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Lezione Valentina Gallo marted

28 febbraio 2017

Non esiste un autografo della Divina commedia bens moltissime copie (800 mss.) tardive, post
1334;
Petrocchi ha fatto una collazione dei migliori ms. ed riuscito ha costruire un testo affidabile ancora
oggi ci non vuol dire che sia il testo aurorale della Divina Commedia, un testo ricostruito
filologicamente la maniera simili si comport Antonio Lanza che segui il principio del buon
manoscritto, del Codex optimum, scelse un codice in base ad una serie di raffronti testuali ritiene il
pi affidabile e lo trascrisse. Lanza nel scegliere il manoscritto oper una serie di scelte che non
sempre possiamo condividere in fatti nulla ci dice che il ms. prescelto, cio il Trivulziano, sia il Codex
optimum. Unoperazione diversa ha compiuto Languinetti nel 2011ha fatto una ulteriore collazione
di tutti i mss. che conosciamo e ha scelto che lUrbinante Lat. 366, cos denominato per la biblioteca
dove conservato, ad Urbino, avesse buone possibilit di essere un testimone affidabile, il problema
che lurbinate Lat. di provenienza lombarda che ha una veste linguistica non fiorentina e che
quindi veicola un testo diverso da quello che doveva essere quello scritto da Dante stesso. In tempi
pi recenti arrivato Giorgio Inglese, un filologo romano, che ha di fatto restaurato con alcune
precisazioni e con alcune correzioni il testo di Petrocchi. Bellomo ritorna in maniera ancora pi fedele
a Petrocchi, che segue senza alterare di alcuna forma u ritorno allindietro ma anche un
arrendere di fronte da quella che linsondabile perplessit di questa tradizione manoscritta.
Leggiamo il testo per ledizione nazionale messo appunto dal Petrocchi.
Canto XXVI - Inferno - Organizzazione del canto: la lettura del testo e la sua comprensione
Il primo grande problema di questo canto Ulisse perch la tradizione di Ulisse arriva a Dante come
una tradizione complessa variegata diversificata. Dante non conosceva il greco e quindi non
conosceva lOdissea, non conosceva i poemi omerici, non conosceva tutta la tradizione greca, la
sua conoscenza quella mediata sempre della letteratura latina. DellOdissea conosceva 9 versi
che sono quelli citati nella Ars poetica di Orazio, in cui Orazio riferisce che Omero canta le avventure
di Ulisse come un eroe che ha molto viaggiato, e poi altri 8 versi che leggeva in Cicerone. A figura
di Ulisse nel passaggio dalla cultura pagana, greca, a quella latina sottoposta ad una profonda
riflessione che mette in discussione limmagine di un eroe, del magnanimo la comprime in quelle
che sono le categorie etiche e morali del cristianesimo e ne offre completamente unaltra immagine.
La difficolt di questo canto quella di fare combaciare quelle che sono due etiche: quella
aristotelica, che viene convertita in cristiana da San Tommaso e appunto letica cristiana. facile
reinterpretare Enea perch lui il pi gi molto prossimo a quelli che sono I valori della cristianit
non cos Odisseo, Ulisse e la cultura greca devono passare attraverso questo filtro che ne altera i
lineamenti.
Conoscenze extra testuali:
- Il canto si apre con invettiva contro Firenze versi 1- 12: contiene al suo interno una profezia su una
prossima sventura che accadr Firenze; una profezia post-factum, molto ricorrente nella divina
commedia.
- Presentazione dell'ottava bolgia versi 13-28: uno dei 10 gironi di qui si compone il male bolge.
Racchiude una precisa categoria di peccatori, che sono i fraudolenti. Non siamo sicuri che siano
consiglieri fraudolenti, Dante non parla mai di consiglieri fraudolenti a proposito di Ulisse e Guido da
Montefeltro, descrivi anche la loro pena che noi siamo abituati chiamare pena del contrappasso.
Terza sessione del canto dove si presentano Ulisse e Diomede versi 49- 84: I due eroi greci
dellIliade, che si presentano a volte in una fiamma. Anche su questo tipo di pena rifletteremo
cercheremo di capire che senso ha.
L'ultima parte, e anche la pi celebre, il resoconto da parte di Ulisse di cosa che successo
quest'ultimo viaggio, versi 85 -142, la forse provocatrice di questo personaggio tale che
attraversa tutta la nostra letteratura fino a Pascoli, a DAnnunzio, uno dei poemi di Pascoli si
intitola l'ultimo viaggio e da come protagonista Ulisse.
Questa partizione potrebbe sollevare da nostra parte un dubbio rispetto alla coerenza di questo
canto e della sua armonia. C' un tema strettissimo che legga questo canto dall'inizio alla fine che
il tema della patria, che lega i Dante stesso a Firenze, anche Odisseo un esule colui che viaggia
per tornare alla sua patria. La figura di Ulisse, e la sua pena sottoposta interpretazione molto
diverse tra di loro.
Storia di Eliseo ed Elia libro dei 2Re (bibbia) che sono due profeti Dante le alludi in una similitudine
molto bella. Eliseo il discepolo di Elia di cui la storia dente leggeva nel secondo libro dei Re
nella Bibbia. Eliseo segue Elia E nonostante sia profetizzato che lo perder, infatti Dio rapisce
Elia agli occhi di Eliseo salendo su un carro di fuoco Elia avverte Eliseo dicendole tu conserverai
una parte di mio spirito se riuscirai a vedermi anche quando ci sar lontano ed Eliseo concentra
la propria vista per cercare di vedere questa si fiamma che piano piano si allontana. Questo
episodio biblico vieni rapito in cielo da un carro di fuoco dal punto di vista iconografico non pu
che essere un doppio realistico di ci che Dante vede nella bolgia, queste anime a volte da un
fuoco. Ma anche un episodio biblico molto complesso misterioso e che aggiunge complessit
questo canto, si vede la fiamma di Elia ma anche Dante vede la fiamma di Odisseo. Che cosa c
dietro questa similitudine? una similitudine dettata soltanto da un gusto miniaturistico o c una
corrispondesse pi profonda.
Eteocle e Polinice I figli di Edipo, presenti nella Tebaide di Stazio, in cui si narrano le guerre di
Eteocle Polinice per ottenere il governo di Tebe. Entrambi lottano per il potere su Tebe occorre
una guerra fratricida cui i due muoiono I corpi vengono riuniti in una pira a funebri ma le fiamme
si dividono invece che unirsi anche dopo la morte cio due fratelli cui l'odio brutale dura anche
dopo la morte. Dante utilizza questa immagine per descrivere la fiamma cui sono avvolti Ulisse e
Diomede. Anche cui una similitudine che solleva qualche problema, Eteocle e Polinice si sono
odiati fino alla fine ed per questo che la loro fiamma divisa con due corni, ma Ulisse Diomede
sono stati fedeli amici fino alla fine, hanno combattuto insieme, molto amici. Quando dante chiede
a Virgilio ci vieni punito in quella fiamma due corni Virgilio risponde che punito con lui che tra le
altre cose ha tradito e rub la statua di Pallade.
Achille e Siro, presenti nellAchilleide di Spazio. La madre mettere al sicuro il proprio figlio per
proteggerlo dal rischio della profezia che diceva che lui sarebbe morto in battaglia, lo confino
all'isola di Sciro. Achille vestito da ragazza di innamor dalla principessa E sarebbe rimasto
accanto a lei se non fossi arrivato Ulisse che ha svelato la sua vera identit quando ha portato
delle armi e dei gioielli le donne ci sono rivolti ai gioielli ma Achille si rivolta alle armi.
Furto della statua di Pallade, presenti nellEneide, Virgilio, santAgostino De Civita dei, che era
conservata all'interno della citt di Troia, era un simulacro, lo statua sacra. Ricorda che Diomede
e Ulisse profanarono il simulacro della dea Pallade E la portarono via.
Origine del toponimo di Gaetta, presente della metamorfosi di Ovidio. Gaetano cittadina al
confine tra il Lazio e la Campania sul litorale tirrenico, il cui nome secondo Ovidio deriva da quello
della nutrice di Enea, Caietta. Che dopo morta stata seppellita da Enea. Lettura del canto, vedi
fotocopia.

Marted 28
febbraio 2017
La lettura che Bellomo fa parte da un background che parte dai commenti danteschi. La fortuna del
testo di Dante si misura non soltanto dallaltissimo numero di copie che vengono fate, ma anche dei
commenti che vengono fati alla commedia. Non si sa per quanti decenni andr avanti ledizioni di
questi commenti e che mette a disposizioni del critico una serie di strumenti interpretativi interessanti
perch sono storici sono di poco posteriori alle composizioni della commedia stessa, ad esempio
abbiamo un commento di Piero Alighieri figlio di Dante e questo commento una chiave di accesso
straordinaria al testo, molto spesso la lettura attuale una lettura che non fa che restaurare, forse
arricchire i commenti antichi. Bellomo forte di questa esperienza di una lettura storicizzata del testo
eco perch legge tutto i canti della Commedia in funzione storica e dice che non possiamo
prescindere del sistema morale di riferimento di Dante Dante attraverso la Divina Commedia e i
personaggi che presenta al suo lettore vuole fornire una serie di esempla ci di figure esemplari per
il piano morale per altezza di virt o per valenza del vizio, e cos le figure che incontra nellinferno
non possono che essere delle figure condannate eticamente. La condanna che Bellomo individua
riguardo a Ulisse una condanna che scalza quella dellottava bolgia che punisce la categoria dei
consiglieri fraudolenti, che di solito attribuita al XXVI dellinferno, piuttosto punisce lastuzia di
Ulisse cio un non retto esercizio dellingegno. Fubini interpreta Ulisse di maniera simile,
(enciclopedia dantesca). Linterpretazione dei consiglieri fraudolenti fa retta a quella che fa leva sulla
funzione linguistica un non corretto uso della parola perch nella contesa tra Ulisse e Ariaci per la
conquista delle armi di Achille Ulisse vince, questa storia Dante conosce perch era ben noto nel
medioevo. Ulisse vince questa contesa per la sua orazione, per la sua capacit retorica, ma per un
eroe darmi essere grande nella parola pu non essere una grande virt. C un altro aspetto della
lettura di Bellomo che chiama in causa le categorie etiche dantesche che possiamo ricostruire
attraverso il convivio e letica Aristotelica tradotta nella summa di San Tommaso., in questa grande
sistemazione medievale c una categoria, quella del magnanimo che lotta grandemente per
raggiungere la gloria, Dante la utilizza allinizio dellinferno per racchiudere e descrivere le grandi
figure degli spiriti magni, nel limbo. Il magnanimo colui che persegui la gloria aldil della religione.
I Magnanimi che Dante incontra nel cielo di mercurio sono avvolte da una fiamma come Ulisse. Se
Ulisse un magnanimo non si sa, ma san Tommaso aveva classificato il Magnanimo come colui
che vuole raggiungere, compiere grandi imprese. Le colone dErcole non erano un limite imposto da
Dio quindi Ulisse non ha inflitto un limite imposto da Dio. La pena che Dante vede di un peccato
che ha a che vedere con lintelletto con questa ansia di conoscenza, vedremo che Ulisse un doppio
di Dante.

Valentina Gallo
marted 14 marzo 2017
Rerum vulgare frammenta Petrarca, la sua straordinaria novit, quando lui inizia a fare poesia
cerano delle raccolte poetiche, quelle pi diffuso erano rappresentate da canzonieri come il 3793.
Il Frammenta sono una autobiografia lirica, cio il racconto della propria esistenza attraverso
lassembramento, la composizione di frammenti, sonetti, canzoni e madrigali.

Canzoniere Vat. Lat. 3793: come nasce il canzoniere su basi formali i componimenti vi erano
trascritti secondo la loro forma, ovvero prima tutte le canzoni, poi sonetti, poi madrigali, le ballate e
cos via. Cera una gerarchia che precedeva dallautore. E raccoglie gran parte della poesia
duecentesca e parte della poesia di inizio trecento.
Il Madrigale il componimento poetico che presenta, e ci sono due tipi il madrigale del 300
rappresenta solo endecasillabi a una forma abbastanza varia, non codificata, concluso da un distico
con rima baciata; Il madrigale cinquecentesco un tipo di poesia formalmente legata alla musica,
allesecuzione musicata, non pi in soli endecasillabi, ma presenta unalternanza fra endecasillabi
e settenari e ha una lunghezza inferiore ai 14 versi ed anche questo chi da un distico con rima
baciata. Letimologia di questo termine madrigale discussa c chi lo fa risalire a mandriano o
cosa simile, pi facile che abbia a che fare con la sfera semantica familiare la canzone la forma
pi illustre, il sonetto e poi il madrigale.

