urbano, non sembrano gravare particolari condizionamenti, orientale dellattuale navata sud della chiesa del lacerto con
la proposta di Guglielmo Maetzke di attribuire ad un unico la stessa cornice e cerchi allacciati oggi conservato nel Mu-
intervento la fondazione delledificio tardoantico interpre- seo della Cattedrale10.
tato come basilica cristiana (fig. 5) stata sottoposta ad La cornice con nastro a due capi non delimitava solo queste
unacuta disamina da parte della Cipollone, che ha potuto due specchiature. Laula a T, in effetti, andata a coprire una
scandire in due episodi la costruzione degli ambienti con parte del vano con pavimentazione bicroma, imponendo di
pavimentazione musiva riferiti da Maetzke al primo edificio conseguenza anche il rimaneggiamento del tratto nordocci-
di culto cristiano di Chiusi; questi verranno convenzional- dentale superstite di questa pavimentazione (fig. 9). La Cipol-
mente denominati aula a T e aula sud (figg. 6-7). La pri- lone ha opportunamente annotato i segni di risarcimento di
ma qualificata da un policromo tappeto centrale a stelle questo settore; la relazione fra specchiature del pavimento e
di rombi e quadrati, campiti da temi geometrici e figurativi strutture, con la coerenza nellordito delle tessere fra riqua-
stilizzati, con due riquadri laterali con composizione di pel- dro con tralcio geometrico stilizzato e cornice con treccia a
te contrapposte (fig. 8); la seconda coperta da una pavi- due capi, porta a concludere che limpianto originario del-
mentazione in bicromia bianco-nera che entro una cornice la pavimentazione dellaula sud comprendeva, sul tratto a
tracciata da un nastro a due capi prevede specchiature di nord della cornice con nastro a due capi, una cornice (o,
cui restano lembi di un campo coperto da cerchi alllacciati piuttosto, una cornice di specchiatura) con tralcio dedera
e di uno con il motivo delle squame (fig. 9). stilizzato, e che il riquadro con bipenni alternatamente in
Lestensione di questo vano era molto pi ampia di quella bianco e in nero fu messo in opera quasi certamente con
che emerge dalla planimetria di fase dellArchivio della So- tessere di recupero per adeguare la pavimentazione di
printendenza (fig. 6). Un rilievo curato da Gordon Morrill e questa aula alla nuova articolazione del complesso determi-
Frank Toker, accessibile nellArchivio Fotografico del Kunst- nata dallimpianto dellaula a T, la cui parete meridionale
historisches Institut di Firenze9 assicura, assieme a vedute era progettata per andare a coprire interamente la cornice
GIULIO CIAMPOLTRInI SAn SECOnDIAnO: DALLA DOMUS ALLA CATTEDR ALE. PER UnA LETTUR A DELLE STR ATIFICAZIOnI MUR ARIE
47

Resti della prima Basilica cristiana

Blocchi di travertino

Tomba a cappuccina

Basilica attuale

Fig. 5. La prima basilica di San Secondiano, nella ricostruzione di Maetzke (da Maetzke, Le origini, 73, con correzione, vd. nota 1).
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
48

Fig. 6. Resti di edifici tardoantichi con pavimentazione musiva sotto San Fig. 7. Le fasi III-IV delle strutture sotto San Secondiano riferite alla
Secondiano nella restituzione grafica dellArchivio SBAT. restituzione grafica dellArchivio SBAT.

con tralcio dedera stilizzato11. Le crescenti testimonianze di travertino perfettamente in asse con quella orientale
di pavimentazioni musive tardoantiche dellEtruria setten- dell aula a T, la cui rasatura intuibile in una veduta di
trionale offrono riferimenti sufficientemente puntuali in scavo (fig. 11), sotto i blocchi lapidei di spoglio (uno dei
particolare nella villa della Torretta Vecchia di Collesalvetti quali iscritto) probabilmente pertinenti, come si vedr, alla
e nelle pavimentazioni della prima cattedrale lucchese di pavimentazione dellabside della basilica. Rimane del tutto
Santa Reparata da permettere, sia pure con la necessaria congetturale la natura della superficie cementizia, evidente
prudenza, una collocazione della pavimentazione dellaula nella stessa immagine, che risarcisce la pavimentazione mu-
sud entro i primi decenni del IV secolo (fase III)12. siva al limite orientale del tappeto centrale dellaula a T.
In questo vasto ambiente, che dovrebbe indicare un radicale La datazione proposta dalla Cipollone per la pavimenta-
rinnovamento, det costantiniana, del complesso privato zione dellaula a T, sullo scorcio finale del IV o ai primi
che da secoli occupava larea, si inserisce, con orientamento del V secolo, coerente con le sequenze ormai disponibili
leggermente diverso, un vano la cui morfologia a T, con nellambito regionale.
unaula rettangolare ampliata in due esedre laterali nel suo Aula a T e aula sud dovevano sussistere luna accanto allal-
tratto orientale, esaltata dalle partizioni pavimentali, che tra quando le si riutilizzarono nelledificio di culto cristiano
permettono anche di recuperarne almeno in parte i muri ricomposto dal Maetzke (fig. 5: fase V). Labside rettangolare,
perimetrali (fig. 7, arancio: fase IV). tanto allesterno che allinterno, che qualifica il nuovo edificio
nel lato meridionale la parete conservata, almeno alla base, dilata in effetti le pareti settentrionale e meridionale dellau-
in tutto il suo spessore, ottenuto dalla giustapposizione di la a T, che viene articolata in uno spazio presbiteriale vero
due filari di blocchi di travertino, dotati almeno sulla faccia e proprio, e in una larga solea, semplicemente prolungando
interna, verso laula, dellintonaco sopravvissuto a lembi (fig. le pareti brevi delle esedre dellaula, ristrette tuttavia date
10). La perfetta coerenza fra ordito delle tessere della pavi- le pure esigenze di recinzione, e non portanti, della struttu-
mentazione dellaula a T e struttura perimetrale non sem- ra ad un solo filare di blocchi di travertino (fig. 6; 7, blu e
bra lasciar dubbi sulla contemporaneit della realizzazione viola). Verrebbe da supporre che in questo momento si sia
di perimetrali e pavimentazione musiva. Con la Cipollone, provveduto anche ad assottigliare tutte le pareti dellaula,
dunque, si potrebbe proporre che laula dotata di potenti adeguandole in questa maniera alla funzione di partizioni
pareti che invitano a valutarne una copertura impegnati- presbiteriali; parrebbe non casuale, in effetti, che nel tratto
va, forse a volta veniva ad arricchire di ruoli un edificio occidentale della parete sud il filare interno presenti vistose
preesistente, probabilmente sfruttandone solo la parete pe- e sistematiche scalpellature, che ne dimezzano lo spessore,
rimetrale est: si noter in effetti che il pavimento dellaula adeguandolo a quello dei tratti di nuova costruzione (fig. 12).
sud segue, come segnala la cornice, una parete in blocchi La rasatura della parete perimetrale est dellaula dovrebbe
GIULIO CIAMPOLTRInI SAn SECOnDIAnO: DALLA DOMUS ALLA CATTEDR ALE. PER UnA LETTUR A DELLE STR ATIFICAZIOnI MUR ARIE
49

Fig. 8. La pavimentazione musiva dellaula a T durante la ricollocazione.

indicare che anche labside non fu innestata ex novo sulle- III (scorcio finale del IV-inizi del V secolo);
dificio cui apparteneva laula a T. Come si accennato, i fase V: trasformazione del complesso che comprende aula a T
blocchi lapidei che formano un gradino sulla pavimenta- e aula sud in edificio di culto.
zione musiva sembrano relitto non della parete perimetra- Le sequenza tardoantica (fasi III-IV) trova nelliscrizione
le, ma di una pavimentazione, a quota superiore a quella Parthenii / Macharii della pavimentazione musiva (fig. 8)
dellaula, dellabside rettangolare, le cui pareti settentrionale una possibile, ancorch enigmatica, chiave di lettura14.
e meridionale che ripetono strutture tardorepubblicane Giacch indubbiamente inquietante, al di l di minuziose
ammorsano a quelle attribuibili alla parete perimetrale distinzioni, la presenza nella stessa citt e nello stesso vol-
dellaula. Laula sud dovette invece essere inglobata nel gere di tempo del Parthenius (o dei Parthenii) acclamato
nuovo edificio senza particolari trasformazioni. nellepigrafe pavimentale, quale che sia lesegesi da dare al
Riassumendo, la lettura delle strutture porta a distinguere, Macharius (acclamazione comparabile con quella di felix o
nella complessa storia dellarea urbana sotto San Secondiano: secondo cognomen del celebrato in genitivo di pertinenza, o
fase I: edificio tardorepubblicano, con pavimentazione in nominativo plurale che accomuna lintera famiglia), e di un
battuto cementizio con inserti (fig. 2, blu); Flavius Partenius v(ir) c(larissimus) titolare di una perduta
fase II: edificio con colonnato in laterizio, genericamente iscrizione funeraria vista nel Rinascimento nella stessa catte-
riferibile alla prima et imperiale (fig. 2, verde); drale15, almeno suggestiva lipotesi che la storia delledifi-
fase III: aula sud, con pavimentazioni in bicromia, dei pri- cio chiusino della Tarda Antichit sia anche la storia di una
mi decenni del IV secolo; famiglia dellaristocrazia locale, dotata del clarissimato, che
fase IV: inserimento dellaula a T nel complesso della fase nel corso del IV secolo avrebbe progressivamente adeguato
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
50

Fig. 9. Veduta parziale delle pavimentazioni musive dellaula sud, con la Fig. 10. Laula a T: coerenza fra strutture perimetrali e pavimentazione
ridefinizione per la costruzione dellaula a T. musiva.

Fig. 11. Laula a T: il tratto orientale, con la pavimentazione dellabside della fase V.
GIULIO CIAMPOLTRInI SAn SECOnDIAnO: DALLA DOMUS ALLA CATTEDR ALE. PER UnA LETTUR A DELLE STR ATIFICAZIOnI MUR ARIE
51

Fig. 12. Laula a T: ladattamento al ruolo di area presbiteriale delledificio di culto cristiano (fase V).

alle sue fortune una sobria dimora della prima et imperiale, le lapideo di spoglio, che ne condizionano verosimilmente
dapprima dotandola di un vasto salone con pavimentazione anche licnografia rettangolare. Questa, tuttavia, potrebbe
musiva, poi inserendovi unaula con esedra, probabilmente essersi trasformata, da esito del condizionamento delle
strutturata come ambiente di rappresentanza della dimo- strutture disponibili, in tema architettonico: al prestigio del
ra, anche sulla scorta del modello offerto dalle grandi ville modello chiusino, seppure anche in questo caso intrecciato
costantiniane del territorio, oggi documentate almeno ad con le opportunit del reimpiego di strutture romane, si
Asciano16; lacclamazione Parthenii / Macharii era elemento proposto infatti di riferire la morfologia rettangolare dellab-
saliente dellambiente e del suo ruolo. side della cattedrale di Roselle, eretta adattando ambienti di
La datazione al pieno corso del V secolo, proponibile, sulla un edificio termale pubblico dei primi del II secolo d.C.18.
scorta del formulario epigrafico, per la vita di Flavius Parte- La storia archeologica della domus sotto San Secondiano,
nius17 rende per lo meno suggestiva la proposta che a questi cos come narrata a grandi linee dalle sovrapposizioni di
si debba la trasmissione della domus dei Parthenii alla co- strutture, si conclude dopo una fase di impiego sepolcrale
munit cristiana, con la trasformazione in organico luogo tracciata da tombe alla cappuccina negli anni centrali del
di culto, ottenuto intorno allaula a T ampliata sullaula VI secolo19, con la fondazione del vescovo Florentinus, ce-
sud divenuta navata meridionale della chiesa e aperta lebrato sul pulvino di una colonna (fase VI)20: limpianto
sullambiente adiacente a nord, cui si accedeva subito dopo a tre navate provviste di absidi semicircolari ancora atte-
aver apprezzato liscrizione musiva che ribadiva nel nuovo stato sui resti della domus tardoantica, come evidente dal
edificio il ruolo della famiglia. fatto che la fondazione del colonnato meridionale rispetta
Anche labside doveva recuperare elevati della domus tardo- perfettamente lorientamento delle partizioni musive del-
repubblicana, nobilitati dalla pavimentazione con materia- laula sud della fase III.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
52

nOTE

1
G. Maetzke, Le origini della Cattedrale, in Chiusi cristiana, ed. L. Martini, 9
neg. 17850, datato 14-11-1973/4-1-1974.
Chiusi 1997, 72-83. 10
Maetzke, Le origini, 76, fig. 74.
2
Maetzke, Le origini, 72. 11
Ciampoltrini, Tecniche del reimpiego, 443.
3
Si rinvia in merito a G. Ciampoltrini, La cattedrale di Santa Reparata 12
Ciampoltrini, La cattedrale di Santa Reparata, 117.
a Lucca. Per un riesame delle pavimentazioni musive del IV secolo, in La
Mosaque Grco-Romaine IX, ed. H. Morlier, Rome 2005, 109-121.
13
Maetzke, Le origini, 76, fig. 74.
4
V. Cipollone, I mosaici pavimentali rinvenuti al di sotto della cattedrale
14
Per una finissima analisi e per la rassegna dello stato degli studi si rinvia a
di Chiusi, in Atti del V Colloquio AISCOM, ed. F. Guidobaldi - A. Paribeni, Cipollone, I mosaici, 161-165; V. Cipollone, Inscriptiones Christianae
Ravenna 1998, 161-172. Italiae septimo saeculo antiquiores, XI. Regio VII, Clusium, Bari 2003,
85-86, n. 44.
5
G. Ciampoltrini, Tecniche del reimpiego e modelli architettonici fra tar-
da antichit e alto medioevo. Divagazioni sulle cattedrali di Chiusi e Roselle,
15
CIL XI, 2588 (= Cipollone, Inscriptiones, 101-102, n. 52): Hic requie-
Archeologia Medievale 29 (2002), 441-454, alle pp. 441-445. scit in pace / Flavius Partenius / clarissim(a)e memori(a)e / vir cum iugali sua
/ Agnilla qui vixit / annis se[xaginta(?).
6
Per Chiusi una rassegna delle pavimentazioni det romana ancora in G.
Zazzaretta, Ritrovamenti di mosaici nel centro urbano, in I Romani di
16
Per questo si veda ancora G. Ciampoltrini, Mosaici tardoantichi dellE-
Chiusi, ed. G. Paolucci, Roma 1988, 143-146; per rimanere in ambito re- truria settentrionale, Studi Classici e Orientali 40 (1990), 369-381, alle
gionale, si rinvia ai casi di Lucca (G. Ciampoltrini - P. Rendini, Lucca pp. 373-37.
e il suo territorio: nuovi pavimenti in signinum e in commesso laterizio, in 17
Per la formula hic requiescit in pace, o simili, si vedano a Chiusi CIL XI,
Atti del X Colloquio AISCOM, ed. C. Angelelli, Tivoli 2005, 821-832) e 2583 (datata 455); 2584 (479); 2585 (493): Cipollone, Inscriptiones, XLVII.
di Firenze (M. Bueno, Lanalisi dei rivestimenti pavimentali per una rico- 18
Ciampoltrini, Tecniche del reimpiego, 446-450.
struzione delle dinamiche urbanistiche: il caso di Florentia, in Atti dellXI 19
Ciampoltrini, I mosaici, 162.
Colloquio AISCOM, ed. C. Angelelli, Tivoli 2006, 159-166 ). 20
P. Sfligiotti, I pulvini di San Secondiano, in Chiusi cristiana, ed. L.
7
Maetzke, Le origini, 72. Martini, Chiusi 1997, 84-93.
8
Maetzke, Le origini, 72.

Chiusi. Cattedrale di San Secondiano. Pulvino con il riferimento al vescovo Florentinus.


GIULIO CIAMPOLTRInI SAn SECOnDIAnO: DALLA DOMUS ALLA CATTEDR ALE. PER UnA LETTUR A DELLE STR ATIFICAZIOnI MUR ARIE
53
NOTE PER UNA PRIMA SISTEMAZIONE
DEL MATERIALE EPIGRAFICO ALTOMEDIEVALE DI CHIUSI:
LE TAVOLE LONGOBARDE DELLA CHIESA DI SANTA MUSTIOLA

Valeria Cipollone Manuel De Martino*

La scomparsa basilica di Santa Mustiola ricopr come portunamente valorizzato limportanza documentaria,
noto un ruolo di spicco nel panorama monumentale e storica e letteraria9, da un punto di vista pi strettamente
religioso della Chiusi altomedievale1. Ledificio sorse a circa epigrafico manca ancora unedizione critica integrale di
un miglio fuori dalla porta orientale della citt, nellambito questi materiali che, ciononostante, possono vantare una
di un complesso funerario paleocristiano comprendente un lunga tradizione di studi. Infatti, se le iscrizioni che cor-
cimitero sotterraneo e una necropoli sub divo allinterno redavano il monumento sepolcrale di Mustiola risultano
del quale si localizza, seppur imprecisamente, la sepoltura documentate gi a partire dalla seconda met del 40010,
della martire eponima Mustiola2. poco pi tardi anche le cosiddette tavole longobarde atti-
In un periodo circoscrivibile tra il V e il VI secolo, nellarea rarono lattenzione di eruditi e studiosi di antichit, che le
della necropoli subdiale sorse la chiesa dedicata alla santa. copiarono sul posto o semplicemente le ripresero da altri,
Di questa costruzione, destinata con ogni probabilit a restituendone i testi spesso in modo corrotto, soprattutto a
contenere sin dalle origini le spoglie venerate, si hanno solo causa del latino alquanto irregolare che caratterizza questi
notizie indirette, grazie a una serie di iscrizioni dapparato documenti. Il primo a divulgare due delle quattro tavole
della prima met dellVIII secolo che erano esposte allin- alla met del XVII secolo fu labate Ferdinando Ughelli11,
terno, dalle quali risulta che nel 729 il duca longobardo di seguito, alcuni decenni dopo, dal canonico chiusino Bar-
Chiusi, Gregorio, assieme ad Austreconda, sua presunta mo- tolomeo Macchioni, il quale rese noto un nuovo testo12.
glie, si fece promotore di un intervento di ristrutturazione Nel XVIII secolo le tre iscrizioni gi edite furono resti-
delledificio3. Al rinnovamento della chiesa collabor anche tuite, con ampio commento, da Anton Francesco Gori e
lepiscopus Arcadio4; , peraltro, molto probabile che vi fosse Pietro Paolo Pizzetti13, ai quali si rifecero successivamente
la figura ispiratrice di questo vescovo dietro liniziativa del L.A. Muratori, C. Troya e G. Marini14. Sul finire dell800
diacono Hanastasius, artefice in quegli stessi anni della si- il sacerdote Francesco Liverani dedic un capitolo del suo
stemazione o risistemazione del monumento funerario volume sulle antichit cristiane di Chiusi alla basilica di
di Mustiola allinterno dellaula5. Santa Mustiola e in particolare alle iscrizioni di et longo-
Per i secoli successivi si registrano solo notizie di restauri barda, con lintento di restituire finalmente una trascrizio-
poco significativi alla chiesa, che era articolata internamente ne fedele alloriginale di tali documenti; ai testi gi noti,
in tre navate divise da colonne di spoglio6. Dopo un lungo egli aggiunse anche una nuova iscrizione, frammentaria15.
periodo di decadenza, nella prima met del XVII secolo Giungendo a tempi pi recenti, le epigrafi di Santa Mu-
ledificio fu ridotto di dimensioni, con la demolizione delle stiola sono state prese in esame nello studio paleografico
navate laterali, finquando nel 1784 lintera struttura, ormai di Nicolette Gray16, nella silloge di Paolo Rugo17 e in un
fatiscente, non venne interamente distrutta7. saggio sulla chiesa di Patrizia Sfligiotti18.
Stante il silenzio delle fonti letterarie e in assenza di sostan- Di queste cosiddette tavole longobarde si intende fornire,
ziali evidenze archeologiche della chiesa, i cui resti sono sta- dunque, un primo inquadramento epigrafico, che tenga
ti invano ricercati in occasione di recenti scavi8, le quattro conto soprattutto delle caratteristiche formali e di contenu-
iscrizioni riguardanti i lavori patrocinati dal duca Gregorio to delle iscrizioni, per meglio inserirle nel contesto storico
nella prima met dellVIII secolo rappresentano la docu- e architettonico di appartenenza, a integrazione di quan-
mentazione pi cospicua in nostro possesso riguardo alla to gi validamente espresso negli studi del Ciampoltrini
fase paleocristiana e altomedievale del santuario. e della Sfligiotti19. Quanto alle complesse problematiche
A fronte di diversi contributi recenti che ne hanno op- filologiche e linguistiche poste da questi documenti, esse
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
56

Fig. 1. Chiusi. Museo della Cattedrale. Epigrafe della prima met dellVIII secolo, commemorante i restauri della chiesa di Santa Mustiola.

andranno affrontate in uno studio specialistico. In questa rio di Mustiola durante il diciassettesimo anno di regno di
sede, ci limiteremo a segnalare come i testi seguano un an- Liutprando (rr. 12-13), dunque nel 729, quando era vesco-
damento ritmico, modulato sulla struttura dellesametro20 vo di Chiusi Arcadius (r. 14). Il documento, elaborato mo-
e si caratterizzino per un accostamento piuttosto artificio- dico vorso da un non meglio noto dettatore Montanus (rr.
so di formulari tipici dellepigrafia celebrativa dellepoca 15-16), fu concepito nella logica di unesaltazione enfatica
e di spunti lessicali ma anche interi versi mutuati da dellimpresa del dux, e come tale va recepito: forse non si
esperienze letterarie ed epigrafiche precedenti, soprattutto tratt di un radicale rifacimento della chiesa, secondo quan-
tardoantiche21. to lascerebbero intendere i versi 10 e 15, ma di una serie di
restauri (rr. 11, 14), che comportarono la sostituzione del
1. La pi articolata di queste epigrafi corre su un elemento vecchio ciborio di legno con uno di marmo (rr. 3-5)23 e il
architettonico (fig. 1), probabilmente con originaria fun- rifacimento del tetto (r. 7).
zione di architrave, recante un lungo testo che riassume Il componimento, come si accennava, mostra forti pretese
sostanzialmente quanto inciso su due delle altre tre tavo- letterarie; il suo autore recuper qua e l espressioni e for-
le (nn. 2, 3), riportandone alla lettera anche intere parti, mule poetiche, a cominciare dallinvocazione incipitaria
pur con alcune varianti lessicali e con successione non del Christe fave votis, la cui fonte potrebbe ricercarsi, se non
tutto corrispondente dei versi. direttamente nei carmi di Venanzio Fortunato, almeno
Si tratta di un blocco parallelepipedo in pietra calcarea, negli ambienti poetico-retorici di V-VI secolo dellItalia
ricomposto da tre frammenti contigui e riquadrato da un centro-settentrionale24. Limitandoci ai prestiti pi evi-
sottile listello liscio che delimita il campo epigrafico. Il denti, di cui si serv Montano, va ribadito come i versi 3
retro lisciato. Misura cm 17,6 x 183,8 x 6,1, con lettere e 4, relativi al dono del nuovo ciborio di marmo, rical-
di cm 0,9-3,1. Attualmente conservato nel Museo della chino liscrizione ravennate incisa alla met del VI secolo
Cattedrale di San Secondiano, al tempo di Gori e Pizzetti si sul ciborio dargento della basilica Ursiana25; similmen-
trovava presso la sacrestia della chiesa di Santa Mustiola22. te, i versi 5 e 6 appaiono ispirati allepigramma con cui,
Il testo, preceduto da una crocetta latina, disposto su tre sempre a Ravenna, il vescovo neone celebrava nel V se-
colonne, separate da foglioline rivolte verso lalto. La prima colo la ristrutturazione del battistero di San Giovanni in
colonna conta sei righe, la seconda e la terza cinque; come Fonte26. Ancora uneco della poesia cristiana della tarda
anche nelle altre iscrizioni, ogni riga contiene un verso: antichit si scorge nel verso 15, dove sembra si volesse
alludere alla lunga durata per innumeros (annos) del-
(croce) Chr(ist)e fabe botis Gregorio et Austreconde docis le opere compiute da Gregorio multa... conplexa 27. Alle
quod Musthiole obtulerunt martire Chr(ist)i righe 11-13, la notazione cronologica basata sul calcolo
3 hoc tegmen ciburii sublata betustas degli anni del rex rispecchia una prassi della matura et
que meliore cultu noviliore redit longobarda, ricorrente soprattutto in contesti dedicatori e
cidat nouitati diruti antiquitas ligni commemorativi del tempo di Liutprando28, come anche,
6 pulcrius ecce micat nitenti marmoris decus // del resto, la menzione aggiunta del titolare della cattedra
quod cacumen culmenis faciundum curavit vescovile29: questultimo dato nella nostra iscrizione stava
o Mustiole meritum veneravi[l]i pollet non solo a puntualizzare la cronologia degli eventi, dei
9 roseis virgineum croces amore paratum quali si perpetuava la memoria, ma, con ogni evidenza, a
cuius aule moenia a fundamentis dicavit sottolineare anche la partecipazione del presule Arcadio
pristina sublata innovavit potestas // allimpresa evergetica30.
12 temporibus d(omini) n(ostri) Liutprand catholico regis nel testo sono riconoscibili due esametri ritmici (vv. 6, 9) e
exactis tribus lustris et aristis duobus un pentametro ritmico (v. 4): almeno per quel che riguarda
Arcadi praesoli tempore restituta est aula i versi 4 e 6 si tratta non a caso di versi riconducibili a
15 multa per innomerus conplexa modico uorso modelli precedenti31.
Gregorio cristicole conplevit iussa Mon(tanus) Lo stile grafico del manufatto appare piuttosto scadente,
con righe di testo ondeggianti, caratteri compressi e spazi
Liscrizione si apre con una preghiera a favore di Gregorius interlineari molto ridotti (fig. 1)32. La scrittura, di tipo ca-
e Austreconda (r. 1), meritevoli di aver rinnovato il santua- pitale e dal modulo tendente al quadrato, tuttaltro che
VALERIA CIPOLLOnE, MAnUEL DE MARTInO nOTE PER UnA PRIMA SISTEMAZIOnE DEL MATERIALE EPIGR AFICO ALTOMEDIEVALE DI CHIUSI...
57

Fig. 2. Chiusi. Cattedrale di San Secondiano. Epigrafe proveniente dalla chiesa di Santa Mustiola, in cui si ricorda il dono di un ciborio di marmo da parte
del duca longobardo Gregorio.

uniforme, sia nelle dimensioni sia nella resa dei caratteri, 6 pulchrius ecce micat nitentes marmoris decus
realizzati con tratti indecisi e senza una precisa regola for- o Mustiole meritu benerandaque fedis
male; si distingue, comunque, una propensione del lapicida roseis virgineis crocis amore paratus
a incidere le D di forma triangolare o, meglio, a quarto 9 novilior prosapia qui et de Claudii prolem
di cerchio33, le E e le F con lasta che supera in basso e/o cuius aule moenia a fundamentis dicavit
in alto i trattini orizzontali34, le G con il tratto comple- Gregorius armipotens et robustissimus dox
mentare che scende obliquamente o verticalmente sotto
il corpo della lettera35, le X con una o entrambe le aste Le prime 8 righe delliscrizione corrispondono pur con
curvilinee36, le P, B e R con locchiello superiore aperto. alcune varianti ortografiche alle rispettive linee della prima
In un caso, la Q ha i due tratti obliqui che si incrociano epigrafe, con la sola omissione della r. 7 di questultima che
in basso al centro dellocchiello (r. 7: quod)37. I tratti delle ritorna, invece, nella terza tavola39. Le uniche significati-
varie lettere terminano spesso in rozze apicature. Modera- ve difformit testuali si riscontrano nella presenza del falso
to il ricorso alle abbreviazioni, usate nella tipica forma in acrostico Clusio dicit espediente con cui il carme diveniva
caratteri greci XPE (r. 1) e XPI (r. 2) del nomen sacrum di una sorta di preghiera da parte della civitas chiusina per i
Christus, nella formula d(omini) n(ostri) Liutprand (r. 12) benefattori Gregorio e Austreconda e nel verso 7, dove le
e nella firma Mon(tanus) (r. 16); le lettere di questultima parole benerandaque fedis sostituiscono il veneravili pollet
e il XPI della r. 2 presentano una sopralineatura. Sono della prima tavola. nel verso 9 troviamo un riferimento a
legate in nesso le lettere AV di Austreconde (r. 1), MV di un legame di parentela tra Mustiola e limperatore Claudio
Musthiole (r. 2), nT di obtulerunt (r. 2), VM di paratum II il Gotico. Tale indicazione, assente nella prima iscrizio-
(r. 9), TH di catholico (r. 12), AV di aula (r. 14). ne, costituisce un esplicito richiamo alla passio leggendaria
della santa, nella quale la nobile matrona era presentata per
2. Una seconda iscrizione (fig. 2) incisa su una lastra mar- lappunto come consobrina, vale a dire cugina dellimpera-
morea ricomposta da tre frammenti contigui, di cm 55,2 x tore, secondo uno dei tipici luoghi comuni ricorrenti in
181,2 (spessore non misurabile), con lettere di cm 5,6-3,2. simili narrazioni40. In ogni caso, la ripresa di questa notizia
nel XVII secolo era visibile presso il sepolcro della santa38; nel nostro testo dimostra con certezza che, agli inizi del-
ora si conserva in San Secondiano, sulla parete a destra lVIII secolo, il racconto agiografico era stato gi composto
dellingresso. ed era ben conosciuto negli ambienti chiusini. Si , anzi,
Lungo il margine sinistro, un falso acrostico riporta le let- ipotizzato che una nuova redazione della passio di Mustiola
tere: CLVSIO DICIT. fosse stata compilata proprio in concomitanza con i restau-
Segue il testo, preceduto da una crocetta equilatera: ri della chiesa41, verosimilmente per iniziativa dello stesso
vescovo Arcadio e nellottica di una generale rivalutazione
(croce) Chr(ist)e fabe votis Gregorio et Austreconde docis del culto della santa.
quod Mustiole optulerunt martire Chr(ist)i neppure laspetto grafico di questa lapide appare parti-
3 hoc tegmen ciburii sublata vetustas colarmente curato, sebbene sia pi gradevole di quello
que meliore cultu noviliore redit dellepigrafe n. 1. In primo luogo, la mancanza di un pre-
cedat novitati diruti antiquitas ligni ventivo lavoro di ordinatio caus una serie di irregolarit
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
58

Fig. 3. Chiusi. Museo della Cattedrale.


Frammento di epigrafe commemorativa, dalla
chiesa di Santa Mustiola.

di impaginazione, a cominiciare dalle lettere del falso acro- 3. Di una terza iscrizione (fig. 3) rimane solo un frammen-
stico che non furono allineate verticalmente, bens con un to, relativo alla parte destra di una lapide marmorea; misura
aggetto progressivo verso destra, in modo da condizionare cm 55,5 x 55,1 x 6,8, con lettere di cm 1,8-3,8. Sembra che
anche lattacco delle corrispondenti linee di scrittura (fig. una linea dipinta, di cui restano tracce lungo il lato destro,
2). Inoltre, onde evitare di lasciare spazio inutilizzato nella delimitasse lo specchio epigrafico. Al tempo del Liverani,
parte inferiore della lastra, il lapicida incise le ultime due suo primo editore, il frammento si trovava nella Cattedrale
righe con caratteri decisamente pi grandi e scompaginati, di San Secondiano, mentre la parte mancante sarebbe stata
mentre fu costretto a dividere alcune parole (r. 1 Austre utilizzata come lavatoio nel podere di Santa Mustiola44.
conde; r. 8: par at us; r. 9: Clau dii; r. 10: fundam entis; Attualmente la lapide esposta nel Museo della Cattedrale.
r. 11: ro bus tissimus) per via delle numerose irregolarit Il testo leggibile il seguente:
del supporto lapideo. Meno marcata, rispetto alliscrizio-
ne precedente, la disomogeneit nella resa delle singole [--- po]testas
lettere, ugualmente di tipo capitale e poco slanciate, che [--- re]gum
si susseguono senza interruzioni di parola o segni di di- 3 [---]it aras
stinzione. Ritorna lo stesso tipo grafico delle G e delle X, [--- invi]ctiss(imi)(?) regis
cos come pure la forma aperta delle B con occhiello [--- aris]tis duob(us)
inferiore pi sviluppato di quello superiore , delle R e 6 [---] nomine fraglans
della sola P di armipotens (r. 11)42. Con maggiore sistema- [---]s propago
ticit si incontrano qui le Q a doppia coda (r. 2: quod; r. [--- conple]xa modico vorso
5: antiquitas; r. 7: benerandaque; r. 9: qui), mentre ancor 9 [--- faciu]ndum curavit
pi disomogenea appare la forma delle M e n, con i tratti [--- dul]cia mellos
interni congiunti ad altezze variabili; la curva delle D as- [--- conplevi]t iussa Montanus
sume forma semicircolare. Sono utilizzate, infine, le stesse
abbreviazioni XPE (r. 1) e XPI (r. 2, con sopralineatura) Le righe 1, 5, 8, 9, 11 dovevano ripetere il dettato, ri-
delliscrizione n. 143. spettivamente, delle linee 11, 13, 15, 7, 16 della tavola
n. 1, mentre del contenuto dei restanti versi che non
trovano riscontri tra le altre iscrizioni congetturabi-
VALERIA CIPOLLOnE, MAnUEL DE MARTInO nOTE PER UnA PRIMA SISTEMAZIOnE DEL MATERIALE EPIGR AFICO ALTOMEDIEVALE DI CHIUSI...
59

Fig. 4. Chiusi. Cattedrale di San Secondiano. Epigrafe commemorativo-devozionale di Sisebuto, dalla chiesa di Santa Mustiola.

le solamente il senso. Cos, lespressione nomine fraglans 4. Una quarta lastra (fig. 4), ricomposta da due pezzi com-
della r. 6 andrebbe intesa come un elogio della martire, bacianti, misura cm 48 x 174,4, con lettere di cm 4,5-3,5.
dal nome odoroso, forse in relazione a una pretesa eti- Lungo il margine sinistro corre un abbozzo di cornice a
mologia del nome Mustiola a musto che potrebbe trovare listello. Al termine di ognuna delle 9 righe inciso un
riscontro nella tradizione agiografica antica della santa45. piccolo segno dinterpunzione triangolare, seguito da una
probabile che il verso successivo, nel quale si riconosce il fogliolina cuoriforme rivolta verso il basso. Conclude li-
solo termine propago, contenesse lesaltazione delle nobili scrizione una crocetta equilatera. Gi affissa presso la sa-
origini di Mustiola, in modo analogo a quanto espresso crestia di Santa Mustiola48, la lapide ora visibile in San
nelliscrizione n. 2 (r. 9) con il sinonimo prosapia. Que- Secondiano, a sinistra dellingresso. Vi si legge:
sta lettura appare preferibile allaltra opzione, che vede
propago riferito a Gregorio, dal momento che lautorit Nobilis vasta nitens rediviva an fabrica templi
del duca e la sua stirpe regia erano stati quasi certamente regia progenies ornarunt culmina pulchre
menzionati in apertura di epigrafe, stante lesattezza delle 3 fulgidus vita pius Gregorius aptus ubique
integrazioni proposte alle rr. 1-246. Il termine mellos, che hoc opus patrarunt Liutprandi tempore regis
conclude il decimo verso, rappresenterebbe una forma tramite sat recto Arcadi pollet in alto
corrotta del sostantivo melos (canto, melodia), forse pi 6 Mustiola praeveat tu post gaudia illis
che di mel (miele), eventualmente concordabile seppur celsus ubique suis concedat prospera votis
in modo irregolare con laggettivo dulcia (dulcia mellos mox dabitur placide si nil dubitarit oberrans
per dulcia mela o dulcia mella)47. 9 martyra Sisebuti sis memor alma miselli (croce)
La scrittura capitale si avvicina a quella delle due iscrizio-
ni precedenti, in particolar misura della n. 2. Pi assiduo Ritorna in questo testo il tema del rinnovamento della
qui il tipo della n con traversa che interseca le aste verso il chiesa, ma rispetto alle altre epigrafi qui prevale lintento
centro e della R con il tratto obliquo arcuato verso lesterno votivo, sottolineato dallinvocazione alla martire Mustiola
(fig. 3). Sono presenti due sospensioni r. 4: [---]ctiss(imi); da parte del dedicante Sisebutus, che fu forse anche auto-
r. 5: duob(us) , segnalate mediante un trattino ondulato. re del carme. Lantroponimo farebbe postulare per questo
Da notare la profondit variabile dei solchi delle lettere. personaggio, non meglio identificabile, unorigine gotica e
magari una provenienza dalla penisola iberica, come lomo-
nimo re visigoto del VII secolo. Se una simile congettura
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
60

Fig. 5. Chiusi. Museo della Cattedrale. Elementi scultorei appartenuti al monumento


funerario di Santa Mustiola, con iscrizione metrica (il frammento b non pi reperibile:
foto da Bersotti, Feste e folclore).
b

risultasse accertata, sarebbe possibile considerare Sisebutus regolare delle linee di scrittura, le lettere capitali piuttosto
un membro del clero legato al vescovo Arcadio, di cui nota curate con modulo a tendenza quadrata, che ammette dif-
la provenienza ab Hispaniis49, considerato anche il maggior ferenze di altezze contenute (circa 1 cm). Sempre rispetto
risalto che in questa iscrizione viene dato al presule e al suo agli altri testi, degna di nota la tendenza a uniformare la
ruolo attivo nellimpresa di Gregorio (r. 5: tramite sat recto resa grafica delle singole lettere: cos le A hanno sempre la
Arcadi) rispetto alliscrizione n. 150. neppure lindicazione traversa rettilinea, le B gli occhielli staccati dallasta vertica-
cronologica mediante gli anni di regno del sovrano (r. 4) le, con quello inferiore pi sporgente, le G la caratteristica
espressa con la precisione delle altre lapidi51. Questo distacco forma a ricciolo56, le Q un breve tratto complementare oriz-
con cui, almeno apparentemente, lautore del testo alludeva zontale esterno al corpo, le R il tratto obliquo arcuato verso
ai lavori di abbellimento della chiesa, costituirebbe un in- lesterno. Le D hanno sempre la curva a semicerchio, con
dizio del fatto che la lastra fu iscritta a distanza di un certo una sola eccezione nella parola rediviva (r. 1) dove il tratto
periodo di tempo da quegli eventi. Paiono confermarlo anche verticale incontra quello di base a formare un angolo retto.
le parole aptus ubique (r. 3) che si riferirebbero alla capacit
del duca Gregorio di governare ovunque, presupponendo il evidente che la funzione delle quattro tavole longobarde
suo avvenuto trasferimento a Benevento52. allinterno dellaula di culto fosse di celebrare e conserva-
Se da un lato questa iscrizione si avvicina alle tavole n. 2 re il ricordo dellatto di munificenza del duca Gregorio57,
e n. 3 (figg. 2, 3) per le dimensioni del supporto e limpo- ma appare altrettanto chiaro che in una civitas come quel-
stazione grafica, oltre che per il contenuto e lo stile del te- la chiusina, legata a uneconomia rurale e, di fatto, isolata
sto, dallaltro essa si presenta senzaltro come un prodotto dai grandi centri della vita politica e culturale del tempo,
pi raffinato, da un punto di vista sia tecnico-formale che la capacit di leggere e scrivere correntemente era senzaltro
poetico-letterario. Senza entrare nel merito dello stile del appannaggio dei ranghi ecclesiastici e di pochi laici58. ne
componimento che, sebbene ugualmente ispirato a modelli consegue che simili iscrizioni dovevano risultare pi o meno
aulici53, pare improntato a una maggiore originalit, vale la incomprensibili alla massa dei fedeli, soprattutto quelli pro-
pena sottolineare come i versi ritmici siano modulati in modo venienti dalle campagne, anche per la struttura dei testi e la
pi rigoroso sulla struttura dellesametro54. Si noteranno loro elaborazione grafica non particolarmente accattivante,
anche limpaginazione pi ordinata del testo (fig. 4), che ed essere quindi recepite dai pi particolarmente per la loro
denuncia un preventivo lavoro di ordinatio55, landamento valenza simbolica e sacrale59. Certamente erano poste in
VALERIA CIPOLLOnE, MAnUEL DE MARTInO nOTE PER UnA PRIMA SISTEMAZIOnE DEL MATERIALE EPIGR AFICO ALTOMEDIEVALE DI CHIUSI...
61

bella evidenza allinterno della chiesa, ma non dato sapere precedenti67: un contesto quasi sicuramente locale, che vede-
quale fosse la loro esatta collocazione. Le notizie fornite in va al lavoro maestranze ancora legate alle pratiche lapidarie
merito dai primi editori sono solo indicative, rispecchiando tardoantiche, ma nello stesso tempo aperte alle innovazioni
una situazione tarda e comunque successiva al drastico rima- grafiche entrate in uso tra la fine del VII e gli inizi dellVIII
neggiamento che la chiesa sub nella prima met del XVII secolo nella produzione dellItalia centro-settentrionale68.
secolo, con la demolizione delle navate laterali60. Cos, se Questo attaccamento alla tradizione risulta tanto pi evidente
possibile che la lapide n. 2, anche per via del riferimento al se si confrontano le iscrizioni delle tavole con quelle pres-
nuovo ciborio contenuto nel testo (r. 3: hoc tegmen ciburii), sappoco coeve dellepitaffio di Mustiola69: mentre le prime
si trovasse, sin dal principio, in prossimit dellaltare mag- mantengono unimpostazione ancora classica, soprattuttto
giore, dove la vide gi Ughelli61, certamente non originaria per quel che riguarda il modulo quadrato delle lettere, am-
deve ritenersi lubicazione settecentesca delle lapidi n. 1 e mettendo per anche caratteri dalle forme moderne (come
n. 4 nel vestibolo della sacrestia, luogo in cui potevano es- le G a ricciolo o con tratto complementare che scende sotto
sere state trasferite dalle pareti delle navatelle, dopo la loro il rigo di base, le D a triangolo o a quarto di cerchio, le Q a
demolizione62. Ancor meno pu dirsi dellepigrafe n. 3, doppia coda, etc.70), le seconde per le quali si proposta
documentata per la prima volta alla fine dell800, quando unesecuzione da parte di artigiani formatisi presso la corte
si trovava gi in San Secondiano63. Per quanto riguarda il pavese71 sono contraddistinte da caratteri allungati, che
blocco parallelepipedo, due incassi quadrangolari visibili tendono a spostare verso lalto traverse e occhielli (fig. 5),
presso le estremit della faccia superiore e due fori circolari, secondo grafemi tipici della produzione coeva di ambito
non perfettamente simmetrici, in quella inferiore, sembrano longobardo72.
indicare che, in un periodo non determinato, la lapide fosse
stata in opera come architrave e che ad essa fossero fissati i Le quattro tavole longobarde di Santa Mustiola rappresen-
battenti di una porta. tano, dunque, un ciclo epigrafico unitario, sia sul piano dei
Le prime tre iscrizioni, di carattere pi strettamente com- contenuti che su quello dellelaborazione grafica. Se questi
memorativo, appaiono connesse tra loro anche per quanto documenti, nonostante lelevata committenza e lo sfoggio
riguarda il contenuto, potendosi considerare la prima come di cultura letteraria che vi era esibito, raggiungono esiti
una summa delle altre due. Tenendo conto del dettato di piuttosto modesti (ma, tutto sommato, commisurati alle
tutti i tre documenti, si direbbe che un unico, lungo testo potenzialit di un piccolo ducato di frontiera), nondimeno
celebrante i restauri della chiesa fu diviso simmetricamente essi vanno ascritti a quella stagione di grande valorizzazio-
tra due lastre molto simili fra loro (nn. 2, 3) (figg. 2 -3), in ne dellepigrafia ai fini di una comunicazione ideologica e
modo tale che ognuna riportasse in 11 versi il ricordo di politica che caratterizz lepoca liutprandea73. Ed unica-
un evento distinto, cio il rifacimento del ciborio e quello mente grazie alla loro testimonianza se siamo in grado di
del tetto. La premessa Clusio dicit fu quindi trascritta solo cogliere alcuni aspetti dellorganizzazione politica e isititu-
nella prima delle due lapidi (n. 2), e il verso contenente la zionale della civitas chiusina nellultima fase del dominio
firma dellautore trov posto solo alla fine della seconda longobardo, quando un dux di stirpe regia univa le proprie
(n. 3). Allo stesso tempo, o poco pi tardi, questo testo fu in forze a quelle delle alte sfere ecclesiastiche nel dare lustro a
parte rielaborato e inciso per intero su un supporto differente un antico e prestigioso santuario martiriale, in unottica di
dai precedenti (n. 1) (fig. 1), evidentemente con la funzione legittimazione e autorappresentazione, del tutto coerente
di conservare memoria dellatto evergetico di Gregorio in con la politica evergetica in favore di istituzioni religiose
un altro punto delledificio, forse proprio al suo ingresso64. promossa dalle aristocrazie longobarde tra la fine del VII e
Dato il poco spazio disponibile sulla lapide lunga e stretta, la prima met dellVIII secolo74.
si present lesigenza di condensare il componimento di
Montano, dal quale furono dunque eliminate le parti non
strettamente funzionali ai suoi fini pubblicistici. Per que-

sto motivo venne omesso il riferimento alle nobili origini
nOTE
di Mustiola, presente nella tavola n. 2 (r. 9) e, forse, anche
nella n. 3 (r. 7)65, come del resto fu possibile abbreviare il * V. Cipollone ha curato il capitolo introduttivo e le osservazioni conclusive;
nome di Montanus in chiusura di epigrafe (r. 16), essendo M. De Martino le schede epigrafiche con i relativi commenti.
questo leggibile per intero nelliscrizione n. 3 (r. 11). Anche 1
Le principali notizie storico-archeologiche riguardanti ledificio, distrut-
dallanalisi dei tipi grafici si visto come le iscrizioni nn. 1, to alla fine del XVIII secolo, sono raccolte in P. Sfligiotti, Il sepolcro e
il culto di Santa Mustiola nellalto medioevo, in Chiusi cristiana, a cura di
2 e 3 presentino caratteristiche similari tali, da ricondurle L. Martini, Chiusi 1997, 64-69; E. Barni - G. Bersotti, La Diocesi di
a una stessa bottega lapidaria, rafforzando cos lidea che si Chiusi, Chiusi 1999, 41-45. Sulla topografia della civitas nellaltomedievo
tratti di manufatti contemporanei o cronologicamente molto e durante i secoli del ducato longobardo, G. Ciampoltrini, Citt fram-
mentate e citt-fortezza. Storie urbane della Toscana centro-settentrionale
ravvicinati tra loro66. Per i motivi sopra esposti, la lastra n.
fra Teodosio e Carlo Magno, in La storia dellAlto Medioevo italiano (VI-X
4 (fig. 4) sarebbe invece posteriore di alcuni anni, ma pur secolo) alla luce dellarcheologia, a cura di R. Francovich - G. noy, Firenze
sempre rapportabile al medesimo contesto produttivo delle 1994, 615-628, alle pp. 626-628; G. Paolucci, Appunti sulla topografia
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
62

di Chiusi nella tarda antichit e nellalto medioevo, in Chiusi cristiana, 16- dei Seminari di Archeologia Cristiana. Lo scavo della basilica di S. Mustiola
29; R. Borghi, Chiusi, Roma 2002 (Atlante tematico di topografia antica, a Chiusi, Rivista di Archeologia Cristiana 77 (2001), 592-593), confer-
XIV Supplemento), 121 e figg. 92-93; Inscriptiones Christianae Italiae sep- merebbero quanto riportato da fonti darchivio, secondo le quali ledificio
timo saeculo antiquiores, nova series, XI, a cura di V. Cipollone, Bari 2003, sarebbe stato smantellato completamente per rivenderne i materiali da co-
xxi-xxiv, xxix-xxxiii (partic. alle pp. xxxii-xxxiii e a nota 80 per la topografia struzione (Barni - Bersotti, La Diocesi di Chiusi, 45).
degli edifici di culto urbani e suburbani). 9
A. Viscardi, Storia letteraria dItalia, 1. Le origini, Milano 1973, 397;
2
Lesatta ubicazione del primitivo sepolcro di Mustiola non documentata G. Bersotti, Feste e folclore nella storia e nelle tradizioni di Chiusi, Chiusi
archeologicamente n allinterno della catacomba n nella sovrastante ne- 1982, 67-70; E. Pack, Clusium: ritratto di una citt romana attraverso le-
cropoli (una sintesi aggiornata della questione in V. Cipollone, Primi dati pigrafia, in I Romani di Chiusi, a cura di G. Paolucci, Roma 1988, 11-104,
archeologici e antropologici dallo scavo della catacomba di Santa Mustiola di a p. 68; D. Ricci, s. v. Longobardi. Architettura, in Enciclopedia dellArte
Chiusi, Rivista di Archeologia Cristiana 83 (2007), 23-42). Sul complesso Medievale, VII, 1996, 842-857, alle pp. 852-853; Ciampoltrini, Pulchrius
monumentale paleocristiano, in uso almeno dalla fine del III secolo d.C., e ecce micat, 43-46; Paolucci, Appunti sulla topografia di Chiusi, 24 e nota
sul culto locale della santa, essenzialmente, V. Cipollone, Nuove ricerche 47; Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 64-69.
sulla catacomba di Santa Mustiola a Chiusi, Rivista di Archeologia Cristiana 10
A quellepoca lepitafio della martire fu trascritto dallanonimo compila-
74 (1998), 93-147; Inscriptiones Christianae Italiae, XI, xxix-xxxi e 3-63; tore del codice Urb. Lat. 1173, f. 128r vd. M. Buonocore, Miscellanea
V. Saxer, Santi e culto dei santi nei Martirologi, Spoleto 2001, 146, 156. epigraphica e Codicibus Bibliothecae Vaticanae, XI, Epigraphica 59 (1997),
3
Infra, pp. 44-48 e figg. 1-4. Le fonti storiche ignorano un duca chiusino di 301-310, a p. 307.
nome Gregorio; deve tuttavia trattarsi dellomonimo nipote di Liutprando, 11
F. Ughelli, Italia sacra, III, Romae 1647, 672-673 (editio secunda auc-
che nel 732 divenne duca di Benevento (Paolo Diacono, Hist. Lang., ta et emendata, Venetiis 1718, 591-592). Ughelli copi dalloriginale solo
VI, 55), stando anche al fatto che in una delle iscrizioni di Santa Mustiola una delle iscrizioni (infra, p. 45, n. 2 e fig. 2), mentre di unaltra (infra, p.
si fa riferimento a lui come regia progenies (vd. infra, p. 47, n. 4). Meno 47, n. 4 e fig. 4) ricevette il testo dal vescovo G.B. Piccolomini, tra il 1633
certa, invece, lidentificazione del duca di Chiusi e Benevento con un e il 1637. La sua edizione fu ripresa dal Sollerius nel commento alla passio
Gregorio gloriosissimi doci menzionato in una charta venditionis pisana del di Santa Mustiola (Acta Sanctorum, edd. pp . Bollandisti, Iulii, I, Parisiis
730 (Codice Diplomatico Longobardo, a cura di L. Schiaparelli, I, Roma 1719, 639-640).
1929 (Fonti per la storia dItalia, 62), 149-152; al proposito, A. Petrucci 12
Macchioni pubblic due epigrafi (infra, pp. 44, 47, nn. 1, 4 e figg. 1, 4)
- C. Romeo, Scriptores in urbibus, Alfabetismo e cultura scritta nellIta- in un opuscoletto anonimo dal titolo Breve racconto della prosapia e mar-
lia altomedievale, Bologna 1992, 109 e nota 1, con ulteriore bibliografia). tirio di Santa Mostiola, della Chiesa in suo honore edificata e restaurata da
Quanto ad Austreconda, la si potrebbe considerare come la prima moglie di cittadini di Chiusi e dell invenzione del suo Santo Corpo, Roma 1696, 9.
Gregorio (una volta passato a Benevento, questi spos una donna di nome 13
A.F. Gori, Inscriptiones antiquarum Graecarum et Romanarum quae
Giselperga: Hist. Lang., VI, 55), mentre altri ipotizzano si trattasse di sua extant in Etruriae urbibus, III, Florentiae 1734, 422-423; P.P. Pizzetti,
madre. Sulla questione, destinata forse a rimanere insoluta, vd. J. Jarnut, Antichit toscane e in particolare della citt e contea di Chiusi nei secoli di
Prosopographische und sozialgeschichtliche Studien zum Langobardenreich in mezzo, I, Siena 1778, 268-270. Ripropose i testi delle iscrizioni, inviategli da
Italien, Bonn 1972, 72, n. 215; 357-359; S. Gasparri, I duchi longobardi, un corrispondente chiusino, anche A.M. Lupi, Dissertatio et animadversiones
Roma 1978, 57, 94. In generale, sulloccupazione longobarda di Chiusi, G. ad nuper inventum Severae Martyris epitaphium, Panormi 1734, 182-184.
Ciampoltrini, Lanello di Faolfo. Annotazioni sull insediamento longobar-
do in Toscana, Archeologia Medievale 17 (1990), 689-693; E. Menest,
14
Da Gori, L.A. Muratori, Novus thesaurus veterum inscriptionum in pra-
Istituzioni e territorio dellUmbria da Augusto all inizio della dominazio- ecipuis earumdem collectionibus hactenus praetermissarum, IV, Mediolani
ne franca, in Il corridoio Bizantino e la via Amerina in Umbria nellAlto 1742, 1882. Le iscrizioni raccolte da Gaetano Marini furono pubblicate
Medioevo, a cura di E. Menest, Spoleto 1999, 3-97, a p. 62. in Scriptorum veterum nova collectio e Vaticanis codicibus edita ab Angelo
Maio, V, Romae 1831, 144-145. Da Pizzetti riprese i testi C. Troya, Codice
4
Infra, pp. 44-45, 47-48. Arcadio risulta tra i firmatari del concilio romano Diplomatico Longobardo dal DLXVIII al DCCLXXIV con note storiche osser-
del 743 (J.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova, et amplissima collectio, vazioni e dissertazioni, III, napoli 1853, 545-546. La copia di uniscrizione
XII, Florentiae 1766, 384c.); a lui va riferito, oltre ogni ragionevole dubbio, (infra, p. 45, n. 2 e fig. 2) e poche righe di unaltra (infra, p. 44, n. 1 e fig.
un epitafio mutilo, proveniente da Santa Mustiola o dalla Cattedrale di San 1) figurano anche nel codice Vat. Lat. 7935 (Sylloge veterum inscriptionum
Secondiano, in cui si rivela lorigine iberica del presule, definito opifex, Urbis, agris suburbani, aliarumque civitatum, f. 1v ), tra le epigrafi inviate dal
che sedette sulla cattedra vescovile per 21 anni: G. Gamurrini, Chiusi, in cortonese Ridolfino Venuti (1705-1763) a Pier Luigi Galletti (1742-1790).
Notizie degli Scavi di Antichit 1888, 486-487; Sfligiotti, Il sepolcro e il
culto, 66-67 e nota 22.
15
Infra, p. 46, n. 3 e fig. 3. F. Liverani, Le catacombe e antichit cristiane
di Chiusi, Siena 1872, 199-208 (le iscrizioni sono alle pp. 200-202). Dello
5
La dedica Ego Hanastasius diac(onus) optuli martyre Chr(ist)i che era stesso autore anche unopera di scarso valore storico, intitolata Il ducato e
leggibile ancora nel XVII secolo su una lastra, ora frammentaria, presso il le antichit longobarde e saliche di Chiusi, Siena 1875. Copie manoscritte
sepolcro della martire (Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 68 e fig. 67), si rife- delle iscrizioni di Santa Mustiola si trovano anche tra le schede di Giovanni
riva quasi certamente allofferta da parte di questo chierico di un manufatto Battista de Rossi (Cod. Vat. Lat. 10520, ff. 85 rv), il quale le vide nel 1880
architettonico forse una pergula , di cui rimangono due cornici decorate senza per controllarne i testi che aveva tratto da Gori e Lupi, rimandando per
con tralci vitinei e recanti parte dellepitafio in distici della santa (per questi una migliore lettura a un codice di Ciriaco dAncona, ubi plenior. nel 1882
elementi scultorei e le diverse ipotesi sulla loro funzione, G. Ciampoltrini, le trascrisse de visu Enrico Stevenson (Cod. Vat. Lat. 10565, ff. 89-91, 94).
Pulchrius ecce micat nitentes marmoris decus. Appunti sulla scultura det 16
n. Gray, The Paleography of Latin Inscriptions in the Eighth, Ninth and
longobarda nella Toscana meridionale, Prospettiva 64 (1991), 43-48, alle
Tenth Centuries in Italy, Papers of the British School at Rome 16 (1948),
pp. 43-45; Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 67-68). Il testo del carme fune-
37-167, alle pp. 65-66, nn. 25-26; per una parziale revisione di questo stu-
rario di Mustiola era tratto pedissequamente da un epigramma del vescovo
dio, R.M. Kloos, Zum Stil der langobardischen Steininschriften des Achten
di Toledo Eugenio, composto intorno alla met del VII secolo (Eugenii
Jahrunderts, in Atti del 6 Congresso Internazionale di Studi sullAlto Medioevo
Tolentani Episcopi Epitaphion Basillae, Monumenta Germaniae Historica,
(Milano, 21-25 ottobre 1978), Spoleto 1980, I, 169-182.
Auctores Antiquissimi, XIV, Berolini 1950, 250, XXIII), a ulteriore dimo-
strazione di un coinvolgimento diretto dello spagnolo Arcadio nel rinnova-
17
P. Rugo, Le iscrizioni dei secoli VI-VII-VIII esistenti in Italia, III, Esarcato,
mento del santuario (vd. supra, nota 4). Pentapoli e Tuscia, Cittadella 1976, 69-70, 72, 74, nn. 91, 92, 94, 96.
6
Cos era descritta agli inizi del XVII secolo: G.M. Della Fina, Un taccu-
18
Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 64-69, partic. note 8, 16, 18.
ino di viaggio di Teofilo Gallaccini (1610), Prospettiva 24 (1981), 41-51, 19
Ciampoltrini, Pulchrius ecce micat, 43-44; Sfligiotti, Il sepolcro e
a p. 50; cfr. anche Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 64; Barni - Bersotti, il culto, 64-66.
La Diocesi di Chiusi, 41-45. 20
Su questo tipo di versificazione accentuativa, cfr., ad es., D. norberg,
7
Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 64; Barni - Bersotti, La Diocesi di Introduction l tude de la versification latine mdivale, Stockholm 1958,
Chiusi, 45. 101-106.
8
Lesito delle ricerche degli anni 1998-2000, ancora inedite (cfr., per il mo- 21
Sul recupero di testi tardoantichi, soprattutto di VI secolo, nella matu-
mento, Ph. Pergola (a cura di), Resoconto della seduta del 13 aprile 2000 ra et longobarda, si veda M. Sannazaro, Osservazioni sullepigrafia della
VALERIA CIPOLLOnE, MAnUEL DE MARTInO nOTE PER UnA PRIMA SISTEMAZIOnE DEL MATERIALE EPIGR AFICO ALTOMEDIEVALE DI CHIUSI...
63

prima et longobarda in Italia settentrionale, in Fonti archeologiche e icono- Studi sullAlto Medioevo (Lucca, 3-7 ottobre 1971), Spoleto 1973, 569-625, a
grafiche per la storia e la cultura degli insediamenti nellAltomedioevo, Atti p. 572. Il nucleo originario del racconto risalirebbe al VI secolo d.C.
delle giornate di studio (Milano-Vercelli, 21-22 marzo 2002), a cura di S. 41
Grgoire, Aspetti culturali, 608; si veda anche S. Ferrali, s. v. Mustiola
Lusuardi Siena, Milano 2003, 209-221, alle pp. 214-215. Riguardo lo sti- e Ireneo, in Bibliotheca Sanctorum, IX, 1967, 684.
le dei componimenti chiusini e sulle incongruenze sintattiche e grammati- 42
Supra, p. 45 e fig. 1.
cali in essi contenute, cfr. Ciampoltrini, Pulchrius ecce micat, 43-44;
Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 69, nota 14.
43
Supra, p. 45 e fig. 1.
22
Gori, Inscriptiones, 422; Pizzetti, Antichit toscane, 268-269.
44
Liverani, Le catacombe, 202.
23
A questo nuovo ciborio potrebbero appartenere alcuni frammenti di ar-
45
Al riguardo, Acta Sanctorum, Iulii, I, 639; Liverani, Le catacombe, 18.
chivolto e di cornice, in pietra calcarea, di incerta provenienza, conservati 46
nella quarta tavola si parla di regia progenies in relazione a Gregorio e
nel Museo della Cattedrale: Rugo, Le iscrizioni, 69, n. 90; Ciampoltrini, Austreconda (infra, n. 4 e fig. 4).
Pulchrius ecce micat, 44-45 e fig. 5; Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 64 47
Difficile stabilire il senso di queste parole, forse relative a un ulteriore elogio
e figg. 59-60. della santa. Attestazioni di melos e mel nella poesia epigrafica contemporanea
24
Una delle pi antiche attestazioni di questa formula, divenuta diffusissi- si trovano, ad es., nellepitafio del vescovo Autcaro di Capua (quorum dulce
ma nella letteratura ecclesiastica e conciliare dellalto medioevo, si trova nel melos pagina scripta canit: Troya, Codice Diplomatico Longobardo, 103-104,
De excidio Thoringiae di Venanzio (MGH, Auctores Antiquissimi, IV, 275), n. 383, v. 22) o in alcune iscrizioni funerarie pavesi (vd. Panazza, Lapidi
composto intorno alla met del VI secolo. Al proposito, vd. D.A. Bullough, e sculture, 246, n. 50; 253, n. 62; 264, n. 75).
Christe fave votis, Scriptorium 14 (1960), 346-348, dove si amplia la vi- 48
Gori, Inscriptiones, 422; Pizzetti, Antichit toscane, 269.
sione di M. Huglo, Christe fave votis, Scriptorium 8 (1954), 108-111. 49
Supra, p. 43 e nota 4. non vorremmo spingerci troppo oltre, ma sareb-
25
egregium miratur opus sublata vetustas/ que melior cultu nobiliore reddit be suggestivo poter identificare Sisebuto con lautore della lunga iscrizio-
(Codex pontificalis ecclesiae Ravennatis, I, Agnelli liber pontificalis, a cura ne funebre di Arcadio (vd. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 69, nota 22).
di A. Testi Rasponi, Bologna 1924, 182). Vd. Ciampoltrini, Pulchrius
ecce micat, 43.
50
Supra, p. 44.
26
...novitati cede vestustas/ pulchrius ecce nitet renovati gloria fontis (Carmina
51
Supra, pp. 44, 46, nn. 1, 3.
Latina Epigraphica, conl. F. Bchler, Lipsiae 1895-1897, n. 320). Del re- 52
Vd. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 66. Liscrizione sarebbe, perci, po-
sto, la contrapposizione tra vecchio e nuovo, come anche lesaltazione dello steriore allanno 732 (supra, nota 3). non sembra invece sufficientemente
splendore dei marmi, sono immagini ricorrenti nellepigrafia monumentale giustificata lipotesi della Sfligiotti, secondo la quale nel v. 5 si alludeva al
coeva. Particolari assonanze tra i versi di Montano e quelli celebranti il te- fatto che Arcadio fosse gi morto, cos da posticipare la cronologia del testo
gurium di Callisto e laltare di Ratchis a Cividale sono state evidenziate da a dopo il 743 (anno in cui il vescovo presenzi a un concilio: supra, nota
Ciampoltrini, Pulchrius ecce micat, 43 e nota 9. 4). A nostro avviso, infatti, lespressione pollet in alto potrebbe costituire
27
Esso richiama il primo emistichio del verso di Sedulio, Carm. pasch. I, 88: pi semplicemente un ossequioso richiamo allautorit che Arcadio eserci-
multa per innumeros iam saecula contigit annos. tava dallalto della sua carica. Per luso di pollere come sinonimo di regere,
gubernare, ma anche excellere nella lingua mediolatina, Ch. Du Cange,
28
Vd. Sannazaro, Osservazioni sullepigrafia, 213, 217. La formula ritor- Glossarium mediae et infimae latinitatis, VI, 1886, 397; vd. anche supra,
na simile in uniscrizione pavese coeva: tempore praecelsi Liutprandi deni- p. 44, n. 1, r. 8.
que regis, vd. G. Panazza, Lapidi e sculture paleocristiane e pre-romaniche 53
Si veda, ad esempio, lassonanza tra lornarunt culmina pulchre del v. 2 e
di Pavia, Torino 1953, 254, n. 63.
lornavit marmore pulcro della coeva iscrizione pavese di Anso (Panazza,
29
Sannazaro, Osservazioni sullepigrafia, 213. Lapidi e sculture, 254, n. 63).
30
Questo ruolo di Arcadio risulta pi chiaramente dalliscrizione n. 4 (infra, 54
Adottano infatti una struttura regolare di 6-7 sillabe nel primo emisti-
p. 47); si veda anche quanto osservato supra, p. 43 e nota 5. chio e di 8-9 nel secondo, con cadenze finali che ricalcano il ritmo delle-
31
Supra. sametro dattilico.
32
Le colonne di testo sono distribuite in modo irregolare. La prima, pur 55
Le foglioline alla fine di ogni verso risultano funzionali a ridurre gli spazi
contando un numero di righe superiore alle altre, occup uno spazio pi vuoti nel margine destro della lastra.
ristretto, con il risultato di un particolare affollamento delle lettere e delle 56
Questo tipo di grafia ebbe larga diffusione epigrafica nellalto medioevo
linee (fig. 1). Tuttavia, la r. 6 eccedette la lunghezza di quelle precedenti, (cfr. Gray, The Paleography, nn. 32, 33, 42, 43, 44, 46 etc.; Inscriptiones
cos da creare in alto uno spazio vuoto tra la prima e la seconda colonna, Medii Aevi Italiae, I, 16-18, nn. 6-7; 34-35, n. 10; 45-46, n. 3; 48, n. 5;
spazio che il lapicida tent di riempire con le lettere finali AS di betustas (r. 88, n. 5; 193, n. 1), e la si ritrova nel carme epigrafico di Mustiola (vd.
3), incise tra la seconda e terza riga e con un corpo maggiore. Inoltre, la S Ciampoltrini, Pulchrius ecce micat, 43, figg. 1-3; Sfligiotti, Il sepol-
finale di betustas, retroversa, fu accostata alla stessa lettera di docis (r. 1), in cro e il culto, 68, figg. 65-66; infra, p. 49 e fig. 5).
modo da formare un ingenuo motivo decorativo. nella seconda colonna, 57
In senso pi generale, vi si esaltava anche la religiosit dei governanti lon-
il lapicida dovette fare i conti con una lesione della lastra che lo costrinse a
gobardi, come sottolineato dalle espressioni Liutprand catholico regis (su-
spaziare alcune parole.
pra, p. 44, n. 1, v. 12), Gregorio cristicole (ibidem, v. 16), pius Gregorius
33
Ad es.: Gray, The Paleography, nn. 27, 30; si veda anche Inscriptiones (p. 47, n. 4, v. 3).
Medii Aevi Italiae (saec. VI-XII), I, Lazio - Viterbo, 1, a cura di L. Cimarra 58
Possiamo immaginare che qui, come in altri contesti simili, la diffusione
- E. Condello - L. Miglio - M. Signorini - P. Supino - C. Tedeschi, Spoleto
della cultura scritta tra i laici si limitasse alle classi cittadine medio-alte, im-
2002, 195, n. 3.
pegnate in attivit notarili e nellamministrazione del ducato (per un quadro
34
Ad es.: Gray, The Paleography, nn. 27, 30, 43, 44, 46; Inscriptiones Medii dellalfabetizzazione della Tuscia attraverso lanalisi delle fonti documentarie
Aevi Italiae, I, 194, n. 2. di VIII secolo: Petrucci - Romeo Scriptores in urbibus, 21-23. Si veda
35
Questa forma, una delle pi caratteristiche della produzione epigrafica co- anche S. Gasparri, Il regno longobardo in Italia, Struttura e funziona-
eva (Gray, The Paleography, nn. 30, 31, 37, 38; A. Augenti, L iscrizione mento di uno stato altomedievale, in Langobardia, a cura di S. Gasparri - P.
di Alchis a Volterra, Archeologia Medievale 19 (1992), 739-747, alle pp. Cammarosano, Udine 1990, 237-305, alle pp. 285-286).
740-741 e figg. 1-3), si riscontra anche nelle iscrizioni nn. 2 e 3 (figg. 2-3). 59
Sul problema della fruizione delle epigrafi dapparato cfr., ad es., G.
36
Cfr. Gray, The Paleography, nn. 30, 33, 34; vd. anche nn. 2, 4 e figg. 2, 4. Cavallo, Le iscrizioni di Ravenna dei secoli VI-VIII, Tracce per uno studio
37
Cfr. Gray, The Paleography, nn. 13, 46, 156. Si veda anche Inscriptiones grafico-culturale, in Corsi di cultura sullarte ravennate e bizantina XXXI
Medii Aevi Italiae, I, 61-62, n. 11. (1984), 109-136, a p. 133; L. Capo, Paolo Diacono e il problema della cul-
tura dellItalia longobarda, in Langobardia, 169-235, a p. 216.
38
Qui la vide gi Ughelli, Italia sacra, 673. 60
Supra, p. 43. Gi dopo linventio delle spoglie di Mustiola, avvenuta nel
39
Infra, p. 46, n. 3. 1474, erano state apportate alcune modifiche strutturali alla zona del pre-
40
Acta Sanctorum, Iulii, I, 640. Vd. anche R. Grgoire, Aspetti culturali sbiterio, dove si trovava il sepolcro (Paolucci, Appunti sulla topografia,
della letteratura agiografica toscana, in Atti del 5 Congresso internazionale di 24 e nota 49).
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
64

61
Ughelli, Italia sacra, 673, come anche, con maggior precisione, Gori, 2, 4) in una tipologia intermedia tra il popular style cui rimanderebbe la
Inscriptiones, 422 e Pizzetti, Antichit toscane, 270, ubicavano la lapide forma di alcune lettere, come le G e le S e una produzione di tipo meno
sulla parete dirimpetto al monumento funerario di Mustiola, situato dietro corrente per ci che concerne limpaginato, relativamente regolare (Gray,
laltare maggiore. Del resto, anche le parole di elogio per la martire presenti The Paleography, 66; sui limiti di questo studio, ad esempio, Cavallo, Le
nelliscrizione supportano lipotesi che la lastra fosse destinata sin dalle origini iscrizioni di Ravenna, 135; Augenti, L iscrizione di Alchis, 743). Si pu
a una simile collocazione. A questa, o a una delle altre iscrizioni longobarde, pensare che nellVIII secolo a Chiusi perdurasse, pur nel segno della di-
si riferiva forse Teofilo Gallaccini nella lettera scritta al vescovo di Chiusi scontinuit, quella tradizione epigrafica che fino al V-VI secolo d.C. aveva
nel 1610 alcuni anni prima che la chiesa fosse ridotta di dimensioni in prodotto una quantit non indifferente di iscrizioni, anche di buon livel-
cui richiedeva la trascrizione di unepigrafe incisa nella tavola di marmo a lo qualitativo (al proposito, Inscriptiones Christianae Italiae, XI, xxxix-xl).
man sinistra dellaltare maggiore (Della Fina, Un taccuino di viaggio, 50). Sullevoluzione delle pratiche scrittorie, non solo epigrafiche, nellItalia alto-
62
Gori, Inscriptiones, 422; Pizzetti, Antichit toscane, 268-269. Le rite- medievale, Petrucci - Romeo, Scriptores in urbibus, 237-245, a p. 243.
neva originariamente affisse nelle navate laterali anche Liverani, Le cata- 69
Supra, p. 43 e nota 5.
combe, 201. 70
Supra, pp. 45-48 e figg. 1-4.
63
Liverani, Le catacombe, 202. 71
Ciampoltrini, Pulchrius ecce micat, 43-45. Orientano per questa ipotesi
64
Diversamente Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 65-66, la quale ritiene che la tipologia e lo stile della decorazione a tralci vitinei che corre sulle lapidi.
le iscrizioni n. 2 e n. 4 avrebbero replicato a distanza di tempo quanto in- 72
Caratteristico soprattutto dei territori settentrionali del regnum, come
ciso sullarchitrave (n. 1). Largomentazione principale a sostegno di tale ri- noto, questo genere di scrittura trov le pi alte espressioni nellepigrafia au-
costruzione e cio che nellepigrafe n. 2 mancano il ricordo del restauro lica pavese, si veda Panazza, Lapidi e sculture, 244-273; F. De Rubeis, Le
del tetto e la firma di Montanus, trattandosi di dati ormai anacronistici iscrizioni dei re longobardi, in Poesia dellalto medioevo europeo: manoscritti,
viene a cadere di fronte a quanto riportato dalla lastra frammentaria n. 3, lingua e musica dei ritmi latini (Atti delle euroconferenze per il Corpus dei
documento che, tuttavia, non preso in considerazione dalla studiosa (solo ritmi latini (IV-IX sec.), Arezzo, 6-7 novembre 1998 e Ravello 9-12 settem-
un accenno in Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 69, nota 14). Daltro canto, bre 1999), a cura di F. Stella, Firenze 2000, 223-237. Per una panoramica
appare inverosimile che a distanza di tempo si sentisse lesigenza di ricor-
dei sistemi grafici in uso nellItalia longobarda, si veda F. De Rubeis, La
dare nuovamente i lavori di Gregorio in due iscrizioni monumentali, tanto
scrittura epigrafica in et longobarda, in Il futuro dei Longobardi, LItalia
pi che lo stesso dux rimase a Chiusi ancora pochissimi anni dopo quegli
e la costruzione dellEuropa di Carlo Magno, a cura di C. Bertelli - G.P.
eventi (supra, nota 3).
Brogiolo, Milano 2000, 71-83.
65
Supra, pp. 45-46. 73
Sannazaro, Osservazioni sullepigrafia, 213. In generale, sui diversi livel-
66
Data la mancanza di una regolarit formale allinterno delle singole iscri- li della produzione letteraria ed epigrafica di questo periodo, Capo, Paolo
zioni, appare rischioso attribuirle a uno stesso lapicida, sebbene lipotesi non Diacono, 213-216.
sia da scartare, soprattutto per quel che riguarda le nn. 2 e 3. 74
Solo per rimanere nellambito della Tuscia, si potr ricordare la fonda-
67
Supra, p. 48. La Gray, che considerava solo le lastre n. 2 e n. 4, le attri- zione della chiese di San Giusto a Volterra e della chiesa e del monastero di
buiva a una stessa officina, se non addirittura allo stesso artigiano: Gray, SantEugenio presso Siena per conto, rispettivamente, dei gastaldi Alchis e
The Paleography, 65-66. Warnefrit; i restauri promossi dal funzionario regio Faulus nel convento di
68
Vd. Gray, The Paleography, 78-80; Kloos, Zum Stil der langobardischen San Frediano a Lucca; le donazioni di altari da parte del gastaldo Gausperto
Steininschriften, 179-180; un ricco repertorio di questa produzione anche per la chiesa di SantAnsano e dello stesso Alchis per la chiesa volterrana da
in Inscriptiones Medii Aevi Italiae I, passim (vd. supra, note 33, 34, 37). La lui costruita: cfr. G. Ciampoltrini, Marmorari lucchesi di et longobar-
Gray inquadrava la scrittura delle due iscrizioni chiusine da lei esaminate (nn. da, Prospettiva 61 (1991), 42-48; Augenti, L iscrizione di Alchis, 744.

Fig. 6. Chiusi. Cattedrale di San Secondiano. Tavola longobarda.


VALERIA CIPOLLOnE, MAnUEL DE MARTInO nOTE PER UnA PRIMA SISTEMAZIOnE DEL MATERIALE EPIGR AFICO ALTOMEDIEVALE DI CHIUSI...
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CHIUSI LONGOBARDA: ANTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TRA
IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI NEL XIX E XX SECOLO

Annamaria Pazienza

1. Percorsi di memoria e oblio si collocano le scoperte archeologiche pi importanti di


Chiusi, quelle su cui la memoria della collettivit citta-
Nonostante lattuale configurazione geografica della dina and stabilmente consolidandosi. Risalgono infatti
Toscana sia complessivamente riconducibile alla Tuscia alla prima met dellOttocento i ritrovamenti delle tom-
Langobardorum e dunque allarrivo dei Longobardi nel be etrusche pi belle dellagro chiusino7 e lo scavo delle
territorio1, il legame con il popolo etrusco che abit que- catacombe cristiane di Santa Caterina, che si aggiunsero
sta terra in tempi antichissimi esercita ancora un fascino a quelle gi note di Santa Mustiola, trovate casualmen-
notevole, tanto che unquipe internazionale di scienziati te nel 1637, ma nuovamente esplorate nella prima met
ha recentemente condotto una ricerca per stabilire quan- dellOttocento8. I reperti archeologici chiusini, dissot-
to del patrimonio genetico degli Etruschi sia presente nei terrati in quegli anni ad un ritmo davvero sorprendente,
moderni Toscani2. Studi che hanno goduto di grande con- furono investiti appieno dal simbolismo patriottico tipico
senso, soprattutto nel mondo anglosassone, hanno per del XIX secolo. Con le seguenti parole infatti si apriva la
dimostrato che spesso le tradizioni presentate come anti- prima seduta pubblica della Commissione Archeologica
chissime e immutate nel corso del tempo sono in realt il chiusina tenutasi nel 1872 per commemorare lapertura
frutto di consapevoli operazioni politiche o di marketing del Museo Civico: I monumenti esercitano sempre nella
pi o meno recenti3. mente e nella coscienza dei popoli un salutare ed efficace
La formazione di ci che noi oggi chiamiamo patrimonio ammaestramento ed il pi nobile esempio, ed un popolo
culturale, ad esempio, si colloca nei secoli dei movimenti che riverente si inchina alle memorie pi illustri della sua
nazionalistici, quando laccumulo di antichit, che ave- patria e le circonda di un religioso rispetto degno della
va sempre rappresentato una pratica hobbistica di ricchi migliore fortuna9.
amatori e nobili intellettuali, assunse una connotazione In questa occasione lepoca etrusca e quella cristiana fu-
fortemente patriottica. Nel clima culturale romantico i rono ufficialmente consacrate come i principali momenti
musei civici e nazionali restituivano al popolo le proprie della storia passata cui la citt avrebbe dovuto guardare per
origini e i monumenti raccolti nelle collezioni dovevano ricercare le sue origini pi illustri. Presentando lattivit
ispirare ai cittadini, secondo lideale foscoliano, antiche e svolta dalla Commissione nel suo primo anno di vita, il
solide virt4. Il contributo offerto dal patrimonio storico- segretario affermava infatti che i monumenti affidati alla
artistico e archeologico alla retorica patriottica un tema cura della nuova istituzione appartenevano a due gran-
frequentato soprattutto dagli storici contemporaneisti5, di periodi della vita della popolazione di Chiusi; cio il
che hanno messo in evidenza come immagini e materiali periodo dellera etrusca, dellarcaica Camars, con i suoi
tratti dal passato furono costantemente utilizzati dalle lites mausolei e le sue tombe ricche di oggetti e di memorie,
italiane nellelaborazione identitaria della nuova nazione [] ed il periodo della prima era cristiana colla modestia
e delle comunit sub-nazionali che ne facevano parte6. delle sue catacombe, colla semplicit delle sue iscrizioni,
Proprio allinterno di questo clima culturale e politico concludendo che solo fra i ruderi di queste due grandi ere,
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
68

cos differenti ed opposte, si poteva scorgere pure qual- tevano aver liberamente laccesso li devastavano, immagi-
che monumento dellepoca romana e dei longobardi10. nandosi che nelle tombe de cristiani si potevano trovare le
La basilica di Santa Mustiola, almeno fino al 1784 quando cose di valore che purtroppo rinvenivano negli ipogei degli
fu abbattuta, costituiva un documento materiale eccellen- Etruschi e de Romani15. Lipotesi dellinterramento delle
te della presenza longobarda in questo territorio, poich, catacombe da parte dei fedeli cristiani da ricondurre allo
come ricordano le famose tavole longobarde, fu riedifica- stesso tipo di interpretazione che, ormai superata dalla ricerca
ta nellVIII secolo e dotata di un nuovo ciborio di marmo pi recente, spiegava il fenomeno dei tesori altomedievali
dal duca longobardo Gregorio, nipote del re Liutprando11. ricorrendo al generale clima di guerra e instabilit di quel
Testimonianze di questo tipo comunque non mitigavano periodo16. La minacciosa presenza di Goti e Longobardi cio
quella tendenza, tipica della storiografia italiana ottocente- avrebbe spinto da una parte laristocrazia romana a cerca-
sca, a ritrarre i secoli altomedievali come tempi di generale re un rifugio sicuro per i propri averi, nascondendoli sotto
distruzione, di saccheggi e rapine12. nel caso particolare di terra, e dallaltra i cristiani chiusini a difendere lintegrit
Chiusi poi, citt dei sepolcri13 per eccellenza, Longobardi, dei loro cimiteri, bloccandone gli accessi.
Vandali e Goti venivano specificatamente accusati di essere Se le interpretazioni in chiave catastrofistica della storia
stati profanatori di tombe. Supponendolo sepolcro di Gen- del regno longobardo non sono pi accettabili alla luce dei
tili, i Vandali avrebbero spezzato le tegole che coprivano i risultati raggiunti dagli studi degli ultimi anni17, leredit
loculi e messe sottosopra le ossa in una galleria delle ca- lasciata dagli antiquari, dagli storici e dagli archeologi, che
tacombe di Santa Caterina14, mentre parte degli ambulacri in passato ne furono protagonisti, rappresenta tuttavia una
del cimitero di Santa Mustiola, che si trovavano ingombri tradizione storiografica con cui ancora necessario con-
di terra, sarebbero stati resi inaccessibili dagli stessi Cristia- frontarsi. Essa infatti influenza la ricerca contemporanea
ni per impedire che fossero violati al tempo delle invasioni agendo principalmente su due fronti, quello della quantit
barbariche. I Goti e quindi i Longobardi infatti impa- e qualit dei dati attualmente a disposizione e quello delle
dronitisi della misera Italia non mai contenti della copiosa categorie interpretative e semantiche con cui i dati vengono
preda di tante ricchezze, e di aver difformata la bellezza di analizzati e interrogati18.
lei, si voltarono al sacco pure de sagri cimiteri, e dove po- Delle numerosissime scoperte archeologiche effettuate a
AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
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cavallo tra XIX e XX secolo solo una parte molto ristretta polture longobarde in quattro aree distinte della citt, due
stata documentata e molti materiali archeologici, allora pi periferiche a ridosso dellabitato moderno, in localit
scoperti, mancano oggi di indicazioni precise sul sito di Colle Lucioli e Arcisa-Portonaccio, e altre due allinterno
origine e sul contesto di scavo, circostanza che ne diminui- dellabitato, nella zona intorno al duomo di San Secon-
sce drasticamente le potenzialit conoscitive. Limportanza diano e in quella detta della Caserma dei Carabinieri20.
maggiore attribuita in Etruria agli studi pre-romani gioc Oltre a queste aree sepolcrali per le quali si pu parlare di
una parte fondamentale nella dispersione di gran parte dei necropoli, si verificarono anche occasionali ritrovamenti
ritrovamenti di epoca longobarda, ma anche la mancanza di tombe apparentemente isolate, come quelle trovate du-
di una specifica disciplina di riferimento, proprio nel pe- rante alcuni lavori nel 1872 in via Porsenna21 e negli anni
riodo in cui furono effettuate le scoperte pi numerose, venti del secolo scorso nella zona denominata dei Forti22.
fu un fattore determinante. Quando poi, dopo la seconda La prima necropoli longobarda chiusina ad essere indagata
guerra mondiale, si inaugur una nuova stagione di studi, fu quella del Colle Lucioli. nel 1872 il proprietario del
lobbiettivo principale fu quello di colmare i vuoti che la fondo, Leopoldo Lucioli, scav un numero imprecisato di
ricerca di fine Ottocento aveva lasciato, cercando per lo pi scheletri luno contiguo allaltro in fossa separata, in un
di rintracciare una provenienza plausibile per oggetti total- suo terreno al Colle23. nel gennaio del 1874, invece, lal-
mente decontestualizzati. tura dellArcisa fu teatro della scoperta eccezionale di una
A partire dai cataloghi di Otto von Hessen sui materiali tomba molto ricca con un corredo di oggetti interamente
longobardi in Toscana, si succedettero nuove e pi accurate in metallo prezioso. Assieme a questultima, furono scava-
edizioni dei reperti archeologici precedentemente rinvenuti te contestualmente altre sepolture e i resti di una piccola
e pubblicazioni di materiali inediti che giacevano dimen- chiesa24. Molti anni dopo nel 1913-14, ai piedi del colle
ticati nei magazzini dei musei, in un tentativo generale di Arcisa, nella campagna del Portonaccio, Edoardo Galli25
sistematizzazione dei dati. In questo nobilissimo sforzo, gli port alla luce altre dieci tombe, che costituirebbero la pe-
archeologi trascurarono per di interrogarsi sullefficacia riferia di unarea cimiteriale molto vasta, estesa dalla som-
delle categorie interpretative che utilizzavano, caratterizzate mit del colle fino alle sue pendici, come dimostrerebbero
da unimbarazzante fissit. Come ha messo bene in evi- saggi archeologici effettuati nel 1970 da Alessandra Me-
denza Cristina La Rocca in pi di un saggio sullargomento, lucco Vaccaro26. Dallarea del duomo infine provengono
la necessit compulsiva di attribuire ogni ritrovamento segnalazioni del ritrovamento di tombe di epoca longo-
tombale ad una specificit etnica risale a una impostazione barda indagate a pi riprese a partire dal 1830. Gli ultimi
metodologica articolatasi nel corso dellOttocento nellam- scavi in questarea risalgono al 1974, quando Guglielmo
bito della cosiddetta questione longobarda, che appare oggi Maetkze trov lungo la parete settentrionale del duomo tre
assolutamente inadeguata19. sepolture, gi comunque indagate in precedenza27. Chiari
Il presente contributo, ripercorrendo la storia degli studi segni di manomissione, causati da precedenti interventi,
e delle scoperte archeologiche di et longobarda a Chiusi, caratterizzavano anche le quindici tombe dette della Ca-
non ha lo scopo di giudicare attraverso standard moderni serma dei Carabinieri scavate da Doro Levi nel maggio
gli scavi ottocenteschi e le interpretazioni avanzate di volta 1930, nellarea dellattuale Istituto Tecnico Commerciale28.
in volta su materiali archeologici dei quali si aveva poca o Come si collocarono queste scoperte nel quadro generale
nessuna esperienza, ma quello di riflettere criticamente su degli studi e delle ricerche archeologiche? Le pubblicazio-
un filone di studi che vede nella citt toscana un periodo ni dellIstituto di Corrispondenza Archeologica di Roma
di accumulazione di dati lungo ormai pi di un secolo. mostrano che, senza eccezioni, tombe, vasi di bucchero,
Le circostanze politiche e i condizionamenti culturali che urne cinerarie e tegole etrusche assorbivano tutto linte-
hanno influenzato lesito degli studi costituiscono infine un resse dei pi importanti studiosi del tempo nei confronti
ambito di analisi imprescindibile per una disciplina che ha della citt toscana29. nello studio delle catacombe chiusine
raggiunto ormai un alto grado di maturit. spendevano poi la loro scienza eruditi di fama nazionale,
come Giovanni Battista De Rossi, padre della moderna
archeologia cristiana, mentre la cristianit del cimitero di
2. Agli albori di una disciplina: 1872-1914 Santa Caterina veniva discussa in una seduta della Pon-
tificia Accademia Romana di Archeologia e in unaltra
Lattivit archeologica che port alla luce il numero pi dellIstituto di Corrispondenza Archeologica30. In un con-
cospicuo di ritrovamenti si svilupp a Chiusi, come nel testo del genere, segnalazioni del ritrovamento di tombe
resto dItalia, nellarco di un periodo tutto sommato ristret- longobarde dipesero solo da circostanze casuali, del tutto
to, tra la fine del XIX secolo e i primi decenni di quello svincolate da una precisa volont di documentare la fase
successivo, quando i lavori di modernizzazione del paese, di vita longobarda della citt.
attuati dal nuovo Stato italiano, portarono a scavi gene- nel XIX secolo unattenzione particolare era riservata alle-
ralizzati in tutto il territorio. pigrafia e lutilizzo nelle sepolture di epigrafi e iscrizioni
In questo lasso di tempo furono indagate numerose se- pi antiche come materiale di reimpiego costituiva una
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
70

