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(E FARSELO PUBBLICARE)
Aggiornato al 2015
I consigli
degli autori best seller
e dei loro editor
scrittore
TORNEO LETTERARIO
scrittore
TORNEO LETTERARIO
ISBN 978-88-6720-051-1
5
gruppo editoriale indipendente italiano (www.maurispa-
gnol.it) e include le case editrici: Adriano Salani Editore,
Antonio Vallardi Editore, Ape Junior, Bollati Boringhieri
Editore, Casa Editrice Corbaccio, Casa Editrice La Coc-
cinella, Casa Editrice Nord, Chiarelettere, Garzanti Libri,
Longanesi & C, Lmina, Magazzini Salani, Nord-Sud Edi-
zioni, Ponte alle Grazie, TEA Tascabili degli Editori Asso-
ciati, Tre60, Ugo Guanda Editore.
6
Sommario
Introduzione
di Stefano Mauri 11
Prefazione
di Oliviero Ponte di Pino 13
Gli editor si presentano 15
COME TROVARE IL TITOLO GIUSTO 21
Due consigli per trovare il titolo giusto
al vostro romanzo 22
Due titoli di libri particolarmente azzeccati 27
Le quattro funzioni del titolo di un romanzo 29
Che cos un titolo? 32
Sette regole per trovare il titolo a un romanzo 34
Il titolo perfetto per un romanzo 37
Come trovare il titolo perfetto 39
Chi d il titolo a un libro? 41
Cinque cose che forse non sapete sul titolo 44
LINCIPIT, OVVERO CHI BEN COMINCIA 47
Le dure leggi dellincipit 48
Lincipit, ovvero il primo appuntamento 58
Come iniziare alla grande 60
Lincipit, ovvero aprite quella porta 63
In che modo cominciare? 65
7
Lincipit di un libro davventura 66
Come iniziare un thriller bestseller? 68
Lincipit, ovvero lantipasto 70
Per un incipit da brivido 72
Lincipit non tutto nella vita di un romanzo
(ma lo aiuta a vivere meglio) 74
ALTRI SPUNTI FONDAMENTALI 82
Ancora sullincipit:
sette spunti di discussione nati dai post 83
Il quiz di Vladimir Nabokov per scoprire
il segreto del bravo lettore 89
Qualche ricetta per dare sapore (e profumo)
al protagonista del tuo romanzo 91
Come suscitare la curiosit del lettore?
Consigli e sorprese 96
Ma davvero esistono solo quattro storie? 99
I dieci peggiori lettori della mia vita
(e come farne buon uso) 102
Letteracura, ovvero perch leggere ti fa bene 109
A volte le critiche possono essere utili:
aperta la caccia al clich 113
Chi mi garantisce che sono davvero uno scrittore?
E poi, che cosa uno scrittore? 117
Il lavoro dello scrittore 123
Piccoli segreti delle signore del giallo 128
I CONSIGLI DI SCRITTURA
DEGLI AUTORI BEST SELLER 141
Marco Buticchi, il maestro dellavventura
italiano 142
Donato Carrisi, lautore italiano di thriller
pi tradotto nel mondo 144
8
Clara Snchez, unautrice sempre ai vertici
delle classifiche 146
Wilbur Smith, il re delle classifiche dei bestseller 148
9
Introduzione
di Stefano Mauri
11
semplicemente perch hanno cambiato qualche cosa ascol-
tando il parere degli altri.
A volte basta poco per migliorare un romanzo, come
questi consigli vi aiutano a capire.
Per dirla con il simpaticissimo Terry Pratchett, se in un
secchio di sterco metto un goccio di whisky rester un sec-
chio di sterco. Ma se in un secchio di whisky metto un goc-
cio di sterco diventa immediatamente un secchio di sterco.
12
Prefazione
13
parte del torneo vengono valutate le prime pagine del ro-
manzo), si corre verso il lettore (che dovrebbe arrivare alla
fine, ma qui sono gli scrittori che giudicano altri scrittori, ed
inutile ricordare che un bravo scrittore anche un bravo
lettore). Poi ci si concentra sul personaggio e sulla capacit
di narrare. E si corre dritti dritti verso una domanda dalle
mille risposte: che cosa fa di te uno scrittore, oggi, nellepo-
ca del web 2.0 e di concorsi partecipativi come questo?
Al di l dei consigli, delle ricette e controricette che si
trovano in queste pagine, la lettura di questo libro vuole es-
sere un esercizio utile per chi legge e chi scrive. Intanto per
la pluralit dei punti di vista: a partecipare a questa avven-
tura sono stati tanti editor diversi, di case editrici diverse,
con sensibilit, sguardi, storie, obiettivi diversi. Insomma,
non dicono le stesse cose. Un secondo ingrediente quel
pizzico di ironia che serve a non prendersi troppo sul serio,
ma anche a non soffrire troppo di fronte alle inevitabili delu-
sioni che accompagnano la carriera di qualunque (aspirante)
scrittore: devessere un guerriero, lo sappiamo, ossessionato
dal proprio capolavoro e dal suo inevitabile ma faticatissimo
successo (che un giorno arriver, ne sono sicuro). Tuttavia
necessario avere un po il senso delle proporzioni, e non
perdere mai il piacere del gioco.
Ci sono, sparse in queste pagine, diverse provocazioni,
che in rete sono state raccolte e rilanciate. E questo vale an-
che per chi legge. Se questo libro serve a qualcosa, perch
fa dire al lettore qualcosa come: Ma no! Ma che dice? sce-
mo? Oppure: S, cos, ma potrebbe essere anche cos...
Ecco, da scintille di possibile come queste nascono le
storie, nascono i progetti e le utopie... E nasce anche la let-
teratura.
14
Gli editor si presentano
Editor 2.0
15
Grande Gigante (non sempre) Gentile
Mi accusano da sempre dessere afflitta
dalla sindrome di Peter Pan. Ancora pian-
go quando muore il pap di Simba e mi
emoziono quando Atreiu sente la voce di
Bastiano nel regno di Fantsia e sussulto impaurita quando
Sofia viene rapita dal GGG, per non parlare di tutte le volte
che cerco la posizione giusta per decollare come Superman.
Prima o poi la vita ti costringer a crescere, mi dicevano. Ma
io li ho fregati tutti e adesso mi guadagno da vivere leggendo
le storie che piacciono ai lettori non ancora adulti.
Mai senza: le bacchette per gli spaghetti cinesi.
Magari senza: i bambini che urlano sui treni a lunga percor-
renza.
Classico preferito: La montagna incantata di Thomas Mann.
La Svet
Quarantanni (e qualche altro anno che ho
smesso di contare per pigrizia pi che per va-
nit), lavoro in editoria da un quinquennio
dopo quindici anni di consulenza editoriale,
traduzioni e collaborazioni a vario titolo con
i diversi marchi del Gruppo GeMS.
Mai senza: musica (con tanto basso e tanta tanta tanta chi-
tarra elettrica).
Magari senza: i luned.
Classico preferito: al momento, ll mastino dei Baskerville di
Arthur Conan Doyle, soprattutto per via della serie tv Sher-
lock.
16
Charlotte
Trentaquattro anni, da dieci anni faccio il la-
voro pi bello del mondo. Non sono pi una
bambina, eppure credo fermamente nella ma-
gia. Perch non c nulla di pi magico di una
storia, di un libro capace di portarti dove nessuno mai ti con-
durr.
Mai senza: un cane.
Magari senza: larroganza, la mancanza di rispetto, la pre-
varicazione.
Classico preferito: Cime tempestose di Emily Bront.
C.C. Baxter
Bravissima zia, lavoro da venticinque anni
nelleditoria, e, dopo i libri, la mia passio-
ne sono la natura e la montagna. Infatti
vivo circondata da boschi e campi coltivati
e appena posso scappo in luoghi lontani e poco frequentati,
preferibilmente in quota. Nel mio zaino, oltre alla crema so-
lare e alle cose per coprirsi (possono essere repentini i cambi
di clima in natura), non manca mai un libro.
Mai senza: occhiali da sole.
Magari senza: cellulare.
Classico preferito: Anna Karenina di Lev Tolstoj.
Jim Hawkins
Da qualche decennio cerca di ricalcare in-
degnamente la vita di Robert Louis Steven-
son (o Tusitala, narratore di storie, come
lo ribattezzarono gli abitanti delle isole Samoa). Anche lui
emigrante per diletto, salpato anni fa dai mari del Sud alla
17
perenne ricerca dellisola del tesoro. Non narratore di sto-
rie come Tusitala, ma di storie lettore, per Jim Hawkins
ogni libro un tesoro, un gioco supremo; scrigno che na-
sconde a sua volta infinite mappe di nuovi tesori. E nuove,
continue promesse: davventura, di felicit, di conoscenza.
Mai senza: entusiasmo, curiosit e suole di vento per cam-
minare lontano.
Magari senza: i cinici e tristi pirati dei nostri giorni.
Romanzo classico preferito: nel caso non si fosse ancora ca-
pito Lisola del tesoro di Robert Louis Stevenson.
Manatee
Nato unimprecisata quantit di decadi
orsono nellEmisfero Boreale, decide
molto presto che leggere talmente
meraviglioso che: A) non tenter mai di scrivere; B) leggere
diventer il suo lavoro. Ci gira intorno per un po e, nono-
stante per vari periodi sia costretto a dedicarsi ad altre attivi-
t, tra cui la disincrostazione di chiglie di barche, la raccolta
del succo dacero in Vermont e la traduzione letteraria, alla
fine ce la fa. Lavora stabilmente in editoria da una quindi-
cina danni e il suo mestiere riesce ancora a sorprenderlo,
commuoverlo e farlo sognare almeno quasi come la raccolta
del succo dacero. Delle chiglie invece non ha alcuna nostal-
gia. P.S. Questa bio rigorosamente vera.
Mai senza: un libro, in qualunque formato si presenti, non
ovvio?
Magari senza: il cellulare (magari!).
Un classico: I miserabili di Victor Hugo.
18
Sumimasen
Nato a Roma, ho raggiunto unet in cui ogni
anno che passa di troppo. Lavoro nel mon-
do delleditoria da pi di dieci anni e, men-
tre cercavo qualche romanzo da pubblicare,
ho trovato una moglie. Quindi non mi posso lamentare.
Mai senza: divano e televisione la sera.
Magari senza: il coriandolo. A dar retta al mio palato, rovina
qualsiasi piatto.
Classico preferito: LOdissea e qualche dramma di Shake-
speare. Se devo scegliere un romanzo, dico American Psycho
di Bret Easton Ellis (anche se non ancora un classico).
Piero Ribera
Sono nato a Milano, dove mi sono lau-
reato in Lettere moderne. Come la
maggior parte dei colleghi, ho comin-
ciato a lavorare nelleditoria correggendo bozze e sten-
dendo indici analitici. Non presto i libri che acquisto.
Mai senza: la giacca.
Magari senza: la cravatta.
Classico preferito: I promessi sposi di Alessandro Manzoni.