Dante, Vita Nuova: potremo definirla come una biografia di Beatrice, secondo modi agiografici ben
presenti a Dante, di fato un prosimetro dal punto di vista formale, cio un libro in testo composto
di parte in versi in prosa che Dante riunisce in un libro attraverso un collegamento tra i vari
componimenti, gli spiega, gli ordina cronologicamente.
Ricostruiremo la genesi di questo testo secondo Santagata e secondo E.H Wilkins. La prospettiva
dia questi due autori diversa inquinato Wilkins ha un approccio filologico al testo, cio ricostruisce
la genesi dei frammenta attraverso i testi ms. i documenti a corredo cio le epistole di Petrarca, le
informazioni intorno al testo, mentre Santagata integra i dati filologici con quelli critici interpretativi.
Abbiamo la ricostruzione di Wilkins che ancora oggi accolta e semmai modificata, non dalla sua
sostanza ma da alcuni aspetti.
Ricostruzione fatta da Wilkins
In origine c un ms. il cosiddetto codice degli abbozzi: vai. Lat. 3196 vergato dalle mani di Petrarca,
un codice autografo. In questo quaderno Petrarca ha trascritto come si fosse un cadremo di lavoro
e ha portato con se fino agli agli ultimi anni della sua vita.
Secondo Wilkins nel 1342- da questo codice degli abbozzi Petrarca ha cominciato a fare una copia
di questo ms, che non ci pervenuto, a fare una silloge composta dei componimenti 34,36, 35, 44
ecc. Allaltezza del 1347-1350 Petrarca avrebbe fatto una seconda trascrizione, cio i componimenti
del 3196 sarebbero stati trascritti su unaltro libello, anche di questiono abbiamo testimonianza
manoscritta, che comincerebbe con il rfv 264. Wilkins e altri studiosi sostengono che questa silloge
contenesse i componimenti che nelledizione definitiva del canzoniere occupano i n 1-100 e una
seconda parte ce comincia con la canzone 264. La prima redazione per queste due sillogi Wilkins
utilizza il termine forma, per indicare una raccolta che non ha ancora una struttura organica definitiva.
A partire dal 1356-1358: nasce quella che la ,terza redazione, la redazione Correggio fatta per
Azzo da Correggio, trascritta da Girolamo che secondo Wilkins sarebbe composta da componimenti
1,-142, 264-292. Wilkins pone gi allaltezza della redazione Correggio una struttura bipartita: rima
in vita e rima in morte di madonna Laura.
Il primo manoscritto che c tutto il ms. Chiggiano (1359-1362) molto importante perch trascritto
da Boccaccio. Possiamo che rispetto al ms. Correggio questa seconda edizione, il ms. Chiggiano
sta pubblicato. la quarta redazione il manoscritto che ci giunto il Chiggiano L. 176, +143,
156,159, 165,169, 173...
Lo scarto significativo rappresentato dalla quinta e poi dalla sesta redazione (1366-1367), che
dato su un codice preziosissimo che il vat. Lat. 3195 su questo codice Petrarca fa trascrivere in
bella coppia i propri componimenti da Giovanni Malpaghini, un copista ravennate di professione, ed
importante perch per la prima volta abbiamo, e soprattutto nella seta redazione, Malpaghini
improvvisamente si licenzia da Petrarca e deve ritornare in Francia, ed il poeta a continuare la
trascrizione avviata dal copista cosicch il Vat. Lat. 3195 scritto, vergato, in parte da Malpaghini e
da Petrarca. In questa redazione il canzoniere specificamente bipartito, perch Petrarca lascia dei
fogli bianchi tra lultimo componimento della prima parte e il primo della seconda, ma soprattutto
presenta per la prima volta la canzone La vergine RVF 366 che il componimento che ancora oggi
chiude i frammenta. Non che abbia smesso di lavorare, nel 1376 anno di sua morte trascrive i
frammenta in un altro codice che invia a Pandolfo Malatesta. Post 1367: sesta redazione: Vat. Lat.
3195 (trascritta da Petrarca 1373: settima forma: Laur. XLI. 17 (Panolo Malatesta)
Unulteriore forma dei frammenti un manoscritto bresciano (1373) della quiriniana, Ottava forma,
Quiriniana in cui toglie Donna mi viene, che una ballata, e la sostituisce con il madrigale 121. Infine
la nonna forma (1373) ancora il codice Vat. Lat. 3195, ma qui Petrarca ha aggiunto dei testi il numero
243, 244, 263 e ha rimunerato lultima sequenza, lasciando tuttavia come ultimo ancora la canzone
alla Vergine.
Questa serie di copie, di riordinamento dei componimenti da parte del poeta presuppone un grande
lavoro su il macro-testo ed questa volont di costruzione dei testi in unico organismo la ragione
per cui Petrarca diventato un classico della nostra tradizione e ha inaugurato un nuovo modo di
fare poesia che ha una tradizione importantissima nel 500 e nel 600, ma che ancora nel 900
continua ad esercitare, fino agli anni 60 del 900, un forte richiamo formale.

