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DI

S.
LUIGI
GONZAGA
553
tante
spettacolo
del
vizio
messo
a
nudo
sulle
scene
e
portato
in
trionfo
per
le
vie,
il
tossico
mortale
di
una
spaventosa
cor
ruzione?
Ovunque
il
giovane
oggi
rivolga
lo
sguardo
e
il
passo,
s'intoppa
in
un
laccio
teso
alla
sua
innocenza
e
al
suo
can
dore.
Se
vago
di
sapere
dassi
a
correre
pel
campo
fiorito
del
l'amena
letteratura
e
delle
scienze,
eccoti
tra
fiori
ascosa
la
mala
biscia
del
materialismo,
che
tende
a
farne
di
un
angelo
un
bruto;
eccoti
teorie
e
principii
sovversivi
d'ogni
religione,
d'
ogni
morale
e
dell'
istessa
civil
convivenza.
Se
per
isvago
egli
toglie
in
mano
romanzi,
de'
quali

sempre
ghiotta
la
giovent,
corre
rischio
di
affondare
nella
mota
delle
pi
inve
reconde
lubricit,
di
che
piaccionsi
cotanto
certi
autori
mo
derni
nati
e
cresciuti
nel
fango
della
materia.
Se
frugato
dalla
curiosit
vuol
gittare
un'
occhiata
sui
giornali
e
sui
fo
gli
volanti,
que'
che
gli
capitano
d'ordinario
alle
mani,
perch
messigli
innanzi
dagli
amici
o
dai
compagni
di
studio,
lezzano
di
empiet
e
di
lussuria
che
attosca.
Va
egli
a
zonzo
per
le
vie
?
Si
avviene
ad
ogni
passo
in
affissi
ornati
di
figure
mezzo
ignude
o
in
attitudini
provocanti;
e
il
pi
delle
volte
ancora
rappresentanti
orribili
scene,
nelle
quali
la
libidine
spinge
T
uomo
ai
pi
efferati
delitti
di
sangue.
Arrestasi
innanzi
ai
chioschi
de'
venditori
dei
giornali
o
innanzi
alle
vetrine?
Ap
pena

mai
che
non
v'
incontri
ci
che
non
gli

dato
di
con
templare
senza
sentirsi
salire
una
fiamma
al
volto.
Va
la
sera
al
teatro?
E
quivi
tra
il
fascino
delle
scene,
quasi
sem
pre
erotiche
e
sovente
da
bordello,
in
cui
trionfa
la
colpa
e
il
vizio

abbellito
con
tutti
i
vezzi
e
lenocinii
dell'arte;
tra
le
voluttuose
danze,
le
attitudini
procaci,
le
invereconde
pose,
le
mal
coperte
nudit,
e
tra
tanti
altri
incitamenti
a
lussuria,
la
fantasia
del
giovane
riman
colpita,
la
sua
ragione
offuscata
e
il
suo
cuore
divampa
nel
fuoco
della
carnale
concupiscenza.
Compagnevole,
come
sono
generalmente
i
giovani,
egli
va
di
brigata
co'
suoi
pari
?
Ed
ecco
che
dopo
un
ritrovo,
uno
spettacolo,
una
gita
a
diporto
egli
lasciasi
trascinare,
non
di
rado
senza
saper
dove,
ai
ridotti
del
vizio,
che
la
moderna
civilt
apregli
d'
innanzi
ad
ogni
pi
sospinto.
554
IL
TERZO
CENTENARIO
Insomma
il
tapinello

circondato
da
tanti
lacci,
esposto
a
tante
insidie,
che
sar
un
vero
prodigio,
anzi
il
maggiore
dei
prodigi,
se
potr
portarne
salvo
il
flore
di
sua
pudicizia.
Udiamo
a
questo
proposito
quello
che
ne
dice
un
giornale,
che
niun
accuser
per
certo
di
morale
soverchio
austera
e
insofferente
in
questa
parte.
Il
Fanfulla
della
Domenica
nel
suo
numero
del
19-20
aprile
pubblica
un
articolo
del
signor
Carlo
Villani,
di
cui
stimiamo
qui
ben
fatto
riportare
alcuni
brani