Louise Scott
Ho iniziato a leggere allet di quattro anni
e non ho ancora smesso. Leggerei anche
guidando e per questo ho preferito lasciar
scadere la patente. Molto tempo fa sono
stata cos fortunata da avere lopportunit
di rendere la mia passione un lavoro e n il
lavoro n la passione si sono ancora consu-
19
mati, forse perch continuo ad alimentarli a carta e inchio-
stro (anche elettronico). Ho per consumato almeno cinque
copie cartacee e tre e-book del Grande Gatsby, ma gli amici
evitano di parlarmene, dato che comincerei a citarne lunghi,
interminabili passi a memoria.
Mai senza: almeno due libri in borsa.
Magari senza: scarpe.
Classico preferito: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.
20
COME TROVARE
IL TITOLO GIUSTO
Due consigli per trovare il titolo giusto
al vostro romanzo
di Editor 2.0
22
Ma come trovare il titolo giusto? Per Milan Kundera,
qualunque mio libro potrebbe intitolarsi Linsostenibile
leggerezza dellessere oppure Lo scherzo o Amori ridicoli, i
titoli sono intercambiabili, riflettono il piccolo numero di
temi che mi ossessionano, mi definiscono e, sfortunatamen-
te, mi limitano. Al di l di questi temi, non ho nulla da dire o
da scrivere. Insomma, titoli generici e per assai evocativi.
Con grande pragmatismo, leditore Alfred Knopf rim-
proverava cos Dashiell Hammett: Dovresti occuparti e
preoccuparti un po di pi dei tuoi titoli. Quando una per-
sona non riesce a pronunciare il titolo o il nome dellautore,
si intimidisce e non osa pi entrare in libreria per chiedere
quel libro. Capita pi spesso di quanto tu non creda. Bi-
sogna tenere docchio il lettore anche come acquirente...
Nella ricerca della soluzione migliore, numerosi titoli
sono stati cambiati in corso dopera, dagli autori o dagli
editori. Cos non possiamo leggere Prime impressioni di Jane
Austen (Orgoglio e pregiudizio), Il cuoco di mare di Robert
Louis Stevenson (Lisola del tesoro), La balena di Hermann
Melville (Moby Dick), Giuda: una storia di Cristo di Joseph
Sinkiewicz (Ben-Hur), Lultimo uomo dEuropa di George
Orwell (1984), Il regno vicino al mare di Vladimir Nabokov
(Lolita), Prima di questa rabbia di Arthur Hailey (Radici),
Gli uccelli e le api di Woody Allen (Tutto quello che avreste
voluto sapere sul sesso (ma non avete osato chiedere)
Un titolo di indiscutibile efficacia come Via col vento
stato preceduto, mentre Margaret Mitchell scriveva il suo
capolavoro, da Pansy (cos si chiamava in origine la protago-
nista Scarlett OHara), da Tote the Weary Load (il verso di
una canzone) e da Domani un altro giorno (lindimentica-
bile frase dellindimenticabile Scarlett).
23
David Herbert Lawrence ha cambiato molto spesso, con
decisioni tormentate ma felici, i suoi titoli: Paul Morel di-
ventato Figli e amanti, John Thomas e Lady Jane diventato
Lamante di Lady Chatterley, Le sorelle diventato Larco-
baleno e Lanello matrimoniale diventato Donne in amore.
Anche Adolf Hitler aveva dato a Mein Kampf un altro titolo:
Quattro anni e mezzo di lotta contro le menzogne, la stupidit
e la vigliaccheria, dimostrando, ha commentato Tim Foote
sul Time, che per qualunque autore meglio avere un
buon editor.
La curiosit
24
Know Theyre Dead: How They Attach Themselves to Un-
suspecting Bystanders and What to Do About It (lett. Quelli
che non sanno di essere morti: come si appiccicano ai passanti
inconsapevoli e come affrontare la situazione, 2005), fino a
The Stray Shopping Carts of Eastern North America: A Gui-
de To Field Identification (lett. I carrelli della spesa randagi
nellAmerica del Nord-Est: una guida allidentificazione sul
campo, 2006).
25
bestseller, che faciliter senzaltro il vostro compito. Potete
verificare, con un rapido sopralluogo in libreria, che molti
editor utilizzano proprio questo metodo per scegliere i titoli
dei romanzi che pubblicano.
26
Due titoli di libri particolarmente azzeccati
di C.C. Baxter
27
corda d allo stesso tempo un senso di leggerezza ma anche
di precariet e pericolo. Tutti elementi che convergono a
fare di questo un titolo che attira lattenzione.
Ed proprio questo che vogliamo ottenere! J
28
Le quattro funzioni del titolo di un romanzo
di Charlotte
29
Il titolo deve rispondere a diverse funzioni.
1) Deve essere accattivante, e per esserlo deve per lo pi
veicolare unemozione. Ma che tipo di emozione? Dipen-
de dal genere di libro. Provate a pensarci. Che emozione
volete veicolare? Serenit? Tensione? Attesa? Mistero?
Speranza? Per farvi capire quello che intendo prendo ad
esempio un titolo che per me un capolavoro, ovvero So-
gno di una notte di mezza estate. Dice tutto, senza svelare
troppo. C il sogno, la tensione emotiva. C la notte,
quindi il mistero, la tensione. C lestate, quindi lamore,
la gioia. Che per mezza. Quindi non ancora comple-
ta, non pu essere goduta appieno.
2) Deve generare una domanda nella testa del lettore e per
questo deve spiazzare. Provate a pensare a Entra nella
mia vita di Clara Snchez. Lo leggete e vi chiedete: cosa
mi devi dire? Cosa devo scoprire? Chi sei?
3) Deve spiazzare. Pensate a Avevano spento anche la luna
di Ruta Sepetys. poetico e allo stesso tempo contiene
un nucleo di senso nella cui contraddizione apparente si
apre lo spazio narrativo. E cos anche La solitudine dei
numeri primi di Paolo Giordano.
4) Deve trasportare in unaltra dimensione, deve far evade-
re. La casa degli spiriti della Allende o Il profumo delle
foglie di limone sono due titoli capaci di portarti altrove.
30
Licenza edgt-37-212335-b2883855-9788867200511 rilasciata il 16
ottobre 2017 a _
al Mondo di Sofia (ma anche allintramontabile Anna Kare-
nina J)
Certo tutto relativo e le regole sono state stabilite per
essere infrante
Ma c un ultimo consiglio relativo al metodo per trovare
un buon titolo a cui tengo particolarmente. So che solita-
mente gli scrittori si dividono in due categorie: chi parte dal
titolo e poi inizia a scrivere (approccio sicuramente affasci-
nante) e chi invece d alla sua opera un titolo provvisorio e
poi decide dopo. A qualsiasi categoria apparteniate, fate de-
cantare il vostro libro prima di decidere quello che secondo
voi il titolo definitivo.
Staccatevi un po dalla vostra opera. E poi tornateci so-
pra e decidete.
Il distacco fondamentale, dovete imparare a guardare il
vostro manoscritto come se non ne sapeste nulla. Come se vi
avvicinaste a lui per la prima volta. Come se non ricordaste
pi il momento della sua nascita.
Pensate al libro come se fosse una torta. La tirate fuori
dal forno. Se la lasciate decantare un po, poi pi buona.
Parola della nonna!
31
Che cos un titolo?
32
la forza di un titolo: provo a dirlo in giro, vedo che reazione
suscita, poi lascio che passi un po di tempo e vedo se lo
ricordano, se ha lasciato qualcosa dentro di loro. Quando
non succede, si cambia.
Ci vuole coraggio, ma non c altro modo.
33
Sette regole per trovare il titolo a un romanzo
di Jim Hawkins
34
lo conta ben poco, anche perch spesso i titoli definitivi
vengono scelti dagli editori, naturalmente con laccordo
dellautore.
5) Non ci sono regole per il titolo giusto. Se fate un giro
in libreria, potrebbe sembrarvi che ci siano delle regole
perch la maggior parte dei libri che vedete esposti le
rispettano. Ma si tratta di unillusione, perch qualora
ritornaste due anni dopo in quella stessa libreria vi tro-
vereste altre regole, a volte addirittura opposte a quelle
riscontrate nella visita precedente. Le regole sono quin-
di molto effimere e lerrore maggiore sarebbe scegliere
il titolo con la speranza di accodarsi a una moda, per poi
magari vedere il proprio libro uscire in libreria quando
quella moda gi passata ed considerata vecchia.
6) Anche per il titolo vale per la regola generale che si gi
enunciata a proposito dellincipit: non deve ingannare il
lettore. Racconta Umberto Eco nelle Postille a Il nome
della rosa: Il mio romanzo aveva un altro titolo di lavo-
ro, che era lAbbazia del delitto. Lho scartato perch fissa
lattenzione del lettore sulla sola trama poliziesca e pote-
va illecitamente indurre sfortunati acquirenti, in caccia di
storie tutte azione, a buttarsi su un libro che li avrebbe
delusi.
7) Tentate di non pensare al titolo fin quando non avete fi-
nito il romanzo e se avete gi un titolo in testa non fate
lerrore di affezionarvici troppo. Nel 1952, venne pubbli-
cato in Italia un libro uscito lanno prima negli Stati Uniti
con un titolo intraducibile: The Catcher in the Rye. La
traduzione si intitolava Vita da uomo e vendette pochissi-
me copie. Nel 1961 lo stesso libro venne ripubblicato da
un altro editore e stavolta con enorme successo, il titolo
35
della nuova traduzione era Il giovane Holden. Ed da
mezzo secolo che molti lettori italiani identificano quel
libro che hanno molto amato con quel titolo, come se
fosse lunico possibile. Questo per dire che fareste un er-
rore a identificare a tutti i costi il vostro manoscritto con
il primo titolo che gli avete dato. Anche perch, come si
gi detto, molto probabile che quel titolo cambi pri-
ma della pubblicazione. Lidea che un libro che abbiamo
amato possa avere solo quel titolo l, quello che avevamo
in mente quando labbiamo scritto o letto, solo unillu-
sione. Per ogni libro ci sono tanti, e diversi, titoli perfetti.
36
Il titolo perfetto per un romanzo
di La Svet
37
Deve far pieno sfruttamento del potere delle parole, sen-
za essere una mistificazione.
E deve avere un cuore rivelatore, che mi faccia iniziare
la lettura cos che giunto alla fine io sia spinto ad esclamare:
Sei tu il colpevole!
38
Come trovare il titolo perfetto
di Louise Scott
39
luoghi in cui si muovono, le loro azioni pi significative e
poi provate a collegarle o a fare libere associazioni; lasciatevi
ispirare da una frase classica (presa dalla Bibbia, da una
canzone, da un aforisma).
Cos facendo, vi troverete in compagnia per esempio di
Andrea Camilleri (La forma dellacqua, La gita a Tindari),
di Fred Vargas (Luomo dei cerchi azzurri), di Patricia Hi-
ghsmith (Il talento di Mr Ripley), di Umberto Eco (sapevate
che Il nome della rosa in origine sintitolava Labbazia del
delitto?), di Mickey Spillane (La vendetta mia).
Basta che non capiti a voi quello che, lo confesso, un paio
di volte capitato a me. Trovare il titolo assolutamente per-
fetto quando il romanzo era gi in libreria!