Ricostruzione fatta da Santagata


Stile puramente filologico.
Il 06 aprile 1348 in quel giorno Petrarca a di fronte a se un manoscritto un codice di Virgilio (Virgilio
ambrogiano) su questo ms., bellissimo, miniato e vergato su pergamena, unopera darte, mette una
postile 06.04 1348 oggi morta Laura, e pone di sua mano su un bellissimo ms. Chi sia Laura, la
sua realt biografica importante, forse, non determinante, ma Claro che Lara diventa nella vita
poetica, creativa dellautore un simbolo, un oggetto poetico. La sua esistenza biografica, per noi,
pu essere semplicemente messa tra parentesi, possiamo supporre che sia semplicemente un
nome: Laura come alloro, come gloria poetica. Tuttaviaa Petrarca segna questa data perch
importante per la sua costruzione poetica. Santagata parte da questo momento, lanno della peste
nera di Firenze, lanno in cui ambientato il Decameron di Boccaccio e che rappresenta una forte
rottura nella vita di un uomo del 300. In quegli anni Petrarca accusa una serie di luti amici e parente,
persone a lui molto vicine che muoiono. questo incalzare della morte nella vita di un cristiano, qual
era Petrarca, attiva quella che passata alla storia come la mutatio anni cio una vera e propria
conversine di Petrarca maturata certamente negli anni precedenti e testimoniata dal secretum che
il dialogo che Petrarca immagina di svolgersi tra due sue proiezioni: Franciscus e Agostino, al
cospetto della divinit.I questo dialogo Agostino individua e indulge Franciscus a riconoscere quelli
che sono i suoi pi grandi peccati, ci che gli impedisce di affrancarsi dai beni terreni, lamore di
Laura e lamore per la gloria, e voltarsi interamente al sommo bene che Dio per Petrarca. Il secreto
si chiude con linvito della parte di Agostino a Franciscus a raccogliere i suoi frammenti sparsi e
ricomporre lunit del io. un progetto esistenziale e poetico che Petrarca traduce immediatamente
dopo con la costruzione dei frammenta e la ricomposizione di frammenti poetici nel canzoniere e
con la ricomposizione delle sue lettere latine nelle Familiaris, senili e sinenomine.
Per Santagata questo un evento catalizzatore 1348 la morte di Laura, solo a partire da questo
punto noi possiamo individuare lattenzione verso la forma di libro, prima di quella data secondo
Santagata non esiste il canzoniere, esistono sillogi e queste si compongono di componimenti che
ritroviamo nel canzoniere. E il lavoro di questo giovane poeta sar quello di raccogliere i suoi
componimenti ante il 1348 e poi pian piano seguire la costruzione del testo. Per Santagata possiamo
parlare di prima redazione del canzoniere solo per il Correggio. Prima di quella data abbiamo delle
raccolte che sono tenute insieme per un motivo tematico, ma che non sono sostenute da un progetto
biografico. Il Rerum vulgari frammenta sono un libro inquinato presuppongono questo progetto
biografico, le raccolte precedente erano raccolte tematica che declinavano lamore per Laura, Laura
alloro.
Questa reazione Correggio secondo Santagata e a dispetto della ricostruzione di Wilkins non era un
libro bipartito perch la distinzione delle rime in vita ed in morte di Laura sarebbe successiva e risale
alla prima forma documentata ci il ms. Chiggiano. Santagata individua un secondo momento forte
nella stesura del Vat. Lat. 3195, e poi nellultima redazione. La ricostruzione de Santagata non parte
da una prospettiva filologica ma di conoscere nel 1348 lo spartiacque la data a partire della quale le
raccolte di rime di Petrarca si trasforma in progetto biografico che racconta la propria mutatio anni,
la propria conversione da un amore terreno ad un amore verso Dio.
- La silloge del 1342, non abbiamo un ms. di questa silloge tuttavia si crede che era composta dai
frammenti 34,36,35,44,60,46,41,43,45,49,69,64,58. Questa silloge inizia per il:
RFV 34. che una invocazione ad Apollo come dio della poesia (un modo classico, anche
pagano di scrivere da parate di Petrarca), che secondo il mito si innamor di Daphne. Questa
prima silloge anteriore al 1342 una raccolta tematica incentrata sul mito daphneo che era
una ninfa voltata alla castit e per sottrarsi allamore di Apollo stata mutata in pianta per
non essere sedotta da Apollo, cos si trasform in alloro che non per nulla simbolo della
poesia. Petrarca gioca sui segnali, il valore allusivo del nome Laura ad alloro e su questa
assimilazione Laura/alloro pianta della poesia con cui vengono incuranti i poeti e la stessa
pianta di qui stata fatta la sua corona di poeta che ha ricevuto in Campidoglio tra gli anni
1341/42.
Questo componimento una preghiera ad Apollo a allontanare da Laura una malattia o una
infermit, in virt di questa speranza amorosa che ti sostiene in vita durante le tue pene
amorose sgombra, pulisce laria dalle impression ( un termine tecnico medico per indicare
le esalazione insalubre). Questo un termine tecnico, medico, che Petrarca utilizza per
indicare questa malattia. Oltre ad essere il dio della poesia Apollo il dio della medicina.
Il secondo componimento della silloge del 42 quello che oggi occupa il posto 36, uninvocazione
alla morte, lio poetico invoca la morte perch disperato damore, lidea di che con il suicidio si pu
mettere fine al scorrimento damore contraria al pensiero cristiano. Ci sono due interpretazione di
questo testo una interpretazione cristiana, cio il timore che il suicidio non comporta altro che un
inasprire del dolore. Ma c anche unaltra interpretazione che quella forse pi coerente con il
contenuto di questo sonetto che quella di amore fa dellaltro e quella di diamante infelice una
interpretazione gentile, mitologia, pagana, in cui i timore non cristiano ma quello di inasprire il
proprio dolore con la morte stessa.
Il terzo componimento, oggi il RFV 35, allude al eroe omerico. Un componimento che rivela la
condizione del malato damore, lamore nel medioevo era una malattia. Un componimento
estremamente riuscito sia per la serie di assonanze interne per esempio deserti /campi /tardi e lenti
assommano a chiasmo le due vocali toniche (i) di deserti si rispecchia a (i) lenti cos come campi
si rispecchi nelle vocali di tardi, anche la prosodia di questo componimenti un ritmo estremamente
lento scandito da una serie di accenti portanti solo e pensoso in pi deserti e campi Una pronuncia
scandita dallaccento di prima e di quarta ma anche da un accento che non metrico ma un accento
tonico. Questa scansione del verso cos densa di pause comporta anche mima dal punto di vista
fisico quello che il vagare dellamante dai luoghi remoti i pi deserti campi. C una litote nei miei
gesti privi di allegria, di gioia si legge come io vada avanti, una bellissima metafora dellinnamorato
come un libro aperto sul quale scritto la sua pena il suo dolore, immagine dellamore persecutorio,
che diventa un pensiero dominate. In questo componimento c una precisa concessione di amore
come una passiamo che rende luomo non pi utile al consorzio civile, che sottrae luomo al suo
posto nella societ, e pu essere una condanna laica e civile non c una aspirazione religiosa, non
c pentimento. Nellultimo verso c una struttura a chiasmo che comprende due entit lamore e
lio non c altro, la condanna se c condanna in questo amore terrena, tutta civile, linnamorato
no pu adempire ai proprio compiti nella vita del comune.
Componimento RVF 60, importante perch nella seconda redazione del canzoniere a questo
componimento segue un altro che ha una struttura e un significato assolutamente antitetici. Questo
componimento si definisce uninvettiva, cio una forte maledizione che lamante rifiutato scaglia
contro lamata. Ancora una volta unallusione al mito daphneo Laura/alloro; Una maledizione
nessun poeta si orni delle sue fronde, giovani la disprezzi e il sole labbia a sdegno tanto che le sue
verdi foglie si secchi, addirittura una invocazione di morte contro lamata. Anche in questo sonetto
c una concessione pagana lamore rende migliore luomo, pi colto, pi nobile. Termine tecnico le
mie nuove poesie damore, la vera e propria maledizione viene alla fine che questo alloro secchi
una invocazione di morte contro lamata.
La prima redazione che secondo Santagata la redazione Correggio datata dal 1349 (subito dopo
la morte di Laura) non era ancora bipartita. vedremo il primo sonetto di questa redazione e dobbiamo
ricordare che prima della morte di Laura il primo componimento era una invocazione ad Apollo co
nessuna prospettiva scatologica o cristiana, la richiesta di una guarigione rivolta al dio della poesia
e della medicina. Vediamo come cambiato dopo questo evento biografico e poetico per Petrarca.
RVF 1Voi ch' ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond' io nutriva 'l core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr' uom da quel ch' i' sono,
del vario stile in ch' io piango et ragiono
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar piet, nonch perdono.
Ma ben veggio or s come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;
et del mio vaneggiar vergogna 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo breve sogno.
Questo componimento apriva la redazione Correggio ed impone na prospettiva temporale oggi
racconto e raccolgo le poesie del mio giovanile errore , distanza temporale, ha le fattezze di quella
che la captatio benevolenze della retorica classica. La lettura che Santagata fa dei frammenta
quella di un libro che sin dallinizio rispetta quelle che sono le regole della retorica classica relative
ad un'opera narrativa, la specificit dei Rerum Vulgari Frammenta sarebbe questa aspirazione a
fare di un libro di poesia la storia di unanima, e dunque se storia deve rispettare quelli che sono i
canoni retorici, in primo luogo la Captatio benevolenze cio questo rivolgersi al lettore Voi che
ascoltate, con una forte bipartizione fra le due quartine e le due terzine, nelle quartine voi che
ascoltate i frammenti dei miei dolori e nelle terzine vedo adesso quanto la mia poesia mi ha fatto
favola al mondo e qui abbiamo una prospettiva che se non ancora esattamente cristiana
tramanta da una attenzione religiosa certamente linizio di un libro che ha una aspirazione a
raccontare qualcosa. Se leggiamo ai 5 componimenti successivi ci accorgiamo che questi
rispondono ad unaltra regola della retorica classica cio che i componimenti spiegassero loggetto
della narrazione secondo due luoghi la are ( di cosa stiamo parlando) e la causa il componimento 2
indica la vendetta damore la causa, e subito dopo il sonetto 3 il tempo, il sonetto 4 indica il giorno e
la persona ed seguito da quello che indica la patria, quindi la partizione classica. Indicano la
causa e il tempo alludono alloggetto della narrazione, e poi la persona, la patria e il nome.
RVF 2:Per fare una leggiadra sua vendetta,
et punire in un d ben mille offese,
celatamente Amor l' arco riprese,
come huom ch' a nocer luogo et tempo aspetta.
Era la mia virtute al cor ristretta
per far ivi et negli occhi sue difese,
quando 'l colpo mortal l gi discese
ove solea spuntarsi ogni saetta.
Per, turbata nel primiero assalto,
non ebbe tanto n vigor n spazio
che potesse al bisogno prender l'arme,
overo al poggio faticoso et alto
ritrarmi accortamente da lo strazio
del quale oggi vorrebbe, et non p, aitarme.
Qui c lamore in una prospettiva gentile; Amore un giorno per punirmi delle offese che gli avevo
fatto scocco la freccia una vera e propria psicomachia amore che colpisce al cuore Petrarca,
linnamorato, che ha raccolto l tutte le sue forze per riprendersi da questo colpo e queste forze non
possono raggiungere la mente che il cuore difensivo dellessere umano per renderlo insensibile ai
colpi di amore.
Rvf 3. Era il giorno ch' al sol si scoloraro
per la piet del suo factore i rai,
quando i' fui preso, et non me ne guardai,
ch i be' vostr' occhi, donna, mi legaro.
Tempo non mi parea da far riparo
contra colpi d'Amor: per m'andai
secur, senza sospetto; onde i miei guai
nel commune dolor s' incomminciaro.
Trovommi Amor del tutto disarmato
et aperta la via per gli occhi al core,
che di lagrime son fatti uscio et varco:
per al mio parer non li fu honore
ferir me de saetta in quello stato,
a voi armata non mostrar pur l' arco.
Qui cambiano le cose in relazioni ai componimenti anteriori, questo una grande trovata di Petrarca
egli ancora attraverso di questo componimento la propria vicenda biografica ad una scansione
calendariale che quella cristiana di ogni credente perch colloca il momento dellinnamoramento
nel giorno della passione di Cristo, il venerd santo. Da questo momento in poi i 366 componimenti
dei Frammenta scandiscono uno per uno gli anni della cristianit. Vedremo che il componimento
che occupa il posto 264, quello che corrisponde, con un calcolo calendariale, al natale ha un
significato molto forte perch ha il senso di una rinascita spirituale.
Nella prima silloge 1342, presentava uninvettiva che augurava la morte di Laura, gi nella redazione
Correggio questinvettiva viene corretta dal componimento 61, che invece benedetto sia il giorno
il mese e lanno
RVF 61 Benedetto sia 'l giorno, e 'l mese, et l' anno,
et la stagione, e 'l tempo, et l' ora, e 'l punto,
e 'l bel paese, e 'l loco ov' io fui giunto
da' duo begli occhi che legato m' nno;
et benedetto il primo dolce affanno
ch' i' ebbi ad esser con Amor congiunto,
et l' arco, et le saette ond' i' fui punto,
et le piaghe che 'nfin al cor mi vanno.
Benedette le voci tante ch' io
chiamando il nome de mia donna sparte,
e i sospiri, et le lagrime, e 'l desio;
et benedette sian tutte le carte
ov' io fama l' acquisto, e 'l pensier mio,
ch' sol di lei, s ch' altra non v' parte.
Quellinvettiva si rovesciata in una lode che quasi una forma di preghiera. Non ancora una
prospettiva scatologica, lo sar, ma certamente una prospettiva in cui Petrarca sta costruendo un
racconto della propria anima, del proprio amore per Laura.
RVF 62: Padre del ciel, dopo i perduti giorni,
dopo le notti vaneggiando spese,
con quel fero desio ch' al cor s' accese,
mirando gli atti per mio mal s adorni,
piacciati omai col Tuo lume ch' io torni
ad altra vita et a pi belle imprese,
s ch' avendo le reti indarno tese,
il mio duro adversario se ne scorni.
Or volge, Signor mio, l' undecimo anno
ch' i' fui sommesso al dispietato giogo
che sopra i pi soggetti pi feroce.
Miserere del mio non degno affanno;
reduci i pensier' vaghi a miglior luogo;
ramenta lor come oggi fusti in croce.
il primo componimento con un forte afflato religioso. un componimento di anniversario che
adesso con forte discontinuit rispetto al precedente,61, avvia questo processo penitenziario che
un processo che continuamente Petrarca riafronta, questa preghiera Padre del cielo avr poi una
grande fortuna nella lirica cinquecentesca e segna questa richiesta a Dio di convergere il suo amore
da unoggetto terreno ad un oggetto pi alto, ma non c ancora condanna di questo amore.
Vediamo la redazione Correggio (perch stavamo parlando della redazione che Petrarca cominci
a comporre intorno al 1349 e si conclude tra il 56/58 quando invia questo manoscritto a Asso da
Correggio. La prima parte secondo Wilkins, o comunque un punto di rivolta importante in questo
componimento era rappresentata dalla sestina 142. (La sestina un genere lirico provenzale
composto di stanze di 6 endecasillabi che presentano le stesse parole in rima.) Le parole in rima di
questa sestina sono: frondi, lume, cielo, poggi, tempo, rami, e si ripetono anche se in posizione
variate in ogni stanza di sei versi. La stanza 2 ripropone: rami, frondi, tempo, lume, poggi e cielo; la
stanza 3 ripropone cielo, rami, poggi, frondi, lume e tempo, ecc.. un componimento la cui gabbia
formale molto forte, un componimento tecnico difficile che viene assunto quasi come una forma
di stile da parte del poeta. la sestina un genere in bravura, un cavallo di battaglia di un poeta.
RFV 142: A la dolce ombra de le belle frondi
corsi fuggendo un dispietato lume
che 'nfin qua gi m' ardea dal terzo cielo;
et disgombrava gi di neve i poggi
l' aura amorosa che rinova il tempo,
et fiorian per le piagge l' erbe e i rami.
Non vide il mondo s leggiadri rami,
n mosse il vento mai s verdi frondi
come a me si mostrr quel primo tempo:
tal che, temendo de l' ardente lume,
non volsi al mio refugio ombra di poggi,
ma de la pianta pi gradita in cielo.
Un lauro mi difese allor dal cielo,
onde pi volte vago de' bei rami
da po' son gito per selve et per poggi;
n gi mai ritrovai tronco n frondi
tanto honorate dal superno lume
che non mutasser qualitate a tempo.
Per pi fermo ognor di tempo in tempo,
seguendo ove chiamar m' udia dal cielo
e scorto d' un soave et chiaro lume,
tornai sempre devoto ai primi rami
et quando a terra son sparte le frondi
et quando il sol fa verdeggiare i poggi.
Selve, sassi, campagne, fiumi et poggi,
quanto creato, vince et cangia il tempo:
ond' io cheggio perdono a queste frondi,
se rivolgendo poi molt' anni il cielo
fuggir disposi gl' invescati rami
tosto ch' incominciai di veder lume.
Tanto mi piacque prima il dolce lume
ch' i' passai con diletto assai gran poggi
per poter appressar gli amati rami:
ora la vita breve e 'l loco e 'l tempo
mostranmi altro sentier di gire al cielo
et di far frutto, non pur fior' et frondi.
Altr' amor, altre frondi et altro lume,
altro salir al ciel per altri poggi
cerco, ch n' ben tempo, et altri rami.
Questo componimento si apre con alla dolce ombra.. dove Petrarca allude a un influsso astrale che
lo faceva sottoposto agli influssi di venire, cio ad amore, e per fuggire a questo influsso si rifugiato
sotto lombra protettiva di una pianta, lalloro/ Laura, che lo ha protetto da quella che poteva essere
la perdizione qualora avesse seguito il proprio influsso, il proprio destino dandosi del tutto ai piaceri
sensuali. Lalloro secondo il mito aveva ottenuto da Apollo di essere sempre verdi e qui Petrarca
gioca con questo mito, dice che lalloro sempre verde e non cambia le sue frondi ragione per cui
io scelse Laura. Qui abbiamo una ulteriore metamorfosi quella che porta Petrarca ad accantonare
lamore per Laura per un amore pi alto, quello per Dio. In questa redazione Correggio questo
componimento precedeva il successivo che adesso la la canzone 264, che inizia con un forte
richiamo alle frodi ai rami, ma questa canzone allude ad unaltro ramo, ad unaltro albero: quello
della crocifissione. una canzone molto bella perch inscena un dialogo con se stesso, e il poeta
immagina che un pensiero venga da ribalta e si rivolga a lui spronandolo a convertirsi a Dio e dun
altro pensiero per si ricorda dellamore per Laura e la dolcezza di questo amore. In questa canzone
lamore per Laura non un stacco ma un camino che porta verso lamore Dio.
Nella redazione Correggio che si chiudeva con il componimento 292 lamore per Laura non ancora
peccato,
RVF 292: Gli occhi di ch' io parlai s caldamente,
et le braccia et le mani e i piedi e 'l viso,
che m' avean fatto s da me stesso diviso,
et fatto singular da l' altra gente;
le crespe chiome d' r puro lucente
e 'l lampeggiar de l' angelico riso,
che solean fare in terra un paradiso,
poca polvere son, che nulla sente.
Et io pur vivo, onde mi doglio et sdegno,
rimaso senza 'l lume ch' amai tanto,
in gran fortuna e 'n disarmato legno.
Or sia qui fine al mio amoroso canto:
secca la vena de l' usato ingegno,
et la cetera mia rivolta in pianto.
un riferimento a Laura morta e trasfigurata in cielo, questo lultimo componimento della redazione
Correggio. Nella redazione del Vat. Lat. 3195 lultimo componimento la canzone alla Vergine, in
cui Petrarca ricorda Laura come medusa, come colei che lo ha pietrificato. Col tempo la struttura e
i significati di questo libro cambiano molto perch Petrarca veicola attraverso il macrotesto. Nel
1356/58 quando questo testo giunge al compimento della redazione Correggio Laura trasfigurata
in cielo ed un mezzo attraverso il quale lui giunge a Dio.
RVF: 366
La sesta redazione quella successiva al 1366, cui ce un evento Petrarca conclude la vicenda
personale mette la parola fine al testo, ma non alla storia, continua a lavorare, aggiunge, integra ma
dice che questa storia della sua anima si vede concludere alla vergine con linvocazione alla
madonna, e con il pentimento dellamore terreno per Laura. chiaramente una canzone allusiva a
quella che San Bernardo intona nellultimo canto del paradiso. Alla lode per Laura si sostituisce alla
lode per la Madonna. Questa canzone conclude la vicenda esistenziale dellamore di Petrarca ma
non conclude il testo, negli anni successivi Petrarca continua ad scrivere, i componimenti di questa
stagione sono una sequenza stretta di apparizioni in sogno di Laura che occupano i componimenti
intorno al 1323. Sono una serie di sonetti che rendono conto delle apparizioni notturne di Laura in
sogno. Se Petrarca pone fine alla sua storia letteraria e poetica con la canzone alla vergine, la
vicenda della poesia di Petrarca non si concludono con questo libro, come se egli avesse costruito
un romanzo autobiografico, ma la sua vita va oltre e non trova pace in questo prologo scatologico,
in questa preghiera alla vergine, questi uno degli aspetti pi interessanti di Petrarca cio quella
continua dialettica tra lattaccamento ai beni terreni: la gloria e Laura, e invece la prospettiva di una
intera vocazione a Dio, non si conclude se non nella finzione autobiografica del canzoniere, perch
egli continua fino allo sfinimento a rivedere, riscrivere e ordinare questo testo senza riuscire ad
staccarsi e come riesci a farlo da un amore cos forte per la poesia.
Lezione persa 15/03 spiegazione e quadro del Famialiares di Petrarca. Vedi testo.

