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EMAS, verso leco-efficienza:

15 progetti d'impresa

LINEE GUIDA PER LAPPLICAZIONE DEL SISTEMA


DI ECOGESTIONE ED AUDIT (REG. CEE 761/2001)

EMAS NEL SETTORE DELLA


PLASTICA

REGIONE PIEMONTE

Scientific and Organizational Coordinator


Environment Park S.p.A. - Via Livorno 60 - 10144 Torino - TEL. +39 011225 72 01 - FAX +39 01122 58 201
WWW.ENVIPARK.COM - ECOEFFICIENCY@ENVIPARK.COM
REGIONE PIEMONTE
Gruppo di lavoro
Le presenti linee guida sono state realizzate nellambito del progetto Emas, verso leco-
efficienza: 15 progetti dimpresa commissionato dalla Regione Piemonte Assessorato
allAmbiente. Responsabile del progetto il Dott. Filippo Baretti.

Le attivit sono state svolte dal gruppo di lavoro costituito da:

Ing. Barbara Beltramini Environment Park S.p.A.


Ing. Lucia Carnino Environment Park S.p.A.
Dott.ssa Paola Mensio Environment Park S.p.A.
Dott.ssaCristina Pacchiardo Environment Park S.p.A.

Si ringrazia per la collaborazione:

UNIONPLAST
Unione Nazionale
Industrie Trasformatrici Materie Plastiche

Dott. Enrico Maria Chialchia


Per maggiori informazioni sulla Associazione si rimanda a pag.3

Unione Industriale di Torino

Dott. Massimo Settis

Unione Industriale di Alessandria

Ing. Fausto Pupo

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Gruppo di lavoro

Ing. Gianluca Capra


Per maggiori informazioni sul Consorzio si rimanda a pag.4

Agenzia Regionale per la protezione ambientale del Piemonte

Area Funzionale Ricerca e Studi - ARPA Piemonte


Dott. Marco Glisoni

Si ringraziano, inoltre, per la collaborazione alla definizione del progetto:

Dott. Filippo Baretti Regione Piemonte


Dott. Ermanno Maritano Federpiemonte
Ing. Irene Rosin Federpiemonte
Dott. Alessandro Gorgerino API Torino
Dott. Marco Glisoni Arpa Piemonte
Dott.ssa Flavia Domenighini Confagricoltura

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REGIONE PIEMONTE
Gruppo di lavoro
UNIONPLAST - Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche

UNIONPLAST (Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche), fondata nel


1945, componente primaria della Confederazione delle Industrie Italiane
(CONFINDUSTRIA) ed membro di EuPC (European Plastics Converters Association)
che raggruppa le associazioni europee dei trasformatori di materie plastiche.
UNIONPLAST associa circa 700 aziende, con un numero di addetti di oltre 30.000 per un
settore che trasforma 5 milioni di tonnellate di materiale all'anno.
UNIONPLAST ha consolidato negli anni, attraverso un rapporto di collaborazione sempre
pi stretto con le Pubbliche Amministrazioni e le Istituzioni nazionali ed internazionali, il
proprio ruolo di rappresentanza per le industrie del settore della trasformazione di materie
plastiche, realizzando iniziative volte a favorire la crescita del comparto.
UNIONPLAST tutela gli interessi delle aziende associate:
! assistendole e rappresentandole nei rapporti con le istituzioni e le amministrazioni, con
le organizzazioni economiche, sindacali, sociali e con la stampa;
! stipulando il contratto collettivo nazionale di lavoro, promuovendo una corretta gestione
delle relazioni sindacali e del lavoro nelle aziende associate;
! provvedendo all'informazione ed alla consulenza a favore delle proprie aziende sulle
principali normative di natura tecnica, economica ed ambientale;
! predisponendo nuovi servizi sulla base di esigenze emergenti;
! realizzando e promuovendo studi, ricerche e manifestazioni sui temi di interesse del
settore.
UNIONPLAST collabora attivamente in diversi gruppi di lavoro istituiti presso
Confindustria, EuPC, Istituto Superiore di Sanit, ANPA, UNI, UNIPLAST, Istituto Italiano
dei Plastici, Istituto Italiano Imballaggio, IPA, Conai, Corepla, Federazione Gomma
Plastica, Teppfa.
Per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.unionplast.org

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Gruppo di lavoro
PROPLAST Consorzio per la formazione e la ricerca applicata sulla plastica

Proplast nato come consorzio di imprese ed recentemente divenuto anche Consorzio


Interuniversitario grazie all'avvenuta adesione di alcuni Atenei.
Nato nel 1997 dall'idea di alcune aziende (Bayer, Basell, gruppo Guala, e gruppo
Mossi&Ghisolfi), Proplast si posto fin da subito la finalit di stimolare la cooperazione tra
aziende e istituzioni formative e di ricerca che si occupano di tecnologie legate al mondo
della plastica.
Il Consorzio operativo dal maggio 1998 e conta oggi 54 soci aziendali (produttori di
attrezzature e di materie prime, trasformatori, centri di ricerca, associazioni di settore e di
categoria...) e 4 soci accademici (Politecnico di Torino, Universit di Genova, Universit
Avogadro del Piemonte orientale, Universit di Pisa). Entreranno presto a far parte del
consorzio anche l'Universit Federico II di Napoli, l'Universit di Modena e l'Universit di
Ferrara.
Le associazioni di settore e categoria che aderiscono a Proplast sono Assoplast
(produttori materie plastiche), Unionplast (industrie trasformatrici), Ucisap (costruttori
italiani stampi), AISR (Associazione Italiana Stampaggio Rotazionale) e l'Unione
Industriale di Alessandria.
Il consorzio Proplast ha quadruplicato in 4 anni il suo budget annuale (che unitamente al
Centro di cultura per l'ingegneria delle materie plastiche raggiunge oggi i 1.300.000 euro)
e sta crescendo rapidamente sul versante delle dotazioni e dei servizi di laboratorio.
Gli obiettivi del Consorzio sono di:
promuovere la realizzazione di un punto di riferimento per attivit sperimentali sulle
tecnologie di trasformazione delle materie plastiche,
promuovere attivit formative ad ogni livello e per ogni tipo di utenza,
offrire servizi di consulenza e di trasferimento tecnologico alle PMI,
offrire servizi di laboratorio specifici per le esigenze delle imprese,
sviluppare - con il contributo dei soci accademici - attivit di ricerca applicata su temi
proposti dalle imprese,
promuovere servizi di selezione e formazione di nuovo personale per il settore materie
plastiche.
Le attivit svolte riguardano:
! la formazione:
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Gruppo di lavoro
- collaborazione nella progettazione didattica e co-finanziamento dei moduli formativi
specialistici del primo corso di Laurea in ingegneria delle materie plastiche, presso il
Politecnico di Torino sede di Alessandria,
- realizzazione di corsi di specializzazione in plasturgia per formare giovani tecnici
(periti industriali in prevalenza) ed avviarli al lavoro nelle aziende del settore,
- realizzazione di corsi Master sulle materie plastiche,
- facilitiazione di scambi di esperienze tra Universit e centri di ricerca situati in
diverse parti del mondo,
! la ricerca e i servizi di laboratorio:
- attivit di ricerca e sperimentazione (con particolare attenzione alle esigenze della
piccola-media impresa)
- servizi di laboratorio specialistico (esclusivamente dedicato a materie plastiche e
vernici),
! la documentazione.
Allestimento di un centro di servizio di documentazione tecnica e legislativa (normative,
leggi su finanziamenti, etc), con l'obiettivo di consentire veloci ricerche tematiche
utilizzando i moderni strumenti telematico-informatici.

Tra gli obiettivi di Proplast (legati alla ricerca, sperimentazione, formazione sulle materie
plastiche) vi anche quello di favorire la diffusione di nuove tecnologie. Rivolgendosi sia
alle PMI che alle grandi imprese, il Consorzio mette infatti a disposizione i suoi laboratori
tecnologici per l'installazione di nuove attrezzature e per la sperimentazione delle stesse:
le aziende hanno la possibilit di testare le nuove tecnologie, sia durante i seminari che il
Consorzio organizza, sia attraverso consulenze mirate e personalizzate che possono
essere richieste al personale tecnico Proplast.
Il Consorzio in grado di offrire, con personale e strutture proprie - o con la partnership
con il Centro di cultura per l'ingegneria delle materie plastiche (co-fondato con il
Politecnico di Torino) o con Universit italiane ed europee - attivit di ricerca applicata
normalmente finalizzate allo studio di nuovi materiali o di nuove tecnologie.
Il consorzio Proplast ha sede presso il Parco Scientifico Tecnologico PST di Rivalta Scrivia
(Alessandria). La sede operativa attualmente presso il Politecnico di Torino sede di
Alessandria. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.proplast.it

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Gruppo di lavoro

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Indice

INDICE

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INDICE

PRESENTAZIONE Progetto Emas, verso lEco-efficienza

ECO-EFFICIENZA
Leco-efficienza e lo sviluppo sostenibile
Definire ed usare lEco-efficienza
Diventare eco-efficienti

INTRODUZIONE AI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE


1. Il Regolamento CEE 761/2001
1.1 Analisi ambientale iniziale e Sistema di gestione ambientale
1.2 Laudit ambientale
1.3 La dichiarazione ambientale
2. La Norma UNI EN ISO 14001
2.1 Politica ambientale
2.2 Pianificazione
2.3 Attuazione e funzionamento
2.4 Riesame della direzione
2.5 Documentazione
3. Confronto EMAS/ISO 14001
3.1 Analisi Ambientale Iniziale
3.2 Sistema Gestione Ambientale
3.3 Dichiarazione Ambientale

IL SETTORE DELLE MATERIE PLASTICHE


1. Il settore delle materie plastiche in Italia e nel mondo
2. Il mercato italiano
3. Situazione nella regione Piemonte
4. I settori di applicazione
5. I marchi di conformit
6. La certificazione ambientale
7. I vantaggi della plastica

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Indice
Allegato 1 Articolo de "Il Sole 24 ore Nord Ovest" del 23/09/2002
Allegato 2 Aziende certificate ISO14001

IL PROCESSO PRODUTTIVO E LE ATTIVITA AD ESSO ASSOCIATE


1. Descrizione del processo produttivo
1.1 Estrusione
1.2 Stampaggio
1.2.1 Stampaggio ad iniezione
1.2.2 Stampaggio rotazionale
1.3 Stampa con soffiaggio (Blow Molding)
1.4 Termoformatura
1.4.1 Formatura a vuoto (Vacuum forming)
1.4.2 Formatura ad alta pressione (High pressure forming)
1.4.3 Formatura a lastra doppia (Twin Sheet Forming)
1.5 Lavorazioni accessorie
1.5.1 Serigrafia
1.5.2 Litografia
1.5.3 Stampa a caldo
1.5.4 Tampografia
1.5.5 Metallizzazione
1.5.6 Laserizzazione
1.5.7 Sterilizzazione
2. Descrizione delle attivit tecnologiche ed accessorie
2.1 Impianti tecnologici
2.1.1 Impianto centralizzato della materia prima
2.1.2 Carrelli a guida laser completamente automatizzati (LGV)
2.1.3 Magazzino automatizzato
2.1.4 Impianto refrigerazione acqua
2.2 Attivit accessorie

MATERIE PRIME IMPIEGATE


1. Termoplastiche
2. Termoindurenti

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Indice
IMPATTI AMBIENTALI E POSSIBILI CONTENIMENTI
1. Emissioni in atmosfera
2. Reflui
2.1 Rifiuti in PVC
2.1.1 Riduzione in produzione
2.1.2 Riciclo
2.1.3 Recupero di energia
2.1.4 Discarica
2.2 Rifiuti in PC
Allegato 1 La trasformazione delle poliolefine. Considerazioni sullimpatto
ambientale
Allegato 2 Impegno volontario dell'industria del PVC
Impegno della Unionplast
Libro Verde, del 26 luglio 2000, sulle problematiche ambientali del PVC
Allegato 3 Riciclaggio dei CD
Allegato 4 Riciclaggio proiettori auto e collettori di aspirazione dell'aria

EMAS, verso lEco-Efficienza: CASO STUDIO


1. Analisi Ambientale Iniziale
2. Manuale di Gestione Ambientale
3. Dichiarazione Ambientale
4. Politica Ambientale ed Obiettivi
5. Normativa ambientale applicabile al settore delle materie plastiche

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Indice

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Presentazione Progetto

Progetto

EMAS, verso leco-efficienza

Promozione dei criteri di eco-efficienza


allinterno dei distretti e comparti produttivi piemontesi

La Regione Piemonte, in collaborazione diretta con lEnvironment Park e con lassistenza


dellArpa Piemonte, delle Unioni Industriali e delle Associazioni di categoria, ha sviluppato
un progetto finalizzato alla diffusione allinterno dei distretti industriali piemontesi/comparti
produttivi dei principi che si trovano alla base del concetto di eco-efficienza attraverso
ladozione di sistemi di gestione ambientale (EMAS) in azienda. Il progetto prevedeva
lattuazione di 15 casi pilota in PMI.

Per perseguire in Italia lobiettivo dello sviluppo sostenibile del settore industriale ci si deve
necessariamente rivolgere alle Piccole Medie Imprese poich sono loro che costituiscono
la gran parte del tessuto produttivo del Paese. Infatti, utilizzando la soglia dimensionale
europea per le PMI (meno di 250 addetti e fatturato non superiore a 40 milioni di Euro),
risulta che circa il 90% delle industrie italiane sono PMI che producono circa il 64% del
fatturato ed impiegano il 72% delloccupazione del settore. Si stima inoltre che circa l80%
dellimpatto ambientale del settore industriale in Italia sia dovuto alle attivit delle PMI: i
ritardi ambientali delle piccole aziende hanno, quindi, conseguenze particolarmente
rilevanti nel nostro Paese.
Da ci si evince come i Distretti Industriali siano un luogo strategico per lo sviluppo
integrato della competitivit e delle politiche ambientali delle PMI. Infatti, come definiti dalla
Legge n.317/91, i Distretti industriali sono aree territoriali locali caratterizzate da elevata
concentrazione di piccole imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza
delle imprese e la popolazione residente nonch alla specializzazione produttiva
dellinsieme delle imprese. I Distretti rappresentano una parte storicamente e
produttivamente importante nel sistema economico italiano poich vivono grazie ad una

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Presentazione Progetto

specializzazione produttiva locale che porta sui mercati, insieme al prodotto, limmagine
del luogo: un territorio ad elevata qualit ambientale un fattore di valorizzazione del
prodotto tipico di quella localit.

Environment Park ha individuato nel Regolamento Europeo Emas II n 761 del 19/03/2001
uno degli strumenti di maggior efficacia da adottare affinch unazienda possa intraprende
lapplicazione dei principi delleco-efficienza attraverso limplementazione di un Sistema di
Gestione Ambientale, nei Distretti la struttura pi ricettiva nei confronti di tali argomenti.
Le imprese che sapranno dotarsi di strumenti atti a mantenere o accrescere la propria
competitivit nel prossimo futuro saranno le uniche in grado di operare in modo redditizio,
con importanti conseguenze positive sul territorio in termini di prodotto e di occupazione,
sia creata che mantenuta.
Innovare aiuta le imprese a competere. Linnovazione pu riguardare gli aspetti
tecnologici, ma anche il modo di organizzare, di gestire i rapporti con il mercato, di
sviluppare in modo nuovo le relazioni con lambiente.

In relazione a quanto sopra esposto, il progetto proposto da Environment Park consistito


in particolare nella fornitura di un servizio di assistenza a 15 aziende, appartenenti ai
distretti industriali piemontesi/comparti industriali, interessate ad intraprendere la strada
delleco-efficienza e conseguentemente ad aderire al Regolamento Europeo Emas II.

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Eco-efficienza

ECO-EFFICIENZA

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Eco-efficienza

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Eco-efficienza

LEco-efficienza e lo sviluppo sostenibile

Sempre pi aziende, in tutto il mondo ed in diversi settori, stanno cercando di ottenere


miglioramenti ambientali congiuntamente a benefici economici. I loro sforzi sono orientati
verso una nuova realt che mira a:
definire programmi di prevenzione dellinquinamento, per creare vantaggi
economici,
creare nuovi prodotti pi economici e a minor impatto ambientale.
Le aziende che si sono sviluppate perseguendo questa realt, hanno ottenuto un
considerevole successo: le emissioni e i rifiuti sono stati ridotti, il riciclo si diffuso sempre
pi e molti materiali inquinanti sono stati eliminati dai prodotti e dai processi. Hanno quindi
provato direttamente che preferibile ridurre linquinamento alla fonte, progettando in
modo eco-friendly, piuttosto che ricorrere a metodi pi costosi e che semplicemente
trasferiscono linquinamento da una fase allaltra del processo.
Molte aziende utilizzano ora un nuovo concetto per descrivere e guidare le loro attivit:
leco-efficienza, nata dal business a favore del business. Il suffisso esplica sia le risorse
ecologiche che economiche; lefficienza luso ottimale di entrambe.
Un importante aspetto pratico delleco-efficienza la produttivit delle risorse: produrre di
pi con meno. Leco-efficienza insiste sulla necessit di creare valore. E tale crescita porta
a considerare altre problematiche ambientali come la prevenzione dellinquinamento e la
gestione della Qualit Totale.
Leco-efficienza riprende il concetto di creare valore, tipico del mondo degli affari,
legandolo alle problematiche ambientali. Lobiettivo quello di creare valore aggiunto
andando incontro alle esigenze dei clienti, della societ e dellazienda, mantenendo o
riducendo limpatto ambientale, creando di pi con meno durante lintero ciclo di vita del
prodotto, ossia dalla creazione delle materie prime allo smaltimento del prodotto al termine
della sua vita.
La crescita economica non deve implicare la distruzione dei sistemi ecologici e la
conseguente diminuzione delle materie prime. Leco-efficienza enfatizza il bisogno di un
uso pi efficiente dellenergia massimizzando luso di risorse rinnovabili (per esempio,
sostituendo lenergia solare ai carburanti fossili), e un uso pi efficiente delle risorse (in
modo che per ogni unit di carburante si creino pochi inquinanti), per ridurre la creazione e
la dispersione delle sostanze tossiche.

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Eco-efficienza
Molte sono le caratteristiche rimarchevoli delleco-efficienza: la creazione di valore, i target
di miglioramento a lungo termine, il legame tra leccellenza dellambiente e leccellenza nei
business, e la considerazione dei consumi e di una produzione sostenibile.
Leco-efficienza aiuta le aziende a crescere in modo qualitativo e sostenibile, riducendo il
loro impatto negativo sullambiente.
Leco-efficienza una filosofia di management che unisce leccellenza ambientale a quella
degli affari.
Limpegno ambientale sta diventando sempre pi importante nel determinare la
reputazione di unazienda sia tra i dipendenti che tra i clienti o gli azionisti: una buona
reputazione in campo ambientale pu favorire un marketing positivo, oltre ad una buona
visibilit sui media.
I business che perseguiranno questo impegno trarranno benefici dalla:
Creazione di nuovi prodotti e servizi che vadano incontro alle aspirazioni della
maggior parte dei consumatori di tutto il mondo per un ambiente pulito e sicuro;
Riduzione dei costi (destinati ad aumentare) ed affidabilit legata al consumo di
risorse, rifiuti, inquinamento prodotto al termine del ciclo di vita del prodotto.

Benefici economici delleco-efficienza

Leco-efficienza un argomento molto difficile da trattare poich i benefici economici


dellazione ambientale non sono facili da calcolare e da dimostrare. A volte necessitano di
anni per concretizzarsi, spesso derivano da fattori non materiali come unimmagine
positiva della azienda e frequentemente sono valutati come costi evitati piuttosto che
soldi guadagnati. Comunque, lesperienza dimostra quanto i benefici siano reali e
significativi e quanto lo saranno in futuro.
I cinque reali vantaggi che derivano dalleco-efficienza sono i seguenti:
1. Benefici derivanti dalla riduzione dei costi di performance carenti dal punto di vista
ambientale,
2. Benefici derivanti dalla riduzione dei potenziali costi futuri di performance carenti
dal punto di vista ambientale,
3. Ridotti costi di capitale,
4. Benefici derivanti dalla condivisione di un mercato in aumento caratterizzato da
migliori opportunit ,
5. Benefici derivanti da una maggiore visibilit.

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Eco-efficienza
1.Riduzione degli attuali costi ambientali

La U.S. EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale) ha prodotto una lista di costi
ambientali che comprende pi di 70 categorie. Solo una minima parte di queste categorie
indica quelli che comunemente vengono chiamati costi convenzionali cio costi
normalmente contabilizzati. Questo significa che la maggior parte dei costi ambientali sono
potenzialmente nascosti, e pertanto non influiscono nel momento in cui vengono prese le
decisioni strategiche. I costi per rispettare ed ottenere permessi legislativi, per esempio,
sono spesso legati al sito in generale piuttosto che al processo che li crea.
LEPA distingue anche due altre categorie di costi: si possono verificare costi contingenti,
come per esempio operazioni di bonifica sul terreno. I costi di immagine e relazioni non
sono tangibili, ma sono molto importanti per le aziende che hanno bisogno di una buona
reputazione a livello ambientale tra gli stakeholder.

2.Responsabilit ambientali

Le aziende con una lunga esperienza nel campo della gestione ambientale dimpresa
hanno ormai compreso che non pu essere valido il detto lontano dagli occhi, lontano
dalla mente: le azioni passate possono ripresentarsi oggi con costi ambientali. Anche se
molti credono che questa responsabilit retroattiva sia ingiusta, tale principio si sta
diffondendo sempre pi come legge per regolare i business. Queste responsabilit
possono derivare da leggi che impongono la decontaminazione di determinate aree
oppure da cause civili intentate per danni causati da processi o prodotti a dipendenti,
vicini, consumatori o altri. Sebbene tali costi siano particolarmente elevati negli Stati Uniti,
rappresentano un problema anche in molti altri Paesi.

3.Ridurre i rischi potenziali futuri

Le responsabilit odierne sono la conseguenza di passati comportamenti scorretti, ma


probabile che molte aziende stiano generando oggi nuove responsabilit future. Gli
assicuratori e gli ambientalisti pensano che potranno essere intraprese serie azioni legali
contro i produttori di carburante, per danni causati da tempeste, alluvioni ed altri tipi di
danni causati dal surriscaldamento del pianeta. Naturalmente molte sono le
argomentazioni dei produttori per uscire indenni da questi processi. Lesperienza mostra
come i criteri con cui vengono giudicate queste responsabilit stiano diventando sempre
pi severi. Ne deriva un alto numero di responsabilit per molte aziende.

