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15 progetti d'impresa
REGIONE PIEMONTE
UNIONPLAST
Unione Nazionale
Industrie Trasformatrici Materie Plastiche
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Gruppo di lavoro
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Gruppo di lavoro
UNIONPLAST - Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche
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Gruppo di lavoro
PROPLAST Consorzio per la formazione e la ricerca applicata sulla plastica
Tra gli obiettivi di Proplast (legati alla ricerca, sperimentazione, formazione sulle materie
plastiche) vi anche quello di favorire la diffusione di nuove tecnologie. Rivolgendosi sia
alle PMI che alle grandi imprese, il Consorzio mette infatti a disposizione i suoi laboratori
tecnologici per l'installazione di nuove attrezzature e per la sperimentazione delle stesse:
le aziende hanno la possibilit di testare le nuove tecnologie, sia durante i seminari che il
Consorzio organizza, sia attraverso consulenze mirate e personalizzate che possono
essere richieste al personale tecnico Proplast.
Il Consorzio in grado di offrire, con personale e strutture proprie - o con la partnership
con il Centro di cultura per l'ingegneria delle materie plastiche (co-fondato con il
Politecnico di Torino) o con Universit italiane ed europee - attivit di ricerca applicata
normalmente finalizzate allo studio di nuovi materiali o di nuove tecnologie.
Il consorzio Proplast ha sede presso il Parco Scientifico Tecnologico PST di Rivalta Scrivia
(Alessandria). La sede operativa attualmente presso il Politecnico di Torino sede di
Alessandria. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.proplast.it
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Gruppo di lavoro
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REGIONE PIEMONTE
Indice
INDICE
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Indice
INDICE
ECO-EFFICIENZA
Leco-efficienza e lo sviluppo sostenibile
Definire ed usare lEco-efficienza
Diventare eco-efficienti
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Indice
Allegato 1 Articolo de "Il Sole 24 ore Nord Ovest" del 23/09/2002
Allegato 2 Aziende certificate ISO14001
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IMPATTI AMBIENTALI E POSSIBILI CONTENIMENTI
1. Emissioni in atmosfera
2. Reflui
2.1 Rifiuti in PVC
2.1.1 Riduzione in produzione
2.1.2 Riciclo
2.1.3 Recupero di energia
2.1.4 Discarica
2.2 Rifiuti in PC
Allegato 1 La trasformazione delle poliolefine. Considerazioni sullimpatto
ambientale
Allegato 2 Impegno volontario dell'industria del PVC
Impegno della Unionplast
Libro Verde, del 26 luglio 2000, sulle problematiche ambientali del PVC
Allegato 3 Riciclaggio dei CD
Allegato 4 Riciclaggio proiettori auto e collettori di aspirazione dell'aria
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Indice
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REGIONE PIEMONTE
Presentazione Progetto
Progetto
Per perseguire in Italia lobiettivo dello sviluppo sostenibile del settore industriale ci si deve
necessariamente rivolgere alle Piccole Medie Imprese poich sono loro che costituiscono
la gran parte del tessuto produttivo del Paese. Infatti, utilizzando la soglia dimensionale
europea per le PMI (meno di 250 addetti e fatturato non superiore a 40 milioni di Euro),
risulta che circa il 90% delle industrie italiane sono PMI che producono circa il 64% del
fatturato ed impiegano il 72% delloccupazione del settore. Si stima inoltre che circa l80%
dellimpatto ambientale del settore industriale in Italia sia dovuto alle attivit delle PMI: i
ritardi ambientali delle piccole aziende hanno, quindi, conseguenze particolarmente
rilevanti nel nostro Paese.
Da ci si evince come i Distretti Industriali siano un luogo strategico per lo sviluppo
integrato della competitivit e delle politiche ambientali delle PMI. Infatti, come definiti dalla
Legge n.317/91, i Distretti industriali sono aree territoriali locali caratterizzate da elevata
concentrazione di piccole imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza
delle imprese e la popolazione residente nonch alla specializzazione produttiva
dellinsieme delle imprese. I Distretti rappresentano una parte storicamente e
produttivamente importante nel sistema economico italiano poich vivono grazie ad una
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Presentazione Progetto
specializzazione produttiva locale che porta sui mercati, insieme al prodotto, limmagine
del luogo: un territorio ad elevata qualit ambientale un fattore di valorizzazione del
prodotto tipico di quella localit.
Environment Park ha individuato nel Regolamento Europeo Emas II n 761 del 19/03/2001
uno degli strumenti di maggior efficacia da adottare affinch unazienda possa intraprende
lapplicazione dei principi delleco-efficienza attraverso limplementazione di un Sistema di
Gestione Ambientale, nei Distretti la struttura pi ricettiva nei confronti di tali argomenti.
Le imprese che sapranno dotarsi di strumenti atti a mantenere o accrescere la propria
competitivit nel prossimo futuro saranno le uniche in grado di operare in modo redditizio,
con importanti conseguenze positive sul territorio in termini di prodotto e di occupazione,
sia creata che mantenuta.
Innovare aiuta le imprese a competere. Linnovazione pu riguardare gli aspetti
tecnologici, ma anche il modo di organizzare, di gestire i rapporti con il mercato, di
sviluppare in modo nuovo le relazioni con lambiente.
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Eco-efficienza
ECO-EFFICIENZA
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Eco-efficienza
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Eco-efficienza
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Eco-efficienza
Molte sono le caratteristiche rimarchevoli delleco-efficienza: la creazione di valore, i target
di miglioramento a lungo termine, il legame tra leccellenza dellambiente e leccellenza nei
business, e la considerazione dei consumi e di una produzione sostenibile.
Leco-efficienza aiuta le aziende a crescere in modo qualitativo e sostenibile, riducendo il
loro impatto negativo sullambiente.
Leco-efficienza una filosofia di management che unisce leccellenza ambientale a quella
degli affari.
Limpegno ambientale sta diventando sempre pi importante nel determinare la
reputazione di unazienda sia tra i dipendenti che tra i clienti o gli azionisti: una buona
reputazione in campo ambientale pu favorire un marketing positivo, oltre ad una buona
visibilit sui media.
I business che perseguiranno questo impegno trarranno benefici dalla:
Creazione di nuovi prodotti e servizi che vadano incontro alle aspirazioni della
maggior parte dei consumatori di tutto il mondo per un ambiente pulito e sicuro;
Riduzione dei costi (destinati ad aumentare) ed affidabilit legata al consumo di
risorse, rifiuti, inquinamento prodotto al termine del ciclo di vita del prodotto.
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Eco-efficienza
1.Riduzione degli attuali costi ambientali
La U.S. EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale) ha prodotto una lista di costi
ambientali che comprende pi di 70 categorie. Solo una minima parte di queste categorie
indica quelli che comunemente vengono chiamati costi convenzionali cio costi
normalmente contabilizzati. Questo significa che la maggior parte dei costi ambientali sono
potenzialmente nascosti, e pertanto non influiscono nel momento in cui vengono prese le
decisioni strategiche. I costi per rispettare ed ottenere permessi legislativi, per esempio,
sono spesso legati al sito in generale piuttosto che al processo che li crea.
LEPA distingue anche due altre categorie di costi: si possono verificare costi contingenti,
come per esempio operazioni di bonifica sul terreno. I costi di immagine e relazioni non
sono tangibili, ma sono molto importanti per le aziende che hanno bisogno di una buona
reputazione a livello ambientale tra gli stakeholder.
2.Responsabilit ambientali
Le aziende con una lunga esperienza nel campo della gestione ambientale dimpresa
hanno ormai compreso che non pu essere valido il detto lontano dagli occhi, lontano
dalla mente: le azioni passate possono ripresentarsi oggi con costi ambientali. Anche se
molti credono che questa responsabilit retroattiva sia ingiusta, tale principio si sta
diffondendo sempre pi come legge per regolare i business. Queste responsabilit
possono derivare da leggi che impongono la decontaminazione di determinate aree
oppure da cause civili intentate per danni causati da processi o prodotti a dipendenti,
vicini, consumatori o altri. Sebbene tali costi siano particolarmente elevati negli Stati Uniti,
rappresentano un problema anche in molti altri Paesi.
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Eco-efficienza
Fortunatamente, le imprese che hanno iniziato ad adottare le politiche suggerite dalleco-
efficienza stanno notevolmente riducendo questi rischi, ad esempio diminuendo la quantit
di materiale tossico prodotto durante le loro attivit.
Le sempre pi alte aspettative in campo ambientale e il costante sviluppo di nuove
problematiche ambientali legate alle azioni dei business costituiscono anche
unopportunit per evitare oggi gli elevati costi futuri.
Un esempio rappresentato dalle assicurazioni che, dovendo oggi sostenere costi molto
alti dovuti a problemi causati dalle aziende in passato, non sono disposte a perdere
denaro anche in futuro. Probabilmente in futuro le assicurazioni chiederanno alle imprese
di avere la certificazione ambientale, o effettueranno una valutazione dei rischi ambientali
della azienda prima di provvedere alla loro copertura.
Gli investitori e le banche, consapevoli dei rischi che corrono i capitali prestati, non
desiderano fronteggiare situazioni pericolose e se succede, richiedono elevati interessi,
cosa che pu causare costi di capitale e spesso una cattiva pubblicit per lazienda.
I mercati finanziari sono consapevoli dellimportanza di uno sviluppo sostenibile e
accusano i costi a lungo termine causati da una politica ambientale inadeguata. Sono molti
gli investitori che pongono sempre pi attenzione ai costi ed alle responsabilit ambientali
ed alla loro influenza sui profitti; per tale ragione sono in crescita i fondi di investimento
verdi.
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Eco-efficienza
E improbabile che in futuro si riesca ad essere competitivi, rispettando solo i minimi
requisiti ambientali. Prima o poi le aziende che adottano questo comportamento
perderanno in competitivit. Il successo sar di quelle aziende che non solo si adeguano
agli standard ambientali, ma lo fanno in modo pi efficiente di altre. La soluzione pi
vantaggiosa pertanto quella di migliorare leco-efficienza intesa come competenza,
raggiungibile in due modi:
1. In modo difensivo, riducendo i costi ambientali presenti e futuri attraverso la
minimizzazione dei rifiuti e lo screening dei capitali investiti e dei prodotti.
2. In modo creativo sistema pi efficiente nel tempo considerando il
comportamento ambientale come necessario allefficienza ed innovazione dei prodotti e
dei processi.
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Eco-efficienza
Fino a poco tempo fa, il successo dellindustria si misurava con laumento dei volumi di
produzione. Oggi i prodotti vengono considerati per lobiettivo cui mirano, per quanto
riescono a soddisfare i bisogni del consumatore. Ci implica che il marketing pi efficace
quello che fornisce un servizio completo che vada incontro alle esigenze dei consumatori.
Mantenendo come obiettivo quello di fornire un servizio per soddisfare i bisogni del
consumatore e allo stesso tempo ridurre limpatto ambientale, si ottengono prodotti
ambientalmente meno impattanti e con pi alte prestazioni.
La chiave per migliorare la qualit del servizio, quella di conoscere le necessit del
consumatore e fornire servizi che ne migliorino la qualit della vita. Nessuno ha bisogno di
prodotti che richiedano un intensivo sfruttamento di materie prime e fonti energetiche non
rinnovabili, anche perch si influisce sulla buona qualit della vita.
Le attivit che, analizzando le funzioni basilari dei prodotti, sono in grado di svilupparne
applicazioni alternative per dare migliori prestazioni riducendo limpatto ambientale,
riescono ad ottenere immediate opportunit e vantaggi economici.
Ogni attivit fa parte di una catena che trasforma le materie prime in beni e servizi per il
consumo ed uneventuale eliminazione. Lazienda che analizza il ciclo di vita dei propri
prodotti, considera le implicazioni iniziali e finali delle proprie attivit e valuta come ridurle,
ad esempio ridisegnando i processi e i prodotti per ridurre limpatto ambientale,
massimizzare lefficienza e creare valore aggiunto.
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Eco-efficienza
Alcune aziende stanno iniziando ad usare il termine ecologia industriale per indicare
lLCA come obiettivo pi importante. In tale sistema, il rifiuto quel sottoprodotto che non
ha unapplicazione utile allinterno dellintero sistema industriale e che viene scartato. Per
tanto la loro idea quella di un sistema industriale in cui i nuovi prodotti si evolvano, in cui
si generano meno rifiuti e/o in cui si possano produrre rifiuti riutilizzabili.
Questidea non nuova, n si oppone alla pratica degli affari. Per esempio, il gas naturale
originariamente era, ed in qualche parte del mondo lo ancora oggi, un sottoprodotto non
cercato, derivante dalla produzione di petrolio, e veniva rilasciato nellatmosfera. Oggi, sia
per ragioni economiche che ambientali, viene raccolto per essere utilizzato come
combustibile o per essere reinserito allinterno degli impianti per mantenere la pressione.
Naturalmente, tradurre in pratica e in politiche governative concrete il concetto di ecologia
industriale rappresenta una sfida notevole.
Eco-capacit
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Eco-efficienza
Questo significa che leco-efficienza non solo un viaggio verso una meta, ma un
processo verso nuove soluzioni, verso la creazione di maggior valore attraverso minori
consumi, enfatizzando i principi dello sviluppo sostenibile.
Lesperienza acquisita nel mettere in pratica tali temi suggerisce che ci possono essere
sette punti nodali da prendere in considerazione nello sviluppo dei prodotti, introducendo
cambiamenti nei processi o intraprendendo azioni che abbiano implicazioni ambientali.
Questi sette punti sono:
1. Ridurre lintensit delle merci e dei servizi
2. Ridurre lintensit dellenergia delle merci e dei servizi
3. Ridurre la dispersione tossica
4. Favorire la riciclabilit dei materiali
5. Massimizzare un uso sostenibile delle risorse rinnovabili
6. Estendere la durabilit del prodotto
7. Aumentare il valore delle merci e dei servizi.
Un prodotto o un servizio diventeranno pi eco-efficienti (senza dimenticare che il termine
ha anche un risvolto economico) tanto maggiori saranno i miglioramenti in ciascuna
dimensione, e quante pi saranno le dimensioni in cui tali miglioramenti avvengono.
Naturalmente, in alcuni casi, le innovazioni possono richiedere un equilibrio tra le diverse
dimensioni, con miglioramenti e difficolt. Leco-efficienza richiede miglioramenti nella
maggior parte delle dimensioni (se non in tutte) nel medio lungo termine, con almeno il
mantenimento costante delle posizioni nelle altre dimensioni.
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Eco-efficienza
Indipendentemente dai problemi ambientali, i progressi fatti in campo tecnologico hanno
portato ad una maggiore efficienza nelluso dei materiali e dellenergia. Al contempo si
assiste anche ad una notevole riduzione dellintensit duso delle risorse come risultato di
programmi ambientali.
Cambiamenti sempre pi significativi stanno caratterizzando anche il settore degli
imballaggi, argomento molto discusso negli ultimi anni. Molte aziende innovative stanno
cercando di utilizzare imballaggi pi efficienti e che permettano risparmi senza
danneggiare la qualit del prodotto. Intanto i clienti dellindustria e, nei paesi in cui le tasse
sullo smaltimento dei rifiuti domestici si basano sul quantitativo, beneficiano della
diminuzione dei costi di smaltimento.
2. Energia
Lenergia viene consumata durante tutte le fasi del ciclo di vita di qualsiasi prodotto o
servizio. Produrre o consumare tale energia porta alla creazione di inquinamento, rifiuti e
consumo di combustibile non rinnovabile. Rendere il ciclo di vita pi efficiente dal punto di
vista del risparmio energetico porterebbe pertanto a forti vantaggi ambientali.
Lopportunit di business identificare le parti del sistema e del ciclo di vita che richiedono
la maggior quantit di energia e ridisegnare il prodotto e il suo uso al fine di ridurre
significativamente i consumi. Poich oggi lenergia molto costosa, ci porta a notevoli
risparmi.
Le industrie possono diminuire lintensit delle risorse utilizzate attraverso un miglior
controllo e monitoraggio dei processi, lutilizzazione del calore generato dai rifiuti, ed altri
mezzi. Altri considerevoli benefici sono derivati da un uso ridotto di sostanze chimiche e
da un aumento della produttivit.
Il riscaldamento, il raffreddamento, lilluminazione degli edifici e il funzionamento degli
apparecchi al loro interno, rappresenta circa un terzo del consumo di energia globale.
Diversi studi dimostrano come si possa ridurre questo consumo.
Laumento dellefficienza energetica degli edifici pu portare anche benefici alla
produttivit.
Anche nel campo delle attrezzature, che sono le prime responsabili di alti consumi
energetici, si possono ottenere miglioramenti.
I trasporti sono tra i maggiori responsabili dellutilizzo di energia, ma anche unimportante
fonte di opportunit eco-efficienti.
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Eco-efficienza
3. Dispersione tossica
4. Riciclo
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Eco-efficienza
5. Risorse rinnovabili
I carburanti e alcuni dei materiali chiave su cui il mondo si basa non sono illimitati. E
difficile prevedere fino a quando se ne avr disponibilit, ma di sicuro in futuro sar
necessario ricorrere ad alternative.
Limpiego di risorse rinnovabili anzich non rinnovabili (ad esempio energia solare invece
che combustibili fossili) anticipa le tendenze future ed inoltre tende a creare un minor
impatto ambientale durante tutto il ciclo di vita del prodotto.
La pi ovvia delle fonti di energia rinnovabile lenergia solare, sia che questa venga
direttamente catturata dai raggi del sole, sia indirettamente dalle biomasse, dalle onde o
dal vento. Lenergia solare probabilmente la chiave per superare i bisogni dei due
miliardi di persone che non hanno accesso allelettricit, sia nei paesi industrializzati che in
quelli in via di sviluppo. Sebbene tali previsioni non siano state ancora realizzate, i lavori di
ricerca compiuti negli ultimi anni stanno dando dei risultati.
Un aspetto gi realizzabile la bioarchitettura, che massimizza lilluminazione e il
riscaldamento naturale negli edifici.
Anche la sostituzione di materiali biologici con altri sintetici pu aiutare lambiente.
6. Durevolezza
Uno dei modi di estendere la produttivit delle risorse quello di aumentare la vita dei
prodotti: parti staccabili e facilmente accessibili permettono di aggiustare e riparare le
apparecchiature anzich comprarle nuove. Ne conseguono sostituzioni meno frequenti,
minore creazione di rifiuti, minore utilizzo di materie prime, maggiore risparmio energetico.
Alcune aziende hanno dato avvio a strategie di ottimizzazione della durata del prodotto per
ottenere vantaggi competitivi
Lanticipare possibili usi futuri del prodotto durante la progettazione porta notevoli benefici
per il prodotto o servizio.
Il modo in cui i prodotti vengono costruiti pu inoltre avere delle implicazioni sulla loro
durata: ad esempio, robusti materiali possono pi facilmente sopportare il peso e gli urti.
Molte di queste iniziative, oltre a ridurre limpatto ambientale, hanno portato ad un ritorno
economico che in pochi mesi riuscito a coprire le spese iniziali.
Un altro modo per ottenere la durevolezza del prodotto quello di utilizzarlo e conservarlo
in modo pi attento
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Eco-efficienza
7. Barriere per prodotti a lungo termine
Ci sono molti ostacoli che devono essere superati per aumentare laccettabilit e la
disponibilit dei prodotti a lungo termine:
I modelli finanziari per la definizione del costo dei prodotti sono ancora incentrati
sulluso singolo del prodotto e non sulluso multiplo.
Al di l della loro effettiva qualit, un prodotto non nuovo si presenta con un
problema di immagine forse dovuto a problemi di marketing non adeguato.
Prodotti di maggior durata sono spesso legati a processi di lavorazione pi
costosi, sebbene alcune delle componenti possano essere riutilizzate. I clienti non sempre
riconoscono il valore e i benefici dei servizi, e proprio per questo spesso non vogliono
pagare per questi.
Attrezzature non nuove o ricostruite richiedono il rifornimento di molte parti che
non sempre soddisfano la domanda.
Molti altri fattori lavorano contro questidea di prodotti a lungo termine.
Laumento della durata di un prodotto entra anche in contrasto con gli alti costi di
riparazione e conservazione, se paragonati ai costi necessari per lacquisto del prodotto
nuovo. In alcuni casi, inoltre, si assiste anche alla diminuzione delle infrastrutture che
provvedono alle operazioni di riparo.
Infine ci sono importanti risultati del progresso tecnologico che possono rendere alcuni
prodotti di lunga durata obsoleti da un punto di vista ambientale. Il settore automobilistico
ne fornisce un esempio. I benefici ambientali del rapido progresso nel migliorare
lefficienza energetica delle nuove automobili prodotte andrebbero persi se le automobili
pi vecchie non fossero sostituite.
8. Intensit di servizio
Aumentare lintensit di servizio significa creare valore addizionale per i clienti riducendo o
mantenendo costanti gli impatti ambientali. Ci pu essere ottenuto in diversi modi:
utilizzo condiviso: le risorse possono essere utilizzate pi efficacemente
condividendole con altri o vendendone laccesso;
multifunzionalit: a volte le funzioni svolte da pi apparecchiature (o con pi
viaggi) quando in realt potrebbero essere maggiormente concentrate, con conseguente
riduzione dei consumi di energia o di materiale;
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Eco-efficienza
apportando semplici miglioramenti: un possibile metodo consiste nel sostituire la
vendita del prodotto con il suo noleggio e successivo perfezionamento una volta tornato al
produttore. Certamente ci non comporta benefici per lambiente se i prodotti vengono
smaltiti dopo la riconsegna. Ma se sono riutilizzati, rilavorati o riciclati i vantaggi possono
essere considerevoli.
Anche la durata pu essere considerata come un esempio di intensit di servizio.
9. Misurare leco-efficienza
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Eco-efficienza
Sussiste anche il rischio che rilevare miglioramenti delleco-efficienza in un parametro
ambientale oscuri peggioramenti in un altro. Tale rischio pu essere contenuto
sviluppando una vasta gamma di misure individuali che coprano tutti i principali parametri;
tuttavia molti non specialisti non hanno il tempo, e la capacit, di raccogliere delle
informazioni tanto dettagliate per poi cercare una singola misura delleco-efficienza che
correli lindicatore degli impatti ambientali aggregati alla produzione.
Una difficolt finale che, anche se unorganizzazione individuale pu dimostrare che le
proprie attivit e prodotti stanno diventando pi eco-efficienti, ci non dice nulla circa la
loro sostenibilit. Quando i mercati si espandono rapidamente, per esempio, tutti i
miglioramenti nelleco-efficienza della produzione di prodotti possono essere abbattuti dal
maggior numero di prodotti utilizzati o dal loro uso pi intenso. Gli effetti di alcuni prodotti e
processi sar insostenibile anche con miglioramenti radicali nella loro eco-efficienza.
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Eco-efficienza
Diventare Eco-efficienti
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Eco-efficienza
4. Strumenti di gestione,
5. Gestione del ciclo di vita,
6. Ricerca e sviluppo,
7. Produzione e operazioni,
8. Marketing e approvvigionamento,
9. Servizio post-vendita e smaltimento.
1. Leadership
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Eco-efficienza
iniziative dal basso verso lalto, le soluzioni vengono reinventate e si ottiene una situazione
frammentaria.
Uno studio ha rilevato che il responsabile ambientale della prossima generazione, oltre ad
essere bene informato sulle questioni ambientali lungo il ciclo di vita deve essere:
Obiettivo, per gestire efficacemente le catene di prodotti e affrontare i mutevoli
bisogni degli stakeholders esterni;
Esperto di organizzazione, per sviluppare e mantenere il supporto allinterno
dellazienda, in particolare fra gli alti dirigenti;
Capace di gestire il doppio ruolo di critico interno e di difensore esterno della
prestazione ambientale;
Orientato al business, per minimizzare i costi della gestione ambientale e
massimizzare i potenziali vantaggi;
2. Lungimiranza
3. Cultura
La leadership e la lungimiranza sono importanti nel dare una direzione e nello stabilire
aspettative e strutture, ma non sono un sostituto dellimpegno e dellazione di ciascuno
nellorganizzazione. I singoli dipendenti fanno la differenza nel realizzare o meno leco-
efficienza.
Bisogna incoraggiare i dipendenti a comunicare sia i problemi che le idee per i
miglioramenti: questo rappresenta uno dei modi migliori per sviluppare nuovi prodotti che
siano ambientalmente superiori ai loro predecessori lungo il loro ciclo di vita.
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Eco-efficienza
Se tutte le aziende avessero prestazioni al livello di quelle con un forte impegno da parte
dei dipendenti, si risparmierebbero notevoli risorse economiche e ingenti quantitativi di
rifiuti tossici non verrebbero introdotti nellambiente.
Ottenere una cultura di miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, e garantire
che i progressi siano a volte radicali oltre che incrementali, richiede uno staff informato,
che abbia un coinvolgimento personale nelleco-efficienza e che sia messo in grado di
intraprendere le azioni per raggiungerla.
La sicurezza e lambiente devono essere entrambe questioni di motivazione delle persone,
che dovrebbero arrivare a fare la cosa giusta proprio perch la cosa giusta, e non
perch qualcuno le sta osservando.
La costruzione di questa motivazione e di una cultura che supporti le idee e le tecniche
eco-efficienti richiede tempo. Richiede costanti rinforzi da parte di leader impegnati,
feedback regolare sulle prestazioni, e riconoscimento frequente dei successi ottenuti.
Anche la formazione di importanza vitale: le tematiche ambientali devono essere parte
integrante di tutti i corsi di formazione generali dellazienda, dai direttori ai nuovi arrivati.
Inoltre, la cultura aziendale sar in grado di supportare meglio leco-efficienza se sar
aperta e trasparente. Le buone idee possono provenire da ogni fonte ed importante
tenere conto di ciascuna, da qualunque parte provenga, che aggiunga valore e riduca
linput di risorse e limpatto ambientale. Troppe imprese si sono messe sulla difensiva nel
dover affrontare sfide ambientali. Ci non solo non costruttivo, ma addirittura
controproducente perch la difesa sta destando sempre pi sospetto e opposizione.
Sempre in termini di cultura ambientale, molte aziende hanno riscontrato che gli obiettivi e
gli strumenti del TQM (Total Quality Management) sono simili a quelli dell'eco-efficienza.
Il TQM si basa su un semplice circolo pianofarecontrolloazione:
Il Piano identifica i clienti chiave e gli stakeholder, individua le opportunit di
miglioramento e sviluppa dei programmi per sfruttarle;
Fare limplementazione dei programmi;
Controllo il monitoraggio e il riesame dei progressi a fronte di obiettivi quantitativi;
Azione comporta il modificare, se necessario, i programmi esistenti e utilizzare ci che
si appreso da essi per ricominciare il ciclo dallinizio con nuovi piani.
Un aspetto della pianificazione consiste nello sviluppo di uninfrastruttura di qualit
ambientale allinterno dellazienda, che dovrebbe riassumere la visione di tutti e distribuire
le responsabilit. Un mezzo per fare ci la creazione team che raccolgano
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Eco-efficienza
rappresentanti di tutte le funzioni e di tutte le parti esterne coinvolte in un particolare
problema ambientale. La formazione vitale anche in questo contesto per sviluppare sia
una coscienza ambientale che la capacit di risolvere i problemi.
Anche lidentificazione di opportunit di miglioramento un aspetto fondamentale della
pianificazione: indicazioni possono giungere da discussioni tra le funzioni, dal rilevamento
dei flussi di energia e materiale, e dallinterazione con i consumatori e con gli stakeholder.
Definire gli scopi e porre obiettivi dettagliati un terzo aspetto della pianificazione del
TQM. Le aziende eco-efficienti avranno una propensione verso ambiziosi obiettivi di
miglioramento.