Quale
triste
progresso,
egli
dice,
non
ha
fatto
la
so
ciet
in
questa
fine
del
secolo
!
Adesso
gli
studenti
liceali
fra
una
bocciatura
e
l'altra
risolvono
con
le
frasi
raccattate
da'
giornali
la
questione
del
matrimonio;
leggono
gli
opuscoli
sul
divorzio,
divorano
i
romanzi
pi
o
meno
licenziosi.
Di
queste
cose

ben
nutrita
la
presente
generazione
!
I
moderni
romanzieri
si
atteggiano
a
facitori
di
morale,
scoprono
tutte
le
piaghe
dell'umanit,
ne
fanno
spicciar
vivo
il
sangue
senza
trovarvi
un
rimedio.
Mediocri
scrittori
e
cattivi
filosofi
gua
stano
la
semplicit
dell'arte.
Si
fanno
chiamare
naturalisti,
veristi,
simbolisti,
parnassiani,
maestri
di
psicologia,
e
dopo
tutto
non
sono
che
decadenti;
anzi
avvicinandoci
pi
al
vero,
mettiamoli
al
participio
passato
e
battezziamoli
per
decaduti.
Non

lo
scettico
che
muore
ghignando,
non
la
donna
per
duta
che
spadroneggia,
non
il
marito
che
uccide
la
moglie,
non
il
giovane
che
si
sbizzarisce
dietro
le
follie
del
piacere
prima
di
cascar
nel
matrimonio;
no,
non

questo
il
tipo
del
romanzo
di
altri
tempi!
Ora
il
vizio
predomina
nelle
opere
d'arte,
si
respira
l'aria
corrotta
delle
alcove,
dove
non
giunge
il
raggio
della
luce
vivificatrice.

Or
quello
eh'
egli
dice
specialmente
del
romanzo,
inten
dasi
detto
in
generale
degli
altri
parti
della
moderna
lette
ratura
e
dell'arte
viziata
da
un
brutale
naturalismo,
solo
ac
concio
a
infiammare
le
sensuali
passioni.
Tutto
oggi
concorre
a
depravare
e
corrompere
la
generazione
novella,
la
speranza
della
famiglia
e
della
patria
;
e
in
quest'opera
nefasta
sbracciasi
e
si
arrabatta
la
Massoneria,
ubbidiente
alla
parola
d'ordine
di
uno
de'
suoi
gerofanti

Corrompete
il
costume,
se
volete
DI
S.
LUIGI
GONZAGA
555
sbarbicare
dai
cuori
la
fede.
A
quest'intento
ella
ha
strap
pato
l'educazione
dalle
mani
della
Chiesa;
si

impadronita
del
pubblico
insegnamento;
ha
destinato
alle
cattedre
pro
fessori
tolti
dal
gremio
delle
logge,
ed
ha
compilato
programmi
e
metodi
di
studio
in
armonia
col
fine
propostosi,
qual

la
emancipazione
della
carne,
ossia
il
culto
della
materia
e
l'ido
latria
del
piacere.
Al
medesimo
scopo
eli'
ha
coordinato
l'azion
sociale
degli
Stati
e
dei
Comuni,
in
guisa
che,
sotto
colore
di
libert,
di
civilt
e
di
progresso,
venissero
rotti
o
allentati
i
freni
della
religione
e
della
morale
cristiana.
Il
che
fu
ca
gione
di
quello
sbrigliamento
di
passioni,
che
ognuno
deplora,
massime
nella
giovent,
cresciuta
all'aura
di
una
libert
de
generata
in
licenza
e
in
libertinaggio.
Con
questa
mira
ella
si

insignorita
della
pubblica
ricchezza,
della
stampa,
de'
par
lamenti,
insomma
di
tutte
le
forze
sociali,
che
oggi
fa
servire
al
predominio
del
sensualismo
pagano
sullo
spiritualismo
cri
stiano;
e
corre
trionfante
da
un
capo
all'altro
del
mondo,
spar
gendo
dapertutto
a
piene
mani
il
veleno
della
sua
corruzione.
Ci
basti
il
dire
che,
avendo
noi
ricercata
la
provenienza
di
pornografiche
fotografie
venute
a
mano
di
alcuni
nostri
alunni
fin
l
nella
Cina
e
nel
Brasile,
ci
venne
assicurato
che
di
co-
testa
merce
d'
inferno
veniva
col
dall'
Europa
regolarmente
introdotto
un
carico
di
molte
casse
due
volte
al
mese.
Facciano
di
qui
ragione
i
nostri
lettori
della
spaventosa
propaganda
che
la
setta
deve
fare
in
Europa,
se
tanta
ne
sta
facendo
fin
negli
ultimi
confini
del
mondo.
Ma
questa