Gallo
28 marzo 17
Boccaccio assume la forma della tradizione canterina orale e la normalizza nel Teseida. Boccaccio
un grande filologo straordinario lultima parte lo vediamo impegnato a Firenze per lapertura di una
cattedra di greco e un attento lettore di Dante e generoso riutilizzatore di elementi e personaggi e
stilemi della Commedia.
Le fonti sono importante per la produzione di nuove forme attraverso il rapporto della intellettualit
senza la quale la letteratura non possibile. Anche per il Decameron la datazione della nascita del
testo non un dato pacifico.
Sappiamo che nellinverno tra 1341/42: Boccaccio lascia Napoli e ritorna a Firenze, ha trascorso la
giovinezza presso la corte napoletana e si era averierato di una cultura cortese praticando tutti i
genere ettari della cultura cortese, arrivano a Firenze e il dubbio nel progetto del Decameron ma
anche la conversione dalla cultura napoletana porta con s dei generi letterari che sono dei generi
mercantile che sono espressione della societ fiorentina del 300 quindi non ci sono dubbi che il
progetto del Decameron non pu essere nato che nel contesto fiorentino.
Sappiamo ancora che:
-1341/42: commedia delle Ninfe
-42: Amorosa Visione: che il primo tentativo di reinterpretare la struttura retorica della Divina
commedia, lAmorosa visione per lappunto una visione che adotta il metodo dantesco ma che
deroga dal modello per quanto riguardano i contenuti anche qui troviamo un percorso
ideologicamente ascensionale.
-1343/44: tenta la strada del romanzo psicologico con lElegia di Madonna Fiammetta, anche questo
un genere completamente nuovo che innamorava gli addetti della letteratura volgare e consente
di fondere la cultura imparata in ambiente napoletano con quella mercantile di ambiente fiorentino.
Nel testo, Fiammetta stata abbandonata dal suo amante che un mercante. La letteratura ha
spesso una funzione modellizzante attraverso la letteratura se consolidano modelli sociali e
Boccaccio uno straordinario creatori di modelli, molto della sua letteratura pu essere letta con il
tentativo di armonizzare gli autori di una classe aristocratica e rivolge fondersi con quelli, invece il
Decameron nasce mercantile, il trionfo di derivatori di questa nuova classe sociale che si appropria
anche di un ecco di derivazione aristocratica.
Tra il 1344/46 certamente coinvolto nella redazione Ninfale fiesolano
Soltanto a partire del 48, una data centrale lanno della peste, anno della morte di Laura, indubbio
che la peste abbia avuto non solo in Italia un impatto concettualmente, idealmente impensabile per
noi oggi. Intorno al 1348: Boccaccio ha gi composto alcune novelle ma lidea di ricomporle in un
libro databile al 49-50 dopo la peste. E il Decameron si apre con una novella, una descrizione di
un evento traumatico e per fuggire e contrapporre allo sfacelo sociale che la peste rappresenta
perch demolisce le istituzione della convivenza civile e per sfuggire ad un crollo dei valori della
societ fiorentina e per mettersi in salvo dalla pestilenza questa brigata di giovani lascia Firenze e
di rifugia nel. e cui costruisce una societ basata sullordine inviolabile che anche un ordine
politico un re che governa la giornata e assegna il tema e regola la sequenza delle narrazioni e
contro tutto un rituale che precede linizio della narrazione e che lo chiude con una serie di regole e
di infrazione, basta pensare al privilegio di Diomeo, uno di questi personaggi, che pu scegliere il
tema da trattare giornata per giornata. Una struttura regolata fortemente regolamentata e che anche
in questa visione ad un forte principio ordinatore rappresenta un baluardo alla venuta meno di quelle
che sono le istituzioni civile. Una struttura fortemente regolamentata. Contro il collasso della societ
civile Boccaccio costruisce una societ alternativa a partire da un concetto basato sulla convivenza
e conversazione Il piacere di raccontare e ascoltare storie.
La questione filologica del Decameron pi semplice di quella del Canzoniere di Petrarca.
Disponiamo un autografo datato dagli anni 1370, Hamiltoniano 90 (1370-1372) reato alla fine della
propria vita dallo stesso Boccaccio che era un discreto copista ed un eccellente disegnatore
loriginalit di questo manoscritto quello di leccare una serie di disegni di mano di Boccaccio che
abbellisce questo codice, laltro aspetto interessante limpaginazione, il Decameron un testo che
costruisce unepica mercantile, se andiamo a vedere le copie di questo opera che si diffondono nel
400 ci accorgiamo che i fruitori di questo testo furono soprattuto mercanti. Sono copie fatte da copisti
non di professione ma che trascrivono per il piacere di avere un testo e leggere in famiglia o nei
contesti della lettura privata. e tuttavia a prescindere dai valori dalla licenziosit di molte novelle,
dalla precisa scelta di una letteratura che si svolge nel nome della piacevolezza. Boccaccio negli
ultimi anni della sua vita trascrive questo codice rispettando la mise en page del trattato universitario,
del trattato erudito quasi volesse allude che di questo testo si possono eseguire diverse letture,
come se questo testo avesse diversi livelli di complessit e dunque si rivolgesse a lettori diversi: il
mercante da una parte e e lintellettuale da unaltra.
LEdizione a quale facciamo riferimento quella curata da Maurizio Fiorilla e G. Alfano che hanno
di fatto messo al testo il ms. hamiltoniano risolvendo alcuni passi difficile attraverso il confronto tra
150 manoscritti. Il Hamiltoniano 90 non lunico ms. importante della tradizione del Decameron ci
sono almeno altri due: il parigino italiano 182 e il ms. Laurenziano: questi sono due testi alti, cio
molto vicini alla fasi in cui lopera fu costruita, e consentono di supplire agli errori del copista, queste
due coppie che non sono autografe ma sono testimoni autorevoli perch molto alti nella tradizione.
Petrarca un autore di professione ma non un copista di professione e quindi comete degli errori
che non riesci a correggere o che vengono malamente correte dai lettori successivi. Lautografia di
questo codice stato provato da Vittore Branca negli anni 60 con una lampada di Ud.
Boccaccio Decameron: premio con citazione dantesca del 5 dellinferno Galeotto fu il libro e chi lo
scrisse, Boccaccio intende offrire il testo al suo lettore avvertendolo di una forte relazione con la
Divina Commedia cio com il prodotto pi alto del 2-300 fiorentino. Segue il proemio discernendo
la divisione del libro che contiene 100 novelle in 10 d dette da 7 donne e da 3 giovani uomini. Nel
proemio si legge Intendo: questo intendo pone in primo piano lautore con quella stessa forza e
perentoriet con le quali Petrarca pone se stesso e la sua storia al centro del Rerum Vulgarium
frammenta. Questo autore emerge la parola autore nel senso in cui noi la concepiamo adesso ed
il primo ad utilizzare il termine in questo senso come lo conosciamo e lo fa nel Decameron
nellintroduzione della prima giornata. Centralit e messa a fuoco di una nuova figura che quella
autoriale dellattore. Non accaso uno dei precedenti della novellistica di Boccaccio il Novellino,
che una raccolta anonima di novelle in cui non c la cornice che da coerenza a questo organismo
macrotestuale, ma soprattutto una raccolta anonima la fino a quel punto non una novella dautore
non un genere alto ed anche cui la sperimentazione la rivoluzionalit di questo autore.
Novella: diminutivo novus, come qualcosa che a anche fare con la novit un testo che trasmette la
verit on prima raccontata. Le favole, le parabole e le storie sono tre modelli antecedente che
Boccaccio assume nel Decameron. Innanzitutto le favole che Boccaccio con ogni probabilit allude
al Fabliaux, quelle che erano i racconti breve di argomenti spesso salace e di livello comico che ha
avuto molto successo in Francia. Molte delle novelle di Boccaccio si rifanno a questo genere a
queste forme narrative, per esempio tutte le novelle di Beffa si rifanno a antecedenti ereditati dai
Fabliaux. Come ad esempio la novella 5 e 6 del 8 giornata.
Storia per Boccaccio racconti tramandati dalle fonti storiche, racconti che hanno a che fare con i
personaggi storici e di questo tipo erano le storie della antica Roma o della antica Grecia, o anche
quelle legate a personaggi della vita fiorentina, come per esempio la novella incentrata su Guido
Cavalcanti. Ancora limmoralit e in particolare il romanzo alessandrino, la 7 novella della seconda
giornata, che una reinterpretazione del romanzo alessandrino che prevedeva che si svolgesse con
una serie di peripezie e amanti trascinate da violenti della vita per mare in torno a tutto il
mediterraneo, alla fine la parodia di questo genere.
Nel proemio Boccaccio definisce quelli che sono i modelli anteriore alle sue novelle ovvero le
raccolte Dicta et fatta memorabilia Giornata VI, i Racconti agiografici (le biografie dei santi allinsegna
della santit come la novella di frate Cipola), Dec. 1.1, Fabliaux (racconti popolari comico-realistici)
dec. VIII, 5 e 6, le Moralit, decameron 1.3 e il Romanzo, in particolare quello alessandrino, 11, 7.
La novella 9 della 1 giornata che deriva in maniera diretta o indiretta dalla novella 50 del Novellino
che racconta di una cittadina della Guascogna che si rivolta al Re di Cipro per una onta che ha
sofferto.
Le rubriche (da ruber venivano indicate in rosso nei manoscritti) sono una guida alla lettura che
Boccaccio utilizza di una forma molto intelligente. Nella Rubrica della sua Novella, al contrario di
quanto occorre nel novellino, il soggetto della novella non la donna di Guascogna ma il re di Cipro
che traffico da una donna di Guascogna da cattivo valoroso divenne. Da cattivo il re diventa valoroso,
una struttura fondata sul parallelismo cattivo buono, cattivo valoroso. Se prendiamo il re di Cipro
come un modello negativo e la donna di Guascogna come colei che fa rivedere il re allora abbiamo
sin dalla rubrica una struttura sintetica, condensata, di quello che il fondamento narrativo ed epico
di questa novella. Questa prima parte contiene tutta la cornice della novella allinterno del
Decameron.
Mordere: termine tecnico vale in senso di rimproverare con le parole.
Al testo di Boccaccio ci accorgiamo dellelemento macroscopico la cornice dal fatto che la novella
raccontata viene introdotta da una riflessione di tipo morale che fa in modo che la novella diventi
dimostrazione di una verit annunciata in testa alla novella stessa. Il valore della parola quello di
correggere i costumi con la parola in questa novella ed pi efficace di molte punizione e rimproveri
fatti coscientemente.
Dico dunque vediamo il realismo Boccacciano di colorare le novelle in un tempo nella Storia. Il re
di Cipro non una persona qualsiasi ma il primo qui lautore si riferisce a Guido di Lusignano re di
Gerusalemme e di Cipro, un vile che non mantiene la parola data a Saladino e cos fu costretto a
ritirarsi, non valoroso in battaglia, vigliacco e traditore, per l'appunto di cattivo valore. Boccaccio da
anche una identit sociale alla guasta del novellino dice che era una peregrina. Allora a partire dal
anno 300 d. C. si sviluppa questa pratica del pellegrinaggio in Terra Santa che era un viaggio
penitenziale che il cristiano intraprendeva e per il quale si spogliava di tutti i suoi avere e indossava
un abito logoro e povero e viaggiava per il pi con mezzi di fortuna senza fermarsi mai di una volta
in una locanda cio in condizione di estrema precariet per spiare i propri peccati e giungeva cos a
Gerusalemme. Quando dice che la donna gentil si riferisce a gentilezza, virt danimo e allora si
questo il senso acquista anche un altro significato quello della morale introduttiva di Elissa che dice
le parole buone sono sempre produttive anche quando a proferirle una persona di umili origini
come la donna di Guascogna, la peregrina che si confronta con il re di Cipro. Cos funziona il
realismo boccacciano contesto storico ( il regno di Cipro dopo la riconquista da parte dei crociati), il
realismo sociale il confronto tra un re e una donna di umile origine ma di grandezza danimo. Una
struttura dicotomica, antitetica che gioca proprio sul rovesciamento di quelli che sono i modelli
sociali. Realismo storico ma anche realismo sociale. Il novellino lasciava indeterminato il motivo per
cui questa donna era a Cipro. Livello linguistico del significante della frase vita, vituperio, vilt la
risonanza che questo fonema vi ha nel giro di poche parole crea una catena semantica che fa
riverberare sulla vita del re di Cipri vituperevole degno di vituperio, di infamia, di biasimo e di vilt,
cio le cose che un re non deve avere.
Lequivalenza tra nobilt danimo e registro stilistico: il re di Guascogna non parla, non ha diritto di
parola, chi pu parlare la pia cristiana a cui Boccaccio riconosce grandezza danimo, e il discorso
della peregrina costruzione sintattica focalizza questo momento, un tour de force subordinate
con un incipit che una negazione un artefice retorico, chiede al re di insegnarle letica della
subordinazione cristiana ma letica reale del re non quella del buon cristiano quella di chi esercita
la giustizia. Lammaestramento del re che subisce una mutazione danimo a partire dallintervento
di questa donna.
Se guardiamo nel Novellino vediamo come questa traccia stata riempita di contenuti storici,
sociologici, morali e una ricerca sciistica che si poggia su lequivalenza tra capacit di usare la parola
e nobilt danimo.
Novella 73 del Novellino: La storia del Giudeo che il sultano avendo bisogno di denaro vuole
dubitare a un ebreo;
Boccaccio: Novella di Melchisedech Novella: 3 della 1 giornata
La prima cosa che Boccaccio fa ritematizzare la novella, nel novellino il soldano il protagonista
e il giudeo non ha nome. Boccaccio per prima cosa mette come protagonista il giudeo e lo da un
nome. Questo rientramento della trama narrativa ha delle conseguenze ben precise.
Questione: termine che deriva dal latino questio che era la forma argomentativi classica della
scolastica e di qualsiasi discussione teologica, cio la discussione in materia religiosa o giuridica
aveva la forma della questio. La novella di Melchisedec si proietta dunque su uno sfondo che
quello di un dibattito teologico, niente di tutto questo incontriamo nel novellino.
Se pensiamo alla mise en page del Hamiltoniano 90 lallusione, forse, da parte di Boccaccio a un
diverso livello di lettura del testo in cui vero ci sono novelle di beffe, novelle salaci, nel 500 il
Decameron fu sottoposto ad unopera di censura che espunse, lo purg delle novelle pi divertenti
che avevano un argomento licenzioso troppo spinto o che prendevano di mira i religiosi e questo
Decameron espurgato e corretto ebbe lunga fortuna. Una questione che si pone subito sullo sfondo
del dibattito teologico. Ci troviamo qui nel contesto della novella parabola, dimostrativa. Il modello
costruito con una serie di scatole cinesi: livello di enunciazione 1: la cornice e prima ancora il
narratore, 2 livello di enunciazione lintroduzione, 3 livello la novella allinterno della quale c
unaltra novella. Boccaccio storicizza la novella il soldano non uno qualsiasi ma Saladino un
uomo di grande valore militare e saggezza anche nel rapporto con i cristiani. In effetti Dante colloca
il Saladino nel limbo riconoscendoli uno statuto di saggezza e lo isola glidedica un unico verso in cui
scrive in parte proprio per la sua grandezza danimo.