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Eco-efficienza
Fortunatamente, le imprese che hanno iniziato ad adottare le politiche suggerite dalleco-
efficienza stanno notevolmente riducendo questi rischi, ad esempio diminuendo la quantit
di materiale tossico prodotto durante le loro attivit.
Le sempre pi alte aspettative in campo ambientale e il costante sviluppo di nuove
problematiche ambientali legate alle azioni dei business costituiscono anche
unopportunit per evitare oggi gli elevati costi futuri.
Un esempio rappresentato dalle assicurazioni che, dovendo oggi sostenere costi molto
alti dovuti a problemi causati dalle aziende in passato, non sono disposte a perdere
denaro anche in futuro. Probabilmente in futuro le assicurazioni chiederanno alle imprese
di avere la certificazione ambientale, o effettueranno una valutazione dei rischi ambientali
della azienda prima di provvedere alla loro copertura.

4.Costi del capitale

Gli investitori e le banche, consapevoli dei rischi che corrono i capitali prestati, non
desiderano fronteggiare situazioni pericolose e se succede, richiedono elevati interessi,
cosa che pu causare costi di capitale e spesso una cattiva pubblicit per lazienda.
I mercati finanziari sono consapevoli dellimportanza di uno sviluppo sostenibile e
accusano i costi a lungo termine causati da una politica ambientale inadeguata. Sono molti
gli investitori che pongono sempre pi attenzione ai costi ed alle responsabilit ambientali
ed alla loro influenza sui profitti; per tale ragione sono in crescita i fondi di investimento
verdi.

5.Opportunit di mercato migliori o tutelate

Le leggi a tutela dellambiente, le eventuali richieste danni e la sensibilit dei consumatori


possono influire sul tramonto di alcuni prodotti, che rimarranno invenduti (i CFC ne sono
una dimostrazione). Ladozione di una politica di eco-efficienza e la costante valutazione
dei prodotti seguendo le sete linee guida delineate in precedenza, pu evitare tale
situazione.
Ogni prodotto tramontato lascia spazi alla creazione di un nuovo prodotto in grado di
rispettare lo sviluppo sostenibile e di dare maggior valore al consumatore.
La performance ambientale diventata un elemento valutato nei bandi di gara. Sempre
pi aziende ed agenzie pubbliche stanno sviluppando politiche ambientali per ottenere
garanzie per i loro business.

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Eco-efficienza
E improbabile che in futuro si riesca ad essere competitivi, rispettando solo i minimi
requisiti ambientali. Prima o poi le aziende che adottano questo comportamento
perderanno in competitivit. Il successo sar di quelle aziende che non solo si adeguano
agli standard ambientali, ma lo fanno in modo pi efficiente di altre. La soluzione pi
vantaggiosa pertanto quella di migliorare leco-efficienza intesa come competenza,
raggiungibile in due modi:
1. In modo difensivo, riducendo i costi ambientali presenti e futuri attraverso la
minimizzazione dei rifiuti e lo screening dei capitali investiti e dei prodotti.
2. In modo creativo sistema pi efficiente nel tempo considerando il
comportamento ambientale come necessario allefficienza ed innovazione dei prodotti e
dei processi.

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Eco-efficienza

Definire ed usare leco-efficienza

Il World Business Council per lo Sviluppo Sostenibile (WBCSD) ha definire il concetto di


eco-efficienza:
<<Leco-efficienza si raggiunge fornendo merci a prezzi competitivi e servizi che siano in
grado di soddisfare allo stesso tempo le esigenze del consumatore e consentano una
migliore qualit della vita, riducendo progressivamente limpatto ambientale e lutilizzo
delle risorse durante tutto il ciclo di vita di un prodotto, ad un livello per lo meno in linea
con le stimate capacit della terra.>>

Enfasi sui servizi

Fino a poco tempo fa, il successo dellindustria si misurava con laumento dei volumi di
produzione. Oggi i prodotti vengono considerati per lobiettivo cui mirano, per quanto
riescono a soddisfare i bisogni del consumatore. Ci implica che il marketing pi efficace
quello che fornisce un servizio completo che vada incontro alle esigenze dei consumatori.
Mantenendo come obiettivo quello di fornire un servizio per soddisfare i bisogni del
consumatore e allo stesso tempo ridurre limpatto ambientale, si ottengono prodotti
ambientalmente meno impattanti e con pi alte prestazioni.

Focalizzarsi sulle necessit del consumatore e sulla qualit della vita

La chiave per migliorare la qualit del servizio, quella di conoscere le necessit del
consumatore e fornire servizi che ne migliorino la qualit della vita. Nessuno ha bisogno di
prodotti che richiedano un intensivo sfruttamento di materie prime e fonti energetiche non
rinnovabili, anche perch si influisce sulla buona qualit della vita.
Le attivit che, analizzando le funzioni basilari dei prodotti, sono in grado di svilupparne
applicazioni alternative per dare migliori prestazioni riducendo limpatto ambientale,
riescono ad ottenere immediate opportunit e vantaggi economici.

Analisi dellintero ciclo di vita di un prodotto (LCA)

Ogni attivit fa parte di una catena che trasforma le materie prime in beni e servizi per il
consumo ed uneventuale eliminazione. Lazienda che analizza il ciclo di vita dei propri
prodotti, considera le implicazioni iniziali e finali delle proprie attivit e valuta come ridurle,
ad esempio ridisegnando i processi e i prodotti per ridurre limpatto ambientale,
massimizzare lefficienza e creare valore aggiunto.

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Eco-efficienza
Alcune aziende stanno iniziando ad usare il termine ecologia industriale per indicare
lLCA come obiettivo pi importante. In tale sistema, il rifiuto quel sottoprodotto che non
ha unapplicazione utile allinterno dellintero sistema industriale e che viene scartato. Per
tanto la loro idea quella di un sistema industriale in cui i nuovi prodotti si evolvano, in cui
si generano meno rifiuti e/o in cui si possano produrre rifiuti riutilizzabili.
Questidea non nuova, n si oppone alla pratica degli affari. Per esempio, il gas naturale
originariamente era, ed in qualche parte del mondo lo ancora oggi, un sottoprodotto non
cercato, derivante dalla produzione di petrolio, e veniva rilasciato nellatmosfera. Oggi, sia
per ragioni economiche che ambientali, viene raccolto per essere utilizzato come
combustibile o per essere reinserito allinterno degli impianti per mantenere la pressione.
Naturalmente, tradurre in pratica e in politiche governative concrete il concetto di ecologia
industriale rappresenta una sfida notevole.

Eco-capacit

Il risultato finale delleco-efficienza quello di creare profitto senza superare la capacit di


carico della terra, che difficilmente calcolabile, ma i cui limiti sono certamente da
ricercare in diversi settori. Sembra sempre pi evidente, per esempio, che la capacit del
pianeta nel sopportare le emissioni di disossido di carbonio e di altri gas responsabili
delleffetto serra, sia stata superata e che il generale surriscaldamento del globo
continuer ad aumentare per tutto il corso del secolo.
Questi esempi dimostrano come leco-capacit sia un target in evoluzione. Spesso esiste
una soglia entro la quale tali effetti vengono assimilati, ma al di sopra della quale iniziano a
crearsi seri danni. Pi vicine a tale soglia si rivelano tali emissioni, pi urgente diventa il
bisogno di intervenire.

Visione del processo

I bisogni del consumatore cambiano continuamente, cos come cambia la nostra


percezione dellambiente e delleco-capacit. Emergono continuamente nuovi rischi e
quelli esistenti si delineano pi chiaramente; le continue pressioni dovute alla crescita
economica e della popolazione, implicano sempre nuove sfide come per esempio la
disponibilit di acqua potabile.

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Eco-efficienza
Questo significa che leco-efficienza non solo un viaggio verso una meta, ma un
processo verso nuove soluzioni, verso la creazione di maggior valore attraverso minori
consumi, enfatizzando i principi dello sviluppo sostenibile.

Le sette dimensioni delleco-efficienza

Lesperienza acquisita nel mettere in pratica tali temi suggerisce che ci possono essere
sette punti nodali da prendere in considerazione nello sviluppo dei prodotti, introducendo
cambiamenti nei processi o intraprendendo azioni che abbiano implicazioni ambientali.
Questi sette punti sono:
1. Ridurre lintensit delle merci e dei servizi
2. Ridurre lintensit dellenergia delle merci e dei servizi
3. Ridurre la dispersione tossica
4. Favorire la riciclabilit dei materiali
5. Massimizzare un uso sostenibile delle risorse rinnovabili
6. Estendere la durabilit del prodotto
7. Aumentare il valore delle merci e dei servizi.
Un prodotto o un servizio diventeranno pi eco-efficienti (senza dimenticare che il termine
ha anche un risvolto economico) tanto maggiori saranno i miglioramenti in ciascuna
dimensione, e quante pi saranno le dimensioni in cui tali miglioramenti avvengono.
Naturalmente, in alcuni casi, le innovazioni possono richiedere un equilibrio tra le diverse
dimensioni, con miglioramenti e difficolt. Leco-efficienza richiede miglioramenti nella
maggior parte delle dimensioni (se non in tutte) nel medio lungo termine, con almeno il
mantenimento costante delle posizioni nelle altre dimensioni.

1. Intensit del materiale utilizzato

Lestrazione, la raffinazione, la crescita, la lavorazione e il trasporto dei materiali, sono


operazioni che costano e comportano un aumento del prezzo dei prodotti. Tuttavia, poich
tali operazioni richiedono anche consumo di energia e produzione di rifiuti, i costi
sarebbero molto pi alti se nel valore totale venissero inclusi anche i costi ambientali.
La massa totale di ci che viene consumato per la fornitura di prodotti o servizi, pu
essere pertanto un utile indicatore per misurarne limpatto ambientale. Molta di questa
massa non visibile ai consumatori, per esempio lacqua consumata durante la
lavorazione.

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Eco-efficienza
Indipendentemente dai problemi ambientali, i progressi fatti in campo tecnologico hanno
portato ad una maggiore efficienza nelluso dei materiali e dellenergia. Al contempo si
assiste anche ad una notevole riduzione dellintensit duso delle risorse come risultato di
programmi ambientali.
Cambiamenti sempre pi significativi stanno caratterizzando anche il settore degli
imballaggi, argomento molto discusso negli ultimi anni. Molte aziende innovative stanno
cercando di utilizzare imballaggi pi efficienti e che permettano risparmi senza
danneggiare la qualit del prodotto. Intanto i clienti dellindustria e, nei paesi in cui le tasse
sullo smaltimento dei rifiuti domestici si basano sul quantitativo, beneficiano della
diminuzione dei costi di smaltimento.

2. Energia

Lenergia viene consumata durante tutte le fasi del ciclo di vita di qualsiasi prodotto o
servizio. Produrre o consumare tale energia porta alla creazione di inquinamento, rifiuti e
consumo di combustibile non rinnovabile. Rendere il ciclo di vita pi efficiente dal punto di
vista del risparmio energetico porterebbe pertanto a forti vantaggi ambientali.
Lopportunit di business identificare le parti del sistema e del ciclo di vita che richiedono
la maggior quantit di energia e ridisegnare il prodotto e il suo uso al fine di ridurre
significativamente i consumi. Poich oggi lenergia molto costosa, ci porta a notevoli
risparmi.
Le industrie possono diminuire lintensit delle risorse utilizzate attraverso un miglior
controllo e monitoraggio dei processi, lutilizzazione del calore generato dai rifiuti, ed altri
mezzi. Altri considerevoli benefici sono derivati da un uso ridotto di sostanze chimiche e
da un aumento della produttivit.
Il riscaldamento, il raffreddamento, lilluminazione degli edifici e il funzionamento degli
apparecchi al loro interno, rappresenta circa un terzo del consumo di energia globale.
Diversi studi dimostrano come si possa ridurre questo consumo.
Laumento dellefficienza energetica degli edifici pu portare anche benefici alla
produttivit.
Anche nel campo delle attrezzature, che sono le prime responsabili di alti consumi
energetici, si possono ottenere miglioramenti.
I trasporti sono tra i maggiori responsabili dellutilizzo di energia, ma anche unimportante
fonte di opportunit eco-efficienti.

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Eco-efficienza
3. Dispersione tossica

Alcune sostanze tossiche emesse nellambiente possono essere smaltite velocemente;


altre possono diventare ancora pi dannose e diffondersi velocemente nella biosfera,
causando impatti negativi, sia ambientali che salutari, nei casi in cui lesposizione
raggiunga o si accumuli a livelli che superino una determinata barriera di rischio. Lunica
soluzione quella di ridurne significativamente la dispersione.
Una delle vie per raggiungere questo risultato la riprogettazione dei prodotti e dei
sistemi di consegna.

4. Riciclo

Lutilizzo di energia o di materiali pu essere migliorato attraverso il loro riutilizzo allinterno


o allesterno di un sistema, risparmiando in costi energetici e riducendo i rifiuti prodotti
dalla lavorazione delle materie prime.
Un riciclo eco-efficiente implica laumento del valore del prodotto e una diminuzione del
suo impatto ambientale. Lunico caso in cui il riciclaggio non efficiente quando
lenergia, i materiali e linquinamento prodotto durante il riciclaggio superano limpatto
ambientale causato dalla creazione del prodotto a partire dalle materie prime. Costi e
benefici si possono valutare con metodi tradizionali, anche se ci sono situazioni in cui non
sempre i benefici superano i costi. Le aziende possono per cercare delle partnership con
altre aziende, con i governi e con la comunit al fine di riprogettare i prodotti.
Ci sono diversi modi di riciclare: la prima opzione quella di riutilizzare i componenti o i
prodotti; ci permette di beneficiare nuovamente del valore del prodotto senza costi
aggiuntivi di adattamento per nuovi usi. Altre opzioni sono quelle di trasformare il prodotto,
riciclare il materiale per un altro uso, incenerirlo per utilizzare lenergia prodotta durante
questa operazione, usarlo come composto, biogassificarlo.
Le iniziative per la prevenzione dellinquinamento delle industrie hanno anche portato a
vari sviluppi nel riciclaggio, quali:
lutilizzo dellenergia presente nei gas che provengono dai rifiuti,
sistemi chiusi che continuamente riciclano le sostanze chimiche durante la loro
lavorazione,
programmi di scambio dei rifiuti.

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Eco-efficienza
5. Risorse rinnovabili

I carburanti e alcuni dei materiali chiave su cui il mondo si basa non sono illimitati. E
difficile prevedere fino a quando se ne avr disponibilit, ma di sicuro in futuro sar
necessario ricorrere ad alternative.
Limpiego di risorse rinnovabili anzich non rinnovabili (ad esempio energia solare invece
che combustibili fossili) anticipa le tendenze future ed inoltre tende a creare un minor
impatto ambientale durante tutto il ciclo di vita del prodotto.
La pi ovvia delle fonti di energia rinnovabile lenergia solare, sia che questa venga
direttamente catturata dai raggi del sole, sia indirettamente dalle biomasse, dalle onde o
dal vento. Lenergia solare probabilmente la chiave per superare i bisogni dei due
miliardi di persone che non hanno accesso allelettricit, sia nei paesi industrializzati che in
quelli in via di sviluppo. Sebbene tali previsioni non siano state ancora realizzate, i lavori di
ricerca compiuti negli ultimi anni stanno dando dei risultati.
Un aspetto gi realizzabile la bioarchitettura, che massimizza lilluminazione e il
riscaldamento naturale negli edifici.
Anche la sostituzione di materiali biologici con altri sintetici pu aiutare lambiente.

6. Durevolezza

Uno dei modi di estendere la produttivit delle risorse quello di aumentare la vita dei
prodotti: parti staccabili e facilmente accessibili permettono di aggiustare e riparare le
apparecchiature anzich comprarle nuove. Ne conseguono sostituzioni meno frequenti,
minore creazione di rifiuti, minore utilizzo di materie prime, maggiore risparmio energetico.
Alcune aziende hanno dato avvio a strategie di ottimizzazione della durata del prodotto per
ottenere vantaggi competitivi
Lanticipare possibili usi futuri del prodotto durante la progettazione porta notevoli benefici
per il prodotto o servizio.
Il modo in cui i prodotti vengono costruiti pu inoltre avere delle implicazioni sulla loro
durata: ad esempio, robusti materiali possono pi facilmente sopportare il peso e gli urti.
Molte di queste iniziative, oltre a ridurre limpatto ambientale, hanno portato ad un ritorno
economico che in pochi mesi riuscito a coprire le spese iniziali.
Un altro modo per ottenere la durevolezza del prodotto quello di utilizzarlo e conservarlo
in modo pi attento

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7. Barriere per prodotti a lungo termine

Ci sono molti ostacoli che devono essere superati per aumentare laccettabilit e la
disponibilit dei prodotti a lungo termine:
I modelli finanziari per la definizione del costo dei prodotti sono ancora incentrati
sulluso singolo del prodotto e non sulluso multiplo.
Al di l della loro effettiva qualit, un prodotto non nuovo si presenta con un
problema di immagine forse dovuto a problemi di marketing non adeguato.
Prodotti di maggior durata sono spesso legati a processi di lavorazione pi
costosi, sebbene alcune delle componenti possano essere riutilizzate. I clienti non sempre
riconoscono il valore e i benefici dei servizi, e proprio per questo spesso non vogliono
pagare per questi.
Attrezzature non nuove o ricostruite richiedono il rifornimento di molte parti che
non sempre soddisfano la domanda.
Molti altri fattori lavorano contro questidea di prodotti a lungo termine.
Laumento della durata di un prodotto entra anche in contrasto con gli alti costi di
riparazione e conservazione, se paragonati ai costi necessari per lacquisto del prodotto
nuovo. In alcuni casi, inoltre, si assiste anche alla diminuzione delle infrastrutture che
provvedono alle operazioni di riparo.
Infine ci sono importanti risultati del progresso tecnologico che possono rendere alcuni
prodotti di lunga durata obsoleti da un punto di vista ambientale. Il settore automobilistico
ne fornisce un esempio. I benefici ambientali del rapido progresso nel migliorare
lefficienza energetica delle nuove automobili prodotte andrebbero persi se le automobili
pi vecchie non fossero sostituite.

8. Intensit di servizio

Aumentare lintensit di servizio significa creare valore addizionale per i clienti riducendo o
mantenendo costanti gli impatti ambientali. Ci pu essere ottenuto in diversi modi:
utilizzo condiviso: le risorse possono essere utilizzate pi efficacemente
condividendole con altri o vendendone laccesso;
multifunzionalit: a volte le funzioni svolte da pi apparecchiature (o con pi
viaggi) quando in realt potrebbero essere maggiormente concentrate, con conseguente
riduzione dei consumi di energia o di materiale;

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Eco-efficienza
apportando semplici miglioramenti: un possibile metodo consiste nel sostituire la
vendita del prodotto con il suo noleggio e successivo perfezionamento una volta tornato al
produttore. Certamente ci non comporta benefici per lambiente se i prodotti vengono
smaltiti dopo la riconsegna. Ma se sono riutilizzati, rilavorati o riciclati i vantaggi possono
essere considerevoli.
Anche la durata pu essere considerata come un esempio di intensit di servizio.

9. Misurare leco-efficienza

I vantaggi nel misurare leco-efficienza consistono nel:


Monitorare il miglioramento rapportandolo al tempo e agli altri,
Fornire una buona conoscenza di base per perseguire gli obiettivi di crescita che
leco-efficienza impone,
Aiutare a porre delle priorit per lazione,
Decidere tra linee dazione alternative,
Fornire informazioni a stakeholders esterni.
Tuttavia non facile misurare leco-efficienza che consiste nellottenere di pi da meno
risorse. Misurazioni che hanno come unico parametro ambientale le quantit di sostanze
emesse o di risorse utilizzate, pur valide per la gestione ambientale, non sono misure di
eco-efficienza perch coprono solo un lato dellequazione. Reali misurazioni delleco-
efficienza devono mostrare come si ottiene pi prodotto da una risorsa data o da un effetto
ambientale. Mentre ci relativamente semplice per produzioni espresse in unit fisiche
(ad esempio il rapporto tra consumo di carburante e tonnellata di prodotto come misura
dellefficienza del carburante) diventa pi problematico per le produzioni economiche.
Alcune analisti, ad esempio, correlano lutilizzazione delle risorse o le emissioni al
fatturato. Comunque, anche se ci pu essere utile, c il pericolo che le misurazioni
migliorino non in conseguenza di una reale azione ambientale ma a causa di altri
cambiamenti come uninflazione dei ricavi attraverso laumento dei prezzi, riorganizzazioni
aziendali o acquisizioni. Possono avvenire problemi simili con altri indicatori di output
come la produzione, la redditivit, o il valore aggiunto. Quale che sia lindicatore scelto,
deve avere una significativa correlazione con il parametro (o i parametri) ambientale.
Occorre anche prendere decisioni riguardo ai confini della misurazione (lintera azienda,
una divisione, un sito, o un processo allinterno di un sito).

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Sussiste anche il rischio che rilevare miglioramenti delleco-efficienza in un parametro
ambientale oscuri peggioramenti in un altro. Tale rischio pu essere contenuto
sviluppando una vasta gamma di misure individuali che coprano tutti i principali parametri;
tuttavia molti non specialisti non hanno il tempo, e la capacit, di raccogliere delle
informazioni tanto dettagliate per poi cercare una singola misura delleco-efficienza che
correli lindicatore degli impatti ambientali aggregati alla produzione.
Una difficolt finale che, anche se unorganizzazione individuale pu dimostrare che le
proprie attivit e prodotti stanno diventando pi eco-efficienti, ci non dice nulla circa la
loro sostenibilit. Quando i mercati si espandono rapidamente, per esempio, tutti i
miglioramenti nelleco-efficienza della produzione di prodotti possono essere abbattuti dal
maggior numero di prodotti utilizzati o dal loro uso pi intenso. Gli effetti di alcuni prodotti e
processi sar insostenibile anche con miglioramenti radicali nella loro eco-efficienza.

