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Fondazione Istituto Gramsci

Gramsci e la conquista fascista dello Stato


Author(s): Renzo Martinelli
Source: Studi Storici, Anno 15, No. 2 (Apr. - Jun., 1974), pp. 400-412
Published by: Fondazione Istituto Gramsci
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20564135
Accessed: 21-10-2015 17:54 UTC

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GRAMSCI E LA CONQUISTA FASCISTA DELLO STATO

L'articolo che qui si pubblica- La conquista fascista dello Sta


to- apparve, come editoriale, sul periodico << Lo Stato Operaio ?>, il
21 maggio 1925 .Nello stesso numero, il giornale, che era la rivista
politico-teorica del Partito Comunista d'Italia, riportava, sempre in
prima pagina, il resoconto stenografico del discorso tenuto da Antonio
Gramsci qualche giorno prima- il 16 maggio - alla Camera dei
Deputati sul progetto di legge contro le associazioni segrete 2: questo
accostamento tipografico era tutt'altro che casuale, poiche i due scritti
sono in rapporto strettissimo. L'editoriale, infatti, costituisce, rispetto
all'intervento parlamentare- com'e immediatamente evidente da un
confronto tra i due testi- un'esplicitazione e uno sviluppo dei temi
che Gramsci, per le condizioni in cui si era svolto il suo discorso, aveva
solo potuto accennare; e reca un contributo sostanziale, per questa via,
a una migliore comprensione dei termini storici e politici che di quel
discorso rappresentavano gli elementi piiu significativi. L'autore del
I'articolo- che non e firmato- non puo dunque che essere lo stesso
Gramsci, come risulta del resto anche a una prima lettura (o comunque,
Gramsci deve essere l'ispiratore dei temi e dei concetti sviluppati);
sorprende, percio, constatare che il testo in questione non figura in
nessuno dei volumi che raccolgono i suoi scritti del periodo precedente
il carcere3: si tratta, sia detto per inciso, di un'omissione che ripro

1 La ? Lo a. n.
conquista fascista dello Stato, Stato Operaio ?, III, 14,
Roma 21 maggio 1925.
2 II discorso del compagno Gramsci sulla legge contro le associazioni, ibid.;
lo stesso testo ? pubblicato successivamente anche sul quotidiano del Partito; cfr.
Origini e scopi della legge sulle Associazioni segrete nel discorso del compagno
Gramsci olla Camera, ? l'Unit? ?, a. II, n. 117, 23 maggio 1925.
3 L'intervento ? stato invece
parlamentare pubblicato per la prima volta
in volume in Duemila pagine di Gramsci, a cura di Giansiro Ferrata e Niccolo
Gallo, vol. I, Nel tempo della lotta (1914-1926), Milano 1964, pp. 748-61 (pi?
di recente, vedilo in A. Gramsci, Sul fascismo, a cura di Enzo Santarelli, Roma
1973, pp. 279-92): precedentemente, era apparso su ? Rinascita ?, a. 19, n. 6,
9 giugno 1962, con un'ampia nota introd?ttiva di Palmiro Togliatti, alia quale
rimandiamo per una sommaria descrizione del dibattito.

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Gramsci e la conquista fascista dello Stato 401

pone ancora una volta - alla vigilia dell'edizione finalmente critica e


completa dei Quaderni del carcere- i problema di una pubblicazione
integrale, condotta con sicuri criteri filologici, di questi scritti, la cui
importanzanon ha bisogno di essere rilevata ancora una volta.
t necessario, per inquadrarecorrettamente il valore della <<?messa
a punto ? di Gramsci rispetto al discorso parlamentare, ricondursi alle
vicende politiche in cui s'inserisce, richiamando brevemente le condi
zioni in cui si svolgeva la lotta contro il Governo fascista, e che con
ferivano all'attivita dei deputati comunisti un significato particolare.
Dopo il discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, si era iniziato
il periodo decisivo di quel processo di <<fascistizzazione dello Stato >>
che il delitto Matteotti, e il sussulto antifascista che ne era seguito,
sembravano aver potuto scongiurare.Mentre l'Aventino continuava la
sua deludente esperienza di impotenza politica e i comunisti, rien
trati alla Camera alla fine del 1924, facevano del Parlamento una tri
buna di vigorosa denuncia e di propaganda rivoluzionaria,Mussolini af
frettava i tempi, in tal senso, facendo presentare dal Governo un com
plesso di leggi che affossavano anche formalmente le ultime vestigia
dello Stato liberale, precostituendo la situazione in cui si sarebbero in
serite le leggi eccezionali del novembre 1926, punto d'approdo di que
sta instaurazione <<legale >>della dittatura. Tra il 1925 e il '26 si
varano cosi una serie di provvedimenti liberticidi: i codici di proce
dura penale e la legge di pubblica sicurezza vengono riformati, la li
berta di stampa viene ulteriormente limitata e praticamente soppres
sa, la burocrazia subisce un'epurazione che la rende piui <<sicura>>
per il regime. I dibattiti parlamentari intorno a questi provvedimenti
possono chiamarsi tali solo per la presenza dei comunisti, la cui op
posizione si esprime con vigorosi discorsi, pronunciati in un clima
ch'e facile immaginare: la stampa comunista da un grande rilievo a
questi interventi, che costituiscono spesso delle testimonianze notevoli
di analisi politica (c'erano stati anche, sull'attivita precedente del grup
po parlamentare comunista, dei rilievi critici, e delle indicazioni da
tener presenti) 4. La legge contro le associazioni segrete, e il discorso
di Gramsci, si inseriscono in questo contesto, in un momento, dunque,
in cui l'attivita parlamentare acquistava, per il Partito comunista
- anche nei confronti dell'Aventino - un peso non trascurabile. II
provvedimento in questione, che andava sotto il nome tecnico di <Re
golarizzazione dell'attivita delle Associazioni e dell'appartenenza alle
medesime del personale dipendente dallo Stato ?, fu presentato alla
Camera da Mussolini e dal ministro della Giustizia Rocco il 12 gen