29 marzo 17
Contesto geografico preciso Alessandria capitale del impero di Saladino.
Questo testo assume il ruolo di novella parabola, Boccaccio usa come strategia dare contesto storico
e geografico nel testo e giustificazioni economiche per le azioni del Saladino. Contesto preciso
Alessandria e Babilonia, il giudeo guadagna una identit certa, anche se il nome generico viene
specificato il suo lavoro. Liniziativa intellettuale attribuita al soldano. Viene aggiunta anche una
terza fede, la religione cristiana oltre lebrea e la fede musulmana. Le ripetizioni in Boccaccio non
sono mai casuali. Una grande differenza del novellino alla novella boccacciana lingegno, la
capacit di usare perfettamente lintelletto, tanto il sultano, per tendere la trappola come il giudeo
per liberarsi. Nel novellino non c prospettiva storica, Boccaccio invece introduce una prospettiva
storica lanello viene tramandato nelle generazioni.
Valente uomo: colui che ha donato gli anelli viene attribuito la stessa qualit che ha Saladino uomo
di valore.
Novelletta un termine usato anche da Filomena.
Produrre: un termine giuridico cio esibire una una prova.
Ripetizione: rimase in pendente e ancora pende; parallelismo lessicale ancora ne prende la
questione che contribuisce a risaldare il livello tra questi due gradi di lettura storico e allegorico,
attraverso la novella Melchisedec ha voluto dimostrare che impossibile stabilire quali degli anelli
sia loriginale impossibile stabilire quali delle fede sia quella autentica.
Se impossibile stabilire quali degli anelli sia il vero anche le fede impossibile sapere quale la
migliore. Nel novellino questa storia si conclude con la difesa del giudeo che riesce a liberarsi della
trappola tesa gli dal soldano. 1Nella novella di Boccaccio Saladino che saggio e generoso danimo
riconoscendo la grandezza del suo avversario gli racconta al giudeo qual era la sua intenzione e
cos il giudeo gli dispone tutto quel che aveva bisogno. Il giudeo da avaro diventa liberale e dopo il
Saladino lo ha ripagato tutto oltre a diventare suo amico, con una prospettiva laica nuova e inedita
rispetto al novellino, gi che stavolta limpossibilit di stabilire quale sia la fede autentica riguarda
anche quella cristiana. La spregiudicatezza di Boccaccio talmente grande che gli consueti di
relativizzare i propri valori, di riconoscere la grandezza del sultano e la valentia e grandezza di
questo giudeo.
Novella 1 giornata 6
La fonte di questa novella stata riconosciuta nel primo libro delle metamorfosi di Apuleio in cui il
protagonista ringrazia il suo compagno di viaggio perch attraverso il racconto di una storia hanno
reso litinerario meno gravoso. La sesta giornata dedicata ai morti alle battute, e in torno a un detto
si organizza questa novella. La novella di Boccaccio assume il finale cio lequivalenza tra il piacere
dellascoltare una storia racconta e il sollievo della fatica del viaggio e rovescia la situazione, in primo
luogo la novella che viene raccontata a madonna Loretta nel Decameron non sappiamo nulla
oltretutto del tutto fallito perch il narratore di questa storia pessimo a raccontare le storie.
Il narratore sottolinea che dal momento che alle donne si adisce la modestia e dunque non essere
loquace il parlar breve a loro quanto mai adeguato; Boccaccio avverte che rivela il nome di questa
donna per il suo valore confermando che la conosceva quindi collocazione in contesto storico
preciso, in un presente prossimo. Questo consente a Boccaccio di dare forza e avvalorare il modello
di virt linguistica appresentato da madonna Loretta in quanto pi vicina e notta alle sue ascoltatrici
quanto pi imitabile. Attraverso tutta una serie di espedienti Boccaccio raggiunga lobbiettivo di
avvicinare il modello femminile di Madonna Loretta a quello delle giovani. Il cavaliere si offre di
raccontare una storia a questa donna lui con una eccessiva sicurezza nelle proprie dotte di
raccontatore di storie, fa anche allusione a una novella delle metamorfosi di Apuleio e dopo comincia
a raccontare la novella, che ci viene omessa; questa una nota sociologica che ci avverte che il
Decameron, lepopea del mercante, anche se non tutto il libro. Allora il cavaliere che un uomo di
spada e appartiene a un rango superiore a quello del mercante perch un nobile o un proprietario
terriero, innanzitutto deve esibire una qualit che non quella del coraggio e della prodezza in
battaglia quanto la capacit di novellare di sapere essere eloquente, questa non una dotte di un
cavaliere ma di una societ civile dove la parola rappresenta un alto valore. In questa novella
Boccaccio sta approntando un galateo di come si racconta una novella. Il cavaliere non raccontava
bene la novella perch ripeteva le parole, sbagliava i nomi dei personaggi e non rispettava la linearit
dei fatti della novella.
Pecoreggio: unica attestazione in Boccaccio, che vuol dire entrare in totale confusione, ma pu
essere rozzo, cadere i un comportamento da pecoraio, volano. Degradazione sociale del cavaliere
che viene associato ad un pastore di pecore. Presenza di un continuo gioco su quello che lo statuto
del cavaliere mise mano in unaltra novella allusione a mettere mano alla spada, perch non pi
un soldato e cerca di interpretare i nuovi valori della societ borghese risultandone altre tanto
incapace e inadeguato. Cursus: era una prosa ritmata tipica della lingua latina probabile che
Boccaccio ne faceva ricorso almeno in clausola. Questa pu essere definita una meta novella sulla
arte di raccontare. Su come questa incapacit di raccontare novella diventi degradazione sociale
per il cavaliere che diventa un rozzo vilano assimilato ad un pastore, come dire che il valore della
capacit di raccontare in un momento in cui la convivenza civile stata erosa molto importante.
Umanesimo 19 aprile
2017
Lidea di un umanesimo che inizi con Petrarca o subito dopo stata ampiamente rivista da un saggio
di un autorevole studioso americano Donald Wick che in un volume che stato tradotto nel 2016,
ha proposto una retrodatazione di questo movimento affermando che comincia gi nel 1260.
Spostando oltretutto il fulcro il laboratorio di questa riscoperta dellantico da Firenze a Padova e
quindi Lovato Lovati, Albertino da Fussato sono stati i primi a leggere con un rinnovato interesse,
con nuovi strumenti di analisi il patrimonio culturale che affluiva dalloriente (dallimpero romano), sia
dalle scoperte ottenute da perlustrazioni dei giacimenti culturali, soprattutto i monasteri.
Lorenzo Valla: La confutazione della autenticit della donazione di Costantino
Questo testo ha un valore esemplare. Ci pone in un costato che non una lettura neutra. Quanto
Valla impugna questo testo lo fa motivato da una impedenza politica, dimentichiamo limmagine
degli umanistici come degli studiosi chiusi nei loro studi o nei monasteri e cominciamo ad immaginarli
come una figura a servizio del potere. Sia questo un potere centralizzato, principesco o tirannico o
monarchico, o come quello della cancelleria o comunale fiorentino. Un umanesimo che ha una
grande spinta civile. Lorenzo Valla al servizio di Alfonso dAragona che avanza delle pretese
precise sulla corona del regno di Napoli. queste pretese sono osteggiate dai Angiolini che sono
sopportati dal Papa Eugenio IV, il quale pretende in nome di questa presunta donazione di
Costantino di potere investire, attribuire il controllo, lautorit sul regno di Napoli. In ballo c il
concetto di autorit, politica e anche testuale.
Valla impugna la donazione di Costantino e ne dimostra la falsit attivando una serie di strumenti di
analisi storici, filologici ma anche religiosi usa tutto il suo patrimonio culturale per dimostrare la falsit
di questo testo in cui si basa il potere temporale della chiesa. Latto di un intellettuale laico, che
mette in dubbio quello che era uno dei fuochi dei poteri medioevali, mosso da esigenze storico-
politiche non neutre e che lurgenza del momento storico affronta il testo e svenda la sua falsit.
Valla parte da una questione giuridica cio non c stata una trasmissione del possesso perch
Silvestro non fu portato davanti ai senatori, come era tradizioni, e non gli ha donato nessun terreno,
quindi non una donazione vera perch non avvenuto il passaggio di potere, non ci fu neanche il
momento di sostituzione dei vecchi magistrati. Quindi la presunta autenticit di questo testo negata
dalle fonti giuridiche che non fanno parola di una presunta trasmissione dei poteri. Sappiamo, oggi,
che la donazione di Costantino un testo apocrifo che fu confezionato tra lottavo e nono secolo a.
C., tra il regno di Peppino e quello di e quello di Carlo Magno. La storia non da registro di trasmissioni
di poteri che siano accaduti senza questo rito di trasmissione, e niente di tutto questo avvenuto
con Costantino a Silvestro.
Il testo utilizza ironia e getta unombra sulla autenticit di questo testo. Valla, subito dopo passa a
una lettura del testo di Costantino prima e il commento in seguito. Leggiamo nel testo vel una
congiunzione che uno scrittore del tempo della latinit di Costantino non avrebbe messo un errore
cos banale visto che dovrebbe essere scritto et. Valla nella sua discussione usa di ironia e espone
questo errore come una prova linguistica, perch un errore che non sarebbe commesso se il
documento fosse autentico una volta che nessun romano, nessun latino avrebbe messo vel al posto
di et. La congiunzione vel (nellottavo secolo ha cambiato il senso e non pi disgiuntiva ma
coordinante al pare di e e lo scrivente tenendo conto di questo lha scritto vel) sta escludendo e non
includendo i vicari di Pietro, un errore che non potrebbe mai essere commesso in un testo giuridico.
Valla impugna il testo da una posizione storica, dopo averlo fatto da una posizione del diritto romano
e linguistico. Lopposizione che fa Ridondanza non ammessa in un testo giuridico.
Le obiezioni si spostano al livello del cristiano in un determinato punto del testo di Valla, affermando
che non possibile che Silvestro ricevesse il podest di tutte le chiese del mondo da un imperatore
appena convertito. Costantino non poteva aver dato il podest a Silvestro una volta che
Costantinopoli non era ancora edificata. Secondo la testimonianza di Palea Costantino non ha
creato Costantinopoli dopo tre giorni dal suo battesimo ma diversi anni dopo e non per proprio
arbitrio ma dopo un sogno divino. Chi compil il privilegio visse molti anni dopo e si dimenticato di
aver detto che questa donazione era stata fata a Roma tre giorni dopo la conversione di Costantino
e entra in contrasto con s stesso e con la tradizione quando dice che Costantinopoli era gi stata
fondata. Questa confutazione cos articolata attivata con gli strumenti giuridici del diritto romano,
della storia, della filologia, delle conoscenze in linguistica, e delle conoscenze della storia cristiana.
Sortisce il suo effetto anche grazie agli strumenti della retorica ovvero queste serie continue di
domande e interrogazioni retoriche che sostiene una prosa fortemente ironica e consente a Lorenzo
Valla di screditare e demolire quello che un testo che fonda le pretese del domino temporale della
chiesa romana.
Lettere familiare di Cicerone: uno dei doni dellumanismo la epistolografia perch attraverso lettera
si attualizzava un modello fondativo per lumanesimo cio quello delle lettere ciceroniane.
Soprattutto le lettere familiari di Cicerone che ebbero una fortuna straordinaria anche editoriale alla
fine del 400.
Nellepistola lumanista ritrova una dimensione che proprio quella della conversazione attraverso
una lingua scritta. Limportanza che le lettere assumono nellumanesimo avverte di quanto in questo
periodo la dimensione scritta letteratura acquisti un valore tale che porta il genere epistolografico a
un livello superiore rispetto a quello oratorio. Se a lungo nel trecento loratoria era il genere sommo
nel 400 assistiamo alla ascensione della lettera che era pi efficace e meno costosa di
unambasceria con un oratore. Secondo uno studioso americano il trionfo delle cancellerie come
organi di diritti internazionali sia dovuto anche ad aspetti esclusivamente economici, cio alla
contrazione delle disponibilit monetarie avvenute nel 400.
Nella scrittura di lettere lumanesimo ritrov quella eleganza e i valori che avvena sorretto la scrittura
di Cicerone e Seneca. Allinizio del 500 il modello assoluto e ideale della scrittura epistolare la
lettera ciceroniana e anche per questo autore che affrontiamo.
Bracciolini, lautore che leggiamo, rappresenta nellumanesimo una figura un po irregolare anche
se non uno degli autori pi antologizzati. Un umanista che viaggia vive 6 anni in Inghilterra,
partecipa al Concilio di Costanza, attraversa tutta lItalia, parte della Francia e Germania. I suoi
viaggi sono sempre illuminati dalla curiosit intellettuale di visitare gli scrittori, i monasteri uno dei
pi infallibile scopritori di codici antichi. Attraverso la sua ricerca riemerge il testimone pi importanti
del Satiricom di Petronio, parte delle orazioni di Cicerone, Silvio Italico, una parte delle Argonautiche
un umanista che una capacit di analisi del codice manoscritto latino ammirabile.
Nato a Val dArno, trasferitosi a Firenze stato segnalato per la sua calligrafia elegante e prosa
latina piacevole tanto che Colucio Salutavio, gi vecchio, lo raccomand alla corte di Roma presso
la quale si rec e ottiene un incarico presso la cancelleria pontificia. Cancelleria: ufficio della corte
inputato alla scrittura delle lettere. La cancelleria pontificia si organizzava in lettere minute e lettere
grosse.
Lettera scritta da Costanza
Nel 1378, pochi anni dopo la morte di Petrarca stiamo assistendo a un passaggio di testimone, era
stato eletto a Roma Urbano VI. Tuttavia lelezione di questo pontefice era stata impugnata da una
parte del collegio cardinalizio del conclave perch avvenuta sotto la pressione del popolo romano
che avrebbe alterato il risultato elettorale tanto che parte del conclave si ritir a Fondi e qui elesse
un antipapa che Clemente VII che trasfer la propria corte ad Avignone creando di fatto un scisma
cio lobbedienza romana faceva capo ad Urbano VI e lobbedienza avignonese allantipapa
Clemente VII. Le cose si complicarono ulteriormente nel 1409 quando per cercare di sollevare e di
comporre questo scisma un terzo conclave si riun a Pisa, Giovanni XXIII un terzo papa e secondo
anti-papa. A partire dal 1409 loccidente era governato da 3 pontefici diversi. Dal punto di vista di un
cristiano vissuto allinizio del 400 questa situazione era destabilizzante e comportava anche un
indebolimento della autorit pontificia.
Per cercare di comporre il scisma limperatore Sigismundo di Ungheria mise in pratica la teoria
conciliare che prevedeva che il concilio, linsieme dei cardinali, poteva correggere la volont del
papa in casi particolari come nei casi in cui il concilio sia unanime e concorde. Sigismundo convoc
un concilio a Costanza tra i territori svizzeri e tedeschi, lui era un elettore paladino, imperatore dei
romani una figura di grande carisma in quel momento e riesce a convocare tutti i cardinali. Alla fine
del Concilio di Costanza vengono spodestati tutti i pontefici, Giovanni XXIII, a cui al servizio nel fra
tempo era entrato Poggio Bracciolini, fugge perch non vuole deporre lautorit imperiale e viene
arrestato e imprigionato. Nel 1414 viene indetto il Concilio di costanza che si concluder nel 1418.
Nonostante la corte di Giovanni XXIII viene dissolta Poggio Bracciolini che era al servizio di questo
papa rimase a Costanza e si trasferisce a Baden e scrive una lettera a Niccol Niccoli una lettera
datata dal 1416 ed interessante perch ci consenti di entrare attraverso lo sguardo di un umanista
in un territorio esotico, nel 400.
Poggio saluta il suo amico allinizio della lettera che leggiamo la traduzione dal latino. Poggio
Bracciolini un autore irregolare dellumanesimo, noto anche per la raccolta di una serie di aneddoti,
e per questa ironia cos mordace e anche un po licenziosa. Gli studi del greco consentirono a
Bracciolini di esaminare e confrontarsi con quelli che sono le teorie e pratiche traduttorie compiute
da San Girolamo nella traduzione della Bibbia. La questione non da poco, fino al Concilio Vaticano
secondo la bibbia in latino solo in tempi recenti viene autorizzata una traduzione in volgare, cosa
che non avviene nei paesi protestanti dove la bibbia viene presto tradotta in tedesco ed in altre
lingue. La traduzione della parola divina a una lingua volgare un passaggio molto importante e che
segna la messa in discussione del valore del verbo divino. Nel momento in cui avviene questa
traduzione ci troviamo davanti a una relativizzazione del valore sacrale della singola parola e
subentra una teoria della traduzione che non si basa pi su una traduzione parola per parola ma
che vuole salvaguardare il senso lo spirito e non la lettera del testo. Scrivere per descrivere le
bellezze di Baden. Nella descrizione di Baden e dei suoi abitanti Bracciolini attua una serie di filtri
che sono letterari, le donne che si bagnano in questi pozzi di acqua calda evocano in lui limmagine
di Venere, le feste che gli abitanti fanno attorno a questi bacini termali evocano a lui il ricordo dei
nubi floreali festivit tipicamente latina.