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Eco-efficienza

Diventare Eco-efficienti

Leco-efficienza va oltre il business: richiede grandi cambiamenti nella filosofia, nei


prodotti, nei processi.
Lesperienza dimostra che ci sono sia barriere esterne che interne alleco-efficienza.
Alcune sono create dalle condizioni strutturali in cui il business opera, ed essendo fuori dal
controllo delle singole aziende possono essere superate solo da azioni concertate dei
governi, delle istituzioni finanziarie, del business e di altre fazioni.
Ci sono anche barriere interne alleco-efficienza che possono essere influenzate dalle
aziende, per esempio:
Mancanza di coscienza circa le tematiche ambientali e della sostenibilit e della
scala dei cambiamenti necessari per ottenere uno sviluppo sostenibile,
Disperazione per lenormit dei problemi ambientali ed apparente incapacit degli
individui nellaffrontarli,
Prospettive di decisione a breve termine; significa che tutte le tendenze di lungo
termine sono ignorate o sottostimate e i benefici futuri delle azioni ambientali sono molto
poco considerati,
Strutture organizzative che inibiscono linterazione inter-funzionale necessaria per
integrare pienamente lambiente nelle aree chiave, come lo sviluppo del prodotto,
Mancanza di motivazione e di coscienza tra lo staff di livello medio e basso,
Carenza di sistemi e strumenti per introdurre lambiente nei processi decisionali,
Focalizzazione sugli impatti causati dellazienda, e carenza di conoscenza da
parte dei fornitori e clienti.
Tali barriere possano essere superate, ottenendo cos i conseguenti vantaggi. Lazione
possibile in ogni tipo di azienda, dalle grandi multinazionali alle piccole aziende utilizzando
pochi dipendenti. Si mostra anche che il processo per superare le barriere interne sia
radicale, che incrementale: radicale perch include un completo cambiamento degli
schemi usuali di pensiero del business; incrementale perch la transizione operativa
alleco-efficienza un processo graduale. In entrambi i casi ci sono nove elementi chiave
che permettono che si realizzino i progressi:
1. Leadership,
2. Lungimiranza,
3. Cultura,

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4. Strumenti di gestione,
5. Gestione del ciclo di vita,
6. Ricerca e sviluppo,
7. Produzione e operazioni,
8. Marketing e approvvigionamento,
9. Servizio post-vendita e smaltimento.

1. Leadership

La leadership efficace forse lesigenza pi importante: se il top management non la


supporta con parole e azioni, il cambiamento non avviene. Supportarla significa
essenzialmente:
a. Informare lo staff della sfida a lungo termine dello sviluppo sostenibile,
b. Creare e comunicare un senso condiviso di come queste sfide possono essere
affrontate,
c. Motivare le persone e metterle nelle condizioni di intraprendere lazione,
d. Dimostrare che leco-efficienza riguarda la condotta giorno per giorno,
e. Istituire e supportare campioni di eco-efficienza.
Le parole e la condotta di un leader possono spostare lattenzione delle persone dai loro
obiettivi e problemi immediati ad una visione pi ampia del futuro dellorganizzazione e
aiutarle a comprendere quanto siano importanti per esso le pratiche di business
sostenibile.
I leaders hanno anche il compito di creare un senso condiviso di come la loro
organizzazione deve rispondere alle sfide dello sviluppo sostenibile e di fornire una
mappa per raggiungere questo risultato per motivare le persone ad intraprendere l'azione.
Tali attese, comunicate attraverso lorganizzazione, incoraggiano tutti a lavorare insieme
lungo le stesse linee; in parte una questione di informazione e di educazione attraverso
la comunicazione personale. Ci pu anche essere fatto in modo pi formale mediante
rapporti, politiche, obiettivi e programmi di missione ambientale. Essi devono essere basati
su obiettivi proattivi.
Comunque, la leadership per leco-efficienza deve delineare un equilibrio tra la direzione
centrale e lautonomia locale. Se si hanno solo iniziative dallalto verso il basso, ci si
aspetta che le cose siano sempre fatte da altri. Se vi un affidamento esclusivo ad

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iniziative dal basso verso lalto, le soluzioni vengono reinventate e si ottiene una situazione
frammentaria.
Uno studio ha rilevato che il responsabile ambientale della prossima generazione, oltre ad
essere bene informato sulle questioni ambientali lungo il ciclo di vita deve essere:
Obiettivo, per gestire efficacemente le catene di prodotti e affrontare i mutevoli
bisogni degli stakeholders esterni;
Esperto di organizzazione, per sviluppare e mantenere il supporto allinterno
dellazienda, in particolare fra gli alti dirigenti;
Capace di gestire il doppio ruolo di critico interno e di difensore esterno della
prestazione ambientale;
Orientato al business, per minimizzare i costi della gestione ambientale e
massimizzare i potenziali vantaggi;

Lungimirante, nel dirigere lattenzione organizzativa verso la sfida di lungo periodo


della sostenibilit.

2. Lungimiranza

Guardare al futuro, immaginando il percorso dellazienda e le competenze e le tecnologie


che occorreranno per raggiungere il risultato prefissato, essenziale per leco-efficienza. Il
paradigma delleco-efficienza riconosce che la terra finita, la sua capacit di recupero del
danno causato da un utilizzo sbagliato delle risorse limitata, e le pressioni pubbliche e di
altro tipo per modificare il comportamento del business aumenteranno inevitabilmente. Le
aziende proattive valuteranno limpatto specifico di queste pressioni sulla propria industria
e sui propri mercati, per intraprendere tempestivamente lazione al fine di ridurre i rischi ed
ottenere vantaggi nelle possibilit di business.

3. Cultura

La leadership e la lungimiranza sono importanti nel dare una direzione e nello stabilire
aspettative e strutture, ma non sono un sostituto dellimpegno e dellazione di ciascuno
nellorganizzazione. I singoli dipendenti fanno la differenza nel realizzare o meno leco-
efficienza.
Bisogna incoraggiare i dipendenti a comunicare sia i problemi che le idee per i
miglioramenti: questo rappresenta uno dei modi migliori per sviluppare nuovi prodotti che
siano ambientalmente superiori ai loro predecessori lungo il loro ciclo di vita.

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Eco-efficienza
Se tutte le aziende avessero prestazioni al livello di quelle con un forte impegno da parte
dei dipendenti, si risparmierebbero notevoli risorse economiche e ingenti quantitativi di
rifiuti tossici non verrebbero introdotti nellambiente.
Ottenere una cultura di miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, e garantire
che i progressi siano a volte radicali oltre che incrementali, richiede uno staff informato,
che abbia un coinvolgimento personale nelleco-efficienza e che sia messo in grado di
intraprendere le azioni per raggiungerla.
La sicurezza e lambiente devono essere entrambe questioni di motivazione delle persone,
che dovrebbero arrivare a fare la cosa giusta proprio perch la cosa giusta, e non
perch qualcuno le sta osservando.
La costruzione di questa motivazione e di una cultura che supporti le idee e le tecniche
eco-efficienti richiede tempo. Richiede costanti rinforzi da parte di leader impegnati,
feedback regolare sulle prestazioni, e riconoscimento frequente dei successi ottenuti.
Anche la formazione di importanza vitale: le tematiche ambientali devono essere parte
integrante di tutti i corsi di formazione generali dellazienda, dai direttori ai nuovi arrivati.
Inoltre, la cultura aziendale sar in grado di supportare meglio leco-efficienza se sar
aperta e trasparente. Le buone idee possono provenire da ogni fonte ed importante
tenere conto di ciascuna, da qualunque parte provenga, che aggiunga valore e riduca
linput di risorse e limpatto ambientale. Troppe imprese si sono messe sulla difensiva nel
dover affrontare sfide ambientali. Ci non solo non costruttivo, ma addirittura
controproducente perch la difesa sta destando sempre pi sospetto e opposizione.
Sempre in termini di cultura ambientale, molte aziende hanno riscontrato che gli obiettivi e
gli strumenti del TQM (Total Quality Management) sono simili a quelli dell'eco-efficienza.
Il TQM si basa su un semplice circolo pianofarecontrolloazione:
Il Piano identifica i clienti chiave e gli stakeholder, individua le opportunit di
miglioramento e sviluppa dei programmi per sfruttarle;
Fare limplementazione dei programmi;
Controllo il monitoraggio e il riesame dei progressi a fronte di obiettivi quantitativi;
Azione comporta il modificare, se necessario, i programmi esistenti e utilizzare ci che
si appreso da essi per ricominciare il ciclo dallinizio con nuovi piani.
Un aspetto della pianificazione consiste nello sviluppo di uninfrastruttura di qualit
ambientale allinterno dellazienda, che dovrebbe riassumere la visione di tutti e distribuire
le responsabilit. Un mezzo per fare ci la creazione team che raccolgano

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Eco-efficienza
rappresentanti di tutte le funzioni e di tutte le parti esterne coinvolte in un particolare
problema ambientale. La formazione vitale anche in questo contesto per sviluppare sia
una coscienza ambientale che la capacit di risolvere i problemi.
Anche lidentificazione di opportunit di miglioramento un aspetto fondamentale della
pianificazione: indicazioni possono giungere da discussioni tra le funzioni, dal rilevamento
dei flussi di energia e materiale, e dallinterazione con i consumatori e con gli stakeholder.
Definire gli scopi e porre obiettivi dettagliati un terzo aspetto della pianificazione del
TQM. Le aziende eco-efficienti avranno una propensione verso ambiziosi obiettivi di
miglioramento.
Per quanto concerne il fare, la prassi quella di implementare inizialmente solo una base
sperimentale per massimizzare lapprendimento: molte organizzazioni hanno introdotto
sistemi di gestione ambientale implementandoli solo in un sito prima di estenderli al resto
dellorganizzazione. Limplementazione totale richiede lassegnazione di responsabilit di
azione e la definizione delle misurazioni della prestazione.
Il controllo pu avvenire in svariati modi, da riunioni informali a audit formali. Importante
che la prestazione sia monitorata ed analizzata e che ci siano meccanismi di feedback
affinch si possano apportare i cambiamenti necessari. E anche importante che i successi
siano riconosciuti con premi, pubblicit o altri mezzi.
Lazione pu integrare lintero ciclo e preparare il terreno per ulteriori miglioramenti.
E inoltre importante che la cultura sia condivisa in tutti i luoghi dove opera
unorganizzazione.

4. Strumenti di Gestione Ambientale

Ci sono diversi strumenti di gestione che aiutano ad identificare e selezionare le


opportunit di eco-efficienza. Essi includono i sistemi di gestione ambientale, la
valutazione ambientale, la misurazione della prestazione aziendale e la contabilit
aziendale.

Sistemi di Gestione Ambientale

La loro formalizzazione richiede laccreditamento rispetto ai due principali standard che


ora esistono:
International Standard 14001 (ISO 14001),
European Union Eco-Audit and Management Scheme (EMAS).

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Eco-efficienza
In pratica, tutti i sistemi di gestione ambientale condividono cinque elementi principali:
Lidentificazione degli impatti dellazienda sullambiente
La conoscenza degli obblighi legali attuali e futuri
Lo sviluppo di piani per il miglioramento
Lassegnazione di responsabilit per limplementazione dei piani
Monitoraggio periodico delle prestazioni
Lintroduzione di questi elementi pu essere costosa. Tuttavia lesperienza di sempre pi
organizzazioni che se ne sono dotate, i sistemi di gestione ambientale sono mezzi utili e
validi per promuovere leco-efficienza. I vantaggi includono:
identificazione e controllo dei rischi del business
Identificazione delle opportunit di miglioramento ambientale e del business
Avvertimenti precoci dei problemi e dei costi ambientali futuri
Implementazione pi efficace delle politiche ambientali
Maggiore coscienza ambientale nello staff
La certificazione di un sistema di gestione ambientale pu portare vantaggi ulteriori, come
una migliore reputazione nei riguardi dei clienti, dei regolatori, e altri stakeholders. Diversi
Paesi stanno prendendo anche in considerazione lintroduzione di regimi regolatori meno
onerosi per le aziende con sistemi di gestione ambientale certificati.

Valutazione ambientale

Il fulcro della gestione ambientale consiste nella valutazione degli impatti sullambiente
generati dalle attivit aziendali, e nella successiva pianificazione e implementazione di
misure atte al loro contenimento.
Vi sono diversi strumenti sistematici e procedure per effettuare tali valutazioni, da quelli
aziendali a quelli specifici per il sito, il processo o il prodotto. Essi comprendono:
Valutazione del ciclo di vita (LCA),
Audit ambientali,
Le valutazioni formali degli impatti ambientali necessarie allimplementazione dei
sistemi di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS),
Valutazioni sulla gestione, sia ottimale che effettiva, del prodotto durante il suo
intero ciclo vita,
Valutazioni della progettazione per lambiente,
Valutazione del rischio ambientale dei prodotti,

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Eco-efficienza
Valutazione dellimpatto ambientale.
Comunque importante che il tempo impiegato a effettuare le valutazioni e a raccogliere
dati per le valutazioni sia commisurato ai benefici. Molte aziende hanno riscontrato infatti
che le valutazioni integrali del ciclo di vita costano troppo in termini economici e temporali
e che le versioni pi semplici possono fornire sufficienti informazioni sui principali impatti e
sulle opportunit di miglioramento.

Misurazioni

Misurare la prestazione ambientale garantisce limplementazione di visioni a lungo termine


e politiche su base giornaliera. Le specifiche ragioni interne per misurare comprendono:
Monitoraggio del successo dellorganizzazione rapportandolo al tempo e ad altre
realt aziendali;
Aspettative dei manager abituati a misurazioni rigorose delle prestazioni aziendali
nelle proprie aree di competenza e nella gestione ambientale;
Creazione di business per politiche e azioni pro-ambientali;
Dimostrazione pratica dellapplicazione delle risorse finanziarie disponibili con il
migliore effetto possibile;
Esigenza di priorit nellazione.
La misurazione anche necessaria per ottenere la certificazione dei sistemi di gestione
ambientale e per soddisfare le richieste esterne di maggiori informazioni sulla prestazione
ambientale.
Pu essere utilizzata unampia variet di misurazioni, anche se la maggioranza si focalizza
su tre aree principali:
input (come i materiali),
processi (come lesistenza di sistemi di gestione centrali),
output (come emissioni e rifiuti).
Molte aziende integrano le misure assolute con indici che rapportano gli impatti ambientali
a determinati aspetti delle attivit quali la produzione di fatturato (per esempio, consumo
energetico per tonnellata di produzione, indice che elimina fattori estranei quali gli aumenti
o le diminuzioni di produzione).

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Eco-efficienza
Contabilizzazione dei Costi Ambientali

I budget di capitale ambientali possono essere gestiti in modo centralizzato, cos da non
risultare chiaro a coloro che devono prendere decisioni, quali prodotti o attivit allinterno
della loro organizzazione esigano un investimento di capitale pi intensivo per mantenere
la conformit. Questi tipi di sistemi di contabilizzazione mascherano limpatto delle singole
attivit e prodotti allinterno del risultato generale cos che anche i costi ambientali elevati
non vengono notati.
Solo se si attribuiscono i costi ambientali ad una particolare attivit, o prodotto che utilizza
quel particolare servizio, si possono valutare i costi ambientali integrali.
La contabilizzazione integrale dei costi significa semplicemente allocare lintero costo
(inclusi i costi ambientali che sorgono durante luso e lo smaltimento) ad un determinato
prodotto o processo; essa garantisce che sia introdotto il processo migliore e che le
aziende evitino di sussidiare i progetti che appaiono buoni sulla carta, ma che hanno un
impatto negativo sul lungo periodo.
In futuro le aziende dovranno tenere conto dei costi ambientali totali della produzione di un
prodotto, anche perch il principio chi inquina paga implica che questi costi saranno
probabilmente internalizzati mediante tassazione o altri mezzi.

5. Gestione del Ciclo di Vita

Scopo delleco-efficienza quello di ottimizzare globalmente lintero ciclo di vita del


prodotto piuttosto che separatamente ogni sua singola parte.
La gestione del ciclo di vita si occupa della gestione dei prodotti dalla culla (creazione e
trattamento delle materie prime) alla tomba (smaltimento finale).
Un aspetto chiave della gestione del ciclo di vita lutilizzo del prodotto, che spesso
comporta per la maggior parte degli impatti del ciclo di vita.
Uno strumento specifico che pu essere daiuto nella gestione del ciclo di vita la sua
valutazione (LCA). In passato, molte aziende hanno ritenuto che questa fosse troppo
costosa e difficile da interpretare, ma i software e le banche dati standardizzate che sono
stati sviluppati da organizzazioni di ricerca e consulenti la stanno rendendo pi economica
e pi facile. Il punto importante ottenere informazioni affidabili che siano adatte a scopi di
gestione.
Diverse aziende stanno ora rapportando i risultati dellLCA ai dati di costo per ricavarne
informazioni sul costo del ciclo di vita. Come per la contabilit ambientale, anche i costi

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Eco-efficienza
identificati con lLCA possono essere limitati a quelli generati dallazienda individuale,
oppure essere estesi a tutta la catena di fornitori.

Progettazione per lEco-efficienza

La progettazione dei prodotti ne determina i parametri di produzione e di performance, per


cui assume un notevole peso nellanalisi degli impatti ambientali del ciclo di vita di un
prodotto e ricopre un ruolo importante nella gestione del ciclo di vita. Questa una delle
principali ragioni per cui lambiente devessere tenuto in considerazione anche in fase di
progettazione. Unaltra ragione altrettanto importante che leliminazione dei problemi
ambientali in fase di progetto pi economica di un trattamento successivo (ad esempio
linstallazione di unapparecchiatura di controllo dellinquinamento).
La progettazione eco-efficiente prevede lutilizzo di tecniche sempre pi diffuse di
progettazione per lambiente, enfatizza la produzione di valore per il cliente e la riduzione
degli impatti ambientali.

6. R & S

La fase di Ricerca e Sviluppo fornisce input chiave per la progettazione e la gestione del
ciclo di vita. I suoi effetti (sotto forma di prodotti o processi) possono durare per decenni o
anche secoli; diventa quindi fondamentale il lavoro pensato sul lungo termine che
permette di affrontare le sfide ambientali odierne e future.

7. Produzione e attivit

Per produzione pulita si intende luso continuo dei processi e prodotti industriali per
prevenire linquinamento dellaria, dellacqua e del terreno, ridurre i rifiuti alla fonte e
minimizzare i rischi per la popolazione e lambiente. La produzione pulita perci riguarda
lintero ciclo di vita del prodotto, dallestrazione di materie prime, attraverso la produzione
e luso, allo smaltimento definitivo del prodotto.
La produzione pulita pu essere ottenuta in tre modi principali:
modificando le abitudini,
implementando il know-how,
migliorando la tecnologia.
Implementare il know-how significa migliorare lefficienza delle tecniche di gestione e
ottimizzare le politiche di revisione, le procedure e le istruzioni. Ad esempio una

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manutenzione tempestiva e preventiva spesso riduce le perdite e migliora i rendimenti e
lutilizzo dellenergia, una buona gestione delle scorte pu ridurre i rifiuti, mentre una
migliore programmazione pu evitare di ripulire le apparecchiature tra due lavorazioni.
Minimizzare la produzione di rifiuti pu anche creare benefici collaterali, quali incrementi di
rendimento originando guadagni rapidi che generano sostegno e entusiasmo.
Anche se la produzione pulita e leco-efficienza vanno ben oltre la minimizzazione dei
rifiuti, le iniziative in tal senso sono comunque un utile punto di partenza.

8. Marketing e Approvvigionamento per lEco-efficienza

Marketing

La produzione e il consumo sostenibile richiedono modifiche negli schemi di utilizzo e


consumo adottati da individui e imprese. Significa che le aziende saranno sempre pi
sfidate sul reale valore che forniscono mentre le persone chiederanno se la funzione
veramente necessaria e se lo , se quei particolari prodotti o servizi siano la giusta
risposta a quella funzione, o se ci siano delle alternative.
Le persone chiederanno che la pubblicit e il marketing non diano informazioni esagerate
sullimpatto ambientale dei prodotti; la maggioranza delle aziende ne consapevole e
molte hanno gi attivato procedure interne per gestire tali richieste.
Il miglior contributo della pubblicit e del marketing alleco-efficienza fornire ai
consumatori dati chiari, accurati ed affidabili che li guidino allacquisto consapevole e
contribuire allo sviluppo di una spinta del mercato.

Approvvigionamento

Lapplicazione di considerazioni ambientali nellapprovvigionamento e nelle politiche di


acquisto pu indurre i fornitori a introdurre pratiche di sviluppo sostenibile per i loro
prodotti e servizi.

9. Servizio Postvendita e Smaltimento

La maggior parte delle aziende riconosce che il loro impegno e potenziale responsabilit
non si esaurisce al momento della vendita. Per tale ragione adottando politiche di
stewardship dei prodotti, per controllarne o influenzarne lutilizzo e lo smaltimento.
Ovviamente molte aziende si sono gi occupate, per motivi economici, di post-vendita: la
fornitura di manutenzione e altri servizi, spesso risulta pi redditizia della sola vendita del

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Eco-efficienza
prodotto. Fornendo un servizio di post-vendita e collaborando allo smaltimento le aziende
hanno maggiori opportunit di dare valore aggiunto ai clienti, e di ridurre limpatto
ambientale.
Muoversi in questa direzione porta anche il vantaggio in senso pi generale di eco-
efficienza, della maggiore conoscenza dei clienti e dei loro bisogni attuali e futuri.