4 Cfr. R. Il gruppo ? L'Ordine


Grieco, parlamentare (comunista?), Nuovo ?,
a. I, n. 1, marzo 1924. In questo articolo, scritto alia vigilia delle elezioni po
litiche, si criticava tra Paltro il gruppo parlamentare comunista per la scarsa
preparazione dimostrata negli intervenu sulla questione del fascismo.

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naio 1925 ': diretto, secondo i fascisti, contro laMassoneria, aveva in


realta, nell'ambito dell'offensiva legislativa fascista che abbiamo ricor
dato, un significato piu profondo. L'obiettivo che si voleva colpire non
era solo laMassoneria, ma qualsiasi forza politicamente organizzata, e
in particolare, com'e ovvio, i partiti proletari: la legge costituiva inol
tre, per il primo aspetto, un atto destinato ad avvicinare al regime
gli ambienti pitu retrivi del Vaticano: proprio in questo periodo, com'e
noto, Mussolini cercava infatti di stabilire migliori rapporti con la
Chiesa 6. Tuttavia, il primo elemento - la lotta contro laMassone
ria- aveva certamente un'importanzamaggiore di quanto allora, per
ovvie ragioni, non sia stato rilevato dal Partito comunista (e su que
sto punto, come vedremo, La conquista lascista dello Stato approfon
disce l'analisi): si trattava della conclusione di una vicenda abbastan
za complessa, quella dei rapporti tra il fascismo e laMassoneria, su
cui ancora oggi non disponiamo di ricerche esaurienti. La Massone
ria aveva sostenuto, all'inizio, il movimento fascista, e il suo appoggio
aveva avuto un peso notevole anche nel momento della marcia su
Roma; in seguito, le sue istanze democratiche e la logica totalitaria
del fascismo erano venute in contrasto: il regime, che voleva rap
presentare <<'unificazione organica di tutte le forze della borghesia
sotto il controllo di una sola centrale >> 7, non poteva tollerare che so
pravvivesse l'organizzazione che aveva svolto, fino a quel momento,
una funzione analoga. Cosi, la messa al bando della Massoneria co
stituiva per il fascismo un obiettivo non secondario: mentre la for
mulazione della legge consentiva, con ogni evidenza, qualsiasi abuso
nei confronti delle altre organizzazioni politiche o sindacali (e in par
ticolare del Partito comunista, che si vedeva costretto a potenziare le
sue strutture clandestine).
Il dibattito parlamentare in cui s'inserisce l'intervento di Gram
sci non e privo d'interesse, non tanto per il livello della discussione,
quanto per i contrasti che si manifestano tra gli stessi fascisti. Risale,
con ogni probabilit"a,a questi contrasti, e all'azione sotterranea della
Massoneria, la mancata approvazione del provvedimento al momento
del voto, per lo <<squagliamento >>di molti deputati fascisti, che fe
ce mancare il numero legale: cosi si dovette ripetere, dopo qualche
giorno, la votazione (e si verifico, allora, un'avvilente serie di giustifi
cazioni pubbliche che da la misura dell'umiliazione inflitta al Parla
mento in quell'ultimo periodo di margini legalitari, prima dell'aboli

5 II testo della si trova ora in A. dello


legge Aquarone, L'organizzazione
Stato totalitario, Torino 1965, pp. 393-94.
6 Cfr. R. De Mussolini il fascista, dello Stato
Felice, II, L'organizzazione
fascista 1925-1929, Torino 1968, pp. 101 sgg..
7 si trova nelParticolo di Gramsci Elementi della
L'espressione situazione,
pubblicato sulP? Unit? ?, a. II, n. 262, 24 novembre 1925, ora in Gramsci, La
costruzione del Partito Comunista 1923-1926, Torino 1971, pp. 85-88.