40
Chi d il titolo a un libro?
di Manatee
41
Il compito delicato e comporta trovare un punto di ri-
soluzione che aiuti lautore a uscire, quando necessario,
dallimpasse che si pu creare tra comprensibili ansie per-
sonali e il desiderio (che ogni scrittore alberga dentro di s)
che il proprio testo si ponga, fin dal titolo, in dialogo frut-
tuoso con il mondo.
In questa giusta aspirazione pu infatti inserirsi a vol-
te, in particolar modo tra gli esordienti (ma non solo) una
sorta di affettuosa tirannia esercitata sullo scrittore dal suo
lettore implicito: quel pubblico immaginario cio, fatto
di lettori inevitabilmente assai simili allautore, e che quindi
vibra alle sue medesime suggestioni, reagisce ai medesimi
temi, ne possiede i medesimi gusti e a volte persino i ricordi.
Ed proprio a questa trappola che un buon titolo (magari
grazie a un buon editore) pu strappare un testo e con lui il
suo autore.
Certo, un titolo non dovrebbe creare in alcun modo una
promessa non mantenibile, lasciando intuire una storia che
non c, pena la rottura di un patto di fiducia delicato e im-
portante tra autore e lettore. Ma a volte basta poco per crea-
re una sospensione che intrighi senza svendere, incuriosi-
sca senza involgarire, catturi senza ingannare. Questione di
millimetri, a volte.
Un esempio per tutti? Gita al faro di Virginia Woolf. Nel
titolo (e nella mente)dellautrice non c mai stata alcuna
gita. To the Lighthouse era, ed , il titolo di quella grande
opera. Ma quanta aspettativa, invece in quella piccola paro-
la, quanta capacit evocativa di un mondo. E quanti lettori
si sono incamminati, incuriositi e fiduciosi, in quella gita,
scoprendo fin dai primi passi uno dei pilastri della narrativa
britannica di tutti i tempi.
42
Recenti, filologiche edizioni hanno restituito il titolo ori-
ginario, facendo tornare quel capolavoro, semplicemente,
Al faro. Eppure la sensazione che quel tradimento sia sta-
to felice, quasi necessario, inevitabilmente resta. In fondo si
trattava del tradimento di un bravo editore, innamorato del
testo che stava per pubblicare al punto di mentire un po,
ma solo un po, nel presentarlo.
43
Cinque cose che forse non sapete sul titolo
di Piero Ribera
44
compiuto in s e al tempo stesso apre le porte allim-
maginazione, lascia intuire la storia che preme dietro di
lui. Allaltro capo di questo ragionamento, utile tenere
conto che quasi mai un libro, e quindi un titolo, si pre-
senta da solo. Si confronta sempre con altri titoli, gemelli,
fratelli, parenti, tutti per nemici nel tentativo di conqui-
stare lattenzione. Raffigurarsi il proprio titolo sul banco
di una libreria sempre un valido esercizio.
2. Il titolo pu essere usato anche come una lente che in-
grandisce il particolare e restringe langolo di visuale.
Cosa c ad esempio di pi ampio, e generico, di La stra-
da? Basta un passo avanti, e La strada dei ricordi gi
unindicazione pi precisa. Con La strada polverosa dei
ricordi la definizione ancora maggiore, e soprattutto la
promessa che viene fatta al lettore. A volte persino la mi-
naccia: La strada polverosa dei tuoi ricordi?
3. Talvolta il titolo gi nel libro. un suo personaggio, un
luogo, una battuta di dialogo, basta soltanto tirarlo fuori.
4. Altra banalit: i titoli sono tuttintorno a noi, ovunque vi
siano parole. Esistono le mode, anche nei titoli, e biso-
gna conoscerle; un buon titolo probabilmente gi stato
usato, e ci sono gli strumenti a disposizione di chiunque
per verificarlo; caratteristica principale del titolo di un
romanzo far pensare a qualcosa, confrontarsi con altri
su questo qualcosa non mai inutile.
5. Lispirazione pu arrivare da qualsiasi parte. Certo ci
sono le canzoni e ci sono i film (non tali e quali), c Sha-
kespeare, c la frase di un romanzo del Settecento, c la
Bibbia. Ma c anche La settimana enigmistica, ad esem-
pio. Se do unocchiata veloce alla prima pagina dellul-
timo numero ne ricavo: Unintricata e spinosa faccenda
45
(scontato), I sassolini doro (una fiaba, gi sentito), Di
buon umore, contento (curioso, difficile), Il sottoscritto
(ambizioso), In mezzo al sentiero (anche questo gi senti-
to), Un difetto di poco conto (interessante).
46
LINCIPIT,
OVVERO CHI BEN COMINCIA
Le dure leggi dellincipit
di Editor 2.0
48
Nemmeno la pazienza delleditor infinita: un po per-
ch un lettore anche lui (Se mi stufo io, si stufer anche il
mio lettore, pensa).
Se lattrazione fatale non scatta dopo un certo numero di
pagine, molto probabilmente non scatter nemmeno proce-
dendo con la lettura.
Oltretutto i libri che atterrano sulla scrivania di un editor
sono decine e decine, e lui (o lei) sta cercando qualcosa di
davvero speciale.
Per questo le prime pagine sono essenziali: l che lautore
costruisce il suo patto con il lettore, l che stabilisce le regole
del gioco anche se poi magari pu divertirsi a scompaginar-
le. l, in quelle prime cartelle, che deve scattare la magia...
Ma allora che cosa cerca un editor, fin dallinizio, quando
legge un romanzo?
Ecco alcune delle cose che un editor cerca: non le trover
tutte, ma se ne trova almeno un paio continuer a leggere.
Anche dopo lincipit.
49
Nel XXI secolo, nellera della comunicazione breve e
istantanea, ci fabbrichiamo delle storie persino a partire dai
Tweet, e le chiamiamo storify.
Un incipit, allora, per funzionare deve riuscire a trasmet-
tere questa necessit di racconto e la necessit di condivi-
dere un piacere: perch c il piacere di chi narra, e quello di
chi ascolta, o legge, o guarda. Quando questi due piaceri si
incontrano, allora val la pena di continuare.
Ma non viviamo pi nel tempo della favole. Il fatale Ce-
ra una volta possiamo anche precisarlo meglio: pu dare
informazioni sullepoca in cui ambientato il romanzo, sul
luogo in cui si svolge (o inizia) la vicenda, sul protagonista
(o su un personaggio). Qualche esempio?
Quando il dottor Richard Diver giunse volta a Zuri-
go nella primavera del 1917 aveva ventisei anni, unottima
et per un uomo, lapice per uno scapolo (Francis Scott
Fitzgerald, Tenera la notte).
Era un vecchio che pescava da solo su una piccola bar-
ca a vela nella Corrente del Golfo, ed erano ottantaquat-
tro giorni ormai che non prendeva un pesce (Ernst He-
mingway, Il vecchio e il mare).
Il tempo, il luogo, il protagonista. A volte giusto partire
cos, con queste informazioni di base,, e poi lasciar fluire
il racconto.
A volte, invece, meglio lasciare al lettore il gusto della
scoperta.
Piano piano...
50
Licenza edgt-37-212335-b2883855-9788867200511 rilasciata il 16
ottobre 2017 a _
2. La voce
Chiamatemi Ismaele.
C il racconto. Ma c anche qualcuno che racconta, e
che si assume la responsabilit del racconto. Devessere una
voce credibile, autorevole.
Pu essere lautore onnisciente, un narratore che sa tutto
dei personaggi e delle loro vicende (o almeno cos si presu-
me). un narratore che si pu nascondere dietro loggetti-
vit dei fatti, fin quasi a scomparire.
Al polo opposto il narratore pu essere, come nel caso
di Moby Dick, un testimone della vicenda che si andr a
narrare in soggettiva, o addirittura il suo protagonista. Il
lettore vede e vive la storia attraverso la propria esperienza,
perch il protagonista comunica quello che sa al lettore man
mano che lo apprende, o lo ricorda.
Ancora, nel corso del racconto la voce narrante pu cam-
biare: per esempio, lautore pu delegare ogni capitolo a
un diverso narratore, con il suo punto di vista.
Torniamo ancora per un attimo a Moby Dick: con due
parole gli bastano due parole Herman Melville inizia il
dialogo con il lettore.
Dice subito che il racconto in prima persona, e ci ver-
r fatto da un testimone dei fatti. Ismaele, poi, nella Genesi,
Ismaele il figlio di Abramo e della schiava Agar, e con la
madre verr cacciato nel deserto: lesule, il vagabondo...
Ma attenzione! C un trucco... Perch Melville non ha
scritto Io sono Ismaele, ma Call me Ishmael, Chiama-
temi Ismaele (o Chiamami Ismaele). Tra la voce narrante
e la persona che narra anche nel caso della pi sincera del-
la autobiografie c sempre uno scarto, pi o meno gran-
51
de, una distanza magari piccola, quasi invisibile e tuttavia
incolmabile.
Nellincipit, ragiona un editor, devo capire chi mi sta rac-
contando questa storia. Se la sua voce credibile. Non devo
capirlo necessariamente subito, nelle prime righe: posso an-
che scoprirlo piano piano, perch magari lautore ci gioca
un po, con lidentit di chi narra.
Tuttavia la credibilit e la coerenza di questa voce negli
eventi e nelle emozioni che racconta, ma anche nella lingua,
nello stile, nel tono con cui li comunica un elemento
essenziale per catturare la fiducia del lettore, e per far s che
continui a seguire il racconto... anche dopo lincipit.
3. La curiosit
52
pagina, la giri subito per capire che cosa succeder nella pa-
gina successiva, perch ti tiene con il fiato sospeso, perch
vuoi saper come andr a finire, perch quellemozione cos
potente che non puoi lasciarla a met, perch quel ritmo e
quello stile ti hanno conquistato e non vuoi abbandonare la
danza...
4. La provocazione
53
Quella della provocazione una strada difficile e perico-
losa: non sono pochi gli scrittori che hanno fatto una brutta
fine...
Stabilisce un patto difficile con il lettore. Non basta lan-
ciare la provocazione o la sfida: poi bisogna sostenerla per
tutto il libro, rilanciare e approfondire, pagina dopo pagi-
na... Bisogna continuare a dare schiaffi al lettore, nella spe-
ranza che ne voglia altri...
Se la provocazione regge per qualche decina di pagine,
senza sgonfiarsi, allora c da sperare che regga per un libro
intero...
5. Le verit eterne
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laforisma non semplice. Ci vuole un genio. Insomma,
una strada difficile, ci vogliono una certa ambizione e gusto
del rischio. Insomma, sconsigliato ai principianti.
Ma trovando laforisma giusto, ci si pu sempre provare...
55
7. Lincipit pi brutto dellanno
56
Per, se i tuoi colleghi di IoScrittore, dopo averti letto,
daranno al tuo incipit un giudizio profondamente disonore-
vole, traduci la prima frase in inglese e mandala subito alla
giuria del Bulwer-Lytton Fiction Contest. E che Snoopy te
la mandi buona!
Il consiglio
57
Lincipit, ovvero il primo appuntamento
di Charlotte
Da evitare
58
2) Anche se il vostro romanzo ha tantissimi personaggi, non
descriveteli tutti nelle prime pagine. In fondo meglio
farsi scoprire poco alla volta, no?