Valentina Gallo
10 maggio 17
Poggio Bracciolini
Scrive per descrivere le bellezze di Baden. Nella descrizione di Baden (bagno) e dei suoi abitanti
Bracciolini attua una serie di filtri che sono letterari:
Primo filtro: le donne che si bagnano in questi bagni pubblici che evocano in lui limmagine di Venere,
le feste che gli abitanti fanno attorno a questi bacini termali evocano a lui il ricordo delle nubi floreali
festivit tipicamente latina. Gli abitanti mentre fanno il bagno organizzano delle mense ma lui non si
mette a tavola perch non parla la loro lingua e per questo si sentirebbe a disaggio per lascia chiaro
che il problema non per una questione moralista di pudore ma di ordine puramente linguistico.
Lincapacit di comunicare, il non poter attingere a una lingua comune per Bracciolini uno scaltro
insormontabile.
Il secondo riferimento mitologico: lui nel bagno si serviva di un interprete. Quando entrano nel bagno
delle donne vede che loro usano un pezzo di telo per coprirsi come gli uomini il riferimento qui una
scena delle Nupcias di Terenzio in cui Kerea entra travestito da eunuco nel bagno delle divinit per
vedere la sua amata e possederla; Una cultura, quella di Bracciolini, che non seleziona gli autori
canonici, ma che seleziona dei classici, di un classicismo controcorrente chi non si aspetterebbe da
uno umanista come lui.
Terzo filtro: queste popolazioni gli appaiono come gli abitanti della repubblica di Platone, seguaci di
Epicuro, perch sono pronti a condividere tutto. Queste donne che bagnandosi le veste vengono
sollevate sullacqua che gli ricorda una specie di venere alata. Citazioni di Terenzio. Bracciolini
allontana da s un moralismo esagerato. Essendo lui umano dichiara che niente di umano gli
strano. Lo scacco che ritorna di non potere conversare, non sa la loro lingua.
Racconta come dietro la citt cera una radura protetta da molti alberi dove si fanno giochi diversi;
Un sincretismo disarmante per cui questi epicurei potrebbero essere gli abitanti del giardino
dellEden. Ricorda la virt fecondatrice di queste acque, le donne si recavano a questi bagni per
favorire la loro fertilit.
Conclusione moralistica: gli eventi che ha descritto stimolano in lui una riflessione di ordine filosofico
morale che non ha niente di austero anzi che non rinuncia per questo a trasformare loccasione
vissuta in momento di riflessione dove lui dice che l si sta costruendo una societ diversa da quella
cortigiana allinsegna della condivisione della tranquillit. Ricordiamo che Bracciolini stato
segretario di Giovanni XXIII antipapa ci troviamo di fronte ad un contesto molto teso. Bracciolini
pratica oltre a genero epistolare un genero trattatistico in particolare ricordiamo due trattati ai qualli
fa riferimento qui il De Avarizia e il Contra ippocritus e il De varietate e fortuna. 3 trattati latini che
rimangono sullo sfondo di questa epistola ma ai qualli chiaramente attinge per costruire questa sua
moralit finale.
Angelo Poliziano:
stato la star della Firenze di Lorenzo dei Medici. Generalmente considerato il maggiore tra i poeti
italiani del XV secolo, membro e fulcro del circolo di intellettuali radunatosi attorno al signore di
Firenze, Lorenzo il Magnifico, fu autore di opere in latino, in greco e in volgare, e raggiunse un'ampia
competenza filologica e un'ammirevole perfezione formale dello stile. Grazie alla protezione di
Lorenzo il Magnifico, Poliziano pot dedicare l'intera vita agli studi umanistici e alla produzione
letteraria, senza occuparsi in attivit politiche o diplomatiche, rivestendo incarichi di alto prestigio
quali quelli di precettore della famiglia dei Medici, segretario personale del Magnifico e professore
presso lo Studio Fiorentino.
Doveva essere una persona piuttosto squallida per le sue invettive contro colleghi e anche contro
coloro che lo aveva aiutato quando arriv a Firenze, giovani e inesperto, sono il segno non soltanto
di ingratitudine ma anche la conseguenza di una fortissima competizione interna allo Studio
fiorentino e alla corte medicea.
Lettera di Angelo Poliziano a Paolo
Una lettera celeberrima perch indirizzata a Paolo Cortese sullimitazione. Paolo Cortese era un
autore e i alcuni dei suoi scritti hanno portato a dei comportamenti sulla figura del cardinale, e a lui
indirizza questa carta dopo aver letto i suoi mensili il giudizio di Poliziano lapidario. Accusa Paolo
di una imitazione non originale di Cicerone. Poliziano invece propone un altro modello di
rimeditazione dei classici e di composizione stilistica che capace di sussumere le sue fonti e i suoi
modelli per creare qualcosa di nuovo. Il modello di Poliziano respinge lidea di un autore ottimo e
invece persegue una composizione che sia capace di sussumere i diversi stili per creare qualcosa
di originale.
La favola di Orfeo Angelo Poliziano
Non sappiamo la datazione neanche per questa opera dovrebbe essere 1479 e 1480, sono anni
cruciali questi nel 1478 la famiglia de Pazzi ha organizzato una congiura contro i Medici la cosiddetta
Congiura dei Pazzi per uccidere Lorenzo che attraverso una politica avidissima aveva svuotato le
forme repubblicane di governo egli aveva sostituito con una forma principesca, aveva trasformato il
comune di Firenze in una signoria, con questa amministrazione centralizzata e con questa figura di
principe, con i mercenari, geloso con le arti e generoso con gli artisti e benemerito verso la citt ma
aveva comunque svuotato le organizzazioni aristocratiche. La famiglia de Pazzi insorge e ordisce
questa congiura nella quale rimane ucciso Giuliano de Medici e Lorenzo rimane ferito ma riesci a
salvarsi. In seguito alla congiura dei Pazzi Poliziano lascia Firenze prudentemente perch stato
fedele ai Medici, un allontanamento prudenziale probabilmente andato in Italia settentrionale e
non escluso che questa favola la La favola di Orfeo sia composta a Ferrara dove cera una forte
tradizione teatrale. La Favola di Orfeo infatti il primo testo teatrale in volgare della tradizione Italia,
oltretutto un testo da un messaggio ideologico molto forte. Secondo il mito Orfeo un poeta,
cantore tragico dotato di una virt poetica capace di poter assoggettare tutti gli elementi della terra,
ammansa le belve ecc. Ed in questa caratteristica si visto unallusione alla capacit civilizzatrice
della poesia; La poesia secondo una lettura allegorica del mito di Orfeo avrebbe la forza di
trasmettere le leggi e trasformai cos gli uomini primitivi in sociale, di unire le esistenze errabonde
dei primitivi in un consorzio sociale.
Poliziano sceglie di reinterpretare questo mito riscrivendo lepisodio che vede Orfeo scendere
allinferno per recuperare a sua amata Euridice rimasta uccisa dal morso di un serpente mentre
sfuggiva da Aristeo. Orfeo crede di scendere nellAde attraverso la forza della sua poesia convince
Proserpina e Ade a lasciarlo riportare Euridice nella superficie, loro acconsentono a patto che Orfeo
non si guardi mai indietro finche sar fuori dal territorio infernale. Ma giunto in superficie Orfeo si
volta per guardare indietro o perch credeva fosse gi fuori o che Euridice sia rimasta indietro o
perch non sa se Euridice labbia seguito. come se alla fine di questo percorso Orfeo fallisse sia
per lamore che la sua amata ha per lui o per la forza del suo canto, e in quel momento lei precipita
nellAde per sempre. Questo mito ha una straordinaria forza evocatrice arriva fino ai nostri giorni,
ma in tutte le diverse versioni del mito Orfeo rimane sconfitto e quando esce dallAde si abbandona
a una tale disperazione che fa una invettiva contro lamore e tutte le donne, tanto da diventare un
simbolo dellamore omoerotico, tanto da sollevare nelle menadi e nelle bacante una furia omicida e
viene smembrato da loro.
Interessante che Poliziano scelga un mito che celebra la sconfitta della poesia, lincapacit della
poesia di resistere alle violenze, tant che lui viene ucciso di modo molto violento. Questo scacco
pu essere letto anche da un punto di vista politico: reduce dalla congiura dei Pazzi, episodio di
violenza disumano, da questo momento crescer la poesia delle stanze; Poliziano a maturato una
sorta di disillusione rispetto alla possibilit che la poesia ha di svolgere una funzione educatrice e
civilizzatrice press le genti.
Lamento di Orfeo: siamo ancora prima della discesa dellAde; le furie erano le seguaci di Medusa e
avevano ai posti dei capelli dei serpenti. Il metro che sceglie Poliziano narrativo una stanza.
Canzone a ballo di Lorenzo de Medici
Canzone composta per un trionfo, un canto carnevalesco queste sfilate di carri allegorici che
venivano accompagnate dalla recita con intonazioni musicale di poesie. Questa la poesia pi
famosa di Lorenzo de Medici perch il canto pi gioioso con il quale spesso si interpreta tutta la
stagione dellumanesimo fiorentino.
Intercenales: di Leon Batista Alberti sono di una sorta di dialoghi; di Apollo di inspirazione di dove
rifanno questo filone della letteratura paradossale di antichissima tradizione e che durante tutto il
400 e la inizio 500 una rinnovata fortuna. Leon Batista Alberti scrive questa sorta di Intercenales
una sorta de Brevi racconti che debbano essere recita come intermedi. Laspetto pi interessante
che questa intercenales Il sogno quella usata da Ariosto per descrive il mondo della luna.

16 maggio 17
I cantari: un genero 3-400centesco che si sviluppa tra Francia e Italia e che ha per oggetto imprese
darmi e guerresche ed fortemente legato a una performance orale; Il canterino colui che
racconta la propria storia spesso accompagnato da uno strumento nelle piazze di varie citt e corte.
La poesia canterina si costruisce attraverso una serie di pezzi chiusi che si montano tra di loro e
consento al cantore di memorizzare e e offrire al proprio pubblico un testo narrativo coeso. Non c
rimasto niente della cultura canterina appunto perch era orale e non cerano dei registri scritti,
abbiamo solo il passaggio successivo quando loralit si fissa nella stampa o nei mss. ma soprattutto
negli incunaboli. Questa tradizione sceglie come metro lottava narrativa gi formalizzata da
Boccaccio nel Teseida. La tradizione orale si caratterizza per moltissime infrazioni di ipometria o
ipermetria. I cantari 400centeschi che sono andati in stampa molti dei versi che pensiamo siano
endecasillabi o settenari non lo sono, ci troviamo di fronte a irregolarit tipiche di una forma che
essendo legata ad una dimensione orale non ha quella rigidit che il romanzo una volta che viene
fissato sulla pagina scritta. Questa tradizione importante perch ha fornito ha Boiardo e Ariosto le
basi, i cardini della struttura narrativa non come la concepisce Ariosto ma come la concepisce
Boiardo cio la struttura narrativa lasciamo e ripigliamo dove si prende una storia lascia per
raccontare altra e dopo la riprende ecc. che ben visibile nellOrlando Innamorato caratteristica che
deriva direttamente dai cantari.
Boiardo dal punto di vista della storia delle forme e della storia della
narrativa un punto di intermedio, un momento di passaggio importante.
Non un caso che questa tradizione si fisse a Ferrara nel primo romanzo
della tradizione. Boiardo quando riprende la storia di Orlando fissa una
materia e una precisa alchimia; Lo fa a Ferrara perch l c una forte
tradizione di poesia narrativa alla quale aveva partecipato i poeti
canterini che hanno transitato per Ferrara ma anche soprattuto figure
legate alla corte estense che tra la fine del 400 e inizio 500 avvia una
politica di promozione politica che stata portata avanti anche grazie
ad una poesia encomiastica legata alla corte estense e anche a Tito
Vespasiano Strozzi zio di Boiardo che compone una borsia cio un poema
legato a Borso dEste il capostipite di questa dinastia; un poema in
esametri perci scritto in latino. Queste Borsias devono aver influenzato
Boiardo che era un nobile di un livello superiore a quello di Ariosto che
comporta un diverso rapporto con la corte. La subordinazione di Ariosto
rispetto al potere turistico estense subita e vissuta come un giogo, in
Boiardo molto minore perch una posizione nobiliare pi prestigiosa gode
di una libert tale che concepire un poema e praticare la poesia narrativa
senza sentirla come un omaggio alla dinastia estense anche se allinterno
del poema c una componente encomiastica forte.
Non si quando Boiardo ha cominciato a comporre lOrlando Innamorato la
prima notizia sicura risale al 1479 e nel 1481 va in stampa il primo libro.
A differenza di Ariosto lOrlando Innamorato non si divide in canti ma in
3 libri di rispettivamente 31, 29 e il terzo libro rimarr interrotto.
Lultimo libro dellInnamorato si chiude rovinosamente con il poeta che
sente i fragori dellesercito di Carlo VIII che scende in Italia nel 1498,
il libro rimane incompiuto al 9 canto dove lui spiega il motivo
dellinterruzione del libro.
Loriginalit di Boiardo sta non solo nel scegliere un personaggio del
circolo Carolingio (di Carlo Magno e i suoi Paladini) ma la sovrapposizione
di una materia brettone a quella carolingia; La materia carolingia di
natura subordinata alla natura di amore che Boiardo aveva cantato nei tre
libri di amore I cantari di Amore, le sue rime in volgare dedicato ad
Amore questa divinit tipica gi nel rinascimento che assume un valore
emblematico per la cultura e per la poesia italiana, e irrompe nel romanzo
cavalleresco e stravolge le trame dei paladini.