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Eco-efficienza

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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale

INTRODUZIONE AI

SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE

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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale

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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
INTRODUZIONE AI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE

Il tema della tutela ambientale al centro di iniziative da parte dei governi occidentali e di
singole istituzioni ormai da molti anni. Ognuno di essi ha adottato misure autonome per
risolvere la questione ottenendo per risultati alterni.
Dalla loro parte le aziende si trovano a dover fare fronte a un numero sempre maggiore di
impegni per integrare la variabile ambiente allinterno delle proprie variabili strategiche.
Ci comporta uno sforzo di carattere tecnologico, organizzativo e finanziario che pu
incidere sostanzialmente sui costi e, inoltre, comporta il coinvolgimento di parti terze,
esterne allazienda, che, a vario titolo, sono interessate dalle scelte compiute.
In questo contesto sono nati strumenti gestionali volti ad assistere le aziende e le parti
interessate alla tutela dellambiente nel definire un approccio sistematico ed efficace alla
soluzione di dette problematiche.
Tra questi strumenti, i sistemi di gestione ambientale, rivestono sicuramente un
importanza strategica, in quanto forniscono al tempo stesso:
un aiuto sostanziale alle singole aziende nel miglioramento della propria prestazione
ambientale;
la possibilit per le parti terze (clienti, autorit competenti, popolazione, ecc.) di
ricevere uninformazione attendibile circa leffettivo impegno profuso dallazienda nella
gestione delle proprie criticit ambientali.
Gli standard di riferimento, attualmente riconosciuti, per i sistemi di gestione ambientale
sono:
a) Il regolamento europeo 761/2001 (EMAS);
b) La norma ISO 14001.
Le fasi principali per limplementazione di un sistema di gestione ambientale da parte di un
impresa comprendono:
Lo svolgimento di unanalisi ambientale delle proprie attivit, prodotti e servizi;
La definizione di una struttura documentale atta per supportare il sistema di gestione
ambientale;
Lidentificazione di metodologie per la gestione dei propri aspetti ambientali significativi
e la formalizzazione delle stesse in Procedure e Istruzioni Operative;
Lattuazione di quanto pianificato, comprese le attivit di sorveglianza e di riesame, nei
diversi documenti, coinvolgendo tutti i livelli aziendali interessati;

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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
La diffusione dei risultati attraverso la pubblicazione di una Dichiarazione Ambientale
(solo per il Regolamento EMAS).
inoltre importate sottolineare che il rispetto della normativa vigente in campo ambientale
costituisce il requisito di base per entrambi gli standard.
Ad oggi la norma ISO 14001 e il regolamento EMAS hanno raggiunto un livello di
diffusione, nel mondo e in Europa, diverso da stato a stato.
Nei grafici seguenti sono riportati i valori relativi alla diffusione dei due standard aggiornati
a Gennaio 2002.
Siti registrati EMAS
(Gennaio 2002)
[Federal Enviromental Agency Germany]

3000
2641
2500
N Siti registrati

2000

1500

1000
421
500 202 175 173 84 78 72 43 35 25 11 9 6 4 2 1
0

o
a
ca
ia

to

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da

llo
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ria

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i
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lia

ss

rg
ec
di

ci
gi

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lg
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ni

ga
ar

Ita

an
ag
st

Ba
an

re
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ve

bu
C
Be
U
m

Sv
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im

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G
Irl
Sp

or

Fr
nl

em
a
no
er

i
an

es

ic
Fi

Po
N
G

eg

bl

ss
Pa
D

ub
R

Lu
ep
R

Paese membro

Imprese cer t if icat e ISO 14001 nei principali paesi OCSE


(Gennaio 2002)

9000
81 69

8000

7000

6000

5000

4000
3380

3000 2500
2070 2064
2000 1 650
1 523
1 1 73 1 1 08 1 092 1 085
999 942 91 9 880 820
1000 762 678
458 400 367 330 300 297 295 294 266 223

Paese

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Introduzione ai Sistemi di Gestione Ambientale
Il Regolamento CEE 761/2001

Il Regolamento CEE n. 761/2001 sulladesione volontaria delle imprese ad un sistema


comunitario di ecogestione ed audit, conosciuto prevalentemente come EMAS (acronimo
inglese del termine Eco-Management and Audit Scheme) stato recentemente revisionato
inserendo alcune interessanti novit rispetto alla precedente versione (Regolamento CEE
1836/93).
Tra le novit pi interessanti si evidenzia:
lestensione del campo di applicazione del regolamento alle organizzazioni di qualsiasi
natura (comprese societ di servizi, enti pubblici, ecc.);
linserimento della sezione 4 della norma ISO 14001 contenente i requisiti di base per
un sistema di gestione ambientale.
Lo schema si propone di fornire alle organizzazioni uno strumento volto al continuo
miglioramento della propria efficienza ambientale e al coinvolgimento di tutte le parti
interessate sia interne che esterne.
A tale scopo il regolamento identifica tre requisiti fondamentali per la partecipazione ad
EMAS da parte delle organizzazioni:
1. Limplementazione di un sistema di gestione ambientale basato sui risultati di
unattenta analisi delle problematiche ambientali della singola organizzazione (analisi
ambientale iniziale);
2. La valutazione sistematica e periodica delle proprie prestazioni ambientali (audit
ambientale);
3. Linformazione oggettiva e verificata del pubblico attraverso rendiconti sui risultati
ottenuti dallimpresa (dichiarazione ambientale).
Al fine di essere inserite nellelenco delle organizzazioni registrate EMAS, tenuto
direttamente dalla Commissione Europea, le aziende devono poter dimostrare il
soddisfacimento di tali requisiti a seguito di verifica da parte di un verificatore ambientale
accreditato.

1.1 Analisi Ambientale Iniziale e Sistema di Gestione Ambientale

Lanalisi ambientale, svolta in conformit allAllegato VII del Regolamento CEE 761/2001,
ha lo scopo di evidenziare le principali problematiche ed i principali punti di forza
dellorganizzazione in relazione alle proprie problematiche di carattere ambientale,
fornendo il punto di riferimento per limpostazione di un sistema di gestione ambientale.

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Tale analisi deve coprire i seguenti settori chiave:
1. prescrizioni legislative, regolamentari e di altro tipo cui lorganizzazione si conforma;
2. identificazione di tutti gli aspetti ambientali che hanno un impatto significativo,
qualificarli e quantificarli, e compilazione di un registro per quelli individuati come
importanti;
3. descrizione dei criteri secondo cui valutare limportanza dellimpatto ambientale;
4. esame di tutte le pratiche e procedure gestionali esistenti in materia di ambiente;
5. valutazione dellinsegnamento tratto da incidenti precedenti.
Successivamente allo svolgimento dellanalisi ambientale, lorganizzazione che intende
aderire ad EMAS, deve attuare un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti
previsti dalla norma ISO 14001, con particolare riferimento a:
conformit alla normativa di carattere ambientale applicabile;
continuo miglioramento delle prestazioni ambientali;
canali di comunicazione diretta con le parti interessate esterne (comunit locali, clienti,
ecc.);
coinvolgimento dei dipendenti nella gestione ambientale.

1.2 Laudit ambientale

Laudit ambientale inteso come una valutazione sistematica, documentata, periodica e


oggettiva di:
prestazioni ambientali dellorganizzazione;
conformit del sistema di gestione ambientale a quanto pianificato;
operativit dei processi volti alla salvaguardia dellambiente.
Laudit ambientale deve esser svolto secondo un processo ciclico finalizzato a:
a) facilitare il controllo di gestione delle prassi che possono avere un impatto
sullambiente;
b) valutare la conformit alle politiche ambientali aziendali.
La frequenza secondo cui si tutte le attivit devono essere sottoposte ad audit (ciclo di
audit) non deve superare i tre anni e i singoli audit devono essere svolti da personale
qualificato, interno o esterno allorganizzazione, sufficientemente indipendenti dallattivit
sottoposta a verifica.

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1.3 La dichiarazione ambientale

La dichiarazione ambientale ha la funzione di fornire al pubblico e alle altre parti


interessate informazioni relative allimpatto e alle prestazioni ambientali
dellorganizzazione.
In particolare la dichiarazione deve essere redatta in forma chiara e comprensibile e deve
esplicitare i risultati ottenuti dallorganizzazione circa il miglioramento continuo e la
gestione degli aspetti ambientali giudicati significativi, in particolare quelli che suscitano
linteresse di parti esterne.
Secondo quanto richiesto dal Regolamento EMAS, la dichiarazione deve contenere:
a) una descrizione dellorganizzazione e un sommario delle sue attivit e dei suoi prodotti
e servizi;
b) la politica ambientale e una breve illustrazione del sistema di gestione ambientale;
c) una descrizione di tutti gli aspetti ambientali significativi, diretti e indiretti ed una
spiegazione della natura degli impatti connessi a tali aspetti;
d) una descrizione degli obiettivi e target ambientali in relazione agli aspetti e impatti
ambientali significativi;
e) un sommario dei dati disponibili sulle prestazioni dellorganizzazione rispetto agli
obiettivi e target ambientali; i dati devono consentire il raffronto fra i diversi anni ai fini
della valutazione dellandamento delle prestazioni ambientali;
f) le prestazioni rispetto alle disposizioni di legge per quanto riguarda gli impatti
ambientali significativi e altri fattori concernenti le prestazioni ambientali.
La dichiarazione ambientale deve essere messa a disposizione del pubblico e degli altri
soggetti interessati. A tal fine le organizzazioni possono utilizzare diversi metodi
(pubblicazione elettronica, biblioteche, ecc.) e devono poter dimostrare che qualsiasi
soggetto interessato alle prestazioni ambientali dellorganizzazione pu avere libero
accesso alle informazioni contenute nella dichiarazione ambientale.

La Norma UNI EN ISO 14001

Lo standard ISO 14001 definisce i requisiti per un sistema di gestione ambientale efficace,
integrabile con le altre esigenze aziendali e finalizzato a raggiungere gli obiettivi ambientali
di un organizzazione.

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Inoltre, grazie alla possibilit di richiedere la certificazione del proprio sistema di gestione
ambientale ad un organismo indipendente (organismo di certificazione), la norma ISO
14001 consente di dimostrare alle parti terze interessate limpegno di unorganizzazione
nel perseguire i propri obiettivi ambientali, primi tra tutti il rispetto della normativa in campo
ambientale e il miglioramento delle proprie prestazioni ambientali.
Sebbene la norma ISO 14001 sia lunica per la quale previsto un circuito internazionale
di validit (mutual agreement), lISO ha messo a punto altri standard che possono essere
di aiuto alle organizzazioni che intendono implementare un sistema di gestione
ambientale.
Tali standard sono in particolare:
ISO 14004 Sistema di Gestione Ambientale: Guida generale ai principi, ai sistemi ed ai
supporti tecnici.
ISO 14010/12 Guida allauditing ambientale:
ISO 14010 Principi generali.
ISO 14011/1 Procedure dellauditing del sistema di gestione ambientale.
ISO 14012 Criteri di qualificazione degli auditors ambientali.
ISO 14031 Valutazione delle performance ambientali.
Il sistema di gestione ambientale definito dalla norma ISO 14001 si sviluppa secondo
processo volto al continuo miglioramento della prestazione ambientale dellazienda basato
sul cosiddetto ciclo di Deming che prevede le fasi schematizzate nella Figura 1.

Figura 1:Modello del sistema di gestione ambientale [UNI EN ISO 14001]

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In particolare le fasi necessarie per limplementazione di un sistema ISO 14001 possono
essere riassunte come segue:
Svolgimento di unanalisi ambientale iniziale finalizzata a fornire un quadro chiaro e
dettagliato della posizione dellorganizzazione rispetto alle proprie problematiche
ambientali;
Definizione di una Politica Ambientale appropriata alla natura, alle dimensioni e agli
impatti ambientali dellorganizzazione;
Definizione di metodologie e di una struttura documentale atte a supportare in maniera
adeguata il sistema e ad assicurare la conformit allo standard ISO;
Applicazione di quanto pianificato assicurando che tutto il personale, a livelli e funzioni
interessati, sia adeguatamente coinvolto e sia in possesso delle competenze
necessarie;
Monitoraggio dei parametri ambientali e svolgimento di apposite verifiche di conformit
a quanto pianificato (audit ambientale interno);
Riesame da parte della Direzione al fine di stabilire ladeguatezza e lefficacia del
sistema e di assicurare il miglioramento continuo.

Unorganizzazione che intenda certificare il proprio sistema di gestione ambientale deve


definire e applicare metodologie e procedure che permettano di dimostrare la conformit ai
requisiti descritti nella sezione 4 della norma intitolata Requisiti del sistema di gestione
ambientale.
Inoltre, come descritto in precedenza, tale sezione stata inserita per intero nel
Regolamento EMAS: pertanto unorganizzazione che intenda aderire allo schema
comunitario di audit deve implementare un sistema di gestione ambientale conforme alla
norma ISO 14001.

Confronto EMAS/ISO 14001

EMAS ed ISO 14001 rappresentano i due standard di riferimento per le aziende che
intendono adottare un sistema di gestione ambientale riconosciuto e prevedono due
schemi di registrazione/certificazione distinti.

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Tuttavia, come abbiamo descritto in precedenza, il Regolamento EMAS indica, come
requisiti di base per il proprio sistema di gestione ambientale tutti i requisiti previsti dalla
norma ISO 14001.
In questo senso la registrazione EMAS pu essere vista come una estensione della
certificazione ISO 14001 e permette quindi un approccio per gradi alla gestione
ambientale.
Risulta quindi interessante analizzare le principali differenze che intercorrono tra i due
standard.

1.4 Analisi ambientale iniziale

La principale differenza tra i due standard per quanto concerne lanalisi ambientale iniziale
consiste nel livello di estensione di tale analisi.
La norma ISO 14001 infatti non fa riferimento esplicito alla necessit di estendere lanalisi
ambientale agli aspetti ambientali indiretti, ovvero quegli aspetti sui quali lorganizzazione
non pu esercitare un controllo gestionale totale.
Un esempio di tali aspetti rappresentato dalle attivit e dalle operazioni svolte da
appaltatori, sub-appaltatori e fornitori dellazienda.
tuttavia importante sottolineare che anche unanalisi svolta secondo lo standard ISO
14001 dovrebbe valutare tali aspetti in quanto spesso lorganizzazione pu avere su di
essi una certa influenza.
Inoltre le aziende gi certificate ISO 14001, per ottenere la registrazione EMAS, non
hanno necessit di svolgere unanalisi ambientale del sito se le informazioni fornite dal
sistema di gestione ambientale sono sufficienti per identificare e valutare anche gli aspetti
ambientali indiretti.

1.5 Sistema di gestione ambientale

Il Regolamento EMAS richiede un maggiore impegno nello sviluppo del sistema di


gestione ambientale per quanto riguarda i seguenti punti:
Conformit giuridica;
Comunicazioni interne ed esterne;
Prestazioni ambientali;
Partecipazione dei dipendenti.

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1.6 Dichiarazione ambientale

La dichiarazione ambientale costituisce la principale differenza tra il Regolamento EMAS e


lo standard ISO 14001.
La dichiarazione ambientale infatti lo strumento attraverso il quale le organizzazioni che
aderiscono al Regolamento diffondo le informazioni concernenti in propri aspetti ambientali
e le proprie prestazioni ambientali, mentre secondo i requisiti della norma ISO 14001
sufficiente che lorganizzazione renda disponibili al pubblico la propria Politica Ambientale
lasciando alle singole organizzazioni la scelta di eventuali forme di comunicazione verso
lesterno di carattere ambientale.

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Il settore delle materie plastiche

IL SETTORE DELLE
MATERIE PLASTICHE

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Il settore delle materie plastiche

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Il settore delle materie plastiche
IL SETTORE DELLE MATERIE PLASTICHE

1. Il settore delle materie plastiche in Italia e nel mondo


Il settore delle materie plastiche, che costituisce il 6% delleconomia europea, ha una
incidenza sulleconomia italiana pari al 5%: coinvolge nel suo complesso oltre 6.000
aziende, con poco meno di 160.000 addetti e un fatturato globale di 27.500 milioni di euro.
Il saldo import/export dei manufatti in plastica attivo e valutabile in circa 2,3 miliardi di
euro, largamente compensativo del deficit esistente nell'importazione dei polimeri.
Il settore si articola in quattro grandi realt industriali: la produzione di materie prime, la
loro trasformazione, la produzione di macchine utensili, le aziende che si occupano di
riciclare il materiale dismesso.
Il comparto dei produttori di materie plastiche, anche se non in termini dimensionali il
maggiore (oltre 6 miliardi di euro di fatturato e 11.000 addetti) quello che fornisce la
materia prima per il vasto comparto della trasformazione (16,8 miliardi di euro di fatturato e
134.000 addetti). Seguono i Produttori macchine per la trasformazione delle materie
plastiche (i costruttori italiani sono i secondi in Europa con un fatturato di oltre 3,7 miliardi
di euro), infine quello dei Riciclatori con 0,5 milioni di euro.

Produttori Trasformatori Produttori


Riciclatori
macchine utensili

 Imprese: 53  Imprese: 5.400  Imprese: 300  Imprese: 184

Addetti: 11.000 Addetti: 136.000


134.000 Addetti: 13.000 Addetti: 1.984

Fatturato: > 6 mld Fatturato: 16.3


16.8 mld Fatturato: >3.7 mld Fatturato: 0.5 mld
di euro di euro di euro di euro

Grafico 1: L'industria italiana delle materie plastiche nel suo complesso

Il primo anello della filiera materie plastiche, costituito dal comparto produzione di
granulo, si distingue per le ingenti risorse profuse nel campo della Ricerca & Sviluppo: in
Europa gli investimenti superano i 700 milioni di euro (circa il 2,4 % del fatturato),
coinvolgendo intorno ai 7.000 addetti; in Italia, in perfetta sintonia con lo standard europeo,
si investono 125 milioni di euro lanno e gli addetti interessati sono 1.250.
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Il settore delle materie plastiche
Nel 2000 la produzione globale di materie termoplastiche tradizionali ha raggiunto i 180
milioni di tonnellate equivalenti a circa 150 miliardi di dollari. In Europa occidentale si sono
prodotte oltre 47 milioni di tonnellate di polimeri, di cui 15,5 milioni nella sola Germania, il
principale produttore di materie plastiche dellEuropa Occidentale.
In Italia, la produzione di materie plastiche ha raggiunto nel 2000 il suo picco massimo con
circa 4 milioni di tonnellate: le previsioni per il triennio futuro non fanno prevedere un
incremento della produzione.

Gli Stati Uniti, il Sud Asiatico (escluso il Giappone) e lEuropa Occidentale sono i principali
produttori di materie plastiche, rappresentando ciascuno circa un quarto della produzione
globale. Di essa, lItalia ne esprime il 2,5 %, preceduta in Europa dalla Germania (8,5 %),
dal Benelux (5,5 %) e dalla Francia (3,5 %). La produzione del nostro paese eguaglia
quella della Gran Bretagna, e precede solo la Spagna e altri paesi europei ma con una
popolazione inferiore a quella italiana (quali ad esempio Austria, Svizzera, Svezia,
Danimarca e Norvegia).

La parte da leone nella produzione delle materie plastiche la fa sicuramente il polietilene


(PE) con circa il 35% della produzione totale, seguito dal polipropilene (PP) con il 19% e
dal PVC (17%) e poi dalle altre materie plastiche tradizionali, quindi segue il polistirolo
(PST) con una produzione pari al 9,0 % e infine tutte le materie plastiche speciali.

I fattori alla base dello sviluppo esponenziale del consumo delle plastiche sino ad oggi, ed
anche alla base per lincremento che si ipotizza sino al 2010, sono rappresentati dalla
grande versatilit di utilizzo del materiale, dalla continua riduzione del costo di
trasformazione in termini reali, dalle performance pi competitive verso materiali
tradizionali. Lenorme quantit di materie plastiche prodotta negli anni ha consentito di
sviluppare sempre nuove e meno onerose tecnologie, riducendo anche i costi di
trasformazione. I prezzi delle principali materie plastiche si sono dimezzati negli ultimi
10/15 anni. In particolare per le poliolefine (polietilene e polipropilene) per cui il gradiente
di discesa superiore a quello del polistirolo e del polivinilcloruro.
Lo sviluppo per avr una distribuzione geografica diversa rispetto al passato: Nord
America, Europa Occidentale e Giappone continueranno ad avere consumi pro-capite
simili, mantenendosi su livelli di sviluppo comparabili, mentre la crescita dei consumi sar

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Il settore delle materie plastiche
esponenziale nelle aree dellEuropa centrale ed orientale, come pure nellAmerica latina e
nel sud est asiatico.
In questo contesto sicuramente importante, lItalia, che nel panorama europeo ha consumi
pro-capite secondi solo al Benelux, si colloca in modo molto problematico, soprattutto a
causa della carenza di produzione nazionale rispetto al consumo del paese e alle richieste
dellindustria di trasformazione. La carenza produttiva iniziata nella seconda met degli
anni 80 e da allora, escludendo alcune eccezioni, nel nostro Paese non si sono costruiti
pi impianti per la produzione di etilene e propilene (i monomeri di base per le materie
plastiche) n nuovi impianti di materie plastiche, con le uniche eccezioni costituite dagli
impianti di polietilene e di polipropilene realizzati a Brindisi.

In ambito europeo lItalia sempre al secondo posto in termini di consumo alla pari o dopo
la Germania (con il 40 % di popolazione in pi) e sempre supera Francia e Gran Bretagna,
che hanno solamente il 10% in pi della popolazione. Pur tuttavia lItalia quasi sempre
uno degli ultimi paesi in termini di produzione: dagli anni 80 ad oggi, per ognuna delle
principali materie termoplastiche il consumo ha di gran lunga superato la produzione (il
consumo di polistirolo, per esempio, stato pari al triplo della quantit prodotta).

La richiesta di materie plastiche da parte dei Trasformatori continua a crescere: lItalia


produce meno di 4 milioni di tonnellate di materie plastiche, ma lindustria di
trasformazione consuma pi di 6,5 milioni di tonnellate, ovviamente ricorrendo
allimportazione.
Per l'industria trasformatrice italiana l'imballaggio costituisce di gran lunga il maggiore
sbocco per le materie plastiche. Tra gli impieghi di queste seguono poi i settori dell'edilizia
e costruzioni e del mobile arredamento. Altre applicazioni di rilievo si hanno nei settori
dell'automobile e degli elettrodomestici.

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Il settore delle materie plastiche
Austria 740
Belgio 1363
Danimarca 560
Finlandia 457
Francia 4402
Germania 8566
Grecia 383
Italia 6602
Paesi Bassi 1348
Portogallo 531
Spagna 2976
Regno Unito 3980
Europa 33575

Grafico 2: Consumo di materie plastiche da parte dei trasformatori


di materie plastiche nei principali Paesi europei (kton/anno)

Consumi
Produzione
3.000
Benelux
9.900

3.000
Spagna
3.600

4.000
Gran Bretagna
4.000

4.400
Francia
6.300

8.600
Germania
15.500

6.600
Italia
4.000

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000

Grafico 3: Confronto consumo/produzione di materie plastiche


nei principali Paesi europei (kton/anno)

LItalia ebbe un ruolo di primo piano dagli anni 60 fino alla seconda met degli anni 80,
quando il nostro paese era uno dei principali produttori europei di materie plastiche. Il
premio nobel Giulio Natta, grazie ad una collaborazione tra il Politecnico di Milano e la
Montecatini, invent una delle pi note materie termoplastiche: il polipropilene. Nel nostro
Paese si sviluppata una delle pi importanti attivit mondiali di trasformazione di materie
plastiche e di produzione di macchinari di trasformazione proprio perch vi era una forte
presenza dellindustria produttrice di granulo.