Per quanto concerne il fare, la prassi quella di implementare inizialmente solo una base
sperimentale per massimizzare lapprendimento: molte organizzazioni hanno introdotto
sistemi di gestione ambientale implementandoli solo in un sito prima di estenderli al resto
dellorganizzazione. Limplementazione totale richiede lassegnazione di responsabilit di
azione e la definizione delle misurazioni della prestazione.
Il controllo pu avvenire in svariati modi, da riunioni informali a audit formali. Importante
che la prestazione sia monitorata ed analizzata e che ci siano meccanismi di feedback
affinch si possano apportare i cambiamenti necessari. E anche importante che i successi
siano riconosciuti con premi, pubblicit o altri mezzi.
Lazione pu integrare lintero ciclo e preparare il terreno per ulteriori miglioramenti.
E inoltre importante che la cultura sia condivisa in tutti i luoghi dove opera
unorganizzazione.
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Eco-efficienza
In pratica, tutti i sistemi di gestione ambientale condividono cinque elementi principali:
Lidentificazione degli impatti dellazienda sullambiente
La conoscenza degli obblighi legali attuali e futuri
Lo sviluppo di piani per il miglioramento
Lassegnazione di responsabilit per limplementazione dei piani
Monitoraggio periodico delle prestazioni
Lintroduzione di questi elementi pu essere costosa. Tuttavia lesperienza di sempre pi
organizzazioni che se ne sono dotate, i sistemi di gestione ambientale sono mezzi utili e
validi per promuovere leco-efficienza. I vantaggi includono:
identificazione e controllo dei rischi del business
Identificazione delle opportunit di miglioramento ambientale e del business
Avvertimenti precoci dei problemi e dei costi ambientali futuri
Implementazione pi efficace delle politiche ambientali
Maggiore coscienza ambientale nello staff
La certificazione di un sistema di gestione ambientale pu portare vantaggi ulteriori, come
una migliore reputazione nei riguardi dei clienti, dei regolatori, e altri stakeholders. Diversi
Paesi stanno prendendo anche in considerazione lintroduzione di regimi regolatori meno
onerosi per le aziende con sistemi di gestione ambientale certificati.
Valutazione ambientale
Il fulcro della gestione ambientale consiste nella valutazione degli impatti sullambiente
generati dalle attivit aziendali, e nella successiva pianificazione e implementazione di
misure atte al loro contenimento.
Vi sono diversi strumenti sistematici e procedure per effettuare tali valutazioni, da quelli
aziendali a quelli specifici per il sito, il processo o il prodotto. Essi comprendono:
Valutazione del ciclo di vita (LCA),
Audit ambientali,
Le valutazioni formali degli impatti ambientali necessarie allimplementazione dei
sistemi di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS),
Valutazioni sulla gestione, sia ottimale che effettiva, del prodotto durante il suo
intero ciclo vita,
Valutazioni della progettazione per lambiente,
Valutazione del rischio ambientale dei prodotti,
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Eco-efficienza
Valutazione dellimpatto ambientale.
Comunque importante che il tempo impiegato a effettuare le valutazioni e a raccogliere
dati per le valutazioni sia commisurato ai benefici. Molte aziende hanno riscontrato infatti
che le valutazioni integrali del ciclo di vita costano troppo in termini economici e temporali
e che le versioni pi semplici possono fornire sufficienti informazioni sui principali impatti e
sulle opportunit di miglioramento.
Misurazioni
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Eco-efficienza
Contabilizzazione dei Costi Ambientali
I budget di capitale ambientali possono essere gestiti in modo centralizzato, cos da non
risultare chiaro a coloro che devono prendere decisioni, quali prodotti o attivit allinterno
della loro organizzazione esigano un investimento di capitale pi intensivo per mantenere
la conformit. Questi tipi di sistemi di contabilizzazione mascherano limpatto delle singole
attivit e prodotti allinterno del risultato generale cos che anche i costi ambientali elevati
non vengono notati.
Solo se si attribuiscono i costi ambientali ad una particolare attivit, o prodotto che utilizza
quel particolare servizio, si possono valutare i costi ambientali integrali.
La contabilizzazione integrale dei costi significa semplicemente allocare lintero costo
(inclusi i costi ambientali che sorgono durante luso e lo smaltimento) ad un determinato
prodotto o processo; essa garantisce che sia introdotto il processo migliore e che le
aziende evitino di sussidiare i progetti che appaiono buoni sulla carta, ma che hanno un
impatto negativo sul lungo periodo.
In futuro le aziende dovranno tenere conto dei costi ambientali totali della produzione di un
prodotto, anche perch il principio chi inquina paga implica che questi costi saranno
probabilmente internalizzati mediante tassazione o altri mezzi.
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Eco-efficienza
identificati con lLCA possono essere limitati a quelli generati dallazienda individuale,
oppure essere estesi a tutta la catena di fornitori.
6. R & S
La fase di Ricerca e Sviluppo fornisce input chiave per la progettazione e la gestione del
ciclo di vita. I suoi effetti (sotto forma di prodotti o processi) possono durare per decenni o
anche secoli; diventa quindi fondamentale il lavoro pensato sul lungo termine che
permette di affrontare le sfide ambientali odierne e future.
7. Produzione e attivit
Per produzione pulita si intende luso continuo dei processi e prodotti industriali per
prevenire linquinamento dellaria, dellacqua e del terreno, ridurre i rifiuti alla fonte e
minimizzare i rischi per la popolazione e lambiente. La produzione pulita perci riguarda
lintero ciclo di vita del prodotto, dallestrazione di materie prime, attraverso la produzione
e luso, allo smaltimento definitivo del prodotto.
La produzione pulita pu essere ottenuta in tre modi principali:
modificando le abitudini,
implementando il know-how,
migliorando la tecnologia.
Implementare il know-how significa migliorare lefficienza delle tecniche di gestione e
ottimizzare le politiche di revisione, le procedure e le istruzioni. Ad esempio una
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Eco-efficienza
manutenzione tempestiva e preventiva spesso riduce le perdite e migliora i rendimenti e
lutilizzo dellenergia, una buona gestione delle scorte pu ridurre i rifiuti, mentre una
migliore programmazione pu evitare di ripulire le apparecchiature tra due lavorazioni.
Minimizzare la produzione di rifiuti pu anche creare benefici collaterali, quali incrementi di
rendimento originando guadagni rapidi che generano sostegno e entusiasmo.
Anche se la produzione pulita e leco-efficienza vanno ben oltre la minimizzazione dei
rifiuti, le iniziative in tal senso sono comunque un utile punto di partenza.
Marketing
Approvvigionamento
La maggior parte delle aziende riconosce che il loro impegno e potenziale responsabilit
non si esaurisce al momento della vendita. Per tale ragione adottando politiche di
stewardship dei prodotti, per controllarne o influenzarne lutilizzo e lo smaltimento.
Ovviamente molte aziende si sono gi occupate, per motivi economici, di post-vendita: la
fornitura di manutenzione e altri servizi, spesso risulta pi redditizia della sola vendita del
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Eco-efficienza
prodotto. Fornendo un servizio di post-vendita e collaborando allo smaltimento le aziende
hanno maggiori opportunit di dare valore aggiunto ai clienti, e di ridurre limpatto
ambientale.
Muoversi in questa direzione porta anche il vantaggio in senso pi generale di eco-
efficienza, della maggiore conoscenza dei clienti e dei loro bisogni attuali e futuri.
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Eco-efficienza
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
INTRODUZIONE AI
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
INTRODUZIONE AI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE
Il tema della tutela ambientale al centro di iniziative da parte dei governi occidentali e di
singole istituzioni ormai da molti anni. Ognuno di essi ha adottato misure autonome per
risolvere la questione ottenendo per risultati alterni.
Dalla loro parte le aziende si trovano a dover fare fronte a un numero sempre maggiore di
impegni per integrare la variabile ambiente allinterno delle proprie variabili strategiche.
Ci comporta uno sforzo di carattere tecnologico, organizzativo e finanziario che pu
incidere sostanzialmente sui costi e, inoltre, comporta il coinvolgimento di parti terze,
esterne allazienda, che, a vario titolo, sono interessate dalle scelte compiute.
In questo contesto sono nati strumenti gestionali volti ad assistere le aziende e le parti
interessate alla tutela dellambiente nel definire un approccio sistematico ed efficace alla
soluzione di dette problematiche.
Tra questi strumenti, i sistemi di gestione ambientale, rivestono sicuramente un
importanza strategica, in quanto forniscono al tempo stesso:
un aiuto sostanziale alle singole aziende nel miglioramento della propria prestazione
ambientale;
la possibilit per le parti terze (clienti, autorit competenti, popolazione, ecc.) di
ricevere uninformazione attendibile circa leffettivo impegno profuso dallazienda nella
gestione delle proprie criticit ambientali.
Gli standard di riferimento, attualmente riconosciuti, per i sistemi di gestione ambientale
sono:
a) Il regolamento europeo 761/2001 (EMAS);
b) La norma ISO 14001.
Le fasi principali per limplementazione di un sistema di gestione ambientale da parte di un
impresa comprendono:
Lo svolgimento di unanalisi ambientale delle proprie attivit, prodotti e servizi;
La definizione di una struttura documentale atta per supportare il sistema di gestione
ambientale;
Lidentificazione di metodologie per la gestione dei propri aspetti ambientali significativi
e la formalizzazione delle stesse in Procedure e Istruzioni Operative;
Lattuazione di quanto pianificato, comprese le attivit di sorveglianza e di riesame, nei
diversi documenti, coinvolgendo tutti i livelli aziendali interessati;
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
La diffusione dei risultati attraverso la pubblicazione di una Dichiarazione Ambientale
(solo per il Regolamento EMAS).
inoltre importate sottolineare che il rispetto della normativa vigente in campo ambientale
costituisce il requisito di base per entrambi gli standard.
Ad oggi la norma ISO 14001 e il regolamento EMAS hanno raggiunto un livello di
diffusione, nel mondo e in Europa, diverso da stato a stato.
Nei grafici seguenti sono riportati i valori relativi alla diffusione dei due standard aggiornati
a Gennaio 2002.
Siti registrati EMAS
(Gennaio 2002)
[Federal Enviromental Agency Germany]
3000
2641
2500
N Siti registrati
2000
1500
1000
421
500 202 175 173 84 78 72 43 35 25 11 9 6 4 2 1
0
o
a
ca
ia
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da
llo
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ss
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di
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Fr
nl
em
a
no
er
i
an
es
ic
Fi
Po
N
G
eg
bl
ss
Pa
D
ub
R
Lu
ep
R
Paese membro
9000
81 69
8000
7000
6000
5000
4000
3380
3000 2500
2070 2064
2000 1 650
1 523
1 1 73 1 1 08 1 092 1 085
999 942 91 9 880 820
1000 762 678
458 400 367 330 300 297 295 294 266 223
Paese
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
Il Regolamento CEE 761/2001
Lanalisi ambientale, svolta in conformit allAllegato VII del Regolamento CEE 761/2001,
ha lo scopo di evidenziare le principali problematiche ed i principali punti di forza
dellorganizzazione in relazione alle proprie problematiche di carattere ambientale,
fornendo il punto di riferimento per limpostazione di un sistema di gestione ambientale.
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
Tale analisi deve coprire i seguenti settori chiave:
1. prescrizioni legislative, regolamentari e di altro tipo cui lorganizzazione si conforma;
2. identificazione di tutti gli aspetti ambientali che hanno un impatto significativo,
qualificarli e quantificarli, e compilazione di un registro per quelli individuati come
importanti;
3. descrizione dei criteri secondo cui valutare limportanza dellimpatto ambientale;
4. esame di tutte le pratiche e procedure gestionali esistenti in materia di ambiente;
5. valutazione dellinsegnamento tratto da incidenti precedenti.
Successivamente allo svolgimento dellanalisi ambientale, lorganizzazione che intende
aderire ad EMAS, deve attuare un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti
previsti dalla norma ISO 14001, con particolare riferimento a:
conformit alla normativa di carattere ambientale applicabile;
continuo miglioramento delle prestazioni ambientali;
canali di comunicazione diretta con le parti interessate esterne (comunit locali, clienti,
ecc.);
coinvolgimento dei dipendenti nella gestione ambientale.
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1.3 La dichiarazione ambientale
Lo standard ISO 14001 definisce i requisiti per un sistema di gestione ambientale efficace,
integrabile con le altre esigenze aziendali e finalizzato a raggiungere gli obiettivi ambientali
di un organizzazione.
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
Inoltre, grazie alla possibilit di richiedere la certificazione del proprio sistema di gestione
ambientale ad un organismo indipendente (organismo di certificazione), la norma ISO
14001 consente di dimostrare alle parti terze interessate limpegno di unorganizzazione
nel perseguire i propri obiettivi ambientali, primi tra tutti il rispetto della normativa in campo
ambientale e il miglioramento delle proprie prestazioni ambientali.
Sebbene la norma ISO 14001 sia lunica per la quale previsto un circuito internazionale
di validit (mutual agreement), lISO ha messo a punto altri standard che possono essere
di aiuto alle organizzazioni che intendono implementare un sistema di gestione
ambientale.
Tali standard sono in particolare:
ISO 14004 Sistema di Gestione Ambientale: Guida generale ai principi, ai sistemi ed ai
supporti tecnici.
ISO 14010/12 Guida allauditing ambientale:
ISO 14010 Principi generali.
ISO 14011/1 Procedure dellauditing del sistema di gestione ambientale.
ISO 14012 Criteri di qualificazione degli auditors ambientali.
ISO 14031 Valutazione delle performance ambientali.
Il sistema di gestione ambientale definito dalla norma ISO 14001 si sviluppa secondo
processo volto al continuo miglioramento della prestazione ambientale dellazienda basato
sul cosiddetto ciclo di Deming che prevede le fasi schematizzate nella Figura 1.
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
In particolare le fasi necessarie per limplementazione di un sistema ISO 14001 possono
essere riassunte come segue:
Svolgimento di unanalisi ambientale iniziale finalizzata a fornire un quadro chiaro e
dettagliato della posizione dellorganizzazione rispetto alle proprie problematiche
ambientali;
Definizione di una Politica Ambientale appropriata alla natura, alle dimensioni e agli
impatti ambientali dellorganizzazione;
Definizione di metodologie e di una struttura documentale atte a supportare in maniera
adeguata il sistema e ad assicurare la conformit allo standard ISO;
Applicazione di quanto pianificato assicurando che tutto il personale, a livelli e funzioni
interessati, sia adeguatamente coinvolto e sia in possesso delle competenze
necessarie;
Monitoraggio dei parametri ambientali e svolgimento di apposite verifiche di conformit
a quanto pianificato (audit ambientale interno);
Riesame da parte della Direzione al fine di stabilire ladeguatezza e lefficacia del
sistema e di assicurare il miglioramento continuo.
EMAS ed ISO 14001 rappresentano i due standard di riferimento per le aziende che
intendono adottare un sistema di gestione ambientale riconosciuto e prevedono due
schemi di registrazione/certificazione distinti.
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
Tuttavia, come abbiamo descritto in precedenza, il Regolamento EMAS indica, come
requisiti di base per il proprio sistema di gestione ambientale tutti i requisiti previsti dalla
norma ISO 14001.
In questo senso la registrazione EMAS pu essere vista come una estensione della
certificazione ISO 14001 e permette quindi un approccio per gradi alla gestione
ambientale.
Risulta quindi interessante analizzare le principali differenze che intercorrono tra i due
standard.
La principale differenza tra i due standard per quanto concerne lanalisi ambientale iniziale
consiste nel livello di estensione di tale analisi.
La norma ISO 14001 infatti non fa riferimento esplicito alla necessit di estendere lanalisi
ambientale agli aspetti ambientali indiretti, ovvero quegli aspetti sui quali lorganizzazione
non pu esercitare un controllo gestionale totale.
Un esempio di tali aspetti rappresentato dalle attivit e dalle operazioni svolte da
appaltatori, sub-appaltatori e fornitori dellazienda.
tuttavia importante sottolineare che anche unanalisi svolta secondo lo standard ISO
14001 dovrebbe valutare tali aspetti in quanto spesso lorganizzazione pu avere su di
essi una certa influenza.
Inoltre le aziende gi certificate ISO 14001, per ottenere la registrazione EMAS, non
hanno necessit di svolgere unanalisi ambientale del sito se le informazioni fornite dal
sistema di gestione ambientale sono sufficienti per identificare e valutare anche gli aspetti
ambientali indiretti.
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
1.6 Dichiarazione ambientale
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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
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Il settore delle materie plastiche
IL SETTORE DELLE
MATERIE PLASTICHE
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Il settore delle materie plastiche
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Il settore delle materie plastiche
IL SETTORE DELLE MATERIE PLASTICHE
Il primo anello della filiera materie plastiche, costituito dal comparto produzione di
granulo, si distingue per le ingenti risorse profuse nel campo della Ricerca & Sviluppo: in
Europa gli investimenti superano i 700 milioni di euro (circa il 2,4 % del fatturato),
coinvolgendo intorno ai 7.000 addetti; in Italia, in perfetta sintonia con lo standard europeo,
si investono 125 milioni di euro lanno e gli addetti interessati sono 1.250.
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Il settore delle materie plastiche
Nel 2000 la produzione globale di materie termoplastiche tradizionali ha raggiunto i 180
milioni di tonnellate equivalenti a circa 150 miliardi di dollari. In Europa occidentale si sono
prodotte oltre 47 milioni di tonnellate di polimeri, di cui 15,5 milioni nella sola Germania, il
principale produttore di materie plastiche dellEuropa Occidentale.
In Italia, la produzione di materie plastiche ha raggiunto nel 2000 il suo picco massimo con
circa 4 milioni di tonnellate: le previsioni per il triennio futuro non fanno prevedere un
incremento della produzione.
Gli Stati Uniti, il Sud Asiatico (escluso il Giappone) e lEuropa Occidentale sono i principali
produttori di materie plastiche, rappresentando ciascuno circa un quarto della produzione
globale. Di essa, lItalia ne esprime il 2,5 %, preceduta in Europa dalla Germania (8,5 %),
dal Benelux (5,5 %) e dalla Francia (3,5 %). La produzione del nostro paese eguaglia
quella della Gran Bretagna, e precede solo la Spagna e altri paesi europei ma con una
popolazione inferiore a quella italiana (quali ad esempio Austria, Svizzera, Svezia,
Danimarca e Norvegia).
I fattori alla base dello sviluppo esponenziale del consumo delle plastiche sino ad oggi, ed
anche alla base per lincremento che si ipotizza sino al 2010, sono rappresentati dalla
grande versatilit di utilizzo del materiale, dalla continua riduzione del costo di
trasformazione in termini reali, dalle performance pi competitive verso materiali
tradizionali. Lenorme quantit di materie plastiche prodotta negli anni ha consentito di
sviluppare sempre nuove e meno onerose tecnologie, riducendo anche i costi di
trasformazione. I prezzi delle principali materie plastiche si sono dimezzati negli ultimi
10/15 anni. In particolare per le poliolefine (polietilene e polipropilene) per cui il gradiente
di discesa superiore a quello del polistirolo e del polivinilcloruro.
Lo sviluppo per avr una distribuzione geografica diversa rispetto al passato: Nord
America, Europa Occidentale e Giappone continueranno ad avere consumi pro-capite
simili, mantenendosi su livelli di sviluppo comparabili, mentre la crescita dei consumi sar
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Il settore delle materie plastiche
esponenziale nelle aree dellEuropa centrale ed orientale, come pure nellAmerica latina e
nel sud est asiatico.
In questo contesto sicuramente importante, lItalia, che nel panorama europeo ha consumi
pro-capite secondi solo al Benelux, si colloca in modo molto problematico, soprattutto a
causa della carenza di produzione nazionale rispetto al consumo del paese e alle richieste
dellindustria di trasformazione. La carenza produttiva iniziata nella seconda met degli
anni 80 e da allora, escludendo alcune eccezioni, nel nostro Paese non si sono costruiti
pi impianti per la produzione di etilene e propilene (i monomeri di base per le materie
plastiche) n nuovi impianti di materie plastiche, con le uniche eccezioni costituite dagli
impianti di polietilene e di polipropilene realizzati a Brindisi.
In ambito europeo lItalia sempre al secondo posto in termini di consumo alla pari o dopo
la Germania (con il 40 % di popolazione in pi) e sempre supera Francia e Gran Bretagna,
che hanno solamente il 10% in pi della popolazione. Pur tuttavia lItalia quasi sempre
uno degli ultimi paesi in termini di produzione: dagli anni 80 ad oggi, per ognuna delle
principali materie termoplastiche il consumo ha di gran lunga superato la produzione (il
consumo di polistirolo, per esempio, stato pari al triplo della quantit prodotta).
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Il settore delle materie plastiche
Austria 740
Belgio 1363
Danimarca 560
Finlandia 457
Francia 4402
Germania 8566
Grecia 383
Italia 6602
Paesi Bassi 1348
Portogallo 531
Spagna 2976
Regno Unito 3980
Europa 33575
Consumi
Produzione
3.000
Benelux
9.900
3.000
Spagna
3.600
4.000
Gran Bretagna
4.000
4.400
Francia
6.300
8.600
Germania
15.500
6.600
Italia
4.000
LItalia ebbe un ruolo di primo piano dagli anni 60 fino alla seconda met degli anni 80,
quando il nostro paese era uno dei principali produttori europei di materie plastiche. Il
premio nobel Giulio Natta, grazie ad una collaborazione tra il Politecnico di Milano e la
Montecatini, invent una delle pi note materie termoplastiche: il polipropilene. Nel nostro
Paese si sviluppata una delle pi importanti attivit mondiali di trasformazione di materie
plastiche e di produzione di macchinari di trasformazione proprio perch vi era una forte
presenza dellindustria produttrice di granulo.
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Il settore delle materie plastiche
2 Il mercato italiano
La domanda di materie plastiche ha fatto registrare nel primo semestre 2002 un
andamento positivo, anche se modesto, grazie soprattutto al fatto che il processo di
accumulo di scorte di prodotto finito, sia da parte dei trasformatori sia a valle dellindustria
di trasformazione, proseguito anche per buona parte del secondo trimestre. Nel
complesso, il consuntivo indica una crescita leggermente superiore al 2% per il volume
totale dei polimeri.
Analizzando nel dettaglio i diversi materiali, si possono evidenziare situazioni abbastanza
diversificate. Il polietilene bassa densit ed il polistirene espanso hanno fatto segnare gli
incrementi maggiori superando entrambi il 3%, grazie al favorevole sviluppo di quasi tutte
le applicazioni nellimballaggio. Leggermente inferiore alle attese la crescita di
polipropilene e polistirene, i cui consumi rimangono per abbondantemente al di sopra del
2%.
Il PET ha chiuso il semestre con una crescita che sfiora il 5%, spinta da unevoluzione
positiva della domanda di liquidi alimentari e soprattutto dal consistente potenziamento
delle esportazioni di preforme. Debole, invece, risultata la crescita dei tecnopolimeri,
penalizzata dallandamento negativo dellauto, e degli espansi poliuretanici che risentono
delle difficolt del mobile imbottito oltre che dellautomobile.
Al di fuori degli usi plastici, infine, si deve rilevare landamento positivo delle resine
termoindurenti liquide, cresciute di quasi il 2%, grazie al forte aumento delle colle ureiche.
Passando agli andamenti settoriali, il primo semestre 2002 si chiude in maniera positiva
per i settori imballaggio, edilizia e casalinghi/monouso, con una crescita superiore al 3%, a
cui si contrappongono le difficolt di comparti applicativi, quali elettrodomestici/audiovisivi,
distribuzione elettricit, mobile/arredamento, e la pesante flessione dei trasporti.
Sulla base del consuntivo del primo semestre e delle previsioni per il terzo trimestre,
landamento del settore nella seconda met dellanno sar solo moderatamente positivo.
Il rallentamento in atto nelle principali economie mondiali, impatter, infatti, anche sul
consumo delle materie plastiche.
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Il settore delle materie plastiche
Tabella 1: Le resine termoplastiche, espresse come polimero vergine (esclusi rigenerati, cariche,
plastificanti, ecc.), pi le resine termoindurenti destinate ad usi plastici (Kton)
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Il settore delle materie plastiche
(1) Masse da stampaggio, resine poliestere insature ed epossidiche per usi plastici, isocianati e
polioli per poliuretani.
(*) E' la produzione a meno delle variazioni di stock dei produttori.
() Sono gli acquisti meno le variazioni di stock dei trasformatori.
Fonte: Plastic Consult
Tabella 3: Le materie termoindurenti per usi plastici (1) in Italia Kton
(*) E' stato calcolato come differenza tra prezzo di vendita e costo materie prime.
Fonte: Plastic Consult
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Il settore delle materie plastiche
2001
Estrusione:
film 29,8
foglia, lastra 7,6
tubi 8,5
profilati 3,0
altri 1,8
subtotale estrusione 50,7
stampaggio ad iniezione 26,6
soffiaggio 8,3
calandratura e spalmatura 5,5
altri (*) 8,9
Totale manufatti plastici 100
(*) Espansi, poliestere insaturo, stampaggio rotazionale, colata, slush e dip moulding, sinterizzazione,
stampaggio termoindurenti.
Fonte: Plastic Consult
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Il settore delle materie plastiche
Imprese Addetti
Torino 598 8.878
Vercelli 29 480
Biella 23 331
Verbanio-Cusio-Ossola 29 287
Novara 96 1.200
Cuneo 115 2.860
Asti 67 818
Alessandia 136 2.790
TOTALE 1.093 17.644
700
600
500
400
300
200
100
0
1-9 10-19 20-49 50-99 100-199 200-999
Come si evince dal grafico sovrastante la dimensione di questo settore anche a livello
regionale soprattutto di PMI.
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Il settore delle materie plastiche
I dati relativi all'import-export per questo settore a livello regionale sono riportati nella
tabella seguente:
Putroppo non sono disponibili valori relativi alla produzione per questo settore a livello
regionale.
4. I settori di applicazione
Diversi e numerosi sono i settori di applicazione della plastica. Di seguito viene riportata
un'analisi per ciascun settore.
Edilizia
Ledilizia assorbe in Italia oltre l11% della produzione di materie plastiche (13,2% nel
mondo), soprattutto in termini di serramenti, impiantistica, rivestimenti, tubature,
isolamento termico ed acustico.
Ogni anno in Europa vengono utilizzate in questo settore pi di 6 milioni di tonnellate di
plastica e si prevede che giungeranno a 8 milioni entro il 2010.
Questo sviluppo si deve principalmente alle peculiari caratteristiche della plastica in termini
di leggerezza, durata, isolamento, economia, facilit duso.
I principali impieghi in edilizia riguardano tubi a pressione, tubi a gravit, profili per finestre,
pavimenti, rivestimenti murali, membrane per impermeabilizzazione di coperture, cavi
elettrici e guaine per isolamento.
Arredamento
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Il settore delle materie plastiche
Trasporti
Lindustria dei trasporti assorbe in Italia oltre il 4% della produzione di materie plastiche
(nel mondo il 7%), utilizzate in numerosissimi componenti (circa 1700 su 5000), molte
delle quali rese possibili proprio dalla plastica, come air bag, cinture di sicurezza.
Il contenuto medio di materie plastiche in unauto europea passato da circa 20 chili negli
anni 60 (2% del peso) ai circa 105 chili di oggi (in media circa il 10% del peso totale
dellauto), raggiunti utilizzando 14 differenti tipi di polimeri. Il solo abitacolo formato per il
60% di materiale plastico.