condizione favorevole per la documentazione della sepol- citt, dentro il perimetro delle mura stesse, ed intorno a
tura stessa31. il caso della ricca tomba longobarda scoperta una piccola chiesa diruta da secoli, mentre laltro giaceva
sullaltura dellArcisa, la cui prima notizia fu pubblicata nel a circa m. 300 dalle mura della citt, volto tra mezzod
Secondo Supplemento alle Antichissime Iscrizioni Italiche e oriente, cio in localit il Colle. La diversit etnica si
perch in essa era riutilizzata una lastra di travertino inscritta. basava sul fatto che allArcisa non sarebbero state trovate
Per lo stesso motivo, perch vi fu trovata unepigrafe roma- croci doro che invece vennero fuori dallaltro cimitero39.
na reimpiegata, sappiamo che nel 1890 durante i lavori di In questo stesso articolo Paolo Orsi, che riportava la tesi
ristrutturazione della facciata del duomo di San Secondiano del Brogi pur non condividendola, arrivava a conclusioni
fu intercettata una tomba altomedievale32. opposte, attribuendo senza dubbio le crocette ai Longobar-
Anche la notizia dello scavo della necropoli longobarda del di, un popolo che a suo parere era rimasto profondamente
Colle Lucioli, edita nelle Relazioni annuali della com- superstizioso, rozzo, e barbaro, e che sebbene cristiano da
missione archeologica di Chiusi, non si spiega come una poco, tanto conservava della superstizioni daltri tempi,
consapevole deviazione dai temi storico-archeologici domi- pei terrori doltre tomba pi che pel mite sentimento dei
nanti. La sua segnalazione dipese piuttosto da unerronea cristiani delle catacombe, accompagnava i suoi defunti col
interpretazione del dato archeologico. Secondo Giovanni segno della salute40.
Brogi, uno dei maggiori studiosi locali di antichit, il se- Le varie ipotesi sulle crocette aure si svilupparono pa-
polcreto barbarico del Colle sarebbe stato infatti un cam- rallelamente al dibattito storiografiche ottocentesco sui
po funebre militare della prima era cristiana, quando gi Longobardi in Italia, in cui la tesi prevalente era quella
cominciarono a cristianeggiarsi gli eserciti immediatamente della separazione etnico-istituzionale tra la popolazione
dopo Costantino33. autoctona, ridotta allo stato servile, e quella dei barbari
Ci che port Giovanni Brogi a retrodatare il sepolcreto dominatori. Fedele a questa schematizzazione, larcheolo-
del Colle fu la presenza in alcune tombe delle crocette au- gia distingueva nettamente dal punto di vista della cultura
ree. Egli riteneva che rappresentassero il grado della milizia materiale tra invasi ed invasori, tenendo rigorosamente
dei soldati cristiani, in considerazione del fatto che non separati i luoghi in cui vivevano e morivano i Longobardi
tutti gli scheletri le portavano e che esse, quando cerano, da quelli in cui abitava e si faceva seppellire la popolazio-
si potevano rinvenire in diverso numero su ciascun defun- ne locale. In questottica fu forzata anche linterpretazione
to, da un minimo di una ad un massimo di cinque34. Sulla delle crocette auree che, intese come infallibili marcatori
base probabilmente di questa erronea valutazione, egli au- religiosi, e quindi etnici, furono assegnate ora ai Bizantini
spicava che il corredo di una tomba longobarda scoperta cristiani, ora ai Longobardi pagani, che superficialmente
nellagosto del 1872, costituito da due crocette doro, un convertiti alla fede cattolica, usavano il simbolo della croce
elmetto, una spada, sprone e lancia di ferro, formasse as- con funzione apotropaica 41.
sieme ad alcune lucerne provenienti dalle catacombe, a La limitata esperienza in fatto di reperti longobardi fu
un pesce di pietra e un vaso decorato con delfini il primo abbastanza comune nel corso del XIX secolo42 e anche a
nucleo di un piccolo museo cristiano35. Chiusi, come nel resto dItalia, larcheologia longobarda
Il dibattito sulle crocette auree si trovava allora proprio ai visse in questi anni la sua fase pionieristica, caratterizzata
suoi inizi. Esso fu inaugurato ufficialmente in Italia alla da un interesse episodico e casuale per il manufatto bar-
fine dell 800 dal famoso studio pionieristico di Paolo barico e da una scarsa dimestichezza col dato materiale43.
Orsi36, per concludersi in parte solo nel 1974 con un A ci si aggiunse, soprattutto dopo lunit dItalia, la re-
simposio ad esse interamente dedicato37. Oggi luso delle torica patriottica, che port in generale allaumento degli
crocette concordemente riconosciuto al solo ambito dei scavi e contemporaneamente alla dispersione di molti dati
rituali funebri, ma non va dimenticato che ancora negli e reperti. Poich lo scopo principale era quello dellaccu-
anni Cinquanta del secolo scorso Gian Pietro Bognetti mulo di antichit, la cui esposizione nei musei, facendo
attribuiva a questi ornamenti improbabili significati po- rivivere la storia e la gloria di un popolo, doveva essere
litici, ritenendo che, indossate dai Longobardi per volere di ammaestramento e di sprone ai tardi nepoti44, nella
del re, fossero simbolo di una conversione allarianesimo maggior parte dei casi ogni informazione sulla provenien-
dellintera popolazione, come atto di convenienza e calcolo za dei ritrovamenti non veniva documentata. Linteresse
politico imposto dallalto38. maggiore nei confronti dei materiali archeologici infatti
nel gi citato articolo sulle crocette, Paolo Orsi scrive- era rivolto al significato che avrebbero assunto in une-
va: ne grato qui riportare alcune notizie sui sepolcreti sposizione museale, dove il ruolo morale e politico degli
barbarici di Chiusi, favoriteci da un altro indagatore delle oggetti superava di gran lunga il loro potenziale scientifico
antichit chiusine, cio dal can. Giovanni Brogi; [] Due e conoscitivo45.
sono i sepolcreti barbarici chiusini; uno dei quali, secondo Gli scavi del Galli, nel 1913-14, che portarono alla indi-
il giudizio del prelodato canonico, avrebbe appartenuto ai viduazione di dieci tombe longobarde ai piedi del colle
Bizantini, laltro ai Longobardi. Questultimo molto ricco dellArcisa, nella campagna del Portonaccio, posero ide-
fu riconosciuto in luogo detto lArcisa, a settentrione della almente fine a questo tipo di approccio e, sebbene la loro
AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
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edizione risalga solo a trentanni dopo, furono effettuati due orecchini dargento, una piccola moneta, altri sei pezzi
con una metodologia alla quale, nonostante molti limi- di bronzo di varie forme e un piccolissimo frammento di
ti, si pu riconoscere per la prima volta un fondamento bronzo rivestito doro51.
scientifico46. Essi inoltre furono specificatamente finalizzati nel rapporto che apre il processo, inviato dalloperaio del
ad indagare resti archeologici dellepoca longobarda e furo- Conservatorio, Angelo nardi Dei, alla Pretura di Chiusi
no condotti per conto della Soprintendenza delle Antichi- l11 febbraio del 1874, si legge che nei giorni successivi
t di Firenze, sottraendo cos agli scavini e ai proprietari alla scoperta i Foscoli si erano allontanati da Chiusi e che
dei terreni il monopolio che per tutto lOttocento questi ritornati specialmente il figlio maggiore di nome Giu-
avevano detenuto sulla pratica archeologica47. Il problema seppe mostr agli abiti ed ai discorsi di aver fatta fortuna
della propriet dei reperti scavati infatti, che nella retorica e contemporaneamente si sparse nel paese la voce che ap-
politica costituivano patrimonio inalienabile della nazione, punto nel luogo sopra rammentato di propriet di questo
ma che di fatto appartenevano agli scopritori e ai proprietari R. Conservatorio fossero stati reperiti da loro degli oggetti
dei fondi, fu in parte superato solo con la legge per la tutela preziosi di molto valore intrinseco per la materia di cui era-
delle antichit e belle arti emanata nel 190948. no formati e pi dun rilevante valore relativo per la storia
e per larte dicendosi che si trattasse di spada, elmo, scudo,
decorazioni, fibule, sigillo etc. La voce si estese fino a dire
3. Dal processo Foscoli ai sospetti di falsificazione. che i Foscoli, cio il padre e due figli, tra i quali Giusep-
Storia del commercio antiquario di un gruppo di reperti pe, fossero stati a Perugia, a Chianciano, Montepulciano,
altomedievali Firenze e Roma a vendere questi oggetti e che ne avessero
ricavato una somma rilevante52.
Prima delle indagini condotte per conto della Soprinten- Quando Chiusi fu teatro della rapina dellArcisa, la caccia
denza, laltipiano dellArcisa fu sottoposto ad esplorazioni al tesoro del collezionismo e dellantiquariato ottocenteschi
che portarono alla luce in pi volte resti di una necropoli vantava gi in questa citt decenni di pratica di spoliazione
longobarda, di cui le tombe scoperte dal Galli costitui- degli ipogei etruschi pi belli. Gli scavatori responsabili
rebbero lestrema periferia. Le vicende relative agli scavi del saccheggio furono infatti processati con limputazio-
ottocenteschi dellArcisa, capitolo interessante della storia ne, tra le altre, di sospetto in genere di furti di oggetti
del mercato antiquario della fine del XIX secolo, si posso- etruschi53, mentre lappartenenza allepoca longobarda
no ricostruire sulla base di una serie molto ampia di fonti dei reperti sottratti fu chiarita solo quando loperaio del
documentarie. Si tratta degli atti di un processo istruito Conservatorio, davanti al Pretore di Chiusi, ne precisava
contro cinque scavatori di Chiusi denominati Foscoli, le caratteristiche con le seguenti parole: nel dubbio che
responsabili della vendita illecita di preziosi reperti lon- [] non sia stata abbastanza chiaramente specificata la
gobardi trovati allArcisa, e di una serie di lettere, che di qualit degli oggetti supposti reperiti , il comparente vie-
questo processo parlano, ricevute da Francesco Gamurri- ne a riportare come non si tratti di oggetti etruschi, ma di
ni, archeologo aretino molto attivo in Toscana sul finire oggetti di epoca medievale, e pi particolarmente di og-
del XIX secolo49. getti appartenenti ad unarmatura dellepoca longobarda,
Le prime esplorazioni in questarea furono effettuate dalla come elmo, scudo, anelli, o parti e frammenti di oggetti
Commissione Archeologica chiusina con lautorizzazione consimili, come elsa di spada e di pugnale, guarniture etc.
del Ministero della Pubblica Istruzione e del Conservato- Tantoch quando al Tribunale piaccia ancora far ricerche
rio di Santo Stefano cui il terreno apparteneva. Lo scopo presso quelle persone alle quali possono essere stati ven-
era quello di rinvenire qualche preziosa antichit etrusca, duti quegli oggetti dai Foscoli, [], dovr domandare di
ma essendo stato trovato solo qualche sepolcro di pochis- oggetti di epoca medievale e pi specialmente longobarda
sima importanza e di epoca medievale gli scavi furono e non di epoca etrusca, giacch altrimenti le ricerche po-
presto interrotti. Qualche tempo dopo nel gennaio 1874 trebbero deviare dallindirizzo a cui devono mirare, e non
Pietro Foscoli e i suoi quattro figli, braccianti e scavatori, condurre a giuste risultanze54.
indagarono nuovamente il terreno per recuperare pietre In un contesto del genere, per arginare la dispersione dei
da costruzione. Fu in questa occasione che rinvennero un beni storici-artistici in assenza di una legge organica di tu-
numero imprecisato di sepolture longobarde, tra le quali tela, i commissari addetti agli scavi erano costretti a con-
una particolarmente ricca con un corredo di oggetti inte- tinue trattative e negoziazioni55. Francesco Gamurrini, ad
ramente in oro. nei giorni seguenti i Foscoli vendettero esempio, Ispettore e Conservatore del Museo di Antichit
quanto avevano trovato, mentre veniva istruito dal Tribu- di Firenze, cerc di recuperare i reperti chiusini dellAr-
nale di Montepulciano un processo a loro carico per furto cisa attraverso personali mediazioni. Sono probabilmente
ai danni del Conservatorio50. da ricondurre a pressioni esercitate su Carlo Strozzi, uno
nella speranza infine che non tutto fosse stato trafugato, il degli acquirenti, le dichiarazioni che questultimo fece al
Conservatorio stesso intraprese nuovi scavi, individuando processo. Interrogato come testimone dichiar infatti di
altre tombe, in una delle quali cerano una fibula di bronzo, aver comperato i reperti per il Museo Etrusco di Firenze
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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per conto del Gamurrini stesso e, anche se questi furono stessa Chiusi fin dal 1875 aveva attirato su di s latten-
infine sequestrati dal giudice, prima di farli uscire dalle zione del Ministero che la annoverava tra le citt pi so-
sale del museo fu necessario interpellare il Ministero di spette in quanto a produzione di falsi archeologici61. Le
Grazia e Giustizia56. Fu la sentenza del tribunale tuttavia mistificazioni potevano essere costituite o da manufatti
a cancellare ogni speranza di recupero. Per la mancanza interamente moderni o da pastiches di autentici pezzi an-
di prove certe che gli oggetti provenissero proprio dallAr- tichi62. negli ultimi decenni una serie di ricerche hanno
cisa, dato che il commercio di antichit etrusche li aveva portato allindividuazione di falsi archeologici del periodo
portati a indagare in molti altri luoghi, gli scavatori furo- altomedievale, soprattutto nelle collezioni di musei inglesi
no prosciolti e i reperti, restituiti ai legittimi acquirenti, e statunitensi63, e anche gli ornamenti longobardi chiusini
vennero dispersi57. del Metropolitan Museum sono stati sottoposti ad analisi
Recentemente alcuni di essi sono stati identificati in un che ne attesterebbero la modernit64.
gruppo di materiali conservati in parte a new York, pres- Secondo questi studi costituirebbero prove di fabbrica-
so il Metropolitan Museum of Art, in parte in Francia nel zione moderna lassenza di tracce di usura e una anomala
Muse des Antiquits nationales de Saint-Germain-en- limatura della superficie metallica apportata prima dellin-
Laye. Prima di arricchire le collezioni di questi importanti cisione delle decorazioni, tecnica non riscontrata in alcun
musei essi furono sottoposti a varie vicissitudini e passaggi prodotto delloreficeria del tempo. Tuttavia, come nota
di propriet. I reperti chiusini di new York, inizialmente Lidia Paroli, anche gli ornamenti trovati a Castel Trosino
venduti a Firenze a due noti collezionisti, il londinese Sa- e nocera Umbra in genere non mostrano segni di usura,
muel Baxter e il nobile fiorentino Carlo Strozzi, nel 1895 poich sono prodotti destinati a un uso esclusivamente
furono acquistati dallamericano Pierpont Morgan, che li funerario e non a funzioni pratiche65.
port con s negli Stati Uniti e qui nel 1917 furono do- Inoltre mentre limpiego di una tecnica inusuale di lavo-
nati al museo dopo la morte del proprietario. I reperti di razione non costituisce una prova certa di contraffazione,
Parigi invece, acquistati da Alessandro Castellani, orefice il fatto che nel 1876, quando questi oggetti furono pub-
e commerciante dantichit di Roma, furono venduti nel blicati per la prima volta, non esistessero ancora prototipi
1882 al museo parigino, dove tuttora si trovano. Prima di da copiare, rappresenta unosservazione tuttaltro che tra-
allora per rimasero per qualche tempo in deposito pres- scurabile. Reperti archeologici simili a quelli dellArcisa,
so il British Museum di Londra, in attesa di una cessione come le guarnizioni dellimpugnatura della spada di Reg-
che non ebbe luogo, e furono esposti nel 1876 alla fiera gio Emilia e nocera Umbra, le sole che avrebbero potuto
internazionale di Filadelfia58. costituire il modello per i falsificatori, furono infatti sco-
Quello della provenienza un problema che riguarda mol- perte molti anni dopo66.
te suppellettili altomedievali, scavate tra XIX e XX seco- Le numerose fonti darchivio che ne documentano la sco-
lo, oggi conservate in musei italiani e stranieri. Manca ad perta infine cancellano ogni dubbio in proposito, testimo-
esempio di indicazioni certe sul luogo e sulle circostanze niando in favore dellautenticit degli oggetti e della prove-
di rinvenimento la famosa lamina di Agilulfo, trovata sotto nienza chiusina, in questo modo definitivamente accertate.
le mura di un imprecisato castello della Val di nievole59,
ma gli esempi in questo senso sono davvero numerosi.
Lestrema vaghezza dei dati che accompagnavano i mate- 4. Duchi contesi
riali al loro ingresso nei musei dipendeva da una sensibilit
archeologica ancora poco sviluppata, che rendeva loggetto Quando le suppellettili barbariche cominciarono a cir-
interessante per la manifattura e le sue qualit estetiche colare nel mercato antiquario grazie alla preziosit dei
piuttosto che per le informazioni deducibili sulle societ materiali di cui erano fatte, a causa soprattutto del basso
passate che lo avevano prodotto. Soprattutto per si trat- profilo scientifico di molti collezionisti e scavatori, i re-
tava della conseguenza di una rete davvero molto estesa di perti archeologici non godevano ancora della dignit di
traffici commerciali in cui, mentre i reperti subivano vari fonti e la testimonianza pi alta della civilt di unepoca
passaggi di propriet, le notizie sulla loro provenienza si ancora per lungo tempo sarebbe stata rappresentata dai
confondevano fino a perdersi del tutto. Ma la mancanza documenti scritti.
di uno specifico sito di origine poteva anche non essere In Toscana per questo motivo vantava una solida eredit
casuale. La decontestualizzazione infatti permetteva di longobarda Lucca, che con il suo patrimonio di mille per-
aggirare il problema dellorigine illecita di molti oggetti e gamene per lVIII e il IX secolo ancora oggi rappresenta un
favoriva la creazione di corredi tombali fantasiosi, formati caso eccezionale, non solo in Italia ma in tutta Europa67.
con materiali di contesti archeologici diversi, la cui ro- Fin dal XVII secolo, con la pubblicazione dellopera dello
mantica attribuzione a re e guerrieri, rendendo la merce storico lucchese Francesco Maria Fiorentini, alla citt fu
molto pi desiderabile, ne faceva aumentare il prezzo60. attribuito il ruolo di capitale della regione durante il regno
In un mercato antiquario cos esteso e privo di regole si dei Longobardi, quando in realt, nonostante lindubita-
verificarono anche frequenti episodi di falsificazione. La bile peso politico esercitato, essa non arriv mai ad avere
AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
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poteri su scala regionale. La formazione in et carolingia Civico di Viterbo, si legge infatti: Rursus plures antiquas
della marca di Toscana gravitante intorno a Lucca costi- nobiles urbes ampliavimus et muris cinximus et nunc idem
tuiva per unottima base da cui lanciare rivendicazioni agimus circa Lucam, Pistorium, Aretium, Orbitum et Etru-
che si spingevano indietro negli anni68. riam, nunc Viterbum76. Sebbene il testo fosse stato rico-
nel 1813 la dimostrazione della veridicit storica di Lucca, nosciuto come apocrifo gi nella seconda met del Sette-
caput Tusciae Longobardorum, divenne lo scopo annuncia- cento, perch la sua terminologia differiva da quella delle
to della Seconda Dissertazione sopra la Storia di Lucca di autentiche iscrizioni longobarde di Monza77, esso tuttavia
Antonio niccolao Cianelli, membro dellAccademia na- continu a costituire per il patriottismo municipale ter-
poleone, istituita da Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di reno fertile per lelaborazione di miti di fondazione che si
napoleone e nuova reggente del Principato Lucchese da rifacevano al re longobardo78.
poco costituitosi in entit politica autonoma69. Rappresen- Limpiego del passato barbarico per operazioni di pro-
tavano allora un ostacolo allambizione lucchese i duchi mozione culturale e legittimazione politica, o pi sem-
Gregorio e Agiprando, messi a capo di Chiusi dal re Liut- plicemente per dare antico lustro ad una nuova dinastia
prando, di cui erano nipoti70. Per questo motivo nella sua regnante, non un fatto inusuale. Lo stesso calore mu-
dissertazione il Cianelli ne contestava lautorit, negandola ratoriano filolongobardo e filogermanico non si spiega
con argomenti in realt non troppo convincenti, quando solamente richiamando una certa tradizione storiografica
ad esempio sosteneva che nel Liber Pontificalis, lautore settecentesca ed un clima culturale fortemente influen-
della vita di Adriano I aveva probabilmente commesso un zato dal giusnaturalismo: nellambito della corte estense
errore parlando di un Agiprando ducem clusinum71. di Modena, lambizione di Ludovico Antonio Muratori
La questione del ducato longobardo di Chiusi fu anche al era quella di collegare, con una genealogia storicamente
centro di uno scambio epistolare tra lo storico Carlo Troya fondata, la casa di Brunswick allaristocrazia longobarda
e il vicario generale della citt, Giovanni Battista Pasqui- tramite gli Obertenghi-Estensi dellXI secolo79.
ni, che il 23 ottobre 1830 scriveva allo storico napoletano Proprio lantiquariato settecentesco, ispirato ad un giudizio
per avere in proposito un parere autorevole. In seguito alla prevalentemente positivo sui Longobardi, e lerudizione
risposta del Troya, che assegnava a Chiusi i tanto contesi locale, nella quale la storiografia impronta lidentit ed
duchi, il Pasquini esprimeva la sua riconoscenza in questo allo stesso tempo influenzata dalla memoria comunitaria,
modo: la ringrazio senza fine delle belle notizie che mi sono i due spazi privilegiati entro cui si deve muovere chi
ha favorito sopra il duca di Chiusi Agiprando e partico- voglia ricostruire la trama delleredit longobarda. Trama
larmente sul duca Gregorio che figura nelle nostre tavole che su scala nazionale, allombra del Manzoni longobar-
di S. Mustiola. ne far un uso moderato nella relazione dico del Discorso di accompagnamento allAdelchi, sta-
che sto preparando sul nostro antico cimitero dei cristiani ta interrotta dalle polemiche di un dibattito storiografico
[]. Io mi far un pregio di mandarne a lei una copia e pesantemente influenzato dalle vicende politiche del Ri-
a mostrarle la mia intiera stima e gratitudine infine per la sorgimento italiano80.
figura che far Chiusi nella sua opera (n.d.r. opera che il La rottura longobarda come momento integralmente ge-
Troya stava per pubblicare)72. nerativo della storia italiana, tipica della visione storica del
Lo spirito campanilistico e lamor di patria che caratteriz- Muratori81, si rintraccia anche nellopera del Pizzetti. nella
zano il lavoro del Cianelli e che si colgono nelle parole del prefazione del primo volume si legge: Vi fu unepoca, in
Pasquini improntano di s anche lopera di Pietro Paolo cui la Toscana, come lItalia tutta si trov rinnovata. Une-
Pizzetti, lo storico chiusino autore delle Antichit toscane poca di universal distruzione di citt, terre, e castelli, e di
ed in particolare della citt e contea di Chiusi nei secoli di uomini. Epoca in cui si introducono nuovi coloni, e abi-
mezzo, pubblicate nel 1778, dove si assiste al tentativo di tatori, nuovi costumi, nuove leggi e nuovi governi. Odesi
moltiplicare il numero dei duchi chiusini: oltre a Gregorio parlar nuovo linguaggio, e nomi prima incogniti; sorgono
e Agiprando, testimoniati dalle fonti, lautore ipotizzava nuove citt, nuovi castelli con diverso nome, vedesi nuove
infatti il ducato del padre di questi e faceva di Austracon- fogge di vestire, e trovasi nuova maniera di pensare. Ora
da, moglie o madre di Gregorio, un uomo e un duca73. da questo tempo appunto incomincia la serie dei presen-
Anche la rivendicata centralit di Lucca si manifestava in ti viventi. I distruttori dellantico stato sono i fondatori
liste fantasiose di duchi, tra i quali ci sarebbe stato il futuro dun nuovo; e dai Fondatori prende lintiera quasi origine
e ultimo re longobardo Desiderio, tenuto in grandobbli- la discendenza presente82.
go dagli storici locali per aver restaurato le mura cittadine Cos quasi un secolo dopo nel 1875, un altro storico lo-
e per averle munite di magnifiche porte74. Questa tradizione cale, Francesco Liverani, scriveva nel suo libro sul ducato
da ricondurre al cosiddetto Decretum Desiderii, un falso longobardo di Chiusi che se Paolo Diacono lodava i tem-
documentario della fine del 1400 fabbricato da Annio da pi longobardi perch erano i suoi e Muratori nera spa-
Viterbo, noto agli storici del Rinascimento appunto come simato al segno, che si sarebbe tolto di vivere con Paolo
spregiudicato falsificatore di testi75. nel Decreto, scolpito Diacono, Manzoni invece spacciava quella gente come
su una lastra di alabastro oggi conservata presso il Museo molto perversa. Di conquistatori buoni seguitava il
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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Liverani non vha certo buon mercato al mondo. Ma nel Traspadani, unaltra sarebbe rimasta fondamentalmente
caso nostro i conquistatori siamo noi; e il gridar malvagi i autonoma, cosa che spiegherebbe la sostanziale indipen-
Longobardi torna il medesimo che dir malvagio il popolo denza dal regno dei due grandi ducati centro-meridionali89.
italiano, nel quale sono indissolubilmente incorporati83. Allinterno di questo quadro, fatto di Longobardi stanziati
Proprio a Francesco Liverani si deve infine il riconosci- al nord e Longobardi federati al sud, di defezioni di con-
mento dellesistenza in Toscana, accanto a quello gi fa- tingenti longobardi che si succedettero ora nei confronti
moso di Lucca, del ducato chiusino. Il suo libro ne lega della monarchia, ora dellimpero bizantino, si collocherebbe
la nascita alle vicende del re Liutprando84, delineando un la nascita del ducato di Chiusi. Pier Maria Conti fissa la
quadro storico che rimane, pur con i difetti dovuti alle- comparsa di duchi a Chiusi tra lestate del 572 e la prima-
poca in cui fu scritto, nelle sue linee fondamentali ancora vera del 574, epoca della morte di Clefi, Guido Mor invece
indubbiamente valido. fa risalire listituzione del ducato ad un anno imprecisato
Il regno di Liutprando (712-744) si pu dividere nettamente dellinizio del regno di Agilulfo (590-616), ed entrambi,
in una prima parte, pacifica e filopapale, e in una seconda, come del resto Wilhelm Kurze, sembrano stabilire un le-
dopo il 728, di scontro diretto con Roma. Quando con game di causa-effetto tra la presenza di Longobardi sul
il decreto sulle immagini di Leone III (727) ebbe inizio suolo chiusino e lesistenza ivi di un ducato, testimoniato
liconoclastia infatti, i rapporti tra il pontefice e limpero per dalle fonti solo a partire dal 728-29. In particolare,
bizantino si fecero improvvisamente tesi e mentre a Ve- il ducato di Chiusi sarebbe di antica costituzione in quan-
nezia, Ravenna e nella Pentapoli gli eserciti insorgevano to erede di un altro ducato originario, quello di Perugia,
a difesa del papa contro lesarca, a Liutprando si pales la dove si sarebbe verificato quel processo, gi documentato
possibilit di portare a compimento la conquista dellItalia altrove, di arretramento degli organi di potere da una sede
intera, sfruttando a suo vantaggio la situazione di disordi- conquistata, Perugia, ad una nuova pi interna, Chiusi90.
ne diffuso. Dal 728 la sua politica quindi si fece aggressiva Analisi di questo tipo tuttavia, che proiettano sui secoli
nei confronti del pontefice e dei ducati di Spoleto e Be- anteriori la distrettualizzazione del Regno Longobardo
nevento, che dando prova di iniziativa autonoma si erano dellVIII secolo, anzich basarsi sullevidenza delle fonti
alleati con Roma in funzione antibizantina85. rispondono a unesigenza di schematizzazione tutta moder-
La creazione di un ducato a Chiusi, che confinava con i na e dipendono dal preconcetto, in parte ancora diffuso,
territori romani e che permetteva di controllare da vicino le che il regno longobardo sia stata una costruzione statale
manovre di Spoleto e Benevento, si pu facilmente inqua- statica e immutata durante tutto il corso della sua storia.
drare nella politica adottata da Liutprando nella seconda Tale visione rigida delle istituzioni regie stata fortemen-
parte del suo regno. Listituzione di ducati nellVIII secolo te ridimensionata dalla ricerca storica recente. Secondo
in territori di confine o in zone che sfuggono al control- laccurata analisi condotta da Stefano Gasparri, infatti,
lo del sovrano un fatto altre volte documentato, basti il quadro politico del regno longobardo nel VII secolo si
pensare a quello di Ceneda in Friuli o a quello di Fermo caratterizza per una forte componente di sperimentazione
a Spoleto, mentre il ricorso alla nomina di duchi membri e disomogeneit nelle soluzioni amministrative, mentre la
della stirpe regia Gregorio e Agiprando erano entrambi progressiva articolazione e il perfezionamento della strut-
nipoti del re era un vecchio strumento di controllo gi tura del potere si collocano solo nel secolo successivo91.
adottato da Alboino e Autari86.
La ragion dessere dei duchi di Chiusi emerge chiaramente
dalla constatazione che essi furono utilizzati alloccorren- 5. La ricerca del XX secolo
za da Liutprando, quando assunsero per suo volere, dopo
il ducato di Chiusi, il controllo rispettivamente di quello Dopo gli scavi del Galli del 1913-14, interrotti a causa
di Benevento (732) e Spoleto (742), nel tentativo di ri- dello scoppio della prima guerra mondiale, nel maggio
condurre questi ducati autonomi sotto lautorit regia87. del 1930, durante i lavori per la costruzione delledificio
Prima di Gregorio e Agiprando, le vicende di Chiusi nel destinato ad essere la nuova Caserma dei Carabinieri, fu
VI e VII secolo sono quasi completamente sconosciute88. individuata unaltra piccola necropoli di et longobarda.
Si sono occupati, in tempi relativamente recenti, della Tutte le tombe erano prive di suppellettili eccetto la pi
storia pi antica di Chiusi longobarda Guido Mor, Pier settentrionale che restitu una spada spezzata, due bottoni
Maria Conti e in parte Wilhelm Kurze. Come per Spole- di ferro, un pettine e alcuni frammenti informi di arma-
to e Benevento, questi storici ritengono che la nascita del tura in ferro92.
ducato chiusino debba essere ricondotta alle vicende dei Quando nel 1971 furono effettuati dei restauri, emerse che
Longobardi mercenari stanziati nel centro Italia dai Bizan- i ferri dallaspetto insignificante, provenienti dallo scavo
tini, per contenere il grosso dellesercito longobardo del della Caserma dei Carabinieri, erano in realt delle guarni-
nord. Secondo tale ipotesi, questi Longobardi federati ad zioni ageminate di cintura dellVIII secolo, la cui riscoperta
un certo punto si sarebbero ribellati allImpero e, mentre permise di riconsiderare il problema dellabbandono dei
una parte veniva inglobata nel dinamismo dei Longobardi corredi funebri da parte dei Longobardi. Si riteneva infat-
AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
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ti, a causa di una lacuna nei ritrovamenti ora per la prima lia bizantina e per formulare ipotesi circa le modalit di
volta colmata, che lusanza di seppellire il morto con gli penetrazione dei Longobardi verso sud, allinterno delle
oggetti di corredo fosse stata abbandonata dai Longobardi quali Chiusi viene inevitabilmente ad assumere una posi-
prima che dalle popolazioni germaniche transalpine, tra zione di primo piano in quanto sede della pi importante
le quali lestinguersi delluso della deposizione abbigliata necropoli altomedievale fin ora scavata in Toscana99.
si colloca tra la fine del VII e linizio dellVIII secolo93. La ricerca europea tuttavia tende attualmente sia a negare
Le guarnizioni ageminate di Chiusi avrebbero potuto av- il significato di marcatori etnici, tradizionalmente attribu-
viare un dibattito sullevoluzione dei rituali funerari nella ito agli oggetti di corredo, sia a ridimensionare molto la
societ longobarda, che prendesse in considerazione in un possibilit di utilizzare le sepolture per delineare strategie
approccio multidisciplinare anche le fonti scritte94, ma per militari e offensive. Soprattutto il modello del presido
necessit ci si limit ad attuare precisi confronti tipologici germanico allo stato puro, a cui si riconducono in genere
con i reperti provenienti da siti a nord delle Alpi. le necropoli di Castel Trosino e nocera Umbra e in parte
La ricerca italiana del secondo dopo guerra infatti si indi- anche la necropoli dellArcisa, a essere stato fortemente
rizz prevalentemente allo studio filologico dei materiali, messo in discussione100.
al fine di raffinarne la cronologia e la tassonomia, per ri- Come si evidenzia dalla vasta bibliografia sul tema101 in-
durre il divario rispetto ai risultati raggiunti dai colleghi fine la presenza di determinati oggetti nelle tombe da
doltralpe. Si inseriscono in questo quadro le pubblica- valutare innanzitutto come fenomeno di costume o moda
zioni dei materiali longobardi dei musei toscani curati da funeraria, che trova le sue ragioni nelle caratteristiche
Otto von Hessen negli anni Settanta del secolo scorso, che della societ che lo genera102. Le fonti scritte ritraggono
comprendono una edizione pi dettagliata e scientifica dei nellaltomedioevo una societ che, almeno ai suoi massi-
corredi scoperti allArcisa-Portonaccio95. mi livelli, si conformata al modello di vita del gruppo
Una serie di contributi, dedicati a Chiusi longobarda, com- politico dominante, quello dei Longobardi, in cui luso di
parsi successivamente sulla rivista Archeologia Medievale portare le armi simbolo dello status delluomo libero ed
delineano poi il nuovo indirizzo assunto dagli studi degli in questottica che si devono leggere le tombe dei guer-
ultimi ventanni. Poich la dispersione della grande mag- rieri. Secondo recenti posizioni, inoltre, esse non solo re-
gioranza dei reperti chiusini di et longobarda costituisce stituiscono limmagine di una societ fortemente milita-
il problema principale con cui chi si accinge a studiare rizzata, ma sarebbero anche indice di unalta conflittualit
questo sito si trova a dover fare i conti, il recupero di ma- che la attraverserebbe. nella generale competizione che
teriali, grazie ad accurate ricognizioni di magazzino, e la sorse nel mondo post-romano, in seguito alla scomparsa
ricostruzione del contesto di scavo, attraverso lo spoglio delle garanzie statali di conservazione dello status e della
delle fonti darchivio, rappresentano lo sforzo principale propriet fondiaria, il rituale funerario entr a far parte a
della ricerca recente96. pieno titolo delle tecniche di riproduzione di un gruppo
Attualmente delle numerose sepolture scavate sul Colle famigliare, rispondendo alla necessit di ostentare di fron-
Lucioli si possiedono due sole crocette auree, di quelle te ad un pubblico pi o meno ampio le proprie capacit
della Caserma dei Carabinieri una fibbia, un puntale e tre di distinzione sociale e la propria ricchezza. In generale
guarnizioni di cintura, mentre della necropoli dellArcisa si si concluso che pi alta lincertezza della trasmissione
hanno i corredi di una decina di sepolture, poche rispetto sociale alla generazione successiva, pi alta la competi-
allestensione verosimilmente notevole di questo cimitero, zione e dunque maggiore sar linvestimento sui rituali di
che dalla sommit del colle giungeva fino alle sue pendici97. ostentazione, come quello funerario103.
Con la maggior parte dei materiali dissotterrati andata
perduta anche qualsiasi informazione topografica precisa
e ci non consente in alcun modo unanalisi archeologica 6. Chiusi altomedievale
di tipo moderno sullandamento cimiteriale98.
Lapproccio molto diffuso in ambito europeo volto principal- A Chiusi le deposizioni che presentano un grado maggio-
mente ad indagare il ruolo commemorativo e il significato re di investimento sono le tombe dellArcisa, sia quelle
sociale delle deposizioni abbigliate altomedievali meglio si rinvenute nel XIX secolo sia quelle portate alla luce dal
adatta allora alla frammentariet dei dati a disposizione. In Galli. Gli archeologi datano gli oggetti che da esse proven-
Italia esso per fatica a imporsi e le sepolture continuano gono complessivamente tra la fine del VI secolo e linizio
a essere utilizzate per ricostruire mappe di popolamento del VII104.. Lanno preciso della conquista longobarda di
e forme di insediamento, secondo una impostazione che Chiusi sconosciuto, tuttavia laggiustamento dei confi-
mantiene un sicuro criterio di distinzione etnica, rappre- ni nellItalia centrale, ad eccezione dellattuale Romagna,
sentato dalle cosiddette tombe di guerrieri, cio quelle con la Tuscia longobarda a nord, la Tuscia romana a sud
sepolture maschili con armi o elementi che ne richiamano e il ducato di Perugia, corridoio di unione tra Roma, la
luso, come le cinture di sospensione. Esse sono utilizzate Pentapoli e lEsarcato di Ravenna, si progressivamente
per tracciare linee di frontiera tra lItalia occupata e lIta- stabilizzato entro i primi anni del VII secolo105. In quel
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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tempo Chiusi fu sicuramente raggiunta dai Longobardi, Che ormai lexercitus di Siena111, e non solo gli apparte-
ma negli anni successivi, durante i quali si verific ovun- nenti alllite aristocratica insediata ai massimi livelli del
que la territorializzazione delle lites aristocratiche attra- governo cittadino, come Wilerat, ma anche personaggi di
verso il loro consolidamento nei centri di potere, alla citt rango pi modesto, potessero senza incorrere in particolare
ne furono preferite altre vicine. Lo stato delle fonti scritti ostacoli spadroneggiare nel territorio di Chiusi evidente
infatti sembra suggerire per Chiusi, nellVIII secolo, una nella storia di Mattichis, presbitero del monastero di San
situazione di decadenza civile e religiosa insieme, apparen- Pellegrino in loco Passeno. Questo monasteriolo, fondato
temente in contraddizione con i ritrovamenti archeologici. da Ursus ariman fu posto in origine alle dipendenze della
La resistenza dei Bizantini lungo lAppennino infatti, Chiesa battesimale aretina di Santo Stefano in Accenna-
rendendo poco sicura la via Cassia, favor la strada che da no, in Val dOrcia, nelle cui vicinanza sorgeva. Finch il
Lucca, anzich proseguire per Firenze, Arezzo e Chiusi, vescovo di Siena, Magno, e Ursus fondator presero con la
seguiva la Val dElsa e per Siena e la Val dArbia si dirigeva forza Mattichis, monaco in un monastero di Chiusi, e lo
verso i pressi dellabbazia di S. Salvatore di Monte Amiata, istallarono nella nuova chiesa112.
riavvicinandosi via via alla Cassia106. Questo tracciato fu I fedeli della diocesi chiusina e i suoi chierici dunque, come
alla base dello sviluppo politico e militare di Siena e della il caso dei parrocchiani di SantAmpsano e del monaco
conseguente debolezza di Arezzo e di Chiusi, situazione Mattichis, privi di unautorit religiosa o pubblica in gra-
che emerge dallanalisi della famosa contesa tra il vescovo do di tutelarli dallingerenza senese, formarono la risorsa
aretino e quello senese107. umana attraverso cui si cerc di ampliare la distrettualiz-
La controversia, noto, nasceva da una imperfetta sovrap- zazione dellepiscopato senese, tentando di creare una rete
posizione dei distretti civili ed ecclesiastici. Con la conqui- strutturale di chiese presbiteriali. non stupisce allora che
sta longobarda infatti Siena aveva allargato di molto la sua le poche carte darchivio chiusine dellVIII secolo pale-
zona di influenza, mentre le circoscrizioni religiose, pi sino il quadro di una comunit modesta, fatta di piccoli
conservative, avevano mantenuto una loro fissit. Alcune possidenti, in cui pare mancare proprio un gruppo sociale
chiese si trovavano quindi in un territorio dipendente dal che si distingua per lalto rango dei suoi rappresentanti113.
punto di vista civile dal gastaldo senese e da punto di vista Tuttavia, le sepolture privilegiate di Chiusi, e in particolare
religioso dal vescovo di Arezzo. Ci era vissuto dalle auto- il ricco sepolcro trovato nel 1874, sono testimonianze che
rit civili ed ecclesiastiche senesi come una menomazione vanno proprio nella direzione contraria a quanto appena
alla quale si tent di porre rimedio attirando nella propria delineato, costituendo la prova evidente della presenza a
orbita queste fondazioni, al fine di esercitare un controllo Chiusi di unlite aristocratica di una certa importanza.
maggiore sulla popolazione, incanalandone le ricchezze Tra i sepolcri ricchi, datati tra il VI e il VII secolo, e le
in donazioni a chiese direttamente controllate. Questo fonti scritte, che cominciano a comparire allinizio del-
tentativo in concreto si svilupp attraverso la costruzione lVIII, corrono approssimativamente ottantanni. In un
fraudolenta di fontes, cio di fonti battesimali, e attraverso primo momento, quando la conquista acceler il proces-
listallazione altrettanto fraudolenta di presbiteri in chiese so di ridefinizione dei gruppi detentori del potere e della
della diocesi aretina da parte del vescovo di Siena108. terra, portando ad una generale instabilit, anche a Chiusi
Lusurpazione che emerge con maggior forza fu quella la conflittualit per la ricomposizione degli strati sociali
messa in atto nella chiesa di SantAmpsano di Arezzo, determin un grande investimento nellambito dei rituali
dove il vescovo di Siena durante la Pasqua costru un fon- della morte. Dopo il definitivo consolidamento territoriale
te battesimale, consacrato in tutta fretta e in segreto, di del regno longobardo, lisolamento cui Chiusi fu condan-
notte, e dove istitu un presbitero fantoccio, un bambino nata a causa del tracciato stradale che privilegiava Siena,
di appena dodici anni che non sapeva recitare il vespro, il determin probabilmente la dispersione di quel gruppo
mattutino e nemmeno officiare la messa109. Prima che alla originario di cittadini ricchi ed eminenti, testimoniato
diocesi di Arezzo, i fedeli della parrocchia di SantAmpsa- dalle scoperte archeologiche, la cui importanza e ricchez-
no appartenevano in realt a quella di Chiusi. Si apprende za andarono diminuendo assieme alla centralit politica
infatti dalle fonti che questa chiesa era stata costruita da della citt stessa.
un gruppo di homines Senenses che ambulavat ad Sancto A partire dal 728-29 Chiusi divenne la sede di un ducato,
Felice diocea Clusina, da un gruppo di cittadini senesi cio con la funzione di avamposto regio nelle strategie offensive
che appartenevano alla pieve di San Felice in Accennano di Liutprando contro Roma, Spoleto e Benevento114. La
di Chiusi, in Val dOrcia. Essi, essendo cittadini senesi, sua rinnovata centralit nel regno potr sicuramente aver
furono sottratti in un anno imprecisato da quella pieve innescato un processo inverso di lenta ricrescita, ma la
dal gastaldo di Siena Wilerat, che stabil per loro la nuo- formazione di una classe di notabili radicati nel territorio
va appartenenza alla chiesa aretina110. Quando infine in necessita di tempi pi lunghi rispetto a quelli stringenti
SantAmpsano fu ordinato un presbitero senese il passag- della politica, mentre di l a cinquantanni sarebbe inter-
gio della chiesa e degli uomini che ne facevano parte sotto venuta la conquista franca.
lautorit di Siena fu definitivamente compiuto. nel corso dellVIII secolo comunque luso delle deposi-
AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
77

zioni abbigliate si va progressivamente perdendo, con il secolo, larcheologia conobbe quindi uno sviluppo senza
profilarsi di una societ meno aperta in cui si assiste alla precedenti, caratterizzato tuttavia da una serie di contrad-
formazione di vasti patrimoni fondiari e alladozione di dizioni, prime fra tutte quella della dispersione degli stessi
nuovi strumenti di distinzione sociale da parte delle ari- materiali scavati e della produzioni di falsi.
stocrazie: la fondazione di numerosi edifici di culto e mo- La formazione delle raccolte dei musei civici e nazionali
nasteri e la redazione scritta di donazioni a favore di questi aliment un mercato antiquario di proporzioni eccezionali,
ultimi per la salvezza della propria anima115. allinterno del quale i reperti finivano spesso col perdere
ogni riferimento con il sito dorigine, mentre i lavori di
ristrutturazione e modernizzazione del paese portavano
7. Tra passato e presente a un numero sempre crescente di scoperte e nello stesso
tempo alla distruzione dei contesti di scavo senza unade-
Il riferimento continuo al passato, che tanta importanza guata documentazione. Tutto ci in una tensione continua
ebbe nel corso del XIX secolo nei processi di costruzione tra istanze di rinnovamento dello Stato da poco unito e
nazionale, pur declinandosi secondo specifiche caratteri- volont di preservarne i resti antichi.
stiche, non rappresent un aspetto esclusivo di quel pe- In seguito poi alla pressante richiesta di antichit, la tra-
riodo. Ogni societ infatti in ogni tempo elabora propri sformazione del commercio antiquario e dello scavo ar-
meccanismi di appropriazione dellantico. cheologico in attivit redditizie, attir nella loro orbita
Studi recenti in Francia e Inghilterra, ad esempio, eviden- pratiche illegali, come quella della produzione di falsi. La
ziano in epoca altomedievale il riutilizzo per scopi religiosi contraffazione archeologica e documentaria, di cui esisto-
e funerari di strutture antiche precedenti, anche preisto- no esempi anche in epoca anteriore, fu tanto consistente
riche116. La relazione tra gli usi funerari dei Longobardi nei decenni a cavallo tra XIX e XX secolo, che secondo
e leredit etrusca era gi stata colta in passato da Fran- coloro che se ne occupano, questa fu let doro delle fal-
cesco Liverani che notava come nei sepolcreti longobardi sificazioni122.
di Chiusi si trovassero vasi di vetro, suppellettili etrusche La possibilit di alti guadagni per non spiega da sola la
preziose, amuleti e talismani, evidentemente inviolati diffusione del fenomeno, che si comprende meglio tenendo
dalle tombe antiche e passati a decorare le persone dei bar- conto del clima di competizione che sorse tra le comunit
bari invasori117, mentre Edoardo Galli registrava unaltra cittadine nellItalia post-unitaria. Allora i localismi cultu-
interessante intuizione: la particolarit del rapporto di rali e le rivendicazioni campanilistiche furono allordine
giacitura tra lo strato tardo etrusco dei sepolcri suddetti del giorno e gli storici si prestarono spesso a battaglie ide-
(n.d.r. si tratta di tombe a cassa etrusche rinvenute nella ologiche, per dimostrare limportanza storica della loro
contrada detta le Palazze a tre chilometri dalla stazione di regione o citt in uno Stato che proprio allora ne andava
Chiusi) e la presenza di una tomba barbarica sovrapposta stabilendo i ruoli istituzionali. Un esempio delluso stru-
a notevole altezza118. mentale delleredit storica rappresentato dal tentativo,
Anche le inventiones delle reliquie di santi attestate di messo in atto dallo storico lucchese Cianelli, di negare le-
frequente nel tardomedioevo rappresenterebbero, secon- sistenza in epoca longobarda del ducato di Chiusi accanto
do Bonnie Effros, un particolare aspetto del rapporto di a quello di Lucca, alla quale sola sarebbe dovuto spettare il
quella societ col proprio passato che, implicando il dis- merito di essere stata un tempo una potente sede ducale.
sotterramento fisico di antichi resti, molto in comune Entrambi gli aspetti, della dispersione dei reperti e della
avrebbe con la pratica archeologica stessa119. Chiusi ebbe falsificazione, come stato detto nel presente contributo,
la sua invenzione di reliquie nel 1476, quando le spoglie interessarono lattivit antiquaria ottocentesca di Chiusi
di santa Mustiola furono riesumate alla presenza del ve- e i dubbi circa la provenienza e la originalit degli oggetti
scovo, tra le preghiere di gioia e devozioni degli astanti120. scavati allArcisa, che hanno accompagnato gli archeolo-
Questo tipo di cerimonia richiama alla mente quelle simili gi finora, sono la conseguenza diretta del quadro appena
messe in atto moltissimi secoli dopo, fra Ottocento e no- delineato. In particolare la recente scoperta di un numero
vecento, a Cividale del Friuli e a Monza, dove le autorit consistente di falsi archeologici del periodo altomedievale
cittadine, con il concorso di grande pubblico, aprirono le nelle collezioni di importanti musei ha creato un clima di
tombe dei loro illustri antenati Gisulfo e Teodolinda121. sospetto verso questo tipo di reperti. Ma pi grave dellac-
Pur in contesti tanto lontani, tali rituali avevano lo scopo quisto stesso di pezzi contraffatti, cosa che nessun museo
di rafforzare il legame tra passato e presente per coloro che in grado di evitare, sarebbe lerrore di tacciare di modernit
vi partecipavano. oggetti che invece non lo sono. Per questo la ricostruzio-
Tale legame trov attuazione nello stato ottocentesco grazie ne dettagliata del quadro delle scoperte e dei ritrovamenti
anche allo scavo di monumenti antichi che, rispondendo al archeologici costituisce unottima base di partenza per pa-
bisogno didentit stimolato dai cambiamenti politici del droneggiare il background in cui musei italiani e stranieri
periodo, incarnavano la memoria locale e nazionale delle formarono il nucleo originario delle loro collezioni.
comunit cui appartenevano. Proprio nel corso del XIX I reperti altomedievali cominciarono a circolare in Italia
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
78

sulla scorta dei ritrovamenti sepolcrali che avvenivano con-


testualmente in Francia e in Germania, dove, noto, essi nOTE
assunsero un rilievo particolare soprattutto nellambito delle
rivendicazioni territoriali della guerra franco-prussiana123. 1
Per una sintetica delineazione dei confini geografici della Toscana dallanti-
chit allarrivo dei Longobardi si veda F. Schneider, Lordinamento pubblico
In Italia invece richiamando alla memoria il momento in nella Toscana medievale, I fondamenti dellamministrazione regia in Toscana
cui la penisola conobbe linizio della sua divisione politica, dalla fondazione del regno longobardo alla estinzione degli Svevi (568-1268),
faticarono molto ad essere parimenti apprezzati, essendo in Firenze 1975, 9-31. Anche se la pubblicazione originaria del testo risale al
1914 e i criteri metodologici impiegati sono in parte sorpassati, nella con-
fin dei conti testimonianze materiali degli invasori. figurazione generale e nella sistematicit delle fonti utilizzate questo testo
Esempi come questi, di un approccio alle fonti fortemente costituisce ancora un valido strumento di analisi.
condizionato, imporrebbero una riflessione generale sul ruolo 2
La ricerca stata pubblicata in American Journal of Human Genetics 74
stesso degli storici nei processi di elaborazione del passato e (2004), 694-704 e in PnAS, 103 (23 may 2006), 8012-8017; di essa parla
un articolo di La Repubblica: L. Bignani, I toscani non discendono dagli
della memoria, anche perch, nonostante la ricerca recente etruschi, Test del Dna: troppe differenze tra gli antenati ed il popolo attuale,
abbia superato la visione etnicamente bipartita dellaltome- La Repubblica (27 maggio 2006), 31.
dioevo, in Italia le categorie interpretative che sottendono 3
Sulle tradizioni inventate si veda la parte introduttiva di L invenzione della
una distinzione netta tra occupati e occupanti nelle zone tradizione, ed. E.J. Hobswam - T. Ranger, Torino 1994 (Piccola biblio-
teca Einaudi, 615), 3-17.
cadute in mano ai Longobardi e una separazione altrettanto 4
Sulla nascita del patrimonio nazionale come simbolo per eccellenza dello
invalicabile tra LItalia bizantina e lItalia longobarda, sono Stato-nazione otto-novecentesco S. Troilo, Sul patrimonio storico artisti-
ancora in parte diffuse. co e la nazione nel XIX secolo, Storica 23 (2002), 147-177 e Id., La patria
Proprio nella direzione contraria a questa logica di distinzione e la Memoria, Tutela e patrimonio culturale nellItalia unita, Milano 2005
(Electa per le belle arti).
etnico-sociale e territoriale portano, libere dai preconcetti 5
Su questo tema si sono recentemente svolte alcune giornate di studio col
dovuti al congelamento delle principali linee interpretative titolo Antiquits, Archologie et Costruction National au XIX sicle, i cui
del dibattito storiografico ottocentesco, le ricerche su Chiusi atti sono stati pubblicati in Mlanges de lcole Franaise de Rome, Italie et
altomedievale. I materiali archeologici provenienti da questo Mditerrane 113.2 (2001). nel volume si veda in particolare C. Brice,
Antiquits, archologie et costruction national en Italie: quelques pistes de re-
sito mostrano motivi decorativi direttamente collegabili alla cherche, 475-492 e S. Troilo, Larcheologia tra municipalismo e regionali-
tradizione mediterranea, appartenenti cio a un repertorio smo nellAbruzzo post-unitario, 703-737.
ornamentale tipico delle officine bizantine, tanto orientali 6
Letto in questa prospettiva il legame tra patrimonio e identit si arric-
quanto occidentali, come nei corredi di Castel Trosino e chisce di sfumature sorprendenti. La presunta naturalit del senso di ap-
partenenza di ciascuna comunit infatti viene meno, per rivelarsi il frut-
nocera Umbra124. La coesistenza di tradizioni si riscontra to di processi storici e culturali complessi, che si configurano in genere
anche nelle fonti documentarie che, dal punto di vista dei come percorsi di memoria e di oblio, dove cio il soggetto sociale stabilisce
formulari impiegati, presentano forti parallelismi con i papiri cosa conservare e cosa no, plasmando la propria auto-rappresentazione.
Sulle incessanti rielaborazioni cui il patrimonio e lidentit sono soggetti
ravennati del VI e VII secolo e, da quello giuridico, mostra- si veda C. Sorba, Identit locali, Contemporanea 1 (1998), 157-170,
no la sopravvivenza di istituti tipici del diritto romano125. in cui unattenzione particolare posta al ruolo del mercato e della pro-
Tali caratteri, peculiari nel panorama toscano, sono stati mozione turistica come fattori fondamentali di ogni forma di localismo
culturale e politico.
ricondotti ad un originario isolamento politico della citt 7
Per la storia dellattivit archeologica a Chiusi nellOttocento si veda E.
di Chiusi, non meglio definito e spiegato126. Una maggiore Barni - G. Paolucci, Archeologia e antiquaria a Chiusi nellOttocento,
flessibilit nel concepire una comunicazione tra aree lon- Storie di eruditi, mercanti, collezionisti e scavatori, Milano 1985.
gobarde ed aree rimaste allImpero invece potrebbe faci- 8
Sulla storia degli scavi dei due cimiteri cristiani si vedano con la biblio-
litarne una pi alta comprensione127: il monaco chiusino grafia di riferimento G. Paolucci, La catacomba di Santa Caterina e V.
Cipollone, La catacomba di Santa Mustiola, in Chiusi Cristiana, ed. L.
Mattichis, della cui vicenda abbiamo parlato, ad esempio, Martini, Chiusi 1997, 36-45 e 46-63.
prima di entrare in un monastero in fines Clusinos era stato 9
P. nardi Dei, Relazione del segretario della Commissione archeologica di
tonsus a Roma128. Chiusi cav. Pietro Nardi Dei letta nella seduta pubblica del 28 ottobre 1872,
Una visione meno schematica del mondo altomedievale Atti e Memorie della Sezione Letteraria e di Storia Patria Municipale del-
la R. Accademia dei Rozzi di Siena, n.s., 2 (1877), 47-52, alle pp. 47-48.
gi alla base di quelle analisi del quadro politico del regno 10
Ibidem.
longobardo che ne evidenziano il carattere sperimentale e 11
Sulle tavole longobarde P. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto di Santa Mustiola
disorganico nel VII secolo. Proprio in questa direzione va nellalto medioevo, in Chiusi Cristiana, ed. L. Martini, Chiusi 1997, 64-69.
la ricostruzione adottata nellultimo paragrafo del presente 12
Il giudizio estremamente severo sul ruolo storico dei Longobardi in Italia
articolo che delinea un quadro politico e sociale di Chiu- risale alla visione degli storici neoguelfi che si impose, noto, a partire dal
si in evoluzione, superando quella visione immobilistica 1822, con la pubblicazione del manzoniano Discorso di accompagnamento
allAdelchi. Per una contestualizzazione critica di questo trattato, che tan-
dello stesso che presupponeva unorigine antica della sede to ha influenzato la ricerca storica italiana, si veda A.M. Banti, Le invasio-
ducale. Essa fa propria inoltre quella visione della societ ni barbariche e le origini delle nazioni, in Immagini della nazione nellItalia
altomedievale in cui le fondazioni religiose private e le aree del Risorgimento, ed. A.M. Banti - R. Bizzocchi, Roma 2002 (Studi storici
Carocci, 14), 21-44.
di sepoltura occupano un posto di primo piano in quanto 13
Questa definizione di Chiusi in E. Repetti, Dizionario geografico fisi-
places of power, centri cio di rappresentanza del potere a co della Toscana, contenente la descrizione di tutti i luoghi del Granducato,
livello locale. Ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana, Firenze 1833, 713.
14
C. Cavedoni, Giunta al ragguaglio storico archeologico di due antichi ci-
miteri cristiani della citt di Chiusi, Memorie di Religione, di Morale e di
AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
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Letteratura, serie III, 16 (1854), 476-478, a p. 476 e C. Cavedoni, Di un di questa sepoltura si veda il paragrafo successivo e il gi citato Pazienza,
nuovo ambulacro scoperto nel Cimitero di S. Caterina presso Chiusi, Bullettino I Longobardi, 61-78.
Archeologico napoletano, n.s., 47 (1854), 161-163, a p. 161. Cavedoni, 32
G.F. Gamurrini, Scoperte di antichit in Chiusi e nel suo territorio,
molti anni dopo, circa le devastazioni da lui attribuite ai Vandali nel cimite- notizie degli Scavi di Antichit LXVIII (1890), 306-312, alle pp. 306-307.
ro di Santa Caterina, scriver, in risposta alle critiche mossegli dallo storico
Francesco Liverani: Vieppi forte mi riprende di aver attribuito ai Vandali
33
G. Brogi, Dei monumenti scoperti in Chiusi nellanno 1872, Relazione
la devastazione dellambulacro nuovo del Cimitero di S. Caterina; ma, del can. Giovanni Brogi letta nella seduta pubblica del 28 ottobre 1872,
per tacere daltro, io non feci che riportare fedelmente le parole di Mons. Atti e Memorie della Sezione Letteraria e di Storia Patria Municipale del-
Mazzetti, che forse us la voce vandali nel significato generale di devasta- la R. Accademia dei Rozzi di Siena, n.s., II (1877), 55-61, alle pp. 59-61.
tori (C. Cavedoni, Appendice al ragguaglio storico archeologico di due an- 34
Ibidem.
tichi cimiteri cristiani della citt di Chiusi, Opuscoli Religiosi, Letterari e 35
Paolucci, Documenti, 53.
Morali, serie seconda, VI (1865), 3-20, a p. 17). 36
P. Orsi, Di due crocette auree del museo di Bologna e di altre simili trova-
15
G.B. Pasquini, Relazione di un antico cimitero di cristiani in vicinanza te nellItalia superiore e centrale, Atti e Memorie della R. Deputazione di
della citt di Chiusi con le iscrizioni ivi trovate, Montepulciano 1833, 10-11. Storia Patria per le province di Romagna, terza serie, V (1887), 333-414.
16
C. La Rocca, Tesori terrestri, tesori celesti, in Tesori, Forme di accumula- 37
Die Goldblattkreuze des frhen Mittelalters, ed. H. von Wolfgang Hbener,
zione della ricchezza nellalto medioevo (secoli V-XI), ed. S. Gelichi - C. La Baden 1975. Per una sintesi delle principali posizioni degli archeologi sul
Rocca, Roma 2004 (Altomedioevo, 3), 123-141. significato e sulluso delle crocette auree si vedano O. von Hessen, Ancora
17
Le correnti archeologiche e storiografiche pi innovative hanno definitiva- sulle crocette in lamina doro, Quaderni Ticinesi di numismatica e Antichit
mente superato da un lato il concetto di archeologia etnica, tesa ad indivi- Classiche IV (1975), 283-293 e K.R. Brown, Five Langobardic gold sheet
duare tramite i resti archeologici un gruppo etnico, quello longobardo, che crosses in the Metropolitan Museum of Art: problems concerning gold sheet
si riteneva a torto perfettamente individuabile e dallaltro la visione etnica- crosses, The Antiquaries Journal LXI (1981), 311- 314.
mente bipartita dellalto medioevo europeo, tra popolazioni latine autocto- 38
G.P. Bognetti, Let longobarda, III, Milano 1967, 137-155. Per una
ne e stirpi germaniche. Per una sintetica panoramica su questi nuovi studi si valutazione critica delle teorie del Bognetti si veda La Rocca, Larcheologia,
veda lintroduzione di Il regno dei Longobardi in Italia, archeologia, societ e 200-207.
istituzioni, ed. S. Gasparri, Spoleto 2004 (Istituzioni e societ, 4), VII-XII e
sempre nello stesso volume laggiornamento bibliografico alle pagine 89-92.
39
Orsi, Di due crocette, 372-373.
18
Si sono recentemente occupati del lascito otto-novecentesco e della sua
40
Orsi, Di due crocette, 410.
influenza sulla ricerca contemporanea Patrick Geary e Bonnie Effros in P. 41
Per tutti questi temi si veda La Rocca, Uno specialismo, 26-31.
Geary, The Myth of Nations: the Medieval Origins of Europe, Princeton 2001 42
A Cividale ad esempio la necropoli longobarda sita in localit Cella, una
e B. Effros, Merovingian Mortuary Archaeology and the Making of the Early delle prime ad essere scavata nel 1822, fu scambiata inizialmente per un ci-
Middle Ages, Berkeley 2003 (The transformation of the classical heritage). mitero di guerra greco si veda I. Barbiera, E ai di remoti grande pur egli
19
C. La Rocca, Uno specialismo mancato. Esordi e fallimento dellarcheolo- il Forogiulio appare. Longobardi, storiografia e miti delle origini a Cividale
gia medievale italiana alla fine dellOttocento, Archeologia Medievale XX del Friuli, Archeologia Medievale XXV (1998), 345-357, a p. 350 , men-
(1993), 13-43 e Ead., Larcheologia e i Longobardi in Italia. Orientamenti, tre gli scavatori della necropoli di Testona ancora nel 1880 non erano in
metodi, linee di ricerca, in Il regno dei Longobardi in Italia, archeologia, societ grado di affermare con certezza che si trattasse di un cimitero longobardo,
e istituzioni, ed. S. Gasparri, Spoleto 2004 (Istituzioni e societ, 4), 174-200. si veda C. Calandra - E. Calandra, Di una necropoli barbarica scoperta
20
Per un quadro sintetico delle scoperte archeologiche di epoca longobarda a Testona, Atti della Societ di Archeologia e Belle Arti per la provincia di
a Chiusi si veda A. Melucco Vaccaro, I Longobardi in Italia, materiali e Torino IV (1880), 17-52, alle pp. 37-52.
problemi, Milano 1982, 110-111 e G. Paolucci, Appunti sulla topografia 43
Il Brogi acquist nel 1874 un umbone di scudo vendutogli per per un elmo,
di Chiusi nella tarda antichit e nellalto medioevo, in Chiusi Cristiana, ed. come apprendiamo da una sua lettere pubblicata in Pazienza, I Longobardi,
L. Martini, Chiusi 1997, 16-29. 77; mentre le placche auree dellimpugnatura di una spada, trovate allArcisa,
21
G. Paolucci, Documenti e memorie sulle antichit e il museo di Chiusi, furono per un certo periodo di tempo scambiate per le parti metalliche di
Pisa-Roma 2005 (Biblioteca di studi etruschi, 39), 48, nota 178. un guanto, poich la loro forma sembrava adattarsi perfettamente a quella
22
R. Bianchi Bandinelli, Clusium, ricerche archeologiche e topografiche delle dita, si veda T.S. Baxter, On some Lombardic gold ornaments found
su Chiusi e il suo territorio in et etrusca, Monumenti Antichi dei Lincei at Chiusi, The Archaeological Journal XXXIII (1876), 103-110, a p. 108.
XXX (1925), 211-520, alle pp. 238-39. 44
Sono le parole di un articolo di giornale uscito in occasione dellapertura
23
Lindividuazione di questarea sepolcrale si deve a G. Paolucci, Nuovi del nuovo Museo di Chiusi, in Paolucci, Documenti, 118.
materiali alto medievali dal territorio di Chiusi, Archeologia Medievale 45
Ad esempio, sul contributo che i ritrovamenti altomedievali offriro-
XII (1985), 695-700, alle pp. 697-698. no in Francia alla costruzione identitaria dei Francesi moderni si veda B.
24
Per la ricostruzione della storia di questa scoperta si veda A. Pazienza, I Effros, Memories of Early Medieval Past, Grave Artefacts in Nineteenth-
Longobardi nella Chiusi di Porsenna, nuove fonti per la necropoli dellArcisa, Century France and Early Twentieth-Century America, in Archaeologies
Archeologia Medievale XXXIII (2006), 61-78. of Remembrance, Death and Memory in Past Societies, ed. H. Williams,
new York 2003, 255-280. Sulla risemantizzazione dei reperti archeologici
25
E. Galli, Nuovi materiali barbarici dellItalia centrale, Memorie della nellOttocento si veda ancora B. Effros, A Century of Remembrance and
Pontificia Accademia di Archeologia VI (1942), 1-37. Amnesia in the Excavation, Display, and Interpretation of Early Medieval
26
A. Melucco Vaccaro, Mostra dei materiali della Tuscia Longobarda nel- Burial Artefacts, in Erinnerungskultur im Bestattungsritual, Archologisch-
le raccolte pubbliche toscane, Firenze 1971 (Cataloghi di mostre, 4), 32-33. Historisches Forum, unter Mitarbeit von Alexandra Nusser, ed. J. Jarnut -
27
G. Maetkze, Tombe longobarda e medievale di Chiusi, Archeologia M. Wemhoff, Mnchen 2003 (Mittelalterstudien des IEMAn, 3), 75-96.
Medievale XII (1985), 701-707. 46
Galli, Nuovi materiali, 1-37.
28
D. Levi, Rinvenimenti fortuiti e acquisiti, Rinvenimento di tombe bar- 47
Al proprietario del fondo infatti fu assegnato come premio di rinvenimento
bariche nellarea della caserma dei RR. Carabinieri, notizie degli Scavi di solamente il corredo della tomba numero sette, si veda G. Ciampoltrini,
Antichit XI (1933), 38-41. Le tombe 6-10 del sepolcreto longobardo di Chiusi-Arcisa, per un riesame dei
29
Uno spoglio del Bollettino dellIstituto di Corrispondenza Archeologica materiali, Archeologia Medievale XIII (1986), 555-562, a p. 555.
degli anni 1868-1876, periodo in cui le scoperte longobarde a Chiusi furo- 48
R. Balzani, Per le Antichit e le Belle Arti. La legge n. 364 del 20 giugno
no abbondanti e di una certa importanza, mostra la totale indifferenza nei 1909 e lItalia Giolittiana, Bologna 2003 (Dibattiti storici in parlamento, 2).
confronti di questi rinvenimenti, che non furono segnalati. 49
La corrispondenza di Francesco Gamurrini, custodita presso lArchivio
30
Sugli studiosi che si occuparono delle catacombe chiusine si vedano i gi Gamurrini di Arezzo, stata gi da me analizzata in Pazienza, I Longobardi,
citati Paolucci, La catacomba, 36-45 e Cipollone, La catacomba, 46-63. 61-78. Gli atti del processo Foscoli invece si trovano presso lArchivio di Stato
31
A. Fabretti, Secondo Supplemento alla Raccolta delle Antichissime di Siena, nel fondo Tribunale di Montepulciano, faldone 29, Cause penali
Iscrizioni Italiche, Roma-Torino-Firenze 1874, 17. Sulla storia della scoperta risolute con ordinanza della Camera di Consiglio o del Giudice Istruttore dal
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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numero 2681 al 2760, 1874, e sono documenti ancora inediti. Ogni suc- dei materiali si veda quanto scritto pi sotto.
cessivo riferimento ad essi sar indicato con labbreviazione ASS, TM, 29. 59
U. Rossi, Il Museo nazionale di Firenze nel triennio 1889-1891, Archivio
50
ASS, TM, 29, nel rapporto che apre il processo in data 11 febbraio 1874, Storico dellArte VI (1893), 1-24, alle pp. 22-23.
si legge: [] dopo essere stato assicurato dalla Commissione Archeologica 60
Effros, A century, 92-96.
di Chiusi che in un luogo detto lArcisa, posto presso questa citt, a poca 61
Paolucci, Documenti, 31.
distanza da porta Lavinia, non vi si erano mai stati ritrovati oggetti etruschi,
e se qualche avanzo di antichit vi si rinveniva apparteneva ad epoca pi re-
62
T.P.F. Hoving, The Game of Duplicity, The Metropolitan Museum of Art
cente e trattatasi solo di rovine di antiche fabbriche, Giuseppe Berlingozzi, Bullettin 26 (1968), 241-246.
agente di questo R. Istituto pattu con Pietro Foscoli e figli, braccianti e sca- 63
B. Effros, Art of Dark Ages, Showing Merovingian artefacts in North
vatori di Chiusi, di far scavare ad essi quelle fabbriche per estrarre delle pie- American public and private collections, Journal of the History of Collections,
tre da costruzione. La Commissione Archeologica fece quelle assicurazioni 17. (2005), 85-113, alle pp. 102-106.
al Berlingozzi perch uno dei membri della medesima gi autorizzato dal 64
Si accenna a queste analisi nel contributo di K.R. Brown, If Only the Dead
sottoscritto e col consenso del Ministro della Pubblica Istruzione in epoca Could Talk. An Update on the East German and Hunnish Jewelry Collections
anteriore aveva fatto fare delle ricerche in quello stesso luogo con lopera at the Metropolitan Museum of Art, in Ancient Jewelry and Archaeology, ed.
dei medesimi scavatori e non aveva rinvenuto che qualche sepolcro di po- A. Calinescu, Bloomington-Indianapolis 1996, 224-234, p. 224.
chissima importanza e di epoca medievale ed aveva desistito dalle ricerche. 65
Per quanto riguarda le caratteristiche dei materiali longobardi di nocera
51
ASS, TM, 29, il 16 Aprile del 1874 lAgente dei Beni del Conservatorio Umbra e Castel Trosino si veda G. Devoto, Tecniche orafe di et longobar-
di Santo Stefano, Giuseppe Berlingozzi, dinnanzi al Pretore di Chiusi dis- da, in LItalia centro settentrionale in et longobarda, ed. L. Paroli, Firenze
se: Sono Giuseppe Berlingozzi, qualificato come nellaltro mio esame di 1997 (Biblioteca di Archeologia medievale, 13), 275-283.
questo stesso giorno ed in conformit di quanto mi stato ingiunto in
quellesame stesso sono venuto per depositare gli oggetti ritrovati allArci-
66
Queste informazioni sono state ricavate dalla lettura della documenta-
sa. Il rapporto del Pretore continua con queste parole: ed in cos dire ci zione custodita presso il Medieval Department del Metropolitan Museum.
ha presentato una fibula di bronzo, due piccoli orecchini dargento in for- Si accenna ancora alle analisi e alla supposta modernit in L. Paroli, The
ma di cerchietti, una piccola moneta di argento almeno sembra, sei diversi Langobardic Finds and Archaeology of Central Italy, in From Attlia to
pezzi di bronzo in varie forme, ed un piccolissimo frammento di bronzo Charlemagne, Arts of the Medieval Period in The Metropolitan Museum of
che presenta una indoratura. Art, ed. K. Brown - D. Kidd - C.T. Little, new York 2000 (Metropolitan
Museum of Art Symposia, 1), 140-163, a p. 160, nota 22.
52
ASS, TM, 29, rapporto inviato alla Pretura di Chiusi in data 11 febbra-
io 1874.
67
Per la consistenza e la distribuzione cronologica dei fondi pergamenacei di
Lucca si veda W. Kurze, Lo storico e i fondi diplomatici medievali. Problemi
53
ASS, TM, 29. Sul frontespizio del fascicolo che contiene gli atti del processo di metodo-analisi storiche, in Monasteri e nobilt nel senese e nella Toscana
si legge: Procedimento penale contro Foscoli Pietro, del fu Giuseppe nato a medievale. Studi diplomatici, archeologici, genealogici, giuridici e sociali, ed.
Torrealpina di Chiusi, Foscoli Santi di Pietro, e Foscoli Gio.Batta di Pietro W. Kurze, Siena 1989, 1-22.
nati a Chiusi detenuti e Foscoli Giuseppe di Pietro e Foscoli Leopoldo nati
e domiciliati essi pure a Chiusi, tutti scavatori di oggetti etruschi. Imputati
68
F.M. Fiorentini, Memorie di Matilda la Gran Contessa Propugnacolo
di contravvenzione allammonizione cui furono assoggettati dalla Pretura di della Chiesa con le particolari notizie della sua vita e con lantica serie degli
Chiusi nei giorni 19 e 20 Luglio 1870 come dediti alla turbativa di possesso antenati. Da Francesco Maria Fiorentini restituita allorigine della patria luc-
e come sospetti in genere di furti di oggetti etruschi, e di frode a danno del chese, Lucca 1642. Per una breve biografia dello storico si veda M.P. Paoli,
R. Conservatorio a Santo Stefano in Chiusi. Data della querela o denuncia Fiorentini, Francesco Maria, in Dizionario biografico degli italiani XLVIII
12 Febbraio 1874. (1997), 145-148. In particolare si veda anche R. Manselli, Francesco Maria
Fiorentini, storico della Contessa Maltide, Atti e Memorie del II Convegno di
54
ASS, TM, 29, Rapporto di Angelo nardi Dei al Pretore di Chiusi in data studi matildici, Studi Matildici 16 (1971), 385-398.
18 Aprile 1874. 69
A.n. Cianelli, Dissertazioni sopra la Storia Lucchese, Memorie e do-
55
Troilo, La patria, 81-89. cumenti per servire allIstoria del Principato Lucchese I (1813), 26-53.
56
ASS, TM, 29. Il 22 luglio del 1874 il giudice istruttore di Montepulciano SullAccademia napoleone si veda E. Sestan, Origini delle societ di storia
inviava la richiesta di sequestro di alcuni reperti archeologici sui cui si inda- patria e loro posizione nel campo della cultura e degli studi, Annali dellI-
gava al Procuratore del Re presso la corte di appello di Firenze. Carlo Strozzi stituto storico italo-germanico in Trento 7 (1981), 21-50, alle pp. 27-28.
infatti aveva depositati tali oggetti nella vetrina degli ori del Museo Etrusco 70
Per le fonti e le vicende relative a Gregorio e Agiprando si veda S. Gasparri,
ed essi non potevano essere da l estratti senza autorizzazione del Ministero I duchi longobardi, Roma 1978 (Studi storici, 109), 46, 57, 80 e 94.
della Pubblica Istruzione. La risposta del Procuratore, in data 5 agosto, fu: 71
Cianelli, Dissertazioni, 49.
non appena mi pervenne dalla Signoria vostra il rapporto nel quale si chie-
deva lautorizzazione di asportare dal museo etrusco di questa citt alcuni
72
Le lettere di Giovanni Pasquini, oggi conservate presso la sezione mano-
oggetti appartenenti allepoca longobarda io mi affrettati a comunicarlo al scritti della Biblioteca nazionale di napoli, hanno la seguente segnatura
superiore ministero di Grazia e Giustizia perch fosse officiato in proposi- darchivio: Carte Troya, X. AA. 26 f. 49 (3-4).
to quello dellIstruzione Pubblica. Il guardasigilli del Ministero a sua volta 73
P.P. Pizzetti, Antichit Toscane ed in particolare della citt e contea di
rispose che essendo i reperti di un qualche valore e pregiati essi dovevano Chiusi nei secoli di mezzo, riunite ed ordinate da Pietro Paolo Pizzetti pre-
rimanere nel Museo e che eventuali perizie potevano essere effettuate nel te e dottore teologo, libro primo della parte prima. Dedicata all illustriss. e
Museo stesso con accesso del Giudice al medesimo. Proseguiva poi dicendo chiariss. sig. marchese Giuseppe Riccardi ciamberlano di sua cesarea maest,
che questo Ministero non vede pel momento di domandare a quello dellI- Siena 1778, 265-284.
struzione Pubblica lautorizzazione ad esportarli e nel caso della necessit di 74
Cianelli, Dissertazioni, 38-40. Oltre a Desiderio erano inseriti nella lista
altri atti che non possono eseguirsi in quello stabilimento questo Ministero dei duchi lucchesi altri personaggi, come ad esempio Ariulfo, che fu in realt
provveder allora perch gli oggetti di che si tratta siano trasportati altrove. duca di Spoleto, e Tasone, duca del Friuli, un Allovisino e un Varnefridi, un
57
ASS, TM, 29. La sentenza fu emanata il giorno 16 Ottobre del 1874. Ramingo, in realt gastaldo di Tuscania, e Walprando, abate di S. Michele
58
Tale dettagliata ricostruzione il frutto di una ricerca antiquaria a cui mi in Pugnano e poi vescovo di Lucca, che non rivest mai la carica ducale. La
dedico ormai da due anni, prima della quale non si sapeva con precisione tendenza a rinfoltire di figure fantastiche le liste di duchi longobardi tipica
n da dove i reperti provenissero le pi recenti pubblicazioni ad esem- della storiografia locale non solo in Toscana, si veda per questo tema A.A.
pio li assegnano erroneamente al sito di Castel Trosino n se fossero real- Settia, Vicenza di fronte ai Longobardi e ai Franchi, in Storia di Vicenza
mente autentici (Pazienza, I Longobardi, 61-78). nella documentazione II. Let medievale, ed. G. Cracco, Vicenza 1988, 1-24, alle pp. 1-7.
relativa ai reperti chiusini, oggi al Metropolitan Museum di new York, che 75
Sulla figura di Annio da Viterbo R. Weiss, Traccia per una biografia di
ho potuto consultare presso lArchivio del Department of Medieval Art Annio da Viterbo, Italia medievale e umanistica V (1962), 426-441 e sulla
and The Cloisters del museo, si trovano tracce di queste due controverse sua attivit di falsificatore M. Jones, Fake? The Art of Deception, London
questioni sulle quali intrattennero una corrispondenza, risalente agli anni 1990, 64-65. Per un inquadramento del periodo storico in cui Annio ag
novanta del secolo scorso, la studiosa italiana Lidia Paroli e lex-direttrice R. Weiss, La scoperta dellantichit classica nel Rinascimento, Padova 1989
del Dipartimento. In particolare sul problema della presunta falsificazione (Medioevo e umanesimo, 73), in particolare si parla di lui alle pagine 99,
AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
81

107, 111, 131-32, 138-39, 145-46, 179, 192 e 241. (Documenti di Archeologia, 6), 159-186, alle pp. 159-170.
76
Il decreto trascritto in R. Weiss, An unknown epigraphic tract by Annius 91
S. Gasparri, Il regno longobardo in Italia. Struttura e funzionamento di
of Viterbo, in Italian studies presented to E.R. Vincent, ed. C.P. Brand - K. uno stato altomedievale, in Il regno dei Longobardi in Italia, archeologia, socie-
Foster - U. Limentani, Cambridge 1962, 101-120. t e istituzioni, ed. S. Gasparri, Spoleto 2004 (Istituzioni e societ, 4), 1-88.
77
Sul dibattito che per secoli impegn gli studiosi intorno al falso Decreto 92
Levi, Ritrovamenti, 38-41.
di Desiderio si veda Weiss, An unknown, 119, nota 46 e E.W. Cochrane, 93
Vaccaro, Mostra, 37-38 e A. Melucco Vaccaro, Il restauro delle de-
Tradition and Enlightenment in Tuscan Academies 1690-1800, Roma 1961 corazioni ageminate multiple di Nocera Umbra e Castel Trosino: unoccasio-
(Storia e letteratura, 85), 172. ne per un riesame metodologico, Archeologia Medievale V (1978), 9-75,
78
I falsi infatti, una volta smascherati dalla critica, continuano a condurre alla pp. 21-23.
una vita propria, trasferendosi in quegli spazi sociali in cui ai processi di 94
Si occupata di questo tema C. La Rocca, Segni di distinzione. Dai cor-
rielaborazione del passato non sono richiesti n riferimenti a fonti n note redi funerari alle donazioni post obitum nel regno longobardo, in LItalia
a pi di pagine. Per questa e per altre riflessioni sui falsi si veda la presenta- centro settentrionale in et longobarda, ed. L. Paroli, Firenze 1997 (Biblioteca
zione del volume Le Carte dArborea, Falsi e Falsari nella Sardegna del XIX di Archeologia medievale, 13), 31-54, che mette in evidenza come gli og-
secolo, ed. L. Marrocu, Cagliari 1997 (Agor, 3), 17-21. getti di corredo provenienti dalle sepolture longobarde del VII secolo siano
79
G. Tabacco, Latinit e Germanesimo nella tradizione medievistica italia- gli stessi elencati nei testamenti scritti a partire dallVIII. La loro scomparsa
na, Rivista storica italiana CII (1990), 691-716, alle pp. 702-703. dalle sepolture dunque non indice dellavvenuta cristianizzazione del de-
80
E. Artifoni, Ideologia e memoria locale nella storiografia italiana sui funto ma dipende piuttosto dallo sviluppo e dalla diffusione di un nuovo
Longobardi, in Il futuro dei Longobardi, lItalia e la costruzione dellEuro- strumento di rappresentazione del potere, costituito dalla parola scritta. Gli
pa di Carlo Magno, ed. C. Bertelli - G.P. Brogiolo, Milano 2000, 219-227. oggetti un tempo deposti nelle sepolture ora vengono spezzati e donati ai
poveri, secondo quanto scritto nei testamenti pro anima, che stabiliscono
81
Ibidem. come debba essere compiuta la nuova cerimonia funeraria.
82
Pizzetti, Antichit, XVI. 95
O. von Hessen, Primo contributo alla archeologia longobarda in Toscana,
83
F. Liverani, Il ducato e le antichit longobarde e saliche di Chiusi descritte le necropoli, Firenze 1971 (Studi, XVIII), 11-33 e tavole 1-15 e O. von
da Monsignor Francesco Liverani, Siena 1875, 49-50. Hessen, Secondo contributo alla archeologia longobarda in Toscana, Reperti
84
la conquista di Chiusi non importa gi lo stabilimento subitaneo del du- isolati e di provenienza incerta, Firenze 1975 (Studi, XLI), 13-22 e 73-76.
cato egli scrive n ripugna che tra luna e laltra corressero molti anni ed 96
G. Maetzke, Nuove acquisizioni di et longobarda al museo archeologico di
anche un secolo. [] Una potenza nuova sempre vacillante e precaria ed Chiusi, Archeologia Medievale IV (1977), 297-299; G. Paolucci, Tomba
soverchio ed irragionevole di sottoporre a leggi inflessibili ed inesorabili Longobarda scoperta a Chiusi nel secolo scorso, Archeologia Medievale XI
di sistema le vicende pi remote e poste in balia di casi, tanto bizzarri e da (1984), 437-440; Paolucci, Nuovi materiali, 695-700; Maetzke, Tombe
noi conosciuti appena per isgembo di riflesso. [] Forse in questo periodo longobarde, 701-707; Ciampoltrini, Le tombe, 555-562.
Chiusi ebbe qualche cosa peggiore del ducato e pi malefica del duca lau- 97
Per una sintetica individuazione delle aree sepolcrali longobarde di Chiusi
tore si riferisce qui alla possibilit, avanzata da alcuni storici contemporanei, e dei materiali che da esse provengono si vedano i gi citati Vaccaro, I lon-
che Chiusi fosse rimasta in mano ai Bizantini fino alla comparsa di Gregorio gobardi, 110-111, e Paolucci, Appunti sulla topografia, 16-29.
ma la critica non licenza a concedergli n luno n laltra senza ragionevole 98
Un esempio di studio statistico di tipo moderno sui cimiteri longobardi
fondamento di documenti. Per questo egli stabiliva che il primo duca di
rappresentato dal fondamentale lavoro di L. Jrgensen, Castel Trosino and
Chiusi era stato Gregorio e il secondo Agiprando, i quali compaiono nelle
Nocera Umbra, A chronological and Social Analysis of Family Burial Practices
fonti allet di Liutprando quando si affacci una novella dinastia e quindi
in Lombard Italy (6th- 8th cent. A.D.), Acta Archaeologica 62 (1992), 1-58.
una nuova politica (Liverani, Il ducato, 83).
99
Analisi archeologiche che utilizzano i dati provenienti dalle sepolture per
85
Per un inquadramento generale delle vicende italiane di quegli anni, qui
ricostruire tempi e modi della conquista longobarda in Toscana sono in
sinteticamente riassunte, si veda T. noble, La Repubblica di San Pietro,
Kurze - Citter, La Toscana, 170-181 e C. Citter, I corredi funebri nel-
nascita dello Stato Pontificio (680-825), Genova 1998, 45-80. Come ha
la Toscana longobarda nel quadro delle vicende storiche-archeologiche del po-
sottolineato G. Ciampoltrini in Pulchrius ecce micat nitentes marmoris
polamento, in LItalia centro settentrionale in et longobarda, ed. L. Paroli,
decus Appunti sulla scultura det longobarda nella Toscana meridionale,
Firenze 1997 (Biblioteca di Archeologia medievale, 13), 185-211, alle pp.
Prospettiva 64 (1991), 43-48, a p. 45, anche il restauro della chiesa di
188 e 195, dove la limitatezza di sepolture con armi trovate nella regione,
Santa Mustiola, da parte del duca Gregorio, rientra in una politica di ri- ad esempio, messa in relazione alla possibilit che forse loccupazione mi-
cerca del consenso da inserire negli avvenimenti generali che interessaro- litare della Tuscia non dovette significare larrivo di molti soldati e che la
no tutta la penisola. pressoch totale assenza di armi in molti contesti e la generale modestia delle
86
Gasparri, I duchi, 26. necropoli finora scavate, fanno supporre, in assenza di nuovi dati, un tipo di
87
Ibidem. stanziamento per piccoli nuclei di Longobardi di alto rango.
88
Lassenza di notizie sulla storia pi antica di Chiusi longobarda rientra nella
100
S. Gasparri, La frontiera in Italia (sec. VI-VIII). Osservazioni su un tema
carenza generale di fonti scritte sulle modalit della penetrazione longobarda controverso, in Citt, castelli, campagne nei territori di frontiera, ed. G.P.
nellItalia centrale e meridionale. Il vuoto di informazioni dipende dal fatto Brogiolo, Mantova 1995 (Documenti di Archeologia, 6), 21-31.
che la sola fonte narrativa a disposizione degli storici, per altro tarda, sulle 101
Linterpretazione dei rituali funebri nellalto medioevo, ancora molto
origini della dominazione longobarda in Italia, la Historia Langobardorum disputata dagli storici e dagli archeologi, il frutto di un lungo dibattito.
di Paolo Diacono, ignora quasi completamente lItalia centrale e la Toscana, Sullimportanza delle deposizioni con corredo di armi e gioielli come mez-
probabilmente anche in seguito alla vicende personali dellautore che nella zi di consolidamento del potere di un gruppo famigliare si veda B. Effros,
sua vita non ebbe alcun particolare rapporto con questa zona. nel tentativo Caring for Body and Soul, Burial and the afterlife in the Merovingian World,
quindi di mettere a fuoco il processo attraverso il quale, nel corso del seco- University Park, Pa. 2002. In questo dibattito fondamentali sono stati gli ar-
lo precedente, si realizz la territorializzazione dellexercitus longobardo, gli ticoli di H. Hrke, Warrior graves? The background of the anglosaxon weapon
storici sono costretti a muoversi in una prospettiva fortemente congetturale. burial rite, Past and Present 126 (1990), 22-43 e W. Pohl, Conceptions
Per tutte queste considerazioni si veda S. Gasparri, Il ducato longobardo di of Etnicity in Early Medieval Studies, Archaeologia Polona 29 (1991), 39-
Spoleto. Istituzioni, poteri, gruppi dominanti, in Atti del 9 Congresso inter- 49 in cui sono sintetizzate le recenti acquisizioni sul concetto di gruppo
nazionale di Studi sullAlto Medioevo, Spoleto 1983, 77-122, alle pp. 77-79. etnico come entit n biologicamente n culturalmente omogenea, con la
89
Ibidem. conseguente impossibilit di individuare un oggetto o un gruppo di oggetti
etnicamente inequivocabili.
90
C.G. Mor, Alcuni problemi della Tuscia longobarda, in Atti del 5
Congresso Internazionale di Studi sullAlto Medioevo, Spoleto 1973, 49-60
102
A.A. Settia, Longobardi in Italia: necropoli altomedievali e ricerca stori-
e P.M. Conti, La Tuscia e i suoi ordinamenti territoriali nellAlto Medioevo, ca, in La storia dellaltomedioevo italiano (VI-X secolo) alla luce dellarcheo-
in Atti del 5 Congresso Internazionale di Studi sullAlto Medioevo, Spoleto logia, ed. R. Francovich - G. noy, Firenze 1994 (Biblioteca di Archeologia
1973, 61-116, a p. 100; W. Kurze - C. Citter, La Toscana, in Citt, ca- medievale, 11), 57-69.
stelli, campagne nei territori di frontiera, ed. G.P. Brogiolo, Mantova 1995 103
Su questi temi in Italia si veda soprattutto La Rocca, Segni, 31-54; C. La
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
82

Rocca, Donare, distribuire, spezzare. Pratiche di conservazione della memo- 115


La Rocca, Segni, 31-54. Il valore della redazione di documenti pro ani-
ria e dello status in Italia tra VIII e IX secolo, in Sepolture tra IV e VIII secolo, ma e post obitum e del ricorso alla scrittura che essi richiedono come atto di
ed. G.P. Brogiolo - G. Cantino Wataghin, Mantova 1998 (Documenti di affermazione di prestigio sociale nellAlto Medioevo alla base del recente
Archeologia, 13), 77-87; C. La Rocca, Tombe con corredi di armi, etnicit volume Sauver son me et se perptuer, transmission du patrimoine et mmoire
e prestigio sociale, in I Longobardi e la guerra. Da Alboino alla battaglia sulla au Haut Moyen ge, ed. F. Bougard - C. La Rocca - R. Le Jan, Roma 2005
Livenza (secoli VI-VIII), Roma 2004, 51-57. (Collection de lcole franaise de Rome, 351).
104
von Hessen, Primo contributo, 24-25 e Paroli, The Langobardic, 140-151. 116
Sono attestate ad esempio piccole necropoli di et merovingia che si rag-
105
Schneider, Gli ordinamenti, 19-24. gruppano nei pressi di megaliti preistorici, mentre nellalta valle del Tamigi
la coincidenza fra luoghi di sepoltura preistorici e romani/post-romani rag-
106
G. Tabacco, Arezzo, Siena Chiusi nellAlto Medioevo, in Atti del 5 Congresso giunge percentuali superiori al 60%. A questi temi stato dedicato il volu-
Internazionale di Studi sullAlto Medioevo, Spoleto 1973, 163-189, a p. 166. me Topographies of Power in the Early Middle Ages, ed. M. De Young - F.
107
Essa stata recentemente analizzata in Gasparri, Il regno longobardo, 5-16. Theuws - C. van Rhijn, Leiden-Boston-Kln 2001 (The transformation
108
Il documento darchivio relativo alla controversia senese-aretina qui ana- of the Roman world, 6). Qui in particolare si vedano lintroduzione di C.
lizzato pubblicato in L. Schiaparelli, Codice diplomatico longobardo I, Wickham, Topographies of Power: Introduction, 1-8 e i saggi di H. Hrke,
Roma 1929, abbreviato di seguito in CDL, I, 19. Cemetries as places of power, 9-30 e B. Effros, Monuments and Memories:
109
Schiaparelli, CDL, I, 19, alle pp. 70 e 74. repossessing ancient remains in Early Medieval Gaul, 93- 118.
110
Schiaparelli, CDL, I, 19, a p. 71.
117
Liverani, Il ducato, 26.
111
Questo gruppo armato di uomini senesi menzionato nel noto atto
118
Galli, Nuovi materiali, 4-5 e nota 8, in cui lautore scrive Il fatto di
di fondazione del monastero di SantEugenio da parte del gastaldo senese giacimenti anteriori nei luoghi delle necropoli barbariche non nuovo, n
Warnefrit (Schiaparelli, CDL, I, 50). insolito. Il Pasqui per nocera Umbra illustra i resti dellet neolitica, italica
e romana riscontrati nellarea delle tombe longobarde.
112
Schiaparelli, CDL, I, 19, alle pp. 70-71. Il passo per intero: Ego vero
fui tonsus in Roma, monasterium abui presso fines Clusinos; inde me tolle-
119
Effros, Memories, 256-257.
runt, et sagravit me Magnus episcupus de Sena, nam in ista basilica ordina- 120
Paolucci, Appunti sulla topografia, 29, nota 49.
vit me Ursus fundator. 121
Per Cividale, si veda Barbiera, E ai d remoti, 345-357; su Monza
113
La pi recente pubblicazione delle carte darchivio del territorio chiusino invece vedi gli articoli di giornale Per la tumulazione dei resti mortali della
nei volumi delle Chartae Latinae Antiquiores, XXIII -XXIV (Italy IV), ed. regina Teodolinda, di re Agilulfo e del figlio Adaloaldo, Il Cittadino. Rivista
A. Petrucci - J.O. Tjder, Dietikon-Zurich 1985, abbreviati in ChLA XXIII di Monza e del circondario 43.20 (15 maggio 1941); Per la traslazione delle
e XXIV. I documenti chiusini sono ChLA XXIII, 731, 732, 734, 735, 737, ceneri della regina Teodolinda e della sua famiglia, Il Cittadino. Rivista di
739, 741, 742, 743, 745, 746, 749, 750 e ChLA, XXIV, 751, 754, 757, 759, Monza e del circondario 43.21 (22 maggio 1941) e La traslazione dei resti
762. A questi si aggiungono il documento gi analizzato della controversia della regina Teodolinda, di re Agilulfo e di Adaloaldo, Il Cittadino. Rivista
Siena-Arezzo (Schiaparelli, CDL, I, 19) e tre documenti, due di Roselle, di Monza e del circondario 43.22 (29 maggio 1941)
uno di Sovana, in cui sono citati dei chiusini: ChLA, XXIII, 736, 747 e 748. 122
Jones, Fake?, 161-162. Esempi noti di falsificazioni sono quello delle
Si tratta di un numero ridotto di documenti, datati dal 735-36 al 789, esi- false crocette longobarde del museo di norinberga, si veda A. Lipinsky,
guo soprattutto rispetto alla quantit di carte pervenuteci per le altre due sedi Tre crocette bratteate auree nel Germanisches Museum di Norimberga,
ducali dellItalia centrale, Lucca e Spoleto, per le quali la ricchezza di fonti KOInnIA 5 (1981), 105-118, e quello del cosiddetto Lombard
permette di individuare agevolmente le persone, uomini darme ed ecclesia- Treasure, si veda D. Kidd, The Lombard Treasure 1930-1990, Jewellery
stici, che occupavano posti pi o meno elevati nella gerarchia dei poteri uf- Studies 4 (1990 ), 60-71.
ficiali. I documenti chiusini invece non testimoniano alcun abitante di ran- 123
Effros, Memories, 255-280.
go particolarmente elevato tra la popolazione cittadina. I funzionari regi pi
importanti di cui troviamo menzione sono due sculdasci (ChLA XXIII, 731,
124
Un esame tipologico accurato dei materiali chiusini in Paroli, The
alle pp. 7-9 e ChLA XXIII, 745, alle pp. 67-69), accanto a questi lavorano Langobardic, 140-152.
probabilmente nella curtis regia uno scarione e un actor (ChLA XXIII, 737, 125
Per questi confronti si vedano i commenti paleografici e diplomatici che
alle pp. 33-35 e ChLA XXIII, 739, alle pp. 42-43). Sono poi testimoniati un accompagnano i documenti chiusini nelledizione degli stessi indicata alla
centenario (ChLA XXIII, 731, alle pp. 7-9), un esercitale, residente per a nota n. 117.
Roselle (ChLA XXIII, 747, alle pp. 74-77 e ChLA XXIII, 748, alle pp. 78-81), 126
Mor, Alcuni problemi, 60.
un marisscalco, un acolitu ed un medicus (ChLA XXIII, 749, alle pp. 82-84 e
ChLA XXIII, 750, alle pp. 85-87). Limpressione generale che si ricava dalla
127
Un approccio trasversale di questo tipo in S. Gasparri, I testamenti
lettura delle fonti quella di una comunit di uomini liberi e piccoli posses- nellItalia settentrionale fra VIII e IX secolo e V. Lor, Disposizione di tipo
sori: le propriet vendute a Chiusi nellVIII secolo sono ridotti appezzamenti testamentario nelle pratiche sociali dellItalia meridionale, in Sauver son me
di terra, ceduti cum poma super se abentes, del valore modesto, variabile da un et se perptuer, transmission du patrimoine et mmoire au Haut Moyen ge,
minimo di un solido doro e un tremisse ad un massimo di un cavallo stima- ed. F. Bougard - C. La Rocca - R. Le Jan, Roma 2005 (Collection de lco-
to sette solidi doro. Un indizio del fatto che non ci troviamo in presenza di le franaise de Rome, 351), 97-113 e 131-157.
grandi fortune, del resto, si ricava dalla misurazione stessa della terra, fatta in 128
Vedi la citazione di nota n. 116.
piedi ed once, mentre lo iugero non mai utilizzato.
114
Si veda a questo proposito il paragrafo precedente.

Chiusi, panorama da est.