cosa
che
ognun
vede
con
gli
occhi
suoi,
che
ogni
onesta
persona
detesta,
e
che
la
pubblica
Autorit
o
non
sa
o
non
vuole
impedire.
I
padri
di
famiglia
querelansi
ch'essi
ornai
non
possono
man
dare
alle
pubbliche
scuole
i
loro
figliuoli,
senza
che
la
loro
innocenza
corra
rischio
di
naufragarvi,
e
che
nemmeno
pos
sono
condurli
per
le
vie
della
citt,
senza
che
i
loro
sguardi
s'incontrino
in
affissi,
stampe
e
immagini
da
far
colorire
di
rosso
le
guance
di
un
etiope.
Quante
fiate
non
udimmo
noi
siffatte
querele
e
proteste;
le
quali
bene
spesso
giunsero
eziandio
all'
orecchio
di
chi
aveva
il
potere
e
il
dovere
di
far
scompa
556
IL
TERZO
CENTENARIO
rire
cotanta
abbominazione
e
lordura
dalle
nostre
citt
e
spe
cialmente
da
Roma!
Ebbene
qual
fu
il
risultato
di
cosi
giuste
rimostranze?
Pas
seggiate
per
le
vie
di
Roma,
e
lo
saprete.
Ogni
di
pi
cinico
e
sfrontato
torna
il
disprezzo
della
moralit
e
del
pudore
nei
pubblici
affissi;
ne'
quali
si
alternano
la
volutt
e
la
barbarie,
quasi
che
l'intento
di
chi
ne
manda
attappezzare
i
muri
delle
case,
non
meno
che
l'Autorit
che
ne
permette
l'affissione,
altro
non
fosse
che
ubbriacare
il
popolo,
e
specialmente
la
giovent,
di
libidine
e
di
sangue.
Le
vie
adunque,
le
piazze,
le
scuole,
i
teatri,
i
ridotti
e
i
luoghi
di
piacere,
oggi
molti
plicati
all'infinito
e
protetti
dalla
legge,
tutto

un'imboscata
all'innocenza,
un
agguato
alla
virt,
un'insidia
tesa
all'et
inesperta
e
suscettibile
d'ogni
impressione.
Povera
giovent
!
Tu
sei
come
la
regina
dei
fiori;
la
quale
perch
fresca,
profumata
e
bella,
vien
presa
fin
dal
suo
sboc
ciare
di
mira
e
colta
da
invida
mano
per
abbellirne
un
seno,
che
in
men
di
un
giorno
le
dar
la
morte,
e
gitteralla
gi
appassita
a
marcire
sulla
pubblica
via!
Non
altrimenti
tu
di
velta
dal
tuo
cespo
natio,
o
da
Ges
Cristo,
che
t'infondeva
la
vita
della
grazia,
sei
gittata
in
seno
alla
volutt,
ove
adug-
giata
dall'ardore
delle
sensuali
passioni,
moralmente
appas
sisci
e
muori
!
Senonch
la
lussuria
non
va
mai
disgiunta
dalla
superbia,
essendo
ella
stessa
la
superbia
della
carne
che
ribellasi
allo
spirito,
come
lo
spirito
a
Dio;
ed