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Il settore delle materie plastiche
2 Il mercato italiano
La domanda di materie plastiche ha fatto registrare nel primo semestre 2002 un
andamento positivo, anche se modesto, grazie soprattutto al fatto che il processo di
accumulo di scorte di prodotto finito, sia da parte dei trasformatori sia a valle dellindustria
di trasformazione, proseguito anche per buona parte del secondo trimestre. Nel
complesso, il consuntivo indica una crescita leggermente superiore al 2% per il volume
totale dei polimeri.
Analizzando nel dettaglio i diversi materiali, si possono evidenziare situazioni abbastanza
diversificate. Il polietilene bassa densit ed il polistirene espanso hanno fatto segnare gli
incrementi maggiori superando entrambi il 3%, grazie al favorevole sviluppo di quasi tutte
le applicazioni nellimballaggio. Leggermente inferiore alle attese la crescita di
polipropilene e polistirene, i cui consumi rimangono per abbondantemente al di sopra del
2%.
Il PET ha chiuso il semestre con una crescita che sfiora il 5%, spinta da unevoluzione
positiva della domanda di liquidi alimentari e soprattutto dal consistente potenziamento
delle esportazioni di preforme. Debole, invece, risultata la crescita dei tecnopolimeri,
penalizzata dallandamento negativo dellauto, e degli espansi poliuretanici che risentono
delle difficolt del mobile imbottito oltre che dellautomobile.
Al di fuori degli usi plastici, infine, si deve rilevare landamento positivo delle resine
termoindurenti liquide, cresciute di quasi il 2%, grazie al forte aumento delle colle ureiche.
Passando agli andamenti settoriali, il primo semestre 2002 si chiude in maniera positiva
per i settori imballaggio, edilizia e casalinghi/monouso, con una crescita superiore al 3%, a
cui si contrappongono le difficolt di comparti applicativi, quali elettrodomestici/audiovisivi,
distribuzione elettricit, mobile/arredamento, e la pesante flessione dei trasporti.
Sulla base del consuntivo del primo semestre e delle previsioni per il terzo trimestre,
landamento del settore nella seconda met dellanno sar solo moderatamente positivo.
Il rallentamento in atto nelle principali economie mondiali, impatter, infatti, anche sul
consumo delle materie plastiche.

Fonte: Elaborazione su dati Plastic Consult

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Il settore delle materie plastiche

1999 2000 2001 (stima)


offerta * 3.915 3.875 3.845
importazione 4.330 4.575 4.645
esportazioni 1.520 1.490 1.505
consumo reale 6.620 6.810 6.925
incremento dei consumi sullanno precedente (%) + 5,2 + 2,9 + 1,7

(*) E' la produzione a meno delle variazioni di stock dei produttori.


() Sono gli acquisti meno le variazioni di stock dei trasformatori
Fonte: Plastic Consult

Tabella 1: Le resine termoplastiche, espresse come polimero vergine (esclusi rigenerati, cariche,
plastificanti, ecc.), pi le resine termoindurenti destinate ad usi plastici (Kton)

1999 2000 2001 (stima)


offerta * 3.500 3.440 3.425
importazione 4.045 4.140 4.335
esportazioni 1.360 1.310 1.335
consumo reale 6.080 6.245 6.365
incremento dei consumi sullanno precedente (%) + 5,2 + 2,7 + 1,9
LDPE/LLDPE 1.345 1.375 1.420
HDPE 730 770 790
PP 1.480 1.525 1.575
PVC 950 940 955
PS/EPS 620 620 630

(*) E' la produzione a meno delle variazioni di stock dei produttori.


() Sono gli acquisti meno le variazioni di stock dei trasformatori.
Fonte: Plastic Consult

Tabella 2: Le materie termoplastiche in Italia Kton

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Il settore delle materie plastiche

1999 2000 2001 (stima)


offerta * 415 435 420
importazione 285 310 310
esportazioni 160 180 170
consumo reale 540 565 560
incremento dei consumi sullanno precedente (%) + 5,9 + 4,6 - 0,9

(1) Masse da stampaggio, resine poliestere insature ed epossidiche per usi plastici, isocianati e
polioli per poliuretani.
(*) E' la produzione a meno delle variazioni di stock dei produttori.
() Sono gli acquisti meno le variazioni di stock dei trasformatori.
Fonte: Plastic Consult
Tabella 3: Le materie termoindurenti per usi plastici (1) in Italia Kton

1999 2000 2001 % 2001/2000


societ (numero) 5.300 5.400 5.400 0,0
stabilimenti (numero) 7.000 7.100 7.100 0,0
addetti (numero) 129.000 134.000 136.000 + 1,5
fatturato (milioni di euro) 14.100 16.800 16.270 - 3,1
valore aggiunto (milioni di euro) * 7.720 8.260 8.260 0,0
54,3 49,2 50,8 + 3,3
% V.A./fatturato

fatturato per addetto (migliaia di euro) 110,5 125,2 119,6 - 4,5


V.A. per addetto(migliaia di euro) 60,0 61,6 60,7 - 1,5

(*) E' stato calcolato come differenza tra prezzo di vendita e costo materie prime.
Fonte: Plastic Consult

Tabella 4: La trasformazione delle materie plastiche in Italia (Societ e Fatturato)

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2001
Estrusione:
film 29,8
foglia, lastra 7,6
tubi 8,5
profilati 3,0
altri 1,8
subtotale estrusione 50,7
stampaggio ad iniezione 26,6
soffiaggio 8,3
calandratura e spalmatura 5,5
altri (*) 8,9
Totale manufatti plastici 100

(*) Espansi, poliestere insaturo, stampaggio rotazionale, colata, slush e dip moulding, sinterizzazione,
stampaggio termoindurenti.
Fonte: Plastic Consult

Tabella 5: Produzione per tecnologia (%)

3. Situazione nella regione Piemonte


Il settore relativo alla produzione di articoli in materie plastiche in Piemonte vede la
presenza di 1.093 imprese ed un numero di addetti pari a 17.644 (Fonte: Censimento
Intermedio delle Attivit Produttive 1996 ISTAT).
Nella tabella seguente riportata la ripartizione imprese/addetti per provincia.

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Imprese Addetti
Torino 598 8.878
Vercelli 29 480
Biella 23 331
Verbanio-Cusio-Ossola 29 287
Novara 96 1.200
Cuneo 115 2.860
Asti 67 818
Alessandia 136 2.790
TOTALE 1.093 17.644

Tabella 6: Ripartizione imprese/addetti per provincia (Fonte: ISTAT)

Come si pu notare dalla tabella 6 le province con una concentrazione maggiore di


industrie plastiche sono quelle di Torino, Cuneo ed Alessandria che da sole coinvolgono
l'83% circa di addetti sul territorio regionale. In allegato 1, riportato un articolo
d'approfondimento sulla situazione nella provincia di Alessandria.
Nel grafico successivo rappresentata la distribuzione delle imprese per classe di addetti:

700

600

500

400

300

200

100

0
1-9 10-19 20-49 50-99 100-199 200-999

Grafico 4: Distribuzione imprese per classi di addetti Fonte: ISTAT

Come si evince dal grafico sovrastante la dimensione di questo settore anche a livello
regionale soprattutto di PMI.

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I dati relativi all'import-export per questo settore a livello regionale sono riportati nella
tabella seguente:

2000 2001 provvisorio


import export import export
Articoli in materie plastiche 289.948.740 739.342.049 282.257.339 769.893.906

Tabella 7: Valori di import/export (in Euro) - Fonte: ISTAT

Putroppo non sono disponibili valori relativi alla produzione per questo settore a livello
regionale.

4. I settori di applicazione
Diversi e numerosi sono i settori di applicazione della plastica. Di seguito viene riportata
un'analisi per ciascun settore.
Edilizia

Ledilizia assorbe in Italia oltre l11% della produzione di materie plastiche (13,2% nel
mondo), soprattutto in termini di serramenti, impiantistica, rivestimenti, tubature,
isolamento termico ed acustico.
Ogni anno in Europa vengono utilizzate in questo settore pi di 6 milioni di tonnellate di
plastica e si prevede che giungeranno a 8 milioni entro il 2010.
Questo sviluppo si deve principalmente alle peculiari caratteristiche della plastica in termini
di leggerezza, durata, isolamento, economia, facilit duso.
I principali impieghi in edilizia riguardano tubi a pressione, tubi a gravit, profili per finestre,
pavimenti, rivestimenti murali, membrane per impermeabilizzazione di coperture, cavi
elettrici e guaine per isolamento.
Arredamento

Larredamento assorbe in Italia quasi il 6% della domanda complessiva di materie


plastiche. Le caratteristiche che rendono la plastica preferibile sono robustezza,
leggerezza, durata, isolamento, economia, facilit di uso.

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Trasporti

Lindustria dei trasporti assorbe in Italia oltre il 4% della produzione di materie plastiche
(nel mondo il 7%), utilizzate in numerosissimi componenti (circa 1700 su 5000), molte
delle quali rese possibili proprio dalla plastica, come air bag, cinture di sicurezza.
Il contenuto medio di materie plastiche in unauto europea passato da circa 20 chili negli
anni 60 (2% del peso) ai circa 105 chili di oggi (in media circa il 10% del peso totale
dellauto), raggiunti utilizzando 14 differenti tipi di polimeri. Il solo abitacolo formato per il
60% di materiale plastico.
Le caratteristiche che rendono la plastica preferibile sono affidabilit, bassa manutenzione,
isolamento, sicurezza.
Comunicazioni

Assorbono il 6% della produzione di materie plastiche nel mondo e hanno dato un impulso
determinante a questo settore: fibre ottiche, microchip, computer, compact disk, telefonia
cellulare e tutti i protagonisti della comunicazione attuale e del suo futuro sono fatti
prevalentemente di plastica.
La caratteristica, che rende la plastica preferibile, la possibilit di raggiungere degli
standard e delle prestazioni altrimenti impossibili.
Agricoltura

Il settore agricolo assorbe in Italia oltre il 3% delle materie plastiche prodotte in Italia. La
possibilit, ad esempio, di avere primizie fresche tutto lanno si deve proprio alla plastica:
sono infatti di questo materiale i teloni che ricoprono le piantagioni, le proteggono, le
stimolano, fino ad anticipare la maturazione e raddoppiare i raccolti, promuovendo cos un
settore spesso in difficolt. Le serre con coperture di plastica rendono di pi e hanno
bisogno di meno energia per venire riscaldate.
Anche nellirrigazione dei campi, le strutture e i tubi in plastica hanno dimostrato versatilit
ed efficacia. Grazie a tubazioni in PVC, ad esempio, si riusciti ad irrigare zone in cui la
natura dei terreni o la particolarit delle acque compromettevano la durata di tubi in
cemento o metallo.
Imballaggi

Assorbono in Italia oltre il 45% di tutta la produzione di materie plastiche (43,5% nel
mondo). In Europa, circa il 50% di tutto limballaggio alimentare in plastica: il 60% di
questo tipo di confezioni pesa meno di 10 grammi. Le caratteristiche che rendono la

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plastica preferibile sono versatilit, leggerezza, robustezza, inerzia chimica, affidabilit,
economicit.
Salute

Le materie plastiche consentono alluomo di oggi di avere una vita pienamente fruibile,
migliore, pi lunga. Basti pensare ai farmaci protetti da speciali imballaggi alveolati (blister
pack) termoformati; oppure ai numerosissimi oggetti e attrezzature impiegate in medicina
e chirurgia: dalle tende ad ossigeno, ai guanti sterili, fino ai presidi salvavita, come il cuore
artificiale o le sacche per il trasporto di sangue e plasma, le sacche per la dialisi, i tubicini
per le trasfusioni.
La caratteristiche che rendono la plastica preferibile sono laffidabilit e la capacit di
consentire soluzioni tecnologiche altrimenti impossibili.
Sport e tempo libero

La sicurezza e le performance che la plastica rende possibili hanno consentito a moltissimi


sport di avere uno sviluppo veramente notevole. Nel ciclismo. per esempio, i materiali
plastici compositi possono determinare un'eccezionale leggerezza e pi elevata
aerodinamicit. Le scarpe da competizione di Carl Lewis sono un esempio delle
performance rese possibili dalla plastica: pesano 115 grammi ciascuna, 55 grammi in
meno di quelle cui Carl Lewis era abituato. Si tratta del peso pi basso mai raggiunto per
questo tipo di prodotti.
Nella nautica, le materie plastiche hanno sostituito una serie di componenti in altri
materiali, diminuendo di quasi il 50% il peso di una imbarcazione, rendendola cos molto
pi veloce. Si prevede che nel giro di pochi anni le materie plastiche costituiranno il 75%
del peso di una barca.

5. I marchi di conformit
E' importante sottolineare che le caratteristiche e le prestazioni dei prodotti realizzati in
plastica sono definite da norme nazionali (UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione),
europee (EN - Norme Europee, in fase ancora iniziale) ed internazionali (ISO -
International Organization for Standardization: adottate man mano dal CEN - Comitato
Europeo di Normazione, come norme EN ISO; e quindi anche da UNI, come norme UNI
EN ISO). Tali norme specificano i requisiti da rispettare per la sicurezza e la garanzia
nelluso dei prodotti.

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Uniplast l'ente italiano di Unificazione per quel che riguarda il settore delle materie
plastiche. Il suo campo di attivit riguarda:
- le materie plastiche in generale
- le resine sintetiche e simili e loro applicazioni nel campo delle tubazioni per industria,
acquedotti e gasdotti, dell'edilizia, dell'imballaggio, dell'agricoltura, dei trasporti, ecc.
- Materie plastiche di riciclo
La certificazione di prodotto un atto mediante il quale una parte terza dichiara che, con
ragionevole attendibilit, un determinato prodotto conforme ad una specifica tecnica
(norma, capitolato, regolamento o altro) che ne descrive le caratteristiche.
Per verificare la conformit di un prodotto ad una specifica tecnica o altro documento
normativo, sono possibili tre modalit:
Attestazione di conformit del produttore Il produttore dichiara che la propria

produzione o un lotto di questa conforme; questo sistema presuppone la fiducia


dellacquirente nel fornitore e questo non sempre possibile.
Verifica della produzione o del lotto fatta dallacquirente Questo sistema prevede che

lacquirente abbia al proprio interno le conoscenze tecniche e la possibilit di verificare


in proprio il prodotto e questo pu essere a volte un procedimento lungo, complesso e
costoso.
Certificazione di conformit rilasciata da un ente terzo (meglio se specializzato nel

particolare campo di prodotto) In questo caso lente agisce in maniera indipendente


dal fornitore e dallacquirente con evidenti riduzioni di costo in quanto questultimo pu
evitare ispezioni e prove presso il suo fornitore. Di quest'ultima categoria fanno parte
anche le etichette ecologiche (Ecolabel ed DAP Dichiarazione Ambientale di Prodotto
- per esempio) che per, ad oggi, in Italia non vedono la presenza di nessun prodotto
plastico certificato.

Un manufatto certificato un prodotto su cui (o sul suo imballaggio) riportato il Marchio


di conformit. I marchi di sicurezza e qualit (marchio CE, IMQ, UNI per esempio)
indicano che il manufatto stato prodotto in conformit alle norme di pertinenza.
Fra gli organismi di certificazione italiani vi l'Istituto Italiano dei Plastici (I.I.P.); esso
certifica sistemi di qualit (conformit alla ISO 9000), di gestione ambientale (conformit
alla ISO 14000) e di conformit a norme e leggi di prodotti-manufatti principalmente in
materia plastica e gomma.

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I.I.P. ha in Italia, un significativo portafoglio di certificazioni di prodotto (pi di 300) per i
settori:
tubazioni per acquedotti, gas, fognature e scarico e ventilazione all'interno dei

fabbricati (caratterizzati con i marchi IIP-UNI, IIP-UNI-EN e PIIP);


lastre espanse per isolamento, profili per serramenti, profili per canali di gronda e

persiane avvolgibili, film per copertura serre e sacchi per raccolta rifiuti (caratterizzati
con il marchio IIP-UNI);
imballaggi destinati a venire in contatto con sostanze di uso personale come alimenti,

farmaci, cosmetici (caratterizzati con il marchio MPI);


materiali termoplastici, termoindurenti e compostabili.

La licenza di uso dei Marchi IIP autorizza il produttore a usare i Marchi per tutti i prodotti
oggetto di licenza dando allacquirente la fiducia che il prodotto stato ottenuto in
conformit con i requisiti della specifica tecnica di riferimento e dello schema di
certificazione.
Per il mantenimento della certificazione di prodotto richiesto alle Aziende licenziatarie dei
Marchi IIP un piano di controllo interno che prevede:
- controllo in ingresso delle materie prime (per alcuni prodotti particolari quali, ad
esempio, tubazioni per il trasporto di gas o di acqua potabile in pressione, devono
essere utilizzate esclusivamente materie prime gi verificate dallI.I.P. come idonee per
tali applicazioni al fine di garantire una vita utile del prodotto di oltre 50 anni);
- autocontrollo minimo della produzione;
- definizione e controllo dei parametri del processo di trasformazione;
- controllo del prodotto finito;
- rintracciabilit dei prodotti a Marchio, ossia listituzione di un sistema documentale tale
da prevedere la possibilit di risalire dal manufatto finito a tutte le informazioni attinenti
le prove di collaudo e il processo di ottenimento fino al particolare lotto di materia prima
utilizzata in modo da potere correggere per le future produzioni eventuali non
conformit riscontrate.
I Marchi con cui IIP certifica la conformit dei prodotti sono i seguenti:
IIP-UNI

prodotti in materiali plastici in conformit alle loro specifiche norme UNI che ne
stabiliscono caratteristiche e prestazioni.

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L'uso del Marchio IIP-UNI concesso solamente a quei fabbricanti che, dopo adeguati
controlli preliminari atti ad accertare la conformit della loro produzione alle norme UNI, si
impegnano a mantenere con continuit il livello qualitativo e a consentirne il controllo
periodico da parte dell'Istituto.
P

prodotti plastici, in conformit a:


- progetti di norma UNI ed EN,
- norme di Organismi diversi da UNI e CEN,
- capitolati tecnici e/o specifiche di prodotto concordate tra produttore e committente,
- specifiche di prodotto redatte da IIP
Il Marchio "P" concesso solo ai manufatti controllati dell'Istituto Italiano dei Plastici e a
quei fabbricanti che, dopo adeguati controlli preliminari atti ad accertare la conformit della
loro produzione alle norme o ai documenti di riferimento, si impegnano a mantenere con
continuit il livello qualitativo e a consentirne il controllo periodico da parte dell'Istituto.
MPI

prodotti plastici in contatto con sostanze di uso personale (acqua, alimenti liquidi e solidi,
farmaci, cosmetici), in conformit alle disposizioni del Ministero della Sanit (D.M.
21.03.73 e successive modificazioni). Il Marchio "MPI" concesso solo ai manufatti
controllati dell'Istituto Italiano dei Plastici e a quei fabbricanti che sottopongono la loro
produzione al controllo dell'Istituto Italiano dei Plastici che si impegnano ad impiegare, per
i manufatti marchiati, esclusivamente materie prime o semilavorati plastici rispondenti alle
norme igieniche vigenti.

Quest'ultimo particolarmente importante poich riguarda i prodotti plastici a contatto con


alimenti. Il settore applicativo delle materie plastiche per imballaggio di alimenti descritto
e regolamentato in Italia da norme UNI e Decreti Ministeriali specifici (si tratta di 26 Decreti
Ministeriali emessi dal 1973 ad oggi) e questi ultimi derivano dalla legge n. 283 del 30
aprile 1962 "Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e
delle bevande".
La legislazione in particolare copre tutta la vita ed il comportamento dell'imballaggio: dalle
materie prime utilizzate per la produzione, alla cessione di componenti dell'imballaggio
all'alimento, alla permanenza delle caratteristiche dell'alimento nelle pi critiche e svariate
condizioni ambientali di possibile impiego.

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La legislazione copre tutti gli imballaggi, in qualsiasi materiale, compresi quelli in materia
plastica ed in PVC flessibile, prevede le materie prime e gli additivi di cui permesso
l'utilizzo e pone limiti di cessione per la loro migrazione globale e specifica nell'alimento,
nonch la valutazione della buona conservazione complessiva dell'alimento.
La correttezza degli imballaggi e la loro conformit ai requisiti della legislazione italiana
esistente sotto la responsabilit dei produttori degli imballaggi e dipende dalle
formulazioni, processi e procedure che essi adottano per la produzione ed il controllo dei
manufatti.
In accordo alla norma UNI-CEI-EN 45020, una parte terza indipendente e professionale
(accreditata a questo) pu dare a tutti gli interessati della filiera dell'imballaggio, con
particolare riferimento agli utenti ed al pubblico, la garanzia della correttezza -
adeguatezza applicativa degli imballaggi e della loro conformit ai requisiti della
legislazione esistente. Questa garanzia si esprime usualmente attraverso una
assicurazione scritta e pubblica, mostrata ed evidenti sui manufatti.
L'assicurazione scritta e pubblica sui manufatti della loro conformit alla legislazione e
norme esistenti, si manifesta attraverso un marchio di qualit, che un logo concesso in
uso dall'ente terzo al produttore perch venga applicato sui suoi manufatti. Questo logo
conferma che il processo di produzione ed i corrispondenti manufatti sono stati soggetti
alle verifiche di conformit periodiche anche sui manufatti commercializzati ed esistenti sul
mercato, in accordo al piano di controllo ed al regolamento di concessione del marchio.

Il consuntivo dei controlli presso i licenziatari e sui prodotti immessi nel mercato, fatti da
IIP nel 1999, ha indicato che il marchio prodotto IIP-UNI sui tubi per acquedotti e per
trasporto gas, sulle lastre espanse, sui profili, sui film per copertura e sui sacchi ed il
marchio MPI sugli imballaggi, garantiscono gli utenti ed il pubblico della validit
prestazionale dei relativi manufatti che sono risultati essere in buon accordo con le relative
norme UNI-EN-ISO e decreti ministeriali specifici.

6. La certificazione ambientale
Nel corso degli ultimi anni, l'attenzione generale per l'ambiente in continuo aumento. Le
cause di tale interesse sono riconducibili a fenomeni negativi di portata mondiale quali
l'assottigliamento dello strato di ozono, le piogge acide, l'impoverimento delle risorse
naturali, l'inquinamento e i disastri ecologici.

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A causa di tale situazione, enti pubblici e privati hanno iniziato a monitorare l'ambiente; in
seguito ai rapporti negativi emersi da tali controlli le nazioni sono intervenute attraverso
prescrizioni legislative per ridurre e ricondurre le soglie di rischio a livelli accettabili.
Gli effetti indesiderati della produzione industriale sull'ambiente sono soggetto di crescente
attenzione anche da parte del sistema produttivo, che sta attuando diverse azioni di
riduzione degli impatti. In questo contesto, importante ricordare il ruolo delle certificazioni
ambientali: infatti, il numero delle imprese registrate ISO 14001 e/o EMAS in Italia in
aumento. Per quanto riguarda l'industria delle materie plastiche da notare l'ampia
diffusione sul territorio nazionale della certificazione ISO14001: ad oggi, risultano infatti
certificate 81 aziende, di cui 8 in Piemonte (l'elenco delle aziende certificate riportato in
Allegato 2). Purtroppo per la registrazione EMAS in Italia non ancora vede coinvolto
nessun sito appartenente al settore in analisi.
L'interesse pubblico nei riguardi di tale promozione evidente dal momento che
immediatamente percepibile come le aziende in possesso di un sistema di gestione
ambientale collaudato, verificato e certificato siano meno esposte a rischi di infrazione
legislativa, proprio per l'esistenza di procedure e di professionalit idonee a garantire non
solo il rispetto dei limiti, ma anche il costante miglioramento delle proprie prestazioni
ambientali.
Tutti gli studi internazionali e nazionali indicano che l'innovazione tecnologia gioca un
ruolo fondamentale nella riduzione degli impatti ambientali, oltre a costruire uno dei fattori
cruciali di competitivit sul mercato globale. L'innovazione passa anche attraverso
l'adozione di procedure di qualit e di certificazione; pertanto evidente come i vantaggi
della certificazione ambientale siano consistenti e siano molto concrete le possibilit che in
futuro il presente settore si serva sempre pi diffusamente di questo strumento.