Le caratteristiche che rendono la plastica preferibile sono affidabilit, bassa manutenzione,
isolamento, sicurezza.
Comunicazioni
Assorbono il 6% della produzione di materie plastiche nel mondo e hanno dato un impulso
determinante a questo settore: fibre ottiche, microchip, computer, compact disk, telefonia
cellulare e tutti i protagonisti della comunicazione attuale e del suo futuro sono fatti
prevalentemente di plastica.
La caratteristica, che rende la plastica preferibile, la possibilit di raggiungere degli
standard e delle prestazioni altrimenti impossibili.
Agricoltura
Il settore agricolo assorbe in Italia oltre il 3% delle materie plastiche prodotte in Italia. La
possibilit, ad esempio, di avere primizie fresche tutto lanno si deve proprio alla plastica:
sono infatti di questo materiale i teloni che ricoprono le piantagioni, le proteggono, le
stimolano, fino ad anticipare la maturazione e raddoppiare i raccolti, promuovendo cos un
settore spesso in difficolt. Le serre con coperture di plastica rendono di pi e hanno
bisogno di meno energia per venire riscaldate.
Anche nellirrigazione dei campi, le strutture e i tubi in plastica hanno dimostrato versatilit
ed efficacia. Grazie a tubazioni in PVC, ad esempio, si riusciti ad irrigare zone in cui la
natura dei terreni o la particolarit delle acque compromettevano la durata di tubi in
cemento o metallo.
Imballaggi
Assorbono in Italia oltre il 45% di tutta la produzione di materie plastiche (43,5% nel
mondo). In Europa, circa il 50% di tutto limballaggio alimentare in plastica: il 60% di
questo tipo di confezioni pesa meno di 10 grammi. Le caratteristiche che rendono la
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Il settore delle materie plastiche
plastica preferibile sono versatilit, leggerezza, robustezza, inerzia chimica, affidabilit,
economicit.
Salute
Le materie plastiche consentono alluomo di oggi di avere una vita pienamente fruibile,
migliore, pi lunga. Basti pensare ai farmaci protetti da speciali imballaggi alveolati (blister
pack) termoformati; oppure ai numerosissimi oggetti e attrezzature impiegate in medicina
e chirurgia: dalle tende ad ossigeno, ai guanti sterili, fino ai presidi salvavita, come il cuore
artificiale o le sacche per il trasporto di sangue e plasma, le sacche per la dialisi, i tubicini
per le trasfusioni.
La caratteristiche che rendono la plastica preferibile sono laffidabilit e la capacit di
consentire soluzioni tecnologiche altrimenti impossibili.
Sport e tempo libero
5. I marchi di conformit
E' importante sottolineare che le caratteristiche e le prestazioni dei prodotti realizzati in
plastica sono definite da norme nazionali (UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione),
europee (EN - Norme Europee, in fase ancora iniziale) ed internazionali (ISO -
International Organization for Standardization: adottate man mano dal CEN - Comitato
Europeo di Normazione, come norme EN ISO; e quindi anche da UNI, come norme UNI
EN ISO). Tali norme specificano i requisiti da rispettare per la sicurezza e la garanzia
nelluso dei prodotti.
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Il settore delle materie plastiche
Uniplast l'ente italiano di Unificazione per quel che riguarda il settore delle materie
plastiche. Il suo campo di attivit riguarda:
- le materie plastiche in generale
- le resine sintetiche e simili e loro applicazioni nel campo delle tubazioni per industria,
acquedotti e gasdotti, dell'edilizia, dell'imballaggio, dell'agricoltura, dei trasporti, ecc.
- Materie plastiche di riciclo
La certificazione di prodotto un atto mediante il quale una parte terza dichiara che, con
ragionevole attendibilit, un determinato prodotto conforme ad una specifica tecnica
(norma, capitolato, regolamento o altro) che ne descrive le caratteristiche.
Per verificare la conformit di un prodotto ad una specifica tecnica o altro documento
normativo, sono possibili tre modalit:
Attestazione di conformit del produttore Il produttore dichiara che la propria
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Il settore delle materie plastiche
I.I.P. ha in Italia, un significativo portafoglio di certificazioni di prodotto (pi di 300) per i
settori:
tubazioni per acquedotti, gas, fognature e scarico e ventilazione all'interno dei
persiane avvolgibili, film per copertura serre e sacchi per raccolta rifiuti (caratterizzati
con il marchio IIP-UNI);
imballaggi destinati a venire in contatto con sostanze di uso personale come alimenti,
La licenza di uso dei Marchi IIP autorizza il produttore a usare i Marchi per tutti i prodotti
oggetto di licenza dando allacquirente la fiducia che il prodotto stato ottenuto in
conformit con i requisiti della specifica tecnica di riferimento e dello schema di
certificazione.
Per il mantenimento della certificazione di prodotto richiesto alle Aziende licenziatarie dei
Marchi IIP un piano di controllo interno che prevede:
- controllo in ingresso delle materie prime (per alcuni prodotti particolari quali, ad
esempio, tubazioni per il trasporto di gas o di acqua potabile in pressione, devono
essere utilizzate esclusivamente materie prime gi verificate dallI.I.P. come idonee per
tali applicazioni al fine di garantire una vita utile del prodotto di oltre 50 anni);
- autocontrollo minimo della produzione;
- definizione e controllo dei parametri del processo di trasformazione;
- controllo del prodotto finito;
- rintracciabilit dei prodotti a Marchio, ossia listituzione di un sistema documentale tale
da prevedere la possibilit di risalire dal manufatto finito a tutte le informazioni attinenti
le prove di collaudo e il processo di ottenimento fino al particolare lotto di materia prima
utilizzata in modo da potere correggere per le future produzioni eventuali non
conformit riscontrate.
I Marchi con cui IIP certifica la conformit dei prodotti sono i seguenti:
IIP-UNI
prodotti in materiali plastici in conformit alle loro specifiche norme UNI che ne
stabiliscono caratteristiche e prestazioni.
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Il settore delle materie plastiche
L'uso del Marchio IIP-UNI concesso solamente a quei fabbricanti che, dopo adeguati
controlli preliminari atti ad accertare la conformit della loro produzione alle norme UNI, si
impegnano a mantenere con continuit il livello qualitativo e a consentirne il controllo
periodico da parte dell'Istituto.
P
prodotti plastici in contatto con sostanze di uso personale (acqua, alimenti liquidi e solidi,
farmaci, cosmetici), in conformit alle disposizioni del Ministero della Sanit (D.M.
21.03.73 e successive modificazioni). Il Marchio "MPI" concesso solo ai manufatti
controllati dell'Istituto Italiano dei Plastici e a quei fabbricanti che sottopongono la loro
produzione al controllo dell'Istituto Italiano dei Plastici che si impegnano ad impiegare, per
i manufatti marchiati, esclusivamente materie prime o semilavorati plastici rispondenti alle
norme igieniche vigenti.
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Il settore delle materie plastiche
La legislazione copre tutti gli imballaggi, in qualsiasi materiale, compresi quelli in materia
plastica ed in PVC flessibile, prevede le materie prime e gli additivi di cui permesso
l'utilizzo e pone limiti di cessione per la loro migrazione globale e specifica nell'alimento,
nonch la valutazione della buona conservazione complessiva dell'alimento.
La correttezza degli imballaggi e la loro conformit ai requisiti della legislazione italiana
esistente sotto la responsabilit dei produttori degli imballaggi e dipende dalle
formulazioni, processi e procedure che essi adottano per la produzione ed il controllo dei
manufatti.
In accordo alla norma UNI-CEI-EN 45020, una parte terza indipendente e professionale
(accreditata a questo) pu dare a tutti gli interessati della filiera dell'imballaggio, con
particolare riferimento agli utenti ed al pubblico, la garanzia della correttezza -
adeguatezza applicativa degli imballaggi e della loro conformit ai requisiti della
legislazione esistente. Questa garanzia si esprime usualmente attraverso una
assicurazione scritta e pubblica, mostrata ed evidenti sui manufatti.
L'assicurazione scritta e pubblica sui manufatti della loro conformit alla legislazione e
norme esistenti, si manifesta attraverso un marchio di qualit, che un logo concesso in
uso dall'ente terzo al produttore perch venga applicato sui suoi manufatti. Questo logo
conferma che il processo di produzione ed i corrispondenti manufatti sono stati soggetti
alle verifiche di conformit periodiche anche sui manufatti commercializzati ed esistenti sul
mercato, in accordo al piano di controllo ed al regolamento di concessione del marchio.
Il consuntivo dei controlli presso i licenziatari e sui prodotti immessi nel mercato, fatti da
IIP nel 1999, ha indicato che il marchio prodotto IIP-UNI sui tubi per acquedotti e per
trasporto gas, sulle lastre espanse, sui profili, sui film per copertura e sui sacchi ed il
marchio MPI sugli imballaggi, garantiscono gli utenti ed il pubblico della validit
prestazionale dei relativi manufatti che sono risultati essere in buon accordo con le relative
norme UNI-EN-ISO e decreti ministeriali specifici.
6. La certificazione ambientale
Nel corso degli ultimi anni, l'attenzione generale per l'ambiente in continuo aumento. Le
cause di tale interesse sono riconducibili a fenomeni negativi di portata mondiale quali
l'assottigliamento dello strato di ozono, le piogge acide, l'impoverimento delle risorse
naturali, l'inquinamento e i disastri ecologici.
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Il settore delle materie plastiche
A causa di tale situazione, enti pubblici e privati hanno iniziato a monitorare l'ambiente; in
seguito ai rapporti negativi emersi da tali controlli le nazioni sono intervenute attraverso
prescrizioni legislative per ridurre e ricondurre le soglie di rischio a livelli accettabili.
Gli effetti indesiderati della produzione industriale sull'ambiente sono soggetto di crescente
attenzione anche da parte del sistema produttivo, che sta attuando diverse azioni di
riduzione degli impatti. In questo contesto, importante ricordare il ruolo delle certificazioni
ambientali: infatti, il numero delle imprese registrate ISO 14001 e/o EMAS in Italia in
aumento. Per quanto riguarda l'industria delle materie plastiche da notare l'ampia
diffusione sul territorio nazionale della certificazione ISO14001: ad oggi, risultano infatti
certificate 81 aziende, di cui 8 in Piemonte (l'elenco delle aziende certificate riportato in
Allegato 2). Purtroppo per la registrazione EMAS in Italia non ancora vede coinvolto
nessun sito appartenente al settore in analisi.
L'interesse pubblico nei riguardi di tale promozione evidente dal momento che
immediatamente percepibile come le aziende in possesso di un sistema di gestione
ambientale collaudato, verificato e certificato siano meno esposte a rischi di infrazione
legislativa, proprio per l'esistenza di procedure e di professionalit idonee a garantire non
solo il rispetto dei limiti, ma anche il costante miglioramento delle proprie prestazioni
ambientali.
Tutti gli studi internazionali e nazionali indicano che l'innovazione tecnologia gioca un
ruolo fondamentale nella riduzione degli impatti ambientali, oltre a costruire uno dei fattori
cruciali di competitivit sul mercato globale. L'innovazione passa anche attraverso
l'adozione di procedure di qualit e di certificazione; pertanto evidente come i vantaggi
della certificazione ambientale siano consistenti e siano molto concrete le possibilit che in
futuro il presente settore si serva sempre pi diffusamente di questo strumento.
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Il settore delle materie plastiche
Edilizia
Le materie plastiche sono rilevanti anche sotto il profilo dello sviluppo sostenibile: lEuropa
e il mondo sono impegnati, come indicato sullAgenda 21, in politiche orientate in questa
direzione, e la plastica, a differenza di altri materiali, consente di pensare ed operare nella
direzione dello sviluppo sostenibile in termini sia di sviluppo economico, sia di protezione
ambientale, sia di progresso sociale. Basti pensare che a fianco delle popolazioni in via
di sviluppo ad esempio filtrando lacqua e rendendola potabile, cos come fornisce ogni
giorno alle nazioni pi avanzate nuove opportunit di comunicazione grazie alle
prestazioni delle fibre ottiche.
Parlare di sostenibilit significa parlare di prestazioni, di contributo allinnovazione, di
insostituibilit, di affidabilit delle materie plastiche; ed anche di risparmio in termini di
energie complessive del pianeta. Le principali sfide del 3 millennio (migliori condizioni di
educazione e salute, risorse per generazioni future, conservazione dellenergia, fonti
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Il settore delle materie plastiche
rinnovabili, creazione di benessere, creazione di lavoro) prevedono un ruolo da
protagonista per le materie plastiche.
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Il settore delle materie plastiche
Allegato 1
L'articolo "Un distretto di plastica", riportato di seguito, stato pubblicato su "Il Sole 24 Ore
Nord Ovest" il 23/09/2002. Le fonti per la redazione di tale articolo sono state l'Unione
Industriale e l'API (Associazione Piccole e Medie Imprese) di Alessandria. I dati relativi al
numero di imprese e di addetti per questa provincia sono diversi da quelli riportati nella
tabella 6 poich in questo caso si tenuto conto solo delle piccole e medie imprese
industriali escludendo tutte le attivit artigianali. I dati riportati in tabella 6 sono al contrario
comprensivi di tutte le realt.
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Il settore delle materie plastiche
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Il settore delle materie plastiche
Allegato 2
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Il settore delle materie plastiche
Scopo: Progettazione e costruzione di centinati, lucernari ed
evacuatori di fumo e calore in polimetilmetacrilato (PMMA) e
policarbonato (PC).
A.02.013 04/07/2002 - SGS ICS s.r.l.
CAODURO s.p.a. Stabilimento - Via dell'Industria, 17 36010 fraz. Cavazzale
MONTICELLO C.OTTO (VI) - Veneto
Scopo: Progettazione e costruzione di centinati, lucernari ed
evacuatori di fumo e calore in polimetilmetacrilato (PMMA) e
policarbonato (PC).
3676/I 26/03/2001 - CERTIQUALITY
CHIORINO SPA Unit Operativa - VIA MONGILARDI, 20/A 13900 BIELLA (BI)
- Piemonte
Scopo: Produzione di nastri trasportatori e di processo,
cinghie piane di trasmissione, manicotti e rivestimenti in
gomma, tessuti e film calandrati.
3676/I 26/03/2001 - CERTIQUALITY
CHIORINO SPA Sede e Unit Operativa - VIA S. AGATA N.
9 13900 BIELLA (BI) - Piemonte
Scopo: Produzione di nastri trasportatori e di processo,
cinghie piane di trasmissione, manicotti e rivestimenti in
gomma, tessuti e film calandrati.
CERT-051-99-AE- 25/11/1999 - 22/03/2005 DNV Italia s.r.l.
ROM-SINCERT
COBARR S.p.A. Sede - Via Anticolana, 1 03012 Anagni (FR) - Lazio
Scopo: Trasformazione di polimero PET rigradato e
produzione di preforme, mediante le fasi di
policondensazione allo stadio solido e di stampaggio ad
iniezione
AMB 001/C 23/11/1998 - 19/11/2004 CERTO
COLLINS & Stabilimento operativo San Benigno Canavese - Via
AIKMAN Chivasso, 120 -10080- SAN BENIGNO CANAVESE (TO) -
AUTOMOTIVE Piemonte
COMPANY
ITALIA S.R.L.
Scopo: Fabbricazione di paraurti, stampati termoplastici
interno ed esterno vettura, plance, mobiletti, particolari vari
stampati in poliuretano e verniciatura componenti.
99-BRI-AE-0026 30/06/1999 - 11/06/2002 DNV Italia s.r.l.
COM.P.I. S.r.l. Sede - Zona Industriale - Loc. Cerratina 66034 Lanciano (CH)
- Abruzzo
Scopo: Lavorazioni meccaniche conto terzi di componenti
meccanici industriali di serie. Fonderia di getti in alluminio in
conchiglia. Stampaggio ad iniezione di componentistica
tecnica. Termoformatura di laminati plastici
99-BRI-AE-0026 30/06/1999 - 11/06/2002 DNV Italia s.r.l.
COM.P.I. S.r.l. Unit Produttiva - C.da Saletti, 1 66040 Piazzano di
Atessa (CH) - Abruzzo
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Il settore delle materie plastiche
Scopo: Lavorazioni meccaniche conto terzi di componenti
meccanici industriali di serie. Fonderia di getti in alluminio in
conchiglia. Stampaggio ad iniezione di componentistica
tecnica. Termoformatura di laminati plastici
4873 19/04/2002 - CERTIQUALITY
COOP. AMA- Sede e Unit Operativa - ZONA IND.LE CAMPOLUNGO VIA
AQUILONE A.R.L. 234 63100 ASCOLI PICENO (AP) - Marche
Scopo: Lavorazione di articoli in gomma e plastica ed attivit
ausiliarie. Granulazione di materiali termoplastici.
AMB 010 26/06/2000 - 26/06/2003 CERTO
CORCOS Sede Legale e Stabilimento operativo - Corso Torino 332 -
INDUSTRIALE 10064- PINEROLO (TO) - Piemonte
S.P.A.
Scopo: Sviluppo, fabbricazione e vendita di raschiavalvole
come "lead center" Europeo, di anelli di tenuta e guarnizioni
per pneumatica.
AMB 011 26/06/2000 - 26/06/2003 CERTO
CORCOS Stabilimento operativo - Via 1Maggio 177/179 -10062-
INDUSTRIALE LUSERNA SAN GIOVANNI (TO) - Piemonte
S.P.A.
Scopo: Sviluppo, produzione e vendita di raschiavalvole
come lead center europeo e di anelli di tenuta e guarnizioni
per pneumatica
4 01/06/2000 - 31/05/2003 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
CUCCU SRL SEDE/U.PROD. - Z.I. MACCHIAREDDU 4A
STRADA 09032 ASSEMINI (CA) - Sardegna
Scopo: Progettazione e produzione di profili estrusi per
serramenti in PVC e di serramenti in PVC
9191.MIL5 24/05/2000 - IMQ S.p.A.
DIWS SRL - VIA GALVANI 4 20080 OZZERO (MI) - Lombardia
Scopo: Prog. Produz. Vendita, assistenza tecnica cartelli
stradali e targhe veicolari, prodotti decorativi/ funzionali per
industrie automobil. e motocicl. Commerc. assistenza tecnica
di prodotti destinati alle industrie automobilistiche e
motociclistiche.
CERT-324-2001- 31/12/2001 - 09/11/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-FLR-
SINCERT
EATON FLUID Sede - Via A. Nicolodi, 31/33 57121 Livorno (LI) - Toscana
POWER S.r.l.
Divisione Eaton
Aeroquip
Scopo: Assemblaggio e commercializzazione di tubi flessibili
raccordati e componentistica idraulica mediante le attivit di
taglio, spellatura, raccordatura, collaudo e confezionamento
A.01.015 10/12/2001 - SGS ICS s.r.l.
ETHICON S.p.A. Sede Sociale e Direzione Generale - Via del Mare,
56 40 PRATICA DI MARE-POMEZIA (RM) - Lazio
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Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di cateteri intravenosi, stiletti otturatori,
sistemi di drenaggio, tamponi ad uso chirurgico e kit
personalizzati. Servizi di sterilizzazione di dispositivi medici
impiantabili non attivi (stent coronarici).
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Sede - Viale del Lavoro, 98 36020 Ponte di Barbarano (VI) -
S.p.A. Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 94/96 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 90/92 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 100 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 73 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
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Il settore delle materie plastiche
SINCERT
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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di paraurti, spoiler, modanature, mobiletti,
tappi liquido freno ed accessori e verniciatura.
99-BRI-AE-0025 30/06/1999 - 15/06/2002 DNV Italia s.r.l.
FISEM S.r.l. Sede - Localit S. Calcagna 66020 Rocca S. Giovanni (CH) -
Abruzzo
Scopo: Produzione di selle e sedili per motocicli tramite le fasi
di: taglio, termo-formatura, stampaggio poliuretano.
Produzione di articoli in plastica tramite soffiaggio
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Il settore delle materie plastiche
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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
MONPLAST S.r.l. Sede - Via dell' Industria,3 33086 Montereale Valcellina (PN)
- Friuli-V. Giulia
Scopo: Stampaggio ed assemblaggio di articoli in plastica per
irrigazione, giardinaggio ed enologia
CERT-057-99-AE- 27/12/1999 - 23/04/2005 DNV Italia s.r.l.
NPL-SINCERT
NUROLL S.p.A. Sede - Strada Conte 81052 Pignataro Maggiore (CE) -
Campania
Scopo: Produzione di film di Poliestere bi-orientato, mediante
le fasi di cristallizzazione, estrusione e stiraggio
CERT-130-2000- 14/12/2000 - 10/11/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-FLR-
SINCERT
PAN URANIA Sede - Via C. Colombo, 15/17/19 50021 Barberino Val
S.p.A. D'Elsa (FI) - Toscana
Scopo: Produzione in discontinuo di pannelli isolanti termici o
acustici, con rivestimento esterno in lamiera o vetroresina e
coibentaizone interna in schiuma poliuretanica iniettata in
lana di roccia e polistirene incollati
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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di film di polipropilene biorientato
4354 28/11/2001 - CERTIQUALITY
RTS Sede e Unit Operativa - LOCALIT LE
EQUIPMENTS LAME 03100 FROSINONE (FR) - Lazio
S.P.A.
Scopo: Produzione di materiali prestampati (fasce wingtread,
unitread, classico) per la ricostruzione dei pneumatici.
CERT-114-2000- 31/10/2000 - 25/09/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-BRI-SINCERT
SA.C.CO. S.r.l. Sede - Piazza Mazzini, 64 73100 Lecce (LE) - Puglia
Scopo: Produzione di preforme in P.E.T.
CERT-114-2000- 31/10/2000 - 25/09/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-BRI-SINCERT
SA.C.CO. S.r.l. Unit Produttiva - Contrada La Francesca 85028 Rionero in
Vulture (PZ) - Basilicata
Scopo: Produzione di preforme in P.E.T.
AMB 43 13/05/2002 - 13/05/2005 CERTO
SAFIPLAST Sede Legale e Stabilimento operativo Chivasso - Via Caluso,
S.P.A. 50 -10034- CHIVASSO (TO) - Piemonte
Scopo: Progettazione e fabbricazione di serbatoi carburante
per il settore automotive.
1 01/01/1999 - 18/02/2005 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
SAFTA SPA U.PROD. - VIA ARDA, 11 29100 PIACENZA (PC) - Emilia
Romagna
Scopo: Produzione di imballaggi flessibili, stampati rotocalco
e anonimi, per i settori alimentare, cosmetico/farmaceutico,
industriale. Estrusione di film di polietilene da accoppiamento
e allestimento degli impianti di stampa
AMB 25 29/05/2001 - 29/05/2004 CERTO
SIRIO SUD S.P.A. Stabilimento operativo - Zona Ind. Asi Pascarola -80023-
CAIVANO (NA) - Campania
Scopo: Fabbricazione di valvole di sicurezza per impianti di
alimentazione autoveicoli. Stamapggio a gas moulding ed
assemblaggio di componenti termoplastici. Fabbricazione di
componenti schiumati per interni ad uso autoveicolistico.
CERT-419-2002- 16/07/2002-04/07/2002 DNV Italia s.r.l.
AE-ROM-
SINCERT
SWISS PACK ST1 - Zona Industriale C.P.54 07046 Porto Torres (SS) -
MEDITERRANEA Sardegna
Srl
Scopo: Produzione di dispositivi gonfiabili per protezione e
stabilizzazione di carichi trasportati, realizzati in PELD e carta
KRAFT; produzione di imbracatura a perdere per la
movimentazione di carichi
CERT-159-2001- 05/02/2001 - 20/12/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-CIA-SINCERT
TECNO BOX S.r.l. Sede - Via Galileo Galilei, 15 90044 Carini (PA) - Sicilia
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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di vassoi in polistirolo espanso tramite
termoformatura e marcatura di prodotti per il
confezionamento
18 18/12/2001 - 17/12/2004 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
TECNO PLASTIC SEDE/U.PROD. - VIA FONTANELLE LOC.
SPA SARISSOLA 16012 BUSALLA (GE) - Liguria
Scopo: Stampaggio ad iniezione di raccordi e valvole in
materiali termoplastici
2520 22/09/1999 - CERTIQUALITY
TECNORESINE Sede e Unit Operativa - ZONA INDUSTRIALE FOSSO
ABRUZZESE SRL BIANCO 64012 CAMPOVALANO DI CAMPLI (TE) - Abruzzo
Scopo: Produzione e vendita di granuli di polivinilcloruro
(PVC) plastificato.
CERT-383-2002- 17/04/2002 - 26/03/2005 DNV Italia s.r.l.
AE-NPL-
SINCERT
TERMOPAIF Sede - Via Spineta Mare, Localit
S.p.A. Villani 84091 Battipaglia (SA) - Campania
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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
IL PROCESSO PRODUTTIVO E LE
ATTIVIT AD ESSO ASSOCIATE
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REGIONE PIEMONTE
Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
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REGIONE PIEMONTE
Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
1 DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO
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REGIONE PIEMONTE
Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
concorrenti di messa in opera. Ogni metodo citato nella tabella 1.1 ammette numerose
varianti, al punto che si imposta una gamma di tecnologie servite da industrie medie e
piccole per lo pi specializzate nei vari rami.
Di seguito saranno descritti pi dettagliatamente i pi diffusi processi di trasformazione
della plastica.
Calandratura fogli rigidi e termoplastiche spesso PVC, polietileni ed altri Il materiale, per lo pi plastificato,
plastificati, finte pelli, su supporti polivinili viene fatto ingranare da una
passatoie e parati calandra e successivamente
bobinato.
Colata manufatti, pellicole, termoplastiche o Acriliche, PVC, La mescola polimerica o il polimero
rilievi scultorei, termoindurenti epossidiche, poliestere fluidi sono versati in stampo e
masse porose lasciati indurire.
Compressione ogni tipo di manufatto termoindurenti Poliesteri caricati, La polvere da stampaggio con le
di qualunque caricate fenoplasti, amminoplasti cariche vengono compresse in
dimensione stampo fino ad indurimento.
Espansione lastre soffici, materiali termoplastiche o Polistireni, poliuretani, Introduzione di gas e aria nella
isolanti, imbottiture termoindurenti PVC, amminoplasti resina in formazione o in messa in
opera. Introduzione di porofori, di
rigonfianti o di liquidi gassificabili.
Estrusione profilati, pellicole, termoplastiche e Polipropileni, PVC, Il materiale fuso viene forzato
tubi, lastre termoindurenti acriliche, ABS, poliammidi attraverso filiera che produce un
ritardate manufatto continuo.
Formatura per Senza soffiaggio si lascia
*immersione tute, guanti, corpi termoplastiche e Polimeri e copolimeri depositare e solidificare su
semplice e con cavi e pellicolari termoindurenti vinilici, PTFE sagoma compatta nella quale si
soffiaggio immessa il materiale viscoso ed
*estrusione e qualunque tipo di termoplastiche e Polietileni, polipropileni, emulsionato. Con soffiaggio si
iniezione con corpo cavo termoindurenti molto polistireni, PVC e loro lascia depositare su sagoma
soffiaggio (imballaggi) plastiche copolimeri forellata e si estrude o si inietta il
(BLOW materiale e poi gli si soffia aria per
MOLDING) farlo aderire alle pareti dello
stampo.
Rotazione corpi cavi di grandi termoplastiche polietileni, polivinili, Il materiale posto in stampo cavo
dimensioni poliesteri ruotante in forno fonde e per forza
centrifuga ricopre uniformemente
le pareti dello stampo.
Termoformatura fogli e pellicole termoplastiche Acriliche, poliuretaniche, Fogli e pellicole preformati e fatti
aderenti a ABS, PVC, polietilene rammollire aderiscono per
semilavorati soffiatura o aspirazione a stampi.