questo
l'altro
pericolo
che
sovrasta
alla
crescente
generazione,
a
cui
la
moderna
educazione
ispira
un'
esagerata
stima
di
s
stessa,
del
suo
sapere,
della
sua
potenza
e
de'
diritti
suoi.
Ond'ella
ribellasi
a
Dio
e
alla
stessa
societ,
alla
Chiesa
e
allo
Stato
;
e
tenta
scuotere
dal
suo
collo
il
giogo
d'ogni
autorit
e
d'ogni
legge
divina
ed
umana.
Questo
spirito
di
ribellione,
figlio
della
su
perbia,
vienle
messo
in
cuore
e
costantemente
nudrito
fin
dagli
anni
pi
verdi
merc
un
insegnamento
or
pi
or
meno
ateo
e
materialista,
che
trae
seco
per
necessaria
conseguenza
la
negazione
d'ogni
dipendenza
dell'uomo
da
un
Essere
a
lui
DI
S.
LUIGI
GONZAGA
557
superiore,
e
quindi
l'assoluta
emancipaz
ogni
autorit,
da
ogni
legge
e
da
ogni
dovere,
che
dalla
sua
volont
o
da
quella
degli
altri
uomini
non
dimani.
A
riba
dirle
quest'errore
in
capo
concorre
quanto
essa
vede
ed
os
serva
nell'andamento
dell'odierna
societ,
pi
o
meno
infetta
d'
ateismo
;
quanto
le
avvien
di
leggere
negli
scrittori,
ai
quali
la
Massoneria
innalz
il
cartaceo
ma
appariscente
pie
distallo
di
una
compra
fama
;
e
quanto
ascolta
nei
pubblici
raduni,
ove
sempre
si
parla
dei
diritti
dell'
uomo,
e
non
mai
de'
suoi
doveri
;
della
sua
indipendenza
e
non
mai
del
l'
ubbidienza
dovuta
all'autorit
e
alla
legge;
dell'
emancipa
zione
assoluta
dell'uomo,
e
non
mai
de'
sacri
legami,
ond'egli

vincolato
a
Dio,
alla
famiglia,
alla
patria
e
a
tutta
1'
uma
nit.
Il
perch
il
giovane
riempiesi
di
pensieroni
la
mente,
di
vento
il
cuore,
di
smisurato
orgoglio
lo
spirito
;
e
non
v'

pi
via
e
modo
da
fargli
abbassare
la
cresta.
Egli,
gonfio
di
s,
riguardasi
come
un
Dio
sulla
terra
;
vuol
che
tutto
pieghi
innanzi
alla
sua
volont
e
a'
suoi
capricci
;
pretende
dar
a
tutti
la
legge,
fin'
anco
ai
genitori
suoi,
n
vuol
riceverla
da
veruno.
Se
ubbidisce,
egli

per
necessit
e
non
per
amore
;
se
ama,

per
genio
e
non
per
dovere
;
se
fa
del
bene
al
pros
simo,

perch
ne
spera
gratitudine,
emolumento
o
gloria,
e
non
gi
per
puro
e
disinteressato
amore.
Egli
si
costituisce
fine
ultimo
di
tutte
le
cose
;
e
quindi
tutto
a
s
riferisce,
come
colui
che
sol
ama
e
idolatra
s
stesso,
la
sua
carne
e
le
sue
passioni.
Se
taluno
ci
taccer
di
aver
soverchio
caricate
le
tinte
del
quadro,
noi
ci
appelleremo
ai
padri
di
famiglia,
ai
maestri
e
ai
governanti
;
i
quali
non
sanno
ornai
a
che
partito
appigliarsi
per
tenere
in
briglia
una
giovent,
che
scapestra,
come
indo
mito
puledro
insofferente
di
freno,
leva
superbamente
il
capo
contro
ogni
autorit,
e
corre
a
rotta
per
la
via
sdrucciolevole
del
vizio.
In
cos
deplorevole
stato,
a
cui

ridotta
la
novella
gene
razione,
che
pu
e
che
deve
fare
chiunque
abbia
a
cuore
il
bene
della
societ
domestica
e
civile
?
Egli
deve
argomentarsi
558
IL
TERZO
CENTENARIO
con
ogni
suo
potere
di
rendere
cristiana
l'educazione,
primie
ramente
in
seno
alla
sua
famiglia,
allevandola
nel
santo
timor
di
Dio,
e
cessando
da
lei
ogni
sorta
di
stampe,
di
libri,
di
og
getti
pericolosi
e
ogni
fatta
di
maestri,
di
pedagoghi
e
di
edu
catori
viziati
nella
fede
o
nel
costume.
Secondamente,
egli
deve
fare
ogni
opera,
come
cittadino,
perch
il
pubblico
insegna
mento
nella
sua
citt
o
nel
suo
Comune
non
venga
alle
mani
di
costoro,
sieno
essi
secolari,
ovvero
preti
spretati
e
frati
sfra
tati.
Al
che

d'
uopo
che
ognuno
concorra
col
suo
voto
a
far
trionfare
nelle
elezioni
amministrative
la
lista
cattolica,
compo
sta
di
nomi
che
ispirino
fiducia.
Finalmente,
come
non

in
suo
potere
rimediare
radicalmente
al
male,
che
da
pi
alta
origine
deriva,
egli