3) Non adottate uno stile che non sentite vostro. Se non
mettete mai i tacchi, perch metterli al primo appunta-
mento? Rischiereste di cadere.
Da fare
In bocca al lupo!
59
Come iniziare alla grande
di Manatee
60
unicit, nel presentarsi, in genere, credo si risulti pi inte-
ressanti se:
1. Si evita di parlare troppo di s (che vuol dire, nel vo-
stro ruolo di scrittori: limitate la voce narrante a un ruolo
descrittivo delle situazioni, senza eccessive riflessioni o
digressioni);
2. Si cerca di parlare di cose interessanti e di suscitare curio-
sit (che vuol dire poi far entrare subito il lettore nel vivo
della vostra storia).
61
Ecco da subito: 1. la presentazione di un personaggio;
2. un accenno minimo ma illuminante dambiente (una dio-
cesi piccola e pettegola); 3. una sentenza morale.
E da l tutto pu partire...
Buon lavoro!
62
Lincipit, ovvero aprite quella porta
di Louise Scott
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soprattutto, come lo voglio raccontare? Quale voce intendo
dare a queste parole?
Quali colori, quali emozioni sto per consegnare al mon-
do che mi accingo a raccontare? Se si riesce a rispondere,
la strada si distende, diventa un po pi pianeggiante al-
meno finch, allorizzonte, non spunta il fratello dellincipit:
lexplicit, il finale. Ma di questo, magari, parleremo dopo
aver percorso almeno un tratto di strada
64
In che modo cominciare?
65
Lincipit di un libro davventura
di C.C. Baxter
66
che scopriremo nel corso del libro. Di fatto lautore ci ha
agganciato e adesso siamo pronti a seguirlo senza esitazioni.
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Come iniziare un thriller bestseller?
di Sumimasen
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scrittori preferiti, Bret Easton Ellis, analizza le frasi daper-
tura dei suoi libri. la prova che non solo un bravo autore
pu scrivere incipit molto diversi fra loro, ma soprattutto
che il resto del romanzo a determinare la natura e lo stile
dellincipit, non viceversa.
69
Lincipit, ovvero lantipasto
di Piero Ribera
70
tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralit,
empiet insomma, bens perch il suo genio e unica ambi-
zione rimase in un territorio che nella storia non lascia trac-
cia: nel fugace regno degli odori.
In un paragrafo di undici righe e due frasi il lettore ap-
prende che: un romanzo storico (dove e quando); che al
centro di tutto ci sar un protagonista (Jean-Baptiste Gre-
nouille) eccezionale (sta a fianco dei grandi della sua epo-
ca), misterioso ( caduto nelloblio) e ambivalente (genio
e scellerato); che il tema del romanzo specifico (il mondo
degli odori). Tutto, praticamente.
71
Per un incipit da brivido
di La Svet
72
un obiettivo, uno solo fra questi, valutandone la presa sul
lettore, e attenetevi rigorosamente a questo.
A questo punto, ecco le mie personalissime, ma credo
sensate, preferenze in proposito.
1) Un incipit una singola, puntuale, precisissima emozio-
ne. Se riuscite a farmi provare esattamente lemozione
che vi siete prefissati, siete gi a un ottimo punto.
2) Una sola situazione. Pochi personaggi. Avrete tempo e spa-
zio nel resto del romanzo per approfondire ed espandere.
3) Se ci sono dialoghi, fatemi sentire la specificit delle voci.
Nel resto del romanzo, sarebbe meglio non aver bisogno
della specifica disse Giovanni per capire che a parlare
stato appunto Giovanni. Perch dopo due pagine, la
voce di Giovanni devessere riconoscibile da s.
4) Cambiate le carte in tavola. Spiazzatemi. Sorprendetemi.
Da subito.
5) Una piccola postilla sulla primissima pagina: evitate qual-
siasi elemento che possa potenzialmente respingere. Ave-
te davvero bisogno di dar carattere al vostro personaggio
facendogli pronunciare una sonora volgarit alla terza
riga? Avete davvero bisogno di un monoblocco descritti-
vo di venti righe ininterrotte senza salto di paragrafo, che
anche allocchio d limpressione di assenza di ritmo?
73
Lincipit non tutto nella vita di un romanzo
(ma lo aiuta a vivere meglio)
di Jim Hawkins
74
una copertina, aprono il libro e ne leggono le prime righe
per decidere se proprio quello il libro di cui hanno voglia
e bisogno.
Il primo compito di un incipit sar quindi quello di se-
durre e incuriosire il lettore, dargli una promessa di felicit
nella consapevolezza che quella promessa andr per man-
tenuta. Si tratta infatti di un vero e proprio impegno che lo
scrittore prende con il suo lettore: io ti offro questi ingre-
dienti, fidati di me, leggimi e non resterai deluso. E poich
non c nulla di peggio di una promessa non mantenuta, per
lo scrittore sarebbe un vero boomerang apparecchiare un
incipit pirotecnico che non abbia niente a che fare con il
resto del libro: ne otterrebbe solo un lettore deluso e ran-
coroso.
Ricapitolando: seduzione, patto con il lettore e niente ef-
fetti speciali che nascondano il nulla.
Lautore deve essere come loste onesto e benintenzio-
nato di cui si parla nellincipit di un capolavoro inglese del
Settecento:
75
sentono in diritto di criticare, di protestare, dimprecar ma-
gari contro il pranzo, senzalcun ritegno.
Ecco perch, per non deludere i clienti, loste onesto e
benintenzionato espone in genere una lista delle pietanze, a
cui tutti, appena entrati nella taverna, possono gettare uno
sguardo; ed essendosi resi conto di quel che c, possono
rimanere gustando ci che vien loro offerto, oppure andar-
sene altrove dove la lista meglio saccordi coi loro gusti.
Henry Fielding, Tom Jones, 1749
76
In questaltro, rendendo paradossale la stessa descrizione
fisica:
O con un noir:
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minare con la ragazza, lassassino le salt addosso senza una
parola, la sollev come se fosse un sacco dellimmondizia
e le fece sfondare la pendola accanto alla porta dingresso,
con una forza che neanche lui sapeva di avere. Non avrebbe
potuto fare di meglio, constat: era morta sul colpo.
Derek Raymond, Il mio nome era Dora Suarez, 1990
78
Come si erano incontrati? Per caso, come tutti. Come si
chiamavano? E che ve ne importa? Da dove venivano? Dal
luogo pi vicino. Dove andavano? Si sa dove si va?
Denis Diderot, Jacques il fatalista e il suo padrone, 1796
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Un incipit pu attrarre lattenzione del lettore puntando
da subito su temi incandescenti come il dolore, il male, la
morte, il peccato:
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio
peccato, anima mia.
Vladimir Nabokov, Lolita, 1955
80
molti scontri, ma il suo ultimo stato proprio e semplice-
mente un incidente lunico.
J.G. Ballard, Crash, 1973
81
ALTRI SPUNTI FONDAMENTALI
Ancora sullincipit:
sette spunti di discussione nati dai post
83
Al. Preposizione articolata, formata alla preposizione a
e dallarticolo il.
Sale. Cloruro di sodio (NaCl). Punto di fusione: 801 C
Massa molare: 58,44 g/mol. Densit: 2,16 g/cm. Punto di
ebollizione: 1.413 C.
Cribbio, ma come avevo fatto a innamorarmi di un uomo
cos noioso? E per di pi dotato di una memoria prodigiosa.
84
@Il Re degli Sfigati#12 La sorte di Fitzgerald sarebbe
chiara: come minimo gli cambierebbero lincipit di Tenera
la notte!
Appunto.
85
dellanno. Faccio il tifo per te! ;-) E grazie a tutti quelli che
hanno risposto al Lilium Test!
86
cercano in particolare? Io in ogni caso ho trovato applica-
bile quanto dici anche a narrativa in generale, era solo una
curiosit.
87
sformiamo in racconto, e in qualche modo li esorcizziamo.
Coltiviamo le nostre ansie, le addomestichiamo e le esor-
cizziamo.
Insomma, il genere ha il suo pubblico, ed un pubblico
molto ampio.
Questo lo sanno benissimo anche gli editor, e lhanno im-
parato anche gli scrittori.
Dunque un filone molto frequentato, dove la concor-
renza assai aspra, con numerosi grandi maestri che occu-
pano il centro della scena (e le posizioni di vertice nella clas-
sifica dei best seller).
Insomma, gli editor non cercano genericamente thriller e
noir: cercano il thriller e il noir che abbia qualcosa di specia-
le, che faccia scattare un brivido nuovo.
88
Il quiz di Vladimir Nabokov per scoprire
il segreto del bravo lettore
89
7. avere immaginazione;
8. avere memoria;
9. avere un dizionario;
10. avere un certo senso artistico.
90
Qualche ricetta per dare sapore (e profumo)
al protagonista del tuo romanzo
91
In primo luogo, significa aumentare la conoscenza di s
stessi, ovvero dellessere umano, nei suoi sentimenti, inte-
riorit, emozioni eccetera, ma anche nei suoi rapporti con
gli altri. Questo insegnamento (che anche una scoperta,
pagina dopo pagina, per lautore e per il lettore) nasce dalle-
sperienza dellautore e/o del suo personaggio, attraverso i
meccanismi dellidentificazione (vedi il punto 2. della lista
Nabokov).
In questa direzione vanno per esempio molti romanzi
rosa, ma ci andato anche Proust con la sua Ricerca del tem-
po perduto. Conoscere vuole anche dire scoprire il mondo, la
realt: per un autore di fiction pu significare, per esempio,
far scoprire una determinata epoca (nel romanzo storico),
o esplorare un problema dattualit o qualche risvolto della
scienza e della tecnologia (lo faceva magistralmente Michael
Crichton nei suoi thriller). Un dilemma su cui siamo sempre
avidi di conoscenze la differenza che c tra il bene e il
male, e la natura del male che in noi: un aspetto che esplo-
rano il gialli e i polizieschi da un lato, e il thriller e lhorror
dallaltro (oltre che molti classici, dove si parla spessissimo
di delitti & castighi)
Se torniamo alla risposta pi gettonata dagli studenti di
Nabokov, ovverola capacit di identificarsi con i personaggi
della fiction, a sostenerla la stessa capacit che ci porta
allempatia nei confronti degli altri, e forse addirittura ci
spinge allaltruismo. Uno degli aspetti pi affascinanti della
letteratura (e in generale della finzione) anche questo,la
letteratura (e il teatro e il cinema) ci spingono a identificar-
ci con personaggi molto diversi da noi (dallautore come
dal lettore). Diversi per et, per genere, per origine geogra-
fica, epoca storica, per convinzioni etiche, politiche, religio-
92
se Addirittura, a volte, un libro ci permette di identificarci
personaggi che ci fanno paura, che ci ripugnano, che dete-
stiamo: e per impariamo a conoscerli e forse a capirli,
perch sono esseri umani come noi.
Nessuno di noi (almeno spero!!!) vorrebbe essere il pro-
tagonista di un best seller mondiale come Il profumo di Pa-
trick Sskind, linodore Jean-Baptiste Grenouille, maestro
nel miscelare aromi ed essenze, ma soprattutto serial killer
di fanciulle nella Francia del Settecento.