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REGIONE PIEMONTE
Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
1.1 Estrusione
Consiste nella trasformazione in continuo di materiale plastico riscaldato e spinto da una
vite senza fine, attraverso un ugello che d al materiale la sagoma richiesta e, che per
raffreddamento mediante acqua, assume la sua forma stabile (vedi figura 1.1). L'estruso
viene poi tirato lungo la direzione d'uscita per mezzo di rulli posti ad una certa distanza
dalla testa d'estrusione e tagliato in pezzi della lunghezza desiderata.
Grazie alla versatilit ed alla vastit d'impiego, l'estrusione ha una posizione preminente
tra le tecnologie di lavorazione dei materiali polimerici. L'estrusore praticamente una
pompa adatta a fondere e trasportare dei fluidi che hanno elevata viscosit. L'estrusore
pu produrre direttamente fili, bacchette, tubi, lastre ed altri oggetti di sezione uniforme, o
far parte di una apparecchiatura pi complessa. Pu essere composto da una sola vite
(monovite) o da due viti (bivite); negli estrusori bivite, le due viti possono o ruotare nello
stesso senso (questo se si devono realizzare pressioni molto elevate), o ruotare in senso
opposto (se si deve ottimizzare il mescolamento di pi componenti).
Nel diagramma 1 rappresentato il processo di estrusione.
1.2 Stampaggio
Le tecniche utilizzate nei processi di stampaggio sono di compressione, iniezione e
rotazione.
Nei processi di stampaggio il polimero fuso alimenta uno stampo di cui, per compressione
e raffreddamento, assume la forma desiderata. Lo stampaggio pu essere di diversi tipi:
- a compressione, per ottenere manufatti con caratteristiche meccaniche migliori e
omogenee (come per oggetti di forma complessa, quali prese e spine elettriche);
- a iniezione, per fare ad esempio contenitori, calzature, ruote dentate;
- rotazionale, che viene usato per manufatti come serbatoi, fusti, contenitori larghi e cavi.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Ricezione
materia prima
Polimeri e
Imballaggi
sostanze
accessorie
Miscelazione
Plastificazione
Estrusione
Acqua
Acqua Raffreddamento
Taglio
Impianto di
refrigerazione
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
- raffreddamento del manufatto fin quando la solidificazione avanzata sufficientemente
- apertura dello stampo ed estrazione del manufatto
Il processo rappresentato nel diagramma 2.
Ricezione
materia prima
Polimeri, materiale
recuperato, Imballaggi
sostanze
accessorie
Miscelazione
Plastificazione
Camera iniezione
Stampo e Acqua
Acqua
raffreddamento
Apertura ed
estrazione Materozze
stampo
Impianto di
refrigerazione
Sminuzzatore
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Completato il riempimento dello stampo la pressione cambia rapidamente di livello perch
inizia la fase di mantenimento; successivamente la pressione subisce variazioni graduali
connesse con il progressivo raffreddamento del polimero. Quando si ha solidificazione al
gate inizia la fase di raffreddamento durante la quale la pressione decresce pi
rapidamente. Il valore finale della pressione determinato dalla massa di polimero
presente in cavit al momento della solidificazione del gate.
Dopo il raffreddamento lo stampo viene aperto dai meccanismi idraulici della macchina ed
estrattori automatici staccano il manufatto dallo stampo.
a) b)
a) Stampaggio a iniezione
1 tramoggia; 2 cilindro; 3
coclea; 4 ugello; 5 stampo; 6
pistone
b) Estrusione
1 tramoggia; 2 coclea; 3
cilindro; 4 filiera
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Il principale vantaggio dello stampaggio rotazionale consiste nel permettere di produrre
corpi cavi in un solo pezzo senza necessit di saldature. Inoltre questa tecnologia
permette di ottenere pezzi privi di tensioni interne, con una buona uniformit di spessore,
anche di grosse dimensioni con contorni molto complicati, anche con differenti finiture
superficiali (finta pelle, goffrature, ecc.) e con diversi tipi di inserti costampati. Infine, i costi
di investimento in attrezzature sono decisamente pi contenuti di quelli altre tecnologie.
Attualmente la maggior parte della produzione viene effettuata con polietilene lineare e
reticolato, pvc, polipropilene, poliammide, policarbonato. Tuttavia la continua ricerca di
nuovi materiali e tecnologie amplia ogni anno la gamma di polimeri che possono essere
efficacemente utilizzati nello stampaggio rotazionale.
Le applicazioni dello stampaggio rotazionale sono innumerevoli, ed in continua crescita
grazie alla maggiore conoscenza di questa tecnologia da parte di progettisti e produttori.
Non esiste settore in cui non trovi applicazione un prodotto stampato in rotazionale.
(Fonte: Associazione Italiana Stampaggio Rotazionale (AISR) www.stampaggiorotazionale.it)
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Ricezione
materia prima
Polimeri, materiale
recuperato, Imballaggi
sostanze
accessorie
Miscelazione
Plastificazione
Formazione
del parison
Intrappolamento
del parison nello
stampo
Soffiaggio e Acqua
Acqua
raffreddamento
Distacco sbavi e
apertura dello Materozze
stampo
Impianto di
refrigerazione
Sminuzzatore
I manufatti sono generalmente a parete sottile, con saldature limitate a zone molto ristrette
e comunque effettuate durante il processo; un tipico esempio di manufatti prodotti con
questa tecnica costituito dai flaconi in plastica che hanno saldature sul fondo ed
eventualmente altre saldature per la formazione dei manici.
Il momento centrale del processo consiste nell'intrappolamento di un tubo cavo, parison, in
polimero termoplastico all'interno di uno stampo. Il parison viene gonfiato con aria in
pressione fino a che viene in contatto con le pareti interne dello stampo freddo che fanno
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
solidificare il polimero. Dopo la solidificazione e l'eliminazione degli sbavi lo stampo viene
aperto ed il prodotto finito viene estratto.
Sono stati sviluppati diversi tipi di macchine per Blow Molding che possono essere
comunque raggruppate in due categorie a seconda che il parison venga ottenuto per
estrusione subito prima del gonfiaggio o precedentemente per stampaggio ad iniezione, in
tal caso ovviamente il parison (preforma) deve essere riscaldato prima di essere gonfiato.
I processi che ne derivano prendono il nome di Extrusion Blow Molding ed Injection-Blow
Molding e presentano differenze che rendono preferibile l'uso dell'uno o dell'altro a
seconda della forma del pezzo, del materiale usato e della qualit desiderata. In
particolare il processo per Injection Blow Molding presenta maggiore controllo sulla qualit
dei prodotti, possibilit di processare materiali aventi viscosit molto bassa, ma richiede
due operazioni che si effettuano abitualmente in macchine diverse con costi degli stampi e
tempi di ciclo globalmente pi alti.
L'Extrusion Blow Molding fa spesso uso della estrusione intermittente con testa di
accumulo per poter processare anche materiali con bassa viscosit e per la preparazione
di parison di maggiori dimensioni.
1.4 Termoformatura
La termoformatura una tecnologia di stampaggio delle materie plastiche che rappresenta
una valida alternativa ad altre tecniche per la realizzazione di svariate tipologie di prodotto
in numerosi settori
I vantaggi principali sono :
a. Facilit di realizzazione di forme anche complesse con costi ridotti delle attrezzature di
produzione;
b. Tempi ridotti di progettazione e sviluppo di stampi, prototipi e produzione finale;
c. Elevata qualit dei materiali, sia come caratteristiche fisiche che come finitura
superficiale, migliori rispetto ad altre tecniche.
Il processo di termoformatura pu essere realizzato impiegando tre tecniche fondamentali
che sono:
- Formatura a vuoto (Vacuum forming)
- Formatura ad alta pressione (High pressure forming)
- Formatura a lastra doppia (Twin sheet forming)
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
In generale, nei processi di formatura (diagramma 4) si utilizzano lastre di materiale
termoplastico che vengono riscaldate mediante lampade ceramiche, al quarzo o alogene
fino ad essere malleabili, ma al di sotto della temperatura di fusione. A questo punto, le
lastre vengono allungate, portate sullo stampo e mantenute in posizione fino al
raffreddamento al di sotto della temperatura di distorsione. In tutti i processi di
termoformatura fondamentale che la condizione di vuoto e/o l'aria compressa (che
permettono di eliminare l'aria presente) rimangano sul pezzo fino al raffreddamento al di
sotto della temperatura di distorsione.
Le fasi finali prevedono l'eliminazione dei bordi e le eventuali decorazioni.
Lastre di
Ricezione
materiale Imballaggi
materia prima
termoplastico
Riscaldamento
Posizionamento
sullo stampo e
formatura
Raffreddamento
Eliminazione
Materozze
dei bordi
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Il prezzo unitario per la produzione di piccoli lotti basso grazie al costo contenuto degli
stampi, in particolare nel caso di componenti di grandi dimensioni. La modifica degli
stampi abbastanza economica, il che facilita lo sviluppo di componenti non complessi.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
1.5.1 Serigrafia
E' un procedimento di stampa a colori in cui si fa passare l'inchiostro attraverso un tessuto
a trama rada (in fibra metallica o sintetica) fissato ad un telaio di legno e reso
impermeabile nelle parti che non devono essere stampate.
Nella stampa serigrafica pu venire impiegato quasi ogni tipo di tintura, inchiostro, pasta o
colorante liquido. Essa permette di depositare, senza alcuna difficolt, un rivestimento di
inchiostro di vario spessore su quasi ogni materiale.
In confronto agli altri sistemi di stampa, quello serigrafico consente di ottenere un deposito
di inchiostro variabile a seconda delle esigenze di lavorazione. Nella maggior parte delle
sue applicazioni in ambito industriale e grafico, infatti, lo spessore del film di inchiostro
essiccato risulta di 5-7 micron, sebbene possa essere accresciuto fino a 100 micron. La
stampa serigrafica economicamente conveniente per cicli di funzionamento sia brevi sia
lunghi, dato questo che le conferisce una grande flessibilit di impiego.
1.5.2 Litografia
La litografia occupa una posizione di assoluto rilievo nel settore della stampa industriale.
Le sue principali prerogative riguardano leccezionale qualit grafica e il costo
decisamente contenuto.
Il tipo di stampa in oggetto necessita di una pressa con unit multiple (fino a 6), un
dispositivo ausiliario per la laccatura e un sistema di asciugatura UV.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
1.5.3 Stampa a caldo
Questa tecnica avviene con la pressione di una matrice sull'oggetto da stampare: il
risultato ottenibile potr essere in rilievo o di sfondo a seconda della richiesta. inoltre
possibile ottenere il colore frapponendo tra la matrice e l'oggetto un nastro che con il
calore e la pressione lascia l'impronta.
La stampa a caldo (oro, argento, colori e rilievo) richiede una particolare cura e precisione.
1.5.4 Tampografia
Il metodo tampografico permette di stampare tramite trasferimento a tampone su oggetti
concavi e convessi. Questo tipo di stampa avviene per trasferimento dell'immagine dalla
matrice all'oggetto tramite un tampone in silicone che funziona come un timbro. Il grande
vantaggio di questo sistema rispetto ad altri quello di essere rapido, dunque economico.
Per la sua estrema duttilit, la tampografia trova applicazione nei pi svariati settori
merceologici, soprattutto nei prodotti industriali d'avanguardia. Questa tecnica di stampa
specificatamente adatta alla stampa di oggetti plastici di piccole dimensioni.
1.5.5 Metallizzazione
Con il termine metallizzazione si intende genericamente il rivestimento di un substrato con
un sottile film di metallo (per lo pi alluminio) per aumentare la barriera agli aeriformi e
renderlo non trasparente alla luce. La tecnica conosciuta da molto tempo, ma solo negli
ultimi anni stata migliorata al punto da rendere l'operazione interessante anche sotto il
profilo funzionale e non solo estetico. Si tratta generalmente di un processo discontinuo
nel quale il materiale da rivestire viene fatto scorrere al di sopra di un crogiolo1 contenente
il metallo fuso, in una camera mantenuta a bassissimi valori di pressione; il metallo in
queste condizioni evapora e ricondensa sul materiale.
L'alluminio e gli altri metalli depositati svolgono funzioni propriamente estetiche e
funzionali. Si stima che l'80% delle applicazioni della metallizzazione siano
fondamentalmente estetiche, ma crescono rapidamente anche le applicazioni di tipo
funzionale.
1
recipiente tronco-conico o emisferico di materiale refrattario in cui si compiono reazioni chimiche o si
fondono metalli.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
1.5.6 Laserizzazione
Il laser pu essere utilizzato sia per le operazioni di taglio sia per quelle di marcatura.
La marcatura laser consente di incidere, mediante un fascio di luce convogliata su una
superficie, l'immagine o la scritta desiderata; esso un processo termico che sfrutta il
calore generato da un raggio di luce coerente ad alta intensit per alterare la superficie del
materiale da marcare.
Questa tecnologia ormai ampiamente diffusa grazie a un certo numero di vantaggi
rispetto ad altre tecniche pi tradizionali tra i quali si pu citare: la versatilit, l'inalterabilit
del risultato, l'elevata definizione della marcatura, l'assenza di contatto tra utensile e
pezzo, l'efficienza, l'assenza di impatto ambientale, la facilit di inserimento in linea etc.
La realizzazione di una buona marcatura richiede accurate considerazioni riguardo alla
tipologia di laser impiegato, alle propriet del materiale da marcare e alle caratteristiche
estetiche e fisiche desiderate.
Il taglio laser pu essere impiegato per una vasta gamma di materiali sia morbidi che
rigidi. I pi evidenti vantaggi del taglio laser sono: assenza di contatto dellutensile,
devastazione minima del materiale, assenza di utensili taglio di qualit superiore,
flessibilit delle applicazioni.
1.5.7 Sterilizzazione
Per il mercato dei presidi medico-chirurgici, la sicurezza dei prodotti rappresenta una
condizione assolutamente imprescindibile. Pertanto, la maggior parte dei prodotti in
plastica ad uso medico-chirurgico deve essere in grado di sostenere impegnative
sollecitazioni termiche o fisiche imposte dai comuni protocolli di sterilizzazione: trattamenti
in autoclave (calore umido a 120C), con ossido di etilene, e irraggiamento (radiazioni
ionizzanti. Inoltre, il confezionamento di questi prodotti avviene in genere sotto forma di
blister. Il blister un sistema di confezionamento su base di cartoncino dove viene
termosaldato un film trasparente semirigido che pu avere varie forme , ma che comunque
racchiude al suo interno il prodotto; questo tipo di confezione importante poich
permeabile al processo di sterilizzazione.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
2 DESCRIZIONE DELLE ATTIVIT TECNOLOGICHE ED ACCESSORIE
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
evitare lingombro che darebbero gli impianti di deumidificazione posizionati nel
reparto produttivo vicino ad ogni pressa, con recupero di spazio utile alla
produzione;
razionalizzare la quantit di materiale trattato in modo da deumidificare solo quello
che viene utilizzato entro breve tempo senza alterarne le caratteristiche per una
prolungata esposizione allaria calda;
conseguire un notevole risparmio di energia elettrica per un suo pi razionale
sfruttamento tramite la sostituzione di numerosi deumidificatori esistenti con
apparecchi centralizzati;
adottare un sistema software di modulazione/monitorizzazione della temperatura e
del tempo di permanenza del materiale che garantisce un notevole risparmio di
energia aggiuntivo perch si va a produrre calore in funzione della quantit e della
reale temperatura del materiale da trattare;
! Centraline di smistamento automatico dei materiali ai macchinari.
La presenza di una centralina automatica di smistamento dei materiali ad ogni singola
macchina consente ad un responsabile, tramite un monitor, di assicurare la corretta
alimentazione del reparto produttivo, evitando cos errori di caricamento in macchina
di materiale non idoneo a quella particolare lavorazione da parte di operatori non
esperti.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
umano a minime funzioni di controllo ed ottimizzare i flussi di produzione. L'utilizzo di LGV
comporta quindi la riduzione dei costi di installazione e la creazione di un ambiente
lavorativo sicuro, strutturato in modo semplice e lineare, con un basso grado di
inquinamento acustico.
Il software mostra a video il layout completo dell'impianto con la rappresentazione grafica
delle varie macchine servite, e in tempo reale la posizione degli stessi LGV in movimento.
Oltre al layout, vengono visualizzate le varie "Piazze" di lavoro che attraverso vari colori
danno l'idea immediata dello stato di magazzini, aree carico e scarico, situazioni di allarme
dei carrelli o degli impianti stessi del sistema.
Questi carrelli permettono inoltre di conseguire i seguenti risultati:
estrema versatilit di carico e di movimentazione delle pi diverse tipologie di unit di
carico richieste specificatamente dai clienti perch conformi ai loro standard aziendali;
altissimo rendimento orario nella movimentazione delle merci, con conseguente
snellimento del parco macchine circolante e riduzione degli spazi inutilizzabili nel
reparto produzione concentrazione di tutto il traffico circolante su percorsi preordinati
con possibilit di maggiore protezione del personale presente in reparto;
eliminazione dei depositi intermedi di materiale, previsti o occasionali, che ingombrano
inutilmente il lay-out produttivo e che sono sovente causa di incidenti
abbattimento dei danni a persone e cose dovuti allimperizia o alla distrazione degli
operatori addetti alla movimentazione
continua rintracciabilit del materiale anche durante le operazioni di movimentazione
con un lettore di codice a barre posizionato su ogni carrello LGV;
riduzione dei costi di movimentazione del materiale grazie ad una maggiore efficienza,
in quanto il percorso pi vantaggioso pu essere calcolato dal software di gestione del
sistema, con una conseguente riduzione del numero di carrelli necessari e del tempo
medio di attesa;
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
dipendenti non viene richiesta fatica fisica n una particolare abilit manuale, ma la
capacit di controllare i processi rilevando gli eventuali problemi.
Il magazzino automatizzato un esempio di produzione sempre pi legata al mercato, con
la necessit di eliminare le giacenze per adattare i ritmi al variare della domanda. Il
funzionamento il seguente: loperatore controlla sul monitor lesecuzione dellordine, e in
ogni istante, con un clic del mouse, pu verificare giacenze, stato dellesecuzione e
tipologia del prodotto richiesto.
Nei corridoi del magazzino, guidate da raggi laser, gigantesche gru si posizionano di
fianco agli scaffali - alti alcuni metri - e in silenzio infilano le pale tra le assi sui quali sono
appoggiate le casse a scomparti che contengono i pezzi richiesti.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Manutenzione La manutenzione ordinaria degli impianti tecnologici svolta da
personale interno appositamente formato o affidata a fornitori esterni. La manutenzione
straordinaria appaltata a ditte esterne.
Pulizia La pulizia degli uffici generalmente affidata a un'impresa esterna; quella dello
stabilimento effettuata dal personale interno all'azienda.
Stoccaggio rifiuti Lo stoccaggio avviene in apposite aree pavimentate.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
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Materia prima impiegata
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Materia prima impiegata
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Materia prima impiegata
MATERIA PRIMA IMPIEGATA
La plastica nasce da risorse naturali: carbone, sale comune, gas e soprattutto petrolio di
cui la produzione mondiale di materie plastiche assorbe circa il 4% annuo. Il processo
industriale di trattamento del petrolio per ottenerne derivati detto cracking. Con tale
processo si ottiene la rottura delle catene lunghe delle molecole di idrocarburi, da cui si
ottengono prodotti come la frazione della Virgin Nafta, utilizzata per la produzione di
monomeri quali etilene e propilene.
Per produrre la plastica si utilizzano essenzialmente due processi: il processo di
polimerizzazione e il processo di policondensazione, entrambi i processi avvengono in
presenza di specifici catalizzatori. Nella polimerizzazione i monomeri (quali l'etilene e il
propilene) vengono riaccorpati e legati in lunghe catene. Si ottengono cos i polimeri,
ciascuno dei quali ha propriet, struttura e dimensione diverse in funzione dei differenti tipi
di monomeri di base.
Nella policondensazione, che ad esempio serve per produrre il PET (polietilentereftalato),
lunione dei monomeri invece favorita eliminando le molecole che si formano nella
reazione, quali acqua e metanolo.
Le materie plastiche pi utilizzate derivano prevalentemente da quattro prodotti chimici di
base, a loro volta derivati dal petrolio: l'etilene, il propilene, il butadiene e lo stirene.
Le plastiche si dividono in due grandi famiglie: Termoplastiche e Termoindurenti. Le prime
vengono formate col calore ma non ne viene modificata la struttura e, quindi, sono tali da
poter essere rimodellate utilizzando il calore.
Quelle termoindurenti, invece, prendono forma con il calore che per ne modifica in modo
irreversibile la struttura chimica e, pertanto, non possono pi essere rammollite e dunque
eventualmente riutilizzate.
Nella seguente tabella sono riportati tutti i polimeri, divisi per famiglie.
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Materia prima impiegata
TERMOPLASTICHE TERMOINDURENTI
1. Termoplastiche
acrilonitrile-butadiene-stirene - abs
Ottenuto per copolimerizzazione di acrilonitrile, butadiene e stirene. Utilizzato per la
produzione di manufatti particolarmente resistenti all'urto quali valige, piccoli e grandi
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Materia prima impiegata
elettrodomestici, chassis per apparecchiature elettrico/elettroniche, telefoni, accessori nel
settore automobilistico. Viene anche miscelato con PVC
poliacetali - pom
Ottenuti per polimerizzazione di aldeide formica. Utilizzato prevalentemente nella
produzione della meccanica fine.
poliammidi - pa
Ottenuti dalla reazione fra diammine e acidi bibasici o fra lattami e amminoacidi. Utilizzato
per la produzione di fibre sintetiche (nylon), per masse da stampaggio nell'industria
meccanica, nella produzione di film per l'imballaggio flessibile di prodotti alimentari.
polibutilentereftalato - pbt
Ottenuto per condensazione dell'acido tereftalico con butilenglicole. E' utilizzato nelle
costruzioni meccaniche ed elettrotecniche, rinforzato con fibre di vetro.
policarbonato - pc
Ottenuto per reazione di bisfenolo e fosgene. Utilizzato per manufatti trasparenti, caschi
protettivi, componenti per auto.
polifenilenossido - ppo
E un polimero di policondensazione di tipo polietere aromatico del 2,6 metilfenolo. Resiste
alla temperatura di esercizio di 175C e conserva le sue caratteristiche meccaniche tra
40 e +120C. Utilizzato in una serie di settori tecnici dove sono richieste elevate
caratteristiche meccaniche a temperatura elevata: elettrico, elettronico, medicale, trasporti,
elettrodomestico, industriale.
polietilene o politene - pe
Scoperto da Gibson e Fawcett nel 1935 e ottenuto per polimerizzazione dell'etilene.
Differenziando il processo di polimerizzazione si pu ottenere: LDPE (PE a bassa densit)
per la produzione di film, casalinghi, giocattoli, contenitori, tubazioni; LLDPE (PE lineare a
bassa densit) per la produzione di film; HDPE (PE ad alta densit) per la produzione di
cassette e cassoni industriali, flaconi, contenitori per liquidi, serbatoi per carburanti e
tubazioni per il trasporto di gas ed acqua a pressione.
polifenilensolfuro - pps
Ottenuto trattando il paradiclorobenzene con il solfuro di sodio in presenza di solventi.
Resiste alla temperatura di 190C in continuo, con punte di 230/260C. E caratterizzato
da elevate inerzia chimica e rigidit. Utilizzato in numerose applicazioni tecniche in campo
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Materia prima impiegata
elettrico, elettronico, fotografico, aereonautico, meccanico e nella fabbricazione di
particolari elettrodomestici.
polietilentereftalato - pet
Ottenuto per condensazione dell'acido tereftalico con glicoletilenico. Utilizzato per la
produzione di contenitori per liquidi, supporti per pellicole fotografiche, tappeti, buste
multistrato per cibi precotti, nastri per audio e video cassette.
poliisobutilene - pib
Il poliisobutilene un polimero saturo termoplastico. E caratterizzato da eccellenti
propriet dielettriche. E resistente agli acidi, alle basi ed insolubile negli alcoli, nei
chetoni e negli eteri. I tipi oleosi vengono impiegati nel settore degli adesivi, come olio per
condensatori e trasformatori e come regolatore della viscosit negli oli per motori. I tipi
semisolidi vengono utilizzati come impermeabilizzanti di supporti in tessuto. Le lastre di
PIB servono come rivestimenti di serbatoi.
polivinilidencloruro - pvdc
Ottenuto per polimerizzazione del cloruro di polivinilidene (policloruro di vinilidene). Viene
utilizzato prevalentemente sotto forma di soluzione e di emulsione acquosa per il
rivestimento barriera a vapore dacqua, gas ed aromi, di film da imballaggio di varia
composizione.
polimetilmetacrilato - pmma
Ottenuto per polimerizzazione dell'acido metacrilico. Viene utilizzato per la produzione di
lastre trasparenti, lastre per coperture, insegne luminose e per apparecchiature ottiche.
polivinilidencloruro clorurato - cpvdc
Ottenuto per clorurazione del cloruro di polivinile. E caratterizzato da una termoresistenza
superiore a quella del PVC di circa 30C. Utilizzato nella produzione di lastre, tubi,
raccordi, parti di pompe ed altri articoli tecnici. Trova impiego anche nel settore tessile e in
quello degli adesivi.
polipropilene - pp
Ottenuto per polimerizzazione del propilene. Utilizzato per la produzione di componenti per
auto, tubazioni, arredamento, casalinghi, film per imballaggi, tubi termoidraulici per
impianti di riscaldamento.
polivinilidenfluoruro - pvdf
Ottenuto per polimerizzazione del fluoruro di vinilidene, caratterizzato da unelevata
inerzia chimica accompagnata da eccellenti doti di rigidit e termoresistenza. E utilizzato
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Materia prima impiegata
nellindustria chimica con temperature di esercizio fino a 120C. Per le sue caratteristiche
piezoelettriche trova applicazione nei settori elettrico ed elettronico.
polisolfoni - psu
Ottenuti per reazione fra difenileteri e difenilsolfoni. Utilizzato per apparecchiature che
devono subire trattamenti a temperature superiori a 150/180C, fino a 250C per un tipo
particolare.
polistirene o polistirolo - ps
Ottenuto dalla polimerizzazione dello stirene. Nelle versioni cristallo o antiurto viene
largamente usato nella produzione di imballaggi, articoli per uso domestico, grandi e
piccoli elettrodomestici, giocattoli, elettronica di consumo.
polistirene espanso - eps
Ottenuto dalla polimerizzazione dello stirene in presenza di un agente espandente. Una
volta espanso si presenta come materiale molto leggero, utilizzato prevalentemente
nell'imballaggio, nell'isolamento e alleggerimento di strutture nell'edilizia, nella produzione
di calotte interne per caschi di protezione.
terpolimero acrilonitrile - stirene - estere acrilico - asa
Ottenuto per polimerizzazione e innesto: un elastomero acrilico disciolto in stirene e
acrilonitrile viene polimerizzato in presenza di perossidi. Utilizzato per la produzione di
lampade stradali, insegne, targhe, mobili da giardino, parti di biciclette e moto e piccoli
elettrodomestici.
polivinilacetati - pva
Ottenuti per polimerizzazione dell'acetato di vinile. Utilizzati per la produzione di adesivi,
idropitture e inchiostri.
terpolimero metilmetacrilato butadiene stirene - mbs
Ottenuto per polimerizzazione e innesto di metilmetacrilato, sul copolimero butadiene
stirene o polibutadiene e stirene in presenza di catalizzatori. Utilizzato nella produzione di
giocattoli, parti di frigoriferi, penne, batterie, articoli tecnici e decorativi, articoli sportivi.
polivinilcloruro - pvc
Ottenuto per polimerizzazione del cloruro di vinile. Prodotto industrialmente, dal 1930, il
PVC, grazie alla sua versatilit, alla sua resistenza allusura, agli agenti chimici ed
atmosferici e al fuoco, si presta alle pi svariate applicazioni nei settori edilizia e
costruzioni (tubi, profili per finestre), imballaggio alimentare e farmaceutico (vaschette per
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REGIONE PIEMONTE
Materia prima impiegata
alimenti, blister, etc.) cavi, trasporti, sport e tempo libero, arredamento, abbigliamento,
casalinghi e prodotti medicali (sacche per plasma sanguigno, tende ossigeno, etc.)
poliuretani pu
Ottenuti per reazione tra divisocianati e polioli. Esistono diverse composizioni in funzione
dellapplicazione finale. Utilizzati nella fabbricazione di finte pelli, suole e tacchi da scarpe,
film per isolamento elettrico, articoli per lo sport, per uso tecnico e nel settore medicale.
acetato di cellulosa - ca
Ottenuto per reazione di cellulosa con anidride acetica in presenza di solventi e
catalizzatori. Caratterizzato da aspetto lucente, elevata trasparenza e tatto gradevole.