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Gramsci e la conquista lascista dello Stato 403

zione, anche formale, di ogni residua liberta). Presentata al Senato nel


novembre dello stesso anno, la legge venne approvata definitivamente,
con un risultato che rivelava, tuttavia, il permanere di seri contrasti8.
I1primo oratore alla Camera fiuGioacchino Volpe, che pronuncio l'uni
co intervento di parte fascista di un certo peso, tracciandoun breve
excursus storico dellaMassoneria in Italia e proponendo, infine, di abo
lire il paragrafo, aggiunto dalla commissione parlamentare, che autoriz
zava il prefetto a sciogliere d'autorit'a le associazioni <<
operanti anche
solo in parte in modo clandestino od occulto >>(il ministro Rocco ac
consentira poi a una diversa e piu elastica formulazione dello stesso
concetto) 9.
L'intervento di Gramsci - com'e noto - viene continuamente inter
rotto e disturbato, secondo le consuetudini, dai fascisti, che tuttavia lo
lascianoparlare e lo ascoltano anche, seguendo l'esempio di Mussolini,
con attenzione 10.Lo stesso Gramsci ne parlera in una lettera alla mo
glie di qualche giorno dopo:
Le difficolta si moltiplicano, abbiamo ora una legge sulle (contro le) organizza
zioni, che prelude a tutto un sistematico lavoro poliziesco per disgregare il
nostro partito. Su questa legge ho fatto il mio debutto in Parlamento. I fascisti
mi hanno fatto un trattamento di favore, quindi, dal punto di vista rivoluzionario,
ho incominciato con un insuccesso. Poiche ho la voce bassa, si sono riuniti in
torno a me per ascoltarmi e mi hanno lasciato dire quello che volevo, inter
rompendomi continuamente solo per deviare il filo del discorso, ma senza vo
lonta di sabotaggio. Io mi divertivo nell'ascoltare cio che essi dicevano, ma non
seppi trattenermi dal rispondere e cio fece il loro gioco, perche mi stancai e

8 Su 235 ci furono 208 si, 6 no e 21 astenuti.


votanti,
9 Cfr. l'intervento di Gioacchino Volpe (per il quale non concordiamo con la
valutazione, essenzialmente pol?mica, espressa da Togliatti nella nota introdut
tiva citata) in Atti del Parlamento italiano. Camera dei deputati. Sessione 1924-25
(XXVII Legislatura), vol. II, Roma 1925, pp. 3646-3648. Il discorso fu raccolto
successivamente in volume (G. Volpe, Guerra dopoguerra fascismo, Venezia 1928,
pp. 345-50), dove ? preceduto da una relazione elaborata dal Volpe stesso come con
tributo alia preparazione della legge (Lo Stato e le societ? segrete, ibid., pp.
333-44). L'intervento di Alfredo Rocco in Atti del Parlamento cit., pp. 3664
3666.
10 II ?Corriere della Sera? (a. 50, n. 117, 17 maggio 1925) scrive, nel
resoconto del dibattito ? Ha la parola Gramsci, la figura
parlamentare: pi?
caratteristica della magra pattuglia comunista: ? un gobbetto tutto capelli e
occhiali, che arriva appena quando ? in piedi, all'altezza dello schienale del
suo posto. Naturalmente, la voce ? proporzionale alla statura e siccome, nonch?
giungere alie tribune, non si ode neppure nei settori del centro e dell'estrema
destra, la grande maggioranza dei presenti passa all'estrema sinistra e si affolla
presso la scaletta.
Questa particolare attenzione per quello che incominciava a dire Poratore
urta alcuni fascisti che non si sono mossi dall'estrema destra. Ad un certo punto
Pon. Ferretti protesta vivamente. I compagni lo zittiscono, ma egli replica:
? Lo state ad ascoltare religiosamente come se fosse il Duce!. Siccome pero anche
l'on. Mussolini mostra di ascoltare con attenzione, non insiste ?.

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non riuscii piiu a seguire l'impostazione che avevo pensato di dare al mio inter
vento .

Specialmente nell'ultima parte del discorso, risulta evidente que


sta << deviazione >>logica di Gramsci, a cui vuole rimediare l'editoriale
pubblicato su << Lo Stato Operaio ?>:Gramsci infatti, per rimbeccare
le interruzioni dei fascisti, condensa in poche frasi gli elementi es
senziali del rapporto fascismo-Massoneria, lasciandone implicite le de
terminazioni concrete (<<il fascismo lotta contro la sola forza organiz
zata efficientemente che la borghesia avesse in Italia, per soppiantarla
nella occupazione dei posti che lo Stato da ai suoi funzionari. La ri
voluzione fascista e solo la sostituzione di un personale amministrativo
ad un altro personale >>),e accentuando invece le affermazioni di prin
cipio e di propaganda rivoluzionaria. II discorso risente anche, con
ogni probabilita, di una preparazione frettolosa (perche la tattica par
lamentare di Mussolini mirava ad accelerare i tempi e lo svolgimento
dei dibattiti sulle leggi che, come quella in questione, dovevano <<fa
scistizzare lo Stato >>)e puo considerarsi, come scrive Santarelli, <<in
parte pensato, in parte improvvisato t>12 Pur con questi limiti, l'inter
vento rimane << uno dei piut importanti idocumentipolitici di quel pe
riodo >>13, in cui la denuncia vigorosa della politica fascista scaturisce
da un'analisi della realta sociale italiana di grande acutezza, anche se
non pienamente dispiegata: si pensi, per esempio, al tema della que
stione meridionale, che si puo considerare << un primo abbozzo >,14
del famoso saggio del 1926. Per questi motivi, il discorso di Gram
sci non solo viene riportato dalla stampa comunista (che ne da
anche, in un primo momento, un'esposizione riassuntiva), ma la sua
parte piiu organica viene anche pubblicata, sotto il titolo Borghesia e
emigrazione, dalla <<Rivoluzione liberale t>,la rivista di Piero Gobetti,
che se ne vale come di un contributo al dibattito, che si sviluppa in
quel periodo sulle sue colonne, intorno al problema dello Stato l. P,
l'indagine sulle strutture concrete dello Stato italiano, infatti, il tema
fondamentale dell'editoriale, che Gramsci mette a fuoco attraverso la
funzione della Massoneria nella storia d'Italia, come primo elemento
di approssimazione per un'analisi piru complessa. II tema dello Stato,