Incipit dellOrlando e innamorato:


1 2: Un attacco che evoca largomento e che si apre con un appello non
al lettore ma a il pubblico che ascolta, questo tratto Boiardo ha ereditato
della tradizione canterina anche se suo poema un romanzo. Vv. 5-6
schiacciano lacceleratore su questa componente meravigliosa questa
capacit di vendere la propria storia tipico della tradizione canterina.
Il secondo elemento brettone, la prima ottava re Carlo imperatore e il
franco orlando e i suoi cavalieri seconda strofa la materia elemento
brettone, e qui lelemento amoroso erotico originale che viene introdotto
come colui che sotto il topos di che tutto vince amore, anche i cavalieri,
questa divinit di amore superiore a re Carlo e i suoi paladini.
3: Turpino viene evocato nella tradizione come un depositario, fonte,
della storia che Boiardo e Ariosto riutilizzano. Turpino ha nascosto la
novella dove si parla di Orlando innamorato perch credeva che non facesse
onore al cavaliere, una strategia che permette al poeta di scostare dalla
fonte ogni qualvolta che questa non possa essere ritenuta vera. In questa
ottava il rapporto tra metro e sintassi: lottava ariostesca estremamente
regolare composta da 4 +4 versi da un periodo sintattico che si conclude
nei primi 4 versi e un secondo periodo sintattico che si conclude nei
secondi 4 versi questo un tipo di ottava molto frequente in Ariosto e
altrettanto ricorrente quel tipo di ottava che possiamo scandire in 6 +2
un periodo sintattico che si articolano in 6 versi e una clausola in rima
baciata cio un periodo sintattico che isola i due ultimi versi. Questa
ottava 3 (O.I.) unottava zoppicante perch abbiamo un lunghissimo
periodo che si conclude al verso settimo e un verso ottavo che rimane
orfano, lultimo verso che sembra ed una zeppa metrica, laddove larmonia
ariostesca risiede nella capacit di giocare sapientemente sul rapporto
tra metro e sintassi ipermetria.
4 strofa periodo pi regolare e pi completo sintatticamente, pi coeso.
Qui manca un elemento che in Ariosto centrale, manca la dedica, non c
un riferimento n a un dedicatario n a Boiardo ad una libert economica
che gli permette di sovraesporre 25min; manca linvocazione alla dea e qui
un elemento di modernit il fato che manchi in questa posizione rilevata
non vuol dire che il motivo encomiastico sia assente.
5: Gradasso, questo re orientale, presentato come un re superbo che ha
tale fiducia nella sua forza da non temere il confronto con nessuno, ma
soprattuto insaziabile vuole sempre quello che non pu, che pi difficile
da ottenere. Lassenza di un motivo encomiastico compensata, sottolineata
da una critica interna quella che limmagine potenzialmente degenerata
del re, del potente che vuole quello che pi difficile da ottenere. Come
accade spesso ai signori potenti, i re che vogliono quello che non possono
avere e tanto maggiore sono le difficolt mettono il popolo e il regno in
pericolo questo e n pertanto riescono ad ottenere ci che vogliono. Re
gagliardo vuole Durindana (la spada di Orlando) e Baiardo (il cavalo di
Rinaldo) cos raduna un esercito e sfida Carlo imperatore.
6: Per acquistare i due oggetti di desiderio il re fa assemblare la gente
per tutto il suo gran territorio, in un esercito. Perch sapeva che per
moneta non avrebbe mai potuto acquistare la spada e il cavallo perch i
due mercanti che le vendevano vendevano merci troppo care.
7: Nonostante Gagliardo voglia 150 mila soldati vuole sfidare da solo re
Carlo e i suoi cavalieri;
8: Lo stilema narrativo tipico della costruzione dei cantari tre
quattrocentesco lasciamo e ritorniamo; lasciamo e ripigliamo segna il
trapasso da una storia (quella di Gradasso e il suo esercito) e dallaltra
parte lo spostamento della narrazione su le vicende di Francia e Carlo
Magno e i suoi paladini. Pasqua rosata: pentecoste in questa occasione era
tradizione che si facesse una giostra per provare il valore dei cavalieri
di Carlo Magno.
9: Alla corte di Carlo convergono tutti i paladini per onorare la festa,
cerano molti saraceni perch era una giostra sancita dal re e tutti
possono partecipare al patto che non siano traditori o rinegati.
10: Il cast di questo innamoramento quello stesso di Ariosto i personaggi
sono i medesimi ma anche la struttura narrativa, quella dellelenco si
trova anche nel Furioso.
11: Abbiamo visto lincipit di questo poema cavalleresco abbiamo
innanzitutto sottolineato il forte legame con la tradizione canterina,
visto la stabilit dellottava boiardesca e sottolineato come rispetto al
Furioso troviamo lapertura con lindirizzo agli ascoltatori non ai
lettori, lassenza della dedica e della invocazione alle muse, specificando
tuttavia che nella assenza della dedicatoria comporta una disattenzione
del motivo encomiastico dallaltra parte lassenza della invocazione pu
essere inputata da Boiardo come un elemento di poca modernit perch la
poesia canterina alla quale Boiardo segna un grande smarcamento era invece
caratterizzata da un tipo di invocazione che Boiardo rimuove ma era una
invocazione tutta cristiana a Maria o a Cristo, o Dio, ed questo elemento
moralistico cristiano che Boiardo elimina nel nome di una lecita tutta
umanistica.
COSA SUCEDE AL ROMANZO DOPO ARIOSTO: lo sviluppo della narrativa in ottava
fortemente condizionata da quello che un movimento pi grande di
fondazione dei modelli. A partire dagli anni 40assistiamo ad un irrigidirsi
nella cultura italiana delle forme soprattutto come conseguenza viene la
discussione della trattativa aristotelica, la scoperta della poetica di
Aristotele e la sua graduale esegesi prima attraverso ledizione in greco
poi le prime tradizioni e i comenti portano alla ribalta un testo che
diventa presto normativo per la letteratura italiana del 500 e in questo
test, si ricorda che le forme pi alte della gerarchia aristotelica siano
la tragedia e il poema sui dei quali si costruisce dunque laltezza di una
civilt e anche la maestria dellautore. Questa riscoperta di Aristotele
e la sua traduzione in termini normativi si accompagna dallaltra parte ad
un al movimento pi ampio che un po impropriamente stato etichettato
con il nome di controriforma. Un irrigidirsi nella cultura italiana del
500 come risposta a quella che fu la riforma luterana, un irrigidirsi
della morale ed un restringimento della libert del poeta ed anche degli
intellettuali in genere che si accompagna con la ricerca di una regolarit
ed quello che fanno i commentatori di Aristotele cio costruiscono nel
commento di questo testo un universo fatto di regole rassicuranti che vanno
rispettate. Uno dei personaggi pi interessanti di questo periodo Giovan
Giorgio Trissino, proveniente da una famiglia nobiliare, dallalto
vicentino un protagonista assunto della cultura italiana del 500 perch
uno dei principali artefici della rinascita tragica nella Italia del
primo 500 con la Sofonisba da alla tradizione italiana la prima tragedia
in volgar. una tragedia inspirata alla storia di Livio che assume come
argomento un elemento storico e di ramo mitologico e ci nonostante
lassunzione di un argomento legato alla storia latina e in veduta di
unammirazione verso le forme e non curante le finalit della tragedia per
come era interpretata dai greci, quindi ci troviamo di fronte ad un
tentativo con la Sofonisba di costruire la tragedia strutturalmente
coerente con quelle che sono le regole normative aristotelica da una parte
ed i modelli tragici dallaltra ma che assume come materia la storia romana
non un caso che la Sofonisba fu concepita in circolo gi noto cio quello
degli autori del circolo degli Orti che si aggira in torno alla figura di
Giovani e Bernardo Rucellai che rappresenta un momento di forte dissidenza
contro il potere di Laurenziano e in questo contesto la repressione delle
forme di governo e la figura del tiranno e su i suoi rapporti con
laristocrazia assume un ruolo centrale, per esempio Rucellai compone la
Rosamunda una tragedia truculenta un po senecana ambientata nellet
longobarda in cui viene raffigurata un tirano estremamente crudele; in
questo contesto viene concepita anche la Tullia di Martelli, la Antigone
di Alamanni, stiamo attraversando quelli che sono i capolavori della
tragedia italiana del 500.Trissino partecipa a questa riscoperta del
teatro tragico attraverso la critica fatta allopera di Aristotele e al
commento di Aristotele si dedica poi pi tardi negli anni 40 del 500 in
felice congiuntura con il tentativo di elaborare una poesia narrativa
alternativa al romanzo ariostesco. Sul romanzo, sullopera di Ariosto,
pesa lassenza di una legittimazione aristotelica. Il Furioso un
mostrum dal punto di vista della prospettiva aristotelica, intanto perch
non rispetta n lunita di luogo n lunit di azione perch non c un
unico protagonista ma racconta molte storie di molti vero che la
centralit Orlando furioso ma vero altres che gli episodi lavorano
sul Orlando Furioso in maniera da disgregare lunit dellopera e per
lappunt0 il tentativo successivo al successo di questo romanzo quello
di irreggimentare la fantasia sbrigliata questo organismo incontenibile
del romanzo, irreggimentare una norma che possa trovare legittimazione
nella poetica aristotelica. E questa forma non pu che essere derivata dai
modelli classici cio Virgilio pi ancora che Omero. Nella seconda met
del 500 assistiamo ad una serie di tentativi, perlopi falliti, di ridare
vita ad un modello classico e quindi di sostituire al poema cavalleresco,
al Furioso, un poema regolare, che rispettasse le regole aristoteliche ci
prova Giraldi Cinzio, sempre a Ferrara. Anche Giovani Battista Giraldi,
Victor Cinzio. Giraldi Cinzio segretario estense anchegli impegnato nella
rinascita classica scrive lOrbetti, anchessa una tragedia senecana, uno
dei capolavori avvincente.
Giraldi Cinzio volendo riprendere il modello del poema classico
Aristotelico compone un poema mitologico, non ancora un poema epico,
incentrato su Ercole di cui capiremo bene dal momento in cui a Ferrara il
duca Ercole II possiamo cogliere da subito limplicazione encomiastica.
Questo poema mitologico di Giraldi una biografia della figura di Ercole
che guarda con compiacenza verso Ercole II e verso il suo stato Ferrarese,
ma questo poema non ha avuto un particolare successo.
Giangiorgio Trissino: LItalia liberata da Gotthi del Trissino opera
fondamentale per quello che lo sviluppo del poema post ariostesco ma che
rappresenta uno dei tanti fallimenti.
Edizione cinquecentesca: anche dal punto di vista della stampa e
dellalfabeto che adotta il modello vocalico che desume dallalfabeto greco
fondato dal 7 vocali distinguendo laccento grave e acuto per la -e lo
stesso per la -o. La dedica molto importante perch dedicata a
imperatore Quinto Carlo Massimo una dedica imperiale. Nel sistema politico
di potere nella Repubblica di Venezia viene per efficienza sempre
rappresentato una fronda contro i poteri ducali e questa fronda si basava
sulle pretese della nobilt vicentina da una discendenza diretta
dallimperatore. Trissino si fa interprete di questa tradizione.
Laristotelismo 500centesco trova corrispondenza sul piano politico nella
forma di governo imperiale, cio la ricerca di una unit poetica di una
unit di azione di una forma pi organica sembra avere una precisa
corrispondenza sul piano politico su una forma di governo centralizzata,
per lappunto quella imperale per questo Trissino fa questa dedica e si
contraddistingue per i modello delle vocali cos complesso.
Divisione in 24 libri divisione omerica; LItalia Liberata dai Gothi sembra
disattendere quella che la tradizione del romanzo e cio sostituisce
lottava con lendecasillabo sciolto perch questo il modo che Trissino
intende riproporre quello che lesametro latino, quindi abolizione della
rima e adozione di questo verso lungo che vede limare lesametro
virgiliano.
Lincipit importante poich unisce una serie di momenti chiave del poema.
Trissino tenta un poema aristotelico che recupere un modello classico e
cancella tutto quello che il Panteon ma sostituisce con figure religiose
come langelo Palladio che altro non che Atena, un tentativo non
riuscito.
Incipit: Invocazione, la dedicatoria si sposta dal testo nel paratesto e
poi un incipit con linvocazione ad Apollo, questo tentativo di convertire
il modello pagano alla morale cristiana non completo. Lidea del poeta
che un medio allattraverso il quale si esprime il furore divino cio
questo furore poetico, il poeta diventa, secondo una concessione platonica,
espressione di una poesia che ha le sue scaturigine nel cielo. Il poema
assume non pi una materia legata al circolo bretone o carolingio n una
vicenda legata ad un eroe mitologico come Ercole ma un episodio legato
alla storia; La storia quella di Giustiniano Imperatore che libera
lItalia oppressa dai Gotthi. Allinterno del testo affiorano degli echi
della tradizione romanzesca. Lopera si apre con un consiglio degli dei,
tipico della tradizione greco latina, ma qui la divinit non il panteon
greco-latino ma la provvidenza divina. Provvidenza interviene ad esortare
questo Dio cristiano ad intervenire a favore dellItalia contro gli angeli
nocivi, (gli angeli infernali. Nelluniverso epico la contrapposizione tra
gli angeli del bene e del male assume nelluniverso trissiniano le
coloritudini degli emissari celesti e infernali. Ci troviamo di fronte ad
un aggiornamento dalla vicenda tra cristiani e saraceni ma con questa
precisazione, tuttavia che laddove in Boiardo ancor pi che in Ariosto la
grandezza eroica era riconosciuta indiscriminatamente sia da una parte che
dallaltra nelluniverso epico controriformato del Trissino gli eroi sono
i cristiani gli altri ruoli non hanno diritto ad attingere a questa
dimensione eroica appunto perch i barbari sono strumenti dellinferno ed
anche questo sottoposto al volere divino, cio Dio che acconsente gli
emissari infernali ad infliggere lItalia al periodo di servit attraverso
lo strumento della dominazione barbarica.
Questo concilio degli dei assume chiaramente le forme del consiglio
cristiano il padre eterno una perifrasi per indicare una divinit molto
pi simile al Dio cristiano di quanto lo sia a Zeus, questo dio si sofferma
accondiscende alle richieste della provvidenza finch decide di mandare in
sogno al correttore del mondo un suo emissario, langelo Onerio. Questo
viene in sogno a parlare con Giustiniano. Interessante questo dialogo
tra mondo superiore e mondo inferiore avvenga attraverso un tramite
onirico, il sogno il modo in cui Trissino risolve il problema tra questo
rapporto tra le esigenze celeste e gli uomini che eseguono il volere di
Dio. Da tenere presente questa struttura: Dedica, motivo encomiastico
estrapolato dal testo nella dedicatoria, invocazione ad Apollo e alle muse,
proiezione dello scontro delle forze in campo su una rappresentazione del
mondo di tipo cristiano (paradiso ed inferno) e dunque emissari celesti ed
emissari infernali e sostituzione o tentativo di sostituire il meraviglioso
ariostesco con un Panteon ambiguamente sospeso tra quello greco e quello
cristiano il padre eterno e langelo palladio, e Apollo e le muse questa
serie di contradizioni che vediamo in atto in Trissino saranno mirabilmente
risolte dal Tasso nellincipit della Liberata quando linvocazione si
rivolge ad Urania, una divinit che ancora una nominalmente appartenente
al Panteon classico ma gi dallaltra parte una controfigura della
vergine di colei che patrocina da una poesia celeste. E vediamo come il
Tasso si trover a gestire esattamente gli stessi problemi del Trissino,
il problema del meraviglioso ariostesco come riassorbire questi elementi
chiaramente estranei al creare un Panteon cristiano in un poema epico che
vuole essere esattamente, come lItalia liberata dai Gothi, un poema
storico ma che assume non un episodio della storia , bens un episodio
della storia cristiana come la prima crociata di Goffredo da Buglione.