Viene utilizzato in una svariata quantit di manufatti per molti settori di consumo: dai pettini
alle montature per occhiali, dai facciali per caschi ai tasti per macchine da scrivere, dalle
scatole trasparenti agli spazzolini da denti.
copolimero stirene-acrilonitrile - san
Ottenuto per copolimerizzazione di stirene ed acrilonitrile. Viene utilizzato in
numerosissime applicazioni tecniche in diversi settori, dai casalinghi all'autotrasporto,
dall'imballaggio alle lastre, dai piccoli elettrodomestici alla cosmetica, dagli articoli per
cancelleria a quelli per l'elettronica.
etilenvinil acetato - eva
Ottenuto per co-polimerizzazione delletilene con acetato di vinile. Le caratteristiche
variano in funzione del tenore in acetato di vinile. Viene utilizzato generalmente nella
produzione di film coestrusi, in campo elettrico, medicale, nel settore calzaturiero ed in
quello dei giocattoli
2. Termoindurenti
poliesteri insaturi - up
Vengono messe in opera mediante diverse tecnologie applicative. Mediante colata si
producono bottoni, fibbie, parti elettriche, mattonelle, lastre in finto marmo. Mediante
stampaggio di resina prepolimerizzata con cariche e fibra di vetro si ottengono manufatti
per lindustria elettrica, elettronica e chimica. Vengono inoltre fabbricate lastre piane
ondulate utilizzate in edilizia. Un settore di rilievo quello della nautica, dove le resine
poliestere trovano applicazione nella fabbricazione di scafi e di intere imbarcazioni.
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Materia prima impiegata
Trovano applicazione inoltre nel settore dei trasporti, dei grandi contenitori e in una serie di
applicazioni che vanno da parti di aerei ed elicotteri a schermi radar, articoli sportivi, ecc.
poliuretani - pu
Esistono diverse composizioni in funzione dellapplicazione finale. Utilizzati nella
fabbricazione di finte pelli, suole e tacchi da scarpe, film per isolamento elettrico, articoli
per lo sport, per uso tecnico e nel settore medicale.
resine alchidiche
Ottenute per esterificazione di trioli (glicerina) e acidi bicarbossidici saturi e insaturi.
Possono contenere anche monomeri vinilici. Utilizzati nel settore delle pitture e vernici ,
come resine da stampaggio, e anche dove siano richieste caratteristiche elettriche,
resistenza meccanica, al calore ed alla fiamma. I settori applicativi sono apparecchi RTV,
parti elettriche di motori a scoppio e motori elettrici.
resine alliliche - dap
Ottenute mediante esterificazione dellalcool insaturo allilico con acidi ftalici. Utilizzate
come masse da stampaggio per limpregnazione di tessuti o fibre di vetro. Vengono
fabbricati isolatori elettrici, articoli tecnici per calcolatori, circuiti stampati, parti per avionica
ed aerospaziale, lastre rinforzate, tubi, parti di missili.
resine epossidiche - ep
Ottenute per condensazione di bisfenolo e epicloridrina. Utilizzata nella produzione di
vernici, adesivi, laminati, isolatori elettronici. Si usa anche rinforzata con fibre di vetro, di
carbonio e aramidiche.
resine fenoliche - fenoplasti - pf
Ottenute per condensazione di fenolo e formaldeide. Utilizzata nella produzione di
laminati, adesivi, componenti elettrici e motoristici.
resine furaniche
Ottenute per condensazione dellaldeide furfurilica (furfurolo) e dellalcool furfurilico con
fenolo. Sono caratterizzate da buona resistenza al calore, agli acidi ed alle basi e, alcune
di esse, ai solventi. Utilizzate come rivestimenti anticorrosivi nellindustria chimica anche
sotto forma di laminati impregnati, per la preparazione di mastici e stucchi, in fonderia
come leganti di sabbia nella preparazione di stampi, e nel settore degli adesivi.
resine melaminiche - mf
Ottenuta per condensazione di melamina e aldeide. Per la sua buona resistenza
meccanica utilizzata per la produzione di laminati, di stoviglie e negli isolanti elettrici.
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Materia prima impiegata
resine ureiche - ur
Ottenuta per condensazione di urea e formaldeide. Utilizzata per la produzione di pannelli
truciolari.
politetrafluoroetilene - ptfe (teflon)
Ottenuto per polimerizzazione del tetrafluoroetilene. Utilizzato per rivestimenti antiaderenti
resistenti ad alte temperature, per isolamento elettrico, per protezione dagli agenti acidi.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
IMPATTI AMBIENTALI
POSSIBILI CONTENIMENTI
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
IMPATTI AMBIENTALI E POSSIBILI CONTENIMENTI
Gli impatti generati dalle aziende afferenti al settore della plastica dipendono largamente
dal tipo di lavorazione effettuata e di materia prima trattata e dalle lavorazioni accessorie
applicate.
I siti produttivi per la produzione di materie plastiche, ad esempio, originano un consistente
impatto ambientale che va dalle emissioni di sostanze altamente inquinanti in atmosfera e
in acqua, al consumo di risorse e produzione di rifiuti.
1. Emissioni in atmosfera
Tutte i processi di trasformazione della plastica considerati e descritti nelle presenti Linee
Guida possono essere annoverati tra le attivit ad inquinamento atmosferico <poco> e
<non> significativo.
La decisione di inserire il sito oggetto di studio in una classe piuttosto che laltra dipende
da diversi fattori:
Quantitativo di materia prima lavorata giornalmente:
lart. 4 del DPR 25/07/91 definisce <attivit a ridotto inquinamento atmosferico> la
produzione di prodotti delle materie plastiche con utilizzo di materie prime non
superiore a 500 kg/g. Lanalisi dei quantitativi impiegati pu quindi comportare
unovvia decisione.
Additivi impiegati:
seppur minima una percentuale di questi sar sempre riscontrabile nei fumi; per tale
ragione unanalisi del grado di tossicit di queste sostanze pu guidare verso una
decisione.
Temperatura di plastificazione:
la fase di fluidificazione del materiale risulta fondamentale per classificare le emissioni
in atmosfera in quanto prodotti di degrado termico possono comportare una pi
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
gravosa impattanza delle emissioni. Tuttavia temperature che possono generare il
rilascio di sostanze tossiche al contempo alterano le caratteristiche dei materiali; per
cui tale eventualit di emissioni nocive da escludere a priori per lefficienza del ciclo
produttivo stesso.
Lavorazioni accessorie effettuate:
lart. 4 del DPR 25/07/91 definisce <attivit a ridotto inquinamento atmosferico>
tipografia, litografia, serigrafia con utilizzo di prodotti per stampa (inchiostri, vernici e
similari) non superiore a 30 kg/g; la presenza di tali lavorazioni e lo studio del
quantitativo di materiali ausiliari impiegati guidano alla classificazione delle emissioni
atmosferiche generate dal sito analizzato.
Per quanto concerne invece le emissioni generate specificatamente dalla lavorazione dello
stirolo e delle resine, il GPRMC (The European Composites Industry Association) ha
dichiarato che il rapporto ufficiale sulla valutazione del rischio dellimpiego dello stirolo
(SRA), redatto dall'organo permanente per la salute e la sicurezza del Regno Unito, sar
presto concluso e trasmesso alla Commissione Europea ed ai delegati degli stati membri
(questo significa che verr presto intrapresa la successiva azione verso una legislazione
europea uniforme). Il tale studio sono stati analizzati i dati raccolti in tutta Europa, relativi
allesposizione degli operai. La considerazione principale alla quale si giunti che in
Europa c l'esigenza di un metodo uniforme e standardizzato per la misurazione
dell'esposizione allo stirolo e la gestione dei nuovi dati raccolti. Inoltre il settore della
plastica e dei polimeri dovrebbe ridurre ulteriormente l'esposizione degli operai a stirolo e
resine ed in particolare i rischi di inalazione ed esposizione cutanea. A tal fine i produttori
dovrebbero misurare l'esposizione degli operai nelle loro fabbriche, commutare gli impianti
da tecnologie aperte a quelle a stampo chiuso, usare le resine LSE (a bassa emissione di
stirene) o applicare altre tecniche.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Le aziende possono ottenere copia del manuale d'uso delle RESINE POLIESTERE
INSATURE allindirizzo http://www.gprmc.be/Publications.htm.
2. Rifiuti
Per quanto concerne il settore della trasformazione delle materie plastiche, solo alcune
tipologie di rifiuti possono dare origine a una materia prima seconda.
Alcune materie prime e/o prodotti ottenute in seguito ad attivit di recupero possono
possedere caratteristiche qualitative tali da essere definite materie prime seconde (MPS).
Le caratteristiche qualitative delle materie prime secondarie sono riportate nellallegato 1
del DM 5 febbraio 1998 per ogni tipologia di rifiuti, alla voce "attivit di recupero".
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Successivamente allemanazione del DM 5 febbraio 1998, in ambito UNIPLAST (Ente
Italiano di Unificazione nelle Materie Plastiche) si provveduto alla stesura di una
modifica, e successiva integrazione, alla norma UNI 10667 al fine di escludere dal regime
dei rifiuti gli scarti di lavorazione, sia direttamente che tramite trattamento.
Il punto 3.3 dellaggiornamento classifica, come Materie Prime Secondarie per la
produzione di materie plastiche di riciclo, gli scarti industriali non da post-consumo di
qualsiasi materiale plastico a patto che detti scarti non contengano impurezze non
desiderate in quantit maggiore dell1% e che siano, come sopra ricordato, destinati ad
una successiva valorizzazione per la produzione di materie plastiche di riciclo.
Al punto 3.4 di detta norma data una definizione delle materie plastiche di riciclo, come
materie prime seconde impiegate per la produzione semilavorati o prodotti finiti.
Tale modifica alla norma UNI 10667-1 stata esaminata ed approvata per delega dal
Presidente della Commissione Centrale Tecnica dellUNI per la pubblicazione come
aggiornamento alla UNI 10667-1, il 20 dicembre 1999.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi i contenitori per liquidi, con
esclusione dei contenitori per fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici
CER: [020104] [150102] [200103] [200104].
Provenienza: raccolte differenziate, selezione da R.S.U. o R.A.; attivit industriali,
artigianali e commerciali e agricole.
Caratteristiche del rifiuto: materiali plastici, compresi teli e sacchetti, tubetti per rocche
di filati, di varia composizione e forma con eventuale presenza di rifiuti di altra natura.
Attivit di recupero: messa in riserva (R 13) per la produzione di materie prime
secondarie per lindustria delle materie plastiche, mediante asportazione delle
sostanze estranee (qualora presenti), macinazione e/o granulazione, lavaggio e
separazione per lottenimento di materiali plastici contenenti massimo 1% di impurit
e/o di altri materiali indesiderati diversi dalle materie plastiche [R3].
Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: materie prime secondarie
conformi alle specifiche UNIPLAST-UNI 10667.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
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Esistono tre categorie fondamentali di rifiuti in PVC:
! Residui di lavorazione,
! Rifiuti post-installazione,
! Rifiuti post-consumo.
Nell'affrontare le questioni fondamentali inerenti alla gestione dei rifiuti e delle risorse,
l'industria europea delle materie plastiche ha adottato una strategia ad approccio integrato
che mira a ottimizzare l'uso delle materie prime trovando il giusto equilibrio tra i timori per
l'ambiente e i vantaggi per la societ industriale. Mediante tale approccio si sono
individuati, per la gestione di tale impatto, i quattro tipi di intervento di seguito riportati.
(Fonte: www.evc-int.com)
2.1.2 Riciclo
Un aspetto fondamentale del riciclo riuscire a mettere in atto programmi adeguati di
raccolta dei rifiuti plastici a costi il pi possibile contenuti.
Esistono due processi di riciclo del PVC: riciclo meccanico e riciclo a materia prima.
Si preferisce il processo di riciclo meccanico quando i diversi tipi di prodotti presenti nel
flusso di rifiuti possono essere selezionati e differenziati con facilit. Una volta estratte le
altre sostanze, i manufatti di PVC selezionati vengono triturati e puliti per essere
successivamente trasformati in altri prodotti. Diversi manufatti in PVC quali bottiglie, tubi,
profili finestra, cavi e materiali per pavimenti vengono gi riciclati con ottimi risultati.
Il riciclo a materia prima la soluzione pi praticabile quando il miscuglio di materie
plastiche o la presenza di manufatti costituiti da pi materiali ne impedisce la
differenziazione in flussi puri a costi convenienti. In questo processo, i polimeri, compreso
il PVC, vengono demoliti termicamente nelle loro materie prime chimiche le quali vengono
poi purificate e riciclate come feedstock negli impianti petrolchimici o negli impianti di
produzione polimeri.
In un progetto coordinato dallo European Council of Vinyl Manufacturers (ECVM), stato
valutato il potenziale di diversi processi di riciclo a materia prima. Nel 1999, la scelta
caduta sul processo di gassificazione in scoria fusa ed stato deciso di costruire in
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Francia un impianto pilota presso uno stabilimento di produzione di CVM/PVC di propriet
di una societ associata ad ECVM. L'impianto pilota stato completato, come da
programma, alla fine del 2000, con una capacit di riciclo dei rifiuti ricchi di PVC fino a
2.000 tonnellate all'anno. Un programma sperimentale iniziato ora utilizzando prima rifiuti
di cavi in PVC e proseguendo con i tessuti spalmati, pavimenti e rifiuti di altri prodotti.
I risultati del progetto pilota dovrebbero fornire le basi per decidere l'espansione della
tecnologia ad un impianto industriale. La riuscita aiuter a raggiungere gli obiettivi stabiliti
dall'Impegno Volontario dell'Industria del PVC.
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2.1.4 Discarica
La discarica considerata la soluzione pi svantaggiosa dal punto di vista ecologico
perch non consente il riutilizzo e a causa della carenza di siti appropriati. Tuttavia, anche
adottando i metodi di recupero pi efficienti, rimarranno sempre dei rifiuti di fine
lavorazione che comporteranno il ricorso allo smaltimento in discarica ancora nel prossimo
futuro.
Il PVC contribuisce a formare una discarica stabile e sicura. Tutto dimostra che il PVC
polimero in quanto tale non si degrada e che i suoi additivi non producono gas dannosi n
concentrazione di percolati.
Questi dati sono stati confermati da uno studio conclusivo sul comportamento del PVC in
discarica condotto in modo indipendente da tre universit specializzate in questo campo.
2.2 Rifiuti in PC
I polimeri normalmente utilizzati per la costruzione dei contenitori in plastica che risultano
riciclabili dal sistema CO.RE.PLA sono: PET (polietilentereftalato), PP (polipropilene), PE
(polietilene), PVC (cloruro di polivinile), PS (polistirene). Per quanto concerne i prodotti in
PC (policarbonato) questi invece non possono essere recuperati mediante raccolta
urbana differenziata.
Per ridurre il quantitativo di prodotti finali in PC smaltiti in discarica e non ulteriormente
riutilizzabili, le industrie del settore stanno promuovendo la ricerca volta allindividuazione
di tecnologie e metodologie che consentano un recupero anche di tale materia plastica.
Agli allegati 3 e 4 sono riportati articoli che dimostrano limpegno di grandi aziende in
questo ambito.
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Allegato 1
LA TRASFORMAZIONE DELLE POLIOLEFINE
Considerazioni sullimpatto ambientale
1. Premessa
La presente ricerca stata condotta da UNIONPLAST al fine di rendere noti i dati relativi
alle emissioni ed a ogni altro tipo di rifiuto industriale derivante dalla trasformazione delle
poliolefine.
Questo allo scopo di sensibilizzare le parti istituzionali sul fatto che questo tipo di
trasformazione non comporta alcun nocumento allambiente n agli individui e che quindi
debba essere rivisto quanto prospettato nel D.M. 2 marzo 1987.
Questultimo, riportante lelenco delle industrie insalubri di cui allart. 216 del testo unico
delle leggi sanitarie, pone infatti in ununica classe tutte le aziende trasformatrici di materie
plastiche.
A nostro avviso tale classificazione risulta inappropriata e riteniamo quindi necessario
intraprendere uno studio sistematico delle differenti classi polimeriche per ogni tipo di
tecnologia, al fine di valutarne le specifiche ripercussioni sia sull'ambiente di lavoro che su
quello esterno.
Con riferimento alle materie plastiche poliolefiniche, oggetto della presente ricerca, si
ritiene che le industrie interessate alla loro trasformazione debbano essere inserite nella
seconda classe delle aziende insalubri.
Verr qui di seguito esposto il piano di lavoro e i risultati ottenuti.
2. Il piano di lavoro
Al fine di poter disporre di una visione completa sugli aspetti legati allimpatto ambientale
derivanti dalla trasformazione delle poliolefine si ritenuto opportuno coinvolgere in
questa indagine tutte le parti industriali interessate, quali:
Produttori di polimeri;
Costruttori di macchine;
Trasformatori.
Il contributo dei primi stato necessario al fine di poter avere informazioni sulle
caratteristiche di utilizzo delle poliolefine. Sono state analizzate le informazioni contenute
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nelle schede di sicurezza dei materiali con particolare riferimento ai dati propri delle
emissioni e agli aspetti connessi con la trasformazione.
Con i trasformatori stato possibile verificare quanto contenuto nelle schede di sicurezza
ed avere quindi una visione reale, in termini di impatto ambientale, su ci che comporta la
trasformazione delle poliolefine.
Sono state prese in considerazione nove aziende operanti in diversi settori della
trasformazione quali:
Stampaggio iniezione;
Estrusione film;
Estrusione granulo;
Soffiaggio corpi cavi.
Questo al fine di avere una panoramica quanto pi ampia possibile sui possibili settori
applicativi.
Verranno qui di seguito applicati alcuni aspetti sui risultati ottenuti facendo dapprima
riferimento al contenuto delle schede di sicurezza e quindi ai dati forniti dai trasformatori.
3. Le schede di sicurezza
" Il polietilene
Questo polimero, in condizioni normali di trasformazione, non presenta problemi legati ad
emissioni di sostanze inquinanti.
Nel corso della trasformazione possono verificarsi emissioni di aldeidi e di altri prodotti di
ossidazione la cui concentrazione rimane comunque abbondantemente al di sotto dei
valori limite di soglia (TLV). Lunico accorgimento che viene segnalato quello di
provvedere ad una captazione dei fumi e dei vapori che possono verificarsi durante la
trasformazione.
E da notare che i valori riscontrati nello studio sono stati rilevati nelle immediate vicinanze
della testa di estrusione e che quindi le rilevazioni attuate nellarea operativa sono risultate
pressoch nulle. Non esiste quindi loggettivo rischio di arrecare nocumento allambiente
n alla salute degli operatori.
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" Il polipropilene
Per questo polimero sono state prese in considerazione due schede di sicurezza,
rispettivamente per il polipropilene copolimero e omopolimero.
Nel primo caso trattasi di copolimero polipropilene-etilene.
Facendo riferimento alle indicazioni sulla manipolazione, viene indicata la possibilit che
nel corso della trasformazione possano liberarsi monomeri quali propilene e/o etilene e
tracce di altri prodotti specificatamente indicati nella stessa scheda di sicurezza.
Viene altres indicato che, in pratica, la concentrazione di tali sostanze risulta irrilevante in
corrispondenza delle postazioni operative e che tracce sono state osservate solo in
corrispondenza dei condotti di aspirazione. E stato infatti verificato che nei luoghi di lavoro
i livelli di aldeide formica risultano inferiori al limite di rilevabilit (0,03 mg/Nmc) e livelli di
acroleina fino a 2 mg/Nmc sono stati rilevati solo nei sistemi di ventilazione. Nei punti di
stazionamento (area operativa) questultimo dato scende notevolmente arrivando a valori
di concentrazione che vanno da 0 a 0,13 mg/Nmc. Questo valore stato confermato dalle
rilevazioni condotte da unazienda campione che opera nel settore dello stampaggio
iniezione.
4. Dati operativi
Al fine di poter disporre del maggior numero possibile di informazioni, sono stati chiesti
dati specifici per quanto riguarda:
Analisi delle emissioni;
Qualit delle acque reflue;
Qualit e quantit dei rifiuti industriali e loro destinazione;
Inquinamento acustico;
Eventuali odori molesti.
E stato chiesto inoltre di poter fornire dati sulleventuale presenza di un reparto di
stampa/serigrafia.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Per quanto riguarda il polietilene, dati particolareggiati sono stati ottenuti dal settore
estrusione granulo. Si osservato che le emissioni in corrispondenza del condotto di
aspirazione raggiungono concentrazioni pressoch nulle.
Per quanto concerne il polipropilene, stato possibile ottenere dati significativi nel settore
dello stampaggio ad iniezione. Anche in questo caso i valori osservati nellambiente di
lavoro confermano lassoluta sicurezza del polimero.
Per gli altri settori non stato possibile reperire dati specifici. Si ritiene comunque che i
valori sopra riportati siano da considerarsi sufficientemente significativi ed estrapolabili ad
altri settori di trasformazione.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
La maggior parte delle aziende provvede totalmente o in parte al riciclaggio degli scarti di
lavorazione, intesi come ritagli, sfridi o manufatti difettosi. Gli eventuali scarti di
lavorazione che non vengono direttamente riutilizzati dal trasformatore vengono conferiti
ad aziende riciclatrici.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali questi sono rappresentati prevalentemente da:
Oli idraulici esausti o miscele oleose, conferiti al Consorzio Obbligatorio degli oli
esausti;
Fusti metallici vuoti utilizzati per il contenimento di olio idraulico
Acque dellimpianto di raffreddamento a ciclo chiuso
" Odori
Tutte le aziende hanno segnalato che nel corso della lavorazione non vengono rilasciati
particolari odori molesti.
Nel corso della trasformazione e nelle immediate vicinanze delle macchine possibile
segnalare la presenza di un leggero odore dovuto al trattamento a caldo delle poliolefine
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Allegato 2
Fonte: www.pvcinitiative.com
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Con ladozione del Libro Verde la Commissione Europea ha ufficialmente aperto il dibattito
sugli effetti e le implicazioni ambientali del PVC, invitando nel contempo i soggetti coinvolti
(industria, commercio, consumatori, ecc) a formulare pareri in vista delladozione, gi a
partire dal 2001, di una strategia comunitaria complessiva.
In tal senso, nellambito delle azioni volontarie poste in atto a livello comunitario
dallindustria del PVC, UNIONPLAST ha da tempo definito delle linee guida miranti a
ridurre limpatto del PVC sullambiente, in particolare nel settore dei tubi e raccordi
mediante la definizione di un piano di gestione di tali manufatti a fine vita.
Sin qui sono state completate sia la fase statistica del progetto di gestione dei rifiuti di
tubi e raccordi in PVC, consistente nella definizione di studi di mercato sulle quantit di
tubi e raccordi in OPVC immesse al consumo, sulle quantit riciclate dei predetti manufatti
a fine vita e sui volumi di rifiuti di tubi in PVC prodotti, sia la fase di avvio delle operativit.
In particolare, a partire dal gennaio 2002, UNIONPLAST ha attivato alcune iniziative a
titolo sperimentale di raccolta, selezione, e trasporto dei suddetti rifiuti, con lausilio di
alcune strutture che gi operano nel settore.
Nel dettaglio, lattivit di collettamento , al momento, afferente alle anime per bobine al
termine del loro ciclo di utilit, i cui smaltimenti risultano in molti casi avulsi da quei criteri
di efficienza ecologica sui quali fa perno il Decreto Ronchi.
Il raggiungimento degli obiettivi di riciclo di detti manufatti, fissati al momento in forma
volontaria a livello europeo, risulter determinante affinch sia possibile evitare lennesima
introduzione, nel nostro ordinamento, di forme di fiscalit ambientale discriminatorie oltre
che vessatorie per il settore della produzione e dellutilizzo di tubi di PVC.
UNIONPLAST ritiene che un segnale forte, in totale autogestione, possa da un lato
produrre evidenti benefici per lambiente e dallaltro consentire alle aziende produttrici di
film, anche per tramite di quegli operatori della raccolta di rifiuti ad oggi partecipanti al
Progetto, di associare al proprio manufatto (bobina) un servizio di raccolta del fine vita
(anima in PVC) presso il cliente.
Questultima operazione verrebbe peraltro co-finanziata da UNIONPLAST e dallindustria
europea del PVC.
Fonte: www.unonplast.org
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Libro verde, del 26 luglio 2000, sulle problematiche ambientali del PVC
Contenuto
1. Constatazione della situazione del PVC in Europa. I pareri sugli effetti del PVC sulla
salute umana e sull'ambiente sono discordanti, cos come lo sono le misure adottate al
riguardo da alcuni Stati membri. Il PVC una delle materie plastiche attualmente pi
utilizzate. La Commissione europea ritiene pertanto che sia necessario adottare un
approccio integrato che permetta di conseguire due obiettivi: il buon funzionamento del
mercato interno e un livello elevato di protezione della salute umana e dell'ambiente.
2. Il Libro verde fa seguito all'impegno assunto dalla Commissione, nell'ambito della sua
proposta di direttiva sui veicoli fuori uso , di valutare l'impatto dei rifiuti di PVC
sull'ambiente attraverso un "approccio integrato", vale a dire lungo l'intero ciclo di vita.
Il Libro verde il risultato di un programma di studi triennale avviato dalla
Commissione sugli aspetti tecnici, scientifici ed economici del ciclo di vita del PVC.
L'adozione del Libro verde una tappa importante in vista dell'elaborazione di una
strategia comunitaria globale sul PVC e porter ad una comunicazione prevista per
l'inizio dell'anno 2001.
3. Il Libro verde affronta due problemi principali:
i problemi ambientali e della salute riguardanti l'utilizzo del PVC in determinati
additivi (in particolare il piombo, il cadmio e gli ftalati);
il problema della gestione dei rifiuti (messa in discarica, incenerimento, riciclaggio
dei rifiuti di PVC): si prevede che nei prossimi venti anni il volume dei rifiuti di PVC
registrer un aumento di circa l'80%;
4. Il Libro verde presenta inoltre un ventaglio di alternative politiche volte a ridurre gli
eventuali ostacoli alla salute umana e all'ambiente e di misure che potrebbero essere
prese in considerazione nel quadro di una futura strategia comunitaria sul PVC.