11 La 25 maggio in Duemila di Gramsci,


lettera, datata 1925, pagine cit.,
vol. II, Lettere edite e in?dite (1912-1937), pp. 72-73.
12 E. Storia del movimento e del Roma
Santarelli, regime fascista, 1967,
p. 403.
13 La definizione ? di nella nota introduttiva su ? Rinascita
Togliatti, ?,
cit.
14 ibid.
Togliatti,
15 ? La Rivoluzione liberale ?, rivista storica settimanale di politica, a. IV,
n. 22, 31 maggio 1925. ?LTJnit?? (a. Ill, n. 112, 17 maggio 1925) fornisce,
sotto il titolo Contro il proletariato, un'esposizione riassuntiva del discorso ai
Gramsci, in attesa di poter disporre del resoconto stenografico.

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Gramsci e la conquista fascista dello Stato 405

nei suoi aspetti teorici e politici, era del resto quello allora piu presen
te nella pubblicistica antifascista di varia ispirazione (e anche in quella
fascista: basti ricordare << La Conquista dello Stato ?, la rivista di
Malaparte) 16:una ricognizione sui fogli e sui giornali di opposizione
nel periodo 1924-26 mostrerebbe, con ogni probabilita, tutta l'impor
tanza di un dibattito di questo tipo, ai fini di una caratterizzazionepiii
precisa della lotta politica. La conquista fascista dello Stato si colloca
in questo dibattito, arricchendolo di elementi assai notevoli, che in
parte si rifanno all'elaborazione precedente di Gramsci, in parte ne
prefigurano gli sviluppi successivi, sia pure in una forma contratta
che esprime un pensiero in fieri.
Nell'agosto del 1924 Gramsci aveva affrontato, in una relazione
al Comitato centrale del Partito, lo stesso problema della ? conquista
dello Stato >>,in termini che costituiscono gli immediati antecedenti del
l'analisi svolta adesso partendo dalla presentazione della legge contro
la Massoneria. Nell'ambito di una ricognizione della situazione poli
tica dopo il delitto Matteotti, cosi aveva tratteggiato la questione:
II fascismo dice oggi di voler conquistare lo Stato; nello stesso tempo dice di
voler diventare un fenomeno prevalentemente rurale. Per conquistare lo Stato
occorre essere in grado di sostituire la classe dominante nelle funzioni che hanno
una importanza essenziale per il governo della societa [...] Cio puo essere fatto
dalla classe operaia, non puo essere fatto dalla piccola borghesia [...] La formula
? conquista dello Stato >>e vuota di senso in bocca ai fascisti o ha un solo si
gnificato: escogitazione di un meccanismo elettorale che dia la maggioranza par
lamentare ai fascisti sempre e ad ogni costo 17.

L'analisi della <<conquista dello Stato >>- una volta denunciato


il carattere pseudorivoluzionario di questa formula- consistera allora
nell'individuare i modi e le forme di quella <<sostituzione di un per
sonale amministrativo a un altro? a cui si riduce concretamente. Se
cio esclude evidentemente qualsiasi contrasto di classe tra il fascismo
e la borghesia, non esclude pero che una lotta reale si svolga tra que
sti due contendenti. Una visione del fascismo ormai lontana dalle
schematizzazioni bordighiane e alla base dell'indagine di Gramsci e,
in questo contesto, l'attenzione alla Massoneria, l'interpretazione del
tapporto Massoneria-Stato italiano- che e un tema non ancora

16 II di Malaparte
giornale agitava sistem?ticamente, valendosi degli de
menti pi? grossolani della demagogia fascista, i terni di una riforma radicale dello
Stato, presentandosi come l'espressione di una corrente di ? sinistra ? che pro
pugnava il ? fascismo integrale ?.
17 Cfr. il resoconto della relazione in ? PUnit? a. n.
?, I, 167, 26 agosto
1924 (? compiti del Partito comunista di fronte alia crisi della societ? capitali
stica italiana), che viene successivamente riportata, come editoriale, sulP? Ordine
Nuovo ?, a. I, n. 5, 1 settembre 1925, col titolo La crisi italiana. Vedila ora in
Gramsci, La costruzione del Partito comunista, cit., pp. 28-39.