d'uopo
che
contrapponga
al
veleno,
ond'
sovente
infetto
il
pubblico
insegnamento,
l'antiddoto
di
un
insegnamento
informato
a
principii
cristiani,
da
darsi
ai
giovanetti
tra
le
domestiche
mura,
nelle
cattoliche
scuole,
nelle
congregazioni
mariane,
nei
circoli
della
giovent
cattolica,
nelle
prediche
e
conferenze,
che
in
pubblico
e
in
privato
si
tengono
da
dotti
sacerdoti,
e
merc
la
lettura
di
libri
scritti
da
valorose
penne
in
difesa
della
religione
e
della
morale
cristiana.
E
perch
quest'
opera
riparatrice
sortir
possa
pi
agevolmente
il
suo
effetto,
fa
di
mestieri
che
ogni
buon
cattolico,
uniformandosi
al
pensiero
e
al
desiderio
del
Santo
Padre,
promuova
e
cal
deggi
la
divozione
al
celeste
modello
e
patrono
della
giovent
;
essendo
questa,
come
pi
innanzi
dicemmo,
un
mezzo
effica
cissimo
per
raffermare
ne'
giovani
la
fede,
riaccenderne
la
piet
e
sollevarne
lo
spirito
sopra
la
bassa
e
contaminata
sfera
de'
sensi,
acciocch
l'
alito
pestilenziale
del
mondo
e
della
carne
non
l'avveleni.
Di
questa
guisa,
merc
l'efficacia
dell'esempio
e
della
pro
tezione
di
S.
Luigi,
vero
imitatore
del
giovinetto
Ges,
la
gio
vent
cattolica
verr
crescendo

aetate,
sapientia
et
gralia
coram
Beo
et
corani
hominibus

a
grande
onore
e
vantaggio
del
cristianesimo
e
della
stessa
patria
nostra
;
la
quale
ha
oggi
pi
che
mai
bisogno
di
riconquistare
nella
stima
delle
nazioni
la
fama
di
quella
moral
grandezza,
che
ne'
secoli
trascorsi
le
DI
S.
LUIGI
GONZAGA
559
)mpens
ad
usura
la
perdita
della
materiale
potenza
e
del-
l'universal
dominio.
Or
la
grandezza
morale
di
un
popolo
in
che
altro
consiste
se
non
nel
regno
della
giustizia?
Datemi
un
popolo
che
generalmente
rispetti
tutti
i
dritti,
incominciando
da
quelli
di
Dio
e
della
Chiesa,
ed
adempia
tutti
i
suoi
doveri
;
un
popolo
che
abbia
il
culto
della
virt
e
ben
radicato
in
cuore
l'amor
dell'ordine
e
il
sentimento
del
giusto
e
dell'onesto;
un
popolo
che
viva
in
pace
sotto
l'egida
di
leggi
giuste
e
sante
e
di
un'autorit
che
colpisca
inesorabilmente
il
delitto,
preniii
la
virt,
tuteli
l'ordine
e
la
pubblica
morale,
ed
egli
sar
un
popolo
grande,
forte,
rispettato,
e
nell'ora
del
pericolo
formida
bile
ai
nemici
suoi
ed
invincibile.
A
formare
pertanto
il
ca
rattere
di
un
tal
popolo
chi
non
vede
essere
necessaria
un'edu
cazione
eminentemente
cristiana,
cio,
tutta
acconcia
a
istil
lare
nel
vergin
cuore
dei
giovanetti
il
timor
santo
di
Dio,
prin
cipio
d'ogni
sapienza,
e
il
desiderio
dei
beni
immortali
del
cielo,
l'amore
della
virt
e
l'orrore
al
vizio,
il
rispetto
all'au
torit
e
l'ubbidienza
alla
legge,
la
carit
verso
il
prossimo
e
quello
spirito
di
sacrifizio,
che
muove
il
cuore
del
vero
disce
polo
di
Ges
Cristo
a
tutto
sacrificare,
anche
la
vita,
pel
bene
dell'umanit
e
la
gloria
del
Signore?
Or
di
tutto
questo