AnnAMARIA PAZIEnZA - CHIUSI LOnGOBARDA: AnTIQUARI, STORICI E ARCHEOLOGI TR A IDEOLOGIE E MEMORIE LOCALI nEL XIX E XX SECO-
83
LE ISTITUZIONI CIVILI E RELIGIOSE A CHIUSI (SECOLI V-VIII)

Mario Marrocchi

Premessa ricezione in ambito locale6 sempre stato preminente lin-


teresse archeologico classico, sostenuto anche dai legami ad
Il presente contributo intende sviluppare, nei limiti con- unindustriosa attivit di scavi7. Rimane il fatto che la ricer-
cessi dalla sede, un tema di centrale importanza nella storia ca su Chiusi medievale sia resa oggettivamente difficoltosa
di Chiusi, cio quello delle sue vicende istituzionali alto- dalla scarsit di fonti prodotte e conservate in sedi interne
medievali1. alla citt8, anche per il tardo medioevo, dalla collocazione
Se rimangono un tesoro ancora da valorizzare a pieno le marginale rispetto ai temi storiografici9 e direi soprattutto
fonti materiali per larcheologia, per la storia dellarte e per dallingombrante esito della parabola di Chiusi medievale,
larchitettura, cos come meritano sviluppi le indagini agio- con un declino, certamente, molto netto ma anche ulterior-
grafiche e linguistiche2 in questultimo caso, per, con la mente aggravato dalla fama letteraria dantesca che ha con-
necessit o di estendere la base documentaria al territorio tribuito a generare dei veri e propri miti, delle distorsioni
e, in particolare, a quella zona fortemente atipica che il della realt dure da sradicare dallimmaginario collettivo10.
Monte Amiata, con il centro di produzione e conservazione
di S. Salvatore3, o di procedere con metodo retrospettivo,
partendo dai caratteri della lingua parlata odierna, come 1. La genesi del ducato longobardo di Chiusi
propone in questa sede la curatrice del volume noto
che Chiusi sia estremamente povera di documentazione e Chiusi fu uno dei tre ducati longobardi toscani, con Lucca
che si debba aspettare almeno il secolo XII per cominciare a e con Firenze. Gi da questa semplice osservazione risulta
vedere una peraltro non massiccia crescita di fonti per studi evidente quanto sia rilevante laspetto istituzionale per la
economici, sociali, demografici4. storia di questo centro urbano. Per cogliere la genesi di tale
Il tema istituzionale , invece, lunico di interesse storiografi- profilo utile retrocedere pi indietro nel tempo, cos come,
co altomedievale per Chiusi affrontabile tramite le sole fonti per completare il quadro anche strettamente relativo alla fase
scritte. Di tale opportunit si chiaramente accorta da tem- longobarda, ci si dovr spingere un po oltre con un paio
po la storiografia: al di l dellerudizione settecentesca, rap- di sondaggi, verso il periodo carolingio e post-carolingio11.
presentata in particolare da Pietro Paolo Pizzetti, si possono Come mostrano gli antichisti con sempre maggior quantit
ricordare illustri nomi di storici che si sono misurati con la di dati, tra le direttrici economiche e commerciali preminenti
dimensione istituzionale di Chiusi: Giulio Carlo Mor, Pier per Chiusi, fin dallorientalizzante, vi erano quelle rivolte
Maria Conti, Giovanni Tabacco, Stefano Gasparri, Amleto verso sud, sfruttando la navigabilit del Clanis e il sistema
Spicciani, Wilhelm Kurze, Vittorio Burattini si sono occu- viario lungo le valli, pur non mancando, ovvio, legami e
pati di specifici aspetti delle vicende istituzionali chiusine5. contatti con altri centri posti a settentrione, con Cortona e
Affascinante e dotato di una discreta base documentaria, il fino a Bologna12. Tale situazione favor i rapporti con Roma,
tema per rimasto sottoesposto, come del resto tutta la tramite il percorso Chiana-Paglia-Tevere, al crescere di im-
storia di Chiusi non attinente alla fase etrusca; anche nella portanza di tale citt. Una volta inserita definitivamente nel
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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sistema romano, Chiusi, con la sua facilit di collegamen- favor, a mio avviso, la permanenza delle funzioni ammi-
to, sebbene un po pi distante rispetto ad altri centri, pot nistrative e istituzionali a Chiusi: grazie al fatto di trovar-
mantenere uno stretto rapporto con lUrbe13. si lungo la gi menzionata direttrice viaria e fluviale e di
Entrando nella fase di svolta tra tarda antichit e alto me- essere in un luogo di altura, sebbene non eccessiva, ben
dioevo, troviamo un piccolo indizio dal secolo V del perma- difendibile, Chiusi rimaneva un presidio importante nella
nere di un buon rapporto tra Roma e Chiusi: il riferimento direttrice della Cassia che, come sappiamo da Cicerone,
a un passo del Liber pontificalis, dal quale sappiamo che era considerata in antico una delle tre possibili strade per
la basilica romana dedicata ai martiri Gervasio e Protasio, andare da Roma verso nord, insieme con lAurelia in
oggi S. Vitale, aveva ricevuto in donazione da una certa tale fase meno importante perch la direttrice di transito
Vestina numerosi beni posti in citt e in diversi territori di per Bizantini, Goti e, pi tardi, Longobardi, non era cos
altri centri intorno Roma: alcuni lungo la via Clodia, altri spostata a occidente e verso il mare e la Flaminia, che fu
in territorio di Fondi e di Cassino e, infine, due in territo- anchessa, invece, oggetto di attenzione da parte dei diversi
rio di Chiusi14 che troviamo dunque a fianco di altre zone poteri e che conobbe uno sdoppiamento con la crescita di
gravitanti su Roma su un piano socio-economico. importanza dellAmerina18.
Il legame istituzionale con Roma era stato per gi intaccato non a caso Chiusi torna a pi riprese negli scontri tra lele-
nella tarda antichit, quando gli imperatori, nel tentativo mento goto e quello bizantino, ed proprio in tale fase,
di garantire una funzionalit amministrativa allUrbe, ri- cos strettamente legata appunto alle vicende di Roma, che
tagliavano intorno ad essa un territorio autonomo, lurbi- il ruolo istituzionale di Chiusi alto-medioevale prese corpo.
ca diocesis di Marco Aurelio, con il limite delle 100 miglia Procopio racconta che, dopo la riconquista di Roma da
individuato da Partsch alla fine dellOttocento. Chiusi, a parte di Belisario, alla fine del 536, Vitige mosse contro il
102 miglia da Roma, rimaneva di pochissimo fuori da tale comandante supremo bizantino, che aveva intanto ricon-
circoscrizione. Poich tale distrettuazione doveva rispondere quistato narni, Spoleto e Perugia e, forse, altri centri lungo
allo scopo di organizzare intorno alla capitale dellimpero la Flaminia, per cercare di riprendere Roma. Ma, dopo aver
un territorio che fosse ad essa coerente, pur evidenziando assediato vanamente la citt per un anno, il comandante
che non si debba e non si possa dare eccessiva importanza goto doveva accorrere a Ravenna, che rischiava di cadere
a tale confine, esso ci offre unindicazione interessante circa anchessa in mano bizantina. Muovendo verso nord, lasciava
lestensione dellarea in cui ragionevolmente gli imperatori ben mille uomini a Chiusi, con a capo Gibimero, altret-
potevano sperare di riuscire a far svolgere a Roma le funzio- tanti a Orvieto, comandati da Albila, e 400 a Todi sotto
ni centrifughe e centripete proprie di un centro cittadino. Uligisalo19. Tali centri dovevano dunque divenire roccaforti
nella realt, per, che fossero al di qua o al di l del limi- gote lungo i percorsi tra Roma e il nord: anche la quantit
te delle 100 miglia, tutte le citt della fascia tirrenica tra di uomini lasciata a Chiusi di una certa rilevanza, con-
odierno alto Lazio e Toscana meridionale conobbero tra siderando che era la pi alta nella zona, superata solo dai
tarda antichit e alto medioevo una fase di decadimento. contingenti rimasti di stanza in unaltra area, quella delle
Ci che distingue Chiusi, avvicinando il nostro tema, che odierne Marche settentrionali, con 2000 uomini a Urbino
tale centro continu a svolgere un ruolo cittadino per tutto e ben 4000 a Osimo20. Poco dopo, per, nel 539, Belisario
lalto medioevo, sebbene con tutte le limitazioni del tempo, muoveva da Roma con suoi uomini per preparare un assedio
mentre per molti altri centri tale degradazione signific la di Todi e di Chiusi che si rivel addirittura non necessario:
perdita delle funzioni amministrative e istituzionali, in par- alla vista dei Bizantini, i presidi lasciati da Vitige, anzich
ticolare quelle episcopali, traslate ad altre sedi: il caso di combattere, preferirono trattare una resa che risparmiasse
Tarquinia, con lo sviluppo alternativo di Corneto, oltre che loro stessi e le citt21. Lanno successivo, era Totila a rigua-
con il passaggio del ruolo episcopale alla vicina Tuscania; dagnare ai Goti Chiusi e a porre sotto assedio Perugia22.
di Statonia che vedeva subentrare Sovana, di Vulci cui si Le esplicite attestazioni di manovre militari intorno a Chiusi
sostituiva Castro15, di Bolsena in alternanza con Orvieto, di rimarcano il ruolo che la citt andava ad assumere, quello
Ferento/Bomarzo, Forum Clodii/Monterano, Faleri/Civita di baluardo lungo il percorso della Cassia per laccesso a
Castellana e, pi tardi, di Populonia soppiantata da Massa Roma da settentrione: va sottolineato che, oltre Chiusi, tra
e, ancora, di Roselle e la graduale crescita di Grosseto16. i centri che fecero in seguito parte della marca di Tuscia,
Chiusi, invece, non si vide sottrarre il ruolo istituzionale solo Fiesole ospit un presidio militare ostrogoto23.
in modo esplicito e formalmente definito da nessun altro nella stessa fase emerge limportanza e la contiguit di un
centro, nemmeno in una fase successiva a quella qui tratta- altro percorso, quello della Flaminia che, sebbene distante,
ta, sebbene sembri che il suo vescovo risiedesse almeno in influ anchessa sulle sorti chiusine. Un momento impor-
alcuni periodi altrove e che, nei secoli del dominio signo- tante doveva infatti essere la riconquista da parte di Totila
rile, fossero alcuni centri di castello a divenire i principali di Perugia, intorno al 548 o 549, citt collegata a Chiusi
punti di riferimento sul territorio, in particolare Sarteano, con una strada trasversale che univa anche il percorso della
Chianciano e, al di l della Val di Chiana, Castrum Plebis17. Flaminia e dellAmerina, di cui si gi detto a quello
Anche per lalto medioevo fu il rapporto con Roma che della Cassia, tanto che, in rapporto a tale direttrice, che
MARIO MARROCCHI LE ISTITUZIOnI CIVILI E RELIGIOSE A CHIUSI (SECOLI V-VIII)
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proseguiva verso lAdriatico, non si deve trascurare il ruo- ai Bizantini di Perugia, snodo fondamentale dellItalia cen-
lo svolto da Chiusi di nodo tra due direttrici viarie, quella trale30, dopo la parentesi di controllo longobardo e i noti
nord-sud sulla Cassia e appunto quella est-ovest, con uno fatti che coinvolsero Agilulfo, lesarca Romanos e il duca
stretto legame, per questultima, con Perugia: un percor- Maurisione: ci segn la definitiva acquisizione da parte di
so che univa la costa tirrenica a quella adriatica e rispetto Chiusi del ruolo di coordinamento dei Longobardi della
al quale Chiusi rivestiva certo un importante ruolo per la Tuscia meridionale31.
posizione che ricopriva nella parte interna del medesimo24. a questo momento che si datano il consolidamento di
I convulsi decenni centrali del secolo VI furono dunque Perugia nellarea bizantina e, dunque, in quella di influenza
molto importanti per Chiusi: una fase che si chiudeva romana e laltrettanto incontrovertibile distacco di Chiusi
quando narsete, nuovo condottiero bizantino, sferrava un dalla sfera amministrativa dellUrbe: prima del 600 co-
forte attacco che si concludeva con la definitiva sconfitta munemente accettato che sia stato istituito a Chiusi un
di Totila nel 552, presso Gualdo Tadino. ducato longobardo in piena autonomia mentre, per i de-
cenni precedenti, stato da alcuni supposto che la presenza
nellultima fase dello scontro con i Goti, i Bizantini in- longobarda a Chiusi, pur avendo effettivamente luogo in
trodussero, accanto alle tradizionali truppe mercenarie di filiazione da Perugia, fosse limitata ad una presenza etnica e
Gepidi, Eruli e Unni, alcuni contingenti di Longobardi non istituzionale32; cos come altri hanno pensato a una fase
che si trovarono cos ad agire sulla penisola italiana alcuni di alterni passaggi istituzionali sotto Bizantini e Longobardi
anni prima della spedizione guidata da Alboino. Quando nei decenni conclusivi del secolo VI33. Se probabile che
giunse in massa il loro popolo, tali contingenti oscillarono non si potr giungere a conclusioni certe per la scarsit di
tra la fedelt ai Bizantini e il riaccostamento agli altri Lon- informazioni, plausibile ipotizzare un legame istituzionale
gobardi: unambiguit che veniva ad essere particolarmente tra i due centri preceduto da uno di altra natura, militare
evidente nellItalia centrale, dove appunto lo scontro tra e culturale34, durante le vicende della guerra greco-gotica e
Longobardi e Bizantini si accendeva a pi riprese25; ed quelle immediatamente successive35.
centrale per comprendere il ruolo istituzionale di Chiusi, Tale ricostruzione dellanomala genesi del ducato chiusino
grazie ad una interessante ricostruzione del Mor, che les- spiega una delle prime ragioni del successo istituzionale del
se appunto il fondamentale ruolo di tale situazione per la centro, importante per i Longobardi in virt dei rilevanti
fondazione del ducato a Chiusi. In un intervento del 1973, trascorsi come centro strategico militare nei conflitti tra
incentrato sulla genesi istituzionale civile di Chiusi, Mor Goti e Bizantini e quale luogo di insediamento di Longo-
indic una traccia secondo la quale sarebbe da attribuire bardi bene a conoscenza di usi e costumi di quei Bizantini
proprio a tali contingenti loccupazione longobarda di Chiu- con cui si dovevano comunque tenere rapporti36; un profi-
si e la stessa fondazione del ducato: una genesi, pertanto, lo, per, la cui genesi peculiare, legata allessere posta lungo
difforme da quella delloccupazione di gran parte del resto un percorso strategico per raggiungere Roma, di confine
della Tuscia, o meglio di quella porzione sostanzialmente tra territori Longobardi e Bizantini, fin presto per portare
gravitante su Lucca e sulla quale si and strutturando, nei anche fattori non positivi per la crescita della citt, come
secoli, la marca di Tuscia e lo stesso profilo della Toscana si vedr di seguito.
moderna. Il Mor rimarcava infatti lesistenza del ducato
a Chiusi quale isola ducale, fra terre che o non lo sono,
pur appartenendo al medesimo ordinamento giuridico il 2. Duchi e vescovi a Chiusi tra i secoli VI e VIII
langobardo (...) o sono terre nemiche26. Cos Mor avan-
zava lipotesi che il ducato di Chiusi fosse nato come una Il carattere originario del ducato di Chiusi fu dunque quello
filiazione di quello della vicina Perugia, unita a Chiusi dal di ponte tra la Tuscia longobarda e le terre bizantine-romane:
percorso viario cui si appena accennato27. Tali indicazio- un carattere che rimase nel tempo e che evolse, nei secoli
ni trovavano poi un rafforzamento nello studio dei corredi alto-medievali, nel pi ampio contesto di quella fascia di
funerari chiusini, avvicinabili a quelli di nocera Umbra e territorio sulla quale la nuova autorit preminente romana, i
Castel Trosino, altre aree, cio, di insediamenti di Longo- pontefici cattolici, a pi riprese entr in rapporto, non solo
bardi bizantini, come venivano chiamati dallautore per- nellattivit pastorale e comunque istituzionale relativa alle
ch allorigine formanti reparti dellesercito bizantino28: funzioni spirituali ma anche, in determinate fasi, con un
appunto quei gruppi introdotti da narsete nelle fasi finali tentativo di controllo territoriale e temporale37.
della guerra greco-gotica. Una differenziazione tra i Lon- Circa le funzioni pastorali e il ruolo di coordinamento di
gobardi di Chiusi e quelli di Spoleto, che assunsero presto esse nellarea, si sono conservate alcune lettere dallepisto-
un atteggiamento di indipendenza, fu dovuta, sempre se- lario di Gregorio Magno degli anni tra la fine del secolo
condo Mor, allintervento di Agilulfo che riport i primi VI e gli inizi del VII che ci mostrano come il vescovo di
in un legame pi stretto con il Regno29; ipotesi che sem- Chiusi fosse in stretto contatto con quelli di Bagnoregio e
brerebbe anche riconsolidata, sebbene forse da rivedere su di Perugia, cio di due episcopati confinanti ma rimasti in
alcuni aspetti cronologici pensando al definitivo passaggio territorio bizantino-romano: appena il caso di rimarcare
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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come tali contatti siano sovrapponibili con quanto appe- ricorder solo che il duca Gregorio nominato nelle tavole
na scritto sulla genesi del ducato chiusino. Il vescovo in stato identificato con un nipote di Liutprando promosso nel
questione, Ecclesio, godeva di una solida fiducia da par- 732 a duca di Benevento.
te del papa che gli affidava alcuni delicati ruoli fuori dalla Sono state avanzate le pi disparate ipotesi su tale duca,
propria diocesi a partire dallelezione del primo vescovo di diametralmente opposte: Schiaparelli, proponendo la let-
Bagnoregio38; il compito veniva celermente portato a buon tura Gregorio gl(oriosi) doci in un documento pisano, ha
compimento, tra il giugno prima lettera e il settembre avanzato il dubbio che il Gregorio citato nelle epigrafi di S.
del 600, quando una seconda lettera ci informa che il papa Mustiola non esercitasse la propria autorit a Chiusi; Fedor
mandava in dono a Ecclesio un cavallo e gli affidava un altro Schneider propose invece che Chiusi controllasse amministra-
incarico di visitazione di chiese, da svolgere sine labore, tivamente in tale fase Pisa, trovando ulteriore forza per tale
ut hi qui illic Deo propitio baptizantur inconsignati non ipotesi nei fines pisanas attestati per definire un territorio
debeant remanere39. Unaltra lettera del 604 ci fa sapere sotto il controllo di Chiusi noto tramite la documentazione
che Ecclesio riceveva dal papa un mantello contro il freddo, relativa alla lite tra Arezzo e Siena43. Si tratta di vicende per
inviatogli tramite il vescovo di Perugia: ulteriore segno degli le quali lestrema scarsit di solide basi documentarie impone
stretti rapporti tra i due centri, che scavalcavano anche i li- prudenza, ma certo sembra ragionevole ritenere pi propria a
miti istituzionali40. Sebbene fosse stimato e attivo, Ecclesio un duca locale la menzione in una lapide commemorativa di
aveva bisogno di aiuti materiali anche per la vita quotidia- unopera di valore identitario e sacro come la ristrutturazione
na: un difficile stato economico che appare quello tipico di una chiesa, forse la ecclesia mater44, di una citt.
di tale periodo per gli episcopati di recente inserimento in E se lintreccio con Pisa davvero troppo oscuro per giun-
territori longobardi. gere a conclusioni certe, linteresse di Liutprando per Chiusi
non abbiamo elementi per supporre che Chiusi conoscesse, trova un rafforzamento in un altro documento. La fonte in
nel suo insieme, una considerevole crescita economica, una questione riporta ancora una volta alle spinte romano-papali
vivacit demografica e uno sviluppo urbano nei decenni verso la Tuscia e alle reazioni delle istituzioni longobarde di
successivi alle vicende esposte: ma inutile ricordare la fronte a tali pressioni. Infatti, la biografia di papa Zaccaria
estrema povert di documentazione tipica del secolo VII del Liber pontificalis ci presenta il duca Agiprando di Chiusi,
per molti territori peninsulari. Tuttavia, dopo la fase di del quale si specifica fosse nipote di Liutprando, nella scorta
importanti manovre militari della seconda met del secolo assegnata a papa Zaccaria per il recupero di alcune citt di
VI, sembra che Chiusi rimanesse sostanzialmente isolata area umbro-laziale sottratte alla Chiesa dai Longobardi:
nella nascente Tuscia longobarda e che a tale epoca vadano Amelia, Orte, Bomarzo e Blera45. nella fonte, per definire il
ascritte rivalit con Siena: a tale considerazione ci spinge rapporto che legava Agiprando e gli altri personaggi longo-
il ruolo assunto dalla citt nel quadro delle fonti relative bardi al papa viene utilizzato il termine obsequium: que-
al confronto acceso tra Arezzo e Siena per il controllo di sto rimanda a un istituto tipico delle leggi longobarde ed
una fascia territoriale determinata da una serie di pievi, sinonimo di servitium, un dovere da prestare in virt di un
alcune delle quali anche assai prossime alla citt chiani- rapporto che potremmo definire, con tutta lapprossimazione
na. Chiusi ampliava un po il suo territorio in unarea di del caso, del tipo di quelli pi tardi vassallatici46. Cogliere in
estrema importanza, quella tra Montalcino e S. Antimo, profondit il significato di tale azione non semplice, tanto
che controllava il percorso per raggiungere i possessi sulla pi perch la politica tra Zaccaria e Liutprando ebbe un ben
costa tirrenica, su quella direttrice est-ovest cui si gi fatto scarso seguito47; sembra per lecito ritenere che la presenza
cenno41. Per il resto, il secolo VII chiusino terribilmente dei funzionari di confine desse quanto meno il segno della
silente sul piano documentario: solo possibile includere volont regia di rispetto dei diritti papali da parte dei territori
qualche nome nella cronotassi dei vescovi. Si tratta, inoltre, longobardi contermini, se non anche un qualche abbozzo
di indicazioni di scarso spessore critico, poich desumibili per ulteriori accordi, ponendo Agiprando e gli altri in una
dalla partecipazione a concili42, senza alcun elemento utile posizione di rispettoso vincolo personale verso Zaccaria: una
a ulteriori approfondimenti; sul fronte di duchi chiusini, posizione che Liutprando potrebbe aver accettato il Liber
il silenzio delle fonti poi totale. pontificalis fonte da utilizzare con prudenza solo appli-
Le vicende istituzionali chiusine tornano invece ad essere di candola a persone di sua piena fiducia: allargando la nostra
grande interesse addentrandosi nel secolo VIII. Fin dai pri- riflessione, si rammenti quanto avvenuto sotto il pontificato
mi decenni del secolo, infatti, abbiamo diversi momenti ab- di Gregorio III, che aveva invocato i vescovi longobardi di
bastanza bene illuminati. Un primo nodo tra la fine degli Tuscia contro il re Liutprando48. Cos, anche tornando alla
anni Venti e gli inizi degli anni Trenta del secolo ed parti- precedente menzione di un altro parente di Liutprando a
colarmente noto grazie alle famosi iscrizioni provenienti da duca di Chiusi, possiamo ritenere ci non tanto indizio di
S. Mustiola, di cui Valeria Cipollone si occupa nuovamente una particolare rilevanza della citt, quanto della necessit,
in questo stesso volume, aggiornando i numerosi studi su di nei decenni centrali del secolo VIII, di porla sotto una par-
esse compiuti in passato. Tralasciando, dunque, ogni even- ticolare attenzione e sorveglianza da parte del re: se da una
tuale analisi di tali fonti e concentrandomi su quelle scritte, parte cera da mantenere buoni rapporti con il pontefice ro-
MARIO MARROCCHI LE ISTITUZIOnI CIVILI E RELIGIOSE A CHIUSI (SECOLI V-VIII)
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mano, dallaltra si doveva evitare, in una citt cos prossima che in relazione alla gestione della struttura urbana, come
a Roma, una troppo stretta alleanza che si sarebbe potuta testimonierebbe la presenza di un curator civitatis, carica
pericolosamente volgere a favore delle pretese che il potere attestata in altri centri urbani anche della stessa Tuscia; il
papale andava ad avanzare. riferimento a quellAduald che compare come testimo-
ne in una pergamena amiatina del 77152; inoltre, il fondo
Prima di tornare ad un altro nodo documentario utile a amiatino ci d ulteriori cenni, sebbene non abbondantissi-
misurare quanto listituzione ducale chiusina sia stata ne- mi, circa una fase di un qualche dinamismo economico e
vralgica nei rapporti tra i re longobardi prima ma anche sociale53. Significativa anche la presenza di un funzionario
franchi in seguito e i papi, dobbiamo qui notare, ancora in pubblico, quel Guntifrido exercitalis che, da una lettera di
relazione allanomala genesi istituzionale del ducato chiusi- Adriano I, sembra divenisse gasindo nella riorganizzazione
no, che unimportante iniziativa sovraterritoriale in atto nei di Carlo Magno e su cui si torner subito oltre54 perch
decenni del secolo VIII da parte dei Longobardi assunse un parte di un ganglio documentario di estremo interesse che
significato pesantemente negativo per Chiusi. Si tratta della indica, ancora una volta, la centralit di Chiusi nei rappor-
promozione della nuova direttrice viaria che dal nord della ti tra papato e regno, ora non pi longobardo e gi franco.
Toscana e non solo: anche della penisola e, con il tempo, A Chiusi, infatti, come in molti altri centri, sembra che
del continente raggiungeva Roma. Si tratta della strada Carlo Magno avesse inizialmente provato un inserimen-
poi detta Francigena, assai nota per i numerosi studi che le to morbido, non sconvolgendo gli assetti istituzionali e
sono stati dedicati nel corso degli ultimi decenni: tale strada nemmeno procedendo a un cambiamento dei funzionari:
partiva, in territorio toscano, dal Monte Bardone, il passo sono due i duchi longobardi attestati a Chiusi tra il 775 e
che solo con il secolo VIII veniva promosso dai Longobardi il 77655, noti attraverso alcune lettere di Adriano I a Carlo
per il collegamento Pavia-Lucca e dunque Austria/neustria e che li mostrano in una dimensione che supera il carattere
Tuscia, come mostrato puntualmente da Kurze49. Il percorso locale, in contrasto con gli interessi del papa e del re fran-
sarebbe cresciuto nei decenni, favorendo anche lo sviluppo co. nella prima lettera, della fine del 775, il duca Regim-
di nuovi centri, ad esempio Siena, ma portando al declino baldo viene infatti presentato come uno dei protagonisti
i vecchi itinerari, ad esempio il passaggio antico per la To- di un tentativo di ripristino del regno longobardo ad opera
scana di Forlimpopoli-Citt di Castello, oppure la Cassia e di alcuni duchi. Antonio Falce, nel suo datato ma prezioso
Chiusi stessa. Il colpo di grazia, o meglio una decisione isti- studio sulla formazione delle marca di Tuscia, present in
tuzionale determinante per il declino di Chiusi dallo stesso dettaglio gli argomenti per ritenere verosimile il timore per
interno del suo territorio, sebbene ineccepibile dal punto tale congiura, al di l di una certa enfasi partigiana nelle
di vista sovra-locale, era quella di dotare la Francigena di parole del pontefice56. Per quanto riguarda Chiusi, oltre al
punti di riferimento utili allassistenza lungo la strada. nel coinvolgimento del duca quale personalit coinvolta nella
tratto di strada in territorio chiusino fu il monastero regio vicenda, la posizione ai margini dei territori sui quali Roma
di S. Salvatore al Monte Amiata a svolgere tale ruolo50. I estendeva il suo controllo, pi volte rimarcata, poteva por-
suoi fondatori erano membri di una eminente famiglia du- tare a far assumere un significato anche locale al contrasto;
cale friulana, bene inseriti nelle dinamiche socio-politiche inoltre, sia Regimbaldo, sia il futuro duca Raginaldo, sem-
del Regno. nel corso dellultimo quarto del secolo VIII bra godessero di appoggi, forse per radicamento famigliare,
prendeva lavvio la crescita di S. Salvatore, e ne sono segno nelle non distanti terre di Citt di Castello57. La ribellione
i documenti che Kurze ha valorizzato nel corso della sua at- in questione poteva allora assumere per il pontefice un ul-
tivit scientifica, lunica base solida per conoscere la storia teriore significato negativo poich ad essere sollevate erano
della Toscana meridionale nellalto medioevo. Larea amia- anche questioni territoriali che toccavano Roma da vici-
tina assumeva cos una nuova importanza, anche perch, no: nel caso di Chiusi, sappiamo che le aspirazioni papali
proprio a nord della montagna, passava un altro percorso continuarono ad essere a lungo coltivate, mentre Citt di
che portava alla costa tirrenica. Su di esso Chiusi tentava di Castello gi era e sarebbe rimasta nella porzione territoriale
esercitare un controllo, per un periodo anche con successo, pontificia. Sappiamo da altre fonti che il disegno dei du-
come abbiamo gi visto51. chi naufrag; tuttavia, nel 776, troviamo il nuovo duca di
Chiusi, Raginaldo, che sembra avesse portato a termine un
ampliamento manu militari delle terre da lui controllate,
3. Le istituzioni chiusine tra Papato e Regno (secolo VIII) occupando proprio Citt di Castello e deportando di l al-
cuni delegati pontifici.
La nascita del rivale interno al suo stesso territorio giun- Una terza lettera di Adriano I, databile tra il 784 e il 791,
geva in un momento che appare positivo per la citt, forse che presenta insieme un Regimbaldo e un Raginaldo, ci
anche grazie alla fase di buona intesa tra poteri pubblici ed mostra ulteriori indizi utili a leggere il rapporto tra il papa
ecclesiastici avviatasi a inizio secolo e proseguita, sebbene e i due duchi come un contrasto lungo, ripetuto, su diver-
non sempre in modo lineare, per diversi decenni. Chiusi si piani, a tutto tondo. In questo caso, infatti, non era pi
doveva avere una buona organizzazione amministrativa an- una vicenda territoriale ma una questione morale a dividere:
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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Adriano ricordava a Carlo di aver ammonito a pi riprese forse proprio in conseguenza delle appena rammentate vi-
tali duchi, affinch combattessero alcuni comportamenti cende per cui Adriano si era lamentato con Carlo Magno63.
sessuali ritenuti dal pontefice immorali, perch tenuti da La terminologia utilizzata per la collocazione delle due corti
parte di qualcuno che aveva assunto labito monastico. potrebbe essere una spia di mutazioni fluidamente in atto a
Adriano aggiungeva che si era avvalso anche dellaiuto di Chiusi tra i secoli VIII e IX: in finibus Clusina potrebbe
un certo Guntifrido, affiancato ad aliis gasindis vestris essere espressione che non a caso evita un rimando esplicito
(cio di Carlo)58, per convincere i due duchi. Il ripetersi di tanto ad unorganizzazione ancora sotto legida di un duca
un conflitto tra Adriano e i due, spostato su altri ambiti, e quanto a quella di un nascente comitatus. La circoscrizione
la coincidenza onomastica dei due antroponimi affiancati, longobarda non veniva cancellata, bens, privata del profilo
cos particolare per la loro somiglianza, sono elementi che, ducale, era attribuita a personaggi evidentemente pi affi-
a nostro avviso, spingono a far accogliere lipotesi avanzata dabili e pi inclini ad assecondare i nuovi disegni carolingi.
gi da Pizzetti circa lidentit del Guntifrido citato nella terza Le onomastiche di attori e testimoni dellatto sono ricondu-
epistola, datata tra 784 e 791 circa, con laltro cui abbiamo cibili a diversi personaggi noti tramite la documentazione
gi sopra accennato, la cui attivit, incentrata su Chiusi ed amiatina: nel riservarmi di sviluppare pi a fondo in altra
estesa ad altri luoghi della Toscana meridionale, per quegli sede tali indizi, vorrei qui far notare almeno la presenza di
anni ben documentata da pergamene del fondo amiatino59. quel Rotfridus praedictae civitatis archipresbyter, quale
ulteriore attestazione di un ruolo istituzionale chiusino, in
Preme qui sottolineare la distonia che sembra corresse tra i questo caso ecclesiastico, e di Petrus Langobardus, a riba-
due duchi, da una parte, e altri esponenti dellordinamento dire la convivenza tra lelemento longobardo e quello franco.
pubblico longobardo-franco, dallaltra; questa colpisce tanto
di pi se messa a confronto con quella che appare una cor- Linterpretazione della fortuita fonte acquista maggior peso
rispondenza di vedute tra i gasindi e il papa, in contrasto per le nostre argomentazioni, se affiancata ad un altro do-
con le scelte del duca. Falce avanzava lipotesi secondo la cumento degli stessi anni: si tratta del diploma di donazio-
quale, dietro linsistenza pontificia a far destituire i duchi ne da parte di Ludovico il Pio a S. Antimo dell814, il cui
longobardi da Chiusi, vi fosse laspirazione a poter esten- dettato definiva alcuni beni assegnati allabbazia in un caso
dere una propria forma di controllo sulla citt: lo studioso come in fine Clusina e in un altro de publico civitatis
vedeva allora nei gasindi regi cui si fa cenno nella terza let- Clusinae64. Ancora una volta, non vi alcun riferimento
tera quella databile tra 784 e 791 una forma di governo certo n a una titolarit ducale n ad una gi subentrata
pontificio controllato da funzionari regi60, una supposizio- terminologia relativa ad unorganizzazione comitale. Po-
ne che potrebbe trovare qualche conferma in comparazione trebbe essere questo lindizio di una labilit istituzionale
con le sorti delle altre citt ribelli ai Franchi. del periodo, una fase di mutazioni durante la quale anche
Per quanto concerne lorganizzazione istituzionale chiusi- la terminologia documentaria preferiva applicare formu-
na, avviandoci a concludere questa nostra sintesi, altre due lari meno rigidi? Certamente, con tale scelta venivano tol-
indicazioni, nella scarsit di informazioni, assumono forte te importanti propriet al fisco cittadino; inoltre, la citt
interesse per tentare unipotesi circa lesito delle vicende isti- perdeva, o quanto meno vedeva diminuire, lapprovvigio-
tuzionali chiusine tra Longobardi e Franchi e sulle scelte che namento di sale e di pesce. Per di pi, si trattava dellarea
Carlo Magno e i suoi successori adottarono per tale citt, sulla quale i Longobardi di Chiusi avevano esteso la pro-
anche tenendo in considerazione i rapporti con il papato. pria autorit, tra il secolo VII e linizio dellVIII, come gi
Da un pezzo fortuito, proveniente dallabbazia di S. Gallo e sopra tratteggiato, e che ora, oltre che per le risorse e per
relativo a una raccolta di testimonianze su alcune propriet lo sbocco al mare, diveniva ancora pi importante perch
che il monastero deteneva in finibus Clusina61, abbiamo allincrocio tra lasse viario tra linterno della penisola e la
una testimonianza dellarticolazione allinterno della societ costa tirrenica, sulla direttrice est-ovest, e la Francigena,
chiusina di estremo interesse; il documento, riconducibile in direzione nord-sud65. Si ricordi, poi, che anche la fon-
allepoca di Ludovico il Pio come momento di stesura, ri- dazione dellabbazia di S. Salvatore, come forse quella di
corda fatti avvenuti qualche tempo prima, intorno all800, S. Antimo66, aveva sfruttato terre fiscali della citt.
e rammenta un certo Adalolfum, qui erat gastaldius ipsius
civitatis. Qualeera il profilo di questo incarico istituziona- Le istituzioni di Chiusi medievale nacquero dunque attraver-
le? La determinazione ipsius civitatis ricorda la menzione so una genesi particolare, dapprima favorite dalla posizione
nella vicina Siena precedente per di un secolo di due marginale in prossimit della linea di conflitto della guerra
gastaldi, uno definito gastaldo civitatis e laltro gastaldo greco-gotica, che faceva della citt laffaccio dei Longobardi
regius, che dunque dovevano svolgere funzioni diverse tra sulle terre bizantine, con la peculiare genesi dei Longobardi
loro62. nel caso di Chiusi, ormai nel quadro della riorga- chiusini di cui si scritto. nel giro di pochi decenni, per,
nizzazione franca, si pu ritenere che tale testimonianza, sia tale particolare posizione diveniva negativa: i Longobardi-
pur isolata, indichi che, agli inizi del secolo IX, non veniva Bizantini di Chiusi sarebbero rimasti in qualche misura
pi assegnato un titolo ducale in collegamento con Chiusi; distinti dagli altri e non inseriti nelle politiche del Regno
MARIO MARROCCHI LE ISTITUZIOnI CIVILI E RELIGIOSE A CHIUSI (SECOLI V-VIII)
91

che, con la scelta della Francigena, la danneggiavano, spo- tante: grazie alla sua antica posizione tra Roma ed Etruria,
stando la direttrice di comunicazione principale nord-sud ora snodo tra la nascente Tuscia longobarda prima e franca
verso lestremo occidentale del suo territorio, dove i mona- poi la Tuscia poi parte del Reich e le terre concesse al
steri di S. Salvatore e S. Antimo sarebbero diventati i centri papa, Chiusi assunse il profilo di centro istituzionale di ri-
organizzativi per tale regione. ferimento allora, di citt per i Longobardi nel controllo
I mutati quadri sovra-locali, con lascesa dei Franchi, ripor- del territorio meridionale della Tuscia.
tavano poi di attualit la posizione marginale di Chiusi, in
prossimit alle terre gi bizantine e che ora scivolavano verso Le vicende militari e istituzionali portarono Chiusi ad essere
il controllo papale. Chiusi finiva sotto lo sguardo interes- il centro civico pi importante della Toscana meridionale
sato del pontefice romano, che non mancava di rimarcare i tra il V e lVIII secolo.
comportamenti dei duchi chiusini in contrasto con Carlo Come accennato in apertura, sarebbe interessante seguire
per fomentare la reazione del re franco contro di essi e per gli esiti di tale situazione nei secoli successivi: ci compor-
trascinare il centro in quellarea di contatto tra impero e pa- terebbe inoltrarsi fino alla fase pre-comunale per seguire
pato che fu, per almeno tre secoli, la fascia tra il Trasimeno il ruolo assunto dal vescovo e dalle signorie del territorio.
e Orvieto. Di ci sono testimoni diversi altri momenti della
storia istituzionale chiusina dallalto medioevo fino allet
comunale, passando per il secolo XII che una cerniera
fondamentale anche nelle vicende del territorio chiusino67.
nOTE

Conclusione
1
I temi che qui tratter sono oggetto di un mio lavoro di prossima pub-
blicazione.
2
Cfr. in questo stesso volume i diversi contributi su tali temi; si veda anche
Cosa sia e cosa fosse in passato una citt un tema la densa attivit archeologica della seconda met degli anni Ottanta di Giulio
estremamente stimolante: citt non un sostantivo dal si- Paolucci, per cui cfr. almeno G. Paolucci, Tomba longobarda scoperta a Chiusi
nel secolo scorso, Archeologia Medievale 11 (1984), 437-440; Id., Nuovi
gnificato immutabile nel corso dei secoli68. Ci sono, certo, materiali alto medievali dal territorio di Chiusi, Archeologia Medievale 12
alcuni caratteri costanti per essere una citt, ma anche questi (1985), 695-700; Archeologia in Valdichiana, a cura di G. Paolucci, Roma
non sono cos netti: dimensione demografica e urbanistica 1988; I Romani di Chiusi, a cura di G. Paolucci, Roma 1988. Per la topo-
di una certa consistenza; dinamicit sociale ed economica; nomastica chiusina si ricordino almeno due lavori di M.G. Arcamone,
La toponomastica del Monte Amiata: la componente longobarda e letimo di
presenza di istituzioni la cui giurisdizione si estenda anche Amiata (e del lucchese meati), in LAmiata nel Medioevo, Atti del convegno
oltre i confini urbani. nelle varie epoche, la combinazione di Abbadia S. Salvatore, a cura di M. Ascheri - W. Kurze, Roma 1989, 261-
di questi tre elementi pu mutare e, in particolare, i primi 288 e il contributo portato alla monumentale edizione dei documenti amia-
tini di Kurze: Codex Diplomaticus Amiatinus. Urkundenbuch der Abtei S.
due sono soggetti a variazioni anche consistenti; mentre il Salvatore am Montamiata. Von den Anfngen bis zum Regierungsantritt Papst
terzo lelemento che, pur con varianti anche significative Innozenz III. (736-1198), im Auftrag des Deutschen Historischen Instituts
una rivoluzione pu destituire certe istituzioni ma subito in Rom, hrsg. von W. Kurze, I-II-IV; III/1: Profilo storico e materiali supple-
mentari, a cura di M. Marrocchi; III/2: Register, mit Beitrgen von M.G.
ne ripropone altre rimane un carattere costante delles- Arcamone - V. Mancini - S. Pistelli, Tbingen 1974- 2004.
senza cittadina. 3
Cfr. il rimando alledizione di Kurze alla nota precedente. Lo studio e ledi-
nei secoli tra tarda antichit e alto medioevo, le citt ro- zione di altri materiali amiatini sono loggetto di una ricerca che condurr
mane, particolarmente nellarea mediterranea occidentale69, nellambito di un progetto in collaborazione tra Universit degli Studi di
Siena e Istituto Storico Germanico di Roma.
conobbero una contrazione della dimensione demografica 4
La situazione sarebbe chiaramente diversa se non si intendesse studiare
e urbanistica, cos come diminuirono la dinamicit sociale la citt di Chiusi ma, come si gi scritto, le aree legate allabbazia di S.
ed economica. Rimase allora pi che mai fondamentale la Salvatore, al cui fondo si devono, comunque, anche le sia pur rade attesta-
funzione istituzionale e amministrativa a segnare lo status di zioni per la citt o le aree immediatamente limitrofe.
citt e, in essa, fu molto spesso il ruolo strategico-militare a
5
C.G. Mor, Alcuni problemi della Tuscia langobarda, in Atti del 5 congresso
internazionale di studi sullalto medioevo (Lucca, 3-7 Ottobre 1971), Spoleto
dominare: in una fase di scontri, invasioni, sommovimenti, 1973, 49-60. P.M. Conti, La Tuscia e i suoi ordinamenti territoriali nellal-
la difesa del territorio fu chiaramente un compito fonda- to medioevo, ibidem, 61-116; S. Gasparri, I duchi longobardi, Roma 1978
mentale al di l del successo che i centri amministrativi (Studi storici, 109); A. Spicciani, Benefici livelli feudi. Intreccio di rapporti
tra chierici e laici nella Tuscia medioevale. La creazione di una societ poli-
dovevano tentare di garantire. tica, Pisa 1996 (Studi Medioevali, 2); W. Kurze, Anelli a sigillo dallIta-
Quando noi pensiamo che, nella fase altomedievale, lessere lia come fonti per la storia longobarda, in Studi toscani. Storia e archeolo-
citt signific soprattutto svolgere funzioni amministrative e gia, a cura di W. Kurze, Castelfiorentino 2002 (Biblioteca della Miscellanea
Storica della Valdelsa, 17), 83-131 (anche in I Signori degli Anelli. Un ag-
militari poco era rimasto della dinamicit di commerci e giornamento sugli anelli-sigillo longobardi. Atti della giornata di studio di
della proliferazione e pluralit demografica delle citt dellet Milano, 17 maggio 2001, a cura di S. Lusuardi Siena, Milano 2004, 7-45);
romana allora ben comprendiamo quale sia linteresse del V. Burattini, Sancta Suanensis Ecclesia. Le origini del vescovato di Sovana,
Rivista di Storia della Chiesa in Italia 49 (1995), 393-447.
tema istituzionale per Chiusi e quale fosse limportanza del 6
Per la Chiusi ottocentesca si veda E. Barni - G. Paolucci, Archeologia e
centro in tale periodo. antiquaria a Chiusi nellOttocento. Storie di eruditi, mercanti, collezionisti,
Tra i secoli VI e VIII Chiusi assunse un ruolo molto impor- scavatori, Milano 1985.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
92

7
Il testo a mio avviso pi ricco e pi piacevole da leggere per la conoscen- 19
Procopio di Cesarea, La guerra gotica, II, 11, ed. D. Comparetti, Roma
za del clima culturale chiusino dalla fase di avvio delle indagini moderne 1895-1898 (Fonti per la Storia dItalia, 23-25), vol. II, 69. Cfr. Il corridoio bi-
settecentesche agli anni Sessanta e Settanta del secolo XX resta senzaltro F. zantino e la via Amerina in Umbria nellalto medioevo, a cura di E. Menest,
Fabrizi, Chiusi: Il labirinto di Porsenna. Leggenda e realt, Cortona 1987. Spoleto 1999 (Uomini e mondi medievali, 1), ivi in particolare, dello stesso
8
Su ci torner nel lavoro annunciato alla nota 1. E. Menest, Istituzioni e territorio dellUmbria da Augusto all inizio della
dominazione franca, 3-97.
9
Chiusi spesso presente in studi di taglio territoriale senese e in quelli re-
gionali toscani vedi ad esempio G. Pinto, La Toscana nel Tardo Medioevo.
20
Sulla presenza del culto per S. Mustiola nellarea nord-marchigiana cfr. il
Ambiente, economia rurale, societ, Firenze 1982, oppure M. Ginatempo, contributo di P. Licciardello contenuto nel presente volume.
Crisi di un territorio. Il popolamento della Toscana senese alla fine del me- 21
Proc. BG II, 13. Si differenziava cos la sorte dei due centri rispetto a
dioevo, Firenze 1988 (Biblioteca Storica Toscana a cura della Deputazione quella di Orvieto, per la quale cfr. G. Riganelli, Il corridoio bizantino
Toscana di Storia Patria, XXIV); ma la posizione marginale e lannessio- nelle vicende storiche dellUmbria altomedievale, in Il corridoio bizantino,
ne allodierna Umbria di una porzione consistente del suo antico territorio 117-144, alle pp. 121-122.
non pone il centro in una piena luce. 22
Marcellini Comitis Auctarium, ad annum 545, ed. Th. Mommsen,
10
Paradiso, XVI, 73-78: Se tu riguardi Luni e Urbisaglia/ come sono ite, e Chronica minora saec. IV. V. VI. VII., vol. II, Berlin 1894 (MGH, 11), 107:
come se ne vanno/ di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia,/ udir come le schiat- [...] Asisium Clusiumque oppida tenuit et obsidet Perusiam.
te si disfanno non ti parr nova cosa n forte,/ poscia che le cittadi termi- 23
In merito al ruolo a mio avviso importante che Chiusi dovette assumere
ne hanno. Inferno, XXIX, 45-49: Qual dolor fora, se da li spedali/ di in tale fase, pare opportuno sottolineare che la lettura dei dati archeologici
Valdichiana tra l luglio e l settembre/ e di Maremma e di Sardigna i mali/ della presenza di tombe a cappuccina nella zona orientale delledificio di S.
fossero in una fossa tutti nsembre. A questi versetti si aggiunge anche fre- Secondiano quali indicatori di una fase di abbandono della struttura come
quentemente Paradiso, XIII 23-24: quanto di l dal mover de la Chiana si edificio di culto e di passaggio ad un utilizzo dellarea per uso funerario per
move il ciel che tutti li altri avanza, che insieme con altri componimenti la quale cfr. G. Maetzke, Le origini della Cattedrale, in Chiusi cristiana, a
letterari trasmette unidea dellestrema lentezza del movimento delle acque cura di L. Martini, Chiusi 1997, 76 sembra da articolarsi in altro modo:
chianine. Tutte le citazioni da Dantis Alagherii Comedia, edizione critica infatti, il tessuto urbano delle citt nel periodo in analisi si contraddistin-
per cura di F. Sanguineti, Firenze 2001. Per quanto riguarda ricerche locali gue per una variet di usi anche allinterno di unarea circoscritta e le sepol-
sul medioevo cfr. G. Bersotti, Storia di Chiusi, Montepulciano 1989; E. ture in ambito urbano prossime a strutture in uso altrove attestato: cfr. ad
Barni - G. Bersotti, La Diocesi di Chiusi, Chiusi 1999; n. Mannelli, esempio R. Meneghini - R. Santangeli Valenzani, Roma nellaltome-
La canonica regolare di S. Mustiola, Chiusi 1970. dioevo, Roma 2004, 103-125 per le sepolture urbane a Roma; per lesem-
11
Dellampliamento territoriale a tutta la Toscana meridionale, molto im- pio dellarea del Celio, in prossimit della basilica Lateranense, con lutiliz-
portante per una pi piena comprensione della fase di scontri tra Goti e zo misto dei suoi spazi rarefatti, alle pp. 151-155. In tali contesti, divenne
Longobardi, si occupa in questo volume Claudio Azzara; si deve ancora una usuale appunto anche la sepoltura in contesti urbani che, dunque, diviene
volta rimpiangere che Kurze non abbia portato a termine il suo progettato un dato interessante in funzione della qualit delle tumulazioni.
volume sulla Tuscia come parte del regno longobardo: cfr. almeno W. Kurze, 24
non sappiamo se il percorso fluviale sulla Chiana venisse in questa fase
Scritti di storia toscana. Assetti territoriali, diocesi, monasteri dai longobardi utilizzato per spostarsi da nord a sud; sulla direttrice est-ovest cfr. anche alle
allet comunale, a cura di M. Marrocchi, Pistoia 2008 (Biblioteca Storica note 41, 51 e 65 e ai testi corrispondenti.
Pistoiese, XVI). Per quanto mi riguarda, in questa sede mi limiter a una 25
unosservazione avanzata a suo tempo dal Bognetti ed oggi diffusamente
ricostruzione essenziale degli eventi, funzionale a quanto proporr nelle pa-
accettata nella storiografia: cfr. S. Gasparri, Il ducato longobardo di Spoleto.
gine successive, rinviando a studi altrui e rimandando ad un mio pi ampio
Istituzioni, poteri, gruppi dominanti, in Atti del 9 Congresso internazionale
contributo nella monografia cit. alla nota 1.
di studi sullalto medioevo, Spoleto 1983, I, 77-122, a p. 78.
12
A. Minetti, LOrientalizzante a Chiusi e nel suo territorio, Roma 2004 26
Mor, Alcuni problemi, 49.
(Studia archaeologica, 127), 536, 552-554.
27
La base di tale ipotesi erano le osservazioni sulle produzioni culturali, cos
13
Il riferimento complessivo per lepoca classica ancora a R. Bianchi
come possono manifestarsi a noi tramite il sia pur non amplissimo campio-
Bandinelli, Clusium: ricerche archeologiche e topografiche su Chiusi e il suo
nario di fonti scritte e materiali pervenuteci. La prassi scritturale a Chiusi,
territorio in et etrusca, Monumenti antichi Acc. naz. Lincei 30 (1925),
di cui possiamo avere qualche indizio grazie alle pergamene del fondo amia-
210- 578; cfr. anche i diversi contributi in I Romani di Chiusi e Chiusi etru-
tino, mostra caratteri isolati e anomali rispetto allambito della Tuscia, che
sca, a cura di A. Rastrelli, Chiusi 2000.
sembrano riconducibili a formulari derivanti dal documento romano, con
14
Le liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, Paris 1886, e di C. Vogel, elementi arcaici in riferimento alle misurazioni e alle clausole di vendita,
Paris 1955, I, 220-222; una lettura della fonte stata data da F. Marazzi, che presentavano appunto formule derivanti dal documento tardo-romano
I Patrimonia Sanctae Romanae Ecclesiae nel Lazio (secoli IV-X ). Struttura e che non hanno confronti nel resto della Tuscia: si veda Mor, Alcuni pro-
amministrativa e prassi gestionali, Roma 1998 (nuovi Studi Storici, 37). blemi, 56-60 e il contributo di D. Fruscione nel presente volume. Conti,
Come mera osservazione, segnalo che la pieve di Castrum Plebis (oggi Citt La Tuscia e i suoi ordinamenti, 80, costruisce molto dettagliatamente unipo-
della Pieve), in diocesi di Chiusi e dipendenza di S. Mustiola, era dedica- tesi che vede anchessa la genesi del ducato di Chiusi legato a contingenti
ta a S. Gervasio. di Longobardi bizantini ma la sua ricostruzione, anche attenta a fenomeni
15
Vulci e non Bisenzio: cfr. Burattini, Sancta Suanensis Ecclesia, 420. politici pi ampi, la colloca a un periodo tra lestate del 572 e la primavera
16
Molto interessanti su tali centri ma anche da tenere presenti per tutte le del 574. Questo contributo fornisce molte altre informazioni importanti sul
dinamiche del periodo che trattiamo, cfr. ad esempio sulloccupazione longo- territorio di Chiusi e sul suo ruolo nella prima epoca longobarda in Tuscia.
barda delle citt e particolarmente per Chiusi, il par. 1.2 le considerazioni Yoshiya nishimura sta nuovamente studiando la documentazione amiatina
in C. Citter, I corredi funebri nella Toscana longobarda nel quadro delle pi antica anche nei suoi aspetti culturali, cfr. nota 29.
vicende storicoarcheologiche del popolamento, in LItalia centro settentrionale 28
Mor, Alcuni problemi, 54. Su tali indizi da fonti materiali, cfr. anche
in et longobarda. Atti del convegno, a cura di L. Paroli, Ascoli Piceno 1995, Citter, I corredi funebri.
185-211, riprese, nei paragrafi da lui curati, in C. Citter - E. Vaccaro, 29
La fase di regno di Agilulfo fu certamente di fondamentale importanza per
Le costanti dellurbanesimo altomedievale in Toscana (secoli IV - VIII), in lorganizzazione della Tuscia meridionale: cfr. Kurze, Anelli a sigillo, 102-108
Atti del III convegno nazionale della S.A.M.I., preatti, a cura di P. Peduto (I signori degli Anelli, 23-29); Y. nishimura, Note sulle forme e formule dei
- R. Fiorillo, Salerno 2003, 309-313 <www.lapetlab.it/testi/vaccaro1.pdf>. documenti privati nella Tuscia meridionale (secoli VIII e IX), Sites 4 (2006)
17
Su tutto ci sia consentito un ulteriore rimando al mio studio citato alla 19-13; Id., The transformation of documentation practices at the monastery
nota 1. of San Salvatore at Monte Amiata in the tenth and eleventh centuries; From
18
W. Kurze, Le comunicazioni fra Nord e Centro Italia nel Medioevo, in livelli to the list of rents, in Genesis of Historical Text and Map: Text/Context
La viabilit appenninica dallEt Antica ad oggi, Atti delle giornate di stu- 2. Studies for the Integrated Text Science. The 10th International Colloquium
dio (12 luglio, 2, 8, 12 agosto, 13 settembre 1997), a cura di P. Foschi - E. 17 novembre 2006, a cura di S. Stato, nagoya 2007, 31-38.
Penoncini - R. Zagnoni (Storia e ricerca sul campo tra Emilia e Toscana, 7), 30
Basti pensare alla definizione di metropoli della Tuscia che ne dava Procopio.
Pistoia 1998, 17-27, ora anche in Id., Scritti di storia toscana, pp. 427-439. Purtroppo poco sappiamo in profondit della natura dei rapporti tra Perugia
MARIO MARROCCHI LE ISTITUZIOnI CIVILI E RELIGIOSE A CHIUSI (SECOLI V-VIII)
93

e Chiusi nei secoli in questione e in sostanza fino al XII. La definizione in e alla nota 31 e testo corrispondente, particolarmente per le divergenze tra
Procopio I, 16, ricordata da Conti, La Tuscia e i suoi ordinamenti, 77. Mor e Conti, si noti che questultimo, nel convegno di Spoleto del 1973,
31
Per un breve periodo, infatti, Perugia cadeva in mano longobarda, pro- scrivendo che i ducati di Lucca e di Chiusi dovessero nascere per imprevi-
babilmente nellambito dei turbolenti movimenti del duca di Spoleto, dente condiscendenza o volont bizantina, rimarcava comunque un nesso
Ariulfo. Quando il nuovo re longobardo Agilulfo muoveva contro i duchi profondo tra le sorti chiusine e le scelte bizantine che, non dimentichiamo-
ribelli, assediava Perugia, catturava e giustiziava Maurisione e, in segui- lo, pare avessero anche una pesante responsabilit nella stessa discesa dei
to, riconsegnava la citt ai Bizantini, tramite lazione di Gregorio. Cfr. G. Longobardi di Alboino: Conti, La Tuscia e i suoi ordinamenti, 99.
Riganelli, Da Totila a Rachi: Perugia e il suo territorio nei primi secolo del 37
Per i vescovi di Chiusi mi permetto di rimandare, oltre a quanto alla nota
medioevo, Bollettino della Deputazione di Storia patria per lUmbria, 91 1, a M. Marrocchi, Chiusi e i suoi vescovi (secc. VII-XII) prospettive di
(1994), 5-45, alle pp. 18-19 sebbene non sembri condivisibile applicare gi ricerca, in Vescovo e citt nellalto Medioevo: quadri generali e realt toscane,
alla fine del secolo VI un ruolo di predominio di Siena su Chiusi e Arezzo a cura di G. Francesconi, Pistoia 2001, 359-390.
come lautore sembrerebbe ritenere basandosi su S. Gasparri, Il regno lon- 38
Cfr. B. Gams, Series episcoporum, Ratisbonae 1873, 670.
gobardo in Italia. Struttura e funzionamento di uno stato altomedievale, in 39
Cfr. Gregori Papae Registrum epistolarum, lib. XI, ep. 3, ed. L.M.
Langobardia, a cura di S. Gasparri - P. Cammarosano, Udine 1990, 237-
Hartmann, Berlin 1899 (MGH, Epistolae, 2), 261.
305, alle pp. 241-249 che per sviluppa tale proposta sulla base della do-
cumentazione di secolo VIII, sebbene in parte retrospettiva. P.M. Conti,
40
Si veda in proposito P. Cammarosano, Storia dellItalia medievale dal VI
Il ducato di Spoleto e la storia istituzionale dei longobardi, Spoleto 1982 allXI secolo, Roma-Bari 2001, 98-100. In generale sulle frontiere altome-
(Quaderni di Spoletium, 2), 39, ritiene che lavvenuta cattura a Perugia dievali peninsulari e la loro relativit, cfr. S. Gasparri, La frontiera in Italia
di Maurisione non debba necessariamente significare che fosse duca di tale (sec. V-VIII). Osservazioni su un tema controverso, in Citt, castelli, campa-
citt sebbene in precedenza P.M. Conti, Il presunto ducato longobardo gne nei territori di frontiera (secoli VI-VII), a cura di Gian Pietro Brogiolo,
di Pisa, Bollettino Storico Pisano 31-32 (1962-1963), 145-174, a p. 169 Mantova 1995 (Documenti di Archeologia 6), 9-19, consultabile on line
sostenesse tale ipotesi e anche dopo non la disconoscesse del tutto espli- su BibAr, Biblioteca Archeologica On-line, <http://www.bibar.unisi.it> alla
citamente. Si tratta, va detto, di una fase estremamente complessa, povera pagina <192.167.112.135/newPages/EDITORIA/SAP/06/06-01.pdf>.
di fonti e che ha dato adito a moltissime ipotesi e supposizioni di ricostru- 41
Cfr. Burattini, Sancta Suanensis Ecclesia, 431-433. Sullimportanza di
zione: cfr. ad esempio B. Bavant, Le Duch byzantine de Rome. Origine, tale conquista e sulle sorti di tale area cfr., oltre alla nota 24 e testo corri-
dure et extension gographique, Melanges de lcole Franaise de Rome, spondente, lultima parte sia del presente paragrafo sia del successivo, alle
Moyen Age - Temps Moderns 101 (1979), 41-88, alle pp. 56-60. Si vedano pp. 81 e 83, e le note 51 e 65.
anche i contributi di Kurze gi citati alle note 5, 11 e 18 che muovono da 42
Il vescovo Marcellino attestato nel 649, Teodoro nel 676 e nel 680: cfr.
considerazioni puntuali inserite dallo studioso in amplissimi studi su fonti I.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, Firenze 1764
e storiografia anche molto datata e puntuale, purtroppo non sviluppati fino e 1765, rispettivamente per il vol. X, a p. 866 e per lXI, a p. 310.
in fondo. Cfr. anche la nota 35. 43
L. Schiaparelli, Note paleografiche e diplomatiche: 1. Un duca longobar-
32
Conti, La Tuscia e i suoi ordinamenti, 100 sembra certo che la genesi do a Pisa, Archivio Storico Italiano s. VII 2 (1924) [ma 1925], 103-111;
della Chiusi longobarda anche istituzionale come ducato fosse da collocarsi F. Schneider, Le origini dei comuni rurali, Firenze 1980 (ed. orig. 1926),
prima, alla met degli anni Settanta, pi precisamente tra lestate del 572 17-18. Secondo Burattini, Sancta Suanensis Ecclesia, 437, nota 185, si
e la primavera del 574 e, poco sotto, pi dubitativamente, al 572-73; ma tratta per del nome di una pieve. Sul duca Gregorio, cfr. recentemente A.
Conti, Il ducato di Spoleto, 28 retrocede al 576. Ghignoli, Su due famosi documenti pisani dellVIII secolo, Bullettini dellIsti-
33
Bavant, Le Duch byzantine, 58, nota 73. tuto Storico Italiano per il Medio Evo 106 (2004) 1-69, part. pp. 12-13.
34
Anche dal fronte degli anelli a sigillo potremmo individuare una speci- 44
Sul ruolo di S. Mustiola ho gi accennato in favore della sua identifica-
ficit culturale dei Longobardi chiusini come facenti parte di un gruppo zione quale ecclesia mater di Chiusi in Marrocchi, Chiusi e i suoi vescovi,
a s rispetto a quelli discesi con Alboino, per lisolamento stilistico e an- 381-382 ma mi riservo di avanzare ulteriori argomenti a riguardo nella pub-
che la peggiore esecuzione tecnica degli anelli di Faolfo (Chiusi) e Aufrit blicazione dello studio cit. alla nota 1.
(Bagnoregio): cfr. ancora Kurze, Anelli a sigillo, 125-126 (I signori degli 45
Oltre Agiprando, almeno anche un altro dei funzionari eminenti di scorta
Anelli, 42-43). Sugli anelli, cfr. chiaramente lintero I signori degli Anelli e al pontefice esercitava le proprie mansioni nella fascia tra Tuscia e odierno
anche Anulus sui effigii. Identit e rappresentazione negli anelli-sigillo lon- alto Lazio: ipse rex misit in eius obsequium Agiprandum ducem Clusinum,
gobardi, Atti della giornata di studio di Milano, 29 aprile 2004, a cura di S. nepotem suum, seu Tacipertum gastaldium in eius obsequium, et Ramningum
Lusuardi Siena, Milano 2006. gastaldium Tuscanensem atque Grimualdo, qui eidem sancto viro usque ad
35
A simili conclusioni giunge ad esempio Burattini, Sancta Suanensis predictas civitates obsequium facerent, easdemque civitates cum suis habita-
Ecclesia. In contrasto, Conti, Il presunto ducato longobardo, 168, al pro- toribus traderent: Le liber pontificalis, I, 428. Cfr. O. Bertolini, Roma di
posito perentorio: In Toscana, al di fuori di Lucca e di Chiusi che furono fronte a Bisanzio e ai Longobardi, Bologna 1941, 481-485, che distingue
ducati perch conquistate nel primo decennio della permanenza longobarda il ruolo di Agiprando e del gastaldo Daciperto, cui attribuisce il ruolo di
in Italia. Ma molti autori si sono occupati del problema senza poter giun- fare da scorta donore, da quello del gastaldo di Tuscania, Ramningo, e di
gere a conclusioni definitive: possiamo ancora aggiungere a quanti abbia- Grimoaldo i quali, invece, accompagnano il pontefice al recupero dei quat-
mo gi sopra indicato, dal versante storico, G. Hauptfeld, Zur langobar- tro castra della Tuscia romana, Amelia, Orte, Bomarzo e Bieda. Oltre a un
dischen Eroberung Italiens, Mitteilungen des Instituts fr sterreichische diverso livello di dignit e di importanza, potremmo forse leggere un di-
Geschichtsforschug 91 (1983), 37-94, alle pp. 65-67. A mio avviso, non verso approccio per la collocazione territoriale di Chiusi rispetto a quella di
essendo possibile determinare in un quadro preciso la genesi del ducato, ri- Tuscania e delle altre sedi? Agiprando prima del novembre 742 avrebbe so-
sulta sterile inseguire una speranza di datazione precisa. Mi pare invece pi stituito Trasmondo quale duca di Spoleto. Sul significato della presenza di
importante trarre unaltra conclusione, cio quella che la genesi istituzionale tali parenti del re nella carica ducale a Chiusi cfr. oltre nel testo.
del ducato longobardo di Chiusi fu preceduta da una genesi, per cos dire, 46
Cfr. Rotari, c. 225 o Ratchis, c. 11 questultimo per servitium. Per il va-
etnica e che entrambe furono strettamente legate alle vicende della vicina lore giuridico della terminologia ci si pu riferire a quanto in A. Pertile,
Perugia. Se non possibile affermare con certezza che nel 593 sia nato il Storia del diritto italiano, I, Torino 1896, 193-194. Ma vedi anche la strin-
ducato, per certo che solo la definitiva rinuncia di Perugia da parte dei gata definizione in A. Blaise, Lexicon Latinitatis Medii Aevi, praesertim ad
Longobardi rendeva Chiusi unica strategicamente, sebbene con la rinuncia res ecclesiasticas investigandas pertinens, Turnhout 1975, 629: tout service
a privare i Bizantini di un collegamento tra area ravennate e area romana. d par un fidle son seigneur, oppure alla voce gasndio o gasindo di U.
Dunque, al 593 va senzaltro ascritto il definitivo consolidarsi di un impor- Belli: Presso i longobardi, larimanno che entrava a far parte del seguito
tante ruolo istituzionale di Chiusi quale ducato longobardo fondamentale per (ted. Gefolgschaft; lat. comitiva) del re o di un duca, vincolandosi con giu-
il controllo delle vie di transito meridionali: ruolo che per si decise, come ramento di fedelt (obsequium), in cambio di protezione, privilegi e cariche
si vedr alle pagine seguenti, di non lasciare in esclusiva a Chiusi ma, anzi, di fiducia nella corte. Costituiva una forma di vincolo personale che precor-
di cederlo a favore di una direttrice pi lineare capace di collegare Lucca a re il rapporto feudale e vassallatico, come quella degli antrustioni presso i
Roma per un percorso pi interno al dominio longobardo e, di conseguen- Merovingi nel lessico on-line http://www.storiaenc.net. Per le leggi, oltre alle
za, pi sicuro e valido. Cfr. infra, p. 77. classiche edizioni negli MGH, mi sono servito anche della pratica edizione
36
A completamento di quanto alla nota precedente e testo corrispondente Le leggi dei longobardi. Storia, memoria e diritto di un popolo germanico, a
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
94

cura di C. Azzara - S. Gasparri, Milano 1992 (Le Fonti, 1). aevi, I, Berlin 1892 (MGH, Epistolae, 3), nn. 57 (775 ex.), 58 (776, post.
47
G. Arnaldi, Le origini del patrimonio di S. Pietro, in Storia dItalia, di- febb. 7) e 93 (784-791), alle pp. 582-584 e 631-632.
retta da G. Galasso, VII/2, Torino 1987, 1-151, a p. 105. 56
La ricostruzione che si presenta relativamente agli ultimi duchi longo-
48
A. Falce, La formazione della marca di Tuscia (secc. VIII-IX ), Firenze bardi chiusini in pi punti si riconduce a quella di Falce, La formazione
1930, 111-112. della marca, per sboccare per ad interpretazioni non discordanti anche se
49
W. Kurze, La Via Francigena nel periodo longobardo, in ...Passent la terre, diversamente articolate.
Toscane et Montbardon... I percorsi della Via Francigena in Toscana, Atti del 57
Cfr. P. Cammarosano, Nobili e re, Roma-Bari 1998, 102.
convegno internazionale di studi tenutosi a Montalcino il 23-24 Maggio 1997, 58
Codex Carolinus, n. 93 (784-791), 631-632.
a cura di R. Stopani - F. Vanni, ed. in De strata francigena. Studi e ricer- 59
La lettera del 784-791 presenta ben tre antroponimi, relativi per di pi
che sulle vie di pellegrinaggio del medioevo VI/1 (1998), 29-37, ora anche in
Kurze, Scritti di storia toscana: in esso e nel saggio citato alla nota successi- a personaggi in posizioni eminenti, attestati in area chiusina anche da altre
va, reperibile ulteriore bibliografia sul tema. fonti: ci spinge dunque ad attribuire tali personaggi al nostro territorio
con buona sicurezza. Sia per i duchi che per Guntifrido, nella sconfortante
50
Mi permetto di rimandare a M. Marrocchi Pilger, heilige Orte und latitanza di attestazioni di un funzionariato chiusino, ci parrebbe una coin-
Pilgerwege in der Mittelalterlichen Toskana. Mit besonderer Bercksichtigung cidenza piuttosto singolare il caso di unomonimia tra diversi personaggi.
des Monte Amiata, in Wege zum Heil. Pilger und heilige Orte an Mosel und
Rhein. Tagung an der Johannes Gutenberg-Universitt Mainz, Campus,
60
Falce, La formazione della marca, 154-155.
20.-21. Juli 2007, in corso di stampa. 61
H. Wartmann, Urkundenbuch der Abtei St. Gallen, Zrich-St. Gallen
51
Cfr. alle note 24, 41 e 65 e testo corrispondente. 1863-1882, vol. II, 393, n. 15. Mentre Wartmann non era riuscito a iden-
tificare i fines Clusini del documento, merito di F. Schneider, Die
52
Codex Diplomaticus Amiatinus, I, 18. La magistratura cittadina del cura-
tor civitatis, preposta alle opere di edilizia pubblica, ben attestata nel se- Reichsverwaltung in Toscana von der Grndung des Langobardenreiches
colo VIII: cfr. E. Guidoni, Storia dellurbanistica. Il medioevo. Secoli VI- bis zum Ausgang der Staufer (568-1268) I, Die Grundlagen, Rom 1914
XII, Roma-Bari 1991, 60. (Bibliothek des Deutschen historischen Instituts in Rom, 11), 104, trad.
italiana Lordinamento pubblico nella Toscana medievale. I fondamenti
53
Si vedano a riguardo i docc. 14, 18, 19, 20, 24 nel Codex diplomaticus dellamministrazione regia in Toscana dalla fondazione del regno longobardo
Amiatinus, I. alla estinzione dei Svevi, a cura di F. Barbolani di Montauto, Firenze 1975,
54
Cfr. a p. 78. 109, aver ricondotto al territorio di Chiusi tale importante fonte; cfr. an-
55
S. Gasparri, I duchi longobardi, Roma 1978 (Studi storici, 109) li ridu- che E. Hlawitschka, Franken, Alemannen, Bayern und Burgunder in
ce ad uno senza fornire motivazioni. Le tre lettere di Adriano da utilizzare Oberitalien (774-962). Zum Verstndnis der Frnkischen Knigsherrschaft
sono in Codex Carolinus, ed. W. Gundlach, Epistolae Merowingici et Karolini in Italien, Freiburg im Breisgau 1960, 31, nota 29: In fine Clusina betrifft

Lago di Chiusi.
MARIO MARROCCHI LE ISTITUZIOnI CIVILI E RELIGIOSE A CHIUSI (SECOLI V-VIII)
95

keineswegs, wie Wartmann vermutet, das Gebiet der Veroneser Klausen. Senense, a cura di F. Schneider, Roma 1911 (Regesta Chartarum Italiae, 8),
Da in dieser Urkunde auch von der predicta civitas (Clusina) und vom ga- i rimandi alle vecchie edizioni erudite, con G. Tommasi, Dell historie di
staldius ipsius civitatis die Rede ist, mu hier eine Stadt gemeint sein. Was Siena, Venezia 1625, 201-202, come pi antica.
liegt nher, als an Chiusi in der Toskana zu denken? Sind doch Belege wie 65
Cfr. supra, alle note 24, 41, 51 e testo corrispondente.
monasterium Sancti Salvatoris quod est constructum in monte Haimodo in 66
Labbazia di S. Antimo non ha conservato un archivio ordinato e ricco
territorio Clusino (= Montamiata) mehrfach vorhanden. Al di l del solido come quello di S. Salvatore al Monte Amiata, n abbiamo altre fonti uti-
indizio toponomastico in finibus Clusina e dellattendibile identificazione li a una puntuale conoscenza di tale monastero. Si rimanda a W. Kurze,
proposta da Schneider per la curte Granario con il casale Granaio presso Sulla storia dellabbazia toscana di S. Antimo nella valle dello Starcia, in Id.,
Salci, suscitano interesse anche gli antroponimi degli attori della fonte, ri- Monasteri e nobilt nel Senese e nella Toscana medievale. Studi diplomati-
conducibili ad altri noti attraverso documentazione amiatina; per di pi, non ci, archeologici, genealogici, giuridici e sociali, Siena 1989, 319-337 e Id.,
si tratta sempre onomastiche comuni: cfr. Codex Diplomaticus Amiatinus, SantAntimo in Val di Starcia, in Lexikon des Mittelalters VII, Mnchen
I, 44, 57, 61, 72, 75, 101, 102, 104, 106, 108, 112 (limitandosi a quelli 1995, 1133-1134; cfr. anche M. Marrocchi, Introduzione, in Kurze,
cronologicamente pi vicini allinizio del secolo IX). Scritti di storia toscana, 2-3.
62
Cfr. C.G. Mor, Gastaldo, in Novissimo digesto italiano, diretto da A. 67
Su ci rimando ad altra sede, cfr. nota 1.
Azara - E. Eula, VII, Torino 1980, 763-765, sia pure oggi superata sotto 68
La bibliografia sul tema sterminata e non avrebbe senso tentarne qui
diversi aspetti.
unindicazione oggettiva: ci limitiamo a una recente pubblicazione ricca di
63
Il padre di Adalolfo presentato come alamanno e detentore di propriet stimoli cio R. Bordone, Uno stato danimo: memoria del tempo e compor-
nella zona: si potrebbe supporne una residenza nella regione almeno da qual- tamenti urbani nel mondo comunale italiano, Firenze 2002 (Reti Medievali.
che decennio e pensare, allora, ad un caso di mantenimento di una posizione E-Book, Monografie, 1: http://www.dssg.unifi.it/_RM/e-book/titoli/bordo-
eminente sul piano sociale e istituzionale che diversi nuclei di Longobardi ne.htm), anche per il bel titolo, preso in prestito da Roberto Sabatino Lopez,
riuscirono a conservare nel passaggio del potere regio ai Franchi, nellambito a sua volta seguace della cultura sociologica statunitense di Robert E. Park,
dellampia casistica analizzata in P. Delogu, L istituzione comitale nellIta- che ben manifesta lampiezza del tema.
lia carolingia (ricerche sulla aristocrazia carolingia in Italia I), Bullettino 69
Anche su questo tema, sebbene pi ristretto rispetto a quello della nota
dellIstituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, 79 precedente, non possibile articolare una nota esauriente: si pu utilmente
(1968), 53-114, particolarmente alle pp. 68-84, 87-88, e alla nota 5 di p. consultare J.H.W.G. Liebeschuetz, Decline and Fall of the Roman City,
87, dove veniva suggerita lincertezza sullorganizzazione amministrativa di Oxford 2001, con la ricca bibliografia ivi proposta. Ancora come quadro
Chiusi nel secolo IX. generale aggiornato sullalto medioevo, C. Wickham, Framing the Early
64
I diplomi di Ludovico il Pio sono ancora in via di edizione per i Monumenta Middle Ages: Europe and the Mediterranean, 400-800, Oxford 2005.
Germaniae Historica. Per ora, si vedano nel regesto redatto in Regestum
DOCUMENTI LONGOBARDI DI CHIUSI

Daniela Fruscione

Otto delle carte appartenenti al cartario di S. Salvatore al attivi a Chiusi nellVIII secolo, nonch di aprire spiragli sul
Monte Amiata scritte nel periodo del dominio longobardo livello dellalfabetizzazione e della struttura sociale degli ul-
(tra il 746 e il 774) presentano actum clusio1 come datatio timi anni del dominio longobardo a Chiusi. Il significato di
topica2. Si tratta di documenti privati riferiti cio a una di- alcuni di questi documenti, siano essi atti unilaterali come
chiarazione di volont di persone private3 appartenenti a la donazione, o atti sinallagmatici, ossia che comportano
due tipologie negoziali: la compravendita4 (charta venditio- lincontro di due volont quali la vendita, va quindi molto
nis) e la promessa (charta promissionis)5. Lanalisi strutturale al di l della mera documentazione di un negozio; in essi
conferma che a queste va aggiunta sicuramente una charta si assiste alla vita di un gruppo di persone a cui fanno da
venditionis del primo aprile 7656, in cui, a causa di un gua- cornice strutture sociali e giuridiche che permettono un
sto della pergamena, non si legge il nome della localit che approccio microstorico. Le carte altomedievali di Chiusi
segue la parola actum, ma che Schiaparelli7 suppone essere aprono spiragli sui negozi compiuti da gente comune che
clusio anche per la presenza del rogatario chiusino8. A queste partecipa al farsi dei documenti con ruoli diversi. Perch
si aggiungono altre due carte, di cui una del 735-7369, priva il documento sia posto in essere, infatti, indispensabile il
della datatio topica e di difficile localizzazione a causa di una concorso di almeno tre persone: lautore, ossia colui dalla
struttura anomala10, considerata da Schiaparelli11 proveniente cui volont lazione stessa ha origine, ad esempio lalienante
da Chiusi per la presenza di un toponimo (Agello) in essa in un atto di vendita o donazione; il destinatario, cio co-
contenuto. Laltra infine, una charta donationis compilata lui verso il quale lazione giuridica diretta, beneficiario o
in una non ben localizzata localit di nome Brioni12, viene donatario in una donazione, acquirente in un atto di ven-
inserita per la continuit storico-tematica con una charta dita; e il rogatario o scrittore, cio colui che per libera pro-
venditionis chiusina: stata infatti scritta da un notaio atti- fessione provvede alla stesura del documento, su richiesta
vo a Chiusi, per ordine di un autore gi beneficiario in una delle parti o di una di esse, con riferimento alla rogazione
carta di Chiusi di alcuni anni prima13. (rogatio) avanzata dallinteressato allo scopo di ottenere il
Undici carte costituiranno quindi loggetto di questa ana- documento scritto.
lisi. Analisi che risponde nella prima parte a criteri diplo-
matistici, trattando della struttura formale dei testi e delle
persone implicate nella documentazione, per poi descrivere 1. Caratteri estrinseci dei documenti di Chiusi. Cenni
la sostanza giuridica e infine il significato storico delle carte.
Si tratta di un numero esiguo di documenti, soprattutto se I caratteri estrinseci sono quelli che si riferiscono alla fattu-
paragonato alla quantit di carte pervenuteci dalle altre due ra materiale del documento e ne costituiscono lapparen-
sedi ducali dellItalia centrale, Lucca e Spoleto, ma ugual- za esteriore, potendosi esaminare indipendentemente dal
mente capaci grazie alla peculiarit della loro struttura contenuto: materia scrittoria quindi, ma anche scrittura e
piuttosto che alla ricchezza contenutistica di alcune di loro segni speciali14.
di fornirci preziose informazioni sugli influssi culturali Non rientra qui lanalisi approfondita dei caratteri estrinse-
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
98

ci dei documenti di Chiusi: le osservazioni che seguono si Frequentissimo il betacismo, ossia lo scambio v-b come in
basano infatti sulle riproduzioni fotografiche degli originali binea per vinea o arvoribus per arboribus.
(ChLA) e non sullesame diretto dei documenti. nel campo della morfologia si offusca la nozione della va-
I documenti chiusini sono costituiti da una pergamena di riet delle desinenze secondo le flessioni nominali e verbali,
forma per lo pi rettangolare, raramente irregolare oblun- circostanza questa acuita dal fenomeno fonetico della caduta
ga. Fatta eccezione per due documenti15, la scrittura corre, delle consonanti finali, caduta cui si deve imputare anche il
come di consueto nei documenti privati, lungo il lato corto fenomeno inverso di consonanti aggiunte fuori posto, in base
della pergamena. al vago ricordo che il rogatario conserva delle declinazioni o
delle coniugazioni: come forme in -t per la prima persona
1.1 La scrittura singolare dei modi finiti confusa con la terza persona. Ge-
Tutti i documenti di Chiusi sono redatti in un tipo di nitivo e dativo fanno spesso caso unico, il nominativo non
scrittura detto corsiva nuova italiana, la forma cio che la sempre regge e nella medesima carta si legge ego Gaidilapus
minuscola romana assunse a partire dal V secolo nelle pro- e ego Gaidilapu. Ablativo ed accusativo sono opzionali, cos
duzioni documentarie e amministrative dellImpero16, che come le desinenze dei verbi: constans per constat, habe con-
divent la scrittura dei notai italiani dallVIII al X secolo. vine temtaveri per habet convenit temtaverit. Il genitivo per
La corsiva, la scrittura pi diffusa della latinit tardoantica17, apposizione come in terra Radcauso terra di Radcauso un
anche per la sua velocit di esecuzione basata sullo scrivere tratto linguistico innovativo specifico dellet longobarda che
currenti calamo anzich al tratto, aveva due precisi caratte- prelude al volgare italico25. non sono rare anche le modifi-
ri strutturali: il tracciato privo di contrasto e sviluppato in cazioni semantiche, talora condizionate dalle scarse nozioni
altezza, e, soprattutto, le legature, che, alterando la forma di morfologia e sintassi: si usa cos il participio presente con
delle lettere unite, si aggiungono allalfabeto come grafemi significato passivo, scrivendo amantissimis col significato di
autonomi18. La e, ad esempio, fin dal V secolo, assume tre amatissimi. Delle preposizioni at sta per a oppure ab, ma
forme diverse a seconda della lettera davanti a cui si trova. anche per a dativo, spesso usate anche di e da: cos nellin-
Rispetto allautonoma vitalit delle corsive meridionali19, la dicazione dei confini (in parte scritti in volgare italico): di
corsiva di Chiusi riflette la qualit inerziale della scrittura dei una parte ... di alia parte ... da capo ... da pede. nella carta
documenti dellItalia centro-settentrionale20. Gli scrittori di rogata dal notaio Gaidilapus delle circa duecento parole che
Chiusi infatti non mostrano una creativit particolare, ma formano il testo, non pi di una quarantina sono immuni
solo una certa variabilit di usi ed esecuzioni individuali. da mende grammaticali, sintattiche o fonetiche26 e si rac-
Si va dalla scrittura orribile e tumultuosa21 ma chiara di colgono prevalentemente nelle parti formulari.
Gaidilapus, rogatario di uno dei primi documenti, a quella Tale latino volgarizzato persiste a lungo e in maniera gene-
calma e regolare di Firmus, rogatario di pi di un documento ralizzata nei documenti italiani. neppure la rinascita caro-
chiusino, che mostra una forte spinta al disciplinamento. lingia ebbe effetto sulla lingua dei documenti; e soltanto
nel secolo XI, con il fiorire degli studi retorici, si comincia
1.2 La lingua dei documenti a trovare nelle carte cittadine una lingua pi corretta, meno
Come tutte le chartae italiane altomedievali anche i docu- intrisa di barbarismi. Anche questo ha fatto dubitare che si
menti chiusini sono caratterizzati non solo da una scrittura, trattasse di una mancanza di cultura. non si pu capire il
ma anche da una lingua peculiare, il latino volgare attestato latino delle chartae senza fare un passo indietro e conside-
in scritture di carattere burocratico, giuridico e cancellere- rare le modalit del rapporto tra i Longobardi, la scrittura
sco22 e che sta alla base dei volgari letterari italiani. Allorch e la lingua latina.
si giunge allVIII secolo, i canoni fonetici, grammaticali, Un secolo prima di Gaudilapus, un altro notaio, Ansoald,
sintattici appaiono nella penisola estremamente sovvertiti. aveva usato la stessa lingua per compilare le leggi di Rotari.
Tale latinit barbarica, specifica dellet longobarda, vista nel primo codice longobardo questo latino senza gramma-
tradizionalmente come decadenza e incultura, viene oggi da tica tanto pi evidente in quanto gli inserti genealogici e
alcuni rivalutata come fatto di cultura e non dincoltura23 narrativi delle stesse leggi sono in un latino corretto, gram-
e momento di costruzione autonoma di una tradizione maticale27. I re che seguirono fecero scrivere le leggi in una
linguistica originale24. lingua che ancora pi sgrammaticata di quella di Rotari:
Dal punto di vista fonetico, tra i vocalismi frequente lo cos Liutprando, nonostante ai suoi tempi siano state scritte
scambio i-e (come in rignu per regnu), ma anche u-o. I dit- epigrafi in latino letterario corretto, e anche Ratchis, il cui
tonghi, spariti, ricompaiono talora a sproposito, come in prologo scritto in buon latino, preferisce usare per le leggi
aecclesia. Lincapacit di intendere il valore dellaspirata ne la stessa lingua del resto del corpus28.
determina spesso la caduta o laggiunta artificiosa: si scrive Il latino delle chartae chiusine si rif quindi alla tradizione
cos ac diae ma hanc vinditione. Presente lo scempimento delle leggi, di una lingua volutamente non letteraria, scelta
delle doppie ma anche il raddoppiamento delle consonan- per la sua funzionalit comunicativa e adattata alle condi-
ti semplici, lassordimento delle sonore finali ma anche la zioni linguistiche del popolo longobardo.
sonorizzazione delle sorde. Molte le terminazioni in -u.
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
99

2. Caratteri intrinseci dei documenti longobardi di Chiusi Aboald notarius attesta la vendita da parte dei fratelli Aude-
lapo e Gaidilapo di tutte le loro sostanze allabate Usingo
I caratteri intrinseci quelli cio che si riferiscono al conte- dellAmiata: regnantes domnis nostris Desiserio et Adelchis
nuto del documento inteso sotto laspetto formale si mo- viri excellentissimi reges. La carta successiva, del dicembre
strano notevolmente omogenei nei documenti provenienti 774, relativa a una vendita di beni immobili, datata dallo
da Chiusi. Anche il tenore, il modo cio in cui si articola il scrittore Bonifrid subdiaconus con la formula Regnante dom-
componimento diplomatistico, presenta una significativa no nostro Carolo rege Francorum et Langubardorum, anno
uniformit compositiva, una struttura tipica che li diffe- regni eius in Italia primo.
renzia da documenti coevi provenienti da zone limitrofe Solo nei primi tre documenti di Chiusi, dopo la datatio cro-
della Tuscia meridionale ugualmente contenuti nel cartario nica introdotta lapprecazione, una breve formula augurale
di S. Salvatore. espressa con la parola feliciter. negli altri documenti chiusini
nella compilazione dei documenti, gli scrittori di Chiusi invece inserita alla fine del testo, dopo la datatio topica.
hanno quindi seguito uno schema preciso non ci dato di
sapere se fornito loro da documenti anteriori del medesimo 2.4 Testo
tipo o da vere e proprie raccolte di formule29 che lo scrittore Il testo la parte centrale del documento, che contiene, in
ripeteva di volta in volta apportando soltanto le modifiche altrettante partizioni distintive, i motivi dellazione giuridi-
richieste dai singoli negozi. Tale procedimento non era solo ca, la descrizione delle circostanze che lhanno provocata, le
un comodo ripiego per guadagnare tempo evitando la fatica disposizioni in cui essa consiste e che da essa scaturiscono,
di elaborare un testo nuovo, ma garantiva un uso appro- lenunciazione delle clausule che valgono a precisarne la
priato dei termini e della fraseologia che il documento, in portata e a garantirne lesecuzione.
quanto titolo giuridico, doveva rispettare per avere validit. I documenti di Chiusi non presentano in apertura al testo
quegli elaborati preamboli, detti arenghe, tipici tra laltro
2.1 Il protocollo dei documenti spoletini, nei quali si ribadisce ad esempio,
Il protocollo, ossia la parte iniziale, introduttiva, del do- a premessa dellazione giuridica, la necessit di riportare
cumento chiusino contiene linvocazione, la datazione e per iscritto i negozi giuridici al fine di evitare dissidi e con-
lapprecazione. troversie fra i contraenti33. nucleo del testo la dispositio,
che contiene la dichiarazione dellatto giuridico compiuto
2.2 Linvocazione o che si compie, di cui con il documento stesso si vuole tra-
Il protocollo iniziava nei documenti altomedievali con lin- mandare la testimonianza scritta. Qui il verbo dispositivo
vocazione, una formula composta dallespressione in nomine manifesta la natura giuridica dellatto e il dettato soggetto
cui seguiva al caso genitivo il nome della divinit30. nella a variazioni secondo la natura e le circostanze dellazione
produzione documentaria dei notai attivi nel territorio di giuridica. Accanto a parti non ben caratterizzate dal punto
Chiusi, come invocazione verbale usata nella maggior parte di vista giuridico e comuni ad altre tipologie di cartulae, la
dei casi lespressione in nomine Domini31. specificit contrattuale segnata dalle voci di verbi quali
vendere o tradere, donare e promittere.
2.3 Datazione
Anche la datatio dei documenti di Chiusi presenta una 2.4.1 Le chartae venditionis di Chiusi
struttura pressoch uniforme. Una costante costituita dal Il testo delle carte di vendita rivela una struttura particolar-
fatto che datatio cronica e topica vengono sempre separate: mente consolidata. Tra il 746 e il 774 sono state compilate
lindicazione del tempo posta nel protocollo, mentre levo- a Chiusi, in base al cartario di S. Salvatore, sette chartae
cazione del luogo in cui fu redatto il documento si trova alla venditionis.
fine del testo. Poich al tempo non si numeravano ancora
gli anni dellera cristiana, la datatio si apre con il termine 2.4.1.1 La notitia
regnante, che introduce la citazione del nome del re e dei In tutti i documenti di compravendita chiusini il testo inizia
suoi anni di regno, seguita quasi sempre dallindicazione del con la notizia dello scrittore del documento espressa dalla
mese uneccezione la charta venditionis del 746 e lin- formula scripsi ego, seguita dal nome dello scrittore. In essa
dizione computata alla greca. Raramente (15 maggio 763, contenuta anche lintitolazione costituita dallenuncia-
25 maggio 765) si trova lindicazione del giorno secondo il zione del nome, titoli e qualit della persona (prevalente la
calendario romano, tipica dei modelli documentari toscani formula viro honesto venditore) da cui emanato il docu-
e settentrionali32. mento, che coincide generalmente con lautore dellazione
Tra le formule protocollari la datatio assume non solo nei giuridica. Una tipica notizia chiusina quella scritta nel
documenti di Chiusi unimportanza storica determinante, 746 dal notaio Gaidilapus: Scripsi ego Gaidilapus rogatus
in quanto registra il cambiamento politico che si verifica con at Alolfu, filius quondam Aliperto, viro honesto vinditore34.
la conquista franca. La dominazione longobarda si riflette A questa formula di base lo scrittore Aboald notarius, nel
ancora nel documento di Chiusi del giugno 774, con cui 763, aggiunge una frase che descrive con minuzia il farsi
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
100

del documento, descrivendo anche lazione di dettatura e Le clausule di rinuncia mediante le quali una o entrambe le
di sottoscrizione dellautore e dei testimoni: Scripsi ego Abo- parti rinunciano per il futuro ad avanzare eccezioni che po-
ald notarius rogatus ab Candidus viro honesto et vinditore, trebbero intaccare la validit del negozio sono seguite dalle-
ipso presente mihique dictante et subter manus suas signum lenco delle sanzioni previste per i trasgressori. La sanzione ha
sanctae crocis facientes, et testis, qui subscriverent aut signa lo scopo di garantire losservanza della disposizione attraverso
fecerent, ipse rogavit. Tra tutte le carte di epoca longobarda la minaccia di pena contro chi non ottemperi agli obblighi
del fondo di S. Salvatore la notitia contenuta solo nelle che vengono a crearsi con lazione giuridica. Tale pena, di
carte di Chiusi e in una cartula venditionis proveniente da carattere pecuniario, nei negozi relativi a trasferimenti di
Aciliano, redatta dal notaio Maurino, uno scrittore che nel propriet spesso fissata al doppio del valore dellimmobile
suo scritto usa tenore e formulari chiusini35. oggetto del contratto: si parla per questo di poena dupli, legata
Il confronto tra due carte chiusine di genere diverso una solitamente alla melioratio, espressa dalla formula dupplum
venditionis e una promissionis rogate dallo stesso scrittore, pretjum, et rem meliorata. Segue e chiude il testo la formula
Bonifrido, dimostra che la presenza di una notitia e la con- sub stipulatione spunsioneque, derivante dai papiri ravennati
seguente redazione della carta in terza persona, a Chiusi, del VI-VII secolo, contenuta nella maggior parte delle char-
non a discrezione del rogatario, ma dipende dalla natura tae venditionis chiusine, ma non nelle carte coeve provenienti
giuridica dellatto e riguarda solo le chartae venditionis. da zone vicine.
La notitia del tipo scripsi ego N rogatus tipica dei papiri interessante il confronto con il documento privato del
ravennati: si legge ad esempio, in una charta ravennate del territorio spoletino che si presenta nella fase pi antica estre-
VI secolo, che il tabellione scrive Honoratus vir honestus ta- mamante povero39. nel testi di alienazione di immobili non
bellio scribsi rogatus a Rusticiana honesta femina36. appare la confinazione. Lintervento dello scrittore annun-
ciato per lo pi alla fine del testo, prima dellescatocollo con
2.4.1.2 Narratio o senza accenno alla rogatio. Rara e presente solo dal 757
La notificazione seguita, nei documenti di Chiusi, dalla anche la formula tardoantica della completio.
narratio introdotta dalla formula constat me, cui segue linti-
tolazione in forma abbreviata espressa dal pronome personale 2.4.1.4 Corroborazione
e liscrizione, data da nome, titoli e qualit del destinatario Manca in tutte la carte venditionis chiusine40 la corrobora-
indicata con il dativo (tibi Rodfridi) e che si collega al verbo zione, la frase cio in cui lautore dellazione giuridica, prima
dispositivo con il quale si indica la tipologia dellazione giu- della datatio topica, dichiara nei termini di una vera rogatio
ridica (constans me ac diae vindedisse et vindedi tivi Rodfridi di aver chiesto al notaio di scrivere la carta. Questa formula,
emturi terrula ...). negli altri documenti provenienti dalla con la quale lautore enuncia le formalit messe in atto per
Tuscia meridionale che non contengono lintitolazione nella garantire lautenticit dello scritto, presente nei documenti
notizia dello scrittore invece la notizia dellautore a seguire coevi redatti altrove, comprese le primissime carte amiati-
la forma constat me (constat me Rodpertu magistrum Comma- ne provenienti da Tuscania e Massa Mustiba, nonch nelle
cinu vindedisse et vindedi tivi Oportuno viro devoto casa ...). cartule promissionis e donationis di Chiusi.
non pu essere casuale che in tutte le chartae venditionis di
2.4.1.3 Dispositio o parte dispositiva Chiusi in cui presente la notitia manchi la corroborazione.
Con la formula vindedisse et vindedi si manifesta il verbo Dallanalisi di queste carte emerge che linserzione della ro-
dispositivo delle chartae venditionis chiusine. I beni di varia gatio dello scriba, scritta in prima persona da questultimo,
natura sono pi o meno precisamente descritti, nelle loro rende obsoleta la consueta forma di rogatio emessa dallau-
dimensioni e confini (o viceversa), con formule variabili37. tore dellatto stesso41.
I documenti prevedono lenunciazione precisa del prezzo
pattuito, introdotta dallespressione di origine tardoromana 2.4.2 Carte diverse dalle venditionis
pretium placitum, seguita dalla forma finitum pretjum; segue Meno coerenti e autonome da un punto di vista strutturale
la formula ricorrente in tutte le carte di Chiusi e nella gi sono le tre chartae promissionis stilate a Chiusi. Riferendo-
citata carta di Aciliano quod inter nos bono animo convinet. si a negozi di tipo molto diverso, non presentano formule
La dispositio si chiude con una serie di formule a garanzia costanti anche quando sono redatte dallo stesso notaio. La
dellacquirente, quale la dichiarazione di libera disponibilit dei promessa viene espressa generalmente con la formula pro-
beni alienati da parte del compratore e la defensio. Questulti- mitto ed una volta dalla forma tardo-romana repromitto et
ma consiste in un impegno preso dallalienante nei confronti spondeo. Le carte presentano inoltre clausule di obbligazione
dellacquirente e risponde alla necessit dellacquirente di far con le quali una o entrambe le parti impegnano se stesse
intervenire il primo in giudizio nel caso di rivendicazione e i propri beni, e talora anche i propri eredi, come estrin-
da parte di terzi. Questa espressione degli impegni assunti secazione dellobbligo a eseguire le disposizioni del docu-
dallautore e dai suoi eredi enunciata dalla forma defensare mento. Le chartae promissionis contengono, diversamente
potuerimus38. Fa eccezione la carta del 25 maggio 765, in cui dalle venditionis, una formula di corroborazione dalla forma
viene usata lespressione antestare potuerimus. pressoch stabile quem enim promissionis nostre cartulam N.
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
101

notario scrivere rogavimus. fabeti e sono ad ogni modo improntate a formulari ancora
nella prima carta42, dellottobre 765, Guntefrido d in instabili. nel caso di sottoscrittori illitterati, cio incapaci
usufrutto a Bonulo la propriet di Offine, che questultimo di scrivere, lautografia limitata ad un signum, accanto al
gli aveva venduto. In compenso di ci, Bonulo garantisce quale lo scrittore del documento indica nomi e qualifiche
langaria di 12 giorni allanno. Dopo la completio la carta dei contraenti e in particolare dellautore.
presenta clausule di fideiussione che esprimono limpe-
gno giurato di terze persone a fare in modo che una delle 2.6.1 Sottoscrizioni
parti mantenga i suoi obblighi, espressa dalla formula di Tra le sottoscrizioni dellautore, due sole risultano essere di
garanzia uuadia et fideiussore. La sanzione espressa da propria mano: quella di Teudemarus, viro honesto et vindi-
una cifra fissa di 10 solidi. tore, autore di una charta venditionis del primo aprile 765,
La seconda carta43 narra del mariscalco Ansifrido, che insie- che scrive Ego Teudimari binditor manibu mei subscripsi e
me a Frido ha comprato da Grossulo, Boniperto e Domni- quella di Ansefrido mariscalco, che nellaprile del 771 scri-
nulo un appezzamento di terreno a Brocciani ed un bosco ve con ridondanza che tradisce lorgoglio del litteratus: Ego
chiamato Grippo Ipsolo. Egli promette ora agli alienanti Ansefrid in ac cartula promissionis me facta propria manu
di non causare alcuna molestia per tale vendita e di non mea subscripsi.
imporre loro lonere della defensio della propriet venduta nelle restanti sottoscrizioni il rogatario che scrive al posto
(forse contro laccordo preso nel documento precedente) dellautore. Due sono qui le formule ricorrenti: quelle del
e di accollarsi egli stesso la defensio in caso di bisogno. tipo manu Alolfo viri honesti vinditoris, e il tipo con lag-
Una forma non consueta presenta la charta promissionis giunta della relativa qui hanc cartulam fieri rogavit in cui si
del 735-736, in cui Pertulo promette al centenario Tasulo accenna alla rogatio.
di amministrare la sua casa con le pertinenze. Per questo Dal 721 in poi, tutti gli atti di compravendita e di donazio-
egli presta angaria ogni terza settimana e paga come censo ne sono corroborati dalla presenza dei testimoni, presenza
una percentuale del vino prodotto, nonch due pani per che deve essere ricondotta anche alla tradizione romana. Il
natale e per Pasqua, e per Pasqua, qualora vi sia, anche numero dei testimoni indicativo, spessissimo ne compa-
una pecora. In questo documento manca la datatio topi- iono tre, anche se non mancano atti con cinque testimoni,
ca, ma Schiaparelli parla di Chiusi per via del toponimo secondo i formulari romani. Ma di tutti, siano tre, quattro
Agello, presente anche in altri documenti chiusini. Oltre o cinque, si tende a dare unidentificazione laudativa, per far
alle peculiarit della mancanza della datatio topica, della intendere che si sono scelte persone quorum fides amittitur.
datatio cronica alla fine e dassenza di un verbo dispositi- Di queste persone di cui ci si pu fidare viene citata la cari-
vo, soprattutto la presenza di una rogatio scritta in prima ca che ricoprono. Se questa manca vengono ricordati come
persona dallo scrittore nella posizione in cui solitamen- uomini devoti. Ad eccezione del primo documento del
te ricorre la corroboratio che salta allocchio. In comune 746, tutte le altre carte provenienti da Chiusi contengono
con le carte venditionis di Chiusi, il documento presenta tre sottoscrizioni di testimoni, come dettato da una legge
il ruolo predominante del rogatario, che quasi scrittore di Liutprando. Di 35 testimoni, 22 sono alfabeti e firma-
onniscente racconta la storia dei contraenti in modo solo no di propria mano; nella grande maggior parte dei casi si
qui quasi informale. specifica la loro occupazione.
nel mondo romano, in et tardo-imperiale, la presenza
2.5 Datatio topica dei testimoni ha il valore di un elemento costitutivo della
La datatio topica chiude la maggior parte dei documenti di giuridicit dellatto, la cui forza probante risiedeva appun-
compravendita di Chiusi. Ad eccezione dei documenti del to nelle loro dichiarazione44. nei territori longobardi la
746, 750, e del maggio 765, manca nelle carte di Chiusi la sottoscrizione dei testimoni costituisce anche un adegua-
formula di apprecazione (feliciter o amen) con cui si chiu- mento ad una diversa coscienza giuridica: dallassemblea
dono in genere i documenti. nella datatio topica i rogatari degli uomini armati tipica di una fase in cui le questioni
segnalano il nome della localit in cui si svolta lazione giuridiche venivano sbrigate senza bisogno di scrittura, si
giuridica preceduta dal termine actum e riprendono in for- passa ad un gruppo pi ristretto di testimoni per suggel-
ma abbreviata, come nei documenti tardoantichi, i dati lare la giuridicit dellatto scritto. La diretta filiazione dei
cronologici indicati per esteso nel protocollo. testimoni dagli uomini armati si presenta problematica: il
gairething crea lazione giuridica, mentre i testimoni inter-
2.6 Escatocollo vengono solo nella documentazione. Fatto questo da colle-
Lescatocollo, ossia la parte conclusiva dei documenti, pre- gare alla questione pi ampia, che per anni ha tormentato
senta struttura costante. Vi si distinguono tre tipi di sot- gli studiosi del documento altomedievale: la questione cio
toscrizione: quella dellautore del documento, quella dei se il documento abbia valore probatorio ossia rappresenti
testimoni e infine la sottoscrizione del rogatario. Le sotto- nientaltro che la prova di un rapporto giuridico gi nato
scrizioni dellautore e dei testimoni presentano unimposta- e indipendente dalla scrittura, o dispositivo, ossia stretta-
zione diversa a seconda che gli stessi siano alfabeti o anal- mente legato allesistenza stessa dellatto giuridico45. A ci si
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
102

pu in parte rispondere con lausilio di una carta chiusina nelle carte medievali italiane sono frutto delladeguamento a
del febbraio 760: qui si dice di Arnolfo, che in un periodo questa norma. nelle chartae del territorio romano-ravennate
precedente aveva venduto a Gioviano una terra nel casale e dellItalia bizantina troviamo cos la formula della completio
Agello senza far stendere la relativa carta, e ora emette la romana post traditam complevi et absolvi e in quello tosco-
carta di tale vendita. Premesso che non ci dato sapere lombardo la completio longobarda post traditam complevi et
quanto tempo sia passato tra la vendita e lemissione della dedi/emisi indicante la consegna del documento perfetto al
carta, tale documento testimonia come in riferimento alle destinatario.
carte longobarde di vendita sia pi adeguato parlare di un
valore probatorio.
La formula delle sottoscrizioni va dal laconico ego Gairi- 3. La sostanza giuridica
mundus testis di un testimone della charta venditionis del
746, in cui si percepisce una fatica dello scrivere, forma Le disposizioni delle leggi longobarde che sono state messe
talora ampliata dal verbo che indica la sottoscrizione (ego a frutto nelle carte private di Chiusi riguardano due piani:
Zurro tetis supscripsi), fino ad arrivare a forme di sotto- il piano formale della stesura dei documenti e del ruolo del-
scrizione che mostrano una buona scelta del vocabolario, lo scrittore, e quello sostanziale della regolamentazione dei
come quella di un ecclesiastico di un documento del 750, negozi54. A riprova del processo di fusione fra due genti e
dove si legge ego Iohannis abate rogatus ad Donatu manus culture, il notariato altomedievale e anche quello chiusino
mea suscripsi. Va quindi sottolineata la rogatio rivendicata, si servono per lo pi del linguaggio giuridico romano per
oltre che dal redattore anche dai testimoni che sottoscri- costruire nuovi schemi di documenti a servizio del diritto
vono in forma autografa. romano e di quello longobardo.
In una carta del primo aprile 765, non solo lautore ma Segnale dellinserimento di consuetudini e norme longo-
anche tutti i tre sottoscrittori sono alfabeti. Due di loro barde nei documenti sono le glosse longobarde, che indi-
sono a loro volta notai. Gi nel primo documento chiusi- cano i limiti della lingua del diritto romano, non sempre in
no del 746 tutti i testimoni si definiscono testis. Fatto non grado di affrontare la messa per iscritto di nuove tradizioni
scontato, soprattutto se si considera che nelle pi antiche giuridiche. Daltra parte la diffusione di clausule ed espres-
carte provenienti dalla Tuscia, redatte prima dellanno 721, sioni del diritto non solo romano ma anche longobardo55
nessuno dei testimoni presenti dichiarato testis. allinterno dei documenti di Chiusi indica uno sforzo per
adattare la tecnica documentaria alle necessit dello svolgi-
2.6.2 Completio mento del diritto.
Dopo le sottoscrizioni di autore e testimoni, alla fine delle-
scatocollo, lo scrittore dichiara di aver completato la car- 3.1 Chartae e scrittori
tula post traditam e di averla definitivamente consegnata al Il tema delle charte e dei loro scrittori trattato nelle leggi
destinatario. Da qui il nome completio per la sottoscrizione longobarde in modo solo frammentario. Per quanto riguarda
dello scrittore46. I documenti di Chiusi, compresa la carta lalto medioevo infatti, il discorso sulla figura del redattore
del primo aprile 765 priva di datatio topica, adottano una di carte e sul valore della funzione documentaria deve fare i
completio semplice, data dalla formula toscana e lombarda conti con unassenza di precise configurazioni e definizioni
post traditam complevi et emisi47. Tutte le altre carte conte- giuridico-istituzionali: il che ha aperto la porta alla pi che
nute nel Codice Amiatino ma non provenienti da Chiusi, secolare discussione sulla definizione del valore giuridico del
compilate prima del 774, presentano la formula complevi documento se sia cio strumento di prova o non sia anche,
et dedit48. Con tre eccezioni che seguono la forma chiusina: nel momento della sua redazione, elemento costitutivo del
una cartula proveniente da Acilianu49 che presenta la stessa negozio giuridico56 nonch della configurazione sociale
struttura e scelta del vocabolario delle carte chiusine, una e istituzionale del suo produttore, cio se esso debba essere
di Roselle50 e una carta da Brioni51, scritta tuttavia dal no- considerato un semplice professionista privato al servizio di
taio chiusino Firmus, che mostra continuit contenutistica privati o se e da quando abbia invece una caratterizzazione
con una carta di Chiusi del 15 Maggio 76352. Il verbo tec- derivante da una qualche forma di delega o investitura da
nico complere, ricorrente in un passo del codice giustinia- parte di unautorit pubblica57.
neo, indica il compiere di tutte le operazioni richieste per Lidea che la validit degli atti dipende dalladerenza di que-
la validit del documento dal momento della rogatio fino sti ultimi alle leges espressa da una norma di Liutprando
alla fine: per questo latto della sottoscrizione e la formula de scrivis (Liut. 91), che sancisce la continuit tra il testo
relativa hanno assunto nella terminologia diplomatistica il legislativo e la scrittura dei documenti:
nome di completio.
Un effetto di rilievo ebbe quindi sui documenti la norma De scrivis hoc prospeximus, ut qui cartulas scribent, sive ad le-
per cui ogni carta scritta per tabellionem doveva essere ab ipso gem langobardorum, quoniam apertissima et pene omnibus nota
completa et postremo a partibus absoluta53: le formule della est, sive ad romanorum, non aliter faciat, nisi quomodo in ipsis
completio quasi ovunque inserite dai notai nellescatocollo legibus contenetur; nam contra legem langobardorum aut roma-
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
103

norum non scribant. Quod si non sciunt, interrogent alteros, et (Variae, XII, 21).
si non potuerent ipsas legis pleniter scire, non scribant ipsas car- Ma non solo la figura dello scrittore viene citata nelle leggi.
tolas. Et qui aliter facere presumpserit, conponat wirgild suum; Anche il riconoscimento dellimportanza della sottoscrizio-
excepto si aliquid inter conlibertus convenerit: ut si quiscumque ne vergata per mano dei testi sancita da questa norma di
de lege sua subdiscendere voluerit et pactionis aut convenentias Ratchis. Il rapporto fra forma scritta e sottoscrizione mol-
inter se fecerent, et ambe partis consenserent, isto non inpotetur to stretto e la sottoscrizione ritenuta requisito necessario
contra legem, quia ambe partis volontariae faciunt: et illi, qui perch latto rimanesse valido nel tempo.
tales cartolas scribent, culpavelis non inveniantur esse. Nam Anche se le persone collegate alla stesura di carte diventano
quod ad hereditandum pertinet, per legem scribant. Et quia de protagoniste delle leggi solo a partire da Liutprando (726),
cartola falsa in anteriore edictum adfixum est, sic permaneat. gi leditto di Rotari (643) pur essendo la prova evidente
che prima della sua emanazione i Longobardi erano vissuti
Questa norma straordinaria che ci parla tra laltro del farsi ed avevano governato ignorando in certi rapporti ed aspetti
di nuove consuedini risultanti dagli accordi tra le parti al di della vita sociale luso della scrittura contiene testimonianze
l delle norme scritte, ci insegna che nelle leggi dei re lon- che si riferiscono allesistenza di una documentazione privata.
gobardi lo scrittore delle carte detto scriva/scriba58. Tale Esso conferma che nei territori del regno longobardo, nel VII
sostantivo contrariamente a scriptor non compare mai secolo, era gi previsto luso di una documentazione scritta
nei documenti longobardi, in cui sono attestate ventitr qua- relativa a rapporti giuridici tra privati. In esso infatti inse-
lifiche diverse. nel 726 il capitolo de scribis di Liutprando rito un capitolo (243) dal titolo De cartola falsa, che prevede
stabil che i notai erano diventati punibili se non avessero il taglio della mano per coloro che scrivano un documento
osservato la lex langobardorum aut romanorum nel redigere (cartola) o una pergamena (membrana) falsa. La stessa pena
gli atti privati. Linfrazione si pagava con il guidrigildo. Da era prevista nel capitolo precedente per il falsario di mone-
questa norma di Liutprando emerge anche che uno status te. Ulteriori cenni alluso della scrittura ci derivano da altri
ufficiale e una scuola definita per scribi professionali, rico- capitoli dellEditto: nel capitolo sulle manomissioni (224)
nosciuta da parte dellautorit statale, non erano requisiti si menziona il fatto che la liberazione dello schiavo tramite
essenziali per poter scrivere documenti; gli scrittori devono la thingatio62 deve essere ricordata in una cartolam libertatis:
essere i depositari e interpreti della norma e della lingua in
cui la norma stata scritta. Haec sunt quattuor genera manumissionum: Tamen necesse
Che lopera dei notai fosse volta a garantire il pi possibile est propter futuri temporis memoriam, ut qualiter liberum aut
la stabilit e lefficacia degli atti rogati e che i notai fosse- liberam thingaverit, ipsa manumissio in cartolam libertatis
ro consci della loro opera di adeguamento alle nuove leggi commemoretur. Et si cartolam non fecerit, tamen libertas ei
mostrato da una frase del notaio chiusino Domnulinus, permaneat.
scrittore di due cartulae venditionis di epoca longobarda59,
che in una charta donationis da lui rogata nellagosto 77560, Da questa norma, che mette la carta in rapporto alla memo-
quando ormai il potere era passato in mano franca scrive: ria, si deduce che, nel passaggio dalloralit alla scrittura, al
et ad confirmandam in vus suprascripta mea donatjo secun- documento non viene ancora conferito valore esclusivo ed
dum mos ritus gentis Langubardorum conpetet adcipi ad vus assoluto rispetto ad altre forme rituali di conferma di unazio-
launegild maneciis61. ne giuridica. Il documento notarile partecipa di un sistema
La non ufficialit dei redattori delle carte private non con- generale di dominio controllato della memoria, tipico delle
traddetta da questa prescrizione dellanno 746 (Ratchis 8): societ della scrittura: esso risponde ad una necessit indi-
viduale e sociale di certezze e di continuit proiettate nelle
[...] Ideo decernimus, ut si quis cartola vinditionis alicui de generazioni future, nellambito di societ in cui il possesso
aliqua res fecerit, et ad scrivane publico scripta, vel ad testibus di beni e la loro stabilit nel tempo sono la base della con-
idoneis rovorata fuerit et tam ipse vinditur quamque et testes sistenza giuridica e politica degli individui e dei gruppi63.
in ipsa cartola subscripserint aut manus posuerint et manife-
staverint in ipsa cartola, quod pretium inter eos statutum su- 3.2 La regolamentazione dei negozi
scepisset: si pulsatus fuerit postea emptor, quod pretium ipsum In tutto lalto medioevo le istituzioni consuetudinarie lon-
non complessit, sacramentum exinde non procedat [...]. gobarde concernenti la materia delle obbligazioni e dei
contratti conservano caratteri arcaici legati alle condizioni
Lo scrivanus publicus qui un amanuense che scrive per dellambiente economico-sociale e alle forme rudimentali
il pubblico, cio su richiesta di altri. Espressione mutuata in cui si realizza, da parte del potere pubblico, la tutela dei
dal passato classico, dove lespressione si riferiva a qualcu- diritti. A seguito delloccupazione longobarda si venne a
no cui si riconosce una particolare fides, ovvero una cre- svolgere e a radicare in Italia unesperienza giuridica com-
dibilit superiore, tanto che Cassiodoro, quando accenna pletamente diversa da quella romana. LEditto di Rotari, ad
al loro ufficio scrive: scribarum officium securitas solet esse esempio, non n una legge organica, n pu considerarsi
cunctorum, quoniam ius omnium eius solicitudine custoditur. un codice in cui la materia civile e penale sia stata distinta
e disciplinata in modo sistematico ed esaustivo.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
104

un posto importante nella simbologia dei diritti germani-


3.2.1 Le donazioni ci: simbolo di riconoscimento dellautorit dellaltro, di
Un capitolo importante del diritto longobardo, che si ri- garanzia, conferma di un fidanzamento72. per chiaro
specchia nelle cartule longobarde di Chiusi, quello del- che il valore di un paio di guanti, come controprestazione
le donazioni post mortem64. Rotari (168) aveva proibito le per la donazione di una propriet che comprendeva casa,
donazioni fatte da chi aveva figli, eredi necessari per il di- vinea, terra, silva, cultum et incultum, puramente sim-
ritto longobardo, attenuando la norma solo quando aveva bolico. Il valore del controdono, in tempi storici, non
introdotto la possibilit che fossero eredi i figli naturali. Il paragonabile a quello del dono, ma espressione di uno
capitolo 154 prevedeva infatti, nelle questioni di eredit, dei principi che stanno alla base di molte istituzioni ar-
quote minori per i figli naturali65, che venivano tuttavia caiche, germaniche e non: la reciprocit73.
considerati fra gli eredi necessari. Ai capitoli a tutela dellas- Il termine launegild un composto quasi tautologico,
se destinato alla successione necessaria, Liutprando aveva formato dai sostantivi germanici *launa- premio e *gel-
aggiunto altre regole, tutte coerenti con lEditto di Rotari: da- pagamento74; lo stesso istituto viene espresso in altre
il cap. 1 stabiliva che le figlie dovevano ereditare dal padre, lingue da composti nei quali il valore di reciproci anche
se non vi erano figli legittimi maschi, omnem hereditatem. etimologicamente pi chiaro, vedi ad esempio il tedesco
Ci confermava, accanto ad altre regole che aprivano la suc- medio viderln e vidergift controdono, ma anche il lati-
cessione necessaria alle donne (2, 3, 4), il rispetto assoluto no volgare widerdonum, da cui litaliano guiderdone, in
dellunitariet del patrimonio familiare66. cui la specificazione sta appunto nel contro. Il carattere
Le donazioni fra vivi erano un istituto contrario alla tradi- arcaico delle donazioni longobarde dimostrato anche
zione, non solo quando vi erano figli legittimi del donante, dalla donazione che Audiperto fa ai nipoti Boniperto e
ma anche se il donante aveva la potenzialit di diventare Leoperto: come launegild viene qui richiesto un anello do-
padre. Per questo nella charta donationis chiusina del set- ro (anulo aureo uno). Il valore delloro in forma di anelli,
tembre 77067, lautore Audiperto ci tiene a specificare che nello scambio di doni e come simbolo dellimpegno tra
la sua donazione a favore dei nipoti Boniperto e Leoperto donatore e beneficiario, ben noto da diverse fonti ger-
diverr effettiva solo se alla sua morte non ci saranno eredi maniche75. nel linguaggio poetico dellantico inglese il
necessari: [...] et si sic nostris meruerint operibus et neque fi- sovrano denominato baggifa colui che dona anelli (in
lius aut filia non abuero, in omnibus vos mihi succidatjs [...]. cambio di prestazioni militari), e nel Carme di Ildebrando,
una delle pi antiche testimonianze poetiche in una lingua
3.2.1.1 Il launegild germanica che sicuramente ha risentito anche dellinflusso
non era solo il rispetto delle regole di successione che uni- longobardo, Ildebrando tenta di offrire al figlio contro cui
formava gli atti di donazione. Le chartae donationis chiusine suo malgrado costretto a combattere, gli anelli doro che
sono anche un esempio di corretta applicazione del capitolo porta al braccio76.
175 di Rotari68 e del capitolo 73 di Liutprando69 che pre-
vedevano la controprestazione simbolica di un launegild70: 3.2.2 La wadia
soltanto rispettando queste formalit la donazione stabile Unaltra glossa longobarda inserita in una charta promissio-
deueat permanere. La donatio longobarda ha cio caratteri- nis chiusina dellottobre 76577: wadia. Si tratta di un termi-
stiche di bilateralit e non di unilateralit, come nel diritto ne longobardo derivante da una forma germanica neutra78,
romano71. La controprestazione del beneficiario essenziale, inserito nelle fonti come sostantivo femminile della prima
in quanto il diritto longobardo non riconosceva lefficacia declinazione latina; ha il significato di pegno offerto a ga-
dei negozi di mra liberalit, suscettibili di menomare il ranzia di un contratto ed costituito originariamente da un
patrimonio della famiglia. Questa controprestazione, pur bastoncello che passava dal debitore al creditore simboleg-
senza essere economicamente equivalente alla prestazio- giante lassunzione di responsabilit da parte dellobbligato79.
ne del donante, era necessaria per il perfezionamento del La wadiatio il contratto solenne che nel diritto longo-
negozio: in difetto di essa, la donazione poteva sempre bardo ha importanza fondamentale come forma negoziale
essere revocata dal donante o dai suoi eredi (Rot. 175, di uso generale per la costituzione di vincoli obbligatori,
184, Liutpr. 43, 73). idonea alla realizzazione dei pi vari intenti pratici80. In un
Se limportanza di questo istituto dimostrata dal frequente documento chiusino dellottobre 76581 inserita a garan-
ricorrere nella legislazione longobarda, in nessun capitolo zia di una promessa: Guntefrido d in usufrutto a Bonulo
delle leggi si dice cosa il launegild effettivamente sia. nei la propriet ad Offine, che questultimo gli aveva venduto.
documenti, invece, il launegild non rimane un concetto Come ricompensa, Bonulo garantisce langaria di 12 giorni
astratto: in una carta chiusina del 775, rogata durante la allanno. La wadia qui costituita da una somma di quattro
dominazione franca, si accenna al fatto che la donazione, solidi (dedit wadia Guntefrid Bonulo de solidis quattuor).
per essere valida secondo i costumi e i riti longobardi, deve Questa forma negoziale longobarda, che con probabilit si
essere accompagnata dallofferta di un launegild, facendo celebrava in origine davanti allassemblea, si compie nel do-
riferimento ad un paio di guanti, un oggetto che occupava cumento chiusino senza altre formalit davanti ai testimoni
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
105