C insomma una distanza tra lautore e il personaggio,
che la lettura pu aiutarci a colmare. C anche una distan-
za tra lautore e il personaggio, persino nel caso dellauto-
biografia, nel momento stesso in cui viene oggettivata sulla
pagina. Cos, rispetto al suo personaggio, lautore pu per
esempio saperne di pi (se per esempio il protagonista, e
magari lIo narrante sono quelli di un bambino), o di meno
(se il protagonista Einstein o Leonardo, magari).
Dunque scrivendo necessario dosare con sapienza
quello che fa dire e fare al suo eroe, affinch resti credibile e
al tempo stesso catturi linteresse del lettore: labilit artigia-
nale, il miracolo della sensibilit dei grandi autori, sta anche
nel sapiente dosaggio delle informazioni che il personaggio
trasmette al lettore.
Unultima annotazione, ancora sul tema delleroe. Ci sono
personaggi che non cambiano nel corso del romanzo, che
restano sempre uguali a s stessi, con il loro carattere, le loro
emozioni, le loro reazioni, i loro gesti. Tipicamente, sono gli
eroi dei romanzi davventura, che grazie alle loro virt (la for-
za, lastuzia, la pazienza o lirruenza, lanello magico del fan-
tasy o il gadget supertecnologico della fantascienza) superano
qualunque ostacolo per raggiungere lobiettivo finale.
93
Non abbiamo bisogno che questi personaggi cambino,
nel corso della storia, perch loro sono in grado di cambiare
il mondo. Non ci aspettiamo e non vogliamo che Sando-
kan o James Bond smettano di essere leroe che amiamo, li
vogliamo vedere di nuovi protagonisti di unaltra avventura.
Ci sono invece personaggi che nel corso del romanzo
cambiano, evolvono: la realt, le esperienze che vivono, gli
incontri che fanno, il dolore e la felicit che sperimentano,
li trasformano, e noi i lettori che li accompagnano in que-
sto cammino cambiamo con loro. il meccanismo che
caratterizza i romanzi di formazione, quelli dove il pro-
tagonista, pagina dopo pagina, cresce e matura, costruendo
la propria identit e trovando il proprio posto nel mondo.
Accade per esempio in uno dei grandi capolavori della
letteratura, La montagna incantata di Thomas Mann, ma an-
che in romanzi che fin dal titolo evidenziano la crescita, lap-
prendimento, il cammino verso la consapevolezza: Gli anni
di apprendistato di Wilhelm Meister di Goethe, oLe illusio-
ni perdute di Balzac, Leducazione sentimentale di Flaubert,
solo per citare tre capolavori ottocenteschi (la stessa cosa
capita, se proprio volete saperlo, anche nella Divina Comme-
dia e in Pinocchio, seppure con modalit un po diverse).
Anche se poi la maggior parte dei protagonisti dei ro-
manzi che amiamo sono un po un misto delluno e dellal-
tro: un po James Bond, un po Hans Castorp, un po Sando-
kan e un po Pinocchio: per alcuni aspetti restano uguali a s
stessi dalla prima allultima pagina, per altri si trasformano,
evolvono, forse maturano
Per sintetizzare, alcune domande:
che cosa mi trasmette quel personaggio? che cosa mi in-
segna, di me e del mondo?
94
che rapporto c tra il personaggio e i suoi due creatori,
lautore che lha ideato e il lettore che lo ricrea nella pro-
pria mente?
come cambia il mondo di quel personaggio? e la realt
che incontra lo cambia? e come?
quali sono gli ostacoli che affronta, dentro e fuori di s?
come li supera? chi lo aiuta e chi lo ostacola?
95
Come suscitare la curiosit del lettore?
Consigli e sorprese
96
Chi racconta storie si trova oggi in una situazione meno
drammatica dellastuta Sheherazade, ma la storia che rac-
conta corre lo stesso mortale pericolo. Se il lettore labban-
dona, muore. Se arriva fino in fondo, e inizia a raccontarla
a qualcun altro, la sua storia continua a vivere.
Ma c un trucco. Il bravo narratore sa che tutti noi
compreso il feroce sultano abbiamo fame di storie, e vo-
gliamo sapere come va a finire. Dunque il bravo narratore
conosce questa debolezza e ne approfitta. Ma deve farlo con
abilit e astuzia.
Per cominciare, deve sapere che la curiosit del lettore va
solleticata a due livelli.
C unesca che agisce frase dopo frase, pagina dopo pa-
gina. Insomma, quello che trasforma un libro in un page
turner, come si dice dei best seller made in USA: quei
libri che ti obbligano ad arrivare in fondo alla pagina, e gira-
re pagina per vedere che cosa succede in quella successiva.
Per capire come valutare labilit del lettore e dellauto-
re nelluso di questa esca, possono essere utili le tecniche
che usano gli autori teatrali e gli sceneggiatori cinematogra-
fici. Ogni storia si pu dividere in scene, o in inquadrature
(che non necessariamente coincidono con i capitoli, anche
se questo pu aiutare). In ciascuna di queste scene, dovreb-
be succedere un fatto (che pu essere anche un evento in-
teriore); questo evento deve aprire diverse possibilit: solo
il prosieguo del racconto potr decidere quale si avverer.
Alla curiosit, insomma, deve seguire la sorpresa: gli
ascoltatori, i lettori amano essere sorpresi, nellinfinita (o
quasi) gamma delle possibilit. Il narratore deve proporre
una soluzione narrativamente credibile, ma che insieme al-
larghi la gamma del reale.
97
Un narratore che riesce a giostrare i suoi romanzi con
grande abilit, scena dopo scena, Andrea Vitali. un nar-
ratore naturale, che nutre la sua sapienza di scrittore anche
delloralit, ma che ha un ritmo moderno. I capitoli dei suoi
romanzi possono anche essere brevissimi a volte poche
righe, ununica frase ma in quelle righe succede sempre
qualcosa. I capitoli si chiudono creando unattesa nel letto-
re, una curiosit che per spesso non viene immediatamente
soddisfatta alla pagina successiva: perch, con abile tecnica
di montaggio, Vitali cambia scena e/o sottotrama, rilan-
ciando il gioco (Vitali usa anche un altro trucco, una sorta
di enjambement narrativo, per legare un capitolo al succes-
sivo: unimmagine, una parola che incatena una situazione a
unaltra, magari lontanissima nel tempo e nello spazio).
Quella di Vitali una tecnica narrativa basata su un mon-
taggio cinematografico, che molti teatranti e romanzieri
usavano in realt molto prima dellinvenzione del cinema.
Ecco, per essere efficace il narratore deve insieme spin-
gere e attrarre, guidare e sorprendere. Mettere insieme que-
sti opposti accostando due verbi allinfinito, molto facile:
farlo un po pi difficile. questione distinto, ma anche
di tecnica.
Sheherazade combatte la sua lotta per la vita in ogni
istante della sua storia, nel corpo a corpo con il suo ascolta-
tore. Ma sa anche che la battaglia si decide anche in campo
aperto e che una guerra molto difficile, perch le storie,
lo sappiamo, sono solo quattro. E con quattro sole storie,
come incuriosire e sorprendere il lettore?
(E se non credete che le storie siano solo quattro, segui-
temi!)
98
Ma davvero esistono solo quattro storie?
Una storia procede passo dopo passo, frase dopo frase, sce-
na dopo scena. Poi ha un disegno complessivo, unarchitet-
tura che tiene insieme tutti questi mattoni. la struttura del
romanzo, la storia che racconta. Noi pensiamo che le storie,
i romanzi, siano infiniti, e altrettanto infinite le loro varianti,
cos come la vita di ciascuno di noi ne siamo convinti
unica e irripetibile.
Secondo Jorge Luis Borges, invece, solo quattro sono
le storie.
99
Unaltra storia, che si ricollega alla prima, quella di
un ritorno. Quello di Ulisse, che dopo aver errato per dieci
anni per mari pericolosi, dopo essersi fermato su isole in-
cantate, ritorna alla sua Itaca, spiega ancora Borges. Per
chi ama lo sport, la maratona, o una gara di fondo, le 18
buche di un campo da golf. Per chi ama il rosa... c bisogno
di citare Calipso, Circe e Nausicaa?
100
una combinazione di queste quattro storie di base. Ma
resta un dubbio: le storie sono davvero solo quattro? Qual-
cuno di voi riesce a immaginare la quinta storia?
101
I dieci peggiori lettori della mia vita
(e come farne buon uso)
102
ch la letteratura una cosa seria (quasi quanto la vita), ma
il torneo anche un gioco (come la letteratura, come la vita).
103
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quella scena, quella frase, ti hanno ricordato un episo-
dio particolarmente spiacevole della tua miserabile vita.
Probabilmente non sai nemmeno perch ti sei irritato
cos tanto, ma il tuo inconscio di sicuro lo sa benissimo.
Cos ti sei concentrato su quella pagina, e basandoti su
quella e solo su quella hai demolito di slancio anche
le altre 250 (che secondo me non ha nemmeno letto...).
Un po come quelli che, dopo che gli hai presentato una
ragazza troppo bella per lui, ti spiega: Ma lhai vista?
Ha le ginocchia grosse Va bene, quelle venti righe
le tolgo, le aggiusto, le sistemo. Ma il resto del romanzo
ti piaciuto o no? Post scriptum. Tranquillo. A quella
ragazza troppo bella, viso angelico, seno perfetto, lato
B da antologia, pure intelligente e spiritosa, tu non le
piaci E non ha le ginocchia grosse!
3. Lo snob. Il mio libro non ti interessa. Proprio per nien-
te. Come probabilmente non ti interessa nessuno dei
libri che leggi. Per te, la lettura solo un pretesto per ci-
tare tutti i libri che hai letto. Anzi, tutti i libri che proba-
bilmente non hai letto, ma te li sei fatti raccontare dalla
mamma, dal fidanzato, dalla maestra... E infatti spari
titoli a raffica, ma a sproposito, a casaccio (alcuni di
quelli che secondo te mi hanno ispirato, confesso, mica
lo ho letti...). Per quanto riguarda il romanzo con cui tu,
caro lettore, partecipi a IoScrittore, gi me lo immagino:
profondo come 50 sfumature di grigio, divertente come-
La noia, sexy come I promessi sposi. Qualcosa ho letto
anchio, sai?
4. Il frettoloso. vero, hai mille cose pi importanti da
fare. Probabilmente la tua velocit media di lettura
di 100 pagine ogni mezzora: una lettura diagonale e
104
balzellante che salta la parte alta e quella bassa della
pagina, linizio e la fine di ogni riga (e secondo me pro-
babilmente anche quello che ci sta in mezzo ti sfugge,
nello slancio). Insomma, non mi sorprende che tu non
ci abbia capito niente del mio libro. Ma riassumere il
mio romanzo in un tweet, che assomma varie impreci-
sioni, non mi pare serio. Il protagonista non si chiama
Rino ma Tino, la vicenda non ambientata a Cagliari
ma a Calgary, non intitolato Il corruttore ma Il corret-
tore. Se dietro l# di questa tweet-recensione metterai il
mio nick, di certo non avrai il mio RT.