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sufficientemente indagato dalla storiografia e18 un elemento della


sua formazione giovanile che ritorna caricandosi di significati nuovi,
in quel processo di sviluppo e di << mutazione >>politica. di concetti
culturali che Zetipico dell'evoluzione intellettuale di Gramsci. Bisogna
ricordare che laMassoneria esercitava, nelle vicende politiche del tem
po, un'influenza che, per non essere paleise, non era per questo
meno efficace e sentita, anche nelle file del movimento operaio; pro
prio nel periodo dell'apprendistato politico di Gramsci, il Congresso
di Ancona aveva deciso l'espulsione dei massoni dal P.S.I.: Mussolini,
allora il leader a cui guardavano con maggiore simpatia i giovani so
cialisti, aveva impresso a questo provvedimento un carattere di in
transigenza politica, e di atto necessario per il rinnovamento rivo
luzionario del partito. E basta. scorrere gli scritti di Gramsci negli
anni successivi, da quando, nel 1915, inizia una regolare collaborazione
alla stampa socialista, per accorgersi che il tema della Massoneria e
un elemento sotterraneo, ma presente, della sua riflessione, richiamato
spesso in modo incidentale per le polemiche del momento, ma anche
inquadrato in una visione politica piiu complessa, su cui influivano
determinate influenze culturali e politiche 19. E Togliatti scrive, su
questo punto:
Abituale era, gia nel vecchio gruppo dell'Ordine Nuovo, la considerazione della
Massoneria come vero partito di governo della borghesia italiana, nel periodo
giolittiano e prima. Nella Massoneria trovavano la loro unita i diversi gruppi e
gruppetti e i singoli componenti le maggioranze parlamentari. Attraverso di
essa si stabiliva un legame di fatto tra chi governava e chi stava, nei voti par
lamentari, alla opposizione. Era quindi giusto vedere nelle misure contro la
Massoneria un mutamento radicale di indirizzo, cioe il primo atto reale della
<<rivoluzione fascista >>20.

Questa particolare funzione della Massoneria, <<


organizzazione di
tutte le forze che sostenevano e davano coesione allo Stato >>21, e
un elemento importante nello sviluppo dell'analisi del fascismo che

18Ha ar?rontato il tema, la storiografia


soprattutto comunque, cattolica:
cfr. per es. F. Fonzi, Crispi e lo Stato di Milano, Milano 1965, passim, e P.
Scoppola, C hie sa e Stato in Italia, Bari 1967, passim. Una ricerca org?nica ?
quella di R. F. Esposito, La Massoneria e Vitalia, Roma 1969, anch'essa di parte
cattolica e finalizzata a una prospettiva ? concillare ? nei confronti del problema.
19 ? da tener che studi sulla Massoneria
presente apparvero frequentemente
su ? La Voce ? nel periodo 1911-14; nel 1913, inoltre, ? LTdea Nazionale ? aveva
promosso su questo tema un referendum tra le pi? note personalit? politiche e
culturan* italiane, che ebbe vasta risonanza (e che fu pubblicato in volume proprio
nel 1925). Fra i testi che per questo aspetto possono aver influito su Gramsci,
cfr. A. Labriola, Storia di dieci anni, Milano 1910, pp. 315 sgg..
20 ? Rinascita
?, cit.
21 Elementi della cit.. Il concetto torna nelle Tesi di Lione
situazione,
(cfr. Gramsci, La costruzione del Partito Comunista, cit., p. 493) e nei Quaderni

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Gramsci e la conquista fascista dello Stato 407

Gramsci e Togliatti iniziano negli anni 1923-24 e che sfocera, nel


1926, nella formulazione di << unita organica di tutte le forze della
borghesia in un solo organismo politico >>22. Proprio nei momenti
in cui si affaccia per la prima volta questa definizione, viene anche
notata l'importanza del contrasto Massoneria-fascismo. In un appunto
manoscritto di Gramsci che risale con ogni probabilita alla primavera
del 1923, quando si trovava a Mosca come rappresentante italiano
presso la Terza Internazionale, troviamo una formulazione che antici
pa con sorprendente precisione un concetto-chiave contenuto nell'edi
toriale di <<
Stato Operaio >>:

Il fascismo 'e riuscito a mettere al muro la massoneria, che ha esercitato finora


un controllo assoluto sul vasto esercito dei funzionari statali e sulla piccola bor
ghesia intellettuale e che godeva quindi di una influenza politica immensa, pur
senza avere una base e un programma nella vita economica del paese. Cio ha
fatto perche vuole saturare coi suoi uomini, coi suoi fiduciari, tutte le molecole
dell'organismo governativo per diventarne il padrone incontrastato e perpe
tuarlo. Ma con cio ha sovvertito una tradizione nell'arte di governo dei gruppi
dirigenti italiani, ha rotto il compromesso, capolavoro dell'on. Giolitti e che
nella Massoneria aveva la sua espressione tra il Nord industriale e capitalistico
e il Sud piccolo borghese, ricacciando nella Geenna dell'incertezza economica e
del domani senza avvenire i <<galantuomini>>meridionali che avevano quasi in
teramente monopolizzato le funzioni burocratiche 23*