(in presentja Landarini, Andreati, Babbulo, Iohannis clerici). vato che questo capitolo di Rotari confermerebbe in modo
nella legislazione longobarda, come nel documento di Chiu- implicito che la locazione di un fondo rustico sarebbe stata
si, listituto della wadia strettamente associato a quello del concepita nel diritto longobardo come un contratto reale
fideiussore: il debitore era tenuto cio a presentare al cre- e non necessariamente formale: il documento era richiesto
ditore un mediatore-garante idoneo, tale che meritasse la solo per le concessioni di durata superiore al quinquennio
fiducia del creditore e possedesse beni almeno equivalenti e nel periodo precedente non occorreva libellus scriptus85.
al valore della prestazione dovuta82. Il capitolo 228 De possessione86 norma il caso che qualcuno
venga accusato di possedere beni mobili o immobili illegit-
3.2.3 La compravendita e il possesso timamente. Se c stato possesso per cinque anni egli pu
nei documenti altomedievali la vendita ha carattere reale e negare per giuramento o difendersi in duello. Il termine
non formale. Il formulario tipico delle chartae venditionis di quinquennale , secondo alcuni, da ricollegarsi ad unantica
Chiusi ci presenta il contratto gi completamente realizzato: consuetudine romana in materia di locazione.
attesta cio lavvenuto pagamento del prezzo, documentan- nel sistema normativo di Liutprando nellambito delle
do quindi la tradizione della cosa e il trasferimento di ogni compravendite la carta viene ad assumere notevole impor-
potere o diritto sulla medesima. La documentazione della tanza nella decisivit della sua redazione, tanto da colpirne
compravendita affine a quella romano-ravennate, derivata con ogni mezzo la falsificazione (115). Lefficacia della carta
dai formulari romani di vendita, di cui riproduce le clausule emerge dalla norma 116 di Liutprando, in cui si dice che
tipiche, pur con modificazioni spesso sostanziali. Lappli- in presenza della carta viene respinta lazione di revindica,
cazione delle disposizioni giustinianee fu quella che le con- avanzata dal terzo proprietario.
dizioni ambientali poterono consentire: cos, per ricordare Dalle carte chiusine viene la conferma che la compilazio-
un tipico esempio, dalla formalit della sottoscrizione del- ne di un documento non era indispensabile, ma costituiva
le parti, tassativamente prescritta, si svilupp luso volgare una sicurezza. Cos Arnolfo dopo aver venduto a Iobiano
della manufirmatio. In una societ in cui solo una piccola un pezzo di terra posto in Agello al prezzo di quattro tre-
minoranza era in grado di scrivere si ammise dapprima che missi aurei, concludendo laffare senza documenti, registra
la sottoscrizione potesse essere validamente apposta con un come autore probabilmente per desiderio di Iobiano la
segno di croce, che il notaio attestava essere il signum ma- compravendita con lassenso dei suoi figli e dei suoi generi.
nus del testimone.
nellEditto di Rotari e nella successiva legislazione longo- Compositio dupla
barda non si rintraccia una concreta e definita disciplina del La compositio dupla una clausula di carattere penale ri-
possesso. Il complesso sistema romano del regime e dei ri- guardante cio un aspetto punitivo e non obbligatorio del
medi possessori sembra appartenere ad unaltra dimensione. rapporto giuridico contenuta nei documenti di vendita. Il
Uno squarcio sulla realt del periodo precedente a Rotari venditore si impegnato a pagare il doppio del prezzo rice-
aperto da un fatto narrato nellHistoria Langobardorum di vuto dallacquirente nel caso non possa rispettare limpegno
Paolo Diacono: egli racconta che un suo bisavolo, tale Lo- preso. Questa clausula penale, collocata nella charta secondo
pichis, tornato da una lunga prigionia presso gli Avari, non lo schema notarile romano87, assume la forma della compo-
era potuto rientrare in possesso delle cose lasciate dal proprio sitio dupla soprattutto nei territori longobardi, mentre nei
genitore, in quanto loccupante gli aveva contrapposto una territori ravennati la pena fissata in una somma determi-
propria e diuturna possessio, pur se originata dallinvasione nata88. nellEditto di Rotari la compositio appare raramente
avvenuta durante la sua assenza. nella societ longobarda de- nella misura del doppio. Il reddere in duplum compare per
gli inizi della dominazione dItalia si poteva dunque opporre la prima volta in una regola di carattere generale: coloro
al rivendicante il solo possesso senza precisarne i contenuti che abbiano accettato il pagamento della composizione,
di legittimit. I capitoli 227 e 228 dellEditto di Rotari si stabilita a soddisfazione delle offese ricevute, sono tenuti a
riferiscono in modo specifico alle situazioni possessorie83, rispettare la pace, cessante faida. Se violeranno la pace do-
stabilendone la tutela secondo contenuti e finalit consoni vranno restituire la somma ricevuta a titolo di compositio in
al sistema normativo longobardo ed attraverso i principi del duplum. Il motivo di questa pena il mancato rispetto di
processo ordalico del giuramento e del duello. un accordo cos doveva intendersi il rinunciare alla faida
Il capitolo 227 De emptionibus et venditionibus84 riguarda il ricevendo una somma e quindi il venir meno a un obbli-
caso di acquisto di una terra poi rivendicata dal venditore o go contrattuale. Gli altri due casi di compositio dupla sono
dai suoi eredi nei confronti dellacquirente, che la possiede da ricondurre alla stessa logica, ma in questo caso si tratta
da pi di cinque anni. I primi assumono infatti di non aver del mancato rispetto di obblighi contrattuali in materia di
venduto la cosa ma di averla solo locata. La norma preve- nozze. Al promesso sposo spetta una dupla meta dote, sia
de che il venditore-attore possa sostenere la sua domanda che la sposa promessa venga rapita da un terzo, mettendo
esclusivamente presentando il libellus scriptus ubi rogatus la famiglia della donna nella condizione di non rispettare
fuisset praestandi. In mancanza di esibizione del documento, limpegno, sia che la famiglia faccia rapire la figlia o la dia
il convenuto pu purgarsi con il giuramento. stato osser- in sposa ad un altro.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
106

era anche il mariscalc Ansefrido, autore di una charta pro-


4. La materia storica missionis93 compilata a Chiusi nellaprile 771; mariscalc
un sostantivo maschile in *-a dal significato originario di
La conoscenza storica dellalto medioevo si fonda non solo scudiero, stalliere, strator. non un termine esclusivamante
sulle fonti legislative o letterarie ma anche sulle fonti do- longobardo94, come marpais al cui ufficio corrisponde, ma
cumentarie, sulla grande massa dei documenti giuridici, termine diffuso anche nel franco-latino (mariscalcum nella
pubblici e privati, che si conservano negli archivi di ogni Lex Salica) e in altre lingue germaniche occidentali come
regione italiana. I documenti notarili infatti non sono solo ata. marhskalk. Composto dalla specificazione *marha ca-
specchio di concreti frammenti della realt giuridica ma vallo e dal nomen agentis *skalka-z servo, addetto, indicava
anche di quella sociale ed economica del tempo, di cui originariamente il giovane addetto ai servizi di scuderia,
sono condizionati a dare una definizione fedele, sia pur poi un funzionario. La parola entrata nellitaliano dal
calandola nellambito di formulari che, nella loro ricono- latino dei Franchi dando origine a due prestiti: maniscalco,
sciuta capacit di legittimazione, appaiono come efficaci pi antico, e il recente maresciallo95.
strumenti di stabilizzazione e di durata89. Ansifrido, dopo aver comprato con un documento (car-
tula) un appezzamento di terra a Brocciani ed un bosco
4.1 La societ chiamato Grippo Ipsolo, promette agli alienanti di non
nonostante il numero ridotto, i documenti di Chiusi ci imporre loro forse contro laccordo preso nel documento
presentano una societ relativamente variegata. Tra i pro- precedente lonere della defensio della propriet venduta.
tagonisti delle carte chiusine mancano tracce di persone, Egli si impegna con la carta che come autore anche
ecclesiastici o funzionari, di rango alto. I protagonisti orgoglioso di sottoscrivere di propria mano con la frase
delle carte occupavano posti non elevati nella gerarchia quasi altisonante ego Ansifrid in ac cartula promissionis a me
dei poteri ufficiali. Il funzionario di carica pi elevata no- facta propria manu mea subscripsi ad accollarsi in caso di
minato nei documenti chiusini o collegati a Chiusi lo bisogno la defensio. Il motivo per cui Ansifrido decide di
sculdascio (sculdhais)90, un ufficiale pubblico dipendente sobbarcarsi tale onere non reso noto. Certo per chi come
del gastaldius o subalterno al duca, forse attivo in origine lui occupava un posto nella gerarchia dei poteri ufficiali
nei ranghi dellesercito, corrispondente al centenarius ro- non doveva essere difficile ottenere giustizia nel caso si fosse
mano-bizantino. Lo sculdascio curava le cause giuridiche dovuto impegnare in una defensio. O diversamente si pu
minori e aveva anche mansioni di esattore, come emerge supporre che a lui un tale accidente non sarebbe occorso.
da alcuni capitoli rotariani: Altra carica presente nei documenti chiusini96 quella dello
scario scarione, un altro dei dipendenti del gastaldo allin-
De grabworfin. Si quis sepulturam hominis mortui ruperit terno della curtis. Scario un nomen agentis con formante
et corpus expoliaverit aut foris lactaverit, nongentos soledos *-(j)an da *skaro parte, indicante una persona appartenente
sit culpavelis parentibus sepulti. Et si parentis proximi non a un gruppo97. Un ruolo simile a quello dello scarione
fuerint, tunc gastaldius regis aut sculdhais requirat culpa quello dellactor 98, testimone di una cartula venditionis del
ipsa et ad curte regis exegat (Rotari 15). 15 maggio 763, anchegli sottoposto di un gastaldius regis.
Come nel resto della penisola, anche a Chiusi la struttura
De scandalum. Si quis in ecclesia scandalum penetraverit, del fisco risulta mista, romano-longobarda, come mostra
quadragenta solidos ipsius venerabilis loci sit culpavelis, la presenza di un curatur 99, termine indicante un funzio-
excepto plagas aut feritas, cui fecerit. Et predicti quadra- nario cittadino in epoca tardoimperiale100.
genta solidi per sculdais aut iudicem, qui in loco ordinatus nei documenti di Chiusi sono rappresentate anche altre fi-
fuerit, exegantur et in sacro altario ponantur, ubi iniuria gure come quella del centenarius101, un ufficiale che rappre-
facta est (Rotari 35). senta una carica che forse un residuo della divisione per
gruppi di famiglie su base numerica, e dellesercitale (exerci-
Il sostantivo sculdhais, che pu inserirsi nella II declina- talis Clusine civitatjs), menzionato in una carta proveniente
zione latina come sculdassius, composto dal germ. *skul- da Roselle102, un libero armato, di tradizione longobarda,
di- debito e da *hait-ja-z, nomen agentis dalla radice del anchesso facente riferimento al duca o al gastaldo.
verbo *haitan- chiamare. quindi in origine colui che Tra i vari dipendenti del gastaldius che gestiscono il fisco del
chiama, esige i debiti91. Ricerche recenti hanno mostrato re non sembra esserci una vera specializzazione, e il fatto che
che gli sculdasci agivano intorno al gastaldo senza specifi- le leggi non facciano menzione di alcune di queste cariche
che competenze territoriali92, negando quindi lesistenza che emergono solo dai documenti non aiuta a capire me-
di una sculdascia come unit territoriale allinterno di un glio quale era il ruolo preciso di questi personaggi. A Chiu-
ducato a capo di cui viene messo uno sculdascio. si sono comunque presenti molti dei rappresentanti della
Il fisco longobardo, presente in tutto il regno e nei ducati curtis regia, la struttura di base del potere longobardo nel
transappenninici autonomi, una realt ben testimoniata territorio, che, dipendenti del gastaldius, gestivano il fisco
nella documentazione di Chiusi. Un funzionario del fisco del re, quel sistema cio di multe ed eredit che costituivano
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
107

le basi economiche del potere monarchico103. Molti capi- nome interamente longobardo di Teudirada105, e di un suo
toli delle leggi di Rotari del 643 si preoccupano di stabilire figlio non ancora battezzato ai fratelli Audiperto e Baron-
i diritti della corte regia in materia di eredit e di multe, cello. Grazie alla carta donationis redatta sette anni dopo
con lo scopo teorico di affermare lautorit del re e pratico su richiesta di Audiperto, veniamo a sapere che il defunto
di consolidare le basi economiche del potere monarchico. Baroncello ha fatto Boniperga sua moglie senza renderla
nonostante i medici non occupassero nellalto medioevo un libera106. In base a Rotari 222 e Liutprando 106 i due figli
ruolo elevato nella gerarchia sociale, non stupisce la presen- nati da lei non sono considerati legittimi:
za di un medicus tra i sottoscrittori alfabeti di Chiusi104. Le
basi della medicina consistevano nellinterpretazione delle De ancilla matrimonii gratia. Si quis ancillam suam propriam
antiche opere mediche, e nei monasteri insieme alla scrit- matrimoniare voluerit sibi ad uxorem, sit ei licentiam; tamen
tura si tramandava leredit dellantica medicina. In questa debeat eam libera thingare, sic libera, quod est wirdibora, et
comunit di uomini liberi e piccoli possessori, non manca- legetimam facere per gairethinx. Tunc intellegatur libera et
no ecclesiastici, indicati nei documenti con vari appellativi: legetima uxor, et filii, qui ex ea nati fuerint, legetimi heredes
abate, subdiaconus, clericus, presbiter. Le propriet vendute a patri efficiantur (Rotari 222).
Chiusi nellVIII secolo sono ridotti appezzamenti di terra,
di valore modesto, mediamente di quattro solidi aurei. Un Si quis aldiana alienam aut suam ad oxorem tollere volue-
indizio del fatto che non ci troviamo in presenza di grandi rit, faciat eam wirdibora, sicut edictus contenit de ancillam.
fortune, del resto, si ricava dalla misurazione stessa della ter- Nam qui sine ipsa ordinatione eam quasi oxoremhabuerit,
ra, fatta in piedi. Unica eccezione: i possedimenti venduti filii, qui ex ea nati fuerent, non sint legetimi, sed naturalis
dai fratelli Audelapo e Gaidilapo con il beneplacito del loro (Liutprando 106).
patrigno Opteris allabate Usingo di S. Salvatore al prezzo
di 30 solidi aurei. Boniperga non era wirdibora composto formato da due
I documenti registrano anche dei cambiamenti di stato so- sostantivi, in cui il primo elemento si confronta con lantico
ciale. Un documento dellottobre 765 registra un negozio tedesco wirdi, wirda (f.) dignit, onore, riconoscimento
non raro: dopo aver venduto a Guntefrido la sua propriet mentre il secondo elemento il femminile bora portatri-
ad Offine, Bonulus la riceve in usufrutto in cambio di 12 ce donna libera, o, letteralmente portatrice di dignit,
giorni di angaria lanno. lecito domandarsi perch un li- quindi non era capace di generare figli legittimi.
bero proprietario decida di diventare locatario e sottopostoE infatti, poich i due figli nati da lei e dal defunto Ba-
anche se questo passaggio significava un abbassamento nella roncello non erano considerati eredi legittimi, Audiperto
scala sociale. Fallimento economico, coercizione da parte didecide di donare ai nipoti Bonipertolo e Leoperto le so-
un potente o forse semplicemente insicurezza possono celarsistanze sue e del fratello. Dispone che se avr figli spetti a
dietro un tale documento, che rende esplicita uninsicurezza.
questi la met dei suoi averi e laltra met ai nipoti; se morr
Un contratto di locazione scritto poteva dare pi sicurezza senza figli saranno eredi di tutto i nipoti, collobbligo di
di un possesso basato su un diritto consuetudinario, cibo dare ogni anno alla chiesa di S. Salvatore al Monte Amia-
sicuro e protezione valevano la cessione della propria terra.
ta cui apparterranno con tutti i loro beni dopo la morte
Quasi tutti di questo tipo erano ad esempio, nellVIII se- dello zio, in suffragio della sua anima un soldo doro o
lequivalente in cera, olio od altro. Per rendere il contratto
colo, i contratti di locazione del monastero di S. Salvatore,
irrevocabile, Audiperto fa dare da un certo Adualdo, al po-
il pi potente possidente nellarco di un vasto territorio, in
base ai documenti amiatini. sto dei nipoti non liberi, un anello doro come launegild.
La posizione in cui i due nipoti non liberi si troveranno
4.2 Macrostoria e microstoria nei documenti chiusini dopo la morte dello zio si riflette nella legge di Rotari,
Un prezioso spiraglio nella storia sociale dellalto medio- cap. 233:
evo chiusino viene aperto da due documenti, luno steso
a Chiusi nel 763 e laltro nel 770 a Brioni, una localit Si quis de servo conparaverit. Servus cuiuscumque non lice-
che Kurze identifica con un paese situato a 10-15 chilo- at sine permissum domini sui neque terram neque mancipia
metri di distanza da Torino, dove il notaio chiusino Fir- neque qualemcumque rem vindere aut liberum dimittere.
mo si sarebbe recato per presentare una delicata causa di Si quis de servo comparaverit, et pretium perdat et, quod de
donazione davanti al re. Secondo Tjder questa proposta servo emit, proprio domino restituat.
non convince; anche se la carta avesse dovuto essere sot-
toposta al re, non si capisce perch non avrebbe potuto I non liberi possono ricevere una donazione ma non pos-
essere redatta in Toscana. Certa la continuit tematica e sono vendere, o essere attivi in altri negozi. Per spiegare
la comunanza di protagonisti delle due carte. la situazione si pu ricorrere in parte anche a un altro ca-
nella carta venditionis redatta a Chiusi il 15 maggio 763 pitolo rotariano, il 156:
si documenta la vendita da parte di un tale Candido di
unancella dal nome misto Boniperga, che porta il sopran- De filio naturale, qui de ancilla alterius natus fuerit, si pater
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
108

comparaverit eum, et liberum thingaverit, libertas illi per- non si pu dimenticare che di solito i testimoni venivano
maneat. Et si non libertaverit eum, sit servus, cuius et ma- scelti fra gli strati superiori e non fra quelli inferiori della
ter ancilla. Nam si eum conparaverit et aliquid de res ei per comunit, le carte di Chiusi confermano alcune delle cer-
legem thingaverit, habeat ipsas res. tezze dellalfabetizzazione dellalto medioevo, tra cui una
diffusione dellalfabetismo maggiore tra gli ecclesiastici
La carta donationis scritta a Brioni presenta uninscriptio che tra i laici. Altro dato di fatto che a Chiusi nel secolo
inusitata: dilectissimi mihi semperque amantissimis Boniper- VIII esisteva fra i ceti medi una certa diffusione della co-
tulo et Leopert neputibus meis, diffusa nella documentazione noscenza dello scritto, che per escludeva le donne. Tra i
ravennate del VI-VII secolo. 46 sottoscrittori si contano 24 alfabeti: la percentuale di
Il carattere eccezionale di questo documento privato sta alfabetismo tra i sottoscrittori supera il 50%. Tra gli illit-
anche nel fatto che in esso la microstoria del piccolo pos- terati uno scario, un actor, un curator. Tra i litterati un no-
sidente Audiperto si incrocia con la grande storia e la ar- tarius, un medicus, tre ecclesiastici, un mariscalc. I piccoli
ricchisce. Questa carta infatti aiuta a risolvere la questio- funzionari non conoscono la pratica della scrittura e non
ne dellanno di fondazione del monastero di S. Salvatore ci si stupisce di trovare tra gli alfabeti notai, ecclesiastici
e si ricollega ad un documento di donazione redatto in e medici. Che i documenti chiusini si distinguono anche
Friuli nel 762107, in cui si dice che per motivi di sicurezza in base alle sottoscrizioni, nella maggior parte dei casi au-
vengono realizzati quattro esemplari di quel documento: tografe, risulta particolarmente evidente se si confrontano
uno di questi affidato al monastero di Erfo in Tuscia. nella gli esiti di Chiusi con la bassissima percentuale di alfabeti
charta donationis del 17 settembre 770 Audiperto narra presente tra i sottoscrittori delle chartae compilate fino al
che la Chiesa di S. Salvatore stata fondata dallabate Erfo 774, anno della caduta del regno longobardo, provenienti
ecclesia sancti salbaturi in Amiate, quem bone memorie Erfo da altri luoghi ma ugualmente contenuti nel cartario di
abbas a fundamenta edificavet. notizia preziosa per rico- S. Salvatore del Monte Amiata: su 57 sottoscrittori solo
struire la storia della fondazione del monastero amiatino, 7 sono alfabeti. nel contado e nei centri abitati minori si
in quanto conferma che il monastero di Erfo in Tuscia, riscontra quindi una nettissima diminuzione di alfabeti-
di cui si parla nel suddetto documento di donazione del smo rispetto a Chiusi.
762, proprio San Salvatore. Anche i dati di unindagine statistica e tipologica sulle
Ma non solo una carta chiusina narra di questo monastero, sottoscrizioni ai documenti del territorio del Regnum lon-
in cui si conservato uno dei pi notevoli archivi mona- gobardo dal 720 al 774 compiuta da Armando Petrucci113
stici non solo in ambito toscano. Una carta venditionis108 sul Codice diplomatico longobardo dello Schiaparelli offre
del 22 giugno 774 testimonia una fase successiva della sto- termini di paragone preziosi. nellItalia longobarda centro-
ria del monastero sul Monte Amiata sotto il nuovo abate settentrionale del pieno secolo VIII esisteva fra i ceti medi
Usingo. In essa si narra dei fratelli Audelapo e Gaidilapo e superiori della societ, cui appartenevano i testimoni de-
che vendono, con il beneplacito del loro patrigno Opteris, gli atti, una relativa diffusione funzionale della conoscenza
un fondo di ragguardevoli dimensioni che questultimo ha dello scritto, che toccava una percentuale complessiva del
donato loro al suddetto abate al prezzo di 30 solidi aurei. 32,7% di alfabeti, la netta maggioranza degli ecclesiastici
Insieme ad un altro documento proveniente da Aciliano109 era alfabeta e fra i laici la diffusione dellalfabetismo non
questa carta ci informa del fatto che il monastero ottiene era solo legata a mestieri particolari. Restringendo lin-
beni nellarea tra la valle del Paglia e Chiusi110. dagine al solo territorio di Lucca, che sufficientemente
documentato per tutto il periodo abbracciato dal Codice
4.3 Alfabetismo a Chiusi diplomatico longobardo, la percentuale di alfabetismo ge-
La carta altomedioevale un manufatto complesso, alla nerale si innalza al 36,8%. Isolando i dati relativi alla sola
cui fattura, insieme con quella del rogatario, hanno con- citt, la percentuale di alfabetismo arriva fino al 43%. La
tribuito anche le mani di altri scriventi, quali le diverse percentuale degli alfabeti a Chiusi quindi maggiore di
parti coinvolte nel negozio e i testimoni alfabeti. Proprio quella registrata per la citt di Lucca.
le sottoscrizioni di tali personaggi costituiscono un prezio- Una cos alta percentuale di litterati tra i testimoni chiusini
so elemento per unindagine sullo stato dellalfabetismo e necessita di alcune riflessioni. Si potrebbe collegare allesi-
della cultura scritta a Chiusi111. stenza di strutture in cui la scrittura veniva trasmessa. Un
Pur tenendo presente linvito alla prudenza rivolto da Paola insegnamento elementare di base si svolgeva sicuramente
Supino112 sullutilit delle percentuali al fine di dedurre il in scuole ecclesiastiche annesse a monasteri, cattedrali, a
tasso di alfabetismo in una certa epoca e contesto geografico minori chiese rurali e aperte ad allievi destinati sia alla
va sottolineato che tali sottoscrizioni, come i documenti vita religiosa, sia allo stato laico, e anche in scuole annes-
che le contengono, sono comunque una testimonianza se alle stationes dei notai laici. In questo tipo di scuola si
degli usi grafici del periodo e del luogo a cui fanno rife- insegnava la corsiva nuova, come dimostrano le sottoscri-
rimento. Premesso che il numero esiguo dei documenti zioni di parecchi laici che, pur apparendo semianalfabeti,
non permette di assolutizzare i risultati ottenuti e che mostrano di aver appreso un certo numero di legamenti.
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
109

Di una fitta presenza di fondazioni monastiche nella Chiusi, intorno alle istituzioni religiose, si venivano co-
fascia tra Val di Chiana e Trasimeno parla Marrocchi114, agulando gruppi di persone, laiche ed ecclesiastiche, in
riportandola allesigenza di controllo delle acque e di bo- possesso di istruzione elementare e di qualche nozione
nifiche in unarea da sempre caratterizzata da problemi di giuridica, capaci perci di redigere la testimonianza scritta
natura idraulica, che i benedettini avevano mantenuto in di un qualsiasi atto giuridico. Sia per la scrittura che per
vita nellalto medioevo. Ma questa spiegazione non basta le formule, le carte presuppongono in chi le ha eseguite
a chiarire leccellenza di Chiusi allinterno della Tuscia certe conoscenze tecniche che dovevano necessariamente
meridionale e lestremo divario tra Chiusi e le localit apprendersi. Secondo Giorgio Costamagna, Chiusi era
circostanti. Lalta percentuale di sottoscrizioni autografe una di quelle localit della Tuscia (insieme a Spoleto, Pisa
che contraddistingue Chiusi allinterno della Tuscia non e Lucca) in cui non poteva mancare un qualche organo di
pu essere solo spiegata come sostanziale familiarit con la governo centrale o periferico, da cui dipendevano dei notai
pratica della scrittura ma anche come aspetto formale dei pubblici119. E di fatto alcuni elementi lasciano supporre,
documenti di una scuola che definiremo chiusina in cui la in questarea, lesistenza di istituzioni pubbliche cittadi-
formalit della sottoscrizione delle parti tassativamente pre- ne ben funzionanti per buona parte del secolo VIII. Le
scritta dalle disposizioni giustinianee trova ampio seguito. epigrafi provenienti dalla chiesa di Santa Mustiola sono
testimoni dellinteressamento del duca di Chiusi per la
4.4 Il notaio chiusino e le sue chartae conservazione e la cura di tale tempio. In esse il vesco-
Lesame dei caratteri estrinseci e intrinseci delle carte ha vo Arcadio, che ricopr lufficio episcopale tra la fine del
portato notevoli contributi alla conoscenza della cultura terzo decennio del secolo VIII e linizio del quinto, viene
dei notai chiusini, mettendo in evidenza usi locali, dovuti ricordato insieme con il duca longobardo Gregorio e sua
a particolari condizioni e influenze, di interesse non solo madre Austreconda, segno che autorit ducale e vescovile
diplomatico, ma anche storico e giuridico. Comune a tut- collaborarono attivamente nella cura e nella guida della
ti era una pi o meno vasta cultura professionale basata citt. Un rogatario pisano che, a rafforzamento della pro-
soprattutto sulla capacit di scrivere in corsiva nuova e di pria credibilit, si definisce vir clarissimus notarius domini
adoperare un certo formulario giuridico, secondo sche- Gregorio gloriosissimi doci ha fatto proprio pensare ad un
mi tradizionali di derivazione romana in senso lato. Dai notaio alle dipendenze del duca di Chiusi Gregorio120. Ed
documenti di Chiusi si deduce che essi dovevano essere difficilmente pensabile che ci si servisse di amanuensi
anche a conoscenza delle leggi dei re longobardi e di un privati per la compilazione di atti pubblici.
linguaggio necessario per esprimere quelle norme, frutto A proposito dellevolversi121 della credibilit del documento
della cultura longobarda latinizzata. e quindi al progressivo sviluppo della capacit di certifica-
Dei sei rogatari, tre scrivono due documenti (Domnulino, zione del notaio, va detto che i documenti chiusini sono
Aboaldo, Firmo) e tre ne scrivono uno (Gaidilapo, Appo, un piccolo gruppo di carte estremamente uniformi con
Bonifrido). Unattenzione particolare deve essere dedicata una struttura ben stabilizzata. nel caso di Chiusi le carte
alla loro qualifica. Dei sei rogatari chiusini, il primo, Gai- mostrano che non si pu certo parlare di rarefatte scrit-
dilapo, non dichiara alcuna qualifica; uno, il subdiaconus ture altomedievali di ridotte e poco limpide funzioni, di
Bonifrid, un ecclesiastico115. Gli altri quattro si dichiara- pochi generi, di forme scarne e impacciate e di tipologia
no notarius116. Il fatto che i rogatari si definiscano notarius approssimativa e provvisoria122. Anche se tra VI e VIII
balza allocchio117, soprattutto a confronto con carte coeve secolo ovunque sono dispersioni e frattura, la documenta-
provenienti dai territori vicini. Gli scrittori di Tuscania o zione privata mostra indizi di coerenza e vitalit della citt.
Sovana, infatti, si definiscono non solo notarius ma anche Le carte di Chiusi non contraddicono quindi lopinione di
scriptor, o tautologicamente notarius scriptor. Alessandro Pratesi, che limitando lufficialit ai funzionari
Il titolo di notarius di origine romana, nella tarda et della cancelleria ducale, ritiene che soltanto per influenza
imperiale fu usato specialmente per indicare ufficiali della di questi ultimi tutti coloro che svolgevano lattivit di
cancelleria dellimperatore. Troviamo un notaio nelle can- scrittori di documenti erano portati a fregiarsi del titolo di
cellerie di Odoacre, di Teodorico e anche dei re longobar- notarius come specificazione della funzione svolta nellatto
di; per manus Ansoald notario nostro viene scritto lEditto di scrivere il documento123.
di Rotari. Proprii scrittori e notai ebbero le chiese. Sono Il nome del rogatario chiusino deriva quindi dalla tradizione
conosciuti notai, sia laici che ecclesiastici, nelle chiese di romana e dalla sua applicazione nel mondo longobardo.
Lucca, Pavia e Pisa118. Ma che per rendere valida una carta Ma nella figura del notaio longobardo chiusino convergono
anche a Chiusi non serviva necessariamente la qualifica di anche altre tradizioni: lanalisi dei caratteri intrinseci delle
notarius lo dimostrano comunque le due carte di Domnu- chartae venditionis di chiusi ha mostrato alcune peculia-
linus e del subdiaconus Bonifrid. Lo scrittore dei documenti rit di queste, non solo rispetto ai documenti provenienti
di Chiusi un privato anche se si nomina notarius. dai centri minori della Tuscia meridionale, ma anche nei
nellVIII secolo una vera categoria di notai non era anco- confronti di quelli di altre regioni dellItalia longobarda.
ra sorta e si pu supporre che in un centro abitato come Si potuto quindi escludere dal gruppo dei documenti
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
110

chiusini la carta venditionis del 738, stesa a Massa Musti- la corroboratio, ossia la richiesta dellautore al rogatario di
ba124, che oltre a non avere una datatio topica che si rife- rendere lactio in forme scritte, latto di volont dellautore
risce a Chiusi, ha un tenore tipico degli altri documenti costitutivo del negozio passa in secondo piano rispetto alla
toscani non chiusini125, e di includervi piuttosto la cartu- capacit di certificazione del notaio.
la venditionis del primo aprile 765126, che pur mancando La cultura dei formulari di Chiusi, isolata nellambito della
dellindicazione del luogo scritta da un notaio attivo a Tuscia, va forse riportata a forme residuali di antiche scuo-
Chiusi e presenta una notitia coerente al formulario dei le tabellionari, in un ducato longobardo che ancora aveva
testi di Chiusi. stretti rapporti con zone vicine in cui dominava ancora
Le carte chiusine si differenziano fondamentalmente per la politicamente e culturalmente Bisanzio. Alla compresenza
presenza di una dichiarazione dello scrittore allinizio del e allintreccio di elementi politico-culturali di derivazione
testo delle chartae venditionis in cui questo in prima perso- longobarda e bizantina delle fondazioni monastiche nellarea
na si attribuisce la scrittura del documento, e la mancanza di Chiusi sono dedicati due saggi di Patrizia Angelucci133.
della formula con cui lautore dellazione giuridica dichiara E i Longobardi di Chiusi sono stati giudicati come un
di aver chiesto al notaio di scrivere la carta. Sia la presenza contingente gi attivo a Perugia sotto i Bizantini al mo-
di una notitia iniziale del tipo scripsi ego N rogatus, sia la mento dellarrivo di Alboino in Italia134. I rapporti tra le
mancanza di corroborazione sono tratti fondamentali dei due citt sembra che fossero stretti gi nei primi anni del
papiri ravennati rogati dai tabellioni. Che nelleconomia secolo VII e anche nei secoli del pieno medioevo diversi
del documento determinano la rappresentazione che il indizi portano a supporre una contiguit economica e so-
rogatario fa di se stesso. ciale tra i due centri. La genesi del controllo longobardo
Ma prima di affrontare il tema delle similarit giusto su Chiusi135 spiegherebbe ad esempio la diffusione della
sottolineare unessenziale differenza tra il tabellione e il devozione di origine molto antiche per Costanzo, primo
notaio chiusino e, in generale, altomedievale. Il tabellio vescovo di Perugia nellarea a ovest della Chiana e precisa-
faceva parte di una vera scuola di scrittori riconosciuta mente nei centri di Torrita e Sarteano, nei quali esiste una
dallo stato, e il suo ufficio era regolato dalle leggi di Giu- sua venerazione come patrono. Una provenienza perugina
stiniano. nella legislazione giustinianea la fides era attri- dei Longobardi di Chiusi si concilia anche con i legami tra
buita alla charta dal tabellio quando veniva insinuata nei il vescovo di Chiusi Ecclesio e la citt umbra testimoniati
gesta municipalia. Con la decadenza delle curie municipali da alcune epistole papali136.
la conservazione degli atti in un luogo pubblico cessa di Riflessi nei documenti chiusini, gli anni tra il 746 e il 774
verificarsi. Allinterno della cultura legale del diritto volga- sono momento di ricezione delle forme antiche e di ge-
re adattamento del diritto romano alle nuove condizioni stazione di una nuova prassi di scrittura del documento
sorte con la creazione dei regni barbarici le transazioni privato altomedievale che al tempo della conquista fran-
private non avevano bisogno di essere registrate in archivi ca dItalia si stabilizzato e tipizzato. In area chiusina
pubblici per essere valide, n quella del notaio tra i Longo- presente un laicato di scrittori che, riprendendo tracce
bardi era una professione dipendente dal riconoscimento e segni di modelli documentari antichi, li adattano alla
dello stato longobardo. Lautorit di compilare documenti nuova realt longobarda che si va delineando. Seguendo
legalmente validi dipendeva dalladerenza del documento una tradizione romana questi scrittori ecclesiastici e laici
ad una serie di regole e procedure stabilite nella cultura si dicono preferibilmente notarius a Chiusi, mentre dai
tardo romana del diritto volgare127. nellItalia longobar- tabellioni di tradizione bizantina hanno ereditato unalta
da come nellAfrica vandala128 e nella Spagna visigota129 concezione del loro scrivere.
il documento era considerato valida prova di possesso in Ma non solo continuit traspare da questi documenti, le carte
caso di dispute se era scritto secondo procedura corretta e sono soprattutto testimonianza di una doppia innovazione:
con un appropriato linguaggio formulaico, a prescindere sono attestazio altomedievale ne di unesperienza giuridica
da chi lo scriveva130. completamente diversa da quella romana, la longobarda,
Ma pur non avendo un riconoscimento ufficiale i notai e monumento di Verschriftlichung, processo importante
chiusini mostrano una consapevolezza del proprio ruo- per lo studio della societ altomedievale che prevede che
lo tipica del tabellionato131: consci di questo, rivelano in membri di alcuni gruppi sociali passino alla scrittura con
prima persona di aver steso o sottoscritto il documento, scopi che fino ad allora erano stati raggiunti da forme di
ricordando talora di aver risposto ad una precisa rogatio comunicazione diverse. Un esempio di ci fornito dalle
dellautore dellazione giuridica a garanzia degli interessi carte donationis di Chiusi, che certificano la realizzazione
di questultimo. La cerimonialit costitutiva della charta di un negozio che precedentemente veniva confermato da
di Chiusi mette al centro lattivit organizzativa del notaio un atto giuridico in forma rituale, la thingatio137.
redattore e lo colloca in una posizione di grande rilievo132. Come chiari strumenti espressivi del diritto longobardo,
Privando lautore dellatto di vendita della prima persona le carte di Chiusi rispondono positivamente ad una do-
e accaparrandosene, il notaio chiusino si mette in primo manda importante della storia del diritto dellalto medio-
piano e definisce la sostanza del suo operare. Mancando evo: quello delleffettivit delle leges138, del rapporto cio
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
111

tra teoria e prassi, tra legge e vita. Che le leggi longobarde 17


neanche lintroduzione della carolina, che influenz la produzione libraria
e in genere il mondo ecclesiastico, intacc la prassi scrittoria dei notai italiani.
non rimasero lettera morta lo mostra in modo eccellente 18
E. Casamassima, Tradizione corsiva e tradizione libraria nella scrittura
lo scrittore chiusino Firmus. Egli merita appieno il titolo latina del Medioevo, Roma 1988.
di notarius proprio perch non interpreta il suo ruolo in 19
Qui la corsiva era diventata scrittura della natio longobarda, precisandosi
senso meramente etimologico. Compilate in una scrittura nelle forme della corsiva beneventana (littera longobarda) e avviando quei
calma e regolare e scritte in una lingua confusa secondo il processi di distinzione che avrebbero originato tipi canonizzati, quale la
scrittura di Montecassino.
solito, le sue carte, che non si limitano a notare un avve- 20
Vari saggi sullargomento delle scritture di notai e di sottoscrittori nellI-
nuto negozio, contraddicono uninterpretazione dellalto talia altomedievale in: A. Petrucci - C. Romeo, Scriptores in urbibus.
medioevo come epoca di sola decadenza e incultura. Cos Alfabetismo e cultura scritta nellItalia altomedievale, Bologna 1992.
la charta donationis del 770 espressione di una perfetta 21
A. Bartoli Langeli, Notai. Scrivere documenti nellItalia medievale,
conoscenza delle norme longobarde e di una raffinata abi- Roma 2006.
lit giuridica cui Firmus deve ricorrere per aggirare le dif- 22
Pratesi, Genesi e forme, 89-94.
ficolt di una complessa transazione rogata da Audiperto: 23
Bartoli Langeli, Notai, 14.
una donazione a favore degli amantissimis nipoti, schiavi 24
G. Sanga - S. Baggio, Sul volgare in et longobarda, in Italia settentrio-
nale: crocevia di idiomi romanzi, Atti del convegno internazionale di studi,
non emancipati dal padre prima della sua morte. Trento, 21-23 ottobre 1993, a cura di E. Banfi et al., Tbingen 1995, 247-260.
25
G. Sanga - S. Baggio, Sul volgare in et longobarda, 257.
26
Bartoli Langeli, Notai, 21.

27
C. Villa - F. Lo Monaco, Cultura e scrittura nellItalia longobarda, in
nOTE Die Langobarden. Herrschaft und Identitt, hrsg. W. Pohl - P. Erhart, Wien
2005, 503-523.
28
L. Capo, Paolo Diacono e il problema della cultura, in Langobardia, a cura
* Abbreviazioni bibliografiche utilizzate: HRG per Handwrterbuch zur deutschen di P. Cammarosano - S. Gasparri, Udine 1990, 169-235.
Rechtsgeschichte; RGA per Reallexikon der germanischen Altertumskunde. 29
Per il periodo medievale non si ha in Italia alcuna traccia di formulari.
1
I documenti vengono qui indicati secondo la numerazione di W. Kurze, Molti esempi ne offre per contro la Francia, cos le Formulae Andecavenses
Codex Diplomaticus Amiatinus (CDA), Tbingen 1974-1982, dei documen- o le Formulae Marculfi.
ti contenuti nel cartario di S. Salvatore. Unedizione pi recente delle carte 30
Linvocazione la menzione della divinit nel cui nome, secondo san Paolo,
latine medievali di Chiusi quella contenuta in J-O. Tjder - A Petrucci,
doveva compiersi ogni atto dei fedeli (Col. 3, 17): la religiosit medievale ne
Chartae Latinae Antiquiores (ChLA) XXIII, Dietikon-Zurich 1985. Le car-
propag luso estendendolo dalla corrispondenza ai documenti in forma epi-
te longobarde sono state pubblicate precedentemente da L. Schiaparelli, stolare e quindi ai documenti in genere. ne esisteva anche una simbolica,
Codice diplomatico longobardo I-II (CDL), Roma 1927-1933. espressa con un segno di croce o con un monogramma.
2
nel caso lazione giuridica rappresenti una dichiarazione di una volont 31
Fanno eccezione Kurze, CDA, n. 5 (In nomine domini Dei Salvatoris
sovrana, in cui chi emana il documento una pubblica autorit che si av-
nostri Ihesum Cristi), n. 7 (In nomine Domini Dei nostris Ihesum Cristi), n.
vale per la redazione di un apposito ufficio detto cancelleria, si parla di do-
11 (In Christi omnipotentis nomine), n. 22 (In Christi nomine). nel territo-
cumento pubblico.
rio spoletino la formula pi diffusa era, ad esempio, In nomine domini Dei
3
Definizioni di documento privato in: C. Paoli, Programma di paleografia e Salvatoris nostri Ihesum Cristi, su cui vedi F. Magistrale, La documenta-
di diplomatica, Firenze 1833; A. Giry, Manuel de diplomatique, Paris 1894; zione privata nei ducati di Spoleto e di Benevento: caratteri e scrittori, in I
H. Bresslau, Handbuch der Urkundenlehre fr Deutschland und Italien, I, Longobardi dei ducati di Spoleto e Benevento. Atti del 16 congresso interna-
Berlin 1899; A. Board, Manuel de diplomatique franaise et pontificale: zionale di studi sullalto medioevo, Spoleto, 20-23 ottobre 2002-Benevento
I. Diplomatique gnrale, Paris 1929; L. Santifaller, Urkundenforschung. 24-27 ottobre 2002, Spoleto 2003, 507-544.
Methoden, Ziele, Ergebnisse, Kln-Graz 1967; G. Astuti, Lezioni di storia 32
Pratesi, Genesi e forme, 123-135.
del diritto italiano. Le fonti. Et romano-barbarica, Padova 1968. 33
Magistrale, La documentazione privata, 507-544.
4
Kurze, CDA, nn. 5, 7, 9, 11, 14, 22. 34
Kurze, CDA, n. 5.
5
Kurze, CDA, nn.15, 18. 35
Kurze, CDA, n. 21.
6
Kurze, CDA, n. 13. 36
Tjder, ChLA XXII, n. 716.
7
Schiaparelli, CDL, II, 165. 37
Che variano per quanto riguarda le dimensioni da in lungo .. in latu ... et
8
Kurze, CDA, 26, indica il luogo come Chiusi e aggiunge un punto inter- in mediu.. a in longo .. et da caput...et in medio loco per traverso... I confini
rogativo, lo stesso fa Tjder, ChLA, n. 49. possono essere espressi da formule del tipo et in pede excurret via publica,
9
Kurze, CDA, n. 2. et in capo ist terra Lucio, o del tipo et de uno later... et de secundo latere...
et caput...et pede...
10
Kurze, CDA, n. 5, non indica alcun luogo, e Tjder, ChLA, n. 7, indica
il luogo come Chiusi con punto interrogativo.
38
Antestare un termine dellantico linguaggio giuridico romano che si ri-
connette alla mancipatio; i giuristi giustinianei lavevano cancellato dai te-
11
Schiaparelli, CDL, I 183, n. 57. sti compresi nella loro grande raccolta, ma lItalia altomedievale lha ripre-
12
Kurze, CDA, n. 17. Secondo questultimo si tratta di una localit nei so nelle sue formule documentarie. Con la formula antestare et defendere si
pressi di Torino, Schiaparelli, CDL, II, 323, e Tjder, ChLA, n. 67, per indica limpegno dellalienante a far rispettare gli accordi presi col contratto
contro propendono per una localit non lontana da Chiusi. di vendita. Lambito notarile italiano accoglie il termine antestare dallEdit-
13
Kurze, CDA, n. 11. to di Rotari (27, 273), in cui ha il valore di sbarrare il cammino in senso
materiale, opporsi con intenzioni non amichevoli, mentre nelle carte ha
14
A. Pratesi, Genesi e forme del documento medievale, Roma 1979, 65. il significato astratto di frapporsi con intenzioni non amichevoli nella lite
15
Tjder, ChLA, nn. 735, 739. per la rivendica dei beni venduti.
16
G. Cencetti, Dallunit al particolarismo grafico. Le scritture cancelle- 39
A. Pratesi, Lo sviluppo del notariato nel ducato spoletino attraverso la do-
resche romane e quelle dellalto medioevo, in Il passaggio dallantichit al cumentazione privata, in Tra carte e notai. Saggi di diplomatica dal 1951
medioevo in Occidente. Atti dellXI Settimana di studi sullalto medioevo, al 1991 (Miscellanea della Societ romana di storia patria, XXXV), Roma
Spoleto 1962, 237-264. 1992, 507-520.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
112

40
Anche in quella senza datatio topica del primo aprile 765 (Kurze, CDA, Excepto si in ecclesiam aut in loca sanctorum aut in exeneodochio nec thinx
n. 13). nec launigild inpedire devit, eo quod pro anima factum est.
41
G. Mor, Alcuni problemi della Tuscia longobarda, in Atti del 5 congresso 70
M. Vllono, Methodik und Probleme bei der Erforschung des Langobardischen
internazionale di studi sullalto medioevo (Lucca, 3-7 Ottobre 1971), Spoleto am Beispiel einiger juristischer Fachbegriffe: mundoald, launegild, sculdhais,
1973, 49-60, che non ha notato questa particolarit dei documenti di ven- in Die Langobarden. Herrschaft und Identitt, hrsg. W. Pohl - P. Erhart,
dita chiusini, parla di ripetizione (a p. 59). Wien 2005, 477-503.
42
Kurze, CDA, n. 15. 71
Astuti, I contratti obbligatori, passim.
43
Kurze, CDA, n.18. 72
B. Schwinekper, Der Handschuh im Recht. mterwesen, Brauch und
44
Corpus iuris civilis, I. 2, 10, 14; C. 6, 23, 26. Volksglauben, Berlin 1938 (Sigmaringen 1981); A. Erler, Handschuh, in
HRG 1, 1975-1976; D. Hpper, Handschuh, in RGA 13, 1999, 617-620.
45
H. Brunner, Zur Geschichte der rmischen und germanischen Urkunde,
Berlin 1880.
73
M. Mauss, Essai sur le don, Paris 1950; I. Schneider, Gabe, in RGA 10,
1998, 301-307.
46
n. Everett, Scribes and Charters in Lombard Italy, Studi Medievali
serie III, XLI, 2000, 39-83, a p. 42.
74
F. van der Rhee, Die germanischen Wrter in den langobardischen Gesetzen,
Rotterdam 1970, 94-96.
47
Solo il notaio Appo (Kurze, CDA, n. 7) usa dedi. nelle chartae del terri-
torio romano-ravennate e del mezzogiorno bizantino ritroviamo la formula
75
H. Steuer, Ringgeld, 1. Archologisches, in RGA 25, 2003, 16-18; H.
romana della completio del tipo post traditam complevi et absolvi dove com- Beck, Ringgeld, 2. Philologisches, in RGA 25, 18-19.
plere indicava lattivit del notaio, che doveva completare latto dopo aver- 76
R. Lhr, Studien zur Sprache des Hildebrandslied, Frankfurt-Bern 1977.
ne dato lettura alle parti, e absolvere si riferiva invece allattivit delle parti. 77
Kurze, CDA, n. 15.
48
A. Pratesi, Appunti per una storia dellevoluzione del notariato, in Tra 78
van der Rhee, Die germanischen Wrter, 129-131.
carte e notai, 759-772.
79
Rotari 360: De wadia et fideiussorem. De quis alii wadia et fideiussorem
49
Kurze, CDA, n. 21.
de sacramentum dederit, per omnia, quod per wadia obligavit, adinpleat. Et
50
Kurze, CDA, n. 20. ille, qui pulsat et wadia suscipit, proximioris sacramentalis, qui nascendo sunt,
51
Kurze, CDA, n. 17. debeat nominare: tantum est excepto illo, qui gravem inimicitiam cum ipso,
qui pulsat, commissam habet, id est si ei plaga fecit, aut in mortem consensit,
52
Kurze, CDA, n. 11.
aut res sua alii thingavit: ipse non potest esse sacramentales, quamvis proximus
53
G. Astuti, I contratti obbligatori nella storia del diritto italiano, I, Milano sit, eo quod inimicus aut extraneus invenitur esse. Anche Rotari 361, 362,
1952. 366; Liutprando 8, 15, 108, 109, 128; Rachi 5.
54
F. Sinatti DAmico, Lapplicazione dellEdictum Regum Langobardorum 80
F. Roggero, Per guadiam et fideiussorem. La wadia germanica nelle glosse
in Tuscia. Considerazioni minime, in Atti del 5 Congresso internazionale di alla lombarda, Roma 2003.
studi sullalto medioevo (Lucca, 3-7 ottobre 1971), Spoleto 1973, 745-781. 81
Kurze, CDA, n. 15.
55
G. Dilcher, Langobardisches Recht, in HRG II, 1607 segg.; W. Pohl, Leges 82
Liutprando 128. Sul tema: Astuti, I contratti obbligatori nella storia del
Langobardorum, in RGA 18, 2001, 208-213.
diritto italiano, passim.
56
J. Mller - H.G. Hermann, Urkunden, RGA 31, 2006, 545-549. 83
G. Diurni, Le situazioni possessorie nel medioevo. Et longobardo-franca,
57
Vedi sotto. Milano 1988.
58
Liut. 22, 29, 91, 117; Ratchis 8. 84
De emptionibus et venditionibus. Si quis conparaverit terram, id est: solum
59
Kurze, CDA, nn. 9, 13. ad aedificandum aut casam mancipiata, et quinque annos inter praesentes
60
Kurze, CDA, n. 27. personas possederit posteaque ipse vinditor aut heredes eius pulsaverit, dicendo
quod praestetisset, nam non vindedisset: ostendat libellus scriptus, ubi rogatus
61
Vedi sotto. fuisset praestandi. Et si libellus non habuerit, nihil aliud faciat emptor, nisi
62
G. Dilcher, per gairethinx secundum ritus gentis nostrae confirmantes. praebeat sacramentum secundum qualitatem pecuniae: quod cum praetium
Zu Recht und Ritual im langobardenrecht, in Leges, Gentes, Regna. Zur Rolle suum rem ipsam conparassit, nec alteri debeat per legem dimittere. tunc liceat
germanischen Rechtsgewohnheiten und lateinischer Schrifttradition bei der eum firmiter possidere, quod sibi conparavit.
Ausbildung der frhmittelalterlichen Rechtskultur, Berlin 2006, 419-448. 85
P.S. Leicht, Studi sulla propriet fondiaria nel Medioevo, I, Verona-Padova
63
G.G. Fissore, Segni di identit e forme di autenticazione nelle carte notarili 1903-1907 (Firenze 1964).
altomedievali, fra interpretazione del ruolo e rappresentazione della funzio- 86
De possessione. Si quis alium de rem mobilem aut inmobilem pulsaverit,
ne documentaria, in Comunicare e significare nellAlto Medioevo. Atti della quod malo ordine possedeat, et possessor negaverit: ita prospeximus, quod si
Settimana di studio (Spoleto, 15-20 aprile 2004), Spoleto 2005 (Settimane per annus quinque fuerit possessio, tunc ille, qui possedit, aut per sacramen-
di studio del Centro Italiano di Studi sullAlto Medioevo, LII), 285-333. tum debeat negare aut per pugna defendere, si potuerit.
64
W. Ogris, Schenkung, in HRG IV, 1990, 1382-1384; F. Dorn, Schenkung, 87
Sinatti DAmico, Lapplicazione dellEdictum Regum Langobardorum,
in RGA 26, 2004, 623-641. 772-774.
65
G. Ferrari, Ricerche sul diritto ereditario in Occidente nellalto medio- 88
P.S. Leicht, Il diritto privato preirneriano, Bologna 1933.
evo, Padova 1914; G. Vismara, Storia dei patti successori, Milano 1986 89
A. Petrucci, I documenti privati come fonte per lo studio dellalfabetismo e
(Ristampa anast. 1941).
della cultura scritta, in Private Acts of the Late Middle Ages, ed. by P. Brezzi
66
Vedi anche P.L. Falaschi, La successione volontaria nella legislazione lon- - Egmont Lee, Toronto 1984, 251-266.
gobarda, Annali della Facolt giuridica dellUniversit di Camerino, Studi 90
Kurze, CDA, nn. 2, 17.
in memoria di P. Rasi Caldogno, Milano 1969, 194-300.
91
van der Rhee, Die germanischen Wrter, 115-120; n. Francovich Onesti,
67
Kurze, CDA, n. 17.
Vestigia longobarde in Italia (568-774), Lessico e antroponimia, Roma 2000
68
De launegild. Si quis rem suam cuicumque donaverit et postea, qui dona- (2a ediz. riv. e corr.), 118-119; H. Lck, Schulthei. 2. Aufgabenbereich, in
vit, launegild requisiverit, tunc ille, qui accepit, aut heredes eius, si ausus non RGA 27, 2004, 371-373; R. Schmitt-Wiegand, Schulthei. 1. Wort und
fuerit iurare, quod conpositum sit, reddat ei ferquido, id est similem, quales in Begriff, in RGA 27, 2004, 370-371.
illa diae fuit, quando donatum est; et si iuraverit, sit exsolutus. 92
E. Saracco Previdi, Lo sculdhis nel territorio longobardo di Rieti (sec. VIII
69
De donatione quae sine launigild aut sine thingatione facta est, menime sta- e IX ). Dallamministrazione longobarda a quella franca, Studi medievali
re deveat. Quia et sic specialiter in edictum non fuit institutum, tamen usque XIV (1973), 627-676.
modo sic est iudicatum: ideo pro errore tollendum hoc scribere in edicti pagi-
nam iussimus. Et qui fierit propinquus parens, ipse succidat, et si ille supraestis
93
Kurze, CDA, n. 18.
fuerit, qui ipsam donationem sine launigild dedit, possit eam a se recollegare. 94
W. Rsener, Hofmter an mittelalterliche Frstenhfen, DA 45 (1989),
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
113

485-550; Idem. Marschall, in RGA 19, 2001, 346-347. 115


Sugli scrittori laici ed ecclesiastici: H. Zielinski, Studien zu den spole-
95
Francovich Onesti, Vestigia longobarde, 103. tinischen Privaturkunden des 8. Jahrhunderts und ihrer berlieferung im
Regestum Farfense, Gieen 1970. Sulla molteplicit delle qualifiche che i
96
Kurze, CDA, n. 9. rogatari si attribuiscono vedi la tabella a pagina 157 in M. Amelotti - G.
97
R. Schmidt-Wiegand, Stnde 5. Scharmannen, in RGA 29, 2005, 479-481. Costamagna, Alle origine del notariato italiano, Roma 1975, 157.
98
Kurze, CDA, n. 11. 116
non vale per Chiusi ci che scrive n. Everett in Scribes and charters
99
Kurze, CDA, n. 18. in Lombard Italy, Studi Medievali serie III, XLI, 2000, 39-83, qui 45:
Hence the redactors of Lombard charters were in no way a monopoly of
100
J.F. niermeyer - C. van de Kieft, Mediae Latinitatis Lexicon Minus,
notarii, for the title of notarius was given by only 25% of those who wrote
I-II, Leiden-Boston 2002 (II. ber. Auf.), 378.
charters and qualified themselves in some way.
101
Kurze, CDA, n. 2. 117
Come afferma ad esempio A. Bartoli Langeli, Private Charters, in Italy
102
Kurze, CDA, n. 19. in the Early Middle Ages. 476-1000, ed. by C. La Rocca, Oxford 2002, 205-
103
C. Brhl, Zentral- und Finanzverwaltung im Franken und Langobardenreich, 219, secondo cui: Many of those who drafted documents for private indi-
in I problemi dellOccidente nel secolo VIII, Spoleto 1973 (Settimane di studio viduals did not call themselves notarius (a p. 208).
del Centro Italiano di Studi sullAlto Medioevo, XX), 61-94. 118
L. Schiaparelli, note diplomatiche sulle carte longobarde, Archivo
104
Kurze, CDA, n. 22. storico italiano, serie VII, vol. XVII, 1932, 11.
105
n. Francovich Onesti, L incontro fra le culture latina e germanica nellI-
119
I diplomi beneventani e le lettere di Faroaldo, duca di Spoleto, fanno
talia longobarda, in Akkulturation. Probleme einer germanisch-romanischen pensare allesistenza di vere e proprie cancellerie.
Kultursynthese in Sptantike und frhem Mittelalter, hrsg. D. Hgermann 120
Amelotti - Costamagna, Alle origini del notariato italiano, 175. non
- W. Haubrichs - J. Jarnut, Berlin-new York 2004, 204-220. daccordo Schiaparelli, Note diplomatiche, 13.
H. nehlsen, Sklavenrecht zwischen Antike und Mittelalter. Germanisches
106 121
A. Pratesi, Appunti per una storia, 521-535.
und Rmisches Recht in den germanischen Rechtsaufzeichnungen I, Gttingen 122
G. nicolaj, Fratture e continuit nella documentazione tra tardo antico e
1972 (Gttinger Studien zur Rechtsgeschichte, 7).
alto medioevo. Preliminari di diplomatica e questioni di metodo, in Morfologie
107
L. Schiaparelli, CDL II, n. 162, 98. sociali e culturali in Europa fra tarda antichit e alto medioevo (3-9 apri-
108
Kurze, CDA, n. 22. le 1997), Spoleto 1998 (Settimane di studio del Centro Italiano di Studi
sullAlto Medioevo, XLV), 953-984, a p. 967.
109
Kurze, CDA, n. 21.
123
Pratesi, Lo sviluppo del notariato, 514.
110
M. Marrocchi, Profilo storico e materiali supplementari, in CDA 3.1,
Tbingen 2004, 17-19. 124
Kurze, CDA, n. 3.
111
nel giudicare analfabeti i Longobardi al loro arrivo in Italia sono con- 125
Di diversa opinione Mor, Alcuni problemi, 49-60.
cordi quasi tutti gli storici. Quando si parla di analfabetismo si intende 126
Kurze, CDA, n. 13.
che i Longobardi erano in una condizione di analfabetismo relativo, ossia
esistevano tra loro da una parte persone in grado di adoperare lalfabeto P. Classen, Fortleben und Wandel sptrmischen Urkundenwesens im frhen
127

Mittelalter, in Recht und Schrift im Mittelalter, hrsg. P. Classen, Sigmaringen


runico (cfr. A. Petrucci, Scrittura e libro nellItalia altomedievale, Studi
1977 (Vortrge und Forschungen, 23), 13-54.
Medievali XIV, serie III (1973), 961-1002, a p. 987) e dallaltra persone in
grado di leggere e scrivere la scrittura romana. Per analfabetismo relativo si 128
H. Wessel, Das Recht der Tablettes Albertini, Berlin 2003.
intende quindi la situazione che si verifica quando in un insieme sociale un I. Sorino Velques, Las pizzaras visigodas. Edicin Crtica y Estudio,
129

vero e proprio sistema di scrittura conosciuto ed usato per fini attivamente Madrid 1989.
espressivi soltanto da alcuni individui appartenenti in modo diretto o indi- 130
Everett, Scribes and charters, 39-83.
retto alla classe dirigente. Tale conoscenza ed il limitato uso che ne derivava
giungevano secondo lopinione di A. Petrucci, Scrittura e libro nellItalia
131
nicolaj, Fratture e continuit, 953-984.
altomedievale, Studi medievali, serie III, XVI (1973), 984-1002, anche a 132
M. Mostert, Communication, Literacy and the Development of Early
toccare gli strati pi propriamente analfabeti della popolazione longobar- Medieval Society, in Comunicare e significare nellAlto Medioevo. Atti della
da, come dimostrato dal ritrovamento nelle tombe protolongobarde italia- Settimana di studio (Spoleto, 15-20 aprile 2004), Spoleto 2005 (Settimane
ne di numerosi oggetti di fattura non romana, ma con iscrizioni in capitali di studio del Centro Italiano di Studi sullAlto Medioevo, LII), 29-55.
romane, che si direbbero incise da o per lutente barbaro. 133
P. Angelucci, Note su alcune carte amiatine del sec. IX riguardanti la riva
112
Tra laltro, nel suo studio sulle sottoscrizioni testimoniali lucchesi pre- sud-occidentale del lago Trasimeno, in Epigrafi, documenti e ricerche, Studi
senti nei volumi XXX-XL della prima serie delle ChLA, Le sottoscrizioni in memoria di Giovanni Forni, Perugia 1996; Ead., LArdenghesca tra potere
testimoniali lucchesi al documento italiano del secolo VIII: le carte di Lucca, signorile e dominio senese, napoli 2000.
Bollettino dellIstituto storico italiano per il medioevo e Archivio murato-
riano, 98 (1992), 87-108.
134
Mor, Alcuni problemi.
113
In Libro, scrittura e scuola, in La scuola nellOccidente latino nellalto me-
135
Sui Longobardi a Chiusi anche G. Tabacco, Arezzo, Siena e Chiusi nellal-
dioevo, 1, Spoleto 1972 (Settimane del Centro di Studi sullAlto Medioevo, to medioevo, in Atti del 5 congresso internazionale di studi sullalto medioevo
19), 313-337. (Lucca, 3-7 Ottobre 1971), 163-189.
M. Marrocchi, La disgregazione di un identit storica. Il territorio di
114
136
Marrocchi, La disgregazione di un identit storica, 250-251.
Chiusi tra lAlto medioevo e il Duecento, Tesi di dottorato di ricerca in Storia Dilcher, per gairethinx secundum ritus gentis nostrae confirmantes,
137

medievale, Universit degli Studi di Firenze, 2001, 245-246. 419-448.


GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
114

Siena, Archivio di Stato, Chiusi 763 (da ChLA n. 739, 43; vd. anche Kurze, CDAn. 11).
DAnIELA FRUSCIOnE DOCUMEnTI LOnGOBARDI DI CHIUSI
115

Siena, Archivio di Stato, Chiusi 765 (da ChLA n. 742, 55; vd. anche Kurze, CDAn. 14).
LA PASSIO E IL CULTO DI SANTA MUSTIOLA IN ET LONGOBARDA


Pierluigi Licciardello

Il culto di santa Mustiola, patrona di Chiusi venerata il 3 tire per eccellenza, Ges Cristo, ma contengono particolari
luglio, attestato gi in epoca paleocristiana1. La sua prima cos realistici che nessuno ne mette in dubbio lautenticit:
testimonianza costituita da una epigrafe chiusina databile si tratta di resoconti di processi realmente svolti, con i nomi
al sec. IV: in essa una nobile donna, di nome Giulia Asinia dei testimoni, con le parole esatte udite nel corso degli inter-
Felicissima, si dichiara appartenente alla famiglia di santa rogatori dai presenti e con la narrazione veridica della morte
Mustiola (ex genere Mustiolae sanctae)2. Segue, in ordine di dei santi5. Questi documenti sono scritti a breve distanza di
tempo, una voce (latercolo) del Martirologio Geronimiano, tempo dai fatti narrati e ne conservano una memoria precisa.
sorta di calendario di martiri attribuito a san Girolamo (347 Ma dopo la pace costantiniana le persecuzioni cessarono e il
ca.-419), in realt realizzato in Italia settentrionale alla met martirio per fede divenne un evento eccezionale. Le Chiese,
del V secolo e successivamente rielaborato in Francia e in prima quella di Roma, poi le altre diocesi, cominciarono a
Inghilterra3. In esso si legge il nome della martire chiusina riscoprire i propri martiri come oggetto di una venerazio-
non al giorno 3 luglio, ma al 23 novembre. Nel Martirolo- ne tradizionale. Il culto dei martiri crebbe di intensit nel
gio il giorno indica il dies natalis, cio il giorno della morte corso dei secoli IV e V, fino a diventare elemento centrale
della santa nel mondo e della sua rinascita nel regno dei nella vita religiosa altomedievale. Mancando gli atti della
cieli. Questa variazione nelle date pu essere spiegata ipo- maggior parte dei martiri e crescendo il desiderio dei fedeli
tizzando un trasferimento (translatio) di reliquie, svoltosi di conoscere i fatti della loro vita e della loro morte, co-
un 3 luglio di un anno imprecisato nel corso dellalto me- minciarono ad essere scritti dei testi di imitazione, a cui la
dioevo (probabilmente nel sec. VIII): in seguito a quelle- critica ha dato il nome di Passiones epiche o leggendarie6.
vento il giorno del festeggiamento pass per sempre dal 23 Questo fenomeno cominci in et tardoantica, continu in
novembre al 3 luglio4. epoca altomedievale, prosegu nel pieno medioevo e oltre.
Queste due testimonianze cos antiche sono sufficienti da La Passio di santa Mustiola appartiene certamente a que-
sole a garantire la storicit del martirio di santa Mustiola, sto secondo gruppo di testi: non un documento autenti-
che non pu essere messo in discussione. Ma si tratta di do- co, stato invece compilato secondo la retorica del tempo
cumenti sintetici, scheletrici. Per conoscere qualcosa di pi a partire da luoghi comuni sperimentati e largamente in
sulla figura di Mustiola, sulle circostanze, sullo svolgimento circolazione. Traditionslegenden (Leggende fondate sulla
dettagliato del martirio, dobbiamo ricorrere alla fonte agio- tradizione), secondo la terminologia di Friedrich Lotter7.
grafica principale, la Passio, molto pi problematica e molto Somiglianze particolarmente strette sono state notate tra
meno attendibile dei dati finora raccolti. Infatti nellimmenso la Passio di Mustiola e quella di Donato di Arezzo (redatta
campo della letteratura agiografica antica e medievale (entro tra VII e VIII secolo)8: nel linguaggio, nella struttura, nel
cui si collocano pi di 10 mila testi latini) ci sono rimasti ruolo dei personaggi. Ma somiglianze altrettanto strette
alcuni atti autentici di martiri dei primi secoli cristiani, possono essere rintracciate anche con le coeve Passiones dei
caduti sotto le persecuzioni degli imperatori romani (Acta santi Gratiliano e Felicissima di Faleri (BHL 3630-3632) e
martyrum); essi sono tutti modellati sul racconto del mar- di Eutizio di Ferento (BHL 2779-2780).
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
118

La Passio nelle sue varie versioni

Il testo ci stato trasmesso in pi versioni da


una ventina di manoscritti medievali, nessu-
no dei quali tuttavia anteriore agli inizi del
sec. XI9. Le varie versioni sono state catalogate
sotto i numeri 4455 e 4456 della Bibliotheca
Hagiographica Latina (sigla: BHL)10.
Una prima versione, BHL 4455, trasmessa da
un numero consistente di manoscritti. Il pi
antico tra questi un passionario proveniente
dal monastero di S. Salvatore al Monte Amiata,
databile agli inizi del sec. XI11, che raccoglie
le Passiones di santi della Toscana centro-me-
ridionale (oltre a Mustiola di Chiusi ci sono i
martiri aretini Donato e Ilariano, Lorentino e
Pergentino, Flora e Lucilla; Giusto e Clemente
di Volterra; Regolo di Populonia; Frediano di
Lucca; Savino umbro; Gregorio di Spoleto).
Al XII secolo appartengono altri manoscritti:
un interessante esempio di breviario primitivo,
che riporta i canti propri dellufficio liturgi-
co dei santi insieme ad alcuni testi agiografici
suddivisi in lezioni (ma di Mustiola presente
solo la Passio, senza canti propri)12 proveniente
dalla zona di Firenze-Fiesole13; un passionario
proveniente dallItalia centrale, conservato alla
Biblioteca nazionale di napoli14; un altro pas-
sionario proveniente da Pistoia15, che Andrea
Cencini mette in relazione con la dedicazione
di una cappella alla martire chiusina da parte del
vescovo vallombrosano Attone, nel 115116. Per
la canonica di S. Prospero in Castello di Reggio
Emilia, documentata dal 1057, fu scritto il pas-
sionario ancor oggi l conservato17. nella prima
met del XIII secolo fu scritto il passionario di
Orvieto, ancor oggi conservato nella Cattedrale
di Orvieto, in cui il testo di santa Mustiola non
si legge pi in quanto le pagine relative furono
strappate da soldati francesi al seguito di napo-
leone18. Del testo BHL 4455 manca unedizione
critica19. Si pu leggere nelledizione del Surius
(Lorenz Sauer, Colonia 1573 e successive)20.
Una seconda versione, catalogata come BHL Linizio della Passio di Mustiola (versione BHL 4455) nel ms. Firenze, Biblioteca
Marucelliana, C. 159 (fine XI/inizi XII secolo), f. 102v.
4456, differisce dalla precedente in alcuni parti-
colari degni di nota21, per cui gli studiosi hanno
finora posto le due versioni sullo stesso piano e parlato di due cisterciensi di Melk (Mellicensis), Lilienfeld (Campililiensis)
diverse redazioni discutendone la maggiore o minore autore- e Heiligenkreuz (Sanctaecrucensis)23. negli scriptoria dei tre
volezza22. In realt lanalisi della tradizione manoscritta por- monasteri, appartenenti alla stessa rete monastica cisterciense
ta a concludere che BHL 4456 una versione direttamente austriaca, fu copiato un medesimo esemplare di un perduto
derivata dalla precedente, molto simile ad essa, modificata in passionario, che gli studiosi hanno chiamato Magnum Legen-
pochi punti per esigenze di coerenza (rielaborazione dautore, darium Austriacum24. Questa versione stata edita negli Acta
riscrittura) o forse pi semplicemente per errori meccanici Sanctorum del mese di luglio (1709)25.
di copiatura. La BHL 4456 tramandata solo da tre mano- Infine la versione BHL 4456 c, individuata per la prima volta
scritti austriaci del basso medioevo, provenienti dalle abbazie nel 1931 in un leggendario conservato ad Oxford e poi, nel
PIERLUIGI LICCIARDELLO LA PASSIO E IL CULTO DI SAnTA MUSTIOLA In ET LOnGOBARDA
119

1970, rintracciata anche in un leggendario senese26, inedita, Mustiola, situate ad un miglio circa di distanza dalla citt,
un ampliamento (augmentatio) di BHL 4455 scritto da un alla cattedrale di Chiusi) ha messo in ombra loriginale dies
certo diacono romano Felicissimo per il vescovo Massimo di natalis del 23 novembre (quello attestato dal Martirologio
Faleri al tempo di papa Alessandro II (1061-1073). Questa Geronimiano) a favore del 3 luglio.
versione molto interessante per il gusto erudito dellautore,
che ricostruisce sulla scorta della storiografia di et romana
lalbero genealogico della famiglia di Mustiola e le sue vicende Testo della Passio e traduzione
storiche, e per il linguaggio retorico elaborato, di stile alto,
che impiega27. Essa fa anche esplicito riferimento ad una delle In mancanza di unedizione critica completa del corpus agio-
tavole chiusine, interpretando il nome di Sisebuto (il lapicida grafico di santa Mustiola, riproduco con qualche correzione
o lautore dellepigrafe) come quello di un re costruttore del il testo edito negli Acta Sanctorum, testo che segue per lo
sepolcro di santa Mustiola28. pi la versione BHL 445637.
Dunque la versione capostipite della tradizione testuale va
individuata in BHL 4455. Una datazione esatta di questo 1. Temporibus Aureliani augusti sva persecutio orta est
testo non possibile, mancando, come in quasi tutti i testi christianis, cumque intellexisset, quod civitas Tuscana38
agiografici altomedievali, qualsiasi riferimento allautore christiana religione floreret, tanta cupiditas invasit Aure-
e allepoca di composizione. Ai Bollandisti la Passio sem- lianum augustum, ut quemdam vicarium nomine Turcium,
brava databile al sec. VII o VIII. Albert Dufourc (seguito prfectoria data dignitate, ad discussionem christianorum
da Sabatino Ferrali)29 giudicava la versione BHL 4456 dirigeret. Veniens autem Turcius in civitatem quamdam,
anteriore agli inizi del sec. VIII, mentre BHL 4455 po- nomine Faliscum, coepit inquirere christianos. Interea dum
teva essere datata a qualche anno pi tardi, al tempo del inquisitio facta fuisset in eadem civitate, contigit in illa re-
duca Gregorio di Chiusi (728 ca.)30; ma, come abbiamo gione repertum esse christianum, nomine Felicem, qui au-
detto, la presunta anteriorit di BHL 4456 su BHL 4455 diens supervenisse persecutorem, coepit congregare christianos
ormai va rifiutata e ribaltata. Vittorio Ussani (1931), se- et confortare eos, dicens: Parentes et fratres et filii, non vos
guito dalla Clavis Patrum Latinorum (1961 e 1995) e da conturbet ista caligo, qu modica est; perpetu vero tenebr
Rginald Grgoire (1973), parla del sec. VI31. Certamente cavend sunt. State et viriliter pugnate, quia melior est dies
il testo anteriore a Usuardo di Saint-Germain, che lo cita una in atriis Domini, super millia auri et argenti. Audiens
nel suo Martirologio (a. 850/860)32. Francesco Lanzoni si Turcius praefectus famam beati Felicis, tenuit eum et custo-
ferma a questo dato senza rischiare oltre. di mancipavit.
Gli attuali orientamenti degli studi agiografici richiedono
di collegare la redazione di un testo agiografico con eventi 2. Surgens itaque altera die, jussit sibi in civitate Falisca tri-
significativi della storia del culto: dati esterni al testo che bunal parari et presbyterum Felicem sibi prsentari; quem
ne permettano di spiegare storicamente la genesi, motivan- ita interrogat, dicens: Quod tibi nomen est? Respondit:
dola. nel caso di Mustiola siamo in possesso delle celebri Felix vocor. Dixit itaque Turcius: Qua militia uteris?
tavole longobarde, testimonianza epigrafica di importanti Felix presbyter respondit: Quamvis peccator, tamen presbyter
lavori compiuti intorno alla tomba di Mustiola a Chiusi Christi. Turcius dixit: Quare conventicula facis per diver-
dal duca Gregorio e da sua madre Austreconda, insieme al sa loca et seducis populum, ut non credant diis et immolent
vescovo Arcadio33. La prima tavola, che inizia con le parole secundum dispositionem antiquam et principum jussionem?
Christe fabe votis, fa riferimento al v. 9 alla nobile discen- Felix presbyter respondit: Et qu est vita nostra, nisi ut Do-
denza di Mustiola dalla famiglia dellimperatore Claudio34, minum nostrum Jesum Christum prdicemus et eruamus
come si legge appunto nella Passio: segno che quel testo era populum ab immunditia idolorum, ut fruatur unusquisque
stato gi scritto, o veniva scritto in quel periodo35. Laltra vita39 terna? Dicit ei Turcius: Qu est vita terna? Fe-
epigrafe chiusina databile quella che inizia con le parole lix presbyter respondit: Ut timeatur et colatur Deus Pater,
Nobilis vasta nitens, nella quale si legge il nome del vescovo et Jesus Christus et Spiritus Sanctus. Tunc iratus Turcius
Arcadio (vivo ancora nel 743)36. dunque possibile collo- jussit os eius lapide contundi, dicens: Ipsum conterite, qui
care negli anni 728/743, nei quali il duca Gregorio risco- seducit populum. Et cum diu cderetur, emisit spiritum;
priva le reliquie della santa ricostruendone riccamente la quod corpus prcepit jactari in plateam; quod collegit qui-
chiesa, il primo punto di svolta nella storia del culto della dam diaconus et sepelivit juxta muros civitatis Sutrinae40
martire: insieme allattivit edilizia si dovette sentire per sub die nono Kalendarum Juliarum.
la prima volta il bisogno di mettere per scritto la vicenda
della santa, in una Passio che non conserva precise memo- 3. Audiens Turcius hoc factum, quia sepelisset Hyrenus
rie originali delle vicende di cinque secoli prima, ma che diaconus corpus Felicis presbyteri, misit et tenuit Hyrenum
costruita su schemi agiografici usuali. E forse proprio diaconem, et ambulavit exinde in Clusinam 41 civitatem Tu-
in questo momento che il trasferimento (translatio) del- sci, et vinctum catenis ferreis ante rhedam suam nudis pe-
le reliquie da una sede allaltra (dalle catacombe di Santa dibus perduxit. Et veniens in Clusinam 42 civitatem, sedit in
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
120

ea multis diebus; Hyrenum vero diaconem reclusit in car- nonas Julias; cujus corpus collegit servus Dei nomine Mar-
cerem, et coepit inquisitionem facere de christianis. Audiens cus, et sepelivit juxta muros civitatis Clusin45, ubi florent
hc Mustiola matrona christianissima, quia in carcere erant orationes ejus usque in hodiernum diem, et miracula, per
clausi multi christiani, veniebat nocte et dabat pecuniam Christum Dominum nostrum.
custodibus carcerum, et intrans consolabatur eos, et lavabat
pedes eorum et ungebat, qui de vinculis vulnerabantur, et
omnibus noctu victualia ministrabat et tegumentum. Tunc 1. Al tempo dellimperatore Aureliano si scaten una dura
venit quidam, Torquatus nomine, ad Turcium et dedit ei persecuzione contro i cristiani, e avendo sentito che nella
suggestionem, dicens: Matrona nobilissima, Claudii conso- terra di Toscana46 fioriva la religione cristiana, Aureliano fu
brina, nomine Mustiola, non cessat a carceris custodia die preso da un grandissimo desiderio di inviare un vicario di
noctuque reos suasionibus confortare. nome Turcio, dandogli la carica di prefetto, per stermina-
re i cristiani. Arrivato in una citt di nome Faleri47, Turcio
4. Iratus est Turcius vehementer, et quia audierat eam de gen- cominci a ricercare i cristiani. Essendo stata svolta la ri-
te esse Claudii imperatoris, misit et tenuit eam, jussitque sibi cerca in quella citt, avvenne che nella regione si trov un
prsentari. Quam cum vidisset, mirari coepit de pulchritudine cristiano di nome Felice, il quale, sentendo che era giunto
ejus; veniensque in domum Mustiol, coepit de generositate ejus un persecutore, cominci a riunire i cristiani e a consolarli
interrogare. Tunc sancta Mustiola, fervens in Spiritu Sancto, dicendo: Genitori, fratelli e figli48, non turbatevi di questa
respondit ad eum: Nostra nobilitas non est ex plenitudine oscurit, che piccola; dovete piuttosto temere le tenebre
claritatis, sed humilitate sanctorum christianorum. Dicit ei eterne49. Siate saldi e resistete50 con coraggio, poich un
Turcius: Et quare exemplis parentum tuorum non respondes? giorno nella casa del Signore meglio di un tesoro doro e
Sancta Mustiola respondit et dixit: Quia illi ignorantes perie- dargento51. Il prefetto Turcio, sentendo la fama del beato
runt, diabolo suadente, et me humilem dignatus est Dominus Felice, lo fece arrestare e lo chiuse in carcere.
noster Jesus Christus ad coelestia regna vocare, et non tantum
me, sed omnes qui sperant in eum. 2. Al sorgere del nuovo giorno, comand che gli fosse prepa-
rato un tribunale nella citt di Faleri e che gli fosse condotto
5. Dixit ei Turcius: Utere consilio meo, et noli perdere natales il prete Felice, che interrog dicendo: Come ti chiami?
tuos nobilissimos. Dicit ei Mustiola: Si scires donum Domini Rispose: Mi chiamo Felice. Disse Turcio: Qual il tuo
nostri Jesu Christi, non perderes lumen ternum. Dicit ei Tur- grado? Gli rispose il prete Felice: Bench peccatore, sono
cius: Quid est lumen ternum? Sancta Mustiola respondit: un sacerdote di Cristo. Disse Turcio: Perch fai riunioni
Spiritus et virtus. Turcius dixit: Qu est amentia vit, ut segrete in diversi luoghi e sobilli il popolo, affinch non
ad vinctos frequenter intrares, eorumque amicitiis fruaris af- creda pi agli dei e non sacrifichi secondo lantica legge e
fectu? Respondit sancta43 Mustiola et dixit: Propter amorem gli ordini degli imperatori? Rispose il prete Felice: E cosa
Domini nostri Jesu Christi, pro cujus amore et illi sustentant sarebbe la nostra vita, se non predicassimo nostro Signore
carceris vincula. Turcius dixit: Depone istam amentiam et Ges Cristo e non allontanassimo il popolo dalla sporcizia52
audi me, et prcepta principum noli negligere aut deridere. degli dei, affinch ciascuno goda della vita eterna? Gli dice
Sancta respondit: Qu sunt principum tuorum prcepta? Turcio: Che cos la vita eterna?53. Il prete Felice rispo-
Cui dixit Turcius: Prcepta hc sunt, ut sacrifices et vivas, se: Temere e venerare Dio Padre, Ges Cristo e lo Spirito
et fruaris divitiis tuis. Sancta respondit et dixit: Blasphe- Santo. Allora infuriato Turcio comand di colpirgli la boc-
masti insipienter. ca con una pietra, dicendo: Colpitelo, perch inganna il
popolo. E mentre veniva picchiato a lungo, esal lultimo
6. Hoc audiens Turcius jussit omnium sanctorum, qui in respiro; e comand di gettarne il corpo in una piazza; lo
carcere erant, capita amputari, et beatum44 Hyrenum dia- raccolse un diacono e lo seppell presso le mura della citt
conum in eculeo suspendi. Cui, sub voce prconia, ita di- di Sutri il giorno 23 giugno.
cebat: Sacrifica diis. Hyrenus dixit: Ut video, alienaris
et amens factus es, ut dicas qu non conveniunt. Turcius 3. Udito questo fatto, cio che il diacono Ireneo aveva sep-
furore repletus jussit unguibus radi latera ejus et flammis ap- pellito il corpo del prete Felice, Turcio comand di arre-
poni. Hyrenus clamabat, dicens: Gratias ago tibi, Domine stare il diacono Ireneo e si diresse poi nella citt toscana di
Jesu Christe, quia merui introire ante faciem tuam; et hc Chiusi, conducendo quello davanti al suo carro, incatena-
dicens emisit spiritum in conspectu Mustiolae; qu videns, to con catene di ferro e a piedi nudi. Arrivato nella citt di
sancta Mustiola dixit ad Turcium: Miser, quid trucidas Chiusi, stette l per molti giorni; fece rinchiudere in carcere
sanguinem innocentum? Illi quidem pergunt ad gloriam, tu il diacono Ireneo e cominci a fare la ricerca dei cristiani.
in igne aeterno habebis mansionem. Hc audiens, Turcius Sentendo la cristianissima matrona Mustiola che molti cri-
per inscriptionem damnavit et in conspectu suo fecit beatam stiani erano stati rinchiusi in carcere, di notte li visitava e
Mustiolam plumbatarum ictibus deficere; qu cum gravissi- dava del denaro ai carcerieri, ed entrata li consolava, ne la-
me cderetur, tradidit Deo dignum spiritum sub die quinto vava i piedi e li ungeva, perch erano feriti dalle catene, e la
PIERLUIGI LICCIARDELLO LA PASSIO E IL CULTO DI SAnTA MUSTIOLA In ET LOnGOBARDA
121

notte portava a tutti di che mangiare e coprirsi. Allora un Analisi della Passio: modello di santit e significato
tale, di nome Torquato, si rec da Turcio e gli rivel: Una storico
nobilissima matrona, cugina di Claudio, di nome Mustiola,
non smette di frequentare il carcere e confortare, giorno e Gli eruditi del passato61 si sono sforzati di analizzare i dati
notte, gli arrestati. storici contenuti nella Passio, di armonizzarne le incongruen-
ze, di utilizzare il testo come fonte documentaria utile per la
4. Turcio si infuri, anche per aver sentito che quella pro- storia delle origini cristiane di Chiusi. stata discussa lam-
veniva dalla famiglia dellimperatore Claudio, ordin di bientazione della vicenda al tempo dellimperatore Aurelia-
arrestarla e comand che gli fosse condotta innanzi. Aven- no (270-275)62, la parentela di Mustiola con limperatore
dola vista, cominci ad ammirarne la bellezza; e recatosi in Claudio (II il Gotico, 268-270), la presenza del persecutore
casa di Mustiola, cominci ad interrogarla sulla sua nobilt Turcio e di altri personaggi secondari (il delatore Torquato,
di natali. Allora santa Mustiola, ripiena di Spirito Santo54, il seppellitore Marco, in cui alcuni hanno voluto vedere il
gli rispose: La nostra nobilt non consiste nella grandezza primo vescovo di Chiusi)63. Relativamente a santa Mustiola
della famiglia, ma nellumilt dei santi di Cristo. Le dice sono state ampiamente discusse la sua qualifica di matrona o
Turcio: E perch non segui gli esempi dei tuoi antenati? di vergine64, il luogo e la data esatta del martirio, la famiglia
Santa Mustiola rispose e disse: Perch quelli sono morti di provenienza, sempre partendo dai dati forniti dalla Passio.
nellignoranza, seguendo il diavolo, mentre nostro Signore Questo metodo era stato imposto a livello internazionale
Ges Cristo si degnato di chiamare me, umile, al regno dei dalla scuola dei Bollandisti, una congregazione di gesuiti
cieli, e non soltanto me, ma tutti quelli che sperano in lui. belgi nata nel Cinquecento e ancor oggi operante. Il loro
intento originale era combattere le critiche della teologia
5. Le disse Turcio: Segui il mio consiglio, non rovinare la tua protestante contro il concetto cattolico di santit e argina-
condizione nobilissima. Gli Dice Mustiola: Se tu conoscessi re il proliferare incontrollato di culti infondati, giudicando
il dono di nostro Signore Ges Cristo55, non perderesti la luce criticamente la storicit di un santo: la realt della sua vita,
eterna. Le dice Turcio: Che cos la luce eterna? Rispose dei suoi miracoli, del contesto storico nel quale si svol-
santa Mustiola: Spirito e virt56. Turcio disse: Che cos ta la sua vicenda, respingendo le tante leggende medievali
questa sciocchezza, che frequenti i carcerati e ti rallegri della fondate sulla fantasia, le tante passiones inverosimili. Il loro
loro amicizia? Rispose santa Mustiola e disse: Per amore di interesse positivistico era la ricerca della verit storica che si
nostro Signore Ges Cristo, per il cui amore anchessi sop- nasconde sotto la veste letteraria dellagiografia.
portano le catene del carcere. Turcio disse: Lascia questa Ora, nella Passio di Mustiola la presenza di personaggi sto-
stoltezza e ascoltami, non disprezzare, non deridere i comandi ricamente esistiti certa: limperatore Aureliano, successore
degli imperatori. La santa rispose: Quali sono i comandi di Claudio, perseguit effettivamente i cristiani, ma sembra
dei tuoi imperatori? Turcio le disse: I comandi sono di sa- con poco risultato65; Turcius un nome comune nel basso
crificare agli dei e vivere, e goderti le tue ricchezze. La santa impero, essendo documentati molti personaggi, anche di
rispose e disse: Hai bestemmiato da sciocco. alto rango, con questo nome66 (lo stesso Turcio compare in
altre Passiones dellItalia centrale, anche insieme allimpe-
6. Sentendo ci Turcio comand di decapitare tutti i santi ratore Claudio II, come persecutore dei cristiani)67. La pa-
che si trovavano in carcere e di porre il beato diacono Ire- rentela di Mustiola con Claudio invece un dato che non
neo sul cavalletto57. E gli diceva, con tono di comando: trova riscontro nelle fonti storiche romane; esso presuppone
Sacrifica agli dei. Ireneo disse: Vedo che sei fuori di te, piuttosto la conoscenza delle lapidi della catacomba chiusi-
sei diventato pazzo e dici cose sconvenienti. Turcio, pieno na: probabilmente lautore della Passio, leggendo nellepi-
di rabbia, comand di scorticarlo e di darlo alle fiamme58. grafe chiusina la generica nobilt di natali di Mustiola, volle
Ireneo gridava dicendo: Ti ringrazio, Signore Ges Cristo, chiarirla quanto pi possibile e usarla come dato aggiuntivo
perch ho meritato di entrare al tuo cospetto59. Dicendo per dare consistenza storica al suo testo, immaginando che
questo, esal lultimo respiro davanti a Mustiola. Vedendo fosse parente dellimperatore predecessore di Aureliano68.
ci, santa Mustiola disse a Turcio: Infelice, perch spargi giusto valutare la consistenza storica di un santo, come
il sangue degli innocenti? Essi si dirigono verso la gloria, insegnano i Bollandisti, ma oggi a questo metodo e a questi
tu invece avrai dimora nel fuoco eterno. Sentendo questo, interessi se ne possono affiancare altri.
Turcio la condann per scritto e fece percuotere Mustiola Se infatti volessimo dar fede ai dati che leggiamo nei testi
davanti a lui con colpi di flagello60; colpita duramente, rese agiografici, spesso non ne ricaveremmo altro che incon-
la sua degna anima a Dio il giorno 3 luglio; un servo di Dio gruenze e parzialit, o veri e propri errori storici. In realt
di nome Marco ne raccolse il corpo e lo seppell presso le una Passio altomedievale non pu essere analizzata come
mura della citt di Chiusi, dove ancor oggi fioriscono le sue un documento archivistico, non pu essere considerata una
preghiere e i suoi miracoli, per il nostro Signore Ges Cristo. fonte storica attendibile, per due motivi: anzitutto perch il
testo, scritto a distanza di secoli dai fatti narrati, li riporta
secondo una tradizione confusa, spesso orale o fondata su
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
122

testimonianze scritte scarse e generiche; a questa povert di Mustiola non volle trasformare direttamente la prota-
di dati originali lautore rimedia poi sviluppando il rac- gonista della Passio in una vergine, rispett il dato che la
conto in modo pi o meno verosimile, seguendo schemi tradizione chiusina gli aveva tramandato senza alterarlo,
consueti (canovacci) e modelli autorevoli. ne deriva una sebbene fosse consapevole di andare contro la sensibilit
sorta di archeologia agiografica che si sforza di rendersi della sua epoca. Infatti gi al tempo della redazione della
verosimile, a volte con poco successo. Ma in secondo luo- Passio la mancanza della qualifica di vergine poteva deludere
go, ed questo forse il motivo pi importante, lagiografia qualcuno, come se mancasse qualcosa alla perfetta santit
in s non intende essere un resoconto storico preciso, non della martire. Ecco allora che gi le tavole chiusine, nel
mira al dettaglio della biografia e alla verit oggettiva dei descrivere Mustiola, usano il linguaggio degli elogi tipici
fatti narrati; essa intende piuttosto proporre un modello di delle vergini74. La Passio stessa accenna ad un luogo comune
santit, una storia esemplare in cui il dato biografico esatto frequente nei racconti di martirio delle vergini, la nascita
stia in secondo piano rispetto al significato spirituale della di uninsana passione del persecutore verso la donna75. In-
vita e della morte del martire. Lagiografia, letta secondo i fine la qualifica di virgo compare con regolarit nei titoli
criteri della critica storica, risulterebbe in buona parte falsa, della Passio nei manoscritti superstiti (dal sec. XI in poi).
una menzogna69. Lagiografia altro dalla storiografia: la Sulla nobilt dei natali di Mustiola lagiografo insiste mol-
proposta di un ideale di santit, di una incarnazione della to in occasione dellinterrogatorio di Turcio. Il persecutore
perfezione cristiana nella storia. la vicenda spirituale di infatti ricorda alla donna i suoi doveri nei confronti della
un uomo che ha raggiunto la pienezza umano-divina gi in famiglia, degli antenati, della tradizione: E perch non se-
questa terra, e che pu essere proposta ai fedeli per essere gui gli esempi dei tuoi antenati? (...) Segui il mio consiglio,
imitata o venerata70. non rovinare la tua condizione nobilissima. E poco oltre
Il modello agiografico che si legge nella Passio di Mustiola la tenta con limmagine delle sue grandi ricchezze: I co-
fondamentalmente quello martiriale, ma arricchito anche mandi sono di sacrificare agli dei e vivere, e goderti le tue
da altri elementi. Il martirio la risposta immediata e senza ricchezze. Ma tutti i tentativi sono inutili. Mustiola non
compromessi alla chiamata di Cristo sofferente sulla cro- cede alle tentazioni, perch orami il suo distacco dal mon-
ce, significa essere crocifissi con lui nel mondo per seguirlo do completo76.
nella gloria della resurrezione71. il modello pi antico di La santit di Mustiola, prima del martirio, si manifesta in
santit, quello in cui la potenza dello Spirito Santo si ma- opere di carit verso i fratelli cristiani: frequenta i carcerati,
nifesta nellatto eroico e assoluto del sacrificio della vita. In li conforta moralmente e materialmente, corrompendo i car-
questo modello non contano n la provenienza del martire, cerieri pur di poterli visitare e fasciare le loro ferite77. Come
n la sua vita; non contano nobilt di nascita, istruzione, Cristo nel gioved di passione78, essa lava i loro piedi piaga-
ricchezza o virt. non conta quello che il martire ha fatto ti in segno di umilt e in obbedienza alla legge dellamore:
nella vita prima del martirio: egli nasce alla vita eterna il perch lamore di Dio non pu essere separato dallamore
giorno stesso del martirio (dies natalis), per cui non ha in- del prossimo, in cui si rende visibile e operante79.
teresse scavare nel suo passato. Ma di Mustiola prima del nella Passio rilevante anche il momento mistico. Mustio-
martirio si sapeva, per tradizione, qualcosa di pi: che era la parla ripiena (fervens) di Spirito Santo, lo Spirito ad
una matrona, cio una signora adulta; che era di famiglia invaderla e a darle il coraggio di sostenere la prova decisiva.
cospicua e nobile; forse si sapeva anche che si era messa in nelle sue parole di risposta a Turcio che le chiede che cos
luce per aver dedicato la vita al servizio del prossimo. Ecco Dio luce eterna, nel definirlo Spirito e potenza (virtus),
che tutti questi elementi trovano posto nella Passio. Mustiola sostiene, forse inconsapevolmente (lagiografo ri-
Il fatto che Mustiola sia una signora adulta (sposata o ve- echeggia un passo del Vangelo di Giovanni) come si realiz-
dova, ma non una vergine) si scontra con il modello di zi il percorso del mistico: dal Figlio al Padre per lo Spirito.
santit prevalente nellalto medioevo, quello verginale: a Mustiola che risponde al persecutore non pi uomo, gi
partire almeno dal IV secolo infatti la castit era diventata persona divinizzata dallo Spirito. La potenza dello Spirito
attributo caratteristico, quasi necessario, della santit fem- si manifesta nella conversio morum, nella radicale trasfor-
minile. Autori come santAmbrogio nel De virginibus o san mazione della natura umana, per cui essa resa simile per
Girolamo nelle sue lettere alle monache Paola ed Eustochio grazia a ci che Dio per natura. questo il momento te-
avevano reso attuale la figura della donna che rifiuta il sesso andrico dellagiografia, che prelude al martirio, allingresso
per darsi totalmente al matrimonio mistico con Cristo72. del martire nella gloria del Padre.
Questa condizione quella di molte eroine della letteratura Il modello teologico espresso dal martirio di Felice invece
martiriale: Agata di Catania, Lucia di Siracusa, Cristina pi semplice. Il santo invita i fedeli alla pugna spirituale,
di Bolsena, le martiri romane Agnese, Cecilia, Eugenia. alla costanza e alla forza danimo del soldato (miles) di Cri-
Viceversa, il modello della donna sposata martire poteva sto: si tratta di un linguaggio tradizionale, di origine pao-
essere attinto risalendo a Monte della letteratura del IV lina, ampiamente usato dai Padri della Chiesa. Di fronte a
secolo, negli atti dei primi martiri cristiani, per es. nella Turcio che gli chiede il senso delle fede (Che cos la vita
celebre Passio delle sante Perpetua e Felicita73. Lagiografo eterna?), risponde che la fede cristiana venerare il Dio
PIERLUIGI LICCIARDELLO LA PASSIO E IL CULTO DI SAnTA MUSTIOLA In ET LOnGOBARDA
123

uno e trino, che il massimo dei meriti predicare Cristo ni, perde i suoi segni distintivi, sepolti sottoterra o rimasti
e strappare le anime dei pagani alla servit degli idoli per come ruderi di una grandezza lontana; chi d fisionomia e
condurle alla libert del vero Dio. Una catechesi semplice senso alla nuova storia la Chiesa con il suo messaggio di
ed essenziale. Qualcosa di pi profonda (ma, anche stavolta, salvezza, con i suoi santi, con le sue liturgie capaci di coin-
quanto consapevole?) si legge nella allocutio di Felice alla volgere tutto il popolo, con la sua speranza positiva in un
comunit cristiana, che appare come una grande famiglia futuro migliore. Quando, nella tavole longobarde, leggiamo
costruita su rapporti nuovi di parentela spirituale: recisi i lacrostico Clusio dicit, intendiamo che la citt intera riesce
rapporti naturali con la famiglia di provenienza in seguito a parlare in forma di persona, ad identificarsi in unit. La
alla scelta di vita religiosa o, pi in generale, al passaggio citt si unifica e si riconosce nellelogio della martire, che
dalla vita vecchia (nel regime del peccato) alla vita nuova (nel ne diventata nuovo perno centripeto.
regime della salvezza), nellamore reciproco (caritas) che La storia di Chiusi cristiana ruota intorno alla sua chiesa ve-
si costruisce la famiglia cristiana. Lecclesiologia espressa in scovile. Sul sangue della martire si ricostruisce e si legittima
questo caso dallagiografo, pur nella sua semplicit, richia- listituzione vescovile, di cui Mustiola diventa patrona, cio
ma alla mente certi passi di santAgostino80. Ma, comples- garante e protettrice. La legittimit di una istituzione, in
sivamente, la teologia dellagiografo semplice, essenziale, questo alto medioevo cos turbolento e ricco di fratture, si
formata sui testi sacri ed espressa attraverso un linguaggio acquista per via consuetudinaria, sul piano della continuit
accessibile al popolo. La conversione non ha particolari ri- storica83. Il passato la migliore giustificazione del presente,
sonanze interiori, quello che la fede chiede comprensibi- nella storia affondano le radici delle istituzioni e si riconosce
le a tutti con immediatezza: rifiutare gli idoli dei pagani e la loro dignit. Il clero italico cattolico, che ha rischiato di
credere nel Dio dei cristiani. essere spazzato via dallinvasione, chiamato a giustificare se
questo un messaggio semplificato che poteva trovare ac- stesso, la propria presenza nel mondo e il proprio, crescen-
coglienza anche presso il popolo longobardo, il pubblico al te, peso economico e politico84, ricorre allagiografia (che
quale questa agiografia intende rivolgersi. La grande que- storia sacra) per giustificare agli occhi dei Longobardi il
stione religiosa che si gioca nel secolo VIII quella della proprio radicamento nel territorio85.
conversione dei Longobardi, del loro passaggio dal paga-
nesimo (o dallarianesimo, che agli occhi del clero cattoli- La pi complessa questione agiografica posta dalla Passio
co la stessa cosa) al cattolicesimo. La posta in gioco la di santa Mustiola quella dei compagni di martirio, il pre-
sopravvivenza stessa della Chiesa, soprattutto nelle diocesi te Felice e il diacono Ireneo. Con questi infatti il quadro
di provincia dove la penetrazione longobarda stata pi territoriale si sposta da Civita Castellana-Faleri (Falerii) a
forte e dove il clero ha sofferto i danni dellinvasione fino Sutri, per poi fermarsi a Chiusi. A Faleri infatti si consu-
allo sradicamento. In questo contesto storico lagiografia ma la vicenda dellarresto, interrogatorio e martirio (il 23
assolve la funzione di veicolare al popolo dei conquistatori giugno) del prete Felice, il cui corpo per viene lasciato
un messaggio di fede chiaro e comprensibile, estraneo alle insepolto fuori le mura di Sutri; l il diacono Ireneo lo sep-
sottigliezze della pi raffinata teologia patristica. Teologia pellisce86. Per questo Ireneo viene arrestato e trascinato in
popolare, indirizzata al popolo, adatta alle limitate capacit catene (non se ne capisce davvero il motivo) fino a Chiusi,
culturali della gente longobarda e, aggiungiamo, anche della dove anche Mustiola arrestata e dove entrambi finiscono
gente italica, la cui condizione culturale non doveva essere i loro giorni. Labbinamento dei santi Felice e Mustiola pu
di molto superiore. nei monasteri e nelle pievi di campagna essere spiegato (cos Hippolyte Delehaye)87 come una lettura
si realizza e si consolida, nel secolo VIII, la fusione tra Italici erronea del Martirologio Geronimiano, poich le due date
e Longobardi, ormai dotati di segni religiosi comuni, di un del 23 giugno (Felice) e del 23 novembre (Mustiola) in la-
unico credo, di una sola Chiesa e di una schiera comune tino si esprimono con la medesima formula iniziale: VIIII
di santi protettori. Lagiografia di et longobarda, a Chiusi Kal(endas). Seguendo questa soluzione, Alfredo Maroni ha
come in molti altri luoghi dItalia, il fattore culturale che spiegato la genesi della Passio come risultato di una lettura
sorregge il processo storico di conversione e di fusione tra interpretativa del Geronimiano: i tre personaggi principali
i due popoli, nel nome del cristianesimo e sotto lo sguardo (Mustiola, Felice, Ireneo), sarebbero stati desunti dal Mar-
vigile della Chiesa di Roma81. tirologio alterando per ragioni narrative le date originali,
Ma, oltre a questa, lagiografia svolge storicamente anche fino a costituire un insieme narrativo coerente dal punto
altre funzioni82. nel mettere per scritto, per la prima vol- di vista della cronologia88.
ta, le vicende della capostipite nella fede, il clero chiusino, Questo per non spiega perch siano stati avvicinati dei
raccolto intorno allepiscopato, intende scrivere la propria santi legati a luoghi cos diversi entro un unico testo. Mario
storia sacra. La storia del cristianesimo a Chiusi comincia Mastrocola ha ipotizzato che la Passio di Mustiola, come
con il martirio di Mustiola: una storia cristiana, la storia di la leggiamo oggi, sia in realt il prodotto di un maldestro
una citt che ha dimenticato le sue origini antiche (pagane) accostamento di due Passiones originariamente diverse tra
e che si scopre comunit coesa nella fede, dotata di un senso loro (quella di Felice e quella di Mustiola)89; ma oggi si
e di una direzione. La citt romana, travolta dalle invasio- preferisce considerare linsieme come un prodotto unita-
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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rio. In ogni caso, da questo quadro resta comunque escluso (sec. VII-VIII), cos avara di documentazione precisa, cos
il terzo martire, il diacono Ireneo, caduto a Chiusi poco aperta alle ipotesi e alle ricostruzioni indiziarie96.
prima di Mustiola: nessuna traccia infatti rimasta di un Felice, Dolcissima, Mustiola e Ireneo ci delineano, pur
culto a lui reso, n a Chiusi n a Sutri. Si tratta quindi, nellincertezza delle dinamiche agiografiche, un percorso
evidentemente, di una tradizione agiografica riscoperta in abbastanza chiaro lungo le vie Cassia e Amerina, da Chiu-
occasione della scrittura della Passio ma andata ben presto si verso Roma (di cui Sutri la porta per chi proviene da
nuovamente dimenticata. Egli nella Passio ricopre il ruolo nord). non si tratta di una viabilit di pellegrinaggio, ma
stereotipato del diacono necroforo, seppellitore del corpo della rappresentazione agiografica di un legame che si an-
del martire90. dava stringendo tra le due regioni, la Tuscia longobarda e il
Altra questione agiografica, che esula strettamente dalla Ducato Romano, della ormai avvenuta riconciliazione fra
Passio ma che merita attenzione, lesistenza di una santa di germani e romani (Susi)97. In questo sta il significato stori-
nome Dolcissima, venerata a Sutri il 16 settembre. Di essa co principale della Passio di Mustiola: il testo, combinando
non si hanno che testimonianze tardive91 ed il suo nome tradizioni di provenienza diversa, riassume e significa una
apparso al Lanzoni (ma lipotesi risaliva in qualche modo dinamica storica nuova, che si intendeva spiegare scrivendo
gi ai Bollandisti)92 uno sdoppiamento di quello di Mu- le origini di una storia sacra. Una dinamica religiosa e allo
stiola, a partire dalletimologia dellaggettivo Mustiola da stesso tempo politica. Con la conquista di Sutri nel 728 si
mustus (dolce come il mosto). Recentemente la questione andava stringendo il cerchio del dominio longobardo intorno
stata ripresa da Paola Refice93 e da Valeria Cipollone, che a Roma, prospettando la creazione di unasse Pavia-Roma
si sono opposte allipotesi dello sdoppiamento94. Secondo che sarebbe stata di immensa portata per le sorti di unItalia
Eugenio Susi la santa potrebbe derivare dalla lettura di finalmente unita. non improbabile che a quellimpresa
unepigrafe romana in cui si parlava di una ragazza dulcis- abbiano partecipato con ruolo di protagonista anche for-
sima95. In realt non esistono prove determinanti per nes- ze longobarde provenienti da Chiusi98. Quella vicenda di
suna delle ipotesi. Probabilmente, se c stato un caso di unit trovava rappresentazione in un testo agiografico, che
sdoppiamento (attraverso una nuova translatio di reliquie simbolicamente la esprimeva instaurando stretti legami tra
da Chiusi a Sutri), o di creazione di una santa a partire da la Tuscia romana e toscana, regioni limitrofe rimaste per
unepigrafe, questa operazione va datata allet longobarda molto tempo politicamente divise.