5. La Commissione auspica l'organizzazione del pi ampio dibattito possibile sui temi
sviluppati nel Libro verde: grande pubblico, ONG ambientaliste e dei consumatori,
produttori, trasformatori e utilizzatori del PVC, nonch amministrazioni pubbliche degli
Stati membri. Nell'ottobre 2000 ha avuto luogo un'audizione pubblica. La Commissione
presenter una comunicazione sulla strategia comunitaria in materia basata sui risultati
di tale consultazione.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
6. La Commissione ha raccolto le osservazioni di tutte le persone interessate fino al
novembre 2000.
Obiettivo
Valutare l'impatto ambientale dei rifiuti di PVC e presentare proposte volte ad affrontare i
problemi che potrebbero sorgere a tale riguardo.
Fonte: http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l28110.htm
Ultima modifica: 24.04.2001
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Allegato 3
Riciclaggio dei CD
In un mercato europeo in costante crescita come quello dei CD - con quasi 2,9 milioni di
dischi prodotti in Europa occidentale nel solo 1998 - normale che il loro smaltimento
ponga preoccupazioni sempre maggiori. Recentemente, il Consiglio dellUnione Europea
ha varato una direttiva che invita i Paesi membri a promuovere il riciclaggio dei prodotti di
scarto e il riutilizzo dei materiali recuperati per salvaguardare le risorse naturali e ridurre le
discariche. In risposta a questa pressante questione ambientale, la Polymer
Reprocessors, unazienda britannica allavanguardia nel suo settore, ha messo a punto un
sistema che consente alle aziende di riciclare il 100% dei materiali impiegati per realizzare
i CD in cofanetto. La nuova tecnologia, altamente sicura, ha gi incontrato lapprovazione
di una delle maggiori case discografiche internazionali e consente di ottenere, fra laltro,
polistirene cristallino di ottima qualit, utilizzabile nella produzione di nuovi cofanetti per
CD. I CD vengono innanzitutto raccolti presso il centro di smontaggio. La carta viene
trasformata in cartone, gli astucci in palline di polistirene, mentre i dischi vengono fatti
passare allinterno di una speciale macchina in grado di eliminare vernice, alluminio e dati
registrati. Il policarbonato purificato pu quindi essere riutilizzato per nuove applicazioni.
La Polymer Reprocessors, che ha condotto approfondite ricerche nel mercato europeo del
riciclaggio della plastiche in genere, ha un sistema di sicurezza interamente verificabile,
capace di rintracciare i dischi lungo lintero processo di riciclaggio, dallo smontaggio al
momento in cui i dati vengono distrutti. Questultima operazione viene successivamente
attestata da un certificato rilasciato ai fabbricanti.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Allegato 4
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
ridotti utilizzando, ad esempio, connessioni a scatto e punti di rottura predeterminati.
Questo renderebbe pi agevole il percorso verso la chiusura del ciclo dei materiali, almeno
per quanto concerne le lenti per proiettori in policarbonato di alta qualit.
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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Fonte: http://bayerplastics.com/AG/IT/recycling/kfz.jsp?print=true
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Emas, verso lEco-efficienza
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Emas, verso lEco-efficienza
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Emas, verso lEco-efficienza
Eco-efficienza
LEco-efficienza un nuovo modello di management che incoraggia le aziende a diventare
pi competitive, pi innovative e pi responsabili nei confronti dellambiente.
Per applicare con successo lEco-efficienza allinterno di unimpresa si possono adottare
molteplici soluzioni delle quali ne citiamo alcune:
Adozione di sistemi che permettano la raccolta dei prodotti obsoleti o comunque giunti
a fine ciclo vita;
Adozione di sistemi di gestione ed impianti per il riutilizzo di materiali riciclati o di
scarto, con conseguente risparmio di materie prime;
Investimenti nella ricerca di nuove tecnologie per la riduzione dei quantitativi di
materiali dimballo;
Monitoraggio e sorveglianza delle emissioni e degli scarichi;
Installazione di impianti di depurazione e di abbattimento;
Sviluppo di analisi del ciclo vita del prodotto;
Attivazione di corsi di formazione che portino ad atteggiamenti eco-efficienti rivolti a
tutto il personale il cui lavoro possa provocare un impatto sullambiente.
LEco-efficienza un obiettivo che coinvolge non solamente il settore produttivo; infatti vi
sono altri stakeholder che assumono un ruolo attivo nella definizione di politiche e nella
implementazione di azioni finalizzate ad una sempre maggiore Eco-efficienza della societ
nel suo complesso:
I governi e le pubbliche amministrazioni sono i soggetti cui compete lo sviluppo di
politiche e piani dazione;
La societ civile gioca un ruolo fondamentale, sia in veste di consumatore che attua le
proprie scelte di mercato, sia attraverso le diverse forme di associazionismo operante
in attivit di lobbying e di sensibilizzazione dei consumatori;
Gli analisti finanziari e gli investitori possono considerare lEco-efficienza come un
criterio di valutazione degli investimenti, attraverso indici di misurazione della
sostenibilit delle diverse attivit economiche.
I formatori e gli educatori vengono coinvolti nella definizione di nuovi curricula
professionali.
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Emas, verso lEco-efficienza
Oltre a quanto sin qui esposto, risulta utile considerare quanto lEco-efficienza sia insita nei
processi produttivi delle imprese del nostro Paese.
L'interesse per la certificazione del sistema di gestione ambientale crescente. Le
motivazioni sono generalmente legate a questioni economiche e di mercato, ma bene si
coniugano con il binomio sviluppo dell'impresa-ambiente. E' impressione generale,
convalidata dai senior manager delle imprese e delle maggiori societ di consulenza, che
nei prossimi anni le imprese leader porteranno la maggior parte delle loro organizzazioni
alla certificazione ISO 14001 e/o registrazione EMAS. Le piccole e medie aziende pi
aggressive, utilizzando le semplificazioni che si stanno introducendo a loro favore, non
saranno da meno. Ed prevedibile che non sar vincente la posizione di quelle realt che
decideranno di non attuare una politica ambientale; accontentarsi di prendere posizioni
non pro-attive, bens soltanto in situazioni di emergenza, pu risultare una visione miope,
se non addirittura dannosa, per lo sviluppo del business dell'impresa, specie quando la
concorrenza si fa pi stringente sul mercato globale.
L'Eco-efficienza pu diventare anche un fattore decisivo per una maggiore competitivit, in
quanto:
il mercato/i clienti chiederanno prodotti pi sicuri ed ecocompatibili;
le istituzioni finanziarie saranno pi disponibili con le imprese che prevengono
l'inquinamento;
le compagnie di assicurazione saranno pi flessibili con le imprese a minore rischio
ambientale;
nuovi strumenti di incentivazione saranno previsti per le aziende pi "pulite".
I trend generali dimostrano che investendo nellEco-efficienza la redditivit dellimpresa
cresce e che pertanto si pu combinare ottimizzazione dei costi e miglioramento della
performance ambientale.
Nella gestione delle attivit industriali, Eco-efficienza significa anche passare dal puro
rispetto delle leggi ad una impostazione proattiva, volta alla risoluzione dei problemi
(implementazione di nuovi schemi di gestione ambientale, ecoaudit per i siti produttivi,
ecolabel per i prodotti, certificazione ambientale ed integrazione della qualit con la
sicurezza e l'ambiente).
In sintesi si pu affermare che, a seguito di un sempre maggiore interesse nei confronti
della salvaguardia dellambiente, non esclusivamente in ambito nazionale, bens
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Emas, verso lEco-efficienza
soprattutto in un contesto globale ormai acquisito, solo quelle aziende che sapranno
adottare atteggiamenti eco-efficienti vedranno il loro mercato espandersi mentre le altre
saranno destinate a incontrare sempre maggiori difficolt di sviluppo.
Anche esulando da un approccio prettamente imperniato sul sistema produttivo, le
tematiche connesse allEco-efficienza sono di grande attualit, viste alcune criticit di cui
lopinione pubblica ha preso coscienza. Si citino la problematica della quantit e della
qualit delle risorse idriche, linquinamento atmosferico da micropolveri dovute al traffico
urbano, la necessit di incrementare lefficienza nella produzione di energia, oltre al
prevedere fonti alternative, il sempre annoso problema dello smaltimento rifiuti, non
risolvibile solo a valle del processo produttivo, ecc. Inoltre, a prescindere dalle posizioni
assumibili, esiste un dibattito aperto circa lo sviluppo del mondo e, in particolare, le
modalit con cui gestire la crescita dei Paesi in via di sviluppo.
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Emas, verso lEco-efficienza
Il Regolamento Europeo Emas II n 761 del 19/03/2001 uno degli strumenti di maggior
efficacia da adottare per unazienda che intenda applicare i principi dellEco-efficienza
attraverso limplementazione di un Sistema di Gestione Ambientale.
Nelle seguenti sezioni si forniscono linee guida per la stesura della documentazione che
dovranno redigere le aziende di trasformazione della plastica intenzionate
allimplementazione di un Sistema si Gestione Ambientale.
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Emas, verso lEco-efficienza
Rilevanza della
Dimensione dell'eco- Splittamento della Dimensione dell'eco- Dimensione Potenzialit di
efficienza efficienza dell'eco- miglioramento
efficienza
LEGENDA
Potenzialit di
miglioramento:
alta
media
bassa
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Emas, verso lEco-efficienza
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Emas, verso lEco-efficienza
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Emas, verso lEco-efficienza
finito: nel primo caso possibile riciclare, per esempio, gli octabin contenenti i polimeri, nel
secondo si pu ottimizzare il processo progettando confezioni modulabili.
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Caso Studio EcoPlastica S.p.A.
CASO STUDIO
EcoPlastica S.p.A.
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Caso Studio EcoPlastica S.p.A.
Nel presente capitolo analizziamo un caso concreto di implementazione di un
sistema di gestione ambientale in conformit al Regolamento EMAS.
Si tratta di unipotetica azienda, la EcoPlastica S.p.A., la quale presenta caratteristiche e
problematiche tipiche di una PMI operante nel settore della trasformazione delle
materie plastiche.
Per quanto concerne la normativa vigente in materia ambientale, si deciso di presumere
che lazienda EcoPlastica S.p.A. rispetti le prescrizioni legali di interesse, anche se
presenta alcune aree a rischio. Il soddisfacimento delle prescrizioni legali rappresenta
infatti il requisito di base per la registrazione EMAS e la certificazione ISO 14001 e gli
eventuali adeguamenti effettuati da unazienda non rientrano allinterno delle
considerazioni relative al miglioramento continuo della prestazione ambientale.
Quale supporto al caso studio dellazienda EcoPlastica S.p.A., nel presente capitolo sono
riportati i seguenti documenti:
Rapporto di Analisi Ambientale: al fine di presentare un caso studio per quanto
possibile completo, sono state attribuite allazienda EcoPlastica S.p.A., tutte le
problematiche individuate durante lanalisi del campione di aziende; per tale
motivo la realt descritta nellanalisi ambientale iniziale dellazienda sar
alquanto peggiorativa rispetto al livello medio riscontrato nelle aziende del
settore;
Manuale di Gestione Ambientale;
Dichiarazione Ambientale: essendo un documento emesso solo al momento della
avvenuta registrazione EMAS, si redatto il modello qui proposto immaginando che
lazienda EcoPlastica S.p.A. abbia ovviato a tutte le carenze ambientali riscontrate in
fase di Analisi e avviato procedure per il contenimento dei propri impatti;
Politica Ambientale ed Obiettivi.
Normativa ambientale applicabile al settore di trasformazione delle materie plastiche.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
1 Indice
1 Indice 3
2 Premessa 5
2.1 Scopo 5
2.2 Campo di applicazione 5
2.3 Documentazione di riferimento 5
2.4 Definizioni 5
3 Descrizione dellorganizzazione 7
3.1 Storia 7
3.2 Organigramma 7
3.3 Mercato 8
4 Inquadramento del sito 9
4.1 Dati generali 9
4.2 Descrizione del contesto ambientale 9
4.2.1 Il Comune di Ecolandia 9
4.2.2 Clima 10
4.2.3 Inquadramento idrogeologico 11
4.3 Descrizione delle aree confinanti 13
4.4 Descrizione dello stabilimento 13
5 Descrizione delle attivit 14
5.1 Descrizione del processo produttivo 15
5.2 Diagramma di flusso operativo 16
6 Elenco delle prescrizioni legali 16
6.1 Prescrizioni legislative e regolamentari 17
6.2 Prescrizioni di altro tipo 20
7 Descrizione delle prassi ambientali 21
7.1 Manutenzione 21
7.2 Gestione rifiuti 22
7.3 Gestione impianto di filtraggio 23
8 Aspetti ambientali 23
8.1 Aspetti ambientali diretti 24
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
8.1.1 Emissioni in atmosfera 25
8.1.2 Scarichi idrici 26
8.1.3 Produzione e gestione rifiuti 27
8.1.4 Uso e contaminazione del suolo 28
8.1.5 Consumo di risorse naturali e materie prime 29
8.1.6 Questioni locali 35
8.1.7 Trasporti 36
8.1.8 Emergenze ambientali 37
8.2 Aspetti ambientali indiretti 38
8.2.1 Prodotti 39
8.2.2 Mercati 40
8.2.3 Piani di sviluppo 40
8.2.4 Aspetti ambientali degli appaltatori, subappaltatori e fornitori 41
9 Criteri di valutazione della Significativit 42
9.1 Criteri di Prestazione Gestionale 43
9.2 Criteri di Impatto Ambientale 44
10 Registro degli Aspetti Ambientali Importanti 45
11 Conclusioni 46
12 Allegati 46
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
2 Premessa
2.1 Scopo
Stabilire lattuale posizione della EcoPlastica S.p.A. rispetto allambiente, per quanto
concerne le attivit, i prodotti e i servizi dellunit produttiva sita in Strada Ecologica 1,
Ecolandia (EC).
Attivit, prodotti e servizi relativi allo stabilimento EcoPlastica S.p.A. di Ecolandia con
particolare riferimento agli aspetti ambientali, diretti e indiretti, associati.
2.4 Definizioni
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
significativo un aspetto ambientale che ha o pu avere un impatto ambientale
significativo [EMAS art. 2 lett. f)]
Impatto ambientale: qualsiasi modifica allambiente, positiva o negativa, derivante in
tutto o in parte dalle attivit, dai prodotti o dai servizi di unorganizzazione. [EMAS art.
2 lett. g)]
Soggetto interessato: individuo o gruppo, comprese le autorit, interessato alle o dalle
prestazioni ambientali di unorganizzazione. [EMAS art. 2 lett. p)]
Organizzazione: societ, azienda, impresa, autorit o istituzione, o parte o
combinazione di essi, con o senza personalit giuridica pubblica o provata, che ha
amministrazione e funzioni proprie. [EMAS art. 2 lett. s)]
Sito: tutto il terreno, in una zona geografica precisa, sotto il controllo gestionale di
unorganizzazione che comprende attivit, prodotti e servizi. Esso include qualsiasi
infrastruttura, impianto e materiali. [EMAS art. 2 lett. t)]
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3 Descrizione dellorganizzazione1
3.1 Storia
La EcoPlastica S.p.A. viene fondata nel 1960 a Ecolandia e la Famiglia Bianchi ne detiene
lintera propriet.
Gli anni 80 coincidono con una profonda ristrutturazione dellAzienda: lo stabilimento
viene ampliato con la realizzazione di nuovi locali produttivi e vengono acquistati gli
impianti necessari ad estendere lattivit produttiva.
Gi durante la fase di installazione dei nuovi impianti vengono conseguiti livelli di qualit
dei processi e dei costi di produzione tali da consolidare ulteriormente la posizione
dellazienda sul mercato e contemporaneamente risolvere i punti critici precedentemente
riscontrati, dando particolare importanza alla qualit degli ambienti interni ed esterni ed
alla qualit del lavoro.
Dal punto di vista commerciale lAzienda ha ulteriormente consolidato la sua posizione
dandosi una struttura organizzativa pi articolata; ci ha consentito di acquisire nuovi
importanti clienti.
Nel gennaio 1995 lazienda ha ottenuto la certificazione del Sistema di Qualit in
conformit alla Norma UNI EN ISO 9002 ed. 1994.
Nel 2000 viene installato un magazzino automatizzato con lo scopo di migliorare i tempi di
consegna ai clienti, operativo dal 2001.
Nel settembre del 2001 viene effettuato ladeguamento della certificazione del sistema di
gestione Qualit, in conformit alla norma UNI EN ISO 9001:2000, estendendo il SQ alla
progettazione dei prodotti.
3.2 Organigramma
1
La fase di informazione generale sullorganizzazione la prima da sviluppare e fornisce una sintetica
descrizione delle principali indicazioni anagrafiche dellazienda analizzata.
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Presidente
Amministratore Delegato
Responsabile
Responsabile Logistica
Manutenzione
3.3 Mercato
I prodotti realizzati hanno impiego sia nellindustria elettronica che nel settore della
installazione.
Il mercato di vendita della EcoPlastica S.p.A. totale si caratterizza cos come descritto
nella seguente tabella.
% del fatturato
Cliente Nazionale Europeo Extra-Europeo
vendite totali
Distributore materiale elettrico Spagnolo X 7,0
Distributore materiale elettrico Italiano X 6,3
Distributore materiale elettrico Italiano X 4,0
Consociata Sudafricana X 3,6
Multinazionale Tedesca X 3,1
Distributore Australiano X 2,4
Distributore Italiano X 2,0
Distributore Italiano X 1,9
Distributore Italiano x 1,8
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
Di seguito sono riportati i dati generali del sito oggetto dellAnalisi Ambientale:
Ragione sociale: EcoPlastica S.p.A.
Sede amministrativa: Strada Ecologica, 1 Ecolandia (EC)
Stabilimento: Strada Ecologica, 1 Ecolandia (EC)
Responsabile Stabilimento: Ing. Mario Bianchi
Responsabile Ambiente: Dott. Paolo Rossi
N dipendenti: 90
Fatturato (2000): 11.000.000 euro
Superficie totale: 20.000 m2
Superficie fabbricati: 7.000 m2
Superficie aree verdi: 6.000 m2
Strade/aree pavimentate: 7.000 m2
2
La fase di inquadramento generale dellarea volta a descrivere lo stato ambientale del territorio
circostante il sito di interesse, fornendo le informazioni reperibili riguardanti lassetto territoriale, urbanistico e
le caratteristiche pi propriamente ambientali (inquadramento climatico, morfologico, geomorfologico,
idrogeologico, vegetazionale, ecc).
A tale scopo risulta opportuno disporre di carte tematiche su cui localizzare il sito, su quali siano evidenziati i
corsi dacqua posti nelle vicinanze, la destinazione duso dei suoli, le caratteristiche della vegetazione, della
flora e della fauna, le zone di instabilit di versanti, frane ed aree esondabili (se la zona del sito interessata
da qualcuno dei fenomeni sopra citati).
Il fine quello di evidenziare quali componenti ambientali siano pi sensibili alle attivit antropiche e quindi
pi facilmente influenzabili dalle attivit svolte nel sito di interesse.
Per il caso studio in esame si immaginato un comune collocato in pianura caratterizzata da unimportante
rete idrica.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
La zona non inserita in alcun piano di tutela ambientale ed il contesto territoriale
rimasto quello tipico delle aree industriali padane.
4.2.2 Clima
Ecolandia ubicata in unarea a clima da subumido a subarido, tendente al secco. Essa
ha in inverno una moderata eccedenza idrica (che rappresenta lafflusso superiore alla
massima capacit idrica del suolo), infatti lunica area in cui non si ha il minimo
pluviometrico principale in questa stagione, come accade invece nel resto del Piemonte, e
unestate calda.
Nelle tabelle successive si riporta landamento annuale delle temperature e delle
precipitazioni nellarea in cui ubicato lo stabilimento oggetto danalisi.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
Medie delle
3.2 6.6 12.7 18.1 22.8 26.7 29.7 28.3 24.2 17.4 9.7 4.6
massime giornaliere
Medie delle
8.7 13.8 19.9 25.2 28.8 32.6 34.4 33.3 29.3 23.4 16.2 10.8
massime mensili
Massime estreme 16.0 17.7 25.5 30.5 33.0 38.2 39.2 38.5 34.4 26.6 20.0 18.0
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
momento, dati di letteratura sufficienti e distribuiti sul territorio, relativi alle caratteristiche
idrauliche degli acquiferi.
Come mostrano le sezioni stratigrafiche ipotizzabile un complesso idrogeologico pi
superficiale costituito in prevalenza da ghiaie con matrice da sabbiosa a pelitica ed
alternanze di livelli argillosi non molto potenti, probabilmente poco estesi lateralmente.
Detto complesso aumenta di potenza procedendo da nord a sud (da 20-25 m in
corrispondenza dellarea nord fino a circa 100 m del settore sud dell'area studiata). La
trasmissivit dell'acquifero varia mediamente da 10-1 a 10-3 m2/s e la permeabilit da 10-2 a
10-4 m/s
Pi in profondit presente un complesso idrogeologico estremamente eterogeneo
costituito da alternanze di orizzonti limoso-argillosi abbastanza potenti (anche pi di venti
metri) con livelli sabbiosi e ghiaiosi. Questo complesso sede di un acquifero multistrato,
solitamente in pressione e localmente artesiano.
Ad oggi sono stati realizzati diversi lavori volti a determinare la vulnerabilit della falda in
corrispondenza del sito oggetto di indagine.
Sulla base di considerazioni litostratigrafiche ed idrogeologiche viene individuata una
vulnerabilit potenziale massima (quando la falda pi prossima al piano campagna) ed
una minima (quando la falda pi lontana dal piano campagna), in funzione dei valori di
soggiacenza che variano nel tempo. Occorre precisare che i tempi di arrivo in falda di un
eventuale inquinante stato calcolato prescindendo da eventuali modificazioni chimico-
fisiche e/o batteriologiche che possono interessare l'inquinante una volta venuto a contatto
con le rocce del sottosuolo, inoltre la velocit di infiltrazione stata calcolata in condizioni
di non saturazione. Prendendo in considerazione la vulnerabilit potenziale massima,
nell'ambito della zona analizzata, vengono evidenziati:
- un'area a N-NW con isocrone da 0.5 a 1 anno;
- una fascia centrale con orientazione all'incirca SW-NE con isocrone variabili da 1 a 3
anni;
- un settore a SE ed una piccola porzione di territorio all'estremit NE con tempi di arrivo
in falda da 3 a 5 anni.
Sulla base delle caratteristiche dei complessi idrogeologici e dei valori di soggiacenza
della superficie piezometrica, la vulnerabilit viene considerata come la suscettibilit
specifica di un complesso idrogeologico ad ingerire e a diffondere un inquinante
idroveicolato. Nell'ambito del sito oggetto di studio vengono evidenziati:
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
- un ampio settore a SSE caratterizzato da vulnerabilit Molto Elevata
- un settore ad WNW caratterizzato da vulnerabilit da Alta ad Elevata
Il sito EcoPlastica S.p.A. sorge a est del territorio del Comune di Ecolandia in zona
destinata ad uso industriale, decentrata rispetto al tessuto urbanistico del comune con
viabilit di accesso che non interferisce con il centro abitato.
La zona non inserita in alcun piano di tutela ambientale ed il contesto territoriale
rimasto quello tipico delle aree industriali padane.
Tutti i suoli limitrofi allinsediamento hanno una destinazione duso produttivo. Il nucleo
residenziale pi prossimo al sito costituito da un gruppo di abitazioni che si trova a circa
200 metri di distanza.
In Allegato (n.d.)3 riportata una planimetria dellarea, con la descrizione delle aree
confinanti con il sito in oggetto.
3
Vengono contrassegnati con lindicazione Non Disponibile (n.d.) tutti i documenti che non vengono allegati
poich non stato possibile ipotizzarli e quindi redigerli con sufficiente realismo.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
tamponamento realizzate con mattoni paramano a vista, altezza interna sottotrave di 5,00
m. Il pavimento realizzato con battuto di cemento (pavimentazione industriale). Tutto il
fabbricato si presenta in perfette condizioni di manutenzione e conservazione.
Fabbricato adibito a magazzino materie prime e uffici
Il corpo principale ha struttura portante in cemento armato precompresso con travature
Scheed, murature di tamponamento perimetrali in mattoni paramano a vista, altezza
sottotrave interna di 6,00 m, pavimento in battuto di cemento. Sul retro stato realizzato
un corpo di fabbrica in cui sono stati ricavati dei locali accessori (ad uso servizi igienici,
locale compressori, ripostiglio, ecc). A questa struttura poi stato annesso un corpo
fabbrica ad uso uffici, servizi e spogliatoi, realizzato in opera con pilastri in cemento
armato, con solai intermedi in laterizio, serramenti in alluminio anodizzato e pavimenti in
materiale sintetico, distribuito su 2 piani. Gli uffici realizzati hanno altezza interna
rispettivamente di 3,20 m e 2,80 m. I locali ad uso servizi e spogliatoi hanno divisorie
interne realizzate con pareti prefabbricate e murature in mattoni. Limmobile si presenta
nel suo complesso in buone condizioni di manutenzione e conservazione.
Tutto il complesso aziendale completamente recintato con muretti in calcestruzzo con
sovrastante cancellata in ferro e in alcuni tratti con recinzione in paletti di ferro e rete
metallica.
Allinterno di tale area sono presenti numerose zone adibite ad area verde con presenza di
piantumazione di vario tipo: azalee, rododendri, betulle, pini, abeti, alberi da frutta e roseti.
Lazienda offre nel suo complesso un buon impatto dal punto di vista ambientale, in
considerazione delle numerose aree verdi presenti sia allinterno della propriet stessa
che nelle immediate vicinanze.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
5.1 Descrizione del processo produttivo
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5.2 Diagramma di flusso operativo
Polimeri e
sostanze Ricezione
accessorie materia prima
Imballaggi
e stoccaggio
a magazzino
Semilavorati
estrusi o stampati
E S ASL
Plastificazione Prelievo a magazzino
Plastificazione
semilavorati estrusi
e sostanze accessorie
H20 impianto refrigerazione
Estrusione, Assemblaggio
raffreddamento e Stampaggio semilavorati Etichettatura
calibrazione estrusi
H20 pozzo 14
Recupero e Recupero o
Prodotti finiti e/o Prodotti finiti e/o rimacinazione smaltimento in
semilavorati semilavorati (granuli) discarica
Stoccaggio a
magazzino
LEGENDA
Imballaggio e E linea estrusione
Cellophane, spedizione secondo
S linea stampaggio
legno, carta ordine del cliente
(a catalogo) ASL Assiemaggio semilavorati
Al fine di fornire un quadro di riferimento per la definizione delle procedure del SGA,
stata effettuata unindagine per stabilire quali siano le prescrizioni alle quali lazienda si
deve attenere nello svolgimento delle proprie attivit.
Tali prescrizioni sono state divise in due tipologie:
Prescrizioni legislative e regolamentari: comprendono tutta la normativa europea,
nazionale e locale in materia ambientale;
4
Il rispetto degli obblighi legislativi il primo presupposto per la certificazione. Lorganizzazione dovr
stabilire e mantenere attiva una procedura che consenta di identificare e di accedere alle prescrizioni legali e
di altro tipo sottoscritte dallorganizzazione che riguardano gli aspetto ambientali delle sue attivit, prodotti o
servizi.
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Prescrizioni di altro tipo: sono essenzialmente accordi volontari, sottoscritti con le parti
interessate, che lazienda si impegna a rispettare.
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Al fine di individuare prescrizioni di altro tipo che possono interessare le attivit, i prodotti e
i servizi dellazienda sono stati verificati gli accordi volontari sottoscritti con le parti
interessate ed in particolare con i clienti e gli organi di controllo.