7. I vantaggi della plastica


Lutilizzo delle materie plastiche consente di raggiungere interessanti risultati sotto il profilo
ambientale. Questi alcuni esempi:

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Edilizia

Utilizzando isolamenti in materiale plastico, per ogni chilo di plastica si ha un risparmio


annuo di 75 chili di combustibile per riscaldamento.
Una ricerca europea ha infatti indicato che luso di 50 chili di espanso per isolare una casa
comporta un risparmio di 3.700 litri di combustibile per riscaldamento in 25 anni, cio 150
litri lanno.
Trasporti

La plastica migliora laerodinamicit di unauto, ne diminuisce il coefficiente di


penetrazione nell'aria, ne riduce il peso: ne consegue un minor consumo di carburante (in
media oggi il 4% in meno rispetto ad unauto tutta in metallo) e la riduzione delle emissioni
inquinanti.
Lauto il settore dove si riscontra il pi alto livello di utilizzo di materiale riciclato. Alcune
componenti, come ad esempio il paraurti, vengono ormai riciclati a circuito chiuso.
Imballaggi

Nel campo alimentare, luso di imballaggi in plastica permette di contenere al 2% il volume


di beni non utilizzabili che altrimenti raggiungerebbe il 50%.
In termini di riciclaggio meccanico, la plastica utilizzata in questo settore di solito pulita e
uniforme, e permette di ottenere mediante una lavorazione a ciclo chiuso un materiale
dalta qualit che ha un ampio mercato.

Le materie plastiche sono rilevanti anche sotto il profilo dello sviluppo sostenibile: lEuropa
e il mondo sono impegnati, come indicato sullAgenda 21, in politiche orientate in questa
direzione, e la plastica, a differenza di altri materiali, consente di pensare ed operare nella
direzione dello sviluppo sostenibile in termini sia di sviluppo economico, sia di protezione
ambientale, sia di progresso sociale. Basti pensare che a fianco delle popolazioni in via
di sviluppo ad esempio filtrando lacqua e rendendola potabile, cos come fornisce ogni
giorno alle nazioni pi avanzate nuove opportunit di comunicazione grazie alle
prestazioni delle fibre ottiche.
Parlare di sostenibilit significa parlare di prestazioni, di contributo allinnovazione, di
insostituibilit, di affidabilit delle materie plastiche; ed anche di risparmio in termini di
energie complessive del pianeta. Le principali sfide del 3 millennio (migliori condizioni di
educazione e salute, risorse per generazioni future, conservazione dellenergia, fonti

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rinnovabili, creazione di benessere, creazione di lavoro) prevedono un ruolo da
protagonista per le materie plastiche.

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Allegato 1

L'articolo "Un distretto di plastica", riportato di seguito, stato pubblicato su "Il Sole 24 Ore
Nord Ovest" il 23/09/2002. Le fonti per la redazione di tale articolo sono state l'Unione
Industriale e l'API (Associazione Piccole e Medie Imprese) di Alessandria. I dati relativi al
numero di imprese e di addetti per questa provincia sono diversi da quelli riportati nella
tabella 6 poich in questo caso si tenuto conto solo delle piccole e medie imprese
industriali escludendo tutte le attivit artigianali. I dati riportati in tabella 6 sono al contrario
comprensivi di tutte le realt.

Si ringrazia Luciana Mariotti, autrice dell'articolo, per la gentile collaborazione e


disponibilit.

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Allegato 2

AZIENDE CERTIFICATE ISO14001

Certificato Rilascio - Scadenza Organismo


Azienda Unit - Indirizzo
Scopo
9191.3M07 11/12/2000 - IMQ S.p.A.
3M ITALIA SPA - VIA S. BOVIO 3 - LOCALITA' S.
FELICE 20090 SEGRATE (MI) - Lombardia
Scopo: Commercializzazione di tutti i prodotti trattati ed
erogazione dei servizi ad essi associati. Sviluppo congiunto
prodotti con i laboratori europei 3M
9191.3M06 24/05/2000 - IMQ S.p.A.
3M ITALIA SPA - VIA F.LLI ROSSELLI, 1 20090 SETTALA (MI) - Lombardia
Scopo: Produzione di tessuto non tessuto abrasivo e non
abrasivo mediante tecnologia a base acqua
9191.3M02 20/12/1999 - IMQ S.p.A.
3M ITALIA SPA - - Via Padergnone, 19 24050 GRASSOBBIO (BG) -
Grassobbio Plant Lombardia
Scopo: Produzione e commercializzazione di nastri
autoadesivi / sviluppo congiunto di prodotti e processi con i
laboratori europei 3M
64626 29/12/1999 - 28/12/1902 BVQI Italia s.r.l.
A.M.P. SRL SE - Via S. Pio X, 54/56 31020 SAN VENDEMIANO (TV) -
Veneto
Scopo: Costruzione di stampi e stampaggio di materie
plastiche.
AMB021 12/02/2001 - 12/02/2004 CERTO
A.P.CO. S.R.L. sede legale e Stabilimento operativo - Via della Riserva I
Tronco -03012- ANAGNI (FR) - Lazio
Scopo: Fabbricazione paraurti, plance, griglie radiatore,
rivestimenti interni, mostrine, sotto plance, sportelli per
settore autoveicolistico
7 01/12/2000 - 30/11/2003 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
ACROPLASTICA SEDE/U.PROD. - VIA POZZILLO CONSORZIO
SRL SOCOMER 81100 CASERTA (CE) - Campania
Scopo: Stampaggio ad iniezione di articoli tecnici in materiali
termoplastici e termoindurenti
10 01/02/2001 - 31/01/2004 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
ADRIAPLAST SEDE/U.PROD. - VIA TIMAVO,
SPA 59 34074 MONFALCONE (GO) - Friuli-V. Giulia
Scopo: Progettazione, produzione e commercializzazione di
foglie termoplastiche

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2484 22/09/1999 - CERTIQUALITY


ALFA EDILE SRL Sede e Unit Operativa - VIA NOBEL
16 72100 BRINDISI (BR) - Puglia
Scopo: Selezione e stoccaggio di contenitori per liquidi post
consumo per conto del Consorzio CO.RE.PLA. Produzione,
assemblaggio e vendita di profilati SYNPLAST , in plastica
eterogenea, proveniente da raccolta differenziata.
CERT-129-2000- 14/12/2000 - 21/11/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-MIL-SINCERT
ALPLA Sede - Via Locatelli, 58 24030 Brembate di Sopra (BG) -
BREMBATE S.r.l. Lombardia
Scopo: Produzione di preforme in PET mediante stampaggio
ad iniezione
4730 31/01/2002 - CERTIQUALITY
ARGOMM S.P.A. Sede e Unit Operativa - VIA CAMOZZI,
22 24060 VILLONGO (BG) - Lombardia
Scopo: Produzione e commercializzazione di articoli tecnici
ed o-rings stampati in elastomero, per il settore
autoveicolistico ed altre applicazioni industriali.
2 01/02/2001 - 31/12/2002 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
BIMO ITALIA SPA U.PROD. - Z.I. VAL DI SANGRO (agglomerato
B) 66041 ATESSA (CH) - Abruzzo
Scopo: Produzione di films di PP biorientato a testa piana
2 01/01/2000 - 31/12/2002 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
BIMO ITALIA SPA SEDE/U.PROD. - Z.I. VAL DI SANGRO (agglomerato
A) 66041 ATESSA (CH) - Abruzzo
Scopo: Produzione di films di PP biorientato a testa piana
99-ROM-AE-0038 11/08/1999 - 21/07/2002 DNV Italia s.r.l.
BRAI S.p.A. Sede - ZONA INDUSTRIALE
VASCIGLIANO 05039 STRONCONE (TR) - Umbria
Scopo: Produzione di membrane impermeabilizzanti in
bitume modificato ottenute mediante miscelazione e
poliaccoppiamento a caldo. Commercializzazione di materiali
isolanti termici poliuretanici per l'edilizia
11 01/02/2001 - 31/01/2004 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
CALEPPIOVINIL SEDE/U.PROD. - VIA DELL'ARTIGIANATO,
SPA 6 38026 FUCINE DI OSSANA (TN) - Trentino Alto Adige
Scopo: Produzione di foglie di PVC rigido
A.02.013 04/07/2002 - SGS ICS s.r.l.
CAODURO s.p.a. - Via Chiuppese, 15 - Fraz. Cavazzale 36010 MONTICELLO
C.OTTO (VI) - Veneto

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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Progettazione e costruzione di centinati, lucernari ed
evacuatori di fumo e calore in polimetilmetacrilato (PMMA) e
policarbonato (PC).
A.02.013 04/07/2002 - SGS ICS s.r.l.
CAODURO s.p.a. Stabilimento - Via dell'Industria, 17 36010 fraz. Cavazzale
MONTICELLO C.OTTO (VI) - Veneto
Scopo: Progettazione e costruzione di centinati, lucernari ed
evacuatori di fumo e calore in polimetilmetacrilato (PMMA) e
policarbonato (PC).
3676/I 26/03/2001 - CERTIQUALITY
CHIORINO SPA Unit Operativa - VIA MONGILARDI, 20/A 13900 BIELLA (BI)
- Piemonte
Scopo: Produzione di nastri trasportatori e di processo,
cinghie piane di trasmissione, manicotti e rivestimenti in
gomma, tessuti e film calandrati.
3676/I 26/03/2001 - CERTIQUALITY
CHIORINO SPA Sede e Unit Operativa - VIA S. AGATA N.
9 13900 BIELLA (BI) - Piemonte
Scopo: Produzione di nastri trasportatori e di processo,
cinghie piane di trasmissione, manicotti e rivestimenti in
gomma, tessuti e film calandrati.
CERT-051-99-AE- 25/11/1999 - 22/03/2005 DNV Italia s.r.l.
ROM-SINCERT
COBARR S.p.A. Sede - Via Anticolana, 1 03012 Anagni (FR) - Lazio
Scopo: Trasformazione di polimero PET rigradato e
produzione di preforme, mediante le fasi di
policondensazione allo stadio solido e di stampaggio ad
iniezione
AMB 001/C 23/11/1998 - 19/11/2004 CERTO
COLLINS & Stabilimento operativo San Benigno Canavese - Via
AIKMAN Chivasso, 120 -10080- SAN BENIGNO CANAVESE (TO) -
AUTOMOTIVE Piemonte
COMPANY
ITALIA S.R.L.
Scopo: Fabbricazione di paraurti, stampati termoplastici
interno ed esterno vettura, plance, mobiletti, particolari vari
stampati in poliuretano e verniciatura componenti.
99-BRI-AE-0026 30/06/1999 - 11/06/2002 DNV Italia s.r.l.
COM.P.I. S.r.l. Sede - Zona Industriale - Loc. Cerratina 66034 Lanciano (CH)
- Abruzzo
Scopo: Lavorazioni meccaniche conto terzi di componenti
meccanici industriali di serie. Fonderia di getti in alluminio in
conchiglia. Stampaggio ad iniezione di componentistica
tecnica. Termoformatura di laminati plastici
99-BRI-AE-0026 30/06/1999 - 11/06/2002 DNV Italia s.r.l.
COM.P.I. S.r.l. Unit Produttiva - C.da Saletti, 1 66040 Piazzano di
Atessa (CH) - Abruzzo

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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Lavorazioni meccaniche conto terzi di componenti
meccanici industriali di serie. Fonderia di getti in alluminio in
conchiglia. Stampaggio ad iniezione di componentistica
tecnica. Termoformatura di laminati plastici
4873 19/04/2002 - CERTIQUALITY
COOP. AMA- Sede e Unit Operativa - ZONA IND.LE CAMPOLUNGO VIA
AQUILONE A.R.L. 234 63100 ASCOLI PICENO (AP) - Marche
Scopo: Lavorazione di articoli in gomma e plastica ed attivit
ausiliarie. Granulazione di materiali termoplastici.
AMB 010 26/06/2000 - 26/06/2003 CERTO
CORCOS Sede Legale e Stabilimento operativo - Corso Torino 332 -
INDUSTRIALE 10064- PINEROLO (TO) - Piemonte
S.P.A.
Scopo: Sviluppo, fabbricazione e vendita di raschiavalvole
come "lead center" Europeo, di anelli di tenuta e guarnizioni
per pneumatica.
AMB 011 26/06/2000 - 26/06/2003 CERTO
CORCOS Stabilimento operativo - Via 1Maggio 177/179 -10062-
INDUSTRIALE LUSERNA SAN GIOVANNI (TO) - Piemonte
S.P.A.
Scopo: Sviluppo, produzione e vendita di raschiavalvole
come lead center europeo e di anelli di tenuta e guarnizioni
per pneumatica
4 01/06/2000 - 31/05/2003 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
CUCCU SRL SEDE/U.PROD. - Z.I. MACCHIAREDDU 4A
STRADA 09032 ASSEMINI (CA) - Sardegna
Scopo: Progettazione e produzione di profili estrusi per
serramenti in PVC e di serramenti in PVC
9191.MIL5 24/05/2000 - IMQ S.p.A.
DIWS SRL - VIA GALVANI 4 20080 OZZERO (MI) - Lombardia
Scopo: Prog. Produz. Vendita, assistenza tecnica cartelli
stradali e targhe veicolari, prodotti decorativi/ funzionali per
industrie automobil. e motocicl. Commerc. assistenza tecnica
di prodotti destinati alle industrie automobilistiche e
motociclistiche.
CERT-324-2001- 31/12/2001 - 09/11/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-FLR-
SINCERT
EATON FLUID Sede - Via A. Nicolodi, 31/33 57121 Livorno (LI) - Toscana
POWER S.r.l.
Divisione Eaton
Aeroquip
Scopo: Assemblaggio e commercializzazione di tubi flessibili
raccordati e componentistica idraulica mediante le attivit di
taglio, spellatura, raccordatura, collaudo e confezionamento
A.01.015 10/12/2001 - SGS ICS s.r.l.
ETHICON S.p.A. Sede Sociale e Direzione Generale - Via del Mare,
56 40 PRATICA DI MARE-POMEZIA (RM) - Lazio

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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di cateteri intravenosi, stiletti otturatori,
sistemi di drenaggio, tamponi ad uso chirurgico e kit
personalizzati. Servizi di sterilizzazione di dispositivi medici
impiantabili non attivi (stent coronarici).
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Sede - Viale del Lavoro, 98 36020 Ponte di Barbarano (VI) -
S.p.A. Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 94/96 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 90/92 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 100 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 73 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-VEN-

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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche

SINCERT

EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 6 36020 Ponte di


S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico

CERT-233-2001- 26/07/2001 - 19/07/2004 DNV Italia s.r.l.


AE-VEN-
SINCERT
EURO 3 PLAST Unit Produttiva - Viale del Lavoro, 102 36020 Ponte di
S.p.A. Barbarano (VI) - Veneto
Scopo: Produzione di ariticoli in materiale plastico per la
casa, il giardino, gli animali domestici e l'arredo mediante
stampaggio ad iniezione e rotazionale. Vendita di articoli
casalinghi in materiale plastico
A.01.007 13/06/2001 - SGS ICS s.r.l.
EUROPLAST di Sede Legale - Via Arcivescovo D'Ambrosio,
BATATGLIA 52 80040 POGGIOMARINO (NA) - Campania
ANTONIO & C.
s.a.s.
Scopo: Produzione e confezione di tovaglie in plastica.
A.01.007 13/06/2001 - SGS ICS s.r.l.
EUROPLAST di Stabilimento - Via Nappi, 39 80040 POGGIOMARINO (NA) -
BATATGLIA Campania
ANTONIO & C.
s.a.s.
Scopo: Produzione e confezione di tovaglie in plastica.
5 01/08/2000 - 31/07/2003 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
EVC - SEDE/U.PROD. - Z.I. MACCHIAREDDU GROGASTU - 3A
EUROPEAN STRADA 09032 ASSEMINI (CA) - Sardegna
VINYLS
CORPORATION
(ITALIA) DIV. PA
Scopo: Calandratura di PVC ed estrusione di PET
16 01/06/2001 - 31/05/2004 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
F.H.P. S.A.S. U. PROD. - VIA LEONARDO DA VINCI
20 20040 RONCELLO (MI) - Lombardia
Scopo: Produzione di articoli in materiale termoplastico
mediante stampaggio ad iniezione. Immagazzinamento e
logistica
AMB 020 12/02/2001 - 12/02/2004 CERTO
FAS S.P.A. sede legale e Stabilimento operativo - Via asse attrezzato,
216 -03013- FERENTINO (FR) - Lazio

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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di paraurti, spoiler, modanature, mobiletti,
tappi liquido freno ed accessori e verniciatura.
99-BRI-AE-0025 30/06/1999 - 15/06/2002 DNV Italia s.r.l.
FISEM S.r.l. Sede - Localit S. Calcagna 66020 Rocca S. Giovanni (CH) -
Abruzzo
Scopo: Produzione di selle e sedili per motocicli tramite le fasi
di: taglio, termo-formatura, stampaggio poliuretano.
Produzione di articoli in plastica tramite soffiaggio

99-BRI-AE-0025 30/06/1999 - 15/06/2002 DNV Italia s.r.l.


FISEM S.r.l. Unit Produttiva - Zona Industriale - Contrada
Saletti 66041 Atessa (CH) - Abruzzo
Scopo: Produzione di selle e sedili per motocicli tramite le fasi
di: taglio, termo-formatura, stampaggio poliuretano.
Produzione di articoli in plastica tramite soffiaggio
9 01/12/2000 - 30/11/2003 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
FLUORIL U.PROD. - VIALE EUROPA, 47 25036 PALAZZOLO
EUROPA SRL SULL'OGLIO (BS) - Lombardia
Scopo: Trasformazione e lavorazione di P.T.F.E.
CERT-253-2001- 25/09/2001 - 17/09/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-BOL-
SINCERT
G.F. S.r.l. Sede - Via Industria, 1 42015 Correggio (RE) - Emilia
Romagna
Scopo: Progettazione, produzione e commercializzazione di
articoli per il giardinaggio e lavaggio auto tramite fasi di:
stampaggio, assemblaggio e confezionamento
12 01/02/2001 - 31/01/2004 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
G.O.R. SPA SEDE/U.PROD. - VIA PINEROLO, 7 10060 BURIASCO (TO)
- Piemonte
Scopo: Estrusione di lastre in materiali plastici caricati con
fibre naturali
CERT-414-2002- 04/07/2002-25/06/2005 DNV Italia s.r.l.
AE-NPL
ICIMENDUE Srl Sede - Zona Industriale ASI Marcianise Sud 81025
Marcianise (CE) - Campania
Scopo: Produzione di imballaggi flessibili attraverso le fasi di
stampa rotocalco, laminazione e taglio
2356/1 30/06/1999 - CERTIQUALITY
INDUSTRIALESU Sede e Unit Operativa - ZONA INDUSTRIALE SAN NICOL
D S.P.A. A TORDINO 64100 TERAMO (TE) - Abruzzo
Scopo: Componenti per interni dei mezzi di trasporto.
13 01/02/2001 - 31/01/2004 Istituto Italiano

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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche

dei Plastici S.r.l.


ISI PLAST SPA SEDE/U.PROD. - VIA MODENA,
46 42015 CORREGGIO (RE) - Emilia Romagna
Scopo: Stampaggio ad iniezione e serigrafia di contenitori in
materiali termoplastici
CERT-079-2000- 07/04/2000 - 10/03/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-TRI-SINCERT
ITALPET Sede - Viale Azari, 110 28922 Verbania (VB) - Piemonte
PREFORME
S.p.A.
Scopo: Produzione di poliestere in stato amorfo, rigradato e
preforme in PET mediante le fasi di policondensazione allo
stato fuso e solido. Stampaggio ad iniezione di preforme PET

CERT-384-2002- 17/04/2002 - 12/03/2005 DNV Italia s.r.l.


AE-ROM-
SINCERT
M & G POLIMERI Sede - Via Morolense km, 10 03010 Patrica (FR) - Lazio
S.p.A.
Scopo: Produzione di resina tipo PET (polietilene e
tereftalato), amorfo e rigradato per packaging alimentare,
mediante le fasi di: preparazione pasta, esterificazione,
policondensazione, produzione granuli, cristallizzazione,
policondensazione allo stato solido
CERT-363-2002- 08/03/2002 - 12/11/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-BRI-SINCERT
MAGEL di Sede - Via del Commercio, n.c. 70018 Rutigliano (BA) -
BORRACCI Puglia
NICOLA & C.
S.a.s.
Scopo: Produzione di film e accessori in plastica per serre
destinate alla produzione di prodotti ortofrutticoli tramite le
fasi di estrusione e stampaggio
CERT-275-2001- 27/11/2001 - 25/10/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-BRI-SINCERT
MAR Plastica Sede - Zona Industriale, 43/a 66034 Lanciano (CH) - Abruzzo
S.r.l.
Scopo: Produzione di componenti in plastica stampati ad
iniezione per i settori industriali: motociclistico ed
automobilistico
4355 28/11/2001 - CERTIQUALITY
MARANGONI Sede e Unit Operativa - LOCALIT COLLE
TREAD S.P.A. BAIOCCO 03013 FERENTINO (FR) - Lazio
Scopo: Progettazione, produzione, commercializzazione ed
assistenza tecnica di materiali prestampati (anelli ringtread e
fasce wingtread-unitread -classico), materiali a caldo,
macchine, accessori vari per la ricostruzione dei pneumatici.
99-VEN-AE-0030 06/08/1999 - 20/07/2002 DNV Italia s.r.l.