Enti religiosi dedicati a santa Mustiola in Italia (XIII-XIV secolo).


I confini delle regioni dItalia sono quelli politici del pieno medioevo
(immagine tratta da Storia dItalia coordinata da N. Valeri, I, Il
medioevo, Torino 1965, modificata).

1. Chiusi, basilica martiriale


2. Sticciano (dioc. di Chiusi), chiesa
3. Arcidosso (Monte Amiata), chiesa
4. Quarto (Arezzo), pieve
5. Montepulciano (dioc. di Chiusi), chiesa
6. Siena, monastero dellArco
7. Torri (dioc. di Siena), monastero
8. Castelfalfi (dioc. di Volterra), chiesa
9. Lucca, chiesa
10. Lago Trasimeno (dioc. di Perugia), chiesa
11. Fratta Lecarella (dioc. di Perugia), chiesa
12. Perugia, chiesa
13. Citt di Castello (dioc. di Perugia), chiesa
14. Jesi, chiesa
15. Urbino, chiesa
16. Montefeltro, chiesa
17. Rimini, chiesa
18. Reggio Emilia, chiesa
19. Piacenza, chiesa
20. Pavia, chiesa
PIERLUIGI LICCIARDELLO LA PASSIO E IL CULTO DI SAnTA MUSTIOLA In ET LOnGOBARDA
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Altri dati sul culto di santa Mustiola in et longobarda Lelenco delle decime pagate dalle chiese italiane alla curia
(liturgia, dedicazioni di chiese) pontificia tra fine XIII e inizi XIV secolo (Rationes decima-
rum Italiae) il pi completo elenco di chiese medievali
Oltre alle tavole chiusine e alla Passio non esistono altri testi in nostro possesso102. nelle Rationes troviamo numerose
su santa Mustiola sicuramente databili allepoca longobar- chiese intitolate a santa Mustiola. In Toscana103 incontria-
da. La liturgia della santa segue, per tutto il medioevo, il mo anzitutto, in diocesi di Chiusi, la basilica martiriale,
comune delle martiri o delle vergini: non esistono tracce di documentata fin dal 765104, che a fine Duecento ospita
un ufficio proprio o di una messa propria. Le tre preghiere una canonica (I, n. 2780, 2809; II, n. 2694 e pp. 171-
presidenziali della messa da recitare nel giorno della festa 173); poi la chiesa di Sticciano (I, n. 2986; II, n. 2952)
(3 luglio) sono proprie in due manoscritti: in un sacramen- e, sul Monte Amiata, una pieve ad Arcidosso (I, n. 2841;
tario del XII secolo conservato a Fonte Avellana, di prove- II, n. 2787), forse da identificare con la pieve di S. Maria
nienza umbro/toscana (da Citt di Castello o da Arezzo), de Mustia documentata per la prima volta nel 738105. In
e in un altro sacramentario aretino o chiusino conservato diocesi di Arezzo la pieve di S. Mustiola a Quarto (I, n.
alla Vaticana, del sec. XI/XII99. Questo il testo edito dalla 2144; II, n. 2065), documentata fin dal 955106. Apparteneva
Patrologia Latina a partire dal sacramentario avellanita100: alla diocesi di Arezzo, ma era contesa da quella di Chiusi,
la citt di Montepulciano, in cui si trovava unaltra chiesa
In festo sanctae Mustiolae intitolata a santa Mustiola (I, n. 1463, 1874; II, n. 1745,
2370, 2414). In diocesi di Siena sono noti due monasteri
Oratio. Crescat in nobis, Domine, semper sanctae jucunditatis dedicati alla santa: quello cittadino di S. Mustiola allAr-
effectus, ut beatae Mustiolae martyris tuae veneranda festivitas co (I, n. 2384, 2506; II, n. 2498) e quello di Torri (I, n.
augeatur. Per. (= CO I, n. 865) 2374, 2517; II, n. 2509), entrambi risalenti al tardo XII
Secreta. Sanctae Mustiolae martyris tuae, Domine, festa cele- secolo107. In diocesi di Volterra una chiesa a Castelfalfi (I,
brantes, preces offerimus, hostiam immolamus, praesta, quae- n. 3348; II, n. 3177). natale Rauty ricorda anche una
sumus, ut cum praesidio temporali et vitam nobis praebeant, chiesa di S. Mustiola a Lucca, documentata nel 991108.
et incrementa perpetua. Per. (= CO VIII, n. 5304) In Umbria109 una chiesa sullIsola Minore del Lago Trasimeno,
Communio. Deus virtutum coelestium, quaesumus ut sacri- a Fratta Lecarella, una a Perugia presso Porta Santa Susanna e
ficia, pro sanctae Mustiolae martyris tuae passione delata, de- una a Citt di Castello: tutte situate lungo percorsi che portano
sideriorum nos temporalium doceant habere contemptum, et a Chiusi. nelle Marche110 sono documentate chiese di Santa
amare dona coelestium gaudiorum. Per. (= CO VII, n. 4921). Mustiola in diocesi di Jesi, presso Urbino e nel Montefeltro.
A Pesaro il culto per la santa molto vivo, tanto che figura
Il sacramentario vaticano aggiunge al f. 173r altre preghie- come patrona cittadina. Esso risale al 1324, quando gli abi-
re, inedite: tanti della citt riuscirono a scacciare i ghibellini di Urbino,
che lavevano occupata, proprio nel giorno di santa Mustiola.
Oratio sancte Mustiole In Emilia Romagna111 incontriamo chiese in diocesi di Rimi-
ni, a Reggio Emilia (attestata per la prima volta dal 1057) e
(Oratio). Indulgentiam nobis, Domine, beata Mustiola virgo presso Piacenza (risalente forse al sec. XI). Una chiesa dedicata
et martir imploret, que tibi grata semper extitit et merito ca- a santa Mustiola era anche a Pavia (documentata almeno dal
stitatis et tue professione virtutis. Per. (= CO V, n. 3125 b) 925)112, capitale del regno longobardo, e dal monastero di
Secreta. Suscipe, Domine, munera que in beate Mustiole S. Maiolo a Pavia proviene un antifonario del sec. XII (oggi
martiris tue sollempnitate deferimus, cuius nos confidimus conservato presso la Biblioteca Capitolare di Monza)113 che
patrocinio liberari. Per. (= CO IX, n. 5797) riporta un brano per la festa della santa.
Ad communio. Beate Mustiole martiris tue, Domine, pre-
cibus confidentes quesumus clementiam tuam, ut per ea que Certamente, in mancanza di documentazione altomedie-
sumpsimus eterna remedia capiamus. Per. (= CO I, n. 389). vale, non lecito desumere che tutte le chiese dedicate a
Santa Mustiola nei secoli XIII e XIV siano state fondate in
In entrambi i casi le formule non sono originali, ma riadat- et longobarda. Tuttavia alcuni indizi lasciano supporre che
tate a partire da quelle usate per le martiri Cecilia, Agnese, lespansione del culto della santa fuori Chiusi sia cominciata
Cristina gi nei sacramentari pi antichi (Gelasiano). non molto presto. Se infatti analizziamo la posizione delle chiese
possibile dire con esattezza quando queste formule siano sul Monte Amiata, in diocesi di Chiusi, constatiamo che esse
state adattate a santa Mustiola: probabilmente ci avve- si trovano tutte in una zona di confine, marginale rispetto al
nuto in occasione della composizione dei due manoscritti. centro diocesano: questo lascia ipotizzare che la loro costru-
Il nome di Mustiola si trova in molti altri libri liturgici zione sia stata intrapresa su volont dellepiscopato chiusino
medievali di provenienza toscana, lezionari e calendari, ma per marcare, ai limiti della diocesi, lautorit e la giurisdizione
questi documenti non sono anteriori al sec. XII101. dellordinario diocesano, perch lintitolazione al santo pa-
trono dichiarava, nel medioevo, lappartenenza di una chiesa
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
126

allepiscopato che si riconosceva in quel santo. E sappiamo al secolo VIII), Siena 1973, 69-72; V. Cipollone, La catacomba di Santa
Mustiola, in Chiusi cristiana, Chiusi 1997, 50-53; P. Sfligiotti, Il sepolcro
che i Longobardi di Chiusi si espansero verso ovest, alla con- e il culto di Santa Mustiola nellalto medioevo, in Chiusi cristiana, 64-69;
quista del Monte Amiata, gi nel sec. VI114. A Jesi, come a E. Petrucci, Santo patrono, culto dei santi e vissuto religioso nei comuni del
Perugia, la deformazione del nome (Anbustiola, Mustaiola) Lazio settentrionale dal Medioevo allet contemporanea, in Santi e culti del
lascia ipotizzare che il culto della santa abbia subito una lun- Lazio. Istituzioni, societ, devozioni. Atti del convegno di studio, Roma, 2-4
maggio 1996, a cura di S. Boesch Gajano - E. Petrucci, Roma 2000, 464-
ga sedimentazione, ma da questo dato non possibile deter- 471; E. Susi, Culti e agiografia a Sutri tra Tardoantico e Alto Medioevo, in
minare let esatta della fondazione della chiesa. La pieve di Sutri cristiana. Archeologia, agiografia e territorio dal IV allXI secolo, scrit-
Santa Mustiola a Quarto, in diocesi di Arezzo, situata lungo ti di S. Del Lungo - V. Fiocchi nicolai - E. Susi, Roma 2006, 125-205. In
questi studi si potranno trovare riferimenti alla bibliografia precedente e
la via Cassia in direzione Arezzo-Chiusi; secondo gli studiosi secondaria. ancora inedita la tesi di laurea di Andrea Cencini, dal titolo
aretini (Tafi, Fatucchi) potrebbe risalire allet longobarda o Storia e diffusione del culto di santa Mustiola di Chiusi in Italia nel medio-
addirittura paleocristiana115. Riguardo la chiesa di Pavia, ca- evo, discussa presso lUniversit degli Studi di Firenze, Facolt di Lettere e
Filosofia, Corso di laurea in Storia, a. a. 2001/2002, relatrice prof. Anna
pitale del regno longobardo, e il monastero di Monza (due Benvenuti. Ringrazio lamico Andrea e la prof. Benvenuti, che mi hanno
zone cos distanti da Chiusi, centro naturale di diffusione del permesso di consultare e utilizzare questo ottimo studio.
culto) non fuori luogo pensare ad un intenso movimento di 2
Ed. Corpus Inscriptionum Latinarum XI, Berlin 1901, n. 2549; Dufourcq,
persone appartenenti al ceto dirigente longobardo, quando la tude sur les Gesta Martyrum romains, 161-162; Lanzoni, Le diocesi dIta-
lia, 552-553; Cipollone, La catacomba di santa Mustiola, 50.
Tuscia e la Langobardia erano unite sotto ununica corona e i 3
Martyrologium Hieronymianum, ed. diplomatica a cura di G.B. De Rossi
collegamenti politici tra centro e nord della penisola erano pi - L. Duchesne, Bruxelles 1894 (Acta Sanctorum Novembris, II, pars prior),
facili di quanto sarebbero stati nellet dellanarchia feudale. 146; ed. critica a cura di H. Quentin - H. Delehaye, Bruxelles 1931 (Acta
Si ricordino inoltre i rapporti di parentela tra il fedelissimo Sanctorum Novembris, II, pars posterior), 615-617. Analisi del latercolo
su Mustiola in V. Saxer, La Tuscia nel Martirologio Geronimiano: osserva-
duca Gregorio e il re Liutprando, che dovevano tradursi in zioni sulla storia del Martirologio e su quella della Tuscia, in II Convegno
frequentazioni personali e movimenti da e verso la capitale. Il paleocristiano nella Tuscia (Viterbo, 7-8 maggio 1983), Roma 1984, 26.
Il culto di santa Mustiola quindi, gi vivo in epoca paleocri- 4
Cos Maroni, Prime comunit, 71; Cipollone, La catacomba di Santa
stiana a Chiusi e forse nelle vicinanze, appare aver goduto Mustiola, 52; Susi, Culti e agiografia a Sutri, 136-137.
di un importante rilancio in et longobarda, quando si con- 5
Sul culto dei martiri e sulla letteratura martiriale vedi Dufourcq, tude sur
les Gesta Martyrum romains, I; H. Delehaye, Les passions des martyrs et les
solida nella citt per iniziativa dei duchi locali e si diffonde genres littraires, Bruxelles 19211, 19662 (Subsidia hagiographica, 13); Id.,
fuori della diocesi. Certamente la storia del culto prosegue, Les origines du culte des martyrs, Bruxelles 1933 (Subsidia Hagiographica,
senza soluzione di continuit, per tutto il medioevo e oltre, 20); G. Lanata, Gli atti dei martiri come documenti processuali, Milano
ponendosi come fattore di identit del popolo (e delle istitu- 1973. Ledizione di H. Musurillo, The Acts of the christian Martyrs, Oxford
1972 (traduz. ital. Atti dei martiri, a cura di C. Allegro, Roma 1974), for-
zioni, religiose e civili) di Chiusi attraverso le epoche. Il culto nisce il testo di 28 Atti; pi ridotto il corpus (12 testi) fornito da A.A.R.
si radica nel territorio, contribuisce a definirlo (si pensi alle Bastiaensen, Atti e passioni dei martiri, Milano 1987. Per una presentazione
chiese sul Monte Amiata), a distinguerlo dai territori vicini. aggiornata di questo tipo di letteratura vedi G. Luongo, Santi martiri, in
I santi patroni. Modelli di santit, culti e patronati in Occidente. Biblioteca
Si radica nellanimo dei fedeli e li accomuna, rendendoli co- Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, 3 giugno-15 ottobre 1999, Milano
munit coesa in unit di fede, in segni religiosi condivisi. Si 1999, 17-27; F. Scorza Barcellona, Agli inizi dellagiografia occidentale,
lega alla famiglia ducale, che lo esporta (a Sutri e alla corte Hagiographies III, Turnhout 2001, 17-97.
di Pavia). A santa Mustiola si affida lanonimo fedele, che la 6
Vedi Delehaye, Les passions des martyrs, 171-226; Lanzoni, Le diocesi
dItalia, Introduzione.
chiama ad intercedere per lui presso lAltissimo; si affida il 7
F. Lotter, Methodisches zur Gewinnung historischer Erkentnisse aus ha-
devoto epigrafista Sisebuto, che la prega di ricordarsi di lui giographischen Quellen, Historische Zeitschrift 229 (1979), 298-356.
(Martira, Sisebuti sis memor, alma, miselli)116; si affida il nobile 8
Maroni, Prime comunit, 68-69. Il testo in questione la Passio sancti
duca Gregorio, per chiedere la salvezza dellanima ma anche Donati I (BHL 2289), che Maroni data al VI secolo (leggendovi un nucleo
con la speranza di ottenere qualcosa di pi, quelleternit originale addirittura del IV), ma che ormai possibile posticipare alla pie-
na et longobarda: vedi P. Licciardello, Agiografia aretina altomedievale.
della fama che tradisce il sogno tutto terreno dellimmorta- Testi agiografici e contesti socio-culturali ad Arezzo tra VI e XI secolo, Firenze
lit (Fulgidus vita pius Gregorius aptus ubique Gregorius 2005 (Millennio Medievale, 56. Strumenti e studi, 9), 248-333.
armipotens et robustissimus dux)117. 9
questa una situazione abituale nella trasmissione della letteratura agiogra-
fica dellItalia centrale. In origine i testi venivano scritti su fogli sparsi (sce-
dae, scedulae), poi raccolti in un apposito libretto (libellus agiografico). Di
questo materiale altamente deperibile non rimasto nulla. solo a partire
dal IX-X secolo che i libelli cominciarono ad essere raccolti in passionari e
leggendari, compilazioni che seguivano generalmente il corso dellanno li-
nOTE turgico (per circulum anni). A partire dal sec. XI la qualit della fattura dei
leggendari miglior notevolmente e molti esemplari sono giunti fino a noi.
Lepoca dei grandi leggendari agiografici termin alla met del XIII secolo,
1
Sulle problematiche agiografiche legate a santa Mustiola vedi A. Dufourcq, quando nuove esigenze pastorali e liturgiche portarono ad abbreviare i testi.
tude sur les Gesta Martyrum romains, III. Le mouvement lgendaire grgorien, Vedi G. Philippart, Les lgendiers latins et autres manuscrits hagiographi-
Paris 1907, 159-164; F. Lanzoni, Le diocesi dItalia dalle origini al principio ques, Turnhout 1977 (Typologie des sources du Moyen ge occidental,
del secolo VII (an. 604), I, Faenza 1927 (Studi e Testi, 35 bis), 530-531, 552- 24-25); Id., Legendare (lateinische im deutschen Bereich), in Die deutsche
553; S. Ferrali, Felice e Mustiola, in Bibliotheca Sanctorum 4, Roma 1964, Literatur des Mittelalters. Verfasserlexikon, 5, Berlin-new York 1985, 644-
681-686; M. Mastrocola, Note storiche circa le diocesi di Civita Castellana, 657; Id., Martirologi e Leggendari, in Lo spazio letterario del medioevo. 1.
Orte e Gallese, I, Civita Castellana 1964, 33-37; A. Maroni, Prime comunit Il medioevo latino. Volume II, La circolazione del testo, Roma 1994, 605-
cristiane e strade romane nei territori di Arezzo - Siena - Chiusi (dalle origini 648; A. Deglinnocenti, I leggendari agiografici latini, in I santi patroni.
PIERLUIGI LICCIARDELLO LA PASSIO E IL CULTO DI SAnTA MUSTIOLA In ET LOnGOBARDA
127

Modelli di santit, culti e patronati in Occidente, a cura di C. Leonardi - A. degli spogli italiani per il dizionario latino dellalto medioevo), Archivum
DeglInnocenti, Milano 1999, 73-80. Latinitatis Medii Aevi 6 (1931), n. 995; Clavis Patrum Latinorum, a cura
10
Bibliotheca Hagiographica Latina, I-II, Bruxelles 1898-1899 e Bibliotheca di E. Dekkers, Steenbrug 1961 (Sacris Erudiri, 3), poi Turnhout 1995, n.
Hagiographica Latina. Novum Supplementum, a cura di H. Fros, Bruxelles 2200; R. Grgoire, Aspetti culturali della letteratura agiografica toscana, in
1986. Atti del 5o Congresso Internazionale di Studi sullAlto Medioevo: Lucca e la
11
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Amiatino 2, ff. 204v-205v. Tuscia nellalto medioevo, Lucca 3-7 ottobre 1971, Spoleto 1973, 572-608.
12
Ci significa che, almeno in quella zona e in quel periodo, non si cono-
32
Ed. Le Martyrologe dUsuard. Texte et commentaire, a cura di J. Dubois,
sceva un ufficio liturgico proprio per santa Mustiola; nel giorno della festa Bruxelles 1965 (Subsidia Hagiographica, 40), 261.
si cantava dunque lufficio comune dei martiri o delle vergini. 33
Le tavole, conservate al Museo della Cattedrale e nella Cattedrale di Chiusi,
13
Firenze, Biblioteca Marucelliana, C. 159, ff. 102v-104v. sono state pi volte edite. Per ultima vedi Sfligiotti, Il sepolcro e il culto.
14
napoli, Biblioteca nazionale, XV. AA. 13, ff. 71v-72v.
34
Novilior (per nobilior) prosapia, qui (per quae) et de Claudii prolem (per prole).
15
Roma, Biblioteca Casanatense, 719, ff. 27v-28v.
35
Unaltra epigrafe chiusina, quella del diacono Anastasio, fa riferimento alla
nobilt di natali e alla virt della santa (Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 67:
16
Vedi A. Chiti, Pistoia. Guida storico-artistica, Pistoia 1989, 50. Hic dilecta Deo recubans Mustiola quiescit / Clara parentum, clarior et meri-
17
Reggio Emilia, Canonica di S. Prospero di Castello, P, ff. 39v-41r. Il do- to). Lepigrafe, per quanto oggi scomparsa in gran parte, di epoca longo-
cumento pi antico della chiesa una bolla di papa Stefano X del 1057 (in barda, certamente posteriore al modello del sec. VII (Eugenio di Toledo).
PL 143, 875). 36
Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 69.
18
Orvieto, Archivio Capitolare 2. La presenza in origine della Passio di 37
Per la precisione il testo edito negli Acta Sanctorum (sigla: AASS) Iulii I,
Mustiola testimoniata dallindice antico dei testi, premesso al manoscritto.
3a ed. 562, proviene da una contaminazione tra ledizione del Surio (BHL
19
Ledizione critica dellintero corpus agiografico su santa Mustiola in cor- 4455) e lezioni diverse provenienti da due manoscritti della famiglia BHL
so di realizzazione da parte di chi scrive. 4456 (allora conservati ad Utrecht e a Trier). Rispetto ad esso la presente
20
L. Surius, De probatis sanctorum historiis, IV (1573), 76-78; IV (1579), edizione non che una trascrizione fedele con qualche intervento editoriale
74-75; VII (1618), 75; VII (1877), 105-107. minimo, segnalato in nota a pi di pagine. Ho modificato senza segnalarlo,
21
Secondo BHL 4455 la sepoltura del prete Felice, decapitato a Faleri (Civita qualora il dettato lo richiedesse per una migliore comprensione del testo, la
Castellana), avviene nella citt di Sutri; BHL 4456 omette erroneamente il punteggiatura e luso delle maiuscole.
nome di Sutri, pertanto risulta che la sepoltura avvenga a Faleri. In alcuni 38
Tuscana ed. AASS; Tusciae Surius.
manoscritti manca il nome del seppellitore di Mustiola dopo il martirio, 39
[vita] ed. AASS.
Marco di Chiusi. 40
Sutrinae mss. cit. nelle note delled. AASS; Sutrii Surius; om. ed. AASS.
22
Dufourcq, tude sur les Gesta Martyrum romains, 163-164. Lo studioso
francese accordava la sua preferenza alla versione BHL 4456, concludendo
41
Eusinam ed. AASS.
che il nome di Sutri fosse stato aggiunto da un copista per specificare me- 42
Eusinam ed. AASS.
glio di quale civitas Tuscana si stesse parlando nel testo. 43
S. ed. AASS.
23
Heiligenkreuz, Stiftsbibliothek, 13 (1176/1200), f. 64rv; Lilienfeld, 44
B. ed. AASS.
Stiftsbibliothek, 60 (XIII secolo), f. 94rv; Melk, Stiftsbibliothek, M. 6 (XV 45
Eusin ed. AASS.
secolo), ff. 143v-144v.
46
nel testo latino si parla di una civitas Tuscana, dove Tuscana potrebbe avere
24
A. Poncelet, De magno Legendario Austriaco, Analecta Bollandiana
varie spiegazioni. Anzitutto stato spiegato come denominazione della citt di
17 (1898), 24-96.
Tuscania/Toscanella (oggi nellalto Lazio, in provincia di Viterbo). Altrimenti
25
Acta Sanctorum Iulii I, Anversa 1709, 640-641 (3a ed. Paris 1867, 562). si pu intendere come aggettivo dichiarativo che sottintende il nome specifico
I Bollandisti offrirono a parte, negli Acta Sanctorum di Giugno (Iunii IV, di Chiusi (Clusium). Altrimenti ancora, ed la soluzione che seguo, si pu
457; 3a ed. V, 389-390 n. 1-3) ledizione della Passio di Ireneo, estrapolata intendere civitas come una sorta di sineddoche (la parte per il tutto, per indi-
da quella di Mustiola. care la regione). non da escludere comunque che nel corso della tradizione
26
Oxford, Bodleian Library, Canonici Miscell., 244, pp. 101-106 (inizi XIII manoscritta si sia verificato un passaggio dal plurale al singolare.
secolo) e Siena, Biblioteca Comunale degli Intronati, G. I. 3, ff. 54v-58v (inizi 47
Falerii Novi, oggi Civita Castellana.
XII secolo). Il primo ms. segnalato in Martyrologium Hieronymianum, ed. 48
nel linguaggio del cristianesimo primitivo la comunit cristiana una
1931, 617. Sul secondo vedi K. Berg, Studies in Tuscan Twelfth-Century
nuova famiglia, di cui tutti i membri si sentono parte svolgendo contem-
Illumination, Oslo-Bergen-Troms 1968, 194-195, 322-323; Censimento
poraneamente le varie funzioni.
dei codici dei secoli XI-XII, II, Studi Medievali 11 (1970), 1089-1092; B.
Klange Addabbo, Codici miniati della Biblioteca Comunale degli Intronati
49
Laccostamento tra oscurit (caligo) e tenebre frequente nella Bibbia.
di Siena. I. Secoli XI-XII, Siena 1987, 67-72. Cfr. Dt 4, 11; Gb 10, 21; Pr 7, 9; Is 29, 18; 59, 10; 60, 2; Am 5, 20; Sof
1, 15; At 13, 11.
27
Altre versioni segnalate dalla BHL dipendono dalla precedenti. Una si
trova in un leggendario abbreviato trecentesco di origine toscana (Firenze,
50
Il verbo latino pugnare (combattere, resistere) fa riferimento alla militia
Biblioteca Medicea Laurenziana, Pluteo 35. Sin. 9, f. 46rv); unaltra nel Christi, tema gi di origine paolina, per cui il cristiano metaforicamen-
leggendario inedito del domenicano Pietro Cal, ante 1348 (ms. Venezia, te un soldato chiamato a combattere nel mondo contro le forze del male.
Biblioteca Marciana, lat. IX. 18 [= 131], ff. 339-340: BHL 9039); una terza 51
Cfr. Sal 83, 11: Quia melior est dies una in atriis tuis super milia.
nel Catalogus Sanctorum VI 48 di Pietro nadal (Pietro de Natalibus, anno 52
La condanna della sporcizia morale (immunditia) si trova frequentemen-
1372: BHL 9040); una quarta nel Liber notitiae sanctorum Mediolani at- te nella Bibbia. Cfr. le lettere di san Paolo Rom 6, 19; 2Cor 12, 21; Ef 5,
tribuito a Goffredo di Bussero, di inizi sec. XIV (ms. Milano, Biblioteca 3; Col 3, 5; Ts 4, 7: non enim vocavit nos Deus in inmunditia sed in san-
Capitolare, E. 2. 8. Ed. a cura di M. Magistretti - U. Monneret de Villard,
ctificatione.
Milano 1917, 238-239). Questultima versione dipende da BHL 4456 c. La
versione BHL 4455 a (ms. pistoiese conservato alla Casanatense di Roma)
53
Cfr. linterrogatorio di Ponzio Pilato a Ges Cristo: Quid est Veritas?
la stessa di BHL 4455, con un errore di trasmissione nel finale. (Gv 18, 38).
28
Ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi sunt anni ducentesimi trice-
54
Cfr. At 13, 9: Saulus autem, qui et Paulus, repletus Spiritu Sancto.
simi tertii. Que postea temporibus Sisebuti piissimi ac christianissimi regis 55
Gv 4, 10: Si scires donum Dei.
recondita est in aecclesia ad honorem eiusdem gloriosissime Mustiole vir- 56
Cfr. Lc 1, 17: Tt ipse praecedet ante illum in spiritu et virtute Heliae;
ginis et martyris fabricata. 1Cor 2, 4: In ostensione Spiritus et virtutis.
29
Ferrali, Mustiola e Ireneo, 684. 57
Pena consistente nel porre un condannato su un cavalletto acuminato
30
Dufourcq, tude sur les Gesta Martyrum romains, 163-164. (eculeum), in modo che la punta lo dilaniasse.
31
V. Ussani, Index Latinitatis italicae medii aevi antiquioris (Indice provvisorio 58
Alla lettera Raschiarne il corpo con unghie (taglienti, di animale).
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
128

59
Cfr. Sal 42, 4: Introibo ad altare Dei ad Deum. i percorsi di una religione condizionata, in Storia dellItalia religiosa. 1.
60
Flagello formato da cordicelle munite di uncini di piombo. Lantichit e il medioevo, a cura di A. Vauchez, Roma-Bari 1993, 126-139.
61
Vedi il materiale raccolto da Cencini, Storia e diffusione del culto, 76-95.
82
Per un approccio metodologico al tema della funzione agiografica vedi
S. Boesch Gajano, Lagiografia, in Morfologie sociali e culturali in Europa
62
Il bollandista Daniel Papebroch, negli Acta Sanctorum Iunii V, Anversa fra tarda antichit e alto medioevo, Spoleto 3-9 aprile 1997, Spoleto 1998
1709, 390, sostenne per primo che il nome di Aureliano derivava da una (Atti della XLV Settimana di Studio del Centro Italiano di Studi sullAlto
cattiva lettura per Valeriano (253-260). Su Valeriano insiste Maroni, Prime Medioevo), 797-843; Ead., La santit, Roma-Bari 1999.
comunit, 73. 83
Sulla consuetudine come dimensione fondante delluniverso giuridico
63
Maroni, Prime comunit, 71, ricorda che una lapide chiusina commemo- medievale vedi A. Ja. Gurevi, Le categorie della cultura medievale, Torino
rante Marci Iuventi Dionisi ei opi (lettere frammentarie) poteva suggerire il
1983 (19721), 188-193; P. Grossi, Lordine giuridico medievale, Roma-Bari
titolo di vescovo (epi nelle epigrafi latine labbreviazione di episcopi, vescovo).
2003, 55-60, 87-93.
64
A partire dai Bollandisti, Acta Sanctorum Iulii, 3a ed. I, 561. 84
Vedi, non recente ma ancora utilissimo, S. Mochi Onory, Ricerche sui
65
Aureliano emise il suo editto di persecuzione nel 274, solo un anno pri- poteri civili dei vescovi nelle citt umbre durante il Medio Evo, Bologna
ma di morire. 1930; Id., Vescovi e citt (sec. IV-VI), Bologna 1933. Pi recenti E. Dupr
66
Sulla presenza del nome Turcius nellagiografia di et romana vedi i do- Theseider, Vescovi e citt nellItalia precomunale, in Vescovi e diocesi in Italia
cumenti raccolti in Licciardello, Agiografia aretina altomedievale, 264- nel Medioevo (sec. IX-XIII). Atti del II Convegno di storia della Chiesa in
265, 466. Italia, Roma, 5-9 settembre 1961, Padova 1964 (Italia Sacra, 5), 55-109; ora
67
Per es. nella Passio dei martiri di nepi, Tolomeo e Romano, scritta forse in Id., Mondo cittadino e movimenti ereticali nel Medio Evo, Bologna 1978,
nel sec. XI (vedi Lanzoni, Le diocesi, 531- 532). 49-102; I poteri temporali dei vescovi in Italia e Germania nel Medioevo, a
cura di C.G. Mor - H. Schmidinger, Bologna 1979; G. Vismara, La giuri-
68
Cos anche Cipollone, La catacomba di Santa Mustiola, 52. sdizione civile dei vescovi (secoli I-IX ), Milano 1995.
69
Vedi C. Leonardi, Menzogne agiografiche. Il caso di Chiara di Montefalco, 85
C. Leonardi, Introduzione, in Il Cristo. Volume III. Testi teologici e spiri-
in Flschungen im Mittelalter 5, Hannover 1988 (Monumenta Germaniae tuali in lingua latina da Agostino ad Anselmo di Canterbury, Milano 1989,
Historica, Schriften, 33/V), 433-439; M. Mikhailova, La Mensogne de XIII: Di fronte al mondo dei Germani, la cui cultura quasi esclusiva-
l hagiographie, in Le Moye Age dans la modernit. Mlanges offerts Roger mente orale, il cui valore-chiave lethnos, il sangue come legame e criterio
Dragondetti, Paris 1996, 342-354. di vita, la tradizione romano-cristiana non ha pi bisogno di giustificarsi
70
Per questa metodologia vedi C. Leonardi, I modelli dellagiografia latina intellettualmente, si trova priva di contraddittore culturale, costretta a ri-
dallepoca antica al medioevo, in Passaggio dal mondo antico al medio evo. Da nunciare a una dimensione propriamente e profondamente dottrinale, che
Teodosio a san Gregorio Magno, Roma 25-28 maggio 1977, Roma 1980 (Atti appare senza referente storico. La Chiesa non trova pi spazio per il dibattito
dei Convegni Lincei, 45), 435-476; Id., Lagiografia latina dal Tardoantico teologico; invece costretta a cercare ogni via per non finire semplicemente
allAltomedioevo, in La cultura in Italia fra tardo antico e alto medioevo. Atti sottoposta al potere dei Germani. Il suo diventa non pi un problema emi-
del Convegno tenuto a Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche 12-16 no- nentemente teologico ma un problema pratico, in cui la difesa della Chiesa
vembre 1979, I-II, Roma 1981, 643-659; Id., La santit in Occidente, in I sembra ormai inglobare la tradizione romana.
santi patroni, 9-15. 86
opinione degli studiosi che le reliquie di Felice riposassero nella cata-
71
Tema frequente nelle lettere paoline: cfr. Fil 3, 10; Rom 6, 5; 8, 17; 2Tes comba sutrina di S. Giovenale (Susi, Culti e agiografia, 148-152, con bi-
2, 12; anche 1Pt 4, 13. bliografia precedente).
72
Sui modelli di santit femminile vedi E. Giannarelli, La tipologia fem- 87
Martyrologium Hieronymianum, ed. 1931, 617.
minile nella biografia e nellautobiografia cristiana del IV secolo, Roma 1980; 88
Maroni, Prime comunit, 69-70: lagiografo avrebbe spostato il martirio
F.E. Consolino, Modelli di santit femminile nelle pi antiche Passioni ro- di Felice dal 23 novembre al 23 giugno per lasciare al personaggio Turcio il
mane, Augustinianum 24 (1984), 83-113; Ead., La santit femminile fra tempo necessario a spostarsi a piedi da Falerii a Chiusi con il prete incate-
IV e V secolo: norma, esempi e comportamenti, in Modellli di santit e model- nato al seguito: 10 giorni, al termine dei quali (3 luglio) avviene il martirio
li di comportamento. Contrasti, intersezioni, complementarit, a cura di G. di Mustiola e dello stesso Felice. Il diacono Ireneo sarebbe in realt il noto
Barone - M. Caffiero - F. Scorza Barcellona, Torino 1994, 19-41. santo Ireneo di Lione, commemorato nel Martirologio al giorno 28 giugno.
73
Ed. Bastiaensen, Atti e passioni dei martiri, 107-147. 89
Mastrocola, Note storiche, I, 33-37; seguito da Petrucci, Santo pa-
74
Roseis virgineis crocis amore paratus (ed. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 69). trono, 466.
75
nella Passio si accenna solo allo stupore di Turcio per la bellezza di Mustiola. 90
Maroni, Prime comunit, 70, nota una vistosa somiglianza con il perso-
Lagiografia martiriale delle vergini comunemente prosegue con il tentativo naggio di Irene, presente nella Passio romana di san Sebastiano.
del persecutore di violare la fanciulla, o con la proposta di cedere alle sue 91
Della santa si parla in unepigrafe conservata nel duomo di Sutri, che se-
lusinghe in cambio della salvezza. nel primo caso Dio protegge miracolo- condo alcuni potrebbe essere del IV secolo, ma che in realt certamente
samente la ragazza; nel secondo, lei stessa a rifiutare sprezzantemente le posteriore. La prima attestazione certa di un culto per santa Dolcissima
proposte del persecutore. nelle costituzioni vescovili di Sutri del 1371.
76
Cfr. Mt 16, 24; Lc 9, 23; Lc 14, 33. 92
Acta Sanctorum Iulii I, 3a ed. 561; Lanzoni, Le diocesi, 531. Vedi anche
77
Cos anche la sorella Pergentina nella Passio dei martiri aretini Lorentino Ferrali, Mustiola e Ireneo, 685: Inoltre, se fosse vera lidentit tra la M.
e Pergentino (BHL 6632), scritta in et longobarda. di Chiusi e la s. Dolcissima di Sutri ipotizzata dal Lanzoni, si porrebbe un
78
Gv 13, 1-20. problema di non facile soluzione circa le relazioni tra le due antichissime
sedi vescovili.
79
Mt 22, 37-40; Mc 12, 29-31; Lc 10, 27; Gv 13, 34.
93
P. Refice, Dulcissima e Mustiola: rappresentazioni femminili lungo le vie
80
Per es. Augustinus, Sermo 255A (ed. G. Morin, Sancti Augustini Sermones di pellegrinaggio, Roma 1996.
post Maurinos reperti, in Miscellanea Agostiniana I, Roma 1930, 332):
Admoneam uos, non solum uos, sed etiam eos qui audiunt admoneo tan-
94
Cipollone, La catacomba di Santa Mustiola, 50: Tale identificazione,
quam fratres et filios: fratres, quia una nos genuit Ecclesia mater; filios, quia per probabilmente suggerita dalla relazione tra Chiusi e Sutri esistente nella
Euangelium ego uos genui; Id., Epistola CLVII 4 (ed. A. Goldbacher, CSEL Passio, non trova alcuna conferma essendo Dolcissima, tra laltro, del tutto
44, 480): Cum enim omnis, qui renuntiat huic saeculo, sine dubio renuntiet sconosciuta alle fonti agiografiche pi antiche.
omnibus, quae sunt eius, ut Christi possit esse discipulus () quem ad mo- 95
Susi, Culti e agiografia, 198-205.
dum parentes et filios et fratres et uxorem (commentando Lc 14, 26; Si quis 96
Ricordo le parole con le quali Gian Piero Bognetti concludeva i lavo-
venit ad me et non odit patrem suum et matrem et uxorem et filios et fratres ri di una settimana spoletina dedicata al secolo VII (Caratteri del secolo
et sorores adhuc autem et animam suam non potest esse meus discipulus). VII in Occidente, Spoleto 23-29 aprile 1957, Spoleto 1958 = Atti della V
81
Sulla mediazione del fattore religioso nel processo di integrazione cultu- Settimana di Studio del Centro Italiano di Studi sullAlto Medioevo, 928):
rale tra Italici e Longobardi vedi G. Cracco, Dai Longobardi ai Carolingi: Sintravede per allora piuttosto per indizi e per ingegnose deduzioni ()
PIERLUIGI LICCIARDELLO LA PASSIO E IL CULTO DI SAnTA MUSTIOLA In ET LOnGOBARDA
129

non per attestazioni dirette. Ma direi che qui sta il fascino tutto particola- 105
Codex Diplomaticus Amiatinus, I, n. 3 pp. 6-7 (il nome ha molte varian-
re del secolo VII. ti, tra cui Mustiba).
97
Susi, Culti e agiografia, 153. 106
Vedi U. Pasqui, Documenti per la storia della citt di Arezzo nel medio-
98
Sembra che la conquista di Sutri non si sia svolta su iniziativa regale, ma ad evo, I, Arezzo 1899, n. 67 p. 93.
opera di nuclei armati locali (Susi, Culti e agiografia, 146). Sullimportanza 107
Il monastero dellArco fu fondato dai Camaldolesi delleremo del Vivo
del ducato di Chiusi nella politica della corte di Pavia vedi Sfligiotti, Il nel 1182 (vedi C. Caby, De l rmitisme rural au monachisme urbain. Les
sepolcro e il culto, 68 nota 5: Gli accenni di Paolo Diacono (Hist. Lang. Camaldules en Italie la fin du Moyen Age, Rome 1999, 216-217, 243,
IV, 8; VI, 57) lasciano intendere che il ducato, a ragione della sua posizio- 437); quello di Torri esisteva gi alla met del sec. XI ma fu solo nel 1189
ne di confine con territori bizantini, sia stato pi o meno costantemente che i Vallombrosani, da pochi decenni insediati, lo dedicarono anche a Santa
sotto il controllo dellautorit regia. La nomina di Gregorio, nipote del re Mustiola (vedi W. Kurze, I monasteri della diocesi di Siena fino al XII se-
Liutprando (712-744), a duca di Chiusi sembra proprio un intervento diretto colo, in Chiese e vita religiosa a Siena dalle origini al grande giubileo. Atti
della monarchia per assicurarsi il controllo di un cos importante territorio. del Convegno di studi, Siena, 25-27 ottobre 2000, a cura di A. Marizio - P.
99
Fonte Avellana, Archivio dellAbbazia di Santa Croce, Cc e Citt del nardi, Siena 2002, 54).
Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 6080, f. 126r (ripetuto 108
Rauty, Il culto dei santi a Pistoia, 255 nota 5.
al f. 171). K. Berg, Studies in Tuscan Twelfth-Century Illumination, Oslo- 109
Rationes Decimarum Italiae. Umbria, a cura di P. Sella, Citt del Vaticano
Bergen-Troms 1968, segnala la presenza di formule per santa Mustiola in 1952 (Studi e Testi, 161-162).
altri sacramentari, che non ho potuto esaminare: Oxford, Bodleian Library
Canonici Liturgici 345 (XII secolo, da Pistoia); Roma, Biblioteca Casanatense
110
Rationes Decimarum Italiae. Marche, a cura di P. Sella, Citt del Vaticano
1907 (XI secolo, da S. Salvatore al Monte Amiata). 1950 (Studi e Testi, 148).
100
PL 151, 893D-894 (nel Vat. lat. 6080 le stesse preghiere presentano qual-
111
Rationes Decimarum Italiae. Emilia, a cura di A. Mercati - E. nasalli-
che diversit testuale). I loro modelli si possono leggere in Corpus Orationum Rocca - P. Sella, Citt del Vaticano 1933 (Studi e Testi, 60).
(sigla CO), I-XII, Turnhout 1992-2001 (CCSL 160-160K). 112
Vedi I diplomi italiani di Lodovico III e di Rodolfo II, a cura di L. Schiaparelli,
Roma 1910 (Istituto Storico Italiano. Fonti per la storia dItalia, 37), 137.
101
Rauty, Il culto dei santi a Pistoia, 255-257, cita calendari pistoiesi, luc-
chesi, vallombrosani con il nome di santa Mustiola.
113
Monza, Biblioteca Capitolare 15/79, f. 231r.
102
Sulla dedicazione di chiese a santa Mustiola vedi Cencini, Storia e dif-
114
Vedi Susi, Culti e agiografia, 139.
fusione del culto, 191-218. 115
Sulla pieve di Quarto vedi A. Fatucchi, La pieve aretina di Santa Mustiola
103
Rationes Decimarum Italiae. Tuscia, I (1274-1280), a cura di P. Guidi, a Quarto, Cortona 1989; A. Tafi, Le antiche pievi. Madri vegliarde del po-
Citt del Vaticano 1932 (Studi e Testi, 58); Rationes Decimarum Italiae. polo aretino, Cortona 1998, 254-256. Tafi convinto dellorigine paleocri-
Tuscia, II (1295-1304), a cura di M. Giusti - P. Guidi, Citt del Vaticano stiana (sec. IV o V) della pieve di Quarto e ipotizza una sua ricostruzione
1942 (Studi e Testi, 98). in et longobarda.
104
Vedi Codex Diplomaticus Amiatinus. Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore 116
Dalle tavole longobarde di Chiusi (ed. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 69).
am Montamiata. Von den Anfngen bis zum Regierungsantritt Papst Innozenz 117
Dalle tavole longobarde di Chiusi (ed. Sfligiotti, Il sepolcro e il culto, 69.
III (736-1198), a cura di W. Kurze, I, Tbingen 1974, n. 14 p. 29. Rispetto alledizione ho corretto dox in dux).
LANTROPONIMIA GERMANICA
NELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO

Marusca Francini

Abbreviazioni utilizzate: Ast.: Leggi di Astolfo (750-755); alcuni glossari2, alcuni termini comuni attestati nelle opere
CDA: Codex Diplomaticus Amiatinus; CDL: Codice Diplomatico storiche3, diversi prestiti nella lingua e nei dialetti italiani4, e
Longobardo; Cod. Goth.: Historia Langobardorum Codicis Gothani
gli antroponimi. Lantroponimia longobarda testimoniata,
(805/810); ER: Edictus Rothari (643); HL: Pauli Diaconi
Historia Langobardorum (ca. 780); Liut.: Leggi di Liutprando oltre che in opere storiche quali la HL, soprattutto nei do-
(713-735); OGL: Origo Gentis Langobardorum (ca. 670); Rat.: cumenti legali, le cosiddette chartae, che venivano redatte a
Leggi di Ratchis (745-746). Ast.: Leggi di Astolfo (750-755). testimonianza delle transazioni legali e rappresentano fonti
Abbreviazioni delle lingue: ags.: anglosassone; an.: antico nordico; di tipo non narrativo. Si ha abbondanza di questo tipo di
ata.: alto tedeco antico; atm.: alto tedesco medio; dan.: danese; documenti in Toscana, specialmente a Lucca, a partire dalle-
fe.: frisone; gmc.: germanico; got.: gotico; ie.: indoeuropeo; ingl.: t di re Liutprando (712-744), durante la quale si assiste
inglese; isl.: islandese; it.: italiano; lat.: latino; lgb.: longobardo; nel regno a un incremento delluso di stilare documenti di
norv.: norvegese; sa.: sassone; sved.: svedese; ted.: tedesco.
questo tipo, mentre le carte longobarde di epoca precedente
che si sono conservate sono solamente quattro5. Stilare do-
cumenti scritti di valore legale era certamente in uso anche
1. Premessa in precedenza poich se ne trovano numerosi accenni gi
nella legislazione di Rotari6. Forse allepoca di re Liutpran-
La scarsit di attestazioni scritte della lingua dei Longobardi do, quando era venuta meno la fluidit sociale che ancora
un fatto risaputo; in parte ci dovuto alla natura stessa caratterizzava il tempo di Rotari e larticolazione in diverse
della cultura longobarda, che era di tipo orale, come del re- fasce socio-economiche si andava cristallizzando7, si faceva
sto le altre culture germaniche delle origini. Inoltre, i Lon- maggiore attenzione alla conservazione di questi documenti;
gobardi in Italia si trovarono in un ambiente che era stato la pratica di stendere documenti scritti per garantire le varie
la culla della civilt latina e della sua cultura scritta e perci transazioni deve comunque aver avuto effettivamente uno
adottarono il latino come lingua scritta, e, in un momento sviluppo pi intenso in et liutprandea, visti i cambiamenti
difficile da definire (VIII secolo?), anche come lingua par- sociali e il nuovo, potente impulso che ebbe sotto Liutprando
lata. I Longobardi cominciarono a scrivere, in un latino co- lopera legislativa, che testimonia nuove esigenze.
stellato di termini germanici, con lEdictus Rotari (ER), un Ci occuperemo qui dellantroponimia longobarda nei docu-
codice di leggi promulgato nel 643. I documenti (codici di menti privati di Chiusi dellVIII secolo. La pi antica charta
leggi e carte legali) e le opere narrative di tipo storico de- det longobarda stilata a Chiusi che ci sia pervenuta risale al
poca longobarda, la pi importante delle quali la Historia 746. Con il 774, tra luglio e ottobre, si ha la fine del regno,
Langobardorum (HL) del friulano Paolo Diacono, ci sono conquistato manu militari da Carlo Magno; verranno per
giunti in lingua latina, in cui si riscontra lapparizione isolata qui prese in esame anche tre chartae che sono successive a
di vocaboli nellidioma germanico dei Longobardi. Di que- questa data, una del dicembre 774, una del 775 e una del
sta lingua germanica rimangono solamente alcuni termini 780, dal momento che la loro datatio menziona Carlo Ma-
giuridici testimoniati nelle leggi1, nei documenti legali e in gno come Rex Francorum et Langubardorum e, inoltre, la
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
132

charta del 775 contiene la formula secondo luso della gente reso visibile anche dalla ripetizione del secondo formante.
longobarda (secundum mos ritus gentis Langubardorum), non Le vocali allitterano tra loro indipendentemente dalla diffe-
attestata prima (n dopo) a Chiusi. naturalmente i nomi renza di timbro: unallitterazione vocalica si trova nei nomi
longobardi non muoiono con il regno e la tradizione ono- di Ibor e Aio (tra i- e a-), i leggendari fratelli che guidarono
mastica longobarda continua, ma con il passare del tempo la la migrazione longobarda dalla Scandinavia.
presa del potere da parte dei Franchi porta nuove caratteri- I principi onomastici sopra esposti sono anche principi propri
stiche (per lo pi di tipo francone) anche nellantroponimia. della poesia germanica e contribuiscono al Namenzauber, la
magia del nome12. I nomi propri bitematici, in rapporto di
variazione/ripetizione e allitterazione con i nomi dei familia-
2. I principi dellonomastica germanica ri, nascono, come la poesia, per lespressione solenne. Esiste,
almeno in origine, una stretta affinit tra antroponimia e po-
I sistemi antroponimici delle lingue indeuropee antiche si pos- esia, tra i nomi bitematici e i composti a due termini tipici
sono dividere in due grandi gruppi, a seconda che vi prevalga della dizione poetica germanica; gli antroponimi bitematici
la forma monotematica oppure quella bitematica: al primo rispecchiano infatti gli appellativi nobilitanti, composti da
gruppo appartengono lingue quali losco e il latino, mentre due elementi, che venivano utilizzati in poesia per principi e
nel secondo rientrano i sistemi onomastici del sanscrito, del eroi: per es. ags. hildfruma principe della battaglia (composto
greco e delle lingue germaniche. da hild battaglia pi fruma primo, principe) o lindgebor-
Il sistema onomastico germanico8 prevedeva lutilizzo di nomi ga protettore con lo scudo (lind scudo pi geborga riparo,
composti bitematici, formati cio da due termini, ciascuno protettore). evidente che questo tipo di antroponomastica
dei quali era dotato di valenza semantica propria; il primo in origine era proprio di una aristocrazia militare; con lan-
elemento poteva variare pi liberamente, mentre per il se- dare del tempo il legame con la lite guerriera e con la poesia
condo era possibile utilizzare un numero limitato di temi, che di quella lite era espressione andato perduto, e quegli
distinti in maschili e femminili9. Altri principi erano la varia- antroponimi sono divenuti patrimonio comune e sono stati
zione (o ripetizione) e lallitterazione. La variazione consiste utilizzati anche da chi apparteneva a diverse categorie sociali,
nel formare un nome (che differisce da un altro in quanto cos come si sono poi estesi anche a chi apparteneva ad altre
lo varia) attraverso il cambiamento di uno dei due temi e etnie, ai non germanici.
la ripetizione dellaltro (quindi un nome legato a un altro Accanto ai nomi composti bitematici, presso i Germani erano
in quanto ne ripete un tema); questa pratica consentiva di in uso ipocoristici. Questi ultimi sono forme monotemati-
rendere visibili nei nomi dei legami di parentela, ed era so- che, derivate comunque per lo pi da forme bitematiche in
prattutto la ripetizione del secondo elemento che indicava seguito alla eliminazione di uno degli elementi o per con-
lascendenza familiare: per es., la prima stirpe regia cattolica trazione degli stessi. Lalta percentuale di ipocoristici nelle
longobarda era contraddistinta da *berhta splendente in se- famiglie aristocratiche e le dinastie regie dei Longobardi in
conda sede (Ariperto, Godeperto, Cunincperto, Liutperto) e netto contrasto con i pochi casi che dato riscontrare nelle
la dinastia successiva lo fu invece da *branda brando, spada genealogie dei Merovingi franchi e degli Amali ostrogoti: per
(Ansprando, Sigibrando, Liutprando, Ildebrando). Il legame es. abbiamo Tato, Waccho, Cleph, re del VI secolo; e Taso,
che univa il figlio ai due diversi genitori poteva venir segna- Cacco, Appa e Gaila, figli e figlie del duca del Friuli Gisulfo13.
lato dalla ripresa degli elementi onomastici dei nomi degli
stessi: il caso di Albsuinda, figlia del re longobardo Alboino
e della principessa franca Clotsuinda, dove il primo elemento 3. Gli antroponimi germanici nei documenti det
ripete quello paterno *albi elfo e il secondo, *swin forza, longobarda di Chiusi: corpus
tipico secondo formante dei femminili, desunto dal nome
della madre; e non poteva essere viceversa, visto che cera I documenti privati presi in esame sono stati stilati a Chiusi
una netta distinzione per i temi utilizzabili in seconda sede nellVIII secolo. La fonte da cui abbiamo tratto il corpus
tra maschili e femminili: infatti *swin in questa posizione il Codex Diplomaticus Amiatinus (CDA), a cura di W. Kur-
poteva essere usato solo per i femminili, mentre *wini ami- ze14. I documenti verranno numerati secondo ledizione di
co, secondo formante del nome paterno, solo per i maschili. Kurze. In nota verr dato il numero che il documento ha
Lallitterazione, ovvero la ripetizione della stessa consonante nelledizione curata da Schiaparelli tra 1929 e 1933, Codi-
iniziale, o di una vocale iniziale10, rappresentava un elemen- ce Diplomatico Longobardo (CDL)15. I nomi saranno men-
to strutturale della metrica germanica11; un principio che zionati secondo lordine di comparizione nel documento.
si ritrova nellonomastica. Hengest e Horsa, i due fratelli che non verranno presi in considerazione nomi di santi, di re,
secondo la leggenda furono i primi colonizzatori anglosassoni imperatori o papi.
della Britannia, portano nomi che allitterano in h-; allittera-
no in h- anche Heribrand, Hildebrand e Hadubrand, padre, 3.1. CDA 5: cartula venditionis, 746 (settembre)-747
figlio e nipote del Carme di Ildebrando (tedesco, ma forse di (agosto)16
origine longobarda) nei cui nomi il legame di discendenza Alolfu del fu Alipert vende a Rodfridi un terreno per due
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
133

solidi doro e una tremisse17. Tutte le persone nominate nella solidi doro. Di nove persone nominate, solo una porta un
cartula portano nomi germanici. nome non germanico; lancella ha per nome un ibrido la-
Gaidilapus: *gaia-laiba. il notaio che stila il documento. tino- germanico e per soprannome un antroponimo bite-
Alolfu: *ala-wulfa. Vir honestus, lautore dellatto giuridico. matico germanico.
Alipertus:*ala-berhta. Padre di Alolfu. Aboald: *aba-walda. notaio che redige latto.
Rodfridi:*hri-friu. il destinatario dellatto giuridico, Candidus: nome non germanico. Vir honestus, venditore.
il compratore del terreno di Alipert. Audepert: *aua-berhta. Compratore, fratello di Baroncello.
Radcausus: *ra-gauta. Proprietario di una terra confinante. Baroncello: non germanico. Compratore, fratello di Audepert.
Altifuso: *alda-funsa. Testimone. Boniperga (qui Teudirada): *boni-berg, ibrido (soprannome:*euo-
Cuniradu: *kunja-ra. Testimone. r).Oggetto della vendita, ancella.
Audifridi: *aua-friu. Testimone. Perideus: *bera-ewa. Testimone.
Teudifridi: *eua-friu. Padre del testimone Audifridi. Adualdu: *aa-walda. Testimone.
Gairimundus: *gaira-munda. Testimone. Magnefrid: *magina-friu. Testimone.
Uuarnicausus: *warina-*gauta. Testimone.
3.5. CDA 13: cartula venditionis, 1 Aprile 76522
3.2. CDA 7: cartula venditionis, aprile 750 18
Teudemari vende a Arioaldus un terreno per 4 solidi doro.
Donato vende a Gunduini e a Faolfu una casa, che Audima- Delle sei perone presenti, tre hanno nomi non germanici.
ri e Auduini avevano precedentemente in usufrutto. Delle Domnulinus: nome non germanico. notaio che stende latto.
dieci persone nominate, solo due portano nomi di tradi- Teudemari: *eua-mrija. Vir honestus, autore dellatto.
zione greco-romano-ebraica, e uno di questi un religioso. Airoaldus: *harja-walda. Compratore, destinatario dellatto.
Appo: *aa-berhta. notaio che redige il documento. Lucius: nome non germanico. Proprietario di un terreno
Donatus: nome non germanico. Vir honestus, lautore confinante.
dellatto giuridico. Aboald: *aba-walda. notaio, uno dei testimoni.
Gunduini: *guni-wini. Uno dei due compratori. Firmus: nome non germanico. Testimone.
Faolfu: *fa(n)ha-wulfa. Uno dei due compratori. Uuinichiildu: *wini-gelda. Testimone.
Audimari: *aua-mrija. Uno dei due usufruttuari.
Auduini: *aua-wini. Laltro usufruttuario. 3.6. CDA 14: cartula venditionis, 25 maggio 76523
Taco: *daga. Vir honestus, Testimone. I fratelli Alpertus e Unfusus, figli del fu Altifusus, vendono
Arnipertus: *arnu-berhta. Testimone. ai fratelli Saxxo e Piperello un terreno con frutteto per 4
Iohannis: nome non germanico. Abate, testimone. solidi doro e 1 tremisse. Delle dieci persone nominate, solo
una non ha nome germanico, e una porta un nome ibrido
3.3. CDA 9: cartula venditionis, febbraio 76019 latino-germanico.
Arnolfo aveva venduto a Iobiano un terreno, senza stilare un Bonifrid: *boni-friu (ibrido). Suddiacono, redige latto.
documento; adesso Arnolfo, daccordo coi suoi figli e generi, Alpertus: *ala-berhta. Autore dellatto, fratello di Uualfusus.
fa redigere un documento per quella transazione. Su dodici Uualfusus: *wal-funsa. Autore dellatto, fratello di Alpertus.
persone nominate, cinque portano nomi non germanico. Altifusus: *alda-funsa. Vir honestus, padre defunto dei due
Domnulinus: notaio che redige latto. fratelli.
Arnolfu: *arnu-wulfa. Vir honestus, autore dellatto e padre Saxxo: *sahsa. Destinatario dellatto, fratello di Piperello.
di Aiolfo e Fabrulo. Piperello: non germanico. Destinatario dellatto, fratello
Iobiano: destinatario dellatto giuridico. di Saxxo.
Lapulus: *laiba (-ulus). Proprietario di un terreno confinante. Blanca: *blanka; proprietario di una terra confinante.
Gundulus: *guni-ulus. Proprietario di un terreno confinante. Ursu: nome non germanico. Testimone.
Aiolfo: *agj-wulfa. Figlio di Arnolfo. Ildipertus: *hildj-berhta. Testimone.
Fabrulo: nome non germanico. Figlio di Arnolfo. Pipinus: *biba (-inus), testimone.
Urso: nome non germanico. Genero di Arnolfo.
Pertulo: *berhta-ulus. Genero di Arnolfo. 3.7. CDA 15: cartula promissionis, ottobre 76524
Appo: *aa-berhta. Testimone. Guntefrid d a Bonulus in usufrutto il possedimento che
Guntepertus: *guni-berhta. Testimone, uno scario20 so- questi gli aveva venduto; in cambio, Bonulus dovr effet-
prannominato Matjtze. tuare 12 giorni di corve allanno. Guntefrid d a Bonulus
Zurro: nome non germanico. Testimone. una uuadia25 di 4 solidi. Di dieci nomi presenti, ben sei
non sono germanici.
3.4. CDA 11: cartula venditionis, 15 maggio 76321 Bonulus: non germanico. Destinatario dellatto.
Candido vende ai fratelli Audepert e Baroncello una don- Guntefrid: *guni-friu. Autore dellatto.
na di nome Boniperga, soprannominata Teudirada, e il suo Firmus: nome non germanico. notaio che redige latto.
bambino, ancora da battezzare, come servi, al prezzo di 21 Domnulinus: non germanico. Testimone.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
134

Lamfrid: *landa-friu. Testimone. Prandulu: *branda(-ulus). Figlio di Onistasi, testimone.


Landarini: *landa-harja (-inus). Testimone, figlio di Grosso. Onistasi: non germanico. Padre di Prandulu.
Grosso: non germanico. Padre di Landarini.
Andreasi: non germanico. Testimone. 3.10. CDA 24: cartula donationis vel promissionis,
Babbulo: non germanico. Testimone. dicembre 774
Iohannis: non germanico. Testimone. Il documento risale al primo anno del regno di Carlo Magno
in Italia. Alifrid, chiamato Malulus, dona beni in varie localit
3.8. CDA 18: cartula promissionis, aprile 77126 a Chiusi e dintorni a Pietro, a condizione che si occupi di
Grossulo, figlio di Fuscolo, Bonipert, figlio di Bonuald, e Sorina come di una madre. Alifrid aveva avuto questi beni
Domnulino, figlio di Tussiolo vendono al marisscalco27 Ansi- da Gaidald, marito di Sorina, sempre a questa condizione,
frid e a Frido un terreno e un bosco, che avevano a loro volta quando la coppia lo aveva adottato. Delle 12 persone no-
comprato da Brittulo, chiamato anche Fusciano. Ansifrid minate, 5 portano un nome germanico, una ha un nome
promette dunque, anche a nome di Frido, a Saxo, Piperello ibrido, 6 hanno nomi di tradizione greco-ebraico-latina.
(probabilmente si tratta dei due fratelli di CDA14), il dia- Alifrid: *ala-friu. Soprannominato Malulus, autore dellatto.
cono Anschaidi e ai tre venditori succitati di non imporre Gaidald: *gaia-walda. Donatore, marito di Sorina, padre
loro il dovere di defensio dei beni venduti ma di assumerla adottivo di Alifrid Malulus.
su di s, e afferma che anche Frido daccordo. Delle 16 Sorina: non germanico. Moglie di Gaidald, madre adottiva
persone menzionate, sei portano un nome non germanico di Alifrid Malulus.
e due hanno un nome ibrido. Petrune: non germanico.
Ansifrid: *ansi-friu. marisscalco, destinatario dellatto. Ursus: non germanico.
Saxo: *sahsa. Teudimari: *eu-mrija, proprietario di un bosco acqui-
Piperello: non germanico. stato da Gaidald.
Anschaidi: *ansi-gaia. Diacono. Ansifrid: *ansi-friu, comproprietario del bosco acquistato
Frido: *friu. da Gaidald.
Grossulus: non germanico. Sparune: non germanico. Proprietario da cui Gaidald ebbe
Bonipertus: *bonu-berhta (ibrido latino-germanico). una vigna.
Domnulinus: non germanico. Bonifrid: *bonu-friu (ibrido latino-germanico), suddiacono
Brittulo: *berhta(-ulus), qui et Fuscianus. e notaio estensore dellatto.
Fusculo: non germanico. Padre di Grossulo. Piperellu: non germanico. Testimone.
Bonuald: *bonu-walda (ibrido latino- germanico), padre Uuinifrid: *wini-friu. Testimone.
di Bonipert. Sarago: non germanico. Testimone.
Tussiolo: non germanico. Padre di Domnulino.
Rodcari: *hri-gaira. Diacono, sottoscrittore. 3.11. CDA 27: cartula donationis, agosto 775
Aduald: *aa-walda. Testimone. Iohannis dona a Maurinu e al suo figliastro Lupulu un suo
Cuntulus: *guni (-ulus). Presbiter, testimone. possedimento a Gracciano, con la condizione di averne lusu-
Firmus: non germanico. notaio estensore dellatto. frutto finch in vita e la possibilit di donare parte di questo
bene per la propria anima. Come launegild riceve un paio
3.9. CDA 22: cartula venditionis, giugno 77428 di guanti. La datatio riporta Regnante domno nostro Carolo
I fratelli Audelapus e Gaidilapus vendono, daccordo con il rex Francorum et Langobardorum anno regni eius secondo in
loro patrigno Opteris i beni (casa, vigne, terre, pascoli, bo- Etalia Il documento contiene la formula secundum mos
schi, e ogni bene mobile) che questi gli ha donato allabate ritus gentis Langubardorum, riferita alluso del launegild,
Husingo del monastero di S. Salvatore allAmiata, per 30 pratica giuridica longobarda per la quale a un dono doveva
solidi doro. lultima carta stilata durante il regno longo- corrispondere un controdono, che rendeva legalmente va-
bardo, che cadr di l a breve; nella datatio vengono menzio- lida la donazione29. Il documento contiene unaltra parola
nati gli ultimi re dei longobardi Desiderio e Adelchi. Delle germanica, scirpa beni mobili30. Dei 9 nomi attestati nel
nove persone nominate, due portano nomi non germanici. documento, 4 sono germanici, 5 non germanici.
Aboald: *aba-walda. notaio estensore dellatto. Maurinu: non germanico; il destinatario dellatto.
Audelapus: *aua-laiba. Autore dellatto, fratello di Gai- Lupulu: non germanico; altro destinatario, figliastro di Iohannis.
dilapus. Iohannis: non germanico; si tratta del donatore.
Gaidilapus: *gaia-laiba. Autore dellatto, fratello di Au- Rodepald: *hri-bala. Si tratta della persona da cui Iohan-
delapus. nis aveva avuto il possedimento.
Opteris: *ofta-rka. Patrigno di Audelapus e Gaidilapus. Ansule: *ansi (-ulus). Si tratta di una persona che aveva dato
Husingo: *hsa(-inga). Abate. a Iohannis parte di una vigna.
Iohannis: non germanico. Medico, testimone. Pipinus: *biba (-inus). Testimone.
Perideus: *bera-ewa. Testimone. Laurentius: non germanico. Testimone.
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
135

Lampulus: Lampo (-ulus). Testimone. (Lampo: *landa-berhta) 18) Cuniradu *kunja-ra


Domnulinus: non germanico; il notaio estensore del do- 19) Faolfus *fa(n)ha-wulfa
cumento. 20) Gadepert *gaia-berhta
21) Gaidald *gaia-walda
3.12. CDA 30: cartula promissionis, giugno 780 22) Gaiderisi *gaia-rka
Gairo, del fu Gaiderisi, e Ildulus del fu Domnulino, fan- 23) Gaidilapus *gaia-laiba
no entrare Lupardus nel monastero di S. Quirico, fonda- 24) Gairimundus *gaira-munda
to dal padre di Gairo per volont di Sergio, attuale rettore 25) Gisolfus *gsa-wulfa
del monastero, perch Lupardus diventi prete e succeda a 26) Gunduini *guni-wini
Sergio alla morte di questultimo. Il documento contiene 27) Guntefrid *guni-friu
la datatio Regnante domno nostro Carolo rege Francorum et 28) Guntepertus *guni-berhta
Langubardorum, anno regni eius septimo. I nomi contenu- 29) Ildipertus *hildj-berhta
ti nel documento sono 13, di cui 7 germanici, 2 ibridi e 4 30) Lamfrid *landa-friu
non germanici. 31) Magnefrid *magina-friu
Gairo: *gaira-an, autore dellatto, figlio di Gaiderisi. 32) Opteris *ofta-rka
Gaiderisi: *gaia-rka, padre di Gairo. 33) Perideus *bera-ewa
Ildulus: *hildj (-ulus); autore dellatto, figlio di Domnulino. 34) Radcausus *ra-gauta
Domnulinus: non germanico, padre di Ildulus. 35) Rodcari *hri-harja
Lupardus: *lupu-warda (ibrido), oggetto della transazione. 36) Rodepald *hri-bala
Sergius: non germanico, prete che regge S. Quirico. 37) Rodfridi *hri-friu
Bonifrid: *bonu-friu (ibrido), diacono, il notaio che ha 38) Teudifridi *eu-friu
steso latto. 39) Teudemari *eu-mrja
Laurentius: non germanico. Si tratta di un presbiter, testimone. 40) Uualari *wal-harja
Cauroni: non germanico. Testimone. 41) Uualfusus *wal-funsa
Raconi: *ragina; vir devotus, il padre di Cauro. 42) Uuarnicausus *warna-gauta
Gisolfus: *gsa-wulfa; ha qualifica di sculdasius31. Testimone 43) Uuinichildus *wini-gelda
Gadepert: *gaia-berhta, presbiter. Testimone. 44) Uuinifrid *wini-friu
Uualari: *wal-harja. Testimone.
Sono stati sopra elencati i tipi nominali32. Di questi, solo
alcuni sono portati da pi di una persona: abbiamo due
4. Corpus degli antroponimi Adualdus (uno latinizzato come Adualdus, laltro resta al
nominativo germanico Aduald), due Alipertus (rispettiva-
Diamo di seguito lelenco dei nomi germanici presenti nelle mente, Alipertus e Alpertus), due Altifusus, due Ansifrid (nelle
carte chiusine det longobarda, diviso per sottogruppi: gli forme Ansifrid e Ansefrid), due Gaidilapus, due Perideus,
antroponimi bitematici maschili, gli ibridi, gli ipocoristici due Teudimari (rispettivamente Teudemari e Teudimari). In
maschili, i nomi maschili con suffisso, infine i femminili. totale abbiamo dunque 44 tipi onomastici per 51 persone.

4a. Antroponimi germanici maschili bitematici 4b. Ibridi maschili


1) Aboald *aba-walda 1) Bonifrid *bonu-friu
2) Adualdus *aa-walda 2) Bonipertus *bonu-berhta
3) Aiolfus *agj-wulfa 3) Bonuald *bonu-walda
4) Airoald *harja-walda 4) Lupardus *lupu-warda
5) Alifrid *ala-friu
6) Alipert *ala-berhta I tipi onomastici sono quattro, per quattro persone. Boni-
7) Alolfus *ala-wulfa frid, suddiacono e poi diacono, un notaio che compare
8) Altifusus *alda-funsa in tre documenti diversi.
9) Anschaidi *ansi-gaia
10) Ansefrid *ansi-friu 4c. Ipocoristici germanici maschili monotematici
11) Arnipertus *arnu-berhta 1) Blanca *blanka
12) Arnolfus *arnu-wulfa 2) Frido *friu
13) Audelapus *aua-laiba 3) Gairo *gaira
14)Audifridi *aua-friu 4) Raco *ragina
15)Audimari *aua-mrija 5) Saxo *sahsa
16) Audepert *aua-berhta 6) Taco *daga
17) Auduini *aua-wini
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
136

4c1. Ipocoristici maschili con suffisso Alifrid qui et Malulo


1) Ansulus *ansi-ulus Boniperga qui Teudirada
2) Brittulus *berhta-ulus Brittulo qui et Fuscianus
3) Gundulus *guni-ulus Guntepertus Matitze
4) Husingus *hsa-inga
5) Ildulus *hildj-ulus Sono quattro le persone che hanno dei soprannomi, di questi
6) Lapulus *laiba-ulus solo due sono germanici. Uno di questi appartiene allancel-
7) Pertulus *berhta-ulus la Boniperga, detta Teudirada (vd. sopra); laltra appartiene
8) Pipinus *biba-inus allo scario Guntepertus, soprannominato Matitze. Il suo so-
9) Prandulus *branda-ulus prannome deriva da un verbo gmc. *matja mangiare pi il
suff. *-izan.
Pipinus attestato per due diverse persone; anche il tipo
onomastico Gundulus attestato per due persone, ma nelle
due diverse forme Gundulus/Cuntulus. 5. Considerazioni linguistiche

4c2. Ipocoristici bitematici 5.1. Gli ipocoristici


1) Appo *aa-berhta Gli ipocoristici germanici si dividono in due gruppi: gli ipo-
costici monotematici e gli ipocoristici bitematici. I nomi
Appo testimoniato per due diverse persone. ipocoristici derivano dallaccorciamento del nome composto
bitematico. Possono derivarne tramite il mantenimento di
4c3. Ipocoristici bitematici con suffisso uno dei due temi originari, e allora si ottiene un nome mo-
1) Lampulus Lampo (*landa-berhta)-ulus notematico, come Frido, in cui si riconosce il tema *friu;
in tal caso non possibile individuare il nome intero da cui
4c4. Ipocoristici bitematici maschili estesi con suffisso lipocoristico derivato. Gli ipocoristici si possono anche for-
1) Landarini *landa-harija-inus mare tramite contrazione tra i due elementi, come in Appo,
contrazione di *aa-berhta: in questo caso si hanno ipocori-
4d. I nomi femminili stici bitematici contratti. Un ipocoristico si crea anche tramite
I nomi femminili spiccano per la loro scarsit e necessi- laggiunta di un suffisso a un nome bitematico esteso, come
tano quindi di un discorso a parte. nelle carte chiusine in Landarini, formato da *landa-harija pi il suffisso dimi-
longobarde dellVIII secolo solo due donne vengono men- nutivo latino -inus. Talora un suffisso pu essere aggiunto al
zionate: una Boniperga detta Teudirada, laltra Sorina. monotematico, come in Ansulus, che formato da *ansi pi
Questultima porta un nome non germanico ed moglie -ulus, o in Husingus, da *hsa pi il suffisso gmc. *-inga, o
di Gaidald, con il quale aveva adottato come figlio Alifrid; allipocoristico bitematico contratto, come in Lampulus, for-
marito e figlio adottivo portano nomi germanici. Sorina mato da Lampo, contrazione del bitematico *landa-berhta,
rammentata in una cartula donationis in cui Alifrid dona pi il suffisso -ulus. nel complesso gli ipocoristici bitematici,
possedimenti a Pietro, a condizione che questi si occupi contratti o no, sono pi recenti dei monotematici, sono pi
della donna come di una madre. Lancella Boniperga vie- complessi e pi rari; infatti, anche nel corpus chiusino il loro
ne menzionata in una cartula venditionis come oggetto numero limitato.
della vendita: viene venduta come serva, insieme al figlio. Gli ipocoristici monotematici e bitematici contratti apparten-
Il fatto che le donne nominate siano solo due e che non gono alla flessione germanica debole in nasale; nel germanico
compaiano nei documenti con un ruolo attivo (Boniperga occidentale il nominativo di questi ipocoristici della flessione
addirittura merce venduta e comprata) farebbe pensare debole in nasale esce in -o (mentre in gotico esce in -a). Si
che le donne nella societ longobarda avessero pochissimo tratta di una declinazione caratterizzata dal suffisso in nasale
peso, almeno a livello ufficiale e pubblico. Lancella Boni- (gmc.*-an) nei casi obliqui; questi nomi germanici vengono
perga porta un nome ibrido, composto dallelemento lat. adattati morfologicamente agli schemi latini con limmissione
bonu- buono e dal secondo formante germanico, tipico dei nella categoria flessiva di lat. Cicero, Ciceronis, III declinazione
femminili, *berg protezione. Il suo soprannome invece latina (anchessa caratterizzata da un elemento nasale nei casi
puramente germanico: Teudirada formato da *eu- obliqui). nel corpus chiusino si presenta un caso particolare
r, popolo-consiglio. per il nome maschile Blanca, attestato unicamente al caso
obliquo Blancani, nome che riflette probabilmente schemi
4e. Soprannomi del gotico34 in quanto mostra uscita in -a nella flessione de-
In questepoca non agevole distinguere il nome proprio bole in nasale dei maschili.
dal soprannome. Vengono qui considerati soprannomi quei
nomi preceduti dalla formula qui et 33 e anche Matitze, ri- 5.2. I suffissi dei nomi germanici
ferito a persona che ha gi il nome proprio Guntepertus. nel corpus sono presenti nomi dotati di un suffisso; si tratta dei
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
137

suffissi ipocoristici -ulus e -inus e del suffisso derivativo *-inga. assenza di nomi femminili attestati a Chiusi, ma sappiamo
Il suffisso derivativo *-inga (presente nel corpus in Husingus) che era uno dei componenti pi produttivi nellonomastica
di origine germanica; nelle lingue germaniche frequen- germanica come secondo formante dei femminili. Isolato,
te nei patronimici, per es. Scyldingas (discendenti, seguaci almeno nel nostro corpus, appare librido Lupardus, formato
di Scyld), Wulfingas (discendenti, o seguaci, di Wulf )35, dal lat. lupus lupo e da gmc. *warda guardiano, tema che
o Ynglingar discendenti di Yng, la dinastia regia svedese. tra i nomi longobardi chiusini dellVIII secolo ricorre solo
Suffissi ipocoristici sono -ulus e -inus. In Ansulus, Cuntulus, in questo ibrido. Lupus attestato in nomi longobardi del
Gundulus, Ildulus, Lampulus, Lapulus, Pertulus, Prandu- VII secolo in Friuli nei nomi di Lopichis, un ibrido (ante-
lus troviamo il suffisso latino -ulus, che risulta ampiamente nato di Paolo Diacono salvato da un lupo: HL IV, 37) e del
adoperato anche perch pu rappresentare una sostituzio- duca longobardo del Friuli Lupo (662-666).
ne romanza del suffisso diminutivo gmc. *-ilan36. Il suffis- Gli ibridi sono sorti grazie a una progressiva assimilazio-
so -ulus risulta frequente nellonomastica longobarda della ne, culturale e linguistica, tra Longobardi e popolazione
Toscana; vale la pena di ricordare che proprio nellitaliano autoctona e testimoniano una situazione di bilinguismo
di Toscana tale suffisso risulta particolarmente ricorrente, nellItalia longobarda. La maggior parte degli ibridi sono
come si pu vedere da toscanismi odierni quali conigliolo attestati a partire dalla seconda met dellVIII secolo; per
per coniglio e formicola per formica. Lalta ricorrenza del i secoli precedenti in realt mancano le fonti pi ricche di
suffisso in questione nellonomastica longobarda della To- antroponimi, cio i documenti privati, ma dal momento
scana quindi da ascrivere a tendenze linguistiche regionali che essi rappresentano un indizio di contatto e fusione tra
che si sono mantenute vive anche dopo il Medioevo. Anche culture, probabile che siano in effetti sorti, almeno la mag-
il suffisso diminutivo -inus (Landarinus, Pipinus) rappre- gior parte, piuttosto tardi. I nomi ibridi romanzo-germanici
senta un prestito latino, ma esisteva anche il corrispondente sono anche scomparsi piuttosto presto, a differenza dei nomi
gmc. *-ina; infatti secondo il Rohlfs37 il suffisso diminuti- germanici puri, molti dei quali sopravvivono fino a oggi; i
vo it. -ino, -ina deve la sua caratterizzazione e la sua vitalit nomi ibridi infatti appartengono a una particolare fase di
(e si tratta di un suffisso particolarmente amato e usato in transizione nel rapporto tra cultura germanica e cultura
Toscana ancora oggi) in gran parte allinflusso germanico. latino-romanza, e hanno cessato di essere produttivi con il
tramonto di quella fase.
5.3. Nomi ibridi
A causa della progressiva integrazione linguistica e cultu- 5.4. I rapporti di parentela
rale tra Longobardi e Latini si sono sviluppate formazioni nel mondo germanico i rapporti di parentela potevano ve-
antroponimiche miste germanico-latine, che risultano pi nir segnalati nellonomastica attraverso la ripetizione di uno
numerose nellItalia longobarda rispetto ad altri regni ro- stesso tema e lallitterazione; sono pratiche diffuse soprat-
mano-barbarici38. tutto nellambiente aristocratico, ma si possono riscontrare
Bonifrid (due persone), Bonipertus (tre persone), Bonuald, anche al di fuori di questo. nel corpus chiusino le parentele
Boniperga e Lupardus sono dei nomi ibridi, cio formati da sono rintracciabili in pochi casi, e talora ripetizione e allit-
un componente latino e da uno germanico. La struttura di terazione compaiono.
questi composti comunque sempre germanica, in quanto Alpert e Alolfu sono padre e figlio e i loro nomi sono le-
si tratta della struttura bitematica tipica degli antroponimi gati dalla ripetizione del primo formante *ala, cos come i
germanici; inoltre proprio lelemento germanico si trova nomi di Bonuald, padre, e di Bonipert, figlio, sono legati
in seconda sede ed quindi la testa (o determinato) del dalla ripetizione del primo formante (lat. bonus). Troviamo
composto, che determina la categoria lessicale e il campo lo stesso fenomeno, e in questo caso si ha ripetizione del
semantico (mentre il primo elemento il modificatore, o primo tema *aua, in Audimari e Auduini; i due hanno
determinante). Ricordiamo ancora che i temi utilizzabili insieme lusufrutto di un terreno, e questo fatto, insieme
in seconda sede nei composti germanici sono in numero allaffinit onomastica, spinge a pensare che tra loro esistesse
ristretto, sono quindi i pi comuni e i pi riconoscibili ri- un rapporto di parentela, anche se nel documento ci non
spetto a quelli utilizzabili in prima sede. In questi composti viene dichiarato. Saremmo cos in presenza di due casi di
si ha sempre lordine determinante-determinato che tipico ripetizione del primo formante. La ripetizione del secondo
della composizione germanica. formante si riscontra in Teudifridi, padre, e Audifridi, figlio,
Il formante latino pi utilizzato nel corpus chiusino bonus che hanno in comune il secondo tema *friu; in Audelapus,
buono, che ricorre con frequenza e in pi tipi onomastici, padre, e Gaidilapus, figlio, che hanno in comune il secondo
mentre si ha un solo caso di lupus lupo. Gli ibridi in genere elemento *laiba. Altifusus padre di Uualfusus, il cui nome
utilizzano come secondo elemento i temi germanici pi diffusi ripete il secondo formante paterno *funsa, ed padre anche
per la seconda posizione: qui infatti troviamo *friu, *berhta di Alpert, nome che allittera con quello paterno. Ancora,
e *walda, che abbiamo visto essere i pi utilizzati in seconda *wulfa ricorre come secondo tema nei nomi di Arnolfu e
sede nel corpus. Per quanto riguarda il femminile Boniper- del figlio Aiolfu. Abbiamo quindi cinque casi di ripetizione
ga, per *berg non si hanno altri riscontri per la quasi totale del secondo formante, che, ricordiamo, era il sistema pi
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
138

diffuso per segnalare i rapporti di parentela. La ripetizione, idiomi del gruppo germanico orientale, affini dunque al go-
sia che coinvolga il primo o il secondo elemento, una pra- tico, e cerano anche 20.000 Sassoni, i quali parlavano una
tica che implica il riconoscimento dei temi e delle modalit lingua del germanico occidentale. Inoltre ai sopravvenuti
di formazione dei nomi bitematici. La presenza della ripeti- Longobardi si un quel che restava degli Ostrogoti dItalia40.
zione onomastica indicherebbe quindi che la conoscenza dei Un altro problema la vitalit della lingua longobarda in Ita-
meccanismi della composizione germanica non era ancora del lia, insomma fino a quando il longobardo continu a essere
tutto estinta nellItalia longobarda del secolo VIII. parlato e compreso. Tale quesito, che la ricerca non ha risolto
Lallitterazione si riscontra anche nei nomi di Gaiderisi e del unanimemente, rilevante nello studio dellantroponimia:
figlio Gairo, oltre che nei sopra citati Altifusus e Alpert. infatti, se il longobardo era ancora vitale nellVIII secolo, ci
Gli altri legami familiari che emergono dal corpus non ven- significherebbe che i nomi venivano ancora intesi nella loro
gono sottolineati dallonomastica: abbiamo Audepert e Ba- semantica, erano trasparenti: che, per fare un esempio, un
roncello, fratelli (il primo con nome germanico, il secondo nome come Uualfusus non era ancora diventato un fossile
romanzo); Saxo (germanico) e Piperello (nome non germa- linguistico dal significato opaco, ma veniva compreso nel suo
nico), fratelli; Grosso (non germanico) padre di Landarini significato di pronto alla strage, alla guerra, dato da *funsa
(germanico); Fusculo padre di Grossulo, entrambi con nomi pronto e da *wala guerra, strage.
non germanici; Perideus (germanico) figlio di Onistasi (non Lunica cosa certa che i Longobardi, quando iniziano a scri-
germanico); e Ildulo (germanico) figlio di Domnulino (non vere, lo fanno in latino. Come gi detto, la prima testimo-
germanico). Arnolfu, padre di Aiolfu, aveva anche un figlio nianza scritta lER del 643, un codice di leggi in latino, ma
di nome Fabrulus, che porta un nome non germanico. Si pu contenente numerose glosse in longobardo, che presentano
vedere che entro la stessa famiglia sono presenti tradizioni termini giuridici germanici. Anche Paolo Diacono scrive la
onomastiche diverse, poich a causa della compenetrazione Historia Langobardorum in latino; talora Paolo fa riferimen-
germanico-romanza il nome non sempre corrispode alletnia. to alla lingua dei conquistatori germanici, ma questo accade
I documenti talora caratterizzano una certa persona con il pa- raramente, e in termini tali da far pensare ad alcuni studiosi
tronimico, vale a dire specificando il nome del padre: Alolfu, che allepoca di Paolo, vissuto nella seconda met dellVIII se-
filius quondam Aliperto Audifridi, filius quondam Teudi- colo, la lingua dei Longobardi non fosse pi in uso41. altres
fridi; Alpertus et Uualfusus germanis filiis quondam Altifuso; vero che improprio basarsi sulla HL per verificare la vitalit
Landarini, filii quondam Grosso; Grossulo, filio Fusculo della lingua dei Longobardi, a causa della tendenza puristica
Domnulinus filio Tussiolo; Ildulus filius quondam Domnulino [dellopera di Paolo] coerente con il livello culturale, cio come
Cauroni filius quondam Raconi. Sono invece assenti nei una manifestazione dellesigenza di dissociarsi dagli aspetti
documenti i matronimici. pi barbari e arcaici della cultura longobarda (tra i quali la
lingua)42. Si tende comunemente a ritenere che la lingua dei
conquistatori germanici sia stata abbandonata, per adottare
6. Osservazioni sui nomi germanici le varie parlate volgari pre-italiane, tra VII e VIII secolo, di
contro allipotesi di Bruckner che riteneva che il longobardo
6.1. Semantica fosse ancora parlato in Italia intorno al 100043. Molti studiosi,
Lo studio dellantroponimia rende possibile un recupero, seb- tra cui Migliorini44, Sestan45, Tagliavini46, Petracco Sicardi47 e
bene molto parziale, del lessico longobardo. Alcune cautele Albano Leoni48 considerano la romanizzazione linguistica dei
sono per necessarie. Infatti va ancora ricordato che lono- Longobardi come compiuta nel VII secolo. Secondo Scardi-
mastica uno dei settori pi conservativi del lessico di una gli49 la lingua dei Longobardi sopravvisse per circa due secoli
lingua e va dato debito peso al legame degli antroponimi dal 56850, quindi sarebbe stata ancora viva almeno fino alla
germanici con il linguaggio poetico, quindi con un registro met dellVIII secolo, ipotesi condivisa da Pfister51. I nomi
linguistico solenne, arcaico e arcaizzante, e conservativo. ne propri longobardi sono comunque sopravvissuti pi a lungo
consegue che non detto che i singoli formanti individuabili della lingua; questo normale per questo settore del lessico,
fossero termini facenti parte del lessico corrente, della parlata infatti gli antroponimi spesso costituiscono dei veri e propri
comune. Alcuni dei temi attestati nel nostro corpus sono te- fossili linguistici.
stimoniati in longobardo anche al di fuori dellonomastica.: Lantroponimia, come la poesia, era uno specchio degli ideali
per es. *gaia e *gsa si ritrovano in formule rituali delluso della societ germanica. I nomi bitematici sono strutturati
giuridico, come attestato nellarticolo 224 dellER. come gli appellativi poetici e la poesia germanica aveva per
Un problema di fondo poi lesistenza o meno di una lin- tema eroi, guerrieri, principi52. Per la poesia e lantroponimia
gua longobarda unitaria; infatti i Longobardi arrivarono in germaniche luomo, caratterizzato nei nomi propri dal secon-
Italia non come un gruppo etnico (e linguistico) omogeneo, do elemento, il guerriero e il condottiero; come secondo
bens come una compagine di guerrieri etnicamente varie- tema vengono quindi usati aggettivi come *bala audace o
gata39, e a una congerie di gruppi tribali doveva corrispon- sostantivi come *rka principe o *walda comandante, ma
dere una congerie di parlate. Tra gli altri cerano, insieme ai anche termini che si riferiscono a parti dellarmamento come
Longobardi, gruppi di Gepidi e di Burgundi, che parlavano *gaia lancia e nomi di animali nellimmaginario germanico
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
139

legati al combattimento come *wulfa lupo, per designare il Elenco temi germanici utilizzati in seconda sede (compresi
guerriero. nel corpus chiusino i formanti pi frequentemente bitematici con suffisso e ipocoristici da bitematici contratti):
utilizzati in seconda sede nei nomi maschili composti risulta-
no essere *berhta e *friu (9 ricorrenze ciascuno), seguiti da*-bala audace (Rodepald)
*walda e *wulfa (5 ricorrenze ciascuno). Abbiamo poi *harja *-berhta splendente (Alipertus, Alpertus, Appo, Arnipertus,
e *laiba (3 ricorrenze ciascuno), *funsa, *gauta, *mrja, *rka e
Audepertus, Bonipertus, Guntepertus, Ildipertus, Lampulus)
*wini (2 ricorrenze ciascuno) e *bala, *gaia, *gelda, *munda,
*-friu pace (Alifrid, Ansifridi, Bonifrid, Guntefrid, Lamfrid,
*ra, *ewa, *warda con una sola ricorrenza per ciascuno. Magnefrid, Rodfridi, Teudifrid, Uuinifrid)
Il primo elemento dei nomi bitematici, secondo i principi *-funsa pronto (Altifusus, Uualfusus)
della composizione germanica, modifica e qualifica il secon- *-gai punta, lancia (Anschaidus)
do formante; ci significa che in un nome come Teudifrid *-gauta goto (Radcaus, Uuarnicausus)
(*eu-friu) composto dal determinante *eu popolo e *-gelda sacrificio, compenso (Uuinichild)
dal determinato *friu pace il significato pace del popolo.
*-harja esercito (Landarinus, Rodcari, Uualari)
In prima sede, il tema pi utilizzato *aua con 5 ricorrenze,
*-laiba erede (Audelapus,Gaidilapus, nome attestato per
seguito da *gai con 4 ricorrenze. Abbiamo poi *ala, *guni, due persone)
*hri, *landa che ricorrono per 3 volte ciascuno; anche *eu
*-mrja famoso (Audimari, Teudemari)
ricorre per 3 volte, se si considera il soprannome femminile *-munda difesa (Gairimundus)
Teudirada. *Agj, *ansi, *arnu, *aa53, *wal, *wini ricorrono*-ra consiglio (Cuniradu)
2 volte, mentre i temi che hanno una sola ricorrenza sono i *-rka principe (Gaiderisi, Opteris)
seguenti: *aba, *alda, *bera54, *fa(n)ha, *gaira, *gsa, *harja,
*-ewa servitore (Perideus)
*hildj, *hsa, *kunja, *magina, *ofta, *ra, *warina. *-walda dominatore (Aboald, Adualdus, Airualdus, Bo-
nuald, Gaidald)
Elenco temi germanici utilizzati in prima sede (compresi *-warda guardia (Lupardus)
bitematici con suffisso e ipocoristici bitematici contratti): *-wini amico (Auduini, Gunduini)
*-wulfa lupo (Aiolfus, Alolfu, Arnolfu, Faolfu, Gisolfus)
*aba- uomo (Aboald)
*agj- punta, lama (Aiolfo) Formanti femminili usati in seconda sede:
*ala- tutto (Alifrid, Alolfus, Alipert/ Alpert) *-berg protezione (Boniperga)
*alda- vecchio (Altifusus) *-r consiglio (Teudirada)
*ansi- ase, divinit (Ansefrid/Ansifridi, Anschaidus)
*arnu- aquila (Arnipertus, Arnolfu) nel corpus i temi utilizzati in prima sede sono pi nume-
*aa- nobile (Aduald, Appo) rosi rispetto a quelli in seconda sede, come prevede infatti
*aua- possesso (Audepert, Audifridi, Audelapus, Audi- un principio generale dellonomastica germanica, secondo
mari, Auduini) il quale solo alcuni temi possono ricorrere in seconda posi-
*bera- orso (Perideus, attestato per due persone) zione. I temi usati come primo formante sono 27, rispetto
*fa(n)ha- il prendere, afferrare (Faolfu) ai 18 in seconda sede. Ulteriore caratteristica dei formanti
*gaia- punta, lancia (Gaidald, Gaidilapus/Gaidelapus, utilizzabili in seconda posizione nellonomastica germanica
Gaiderisi, Gadepert ) che questi non potevano iniziare per vocale.
*gaira- lancia (Gairimundus)
*gsa- freccia (Gisolfus) Elenco temi degli ipocoristici monotematici:
*guni- battaglia (Gunduini, Guntefrid, Gunteperto)
*harja- esercito (Airualdus) *berhta splendente (Pertulus, Appo)
*hildj- battaglia (Ildipertus) *biba onomatopea (Pipinus)
*hri- fama (Rodcari, Rodepald, Rodfridi) *blanka bianco, luminoso (Blanca)
*hsa- casa (Husingus) *branda spada (Prandulo)
*kunja- stirpe (Cuniradus) *daga giorno (Taco)
*landa- terra (Lamfrid, Landarini, Lampulus) *friu pace (Frido)
*magina- potenza (Magnefrid) *gaira lancia (Gairo)
*ofta- eminente (Opteris) *guni battaglia (Gundulus, Cuntulus)
*ra- consiglio (Radcausus) *hildj battaglia (Ildulus)
*eu- popolo (Teudifrid, Theotmari/Teudemari, Teudirada) *laiba erede (Lapulus)
*wal- strage (Uualari, Uualfusus) *ragina dei (Raco)
*warn- stare in guardia (Uuarnicaus) *sahsa spada corta (Saxo)
*wini- amico (Uuinichild, Uuinifrid)
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
140