Gerusalemme Liberata
17 maggio 17
Torquato Tasso
Nel novembre del 1574 il poema gi in corso si sa che nel 75 Tasso lha
inviata a Roma per una correzione per sapere se in norma con una morale
cattolica controriformata.
Torquato Tasso segue il padre Bernardo Tasso che ha scritto un poema di
cavalleria al modello dellAriosto Amadige 5:20min. La situazione alla
corte degenera perch Tasso viene costretto a un soggiorno allinterno del
Castello per poi fuggire. 7.min-11. La Liberata, gi stata letta da
Isabella Duchessa di Ferrara, e rimane nel cassetto di Tasso fino al 1580
Bon, amico di Tasso, ha pubblicata due edizione del poema, il titolo
Gerusalemme Liberata non un titolo dautore.1581 esce una seconda stampa
del poema fata da 9:40. Con ledizione del 1584 viene conclusa la storia
editoriale del poema.
Incipit:1: Da una parte incipit delle Eneide e daltra parte gli altri
incipit che abbiamo visto, la scelta di Tasso orientata verso il modello
epico classico12:20 min. La scelta dellargomento per un episodio
storico, desunto dalla storia cristiana, non bisentina, questa scelta
funzionale alla 13:15-14:30. Dal puto di vista poetico la scelta di un
unico argomento per agevolare Che sono i discorsi giovanili, lArte
Poetica, dove discuteva questi modelli, romanzeschi, ma anche dal punto di
vista morale. 15min-16:38
Lalternativa tra unit e variet e il diletto. Il romanzo cavalleresco
e. nel 500
Il protagonista Goffredo di Buglione capo della crociata che alla fine
del 1100 tento di liber Gerusalemme dal dominio ottomano e riusc 17:20,
laggettivo pietosa sottoposto alla accademia della Crusca che non
accetta luso dellaggettivo 18min. Che una virt tipicamente cristiana
alla quale risiede la fortezza e la prudenza che sono gli aspetti che
contraddistinguono questo eroe.19:00min-22:30 Di contro allunit
dellesercito cristiano sottoposto al comando di Goffredo di Buglione
Lunit come un obbiettivo da preferire alla multi Presuppone uno scontro
di forze verticali: cielo ed inferno. Lerrore ha una valenza doppia perch
un errore morale come divagazione dispersione, errare allontanare da un
ceto.
2: Invocazione alla Musa, strofa prevedibile, della poesia celeste divina
che si corona la fronte di allori non sottoposti alla decomposizione
mortale; Intanto una musa della poesia celeste Urania che risiede tra i
beati colli: riferimento Dantesco, liconografia un shock 25:50min-
27:20. culturale perch immaginammo la vergine Maria vestita e di stelle
e seduta su colli celeste una veste cristiana alla musa;
3: Riattivazione di una metafora antica, lucreziana 27:40. Attraverso
questa si allude il
4: Momento encomiastico: Alfonso II duca dEste. La dedica a questo duca
altisonante come vuole lo stile della dedica tardo 500 e Alfonso colui
che 29 min.-31.10min. Riferimento a una nuova crociata contro i turchi che
preoccupa e interessa un tema ricorrente nella politica del 500
5: Riferimento a una Europa in conflitto e divisa da problemi politici ma
soprattutto religiosi;
6: Inizio della narrazione del poema, dopo 5 ottave introduttive.
7: Il momento epico 33-34 min. della prima crociata sta gi nel termine e
attende il sopraggiungere dellinverno;
immagine del padre eterno 34 min.
8: Un Dio cristiano che rivolge dal punto pi alto del cielo lo sguardo
sulla terra abbracciando tutto che vede.35+
9: Diverso dettaglio che utilizza per la figura di Buglione una intera
ottava e poi un minor spazio riservato alle altre figure. 37 min. -39 Vano
amore di radice petrarchesca
10: il primo personaggio inventato che serve a Tasso per dare luogo alla
linea encomiastica cantato come progenitore della casa dEste figura
centrale nel poema grazie a lui che le armi cristiane riusciranno a
liberare il sepolcro 40:20-41min.
11: Il re del mondo chiama langelo Gabriele una figura che ha un
precedente intelligente nellItalia liberata dai Gotthi (langelo
Palladio); Gabriele un ponte tra Dio e gli uomini.

Nelle ottave iniziali del poema l'autore propone anzitutto la "protasi",


l'enunciazione della materia epica con anticipazione della vittoriosa
conclusione della Crociata e la presentazione del "capitano" Goffredo, poi
invoca la Musa che da intendersi come personificazione dell'ispirazione
divina e alla quale giustifica la scelta artistica di inserire intermezzi
romanzeschi nella trama propriamente storica, per allettare il pubblico e
divulgare la materia dell'opera. Non manca l'elemento encomiastico, con la
dedica del poema ad Alfonso II d'Este che, auspica Tasso, potr assumere
il comando di una nuova, futura Crociata per liberare il Santo Sepolcro.
Interpretazione complessiva (internet)
La prima ottava corrisponde alla "protasi", ovvero l'enunciazione
del tema affrontato nel poema, e il primo verso rappresenta una
voluta imitazione di quello iniziale dell'Eneide (Arma virumque cano
Troiaeque qui primus ab oris) con la presentazione dell'eroe al centro
dell'opera, il "capitano" Goffredo di Buglione le cui "arme" sono
"pietose" in quanto devote alla fede cristiana e alla guerra santa
della Crociata, anche qui con ripresa dell'aggettivo pius attribuito
ad Enea che era sottomesso alla volont del fato. L'impresa compiuta
da Goffredo celebrata come "glorioso acquisto", dal momento che il
condottiero ha riconquistato il "gran sepolcro" di Cristo (gli
aggettivi sottolineano la grandezza dell'opera militare) ed egli ha
operato con saggezza e con ardimento militare, soffrendo molto nel
fare fino in fondo il proprio dovere. Goffredo dunque presentato
sin dall'inizio come guerriero perfetto, non soggetto al turbamento
delle passioni che invece svieranno i suoi "compagni erranti" dalla
centralit della loro missione, e infatti a lui spetter il compito
di riportarli sotto le insegne dei Crociati, anticipando uno dei temi
fondamentali del poema e cio il contrasto fra dovere e allettamento
dei sensi, tra guerra e amore. Viene anche prefigurato l'intervento
del soprannaturale nelle vicende militari, poich il Cielo ha dato
il suo favore all'impresa di Goffredo e ha vanificato il tentativo
delle forze infernali di opporsi all'inevitabile caduta di
Gerusalemme, cos come vana sar l'unione tra l'esercito musulmano
di Terrasanta e quello proveniente dall'Egitto (dalla "Libia", intesa
genericamente come il Nordafrica), per cui si pu dire che l'ottava
proemiale riassume in modo sintetico tutti gli aspetti fondamentali
del poema, cos come l'ultima (XX.144) avr ancora protagonista
Goffredo, che "vince" ed entra in Gerusalemme adorando il "gran
Sepolcro" (l'inizio e la fine dell'opera si rimandano con un
riferimento "circolare").
Nell'invocazione alla Musa (ott. 2-3) Tasso intende rivolgersi
all'ispirazione divina e il poeta chiarisce subito che non si tratta
della divinit pagana, che incoronata sul monte Elicona di allori
destinati a sfiorire perch legati a una poesia mortale, bens di
una Musa celeste che ha una corona dorata di stelle e risiede in
paradiso, quindi l'autore dovr essere assistito direttamente da Dio
nel comporre un'opera di profondo significato religioso, molto
diversa dai poemi di intrattenimento dell'epica cavalleresca. Tasso
giustifica anche la scelta di mescolare vero e invenzione romanzesca
(i "fregi" con i quali abbellisce il vero storico), poich i lettori
si rivolgono pi volentieri a un'opera con elementi piacevoli e
attrattivi e in tal modo egli potr pi facilmente trasmettere il
messaggio religioso ed edificante del poema, che costituisce la pi
interessante novit letteraria rispetto alla tradizione epica
precedente. L'autore ricorre alla similitudine del bambino malato
che deve bere un'amara medicina e che viene ingannato facendolo bere
da un "vaso" i cui bordi siano stati cosparsi con "soavi licor",
poich da questo inganno egli riceve la guarigione e la vita: fuor
di metafora i "succhi amari" sono gli insegnamenti morali dell'opera,
mentre le sostanze dolci sono appunto i "diletti" poetici inseriti
nella materia propriamente epica, ovvero gli intermezzi idillici che
apparentemente potevano stonare in un poema dedicato a un'impresa
santa come la Crociata che aveva portato alla riconquista di
Gerusalemme. Tasso trae la similitudine da Lucrezio (De rerum natura,
I.936-942), che usa un'immagine molto simile per giustificare
anch'egli la scelta di affrontare la materia filosofica
dell'epicureismo musaeo dulci... melle ("col dolce miele proprio
delle Muse"), onde evitare che il volgo, restio al linguaggio del
sapere, se ne allontani come disgustato.
Le ott. 4-5 anticipano il motivo encomiastico al centro del poema,
dedicato ad Alfonso II d'Este (all'epoca protettore di Tasso e signore
di Ferrara) che viene ringraziato dal poeta in quanto lo ha
generosamente accolto nella propria corte, lui che era "peregrino
errante" in quanto privo di una patria, esule come il padre Bernardo
che aveva seguito nell'infanzia: l'autore usa la consueta metafora
del viaggio in mare, che per lui stato difficile perch fiaccato
dal fortunale (un vento tempestoso) e rischiava di venire inghiottito
dalle onde, finch Alfonso lo ha sottratto alla burrasca e lo ha
condotto in porto, dal momento che gli anni della composizione del
poema a Ferrara furono in effetti i pi sereni nella vita personale
di Tasso. Il poeta auspica addirittura che Alfonso possa assumere il
comando di un'ipotetica futura Crociata volta a riconquistare la
Terrasanta, per cui il signore di Ferrara viene chiamato "emulo di
Goffredo" e a lui il poema offerto come un "voto", come un dono
consacrato per il suo contenuto religioso. Il tema encomiastico verr
sviluppato soprattutto con il personaggio di Rinaldo, leggendario
capostipite degli Este e figura analoga al Ruggiero del Furioso,
specie nel canto XVII in cui il mago di Ascalona far la rassegna
degli illustri antenati del guerriero e profetizzer la venuta di
Alfonso, "primo in virt ma in titolo secondo". Nella Conquistata la
celebrazione degli Este ovviamente verr meno, in seguito alla
prigionia di Tasso nell'ospedale di Sant'Anna e alla rottura dei
rapporti con Alfonso, e il secondo poema sar dedicato al cardinale
Cinzio Aldobrandini, nipote del papa Clemente VIII e protettore del
poeta negli ultimi anni.
L'accenno al "buon popol di Cristo" per cui Tasso auspica una
pacificazione interna, necessaria premessa a una successiva Crociata
in Terrasanta, rimanda alla rottura dell'unit del mondo cristiano
in seguito alla Riforma e chiarisce fin dall'inizio che la lotta
contro gli "infedeli" musulmani nasconde in controluce quella contro
gli scismatici e i predicatori che avevano sconvolto l'assetto
religioso dell'Europa del XVI sec., contro i quali da pi parti si
invocava una "crociata" per estirpare la loro eresia (questo clima
di contrapposizione preannuncia le guerre di religione che
divamperanno nel XVII sec.;

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