5. Il pignolo. Hai riassunto il libro, elencando tutti gli
snodi della trama e delle sottotrame. Hai identificato lo
stile, anche se ci hai messo qualche aggettivo di troppo:
che intendi quando dici: tra il bucolico e il sottile, op-
pure pi verdeggiante che mozartiano, anche se tutta-
via aromatizzato al timo? Hai schedato i punti di vista,
la diegetica e le deissi, lintertestualit e gli omoteleuti.
Non una lettura, una radiografia del mio testo.
vero, ti dovrei ringraziare: non ho mai avuto, e proba-
bilmente non avr mai, una lettura cos attenta e minu-
ziosa. Lho studiata con attenzione, ho meditato su ogni
tua virgola. Per mi resta una curiosit: il mio libro ti
piaciuto?
6. Il maniaco delle liste. Anagrafe dei personaggi: nome,
cognome, et, professione, aspetto fisico, caratteristiche
psicologiche. Linkografia dei siti dove navigano i perso-
naggi. Elenco di libri, canzoni, film, trasmissioni radio
e tv, opere darte, eccetera, citati dai personaggi (mi hai
dato unidea, contatto le star citate per la presentazione
del libro). Lista degli alimenti con cui si nutrono i per-
105
sonaggi, compreso il gattino della protagonista (mi hai
dato unidea, a inizio capitolo ci metto le ricette). Itine-
rario dei luoghi visitati nel romanzo (mi hai dato unidea
per una joint venture con TripAdvisor). Censimento dei
brand menzionati nel romanzo (mi hai dato unidea per
il product placement). Grazie mille, la tua recensione mi
stata utilissima. Ma sei sicuro che basti mettere que-
sti ingredienti nel computer, agitarlo vigorosamente (o
mixare il tutto con il minipimer), passare il tutto per
cinque minuti al microonde (funzione grill), e poi viene
fuori un romanzo come il mio?
7. Il serial killer. Va bene, sono un analfabeta in preda
a un raptus di grafomania. Va bene, i miei personaggi
sono idioti senzanima, specchio della mia psicologia
spelacchiata. Va bene, il mio romanzo noioso come
una piovosa domenica pomeriggio dinverno seduto
sulla panchina del parco, come certamente devessere la
mia vita sessuale e sentimentale. Va bene, i miei dialoghi
sembrano inventati da un computer dislessico e dunque
ovvio che ho una vita sociale meno frenetica di quella
di una monaca di clausura. Va bene gli insulti, ma entra-
re nel merito? Ma poi, della mia vita, che ne sai? Magari
scrivo libri cos brutti e noiosi proprio per compensare
leccesso di emozioni della mia vita vera...
8. Il generale. Per te la letteratura sono i generi letterari.
Nella tua analisi hai usato sofisticati marker lessicali e
paragoni con gli autori cult, attingendo alla tua espe-
rienza di fan di qualunque ossessione culturale e sot-
toculturale. Perci hai decretato che il mio romanzo
20,4% fantasy, 15,2% noir con una sfumatura di thril-
ler (1,12% circa), 30% storico, 27,2% rosa, 43% fan-
106
tascienza, 3% saggio economico, 8% romanzo di for-
mazione (che corrisponde al 15% nella prima parte e
3% nella seconda). Ho provato a fare la somma, siamo
molto oltre il 140%. Ma allora tutto quello che va oltre
il 100% metaletteratura? un buon segno? Devo es-
sere orgoglioso?
9. Il consigliere. S, vero, il mio romanzo ti ha fatto schi-
fo, davvero pieno di difetti e tu mi hai dato una mol-
titudine indicazioni utili. Anna potrebbe avere i capelli
rosso Tiziano, invece che biondo cenere. Lei e Marco
avrebbero potuto andare in vacanza a Varigotti inve-
ce che ai Piani di Bobbio. Quel giorno la temperatura
avrebbe potuto esser un po pi fresca. Laccento di An-
drea avrebbe potuto essere pi zurighese che bavarese.
E quella sera avrebbe potuto guidare una BMW invece
che una Audi (ma quale modello, cara?). C solo un
piccolo problema: il romanzo lho scritto io. Tuttavia
mi sorge un sospetto: forse avresti voluto scriverlo tu,
il mio romanzo. Secondo me, la tua lettura sintomo di
un acuto attacco dinvidia...
10. Il fanatico. Va bene, hai scritto che il mio romanzo ti ha
commosso pi di Love Story. Ti ha fatto pi ridere di Un
pesce di nome Wanda. pi profondo e misterioso del
Castello di Platone. Il mio stile ha la musicalit leggera
di Mozart e la complessit di una fuga di Bach. La mia
autoconsapevolezza vale quella di Agostino e Rousseau
dopo le loro confessioni, quanto quella di Proust dopo
che ha ritrovato il tempo perduto. La mia conoscenza
dellanimo umano ricorda Freud e Dostoevskij. E io ci
devo credere?
107
Conclusione. A parte gli scherzi, leggete tutti i pareri di
lettura sul vostro libro con umilt e attenzione, come se
si riferissero allopera di qualcun altro. Valutateli tutti con
attenzione: alcuni commenti sono probabilmente idioti o
malevoli, ma di sicuro molte osservazioni sono ragionevoli.
Dunque valutatele con attenzione, e riflettete se posso-
no essere utili a migliorare il vostro romanzo. E alla fine,
dopo averci ragionato, meditato, riflettuto, fidatevi della vo-
stra pancia.
108
Letteracura, ovvero perch leggere ti fa bene
Caro lettore,
quello che vedi nel titolo, come cercher di spiegare, non
un refuso ma un gioco di parole. Spero per cominciare che tu
sia un lettore forte, ovvero che tu faccia parte di quel 14,5%
degli italiani che si legge almeno un libro al mese (secondo
dati ISTAT). Lo spero per gli autori, per i librai, per gli edito-
ri, ma soprattutto per te. Perch leggere fa bene, come sapeva
Marcel Proust (la lettura, a differenza della conversazione che
subito svanisce, penetra nellanima) e come hanno dimostrato
diverse recenti ricerche scientifiche.
Per cominciare, leggere fa bene perch ci aiuta a capire
meglio il mondo, ma anche noi stessi e i nostri sentimenti,
soprattutto attraverso la narrativa: i personaggi con cui ci
identifichiamo e le loro storie ci formano e costruiscono la
nostra identit individuale e collettiva. Forse per questo
che le donne, che leggono pi romanzi degli uomini, sono
pi attente alla vita interiore, sia la loro sia quella altrui. (O
forse vero il contrario: le donne leggono pi degli uomi-
ni proprio per la loro necessit di comprendere meglio la
nostra vita interiore). Con queste premesse, non sorprende
che sia nata una disciplina come la Libroterapia, o Bibliote-
109
rapia. Il primo a sistematizzate la pratica, intorno al 1930,
stato uno psichiatra americano, William Menninger, che ha
iniziato a far leggere ad alta voce, nei reparti ospedalieri, se-
condo percorsi di lettura guidata. Il terapeuta ha il ruolo di
scegliere i percorsi di lettura, sulla base delle diverse patolo-
gie: la Libroterapia particolarmente sarebbe particolarmen-
te indicata per alleviare sindromi depressive, disturbi dan-
sia e sessuali. Particolarmente consigliate le testimonianze di
persone che raccontano i loro percorsi di guarigione.
Alla terapia di gruppo poi subentrata la terapia indivi-
duale: dopo il primo approfondito colloquio, lo psichiatra
assegna al lettore-paziente un programma di lettura; succes-
sivi incontri verificano lefficacia della pratica ed eventual-
mente consigliare altre letture. In Francia se n occupato-
Marc-Alain Ouaknine, in Italia il testo di riferimento da
alcuni anni Libroterapia. Un viaggio nel mondo dei libri,
perch i libri curano lanima di Miro Silvera, autore (tra
laltro) del celebre aforisma: Chi non legge ha unanima
anoressica. Pi di recente, qualcuno ha anche proposto
una nuova pratica: Francesco Marchetti, autore di La dieta
letteraria, spiega Come leggere bene senza appesantirsi (
uno dei quattro divertenti volumetti pubblicati da Editrice
Bibliografica nella collana Wuz diretta da Giulia Mozzato,
dove si parla e sparla anche di incipit, grazie a Matteo Baldi,
dei clienti delle libreria di provincia, grazie a Stefano Ama-
to, e di come fingere di aver letto un libro senza averlo fatto,
grazie a Sandra Bardotti: ma chi legge per IoScrittore sa che
impossibile giudicare un libro senza averlo letto, ti sgama-
no subito).
Francesco Marchetti divide i libri in tre macrocategorie:
i classici, che contengono proteine, ovvero i mattoni
110
della nostra crescita e rivestono un ruolo importante
nella vita di tutti noi;
i best seller, ricchi di carboidrati, che finiscono per
costituire la parte essenziale della nostra alimentazione,
anche se non sono considerati nutrienti essenziali;
i libri della vita, ovvero quelli dei nostri autori preferiti,
che vanno assunti costantemente, insomma periodi-
camente riletti, e che sono le nostre vitamine letterarie
(a proposito, quali sono le tue vitamine letterarie? Tra le
mie ci sono sicuramente Dante e Shakespeare, Artaud e
Thomas Bernhard, Platone e Dostoevskij...).
111
teico: Don Chisciotte, che impazzisce per aver letto troppi
romanzi cavallereschi; ed Emma Bovary, che getta al vento
la sua vita per aver letto troppe storie damore... Per non
parlare dei libri assassini che popolano la narrativa: basti
pensare al Nome della rosa...
(Unultima domanda, amico lettore: ci sono letture che
mettono in pericolo la tua vita, o la tua sanit mentale? Per
me, quelli noiosi, e che non riesco a smettere di leggere...)
Nella certezza che leggere sia uniniezione di salute (e maga-
ri un po una droga, come lo del resto la lettura) ti prego
di accettare i miei migliori auguri di buona lettura e sicura
guarigione.
112
A volte le critiche possono essere utili:
aperta la caccia al clich
113
Gli insulti al nostro capolavoro immortale ci indignano:
non li meritiamo, ci abbiamo messo dentro lanima, in quel
manoscritto, Che la mia ex fidanzata Clotilde dice che
un capolavoro che lha divorato, e la mia amica Cicci le
piaciuto un botto.]
Al di l di complimenti e offese generici, servono per
soprattutto consigli e critiche costruttive, che possano aiu-
tare a migliorare il libro (o aiutare lautore, quando si ri-
metter a scrivere).
Qualche esempio, per cominciare, sugli effetti che pu
provocare la lettura di un romanzo.