Analizzeremo ora i singoli temi, mettendo in evidenza i ter- fortuna, ricchezza, mentre in alto tedesco antico presente
mini attestati in longobardo al di fuori dellonomastica e solo negli antroponimi (nella forma t-).
indicando le corrispondenze nelle altre lingue germaniche, *bala: coraggioso, baldo, si trova in an. baldr, ballr auda-
antiche e moderne. ce, valoroso (isl. ballur, norv. bald, sved. bld), ags. beald
(ingl. bold) audace, valoroso, ags. baldor, bealdor principe,
*aba: uomo, capofamiglia; attestato nel got. aba uomo, signore; in alto tedesco antico si trova solo nei nomi propri,
marito e in an. afi uomo. ma lavverbio derivato, baldo, continua nel ted. bald, velo-
*agj: punta, lama. Questo tema costituiva il nome di Agio cemente, subito. Il termine germanico ripreso nellit. baldo
(o Aio), uno dei due fratelli figli di Gambara che guidaro- come prestito.
no la leggendaria migrazione dei Winnili/Longobardi dal- *bera: dal sostantivo germanico occidentale, tema in nasale,
la Scandinavia55. Al di fuori dei nomi propri ricorre nelle *beran, come ags. bera (ingl. bear), ata. bero (ted. Br), mentre
lingue germaniche il sost. per punta, lama: an. egg (isl., an. bjrn (isl. sved. bjrn, norv., dan. bjrn) risale a un germa-
norv., sved. e dan. egg), ags. ecg (ingl. edge), sa. eggja, ata. nico sett. *bernu (tema in -u). Il nome per orso nelle lingue
egga, ecka (ted. Eck e Ecke). germaniche laggettivo ie. BHERO- bruno sostantivato,
*ala: got. alls, ags. all, eall, ata. sa. all, an. allr, continuato denominazione di tipo tabuistico per lanimale.
come aggettivo tutto nella maggior parte delle lingue mo- *berhta: splendente, luminoso non solo il guerriero, ma
derne (tra cui ingl., ted., dan., sved. all, isl. allur). anche il dio. nella poesia ags. beorht viene riferito a Dio, a
*alda: vecchio, aggettivo germanico comune che compare Cristo e agli angeli; in ambito scandinavo, nellEdda Poetica57
in got. aleis, an. aldinn (isl. aldinn), ags. eald, sa. ald, ata. bjartr appellativo del dio Freyr e nella poesia scaldica defini-
alt (ingl. old, ted. alt). sce leroe, il guerriero. Questo aggettivo attestato anche in
*ansi: ase, divinit, got. anses (acc. pl. lat.), an. ss, ags. s got. bairhts e ata., sa. beraht. Tra le lingue moderne continua
dio; in sassone antico abbiamo s- e in alto tedesco antico in ingl. bright e sved. bjrt.
ans-, attestati solo come primo elemento negli antroponimi. *biba: potrebbe trattarsi di voce onomatopeica, anche se
Gli Asi erano una delle stirpi divine del paganesimo ger- stato ipotizzato un collegamento con il primo formante di
manico, divinit legate alla guerra (i Vani erano invece dei an. Biflindi, Biblindi58, appellativo di Odino, in cui secondo
della fertilit). LAse per eccellenza era Odino, divinit dagli elemento lindi scudo, mentre il primo risale a an. bifa sorta
aspetti inquietanti, e probabilmente questo tema onomastico di racconto (e allora il composto significa quello con lo scu-
termine tabuistico proprio per Odino. nel corpus chiusino do istoriato) o a an. bif movimento (e allora lappellativo
ricorre con frequenza (solo come primo formante), essendo starebbe per colui che muove, scuote lo scudo).
presente in tre tipi onomastici, portati da quattro persone. *blanka: ata. blank bianco (ted. blank bianco, lucido),
*arnu: aquila, contiene un riferimento alla guerra, alle ags. blanca cavallo bianco e grigio, an. blakkr pallido (isl.
beasts of battle che frequentavano le zone di battaglia per blakkur, norv. blakk, sved. black). Laggettivo per bianco
divorare i morti sul campo. Corrisponde a got. ara, ata. entrato come prestito dal germanico gi in latino, e quindi in
aro, arn (da cui ted. Aar, parola poetica per aquila)56 an. italiano. Ingl. blank vuoto viene da questa radice, ma come
ari, rn (isl. ari, rn, norv., dan. rn, sved. rn), ags. earn. prestito dal francese (che a sua volta laveva desunto come
Si utilizzava solo quale primo elemento. prestito dal germanico). Molti nomi di colori in italiano sono
*aa: Abbreviazione ritmica di *aala nobilt (ata. adal, prestiti dal germanico (oltre a bianco, anche blu e bruno).
sa. aali, ted. Adel, ags. elu nobilt e an. aal natura, *branda: brando, spada, come secondo elemento carat-
eredit, isl. aal, norv. adel), usato solo come primo ele- teristico dellantroponimia longobarda. Il termine, entrato
mento, in quanto inizia per vocale (vd. sopra, *ansi, *arnu). anche in italiano come prestito, parola poetica per spada,
In alcuni manoscritti della HL (B, I3, K1 e soprascritto in an. brandr, ags. brand ( un hapax in ags., e probabilmente
F1) si trova la frase Hi omnes adalingi fuerunt (HL, I, 21), si tratta di un prestito dal nordico).
mentre tutti gli altri manoscritti riportano Hi omnes Lithingi *daga: sostantivo germanico comune per giorno: got. dags,
fuerunt; anche il Chron. Goth.(cap. 4) contiene Isti omnes an. dagr (isl. dagur, norv. sved. dan. dag), ags. dg (ingl. day),
adelingi fuerunt. In entrambe le fonti adelingi con ogni ata. tac (ted. Tag).
probabilit un errore per Lithingi (discendenti di Leth), *fa(n)ha: il prendere, catturare tema relato al verbo per
termine indicante i discendenti di una antica dinastia regia prendere got. fahan, an. f (isl. f, norv., dan. faa, sved. f),
longobarda; questo termine non era pi capito dai copisti, ags. fn, sa. e ata. fhan. In sassone antico esisteva anche la
i quali lhanno sostituito dunque con il pi comprensibile variante fangan (con mantenimento della nasale e alternanza
adelingi appartenenti alla nobilt. Adelingi formato da grammaticale) che ha dato il ted. fangen, attestato dal 1663
*aala e dal suffisso di appartenenza *-inga e significa quin- circa (mentre ancora Lutero scriveva fahen, da fhan).
di appartenente alla nobilt, nobile. La forma longobarda *friu: sa. frithu, ata. fridu (ted. Friede), ags. friu, an. frir (isl.
adaling/edeling corrisponde a ags. eling, ata. ediling/ada- friur, norv. sved. dan. fred) pace sembra in contraddizione
ling, an. lingr. con tanti altri temi germanici che richiamano il mondo della
*aua: ricchezza, possesso, da cui an. aur e ags. ead, sa. d guerra, ma colui che mantiene la pace in poesia il principe.
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
141

*funsa: pronto, an. fss (norv. dan. fus), ags. sa. fs, ata. funs; tipico dei nomi germanici femminili).
il got. *funs attestato solo negli antroponimi. *hri: ags. hr, sa. hr vittoria, gloria, an. hrr (isl. hrur)
*gaia: la parola longobarda gaida (ags. gd punta, continua- gloria ma anche componimento poetico encomiastico. In
ta nellingl. goad pungolo) si trova nella formula allitteran- alto tedesco antico attestato solo come primo elemento nei
te in gaida et gisil59, in punta e asta della freccia, utilizzata nomi propri, mentre in gotico attestato solo laggettivo de-
nel rito che accompagna la manomissione (liberazione) dei rivato hreigs (ags. hrig, an. hrugr, utilizzati in poesia)
servi, durante il quale il liberto riceveva delle armi a simbo- vittorioso, trionfante.
leggiare il suo nuovo status, non pi servile. Anche nelluso *hsa: casa, sost. germanico comune: an. hs (isl., norv., sved.,
giuridico anglosassone il liberto riceveva lancia, spada o altre dan. hus) ags., sa. ata. hs (ingl. house, ted. Haus).
armi simili. Sappiamo che la liberazione dei servi, e quindi *kunja: stirpe, got. kuni, ags. cynn, an. kyn (isl. norv. kyn,
la possibilit per questi ultimi di portare armi e combattere, sved. kn, dan. kn) ata. sa. kunni, un tema di antica atte-
era essenziale per i Longobardi, a causa della loro esiguit stazione e ampiamente diffuso nellonomastica germanica. Il
numerica, per potenziare le fila dei combattenti. Il Glossario tema, unito al suffisso *-inga, ha dato la parola per re nel-
Matritense60 interpreta la formula con il lat. ferrum et astula le lingue germaniche, *kuningaz (ingl. king, ted. Knig, isl.
sagitte e Paolo Diacono parla di manumissio per sagittam61. konungur, sved. konung) che nel longobardo attestata solo
*gaira: lancia attestato in longobardo al di fuori dellono- nellonomastica, nel nome del re Cunincperto (VII secolo).
mastica in gairethinx, composto da *gaira e *ing assemblea, *laiba: erede nel corpus chiusino attestato come secondo
letteralmente assemblea delle lance. Gairethinx indica quin- elemento di composto e negli ipocoristici. Abbiamo nelle leggi
di lassemblea generale dei liberi, dove si andava armati, con la formula allitterante lid in laib65 ci che si lascia al momen-
la lancia62. *Gaira viene da un gmc. *gaizaz che ha dato sa. to della morte che letteralmente significa entra nelleredit
e ata. gr (ted. Ger lancia, parola poetica) ags. gr, an. geirr (lid imperativo di un gmc. *lan) e ha un parallelo nella
(isl. norv. geir). formula an. ga i arv, dallo stesso significato, entra nellere-
*gauta: goto, etnonimo che rimanda al popolo germanico dit. Si tratta dunque di una formula del diritto germanico,
dei Goti, che regnarono in Italia prima dei Longobardi e che in uso quando chi ereditava non apparteneva alla famiglia
acquisirono una grande rinomanza echeggiata anche nella di colui che lasciava leredit. Il lgb laib corrisponde a got.
poesia epica germanica. laiba, ata. leiba, sa. lba ags. lf, an. leif (isl. leif, norv. leiv)
*gelda: sacrificio (come nomen agentis sacrificatore), paga- ci che rimane.
mento ma anche vendetta e riparazione. Il termine attestato *landa: got., an., sa., ags. land (ingl., isl., norv., sved., dan.
in longobardo nei composti actogild, ripagare per nove volte land), ata. lant (ted. Land) terra, paese. Il tema presente
launegild contraccambio, contropartita e uuergild, uuidrigild anche nel toponimo longobardo Rugiland, attestato nella
compensazione, guidrigildo, tutti appartenenti alla sfera giu- HL (I, 19), che Paolo traduce come patria Rugorum patria,
ridica. Corrisponde ad ata. gelt, sa. geld (ted. Geld, denaro), terra dei Rugi.
ags. geld, an. gjald, got. gild, sacrificio, offerta, pagamento. *magina: al di fuori dellonomastica si trova solo ata. magan,
Si trova nel nostro corpus onomastico solo come secondo megin, forza, potere, ma il tema comunque relato etimolo-
tema. nellonomastica longobarda come secondo elemento gicamente al verbo germanico per potere (got. magan per es.
attestato in composizione solo con *wini e solo in Toscana. tra le lingue antiche e tra le moderne ingl. may, ted. mgen)
*gsa: freccia e germoglio, probabilmente abbreviazione rit- e a altri sostantivi per forza, potenza quali ata. maht, ags.
mica di *gsila, an. gsl pegno (forse dalla pratica di scambiare meaht che sono continuati anche nelle lingue moderne (ted.
i giovani, i germogli, come ostaggi). Macht, ingl. might).
*guni: battaglia, an. gunnr, gr, ags. g, sa. gea; in alto *mrija: sa. ata. mri, an. mrr (isl. mr), ags. mre famoso,
tedesco antico attestato gund- ma solo negli antroponimi illustre.
e in gundfano, bandiera di guerra (da cui in italiano il pre- *munda: protezione, protettore. In longobardo, oltre ai
stito it. gonfalone). composti mundoald mundoaldo, tutore, e selpmundia don-
*harja: got. harjis, ags. here, ata., sa. heri (ted. Heer) an. herr na libera da tutela, attestato il termine mundius/mundium
(isl. norv. dan. her, sved. hr). attestato in longobardo al tutela e beni della persona sotto tutela, che si confronta
di fuori dellonomastica in alcuni composti quali harigauuerc con ata. munt tutela, con ags. mund e an. mundr dote della
armamento63, hariscild (cfr. an. herskjldr gruppo di uomi- sposa (fornita dallo sposo). *Munda viene dalla stessa radice
ni che seguono lo stesso scudo, militano nella stessa schiera) indoeuropea di lat. manus, e infatti il significato originario
schiera e attacco di uomini armati64, harimannus uomo era proprio mano, da cui si sviluppato il senso traslato
dellesercito, guerriero, uomo libero e haritraib incursione protezione (nel senso avere in propria mano); ata. munt
armata. (ted. Mund protezione) e ags. mund conservano ancora i
*hildj: battaglia; an. hildr, ags. hild, sa. hildi, ata. hiltia. nel significati sia di mano che di tutela, mentre an. mund (isl.
nostro corpus si presenta solo come primo elemento, e infatti, mund) ha solo il significato di mano.
avendo genere grammaticale femminile, lunica posizione *ofta: si tratta dellavverbio got. ufta, sa. ata. ofto (ted. oft), ags.
possibile del tema nei nomi maschili (come secondo formante oft (ingl. often) an. opt (isl. oft, norv. sved. ofta) spesso che
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
142

nei nomi propri ha funzione intensiva (eminente, grande) elemento in alcuni composti germanici noti anche in italia-
o un originario senso connotato militarmente (battagliero?) no, come valchiria (letteralmente colei che sceglie i morti,
che sopravviverebbe solo negli antroponimi. In ambito lon- essere femminile della mitologia germanica con funzione di
gobardo il tema attestato solo nel nome chiusino Opteris, psicagoga) e Valhalla (letteralmente sala dei morti in batta-
nome che a sua volta un unicum in ambito longobardo, e glia, loltremondo germanico dei guerrieri).
che probabilmente di origine gotica. *warda: got. wards, ags. weard (ingl. ward, guardia, custo-
*ragina: dei, destino; got. ragin consiglio; an. regin, neutro dia), sa. ward, ata. wart (ted. Warte guardia, vedetta), an.
pl. per dei, consiglieri ags. regn- potente, attestato solo in vrr (isl. vrur, norv. vord, sved. vrd) guardiano, protet-
composti quali regnweard potente guardiano; in tedesco an- tore. nella poesia ags. weard indica soprattutto il principe,
tico il tema attestato solo negli antroponimi e nel termine come in weard Scildinga signore degli Scildinghi e rices we-
giuridico francone raginburgius giudice, e in sassone antico ard guardiano del regno. Il termine germanico entrato in
abbiamo il composto reginoskapu destino. italiano come prestito in guardia, guardiano.
*ra: consiglio; an. r (isl. ra, sved. rd, dan. raad), ags. *warna: allerta; nelle lingue antiche dalla stessa radice ab-
rd, sa. rd, ata. rt (ted. Rat). biamo il verbo ags. warnian (ingl. to warn), ata. warnn (ted.
*rka: da questo tema derivano il sost. got. reiks, dominatore, warnen), an. varna (sved. varna) mettere in guardia.
principe, re, e gli aggettivi per potente got. reikis, an. rkr, *wini: ags. wine, ata., sa. wini, an. vinr amico, che si conser-
entrambi temi in -i (e, con estensione in -ja, ags. rce, ata. va nelle fasi moderne solo nelle lingue scandinave (isl. vinur,
rhhi, sa. rki regno): si tratta di appellativi che si trovano norv. vin, sved. vn, dan. ven). Il termine probabilmente si
riferiti, in poesia, al principe e al capo del comitatus. Lagget- riferiva ai rapporti nellambito del comitatus, forse indicava
tivo continua in ingl. rich, ted. reich ricco. *Rka era il se- proprio il princeps, a giudicare da espressioni poetiche quali
condo formante preferito della dinastia gotica degli Amali, ags. freawine folca signore-amico del popolo, e an. vinr Bur-
il cui rappresentante pi importante fu Teoderico il Grande, gunda amico dei Burgundi (per indicare il re dei Burgundi).
re degli Ostrogoti in Italia. *wulfa lupo, in senso traslato guerriero; sost. germanico
*sahsa: originariamente spada corta (ata. sahs, ags. seax), da comune: got. wulfs, an. lfr (isl. lfur, norv. sved. dan. ulv),
cui derivato letnonimo dei Sassoni, gruppo germanico del sa. e ags. wulf (ingl. wolf ), ata. wolf (ted. Wolf ). In poesia e
Mare del nord, che erano caratterizzati dalluso di questo in antroponimia compariva in kenningar66 in cui luomo (il
tipo di arma. negli antroponimi il tema pu richiamare lar- portatore del nome) equiparato allanimale; il nome Beowulf,
ma o letnonimo, visto anche che un contingente di Sassoni letteralmente lupo delle api designazione tabuistica per
partecip alla conquista dellItalia da parte dei Longobardi. orso; nella poesia ags. il composto herewulf lupo delleser-
*eu: got. iuda, ags. eod, ata. diot, sa. thioda, an. j cito sinonimo di guerriero. Il lupo lanimale prediletto
popolo. Questo termine continuato, tra le lingue moder- nellonomastica germanica ed legato al culto di Odino67.
ne, nelle lingue scandinave (isl. j, norv. tjod, gotl. tjad)
mentre ha dato laggettivo ata. diutisk, da cui il moderno Dai temi onomastici individuati nel corpus antroponimico si
deutsch tedesco (che quindi in origine aveva senso di vol- possono dedurre termini designanti armi, animali, concetti
gare, popolare), a sua volta primo elemento nel composto legati allarea semantica della guerra e termini giuridici; que-
Deutschland Germania. sti ultimi sono noti in longobardo anche al di fuori dellan-
*ewa: got. ius, ata. teo, ags. eow servo. negli antroponimi troponomastica.
ha un significato sacrale servitore del culto di una divinit.
*walda: dominatore. nelle lingue germaniche antiche at-
testato il verbo got. waldan, ags. wealdan, sa. waldan, ata. 6.2. Fonetica
waltan, an. valda possedere, comandare, governare e il sost. Il corpus permette alcune osservazioni sulla fonetica degli an-
ags. geweald, ata. giwalt, sa. giwald, an. vald dominio, potere. troponimi longobardi e da questi, pi in generale, della lin-
*Walda dominatore, signore attestato in sassone antico nel gua dei Longobardi, fermo restante che necessaria cautela
composto alowaldo onnipotente (riferito al dio cristiano). nellutilizzo degli antroponimi per lo studio della fonetica,
nelle lingue moderne sono rimasti i verbi ingl. to wield e il per vari motivi. Innanzitutto, gli antroponimi rappresentano
ted. walten comandare, abbastanza poco usati, e il sost. ted. forme conservative nel lessico di una lingua e quindi possono
Gewalt potere. nelle lingue scandinave continuato il sost. avere caratteristiche arcaizzanti; inoltre, visto che si trovano
isl. e norv. vald, sved. vld, dan. vold. in un contesto latino, possono aver subito linflusso del latino
*wal: strage, battaglia, an. valr (isl. valur), ags. wl caduti e della lingua romanza in fieri non solo per quanto riguarda
(sul campo), sa. e ata. wal campo di battaglia (che soprav- la morfologia, ma anche nel loro aspetto fonetico. Tenendo
vive nel composto ted. Walstatt campo di battaglia) . In presente tale caveat, vediamo comunque le peculiarit degne
longobardo attestato nel composto uualopaus in ER 31, di nota che emergono dal corpus chiusino per il longobardo
aggressione compiuta sotto travestimento, dove secondo rispetto al germanico e alle altre lingue germaniche, in par-
elemento *bauta colpo, aggressione e il primo *wal, ticolare rispetto allalto tedesco antico, la lingua con la quale
con valore di spettrale, spaventoso. Si trova come primo il longobardo stato frequentemente posto in relazione dagli
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
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studiosi, e con la quale, rispetto alle altre lingue germaniche, due casi come <i> (Teudifridi, Teudirada) e in un altro come
presenterebbe le pi strette affinit. <e> (Teudemari). Un indebolimento si verifica ancora nella
resa <e> per gmc. */i/ (*ansi in Ansefrid, *guni in Gunte-
6.2.1. Vocalismo pertus e Guntefrid, *hri in Rodepald). Talora la vocale di
Per il vocalismo tonico, degna di nota nella forma onomastica composizione cade, specialmente quando il suono iniziale
Uuinichildu la vocale radicale del secondo formante *gelda, del secondo elemento del composto la semivocale */w/, ma
dove a gmc. */e/ corrisponde long. /i/; gmc. */e/ che diventa non solo (Adualdus, Gaidald, Gisolfus, Radcausus, Rodcari,
/i/ un fenomeno che, tra le lingue germaniche, caratterizza Rodfridi, Uualari, Uualfusus). Si verificano casi di oscillazio-
il gotico e a quanto pare condiviso anche dal longobardo, ne nella resa della vocale tematica (si ha la forma Ansifrid,
soprattutto se si considera che anche nel linguaggio giuridico ma anche Ansefrid).
abbiamo il termine actogild, uniforme nella tradizione mano- La semivocale */w/ viene resa con <uu> in inizio parola,
scritta delle leggi longobarde68. nelle altre lingue germaniche mentre quando rappresenta il primo suono del secondo ele-
le forme sono ags. gield69, an. gjald70, sa. geld, ata. gelt. La */e:/ mento del composto troviamo <o>: questo si verifica sempre
germanica si apre in /a:/, resa graficamente con <a>, negli ele- nellelemento *wulfa (in Aiolfu per es.) mentre per *walda
menti *ra (Radcausu, Teudirada, Cuniradu) e *mrija (Teu- come secondo elemento abbiamo un caso di <o> (Aboald),
demari): si tratta di uno sviluppo fonetico comune a tutte le uno di <u> (Aduald) e un caso di caduta della semivocale in
lingue del germanico occidentale (alto tedesco antico, anglo- composizione (Gaidald).
sassone, sassone antico, frisone antico) e assente nel germanico
orientale. Per quanto riguarda i dittonghi, osserviamo che il 6.2.2. Consonantismo
dittongo germanico */ai/ (che troviamo nellelemento *gaia Il consonantismo longobardo mostra dei tratti che lo avvici-
e *gaira) mantenuto come <ai> in Gaidilapus, Gaiderisi, nano ai dialetti alto tedeschi, caratterizzati dalla II Mutazione
Gairamundus e Anschaidi, ma talora si monottonga (/a:/) e Consonantica. La II Mutazione Consonantica un fenomeno
viene scritto come <a>, come si pu vedere da altre rese di che riguarda in primo luogo le occlusive sorde ereditate dal
*gaia (Gadepert), *gaira (Rodcari) e di *laiba (Audelapus, germanico, che in alto tedesco antico si realizzano, a secon-
Gaidilapus). Il dittongo */au/ reso regolarmente con <au> da del contesto fonetico o come fricative o come affricate72;
(*aua in Audelapus, Audepertus, Audifridi, Audimari, Au- riguarda poi le occlusive sonore germaniche, che tendono a
duuini, e *gauta in Radcausu, Uuarnicausus). Il dittongo */ diventare sorde. Molto si discusso sulla natura dellassor-
eu/ resta solitamente invariato, tranne in un caso: si tratta di dimento delle sonore in longobardo; lipotesi pi plausibile
Theotmari, variante grafica di Teudimari presente allinterno che la realizzazione delle consonanti germaniche secondo
dello stesso documento, dove */eu/ passato a /eo/, un esito schemi simili a quelli dei dialetti alto tedeschi non rappresenti
condizionato dalla successiva vocale aperta del tema *eu. una caratteristica per cos dire innata del longobardo, ma
Il dittongo */ai/ in alto tedesco antico si trasforma in /ei/ sia dovuta allinflusso alto tedesco, in particolare alemanno
oppure in /e:/; nel corpus chiusino dei nomi lgb. */ai/ resta e bavarese; proprio con Alemanni e Bavari infatti il regno
per lo pi invariato o, come in ags., si monottonga in /a:/. Il longobardo intrattenne intensi contatti culturali e politici.
dittongo */au/ resta invariato (come in an.), laddove in alto In genere, nellonomastica longobarda tra la fine del VII se-
tedesco antico diventa /ou/ o si monottonga in /o:/. Il mante- colo e per lVIII secolo che si ricava dai documenti privati gli
nimento di tali dittonghi avvicinerebbe il longobardo ancora effetti della II Mutazione Consonantica appaiono pi estesi
una volta al gotico, senonch esistono incertezze sullesatto rispetto ai nomi contenuti in documenti pi antichi, quali
valore fonetico da attribuire ai digrammi gotici <ai> e <au>71. ad esempio il prologo dellER73.
Solo il dittongo */eu/ nella sua particolare realizzazione <eo> Per le consonanti occlusive sonore, notiamo che gmc.*/b/ ri-
trova corrispondenza nello sviluppo alto tedesco antico, dove sulta assordita nella resa grafica <p> in posizione iniziale sia
si ha esito condizionato /eo/ (se la vocale seguente di timbro nel primo elemento del composto (Perideus, Pertulus, Pran-
aperto) o /iu/ (se la vocale seguente di timbro chiuso); va dulus, Pipinus) che nel secondo elemento (Alipert, Arniper-
per detto che nel nostro corpus tale sviluppo condizionato tus, Audepert, Bonipertus, Gadepert, Guntepertus, Ildipert,
in /eo/ attestato in ununica forma ed quindi una variante Boniperga, Rodepald) e anche in corpo di parola (Audelapus,
minoritaria della realizzazione /eu/. Gaidilapus, Lapulus, Pipinus); unico caso in cui la conso-
Per le vocali atone sono visibili fenomeni di indebolimento, nante viene mantenuta come sonora, a giudicare dalla grafia
specialmente per le vocali tematiche del primo elemento. Il <b>, Brittulus. Locclusiva sonora dentale gmc. */d/ risulta
fenomeno pi ricorrente rappresentato dalla */a/ atona che mantenuta in tre casi (Ildipert, Prandulus, Uuinichildu) e
viene resa con <i> (*ala in Alifrid, Alipert; *alda in Altifusus; resa con la corrispondente sorda <t> in due casi (Altifusus,
*aua in Audifridi, Audimari; *gaia in Gaidilapus; *gaira in Taco). Locclusiva sonora velare gmc. */g/ cade in posizione
Gairimundus; *bera in Perideus; *warina in Uuarnicausus) intevocalica (Aiolfus, dove seguita da vocale palatale), in
e anche con <e> (*aua in Audelapus e Audepert; *gaia in dieci casi viene mantenuta in posizione iniziale (Gadepertus,
Gadepert e Gaiderisi; *magina in Magnefrid; *ofta in Opte- Gaidilapus, Gaiderisi, Gaidald, Gairimundus, Gisolfus, Gun-
ris). La vocale atona di *eu in composizione compare in duini, Gundulus, Guntepertus, Guntefrid) e risulta assordita
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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e resa con <c> e <ch> in un solo caso in posizione iniziale lesito /d/ (tipico del germanico occidentale, alto tedesco
(Cuntulus), e in tutti e cinque i casi in cui fonema iniziale antico a parte).
del secondo elemento del composto (Anschaidi, Radcausus,
Rodcari, Uuarnicausus, Uuinichildus) e in due casi in corpo 6.3. Adattamento morfologico
di parola (Raco, Taco). Per quanto riguarda le occlusive sorde, I nomi germanici si trovano in documenti scritti in latino, e
un fatto degno di nota che gmc. */t/ si presenta nel corpus perci possono aver subito una latinizzazione a livello mor-
come <s> in *gauta (Radcausus, Uuarnicausus) come anche fologico. necessario premettere che il latino tardo dei do-
la velare */k/ di *rka (Gaiderisi, Opteris). cumenti ben lontano dalle regole del latino classico (tanto
La fricativa sonora interdentale germanica *// nei temi del da potersi configurare come un pre-italiano): spesso le reg-
corpus si trova sempre in corpo di parola e risulta sempre come genze non sono pi rispettate, per cui laddove ci si dovrebbe
<d> (Audelapus, Audemari, Audepert, Audifridi, Auduini; aspettare un dativo troviamo un altro caso e viceversa, poich
Anschaidi, Gaidilapus; Radcausus, Cuniradu; Teudemari, in questa epoca prende il via la crisi del sistema desinenziale
Teudifridi, Teudirada). La fricativa sorda interdentale gmc. latino, per cui la morfologia della flessione nominale comin-
*// viene resa come una occlusiva sonora dentale <d> (Ro- cia a semplificarsi e si costituisce una forma arelazionale o
depald, Rodcari, Alifrid, Ansifrid, Bonifrid, Frido, Guntefrid, fuoricaso (nel corpus spesso rappresentata per es. dalluscita
Lamfrid, Magnefrid, Teudifrid, Uuinifrid, Perideus, Adual- in -u per la seconda decl.).
dus) tranne che in posizione iniziale, dove invece compare Per quel che riguarda la flessione dei nomi germanici femminili,
<t> che esprime presumibilmente una occlusiva dentale sorda gli unici antroponimi del corpus sono Teudirada e Boniperga
(Teudemari, Teudifridi, Teudirada) e talora <th> (Theotmari, (che tra laltro sono soprannome e nome proprio di ununica
variante di Teudimari). Dopo nasale, nellelemento *guni, la persona); i secondi formanti sono temi germanici in - (*berg
resa oscillante: abbiamo sia <d> (Gunduini, Gundulus) ma e *r) e entrambi vengono flessi secondo la I declinazione
anche <t> (Guntefrid, Guntepertulus, Cuntulus). La spirante latina, quella dei femminili in -a.
velare sorda (-h-) cade in inizio di parola prima di consonan- I maschili bitematici vengono immessi nella maggior parte
te, soprattutto nel nesso *hr- (Rodcari, Rodepald, Rodfridi) e dei casi nella II declinazione latina, quella con nominativo in
prima di vocale (Airoald, Ildipert) e cade quando il primo -us: Gaidilapus, Gairimundus, Radcausus, Uuarnicausus ecc.
suono del secondo elemento del composto (Landarini). In un In questi documenti si trova spesso, nei nominativi maschili
solo caso (Rodcari) la spirante velare sorda germanica viene della II decl., la perdita romanza della -s finale: Adualdu (per
resa con <c>74. Ancora, per il consonantismo, interessante Adualdus), Alolfu (per Alolfus), Arnolfu (per Arnolfus), Cuni-
notare la caduta della nasale */n/ prima della sibilante sorda radu (per Cuniradus),Gaidilapu (per Gaidilapus), Uuinichildu
*/s/ nellelemento *funsa (Altifusus, Uualfusus). La caduta del- (per Uuinichildus) come succede naturalmente anche per i
la nasale davanti a spirante sorda un fenomeno tipico delle nomi di origine latina (per es. Ursu per Ursus). La perdita
lingue ingevoni del Mare del nord (lega linguistica formata romanza di -s finale si riscontra anche negli ipocoristici con
da ags., sa. e fa.), se non da ricondurre in questo contesto suffisso -ulus: per es. Prandulu per Prandulus.
a fenomeni romanzi. Sovente i bitematici maschili restano al nominativo ger-
Da queste osservazioni si possono trarre alcune considerazioni manico e rimangono indeclinati (non vengono aggiunte
generali. Innanzitutto si nota lassordimento delle occlusive desinenze casuali latine, n al nominativo, n in altri casi):
sonore */b/, */d/; per la velare sonora */g/ tale assordimento Aboald, Aduald, Airoald, Alifrid, Alipert, Ansifrid, Bonifrid,
non generalizzato. Lassordimento delle occlusive sonore Bonipert, Bonuald, Gadepert, Gaidald, Guntefrid, Lamfrid,
un tratto che avvicina il longobardo ai dialetti alto tedeschi Uuinifrid. I temi con vocale tematica gmc. *-i o *-ja escono
antichi, caratterizzati dalla II Mutazione Consonantica che, in -i, che fa parte del tema germanico: il caso di Uualari
tra le sue isoglosse, comprende appunto il fenomeno per cui (*harija) e di Gunduini, Auduini (*wini), Audimari, Teudi-
*/b/ > /p/, */d/ > /t/ e, in misura minore, */g/ > /k/. Per quanto mari (*mrija). La terminazione -i talora viene estesa anche
concerne le occlusive sorde germaniche, un elemento degno a temi germanici originariamente in -a, e questo avviene nei
di nota lapparente assibilazione della velare sorda */k/, resa casi specifici di Anschaidi, dove secondo elemento *gaia e
con <s> nellelemento *rka, fenomeno anche questo che di Gaiderisi, dove secondo membro *rka76. In Audifridi,
troverebbe un riscontro nella II Mutazione Consonantica, Rodfridi e Teudifridi la terminazione -i stata estesa a un
tipico del tedesco superiore (bavarese e alemanno), in cui la tema germanico in *u (*friu).
velare sorda si trasforma nella spirante sorda /x/ (quindi la
<s> potrebbe essere la resa grafica del cosiddetto Ich-Laut del
tedesco)75. Anche la resa <s> per gmc. /t/ in *gauta potrebbe 7. Considerazioni conclusive
indicare un analogo fenomeno di spirantizzazione, affine alla
II Mutazione Consonantica. Tra le isoglosse della II Muta- nelle chartae chiusine det longobarda troviamo una maggio-
zione Consonantica alto tedesca rientra il mutamento *// ranza di nomi germanici rispetto ai nomi di tradizione greco-
> /t/ che attestato nellonomastica longobarda dellItalia latino-ebraica77. Erano i ceti socialmente e politicamente pi
settentrionale, ma non in Toscana, dove troviamo invece rilevanti che ricorrevano alla pratica di stendere documenti
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
145

legali, e lonomastica ivi testimoniata riflette il predominio (ed. G. Waitz, MGH, Script. rerum Langob., Hannoverae 1878, 7-11).
politico e sociale delletnia longobarda. Comincia a venire 4
Si vedano in proposito: E. Gamillscheg, Romania Germanica. Sprach- und
Siedlungsgeschichte der Germanen auf dem Boden des alten Rmerreiches, vol.
meno comunque pi nellVIII secolo un rapporto automatico II, Berlin-Leipzig 1935, 129-174; G. Bonfante, Latini e Germani in Italia,
tra antroponimo e appartenenza etnica, come si pu vedere Brescia 1965; P. Scardigli, Allorigine dei longobardismi in italiano, in Goti
alla luce di alcuni rapporti di parentela, quando nella stessa e Longobardi. Studi di Filologia Germanica, Roma 1987, 269-293.
famiglia potevano coesistere a questepoca la tradizione ono- 5
Codice Diplomatico Longobardo, a cura di L. Schiaparelli, Roma, 1929-
1933, nn. 4, 7, 12, 14.
mastica germanica e quella non germanica. 6
ER 10; 22; 23; 29; 54; 63; 91; 102; 107; 115; 116; 243.
La maggior parte dei nomi germanici sono dei composti bi- 7
P. Delogu, Il regno longobardo, in Longobardi e Bizantini, a cura di P. Delogu
tematici, ma anche gli ipocoristici sono rappresentati in un - A. Guillou - G. Ortalli, Torino 1980 (Storia dItalia II), 1-216, a p.133.
certo numero. 8
Sullargomento in generale le opere fondamentali sono: E. Frstemann,
Sono presenti anche alcuni nomi ibridi latino-germanici. Altdeutsches Namenbuch, vol. I: Personennamen; II: Ortsnamen, Bonn 1900-
Risulta in atto nellVIII secolo unassimilazione culturale e 1916, rist. Mnchen-Hildesheim 1966.; H. Kaufmann, Ergnzungsband zu
linguistica longobardo-romanza, dimostrata dai nomi ibridi, E. Frstemann Personennamen, Mnchen-Hildesheim 1968; H.B. Woolf,
The Old Germanic Priciples of Name-giving, Baltimore 1939; H. Reichert,
dagli ipocoristici germanici con suffisso latino, dalla presenza Lexikon der altgermanischen Namen, I: Text, II: Register, Wien 1987-1990.
simultanea di nomi germanici e non germanici allinterno Per lonomastica longobarda in particolare si veda n. Francovich Onesti,
dello stesso nucleo familiare. Vestigia longobarde in Italia (568-774). Lessico e antroponimia, Roma 2000.
Il sistema onomastico germanico appare ancora vitale, in quanto
9
M.G. Arcamone, I Germani in Italia: lingue e documenti linguistici, in
Magistra Barbaritas. I Barbari in Italia, a cura di G. Pugliese Carratelli, Milano
permane la comprensione dei meccanismi della composizione 1984, 381-409, a p. 384.
germanica, come dimostrano la formazione dei nomi ibridi 10
Allitteravano tra loro consonanti uguali, vale a dire che per esempio una
e luso del meccanismo dalla ripetizione/variazione dei temi g- iniziale poteva allitterare solo con unaltra g-, mentre le vocali allitteravano
nei nomi di persone legate da parentela; inoltre, la presenza indipendentemente dal timbro, vale a dire una a- poteva allitterare con una
o-, o con una e-, ecc.
di un soprannome come Matitze, derivato dal verbo *matjan, 11
Il metro della poesia germanica era infatti il cosiddetto verso lungo allitte-
pi suffisso gmc. *-izan, pare attestare lesistenza (e la com- rante, formato da due versi brevi divisi da cesura ma legati dallallitterazione.
prensione) di un verbo germanico a cui far riferimento per 12
G. Schramm, Namenschatz und Dichtersprache: Studien zu den zweiglie-
la formazione della parola. drigen Personennamen der Germanen, Gttingen 1957, 37.
Dai temi utilizzati nellonomastica si pu ricavare parte del 13
Sugli ipocoristici longobardi si veda W. Bruckner, Die Sprache der
Langobarden, Strassburg 1895, 193-198.
lessico; con ogni probabilit parte dei temi appartengono a 14
Codex Diplomaticus Amiatinus. Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore am
un registro elevato e arcaico. Alcuni termini ricavati dallono- Montamiata, von den Anfngen bis zum Regierungsantritt Papst Innozenz III
mastica risultano attestati anche al di fuori di questultima, (736-1198), hrsg. von W. Kurze, I-II-IV; III/1: Profilo storico e materiali sup-
soprattutto nel campo del linguaggio giuridico longobardo, plementari, a cura di M. Marrocchi; III/2: Register, mit Beitrgen von M.G.
Arcamone - V. Mancini - S. Pistelli, Tbingen 1974-2004.
anche perch il linguaggio giuridico il campo semantico pi 15
V. nota 5. Questa edizione raccoglie tutti i documenti privati del regno lon-
corposamente rappresentato nelle fonti a nostra disposizione gobardo, di tutte le regioni del regno, fino al 774.
(soprattutto leggi, glossari, documenti legali). 16
CDL I 265 n. 92.
nella Chiusi longobarda dellVIII secolo si rileva linteressante 17
La tremisse era una moneta dellepoca.
presenza di due nomi con caratteristiche gotiche (Blanca, Op- 18
CDL I 281 n. 97.
teris) che possono indicare sopravvivenze etniche e/o culturali. 19
CDL II 44 n. 141.
Infine, le carte chiusine longobarde testimoniano un ruolo 20
Scario indica un funzionario longobardo con compiti amministrativi di beni
decisamente marginale delle donne nella vita pubblica; solo regi e ecclesiastici. Si tratta di un nomen agentis masch. in *-jan da gmc. *skar
parte (ingl. share parte, ted. Schar schiera) che ricorre anche nel composto
due donne vengono nominate, e si nota la totale assenza di ouescario, testimoniato nelle leggi (Ast. 20) e indicante un funzionario della
matronimici. corte regia; infatti un composto il cui primo membro si confronta con ags.,
sa. hof (ted Hof corte), con caduta romanza della h- iniziale. Il simplex scario
ricorre di frequente nei documenti privati e si confronta con ata. scario, sca-
ro capopattuglia che nel Vocabularius Sancti Galli traduce il lat. centurius.
21
CDL II 135 n. 174.
22
CDL II 165 n. 185.
nOTE 23
CDL II 169 n. 187.
24
CDL II 179 n. 192.
25
Termine giuridico longobardo, pegno, garanzia, testimoniato nelle leggi di
1
Le leggi dei Longobardi: storia, memoria e diritto di un popolo germanico, a Rotari (ER 360, 361, 362, 366), di Liutprando (Liut. 8, 15, 36-39) e di Rachi
cura di C. Azzara - S. Gasparri, 2. ed., Roma 2005. (Rat. prol. 5,8) e anche nella legislazione di Bavari e Alemanni, nella forma
2
F. Albano Leoni, Tre glossari longobardo-latini, napoli 1981. vadium, che entrata come prestito nel medio lat. vadium. Il termine germa-
nico originario *wadja, da cui got. wadi, an. ve, ags. wedd, sa. weddi, ata.
3
Oltre alla HL di Paolo Diacono (Pauli Diaconi Historia Langobardorum,
wetti, tutti neutri in *-ja (anche se in longobardo il termine stato latinizza-
edd. L. Bethmann - G. Waitz, in MGH, Script. rerum Langob. et
to nella I declinazione, che accoglie per lo pi nomi femminili e qualche ma-
Italicarum saec. VI-IX, Hannoverae 1878,12-187; Paolo Diacono,
schile). nelle lingue moderne sopravvive il ted. Wette scommessa; dalla stes-
Storia dei Longobardi, ediz. ital. a cura di L. Capo, Milano 1992) abbia-
sa radice abbiamo i verbi ted. wetten scommettere e ingl. (to) wed sposarsi.
mo la Origo Gentis Langobardorum (ed. G. Waitz, MGH, Script. rerum
Langob., Hannoverae 1878, 1-6; e Origo Gentis Langobardorum, a cura di
26
CDL II 334 n. 253.
A. Bracciotti, Roma 1998) e la Historia Langobardorum Codicis Gothani 27
Marisscalco, marscalc scudiero composto da *marha cavallo e *skalka
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
146

servitore; in origine indicava il mozzo di stalla ed passato poi a designare 49


P. Scardigli, Appunti longobardi, in Filologia e critica. Studi in onore di
la carica di un funzionario. Il termine attestato anche nellata. marhskalk e Vittorio Santoli, Roma 1976, I, 91-131, a p. 91.
nel franco-latino della Lex salica come mariscalcum (da cui il prestito in ita- 50
Il 568 lanno dellentrata in Italia dei Longobardi.
liano maniscalco, e, in un secondo momento tramite il francese, maresciallo). 51
M. Pfister, I prestiti linguistici di origine germanica fra tardo antico e alto
28
CDL II 437 n. 294. medioevo, in La cultura in Italia fra tardo antico e alto medioevo, Atti del
29
Launegild, attestato anche in sa. lngeld, ata. lngelt, termine composto Convegno tenuto a Roma, 12-16 novembre 1979, Roma 1981, 261-281, a p. 264.
da *launa ricompensa e *gelda pagamento e si trova di frequente nella legi- 52
Schramm, Namenschatz, 69-70.
slazione longobarda (ER 175; 184; Liut. 43; 54; 65; 73; Ast. 12), dove, come
nei documenti legali, non viene mai latinizzato.
53
*Aa ricorre per, oltre che nel bitematico contratto Appo, nel nome
Aduald(us), che portato da due persone diverse.
30
Il termine non testimoniato nelle leggi longobarde, ma lo di frequente
nelle chartae, anche come scherpa, schirpa; si confronta con ags. sceorp veste.
54
Per *bera- va per detto che compare in un nome, Perideus, attestato per
due diverse persone.
31
Sculdasius forma latinizzata del longobardo sculdhais, che si trova nelle
leggi (ER 1, 35; Liut. 25, 26 ecc.), e indica un funzionario dellamministra-
55
Winnili era il nome originario dei Longobardi, che cambiarono nome in
zione regia. Il termine formato da gmc. *skuldi debito e dal nomen agentis lunghe barbe (Longobardi) in onore di Odino (si veda S. Gasparri, La cultura
*haitjaz, da *haitan chiamare ( colui che chiama i debiti, cio esattore). tradizionale dei Longobardi: struttura tribale e resistenze pagane, Spoleto 1983).
Il composto, con il significato creditore si trova anche in ags. scyldhta, ata. 56
Il ted. Adler aquila viene dal composto Adelare, coniato nel XII secolo
sculthaizeo, sculdheizo, sa. sculdhetio; mentre nelle altre lingue germaniche il nellambito della falconeria; il composto formato dai termini atm. adel no-
termine un tema debole, in nasale, in longobardo si tratta di un tema for- bile e are aquila.
te, vocalico, in -ja. 57
LEdda Poetica una raccolta di carmi norreni messa per iscritto nel XIII secolo.
32
Un tipo nominale comprende tutti i nomi, che, pur presentandosi in for- 58
Frstemann, Altdeutsches Namenbuch, 254.
me fonetiche e grafiche diverse, sono costituiti dagli stessi elementi, mentre
la forma nominale la singola realizzazione fonetica e/o grafica di un tipo
59
ER 224, De manomissionibus.
nominale, per es. Alipertus e Alpertus sono due forme nominali che apparten- 60
Il Glossario Matritense uno dei tre glossari longobardo-latini che ci sono
gono allo stesso tipo nominale (*ala-berhta). stati tramandati.
33
La formula traducibile come detto anche, alias. 61
HL I, 13.
34
Francovich, Vestigia, p 242. 62
ER 386.
35
Sono dinastie e popolazioni menzionate nel poema epico anglosassone 63
ER 225.
Beowulf, messo per iscritto intorno al 1000 ma probabilmente di composi- 64
Liut. 134; 141.
zione pi antica, forse risalente all VIII secolo. 65
ER 173.
36
Il suffisso ipocoristico *-ilan tipico dellonomastica gotica: si vedano antro- 66
Le kenningar (sing. kenning) sono un artificio poetico tipico della poesia
ponimi quali Wulfila piccolo lupo, lupacchiotto, nome del traduttore della germanica antica; si tratta di metafore, di solito a due termini, che definisco-
Bibbia in gotico, e Attila piccolo padre, nome del re degli Unni il quale, pur no un oggetto attraverso una similitudine: per es. destriero delle onde una
non essendo di etnia germanica, portava un nome gotico, a causa degli stretti kenning per nave, splendore della battaglia kenning per spada.
rapporti che si strinsero tra Goti e Unni. 67
In un passo della HL (I, 9) Paolo Diacono afferma che Godan (Odino) il
37
G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, principale dio dei Longobardi.
Torino 1966-1969, vol. III, 412. 68
Scardigli, Appunti longobardi, 203.
38
n. Francovich Onesti, L incontro fra le culture latina e germanica
nellItalia longobarda alla luce dellantroponimia, in Akkulturation, hrsg. D.
69
nellags. gield la <i> rappresenta un espediente grafico per indicare la qua-
Hgermann - W. Haubrichs - J.Jarnut, Berlin-new York 2004 (Ergnzungsbnde lit palatale della <g> precedente.
zum Reallexikon der germanischen Altertumskunde, 41), 204-220, a p. 204. 70
La forma an. gjald caratterizzata dalla frattura delloriginaria */e/ germanica.
39
Si veda a proposito la testimonianza di HL II, 6: aggregati ai Longobardi, 71
incerto se <ai> e <au> in gotico avessero ancora valore di dittonghi o in-
arrivarono in Italia, oltre a contingenti di altre trib germaniche, anche grup- dicassero in realt dei monottonghi; si veda a proposito R.J.E. DAlquen,
pi appartenenti a etnie non germaniche, per es. Sarmati. Gothic ai and au, The Hague-Paris 1974, e anche J.W. Marchand, The Sounds
40
Teoderico il Grande costitu un regno ostrogotico in Italia nel 493, che go- and Phonemes of Wulfilas Gothic, The Hague-Paris 1973.
vern fino alla morte, nel 526. Quando i suoi successori furono sconfitti dai 72
In alto tedesco antico le consonanti occlusive sorde del germanico hanno
Bizantini nel 553, molti Ostrogoti ripararono probabilmente in zona bavara, due esiti diversi, condizionati dal contesto fonetico. In ambito vocalico diven-
ma alcuni di loro rimasero in Italia e in seguito si fusero con i loro successo- gono fricative sorde doppie, con tendenza a semplificazione dopo vocale lun-
ri, i Longobardi. ga o dittongo e in fine di parola; in ambito consonantico (in inizio di parola,
41
Si veda a proposito F. Albano Leoni, Bilinguismo e coscienza del bilingui- interno o fine parola dopo consonante, e nelle geminate) divengono delle af-
smo nellItalia longobarda, in Italia linguistica: idee, storia, strutture, a cura fricate. Altra isoglossa della II Mutazione consonantica lassordimento delle
di F. Albano Leoni - D. Gambarara - F. Lo Piparo, Bologna 1983, 133-148. occlusive sonore e il mutamento di gmc. * > ata. t.
42
M.V. Molinari, Lessico longobardo nei testi latino-medievali. Problemi di in-
73
Francovich, Vestigia, 234.
terferenza, in Dialettologia e varia linguistica per Manlio Cortelazzo, a cura di 74
Va comunque detto che linterpretazione del secondo elemento in questo
G.L. Borgato - A. Zamboni, Padova 1989 (Quaderni patavini di Linguistica. nome composto incerta, essendoci la possibilit che non si tratti di *harja
Monografie, 6), 225-239, a p. 226. bens di *gaira (e in tal caso si avrebbe lasordimento della consonante inizia-
43
Bruckner, Die Sprache, 13-14. Da questa convizione del Bruckner deriva le e monottongazione).
la sua scelta di analizzare come appartenenti al patrimonio longobardo antro- 75
non si pu per escludere che si tratti di un fenomeno legato al dialetto
ponimi germanici attestati in Italia fino al 1000. romanzo parlato nellarea di origine del documento, come anche per la resa
44
B. Migliorini, Storia della lingua italiana, Firenze 1961 (VI ediz.), 49. <s> dellocclusiva dentale di *gauta.
45
E. Sestan, LItalia medievale, napoli 1966, 46.
76
In questo caso anche pensabile che il tema, anzich *rka principe possa
essere *rkja regno.
46
C. Tagliavini, Le origini delle lingue neolatine, Bologna 1972 (VI edizio- 77
Le persone che portano un nome non germanico sono 41, di cui 40 maschi
ne), 298.
e una femmina: Andreas, Babbulus, Baroncellus, Bonulus, Candidus, Cauro,
47
G. Petracco Sicardi, La situazione linguistica nellItalia precarolingia, in Domninulus (4 persone diverse), Donatus, Fabrulus, Fusculus, Sarago, Firmus
La cultura in Italia fra tardo antico e alto medioevo, Atti del Convegno tenuto (3), Grosso, Grossulus, Iobianus, Iohannes (4), Laurentius (2), Lucius, Lupulus,
a Roma, 12-16 novembre 1979, Roma 1981, 201-215, a p. 202. Maurinus, Onistasi, Petrune, Piperello (2), Sergius, Sparune, Tussiolus, Ursus
48
Albano Leoni, Bilinguismo, 139. (3), Zurro; solo un femminile: Sorina.
MARUSCA FR AnCInI LAnTROPOnIMIA GERMAnICA nELLE CHARTAE DI CHIUSI DELLVIII SECOLO
147

Siena, Archivio di Stato, Chiusi 771 (da ChLA n. 746, 73; vd. anche Kurze, CDAn. 18).
LA TOPONOMASTICA DI ORIGINE GERMANICA
NEL TERRITORIO CHIUSINO

Federico Belli

Leredit longobarda nel territorio della citt di Chiusi, sede dente a quello dellantica diocesi di Chiusi dettata dalla
di un importante ducato di frontiera, testimoniata, oltre necessit di avere dei confini precisi per delimitare la ricerca.
che dai numerosi ritrovamenti archeologici riferibili al pe- Si precisa inoltre che si fatto qui ricorso alla moderna car-
riodo della dominazione di questo popolo in Italia, anche tografia perch la documentazione storica, particolarmente
da consistenti tracce nella toponomastica. I Longobardi lacunosa, forniva un numero di toponimi di origine germa-
hanno infatti lasciato testimonianza della loro presenza in nica troppo esiguo al fine della presente ricerca.
Italia (e in Toscana) nei toponimi derivati da numerosi temi I toponimi qui analizzati sono stati suddivisi in due gruppi
germanici alcuni dei quali entrati anche nel lessico comu- in seguito ad una distinzione dei temi germanici da cui si
ne. Tra questi, i pi frequenti e diffusi nella penisola, per sono evoluti: 1) toponimi derivati da termini indicanti in-
fare alcuni esempi, sono i toponimi derivati da *sali- > Sala sediamento e 2) toponimi derivati da termini dal significato
(grande abitazione ad un solo vano, corte di raccolta delle tecnico e amministrativo.
derrate) diffusi un po ovunque da nord a sud ma con una
certa consistenza in particolare in Toscana; *far- > Fara/
Farra (corpo di spedizione armata) presenti per lo pi nellI- 1. Toponimi derivati da termini indicanti insediamento
talia nord-orientale (Lombardia, Veneto, Friuli) e lungo la
fascia adriatica dellItalia centrale dallAbruzzo alla Puglia In questo primo gruppo sono esaminati i toponimi derivati
settentrionale; *gahagjan- > Cafaggio/Gaggio/Gazzo (luogo da termini che forniscono lindicazione certa di un insedia-
o boschetto recintato, riserva di caccia, area recintata con mento e che derivano o da temi germanici oppure da ag-
siepi) presenti in quasi tutta lItalia centro-settentrionale gettivi etnici riferiti a gruppi allogeni. I pi comuni sono i
ma straordinariamente diffusi in special modo in Toscana; toponimi derivati da *sali- e *far- (questo ultimo assente
*walda- > Gualdo/Galdo/Valdo (insieme di terreni colti- nel territorio di Chiusi).
vati a bosco) diffusi da nord a sud nei territori un tempo
longobardi; *braid > Braida/Braia (vasto terreno piano) *sali- grande abitazione ad un solo vano, corte di raccolta
presenti soprattutto nellItalia del Nord. A questi temi che delle derrate
hanno prodotto un largo patrimonio toponomastico ne I toponimi che hanno avuto origine dal longobardo *sali-,
vanno aggiunti molti altri che hanno avuto tuttavia una insieme ai derivati da *far- (> Fara, Farra), sono quelli
diffusione quantitativa pi limitata. che individuano in modo esplicito i nomi di luogo derivati
Il presente studio basato sullanalisi dei toponimi moderni da termini indicanti insediamento. I toponimi derivati da
contenuti nelle carte della CTR, la carta tecnica regionale questo tema sono presenti in quasi tutta lItalia longobarda,
della Toscana in scala 1:10.0001, relative al territorio me- da nord a sud, e risultano essere particolarmente frequenti
dievale di Chiusi, quale risulta dalla carta in appendice al I in Toscana dove si trovano anche alcune forme composte
volume delle Rationes Decimarum Itali-Tuscia. La scelta di come Salssimo < Salisciamo (anno 771, nel comune di Luc-
eseguire lo studio toponomastico sul territorio corrispon- ca) derivato dalla forma composta germ. *sali-+-*haima- e
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
150

Caggiole
La Sala

Il Caggio II Sala
Bindo
Lombarda
P. Lombarda

Scocchia
P. Saletta P. Godiolo Caggiole
Caggiole
Fat. S.G. alle Sale P. Le Sale
F. Caggiole
F. delle Gauggiole
Caggiolo
P. Gauggiole Le Gode
P. Poggio la Sala
F. del Trogone Caggiolo
F. del Trogolo Caggiolino

P. Caggiolo CHIUSI
P. Borghero
P. Borghereto F. del Caggiolo Le Biffe
P. Caggiolo
P. Borgheri Caggio
P. Caggiolo
P. Caio basso
P. Caio
P. Caio alto
Pescina
P. Gaggiolo
P. Gaggioli

Monte Amiata
Il Trogolo
F. di Trogoli
Poggio Lombardo Toponimi etnici: Goti, Longobardi, Bulgari
I Troghi *sali-
*baki-
*bindo-
F. dei Trogoli *gahagjan-
*haimodi-
*skulka-
*troga-
*wipo-

Toponimi di origine germanica del territorio di Chiusi in epoca medievale. (Il territorio preso in esame quello che risulta dalla cartina in appendice alle
Rationes Decimarum Italiae Tuscia).

Fisila < *fehu-+-*sali- col significato di grossa stalla testimo- Fra i toponimi di origine germanica che indicano insedia-
niato per lanno 890 nella citt di Lucca, oggi scomparso2. mento possiamo elencare anche quelli derivati dagli etnici.
Fra i toponimi presenti nel territorio di Chiusi qui elencati nel territorio Chiusino ho individuato alcuni nomi di luogo
solamente uno risulta essere presente in forma suffissata che rimanderebbero a Goti, Longobardi e Bulgari, questi ul-
con suffisso diminutivo -etta (Saletta), da intendersi come timi non appartenenti alle genti germaniche ma sicuramente
piccola Sala e non come derivato dal latino salix vista la analizzabili insieme a queste poich giunti in Italia in un
vicinanza di altre Sale. Infatti i tre toponimi individuati nel periodo e in un contesto ormai germanizzato (seconda met
comune di Buonconvento (podere Saletta, le Sale, Fattoria del VII secolo), nel pieno della dominazione longobarda.
San Giuseppe alle Sale), fanno riferimento evidentemente Allo stato attuale della ricerca sembrerebbero essere assenti
ad una unica Sala originaria, essendo situati a pochissima toponimi etnici riferibili ad altre genti giunte in Italia con i
distanza tra loro. Longobardi o in un periodo precedente o successivo al loro
Sala, f 298150 CTR arrivo come Svevi, Sarmati, Gepidi, Bavari, Sassoni, Alani,
Sala (la), f 298150 CTR Turingi, Franchi, Burgundi, Avari la cui esistenza invece
Sala (poggio), f 309110 CTR testimoniata in altre parti della Toscana e della penisola.
Saletta (podere), f 308070 CTR
Sale (le), f 308070 CTR
Sale (Fattoria San Giuseppe alle), f 308070 CTR
FEDERICO BELLI LA TOPOnOMASTICA DI ORIGInE GERMAnICA nEL TERRITORIO CHIUSInO
151

Bulgari Longobardi
nel comune di Castiglione dOrcia potrebbero derivare dal Dal nome dei Longobardi derivano probabilmente due to-
nome dei Bulgari alcuni toponimi riscontrabili tutti in un area ponimi nei comuni di Cortona e Santa Fiora. nel comune
ristretta e riconducibili, nel caso in cui ne fosse comprovata di Cortona troviamo il toponimo Lombarda col quale si
lorigine dalletnico dei Bulgari, ad un unico insediamento indicano sia un podere sia un terreno vicini tra loro, e che
originario. Questi Bulgari, probabilmente, erano parte di pertanto non andranno disgiunti. nel comune di Santa Fio-
quelle schiere che, guidate da Alzecone, giunsero alle porte ra invece presente il toponimo Poggio Lombardo col quale
dItalia durante il regno di Grimoaldo (662-671) il quale le si indica un rilievo in prossimit del monte Amiata. In en-
impieg come truppe ausiliarie dislocandole in prossimit di trambi i casi i toponimi derivati dalletnico dei Longobardi
strade o luoghi importanti. In Toscana possiamo ricordare al- si presentano nella forma sincopata (lombardo < longobardo),
tre localit che da queste genti hanno preso il nome: Blgheri fenomeno tipico dellItalia centrosettentrionale, al contra-
(presso Castagneto Carducci), Bulgari presso Vicoplago di rio dellItalia meridionale che presenta invece la forma non
Lucca (a. 788, non pi esistente) e Bulgari presso Prgine sincopata (longobardo, sia nella onomastica cognominale, sia
Valdarno, Arezzo (a. 1021, non pi esistente), non a caso in nella toponomastica) e dove i nomi di luogo che presentano
prossimit di importanti citt sedi di funzionari longobardi, in nesso letnico lombardo (per esempio Guardia Lombardi,
come Chiusi sede di un importante ducato longobardo, loca- S. Angelo dei Lombardi, Torella dei Lombardi, Pesco Lom-
lit per la quale abbiamo attestato un altro Bulgari (a. 1084)3. bardo) sono il risultato di una introduzione dal centro e dal
In tutti e tre i toponimi si possono notare il passaggio /u/ > nord Italia, residuo di una colonizzazione gallo-italica del
/o/, il rotacismo /l/ > /r/ e la metafonia della /a/ > /e/. Solo basso medioevo proveniente da quella vasta area un tempo
un toponimo presenta la forma suffissata, con suffisso -etto chiamata Lombardia, ma non necessariamente corrispon-
(Borgheretto, evidente diminutivo di Podere Brghero). non dente alla odierna Lombardia. non tuttavia da escludere
tuttavia da escludere che alcuni toponimi, fatti derivare che i toponimi qui indicati possano derivare dallaggettivo
da studiosi come il Petkanov dal nome dei Bulgari, in real- moderno lombardo oppure da una delle tante consorterie
t abbiano origine dalla voce borgo, concetto questo ultimo di Lambardi presenti in Toscana e menzionate nelle fonti a
espresso in passato da Giandomenico Serra e Dante Olivieri partire dallXI secolo.
in contrapposizione allautore precedentemente citato, i quali Lombarda, f 309040 CTR8
hanno avanzato forti dubbi relativamente ad una derivazione Lombarda (podere), f 309040 CTR
dalletnico dei Bulgari della maggioranza dei toponimi pre- Lombardo (Poggio), f 320120 CTR
ferendo invece una origine dal tardo latino *burgulus, anche
se questa ipotesi non mi appare convincente4.
Brghero (podere)5, Pieri TTM 626 2. Toponimi derivati da termini dal significato tecnico e
Borgheretto (podere), f 320040 CTR amministrativo
Brgheri (fosso), f 320040 CTR
Pi numerosi sono invece i temi che hanno dato origine ai
toponimi appartenenti a questo gruppo. Qui sono riportati
Goti i toponimi derivati da termini relativi allamministrazione,
Dal nome dei Goti (Ostrogoti) sembrerebbero derivare allorganizzazione militare, allorganizzazione delle campa-
due toponimi situati a pochi chilometri di distanza luno gne e delle acque, che hanno avuto una grande diffusione
dallaltro, anche se in due comuni differenti (Montalcino nellItalia longobarda, ed in particolar modo in Toscana.
e San Giovanni dAsso). Entrambi i toponimi, che indi-
viduano due distinti poderi, presentano la sonorizzazione *baki- torrente, rivo
della sorda intervocalica /t/ > /d/. Questo mi ha indotto, Dal tema germanico *baki-, longobardo *pehhi-, potrebbe
in altra sede, ad avanzare alcuni dubbi riguardo questi to- derivare il toponimo Pescina nel comune di Seggiano, alle
ponimi, ma la contemporanea presenza di numerosi altri pendici del Monte Amiata, in una zona caratterizzata dalla
nomi e considerazioni di carattere storico, come la presenza presenza di diversi toponimi di origine longobarda (oltre al
certa di Goti nella zona (il riferimento qui al famoso te- nome stesso del Monte Amiata si ha Podere Gaggilo, Poggio
soro di Galognano, localit del comune di Colle val dElsa Lombardo, i Troghi). In Toscana questo tema germanico ha
nella stessa provincia di Siena, riconducibile allambiente dato origine, come ha dimostrato Maria Giovanna Arcamo-
gotico), mi inducono a propendere per un origine etnica, ne, a numerosi toponimi, il pi famoso dei quali senzaltro
derivata dal nome dei Goti, dei toponimi in questione7. Il Pscia (fiume e citt) in provincia di Pistoia, anche in forma
toponimo Godilo presenta il suffisso diminutivo -lo e non composta come Altopscio, Aldipscio, Topasciano/Tobascia-
da escludere che vada messo in relazione con il (relativa- no in provincia di Lucca, derivati dal composto *theud-
mente) vicino Gode. +-*baki- torrente, rivo pubblico, e Stampscia (< germ.
Gode (le), f 308100 CTR *staina-+-*baki- torrente pietroso) in provincia di Pistoia,
Godilo (podere), f 308070 CTR col quale si invece indicato per molto tempo lodierno tor-
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
152

rente Cessana di Buggiano, comune della Valdinievole non Caio basso (podere), f 321030 CTR
lontano da Pscia citt e fiume9. Qui il toponimo derivato Gaggile, f 298150 CTR
dal tema germ. *baki- presenta la suffissazione diminutiva Gaggili (podere), f 320070 CTR
in -ina (Pescina). non tuttavia da escludere che per questo Gaggilo (podere), f 320070 CTR
lemma concorra anche litaliano piscina, dato che la suffissa- Gauggile (fosso delle), f 308100 CTR
zione diminutiva preferita per Pscia risulta essere, almeno Gauggile (podere), f 308100 CTR
in Toscana, Psciola e Pesciolina.
Pescina, f 320080 CTR *haimdi- grosso possesso ereditario, grande podere
Lavere individuato la presenza e la diffusione di questo
*bind- striscia di terreno tema germanico in Toscana si deve a Maria Giovanna Ar-
Il tema germanico *bind- ha dato origine a vari toponimi camone, la quale ne ha dimostrato levoluzione in toponimi
del tipo Binda/Bindo diffusi nellItalia settentrionale10. Il toscani come Amiata e Meati (< Amiate, a. 837)11, questo
toponimo Bindo, nel comune di Sinalunga, potrebbe deri- ultimo nel comune di Lucca dove si inserisce in un con-
vare da questo tema germanico. testo toponomastico fortemente longobardizzato12. Anche
Bindo, f 309020 CTR il toponimo Amiata si inserisce in un contesto geografico
caratterizzato dalla presenza di diversi toponimi di origine
*gahagjan- luogo o boschetto recintato, riserva di caccia, longobarda (Pescina, Podere Gaggilo, Podere Gaggili, Pog-
area recintata con siepi gio Lombardo, I Troghi).
I toponimi derivati da tema germ. *gahagjan-, longobardo Amiata (Monte), f 320120 CTR
*gahagi-, sono i pi numerosi tra quelli individuati nel terri-
torio di Chiusi ed hanno avuto una diffusione straordinaria *skulka- vedetta, guardia
in tutta lItalia longobarda. Diffusissimi in tutta la Toscana, Il tema germanico *skulka- ha dato origine ad alcuni toponi-
che probabilmente ne conta il maggior numero, nelle forme mi toscani tra i quali possiamo ricordare Scoccolino (localit
Cafaggio, Caggio/Gaggio (e derivati), presente al nord Italia presso San Miniato), Sculcamo (a. 853, presso Sesto di Mo-
nelle forme Gaggio e Gazzo. nel territorio di Chiusi domina riano, oggi non pi esistente, derivato da *skulka-+-*haima-
la forma Caggio con i suoi derivati suffissati in -lo. Presente insediamento di scolche), Sculcula (a. 1140, Campagna-
anche la forma Caio mentre assente risulta essere la forma tico, non pi esistente), Scolcola (a. 1029, Pieve di Socana,
Cafaggio diffusissima nel resto della Toscana centrale (Valdar- Castel Focognano, non pi esistente). nel territorio preso in
no) e occidentale. I due toponimi Caggile e fosso Caggile nel esame si pu far risalire a questo tema il toponimo Scocchia
comune di Montepulciano, poich situati a pochissima di- presso Montefollnico (Torrita di Siena) ricordato sia dal
stanza tra loro, fanno riferimento probabilmente ad un unico Pieri che dal Mastrelli13. Termine appartenente allorganiz-
Cagium originario, come pure i toponimi podere Caio, podere zazione militare, fu utilizzato in primis dai Goti entrando
Caio alto, podere Caio basso nel comune di Cetona. Anche il poi nel latino altomedievale. In generale, i toponimi derivati
toponimo Caggiolino, che presenta una doppia suffissazione da questo tema sembrano comunque appartenere al periodo
diminutiva (-lo+-ino), da mettere in relazione con il vici- della conquista longobarda.
no Caggilo, per cui entrambi andranno riferiti ad un unico Scocchia, Pieri TVA 35714
Caggio originario. nei due toponimi fosso delle Gauggile e
podere Gauggile, nel comune di Montalcino, si pu notare la *troga- trogolo, recipiente di legno
presenza di una /u/ da intendersi come inserimento di vocale Dal tema germanico *troga- sono derivati numerosi topo-
spuria, anche se non da escludere che si possa semplicemente nimi toscani come Trogo, Troghi, Trgolo, Trgoli diffusi in
trattare di un errore di trascrizione. tutta la regione15. Si pu notare come i toponimi derivati da
Caggio, f 321030 CTR questo tema si concentrino soprattutto nella zona amiati-
Caggio II (il), f 298140 CTR na, in particolare sul versante occidentale e meridionale del
Caggile, f 309060 CTR monte. I due toponimi nel comune di Arcidosso (Fonte di
Caggile, f 309060 CTR Trgoli e Il Trgolo) essendo situati a pochissima distanza lu-
Caggile (fosso), f 309060 CTR no dallaltro deriveranno probabilmente da un unico Trogo/
Caggiolino, f 309110 CTR Trgolo originario. La maggior parte dei toponimi derivati da
Caggilo, f 309110 CTR questo tema presentano la suffissazione in -olo/-oli (Trgolo,
Caggilo, f 309090 CTR Trgoli), mentre uno solo presenta il suffisso -one (Trogone).
Caggilo (fosso del), f 321030 CTR Troghi (i), f 320120 CTR
Caggilo (podere), f 308150 CTR Trgoli (fonte di), f 320100 CTR
Caggilo (podere), f 321030 CTR Trgoli (fosso dei), f 320150 CTR
Caggilo (podere), f 321030 CTR Trgolo (fosso del), f 308110 CTR
Caio (podere), f 321030 CTR Trgolo (il), f 320100 CTR
Caio alto (podere), f 321030 CTR Trogone (fosso del), f 309090 CTR
FEDERICO BELLI LA TOPOnOMASTICA DI ORIGInE GERMAnICA nEL TERRITORIO CHIUSInO
153

*wp- ciuffo di paglia come segno di possesso, fascio 4. Repertorio toponomastico


posto come confine
Il tema germanico *wp-, longobardo *wffa-, ha dato ori- Toponimo Comune Riferimento Descrizione
gine in Toscana ad alcuni toponimi come Alla Ghiffa nel Amiata (Monte) Castel del Piano f 320120 CTR Collina/poggio
comune di Camaiore16 e a vari toponimi Biffa/Biffe, come Biffe (le) Chiusi f 321040 CTR Centro abitato
Biffa del Troggio, monte nel comune di Bagni di Lucca, e
Bindo Sinalunga f 309020 CTR Centro abitato
Poggio la Biffa, rilievo nel comune di Massa Marittima.
Borgheretto (podere) Castiglione dOrcia f 320040 CTR Centro abitato
interessante sottolineare che nel territorio preso in esame
nel toponimo Le Biffe il fonema -w- di *wp- d esito -b-, Brgheri (fosso) Castiglione dOrcia f 320040 CTR Centro abitato
fenomeno che appare comune a quasi tutti i toponimi to- Brghero (podere) Castiglione dOrcia TTM 62 Centro abitato
scani derivati da questo tema. Caggio Sarteano f 321030 CTR Centro abitato
Biffe (le), f 321040 CTR Caggio II (il) Sinalunga f 298140 CTR Centro abitato
Caggile Montepulciano f 309060 CTR Centro abitato
Caggile Montepulciano f 309060 CTR Terreno
3. Considerazioni finali Caggile (fosso) Montepulciano f 309060 CTR Corso dacqua
Caggiolino Chianciano Terme f 309110 CTR Centro abitato
Il territorio di Chiusi qui analizzato, corrispondente alle
Caggilo Pienza f 309090 CTR Centro abitato
terre appartenenti alla Diocesi di Chiusi nella seconda met
Caggilo Chianciano Terme f 309110 CTR Centro abitato
del XIII secolo cos come risulta dalla cartina in appendice
alle Rationes Decimarum Italiae, Tuscia (I), che va dal Lago Caggilo (fosso del) Sarteano f 321030 CTR Corso dacqua
Trasimeno fino al Monte Amiata, passando per lalta e me- Caggilo (podere) Castiglione d Orcia f 308150 CTR Centro abitato
dia Valdorcia, presenta una discreta quantit di toponimi di Caggilo (podere) Cetona f 321030 CTR Centro abitato
origine germanica, in particolar modo di origine longobarda, Caggilo (podere) Sarteano f 321030 CTR Centro abitato
derivati da diversi temi. Possiamo distinguere anche alcune Caio (podere) Cetona f 321030 CTR Centro abitato
zone in cui questi toponimi si concentrano con una certa Caio alto (podere) Cetona f 321030 CTR Centro abitato
consistenza: in particolare sui rilievi collinari della Valdichia- Caio basso (podere) Cetona f 321030 CTR Centro abitato
na, dal confine aretino fino a sud di Chiusi verso Cetona, e
Gaggile Cortona f 298150 CTR Centro abitato
sul versante occidentale e sud-occidentale del Monte Amia-
Gaggili (podere) Castel del Piano f 320070 CTR Centro abitato
ta, con una appendice verso la media Valdorcia. Il territorio
compreso tra il versante orientale del Monte Amiata e Ce- Gaggilo (podere) Seggiano f 320070 CTR Centro abitato
tona (lalta Valdorcia) appare invece sguarnita di toponimi Gauggile (fosso delle) Montalcino f 308100 CTR Centro abitato
di origine germanica, stando ai risultati fin qui conseguiti, Gauggile (podere) Montalcino f 308100 CTR Centro abitato
anche se questa assenza di toponimi va, forse, messa in re- Gode (le) Montalcino f 308100 CTR Centro abitato
lazione con il nome stesso del Monte Amiata (derivato dal Godilo (podere) San Giovanni dAsso f 308070 CTR Centro abitato
tema *haimdi grosso possesso ereditario, grande podere) Lombarda Cortona f 309040 CTR Terreno
legato alla presenza di una vasta propriet regia, il cui nome Lombarda (podere) Cortona f 309040 CTR Centro abitato
si sarebbe poi esteso a tutta la montagna.
Lombardo (Poggio) Santa Fiora f 320120 CTR Collina/poggio
Pescina Seggiano f 320080 CTR Centro abitato
Sala Cortona f 298150 CTR Centro abitato
Sala (la) Cortona f 298150 CTR Centro abitato
Sala (poggio) Montepulciano f 309110 CTR Centro abitato
Sale (Fatt. S. Giuseppe alle) Buonconvento f 308070 CTR Centro abitato
Sale (le) Buonconvento f 308070 CTR Centro abitato
Saletta (podere) Buonconvento f 308070 CTR Centro abitato
Scocchia Torrita di Siena TVA 357 Centro abitato
Troghi (i) Piancastagnaio f 320120 CTR Centro abitato
Trgoli (fonte di) Arcidosso f 320100 CTR Corso dacqua
Trgoli (fosso dei) Santa Fiora f 320150 CTR Corso dacqua
Trgolo (fosso del) Montalcino f 308110 CTR Corso dacqua
Trgolo (il) Arcidosso f 320100 CTR Terreno
Trogone (fosso del) Pienza f 309090 CTR Corso dacqua
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
154

3
Per linsediamento di alcuni contingenti di Bulgari, durante il regno di
nOTE Grimoaldo, in varie parti dItalia si veda Belli, Toponomastica di origine lon-
gobarda, in corso di stampa; per lidentificazione del toponimo Brghero con il
Bulgari a. 1084 si veda F. Belli, Etnici e nomi di luogo di origine germanica in
Italia, in Onomastica - Collana di studi di Onomastica italiana, 3, Alessandria
1
Le carte della CTR utilizzate per la realizzazione di questo lavoro sono: 2008, 309-338. Toponimi derivati dalletnico dei Bulgari si trovano anche in
298140, 298150, 308070, 308100, 308110, 308150, 309020, 309040, altre regioni italiane, soprattutto del Centro e del nord.
309060, 309090, 309110, 309160, 320040, 320070, 320080, 320100, 4
Si veda, a questo proposito, D. Olivieri, Ancora sui derivati e presunti de-
320120, 320150, 321030, 321040. Lutilizzo delle carte della CTR in sca- rivati del nome Bulgarus, Lingua nostra 21 (1960), 122; I. Petkanov,
la 1:10.000 permette di raccogliere dati estremamente dettagliati riferiti ad Bulgarus nellonomastica e nella toponomastica italiana, Lingua nostra
un territorio qualsiasi della Toscana, dando cos la possibilit di realizzare 21 (1960), 17-20; I. Petkanov, Di nuovo su Bulgarus, Lingua nostra 22
dei repertori toponomastici altrimenti difficilmente realizzabili.
(1961), 93; G. Serra, Contributo alla storia dei derivati di Burgus: Borgale,
2
Per Salssimo e Fisila si vedano: M.G. Arcamone, Reflexe des langobardi- Borgaria, Borgoro, Filologia Romanza 5 (1958), 1-48.
schen Lautsystems in der italienischen Toponomastik, Onoma 21 (1977), 5
Per lindividuazione del toponimo Podere Brghero si veda S. Pieri,
51-56, alle pp. 54-55; M.G. Arcamone, Toponomastica italiana di origi- Toponomastica della Toscana meridionale (valli della Fiora, dellOmbrone,
ne longobarda, in Scrbthair a ainm n-ogaim - Scritti in memoria di Enrico della Ccina e fiumi minori) e dellarcipelago toscano, Siena 1969 (Monografie
Campanile, a cura di R. Ambrosini - M.P. Bologna - F. Motta - C. Orlandi, di Storia e letteratura senese VIII), 62.
Pisa 1997, 39-50, a p. 44. Per la diffusione del toponimo Sala e dei suoi
derivati nel territorio lucchese si veda F. Belli, Toponomastica di origine
6
Manca nella CTR.
longobarda nella provincia di Lucca e nella Valdinievole, in Atti del XXII 7
Belli, Etnici della dominazione longobarda nellItalia mediana e meri-
Congresso Internazionale di Scienze Onomastiche (Pisa, 28 agosto - 4 settem- dionle, Firenze 1964.
bre 2005), vol. V, in corso di stampa. 8
Il toponimo Lombarda segnalato in F. Sabatini, Riflessi linguistici, p. 43,

Lago di Chiusi e Monte Cetona.


FEDERICO BELLI LA TOPOnOMASTICA DI ORIGInE GERMAnICA nEL TERRITORIO CHIUSInO
155

come contrada presso Ferretto (Cortona, Arezzo), anche se fuori dallarea (e del lucchese Meati), in LAmiata nel Medioevo, Atti del Convegno per il 950
geografica di studio dellautore. della consacrazione dellabbazia, San Salvatore al Monte Amiata, 29 maggio-1
9
Per il toponimo Pscia (e i suoi derivati) si vedano M.G. Arcamone, giugno 1986, a cura di M. Ascheri - W. Kurze, Roma 1989, 261-288.
Ricerche toponomastiche in Valdinievole, in Pescia e la Valdinievole nellet 12
Per la diffusione dellelemento germanico, in particolare di quello longo-
dei Comuni, a cura di C. Violante - A. Spicciani, Pisa 1995, 29-56, alle pp. bardo, nel territorio di Lucca si veda Belli, Toponomastica di origine lon-
43-45; Arcamone, Reflexe, 53; M.G. Arcamone, Pescia: toponimo di ori- gobarda, in corso di stampa.
gine longobarda, in Convegno di studi Pescia: un fiume, una citt (Pescia, 13
Per la diffusione in Toscana dei toponimi derivati dal germ. *skulka- si veda
13 maggio 1984), Pescia 1984, 7-11. Per i toponimi Altopscio, Aldipscio C.A. Mastrelli, Lelemento germanico nella toponomastica toscana dellal-
e Topasciano/Tobasciano (questi ultimi due non pi esistenti) si vedano
to medioevo, in Lucca e la Tuscia nellalto medioevo, Atti del V Congresso
Arcamone, Ricerche toponomastiche, 32-33; Arcamone, Reflexe, 53. Per Internazionale di Studi sullAlto Medioevo (Lucca 3-7 ottobre 1971), Spoleto
linserimento di questi toponimi nel pi ampio contesto lucchese si veda
1973, 645-671, alle pp. 647-653. Per Scocchia si veda inoltre S. Pieri,
Belli, Toponomastica di origine longobarda, in corso di stampa.
Toponomastica della valle dellArno, Roma 1919, 357.
10
Per la diffusione dei toponimi derivati dal tema germanico *bind- nellIta- 14
Manca nella CTR.
lia settentrionale si vedano M.G. Arcamone, Riflessioni sulla toponomastica
con particolare riferimento alle forme di origine germanica, in Bergamo e il
15
Per la diffusione in Toscana dei toponimi derivati da questo tema si veda
suo territorio nei documenti altomedievali, a cura di M. Cortesi, Bergamo Mastrelli, Lelemento germanico, 660-663. Per quanto riguarda invece la
1991 (Contributi allo studio del territorio bergamasco, VIII), 89-102, alle diffusione del termine trogolo in area italiana si veda C.A. Mastrelli, La ter-
pp. 97-98, e G.B. Pellegrini, Toponomastica italiana. 10000 nomi di cit- minologia longobarda dei manufatti, in La civilt dei Longobardi in Europa,
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e storia, Milano 1990, 273. 16
Per il toponimo Alla Ghiffa si veda S. Pieri, Toponomastica delle valli del
11
Per il toponimo Amiata (ed il lucchese Meati) si veda M.G. Arcamone, La Serchio e della Lima, Torino 1898, 193 e Pellegrini, Toponomastica ita-
toponomastica del Monte Amiata: la componente longobarda e letimo di Amiata liana, 276-277.
RELITTI LESSICALI GERMANICI NELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI

Carla Falluomini

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CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
161

Introduzione Pi problematica appare lattribuzione di un termine ad un


superstrato piuttosto che ad un altro, nel caso di una sua
distribuzione non omogenea. A tal proposito Max Pfister
Le variet italo-romanze presentano, com noto, un numero osserva che i gotismi normalmente non sorpassano una
consistente di vocaboli di origine germanica, penetrati in linea che va al sud della Toscana [...]. Spesso le forme goti-
epoche diverse e attraverso lingue differenti1. Un ruolo di che si trovano unicamente nellItalia settentrionale8, dove
primo piano nella diffusione dei germanismi lo ebbero gli la presenza gotica era pi forte e dipendeva da un potere
Ostrogoti2, che dal 493 al 553 costituirono un regno con centralizzato. I longobardismi rimasero invece confinati in
capitale Ravenna, e soprattutto i Longobardi, entrati in Italia ambiti dialettali pi ristretti, in conseguenza del fatto che il
nel 569. Questi ultimi fondarono dei centri di potere relati- sistema politico-amministrativo dei Longobardi, a differenza
vamente autonomi, i ducati, che sopravvissero fino al 774, di quello dei Goti, si presentava frammentato e articolato in
quando passarono sotto la dominazione dei Franchi. Rimase unit indipendenti9. Maggiore certezza nellattribuzione di
in vita pi a lungo, indipendente, il Ducato di Benevento. una voce al superstrato longobardo si ha quando tale voce
La convivenza tra i gruppi etnici, Ostrogoti e poi Longo- attestata solamente nei dialetti centrali e centro-meridio-
bardi da una parte e popolazioni autoctone dallaltra, ha nali, corrispondenti grosso modo ai territori dei Ducati di
avuto come risultato una progressiva romanizzazione delle Spoleto e Benevento.
genti germaniche, che si riflette nella sostituzione della loro Trarre delle conclusioni a partire dalla distribuzione geo-
lingua con quella delle popolazioni locali, dopo un periodo grafica di una voce necessita per molta cautela: infatti
di diglossia e bilinguismo. Tale processo, che deve essersi necessario tenere conto che un vocabolo, in alcune aree,
concluso al pi tardi, per quanto riguarda i Longobardi, possa essersi estinto. In tal modo la sua distribuzione areale
nellVIII secolo, ha favorito lentrata dei gotismi e longo- originaria risulta alterata.
bardismi nelle variet italo-romanze3. Un altro criterio significativo, che in unione con quello
Molti dei germanismi sono diventati parte dellitaliano stan- geografico determinante nellattribuzione di un termine ad
dard; altri sono attestati solo nei dialetti parlati nelle zone un determinato superstrato, offerto dallaspetto fonetico e
in cui le popolazioni germaniche si insediarono pi stabil- dallevoluzione dei germanismi nelle variet italo-romanze.
mente. In entrambi i casi, i termini gotici e longobardi sono Una particolarit della lingua dei Longobardi, rispetto alla
stati adattati foneticamente e morfologicamente alla variet lingua dei Goti, la seconda mutazione consonantica, un
italo-romanza di arrivo; la base germanica poteva diventare, cambiamento fonetico per cui le occlusive sorde del ger-
nel tempo, produttiva, entrando a far parte di composti in manico *p, *t, *k, in posizione iniziale e postconsonantica
unione con prefissi o suffissi romanzi4. (eccetto che dopo s e h), passano alle affricate pf, ts (z), ch;
Distinguere fra i relitti lessicali gotici e quelli longobardi in posizione intervocalica alle fricative ff, ss, hh; in posizio-
spesso molto difficile; ci dovuto al fatto che lorigine ne finale, dopo vocale, a f, s, h. Inoltre le occlusive sonore
di un germanismo italo-romanzo pu essere ricondotta, in germ. *b, *d, *g mutano nelle corrispondenti sorde p, t, k.
molti casi, ad entrambe le lingue. Quando i Longobardi tuttavia da sottolineare che, mentre la presenza della muta-
arrivarono in Italia parlavano molto verosimilmente una zione caratterizza senza dubbio un prestito come longobar-
lingua affine a quella dei Goti, sicch non improbabile do, la sua assenza non un criterio per escluderne lorigine
che la loro dominazione rafforzasse luso di germanismi gi longobarda, in quanto sembra che questo cambiamento
entrati precedentemente5. fonetico sia avvenuto in una fase tarda10: ad esempio zaffo
Lattribuzione di un determinato vocabolo presente nelle viene considerato di sicura origine longobarda, rispetto al
variet italo-romanze ad un superstrato gotico o longobar- vocabolo etimologicamente corrispondente tappo (senza
do si basa, nella maggior parte dei casi, sul confronto con le mutazione), che potrebbe essere sia di origine gotica sia
restanti lingue germaniche antiche, ovvero con lalto tede- di origine longobarda11. Perci, come scrive Max Pfister12,
sco, il sassone, langlosassone e il norreno. La scarsit delle [i] tratti fonetici della cosiddetta seconda mutazione con-
fonti per la conoscenza della lingua dei Goti (di cui resta sonantica [...] possono essere usati per la differenziazione
parte della traduzione della Bibbia e poco altro) e la man- dei vari livelli del superstrato germanico solo quando sono
canza di testimonianze dirette per la lingua dei Longobardi6 accompagnati da riflessioni di geografia linguistica.
non permettono infatti la verifica costante dellesistenza del I termini dellitaliano standard che derivano dallostrogoto
termine nel patrimonio linguistico di queste popolazioni. non superano la settantina; tra questi si annoverano bega,
Secondo Gerhard Rohlfs7, [f ]ra alcuni criteri che ci pos- nastro, stecca, melma, smaltire, riconoscibili grazie alla loro
sono guidare nel riconoscimento dei due strati, quello geo- distribuzione geografica originaria e al loro aspetto fonetico13.
grafico forse quello pi sicuro. Quanto pi una voce ger- Il gruppo pi numeroso di germanismi penetrati nellita-
manica diffusa, tante pi probabilit ci sono che essa sia lo-romanzo deriva dalla lingua dei Longobardi, riflesso di
stata apportata dai Goti. In questo caso si tratta di elementi lunghi rapporti tra questi ultimi e le genti italiche. Sono ca.
che per tempo si sono incorporati nel latino volgare e che 280 parole appartenenti ad ambiti semantici diversi: indi-
attraverso il latino hanno trovato la loro larga diffusione. cano istituzioni e consuetudini politiche e sociali proprie
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
162

di questa cultura, ad esempio gastaldo e faida; molte altre quella dei Longobardi, come rivelano le indagini archeolo-
sono di carattere settoriale e indicano dei referenti che do- giche, nonch le attestazioni documentarie provenienti da
vevano avere un carattere innovativo o specialistico per la questo territorio. Presidio longobardo a partire dagli anni
popolazione autoctona: brodo, staffa, gruccia o ancora ranno, Settanta del VI secolo, poi ducato19, Chiusi ebbe un ruolo
biacca, greppia, palco, zeppa; un certo numero di vocaboli militare significativo per la sua posizione di frontiera con il
sono invece caratterizzati da forte espressivit: russare, sca- corridoio bizantino. Da Chiusi verosimilmente part
racchiare, spaccare14. la spedizione longobarda che nel 607 port alloccupazione
I termini longobardi attestati in pi dialetti italiani non di Orvieto e Bagnoregio20. Si deve quindi presumere che
contigui possono essere in alcuni casi delle mutuazioni di- in quel periodo vi fossero stanziamenti ingenti di militari
stinte, cio vocaboli introdotti grazie alla spinta di singoli longobardi nel territorio chiusino.
centri propulsori, in altri casi il risultato della diffusione a Lestensione territoriale del Ducato di Chiusi non deli-
partire da ununica area originaria. Discernere tra queste due neabile con esattezza, per la mancanza di fonti documenta-
modalit di entrata dei longobardismi nellitalo-romanzo rie e per lesito alterno dei conflitti con i Bizantini. Doveva
tuttavia difficile e molto spesso impossibile. Qualche possibi- comprendere i territori del Monte Amiata ed arrivare fino
lit maggiore nellindividuare lepicentro della divulgazione a Castiglione della Pescaia, con possedimenti fino a Roselle
di un termine si ha nei casi in cui un longobardismo (o un e Sovana21; sconosciuti sono i confini esatti rispetto ai ter-
particolare valore semantico di un longobardismo) atte- ritori longobardi di Arezzo e Siena e al Ducato bizantino
stato solo in una certa zona; in tal caso molto verosimile di Perugia22. Altrettanto incerti i confini meridionali con i
che linnovazione linguistica parta proprio da quellarea15. territori bizantini, prima della gi citata conquista longo-
Levidenziazione di tali relitti ha contribuito a mettere in barda di Orvieto.
luce i rapporti di contatto e interferenza linguistica tra i Chiusi fu dunque sede di una presenza longobarda stanzia-
Longobardi e le genti italiche, riflesso di relazioni sociali non le e socialmente importante23, di cui sono testimonianza i
superficiali n transitorie, in cui un peso importante doveva reperti provenienti dalle sepolture dellArcisa-Portonaccio,
aver avuto lacquisizione di nuove conoscenze e tecniche da di Colle Lucioli, delle aree del duomo di San Secondiano e
parte della popolazione locale16. Ma se, da parte di queste della Caserma dei Carabinieri24.
ultime, quasi scontato il caso dellacquisizione di un nuovo Anche i documenti notarili vergati sicuramente nel terri-
vocabolo insieme ad una nuova tecnica o strumento, pi in- torio chiusino (il pi antico datato 746-747)25 lasciano
teressante invece la penetrazione nel lessico italo-romanzo trasparire lesistenza di una comunit di etnia longobarda
di vocaboli che indicavano referenti di cui esisteva gi una sulla cui consistenza numerica e struttura sociale non ci
denominazione autoctona. In tal caso si nota come i voca- si pu esprimere che viveva secondo le proprie tradizioni,
boli germanici abbiano acquisito una particolare specificit come si desume da un documento del 77526. Di particolare
e si siano sostituiti, forse per la loro espressivit, a termini interesse il fatto che nelle carte chiusine siano tramandati,
latini ormai scoloriti semanticamente o troppo generici. inseriti nel testo latino, alcuni termini tecnici del linguag-
gio giuridico longobardo, destinati evidentemente ad una
collettivit che seguiva consuetudini e usava termini di
1. Tracce germaniche a Chiusi antica tradizione longobarda27.
Che la lingua dei Longobardi avesse nellarea chiusina, alla
Dalle fonti storiche e archeologiche emerge come la presen- met dellVIII secolo, ancora una sua flebile vitalit sembre-
za germanica nel territorio di Chiusi abbia una tradizione rebbe indicarlo luso di una forma ipocoristica con cui viene
plurisecolare. noto che la citt ospit, tra il 537 e il 538, designato uno scario, cio un funzionario amministrativo:
nellambito della guerra greco-gotica (535-553), un impor- si legge infatti, in un documento redatto a Chiusi nel 76028,
tante presidio militare gotico, che aveva lo scopo di contra- accanto alla croce apposta come firma, manus Gunteperto Ma-
stare lavanzata dei Bizantini: grazie al controllo di Chiusi, titze scarioni testis, dove Matitze, derivato dal germ. *matjan
collocata nei pressi della congiunzione tra due importanti mangiare, potrebbe forse essere traducibile come mangiato-
arterie viarie la Cassia e lAmerina , il re ostrogoto Vitige re29. Qualora non ci si trovi di fronte ad un soprannome di
cercava di mantenere aperta una via daccesso verso Roma. famiglia o ad un patronimico (il caso non chiaro) e non
La citt tuttavia capitol ben presto, consegnandosi in mano quindi di origine pi antica, particolarit che non si pu
a Belisario17. Mancano invece testimonianze sulla situazione escludere completamente , il suo uso consapevole potrebbe
politico-sociale e sui rapporti tra la popolazione locale e i indicarne la trasparenza semantica. Certamente durante il
Goti nel periodo che precedette il conflitto greco-gotico. lungo rapporto tra la gens longobarda e la popolazione lo-
per da ricordare che nel vicino territorio orvietano ma i cale, che ormai parlava una forma di protoitaliano, ebbero
confini non sono chiari si trovava una delle maggiori pro- luogo mescolanze di elementi linguistici e culturali. Si pu
priet terriere del tempo, appartenente al goto Teodato18. ragionevolmente ipotizzare che i rapporti tra i gruppi etni-
La popolazione germanica che ebbe influssi pi profondi e ci, a Chiusi come in altre aree controllate dai Longobardi,
lasci tracce pi rilevanti nellarea chiusina fu sicuramente non siano stati solo di carattere bellicoso. Linsediamento
CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
163

stabile avrebbe favorito lintegrazione linguistica di questi ted. (ver)letzen, sass. ant. lettian, ags. lettan, norr. letja fer-
ultimi, numericamente inferiori rispetto alla popolazione mare (le forme gotica e longobarda non presentano, come
autoctona, attraverso lacquisizione e lapprendimento sia di norma, metafonia) , in unione con il prefisso romanzo
del sermo vulgaris, usato per le esigenze comunicative quo- ad-. possibile inoltre che la forma postulata sia il risultato
tidiane, sia, tra gli strati sociali pi elevati, anche del latino, dellincrocio con il lat. ad-laxre (Morlicchio).
lingua con cui i Longobardi redassero le proprie leggi e i
documenti legali. ALT (s. v. allazzire, allazzito), d. 113a; Barbanera, Cetona, 17; Barni, Chiusi,
92; Battisti-Alessio, DEI I, 128; Blasi, cornetano, 9; Cagliaritano,
I probabili matrimoni misti possono avere dato vita ad una senese, 7; Calvaresi, oriolese, 4; Cortelazzo-Marcato, dialetti, 20;
generazione di parlanti bilingui, che a loro volta avrebbero Diez, EWRS, 352; Fabbri, Chianciano, 13; Fanfani, toscano, 38; Fatini,
trasmesso alle generazioni successive elementi lessicali lon- amiatino, 7; Galeotti-nappo, viterbese, 283; Gamillscheg, Rg II, 148;
Kluge-seebold, EWDS, 571; Lapucci, Montepulciano, 31; Lehmann,
gobardi, integrandoli nel sistema fonetico italo-romanzo30. Gothic, 227 (L15); Luciani, carrarese (1974), 295; Mattesini-Ugoccioni,
inoltre verosimile che in un contesto sociale multietnico orvietano, 20; Meyer-Lbke, REW, 28 (354); Monfeli, Fabrica di Roma,
e multilingue, accanto alla diglossia latino-sermo vulgaris, i 213; Morlicchio, LEIG, 2-3; nieri, lucchese, 11; nocentini, aretino
(Redi), 153; nocentini, I germanismi, 28; Pasquini, spellano, 5; Valeri,
parlanti autoctoni non esitassero a introdurre elementi di Orbetello, 9.
altre lingue per esigenze comunicative contingenti.