fonte
l'insegnamento
cristiano,
e
a
tutto
questo
mira
il
sistema
di
educazione
messo
in
opera
dalla
Chiesa
;
la
quale
fu
quella
che
educ
a
civilt
le
nazioni
cristiane
e
form
il
maschio
carattere
dei
nostri
Comuni
e
delle
repubbliche
italiane
del
medio
evo.
Gridi
pure
un
famigerato
scrittore
che
povera
la
giovent,
ila-
liana
se
tutti
fossero
altrettanti
S.
Luigi!
Noi
gli
risponde
remo
di
ripicco:
povera
la
giovent
italiana
se
tutti
fossero
dello
stampo
di
quelli
che
ci
regala
l'atea
e
materialista
edu
cazione
dei
giorni
nostri,
tutta
acconcia
a
formare
dell'uomo,
anzi
dell'
angelo,
qual'

il
fanciullo
innocente,
un
men
che
uomo
per
l'animalesca
vita
e
un
pi
che
bestia
per
l'
istinto
di
nuocere
alla
societ
e
fin
anco
a
s
stesso!
Ce
ne
appel
liamo
in
conferma
alle
statistiche
criminali,
che
non
diedero
per
fermo
ai
tempi
in
cui
1'
educazione
era
ancor
cristiana,
l'un
cento
dei
giovani
delinquenti
dei
giorni
nostri.
Che
or
560
IL
TERZO
CENTENARIO
DI
S.
LUIGI
GONZAGA.
rendo
spettacolo
non
presentano
costoro
agli
occhi
dell'
at
territa
societ!
Giovani
che
nel
primo
fior
degli
anni
gi
in
cadaveriscono
pe'
vizii;
giovani,
ch'ebbri
di
libidine
e
di
sangue
calpestano
ogni
legge
ed
ogni
dritto
e
rompono
ogni
legame
di
societ
e
di
famiglia;
giovani
che
imbestialiscono
fino
a
divenir
assassini,
uxoricidi,
parricidi,
implacabili
insidiatori
della
propriet
e
dell'onest
altrui,
e
feroci
cospiratori
contro
ogni
sorta
di
governo
e
di
ordinamento
sociale,
comunardi,
socialisti,
anarchici
e
nichilisti,
mettendo
ognora
in
pratica
le
conseguenze,
che
dai
principii
della
scuola
atea
e
materialista,
in
cui
vennero
allevati,
necessariamente
derivano.
Quelli
stessi
che
sottrassero
la
nuova
generazione
alla
benefica
influenza
del
magistero
della
Chiesa,
sono
ora
sgomenti
e
spaventati
dell'opera
loro;
e
se
non
hanno
coraggio
di
confessare
il
mal
fatto
e
di
ripararlo,
almeno
per
quello
che
riguarda
la
loro
famiglia,
di
buon
grado
l'affidano
ad
educatori
cristiani,
non
bastando
loro
il
cuore
di
assassinare
moralmente
i
loro
fi
gliuoli,
come
hanno
assassinato
quelli
del
popolo
italiano.
Nel
che
se
essi
meritano
lode
come
padri
di
famiglia,
sono
tut
tavia
degni
di
riprovazione
come
cittadini
e
pi
ancora
come
reggitori
degli
Stati
o
dei
Comuni.
Ah
se
potesse
queir
infe
lice
scrittore,
a
cui
alludemmo,
ergere
adesso
il
capo
dal
suo
avello,
e
contemplare
lo
spettacolo
di
una
giovent
cresciuta
all'aura
dei
tempi
nuovi
e
fuor
d'
ogni
influenza
del
cristia
nesimo,
siam
certi
che
cangerebbe
stile,
e
griderebbe
:
Povera
la
giovent
italiana,
se
continua
a
crescere
lungi
dal
seno
della
Chiesa,
sua
madre,
e
tra
le
braccia
della
Massoneria
;
la
quale
trasfondele
in
cuore
il
veleno
dell'
ateismo
che
ignora
Dio,
e
del
materialismo
che
fa
dell'
uomo
un
bruto!
Tornino
adunque
i
figliuoli
alla
madre;
sia
di
bel
nuovo
l'educazione
cristiana;
e
avremo
una
generazion
novella
ben
disciplinata
e
credente,
morigerata
e
forte,
corona
della
famiglia,
onore
della
Chiesa,
gloria
e
presidio
della
Patria
e
degna
in
tutto
del
suo
celeste
modello
e
Patrono.
-
LE
DIAVOLERIE
X)
E
L
SEGOLO
PASSATO

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