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REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
MONPLAST S.r.l. Sede - Via dell' Industria,3 33086 Montereale Valcellina (PN)
- Friuli-V. Giulia
Scopo: Stampaggio ed assemblaggio di articoli in plastica per
irrigazione, giardinaggio ed enologia
CERT-057-99-AE- 27/12/1999 - 23/04/2005 DNV Italia s.r.l.
NPL-SINCERT
NUROLL S.p.A. Sede - Strada Conte 81052 Pignataro Maggiore (CE) -
Campania
Scopo: Produzione di film di Poliestere bi-orientato, mediante
le fasi di cristallizzazione, estrusione e stiraggio
CERT-130-2000- 14/12/2000 - 10/11/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-FLR-
SINCERT
PAN URANIA Sede - Via C. Colombo, 15/17/19 50021 Barberino Val
S.p.A. D'Elsa (FI) - Toscana
Scopo: Produzione in discontinuo di pannelli isolanti termici o
acustici, con rivestimento esterno in lamiera o vetroresina e
coibentaizone interna in schiuma poliuretanica iniettata in
lana di roccia e polistirene incollati

CERT-368-2002- 11/03/2002 - 25/01/2005 DNV Italia s.r.l.


AE-BRI-SINCERT
PELLICONI Sede - Contrada Saletti Z.I. 66041 Atessa (CH) - Abruzzo
ABRUZZO S.r.l.
Scopo: Produzione di fogli metallici litografati e tappi corona
mediante le fasi di verniciatura, stampa off-set, tranciatura e
applicazione guarnizione. Produzione di capsule in plastica
mediante stampaggio e decorazione
20 01/03/2002 - 28/02/2005 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
PLASTIC PUGLIA SEDE/U.PROD. - VIA A.MORO, 31 70043 MONOPOLI (BA) -
SRL Puglia
Scopo: Estrusione di tubi in PE e sistemi di irrigazione
22 27/03/2002 - 26/03/2005 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
PLASTICA ALFA SEDE/U.PROD. - Z.I. C.DA
SRL BALCHINO 95041 CALTAGIRONE (CT) - Sicilia
Scopo: Produzione di raccordi ed accessori in plastica per
termoidraulica, idraulica, irrigazione, giardinaggio
3389 13/12/2000 - CERTIQUALITY
POLYTEC SRL Sede e Unit Operativa - ZONA INDUSTRIALE STRADA
STATALE 407 BASENTANA 75012 BERNALDA (MT) -
Basilicata
Scopo: Produzione e vendita di profili strutturali mediante
estrusione di tecnopolimeri.
6 01/08/2000 - 31/07/2003 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
RADICI FILM SPA SEDE/U.PROD. - VIA E. FERMI, 46 33058 SAN GIORGIO DI
NOGARO (UD) - Friuli-V. Giulia

32 di 36
REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di film di polipropilene biorientato
4354 28/11/2001 - CERTIQUALITY
RTS Sede e Unit Operativa - LOCALIT LE
EQUIPMENTS LAME 03100 FROSINONE (FR) - Lazio
S.P.A.
Scopo: Produzione di materiali prestampati (fasce wingtread,
unitread, classico) per la ricostruzione dei pneumatici.
CERT-114-2000- 31/10/2000 - 25/09/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-BRI-SINCERT
SA.C.CO. S.r.l. Sede - Piazza Mazzini, 64 73100 Lecce (LE) - Puglia
Scopo: Produzione di preforme in P.E.T.
CERT-114-2000- 31/10/2000 - 25/09/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-BRI-SINCERT
SA.C.CO. S.r.l. Unit Produttiva - Contrada La Francesca 85028 Rionero in
Vulture (PZ) - Basilicata
Scopo: Produzione di preforme in P.E.T.
AMB 43 13/05/2002 - 13/05/2005 CERTO
SAFIPLAST Sede Legale e Stabilimento operativo Chivasso - Via Caluso,
S.P.A. 50 -10034- CHIVASSO (TO) - Piemonte
Scopo: Progettazione e fabbricazione di serbatoi carburante
per il settore automotive.
1 01/01/1999 - 18/02/2005 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
SAFTA SPA U.PROD. - VIA ARDA, 11 29100 PIACENZA (PC) - Emilia
Romagna
Scopo: Produzione di imballaggi flessibili, stampati rotocalco
e anonimi, per i settori alimentare, cosmetico/farmaceutico,
industriale. Estrusione di film di polietilene da accoppiamento
e allestimento degli impianti di stampa
AMB 25 29/05/2001 - 29/05/2004 CERTO
SIRIO SUD S.P.A. Stabilimento operativo - Zona Ind. Asi Pascarola -80023-
CAIVANO (NA) - Campania
Scopo: Fabbricazione di valvole di sicurezza per impianti di
alimentazione autoveicoli. Stamapggio a gas moulding ed
assemblaggio di componenti termoplastici. Fabbricazione di
componenti schiumati per interni ad uso autoveicolistico.
CERT-419-2002- 16/07/2002-04/07/2002 DNV Italia s.r.l.
AE-ROM-
SINCERT
SWISS PACK ST1 - Zona Industriale C.P.54 07046 Porto Torres (SS) -
MEDITERRANEA Sardegna
Srl
Scopo: Produzione di dispositivi gonfiabili per protezione e
stabilizzazione di carichi trasportati, realizzati in PELD e carta
KRAFT; produzione di imbracatura a perdere per la
movimentazione di carichi
CERT-159-2001- 05/02/2001 - 20/12/2003 DNV Italia s.r.l.
AE-CIA-SINCERT
TECNO BOX S.r.l. Sede - Via Galileo Galilei, 15 90044 Carini (PA) - Sicilia

33 di 36
REGIONE PIEMONTE
Il settore delle materie plastiche
Scopo: Produzione di vassoi in polistirolo espanso tramite
termoformatura e marcatura di prodotti per il
confezionamento
18 18/12/2001 - 17/12/2004 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
TECNO PLASTIC SEDE/U.PROD. - VIA FONTANELLE LOC.
SPA SARISSOLA 16012 BUSALLA (GE) - Liguria
Scopo: Stampaggio ad iniezione di raccordi e valvole in
materiali termoplastici
2520 22/09/1999 - CERTIQUALITY
TECNORESINE Sede e Unit Operativa - ZONA INDUSTRIALE FOSSO
ABRUZZESE SRL BIANCO 64012 CAMPOVALANO DI CAMPLI (TE) - Abruzzo
Scopo: Produzione e vendita di granuli di polivinilcloruro
(PVC) plastificato.
CERT-383-2002- 17/04/2002 - 26/03/2005 DNV Italia s.r.l.
AE-NPL-
SINCERT
TERMOPAIF Sede - Via Spineta Mare, Localit
S.p.A. Villani 84091 Battipaglia (SA) - Campania

Scopo: Produzione di articoli monouso per alimenti in


polistirene attraverso le fasi di estruzione e termoformatura
CERT-166-2001- 23/02/2001 - 22/01/2004 DNV Italia s.r.l.
AE-FLR-
SINCERT
TOSCO ESPANSI Sede - Loc. Cusona 53037 San Gimignano (SI) - Toscana
S.r.l.
Scopo: Produzione di imballaggi in polistirolo attraverso le
fasi di prespansione, stagionatura e stampaggio. Produzione
di cablaggi per apparecchiature elettriche attraverso le fasi di
taglio, sguainatura e aggraffaggio. Trasporto e recupero di
imballaggio in polistirolo stampato
3983 28/11/2001 - CERTIQUALITY
TRELLEBORG Sede e Unit Operativa - VIA NAZIONALE
WHEEL TIBURTINA,143 00010 VILLA ADRIANA (RM) - Lazio
SYSTEMS SPA
Scopo: Produzione, ricerca e sviluppo di pneumatici per
macchine agricole.
99-VEN-AE-0031 06/08/1999 - 20/07/2002 DNV Italia s.r.l.
UNIFLEX Sede - Via dell' Industria, 1 33086 Montereale Valcellina (PN)
UTILTIME S.p.A. - Friuli-V. Giulia
Scopo: Progettazione e vendita di sistemi per irrigazione ed
articoli per giardinaggio ed enologia
60321 30/08/1999 - 29/08/1902 BVQI Italia s.r.l.
VALPLASTIK SE - Via Mezzana 84030 TEGGIANO (SA) - Campania
SNC
Scopo: Produzione in conto terzi di sacchetti di polietilene ad
alta e bassa densita'.

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Il settore delle materie plastiche

AMB018 12/02/2001 - 12/02/2004 CERTO


VIMA / VIBAC Stabilimento operativo - Contrada Rivolta del Re - Zona
S.P.A. industriale -86039- Termoli (CB) - Molise
Scopo: Fabbricazione e commercializzazione di nastri adesivi
19 01/01/2002 - 31/12/2004 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
WAVIN SPA SEDE/U.PROD. - VIA BOCCALARA, 24 45030 SANTA
MARIA MADDALENA (RO) - Veneto
Scopo: Estrusione di tubi e stampaggio per iniezione di
raccordi e serbatoi in PE e PP
919.TES4 30/07/2002- IMQ Spa
TESA SPA - Sede - Via Cadorna 27 22070 Solbiate Concagno (CO) -
STABILIMENTO Lombardia
DI CONCAGNO
Scopo: Nastri adesivi, dielettrici, per cablaggi, per imballo,
mascheratura e protezione. Nastri doppio adesivo e per arti
grafiche. Nastri per uso domestico, scuola, ufficio
024 01/08/2002-31/07/2005 Istituto Italiano
dei Plastici S.r.l.
THERMOPLAST Sede/Unit produttiva - Via Perara 5/1 36040 Orgiano (VI) -
SPA Veneto
Scopo: Stampaggio ad iniezione di materie plastiche per
articoli tecnici e casalinghi

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Il settore delle materie plastiche

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate

IL PROCESSO PRODUTTIVO E LE
ATTIVIT AD ESSO ASSOCIATE

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
1 DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO

I polimeri possono essere in polvere, granuli, liquidi o in soluzioni; generalmente, la


materia prima viene utilizzata sotto forma di granuli. Essa deve possedere intrinsecamente
o per aggiunta di opportune sostanze delle caratteristiche plastiche perch possa
assumere morbidamente, senza screpolature e tendenza a frantumarsi, forme prestabilite
a seguito delle lavorazioni che verranno descritte successivamente.
Nel processo di trasformazione, le materie plastiche possono essere integrate da vari
prodotti in relazione alle caratteristiche richieste, a ragioni d'estetica, di costo o altro. Tali
additivi possono perfino giocare da protagonisti nel determinare le prestazioni delle
materie plastiche; nascono cos i compositi, utilizzati per imbarcazioni, caschi, auto ecc.
Le aggiunte possono essere:
- "cariche" costituite da materiali di rinforzo generalmente fibrosi (fibre aramidiche, di
carbonio o di vetro, ecc.);
- "filler" ossia riempitivi opacizzanti, semplici incrementanti della massa, deboli
rinforzanti e cos via;
- "ritardanti di fiamma" (sali d'ammonio, fosfati e polveri di particolari polimeri)
- "stabilizzanti" di tipo antiritardante, in genere antiossidante.
Coloranti e pigmenti, lubrificanti ed antinvecchianti sono esempi d'altri ingredienti
d'integrazione delle materie plastiche. Spesso i compositi plastici vengono forniti dalle
industrie produttrici delle resine in forma di polveri o granuli pronti per la lavorazione finale,
salvo aggiunta di particolari additivi.
La temperatura di impiego delle materie plastiche, per la produzione di manufatti, varia in
funzione della materia prima utilizzata: fra 150 e 170 C per i termoplastici pi usati (PE,
PET, PP, PS, PVC); temperature superiori a 220 C sono necessarie per alcuni polimeri
speciali.
I principali procedimenti che trasformano i polimeri in prodotti finali, utilizzando pressione e
calore, sono riportati nella tabella 1. Sommariamente si pu dire che la lavorazione delle
materie plastiche ricorre a tecniche varie a seconda del tipo di polimero impiegato e del
manufatto da confezionare. I metodi di lavorazione dipendono dalle propriet reologiche
del polimero trattato: cio dalla sua facilit di deformarsi senza perdere continuit, dalla
temperatura alla quale rammolisce e dalla sua stabilit termica in stato plastico. La natura
termoplastica o termoindurente del polimero consente di applicare varie tecnologie

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
concorrenti di messa in opera. Ogni metodo citato nella tabella 1.1 ammette numerose
varianti, al punto che si imposta una gamma di tecnologie servite da industrie medie e
piccole per lo pi specializzate nei vari rami.
Di seguito saranno descritti pi dettagliatamente i pi diffusi processi di trasformazione
della plastica.

Metodi Oggetti prodotti Tipi di resine Esempi di resine Procedimenti

Calandratura fogli rigidi e termoplastiche spesso PVC, polietileni ed altri Il materiale, per lo pi plastificato,
plastificati, finte pelli, su supporti polivinili viene fatto ingranare da una
passatoie e parati calandra e successivamente
bobinato.
Colata manufatti, pellicole, termoplastiche o Acriliche, PVC, La mescola polimerica o il polimero
rilievi scultorei, termoindurenti epossidiche, poliestere fluidi sono versati in stampo e
masse porose lasciati indurire.
Compressione ogni tipo di manufatto termoindurenti Poliesteri caricati, La polvere da stampaggio con le
di qualunque caricate fenoplasti, amminoplasti cariche vengono compresse in
dimensione stampo fino ad indurimento.

Espansione lastre soffici, materiali termoplastiche o Polistireni, poliuretani, Introduzione di gas e aria nella
isolanti, imbottiture termoindurenti PVC, amminoplasti resina in formazione o in messa in
opera. Introduzione di porofori, di
rigonfianti o di liquidi gassificabili.

Estrusione profilati, pellicole, termoplastiche e Polipropileni, PVC, Il materiale fuso viene forzato
tubi, lastre termoindurenti acriliche, ABS, poliammidi attraverso filiera che produce un
ritardate manufatto continuo.
Formatura per Senza soffiaggio si lascia
*immersione tute, guanti, corpi termoplastiche e Polimeri e copolimeri depositare e solidificare su
semplice e con cavi e pellicolari termoindurenti vinilici, PTFE sagoma compatta nella quale si
soffiaggio immessa il materiale viscoso ed
*estrusione e qualunque tipo di termoplastiche e Polietileni, polipropileni, emulsionato. Con soffiaggio si
iniezione con corpo cavo termoindurenti molto polistireni, PVC e loro lascia depositare su sagoma
soffiaggio (imballaggi) plastiche copolimeri forellata e si estrude o si inietta il
(BLOW materiale e poi gli si soffia aria per
MOLDING) farlo aderire alle pareti dello
stampo.

Iniezione manufatti un sagome termoplastiche e Acriliche, stireniche, Il polimero, termicamente


prestampate termoindurenti fenoplastiche e fluidificato, si inietta ad elevata
amminoplastiche pressione in stampo ove solidifica.

Rotazione corpi cavi di grandi termoplastiche polietileni, polivinili, Il materiale posto in stampo cavo
dimensioni poliesteri ruotante in forno fonde e per forza
centrifuga ricopre uniformemente
le pareti dello stampo.

Spalmatura fogli di rivestimento, termoplastiche o da Siliconi, amminoplasti, Per rullatura o pennelletura si


film vernicianti termoindurire dopo epossidiche, PVC rivestono le superfici.
applicazione L'indurimento risulta effetto
d'evaporazione di solventi o di
reticolazioni per termoindurenza.

Termoformatura fogli e pellicole termoplastiche Acriliche, poliuretaniche, Fogli e pellicole preformati e fatti
aderenti a ABS, PVC, polietilene rammollire aderiscono per
semilavorati soffiatura o aspirazione a stampi.

Tabella 1: Processi di trasformazione dei polimeri


(Fonte: "Chimica Industriale" Vol.II Eugenio Stocchi, Ed. Edisco)

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
1.1 Estrusione
Consiste nella trasformazione in continuo di materiale plastico riscaldato e spinto da una
vite senza fine, attraverso un ugello che d al materiale la sagoma richiesta e, che per
raffreddamento mediante acqua, assume la sua forma stabile (vedi figura 1.1). L'estruso
viene poi tirato lungo la direzione d'uscita per mezzo di rulli posti ad una certa distanza
dalla testa d'estrusione e tagliato in pezzi della lunghezza desiderata.
Grazie alla versatilit ed alla vastit d'impiego, l'estrusione ha una posizione preminente
tra le tecnologie di lavorazione dei materiali polimerici. L'estrusore praticamente una
pompa adatta a fondere e trasportare dei fluidi che hanno elevata viscosit. L'estrusore
pu produrre direttamente fili, bacchette, tubi, lastre ed altri oggetti di sezione uniforme, o
far parte di una apparecchiatura pi complessa. Pu essere composto da una sola vite
(monovite) o da due viti (bivite); negli estrusori bivite, le due viti possono o ruotare nello
stesso senso (questo se si devono realizzare pressioni molto elevate), o ruotare in senso
opposto (se si deve ottimizzare il mescolamento di pi componenti).
Nel diagramma 1 rappresentato il processo di estrusione.

1.2 Stampaggio
Le tecniche utilizzate nei processi di stampaggio sono di compressione, iniezione e
rotazione.
Nei processi di stampaggio il polimero fuso alimenta uno stampo di cui, per compressione
e raffreddamento, assume la forma desiderata. Lo stampaggio pu essere di diversi tipi:
- a compressione, per ottenere manufatti con caratteristiche meccaniche migliori e
omogenee (come per oggetti di forma complessa, quali prese e spine elettriche);
- a iniezione, per fare ad esempio contenitori, calzature, ruote dentate;
- rotazionale, che viene usato per manufatti come serbatoi, fusti, contenitori larghi e cavi.

1.2.1 Stampaggio ad iniezione


Fra le tecniche pi utilizzate vi lo stampaggio ad iniezione.
La prima fase del processo consiste nell'iniezione di polimero fuso all'interno di uno
stampo freddo. Lo strato pi esterno di polimero solidifica non appena a contatto con la
parete dello stampo; la zona solidificata avanza poi verso gli strati pi interni.

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate

Ricezione
materia prima
Polimeri e
Imballaggi
sostanze
accessorie
Miscelazione

Plastificazione

Estrusione

Acqua
Acqua Raffreddamento

Taglio

Inchiostri, nastri, Lavorazioni


tappi, ecc. accessorie

Cellophane, legno, Imballaggio e


carta spedizione

Impianto di
refrigerazione

Diagramma 1: Il processo di estrusione

Il processo di stampaggio ad iniezione costituito da una serie di operazioni che possono


essere schematizzate come segue (vedi diagramma 1):
- plastificazione (fusione) del polimero che, caricato sotto forma di granuli, viene portato
allo stato fuso e caricato da una vite plastificante in una camera di iniezione
- iniezione del polimero fuso in uno stampo che si trova al di sotto della temperatura di
solidificazione del polimero; l'impronta ricavata nello stampo deve ovviamente
comprendere oltre alla cavit avente la forma del manufatto anche i canali di
adduzione (iniezione) del fuso alla cavit
- mantenimento del polimero sotto pressione fin quando non avviene la solidificazione di
una sezione a monte del manufatto, cio nei canali di adduzione

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
- raffreddamento del manufatto fin quando la solidificazione avanzata sufficientemente
- apertura dello stampo ed estrazione del manufatto
Il processo rappresentato nel diagramma 2.

Ricezione
materia prima
Polimeri, materiale
recuperato, Imballaggi
sostanze
accessorie
Miscelazione

Plastificazione

Camera iniezione

Stampo e Acqua
Acqua
raffreddamento

Apertura ed
estrazione Materozze
stampo

Inchiostri, nastri, Lavorazioni


etichette, ecc. accessorie

Cellophane, legno, Imballaggio e


carta spedizione

Impianto di
refrigerazione

Sminuzzatore

Diagramma 2: Il processo di stampaggio ad iniezione

La successione di operazioni appena descritta viene eseguita su un'unica macchina


automatica ad azionamenti idraulici (pressa ad iniezione). Il tempo caratteristico per
l'esecuzione di un ciclo varia ovviamente da caso a caso, ma difficilmente superiore a
qualche minuto. La produttivit del processo molto elevata se si considera che uno
stampo pu contenere un numero elevato di impronte dello stesso manufatto.
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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
La macchina risulta costituita essenzialmente da due parti: il gruppo stampo con i
meccanismi di apertura, chiusura ed estrazione ed il gruppo di plastificazione-iniezione.
Per comprendere il funzionamento della macchina seguiamo il percorso del materiale al
suo interno.
In una prima fase la vite ruota spingendo in avanti il materiale solido che preleva dalla
tramoggia. Il cilindro che circonda la vite viene mantenuto, almeno nella zona terminale,
ad una temperatura maggiore di quella di fusione del materiale che fonde durante il suo
tragitto. La vite libera di traslare lungo il suo asse ed infatti indietreggia mentre il
polimero fuso si accumula nella camera di iniezione per effetto della rotazione della vite
stessa. Di solito, durante questa fase, viene applicata una leggera pressione sull'estremo
posteriore della vite (contropressione) provocando un rallentamento della sua traslazione
all'indietro. Il rallentamento della traslazione della vite connesso con una riduzione del
flusso netto di polimero nella vite e con un aumento del mescolamento dello stesso
durante la plastificazione.
Quando il volume di materiale accumulato nella camera di iniezione diventato sufficiente
per il riempimento dello stampo la vite smette di ruotare e viene utilizzata come un pistone
che spinge il materiale fuso facendolo fluire attraverso l'ugello nella cavit dello stampo.
Lo stampo costituito da una parte fissa e da una o pi parti mobili le quali vengono
allontanate automaticamente per estrarre il manufatto. Dall'ugello dell'estrusore il polimero
fuso entra prima nella parte fissa dello stampo in un canale a sezione circolare di raggio
crescente lungo la direzione del flusso detto materozza (o carota); a valle della materozza
il polimero viene a contatto anche con la parte mobile dello stampo. Prima di entrare nella
cavit (dove si forma il manufatto), il fuso percorre i canali di adduzione e un breve tratto di
sezione notevolmente minore detto apertura di entrata o gate; la sezione del gate
normalmente la prima a solidificare totalmente. Ci provoca l'isolamento della cavit a
valle dei canali di adduzione.
Finito il riempimento della cavit incomincia la fase di mantenimento che consiste nella
applicazione di una forza elevata sull'estremo posteriore della vite allo scopo di forzare
altro materiale fuso nella cavit e sottoporre il materiale a pressioni sufficientemente
elevate da compensare al ritiro connesso con il raffreddamento e la solidificazione.
Dopo la solidificazione del gate inizia la fase di raffreddamento, durante questa fase la
sola azione subita dal materiale appunto la sottrazione di calore ad opera dello stampo
freddo e dunque la solidificazione di tutto il manufatto.