sdringol / dringol dondolare, oscillare, tentennare


2. Germanismi nel dialetto di Chiusi Attestato nella Toscana meridionale (drengul nellamiati-
no e a Chianciano) e orientale (sdrenguelre in chianaiolo,
Lanalisi della variet linguistica di Chiusi31 rivela la presenza a Cortona; a Sansepolcro; drin(u)l nella Val di
di termini dialettali di sicura origine germanica, la maggior Pierle), nel versiliese (dringoll), nel magionese (()drin(u)
parte dei quali sono diffusi anche in altre zone sottoposte l /()drin(u)l), nel perugino e nello spellano, nel seni-
ad influssi culturali analoghi. Una delle principali difficolt galliese (dringul/dingul); in provincia di Pesaro, dove vale
della ricerca rappresentata dallassenza, per questarea, di cullare, scuotere (detto di un pero), nel dialetto di Tarqui-
attestazioni medievali in volgare; assenza che non permette nia (tringolare, da un antico dringolare).
di stabilire leffettiva antichit di tali germanismi. Il verbo dringolare e il suo derivato dringolamento sono pre-
Lattenzione qui rivolta agli elementi del lessico chiusino32 senti nella tradizione lessicografica italiana a partire dalla
che non sono attestati nei vocabolari della lingua standard, terza edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca
che non vi sono accolti unanimemente oppure che sono (1691); nella quarta edizione (1729-1738) si aggiunge anche
connotati come dialettalismi. Il primo gruppo presentato dringolatura. Si tratta tuttavia di falsificazioni di Francesco
comprende quei termini che nella lessicografia sono gi stati Redi (1626-1697), arciconsolo dellAccademia della Crusca
riconosciuti come germanismi; il secondo gruppo prende in dal 1678 al 1690, introdotti arbitrariamente nel Vocabolario
esame formazioni peculiari, ma etimologicamente traspa- attraverso il sotterfugio di citazioni antiche inventate, attri-
renti, a partire da termini considerati di origine germanica; buite rispettivamente a Fra Giordano da Ripalta. Prediche
nel terzo gruppo sono analizzati termini di cui si propone (dringolare, dringolamento), Libro della cura delle malattie
per la prima volta un etimo germanico33. (dringolamento) e Libro della Cura delle Febbri (dringolatura),
opere dove tuttavia manca ogni traccia di tali termini. Invece
della datazione ante 1311 (De Mauro), basata sullanno
2.1 Termini per i quali stato gi proposto un etimo ger- della morte di Fr Giordano da Rivalta, lattestazione del
manico34: verbo dringolare andr quindi riportata al secolo XVII35.
Connesso con lata. scrancheln ondeggiare, traballare per
allazz stancare, spossare Caix; ricondotto al long. *kringan piegarsi, curvarsi da
Attestato, per lo pi al participio passato (allazzito), nel- Meyer-Lbke; invece trattato come una forma espressiva
le province di Siena (anche nellarea del Monte Amiata), da Prati, Far, Battisti-Alessio, Battaglia, De Mauro. nelle
Grosseto, Arezzo (alazzito), Lucca (allassito), in alcune note etimologiche di Battaglia viene proposto un legame
aree umbre (orvietana e spellana) e in provincia di Viterbo con il francese dgringoler cadere gi, ruzzolare, di origine
(llazzsse, Fabrica di Roma; Tarquinia, Oriolo Romano). Di incerta (Gamillscheg, EW ) o di derivazione nederlandese
allazz (oggi in disuso) esisteva anche il parallelo allazzare (dal ned. medio crinkelen arrotolare, Dictionnaire histo-
(segnalato da Diez), attestato a Carrara (alazt). rique de la langue franaise), legame che tuttavia non pare
Allipotesi di una derivazione dal lat. lassus stanco, fiacco cos immediato n dal punto di vista fonetico n da quello
(Battisti-Alessio, Cortelazzo-Marcato) da preferire letimo semantico. Molto pi verosimile pare la proposta di una
germanico (Diez, Gamillscheg, Meyer-Lbke, nocentini, derivazione dal long. *hringiln tintinnare, connesso al
Morlicchio), a partire da un verbo long. *lazz(j)an osta- norr. hringla, dan. ringle tintinnare, sbattere (nocentini,
colare, fermare, rendere pigro, ben presente nelle lingue cfr. anche Gamillscheg, Rg). Partendo da tale ipotesi, si pu
germaniche antiche got. latjan ritardare, ata. lezzen > aggiungere che d- forse consonante di carattere epentetico,
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
164

generata dal nesso sr-, dove s- prefisso intensivo. Regola- migiano, bolognese e ferrarese magn, romagnolo magn/
re sarebbe la caduta di h- iniziale nel passaggio della forma maght, pavese , cremonese magon, veneto magn,
germanica allitalo-romanzo. trentino magn, magionese maikkjo/ma tto, perugino
maghetto, todino magne, senigalliese maghtth, anconetano
AIS I, 62 pt. 529 (PS) cullare; VII, 1256 pt. 529 (PS), pt. 545 (AR) scuo- magheto, con il valore di ventriglio di uccelli o spesso del
tere un pero; ALT (s. v. dringolare, sdringolare), d. 364 fare laltalena pt.
59 (FI); d. 502 vacillare; Barbanera, Cetona, 50; Barberini, marem- solo pollo. nel friulano magon vale stomaco; nel milanese
mano, 134; Barni, Chiusi, 106; Battaglia, GDLI IV, 1007; Battisti- indica lo stomachino (animella attaccata alla milza e al fe-
Alessio, DEI II, 1393; Blasi, cornetano, 64; Cagliaritano, senese, 57; gato nei buoi e vacche). Come si visto, solo la forma di
Caix, Studi, 106; Catanelli, perugino, 116 e 249; Cocci, versiliese, 42;
Cortelazzo-Marcato, dialetti, 181; De Mauro, GRADIT II, 750; Magione, comune vicino a Chiusi, presenta lo stesso suffisso
Dictionnaire historique de la langue franaise, I, 1022; Fabbri, Chianciano, di quella chiusina.
31; Fanfani, toscano, 354; Far, Postille, 409 (8908a); Fatini, amiatino, La forma magon stomaco attestata per la prima volta nel
47; Felici, cortonese, 406; Gamillscheg, EW, 307; Gamillscheg, Rg
II, 145-146; Glossario della parlata aretina, s. v. sdringol(re); Lapucci, 1274, in un testo del lombardo Pietro da Bescap (TLIO);
Montepulciano, 149; Meyer-Lbke, REW, 387-388 (4777); Moretti, come soprannome, magone compare gi in un documento
Magione, 221; nocentini, aretino (Redi), 198-199; nocentini, I ger- aretino degli anni 1177-80 (Larson).
manismi, 30; Pasquini, spellano, 192; Prati, VEI, 384; Zanchi Alberti,
Sansepolcro (Arezzo), 214. Sullorigine germanica del termine non ci sono dubbi.
Gamillscheg ritiene possibile sia lorigine gotica sia quella
longobarda; sui canali di entrata di questo vocabolo riman-
gono vaghi Meyer-Lbke e Prati, mentre si schierano per
(i)nguast arrabbiare (detto sia di persone sia di animali)
lorigine longobarda Devoto e Battaglia. In entrambi i casi
Verbo attestato anche come riflessivo, usato soprattutto al
la forma di partenza sarebbe *mago stomaco, connesso con
participio passato (i)nguastito arrabbiato, furente (spesso
lata. mago > ted. Magen, ags. maga, norr. magi stomaco.
compare insieme ad un aggettivo, ad esempio nellespres-
sione duro (i)nguastito molto duro). presente anche in AIS VI, 1095 pt. 359 (UD) stomaco dei porci; VI, 1128 gozzo pt. 115
altre aree della provincia senese (tra cui larea amiatina), (nO), pt. 238 (BS), pt. 285 (CR), pt. 310 (TR); VI, 1128 stomaco della
nel cortonese (enguast/inguast), nel grossetano ( gallina; ALT (s. v. maghetto), d. 194 bargigli (descrizione: ventriglio del
pollo o di altro volatile) e d. 326 ciccioli (descrizione: ventriglio del pollo
idrofobo, a Pitigliano), nel lucchese (inguastire stizzire, e di tutti gli uccelli pt. 102 (AR); Annovazzi, pavese, 237; Barbanera,
arrabbiare, Valdinievole), nellorvietano (inguastisse), nel Cetona, 81; Barni, Chiusi, 115; Battaglia, GDLI IX, 478; Battisti-
magionese (nwast), nel perugino (inguastisse), nel foli- Alessio, DEI III, 2319; Catanelli, perugino, 161; Cherubini, milane-
se, II. 16; Cocci, versiliese, 67; Colocci, senigalliese, 146; Cortelazzo-
gnate ( ), nello spoletino (ngwastsse), nel todino, Marcato, dialetti, 264; Cortelazzo-Zolli, DELI, III 702; De Mauro,
nel viterbese, nellabruzzese (nguatirse) arrabbiarsi (detto GRADIT III, 1101; Devoto, Avviamento, 253 (s. v. magone); Devoto-Oli,
delle bestie). Dizionario, 1598 (s. v. magone); Egidi, dialetti piceni, 118; Far, Postille,
259 (5233); Fatini, amiatino, 69; Ferrari, bolognese, 544; Ferrari, reg-
Il vocabolo deriva, secondo lopinione dei pi (Meyer-Lb- giano, 444; Ferri, ferrarese, 235; Gamillscheg, Rg II, 149-150; Glossario
ke, Far, Battisti-Alessio, nocentini), da una forma long. della parlata aretina, s. v. maghetto; Kluge-Seebold, EWDS, 588; Larson,
*wstjan rendere deserto, spaventoso, terribile, con prefisso Glossario, 385; Longo, Pitigliano, 123; Luciani, carrarese (1988), 203-204;
Magri, cremonese, 157; Malagoli, pisano, 225; Mancini, todino, 345;
romanzo in- dentro, forse incrociata con il lat. vastre gua- Masetti, Sarzana, 214; Masotti, romagnolo, 351; Mattioli, romagno-
stare. Il verbo longobardo ha come paralleli lata. wuosten lo, 365; Meyer-Lbke, REW, 425 (5233); nazzi, friulano, 1300; neri,
> ted. (ver)wsten, sass. ant. wstian, ags. wsten devastare, modenese, 123; nieri, lucchese, 116; Olivieri, Dizionario etimologico,
419; Peschieri, parmigiano, 559; Prati, VEI, 609; Ricci, trentino, 252;
rendere desolato; sconvolgere. Rohlfs, Toscana dialettale, 153; Silvestrini, Val di Pierle, 125; Sptti,
anconitano, 85; TLIO s. v. magon.
Alberti-Eschini, Roccalbegna, S. Caterina, Vallerona, 48; ALT (s. v. in-
guastito), d. 475a essere nervoso pt. 184 (GR), pt. 195 (GR); pt. 218 (GR);
Barbanera, Cetona, 75; Barberini, maremmano, 187; Barni, Chiusi,
113; Battisti-Alessio, DEI III, 2034; Bielli, abruzzese, 225; Bruschi, nazzic combinare qualcosa, frugare, darsi da fare
Foligno, 249; Canolla, spoletino, 148-149; Cagliaritano, senese, 80-81;
Catanelli, perugino, 150; Cortelazzo-Marcato, dialetti, 237; Fabbri, zazzic combinare qualcosa, frugare, darsi da fare
Chianciano, 43; Far, Postille, 416 (9168); Fatini, amiatino, 63; Felici, Nazzic un termine attestato in area toscana, ad eccezione
cortonese, 190; Galeotti-nappo, viterbese, 391 e 423; Kluge-Seebold, dellarea lucchese (nellarea fiorentina documentato per la
EWDS, 999; Lapucci, Montepulciano, 201; Longo, Pitigliano, 127;
Mancini, todino, 345; Mattesini-Ugoccioni, orvietano, 253; Meyer- Valdigreve), con il valore di rovistare, armeggiare; nellor-
Lbke, REW, 765 (9168); Moretti, Magione, 387; nieri, lucchese, 104; vietano presente il vocabolo, etimologicamente connesso,
nocentini, I germanismi, 30. nazzichtte cose di poco conto. Compare con il valore di
scuotere, agitare, tentennare (transitivo) e muoversi, ri-
girarsi continuamente, barcollare (intransitivo) in area um-
maghicchio ventriglio (del pollo) bra, marchigiana, laziale e abruzzese; con il valore di cullare
Voce ben diffusa, nellaccezione di ventriglio o stomaco, in (transitivo) e ondeggiare (intransitivo) in area abruzzese e pu-
molti dialetti centrali e settentrionali, pur se con altri suffis- gliese, in parte delle Marche, Campania, Basilicata e Calabria.
si: maghetto (Monte Cetona, amiatino, aretino); pitiglianese attestato a partire dal XVII secolo, usato dal fiorentino
, lucchese macne, versiliese magne/macne, pisano Piero de Bardi (Arcamone).
maone stomaco, modenese magun, reggiano magn, par- Da considerare ormai superato letimo proposto da Meyer-
CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
165

Lbke di una forma di partenza latina natre cullare; suc- attestato a partire dalla seconda met del XV secolo, usa-
cessivamente modificata da Far in nvis nave; di etimo to dal napoletano Pietro Iacopo De Iennaro (Battaglia);
incerto nelle note etimologiche di Battaglia e De Mauro. considerato un iberismo, a sua volta di origine germanica
Lorigine longobarda di questo termine stata proposta da (Battaglia, Coluccia-Cucurachi-Urso). Che per vi sia un
Arcamone, a partire da una forma prefissata *ana-hatzjan, rapporto diretto tra questo e il vocabolo di Chiusi poco
collegata etimologicamente al ted. hetzen aizzare, istigare, verosimile, considerando le aree di diffusione.
sobillare, stuzzicare mettendo fretta (transitivo); avere furia, non chiaro se il chiusino sbrinco derivi direttamente dalla
muoversi qua e l in fretta (intransitivo). Il prefisso ana- forma long. *springan saltare (nocentini), confrontabile con
potrebbe essere ricondotto, secondo la studiosa citata, sia lata. springan > ted. springen, sass. ant. springa, ags. sprin-
al long. *ana- sia ad una variante del prefisso romanzo in-. gan > ingl. spring, norr. springa saltare, balzare, scattare,
Accanto a nazzic, con aferesi di a-, sono testimoniate le for- sved. springa correre, oppure dalla forma gi italianizzata
me, che mostrano ancora il prefisso originario, annazziha(re) springare guizzare, dimenarsi, anchessa di origine germa-
(pisano) e annazzic (amiatino); nei dialetti centro-meri- nica (frncone o longobarda), documentata dal XV secolo
dionali annazzicare ha invece il valore di tentennare, don- ( controversa la sua attestazione in Dante, Inf. XIX, 120,
dolare. Al termine longobardo *hatzjan sono da ricondurre dove la lezione pi comune spingare, vd. Colussi). Meno
anche altri vocaboli dal significato molto simile di rovistare, verosimile la derivazione di sbrinco dal gotico, dove non
armeggiare, tra cui la forma, con assimilazione, zazzic, sono attestati paralleli di questa forma.
diffusa anche nellaretino. In conclusione: pur nellincertezza sullesatto canale di en-
trata del termine nella variet dialettale di Chiusi, esistono
AIS I, 62 cullare; Alberti-Eschini, Roccalbegna, S. Caterina, Vallerona, 73;
ALT (s. v. nazzicare), d. 524 rovistare, d. 526 razzolare; (s. v. zazzicare), d. pochi dubbi riguardo alla sua origine germanica.
524 rovistare, d. 525 mettere in scompiglio gli oggetti pt. 95 (AR); M.G.
Arcamone, Tedesco hetzen aizzare, lavorare in fretta e lorigine germanica Andreoli, napoletano, 592; Barbanera, Cetona, 120; Barni, Chiusi,
di alcune voci toscane, Quaderni dellAtlante Lessicale Toscano 1 (1983), 129; Battaglia, GDLI XVII, 710; Battisti-Alessio, DEI V, 3604;
115-143, alle pp. 128-139; M.G. Arcamone, Nuove prove linguistiche (vd. Bortolan, antico vicentino, 270; Cagliaritano, senese, 141; R. Coluccia
nota 15), 763-768; Barbanera, Cetona, 89; Barberini, maremmano, 238; - A. Cucurachi - A. Urso, Iberismi quattrocenteschi e storia della lingua
Barni, Chiusi, 118 (s. v. nazzic) e 142 (s. v. zazzic); Battaglia, GDLI XI, italiana, in Atti del XXI Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia
279; Battisti-Alessio, DEI I, 211 e V, 4107; Bencist, Valdigreve, 97; Romanza (Universit di Palermo, 18-24 settembre 1995), a cura di G. Ruffino,
Bigalke, Basilicata, 552; Brunale, Campobasso, 205; Bruschi, Foligno, Tbingen 1998, III, 127-136, a p. 129; Colussi, Gavi, XVI. 6, 583; Fabbri,
239; Cagliaritano, senese, 99; Chiappini, romanesco, 212; Conti, me- Chianciano, 69; Far, Postille, 387 (8185); Fatini, amiatino, 108; Felici,
taurense, 235; Cremonese, agnonese, 81; De Mauro, GRADIT IV, 409; cortonese, 383; Galeotti-nappo, viterbese, 484; Gamillscheg, Rg I, 219;
Fabbri, Chianciano, 52; Fanfani, fiorentino, 121; Far, Postille, 284 (5863); Kluge-Seebold, EWDS, 871; Lapucci, Montepulciano, 336; Mancini,
Fatini, amiatino, 9 e 73; Felici, cortonese, 505; Galeotti-nappo, viter- todino, 362; Monfeli, Fabrica di Roma, 468; Moretti, Magione, 525;
bese, 420; Gamillscheg, Rg II, 144; Giammarco, abruzzese e molisano, nocentini, I germanismi, 34; di SantAlbino, piemontese, 1014.
1250; Glossario della parlata aretina, s. v. zazzichere; Gori-Lucarelli, pi-
stoiese, 124; Gubinelli, marcellinense, 61; Kluge-Seebold, EWDS, 410;
Lapucci, Montepulciano, 248; Longo, Pitigliano, 127; Malagoli, pisano,
17; Mancini, todino, 351; Mattesini-Ugoccioni, orvietano, 318; Meyer- sguill scivolare, scappare alla presa
Lbke, REW, 482; Rohlfs, Dialetti salentini, 386; Straulino, montagna
pistoiese, 4; Vaccaro, romanesco trilussiano, 249; Valeri, Orbetello, 34; Diffuso nella Toscana, soprattutto meridionale, orientale
Zanchi Alberti, Sansepolcro (Arezzo), 148. ( a Cortona; a Sansepolcro) e settentrionale,
nel bolognese sguillr, romagnolo sguil(r), nei dialetti della
Liguria , sgj; a Sarzana), dellUmbria (ma-
sbrinco vispo, arzillo, riferito principalmente ad una per- gionese , orvietano sguill/squill, perugino,
sona anziana ancora agile e vitale todino, spoletino sgwill/skwill, folignate will, spellano),
diffuso in questa accezione anche nellarea di Montepul- delle Marche (senigalliese sguil, maceratese, dialetti piceni),
ciano, Chianciano, nellaretino, nel magionese (qui brinko del Lazio settentrionale (viterbese, cornetano), sempre con
vispo, agghindato); corrisponde al vicentino springo sveglio, il valore di guizzare, scivolare, sdrucciolare.
lesto. Con parziale variazione semantica si ritrova nellamiati- Le pi antiche attestazioni, nella variante squillare, sono negli
no, dove ha il valore risultativo di libero dal peso (di bestia), scritti di Bonvesin della Riva (1240-1315) e dellAnonimo
da impegni; senza denari (di persona). forse connesso eti- genovese (ante 1311).
mologicamente a questo gruppetto di termini anche il todino La forma diffusa anche in altre lingue romanze: antico
sbringo snello, asciutto, agile, il viterbese (Fabrica di Roma, francese escueillir, escoillir animare, eccitare, mettere in
Montefiascone) brinko smilzo, scarno, asciutto, magro (ma movimento; occitanico esquilh, esquih, eskili scivola-
forte, detto di persona o animale), termini che possono aver re, con paralleli nel catalano antico e moderno esquitllar
preso le mosse dal significato di base di che si muove bene, e esquitllarse. Molte sono state le etimologie proposte: da
agilmente; che scatta bene e quindi essere passato ad indicare Meyer-Lbke la voce non stata disgiunta da squillare emet-
il valore magro, snello. Diversi sono, molto probabilmente, i tere suono acuto e vibrante ed stata perci ricondotta al
canali dentrata dellomofono maremmano, che indica il salto gotico *skilla sonaglio, campana; di origine incerta secon-
del cavallo, e del piemontese sbrincc spruzzo. do Battisti-Alessio; probabile voce espressiva per Battaglia
nel significato di vispo, detto di un animale, sbrinco e De Mauro. Lorigine germanica stata invece proposta da
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
166

Caix, che suggeriva un legame con lata. wellan rotolare, gi- russare, accettata quasi unanimemente nella lessicografia
rare, e successivamente da Gamillscheg, che ipotizzava una pi recente (con un forse nelle note etimologiche di Wa-
derivazione dal long. *quillan sgorgare, zampillare (con il gner e De Mauro), ma gi Caix pensava ad unorigine ger-
prefisso intensivo italo-romanzo s-), connesso con ata. quel- manica. Troppo artificiosa pare invece la proposta di una
lan > ted. quellen e sass. ant. quellian sgorgare, zampillare. derivazione da una forma latina, non attestata, *subnsicre
Per quanto riguarda le forme francesi, queste sono invece tirare il fiato da sotto per il naso (Alessio). Voci etimologi-
considerate di difficile spiegazione da Wartburg; le forme camente connesse a *snarhh(j)an sono: atm. snarchen > ted.
occitaniche e catalane sono considerate da Coromines come schnarchen, sved. snarka, ned. snurken russare, ronfare, dan.
di origen incert, probablement del gtic USQUILLAn, snorke, norv. snerka. Come si vede, sia le forme germaniche
legato etimologicamente alla gi citata famiglia lessicale sia quelle italo-romanze presentano unalternanza vocalica
dellata. quellan sgorgare, zampillare. nella radice, alternanza che pu essere il risultato di modi-
Certamente sono degni di nota i paralleli romanzi citati, ficazioni di tipo onomatopeico.
che, sulla base di riflessioni geolinguistiche, farebbero pen-
sare ad unorigine gotica di questo gruppo di termini. Ma AIS IV, 654 russare; VI, 1116 pt. 439 (FE), pt. 582 (GR) fare le fusa; Alessio,
Postille, 181-182; ALI 1157 russare; ALT (s. v. sornacare), d. 489 russare;
nonostante i tentativi compiuti per mettere in luce una pos- Arrivabene, mantovano, 755; Barbanera, Cetona, 132; Barberini, ma-
sibile forma di partenza, letimo di sguillare tuttaltro che remmano, 371; Barni, Chiusi, 135; Battaglia, GDLI XIX, 496 (s. v. sor-
trasparente e nessuna delle proposte etimologiche riscuote nacchiare); Battisti-Alessio, DEI V, 3343 (s. v. sarnacare) e 3558 (s. v. sor-
nacchiare); Bruschi, Foligno, 342; Cagliaritano, senese, 156; Caix, Studi,
in realt un credito maggiore delle altre. 158; Castellani, Grammatica, 90; Cocci, versiliese, 123; Colussi, Gavi,
XVI. 5, 288; De Mauro, GRADIT VI, 212 (s. v. sornacchiare); Devoto-
AIS IV, 847 sdrucciolare; ALT (s. v. sguillare), d. 505 scivolare; d. 506 sgui- Oli, Dizionario, 2683 (s. v. sornacchiare); Diodati Caccavelli, Elba, 148;
sciare; Barbanera, Cetona, 131; Barberini, maremmano, 364; Barni, Fabbri, Chianciano, 75; Falcucci, Corsica, 347; Fanfani, toscano, 921;
Chiusi, 134; Battaglia, GDLI XVIII, 1035; Battisti-Alessio, DEI V, Fatini, amiatino, 122; Ferrari, reggiano, 293; Galeotti-nappo, viter-
3486; Blasi, cornetano, 58; Bruschi, Foligno, 384; Cagliaritano, sene- bese, 507; Gamillscheg, Rg II, 160, 182-183; Kluge-Seebold, EWDS,
se, 154; Caix, Studi, 156; Canolla, spoletino, 219; Cocci, versiliese, 120; 817; Lapucci, Montepulciano, 372; Luciani, carrarese (1994), 191-192;
Catanelli, perugino, 256; Colocci, senigalliese, 219; Colussi, Gavi, Malagoli, pisano, 392; Mattioli, romagnolo, 637; Migliorini-Duro,
XVI. 6, 642-643 (s. v. squillare); Coromines, DELC, III. 705-708; De Prontuario, 535; Monfeli, Fabrica di Roma, 426; Moretti, Magione, 578-
Mauro, GRADIT VI, 45; Devoto-Oli, Dizionario, 2748 (s. v. squillare); 579; nieri, lucchese, 214; nocentini, I germanismi, 31; Olivieri, Dizionario
Egidi, dialetti piceni, 228; Fabbri, Chianciano, 74; Fatini, amiatino, 120; etimologico, 468; Peschieri, parmigiano, 963; Rohlfs, Toscana dialettale,
Felici, cortonese, 416; Ferrari, bolognese, 477; Galeotti-nappo, viter- 197; Sabatini, Riflessi, 226-227; Segnini, elbano, 218; Silvestrini, Val di
bese, 502; Gamillscheg, Rg II, 153; Ginobili, Macerata e Petriolo, 105; Pierle, 197; Sptti, anconitano,139; Wagner, DES, 385.
Glossario della parlata aretina, s. v. sguill(re); Kluge-Seebold, EWDS,
735-736; Lapucci, Montepulciano, 363; Longo, Pitigliano, 143; Luciani,
carrarese (1995), 175-176; Mancini, todino, 367; Masetti, Sarzana, 391;
Masotti, romagnolo, 583; Mattesini-Ugoccioni, orvietano, 469-470; stllo palo del pagliaio, usato anche metaforicamente, per
Mattioli, romagnolo, 618; L. Minervini, Cronaca del Templare di Tiro
(1243-1314). La caduta degli Stati Crociati nel racconto di un testimone ocu- indicare una persona alta e magra
lare, napoli 2000, 408; Moretti, Magione, 566; Meyer-Lbke, REW, 659 attestato nei dialetti toscani, nel corso stollu (un toscani-
(7992); nocentini, I germanismi, 31; Pasquini, spellano, 198; Petracco smo), nellorvietano e viterbese e forse nellabruzzese (qui
Sicardi et al., parlate liguri, 162; Plomteux, Liguria orientale, 919-921;
Silvestrini, Val di Pierle, 194; Valeri, Orbetello,48; Wartburg, FEW, come stll, citato dubitativamente da Sabatini e non pre-
XVI, 309-310; Zanchi Alberti, Sansepolcro (Arezzo), 146. sente in Giammarco).
Il vocabolo testimoniato fin dalla seconda met del XVI
secolo (Cortelazzo-Zolli lo registra nel fiorentino Giovan
sornac ronfare, russare Maria Cecchi, morto nel 1587).
Ben attestato nei dialetti toscani (anche come sornacchi nel Erroneamente ricondotto alla forma gr. st los colonna,
pisano, sornaccare nellaretino, sarnac nellamiatino) e palo di legno da Meyer-Lbke, Prati e Olivieri, il termine
come toscanismo nel sassarese (surrag) e nel corso (surnac, era gi stato riconosciuto da Gamillscheg come di origine
surnag, surrag) nel ferrarese e ravennate (con varie forme, longobarda, da una forma *stollo appoggio, puntello, ben
vd. ALI), romagnolo (sornac), nel parmigiano (sornaccir), confrontabile con lata. stollo base, sostegno.
nel magionese (sornakkj), nel folignate (sornaj), nellan-
AIS VII, 1400 palo del pagliaio; ALT (s. v. stollo), d. 133 palo del pagliaio,
conetano (surnachi/sarnochi) e nel viterbese. Il reggiano d. 135a resti del granturco nel campo pt. 68 (PI); d. 424 cilandrone pt. 71
sornaccir sta per moccicare e il mantovano sornacir per (PI); Barbanera, Cetona, 135; Barni, Chiusi, 136; Battaglia, GDLI XX,
sbuffare (dei cavalli), etimologicamente connessi alle for- 214; Battisti-Alessio, DEI V, 3640; Caix, Studi, 161; Cortelazzo-Zolli,
DELI, 1619; De Mauro, GRADIT VI, 407; Devoto-Oli, Dizionario,
me precedenti. Compare anche, come ha notato Sabatini 2778; Falcucci, Corsica, 341; Fanfani, toscano, 947; Far, Postille, 216
(e confermato dallALI), in unarea tra il Molise e il Lazio (4072); Galeotti-nappo, viterbese, 515; Gamillscheg, Rg II, 162;
settentrionale (srnu, sornakkj, e con metatesi nasurkj/ Kluge-Seebold, EWDS, 886 (s. v. Stollen); Lapucci, Montepulciano,
385; Longo, Pitigliano, 141; C.A. Mastrelli, La terminologia longobar-
nasurj). da dei manufatti, in La civilt dei Longobardi in Europa (Roma, 24-26 mag-
Come sornacchiare attestato in un codice di leggende sacre gio 1971; Cividale del Friuli, 27-28 maggio 1971), Roma 1974 (Accademia
del secondo Trecento, di incerta localizzazione tra Verona nazionale dei Lincei, 371), 257-269, a p. 262; Mattesini-Ugoccioni,
orvietano, 495; Meyer-Lbke, REW, 682 (8260); Migliorini-Duro,
e Mantova (TLIO). Prontuario, 553; Olivieri, Dizionario etimologico, 666; Prati, Vocabolario,
Lorigine longobarda proposta da Gamillscheg, da *snarhh(j)an 944; Sabatini, Riflessi, 228.
CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
167

stolz sussultare (per lo spavento) anche il reggiano strofgnr, strufgnr gualcire, stazzonare,
stlzo balzo, sussulto (per lo spavento) il parmigiano strufgnr gualcire, malmenare, brancicare,
Termini ben attestati nellarea senese (sdolzare, sdolzo a piegare malamente, il ligure strufugliar, strufuj,
Chianciano), grossetana (nellamiatino si trova anche stropicciare, sgualcire, il corso struffera alla sparpagliata,
come stizzare, stizzo) e aretina (stolz/stolzre/stolzare a il viterbese (e oriolese) struffje carabattole, cianfrusaglie,
Cortona; stolzre a Sansepolcro); diffusi anche in Umbria cose in disordine, labruzzese trufacci stropicciare i panni.
(magionese stolz /stolz, orvietano stlzo/strzo, perugino, Entrato probabilmente per altre vie il siciliano
todino, spoletino sturz, spellano ), Marche (senigal- estirpare dal terreno i pi grossi cespi di erbe, togliere la
liese stlz, metaurense, anconetano), e Lazio settentrionale sterpaglia dal terreno, forse da ricondursi alla stessa radice.
(stolz sobbalzare, trasalire a Soriano nel Cimino; storzare Struffare attestato per la prima volta nellopera del poeta
/storzo a Oriolo Romano; strzo rapido sviluppo a Fabrica fiorentino Luigi Pulci (1432-1484), dove compare nel senso
di Roma; si veda anche stlzo sbalzo nel romanesco, detto di arruffare (Battaglia).
particolarmente dei cavalli). Prati riteneva questo gruppo di vocaboli delle forme imitative
Le prime attestazioni sono nelle opere di Cecco dAscoli da *truff-/*truf-. Denominale da struffo straccio (dal long.
(1269-1327) e di Bartolomeo di Valmontone (Anonimo *strupf piccola quantit di stoppa o di fibre vegetali com-
romano, 1357-8). presse insieme) per Battaglia e nocentini. O forse derivato
Da rigettare lorigine proposta da Caix, che ipotizzava una direttamente da una forma longobarda *strauffan togliere
forma di partenza latina extollutire trottare. Letimo (strofinando), etimologicamente correlata allata. stroufen
stato invece riconosciuto come germanico da Alessio, che togliere, levare; estirpare; raccogliere (con regolare passag-
presupponeva una forma longobarda *stulzn divenire ri- gio di *-au- ad -u-), e al ned. stroopen sfogliare, sfrondare,
gido. Tale ipotesi etimologica stata poi approfondita da cui legato anche strofinare (Gamillscheg).
Mastrelli, che postula un termine longobardo di partenza
Alberti-Eschini, Roccalbegna, S. Caterina, Vallerona, 113; Annovazzi,
*stultjan camminare con le gambe rigide, confrontabile con pavese, 367; Barberini, maremmano, 393; Barni, Chiusi, 137; Battaglia,
lags. styltan essere spaventato, esitare, ted. stlzen andare GDLI XX, 401-402; Battisti-Alessio DEI V, 3661; Bruschi, Foligno,
zoppicando, camminare sui trampoli, sved. stulta andare 419; Cagliaritano, senese, 165; Calvaresi, oriolese, 54; Canolla, spo-
letino, 250; Casaccia, genovese, 267; Colussi, Gavi, XVI. 8, 208; Conti,
barcollando e gobboni, norv. stylta camminare con passo metaurense, 313; Fabbri, Chianciano, 79; Falcucci, Corsica, 344; Fanfani,
rigido e incerto. Lo studioso fiorentino ha evidenziato come toscano, 956; Fatini, amiatino, 128; Ferrari, reggiano, 338; Galeotti-
il nucleo semantico principale ruoti intorno al concetto di nappo, viterbese, 518; Gamillscheg, Rg II, 164; Giammarco, abruzzese e
molisano, 2146; Glossario della parlata aretina, s. v. struff(re); Mattesini-
irrigidimento delle membra, che poteva essere dovuto a Ugoccioni, orvietano, 502; Mattioli, romagnolo, 680; nocentini, I
spavento, circospezione, alterigia. germanismi, 36; Pasquini, spellano, 220; Peschieri, parmigiano, 1023;
Petracco Sicardi et al., parlate liguri, 190; Piccitto, siciliano, V, 393;
AIS V, 926 pt. 536 (PS) schizzare (delle faville); Alberti-Eschini, Plomteux, Liguria orientale, 971-972; Prati, VEI, 948-949 (s. v. strofi-
Roccalbegna, S. Caterina, Vallerona, 111; Alessio, Postille, 205; ALT (s. v. nare); Rohlfs, Toscana dialettale, 204; Silvestrini, Val di Pierle, 204;
stolzo, stolzare), d. 463; Barbanera, Cetona, 135; Barberini, maremmano, Sptti, anconitano, 169.
387; Barni, Chiusi, 136; Battaglia, GDLI XX, 215-216; Cagliaritano,
senese, 163; Caix, Studi, 161; Calvaresi, oriolese, 53; Catanelli, perugi-
no, 270; Chiappini, romanesco, 332; Colocci, senigalliese, 231; Colussi,
Gavi, XVI. 7, 412; Conti, metaurense, 311; De Mauro, GRADIT VI, tcchio sodo, grasso, detto di una persona massiccia, di un
408; Fabbri, Chianciano, 73; Fanfani, toscano, 947; Fatini, amiatino, 126; cibo ricco e gustoso
Felici, cortonese, 447; Galeotti-nappo, viterbese, 515; Grimm-Grimm,
DW X. 4, 376-377; Lapucci, Montepulciano, 385; Longo, Pitigliano, 141; Attestato anche nellespressione bello tecchio molto sodo,
Mancini, todino, 370; C.A. Mastrelli, Lorigine germanica (vd. nota 15), molto grasso. Termine diffuso anche in molti altri dialetti
225-252; Mattesini-Ugoccioni, orvietano, 495 e 497; Monfeli, Fabrica
di Roma, 451; Moretti, Magione, 598; Meyer-Lbke, REW, 269 (3091); toscani (aretino, pistoiese, lucchese tgghio sazio, rimpin-
nocentini, aretino (Redi), 292; nocentini, I germanismi, 31; Pasquini, zato, sodo, duro, elbano, capraiese) e, come toscanismi,
spellano, 216; Rohlfs, Toscana dialettale, 202; Sptti, anconitano, 167; nel sassarese tcciu, gallurese tccju sazio, massiccio e cor-
Zanchi Alberti, Sansepolcro (Arezzo), 145.
so tcchju sazio, satollo. Si trova inoltre nel bolognese tc e
modenese tcc paffuto, grassottello, parmigiano tecc molto
grasso, pingue, genovese tccio satollo, sazio grasso, sodo
struff arruffare, spettinare buono, squisito (detto di cose da mangiare) e piemontese
Laccezione arruffare, spettinare attestata nel senese, nel tecc/tgg/tggio tarchiato, massiccio.
maremmano e nellorvietano; quella di strofinare nellareti- Il termine attestato dal XVII secolo, nella raccolta di voci
no, nel romagnolo struf, nello spoletino e spellano struff, aretine di Francesco Redi (nocentini).
e forse nellanconetano strof (anche stropicciare) e nel Termine ricondotto al lat. titulus titolo, segno nelle note
metaurense strof soffiarsi il naso. Altri vocaboli etimolo- etimologiche di Battisti-Alessio e De Mauro, unipotesi che
gicamente connessi sono il pavese strf sfiorare, passare si presenta problematica da un punto di vista semantico. Pi
rasente sfiorando leggermente, camminare stropicciando il verosimile sembrerebbe la derivazione da una forma long.
terreno e il folignate truff strusciare, massaggiare. Con *icki grasso (Gamillscheg, ma gi Caix pensava ad uno-
altro suffisso sono probabilmente legati a questi termini rigine germanica; Meyer-Lbke, in particolare, ipotizzava
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
168

unorigine gotica), connessa con ata. dicki > ted. dick spes- non sembrano esserci dubbi sullorigine germanica del vo-
so, grosso, denso, sass. ant. thikki, ned. dik denso, grasso, cabolo, ben attestato nelle lingue germaniche antiche e mo-
grosso, ags. icce > ingl. thick denso, grosso, massiccio, norr. derne (got. riskan, ata. dreskan > ted. dreschen, ags. rescan/
ykkr grosso, denso, sved. tjock grasso, grosso. erscan > ingl. thresh, norr. reskja, sved. trska trebbiare
pestare), nonostante il tentativo di H. Bursch di ricondur-
AIS V, 1027 pt. 922 (SS) essere sazio; ALT (s. v. tecchio), d. 432 grasso, d. re trescare ad una forma lat. volg. *trsicare, a sua volta da
432a grassone pt. 97 (AR); Battisti-Alessio, DEI V, 3736; Brero, pie-
montese, 862; Caix, Studi, 165; Casaccia, genovese, 273; Coronedi Berti, *trsus, variante di trtus, dal lat. terere triturare, che non
bolognese, 427; Cortelazzo-Marcato, dialetti, 433; De Mauro, GRADIT convince in alcun modo per lartificiosit della ricostruzione.
VI, 574; Gana, gallurese, 583; Falcucci, Corsica, 352; Fanfani, toscano, Derivati di questa famiglia lessicale sono attestati anche nelle
973; Far, Postille, 37 (742); Felici, cortonese, 464; Gamillscheg, Rg II,
168; Kluge-Seebold, EWDS, 198; Meyer-Lbke, REW, 726 (8761); restanti lingue romanze: oltre alle gi citate forme trescher
neri, modenese, 225; nieri, lucchese, 233; nocentini, aretino (Redi), ballare del francese antico e trescar ballare del provenza-
298; nocentini, I germanismi, 31; Peschieri, parmigiano, 1050; Rohlfs, le, si annovera il catalano antico trescar ballare e moder-
Toscana dialettale, 209; di SantAlbino, piemontese, 1140; Segnini, elba-
no, 233; F. Toso, La componente ligure nel lessico capraiese, Zeitschrift fr no andare (con passo energico), castigliano e portoghese
romanische Philologie 115 (1999), 472-501, a p. 497; Wagner, DES, 471. antico e moderno trescar pestare; fare rumore camminan-
do. Si tratta, secondo Wartburg (cos anche Corominas e
Pascual), di termini che sono penetrati in periodi diversi e
tresc pestare il fango, lacqua di una pozzanghera a partire da lingue germaniche differenti: risale al frnco-
Diffuso in questa particolare accezione anche in altre aree ne *threskan la forma francese, al gotico riskan la forma
del senese (San Rocco a Pilli; guazzare nellacqua nellamia- spagnola e portoghese; forse di origine gotica anche quella
tino; pestare la terra in area senese per Fanfani; sguazzare catalana (Coromines).
nelle pozze per Cagliaritano) e a Cortona. Curioso il paral- Per quanto riguarda invece il canale o i canali di entrata del
lelo bresciano tresc, dal valore secondario di infangarsi, e termine per trebbiare e pestare nellitalo-romanzo, si fa
quello siciliano triscari che si usa quando i fanciulli cam- riferimento nella lessicografia in modo generico al germa-
minano nellacqua e giuocano in essa. A Montepulciano, nico *riskan (o, forse pi correttamente, si dovrebbe dire
Chianciano e nellarea del Monte Cetona il vocabolo indica *reskan) nelle note etimologiche di Meyer-Lbke, Miglio-
pestare qualcosa rovinandola calpestare (detto delle col- rini-Duro, Prati, Battisti-Alessio, Rohlfs, Cortellazzo-Zolli e
tivazioni perlopi). nel bergamasco il termine ha il valore Battaglia, al gotico riskan per Diez, Gamillscheg, Devoto
affine di scalpitare, calpestare, pestare; in provincia di e Castellani. La distribuzione areale non permette, tuttavia,
Roma per tresc attestato, accanto al valore di pestare, di escludere in alcun modo lorigine longobarda.
calpestare, anche quello di pigiare luva (evidentemente In conclusione si pu osservare che in Italia settentriona-
pestandola) (ALI). le e centro-meridionale il significato principale quello di
Unaccezione semantica diversa testimoniata dal milane- trebbiare, mentre nellarea intorno a Chiusi prevale il si-
se, dallabruzzese e molisano (e sporadicamente anche nelle gnificato di pestare (fango, terra, acqua). Lorigine di tale
province di Macerata, Frosinone e Latina, vd. ALI), dove differenziazione semantica nei dialetti italiani potrebbe ri-
trescare ha il valore di trebbiare. nellarea settentrionale, salire direttamente al carattere polisemico del vocabolo di
piemontese e lombarda, attestato anche il termine tresca partenza, che in aree diverse si affermato con un significato
con il significato di tritatura e di aiata (di riso o spighe) a scapito dellaltro: uno pi generale di pestare e uno pi
disposti per la trebbiatura, e nellarea marchigiana, abruzze- specializzato di trebbiare. non si pu per escludere una
se e molisana, con il significato di trebbiatura; nel lucano seconda ipotesi, ovvero che la differenziazione tra trebbiare
trisk indica il vaglio e nel calabrese trisch si riferisce ad un e pestare delle variet italo-romanze sia legata alla diffusio-
movimento sussultorio nel cernere il grano. ne di questi significati attraverso genti germaniche diverse
In Iacopone da Todi (sec. XIII) il termine presente col (Goti e Longobardi?). Laspetto fonetico di trescare non
valore di calcare gi coi piedi, mentre Pietro Aretino (sec. di alcun aiuto nel dirimere la questione.
XVI) testimonia luso di questo vocabolo nel senso di pe-
AIS VI, 1065 pt. 654 (RM) calpestare; VII, 1318 pt. 654 (RM), pt. 682
stare in connessione con il fango (Battaglia). (LT) pigiare luva; VII, 1469 fare laiata pt. 275 (MI), pt. 529 (PS), pt.
Pare difficile delineare con chiarezza la storia del termine: ac- 569 (AP), pt. 619 (PE); VII, 1471 trebbiare; VII, 1472 trebbiatura pt.
canto al significato pi diffuso, recente, di ordire imbrogli 538 (An), pt. 569 (AP), pt. 618 (TE); ALI 3981 pestare pigiare luva
avere una relazione amorosa, si individuano nei dialetti mo- pt. 644 (RM); 3757 trebbiare; ALI pt. 490 (MC), pt. 668 (FR), pt. 684
(FR), pt. 698 (LT); ALT (s. v. trescare), d. 50 pozzanghera pt. 157 (SI),
derni i valori di 1. pestare, 2. pestare il fango, lacqua di una pt. 218 (GR); Annovazzi, pavese, 400; Barbanera, Cetona, 143; Bar-
pozzanghera, la terra, 3. trebbiare (che anticamente avveniva ni, Chiusi, 139; Battaglia, GDLI XXI, 317; Battisti-Alessio, DEI V,
pestando), 4. pigiare luva e infine 5. ballare, vocabolo in 3886; Bigalke, Basilicata, 896; Brunale, Campobasso, 375; H. Bursch,
uso in epoca medievale (ne rimane ricordo nella danza deno- Die Wortfamilien von afrz. treschier tanzen und dt. dreschen, Archiv
fr das Studium der neueren Sprachen und Literaturen 213 (1976), 1-8;
minata trescne). Il termine in questultima accezione sarebbe Cagliaritano, senese, 176; Castellani, Grammatica, 121; Cherubini,
da ricondurre, secondo Gamillscheg (e da ultimo Castellani), milanese, IV, 448; Corominas-Pascual, DCECH, V. 642-643; Coro-
al francese antico treschier (prov. trescar ballare). mines, DELC, VIII. 786-789; Cortelazzo-Marcato, dialetti, 444;
CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
169

Cortelazzo-Zolli, DELI, 1734 (s. v. trsca); De Mauro, GRADIT VI, Quanto a trscia, due sono le ipotesi possibili: che sia un
799; Devoto, Avviamento, 438; Diez, EWRS, 327; Fabbri, Chianciano,
deverbale di trosciare oppure che derivi direttamente da
83; Fanfani, toscano, 997; Far, Postille, 403 (8715); Fatini, amiatino,
135; Felici, cortonese, 479-480; Finamore, abruzzese, 202; Galli, pa- una forma long. *trausja, deverbale dal valore risultativo
vese, 543; Gamillscheg, Rg I, 219; Giammarco, abruzzese e molisano, di ristagno. Etimologicamente connesso alle forme cita-
2240; Gubinelli, marcellinense, 115; Kluge-Seebold, EWDS 214-215; te e strettamente legato da un punto di vista semantico
Lapucci, Montepulciano, 421; Lehmann, Gothic, 366 (55); Melchio-
ri, bresciano, 300; Meyer-Lbke, REW, 722 (8715); Migliorini-Du-
lags. drsian essere inerte, affondare, stagnare, pur se
ro, Prontuario, 590; Oglino, novarese, 206; Oneda, cremonese, 365; con altro vocalismo.
Pasqualino, siciliano, 247; Peri, cremonese, 645; Piccitto, siciliano, V, La distribuzione geografica di trscia, che corrisponde grosso
741; Prati, VEI, 1006-1007; Rohlfs, Calabria, 730; Rohlfs, Toscana modo ai territori dellItalia centrale occupati dai Longobardi,
dialettale, 216; di SantAlbino, piemontese, 1179; Tiraboschi, dialetti
bergamaschi, 1379; Wartburg, FEW, XVII, 401-402.
supporta perfettamente lipotesi di unorigine longobarda.

AIS III, 419 pt. 567 (MC) melma; IV, 850 pozzanghera; VII, 1425 pt. 555
(PG) pozzanghera; VIII, 1496 pt. 553 (SI), pt. 555, pt. 556 (An) mace-
trscia pozza dacqua sporca e ferma; fossa dove vanno a ratoio; VIII, 1522 pt. 564 (PG) pozza; Alberti-Eschini, Roccalbegna,
rotolarsi i maiali S. Caterina, Vallerona, 118; ALI 3707 pozza dacqua; ALT (s. v. troscia),
d. 30b canale del mulino pt. 166 (SI); d. 50 pozzanghera pt. 168 (AR),
Attestato nella Toscana meridionale e orientale (senese, ma- 217 (GR), 218 (GR); d. 51 pozza dacqua in un torrente pt. 167 (SI), pt.
remmano, aretino anche catrscia; (s)troscia per Fanfani) con 170 (SI); d. 183 recinto allaperto per i maiali pt. 90 (AR); Barbanera,
il valore di pozza dacqua (per lo pi sporca), pozza in un Cetona, 144; Barberini, maremmano, 416; Barni, Chiusi, 140; Battaglia,
GDLI XXI, 411; Battisti-Alessio, DEI V, 3917; Blasi, Preta (Rieti),
torrente, pozzanghera, pozza grande; recinto allaperto per 69; Bruschi, Foligno, 440; Cagliaritano, senese, 177; Canolla, spo-
i maiali; nel versiliese si trova trosciolo rigagnolo dacqua letino, 262; Catanelli, perugino, 291; Cocci, versiliese, 139; Colussi,
(che si forma quando piove). Con un uso pi ristretto e Gavi, XVII. 4, 480; Conti, metaurense, 325; De Mauro, GRADIT VI,
842; Devoto, Avviamento, 441; Devoto-Oli, Dizionario, 2981; Diez,
specialistico vasca dacqua usata dai conciatori, macerato- EWRS, 407; Fabbri, Chianciano, 84; Fanfani, toscano, 1001; Far, Postille,
io (provincia di Siena e Perugia); nelle aree di S. Caterina 408 (8866); Fatini, amiatino, 136; Felici, cortonese, 483; Galeotti-
e Vallerona vale come cascata dacqua che viene con forza nappo, viterbese, 531; Gamillscheg, Rg II, 166; Giammarco, abruz-
zese e molisano, 2246; Glossario della parlata aretina, s. v. troscia; Grimm,
(di solito acqua sporca). nel dialetto della Val di Pierle si- DW, II, 1407; Gubinelli, marcellinense, 116; Lapucci, Montepulciano,
gnifica pozzanghera, contenitore dacqua dove si tengono 423; Lehmann, Gothic, 95 (D35); Longo, Pitigliano, 146; Magri, cre-
le ghiande a bagno per linverno. monese, 305; Mancini, todino, 374; Mattesini-Ugoccioni, orvietano,
530; Meyer-Lbke, REW, 737 (8866); Migliorini-Duro, Prontuario,
presente anche nel magionese e folignate (pozza, fossa pro- 595; Monfeli, Fabrica di Roma, 503; Monti, Como, 347; nocentini,
fonda piena dacqua ferma), nellorvietano e nel perugino I germanismi, 32; Pasquini, spellano, 235; Prati, VEI, 949 (s. v. strscia);
(fossato, pozza dacqua), nel todino, nello spoletino e nello Silvestrini, Val di Pierle, 215; Valeri, Orbetello, 54.
spellano (fossa dacqua sporca in cui si facevano stare i ma-
iali), nellanconetano (pozza dacqua), maceratese e metau-
rense (melma), nel viterbese, nel laziale centro-settentrionale 2.2. Formazioni derivate da termini gi riconosciuti come
(Marcellina), nel reatino (si veda il derivato infangarsi germanici
e affondarsi nel fango) e nellabruzzese (LAquila) (pozzan-
ghera); incerta la connessione con il cremonese trs tratto (i)mbiff azzeccare, imbroccare, infilare (metaforicamente),
di fosso delimitato da dighe di terra e fango e il comasco trs fare la cosa giusta
letto del porco, porcile. Il nucleo semantico delle forme ci- Ormai a livello di relitto, perlopi usato al participio pas-
tate ruota dunque intorno allidea di acqua stagnante. Ben sato (i)mbiffato, il termine attestato anche a Chianciano,
diffuso anche nella toponomastica dellItalia centrale come Montepulciano, nellarea del Monte Cetona, in provincia
Troscia, Trosce, Troscie e Troscione. di Grosseto, nel pistoiese, nellorvietano (picchettare il ter-
documentato con il significato di pozza dacqua, a par- reno per limpianto del vigneto) e nel viterbese (Fabrica di
tire dalla seconda met del XIII secolo, nel Novellino, testo Roma, Oriolo Romano infilare, tirar dritto, Tarquinia; a
di area fiorentina; altre attestazioni antiche si trovato nello Viterbo anche ambiff picchettare). Derivato, in unione
Statuto del Comune e del Popolo di Perugia del 1342 (TLIO). con il prefisso romanzo in-, dal termine latino medievale,
Dal gotico gadrausjan far cadere per Diez; forma imitativa di origine longobarda, wifare/wiffare prendere possesso di
secondo Migliorini-Duro e Prati; da una base mediterranea un terreno (attraverso luso di una segnalazione), a sua
secondo Devoto e Battisti-Alessio; di origine incerta per volta da wfa/wffa manipolo di paglia indicante posesso
De Mauro. Gamillscheg propone invece un legame eti- legale di un terreno, termine giuridico longobardo ben
mologico con il verbo long. *trausjan cadere, precipitare attestato sia come glossa nei documenti latini medievali
(*trausan precipitare, per Meyer-Lbke e Devoto-Oli), sia come toponimo (si veda, ad esempio, a Chiusi il to-
connesso con il got. driusan, sass. ant. driosan, ned. drui- ponimo Le Biffe, situato nella zona di confine della citt),
schen, ags. dreosan cadere, ted. dreuschen piovere copiosa- e su cui esiste una ricca bibliografia (vd. da ultimo Fran-
mente. Questultima proposta sembra la pi convincente: covich Onesti).
da questo verbo deriverebbe trosciare piovere forte (da cui Regolare il passaggio dal long. w- allitalo-romanzo b- (in
forse scrosciare, a partire dalla forma intensiva *strosciare). altri casi a gu-/gh-). Il mutamento semantico da prendere
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
170

possesso, appropriarsi di un terreno a quello di azzeccare, nrcola noce del piede nocca delle dita
imbroccare, infilare (metaforicamente), fare la cosa giusta Ben diffusa in tutta la Toscana la variante noccola, che pu
potrebbe essere derivato, molto verosimilmente, dallat- valere sia come giuntura delle dita sia come noce del piede:
to fisico di infilare nel terreno il segno di confine (biffa). si tratta di un diminutivo di nocca, ricondotto senza alcuna
difficolt fonetica o semantica al long. *knohha giuntura,
Alberti-Eschini, Roccalbegna, S. Caterina, Vallerona, 67; ALT (s. v. im- legato allatm. knoche > ted. Knochen, ned. knook osso, e
biffare), d. 485 a caso, alla rinfusa (descrizione: cercare di indovinare)
pt. 205 (GR); d. 520 uscire (descrizione: entrare velocemente) pt. 223
diffuso nei dialetti centro-meridionali (Gamillscheg, Devoto,
(GR); Barbanera, Cetona, 26-27; Barberini, maremmano, 180; Barni, Battisti-Alessio, Battaglia, De Mauro, Devoto-Oli).
Chiusi, 112; Battisti-Alessio, DEI III, 1940; Blasi, cornetano, 31; Da rifiutare letimologia proposta da Meyer-Lbke, che ipo-
Cagliaritano, senese, 77; Calvaresi, oriolese, 25; Fabbri, Chianciano,
42; Fanfani, fiorentino, 99; Francovich Onesti, Vestigia longobarde (vd.
tizzava una forma latina di partenza ndulus, e quella avanzata
nota 1), 132, 150; Galeotti-nappo, viterbese, 284; Gori-Lucarelli, da Olivieri, che partiva da una base prelatina *nokk- nodo.
pistoiese, 105; Lapucci, Montepulciano, 195; Mattesini-Ugoccioni, Anche in questo caso, come in altri analizzati, possibile che
orvietano, 237; Monfeli, Fabrica di Roma, 235; Straulino, monta- la paretimologia e lavvicinamento del vocabolo germanico al
gna pistoiese, 4.
lat. volg. *nuc(u)la piccola noce (> it. nocchia) abbia svolto
un ruolo importante per la restrizione semantica dal pi ge-
(i)ntuf immergere in una sostanza vischiosa o sporca nerale giuntura a quello di giuntura delle dita o noce del
Attestato anche nellaretino e nel dialetto di Sansepolcro piede, in quanto tali protuberanze sporgenti e arrotondate
(ntufre tuffare). possono essere assimilate per forma a delle piccole noci. Ed
Il verbo compare per la prima volta, con questo significato, infatti con il termine nocetta che in alcune aree centro-
nella forma ntuffano, attestata in un volgarizzamento fio- settentrionali si fa riferimento alla noce del piede.
rentino trecentesco (TLIO). La forma nrcola, diffusa anche nellarea di Montepulcia-
Deriva, con prefisso in-, da una forma long. *tauff(j)an im- no (nrcula) e Valiano, presenta dissimilazione (-cc- > -rc-),
mergere, cui risale anche lit. tuffare (Gamillscheg, con cui fenomeno comune, attestato ad esempio anche in dorcio
concorda, da ultimo anche Castellani). Il verbo longobardo canale, da un originario doccio.
citato trova paralleli in tutte le lingue germaniche antiche,
ma solo nel norr. deypa immergere il significato ancora AIS I, 156 nocca; I, 164 noce del piede; ALI I. 73 malleolo; ALT (s. v.
norcola), d. 409 malleolo pt. 170 (SI), pt. 172 (SI), pt. 173 (SI); Barberini,
quello originario; nelle altre lingue germaniche ha acqui- maremmano, 241; Barni, Chiusi, 118; Battaglia, GDLI XI, 469-470;
sito il valore di battezzare, che originariamente avveniva Battisti-Alessio, DEI IV, 2591; Cagliaritano, senese, 101; De Mauro,
per mezzo dellatto dellimmersione: got. daupjan (dove GRADIT IV, 484; Devoto, Avviamento, 282-283; Devoto-Oli, Dizionario,
1805; Diodati Caccavelli, Elba, 111-112; Far, Postille, 289 (5984);
laccezione originaria ancora mantenuta, accanto a quella Gamillscheg, Rg II, 147; Kluge-Seebold, EWDS, 504; Meyer-Lbke,
nuova), ata. toufen (da un pi antico *touffen, con scem- REW, 489 (5947); Lapucci, Montepulciano, 252; Malagoli, pisano, 257;
piamento consonantico perch preceduto da dittongo, vd. Marchi, livornese, 159; Olivieri, Dizionario etimologico, 474; Sabatini,
Riflessi, 239.
Braune), sass. ant. dpjan.
Regolare in protonia lesito vocalico di *-au- in -u-. Sul
problema dellevoluzione del consonantismo longobardo in
presenza di dittongo o vocale lunga sussistono invece molti slacca manata, manrovescio
interrogativi e incertezze: non chiaro, cio, se sia avvenuta Vocabolo connesso con salacca, cilacca, cilecca, slecca e lac-
una semplificazione consonantica, al pari di ci che acca- ca, termini semanticamente equivalenti e ben attestati in
duto in alto tedesco. La forma ricostruita da Gamillscheg, Toscana, area chiusina compresa.
*tauff(j)an, presuppone il mantenimento di long. -ff- ori- Lipotesi avanzata da Battisti-Alessio di un legame con il si-
ginario, derivato dalla seconda mutazione consonantica (< nonimo latta, ricondotto ad una forma di partenza che vuol
germ. *-p-). Lo scempiamento di -ff- in (i)ntuf non stu- dire lamiera e quindi definito come cosa piatta comple-
pirebbe, in quanto si tratta di un fenomeno tipico della- tamente da scartare. non esclude una forma onomatopeica
rea toscana orientale e umbra, con cui la parlata di Chiusi Elda Morlicchio36. verosimile invece la derivazione da una
condivide molti tratti. non si pu tuttavia escludere com- forma germanica, al pari di cilacca, termine che Gamillscheg
pletamente un long. *tauf(j)an, che vedrebbe nelle forme riconduce al long. *slag colpo (e non al ted. medio slak
toscane orientali di Chiusi e Sansepolcro il consonantismo come volevano Caix e Meyer-Lbke), ma che forse me-
originario, mentre lit. tuffare deriverebbe dal toscano oc- glio correggere in *slak, variante del long. *slaki (< germ.
cidentale. La questione del consonantismo di questa forma occ. *slagi-). Questultima forma longobarda si ricostruisce
longobarda pare destinata a rimanere aperta. sulla base della glossa (pul)slahi ferita o percossa che lascia
un livido (Editto di Rotari 125, vd. Francovich Onesti) e
Barni, Chiusi, 113; Battaglia, GDLI VIII, 378 (s. v. intuffare); W. delle attestazioni nelle restanti lingue germaniche: got. slahs,
Braune, Althochdeutsche Grammatik, 15. Aufl., bearb. von I. Reiffenstein, ata. slac > ted. Schlag, sass. ant. slegi, ags. slege (stessa radice
Tbingen 2004 (Sammlung kurzer Grammatiken germanischer Dialekte, A. dellingl. (to) slay colpire, uccidere), norr. slagr, sved. slag,
5/1), 100-101; Castellani, Grammatica, 91; Gamillscheg, Rg II, 165;
Glossario della parlata aretina, s. v. intufare; Zanchi Alberti, Sansepolcro termini dal significato di colpo.
(Arezzo), 222.
CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
171

Battisti-Alessio, DEI III, 2178 (s. v. lacca); Caix, Studi, 150-151; bile per difficolt morfologiche e semantiche, in quanto il
Francovich Onesti, Vestigia longobarde (vd. nota 1), 112; Gamillscheg,
Rg II, 158; Kluge-Seebold, EWDS, 806; Lehmann, Gothic, 314 (S98);
prefisso ad-, poi assimilato, indica di norma il passaggio
Meyer-Lbke, REW, 662 (8018). ad un determinato stato (Rohlfs, Grammatica). Il rendere
come una marra, cio il rendere come uno strumento da
taglio, mal si concilia con il valore, in questo caso contra-
zepp riempire a forza (spingendo) rio, di togliere il filo ad uno strumento da taglio proprio
Usato spesso al participio passato: zeppito compatto riem- di ammarrire e ammarrare.
pito al massimo. Il verbo zepp attestato nella provincia La distribuzione areale di questa famiglia lessicale, che
meridionale di Grosseto, nel magionese (zzepp), nellorvie- coincide con i territori gravitanti intorno ai Ducati di
tano epp, nel perugino zeppito. Spoleto e Benevento, farebbe pensare ad una loro origine
Si tratta di un allotropo del ben attestato zeppare, per il quale longobarda, a partire da una forma *marrjan rovinare,
Gamillscheg aveva ipotizzato una derivazione longobarda, guastare, ostacolare, connessa con i termini ata. marran,
da *zeppa cuneo (> it. zeppa), forma corretta da Castellani merren ostacolare, impedire (part. pass. gimerrit impe-
in *zippa, per via del vocalismo delle forme italiane, con e dito), sass. ant. merrian, ags. mierran, merran impedire,
chiusa. Il termine ricostruito confrontabile, pur se in modo ostacolare, sciupare, rovinare > ingl. mar danneggiare, ro-
non perfetto (Gamillscheg, Castellani), con il ted. Zipfel, vinare, norr. merja ammaccare, schiacciare. Parallela alla
ned. e ingl. tip, sved. tipp punta, estremit appuntita. Lal- forma longobarda quella frncone *marrjan, cui risalgono
ternanza morfologica di -are e -ire frequente soprattutto alcuni termini attestati in documenti carolingi: marritio
in verbi di origine germanica (< -jan, vd. Rohlfs, Larson). (765) danno impedimento e marrire (802) impedire,
procurare danno (Du Cange). I termini marrimento sbigot-
Alessio, Postille, 236; ALT (s. v. zeppire), d. 530 spingere pt. 218 (GR); timento (Brunetto Latini) e marrito sbigottito (Guittone
d. 530b comprimere pt. 195 (GR), pt. 218 (GR); Battisti-Alessio, DEI dArezzo) sono probabilmente derivati dal francese marri
V, 4111-4112 (s. v. zeppare); Castellani, Grammatica, 81; Catanelli, afflitto, triste, anchesso derivato da *marrjan. A questul-
perugino, 165; Gamillscheg, Rg II, 174; Kluge-Seebold, EWDS, 1013;
Larson, Glossario, 35; Mattesini-Ugoccioni, orvietano, 556-557; timo forse da collegare anche amarrato intronato, stor-
Moretti, Magione, 665-666; Orfei, parlata perugina, 165; Rohlfs, dito, che compare nellopera di Buccio di Ranallo (1362
Grammatica (Morfologia) (vd. nota 33), 616. ca.), testo abruzzese con caratteristiche arcaiche (TLIO).
Anche lit. smarrire sarebbe da ricondurre allo stesso etimo,
pur se i canali di entrata del germanismo sono controversi:
2.3. Vocaboli di cui si propone unorigine germanica deriverebbe da una forma germanica penetrata nel latino
volgare in epoca molto antica (Gamillscheg) oppure pi
ammarr rovinare il filo della lama tardi attraverso il frncone (Meyer-Lbke).
Usato soprattutto al participio passato: ammarrito rovinato Esiste poi un altro gruppo di termini dallo stesso valore
(riferito al filo della lama). Il verbo diffuso anche nellarea semantico di ammarrire e ammarrare: folignate marr
di Montepulciano e nellorvietano. Con un valore semantico rovinare il filo della lama, orvietano, spoletino e spellano
in parte modificato, nel senso di allegare i denti (a causa di smarrsse perdere laffilatura della lama di un attrezzo, an-
un frutto acerbo), compare anche nellamiatino e in altre conetano mar sgranarsi, sciupare, intaccare, perdere il filo;
aree della provincia meridionale di Siena (Cetona, Celle sul maceratese e dialetti piceni smarr ottundere il filo di una
Rigo e Contignano, vd. ALT ). Questultima certamente lama, viterbese (Fabrica di Roma) marrsse non tagliare
unevoluzione successiva, a partire dal senso principale di (detto del coltello che precedentemente ha tagliato pomo-
rendere inutilizzabile uno strumento tagliente. dori o frutta agra), abruzzese (Teramo) smarr guastare il
Si tratta di un allotropo di ammarrare intaccare il filo di taglio. Letimo di smarrare molto plausibilmente lo stesso
strumento tagliente, diffuso nel cortonese (amarrto/amar- di ammarrire e ammarrare, ma in questo caso pi verosi-
rto), nel magionese (amarr ), nellorvietano (ammarr), mile lipotesi di un incrocio semantico tra il long. *marrjan
nel perugino (ammarrato), nellabruzzese (ammarr), con rovinare, guastare, ostacolare e il lat. marra zappa ed una
il valore di intaccare il filo di strumento tagliente, toglie- sovrapposizione del prefisso intensivo (it. s- < lat. ex-) con
re il filo agli strumenti di taglio. nel viterbese (Fabrica di il prefisso negativo (it. s- < lat. ex-).
Roma) attestato mmarrsse non tagliare (detto del coltello Deriverebbero invece da marra zappa le forme abruzzese
che precedentemente ha tagliato pomodori o frutta agra); (Chieti) marr e siciliana smarrari digrossare, asciare un
in provincia di Roma attestato con il valore di digrignare legno e, con altro prefisso, il folignate ammarr affilare
i denti provocando rumore fastidioso (Marcellina); nel ca- unascia.
labrese (ammarrare/ammarrari) indica allegare (dei denti), Da distinguere dalle famiglie lessicali citate sono i termini
ottundere un coltello. che ruotano intorno al valore di chiudere, bloccare: abruz-
Per questultimo gruppo di vocaboli stata proposta una zese e molisano ammarr, napoletano ammarrare, lucano
derivazione da marra zappa (Battisti-Alessio, Cortelazzo- ammarr, salentino ammarrare socchiudere, foggiano (San
Marcato), ipotesi che cos esposta difficilmente accetta- Marco in Lamis) mmarr, ammarr ostruire un passaggio,
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
172

sbarrare, sprangare; tarantino ammarrr socchiudere, Per quanto riguarda letimo, Battaglia lo accosta ad anfanare,
calabrese m arrare sbarrare, intasare, siciliano ammarrari termine etimologicamente oscuro dal valore di vaneggiare,
chiudere, ostruire (un canale, un passaggio), bloccare, sulla dire spropositi e secondariamente darsi da fare inutilmente,
cui origine grava molta incertezza. affannarsi, senza ulteriori spiegazioni; ma una derivazione di
In conclusione: ammarrire/ammarrare/smarrare rovinare una forma dallaltra non pare cos immediata. Letimologia
il filo della lama intaccare uno strumento da taglio trar- di nafantare invece considerata tuttaltro che evidente
rebbero origine secondo lipotesi proposta dalla forma da Giacomelli; incerta anche per De Mauro.
long. *marrjan rovinare, guastare, ostacolare, in unione Si pu avanzare lipotesi di una derivazione, con prefisso
con prefissi diversi. Lesistenza di pi termini cotematici ana-, da un long. *fantjan cercare, indagare, considerare,
e semanticamente paralleli potrebbe essere un ulteriore connesso allata. fantn (cfr. ted. fahnden cercare, indagare
indizio della loro origine germanica, giacch spesso i ger- riferito a indagini poliziesche), sass. ant. fandon, ags. fan-
manismi penetrati nelle variet italo-romanze mostrano dian, forma causativa da un tema germ. *find- trovare. Il
pi realizzazioni morfologiche. inoltre possibile che la prefisso ana- sembrerebbe derivare, per il tipo di aspetto
restrizione semantica dei vocaboli ammarrire/ammarrare/ fonetico, da un prefisso long. *ana- su, piuttosto che da
smarrare ad indicare latto del rovinare esclusivamente gli una variante di quello romanzo in-. La successiva aferesi di
strumenti taglienti partendo dal valore pi generico di a- (*anafantjan > nafantare) trova paralleli nella gi citata
rovinare, guastare, ostacolare, che si ricostruisce per il evoluzione da *anahatjan a nazzicare e da annaspare a na-
long. *marrjan in base alla comparazione con le restanti spare (attestato anche in area chiusina).
lingue germaniche antiche, sia dovuta ad una sovrappo-
sizione e ad un incrocio con il termine marra zappa (= Alberti-Eschini, Roccalbegna, S. Caterina, Vallerona, 73; ALT (s. v. na-
fantare), d. 524 rovistare pt. 84 (SI); d. 430 straccarsi (descrizione: fatica-
strumento tagliente). re) pt. 128 (SI); d. 526 razzolare (descrizione: darsi da fare) pt. 181 (LI);
d. 441 bighellone (descrizione: lavorare continuamente) pt. 205 (GR);
Accattatis, calabrese, 39 e 443; ALT (s. v. ammarrire), d. 113a allazzire Barni, Chiusi, 118; Battaglia, GDLI XI, 167; Barberini, maremmano,
(i denti); Andreoli, napoletano, 39 e 658; Barni, Chiusi, 92; Battisti- 236; Bencist, Valdigreve, 96-97; Cagliaritano, senese, 99; De Mauro,
Alessio, DEI I, 165 (s. v. ammarrare 2) e V, 3516 (s. v. smarrire); Bigalke, GRADIT IV, 386; Fabbri, Chianciano, 52; Fanfani, toscano, 613; Fatini,
Basilicata, 130; Bruschi, Foligno, 20 e 387; Canolla, spoletino, 233; amiatino, 77; Giacomelli, Voci pistoiesi, 240; Gori-Lucarelli, pistoie-
Castellani, Grammatica, 40; Catanelli, perugino, 38; Corominas- se, 39, 123; Kluge-Seebold, EWDS, 271; Lapucci, Montepulciano, 247;
Pascual, DCECH, III. 861-862; Cortelazzo-Marcato, dialetti, 24 (s. Lehmann, Gothic, 117 (F57); Malagoli, pisano, 251; Straulino, mon-
v. ammarrto); Devoto-Oli, Dizionario, 2645; Diez, EWRS, 205; Du tagna pistoiese, 4.
Cange, Glossarium IV, 301; Egidi, dialetti piceni, 229; Felici, cortonese,
38; Gamillscheg, Rg II, 262-263; Galante-Galante, San Marco in
Lamis, 454; Giammarco, abruzzese e molisano, 120 e 2041; Gigante,
tarantino, 34-35; Ginobili, Macerata e Petriolo, 106; Gubinelli, mar- smann mettere in disordine, disfare malamente
cellinense, 7; Lapucci, Montepulciano, 33; Lehmann, Gothic, 246 (M33);
Mattesini-Ugoccioni, orvietano, 23, 474; Meyer-Lbke, REW, 439 Usato soprattutto al participio passato: smannato disordina-
(5373); Monfeli, Fabrica di Roma, 245 e 476; Moretti, Magione, 25; to, sgualcito. Attestato nellarea senese, amiatina compresa,
Padula, calabro, 100-101; Pasquini, spellano, 201; Piccitto, siciliano, e in quella aretina (Cortona, Val di Pierle rompere, scio-
I, 149 e V, 65; Rohlfs, Calabria, 74 e 75; Rohlfs, Dialetti salentini,
42; Rohlfs, Grammatica (Sintassi) (vd. nota 33), 1001; Savini, tera- gliere rovinare). Di questo termine esistono pi paralleli,
mano, 110; Sptti, anconitano, 157; TLIO s. v. amarrato; Wartburg, dai significati leggermente diversi, che tuttavia partono dal
FEW, XVI, 534-536. nucleo semantico comune di non essere a posto, in ordine:
romagnolo sman(r) svestire, spogliare, magionese mann
to storto, che ha gli abiti in disordine, maceratese smannsse
nafant darsi da fare, combinare, cercare, arrovellarsi, fan- lussarsi, slogarsi, anconitano mann scompigliare, dia-
tasticare letti piceni smann e metaurense sman distorcere, slogare.
Diffuso, anche se meno usato, anche il derivato nafanto af- Il verbo smann potrebbe derivare, con prefisso negativo
faccendamento, arrovellamento. Il verbo nafantare ben s- (< lat. ex-), dal got. manwjan rendere pronto, preparare
attestato nellarea senese (anche amiatina) e maremmana, (non attestato in altre lingue germaniche), da cui traggono
con il valore di darsi da fare (con intenti di ricerca o di ri- origine, con prefisso romanzo ad-, ammannire (di epoca
ordinamento), sfaccendare arrovellarsi, fantasticare; nel- antica) e lallotropo ammannare preparare, approntare,
la Valdigreve, con il valore di darsi da fare, gingillarsi con allestire, termini semanticamente contrari a smannare.
qualsiasi oggetto ma anche cercare qualcosa senza sapere nella formazione del termine e nella sua specializzazione
bene ci che si vuole, e nellarea pistoiese e pisana, dove il lessicale, anche in questo caso, possono aver agito fattori
significato darsi da fare, sfaccendare, affannarsi. nellarea di vicinanza fonetica e semantica con termini noti, di altra
pistoiese diffuso anche annafantare affannarsi per riusci- origine: non si pu cio escludere lipotesi che smann,
re in qualcosa. I due significati principali ruotano dunque prendendo origine da una forma germanica, sia stato av-
intorno al concetto di darsi da fare, combinare, cercare e a vicinato e percepito dai parlanti come una forma negativa
quello, verosimilmente seriore, di arrovellarsi, fantasticare. di ammannare raccogliere in covoni (dal lat. volg. man-
testimoniato nelle forme nafantante e nafantio nellopera na, a sua volta dal lat. manua covone). Che questultimo
del senese Jacopo nelli ( 1767) (Battaglia). vocabolo non sia stata la fonte diretta di smann sembre-
CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
173

rebbe indicarlo ma si deve ammettere che gli indizi non di rete da pesca, da cui anche guadino retino, attestato in
sono incontrovertibili la diffusione areale del termine, numerosi dialetti italiani, e forse lombardo ragagna (< long.
che corrisponde a territori dove la presenza gotica era ben raka ?) rete a strascico (cfr. Battisti-Alessio, nocentini).
attestata, nonch la compattezza del riferimento semantico
al pi generico non essere a posto, in ordine dei termini Battaglia, GDLI XX, 1101; Battisti-Alessio, DEI V, 3197; De Mauro,
GRADIT VI, 702; Moretti, Magione, 631; G. Moretti, Pescatori del
dialettali citati, valore che ben corrisponde ad una forma Trasimeno, Foligno 1988 (Laghi e stagni dItalia, 4), 72; nocentini, I ger-
negativa derivata dal got. manwjan rendere pronto, pre- manismi, 34; M. Pfister, Technische Langobardismen in der Italo-Romania,
parare. in Akkulturation. Probleme einer germanisch-romanischen Kultursynthese in
Sptantike und frhem Mittelalter, hrsg. von D. Hgermann et al., Berlin-
Difficile pronunciarsi sul legame con sciamannato disordinato new York 2004 (Ergnzungsbnde zum Reallexikon der Germanischen
(nel vestiario), sulla cui origine gravano molti dubbi: voce Altertumskunde, 41), 111-134, alle pp. 112-113.
germanica per Battaglia; della stessa origine di ammannare
raccogliere in covoni, con il prefisso negativo lat. ex-, per
Caix, Diez, Merlo, Prati, Olivieri, Migliorini-Duro e Far; Si vuole infine menzionare un altro vocabolo, che per ca-
di origine incerta per Cortelazzo-Zolli; ricondotto nelle note ratteristiche fonetiche presenza dei nessi sc- o st- e -ff-
etimologiche di Devoto-Oli e De Mauro al termine giudeo- parrebbe di origine longobarda, ma sul cui etimo sussistono
italiano sciamanno, vocabolo che indicava un pezzetto di incertezze tali da non poter arrivare a formulare alcuna ipotesi:
stoffa gialla che costituiva un segno distintivo che gli Ebrei
dovevano portare attaccato alla falda del cappello. La pos-
scaffiia/staffiia la forma data al pagliaio dopo che si proce-
sibilit di un legame etimologico con la famiglia lessicale di
duto al taglio il punto in cui si inizia a tagliare il pagliaio
ammannare/ammannire (e secondo la proposta avanzata
Termine in disuso, attestato con suffissi diversi: come scaf-
smannare) non pu tuttavia essere esclusa completamente.
fiia anche nellarea del Monte Cetona; scaffia sul Monte
ALT (s. v. smannare) d. 522 sciupare pt. 131 (AR); d. 525 mettere in Amiata e a Montepulciano, dove indica il vuoto del pagliaio
scompiglio gli oggetti pt. 171 (AR), pt. 172 (SI), pt. 175 (AR); (s. v. scia- quando veniva tagliato; per larea senese meridionale, Ca-
mannato), d. 423a e 436; Barni, Chiusi, 134; Battaglia, GDLI XVIII, gliaritano d a scaffia il valore di vano ricavato nel paglia-
17 (s. v. sciamannato); Battisti-Alessio, DEI I, 165 (s. v. ammannare) e
V, 3395 (s. v. sciamannare); Cagliaritano, senese, 155; Caix, Studi, 33; io per il rifugio dei cani durante linverno. Testimoniato
Castellani, Grammatica, 59 nota 69; Colocci, senigalliese, 208; Conti, anche a Cortona (staffa, staffia) e nellorvietano (staffajja
metaurense, 301; Cortelazzo-Marcato, dialetti, 389 (s. v. sciamannato); porzione giornaliera di paglia o fieno per le bestie). Come
Cortelazzo-Zolli, DELI, 1472 (s. v. sciamannato); De Mauro, GRADIT
V, 982; Diez, EWRS, 774 (dove Scheler corregge letimo proposto da Diez scaffa attestato nel romagnolo (taglio malfatto nel pagliaio,
espresso a p. 466); Egidi, dialetti piceni, 229; Far, Postille, 263 (5329); con lapposito attrezzo, lasciando un piccolo gradino anzi-
Fatini, amiatino, 121; Felici, cortonese, 422; Gamillscheg, Rg I, 367- ch fare un taglio pari), nel metaurense (il vano che si fa
368; Ginobili, Macerata e Petriolo, 106; Glossario della parlata aretina, s.
v. smann(re); Lapucci, Montepulciano, 366; Lehmann, Gothic, 244-245 tagliando un fettone nel pagliaio, in una buca di calcina)
(M27); Masotti, romagnolo, 592; Mattioli, romagnolo, 623; C. Merlo, e nel senigalliese (cavit che si fa nel pagliaio tagliandone
Ital. sciamannare, Italia dialettale XIV (1938), 200; Migliorini-Duro,
Prontuario, 503; Moretti, Magione, 570; Olivieri, Dizionario etimolo-
una fetta). Scaffaia attestato come toponimo nel comu-
gico, 426; Prati, VEI, 882; Silvestrini, Val di Pierle, 196; Sptti, anco- ne di San Piero a Sieve (FI), in unarea in cui sono presenti
nitano, 157; Wartburg, FEW, XVI, 516. toponimi di origine longobarda.
Battaglia riporta, sotto il lemma scaffa (3.2), il significato di
incavo, scanalatura, rifacendosi per letimo al long. *ska-
tfo nassa rete a campana fa tavole per appoggio; termine attestato nel XVI secolo
Il termine diffuso nelle aree del lago di Chiusi e del Tra- (usato dallo scrittore lombardo Agostino Ramelli). non
simeno. in realt chiaro quale sia la forma di partenza della radice,
Definito di origine incerta nelle note etimologiche di Bat- se sia cio scaff- o staff-, in quanto spesso sc/st, soprattutto
taglia e De Mauro. Lorigine germanica pare per molto in area toscana, sono intercambiabili (si veda, ad esempio,
verosimile: sarebbe corradicale del verbo long. *tauff(j)an, o la coppia chiusina scortic/stortic). Questa insicurezza fa
forse *tauf(j)an37, immergere (> it. tuffare). nellalto tedesco s che si desista in partenza dallavanzare ipotesi sullorigi-
antico si trova infatti attestata la forma touf battesimo, in ne del vocabolo, che foneticamente molto vicino ad altri
quanto immersione (com noto, il battesimo originaria- termini italiani di origine longobarda (scaffa(le), staffa).
mente consisteva nellimmersione in un fiume). Si potrebbe interessante notare che appartiene alla stessa area semantica
quindi avanzare lipotesi, plausibile da un punto di vista sia di stllo palo del pagliaio e di bica mucchio di fieno, paglia,
fonetico sia semantico, che il termine tfo possa derivare da falasco, ecc. (Pfister), di origine longobarda38.
una forma nominale long. *tauf immersione, con regolare
passaggio di *-au- tonico ad --, termine poi specializzatosi Barbanera, Cetona, 121; Battaglia, GDLI XVII, 739; Cagliaritano,
senese, 141; Colocci, senigalliese, 202; Conti, metaurense, 287; Fatini,
in strumento che si immerge > rete da pesca. amiatino, 108; Felici, cortonese, 442; Lapucci, Montepulciano, 336;
interessante notare che esistono anche altri termini, di Masotti, romagnolo, 542; Mattesini-Ugoccioni, orvietano, 492; Pfister,
origine longobarda, afferenti allambito semantico della Technische Langobardismen, 130-131.
pesca: guada (< long. *wate, vd. Pfister), che indica un tipo
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
174

Conclusioni Alcuni vocaboli (slacca, tfo) sono attestati solamente in


unarea relativamente ristretta intorno a Chiusi, altri (sbrin-
Lindagine sui germanismi del dialetto di Chiusi ha messo in co, struff e se longobardo tresc) sono caratterizzati
evidenza come questi siano perlopi riconducibili a termini da un valore semantico peculiare rispetto al significato pi
di origine longobarda, con leccezione forse di smann, che esteso, tanto che, in entrambi i casi, vi il sospetto che
sembrerebbe essere di derivazione gotica, e di maghicchio e la loro diffusione e il loro utilizzo abbiano preso le mos-
tresc, la cui origine pu essere attribuita sia al superstrato se dallantico Ducato di Chiusi. Almeno nel caso di tfo
gotico sia a quello longobardo. Dubbioso anche il canale nassa, rete a campana, le probabilit di cogliere nel vero
di entrata di sbrinco. Apparterrebbero invece al gruppo dei sono molto alte: si tratta di un vocabolo attestato solo
longobardismi con maggiore o minore verosimiglianza le nellarea di Chiusi il termine ancora in uso tra i pe-
voci allazz, ammarr, sdringol/dringol, (i)mbiff, (i)nguast, scatori del lago omonimo e del vicino lago Trasimeno.
(i)ntuf, nafant, nazzic/zazzic, nrcola, slacca, sornac, Per il particolare valore semantico, la sua introduzione
stllo, stolz/stlzo, struff, tcchio, tfo, trscia e zepp. Molto legata necessariamente alla presenza di laghi, fattore che
incerti sono invece gli etimi di sguill e di scaffiia/staffiia. rende la penetrazione diretta molto verosimile.
Pur se alle forme (i)mbiff, slacca e zepp non era mai stata I risultati conseguiti dallindagine concordano grosso modo
data attenzione, la loro origine germanica non pu essere con le considerazioni di Ernst Gamillscheg40 e successiva-
messa in dubbio, in quanto rappresentano derivati e allotro- mente di Carlo Alberto Mastrelli41, che avevano osservato
pi di forme ormai da tempo riconosciute come longobarde. come, nella diffusione dei longobardismi, la Toscana setten-
Per i vocaboli ammarr, nafant, smann e tfo per quanto trionale mostrasse accordo maggiore con lEmilia, mentre
mi dato sapere non era mai stata proposta unorigine la Toscana meridionale si legasse pi strettamente con il
germanica. territorio del Ducato di Spoleto. nella maggior parte dei
Sembrano derivati direttamente da forme germaniche i ter- casi, difatti, i longobardismi di Chiusi sono condivisi con
mini slacca, sornac, stllo, stolz, tcchio, tfo, tresc; difficile larea aretina, grossetana e umbra, a volte con laccompa-
esprimersi su sbrinco, struff, trscia e zepp, perch potreb- gnamento di altri dialetti toscani settentrionali e dellabruz-
bero essersi formati sia a partire da vocaboli longobardi, sia zese. Pi rare sono invece le coincidenze con la sola Tuscia
indirettamente, a partire da forme italo-romanze di origine settentrionale e lEmilia.
longobarda; i restanti termini presentano prefissi e suffissi Si pu notare che il legame linguistico tra Chiusi e lUm-
derivazionali di tipo romanzo e potrebbero quindi essere bria ha uno stretto parallelo nel legame archeologico, evi-
formazioni secondarie, da vocaboli di origine germanica denziato dallo studio dei corredi funerari della fine del VI
ormai acclimatati. In due casi (ammarr e zepp) le forme secolo rinvenuti a Chiusi, che mostrano molte analogie con
attestate a Chiusi e dintorni mostrano luscita in -ire rispet- quelli di nocera Umbra e Castel Trosino42. Rapporti politi-
to alle forme allotrope in -are, esiti diversi come si gi ci stretti tra Chiusi e il Ducato di Spoleto si ebbero difatti
detto della desinenza verbale germanica *-jan. sia durante il periodo della dominazione longobarda vera e
I termini raccolti sono soprattutto verbi, che descrivono propria pur se il corridoio bizantino creava una frattura
azioni e movimenti in modo molto circoscritto e specifico politico-territoriale sia successivamente, quando Chiusi,
ed hanno un uso semantico limitato; pochi altri si riferiscono insieme ad Arezzo, gravitava nellorbita umbra43.
invece alla cultura materiale. poi interessante notare che
alcuni di questi vocaboli (allazz, ammarr, (i)nguast, norcola, Vocaboli analizzati
smann) possono essere il risultato di sovrapposizioni e incroci
di forme germaniche con forme romanze foneticamente vicine
allazz sbrinco stlzo
e in parte affini semanticamente (long. *lazz(j)an/lat. laxre,
ammarr scaffiia/staffiia struff
long. *marrjan/lat. marra, long. *wstjan/lat. vastre, long.
(i)mbiff sdringol/dringol tcchio
*knohha/lat. volg. *nuc(u)la, got. manwjan/lat. volg. *man-
(i)nguast sguill
na), tanto che queste ultime possono aver facilitato lentra- tfo
(i)ntuf slacca
ta dei prestiti germanici citati nelle variet italo-romanze, tresc
maghicchio smann
nonch la loro specializzazione lessicale39. trscia
nafant sornac
difficile indicare le modalit di penetrazione dei germani- zazzic
nazzic stllo
smi nel lessico chiusino, che pu essere consequanza sia delle zepp
nrcola stolz
vicende storiche che hanno visto protagonista il territorio
di Chiusi nellAlto Medioevo, sia dellinflusso di variet lin-
guistiche contigue che presentavano tali forme. non si pu
escludere che i longobardismi o alcuni di questi che il
dialetto di Chiusi condivide con altre aree siano lesito di
penetrazioni indipendenti, che la mutua comprensione in
zone vicine avrebbe rafforzato e fatto perdurare.
CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
175

ted. schmelzen fondere, ha dato lit. smaltire, da cui poi, pi recentemente,


nOTE smaltimento; il long. *skaf scaffale si ritrova con il suffisso -ale nellit. scaffale;
lit. arraffare muove da una forma long. *hraffn pigliare con violenza, in
unione col prefisso romanzo ad- (vd. Castellani, Grammatica, 61, 79, 90).
5
F. Albano Leoni, Bilinguismo e coscienza del bilinguismo nellItalia longo-
* Ringrazio Maria Giovanna Arcamone, nicoletta Francovich Onesti, Pr barda, in Italia linguistica: idee, storia, strutture, a cura di F. Albano Leoni
Larson, Elda Morlicchio, Alberto nocentini, Gabriele Pallotti, Alessandro - D. Gambarara et al., Bologna 1983, 133-148, a p. 144.
Parenti e Fiorenzo Toso, che hanno letto e commentato questo lavoro e 6
A differenza dei Goti, i Longobardi non lasciarono attestazioni scritte nella
a cui devo molti utili suggerimenti (resta inteso che eventuali errori sono propria lingua; essi usarono come lingua scritta il latino, in cui sono redatte
imputabili solo a me). Un doveroso ringraziamento va anche allIstituto anche le loro leggi. Per la conoscenza della lingua dei Longobardi sono dun-
dellAtlante Linguistico Italiano (Torino), per avermi permesso di consul- que di fondamentale importanza i relitti lessicali che permangono nei dialetti
tare materiale inedito. italiani, parlati in aree sottoposte alla dominazione longobarda, nonch le
glosse presenti nei testi latini. Per la bibliografia sul tema si veda la nota 1.
1
La bibliografia su questo tema molto vasta e in questo contesto non 7
G. Rohlfs, La struttura linguistica dellItalia, Leipzig 1937, 27, lavoro
pretende di essere esaustiva: tra i primi studi si annoverano i lavori di ristampato con correzioni in Studi e ricerche su lingua e dialetti dItalia,
B.W. Bruckner, Die Sprache der Langobarden, Strassburg 1895 (Quellen Firenze 1990 (= 1972), 6-25, a p. 23.
und Forschungen zur Sprach- und Culturgeschichte der germanischen 8
Pfister, I superstrati, 45.
Vlker, 75); E. Zaccaria, Lelemento germanico nella lingua italiana.
Lessico con appendice e prospetto cronologico, Bologna 1901; e G. Bertoni,
9
C.A. Mastrelli, Tracce linguistiche della dominazione longobarda nella-
Lelemento germanico nella lingua italiana, Genova 1914. Fondamentali rea del ducato di Spoleto, in Atti del 9 Congresso Internazionale di Studi
sono i gi citati lavori di Gamillscheg, Romania germanica, e Sabatini, sullAlto Medioevo (Spoleto, 27 settembre-2 ottobre 1982), Spoleto 1983,
Riflessi linguistici (vd. Strumenti lessicografici). Sui germanismi (gotismi 656-667, alle pp. 657-658.
e longobardismi) in italiano vd. P. Scardigli, Appunti longobardi, in 10
Sul problema si veda Scardigli, Appunti longobardi, passim e il quadro
Filologia e critica. Studi in onore di Vittorio Santoli, a cura di P. Chiarini riassuntivo di Pfister, I superstrati, 42-44; ma la questione ancora aperta.
et al., Roma 1976, 91-131 (rist. in Goti e Longobardi. Studi di Filologia 11
G. Rohlfs, Doppioni germanici (di fonte gotica e longobarda) in Italia, in
Germanica, Roma 1987, 191-246); G. Bonfante, Latini e Germani in Studi e ricerche su lingua e dialetti dItalia, Firenze 1990 (= 1972), 187-191.
Italia, 4a ediz. riv. e agg., Bologna 1977 (Linguistica generale e storica,
3); P. Scardigli, Allorigine dei longobardismi in italiano, in Sprachliche
12
M. Pfister, Gli elementi longobardi nell italiano, Incontri linguistici
Interferenz, Festschrift fr Werner Betz, hrsg. von H. Kolb und H. Lauffer, 7 (1982), 115-141, a p. 138.
Tbingen 1977, 335-354 (rist. in Goti e Longobardi. Studi di Filologia
13
Castellani, Grammatica, 59-67 (ma su alcuni termini non c accor-
Germanica, Roma 1987, 269-293); B. Migliorini, Storia della lin- do tra gli studiosi).
gua italiana, Firenze, 1978; M.G. Arcamone, I Germani dItalia: lin- 14
Scardigli, Allorigine dei longobardismi, 279-292.
gue e documenti linguistici, in Magistra Barbaritas. I Barbari in Italia, 15
Si vedano i risultati conseguiti in tal senso da C.A. Mastrelli, Lorigine
Milano 1984, 381-409; M. Pfister, I superstrati germanici nell italiano, germanica dell italiano regionale stolzare, stlzo, Archivio per lAlto Adige
in Elementi stranieri nei dialetti italiani. Atti del XIV Convegno del C. S. 59 (1965), 225-252 e M.G. Arcamone, Nuove prove linguistiche della pre-
D. I. (Ivrea 17-19 ottobre 1984), I, Pisa 1986, 37-58; C.A. Mastrelli, senza longobarda nel ducato di Spoleto, in Atti del 9 Congresso Internazionale
Prestiti lessicali gotici. Un aggiornamento, in Teoderico il Grande e i Goti di Studi sullAlto Medioevo (Spoleto, 27 settembre-2 ottobre 1982), Spoleto
dItalia. Atti del XIII Congresso Internazionale di Studi sullAlto Medioevo 1983, 759-775.
(Milano, 2-6 novembre 1992), Spoleto 1993, 183-199; M.G. Arcamone,
Lelemento germanico antico, medievale e moderno (con esclusione dell ingle-
16
Scardigli, Allorigine dei longobardismi, 270-274.
se), in Storia della lingua italiana. III. Le altre lingue, a cura di L. Serianni 17
Procopius, De bello Gothico II, 11, ed. J. Haury, rev. G. Wirth, Leipzig
- P. Trifone, Torino 1994, 751-790; n. Francovich Onesti, Vestigia 1962-1964. Su Chiusi in rapporto al conflitto greco-gotico vd. S. Bocci,
longobarde in Italia (568-774). Lessico e antroponimia, Roma 1999; A. LUmbria nel Bellum Gothicum di Procopio, Roma 1996 (Studi pubblicati
Castellani, Grammatica storica della lingua italiana. I. Introduzione, dallIstituto italiano per la storia antica, LXII), 33, 123-124; E. Menest,
Bologna 2000, 29-94; E. Morlicchio, Migrazioni di popoli e di parole. Istituzioni e territorio dellUmbria da Augusto all inizio della dominazio-
Leredit linguistica dei Germani in Italia, in Societ multiculturali nei se- ne franca, in Il corridoio bizantino e la via Amerina in Umbria nellAlto
coli V-IX. Scontri, convivenza, integrazione nel Mediterraneo occidentale. Medioevo, Spoleto 1999 (Uomini e mondi medievali, 1), 3-97, alle pp. 50-
Atti delle VII giornate di studio sullet romanobarbarica (Benevento, 31 52 e G. Riganelli, Il corridoio Bizantino nelle vicende storiche dellUm-
maggio-2 giugno 1999), a cura di M. Rotili, napoli 2001, 109-125; E. bria altomedievale, in Il corridoio bizantino, 117-144, alle pp. 120-121.
Morlicchio, Presenze alloglotte nellItalia dellanno Mille. Lapporto delle 18
Procopius, De bello Gothico, I, 3-4; C. Azzara, La Toscana in epoca gota
lingue germaniche al tipo italo-romanzo, in Italia linguistica anno Mille. e longobarda. Assetti territoriali e prospettive della ricerca, in Appennino tra
Italia linguistica anno Duemila. Atti del XXXIV Congresso Internazionale antichit e medioevo, a cura di G. Roncaglia - A. Donati - G. Pinto, Citt
di Studi della Societ di Linguistica Italiana (SLI). Firenze, 19-21 ottobre di Castello 2003, 395-401 (www.retimedievali.it).
2000, a cura di n. Maraschio - T. Poggi Salani, Roma 2003 (Pubblicazioni 19
Sulla controversa genesi del Ducato di Chiusi cfr. P.M. Conti, La Tuscia
della Societ di Linguistica Italiana, 45), 153-161.
e i suoi ordinamenti territoriali nellAlto Medioevo, in Atti del 5 Congresso
2
I primi contatti tra i Romani e i Goti, allinterno dei quali si individua il Internazionale di Studi sullAlto Medioevo (Lucca, 3-7 ottobre 1971), Spoleto
gruppo degli Ostrogoti e quello dei Visigoti, risalgono alla met del III se- 1973, 61-116, alle pp. 99-104 e C.G. Mor, Alcuni problemi della Tuscia
colo, quando queste genti germaniche si stanziarono nei territori a setten- langobarda, in Atti del 5 Congresso Internazionale di Studi sullAlto Medioevo
trione del Mar nero. I due gruppi, che probabilmente parlavano una stessa (Lucca, 3-7 ottobre 1971), Spoleto 1973, 49-60, alle pp. 50 e 52. Si veda an-
lingua, ebbero una storia diversa: i Visigoti migrarono in Francia meridionale che S. Gasparri, I duchi longobardi, Roma 1978 (Studi storici, 109), 44, 60
e successivamente in Spagna, dove crearono un importante regno romano- e 72; C. Citter, I corredi funebri nella Toscana longobarda nel quadro delle
germanico; gli Ostrogoti, invece, si stanziarono in Italia. Molti termini di vicende storico-archeologiche del popolamento, in LItalia centro-settentriona-
origine gotica sono entrati nel latino tardo, durante il IV e V secolo, tramite le in et longobarda (Atti del Convegno, Ascoli Piceno, 6-7 ottobre 1995), a
quei Goti che militavano come mercenari nellesercito romano. Tra questi si cura di L. Paroli, Firenze 1997, 185-211, a p. 187. Si vedano anche i lavori
annoverano *wardja sentinella, che ha dato lit. guardia e forse *flask ri- di M. Marrocchi e A. Pazienza nel presente volume.
vestimento di vimini che protegge un recipiente, passato infine allit. fiasco. 20
Mor, Alcuni problemi, 51; A. Carile, LUmbria bizantina nei rapporti tra
Altri vocaboli sono entrati indipendentemente nellitalo-romanzo con gli
Roma e Ravenna, in Il corridoio bizantino e la via Amerina in Umbria nellAlto
Ostrogoti, nel gallo-romanzo e ispano-romanzo con i Visigoti (Castellani,
Medioevo, Spoleto 1999 (Uomini e mondi medievali, 1), 99-116, a p. 104.
Grammatica, 56-57).
21
W. Kurze, Loccupazione della Maremma toscana da parte dei Longobardi,
3
Per un quadro riassuntivo delle posizioni dei vari studiosi si veda Pfister,
in W. Kurze - C. Citter, La Toscana, in Citt, castelli, campagne nei ter-
I superstrati, 41-42.
ritori di frontiera (secoli VI-VII). V seminario sul tardoantico e laltomedio-
4
Alcuni esempi: il got. *smaltjan far sciogliere, corrispondente allingl. smelt, evo in Italia centrosettentrionale, Monte Barro-Galbiate (Lecco), 9-10 giugno
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
176

1994, a cura di G.P. Brogiolo, Mantova 1995 (Documenti di archeologia, un numero molto elevato dei vocaboli presentati (tra il 90 e il 100%); la
6), 159-169, alle pp. 167-168. percentuale cresce in proporzione allet degli interrogati.
22
Si veda G. Riganelli, Passignano sul Trasimeno tra Evo Antico e 33
Gli strumenti lessicografici utilizzati sono elencati a p. 145-148. Si
Medioevo, Perugia 1991, 36-39. inoltre adoperato G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e
23
Citter, I corredi funebri, in part. alle pp. 196-197. Si deve suppor- dei suoi dialetti. I. Fonetica; II. Morfologia; III. Sintassi e formazione del-
re che il passaggio dei territori longobardi sotto la dominazione franca le parole, ed. riv. e agg., Torino 1966-1969 (Piccola biblioteca Einaudi,
non abbia portato cambiamenti sostanziali nella distribuzione etnica; si 148-150), traduzione italiana di Historische Grammatik der italienischen
sa infatti che i Franchi subentrarono nellamministrazione politica sen- Sprache und ihrer Mundarten. I. Lautlehre; II. Formenlehre und Syntax;
za alterare significativamente le componenti sociali del territorio, cfr. H. III. Syntax und Wortbildung, Bern 1949-1954 (Bibliotheca Romanica, I.
Keller, La marca di Tuscia fino allanno Mille, in Atti del 5 Congresso 5-7). La pi antica attestazione viene indicata solo se anteriore al XVIII
Internazionale di Studi sullAlto Medioevo (Lucca, 3-7 ottobre 1971), secolo. I dialetti citati sono indicati grosso modo nel seguente ordine: dialetti
Spoleto 1973, 117-140, a p. 119. parlati nelle aree pi vicine a Chiusi, dialetti toscani, dialetti dellEmilia
e Romagna, dialetti settentrionali, dialetti dellUmbria, delle Marche, del
24
G. Ciampoltrini, Le tombe 6-10 del sepolcreto longobardo di Chiusi- Lazio e infine dialetti meridionali. Per la fonte delle voci dialettali citate, se
Arcisa. Per un riesame dei materiali, Archeologia medievale 13 (1986), non sono fornite altre indicazioni, si rimanda alla bibliografia abbreviata in
555-562, a p. 561; Citter, I corredi funebri, 189 e 196. calce alla trattazione (ad esempio, il riferimento a Cortona o al cortonese
25
Codex diplomaticus Amiatinus. Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore am rinvia a Felici, cortonese); quando una voce dialettale si discosta morfo-
Montamiata. Von den Anfngen bis zum Regierungsantritt Papst Innozenz logicamente o semanticamente da quella chiusina, fornita a lemma, viene
III. (736-1198), hrsg. von W. Kurze, I-II-IV (da adesso in poi abbrevia- indicato esplicitamente, altrimenti sottintesa lidentit con questultima.
to con CDA), n. 5; III.1: Profilo storico e materiali supplementari, a cura Per ci che concerne gli atlanti linguistici: lindicazione dei punti relativi
di M. Marrocchi; III.2: Register, mit Beitrgen von M.G. Arcamone - V. alle localit dove sono stati rilevati i termini viene fornita solo se il nu-
Mancini - S. Pistelli, Tbingen 1974-2004. mero delle attestazioni per voce non superiore a quattro; al punto (pt.)
26
Kurze, CDA, n. 27: secundum mos ritus gentis Langubardorum. segue, tra parentesi, la provincia di appartenenza; per lindicazione esatta
27
Kurze, CDA, n. 15 (anno 765: wadia pegno), n. 27 (anno 775: laune- dei punti di rilevazione si rimanda agli indici dei rispettivi atlanti lingui-
gild ricompensa, schirpa masserizie); cfr. Francovich Onesti, Vestigia stici. La bibliografia relativa ad ogni singola voce comprende, per previt,
longobarde, 99-100, 116, 126. solo lindicazione di alcuni dizionari etimologici delle lingue germaniche;
i restanti vocabolari utilizzati sono elencati sotto Strumenti lessicografici.
28
Kurze, CDA, n. 9. 34
Si prescinde invece da influssi germanici pi tardi; non si analizzer quindi
29
Antroponimo che trova un parallelismo pur con diverso tipo di suffisso il termine buristo insaccato a base di sangue di maiale, derivato in modo
nella forma romanza mangiatore, attestato in alcuni documenti toscani poco chiaro e in unepoca imprecisata dal ted. Wurst salsiccia (Battisti-
anteriori al 1200 (vd. Larson, Glossario, 392-393). Alessio, DEI I, 638).
30
Si veda come esempio di sopravvivenze lessicali, in tempi pi recenti, gli 35
Devo lintero capoverso a Pr Larson, dellOpera del Vocabolario Italiano,
italianismi conservati come relitti nellinglese parlato dagli immigrati italia- Firenze (messaggio di posta elettronica del 12.02.2008).
ni di terza generazione in Australia, cfr. M. Clyne, Dynamics of Language
Contact. English and Immigrant Languages, Cambridge 2003, 154-192.
36
Messaggio di posta elettronica del 26.07.2008.
31
Appartiene al dialetto chianino, insieme alle variet parlate nei comu-
37
Vd. supra la voce (i)ntufare.
ni di Sinalunga, Torrita, Montepulciano, Chianciano e Sarteano, vd. 38
Vd. supra la voce stllo
L. Giannelli, Toscana, in Profilo dei dialetti italiani (9), a cura di A. 39
Lesistenza di forme miste longobardo-latine, risultato del tentativo di
Zamboni, nuova ed. agg., Pisa 2000, 103-104. adattare un patrimonio linguistico straniero ad un sistema noto, stata
32
Per la raccolta dei termini, oltre che della competenza di parlante na- evidenziata in pi riprese da Max Pfister: si veda, tra laltro, il suoi gi ci-
tiva, mi sono avvalsa del lavoro Cos parlava Chiusi. Vocaboli, proverbi tati Gli elementi longobardi, 139 e Technische Langobardismen, 128-129.
e modi di dire della lingua chiusina, di Fulvio Barni (vd. Strumenti les- 40
Gamillscheg, Rg II, 181-182.
sicografici). Devo molto a Michele Presenti, che ha sottoposto alla mia 41
Mastrelli, Tracce linguistiche, 658 e 666.
attenzione i vocaboli del dialetto chiusino che considerava pi inusuali. I
termini selezionati sono stati presentati a due gruppi di parlanti, entram-
42
O. von Hessen, Primo contributo alla archeologia longobarda in Toscana.
bi costituiti da 25 persone il primo comprendeva parlanti di et com- Le necropoli, Firenze 1971 (Accademia toscana di scienze e lettere La co-
presa tra i 56 e i 78 anni; il secondo di et compresa tra i 15 e i 38 per lombaria. Studi, XVIII), 11-33; Ciampoltrini, Le tombe, 558 e 562.
verificarne il valore semantico e luso. Tutti gli informatori sono originari 43
Mor, Alcuni problemi, 54; J.-P. Delumeau, Arezzo: espace et socits,
del territorio di Chiusi; la maggior parte di questi abita nelle aree rurali 715-1230. Recherches sur Arezzo et son contado du VIIIe au dbut du XIIIe
di Montallese e Montevenere. Risulta che tutti gli intervistati conoscono sicle, Rome 1996 (Collection de lEcole franaise de Rome, 219), 207.