La legge contro le associazioni segrete e iA suo significato nella


lotta contro laMassoneria era la riprova di questa analisi, che viene
approfondita, nella Conquista fascista dello Stato, attraverso il con
cetto di burocrazia. E necessario ricollegarsi, per comprendere l'im
portanza di questa nozione nel pensiero politico di Gramsci, agli anni
1921-22, quando si inizia la sua riflessione intorno alla crisi e al

del careere dove Gramsci, nell'ambito della ricerca sul Risorgimento, scrive: ? In
un certo tutte le forze della democrazia si allearono e la Massoneria
periodo
divenne il perno di tale alleanza: ? questo un periodo ben determinato nella
storia della Massoneria, divenuta una delle forze pi? efficienti dello Stato nella
societ? civile, per arginare le pretese e i pericoli del clericalismo, e questo pe
riodo fini con lo svilupparsi delle forze operaie ? (II Risorgimento, Torino 1949,
p. 123).
22 La definizione si trova nelle Tesi di Lione La costruzione
(cfr. Gramsci,
del Partito Comunista, cit., p. 495).
23 Si tratta di un di mano di Gramsci, nell'ar
appunto in?dito, reperito
chivio del P.C.I., di prossima in un volume di scritti e docu
pubblicazione
menti gramsciani curato da Elsa Fubini. Da notare che ?La Correspondance In
ternationale ? pubblica, nel dicembre 1922, un articolo di Bordiga sulla Mas
soneria e, il 12 maggio 1923, un nuovo contributo, sullo stesso tema, di Bom
bacci. Sull'importanza della legge contro le associazioni in riferimento al rap
? di uno studio che forse sotto
porto Massoneria-burocrazia pur nell'ambito
?
valuta i temi della ?conquista fascista dello Stato? cfr. anche A. Lyttelton,
La conquista del potere. II fascismo dal 1919 al 1929, Bari 1974, pp. 446 sgg.

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disfacimento dello Stato liberale di fronte al fascismo. Come e gi'a


stato dimostrato:
Sin da questo periodo la posizione di Gramsci appare infatti inconfondibilmente
contrassegnata dal tentativo di concepire la burocrazia non come un corpo di
staccato e contrapposto alla societ'a civile, ma come una forma essenziale di or
ganizzazione interna del blocco sociale dominante, che permette ad una classe
dirigente di collegare e radicare nelle masse popolari la macchina statale di cui
'e detentrice 24

La burocrazia e dunque un pilastro fondamentale dello Stato, un


elemento decisivo del rapporto societa civile-Stato inteso non in senso
meccanico: la sua funzione e, si potrebbe dire, quella di costituire
una cerniera, un raccordo, tra il momento del consenso e quello della
coercizione. La burocrazia 'e a-ppannaggioquasi esclusivo delle classi
medie, della piccola borghesia come << classe che, espunta dal pro
cesso di produzione e privata di ogni specifica funzione economica,
fornisce il personale politico-burocratico e politico di uno Stato capi
talistico che, per la debolezza dell'attivita economica che lo sorregge,
non e riuscito a esprimere un proprio quadro dirigente ? 25e laMas
soneria, come organizzazione segreta diffusa nell'apparato dello Stato
che aveva come obiettivo contrastare il potere della Chiesa, nel mo
mento in cui la questione romana indeboliva le organizzazioni poli
tiche della borghesia, puo unificare la classe dominante e 'conseguen
temente lo Stato, nella misura in cui ha la sua base sociale nella pic
cola borghesia impiegatizia. La lotta tra il fascismo: e la Massoneria
esprime allora la scomposizione e la ricomposizione della societa civile
e dello Stato attraverso i travagli che scuotono questo particolare
strato sociale e ne esaltano la funzione politica, conferendo cosl alla
conquista della burocrazia iAvalore decisivo ai fini dell'esercizio del
potere politico.
D'altra parte, scrive Gramsci, << Per il modo come l'Italia ha
raggiunto la sua unita, per le differenze esistenti tra la costituzione
sociale dell'Italia settentrionale e quella dell'Italia merionale, la
composizione della burocrazia ha in Italia una particolare importan
za ?>2. Si introduce qui il tema della questione meridionale, in una
determinazione concreta- la presenza della piccola borghesia meri
dionale nella burocrazia dello Stato- che, individuata gia nello scrit
to del 1923 citato piiu sopra, costituira una delle premesse generali del
famoso saggio del '26. In Alcuni temi della questione meridionale,

24 L. e il moderno vol. crisi del


Paggi, Antonio Gramsci Principe, I, Nella
socialismo italiano, Roma 1970, p. 378: ma tutto il capitolo Come uno Stato
muore (pp. 371-408) ? da vedere, per uno sviluppo complessivo di questo tema.
25
Ibid., p. 381.
26 Cfr. La dello Stato.
conquista fascista

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Gramsci e la conquista fascista dello Stato 409