114
Un esempio. Proviamo a partire dalla passione, lenergia
che mette in moto la macchina romanzesca. Spesso una
faccenda da piromani: la passione infiamma, brucia,
consuma... Allora meglio ricorrere allacqua: la passione ci
travolge come un torrente, a onde (o ondate), naturalmente
torbide; finch non ci si annega, e si affonda. Ma a cosa
sono dovuti questi turbamenti? Proviamo a guardare il me-
teo: tutti i mediocri scrittori infarciscono i romanzi di tempe-
ste di passione o uragani di passione, soprattutto quando
leroe e leroina restano soli... Per salvarsi non basta la Prote-
zione Civile, soprattutto se arriva limmancabile terremoto
di passione. A volte serve il medico: le passioni ubriacano,
accecano, fanno impazzire, finch non diventano cannibali
che divorano la loro preda, rosa dalla passione. Possono
anche essere usate come mezzo di trasporto: spingono e muo-
vono di qua e di l con grande vigore. Le passioni con quel
loro spreco di energie verbali diventano irresistibili quando
sono applicate a oggetti banali: una profonda passione per la
pasta al forno, una torbida passione per le violette di mag-
gio, una passione incoercibile per le cinture di stoffa...
I clich hanno poi, a loro volta, una passion predomi-
nante, come Don Giovanni: si accoppiano e si moltiplicano
senza sosta.
Le passioni sono quasi sempre sfrenate ( per questo
che quando vi muove la passione, dovete stare molto atten-
ti: se siete in un romanzo, prima o poi andate a sbattere!).
Laggettivo sfrenato, appena evaso dal vocabolario, cos
sfrigolante e liberatorio, contagia come unepidemia, pagina
dopo pagina, anche corse (sfrenate), cavalcate (sfrenate), fu-
ghe (sfrenate), inseguimenti (sfrenati), ma anche ambizioni
(sfrenate), vizi (sfrenati), illusioni (sfrenate)...
115
Ecco, il bravo lettore cerca di metterci un freno, alla
sfrenata passione per i clich. Magari utilizzando larma
dellironia. Ma qui vi rivelo un mio clich: uso troppo spesso
lironia (e la parola ironia). Cerco di rimediare usandola a
piccole dosi: un pizzico dironia, un briciolo dironia,
una punta dironia (nello sguardo, nella voce, nella frase,
o dove preferite).
Ma voi, nelle vostre letture, avete trovato qualche irresi-
stibile clich?
Che so, le illusioni: prima nutrite e cullate (o misteriosa-
mente usate come culla: Mi cullavo nelle mie illusioni).
Poi accarezzate e coltivate, prima di diventarne preda, e alla
fine romperle, o perderle...
116
Chi mi garantisce che sono davvero uno scrittore?
E poi, che cosa uno scrittore?
117
Il curriculum perfetto
Lautocertificazione
Per qualcuno basta volerlo: Ho sempre saputo che sarei
diventato uno scrittore. Da bambino, quando mi chiedeva-
no che cosa volessi fare da grande, non dicevo il pompiere o
lastronauta o il calciatore. Sulla carta didentit, accanto a
Professione ho fatto scrivere: Scrittore. Nessuno ha obiet-
tato. Prima o poi un libro lo scrivo, promesso.
Il diploma
C chi pensa che per diventare scrittore sia necessaria una
adeguata formazione, come per molti altri mestieri: Mi
sono laureato in lettere classiche con 110 e lode e una tesi
sulle metafore calcistiche nella narrativa cannibale. Ho se-
guito due master di editoria, un corso di scrittura diretto da
un importante editor, infine tre seminari: storytelling inte-
rattivo, punteggiatura creativa e autoediting. Sono vicepre-
sidente della Scuola dello Sguardo Obliquamente. Ho vinto
una borsa di studio per uno stage presso la casa editrice am-
burghese Kitsch & Spritz. Ma pi di tutti ringrazio la mia
maestra Rosa Rosae, che mi ha fatto capire che la M ha due
gobbe, come il caMMello, invece la N ha solo una gobba,
come il DroNe Dario.
Lesercizio
Naturalmente la pratica e lallenamento aiutano e fortifica-
no: Ho scritto un romanzo storico, un romanzo epistolare,
un racconto di fantascienza, un saggio sulla fine dellimpero
romano, un pastiche erotico, una silloge poetica, una bio-
grafia di Maria Antonietta. La mia ultima opera la parodia
118
del romanzo inedito di un esordiente (un mix dei preceden-
ti). Li conservo tutti nel mio pc. Non li ho fatti leggere a
nessuno, ogni tanto li correggo.
La cerchia
sempre possibile confidare sul sostegno e sullincorag-
giamento di amici e parenti: Lho fatto leggere al mio ex
fidanzato. Mi ha detto che ha pianto da pagina 5 fino alla
fine, ma quando mi ha reso il libro ho visto solo macchie di
sugo. Poi lui lha fatto leggere alla sua fidanzata. Anche lei
ha pianto da pagina 5 fino alla fine, mi ha mandato un sms
che sono una vera scrittrice, profonda ed emozionante. E ha
subito lasciato il mio ex fidanzato. Il mio romanzo Mollami!
piaciuto moltissimo anche alla mia mamma e alla mia ex
suocera, che si sono sempre detestate. Vender milioni di
copie!
La corporazione
Per costruire la propria identit, pu essere utile entrare a
far parte di un gruppo con le stesse aspirazioni e affinit:
Dai? Anche tu stai scrivendo un fantasy? Dai, vieni anche
tu gioved al Bar Bosco Puffo. Dai, ci vediamo una sera alla
settimana, tutti vestiti da draghi e fatine, e leggiamo quello
che stiamo scrivendo ad alta voce! Dai, c anche il biliar-
do...
Leditore
La lealt di amici, fidanzate e fidanzati non si discute. Ma
non necessariamente i nostri cari sono sostenuti da una ade-
guata competenza editoriale e letteraria. Meglio lopinione
di un esperto: Ho mandato il mio romanzo a 457 editori,
119
selezionati su eBay. Lunico che mi ha risposto mi ha scritto
che era un romanzo bello e intenso, profondo ed emozio-
nante. Mi ha chiesto 3000 euro per pubblicarlo.
La cosa!
il momento forse pi emozionante nella vita di ogni scrit-
tore: larrivo della prima copia del proprio capolavoro. Una
vaga aspirazione, il sogno coltivato per anni in segreto, lo-
biettivo tenacemente perseguito tra mille difficolt e rifiuti,
trova finalmente una oggettivazione: Ecco! Ecco!!! Ecco il
mio libro, amore caro amore bello!!! Sono 232 pagine corpo
7, vedi? Cos costa solo 4,90 euro. Ma senti il profumo? Vuoi
toccare la carta? Hai visto la copertina? Ti piace, vero?
I lettori
Avere tra le mani finalmente! il proprio libro sufficien-
te per definirsi scrittore? Attenzione... Non basta lanciare la
stampa di un file e mettere una spirale di plastica alla risma
ancora calda di fotocopiatrice per proclamarsi scrittore...
Perch... Ma se poi non lo legge nessuno? Il mio romanzo
lhanno scaricato gi 276 lettori in sole 14 settimane, con un
trend decisamente positivo, +0,13% nellultima settimana,
a un prezzo di 0,0009 euro. Sono arrivato al 34.567 posto
della classifica di Amazon alle 20 e 55 dellaltroieri. Purtrop-
po tutte le recensioni le ho postate io.
La critica
Il successo di pubblico non basta. Rischia di essere effimero,
un fuoco di paglia che non lascia tracce. Forse quelle pagine
hanno solo solleticato gli istinti pi bassi di lettori diseducati
e abbruttiti da decenni di cattiva letteratura, cattivo, cinema,
120
cattiva televisione, cattivo youtube. Serve lavallo di un let-
tore autorevole. Hanno scritto che il mio romanzo bello
e intenso come quelli di Jane Austen. Profondo ed emozio-
nante come i capolavori di Dostoevskij... S, sulla rivista del
liceo dove studia mia figlia.
I riconoscimenti
E si pu fare di meglio: il verdetto della giuria di uno dei
numerosi premi letterari che vengono assegnati ogni anno
in Italia: Ho vinto il Premio Esordiente dellanno tra i 34 e
i 35 anni assegnato dalla Pro Loco di Sa-dio-dove.
Lacclamazione
Grazie al televoto, ho vinto un talk show per talenti lettera-
ri. Insomma, come Marco Carta ma per i libri.
121
Langoscia
Ma sono un vero scrittore? Il mio prossimo libro sar allal-
tezza del precedente? Piacer? Vender? E la critica?
IoScrittore
Non esistono un diploma, un esame di Stato, un albo degli
scrittori. Chi scrive ha con la propria vocazione un rapporto
complesso e stratificato. Da un lato ci sono spinte soggettive,
profonde. Dallaltro c laspirazione al riconoscimento da
parte degli altri. Ci sono soddisfazioni e delusioni, e bellissi-
mi sogni che a volte si realizzano. La formula di IoScrittore
nelle varie fasi del torneo mette allopera diversi mec-
canismi che aiutano a trasformare lo scrivente in scrittore,
e sintrecciano con la domanda: Che cos uno scrittore?
122
Il lavoro dello scrittore
1. I dionisiaci
123
2. Gli impiegati
124
3. Gli intermittenti
4. I cesellatori
125
A volte questi amanti della precisione diventano oggetto
di ironia. Cos Stephen King racconta (o immagina) un dia-
logo tra Joyce e un amico curioso.
James, che cosa c che non va? il lavoro?
James asser, senza nemmeno alzare la testa.
Quante parole hai scritto oggi?
Sette
Sette? Ma James... ottimo, almeno per te!
Suppongo di s, ma non so in che ordine vanno.
5. I fuoriclasse
126
6. La app
127
Piccoli segreti delle signore del giallo
di Luca Crovi
128
quotidiana e dalla consuetudine con i crimini e i delitti che
stata coltivata nel tempo da queste scrittrici.
129
comera lInghilterra di un certo periodo, attraverso la nar-
rativa di genere, rispetto ai romanzi cosiddetti mainstream.
Credo che valga soprattutto per una scrittrice di gialli come
Dorothy L.Sayers, grazie alla quale sappiamo esattamen-
te come fosse lavorare in un ufficio londinese prima del-
la guerra oppure lavorare nelle aree paludose prima della
guerra. Se i miei libri sopravvivranno spero davvero che
lo facciano mi auguro che possano fornire alla gente uni-
dea di come fosse vivere tra la fine di un millennio e linizio
di quello successivo, nellInghilterra del Ventesimo Secolo,
con tutti i suoi problemi.
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maggior forza alle parole perch le parole sono limpalcatu-
ra, la materia prima del nostro lavoro. Non importante di-
sporre di un vocabolario pi ampio, tanto per utilizzare delle
parole insolite, ma pi ne avete meglio . E leggete molto e,
soprattutto, leggete gli scrittori migliori. Non per copiarli,
ma per vedere come scrivono e per imparare da loro come
io ho imparato da Jane Austen, Graham Greene e Evelyn
Waugh. E poi scrivete, esercitatevi. Non si diventa scrittori
solo col pensiero. Lo si diventa imparando a scrivere. Non
credo che faccia nessuna differenza iniziare con dei racconti
o persino tenere un diario, descrivere semplicemente quel-
lo che ci successo oppure provare a scrivere un romanzo.
Scrivete! E poi dovrete essere davvero aperti alle esperienze.
Dovrete mostrare empatia con la gente, essere in contatto
con altre persone, parlare con altre persone e imparare quel
che c da imparare su di loro e non solo su voi stessi.