Tfi sul lago Trasimeno.


CARLA FALLUOMInI RELITTI LESSICALI GERMAnICI nELLA VARIET DIALETTALE DI CHIUSI
177
APPENDICE
IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA:
Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO*

Giulio Paolucci

oltre a questo sepolcro ne sono


stati scavati degli altri l appresso
e ricchi perch pare fossero quelli
della famiglia ducale longobarda
che signoreggi qui in Chiusi

Raccontate Oreste, come avvenne la scoperta del Longo- una specie di diadema; una collana con grande medaglio-
bardo? [] Ecco, la ripeter come lho sentita raccontare ne gli scendeva sul petto dove pure splendevano alcune
quando ero ancora ragazzo. Si diceva che, in certe notti croci delle quali una grandissima; doro erano pure lelsa
senza luna, i contadini della zona dellArcisa avessero visto della spada, del pugnale, le decorazioni delle guaine, gli
dalla parte del lago venire galoppando su un cavallo nero anelli massicci, le fibbie dei calzari, i fermagli del mantel-
un guerriero sfavillante doro, che puntando su Chiusi lo, gli sproni e gli ornamenti dello scudo. Tutto quelloro
agitava verso la cinta delle mura una lunga spada fiammeg- fu venduto parte a Firenze, parte a Roma e si dice che gli
giante e che, giunto al centro delluliveto, spariva improv- sproni siano stati venduti a Perugia1.
visamente come lo inghiottisse la terra. Ma queste, si sa, Piero Galeotti in uno scritto a carattere divulgativo del
erano chiacchiere che facevano le donnicciole a veglia. La 1953 ricordava cos la scoperta del cosiddetto longobardo
verit che due fratelli scavini, avendo fatto alcuni saggi doro avvenuta sul pianoro dellArcisa sul volgere del mese
in quei dintorni, avevano trovato qualche sepoltura con di gennaio del 1874. Prima di lui altri autori avevano ac-
alcuni oggetti doro e, immaginando di trovarsi in un ter- cennato brevemente al clamoroso ritrovamento che con il
reno favorevole a fortunate esplorazioni, avevano inventato passare del tempo stato quasi dimenticato, tanto che Otto
e diffusa la leggenda del cavaliere fantasma per allontanare von Hessen pens addirittura ad unerrata provenienza da
da quel luogo lattenzione del contado onde potere effet- Chiusi e volle assegnarlo a Castel Trosino2.
tuare tranquillamente le pi accurate ricerche... Infatti una La prima menzione della scoperta si deve a Pietro nardi
sera, facendo un piccolo scavo in mezzo allArcisa, uno dei Dei, Segretario della Commissione Archeologica locale, che
fratelli batt con una piccozza, a poca profondit, su una nel corso dellannuale seduta presso il museo di Chiusi, per
grande pietra in mezzo alla quale era incastonata uniscri- celebrarne linaugurazione, scrisse: pochi mesi orsono sia
zione in marmo. Impotente a sollevare il pesante lastrone stato, presso una delle porte della citt, rinvenuto un pre-
ricolm lo scavo e corse ad avvertire il fratello. Insieme, a zioso sepolcro spettante forse a uno dei Duchi di Chiusi3
notte inoltrata, raggiunsero il luogo e ripresero a scavare e tre anni dopo: saggi pregevolissimi ha dato la stessa cit-
accorgendosi di trovarsi davanti ad un sarcofago di gran- t di Chiusi nella scoperta del ricco sepolcro longobardo
di dimensioni. non riuscendo a sollevare il coperchio, lo allArcisa4.
spezzarono. Alla luce di una torcia videro disteso sul fon- nel 1875 il Liverani ricord, senza menzionare esplicita-
do un guerriero di proporzioni gigantesche, dalla barba e mente la scoperta, alcuni oggetti rinvenuti nella ricca tomba
dai capelli lunghi, che allistante si polverizzarono con i scavata allArcisa, riferendo che: persone sperimentate e
resti di una veste lussuosa. Allora, sullo scheletro, scintil- provette [i Foscoli] mhanno riferito che se ne trovano [di
larono ricchi ornamenti doro. Il teschio era coronato da crocette doro] due ed ancor cinque sul medesimo sche-
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
182

letro e talora una pi grande delle altre. Il richiamo ai


cinque esemplari ritrovati nella tomba del longobardo
doro appare evidente. nelloccasione fu edito anche un
piccolo disegno con la disposizione delle crocette auree,
con quella pi grande al centro e le altre quattro ai lati,
secondo uno schema che stato recentemente riproposto
da Lidia Paroli, per questi oggetti5.
Lanno successivo il Baxter pubblic un gruppo di oggetti
acquistati dagli scavatori di Chiusi e dal marchese Strozzi6.
1
Alla scoperta di Arcisa accenn anche lOrsi: grato qui
riportare alcune notizie sui sepolcreti barbarici di Chiusi,
favoriteci da un altro indagatore delle antichit chiusine,
cio dal can. Giovanni Brogi; le quali, come che incom-
plete e ritardate, ora per la prima volta vengono fatte di
Fig. 1. I materiali del longobardo doro nella collezione Baxter di Firenze.
pubblica ragione. Due sono i sepolcreti chiusini; uno dei
Fig. 2. Archivio Gamurrini, elenco di spesa per lacquisto dei materiali dalla quali, secondo il giudizio del prelodato canonico, avrebbe
tomba del longobardo doro. appartenuto ai Bizantini, laltro ai Longobardi. Luno di
Fig. 3. Chiusi in una cartolina depoca. essi, molto ricco, fu riconosciuto in luogo detto lArcisa,
Fig. 4. Chiusi in una cartolina depoca.
Fig. 5. Chiusi in una cartolina depoca. a settentrione della citt, dentro il perimetro delle mura
Fig. 6. Loc. Arcisa, i terreni di propriet del Conservatorio di S. Stefano. stesse, ed intorno ad una piccola chiesa diruta da secoli;
dentro la quale un ricchissimo sepolcro, derubato della sua

3 4
GIULIO PAOLUCCI IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA: Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO
183

preziosa suppellettile, avrebbe contenuto una spada con indicazioni degli scavatori di professione, Oreste e Martino
guaina doro, un pugnale, con elsa doro, fibule, anello e Mignoni, che riteneva avessero preso parte alla sensazionale
sigillo doro, un umbone di scudo con guarnitura di bor- scoperta, e nel 1913, durante i suoi scavi allArcisa, aveva
chie dorate, nonch un elmo ad intarsi doro. Dattorno potuto osservare i resti lapidei della tomba demolita10.
alla chiesa altri sepolcri terragni molto pi modesti con- Da queste notizie la storia della scoperta archeologica,
tenevano lunghe spade, lance, pugnali, e pochi umboni seppur clamorosa, non sembra differire da molte altre av-
di ferro; fibule, armille e spilli erano invece di argento7. venute nel ricchissimo territorio chiusino, ebbe invece una
Altre notizie si ricavano da un documento, recentemente vicenda molto pi complessa, che port allarresto degli
reso noto, dellarchivio Gamurrini8, di poco posteriore allo scavatori, al sequestro dei materiali e alla celebrazione di
scavo e relativo alla somma pagata dagli acquirenti per i un lungo processo giudiziario, che purtroppo non condus-
reperti aurei: questi oggetti longobardi in oro trovati dai se ad alcun risultato positivo per larcheologia chiusina.
Foscoli presso Chiusi, sono ora i propriet del Sig. Baxter
di Firenze. Altri oggetti, cio un anello doro con gemma L11 febbraio 1874 il caso volle che fra i passeggeri della
figurante tre guerrieri e due piccole guarnizioni in oro stan- stessa carrozza del treno che collegava Siena a Chiusi vi fosse
no presso il marchese Strozzi di Firenze che li ha pagati lire anche Angiolo nardi Dei, Operaio11 del R. Conservatorio
700. 6 pezzi formando due fibbie. 1 bottoncino. 5 lastrini di S. Stefano, il quale pot ascoltare dalla voce di Giuseppe
tagliati in forma di croce 700.00. 1 fibbia lavorata 40.00. Foscoli alcuni rilevanti particolari che lo convinsero della
2 pezzi formando una fibbia, 2 pezzi di fodera di spada, 1 ricchezza ed importanza del ritrovamento avvenuto nei
manico di spada 2500.00. 18 3240.00. Lo stesso studioso terreni del Conservatorio, ubicati presso lArcisa, e del gra-
aveva comunicato la scoperta allInstituto di Corrispon- ve danno subito da quellente morale con il trafugamento
denza Archeologica fin dal 20 febbraio 1874: in questi degli oggetti.
giorni si sono rinvenuti presso Chiusi fuori Porta Lavinia Ormai da alcuni giorni tra le vecchie strade e le piccole
degli oggetti longobardi in oro, ma discrizioni presso che case scrostate dal tempo della Chiusi post unitaria, le voci
nulla, cio un frammento, che non ho veduto9. si erano fatte sempre pi insistenti su una clamorosa sco-
Molti anni pi tardi il Galli, nel suo lavoro sulla necropoli perta effettuata dai Foscoli nella necropoli di Arcisa. Queste
di Arcisa, edito solo nel 1946, menzion la vendita della- erano alimentate dal repentino cambiamento del tenore di
nello aureo al marchese Strozzi, ricordata sulla base delle vita di alcuni membri della famiglia degli scavatori, come

5 6
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
184

rivelano gli stessi atti processuali: specialmente il figlio dedicarsi al commercio dellantichit oppure: i ricordati
maggiore di nome Giuseppe mostr agli abiti ed ai discorsi Giuseppe e Leopoldo Foscoli in questi ultimi giorni hanno
di aver fatto fortuna e contemporaneamente si sparse nel commesso grandi spese essendo ritornati da Firenze con
paese la voce che appunto nel luogo sopra rammentato di nuovi abiti e vestiario di prezzo non compatibili allo stato
propriet di questo R. Conservatorio, fossero stati reperiti e condizioni loro, per cui hanno richiamato lattenzione
da loro degli oggetti preziosi di molto valore intrinseco per della intiera popolazione, molto pi che il primo di costoro
la materia di cui erano formati, e pi di rilevante valore re- ha vociferato di non aver pi bisogno di lavorare la terra.
lativo per la storia e per larte, dicendosi che si trattasse di Dopo ripetute insistenze i Foscoli, scavatori di professione
spada, elmo, scudo, decorazioni, fibule sigillo etc. La voce gi menzionati anche dal Dennis12, ottennero dal Conserva-
si estese fino a dire che i Foscoli, cio il padre e due dei fi- torio di poter sterrare un pozzo nei terreni di Arcisa. nello
gli fra i quali Giuseppe fossero stati a Perugia, Chianciano, stesso luogo avevano condotto alcune ricerche nel 1872 per
Montepulciano, Firenze, Roma a vendere quegli oggetti e conto di Elpidio Cecchini, che ricopriva la carica di Pretore
che ne avessero ricavato una somma rilevante. E questa voce del Tribunale di Chiusi, ed era titolare del processo contro
nacque da racconti fatti dai Foscoli stessi, i quali a qualcuno gli stessi scavatori.
descrivevano anche gli oggetti, dicendo di averli trovati in Quegli scavi avevano permesso di riportare alla luce un grup-
altro paese, od acquistati in epoca anteriore, lamentandosi po di tombe longobarde, i cui materiali toccati come quota
dessere stati troppo correnti nel rilasciarli in vendita, giac- parte ai Foscoli, vennero acquistati dal canonico Brogi ed
ch avrebbero potuto prenderci molto pi. La stessa voce si in seguito, dopo un tentativo non riuscito di costituire un
accredit molto pi quando fu veduto Giuseppe Foscoli fare museo cristiano a Chiusi con oggetti provenienti anche
delle spese superiori alle sue forze, dire che da qui in avanti dalle catacombe13, furono venduti al collezionista milanese
non avrebbe avuto altrimenti bisogno di trattare lo zappone Amilcare Ancona. Gli altri materiali, consistenti in placche
e la pala e che invece avrebbe potuto con i mezzi che aveva di bronzo per cinture e armi di ferro, vennero ceduti dal
Cecchini, insieme ad altri oggetti scavati in altri beni del
Conservatorio in localit Poggio Renzo, al museo di Chiu-
Fig. 7. La fortezza in una cartolina depoca.
si14. Durante le ricerche del 1872 presso lArcisa, i Foscoli
Fig. 8. Chiusi in una cartolina depoca.
Fig. 9. Chiusi giardino del Conservatorio di S. Stefano. ritrovarono e trafugarono un anello doro, che sulla base
Fig. 10. Chiusi la prima stazione ferroviaria. delle descrizioni contenute in alcuni documenti inediti15,
Fig. 11. Puntali di bronzo da Arcisa (scavi 1872). Chiusi, Museo appare identificabile con quello di Faolfus, edito tre anni pi
Archeologico nazionale.
Fig. 12. Chiusi, via Lavinia in una cartolina depoca.
tardi dal Liverani con una generica provenienza tra Chiusi

7 8

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13
Fig. 13. Guarnizioni in oro. Saint-Germain-en-Laye, Muse des Antiquits nationales.
Fig. 14. Guarnizioni in oro. Saint-Germain-en-Laye, Muse des Antiquits nationales.
Fig. 15. Decorazioni in oro della spada. Saint-Germain-en-Laye, Muse des Antiquits nationales.

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e Montepulciano, mentre nelle schede del Gamurrini, da longobarda alla ricerca delle tombe altomedievali, gi indi-
cui presero la notizia i compilatori del Corpus Inscriptionum viduate nel 1872. A questo proposito appare importante la
Latinarum, era indicato con sicurezza il ritrovamento presso testimonianza resa dal Berlingozzi, fattore del Conservatorio:
Chiusi16. Gli scavatori chiusini del XIX secolo apparivano Pietro Foscoli venne da me dicendomi che non aveva da
sempre poco propensi a rivelare lesatto luogo del ritrova- lavorare e pregandomi di dargli da cavare a mezzo le pie-
mento degli oggetti, ben consapevoli che era possibile ef- tre di un pozzo che si trovava allArcisa, luogo di propriet
fettuare nelle stesse localit altri importanti scoperte, nella del R. Conservatorio di S. Stefano del quale io sono agente
maggior parte dei casi praticate in maniera illecita. A tale dei beni. Gli risposi che gli avrei fatto dire qualche cosa ed
proposito basta confrontare la documentazione del processo egli se ne and. Allora domandai alla Commissione Arche-
contro i Foscoli per rendersi conto delle diverse indicazioni ologica di Chiusi, se potevo lasciar cavare queste pietre mi
di provenienza dichiarate come accadde anche per la lapide fu risposto di s ed essendo venuto qualche giorno dopo
latina scavata in realt allArcisa17. Gio.Batta Foscoli figlio di Pietro, a domandarmi se poi gli
Tornando allanello doro, questo approd poco dopo la davo il permesso di estrarre quelle pietre, detti il permesso
scoperta alla collezione del marchese Strozzi e con essa al di estrarre quelle pietre [...]. Sono stato, mi pare, una sola
Museo nazionale del Bargello, come ricordato dal Fumi: volta a vedere che cosa facessero allArcisa [...] minsegna-
il nome Faolfus colla figura del conte si rinvenne nel 1872 rono il posto dove era il pozzo di pietre ma vidi per che
inciso in un anello doro dei bassi tempi, oggi nel museo di non lo avevano toccato ed avevano invece scavato in diversi
Firenze18 e pochi anni dopo dal Gamurrini: ne recher un punti del campo21.
altro pure di oro, trovato or sono circa trenta anni a Chiu- nellultima decade del mese di gennaio del 1874 Pietro
si, e che adesso, se la memoria non mi falla, dovrebbe stare Foscoli e suoi figli Giuseppe, Giovan Battista, Santi e Le-
nel museo fiorentino della antichit medio-evali. Presenta opoldo22 iniziarono uno scavo in localit Arcisa, facendo
anchesso il busto di un uomo col manto affibbiato davanti, saggi in pi parti dellarea. I primi di febbraio i Foscoli
e intorno il nome di Faolfus19. avevano gi rimesso in luce alcune sepolture altomedievali
Il ritrovamento delle tombe longobarde allArcisa, reputate piuttosto ragguardevoli e finalmente scoprirono la tomba
poco interessanti dal Cecchini20, mal consigliato dai Foscoli del longobardo doro: leccezionale ritrovamento scaten
che lo convinsero a non proseguire le ricerche, con il rin- lira dei quattro fratelli, tanto che alcuni testimoni ricor-
venimento dellanello di Faolfus aveva fatto balenare nella darono nelle loro deposizioni processuali di aver visto ad
mente degli scavatori lidea di una scoperta eccezionale, che una certa ora che [i Foscoli] si riunirono tutti intorno ad
puntualmente arriv due anni pi tardi con il rinvenimento una buca e quindi incominciarono a percuotersi e dopo
del longobardo doro. Come rivelano gli atti processuali, poco ritornarono al loro lavoro23. Dopo il ritrovamento
i Foscoli, lamentando la loro precaria condizione sociale, della ricca suppellettile in oro, gli scavatori fecero traspor-
iniziarono a chiedere, sempre con maggiore insistenza, al tare presso la loro casa di Chiusi una lapide con iscrizione
R. Conservatorio di S. Stefano, proprietario del terreno, di latina riutilizzata nella chiusura della sepoltura longobarda,
poter sterrare un pozzo presso lArcisa, dove recuperare pietre alcune tegole che coprivano altre tombe e i resti inumati del
da vendere, ma in realt volevano investigare la necropoli longobardo doro, questi ultimi conservati entro un paniere,
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
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16

Fig. 16. Umbone di scudo da Arcisa, gi coll. Paolozzi. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. 17. Anello aureo con castone di epoca etrusca, gi coll. Baxter. new York, Metropolitan Museum of Art.
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come ricordarono alcuni testimoni che si erano avvicinati allo chese Carlo Strozzi, il quale acquist lanello doro con pietra
scavo24. Subito dopo la scoperta Giuseppe Foscoli si rec da incisa etrusca27, indirizz poi gli scavatori da Samuel Thomas
Alessandro Giulietti, noto collezionista chiusino, offrendogli Baxter, rappresentante la Societ proprietaria della Farmacia
in vendita lanello doro con gemma incisa etrusca e alcune della Legazione Britannica, che acquist il rimanente degli
sfoglie doro, ma la valutazione di 200 Franchi non venne oggetti due fibbie in sei pezzi di oro, anzi undici pezzi di
accettata dal Foscoli, il quale non dette alcuna informazione oro e pi un piccolo bottone doro. Appena terminata questa
come possedesse e dove aveva trovato questi oggetti25. Suc- contrattazione il padre di Giuseppe Foscoli, che non so come
cessivamente due dei fratelli Foscoli si recarono a Chianciano si chiami, messo fuori di tasca cinque crocette doro, piastre
dal medico Giuseppe Cecchi, possessore di una piccola raccolta doro cio tagliate con le forbici a forma di croce greca28.
di antichit menzionata anche dal Dennis e gli offrirono in Alcuni giorni pi tardi Giuseppe Foscoli insieme al padre
vendita il solito anello doro, un bacile di bronzo, una fibula Pietro, si rec nuovamente dallo Strozzi che acquist creden-
in argento in frammenti e alcune borchie di bronzo dorato. doli orecchini29, due elementi decorativi in oro dellelsa della
Anche in questo caso la trattativa non ebbe buon esito, in spada, mentre al Baxter fu venduta unelsa doro da spada
quanto gli scavatori di Chiusi non vollero dichiarare dove con lamina di ferro ossidata coperta davorio; due fondi di
avevano trovato quegli oggetti, per cui io mi insospettii che oro inciso per servire di finale di guaina o foderi di spada; due
potessero essere di illegittima provenienza per cui non mi fibbie doro in tre pezzi, per 2500 Franchi, dopo avermene
curai neppure di entrare in trattativa26. Il 3 o 4 febbraio, i chiesto il prezzo di 3000 Franchi30.
Foscoli si recarono a Firenze per vendere gli oggetti al mar- La denuncia ai Carabinieri di Chiusi fu presentata da Angio-
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
190

lo nardi Dei il giorno 11 febbraio 1874, nella sua qualit scrizione latina, trascurando molti altri particolari.
di amministratore de del R. Conservatorio e nellinteresse La forte determinazione port il nardi Dei a rintracciare
dello stesso Istituto, per richiamare lattenzione sopra le voci gli oggetti presso lo Strozzi e il Baxter; di essi forn le cir-
che corrono in paese, affinch possa essere messo in chiaro costanze della vendita e unesatta descrizione, inviata al
quanto vi sia di vero in esse, e quando ne resultasse che ef- Tribunale il 4 marzo 1874: nei primi giorni di febbraio
fettivamente fosse stato ritrovato qualche oggetto di valore, Pietro Foscoli insieme con i suoi quattro figli Giuseppe,
siccome i Foscoli dovevano denunziarlo e non defraudare Santi, Leopoldo, GioBatta, si trovavano a Firenze e si pre-
lIstituto della met del valore, per richiamare lazione della sentarono al marchese Carlo Strozzi per offrirgli lacquisto
primitiva giustizia sopra un fatto che la riguarda31. Il gior- di vari pezzi od oggetti doro, che il Sig. marchese Strozzi,
no successivo Pietro, Giovan Battista e Santi Foscoli furono dopoch i Foscoli ebbero declinato i loro nomi, la prove-
arrestati e vennero perquisite tutte le abitazioni occupate nienza e la qualit di scavatori, acquist dai medesimi tre
dagli scavatori, dove fu recuperata una spada e altri pezzi pezzi in oro, cio, un anello a cerchio massiccio e lavorato,
della medesima etrusca, ed un paniere contenente cocci di con pietra incisa, la quale ha lapparenza di una sardonica,
vasi parimenti etruschi con le ossa di un cadavere che di- o la , e porta unincisione rappresentante due guerrieri che
cesi appartenere ad un guerriero etrusco, il tutto scavato e ne sostengono un terzo ferito; due lastre doro resistenti,
ritrovato in una tomba nel terreno del R. Conservatorio di lavorate in filigrana da una faccia e ripiegate a forma di
Chiusi [...] si rinvenne anche una pietra con delle iscrizioni segmento di cilindro duna grandezza tale da poter incir-
molto pregevoli e diverse tegole32. ca ricoprire e fasciare posteriormente la seconda falange
Il processo contro i Foscoli ebbe inizio il 14 febbraio con del dito indice della mano. Per tale acquisto il marchese
linterrogatorio degli imputati e fin dallinizio lattenzione Strozzi avrebbe pagato ai Foscoli la somma di . 700. Che
si concentr quasi esclusivamente sulla provenienza delli- non volendo il marchese Strozzi acquistar altri oggetti che

Fig. 18. Fibbia in oro, gi coll. Baxter. new York, Metropolitan Museum of Art.
Fig. 19. Bottone in oro, gi coll. Baxter. new York, Metropolitan Museum of Art.

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gli vennero presentati dai Foscoli, egli li diresse dal Sig. ghe circa tre centimetri e mezzo.
Samuele Tommaso Baxter primo ministro della Farmacia
Britannica di Firenze ed i Foscoli sempre tutti insieme si 2. Un bottone doro con ambo come quelli da sottoveste.
presentarono al detto signore con lindirizzo che aveva loro La testa del bottone ha un diametro di circa 14 milli-
dato lo Strozzi, e che il Baxter ricorda che fu ritenuto da metri e nella faccia superiore vi effigiata con solcature
Giuseppe Foscoli, e da lui riposto nel proprio portafoglio. una faccia umana, come nei lunarii si rappresenta il sole
Il giorno in cui si presentarono i Foscoli al sig. Baxter era o la luna piena.
il 3 febbraio scorso ed egli in quel giorno acquist dodi-
ci pezzi e forse i meno importanti, ma vi tornarono il d 3. Due fibule doro eguali con due pezzi di finimento per
6 febbraio (il sottoscritto non certo se si presentassero ciascuna, e cos in tutto fanno sei pezzi. I pezzi pi grandi
tutti e cinque anche questo giorno, ma sicuramente in pi sono le due fibbie col loro spillo destinato a penetrare nei
duno e fra questi Giuseppe) ed in quel giorno il Baxter fori del cuoio o della stoffa. Due degli altri quattro pezzi
acquist altri sei pezzi di grande importanza. rappresentano le guarniture delle estremit della striscia
I pezzi che ritiene il Baxter sono i seguenti: che doveva infilarsi nella maglia della fibbia e gli ultimi
due sono due lastre resistenti che dovevan probabilmente
1. Cinque croci in forma greca in lamina doro senza alcuna servire di guarnizione sul cintolo presentando ciascuno
incisione ne rilievo, che pu supporsi dovessero servire quattro bollette doro ribadite agli angoli. Quattro bollet-
per guarnizione, giacch presentano due fori per ogni te porta pure ciascuna fibbia alla parte posteriore. Tanto
estremit per essere cucite alla stoffa od altro e sono lar- le fibbie che i puntali e le due lastre di guarnizione sono

Fig. 20. Fibbia in oro, gi coll. Baxter. new York, Metropolitan Museum of Art.
Fig. 21. Fibbia in oro, gi coll. Baxter. new York, Metropolitan Museum of Art.

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lavorati semplicemente. del fodero.

4. Due guarnizioni per lestremit inferiore del fodero di 6. Una fibula lavorata in filigrana meglio delle prime due
sciabole o spade, larghe da 35 centimetri anzi 35 mil- descritte, della stessa forma, ma di maggior peso, con
limetri circa, in tutto eguali e doro e doro massiccio. spilla come le altre; questa accompagnata dal puntale
Queste guarnizioni fasciavano il fodero della solo faccia lavorato, pi massiccio di quelle delle altre.
esterna, giacch non sono chiuse. Questi pezzi sono ci-
sellati, e sebbene siano eguali si vede che appartenevano 7. Altra fibula della stessa forma ma lavorata a filigrana pi
a due spade diverse perch uno contiene dei resti davorio finemente di tutte le altre, di maggior peso e consisten-
ed uno dei resti di ferro. za, con suo spillo mobile. Essa non accompagnata da
alcun altro pezzo.
5. Un frammento davorio lungo circa 11 centimetri con
anima interna di ferro, fasciato da due diverse fasciature detto che in tutti questi pezzi sono diciotto consideran-
o guarnizioni doro, cisellate a rabeschi come le punte do per uniti in uno le maglie delle fibbie con gli spilli ed i
del fodero ora descritte. Una delle fasciature pi lar- due pezzi uniti al frammento davorio. Il sig. Baxter pag ai
ga e sporgente dallinvolucro che cinge, e di una forma Foscoli in due volte la somma di . 3200. Il peso approssi-
speciale per essere meglio tenuta dalla mano; laltra mativo di tutti questi pezzi si calcola a circa 300 grammi.
una semplice fascia; stanno a distanza di tre centimetri
e sono indipendenti fra loro. In questo pezzo composto La attivit di investigazione e di ricerca dei reperti longobardi
del frammento davorio e ferro, e di queste due fasciatu- scavati allArcisa port il nardi Dei a supporre che nume-
re doro alcuni ravvisano una parte delsa di spada, ma rosi altri oggetti erano stati venduti ad altri collezionisti33,
potrebbe prendersi anche una guarnizione della bocca tra cui a Alessandro Castellani34 e a Mariano Guardabas-

21
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
194

si35 di Perugia. Il tentativo del Tribunale di Montepulciano relazioni di amicizia che il Castellani era riuscito a allaccia-
di avere notizie sulleventuale implicazione del Castellani re coi maggiori uomini politici del tempo, lo assicuravano
nellacquisto di parte dei materiali della tomba chiusina non ogni giorno maggiormente che, in questione di commercio
ebbe alcun seguito; la Questura di Roma rispose soltanto il antiquario, egli poteva procedere con tutto il suo comodo
30 giugno 1874 con una breve lettera dal significativo con- ed attendere soltanto a fare i propri affari, senza che alcuno
tenuto: dalle riservate informazioni assunte non risultato potesse creargli ostacolo37. Da altre fonti posteriori al pro-
che il sig. Alessandro Castellani abbia fatto nello scorso feb- cesso possibile accertare con sicurezza la sua implicazione
braio acquisto ne direttamente ne indirettamente di oggetti nellacquisto di numerosi oggetti provenienti dalla tomba
Etruschi dellepoca longobarda (sic), ai quali si accenna alla del longobardo doro, poich Alessandro Castellani face-
emarginata nota36. Il famoso collezionista, come ampia- va spesso viaggi in Umbria e in Toscana e ne tornava carico
mente noto godeva di appoggi molto potenti nellambito di oggetti antichi rari e bellissimi; acquistava ogni oggetto
romano, come si rileva anche dalle parole del Barnabei: le che riteneva di poter rivendere con grande vantaggio38.

Fig. 22. Guarnizione in lamina doro di spada in ferro, gi coll. Baxter. new York, Metropolitan Museum of Art.
Fig. 23. Guarnizione in lamina doro di spada in ferro, gi coll. Baxter. new York, Metropolitan Museum of Art.

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GIULIO PAOLUCCI IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA: Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO
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Del su coinvolgimento rimane notizia anche nellArchaeological a Parigi al Museo di Saint-Germain-en-Laye41.


Journal, tanto che, in margine allarticolo del Baxter, venne Mariano Guardabassi invece venne sentito dal Tribunale il
segnalata la presenza nella collezione Castellani di un elmo e 21 marzo 1874 e di nuovo il 14 aprile, la prima volta di-
di un umbone di scudo provenienti dalla tomba di Chiusi39, chiar di aver acquistato vari oggetti antichi da Giuseppe
depositata al British Museum, e poi trasferita a Philadelphia Foscoli, che credeva portasse il cognome di Mignolini, e
in occasione della Centennial Exposition, mostra di oreficerie da altri membri della sua famiglia, la seconda specific di
antiche e moderne. Allora furono presentati e editi nume- oggetti preziosi etruschi e medio evali ne comprai qui in
rosi materiali trovati in una stessa tomba con decorazione di Perugia, dove mi furono esibiti dai Foscoli o Mignolini nella
epoca longobarda40, da riconoscere come provenienti dalla primavera dello scorso anno 1873 ed anche nei primi del
sepoltura chiusina; questi il 23 agosto 1882 furono venduti corrente anno non potendo poi precisare se nel gennaio o

23
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
196

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Figg. 24-28. Croci in oro, gi coll. Baxter.


28
new York, Metropolitan Museum of Art.
GIULIO PAOLUCCI IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA: Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO
197

nel febbraio42. Il coinvolgimento del Guardabassi scaten avrebbero potuto incrementare sensibilmente la collezione
unaspra polemica con lamico Gamurrini, come si rileva del giovane museo archeologico di Chiusi, si biasimava la
dalla loro privata corrispondenza: un tesoro longobardo, caparbiet del nardi Dei nel recuperare gli oggetti. Si vo-
le sue auree armature, la dispersione, la distruzione, il fini- leva invece che lattivit di scavo dei Foscoli, come degli
mondo. Adagio per carit, vi uninsana febbre qui dentro altri scavatori di professione, proseguisse poich i materiali
e correrai rischio di perdere il cervello. nelleccesso mi hai scoperti, saccheggiando le necropoli del territorio, poteva-
scritto dofficio come ad un mascalzone per far sentire la no continuare ad arricchire le numerose collezioni locali e
tua autorit, ed io, buono, non mi inquieto per ci e ti ri- il museo stesso.
spondo al solito da ottimo amico, invitandoti a vedere ci Eloquente in proposito latteggiamento dei membri della
che comprai e dicendoti dessere pronto a cedere ci che Commissione archeologica, i quali, finch vennero richieste
pu interessarti [...] offeso ho scritto quella lettera che fa- notizie sulle caratteristiche delle sepolture scavate allArci-
rai benissimo di conservare perch servir a ricordarti che sa, fornirono informazioni puntuali, ma al momento che
anche la tolleranza ha i suoi limiti e che fuori di quelli la si chiese un pronunciamento netto sulla scoperta della ric-
parola amicizia un insulto!43. ca sepoltura di Arcisa il Vice Presidente Ferdinando Bruni
In una nuova querela del 18 aprile 1874, inviata al tribu- scrisse al tribunale: siccome la Commissione Archeologica
nale di Montepulciano, il nardi Dei ripeteva: non si tratta non aveva alcun interesse intorno ai lavori che si facevano
di oggetti etruschi, ma di oggetti di epoca medievale e pi allArcisa, cos non si preoccup delle voci poste in paese
particolarmente di oggetti appartenuti ad unarmatura delle- intorno alla sottrazione di oggetti antichi che si diceva essere
poca longobarda, come elmo, scudo, spada o daga, pugnale, stati ivi ritrovati per cui non ha nemmeno potuto raccogliere
fibbie, fermagli, decorazioni, anelli o parti e frammenti di alcune notizie in proposito46.
oggetti consimili, come elsa di spada o di pugnale, guarni- In altre parole si sperava che il processo terminasse prima
ture etc. Tanto che quando il Tribunale piaccia ed occorra possibile e senza conseguenze, soprattutto per il marchese
fare ricerche presso quelle persone alle quali possono essere Carlo Strozzi, che nel 1870 era stato nominato Presiden-
stati venduti quegli oggetti dai Foscoli, dovr domandare di te onorario della Commissione Archeologica chiusina47,
oggetti di epoca medievale e pi specialmente longobarda e come dichiar esplicitamente il canonico Brogi, in quanto
non di epoca etrusca giacch altrimenti le ricerche potrebbero il clamore suscitato impediva di fare buoni affari. Si voleva
deviare dallindirizzo e a cui devono mirare, e non condurre tornare allatmosfera tranquilla precedente alla scoperta del
a giusta resultanza. E non solo nellistituire le opportune longobardo doro, in cui le antichit, se da un lato erano
ricerche dovr parlarsi di oggetti di epoca medievale e non insuperabili memorie del passato, dallaltro costituivano
etrusca, ma in tutti gli atti istruttori del processo44. un facile mezzo di guadagno attraverso la vendita a colle-
nei primi giorni di febbraio i Foscoli riuscirono a vendere zionisti, eruditi e rappresentati di istituzioni museali, che
diversi oggetti scoperti in altre tombe longobarde dellArcisa periodicamente si recavano a Chiusi.
anche a Giovanni Paolozzi, il quale scelse un umbone con In questo ambiente la determinazione dellOperaio del Con-
borchie in bronzo dorato e alcuni materiali non meglio spe- servatorio venne aspramente criticata, come si rileva da una
cificati. Altri oggetti furono acquistati dal canonico Brogi, missiva del canonico Brogi: stata certo una imperdona-
come rifer lo stesso in una missiva al Gamurrini: giacch bile leggerezza quella di condurre cost loperaio di questo
sento che si proroga dun altro mese la sua venuta a Chiusi Conservatorio e menarlo in giro per fargli vedere quasi a
voglio farle una confidenza; anchio ho comprato qualche cosa ostentazione e ad scherno tutti gli oggetti doro che sono sta-
della roba longobarda ritrovata e lho pagata e la tengo a di- ti cost venduti e che si asseriscono ritrovati in un possesso
sposizione della commissione che a suo tempo potr vederla. del Conservatorio stesso. qualche giorno che egli ha fatto
Questa roba consiste in un pezzo di ferro fatto a poppa non ci comprendere in una lettera qua indirizzata a suo fratello
gi di nave ma muliebre con quattro borchie di rame dorato e ieri mand un resoconto a questo Pretore dove sono tutti
attorno ed una nella sommit, che a me fu venduto per un numerati e descritti gli oggetti da lui veduti accompagnato
elmo, ma che io credo invece sia lumbone dello scudo e ap- dalla dimanda di farne il sequestro in mano del sig. Baster e
partiene di certo allarmatura che fu ritrovata, oltracci ho del marchese Strozzi. Il Pretore ha dovuto necessariamente
una spada e uno stile e un vaso di vetro e due catini di bron- accogliere questa dimanda e rimandarla al Postulante di Pisa
zo fusi e una fibulina dargento tutti oggetti appartenenti ai perch sia ratificata da lui davanti a quel Pretore; e onestissimo
sepolcri recentemente ritrovati. Io questa roba lho presa e e delicatissimo come prevedendo che questo fatto potesse
lho rinchiusa negli scaffali di questa sala e lho fatta vedere al tornare dispiacevole a quei signori depositari degli oggetti, gli
segretario per avere alloccorrenza un testimonio che io avevo ha fatto comprendere che non si verrebbe a capo di niente,
tutto acquistato in buona fede e per il museo45. perch non si sarebbero potute addurre le prove del luogo
Lambiente archeologico chiusino si dimostr assai distac- dove gli oggetti erano sepolti. Che ci bastava a mettere in
cato dallaccaduto, quasi infastidito dal clamore suscitato imbarazzo gli scavatori, i quali aiutati dalla propria malizia
dalla scoperta archeologica. Invece di collaborare ad un re- e da quella degli amici e dei protettori avrebbero inventato
cupero degli straordinari manufatti rinvenuti allArcisa che qualche gretola per discagionarsene, e nessun vantaggio ne
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
198

sarebbe venuto al Conservatorio. Io conosco lindole tenace Le risposte date dai Foscoli nei loro rispettivi interrogatori
ed anco cocciuta dellOperaio, e per credo che le ragioni del non corrispondono per completare il procedimento che li
Pretore non varranno a rimuoverlo dal partito che ha preso. riguarda, ed una della cause dellincompletezza di tali rispo-
E in questo supposto dovr pure il Pretore rimettere la di- ste devesi attribuire al non essere stato ai medesimi fatto il
manda da Montepulciano al Procuratore del Re, dal quale poi cosiddetto interrogatorio piano prima di far loro le speciali
immancabilmente sar ordinato il sequestro. Ecco dunque se contestazioni. Se si fosse ci praticato come si doveva o si
non compromessi certo disgustati due galantuomini ed amici, avrebbero le spiegazioni richieste o per lo meno si conosce-
e certo disgustato anche Lei, perch aveva assicurato che gli rebbe il motivo pel quale gli imputati non hanno voluto
oggetti di Firenze erano in buone mani, e non ci curassimo darle. Ora dunque necessario indilatamente supplire a
di questi e solo si guardasse a rintracciare il resto. E gi era questo difetto ponendo a nuovo interrogatorio intanto di
stato tutto combinato cos e cos sarebbe stato se non era la Giuseppe Foscoli, richiedendo del motivo che lo condusse
sciocchezza di far la cilecca alloperaio, quasi facendogli ba- a Firenze, dellepoca precisa e circostanze della sua gita, e se
lenare allanimo la speranza che avrebbe potuto recuperare ritorn a Chiusi direttamente o si condusse in altro luogo,
facilmente tutti quelli oggetti, senza alcuna spesa. Ora io non quali oggetti Etruschi o antichi port a Firenze indican-
so che cosa fare per scongiurare i danni che ne possono avve- done il numerosissime e la specie, come possedeva quegli
nire al Museo. Perch certo il disgusto dello Strozzi e quello oggetti pel caso che dice di averli escavati declini tutte le
di Lei ci saranno esiziali; e anche in questo caso la pregherei circostanze relative allacquisto e e alla vendita che ne fece a
il giusto pel peccatore. Mi suggerisca Lei qualche cosa, che io Firenze. Lo stesso Giuseppe Foscoli dovr dare spiegazioni
possa trattarne col Pretore, e col Segretario per trovar modo sulla provenienza della spada sequestrata presso di lui e della
confido nella sua presenza che saprebbe raddrizzare anche le pietra con le iscrizioni dovr pur dare spiegazione della sua
gambe ai cani o almeno darebbe un indirizzo alle cose per gita fatta a Siena il d 11 febbraio e dei discorsi tenuti da
poter salvare com il proverbio capra e cavoli48. esso nella ferrovia a nicola Pepi ed al Sig. Angiolo nardi
Lo stesso Gamurrini cerc di far desistere il nardi Dei a pro- Dei. Il Sig, Pretore poi richiesto di richiedere al Foscoli
seguire le rivendicazioni per conto del Conservatorio come Giuseppe spiegazione sulla vantata e reale completazione in
rileva una lettera di questultimo proprio allo studioso di confronto del suo precedente stato miserabile. Far quin-
Arezzo: ricevei la sua lettera. Sono stato indeciso se dovevo di luogo allesame di nicola Pepi alla ratifica della seconda
risponderle o no, non per superbia, ma perch in questio- denunzia del Sig. Angelo nardi Dei chiedendo al medesi-
ni di modo di vedere, per quanto si possa dire, avviene che mo le private notizie che abbia potuto raccogliere sul fatto
ciascuno resti della propria opinione. Per siccome Ella mi delittuoso denunziato. E poich la Commissione del Mu-
accusa fondandosi sopra due affermazioni che a me non sem- seo Archeologico di Chiusi deve essersi preoccupata della
brano buone, cos, unicamente per mio discarico, mi faccio sottrazione ai Foscoli rimproverata sar utile richiamare il
ardito di dirigerle la presente. Ella dice che io nel noto affare Presidente a dare le maggiori possibili notizie che si siano
ho agito non di coscienza giustificata ma di mia fantasia. Eb- potute raccogliere su tali rapporti50.
bene se Ella andr a Chiusi sentir il paese intero affermare Tutto il dibattimento venne incentrato sulla lapide iscritta
che i noti scavatori trovarono tutto nei possessi del Conser- ritrovata in casa dei Foscoli e per ammissione di alcuni di
vatorio, ed io ritengo lettere che mi informano dellaffare, e loro proveniente dallArcisa, piuttosto che sul ricchissimo
qualcuna che lamentava come trattasi dun Istituto e non di corredo tombale scoperto dagli stessi scavatori e rapidamente
un privato interesse, si potesse lasciare andare impunito un venduto. A questo proposito ancora una volta la testimonian-
delitto e non si prendesse tutta la premura per impedire una za epistolare del canonico Brogi appare illuminante: sono
danno assi rilevante. Dice poi che io ho abusato dellamicizia stato in Tribunale interrogato anchio intorno allepigrafe
e della gentilezza e che ho svelato segreti di famiglie. Perch soltanto e no per fortuna, perch qualchaltra cosa sapevo
potesse osservarsi ci bisognava che io non avessi detto pi e se mi avessero tirate su le calze mi sarei davvero trovato
e pi volte e al Sig. Giovanni Paolozzi ed al Sig. Baxter, che imbrogliatissimo. Ho detto quello che sapevo. Ma con mia
il Tribunale doveva occuparsi di decidere se quegli oggetti sorpresa ho appreso che gli scavatori hanno dichiarato, al-
provenivano o no da fonte sospetta, ed al medesimo spetta- meno qualcuno di essi, che lepigrafe stata ritrovata allAr-
va decidere a danno di chi poteva essere stato commesso il cisa, quando a me si era voluto fin da prima nascondere il
furto, quando fosse provato che il furto esisteva. Anzi il sig. vero luogo onde fu estratta. Tanto vero che la bugia ha
Baxter Bob si mostr punto meravigliato che dovesse esservi la gamba corta e che prima o poi la verit viene a galla da
un processo, ed era naturale che non dovesse meravigliarsene, s, ancorch si tenti ogni mezzo per tenerla in fondo. []
solo domand quanto tempo sarebbe occorso perch il tri- Il processo dunque finir prestamente e con meschinissimi
bunale giungesse a decidere se quegli oggetti potevano essere risultati. A me importerebbe che si ritrovasse tutta la roba;
di sua libera propriet49. ma venendo questa in possesso dellAmministrazione del
Anche la conduzione del processo da parte del Pretore El- Conservatorio sarebbe pi difficile poterla avere da questa
pidio Cecchini non fu esente da rilevamenti critici da par- che non da coloro, tutta onestissima gente che lhanno in
te del Giudice Istruttore del Tribunale di Montepulciano: mano; e per quasi quasi che dico che avrei piacere che non
GIULIO PAOLUCCI IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA: Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO
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Fig. 29. Anello-sigillo di Faolfus, gi coll. Strozzi. Firenze, Museo nazionale del Bargello.

si approdasse a nulla51. ferro sequestrata presso la casa dei Foscoli. Fu questa una
Le parole del canonico furono profetiche, poich, nono- prova determinante per scagionare gli scavatori di Chiusi
stante il costante impegno del nardi Dei, il processo non dal furto ai danni del Conservatorio di S. Stefano, tanto che
riusc o non volle stabilire lesatta provenienza dei materiali il processo si concluse con la sentenza emessa il 16 ottobre
posseduti dallo Strozzi e dal Baxter che nel frattempo erano 1874: non farsi luogo a procedimento contro Foscoli Pie-
stati sequestrati. Lostinazione dei Foscoli, e specialmente di tro, Santi, Giovan Battista, Giuseppe, ed ordina la restitu-
Giuseppe, non permise di accertare le circostanze di ritrova- zione ai signori Strozzi e Baxter, degli oggetti stati presso i
mento degli straordinari reperti, e il maggiore indiziato del medesimi sequestrati dal Giudice Ispettore di Firenze non
processo, proprio Giuseppe Foscoli, dichiar dapprima di che la restituzione ai Foscoli degli altri oggetti come sopra
averli acquistati nella Maremma Romana, poi a Tarquinia ai medesimi sequestrati.
infine ad Amelia.
Lepilogo si ebbe nel mese di ottobre del 1874, quando ven- Se il ritrovamento della sepoltura del longobardo doro sca-
ne depositata la perizia sugli oggetti acquistati dal marchese vata allArcisa dai Foscoli fu senza dubbio il pi sensaziona-
Strozzi e dal Baxter, redatta dagli antiquari di Firenze Luigi le, trattandosi di una tomba nobiliare di altissimo rango,
Bertagna e Pietro Sartori, in cui dichiararono che nessuno lunica che abbia una cintura doro di fabbricazione quasi
di essi poteva essere pertinente ai frammenti di spada in certamente orientale, per la quale Lidia Paroli ha presentato
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
200

Fig. 30. Tomba scoperta allArcisa in un documento di G.F. Gamurrini.


GIULIO PAOLUCCI IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA: Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO
201

per la chiesa di S. Silvestro rendendo fede alla sua antichit


gli avelli scoperti56.
nelle immediate vicinanze vennero scavate altre tombe con
ricchi corredi funerari, pertinenti a personaggi di rango
della Chiusi longobarda. Tra queste una, descritta dal Ga-
murrini, conteneva:
1. Specie di umbone di scudo molto rilevato con in cima
un bottone e sotto distribuiti cinque bottoni dorati con
cerchielli incisi, concentrici e formati a puntini di quali
bottoni reggevano lo scudo di legno difeso da spranghet-
te di ferro che finivano in altrettanti bottoni ribaditi al
di sotto pure di ferro con camicia dorata sopra, simil-
mente lavorati. Di questi bottoni dorati che cingevano
lo scudo ne esistono sei dovevano essere probabilmente
dieci o quindici.
2. Grande spada di ferro dritta a un solo taglio.
3. Stiletto o spadino di forma consimile.
4. Catino grande di bronzo fuso con due maniglie ai lati.
5. Altro consimile pi piccolo.
6. Caso di vetro liscio.
7. Fibuletta dargento.
8. Striscette in argento con ornatini simili alle fibule in oro.
9. Altri oggetti in ferro fra cui una fibula.
Fig. 31. Iscrizione riutilizzata nella tomba del longobardo doro. Chiusi, 10-11. due frammenti di iscrizioni delle VI o VII secolo.
chiostro di S. Francesco.

Per la presenza di oggetti di lusso come lumbone di scudo


una puntuale ricostruzione del corredo , che comprendeva
52
da parata57 e i due bacini in bronzo58 cosiddetti copti, la
una spada con impugnatura in oro, punta di lancia, umbone sepoltura pu essere riconosciuta per quella di un guerrie-
con borchie in bronzo dorato, elmo, coltello, cesoie, spero- ro di rango particolarmente elevato, verosimilmente della
ni, morsi per cavallo, elementi in oro di cintura multipla, corte ducale chiusina.
bottoni53, anello in oro, cinque croci in lamina aurea54 non Altre tombe, da riferire anchesse a donne di rango, restitui-
rimase lunica. Il fattore del Conservatorio segnal che erano rono manufatti aurei e coppie di orecchini in oro a cestello,
stati eseguiti saggi in pi zone del pianoro e maggiormen- in parte acquisiti con la collezione Baxter dal Metropoli-
te eloquenti appaiono le parole del canonico Brogi in una tan Museum. Orecchini dargento furono scoperti anche
missiva inviata al Fabretti il 17 febbraio 1874: una iscrizio- nellunica tomba che restitu qualche oggetto tra quelle
ne romana dellepoca dellimpero bene avanzata, sopra una scavate per conto del Conservatorio, come rifer Giuseppe
grossa pietra di travertino dice cos l. arrio fo/rtunato./l. Berlingozzi nella sua deposizione del 16 aprile 1874: sa-
arrivs /profvtvrvs/filio. un titoletto funebre come vede, putasi dallOperaio del Conservatorio cav. Angiolo nardi
che si crede coprisse un sepolcro longobardo che di questi Dei la notizia che i Foscoli avessero involato roba preziosa
giorni stato scoperto e derubato presso la citt, e che con- ritrovata negli scavi, si port a Chiusi e fece intraprendere
teneva armi e armature, anello doro sigillo, e fibule doro e per conto proprio delle escavazioni nel detto luogo, furo-
dargento che pare siano state vendute una parte a Firenze no rinvenuti diversi sepolcri in uno dei quali fu rinvenuta
e lanello a Mariano Guardabassi di Perugia, oltre a questo una fibula di bronzo, un paio di orecchini dargento ed altri
sepolcro ne sono stati scavati degli altri li appresso e ricchi frammenti di bronzo59.
perch pure fossero quelli della famiglia ducale longobarda Di questi scavi venne fatto cenno anche nel verbale del 17
che signoreggio qui in Chiusi. Ora si sono messi dietro le aprile 1874, rimesso dalla Commissione Archeologica a
traccie di questi oggetti per vedere se possibile rinvenirli, seguito dellinterpellanza del Pretore di Chiusi sui sepolcri
ma non ne faremo niente55. ritrovati allArcisa: sono stati fatti eseguire a cura della Com-
Sulla base delle diverse testimonianze di archivio possibi- missione stessa e a spese del R. Conservatorio diversi saggi e
le stabilire che i Foscoli portarono alla luce un gruppo di riscontri in detto luogo e si potuto soltanto ritrovare una
tombe particolarmente sontuose: quella del longobardo fibula di bronzo e due orecchini dargento, i quali ogget-
doro era posta entro una piccola chiesa della quale furono ti appartengono allepoca bizantina. Il sepolcro principale
trovati i ruderi, come rifer il Liverani nessuna maraviglia sopra descritto apparteneva a persona di alto grado sociale
che allAcisa (sic) fossero in questanno scoperti gli avanzi ed anche gli altri scoperti sul posto si possono scientifica-
di una chiesa smantellata nel secolo passato, identificata mente accertare dellera longobarda per i seguenti motivi:
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
202

1. per la loro forma e costruzione; 4


P. nardi Dei, Chiusi, notizie degli Scavi di Antichit, 1887, 399.
2. per la semplicit del rito di sepoltura; 5
L. Paroli, The Langobardic Finds and Archaeology of Central Italy, in From
Attila to Charlemagne. Arts of the Medieval Period in The Metropolitan Museum
3. per gli oggetti che vi sono stati trovati; of Art, ed. K. Brown - D. Kidd - C.T. Little, new York 2000 (Metropolitan
4. per la mancanza di epigrafi; Museum of Art Symposia, 1), 140-163, a p. 141, fig. 13,1,u.
5. per la perfetta eguaglianza con altri sepolcri di quelle- 6
T.S. Baxter, On some Lombardic gold ornaments found at Chiusi, The
poca60. Archaeological Journal XXXIII (1876), 103-110. nel 1872 il Baxter aveva
acquistato la collezione di oreficerie posseduta dal marchese Strozzi come si
Oltre a questi ritrovamenti, praticati sul finire del mese di rileva da una lettera del Gamurrini del 5 di dicembre: ritornato da Roma
gennaio del 1874, due anni prima erano avvenute altre sco- mi sono recato a vedere la tua collezione di ori antichi dal sig. Baxter, e se-
perte che avevano permesso di mettere in luce un altro nume- guendo il tuo invito li ho stimati, con la mia poca esperienza ma pi la co-
scienza dettavami. Gli ori sono ascesi al prezzo di L. 5920, ma avendo scelto
ro imprecisato di sepolture, da cui provengono le numerose poi il sig. Tommaso sei piccole pietre (nessun scarabeo) ho aggiudicate que-
guarnizioni in bronzo conservate nel Museo Archeologico ste per il valore di L. 230; di guisa che lintera somma che ti dovr sborsare
di Chiusi ed alcune armi di ferro comprendenti spathae e sar di L. 6150, nella quale credo che ti ci possa stare senza sicuramente ri-
metterci (Lettera di G. Gamurrini a C. Strozzi in data 5 dicembre 1872).
scamasax61. Come per altre tombe scavate nella stessa ne- 7
P. Orsi, Di due crocette auree del Museo di Bologna e di altre simili tro-
cropoli da E. Galli, le sepolture erano rivestite con lastre di vate nellItalia superiore e centrale, Atti e memorie della R. Deputazione
travertino, talvolta reimpiegando lapidi iscritte secondo un di Storia Patria delle Province di Romagna 5 (1887), 333-414, a p. 372.
uso documentato anche nella necropoli della Caserma dei 8
G. Paolucci, Documenti e memorie sulle antichit e il museo di Chiusi,
Carabinieri e in quella di Piazza del Duomo, oppure tego- Pisa-Roma 2005, 30, nota 139; vd. anche A. Pazienza, I Longobardi nel-
la Chiusi di Porsenna, nuove fonti per la necropoli dellArcisa, Archeologia
le romane, come si ricava dagli scavi condotti dai Foscoli. Medievale XXXIII (2006), 61-78.
In conclusione la tomba del longobardo doro doveva 9
Deutsches Archologisches Institut, Roma, Archivio, Lettera di G.F. Gamurrini
essere coperta con la lapide recante liscrizione latina di allInstituto di Corrispondenza Archeologica in data 20 febbraio 1874.
L. Arrio Fortunatus e pu essere riferita ad uno dei duchi 10
E. Galli, Nuovi materiali barbarici dellItalia centrale, Atti della Pontificia
Accademia Romana di Archeologia - Memorie 6 (1942), 1-36, a p. 3.
chiusini, come aveva gi intuito nel XIX secolo il canonico 11
Con questo termine veniva definito lAmministratore del Conservatorio di
Brogi. Laccertata provenienza dallArcisa dellanello sigillo S. Stefano. Angiolo nardi Dei era stato nominato nel 1867, gli altri mem-
di Faolfus qualifica in senso aristocratico le tombe ubicate bri della Commissione erano Giovanni Paolozzi e Pietro Ottieri della Ciaja
nella zona cimiteriale posta allinterno e nelle immediate (cfr. Il Conservatorio di S. Stefano in Chiusi, a cura di S.S. Macchietti, Citt
di Castello, s. d., 67). La carica di Operaio era da sempre ricoperta da uno
vicinanze di una piccola chiesa62, evidentemente riservata dei membri delle maggiori famiglie chiusine.
ai personaggi elitari della societ longobarda chiusina del 12
E. Barni - G. Paolucci, Archeologia e antiquaria a Chiusi nellOttocento,
VII secolo, tra cui emerge Faolfus, forse legato a quei conti Firenze 1985, 20. Linizio dellattivit di scavatore da parte di Pietro Foscoli
farolfingi che ebbero un ruolo di particolare rilievo nelle venne narrata da Simonin in visita a Chiusi nel 1865 e fu fedelmente ripor-
tata nel suo volume sullEtruria edito lanno successivo: Ero giovane mi
vicende di Chiusi medievale. disse quando mi venne lidea di scavare il suolo per vedere se ero capace
di trovare qualcosa. Dapprima le ricerche furono vane e poi mi accorsi che
dopo la pioggia venivano in superficie rottami di argille cotte e pezzetti di
bronzi. Scavai a fondo in quei posti ed estrassi un vaso e un idolo. Proposi
allora ad un tizio di Chiusi che le collezionava di acquistarmi le due cose
ed egli mi diede 60 franchi. non credetti ai mie occhi, ma vedendo che il
nOTE mestiere mi rendeva, continuai. Il seguito i vari proprietari mi lasciarono
fare senza protestare, ma quando si accorsero dei miei successi vollero divi-
dere con me i benefici delle mie ricerche. Trovai vasi e gioielli di gran valo-
*
Un ringraziamento particolare va allamica Lidia Paroli per il costante aiuto re. Infine mi accinsi a cercare gli ipogei [...]. Io mi dedico particolarmente
durante questa ricerca. Essa stata facilitata in ogni modo dalla grande corte- a frugare in tali posti; procedo lentamente tastando il terreno con piccole
sia degli archivisti dellArchivio di Stato di Siena. Prima del trasferimento in palate e trovo spesso ci che cerco [...]. nei campi ho fatto anche raccolta
quella sede avevo potuto esaminare il fascicolo del processo presso larchivio di bronzi e vasi. Ora, mi sono aggregato a un prete di Chiusi che mi per-
del Tribunale di Montepulciano, grazie alla cortesia dellallora Procuratore mette di rovistare tra le sue propriet. Io fornisco gli attrezzi e il lavoro e se
della Repubblica dott. Federico Longobardi e del sig. Antonio Leone. troviamo qualcosa lo dividiamo (L.L. Simonin, LEtrurie et les Etrusques.
Souvenir de voyage, Paris 1866, trad. it. a cura di P. Zoi, p. 27).
1
P. Galeotti, Chiusi: realt e leggenda, Terni 1978, 51-52. Larticolo era
13
Le croci le ho acquistate con una cinquantina di lire ho avuto queste,
comparso una prima volta su La nazione del 20 marzo 1953 e successi- lelmo, la spada, lo sperone, la lancia tutto di ferro, e poi lo scheletro, e
vamente in Terra di Siena IX, III, 1955. Piero Galeotti fu Direttore del qualche altra cosa. non le pare che sia un buono spenditore? Io ancora non
Museo Archeologico di Chiusi dal 1949 e Presidente della Commissione ho detto niente, ma quando sar qua Lei combineremo il tutto; giacch mi
Archeologica chiusina tra il 1954 e il 1975, anno della sua morte. Affermatosi pare che tutto debba essere conservato nel Museo. Mi rincresce di non poter
fin da giovane nel mondo artistico romano riusc a raggiungere una notevole levar di mano a questo Lucioli le altre due crocette a meno di 50 franchi.
fama in ambito nazionale. La pittura venne abbandonata assai precocemente Ma bisogner deciderci ed acquistare anche queste. Cos con buoni auspi-
per i numerosi incarichi pubblici che fu chiamato a ricoprire. Torn a dipin- ci comincer il nostro piccolo Museo Cristiano, e non gi in grazia mia,
gere sul finire del secondo conflitto mondiale e da allora fu un susseguirsi ma del Prof. Gamurrini che ne stato il vero promotore ed iniziatore de-
di mostre che esaltavano il suo carattere riflessivo e ricco di esperienza cro- positandovi generosamente donati i primi monumenti, ed esortandomi ad
matica. Cfr. F. Maone, Nello studio di Piero Galeotti, Chiusi Scalo 1951 e imitarlo. Per ora vero non avremo che sei croci che quattro doro e due di
A. Cairola, Pittura di Piero Galeotti, Chiusi 1953. bronzo donate da Lei, e poche lucerne che una ne ho io e alcune altre sono
in Curia venute fuori dalle catacombe e che spero di ottenerle per deposi-
2
O. von Hessen, Secondo contributo alla archeologia longobarda in Toscana. tarle nel Museo, dalla bont del nuovo Vescovo. Vi sarebbe anche quel pe-
Reperti isolati o di provenienza incerta, Firenze 1975, 17. sce di pietra sardonica che ho io, e que due delfini danzanti, o incrociati nel
3
P. nardi Dei, Relazione del Segretario della Commissione Archeologica, in fondo di quel vaso di vetro che gli feci vedere e quando verr qua lo decide-
Atti e Memorie della Sezione letteraria e di Storia Patria municipale dellAcca- remo se debbano annoverarsi tra i monumenti cristiani. Perch le sepoltu-
demia dei Rozzi, II (1872-1876), Siena 1877, 101. re dove si rinvennero questi oggetti sono a spigolo come le altre de soldati
GIULIO PAOLUCCI IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA: Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO
203

cristiani; ma col pesce in pietra dura, fu trovato al morto il serto doro, uno e Materiali, V), 73. Come gi stato rilevato da altri studiosi il marchese
scarabeo di agata gemmaria, un balsamario di vetro filato a diversi colori, Carlo Strozzi, del ramo degli Strozzi di Mantova, aveva i torto di fare il traf-
tutta roba di squisito lavoro che si riferirebbe ai primi tempi dellimpero, e fico delle antichit, ed esponeva nel Museo di via Faenza oggetti antichi che
non ma al di qua degli Antonini ma discuteremo tutto quando sar venu- egli comperava, e che metteva in mostra col solo scopo di farli acquistare al
to Archivio Gamurrini, Arezzo (di qui in poi AGA), Lettera di G. Brogi a Governo, Le Memorie di un Archeologo di Felice Bernabei, a cura di M.
G.F. Gamurrini in data 23 agosto 1872. Bernabei e F. Delpino, Roma 1991, 135 e S. Fatti, La mia privata libre-
14
Vd. Paolucci, Documenti e memorie, 26 e 34, doc. 22. La deliberazione ria. Gian Francesco Gamurrini tra archeologia e bibliofilia, Arezzo 1993, 64
da parte del Conservatorio di S. Stefano della donazione a favore del Museo nota 201. Anche i materiali acquistati dai Foscoli testimoniano di questa
di Chiusi era del 10 febbraio 1872. attivit del marchese Carlo Strozzi, tanto che, poco prima della sua morte
avvenuta nel 1875 (Tondo, Il Milani numismatico, 77), furono acquistati
15
Di ori qua possibile acquistare un anello doro con figura e una iscrizione dal Baxter e riuniti al resto della suppellettile proveniente dalla tomba del
latina recentemente trovato nel cimitero dei Longobardi. Copia di lettera longobardo doro.
probabilmente di D. Galeotti a G. Servadio del 26 gennaio 1872 gi presso
P. Galeotti. Lanno precedente il Servadio aveva acquistato lintera collezio-
30
ASS, T 29, Deposizione di Samuel Thomas Baxter in data 13 marzo 1874.
ne Galeotti, in parte poi acceduta nella raccolta Vagnoville di Firenze. Con 31
ASS, T 29, Rapporto contro Pietro Foscoli e figli al Delegato di Pubblica
lindicazione cimitero dei Longobardi veniva indicata la necropoli dellAr- Sicurezza da parte di A. nardi Dei in data 11 febbraio 1874.
cisa cfr. A. Ancona, Le armi, le fibule e qualche altro cimelio della sua col- 32
ASS, T 29, Processo Verbale dei Carabinieri della Stazione di Chiusi in
lezione archeologica, Milano 1886, nn. 277-279 e 351. data 12 febbraio 1874. La prosecuzione delle indagini permisero di accer-
16
Corpus Inscriptionum Latinarum XI, 6715,4. tare che i frammenti di vasi etruschi provenivano da uno scavo condotto da
17
Santi Foscoli aveva dichiarato al canonico Brogi, che voleva acquistare la Santi e Giuseppe Foscoli nei mesi di ottobre e novembre 1873, in collabo-
lapide per il museo di Chiusi, la provenienza da Salci, mentre a Domenico razione con Michele Cartoni, negoziante di Chiusi, nei terreni di propriet
Galeotti, anchesso interessato allacquisto, venne detto che liscrizione era della vedova Baldelli-Altavilla ubicati in loc. Macchie, presso Castiglione
stata scoperta a Chianciano. del Lago. Dapprima i frammenti furono conservati nella casa del Cartoni,
come dichiar lo stesso al Processo, ma siccome Santi Foscoli veniva sem-
18
L. Fumi, Orvieto, note storiche e biografiche, Citt di Castello 1891, 42. pre a noiarmi perch essendo a met del prodotto voleva essere pagato io
19
G.F. Gamurrini, Di una iscrizione cristiana trovata a Pagliano presso gli dissi che non potevo pagarlo perch non sapevo quanto che costavano,
Orvieto, nuovo Bollettino di Archeologia Cristiana II (1896), a p. 121. che si pigliasse i cocci e se gli riusciva di venederli li vendesse e di fatto egli
Sullanello-sigillo di Faolfus vd. W. Kurze, Anelli a sigillo dallItalia come li prese e li port via; ASS, T 29, deposizione di Michele Cartoni in data
fonti per la storia longobarda, in Studi Toscani. Storia e archeologia (Biblioteca 20 febbraio 1874.
della Miscellanea di Storia della Valdelsa, 17), Castelfiorentino 2002, 83- 33
Alla dispersione degli oggetti accenna anche il Baxter I am about to descri-
131; M.G. Arcamone, Note linguistiche ai nomi sugli anelli sigillari, in I be, others of as great or greatre value are said to have been found, chich were
Signori degli anelli. Un aggiornamento sugli anelli-sigillo longobardi. Atti del- dispersed and sold in various cities of Italy (Baxter, On some Lombardic,
la giornata di studio (Milano 17 maggio 2001), a cura di S. Lusuardi Siena, 105). Anche lo Undset, quando rese noto un gruppo di oggetti acquistati per
Milano 2004, 97-103, a p. 100, n. 7; S. Lusuardi Siena, Osservazioni non il Museo di Saint Germain-en-Laye, li ricolleg alla straordinaria scoperta
conclusive sugli anelli sigillari longobardi vecchi e nuovi, in I Signori degli avvenuta a Chiusi, ricordando che il venditore non aveva voluto riferire le-
anelli, alle pp. 108 e 127. satto luogo di ritrovamento (I. Undset, Archologische Aufstze ber sdeu-
20
Le ricerche vennero abbandonate per iniziare scavi in altri terreni di pro- ropische Fundstcke. VI Alterthmer der Vlkerwanderungszeit in Italien,
priet del Conservatorio ubicati presso Poggio Renzo. Zeitschrift fr Ethnologie 23 (1891), 14-38, a p. 33); su questi materiali
21
Archivio di Stato di Siena (di qui in poi ASS), T 29, Deposizione di conservati presso il museo francese vd. in ultimo F. Vallet, Une tombe de
Giuseppe Berlingozzi in data 20 febbraio 1874. La notizia fu ribadita anche riche cavalier lombard dcouvert Castel Trosino, in La noblesse romaine et
in un secondo interrogatorio avvenuto il 16 aprile: devo fare osservare che le chefs di IIIe au VII scle, Actes du Colloque 1992, Paris 1995, a p. 335 ss.
mentre i Foscoli mi avevano chiesto il permesso di scavare a metile pietre di 34
Del coinvolgimento di Alessandro Castellani nellacquisto di parte dei ma-
un pozzo che esiste allArcisa, essi invece lasciarono intatto quel pozzo e si teriali scoperti allArcisa rimane notizia anche nellArchaeological Journal,
misero a scavare i sepolcri che trovavano. in margine allarticolo del Baxter, venne segnalata, infatti, la presenza nella
22
Pietro Foscoli aveva 60 anni ed era nativo di Torralfina, Giuseppe 45 anni, collezione Castellani, depositata per un certo periodo al British Museum, di
nel 1854 era stato condannato a due giorni di carcere e nel 1872 ad altri un elmo e di un umbone di scudo verosimilmente provenienti dalla tomba
quindici giorni per il reato di lesioni personali, Santi 29 anni, Leopoldo 27 di Chiusi. Di questi oggetti aveva avuto notizia, dai Foscoli, lo stesso Baxter,
anni scont due giorni di carcere nel 1870 per linsolvenza al pagamento che scrisse: I have heard of a helmet and shield inlaid with gold as being
di una multa di . 8,40; Giovan Battista, 24 anni, era stato condannato nel amongst them, but of this I speak from rumour alone.
1868 ad un giorno di carcere per lesioni personali. nel 1873 tutti i mem- 35
A tale proposito Santi Foscoli dichiar al processo: vendei al sig. Guardabassi
bri della famiglia Foscoli erano stati ammoniti dalla Pretura di Chiusi per un oggetto per lire 1050, ma circa due anni fa e dopo quellepoca non sono pi
il sospetto del furto di oggetti etruschi. stato a Perugia, il quale oggetto avevo comprato nelle vicinanze di Orvieto da
23
ASS, T 29, Deposizione di Anna Bianchi e di Antonio Bianchi, contadi- un contadino che io non conosco. Deposizione del 4 aprile 1874. La stessa
ni del podere Pian dei Ponti, a cui era annesso il campo dellArcisa. Pietro vendita venne segnalata dal Brogi al Gamurrini: Di questi giorni stata qua
Foscoli giustific laccaduto con queste parole son ragazzi senza giudizio trovata una bella Teia in figure a rilievo ben conservate e un bellissimo agro
che son gelosi delle loro mogli. crinario di bronzo con una venere in cima che si teneva in mano una trec-
cia. Ha tutto comperato credo il Guardabassi di Perugia per 1050 lire. Qua
24
Essendomi avvicinata al luogo dove lavoravano non vidi che un panie-
per 700 lavrebbero dati, ma non c quattrini e bisogna digiunare AGA,
re con delle ossa umane, ASS, T 29, Deposizione di Anna Bianchi del 20 Lettera di G. Brogia G.F. Gamurrini in data 24 giugno [1872]. Lago crinale
febbraio 1874. si conserva con la collezione Guardabassi presso il Museo Archeologico di
25
ASS, T 29, Deposizione di Alessandro Giulietti in data 20 febbraio 1874. Perugia cfr. Appunti dArtista. L inventario dei musei civici di Perugia com-
26
ASS, T 29, Deposizione di Giuseppe Cecchi in data 16 aprile 1874. pilato da Walter Briziarelli, a cura di M. Saioni, Perugia 2003, 65, n. 653.
27
ASS, T 29, Deposizione di Carlo Strozzi in data 26 marzo 1874. Sul Guardabassi vd. L. Sensi, Lattivit archeologica di Mariano Guardabassi,
in Erudizione e antiquaria a Perugia nellOttocento, a cura di L. Polverini,
28
ASS, T 29, Deposizione di Samuel Thomas Baxter in data 13 marzo 1874. napoli 1998, 309-399; lago crinale riprodotto a fig. 40. nella raccolta
29
ASS, T 29, Deposizione di Carlo Strozzi in data 26 marzo 1874. Lo stesso Guaradabassi erano diversi materiali longobardi, acceduti al museo archeo-
dichiar che aveva acquistato questi oggetti per il Museo Archeologico di logico di Perugia, fra cui alcune guarnizioni di cintura fusa in argento, ornate
Firenze, tanto che dette oreficerie erano state depositate nella vetrina degli in stile zoomorfo germanico II, che il von Hessen ha definito uniche nel suo
ori dello stesso museo. Lo Strozzi era interessato in modo particolare dalla genere fra il materiale trovato finora in Italia (O. von Hessen, Testimonianze
numismatica e dai sigilli e dette nuovo impulso agli studi della numisma- archeologiche longobarde nel ducato di Spoleto, in Umbria Longobarda a cura
tica a Firenze dando vita al Periodico di numismatica e Sfragistica per la di L. Paroli, Roma 1997, a p. 133), che ora trovano confronto con una plac-
Storia dItalia che interruppe le pubblicazioni con la morte del suo anima- ca simile da Chiusi - Arcisa, pertanto una provenienza chiusina anche per i
tore L. Tondo, Il Milani numismatico: studi e metodo, Roma 1982 (Studi materiali Guardabassi appare fortemente indiziaria.
GOTI E LOnGOBARDI A CHIUSI
204

36
ASS, T 29, Lettera della Questura di Roma al Tribunale di Montepulciano prodotto un qualche effetto nellanimo delloperaio per fargli abbandonare
in data 30 giugno 1874. La richiesta da parte di questultimo era stata in- un partito che non poteva far altro che arrecare dei disgusti agli amici, senza
viata il 10 aprile 1874. riuscire a nessun vantaggio dello Stabilimento nel del museo, n di nessuno.
37
Le Memorie di un archeologo, 170. Ma non stato cos; perch pare che scavalcando il tribunale di Chiusi siasi
direttamente rivolto al Procuratore del Re a Montepulciano e da lui abbia fat-
38
Le Memorie di un archeologo, 117. to ordinare il sequestro che meditava. Io lo vedo che non rimarr perci me-
39
Di questi oggetti aveva avuto notizia, dai Foscoli, lo stesso Baxter, che scris- nomamente offesa lonest di cotesti due galantuomini che sono lo Strozzi e
se: I have heard of a helmet and shield inlaid with gold as being amongst il Baxter; ma temo che ne rimanga offeso Lei che avendo mostrato desiderio
them, but of this I speak from rumour alone (Baxter, On some Lombardic, che non fosse data molestia a questi signori non gli giovato nulla e sono sta-
105 e nota 5). ti molestati. Qui per tanto il Pretore quando il Segretario e tutti insieme ab-
40
A. Castellani, Special catalogue of the collection of antiquities exhibited biamo cercato ogni mezzo per contentarlo; e se non siamo riusciti stato per
by signor Alessandro Castellani of Rome in rooms U, V, W, Memorial Hall, la stoltezza e per la cocciutaggine altrui, di che non siamo garanti. Ma se non
Philadelphia 1876, 38-39. cera in qualche modo di mezzo Lei, non mi importava di nulla; ma mi im-
porta bene e che ella vada persuaso che noi dal lato nostro abbiamo fatto pur
41
A. Bertrad - G. Perrot, Revue Archologique (antiquit et moyen age), qualche qualche cosa per contentarla e se non siamo riusciti non stato per
III srie, I (1883), 121. nostra ma per altrui colpa o per dir meglio per laltrui scempiaggine - AGA,
42
ASS, T 29, Deposizione di Mariano Guardabassi in data 14 aprile 1874. Lettera di G. Brogi a G.F. Gamurrini in data 17 marzo 1874.
43
La lettera conservata in AGA porta la data 18 aprile 1874 ed stata resa 49
AGA, Lettera di Angiolo nardi Dei a G.F. Gamurrini in data12 marzo 1874.
nota da A. Pazienza, I longobardi, 78. In unaltra missiva del Guardabassi al 50
ASS, T 29, Lettera Giudice Istruttore L. Cepparello in data 10 aprile 1874.
Gamurrini del 6 marzo 1874, edita dalla stessa studiosa, contenuta la prova nello stesso giorno lo stesso Giudice inviava unaltra esortazione al Cecchini:
dellacquisto di oggetti longobardi provenienti dagli scavi di Arcisa: non so Mi sembra utilissimo far luogo ad una ispezione che potrebbe portare una
affatto del gran sepolcro ma di avere qualche cosarella longobarda comprata gran luce, ma alla quale non voglio procedere se prima non ho alcune notizie
di recente e potrai vederla e piacendoti riacquistarla perch non il genere che Ella potr procurarmi interpellando lonorevole Commissione del Museo
che prediligo. Forse di questo acquisto facevano parte anche le placche in Archeologico di codesta citt, cio se in un luogo dove si crede che sia stata
argento menzionate supra alla nota 35. scavata una tomba dei tempi medioevali rimangono tracce del medesimo da
44
ASS, T 29, Querela contro i Foscoli in data 18 aprile 1874. poterlo scientificamente accertare. La stessa Commissione potr esse in grado
45
AGA, Lettera di G. Brogi a G.F. Gamurrini in data 17 marzo 1874. di dire se avendo la pietra colla iscrizione a ARRIO FORTUnATO L ARRIVS
PROFVTVRVS si possono fare confronti cogli avanzi delle tombe che per
46
ASS, T 29, Lettera del 20 aprile 1874 Commissione Archeologica. avventura si possono ritrovare sul luogo delliscrizione per stabilire lepoca e
47
Paolucci, Documenti e memorie, 11. quantaltro pu essere in relazione delliscrizione per stabilire lepoca e quantal-
48
AGA, Lettera di G. Brogi a G.F. Gamurrini in data 6 marzo 1874. In unal- tro pu essere in relazione fra loro. Richiamerei poi Giuseppe Berlingozzi a
tra missiva di undici giorni dopo scrisse: Glielo dicevo che la cocciutaggine dichiarare se nel punto dove i Foscoli escavarono e dove avvenne il litigio fra
delloperaio era tanta che quanto avesse preso una direzione non sarebbe tor- loro stato pi escavato e se s che i Foscoli dopo quel giorno continuassero a
nato indietro. Ed infatti mi disse ieri sera il Pretore che cos avvenuto. non escavare. Procederei poi a nuovo sequestro della nota pietra, spada e pezzi di
vedendo egli pi niente di ritorno da Pisa al suo tribunale, credeva che i suoi spada, curando la maggior diligenza e circospezione.
amichevoli consigli e quelli tra amichevoli e minatorii del Gamurrini avessero 51
AGA, Lettera di G. Brogi a G.F. Gamurrini in data 28 febbraio 1874.

Fig. 32 Chiusi, panorama da nord, zona Arcisa.


GIULIO PAOLUCCI IL LOnGOBARDO DORO DELLARCISA: Un RITROVAMEnTO ECCEZIOnALE E Un GIALLO ARCHEOLOGICO
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52
Paroli, The Langobardic Finds, 141, fig. 13,1. I materiali sicuramente prove- sono andato io a sorvegliarli e sono stato atteno allapertura delle tombe per-
nienti dalla tomba del longobardo doro sono conservati presso il Metropolitan ch essendo escavatori i Foscoli hanno poca fama come tutti quelli del loro
Museum di new York e nel Muse des Antiquits nationales Saint-Germain-en- mestiere ASS, T 29, Deposizione di Giuseppe Cecchi in data 16 aprile 1874.
Laye. Alcuni dovrebbero essere a Philadelphia e altri presso il Museo Archeologico 59
Lo stesso Berlingozzi aggiunse: quando i Foscoli leticarono sul punto nel
nazionale di Perugia, giunti con la collezione Guardabassi. Oggetti longobardi quale scavavano, cio allArcisa, io non ero in Chiusi ma a Sarteano dove mi
da altre sepolture messe in luce dai Foscoli furono acquistati dal canonico Brogi trattenni per tre giorni; la sera che tornai a casa seppi che i Foscoli dovevano
e poi ceduti ad Amilcare Ancona di Milano e a Giovanni Paolozzi, in parte ac- aver trovato degli oggetti di valore e si diceva gi che erano andati a vender-
ceduti al Museo Archeologico nazionale di Chiusi. li a Firenze; la mattina di poi mi portai allArcisa e vi trovai Santi e GioBatta
53
Di questi soltanto uno venne acquistato dal Baxter, il quale ricord di aver Foscoli che seguitavano a scavare, glimposi di smettere al momento e man-
saputo dagli scavatori del rinvenimento di altri esemplari (Baxter, On some dai a chiamare il contadino perch ricoprisse le buche che avevano fatto.
Lombardic, 107). 60
Pochi giorni pi tardi la Commissione Archeologica mut radicalmente
54
Il Baxter ebbe notizia dagli scavatori che le croci erano cucite su un velo po- indirizzo riguardo ai ritrovamenti effettuati dai Foscoli come si rileva da una
sto sul petto del defunto (Baxter, On some Lombardic, 107). lettera del 20 aprile 1874: siccome la Commissione Archeologica non aveva
55
Biblioteca Augusta, Perugia, Fondo Belforti, Lettera di G. Brogi a A. Fabretti, alcun interesse intorno ai lavori che si facevano allArcisa, cos non si preoc-
in data 17 febbraio 1874. cup delle voci poste in paese intorno alla sottrazione di oggetti antichi che
si diceva essere stati ivi ritrovati per cui non ha nemmeno potuto raccogliere
56
F. Liverani, Il Ducato e le antichit longobarde e saliche di Chiusi, Siena alcune notizie in proposito.
1874 (rist. anast. Sala Bolognese 1978), 22. 61
La notizia fu ripresa anche da P. Orsi su indicazioni del canonico Brogi:
57
Lumbone rimase per un po di tempo nel Museo Archeologico di Chiusi, Dattorno alla chiesa altri sepolcri terragni molto pi modesti contenevano
dove venne segnalato anche dal Liverani (Liverani, Il Ducato, 25), poi en- lunghe spade, lance, pugnali, e pochi umboni di ferro; fibule, armille e spilli
tr a far parte della raccolta di antichit posseduta da Giovanni Paolozzi, tan- erano invece di argento, Orsi, Di due crocette, 372.
to che non se ne trova traccia nellinventario museale del 1875 e neppure in
quello del 1883, mentre presso il collezionista chiusino fu visto da Undset,
62
Sulle chiese presso le necropoli, in genere a carattere familiare, vd. S. Lusuardi
Archologische Aufstze, 33. Siena, La necropoli longobarda in localit Cascina S. Martino nel quadro
dell insediamento altomedievale a Trezzo sullAdda, in Il territorio tra tardo-
58
Verosimilmente uno di essi da riconoscere con quello offerto in vendita antico e altomedioevo. Metodi di indagine e risultati, a cura di G.P. Brogiolo e
dai Foscoli al Medico Cecchi nei primi del mese di febbraio si presentarono L. Castelletti, Firenze 1992, 131-148, a p. 139 ss., per altre evidenze a Castel
da me in Chianciano due di detti Mignolini o Foscoli e mi offersero in ven- Trosino vd. L. Paroli, La necropoli di Castel Trosino: un riesame critico, in La
dita diversi oggetti antichi, cio un grosso vaso di rame liscio ben conservato necropoli altomedievale di Castel Trosino. Bizantini e Longobardi nelle Marche,
a guisa di bacinella o padella e un anello doro con pietra sardonica avente a cura di L. Paroli, Cinisello Balsamo 1995, a p. 202 e a Selvicciola vd. M.
una magnifica incisione che rappresentava due guerrieri che sostenevano un Incitti, La necropoli altomedievale della Selviccciola ad Ischia di Castro (VT )
guerriero ferito, mi fecero anche vedere una grossa fibbia dargento cesellata di ed il territorio castrense in et longobarda, in LItalia centro settenrionale in et
bellissimo lavoro ma ridotta in diversi pezzi e dei bottoni di metallo dorati. Io
longobarda, a cura di L. Paroli, Firenze 1997, 213-238, a p. 216.
domandai ai Foscoli dove avevano trovato quegli oggetti ma essi non vollero
dirmelo, per cui io mi insospettii che potessero essere di illegittima provenienza
per cui non mi curai neppure di entrare in trattativa. I Foscoli sono escavatori *Per le ricerche a Saint-Germain-En-Laye, ringrazio Luigi Maj.
di professione e quando hanno scavato per conto del sig. Ottavio Casuccini
a

b c

d e

Fig. a. Pendenti in oro, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.


Fig. b, c. Croci in lamina doro, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. d. Anello in bronzo, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. e. Fibbia in bronzo, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
f

Fig. f. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.


h

g
i

l
m

Fig. g. Cesoie in ferro, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.


Fig. h, i. Fibule in bronzo, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. l. Pettine in osso, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Fig. m, n. Frammenti di fibula, da Arcisa. Chiusi, Museo Archeologico nazionale.
Indice dei nomi e delle cose notevoli

Adelchi 9 n. 18, 122 Bolsena 16, 74 Fiesole 5-6, 15-16, 20, 74, 106
Adriano I 77-78 Bomarzo 6-7, 74, 76, 81 n. 45 Firenze 2, 5-7, 15, 59-60, 64, 68 n. 56, 169,
Africa 98 Bonifacio (vescovo) 8 n. 3 171-172, 175, 177-178, 180, 186-187,
Agello (dOrcia) 7-8, 85, 89-90, 93 Brescia 9 n. 18, 28 n. 96 189, 191 n. 15, 192 n. 29, 193 n. 59
Agello (Umbria) 1 Bulgari 138-139, 142 n. 3 Flaminia 74-75
Agilulfo 5-6, 60-62, 75-76, 80 n. 29, 81 Buonconvento 138, 141 Florentinus (vescovo) 1, 39-40
n. 31 Burgundi 138 Florido 8 n. 3
Agiprando 7, 9 n. 23, 61-62, 68 n. 70, 69 Callisto (patriarca) 51 n. 26 Formulae Andecavenses 99 n. 29
n. 84, 76, 81 n. 45, Carlo Magno 7-8, 77-78, 119, 122 Formulae Marculfi 99 n. 29
Alani 138 Carme di Ildebrando 92, 120 Fortunato 8 n. 3
Alboino 5, 62, 75, 81 n. 34, n. 36, 98 Cassia 1, 64, 74-75, 77, 112, 114, 150 Franchi 3, 14, 78-79, 83 n. 63, 94, 120,
Alchis 52 n. 74 Cassiodoro 91 138, 149, 164 n. 23
Alemanni 131, 133 n. 25 Castel del Piano 141 Francia 60, 65-66, 67 n. 45, 99 n. 29,
Allitterazione 120, 125-126, n. 11 Castel Trosino 11, 14-16, 20, 60, 63, 66, 105, 163 n. 2
Amalasunta 5 68 n. 58, n. 65, 75, 162, 169, 193 n. 62 Francigena 77-79
Amelia 7, 76, 81 n. 45, 187 Castelfalfi 2, 112-113 Friuli 62, 68 n. 74, 96, 120, 125, 137
Amerina 1, 74-75, 150 Castiglione del Lago 1, 191 n. 32 Gairething 89
Anastasio 8, 43, 50 n. 5, 115 n. 35 Castiglione della Pescaia 1, 7, 150 Galognano 139
Angaria 8, 89, 92, 95 Castiglione dOrcia 139, 141 Gepidi 138
Ansedonia 5, 8 n. 7 Castro 74 Germani 112, 116 n. 85, 120
Appennini 5-6, 9 n. 17 Castrum Plebis 74, 80 n. 14 Gibimero 74
Arcadio 2-3, 43-45, 48, 50 nn. 4-5, 51 n. Cerbonio (vescovo) 5 Giustiniano 5, 98
30, n. 49, n. 52, 97, 107 Cetona 140-141 Gregorio (duca) 2, 7, 9 n. 23, 43-52, 56,
Arcidosso 112-113, 140-141 Chiana 73, 98 61-62, 68 n. 70, 69 nn. 84-85, 76, 82
Arcisa 1-2, 11-26, 57-60, 63, 65, n. 43, Chianciano 59, 74, 141 n. 43, 97, 107, 114, 117 n. 98
n. 50, n. 51, 169-190, 191 n. 15, n. Citt della Pieve, vd. Castrum Plebis Gregorio (santo, di Spoleto) 106
21, n. 23, 192 nn. 34-35, n. 43, 193 Citt di Castello 7, 8 n. 3, n. 11, 77-78, Gregorio II 7
nn. 59-60 112-113 Gregorio III 76
Arezzo 1, 5, 8 n. 11, 64, 67 n. 49, 70 n. Cividale del Friuli 51 n. 26, 65, 67 n. 42, Gregorio Magno 5-6, 8 n. 3, 75-76, 81 n. 31
113, 76, 81 n. 31, 105, 112-114, 139, 70 n. 121 Grimoaldo 6, 139, 142 n. 3
143, 150, 162, 186, 191 n. 13 Civita Castellana 74, 111, 115 n. 21, n. 47 Grosseto 28 n. 88, 74
Arianesimo 2, 3 n. 14, 58, 111 Claudio II 45, 107 Gualdo Tadino 1, 25, 75
Ariperto 3 n. 14 Clefi 62 Guerra greco-gotica 1, 75, 79
Arno 8 n. 11 Colle val dElsa 139 Guidrigildo 91, 129
Asciano 39 Corneto 74 Hanastasius vd. Anastasio
Astolfo 40 Corridoio bizantino 1, 3 n. 7, 6, 65, 150, 162 Heiligenkreuz 106
Attila 134 n. 36 Corsiva beneventana 99 n. 19 Ireneo 108-109, 111-112, 115 n. 25, 116
Aurelia 74 Corsiva nuova italiana 86, 96-97 n. 88
Aureliano 108-109, 116 n. 62, n. 65 Cortona 73, 139, 141, 143 n. 8 Jesi 112-114
Austreconda 43-45, 50 n. 3, 51 n. 46, 61, Costantinopoli 5-7 Kenningar 130, 134 n. 66
97, 107 Costanzo (vescovo) 98 Launegild 2, 91-92, 95, 100 n. 68, 122,
Austria 6, 9 nn. 15, 17-18, 77 Desiderio 9 n. 18, 61, 68 n. 74, 69 n. 77, 122 129, 134 n. 29, 164 n. 27
Autari 62 Ecclesio 76, 98 Lazio 15
Avari 93, 138 Elba (isola) 5 Leone III 7, 62
Baduila 6 Emilia 162, 164 n. 33 Lex Salica 94, 134 n. 27
Bagnoregio 75-76, 81 n. 34, 150 Erfone/Erfo 9 n. 40, 96 Liguria 6
Bavari 131, 133 n. 25, 138 Eugenio di Toledo 3, 50 n. 5, 115 n. 35 Lilienfeld 106
Belisario 6, 8 n. 8, 74, 150 Faleri vd. anche Civita Castellana 105, Liutprando 2, 6-7, 9 nn. 15-17, 44-45, 50
Benevento 1, 6-7, 9 n. 17, 48, 50 n. 3, 62, 107-108, 111, 115 n. 21, 116 n. 88 n. 3, 56, 61-62, 64, 69 n. 84, 76-77,
64, 74, 76, 149, 159 Faolfo/Faolfus (anello-sigillo di) 2, 81 n. 34, 86, 89-93, 95, 114, 117 n. 98, 119-
Bilinguismo 125, 149 172, 175, 187, 190, 191 n. 19 120, 133 n. 25
Bisanzio 74-75, 79, 81 n. 31, n. 35 Faroaldo 101 n. 119 Londra 60
Bizantini 1, 58, 62, 64, 69 n. 84, 74-75, 78, Felice (martire) 107-108, 110-112, 115 n. Lucca 5-7, 52 n. 74, 60-62, 64-65, 68 n.
81 n. 31, n. 35, 98, 134 n. 40, 150, 170 21, 116 n. 86, n. 88 67, n. 74, 70 n. 113, 73, 75, 77, 81 n.
Blera 7, 76 Ferento/Bomarzo 6, 74 35, n. 36, 85, 96-97, 106, 112-113,
Bologna 12, 73 Fermo 62 119, 137-142
Ludovico il Pio 78, 83 n. 64 Procopio 1, 5, 8 n. 8, 74, 80 n. 30 Tarquinia 6, 74, 187
Marche 74, 113, 164 n. 33 Raginaldo 77-78 Tavole chiusine, vd. Tavole longobarde
marisscalco/marscalc 70 n. 113, 89, 94, 96, Ratchis 6, 8, 9 n. 16-17, 40, 51 n. 26, 86, 91 Tavole longobarde 2, 7, n. 22, 43-49, 50
134 n. 27 Ravenna 1, 6, 44, 62-63, 149 n. 3, 56, 61, 66 n. 11, 76, 107, 110-
marpais 94 Reggio Emilia 2, 25, 60, 106, 112-113 111, 113, 115 n. 33, 117 nn. 116-117
Massa 74 Regimbaldo 7, 9 n. 24, 77-78, Teia 6
Massa Mustiba 7, 88, 97-98 Rimini 15, 112-113 Teodato 5, 150
Mattichis 64, 66 Roma 5-7, 15, 59-64, 66, 74, 77, 105, Teoderico 1, 97, 130, 134 n. 40
Maurisione 75, 81 n. 31 111-112, 115 n. 27, 172 Teodolinda 65
Melk 106 Roselle 1, 39, 70 n. 113, 74, 90, 94, 150 Teodorico vd. Teoderico
Modena 61 Rotari 2, 6, 8 n. 10, 86, 91-95, 97, 99 n. Tevere 8 n. 11, 73
Montalcino 76, 139-141 38, 100 n. 79, 119, 133 n. 25, 159 Thingatio 91, 98
Montano 44-46, 49, 51 n. 26, 52 n. 64 San Giovanni dAsso 139, 141 Todi 6, 8 n. 3, 74, 156
Monte Amiata 1, 8, 85, 87, 95-96, 112- San Girolamo 105, 110 Torrita di Siena 98, 140-141, 164 n. 31
114, 138-142, 150 San Pietro in Aciliano 9 n. 37, 87-88, 96 Totila 1, 6, 24, 74-75
Montecassino 99 n. 19 San Salvatore (Monte Amiata) 1-2, 8, 64, Transamondo II 6, 81 n. 45
Montefeltro 112-113 77, 79, 79 n. 4, 83 n. 66, 85, 87-88, Trasimeno (Lago) 1, 3 n. 7, 24, 79, 97,
Montefollnico 140 95-96, 99 n. 1, 106, 117 n. 99, 122 112-113, 141, 162
Montepulciano 59, 67 n. 49, 68 n. 56, vd. anche Monte Amiata Treviso 26
112-113, 140-141, 172, 175, 182, 186 San Secondiano (Cattedrale, Chiusi) 1, Turingi 138
Monza 61, 65, 70 n. 121, 113-114 31-39, 44-47, 49, 50 n. 4, 57-58, 80 Tuscania 6, 68 n. 74, 74, 81 n. 45, 88,
Mugello 6 n. 23, 150 97, 115 n. 46
Narni 6, 74 San Silvestro (chiesa, Chiusi) 7, 189 Tuscia 3 n. 7, 5-9, 51 n. 58, 52 n. 74, 55,
Narsete 6, 75 SantAntimo 76, 78-79, 83 n. 66 61, 63, 69 n. 99, 74-77, 79, 80 n. 11,
Neone 44 Santa Caterina (basilica) 55-57, 67 n. 14, n. 27, n. 29, n. 30, 81 n. 45, 87-88,
Neustria 6, 8 n. 15, 9 nn. 17-18, 17-18, 77 Santa Fiora 139, 141 90, 96-98, 112, 114, 162
New York 60, 67 n. 45, 68 n. 58 Santa Mustiola (basilica, catacomba) 2, 7, Umbria 3 n. 8, 6, 80 n. 9, 113, 162, 164
Nocera Umbra 11, 15-16, 20, 60, 63, 66, 12, 22-23, 43-52, 55-56, 61, 69 n. 85, n. 33, 182
68 n. 65, 70 n. 118, 75, 162 97, 105-117 Unni 75, 134 n. 36
Odino 128, 130, 134 n. 55, n. 67 Santa Mustiola (martire) 43-52, 65, 105-117 Urbino 74, 112-113
Odoacre 97 Sarmati 134 n. 39, 138 Val dArbia 64
Origo Gentis Langobardorum 133 n. 3 Sarteano 15, 25-26, 74, 98, 141, 164 n. Valdarno 139-140
Orte 5, 7, 73, 76, 81 n. 45 31, 193 n. 59 Val dElsa 64
Orvieto 74, 79, 80 n. 21, 106, 150, 191 Sassoni 126, 130, 138 Valdichiana 74, 80 n. 10, 97, 141
n. 35 Scandinavia 120, 128 Valdinievole 140
Osimo 74 Scarione/scario 70 n. 113, 94, 96, 121, Valdorcia 64, 141
Oxford 21, 106, 115 n. 26, 117 n. 99 124, 133 n. 20, 150 Vandali 56, 67 n. 14
Paolo Diacono 2, 5, 26, 61, 69 n. 88, 93, Schirpa 2, 134 n. 30, 164 n. 27 Venanzio Fortunato 44, 51 n. 24
117 n. 98, 119, 125-126, 129, 133 n. Sculdascio/sculdhais 70 n. 113, 94, 134 n. 31 Veneto 6
3, 134 n. 67 Seconda Mutazione Consonantica 131- Venezia 62, 115 n. 27
Papiri ravennati 66, 88, 98 132, 134 n. 72, 149, 158 Viterbo 8 n. 3, 61, 68 n. 75, 115 n. 46
Parigi 60, 183 Seggiano 139, 141 Vitige 74, 150
Passio sanctae Mustiolae 2, 50 n. 11, 105-117 Siena 1-2, 15, 52 n. 74, 64, 67 n. 49, 70 Volterra 52 n. 74, 106, 112-113
Pavia 2, 5-6, 77, 97, 112-114, 117 n. 98 n. 113, 76-78, 81 n. 31, 112-113, 139, Vulci 74, 80 n. 15
Pentapoli 6, 62-63 150, 171, 186, 189, 191 n. 21 Wadia 2, 92-93, 100 n. 79, 133 n. 25,
Pertarito 7 Sinalunga 140-141, 164 n. 31 164 n. 27
Perugia 6, 26, 59, 62-63, 74-76, 80 n. 30, Sisebuto 2-3, 47-48, 51 n. 49, 107, 114 Warnefrit 52 n. 74, 70 n. 111
n. 31, n. 35, 98, 112-114, 150, 157, Sovana 1, 70 n. 113, 74, 97, 150 Wilerat 64
169, 172, 182, 185, 190 Spagna 2, 98, 163 n. 2 Winnili 128, 134 n. 55
Piacenza 2, 112-113 Spoleto 1, 3 n. 7, 6-7, 9 n. 17, 62, 64, 68 Wirdibora 95
Piancastagnaio 141 n. 74, 70 n. 113, 74-75, 81 n. 31, 81 n. Wulfila 134 n. 36
Pienza 141 45, 85, 97, 101 n. 119, 149, 159, 162 Zaccaria 76
Pisa 22, 76, 97, 185, 192 n. 48 Sutri 108, 111-112, 114, 115 nn. 21-22,
Pistoia 5, 106, 117 n. 99, 139 116 nn. 91-92, 117 n. 94, n. 98
Populonia 5, 74, 106 Svevi 138
Portonaccio, vd. Arcisa Talamonaccio 5, 8 n. 7
Stampa: Tipografia Pievese Citt della Pieve

Finito di stampare nel 2009


a cura delle Edizioni Lu
Via Galileo Galilei, 38
Chiusi, Siena

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