Gramsci analizzera infatti il ruolo degli intellettuali meridionali come


tramite fra i contadini e i grandi proprietari terrieri, nell'ambito del
<<
mostruoso blocco agrario >>, mettendo in rilievo che << gli intellettuali
meridionali sono uno strato sociale dei piiu interessanti e dei piu im
portanti nella vita nazionale italiana. Basta pensare che pitu di 3/5
della burocrazia statale e costituita di meridionali per convincersene >> 27,
Proprio questo elemento sottintende la precisazione fornita dall'edi
toriale pubblicato sullo ? Stato Operaio >>, cioe la connotazione del
l'alleanza tra industriali del Nord e agrari del Sud sul terreno dei
? comandi subalterni >>,dei funzionari dello Stato, del personale fon
damentale cioe, per l'unita dello Stato. In questo modo il << compromes
so? giolittiano simanifesta anche al livello della piccola borghesia: l'in
tellettualemeridionale e, nello stesso tempo, un agente dei grandi pro
prietari terrieri e un funzionario. La questione meridionale rivela cosl
tutta la sua importanza centrale nell'assetto del potere politico in
Italia, nella questione dello Stato 28.
La necessita di un compromesso tra il fascismo e laMassoneria
deriva quindi dai pericoli che potrebbe aprire per la borghesia un
peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni meridionali,
e della piccola borghesia in particolare. La <?sostituzione di un per
sonale amministrativo a un altro?> deve poter avvenire, pensa Gramsci,
senza sconvolgimenti troppo violenti, esprimendo un contrasto all'in
terno della stessa classe.
Questi temi trattati nella Conquista fascista dello Stato - l'im
portanza della Massoneria nella storia d'Italia, il fascismo come mo
vimento della piccola borghesia che vuole diventare Stato, la qie
stione meridionale, rapportati alla burocrazia come fattore di unifica
zione sociale e politica- conferiscono all'editoriale non solo un ca
rattere integrativo rispetto all'intervento parlamentare, ma un auto
nomo valore di sintesi di questi elementi, sul piano della critica dello
Stato, << parte essenziale della dottrina marxista >>29 Si tratta di una
sintesi provvisoria, com'e ovvio, che trovera pitu ampie articolazioni
negli scritti successivi- il punto di riferimento immediato e costi
tuito, oltre che dal saggio del '26, dalle tesi di Lione -, ma anche di
un momento particolare della riflessione di Gramsci, che rispecchia sin
golarmente quell'intreccio tra analisi sociale e conoscenza storica che
caratterizza ii suo pensiero.
Renzo Martinelli

27 Alcuni terni della in Gramsci, La m?


questione m?ridionale, questione
ridionale, Roma 1966, p. 150.
28 Cfr. l'introduzione di F. De Feiice e V. Parlato a Gramsci, La questione
m?ridionale, cit., per una trattazione pi? ampia del tema.
29 Te si di Lione italiana e i compiti del P.C.I.), in Gramsci,
(La situazione
La costruzione del Partito Comunista, cit., p. 489.

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LA CONQUISTA FASCISTA DELLO STATO *

Nell'affrettata e quasi improvvisa discus,ione sul progetto di


legge contro le associazioni segrete, il compagno Gramsci ha esami
nato oltre che da un punto di vista immediatamentepolitico, anche da
un punto di vista storico, la portata dell'avvenimento, che segna un ra
dicale mutamento di indirizzo, un regresso della politica tradizionale
dello Stato unitario italiano.Ma, tolto appunto il discorso comunista
alla Camera dei deputati, nessun contributo serio e stato portato al
l'esame delle conseguenze di questa legge ne dalla Camera ne dalla
stampa, essendosi i giornali di opposizione limitati alle solite generiche
proteste contro il nuovo attentato alla liberta di associazione. Ora,
e fuori dubbio che la nuova legge e, nelle mani del governo, un'arma
non trascurabile contro tutte le associazioni; e fuori dubbio che il
Governo se ne servira senza scrupoli per colpire anche le associazioni
non segrete e particolarmente le associazioni proletarie; non e da esclu
dersi che il Governo venga a trovarsi, nel futuro, in condizioni di far
esperimentare i rigori della nuova grida anche alle associazioni reli
giose; ma e' anche certo che il fascismo vuol domare, ?far prigioniera?
la massoneria. Che cosa significa in Italia lottare contro la massone
ria? Significa lottare contro la burocrazia, la quale costituisce, cosi
com 'e, un fattore essenziale dell'equilibrio raggiunto dalla borghesia
nella lenta costruzione dello Stato unitario. Mutare i criteri politici
e territoriali di reclutamento della burocrazia- ed appunto a questo
tende la legge antimassonica- significamutare profondamente i rap
porti delle forze sociali in equilibrio.
Per il Partito Comunista e per le classi operaia e contadina, la
legge contro le associazioni segrete e% di grande interesse non solo per
le persecuzioni contro le associazioni dei lavoratori di cui essa sara
strumento, ma anche per i mutamenti che essa annuncia nella compa
gine dello Stato. Vogliamo percio ribadire alcuni concetti e precisare al
cuni accenni contenuti nel discorso del compagnoGramsci.
Che la burocrazia statale sia completamente dominata dalla mas

* ? n.
Lo stato operaio ?, a. III, 14, Roma 21 maggio 1925.