131
vrete condurre le vostre ricerche, dovrete studiare il lavoro
della polizia, scoprire come opera la polizia. Per esempio, se
nella vostra storia viene commesso un omicidio, dovete sa-
pere chi interviene, quali sono i suoi doveri, cosa fa. Dovre-
te informarvi sui metodi della polizia scientifica. Insomma,
dovrete informarvi sui dettagli tecnici. Tutte cose in pi che
dovrete fare se intendete scrivere un giallo, ma ovviamente
la detective story anche questo. Se invece la storia che scri-
vete diversa, pur rimanendo nellambito del noir, potrebbe
non esserci lintervento della polizia. Per, soprattutto se
scrivete un giallo, dovrete fare ricerca. Per il resto, vale tutto
quello che vale per ogni altro tipo di romanzo.
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Spesso mi scervello sulla trama di un romanzo per giorni e
giorni. Quando penso che sia pronto, scelgo un albergo di
quartordine. Un posto dove so che non potr far altro che
scrivere, dove non sar sottoposta ad alcuna distrazione, e
avr tutto il tempo che voglio a mia disposizione. Un albergo
i cui letti sono cos scomodi che non ti viene nemmeno la
voglia di andare a dormire presto e di alzarti tardi, le cui pol-
trone sono cos rigide che non puoi restarci seduto a lungo
per riposarti. Un luogo dove il cibo cos poco invitante che
ti alzi da tavola il pi presto possibile. Gli ospiti che soppor-
tano le condizioni di vita di un tal posto devono essere ne-
cessariamente cos stupidi che non pensabile farseli amici:
sarebbe uno spreco di tempo prezioso in chiacchiere inutili.
In questo modo, il libro pronto in poche settimane. Poi
rimetto nella valigia i pochi vestiti da quattro soldi che ho
indossato durante la trasferta e ritorno trionfalmente a casa.
Chi ha ucciso una volta, quasi sempre ricade nel delitto; non
fosse che per tentare di assicurarsi limpunit.
133
La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga
i miei romanzi.
134
rompicapo. La Highsmith, come dimostrano i suoi racconti
e i suoi romanzi, sempre stata affascinata dagli assassini e
dai predatori che per certi versi considerava una razza su-
periore. Patricia Highsmith non volle mai andare sul set di
Delitto per delitto per incontrare Alfred Hitchcock, n accett
di diventare per lui sceneggiatrice, ma gir comunque per set-
timane portando con s la lettera personale del regista inglese
che le comunicava di aver scelto il suo romanzo Sconosciuti
in treno come suo nuovo film. La Highsmith fu consapevo-
le fin dallinizio della sua carriera che non basta avere una
buona storia per essere scrittori, bisogna anche saperla rac-
contare. Vale la stessa regola nelle buone barzellette. Se chi le
racconta anticipa il finale, o si mette a ridere prima, leffetto
non funziona. per questo che per poter scrivere un noir che
funzioni non basta avere un buon soggetto, bisogna saperlo
mettere sulla pagina ed essere capaci di stimolare le emozioni
dei lettori catturandole fin dallinizio. Fra le pagine di Come si
scrive un giallo: teoria e pratica della suspense (Minimum Fax),
la stessa Highsmith spiega accuratamente come una storia in-
teressante abbia poi bisogno dello scrittore giusto. Una sua
amica le propose di scrivere una storia di questo tipo: Una
vedova, artista di successo, tiranneggia e assilla il figlio de-
cenne, gli fa indossare vestiti troppo infantili, lo costringe ad
ammirare le proprie creazioni artistiche, insomma lo sta tra-
sformando in un tormentato nevrotico.
So che state pensando gi a un emulo del Norman Bates
creato per Psycho da Robert Bloch e trasportato poi sullo
schermo da Alfred Hitchcock. In realt, il risultato che tras-
se da quello spunto Patricia Highsmith dopo averci riflettu-
to per alcuni mesi fu ben pi diabolico. E a far scaturire la
forma finale della storia fu un libro di cucina rinvenuto per
135
caso dalla scrittrice americana a casa di amici che proponeva
unorripilante ricetta di stufato di tartaruga. Mi raccoman-
do, siate forti di stomaco nel leggerla.
136
Kathy Reichs e la passione per larcheologia
137
Le favole che hanno cresciuto Patricia Cornwell
138
scrivevo gi delle microstorie che illustravo io stessa. Una
volta terminate spesso realizzavo anche una bella coperti-
na di cuoio per personalizzare ancora di pi i miei piccoli
libri. Giravo spesso con un taccuino per gli appunti dove
raccoglievo ricordi, frasi, storie che portavo sempre con me.
Ma stato solo quando sono andata al College che ho po-
tuto avere consapevolezza che la scrittura mi dava cos tan-
to, anche se certamente non potevo ipotizzare che sarebbe
diventata per me un mestiere. Mi piaceva molto scrivere e
dallaltra parte sapevo che diventare scrittori poteva essere
un salto nel vuoto ma ho scelto di farlo ed stato un ottimo
investimento.
139
I CONSIGLI DI SCRITTURA
DEGLI AUTORI BEST SELLER
142
Come si crea il protagonista di un romanzo davventura
Attingere ovunque per creare il proprio personaggio e un
consiglio molto pratico
http://video.it.msn.com/watch/video/come-si-crea-il-pro-
tagonista-di-un-romanzo-di-avventura/4q7y9y2y?cpkey=d3
3c2e80-062f-4f6f-be6b-38b36e0bd66f%257c%257c%257
c%257c
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Donato Carrisi, lautore italiano di thriller
pi tradotto nel mondo
144
Come si creano i personaggi
Il buono vince sempre, ma il cattivo che fa la storia
http://video.it.msn.com/watch/video/3-come-si-creano-i-
personaggi/4qjcieqx?cpkey=f4161174-135b-4800-91a2-8ec
e9a24369d%257c%257c%257c%257c
145
Clara Snchez, unautrice sempre ai vertici
delle classifiche
Come si scrive?
Siate naturali, sinceri, diretti
http://www.vanityfair.it/show/libri/13/01/10/consigli-scrit-
tura-corso-clara-sanchez
146
Trucchi per un buon incipit
Partire da unimmagine e chiedersi che cosa c dietro
http://www.vanityfair.it/show/libri/13/01/12/consigli-scrit-
tura-corso-clara-sanchez
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Wilbur Smith, il re delle classifiche dei bestseller
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http://video.it.msn.com/watch/video/wilbur-smith-i-con-
sigli-di-scrittura-parte-seconda/4q1rzjhc?cpkey=3f6af569
-e109-4e3c-b97b-0f6b915ca44b%257c%257c%257c%257c
149
Perch lo fai?
150
La verit che nemmeno mi piace tantissimo. Forse
quello che mi spinge capire come si fa. (Manuela)
Molti, forse la maggioranza, scrivono prima di tutto
per s stessi. Lo confessa chiaramente Marina: Scrivo da
quando avevo sei anni. Mi piace, mi emoziona, mi fa sentire
viva.
Qualcuno fa un passo di pi e sottolinea i positivi effetti
collaterali della scrittura: Scritto mi viene meglio che parla-
to. (Il Re degli Sfigati)
Scrivere mi costringe a pensare e questo pensare mi ren-
de libera. (Lettora)
Comunico molto meglio con la penna che con le paro-
le. (Elleci)
Fabrizia brutale, nellevidenziare uno dei vantaggi della
scrittura, anche se forse non la strada pi facile per trovare
lettori: Scrivo perch non c contraddittorio.
Per qualcuno la scrittura pu essere occasione di riscatto:
Scrivo per vivere altre vite (Giulia).
Nella pattuglia dei frequentatori del blog, non sorpren-
de che siano assai numerosi quelli che utilizzano la scrittura
come forma di autoterapia. Lo confessano in maniera pi o
meno giocosa.
La scrittura () unamica leale pronta a raccogliere i
nostri pezzi quando chi abbiamo intorno non pi in grado
di farlo, nemmeno noi stessi (Marika).
Scrivo perch la mia logorrea non la sopporta pi nessu-
no dei miei familiari e allora dovr pur tormentare qualcun
altro? (Nonno Eugenio Bianchi)
Scrivo per farmi lautopsia da solo. Scrivo per nutrire i
miei demoni. Scrivo per non pagare lanalista. Scrivo (...) an-
che se non dovesse leggermi nessuno... (ScrittoreDiNotte )
151
Se non scrivessi le storie che ho nella testa i mie neuroni
impazzirebbero. (Silvia)
Scrivo perch la scrittura il luogo dove trovano posto
le troppe storie che vagano nella mia testa. (Luna Lovego-
od)
Le storie, le storie... Lo sappiamo bene, abbiamo tutti
bisogno di storie!
Scrivo perch si rotto il videoregistratore e sono affa-
mato di storie. (Rostand)
Tornando al tema della follia dello scrittore, alcuni post
evidenziano che possa in qualche modo essere condivisa.
Scrivo soprattutto perch vorrei che gli altri vedessero il
mondo attraverso i miei occhi. (Vinci)
Uno scrittore rende leggibile ci che molti semplice-
mente percepiscono. (Dott.)
Uno scrittore uno che non segue, ma lancia le mode.
(Re Ader)
Dalla possibilit di condividere la propria follia alla con-
sapevolezza che si pu scrivere anche per gli altri, il passo
breve.
Io scrivo per raccontare storie. Perch alle persone pia-
ce sentirsi raccontare una storia. (Mirage)
Ma chi pu essere il lettore ideale? Alan Ford lha trova-
to, il suo lettore ideale!
Mia figlia (...) mi chiede di leggerle i titoli dei miei rac-
conti. () Ieri sera le ho letto uno dei miei primi racconti
() . Mi ha detto: Cavoli pap, che pop di roba!. per
questo che scrivo. (Alan Ford)
Altri misurano le loro ambizioni su un diverso orizzonte
temporale: sono quelli che potremmo definire autori testa-
mentari.
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Scrivo per il bisogno di lasciare qualcosa di me. (Dina)
Vorrei che rimanesse qualcosa di me, dopo di me.
(Vinci)
Sembra strano, ma nessuno confessa di scrivere per fare
innamorare, come faceva Cyrano de Bergerac. Nessuno pro-
clama di avere verit tra trasmettere al prossimo. Nessuno
vuole diventare ricco e famoso scrivendo un best seller... Ma
forse, tra i fortunati vincitori di IoScrittore...
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I romanzi vincitori di IoScrittore
2010
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Una seconda occasione, Elena Ricci
La fabbrica del ghiaccio, Antonio Rudilosso
Milo, Massimo Vaggi
Fine del mondo a Roncosambaccio, Luca Zaffini
2011
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2012
2013
156
Passione sepolta, Maurizio Roccato
Adis, Sauro Scavolini
La clinica dei bambini, Staphysagria
Ri de re, Pier Luigi Valdesalici
Ophelia e le officine del tempo, Emanuela Valentini
Citt sporca, Carla Vistarini
Laquila e il serpente, Erminio Zini
Lanima nera di Catena Graps, Lisa Zuccoli
2014
Acque morte
La memoria del corpo
Sirena
Wijdan
Due colori
La bambina che parlava alla luna
Il tessitore di sogni
Primo
Nero speranza
Don Alvaro e il sognatore anomalo
Fuori posto fuori tempo
157
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