Dallanalisi svolta non sono state evidenziate prescrizioni relative a parametri di carattere
ambientale.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
7.1 Manutenzione
5
La fase di individuazione delle prassi seguite dallOrganizzazione finalizzata alla definizione delle attivit
gi procedurizzate, anche se solo verbalmente; in fase di implementazione del Sistema di Gestione
Ambientale le opportune procedure operative ambientali verranno predisposte anche sulla base delle
informazioni contenute nel presente capitolo.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
Pur non contenendo elementi specifici per la gestione degli eventuali impatti ambientali
dovuti alla manutenzione, tale procedura pu essere ripresa nel Sistema di Gestione
Ambientale specificando le modalit di gestione dei relativi aspetti ambientali indiretti.
EcoPlastica S.p.A. gestisce i rifiuti prodotti presso il proprio stabilimento secondo una
prassi ormai consolidata.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
segue la procedura semplificata per importazione di imballaggi, per cui viene inviata al
consorzio la dichiarazione trimestrale.
Trattandosi di unazienda produttrice di rifiuti speciali, la EcoPlastica tiene, per ciascuna
tipologia generata, un registro di carico e scarico, con fogli numerati e vidimati dallUfficio
del Registro, su cui annota con cadenza almeno settimanale le informazioni qualitative e
quantitative dei rifiuti adottate poi per la comunicazione annuale al Catasto (M.U.D.).
Per quanto concerne le modalit di stoccaggio dei rifiuti, dalle dichiarazioni del legale
rappresentante dellimpresa risulta che:
Il deposito temporaneo viene effettuato secondo le disposizioni vigenti in materia,
nelle condizioni previste dallart.6 del D.Lgs.22/97 per le varie tipologie di rifiuti
prodotti;
Vengono messe in atto misure adeguate volte ad impedire la miscelazione di rifiuti
pericolosi, secondo quanto disposto dallart.9 del decreto Ronchi.
I rifiuti pericolosi derivanti dalle ordinarie attivit di manutenzione (oli esausti, filtri, batterie,
materiali assorbenti) sono stoccati separatamente in apposita area impermeabilizzata,
dotata di bacino di contenimento degli eventuali sversamenti derivanti dalle normali attivit
di riparazione. Anche tutte le aree adibite allo stoccaggio rifiuti non pericolosi sono
impermeabilizzate e i reflui eventualmente derivanti sono raccolti in apposita vasca. I reflui
raccolti in questi modi vengono periodicamente smaltiti presso impianti autorizzati.
Lelenco dei rifiuti prodotti riportato al punto 8.1.3 del presente rapporto.
8 Aspetti ambientali
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
In particolare nel presente capitolo verranno descritti tutti gli elementi che permettono di
classificare, al fine di una successiva valutazione, i diversi aspetti ambientali.
In particolare tali aspetti sono stati divisi, in accordo con quanto specificato nellallegato VI
al Regolamento CEE 761/2001, in due categorie:
Aspetti ambientali diretti: su cui lazienda ha il completo controllo gestionale.
Aspetti ambientali indiretti: su cui lazienda non ha il completo controllo gestionale, ma
che possono essere collegati alle sue attivit, prodotti e servizi.
Ove applicabile, si considerato uno storico di almeno 3 anni.
AllAllegato 1 riportata la Check-list che stata adoperata per lindividuazione degli
aspetti ambientali dellazienda in fase di Analisi Ambientale Iniziale.
Gli aspetti ambientali diretti sono quelli su cui lazienda pu avere un controllo gestionale
diretto.
Per permettere la valutazione della significativit di tali aspetti sono state raccolte
informazioni quali:
Attivit e operazioni associate;
Condizioni in cui limpatto relativo allaspetto si genera (normali, anomale o di
emergenza);
Tempistiche a cui si riferisce laspetto (passato, presente o futuro);
Elementi utili per la valutazione dei criteri atti a stabilire il livello di significativit
dellaspetto.
In particolare lindividuazione degli aspetti ambientali diretti si svolta secondo le seguenti
fasi:
Individuazione di un elenco di possibili aspetti ambientali che potrebbero essere
attribuiti alle attivit descritte al punto 5 del presente rapporto. Tale elenco contiene per
ciascun aspetto:
Codice;
Aspetto generico;
Aspetto specificato;
Impatto ambientale associato.
Individuazione degli aspetti ambientali, attribuibili a ciascuna delle attivit descritte al
punto 5 del presente rapporto, indicando:
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REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
Attivit considerata;
Aspetto ambientale specifico;
Condizioni: Normali/Anomale (N/A) o di Emergenza (E);
Tempistiche Passato (PS), Presente (PR) o Futuro (FU);
Elementi utili per la valutazione dellaspetto.
NellAllegato (n.d.) riportato il risultato dellattivit di individuazione degli aspetti
ambientali associati a ciascuna attivit.
Inoltre, al fine di consentire una valutazione quanto pi oggettiva possibile, dei criteri
descritti al punto 9 del presente rapporto, sono state raccolte, e in alcuni casi elaborate, le
informazioni e i dati relativi agli aspetti ambientali generici.
Tali informazioni sono riportate di seguito.
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compilati dal soggetto terzo responsabile, ai sensi della normativa vigente (D.P.R. 412/93
e D.P.R. 551/99), secondo le modalit e le tempistiche previste.
In Allegato (n.d.) riportato un estratto di tali documenti.
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un volume piuttosto esiguo. Per tale ragione si pu a ragione approssimare il volume
scaricato in rete fognaria alle sole acque addotte da acquedotto.
E intenzione dellazienda di sostituire la cisterna con una di capacit maggiore cos da
ridurre al minimo la probabilit di scarico di troppo pieno in fognatura.
Per ulteriori informazioni sullimpiego delle acque si rimanda al paragrafo 8.1.5.2.
Tabella 8: Tipologie, codici CER, tonnellate e destinazione finale dei rifiuti prodotti
Lazienda attualmente gestisce i rifiuti secondo le prassi riportate al punto 7.2 del presente
rapporto.
Dalla tabella risulta chiaro che la maggior parte dei rifiuti prodotti presso il sito
rappresentata da trucioli di materiale plastico. Per assicurarsi che la produzione di tali
rifiuti non subisca variazioni ingiustificate, lAzienda ne controlla landamento
rapportandolo alla quantit annua totale di pezzi prodotti e analizza le motivazioni che
possono essere addotte per gli eventuali scostamenti significativi.
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Nella seguente tabella riportato il valore assoluto di tale indice ambientale nel periodo
temporale assunto a riferimento e la variazione percentuale dellindice stesso rispetto al
valore dellanno precedente.
6
S = smaltimento, R = recupero
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8.1.5 Consumo di risorse naturali e materie prime
Al fine di stabilire lefficienza dellazienda nel trasformare le risorse naturali e le materie
prime consumate, sono state prese in considerazione le principali tipologie di consumo.
In particolare per ciascuna di esse sono stati raccolti i dati e le informazioni che
permettono la valutazione dei relativi aspetti ambientali.
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Come si pu osservare i dati registrati nel periodo di riferimento indicano un consumo di
energia per lattivit produttiva, per lattivit di magazzino e per tutte le altre attivit
accessorie che si mantenuto proporzionale allandamento del fatturato.
Da unanalisi non approfondita delle modalit di utilizzo dellenergia elettrica emerso che
un margine di miglioramento nel consumo di energia elettrica legato ad interventi, sia di
carattere impiantistico che gestionale.
8.1.5.2 Acqua
Le attivit svolte presso lo stabilimento richiedono lutilizzo delle seguenti tipologie di
acqua:
acqua potabile;
acqua tecnologica.
Lazienda utilizza le acque potabili fornite dallacquedotto per uso igienico. Nel seguente
grafico sono riportati i volumi dacqua addotti nel periodo di riferimento.
3.379
3.280 3.300
3.500
3.000
mc
2.500
2.000
1999 2000 2001
Anno
Lazienda adduce dal pozzo di propriet acqua per uso tecnologico e di processo. Infatti
stata a suo tempo prodotta istanza alla Provincia di concessione preferenziale per la
derivazione dacqua sotterranea ad uso industriale, igienico ed assimilati. In particolare,
lacqua prelevata da pozzo viene utilizzata per uso raffreddamento su estrusori e presse,
antincendio e irrigazione giardino.
Lacqua da pozzo impiegata ad uso industriale viene mantenuta allinterno di due cicli:
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un ciclo parzialmente chiuso: prelevata ad una temperatura di circa 14C, viene inviata
ad una cisterna di stoccaggio temporaneo in cui viene miscelata allacqua gi
impiegata nel ciclo produttivo, che si trova ad una temperatura di circa 19C. Cos
miscelata lacqua da pozzo portata ad una temperatura intermedia che ne consente il
suo impiego per il raffreddamento nel reparto di estrusione.
un ciclo chiuso: dotato di impianto di refrigerazione questo sistema garantisce allacqua
la temperatura indispensabile al processo di stampaggio. Il sistema necessita di minimi
reintegri dacqua che viene prelevata dal pozzo di propriet.
Data la metodologia con la quale viene utilizzata, risulterebbe non significativo rapportare
il consumo di acqua da pozzo a parametri di produzione. Non neppure possibile riportare
una indicazione precisa dei volumi addotti nel periodo di riferimento in quanto lazienda
non si ancora dotata di contatore. Si potrebbe dare una stima di tali volumi sulla base
della caratteristiche della pompa dadduzione (400 l/min) e delle ore di funzionamento
della stessa (3-4 ore/g); tuttavia troppi parametri aleatori (funzionamento anche nei giorni
non lavorativi, etc) renderebbero la stima non attendibile.
8.1.5.3 Metano
Lutilizzo di metano da parte dellazienda avviene esclusivamente per il riscaldamento
delle aree coperte. Le variazioni nel consumo di metano sono fortemente influenzate da
parametri quali la temperatura e lumidit esterne e, pertanto, risulta difficile stabilire un
indicatore di efficienza.
Nel grafico seguente riportato landamento dei consumi assoluti di metano nel periodo di
riferimento.
75.000
72.188
70.000
68.990
70.000
mc
65.000
60.000
1998 1999 2000
Anno
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8.1.5.4 Materie prime e prodotti
Nel corso dellattivit produttiva vengono utilizzate prevalentemente materie plastiche in
forma di granuli ma anche sostanze chimiche e preparati le cui caratteristiche di
pericolosit rendono necessario il rilascio da parte della casa produttrice delle relative
schede di sicurezza (D.Lgs.285/98). Tali schede contengono informazioni dettagliate
riguardo alla composizione, alle caratteristiche chimico-fisiche di pericolosit dei prodotti,
oltre ad altre indicazioni circa le modalit o le avvertenze da conoscere e seguire per il loro
corretto utilizzo e smaltimento. In particolare nel sito oggetto desame vengono seguite le
prescrizioni specificate da parte dei vari produttori relativamente allimpatto ambientale.
Le schede dei prodotti impiegati nel ciclo produttivo sono conservate in azienda a
disposizione del personale e vengono periodicamente richieste alle case produttrici
versioni aggiornate.
Al fine di meglio valutare gli aspetti ambientali delle attivit, prodotti e servizi della
EcoPlastica S.p.A., di seguito riportato lelenco delle principali materie prime e prodotti
impiegati nelle diverse attivit aziendali con le indicazioni di eventuali rischi ambientali e
misure di prevenzione in relazione alle informazioni ecologiche, cos come riportato nelle
relative schede sicurezza.
Titolo In caso di fuoriuscita Informazioni ecologiche Smaltimento
MATERIE PRIME
Evitare di disperdere il
Evitare che il prodotto
prodotto nell'ambiente. Non
confluisca nelle
biodegradabile, non tossico
fognature, nelle acque
Granuli di PVC per l'ambiente marino e non
superficiali e
produce alcun effetto nel
sotterranee e sul
processo di trattamento degli
suolo.
effluenti.
Lupolen Controllare la possibilit di
Il prodotto non stato
(polietilene, riutilizzo. Inviare a discarica
esaminato. Per la sua
eventualmente controllata oppure a idoneo
Scopare per evitare il consistenza come pure per la
olefine- impianto di termodistruzione.
rischio di scivolare. scarsa solubilit in acqua
copolimero, Gli imballaggi contaminati
improbabile una sua
stabilizzanti, possono essere riutilizzati
biodisponibilit.
additivi) previo adeguato lavaggio.
Pu essere riciclato o nelle
Spazzare via o
sue parti originali o in altre
raccogliere il materiale
Non reputato presentare applicazioni idonee. Non
Poli(Bisfenolo- e riporlo in un
alcun serio problema considerato un rifiuto
A)carbonato contenitore idoneo per
ecologico. pericoloso. Smaltire in
lo smaltimento o il
conformit alle disposizioni
recupero.
locali.
Compounds di Evitare la confluenza Non disperdere il prodotto Quando possibile riciclare il
cloruro di polivinile del prodotto in nell'ambiente ed adeguarsi prodotto. Inviare a discarica
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plastificato fognature, acque alle buone pratiche di autorizzata (di 1 categoria) o
superficiali e sul suolo. lavorazione. Preparato non all'inceneritore controllato.
tossico per l'ambiente Smaltire secondo le norme
acquatico e/o terrestre. locali e nazionali.
Tuttavia lievi effetti fisici
possono talvolta manifestarsi
sugli organismi vivente. Non
biodegradabile.
Non lasciare che
defluisca nelle
I fusti non regolarmente
fognature. I casi di
Non lasciare che il prodotto svuotati e resti di inchiostro
inquinamento di fiumi,
Diluente 7346 scoli nelle fognature o in costituiscono dei rifiuti
laghi o fognature
Printex corsi d'acqua o che si infiltri speciali. Gli imballaggi non
informare le autorit
nel terreno. contaminati possono essere
competenti in
sottoposti a riciclaggio.
conformit alle leggi
locali.
Il polietilene dei sacchi e lo
scarto di processo possono
Questo prodotto non essere riciclati. I prodotti
dovrebbe rappresentare un puliti non contaminati
Raccogliere con scope
problema per l'ambiente possono essere smaltiti
Poli(acrilonitrile- o aspiratori e
acquatico a causa della vendendoli alle societ di
butadiene-stirene) recuperare se possibile
solubilit estremamente rigenerazione. I materiali di
Policarbonato o smaltire secondo i
bassa. Nel terreno il scarto possono essere
regolamenti applicabili.
materiale si degrada molto smaltiti in discariche
difficilmente. autorizzate o tramite
incenerimento in condizioni
approvate.
Adesivi
Utilizzare il prodotto secondo
termofusibili a
Nessuna, l'adesivo corrette procedure di Secondo i regolamenti CEE,
base di etilene-
inerte. lavorazione evitando di nazionali e locali.
vinilacetato, resine
disperderlo nell'ambiente.
sintetiche e cere
Il materiale pu essere
riciclato dopo rigranulazione
e successiva diluizione con
Raccogliere con i materiale vergine nelle
mezzi meccanici applicazioni che sia dal punto
disponibili ed eliminare Il materiale insolubile in di vista normativo che da
Lega PC/ABS come richiesto dalle acqua e non quello tecnologico lo
disposizioni vigenti ove biodegradabile. permettano. I rifiuti
non fosse possibile il provenienti dalla lavorazione
riutilizzo. sono classificati come rifiuti
speciali. Smaltire nel rispetto
della normativa nazionale e
locale.
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speciali.
PRODOTTI AUSILIARI
Contenere le perdite
con terra o sabbia. Se
il prodotto defluito in Recuperare se possibile.
Utilizzare secondo le buone
corso dacqua, in rete inviare ad impianti di
Inchiostro per pratiche lavorative evitando
fognaria o ha smaltimento autorizzati o ad
stampa di disperdere il prodotto
contaminato il suolo o incenerimento in condizioni
nellambiente.
la vegetazione, controllate.
avvisare le autorit
competenti.
Il prodotto si scioglie in
acqua ed facilmente
Eliminare tutte le
biodegradabile. Il prodotto Recuperare se possibile.
fiamme libere e le
costituisce un pericolo Inviare ad impianti di
possibili fonti di calore.
significativo per l'ambiente smaltimento autorizzati o a
Solvente di Impedire che il
acquatico poich incenerimento in condizioni
lavaggio prodotto penetri nella
degradandosi rapidamente controllate. Non riutilizzare il
rete fognaria. In caso
impoverisce di ossigeno contenitore sporco, pu
contrario avvisare le
l'ecosistema con possibili contenere residui pericolosi.
autorit competenti.
conseguenze letali per gli
organismi viventi.
Miscuglio naturale Avvisare gli utenti di
di solventi per lo acqua potabile/di
Biodegradabile oltre il 90% Secondo i regolamenti locali.
scioglimento dei raffreddamento e
grassi industriale.
Il prodotto non
biodegradabile. Pu essere Secondo a quanto prescritto
riciclato usando le opportune dal DPR 915, il prodotto pu
Pulire le zone di
Polietilene alta tecnologie. Non contiene essere assimilabile ai rifiuti
passaggio per evitare il
densit chemicals a base di piombo, urbani. Pu quindi essere
rischio di scivolare.
mercurio, cadmio e cromo smaltito tramite inceneritore
esavalente. Non presenta o inviato a discarica.
rischi per le falde acquifere.
Tabella 11: Materie prime e prodotti ausiliari impiegati nel processo produttivo
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Una volta macinati vengono raccolti in contenitori tipo octabin, stoccati nel medesimo
reparto adibito alle materie prime, con indicazione chiara del tipo di materiale in essi
contenuto.
Il materiale macinato pu essere miscelato a quello vergine sia manualmente, sia
attraverso opportune valvole proporzionali installate sulle macchine.
Nella seguente tabella riportato il campo di percentuale adottato per ogni famiglia di
materiali, valori indipendenti da colore e grado di plastificante.
8.1.6.1 Rumore
Relativamente alla valutazione del rumore nellambiente di lavoro, lazienda provvede
regolarmente ad effettuare i vari adempimenti previsti dal D.Lgs.277/91(rilievi fonometrici
da parte di tecnico competenti in acustica, redazione della relazione tecnica e del rapporto
di valutazione dellesposizione dei lavoratori al rumore).
Per quanto concerne la valutazione degli eventuali impatti ambientali legati al rumore, nel
corso dei sopralluoghi in sito non si riscontrato che le attivit aziendali comportino
significative emissioni di rumori verso lesterno. Tuttavia lazienda dovrebbe richiedere
rilievi fonometrici anche del rumore esterno.
In mancanza di una zonizzazione realizzata dal comune ai sensi del D.P.C.M. 1 marzo
1991, per una valutazione dellimpatto acustico lazienda dovr fare riferimento, come
specificato dal DPCM stesso, ai limiti specificati allart.6 comma 1.
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Poich la zona in esame considerata appartenente alla Classe IV7, per la valutazione del
proprio impatto la EcoPlastica dovr attenersi ai valori limite riportati nella tabella che
segue.
Tabella 13: valori limite di emissione e di immissione8 per area appartenente alla Classe IV
8.1.6.2 Odore
Date le caratteristiche delle attivit svolte in azienda, nellambiente esterno allo
stabilimento non si evidenziano problematiche relative a questo aspetto.
8.1.7 Trasporti
Lazienda non gestisce direttamente servizi di trasporto.
Le principali tipologie di trasporto esterno allo stabilimento possono essere suddivise in:
Trasporto dei prodotti finiti verso i clienti, effettuato mediante 4 automezzi di peso
inferiore ai 35 q;
Trasporto rifiuti, gestito secondo le modalit riportate al punto 7.2 del presente
rapporto;
7
Classe IV (Area di intensa attivit umana): rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso
traffico veicolare, con alta densit di popolazione con elevata presenza di attivit artigianali; le aree in
prossimit di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata
presenza di piccole industrie.
8
Viene definita come Emissione linquinamento acustico generato da singola sorgente sonora e Immissione
il rumore immesso nellambiente da tutte le sorgenti. I limiti di emissione possono essere assoluti e
differenziali. Il valore dei limiti differenziali dato dalla differenza tra il livello equivalente di rumore
ambientale ed il rumore residuo. I limiti di emissione e di immissione sono stabiliti in funzione della classe di
destinazione duso del territorio. I limiti differenziali si applicano a tutte le zone, con leccezione di quelle
esclusivamente industriali.
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Trasporto dei dipendenti, gestito direttamente dai dipendenti alcuni dei quali utilizzano
mezzi aziendali.
Volendo considerare la possibile influenza dei suddetti mezzi sul traffico locale della zona,
si rileva che la vicinanza del sito in esame ad una grande arteria autostradale fa s che i
carichi di traffico indotti dallAzienda non siano impattanti per la viabilit urbana e solo in
minima misura per quella extraurbana.
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una vasca interrata adibita al contenimento delle acque reflue provenienti dalle aree
adibite allo stoccaggio dei rifiuti non pericolosi.
Il rischio ambientale associato alla vasca antincendio e consiste nelleventualit che
essa costituisca anche vasca di raccolta delle acque di dilavamento dei piazzali che
percolano nei tombini fittamente distribuiti nellarea dello stabilimento ma dei quali non
noto il convogliamento finale. E comunque intenzione dellorganizzazione studiare la
struttura della rete di tombini e dotare poi il sito di vasca interrata per la raccolta delle
acque reflue di dilavamento meteorico dei piazzali aziendali.
8.1.8.6 Altro
Non sono stati individuati altri rischi ambientali.
Sono considerati aspetti ambientali indiretti quegli aspetti ambientali sui quali lazienda non
pu esercitare un controllo gestionale completo.
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Di seguito sono forniti gli elementi per la valutazione dellimportanza di tali aspetti in
quanto potrebbero essere oggetto di iniziative congiunte tra lazienda e le parti interessate
esterne.
Contrariamente agli aspetti ambientali diretti, gli aspetti indiretti non sono associati alle
singole attivit svolte, ma alla gestione ambientale dellazienda nel suo complesso.
NellAllegato (n.d.) sono riportati gli aspetti ambientali indiretti individuati nel corso della
presente analisi.
8.2.1 Prodotti
I prodotti realizzati e commercializzati dallAzienda sono prevalentemente in PVC o in PC.
Per quanto concerne i primi va evidenziato che, a fine vita utile, possono essere ancora
riciclati se gettati negli appositi cassonetti per la raccolta differenziata disposti sul territorio.
I prodotti in PVC dismessi e cos raccolti vengono poi trasformati dal consorzio
CO.RE.PLA. in nuovi oggetti di vario uso e indumenti oppure in energia.
Una non adeguata destinazione a rifiuto di tali prodotti determina un grosso impatto
ambientale, costituendo un notevole spreco di risorsa. Evidentemente lAzienda non pu
addossarsi la responsabilit di comportamenti sbagliati da parte dei consumatori, ma
rientra tuttavia tra i suoi obiettivi dare, nelle forme pi appropriate, informazioni ai
consumatori finali sulluso ottimale dei suoi prodotti. Tale impegno sar fatto rientrare,
come atto dovuto, nel sistema di gestione ambientale dellorganizzazione.
Per quanto concerne i prodotti in policarbonato (PC) questi invece non possono essere
recuperati mediante raccolta urbana differenziata. Inoltre alcune tipologie di prodotto
comportano grandi scarti di PC gi al momento del loro primo impiego, materiale tuttavia
necessario per il loro imballaggio e trasporto. Per ridurre tale spreco di materiale non
riciclabile, lAzienda ha progettato nuovi prodotti, a medesimo impiego, che riducono di
molto i quantitativi di materiale in eccesso necessario alla loro commercializzazione e sta
promuovendo una politica di vendita che ne incrementi la diffusione, volta ad una
successiva totale sostituzione dei prodotti a maggior impatto ambientale.
Lorganizzazione consapevole che una non perfetta qualit dei suoi prodotti pu
interferire con il loro corretto utilizzo e al contempo avere conseguenze negative
sullambiente; per tale ragione ha provveduto a redigere la procedura operativa PO/029
9
Tale procedura riportata alla sezione Manuale del Sistema di Gestione Ambientale delle presenti linee
guida.
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Rintracciabilit prodotti che definisce le modalit di attribuzione del N di lotto ai prodotti
EcoPlastica, al fine di permetterne la rintracciabilit. Tale procedura, gi nel manuale del
Sistema di Qualit dellAzienda, potr essere inserita anche nel manuale del Sistema di
Gestione Ambientale di cui si doter lAzienda.
La EcoPlastica inoltre consapevole che limballaggio dei prodotti, il loro sistema di
trasporto e distribuzione possono determinare impatti ambientali considerevoli. Poich per
questo tipo di impatti esiste una corresponsabilit tra il produttore e il rivenditore al
dettaglio, lAzienda ha adottato le possibili azioni per ridurne leffetto. Tale impegno si
concretizzato nella progettazione di scatole di imballaggio in solo cartone (quindi
totalmente riciclabili mediante raccolta differenziata urbana) ma soprattutto modulabili,
cio totalmente riempibili senza spreco di spazio interno, indipendentemente dal tipo di
prodotto confezionato al loro interno.
8.2.2 Mercati
A causa dellestrema eterogeneit delle possibili applicazioni dei prodotti, difficile definire
in maniera univoca le caratteristiche della clientela della EcoPlastica S.p.A., soprattutto
per quanto concerne la sensibilit alle problematiche ambientali.
E da rilevare che a tuttoggi lunica manifestazione dinteresse da parte dei clienti, circa
lintenzione dellazienda di dotarsi di un sistema di gestione ambientale certificato,
pervenuta da parte della multinazionale tedesca che ha inviato allAzienda un
questionario, per la scelta dei propri fornitori, sul quale era riportata anche tale domanda.
Inoltre dallanalisi svolta non sono state evidenziate particolari possibilit di interazione con
la clientela al fine di ridurre limpatto complessivo del processo produttivo ad eccezione di
una gestione ottimizzata degli imballaggi.
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in quale misura tale obiettivo deve essere perseguito mediante innovazione tecnologica
del parco macchine o mediante migliore gestione della risorsa.
Lorganizzazione sta inoltre verificando la possibilit di ridurre la produzione di rifiuti
plastici, sia per ridurre il quantitativo di scarto conferito a smaltimento, sia per ridurre lo
spreco di risorse; di immediata intuizione come a queste finalit sia associato anche un
rilevante risparmio economico.
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Per la scelta di tali fornitori lorganizzazione non ha ancora individuato criteri ambientali da
seguire, ma solamente criteri qualitativi. Il particolare la procedura operativa PO/0110,
Gestione non conformit fornitore, stabilisce le azioni correttive da intraprendere nel caso
in cui il prodotto fornito non sia conforme per difformit; la EcoPlastica infatti
consapevole che la qualit delle materie prime acquistate e dei semilavorati possono
influire sulle qualit dei prodotti venduti o sul loro utilizzo.
Al fine di stabilire quali aspetti ambientali possano avere impatti significativi, sono stati
predisposti criteri per valutare limportanza di ogni singolo aspetto individuato.
Tali criteri prevedono una valutazione delle caratteristiche dellaspetto/impatto basata sulle
informazioni e sui dati emersi nel corso della presente analisi.
In particolare sono stati definiti 10 criteri di valutazione, raggruppati in due categorie
principali:
Criteri di Prestazione Gestionale;
Criteri di Impatto Ambientale.
A ciascun criterio, indipendentemente dalla categoria di appartenenza, viene attribuito un
punteggio che va da 1 a 5.
Lattribuzione dei punteggi avviene sulla base delle indicazioni contenute nellAllegato 2
che variano in relazione alle condizioni nelle quali limpatto ambientale si verifica
(normali/anomale o di emergenza).
In particolare per ciascun criterio di valutazione sono descritte le caratteristiche relative ai
punteggi 1, 3 e 5. I punteggi 2 e 4 vengono attribuiti a situazioni intermedie rispetto a
quelle descritte.