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La conquista fascista dello Stato 411

soneria, e noto. In tutte le amministrazioni e anche su tutte le forze


armate dello Stato, la massoneria esercita il suo controllo. I1 fascismo
ora vuol sostituire la massoneria nell'esercizio di questo potere, vuol
sostituire il vecchio personale delle amministrazioni statali, esercito
compreso, con elementi tratti dalle fila della piccola borghesia fascista.
II progetto Di Giorgio sulla riformamilitare tendeva appunto a ridur
re a piu modeste proporzioni il bilancio dell'esercito per rimpinguare
quello della milizia nazionale e sistemare nelle fila di questa un mag
gior numero di fascisti. Cio spiega perche i capi dell'esercito si siano
battuti con tanta energia per far cadere il progetto. La lotta si "e
chiusa con un compromesso:Mussolini ha avuto l'interim della guerra,
la riforma e stata rinviata e i capi dell'esercito si sono per ora acqueta
ti. Ma la lotta contro la massoneria riaprira la crisi anche in questo
campo e in tutta l'organizzazionedello Stato.
Per il modo come l'Italia ha raggiunto la sua unita, per le diffe
renze esistenti tra la costituzione sociale dell'Italia settentrionale e
quella dell'Italia meridionale, la composizione della burocrazia ha in
Italia una particolare importanza.Nel 1870, subito dopo la unificazio
ne del Regno, gli alti funzionari, gli alti ufficiali, erano piemontesi e
la massa dei dipendenti dello Stato era stata caoticamente reclutata
nelle vanie regioni. Questa composizione della burocrazia non tardo
pero a modificarsi profondamente. Nell'Italia settentrionale, a misura
che l'industria si sviluppava, gli elementi della piccola borghesia tro
vavano nelle aziende private impieghi preferibili a quelli offerti dallo
Stato, ed in breve le file della burocrazia divennero un monopolio o
quasi dei piccoli borghesi meridionali. Grazie a questo processo le
classi medie ed i ceti intellettuali del Mezzogiorno, furono sottratti
all'influenza dei clericali- contrari all'unita del Regno e antipro
gressisti per natura- e passarono sotto il dominio della massoneria,
che e stata per qualche decennio il solo partito organizzato dalla nuo
va borghesia italiana unitaria e percio ostile al Vaticano, progressista e
percio anticlericale.L'assorbimento degli elementi piu attivi del Mezzo
giorno allontano laminaccia di una nuova divisione dell'Italia, minaccia
particolarmente grave negli anni della miseria, della fame e rafforzo
alquanto le basi dell'unita.
II fascismo, sotto la spinta dei suoi seguaci che reclamano dei
posti, tenta ora di ripetere il procedimento in senso inverso. II fa
scismo ha circa l'ottanta per cento delle sue forze nell'Italia setten
trionale e centrale e soltanto il venti per cento circa nell'Italia me
ridionale. Sostituire alla burocrazia massonica una burocrazia fasci
sta non e dunque possibile senza creare una forte disoccupazione di
ceti medi nell'Italia meridionale, senza ridestare le aspirazioni separa
tiste- di cui si sono avute gia in questi ultimi tempi manifestazioni
significative, come la pubblicazione del << Mattino >>di Napoli - del
Mezzogiorno.

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412 La conqutista fascista dello Stato

La legge contro le associazioni segrete Zedunque clericale sotto due


aspetti: primo, perche e rivolta contro le forze avverse al Vaticano;
secondo, perche prepara nel Mezzogiorno un terreno adatto ad un
nuovo sviluppo delle forze clericali ed offre al Vaticano la possibilita
di una ripresadi attivita della politica antiunitaria.Da un punto di vista
storico, la nuova legge segna dunque un grande regresso.
Politicamente, essa crea nuovi problemi pressoche insolubili. iE
stato notato che il Governo, alla vigilia della decretata approvazione
della legge da parte della Camera, ha promesso di dare al Mezzogior
no quindici miliardi per lavori pubblici. Ma se la lotta contro la mas
soneria dovesse essere condotta a fondo, i quindici miliardi non ba
sterebbero certo a rimediare alla disoccupazione dei piccoli borghesi
che non possono, come i contadini, trovare uno scampo nell'emigra
zione, e per i quali la burocrazia rappresentava l'unica via d'uscita. I1
compromesso del fascismo con la massoneria e inevitabile: non e pos
sibile chiudere questa unica valvola di sicurezza senza provocare una
tensione che minaccerebbe seriamente le basi dello Stato. Una parte
della borghesia vede il pericolo e disapprova percio in parte la politica
del fascismo non in quanto e politica antioperaia ma in quanto crea
nuove contraddizioni pericolosissime particolarmente per la borghesia
del Nord a cui lo sfruttamento sistematico e permanente del Mezzogior
no e indispensabile.
II fascismo ha aggravato anziche risanare la crisi che travaglia la
borghesia. La compressione fisica delle classi lavoratrici non 'euna so
luzione delle contraddizioni che si vanno sempre piu approfondendo.
La necessita di fronteggiare una nuova ondata di disoccupazione del
Mezzogiorno - e di disoccupazione piccolo borghese!- provochereb
be un nuovo disastro nell'economia gia scossa del paese ed aggravereb
be ancora le condizioni dei lavoratori. Infine, la solidita dell'organiz
zazione statale sarebbemessa a dura prova dall'offensiva contro la bu
rocrazia.
II fascismo non condurra a termine questo suo esperimento, non
risolvera questo problema fondamentale del sistema capitalistico.

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