Al fine di assicurare un corretto rapporto tra i diversi criteri di valutazione, ciascun criterio
viene inoltre moltiplicato per un fattore di pesatura.
La somma dei punteggi pesati rappresenta la valutazione della categoria di valutazione.
La significativit del singolo aspetto data dallelaborazione dei risultati relativi alle due
categorie attraverso le seguente formula:
10
La procedura riportata alla sezione Manuale del Sistema di Gestione Ambientale delle presenti linee
guida.
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Tot _ CG Tot _ IA
1 +
CG _ Max IA _ Max
Significativit = 100
2
Dove:
Tot_CG: Somma pesata dei punteggi attribuiti ai criteri di prestazione gestionale.
Tot_IA: Somma pesata dei punteggi attribuiti ai criteri di impatto ambientale.
CG_Max: Punteggio massimo ottenibile per i criteri di prestazione gestionale.
IA_Max: Punteggio massimo ottenibile per i criteri di impatto ambientale.
Gli aspetti vengono poi classificati in base alla loro significativit secondo quanto riportato
nella tabella seguente.
I risultati della valutazione degli aspetti ambientali effettuata secondo le modalit descritte
sono stati riportati al punto 10 del presente rapporto.
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ambientali che possono derivare dal lavoro svolto, sia in termini di prevenzione che di
contenimento dellimpatto stesso.
3. Procedure/prassi ambientali: Considera la presenza e il grado di applicazione di
procedure formalizzate o prassi consolidate per la gestione delle attivit e delle
operazioni associate allaspetto valutato, in grado di controllare i meccanismi attraverso
i quali si genera o si pu formare limpatto ambientale.
4. Margine di miglioramento gestionale: Considera il margine di miglioramento rispetto
alla situazione attuale, da un punto di vista costi/benefici, per quanto riguarda interventi
a livello organizzativo volti allottimizzazione dellimpiego delle risorse e delle
tecnologie presenti in azienda.
5. Monitoraggio/manutenzione programmata: Considera eventuali piani di
monitoraggio/manutenzione e il relativo livello di implementazione, per le attivit e le
operazioni associate allaspetto ambientale considerato.
I fattori di pesatura per i criteri di prestazione gestionale sono riportati nella tabella
seguente.
N Criterio Peso
1 Livello di conformit
2 Preparazione del personale
3 Procedure/prassi ambientali
4 Margine di miglioramento gestionale
5 Monitoraggio/manutenzione programmata
I criteri di impatto ambientale forniscono unindicazione della gravit del danno ambientale
associato allaspetto valutato, considerando sia lentit dellimpatto che le condizioni al
contorno che possono contribuire alla generazione dellimpatto.
Essi sono:
1. Magnitudo: Valuta lentit dellimpatto ambientale considerando variabili quali la
tossicit della sostanza, i volumi in gioco, la capacit di diffusione della sostanza e la
reversibilit del danno.
2. Frequenza/Probabilit di accadimento: Considera la frequenza/probabilit di
accadimento dellimpatto ambientale associato allaspetto valutato.
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3. Vulnerabilit dei corpi recettori: Valuta la presenza di corpi recettori che potrebbero
essere interessati e la loro sensibilit alle modificazioni indotte dallaspetto.
4. Sensibilit delle parti interessate: Considera il livello di percezione che le parti
interessate esterne hanno in relazione allimpatto ambientale generato e considera le
eventuali manifestazioni di interesse espresse dalle parti interessate stesse.
5. Margine di miglioramento tecnologico: Valuta il margine di miglioramento, per quanto
concerne il rapporto costi/benefici, derivante da interventi di carattere tecnologico.
I fattori di pesatura per i criteri di impatto ambientale sono riportati nella tabella seguente.
N Criterio Peso
1 Magnitudo
2 Frequenza
3 Vulnerabilit dei corpi recettori
4 Sensibilit delle parti interessate
5 Margine di miglioramento tecnologico
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11 Conclusioni
I dati raccolti nel corso della presente analisi ambientale hanno permesso di fornire un
quadro dinsieme delle relazioni che intercorrono tra le attivit, i prodotti e i servizi di
EcoPlastica S.p.A. e lambiente in cui essa opera.
Da tale quadro risulta che lAzienda attualmente gestisce le proprie problematiche
ambientali in conformit alle prescrizioni legali attraverso una serie di prassi consolidate.
Lo studio ha tuttavia evidenziato alcune aree di potenziale miglioramento legato
essenzialmente a:
prevenzione dellinquinamento atmosferico;
riduzione del consumo di energia elettrica;
ottimizzazione del consumo delle risorse;
prevenzione dellinquinamento acustico.
In relazione ai risultati della presente analisi lazienda potr quindi predisporre una propria
politica ambientale, obiettivi di miglioramento delle prestazioni ambientali ed un sistema di
gestione ambientale strutturato secondo i requisiti della del Regolamento CE 761/2001.
12 Allegati
1. Check-list
2. Procedura valutazione aspetti ambientali
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Allegato 1 - CHECK LIST PER ANALISI AMBIENTALE INIZIALE
Tipologia Descrizione
INFORMAZIONI GENERALI SULLORGANIZZAZIONE
Dati generali Ragione sociale
sullorganizzazione
Numero addetti
Organigramma aziendale
Fatturato (ultimi 3 anni)
Descrizione della storia Descrizione generale della nascita e sviluppo dellorganizzazione.
dellorganizzazione
Descrizione dellunit Descrizione dello stabilimento in termini di strutture (altezza, caratteristiche
produttiva architettoniche, stato di conservazione, superfici coperte, ecc.).
Descrizione delle caratteristiche ambientali dello stabilimento (aree verdi,
tipologie vegetative,) comprese nellarea totale.
Allegare eventuali planimetrie
INFORMAZIONI SULLAMBIENTE ESTERNO
Caratteristiche dellarea Estratto del piano regolatore (PRCG) dell'area industriale in esame con
l'ubicazione delle principali aziende presenti
Destinazione d'uso dell'area oggetto dellanalisi e di quelle adiacenti (industriale,
residenziale, mista, agricola)
Destinazione duso dell'area precedentemente agli attuali insediamenti industriali
Caratteristiche del Comune (abitanti, superficie, altro)
Attivit produttive Numero e tipologia degli eventuali stabilimenti industriali presenti nell'area
adiacenti
Numero, tipologia e lontananza degli stabilimenti a maggiore impatto ambientale
(ad es. stabilimenti a rischio di incidente rilevante)
Allegare eventuali planimetrie
Eventuali infrastrutture Trasporto (reti viarie, ferroviarie, aeroporti, ecc.)
presenti e distanze
Servizi (impianti trattamento acque, impianti stoccaggio e trattamento rifiuti,
dallunit produttiva
infrastrutture sociali (scuole, ospedali, ecc.), infrastrutture turistiche, ecc
Informazioni climatiche Descrizione del clima della zona
Precipitazioni annue, durata della stagione secca (valori dellultimo anno, medie
annuali)
Temperature della zona
Ventosit della zona
INFORMAZIONI IDROGEOLOGICHE
Inquadramento generale Informazioni generali sulla situazione idrogeologia della zona, derivanti ad esempio
da studi idrogeologici effettuati nell'area
Stratigrafia
Acque superficiali Localizzazione dei principali corsi d'acqua, bacini naturali e artificiali presenti nella
zona (allegare eventuale stralcio della carta)
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale
Tipologia Descrizione
Carico idraulico dei principali corpi idrici presenti nella zona, eventuale periodo di
secca; caratteristiche di qualit
Presenza di sorgenti: localizzazione, qualit e tipologia di sfruttamento
Acque sotterranee Caratteristiche della falda: qualit e profondit
Pozzi Zonizzazione di eventuali pozzi presenti nellarea e loro utilizzo.
Lazienda possiede dei pozzi? Riferimenti normativi:
Li sfrutta? D.Lgs. 275/93
Legge 36/94
Per quali scopi? D.Lgs. 152/99
Vi sono misuratori di portata? DPR 238/99
Tipologia Descrizione
Stoccaggio rifiuti: Riferimenti normativi:
Modalit: D.Lgs. 22/97
Solidi e fangosi: aree coperte e pavimentate DM 392/96
Liquidi: aree coperte, pavimentate; vasca di Punto 4.1.2, Delibera del
contenimento che contenga almeno 1/3 del 27.07.1984 del Comitato
volume complessivo stoccato o comunque il Interministeriale
volume del contenitore pi grande; altri
dispositivi in grado di contenere eventuali
sversamenti;
I vari contenitori e le aree di stoccaggio devono
essere opportunamente identificati
Quantit:
Vengono rispettate le caratteristiche di deposito
temporaneo previste dallart. 6, lettera m, del D.Lgs.
22/97?
Attivit svolte negli uffici
Riscaldamento e condizionamento: Riferimenti normativi:
n centrali termiche/refrigerazione,
DPR 412/93, art.11
potenze installate;
L. 10/91
allegare fotocopia eventuale Libretto di
allegato F, DPR
impianto (per potenze nominali < 35 kW;
412/93: potenza
allegare fotocopia eventuale Libretto di
nominale >= 35 kW:
Centrale per potenzialit 35 kW;
"libretto di centrale"
verifica della regolarit (frequenza annuale) e
allegato G, DPR
degli esiti delle manutenzioni effettuate sugli
412/93: potenza
impianti ;
nominale < 35 kW:
verifica della regolarit (frequenza annuale;
"libretto di impianto"
semestrale solo per potenze 350 kW ) e dei art.11, DPR 412/93-
valori dei rendimenti di combustione; responsabile impianto
Solo per potenzialit 350 kW : Il responsabile
dell'esercizio dell'impianto iscritto all'"Albo
Nazionale dei costruttori - Categoria gestione e
manutenzione degli impianti termici, di
ventilazione e di condizionamento"?
Aria compressa (n e tipologia dei compressori, potenza installata e modalit di
gestione e manutenzione)
Pulizia (frequenza, personale interno/ditte specializzate)
Manutenzione (attivit interna/esterna e modalit di gestione)
Altre attivit.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale
Tipologia Descrizione
Grandi rischi e IPPC In base alle attivit svolte e alle quantit di prodotti D.Lgs. 334/99
pericolosi in uso, lazienda soggetta alla Grandi
Rischi?
In caso affermativo, ha effettuato quanto previsto dalla Artt. 5 e 11 del D.Lgs.
normativa vigente (aggiornamento valutazione dei 334/99
rischi, formazione/informazione lavoratori, eventuali
comunicazioni agli enti competenti)?
In base alle attivit svolte e alle quantit di prodotti D.Lgs. 372/99
pericolosi in uso, lazienda soggetta alla IPPC
(autorizzazione integrata ambientale)?
Descrizione delle Elenco e descrizione delle procedure adottate dallorganizzazione per la gestione
procedure e delle prassi di problematiche ambientali (ad es.:
ambientali
gestione rifiuti,
manutenzione e conduzione impianti, tra cui in particolare
limpianto di depurazione e la centrale di cogenerazione,
monitoraggio emissioni in atmosfera,
approvvigionamenti ed appalti, ecc.)
Descrizione delle prassi ambientali in termini di:
- azioni;
- metodi
- responsabilit.
Tipologia Descrizione
Tra i rifiuti prodotti vi sono anche residui assimilabili ai D.Lgs 22/97
rifiuti urbani? D.Lgs 389/97
L. 426/98
Tali rifiuti vengono conferiti al Servizio Pubblico? Del. 27.07.1984
Viene effettuato il pagamento della tariffa/tassa per lo Delibera di assimilabilit
smaltimento dei rifiuti urbani? emanata dall'Amministraz.
Comunale
Alcuni dei rifiuti prodotti sono classificabili come Definizione di rifiuto
speciali? speciale:
Art. 7, comma 3, D.Lgs
22/97
Tipologia Descrizione
Per i rifiuti speciali, vengono regolarmente compilati:
registro di carico e scarico?
formulario di identificazione dei rifiuti?
MUD?
Registro di carico/scarico rifiuti Art. 12 comma 4, del
D.Lgs 22/97;
Le registrazioni di carico e scarico vengono effettuate
rispettivamente entro una settimana dalla produzione
del rifiuto ed entro una settimana dal conferimento?
Il Modello di registro conforme a quello Ministeriale? DM 148/98
Viene compilato in modo corretto?
I fogli sono stati vidimati presso lUfficio del Registro
(in data antecedente alla prima registrazione)?
Vengono conservati per almeno 5 anni?
Formulario di identificazione dei rifiuti Art. 15 del D.Lgs. 22/97
Viene compilato ogniqualvolta si effettua un
conferimento dei rifiuti?
Il Modello conforme a quello Ministeriale? DM 145/98
Viene compilato in modo corretto?
I fogli sono stati vidimati presso lUfficio del Registro o
presso la CCIAA competente (in data antecedente
alla prima registrazione)?
Vengono conservati per almeno 5 anni?
Il formulario di identificazione viene sempre
controfirmato dal trasportatore, al momento della
consegna dei rifiuti?
La quarta copia viene sempre restituita entro 90
giorni?
MUD Legge 70/94
Annualmente viene compilato, nei tempi previsti, ed
inviato alla CCIAA competente per territorio il MUD
per ogni sede operativa dellOrganizzazione?
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza; fornire dettagli e conseguenze.
IMBALLAGGI
Imballaggi Attivit: Riferimenti normativi:
Descrizione tipologie di imballaggi utilizzati
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale
Tipologia Descrizione
E stata effettuata liscrizione al CONAI come Titolo II D.Lgs 22/97,
utilizzatori? Reg CONAI ,
Guida CONAI
In caso di import ed export di imballaggi pieni e/o vuoti
vengono effettuate le opportune dichiarazioni secondo
le frequenze previste dalla Guida CONAI?
In caso vengano autoprodotti imballaggi, vengono
effettuate le opportune dichiarazioni previste dalla
guida CONAI?
EMISSIONI IN ATMOSFERA
Emissioni in atmosfera Attivit: Riferimenti normativi:
L'azienda dispone di un impianto termico?
Si tratta di un impianto termico o caldaia inserito in un Allegato 1, punto 21, DPR
ciclo produttivo o comunque con un consumo di 25.07.1991
combustibile annuo utilizzato per pi del 50% in un Art. 2, comma 2, DPR
ciclo produttivo? (emissioni poco significative) 25.07.1991
L'azienda gestisce anche un impianto di combustione DPR 203/88;
di potenza termica pari o superiore a 50 MW (grandi Allegato 3, punto A, DM
impianti di combustione)? 12.07.1990;
Allegati DM 08.05.1989.
E stata richiesta all'autorit competente lopportuna
l'autorizzazione con la documentazione specifica?
Vengono rispettati i limiti di emissione previsti dalla
normativa vigente?
Esistono, all'interno dello stabilimento, oltre agli DPR 203/88,
impianti termici e di combustione di cui sopra,altri DPCM 21.07.89,
impianti o macchinari, che possono dar luogo ad DM 12.07.90,
emissioni in atmosfera? DPR 25.7.91
Tali emissioni sono tutte ad inquinamento poco Allegato I, DPR
significativo? 25.07.1991
Art. 4, DPR 25.07.1991
In caso negativo, ci sono emissioni che rientrano tra Allegato II, DPR
quelle a ridotto inquinamento atmosferico? 25.07.1991
In tal caso stata richiesta lopportuna autorizzazione Art. 5, comma 1, DPR
in via generale allEnte Competente? 25.07.1991
Allegare copia della richiesta e della risposta da parte
dellEnte Competente.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale
Tipologia Descrizione
Vi sono altre emissioni che non rientrano nel regime
semplificato previsto per i due casi di cui sopra?
(inquinamento poco significativo e ridotto
inquinamento)
E stata richiesta lautorizzazione allEnte Art. 6, DPR 203/88
Competente?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativi, con le eventuali prescrizioni.
Almeno quindici giorni prima di attivare gli impianti Art. 8, comma 2, DPR
stata data comunicazione agli Enti Competenti di 203/88
messa in esercizio degli stessi?
E della successiva messa a regime?
Sono effettuate le analisi e i risultati sono stati
comunicati allEnte Competente?
Sono state eseguite eventuali prescrizioni dellEnte
Competente e rispettati i termini previsti per
l'adeguamento degli impianti?
Limpianto gi autorizzato stato successivamente Art. 15, DPR 203/88
modificato (in modo sostanziale) o trasferito?
E stata preventivamente richiesta lautorizzazione
relativa?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.
Gli impianti sono dotati di efficaci sistemi di
abbattimento?
L'esercizio degli impianti di abbattimento avviene in
modo tale da garantire per qualunque condizione di
funzionamento il rispetto qualitativo e quantitativo dei
limiti di emissione?
I limiti di emissione relativamente ad ogni camino Art. 4, comma 2, DM
vengono misurati con la periodicit prevista dal 12.07.1990
documento autorizzativo?
Vengono utilizzati i metodi di campionamento, analisi
e valutazione delle emissioni previsti dalla normativa
vigente o comunque prescritti dall'autorizzazione?
Sono state applicate le prescrizioni previste
dall'autorit competente in fase autorizzativa?
Allegare copia delle ultime analisi effettuate su
ciascun camino.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale
Tipologia Descrizione
I flussi in uscita dai camini hanno direzione
verticale?
I camini sono pi alti del colmo del capannone e di
almeno 1 metro pi alti delle costruzioni limitrofe, nel
raggio di 10 m?
Sono dotati di opportuna presa di campionamento?
Il campionamento pu essere effettuato in sicurezza?
Fornire dettagli sulla manutenzione effettuata sugli
impianti e sui sistemi di abbattimento.
Esistono attivit che danno luogo ad emissioni
diffuse?
Come vengono gestite?
Allegare prospetto riassuntivo in cui vengano
evidenziati per ogni punto di emissione Ei:
linquinante/principali inquinanti emessi;
le fasi lavorative di provenienza;
sistemi di abbattimento;
valori limite autorizzati;
valori misurati nellultima analisi effettuata;
data ultima analisi.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza;
fornire dettagli e conseguenze.
SCARICHI IDRICI
Scarichi idrici Attivit: Riferimenti normativi:
Lazienda produce degli scarichi idrici? D.Lgs. 152/99 come
modificato dal D.Lgs.
258/00
Dettagliare le tipologie, le portate e la provenienza di Definizioni delle tipologie
ognuno di scarichi: art. 2 del
D.Lgs. 152/99 cos come
modificato dal D.Lgs.
258/00.
Tipologia Descrizione
Scarichi in pubblica fognatura: Art. 33 e All. 5, D.Lgs
152/99 (D.Lgs 258/00)
Gli scarichi sono esclusivamente di acque reflue Art. 28, comma 7 del
domestiche? D.Lgs 152/99 come
modificato dal D.Lgs
258/00
In caso contrario, stata richiesta lopportuna
autorizzazione allEnte Gestore della fognatura?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.
Viene richiesto ogni 4 anni il rinnovo
dell'autorizzazione, un anno prima della scadenza
dell'autorizzazione stessa?
Vengono rispettati i limiti ed eventuali prescrizioni Tabella 3 e 3/A (riferiti a
regolamentari stabilite dall'ente gestore della specifici cicli produttivi),
fognatura e dell'impianto e/o fissato dall'atto allegato 5, D.Lgs 152/99
dell'autorizzazione dello scarico? come modificato dal D.Lgs
258/00
Tipologia Descrizione
Scarichi sul suolo: Art. 29 e Allegato 5, D.Lgs
152/99 (D.Lgs 258/00)
Sono state richieste le opportune autorizzazioni
allEnte Competente?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.
Tipologia Descrizione
La misurazione degli scarichi avviene secondo le Art. 28, comma 3, D.Lgs
modalit previste dall'autorizzazione e viene effettuata 152/99 come modificato
subito a monte del punto di immissione nei corpi dal D.Lgs 258/00
ricettori?
Gli scarichi sono stati comunque resi accessibili per il
campionamento da parte dell'autorit competente per
il controllo nel punto assunto per la misurazione?
Viene garantita la continuit dell'esercizio degli
impianti e viene effettuata la relativa manutenzione?
Allegare copia delle ultime analisi effettuate,
relativamente a ciascun punto di scarico.
Allegare prospetto riassuntivo dove vengano
evidenziati per ogni punto di scarico:
tipologia di scarico (misto, solo civile, solo
tecnologico,
corpo ricettore;
principali inquinanti emessi;
limiti autorizzati e tabella di riferimento;
valori ultima analisi effettuata;
data ultima analisi.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza;
fornire dettagli e conseguenze.
USO E CONTAMINAZIONE DEL TERRENO
Uso e contaminazione del Attivit: Riferimenti normativi:
terreno Analisi dei seguenti elementi:
disposizione delle superfici coperte, delle aree
verdi e delle aree pavimentate;
caratteristiche delle diverse attivit che causano,
o potrebbero causare, fenomeni di
contaminazione del terreno.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza; fornire dettagli e conseguenze.
CONSUMO DI RISORSE NATURALI E MATERIE PRIME,
CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI PRODOTTI PERICOLOSI;
Risorse naturali e materie Attivit: Riferimenti normativi:
prime
Tipologie e consumi annuali delle principali materie
prime utilizzate nel processo produttivo.
Consumi annuali, relativamente agli ultimi 3 anni,
almeno delle seguenti risorse:
energia elettrica;
acqua;
energia termica (consumo di combustibile).
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale
Tipologia Descrizione
Elenco dei principali prodotti pericolosi utilizzati D.Lgs. 52/97
nelle attivit aziendali;
D.Lgs. 285/98
quantit consumate annualmente;
quantit massime stoccate in azienda;
dettagli sulle modalit di stoccaggio;
i vari imballi sono opportunamente identificati ed
etichettati?
rischi correlati allutilizzo e alla manipolazione di tali
prodotti (con particolare riferimento ai rischi per
lambiente).
Allegare copia delle schede di sicurezza dei principali Decreto 4 aprile 1997
prodotti pericolosi in uso.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza; fornire dettagli e conseguenze.
QUESTIONI LOCALI
Questioni locali Attivit: Riferimenti normativi:
Elencare i principali aspetti ambientali legati a
questioni locali, tra cui almeno:
rumore e vibrazioni;
odore;
polveri.
impatto visivo.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale
Tipologia Descrizione
Rumore e vibrazioni: DPCM 01.03.91,
DM 11.12.96,
Attivit, macchinari/impianti che possono produrre
L. 447/95,
rumore e/o vibrazioni percettibili allesterno;
DPCM 14.11.97,
Indicare eventuali caratteristiche di tali DM 16.03.1998
impianti/macchinari o della struttura delledificio tali da
ridurre l'inquinamento acustico e/o da vibrazioni
presso il vicinato ai pi bassi livelli possibili
Nel caso in cui il Comune non abbia ancora effettuato Art. 6 del DPCM
la zonizzazione acustica, sono state effettuate 01.03.1991
eventualmente analisi per verificare il rispetto dei limiti
previsti dalla normativa vigente in materia di
inquinamento acustico?
Nel caso in cui il Comune abbia gi effettuato la Tabella B, DPCM
zonizzazione, vengono rispettati i limiti di emissione 14.11.1997
previsti dal DPCM 14/11/97 per quella specifica zona
(o eventuali limiti stabiliti dal Comune stesso)?
E quelli di immissione? Art. 3 del DPCM
14.11.1997 (Tabella C)
Tipologia Descrizione
Descrizione delle attivit legate al trasporto delle
materie prime e dei prodotti finiti, dei servizi e dei
dipendenti.
Dettagli sul trasporto dei prodotti pericolosi (normativa
ADR).
Confronto del traffico indotto dallattivit rispetto al
traffico locale.
Eventuali decisioni logistiche adottate per contenere i
movimenti dei mezzi.
EMERGENZE AMBIENTALI
Emergenze ambientali Anali delle possibili emergenze in campo ambientale, considerando:
- rischi ambientali
- incidenti occorsi.
Attivit: Riferimenti normativi:
Rischi ambientali:
Analisi dei possibili rischi derivanti da:
movimentazione, stoccaggio e impiego di
sostanze pericolose; dettagli.
Tipologia Descrizione
Incidenti occorsi:
Descrizione di incidenti occorsi che abbiano provocato D.M. 16/02/82 (Elenco
conseguenze sullambiente esterno (ad es. incendi o attivit soggette a
sversamenti) Certificato di prevenzione
Misure di emergenza e di contenimento adottate. incendi)
Tipologia Descrizione
Bilancio e comportamenti Descrizione delle attivit svolte dai principali fornitori, subfornitori e
ambientali degli appaltatori indicando in particolare eventuali problematiche di tipo ambientale e il
appaltatori, subappaltatori grado di controllo esercitato dallorganizzazione.
e fornitori In particolare in relazione :
- smaltitori/trasportatori rifiuti
5 Matrice di riferimento
Prestazione Gestionale
Alta (20-25) Media (10-20) Bassa (5-10)
Impatto Ambientale
Bassa (5-10) Significativo Significativo Mediamente Significativo
6 Matrice di intervento
Prestazione Gestionale
Alta (20-25) Media (10-20) Bassa (5-10)
Impatto Ambientale
Bassa (5-10) Intervento Obbligatorio Intervento Facoltativo Controllo
MANUALE
SISTEMA GESTIONE AMBIENTALE
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REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Manuale del Sistema di Gestione Ambientale
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REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Manuale del Sistema di Gestione Ambientale
Nella presente sezione viene riportato il Manuale di Gestione Ambientale della
EcoPlastica S.p.A. nel quale sono descritte le caratteristiche del sistema di gestione
ambientale adottato dalla azienda.
In particolare il manuale strutturato in modo da riprendere tutti i punti della sezione 4
della norma ISO 14001 (Requisiti del sistema di gestione ambientale inseriti anche nel
Regolamento EMAS) descrivendo, genericamente per ciascuno di essi, le metodologie
adottate per assicurare il soddisfacimento del requisito stesso.
Nel manuale sono inoltre contenuti i riferimenti alle procedure ambientali che contengono
responsabilit, metodologie e tempistiche specifici atti ad assicurare lefficienza e
lefficacia del sistema di gestione ambientale.
Il manuale di gestione ambientale rappresenta quindi il collegamento tra le varie parti del
sistema e premette di muoversi allinterno della documentazione correlata secondo lo
schema riportato di seguito.
Manuale
di Gestione
Ambientale
Procedure Gestionali
Procedure Operative
Istruzioni Ambientali
Modulistica
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REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Manuale del Sistema di Gestione Ambientale
Il manuale riportato nel presente documento stato realizzato in relazione alle
caratteristiche dellipotetica azienda EcoPlastica S.p.A. sulla base di quanto emerso
dallAnalisi Ambientale effettuata sullazienda stessa: tale documento non pu pertanto
essere utilizzato tal quale per tutte le realt del settore, ma necessita delle
opportune modifiche in relazione alle singole realt nelle quali ci si trova ad
operare.
Nella fase di stesura del rapporto di Analisi Ambientale Iniziale, si supposto che
lipotetica azienda EcoPlastica S.p.A. sia gi dotata di un Sistema per la gestione della
Qualit. Si quindi presentata leventualit di modificare le gi esistenti :
- Procedura operativa gestione non conformit fornitori,
- Procedura operativa rintracciabilit prodotti,
per estenderne lapplicabilit non solo al controllo della qualit ma anche agli aspetti
ambientali delle stesse; infatti, pur non contenendo elementi specifici per la gestione degli
eventuali impatti ambientali dovuti a tali attivit, queste procedure possono essere riprese
nel Sistema di Gestione Ambientale specificando le modalit di gestione dei relativi aspetti
ambientali indiretti.
Le due procedure sono allegate in conclusione alla presente sezione.
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MANUALE DI GESTIONE Sezione 0