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Completato il riempimento dello stampo la pressione cambia rapidamente di livello perch
inizia la fase di mantenimento; successivamente la pressione subisce variazioni graduali
connesse con il progressivo raffreddamento del polimero. Quando si ha solidificazione al
gate inizia la fase di raffreddamento durante la quale la pressione decresce pi
rapidamente. Il valore finale della pressione determinato dalla massa di polimero
presente in cavit al momento della solidificazione del gate.
Dopo il raffreddamento lo stampo viene aperto dai meccanismi idraulici della macchina ed
estrattori automatici staccano il manufatto dallo stampo.

a) b)

a) Stampaggio a iniezione
1 tramoggia; 2 cilindro; 3
coclea; 4 ugello; 5 stampo; 6
pistone

b) Estrusione
1 tramoggia; 2 coclea; 3
cilindro; 4 filiera

Figura 1: Stampaggio ad iniezione e formatura per estrusione

1.2.2 Stampaggio rotazionale


Il processo comincia caricando uno stampo cavo con materia plastica in polvere o liquida.
Lo stampo chiuso viene poi fatto ruotare in un ambiente riscaldato in modo che la materia
plastica possa fondere e depositarsi uniformemente su tutte le pareti. Successivamente lo
stampo viene raffreddato mantenendolo in rotazione in modo che la materia plastica
solidifichi conservando la forma interna dello stampo. Infine lo stampo viene aperto per
estrarre il pezzo e pu ripartire un nuovo ciclo.

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Il principale vantaggio dello stampaggio rotazionale consiste nel permettere di produrre
corpi cavi in un solo pezzo senza necessit di saldature. Inoltre questa tecnologia
permette di ottenere pezzi privi di tensioni interne, con una buona uniformit di spessore,
anche di grosse dimensioni con contorni molto complicati, anche con differenti finiture
superficiali (finta pelle, goffrature, ecc.) e con diversi tipi di inserti costampati. Infine, i costi
di investimento in attrezzature sono decisamente pi contenuti di quelli altre tecnologie.
Attualmente la maggior parte della produzione viene effettuata con polietilene lineare e
reticolato, pvc, polipropilene, poliammide, policarbonato. Tuttavia la continua ricerca di
nuovi materiali e tecnologie amplia ogni anno la gamma di polimeri che possono essere
efficacemente utilizzati nello stampaggio rotazionale.
Le applicazioni dello stampaggio rotazionale sono innumerevoli, ed in continua crescita
grazie alla maggiore conoscenza di questa tecnologia da parte di progettisti e produttori.
Non esiste settore in cui non trovi applicazione un prodotto stampato in rotazionale.
(Fonte: Associazione Italiana Stampaggio Rotazionale (AISR) www.stampaggiorotazionale.it)

1.3 Stampa con soffiaggio (Blow Molding)


Il Blow Molding un processo di trasformazione di materiali termoplastici che permette di
ottenere manufatti cavi finiti (diagramma 3).

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate

Ricezione
materia prima
Polimeri, materiale
recuperato, Imballaggi
sostanze
accessorie
Miscelazione

Plastificazione

Formazione
del parison

Intrappolamento
del parison nello
stampo

Soffiaggio e Acqua
Acqua
raffreddamento

Distacco sbavi e
apertura dello Materozze
stampo

Inchiostri, nastri, Lavorazioni


etichette, ecc. accessorie

Cellophane, legno, Imballaggio e


carta spedizione

Impianto di
refrigerazione

Sminuzzatore

Diagramma 3: Il processo di soffiaggio

I manufatti sono generalmente a parete sottile, con saldature limitate a zone molto ristrette
e comunque effettuate durante il processo; un tipico esempio di manufatti prodotti con
questa tecnica costituito dai flaconi in plastica che hanno saldature sul fondo ed
eventualmente altre saldature per la formazione dei manici.
Il momento centrale del processo consiste nell'intrappolamento di un tubo cavo, parison, in
polimero termoplastico all'interno di uno stampo. Il parison viene gonfiato con aria in
pressione fino a che viene in contatto con le pareti interne dello stampo freddo che fanno

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
solidificare il polimero. Dopo la solidificazione e l'eliminazione degli sbavi lo stampo viene
aperto ed il prodotto finito viene estratto.
Sono stati sviluppati diversi tipi di macchine per Blow Molding che possono essere
comunque raggruppate in due categorie a seconda che il parison venga ottenuto per
estrusione subito prima del gonfiaggio o precedentemente per stampaggio ad iniezione, in
tal caso ovviamente il parison (preforma) deve essere riscaldato prima di essere gonfiato.
I processi che ne derivano prendono il nome di Extrusion Blow Molding ed Injection-Blow
Molding e presentano differenze che rendono preferibile l'uso dell'uno o dell'altro a
seconda della forma del pezzo, del materiale usato e della qualit desiderata. In
particolare il processo per Injection Blow Molding presenta maggiore controllo sulla qualit
dei prodotti, possibilit di processare materiali aventi viscosit molto bassa, ma richiede
due operazioni che si effettuano abitualmente in macchine diverse con costi degli stampi e
tempi di ciclo globalmente pi alti.
L'Extrusion Blow Molding fa spesso uso della estrusione intermittente con testa di
accumulo per poter processare anche materiali con bassa viscosit e per la preparazione
di parison di maggiori dimensioni.

1.4 Termoformatura
La termoformatura una tecnologia di stampaggio delle materie plastiche che rappresenta
una valida alternativa ad altre tecniche per la realizzazione di svariate tipologie di prodotto
in numerosi settori
I vantaggi principali sono :
a. Facilit di realizzazione di forme anche complesse con costi ridotti delle attrezzature di
produzione;
b. Tempi ridotti di progettazione e sviluppo di stampi, prototipi e produzione finale;
c. Elevata qualit dei materiali, sia come caratteristiche fisiche che come finitura
superficiale, migliori rispetto ad altre tecniche.
Il processo di termoformatura pu essere realizzato impiegando tre tecniche fondamentali
che sono:
- Formatura a vuoto (Vacuum forming)
- Formatura ad alta pressione (High pressure forming)
- Formatura a lastra doppia (Twin sheet forming)

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
In generale, nei processi di formatura (diagramma 4) si utilizzano lastre di materiale
termoplastico che vengono riscaldate mediante lampade ceramiche, al quarzo o alogene
fino ad essere malleabili, ma al di sotto della temperatura di fusione. A questo punto, le
lastre vengono allungate, portate sullo stampo e mantenute in posizione fino al
raffreddamento al di sotto della temperatura di distorsione. In tutti i processi di
termoformatura fondamentale che la condizione di vuoto e/o l'aria compressa (che
permettono di eliminare l'aria presente) rimangano sul pezzo fino al raffreddamento al di
sotto della temperatura di distorsione.
Le fasi finali prevedono l'eliminazione dei bordi e le eventuali decorazioni.
Lastre di
Ricezione
materiale Imballaggi
materia prima
termoplastico

Riscaldamento

Posizionamento
sullo stampo e
formatura

Raffreddamento

Eliminazione
Materozze
dei bordi

Inchiostri, nastri, Lavorazioni


etichette, ecc. accessorie

Cellophane, legno, Imballaggio e


carta spedizione

Diagramma 4: Il processo di termoformatura

1.4.1 Formatura a vuoto (Vacuum forming)


Il metodo di formatura pi conosciuto quello a vuoto. La distribuzione del materiale con
questo metodo dipende enormemente dalle seguenti variabili:
- Riscaldamento uniforme della lastra
- Temperatura dello stampo e tipo di materiale
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- Velocit di evacuazione dell'aria
Pi lo stampo caldo e pi veloce l'evacuazione o la pressione dell'aria, migliore la
distribuzione del materiale. Il superamento della temperatura di lavorazione deve essere
evitato.

Figura 2 Formatura a vuoto

1.4.2 Formatura ad alta pressione (High pressure forming)


Il processo di formatura a pressione deriva dal metodo di termoformatura tradizionale, ma
l'aspirazione a vuoto avviene con l'applicazione di ulteriore pressione, che spinge il
materiale a diretto contatto con la superficie dello stampo dove esso raffredda e solidifica.
La pressione positiva, fino a 10 bar, permette di dare al materiale la forma e l'aspetto
desiderati nella maniera pi accurata, con cura di dettagli pari a quella ottenuta per
stampaggio a iniezione. E' anche possibile ottenere una formatura profonda con un buon
controllo dello spessore del prodotto finito.
In confronto al metodo di termoformatura tradizionale quello ad alta pressione consente di
definire linee ben marcate, angoli e sottosquadra, nonch di produrre una finitura
superficiale di qualit. La migliore distribuzione del materiale fa s che possano essere
prodotte parti con imbutitura. Possono essere impiegati molti tipi di polimeri, dagli stirenici
ai polimeri ad alto rendimento, come ABS, PC, PCT, PMMA.
La precisione del processo di lavorazione ad alta pressione rende possibile la creazione di
un'enorme variet di componenti, anche i pi complessi. A differenza dello stampaggio a
iniezione, la temperatura del materiale pu essere facilmente controllata, evitando cos
rischi di degradazione. Inoltre vengono impiegati stampi ad un solo lato, che possono
essere fatti in resina, leghe metalliche, alluminio od acciaio, a seconda del tipo di
definizione richiesta.

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Il prezzo unitario per la produzione di piccoli lotti basso grazie al costo contenuto degli
stampi, in particolare nel caso di componenti di grandi dimensioni. La modifica degli
stampi abbastanza economica, il che facilita lo sviluppo di componenti non complessi.

Figura 3: Formatura ad alta pressione

1.4.3 Formatura a lastra doppia (Twin Sheet Forming)


In questo processo di lavorazione vengono usate due lastre di materiale per creare una
parte cava. E' possibile anche inserire fra le due lastre del metallo, del legno, della gomma
piuma od altro mentre il componente a lastra doppia raffredda nello stampo.
Nella formatura a lastra doppia due lastre di materiale plastico vengono riscaldate alla
temperatura di lavorazione all'interno di telai di sostegno, il che consente l'uso di un
riscaldatore a sandwich per ogni lastra. Vengono montati due stampi opposti su piastre
mobili dotate di dispositivo per l'applicazione del vuoto e della pressione. Le due lastre
riscaldate vengono portate nella stazione di formatura tra i due stampi opposti. Gli stampi
vengono compressi sulle lastre a temperatura di lavorazione, con i bordi combacianti che
le tengono ferme. La pressione dei due stampi che comprimono le lastre a quel punto le
lega insieme in modo perfetto, analogamente a quanto avviene in termosaldatura a
pressione. E' importante che le superfici delle lastre da saldare insieme si trovino alla
temperatura di formatura, o anche al di sopra di essa. Se lo si desidera, a questo punto
qualsiasi altra porzione delle due met pu essere saldata insieme dagli stampi
combacianti. Su ambedue le parti viene creato il vuoto e viene introdotta aria compressa
tra le due lastre per completarne la forma mentre gli stampi combaciano.

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Figura 4: Formatura a lastra doppia

1.5 Lavorazioni accessorie


Una volta che il prodotto plastico stato formato pu subire alcune lavorazioni accessorie,
fra le quali quelle di tipo decorativo. Di seguito sono descritte le attivit accessorie pi
diffuse.

1.5.1 Serigrafia
E' un procedimento di stampa a colori in cui si fa passare l'inchiostro attraverso un tessuto
a trama rada (in fibra metallica o sintetica) fissato ad un telaio di legno e reso
impermeabile nelle parti che non devono essere stampate.
Nella stampa serigrafica pu venire impiegato quasi ogni tipo di tintura, inchiostro, pasta o
colorante liquido. Essa permette di depositare, senza alcuna difficolt, un rivestimento di
inchiostro di vario spessore su quasi ogni materiale.
In confronto agli altri sistemi di stampa, quello serigrafico consente di ottenere un deposito
di inchiostro variabile a seconda delle esigenze di lavorazione. Nella maggior parte delle
sue applicazioni in ambito industriale e grafico, infatti, lo spessore del film di inchiostro
essiccato risulta di 5-7 micron, sebbene possa essere accresciuto fino a 100 micron. La
stampa serigrafica economicamente conveniente per cicli di funzionamento sia brevi sia
lunghi, dato questo che le conferisce una grande flessibilit di impiego.

1.5.2 Litografia
La litografia occupa una posizione di assoluto rilievo nel settore della stampa industriale.
Le sue principali prerogative riguardano leccezionale qualit grafica e il costo
decisamente contenuto.
Il tipo di stampa in oggetto necessita di una pressa con unit multiple (fino a 6), un
dispositivo ausiliario per la laccatura e un sistema di asciugatura UV.

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1.5.3 Stampa a caldo
Questa tecnica avviene con la pressione di una matrice sull'oggetto da stampare: il
risultato ottenibile potr essere in rilievo o di sfondo a seconda della richiesta. inoltre
possibile ottenere il colore frapponendo tra la matrice e l'oggetto un nastro che con il
calore e la pressione lascia l'impronta.
La stampa a caldo (oro, argento, colori e rilievo) richiede una particolare cura e precisione.

1.5.4 Tampografia
Il metodo tampografico permette di stampare tramite trasferimento a tampone su oggetti
concavi e convessi. Questo tipo di stampa avviene per trasferimento dell'immagine dalla
matrice all'oggetto tramite un tampone in silicone che funziona come un timbro. Il grande
vantaggio di questo sistema rispetto ad altri quello di essere rapido, dunque economico.
Per la sua estrema duttilit, la tampografia trova applicazione nei pi svariati settori
merceologici, soprattutto nei prodotti industriali d'avanguardia. Questa tecnica di stampa
specificatamente adatta alla stampa di oggetti plastici di piccole dimensioni.

1.5.5 Metallizzazione
Con il termine metallizzazione si intende genericamente il rivestimento di un substrato con
un sottile film di metallo (per lo pi alluminio) per aumentare la barriera agli aeriformi e
renderlo non trasparente alla luce. La tecnica conosciuta da molto tempo, ma solo negli
ultimi anni stata migliorata al punto da rendere l'operazione interessante anche sotto il
profilo funzionale e non solo estetico. Si tratta generalmente di un processo discontinuo
nel quale il materiale da rivestire viene fatto scorrere al di sopra di un crogiolo1 contenente
il metallo fuso, in una camera mantenuta a bassissimi valori di pressione; il metallo in
queste condizioni evapora e ricondensa sul materiale.
L'alluminio e gli altri metalli depositati svolgono funzioni propriamente estetiche e
funzionali. Si stima che l'80% delle applicazioni della metallizzazione siano
fondamentalmente estetiche, ma crescono rapidamente anche le applicazioni di tipo
funzionale.

1
recipiente tronco-conico o emisferico di materiale refrattario in cui si compiono reazioni chimiche o si
fondono metalli.
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1.5.6 Laserizzazione
Il laser pu essere utilizzato sia per le operazioni di taglio sia per quelle di marcatura.
La marcatura laser consente di incidere, mediante un fascio di luce convogliata su una
superficie, l'immagine o la scritta desiderata; esso un processo termico che sfrutta il
calore generato da un raggio di luce coerente ad alta intensit per alterare la superficie del
materiale da marcare.
Questa tecnologia ormai ampiamente diffusa grazie a un certo numero di vantaggi
rispetto ad altre tecniche pi tradizionali tra i quali si pu citare: la versatilit, l'inalterabilit
del risultato, l'elevata definizione della marcatura, l'assenza di contatto tra utensile e
pezzo, l'efficienza, l'assenza di impatto ambientale, la facilit di inserimento in linea etc.
La realizzazione di una buona marcatura richiede accurate considerazioni riguardo alla
tipologia di laser impiegato, alle propriet del materiale da marcare e alle caratteristiche
estetiche e fisiche desiderate.
Il taglio laser pu essere impiegato per una vasta gamma di materiali sia morbidi che
rigidi. I pi evidenti vantaggi del taglio laser sono: assenza di contatto dellutensile,
devastazione minima del materiale, assenza di utensili taglio di qualit superiore,
flessibilit delle applicazioni.

1.5.7 Sterilizzazione
Per il mercato dei presidi medico-chirurgici, la sicurezza dei prodotti rappresenta una
condizione assolutamente imprescindibile. Pertanto, la maggior parte dei prodotti in
plastica ad uso medico-chirurgico deve essere in grado di sostenere impegnative
sollecitazioni termiche o fisiche imposte dai comuni protocolli di sterilizzazione: trattamenti
in autoclave (calore umido a 120C), con ossido di etilene, e irraggiamento (radiazioni
ionizzanti. Inoltre, il confezionamento di questi prodotti avviene in genere sotto forma di
blister. Il blister un sistema di confezionamento su base di cartoncino dove viene
termosaldato un film trasparente semirigido che pu avere varie forme , ma che comunque
racchiude al suo interno il prodotto; questo tipo di confezione importante poich
permeabile al processo di sterilizzazione.

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2 DESCRIZIONE DELLE ATTIVIT TECNOLOGICHE ED ACCESSORIE

2.1 Impianti tecnologici

Questa sezione presenta gli impianti, i dispositivi, le macchine che agevolano lo


svolgimento delle attivit produttive sopra descritte; la loro presenza non tuttavia
strettamente necessaria alla realizzazione dei processi.

2.1.1 Impianto centralizzato della materia prima


Un sistema automatico di trattamento, distribuzione e adduzione delle diverse materie
prime a ciascuna macchina permette di ottenere i seguenti risultati:
! Raggruppamento di tutti i punti di carico del materiale in un unico posto.
Raggruppando lalimentazione delle macchine in una posizione ben definita allinterno
del magazzino materie prime si ottengono i seguenti risultati:
eliminazione della movimentazione e dello stoccaggio di fusti, sacchi, ecc.
allinterno del reparto produttivo con riduzione dei costi logistici di mezzi e
personale;
riduzione dei pericoli a persone e cose connessi ad ingombri di materiale sul lay-
out;
riduzione dei pericoli a persone e cose connessi ad un traffico crescente e
congestionato di muletti in reparto;
possibilit di un effettivo controllo da parte di personale qualificato sulla qualit e
sullidoneit del materiale che viene lavorato alle macchine;
possibilit di una effettiva e puntuale contabilit industriale sulle quantit di
materiale effettivamente avviate alla produzione in un preciso istante, in modo da
poter lavorare sempre di pi in unottica di riduzione delle scorte e degli sprechi;
responsabilizzazione e crescita professionale di figure con competenze pi estese
e gratificanti rispetto ai semplici carrellisti o magazzinieri
! Trattamento termico di deumidificazione centralizzato delle materie prime tramite
deumidificatori e sistema software che modula il riscaldamento del materiale in base
alla portata in massa realmente prelevata da ciascuna pressa.
Questo sistema permette di :

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evitare lingombro che darebbero gli impianti di deumidificazione posizionati nel
reparto produttivo vicino ad ogni pressa, con recupero di spazio utile alla
produzione;
razionalizzare la quantit di materiale trattato in modo da deumidificare solo quello
che viene utilizzato entro breve tempo senza alterarne le caratteristiche per una
prolungata esposizione allaria calda;
conseguire un notevole risparmio di energia elettrica per un suo pi razionale
sfruttamento tramite la sostituzione di numerosi deumidificatori esistenti con
apparecchi centralizzati;
adottare un sistema software di modulazione/monitorizzazione della temperatura e
del tempo di permanenza del materiale che garantisce un notevole risparmio di
energia aggiuntivo perch si va a produrre calore in funzione della quantit e della
reale temperatura del materiale da trattare;
! Centraline di smistamento automatico dei materiali ai macchinari.
La presenza di una centralina automatica di smistamento dei materiali ad ogni singola
macchina consente ad un responsabile, tramite un monitor, di assicurare la corretta
alimentazione del reparto produttivo, evitando cos errori di caricamento in macchina
di materiale non idoneo a quella particolare lavorazione da parte di operatori non
esperti.

2.1.2 Carrelli a guida laser completamente automatizzati (LGV)


L'utilizzo dei veicoli a guida automatica sicuramente la soluzione ideale per ottimizzare
la logistica dei trasporti interni in qualsiasi ambiente industriale. Questi veicoli risolvono il
problema di opere fisse (binari) e strutture meccaniche accessorie dal momento che
richiedono semplicemente l'installazione di piccole superfici riflettenti per consentire alle
testate laser, che guidano i veicoli, di verificare costantemente traiettoria e posizione. La
massima flessibilit garantita dal fatto che lo studio ed il dimensionamento dell'impianto
avvengono in laboratorio attraverso un sistema di simulazione, con il quale si verificano
lay-out, traiettorie, numero di missioni eseguibili e numero di veicoli necessari. L'impianto
completamente monitorato da un sistema di supervisione che permette di verificare in
tempo reale tutte le situazioni operative e di parcheggio e che riconosce automaticamente
i dati inerenti alle statistiche di produzione. In questo modo possibile ridurre l'intervento

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umano a minime funzioni di controllo ed ottimizzare i flussi di produzione. L'utilizzo di LGV
comporta quindi la riduzione dei costi di installazione e la creazione di un ambiente
lavorativo sicuro, strutturato in modo semplice e lineare, con un basso grado di
inquinamento acustico.
Il software mostra a video il layout completo dell'impianto con la rappresentazione grafica
delle varie macchine servite, e in tempo reale la posizione degli stessi LGV in movimento.
Oltre al layout, vengono visualizzate le varie "Piazze" di lavoro che attraverso vari colori
danno l'idea immediata dello stato di magazzini, aree carico e scarico, situazioni di allarme
dei carrelli o degli impianti stessi del sistema.
Questi carrelli permettono inoltre di conseguire i seguenti risultati:
estrema versatilit di carico e di movimentazione delle pi diverse tipologie di unit di
carico richieste specificatamente dai clienti perch conformi ai loro standard aziendali;
altissimo rendimento orario nella movimentazione delle merci, con conseguente
snellimento del parco macchine circolante e riduzione degli spazi inutilizzabili nel
reparto produzione concentrazione di tutto il traffico circolante su percorsi preordinati
con possibilit di maggiore protezione del personale presente in reparto;
eliminazione dei depositi intermedi di materiale, previsti o occasionali, che ingombrano
inutilmente il lay-out produttivo e che sono sovente causa di incidenti
abbattimento dei danni a persone e cose dovuti allimperizia o alla distrazione degli
operatori addetti alla movimentazione
continua rintracciabilit del materiale anche durante le operazioni di movimentazione
con un lettore di codice a barre posizionato su ogni carrello LGV;
riduzione dei costi di movimentazione del materiale grazie ad una maggiore efficienza,
in quanto il percorso pi vantaggioso pu essere calcolato dal software di gestione del
sistema, con una conseguente riduzione del numero di carrelli necessari e del tempo
medio di attesa;

2.1.3 Magazzino automatizzato


Il magazzino automatizzato prodotto finito governato dai computer in tempo reale in
funzione delle richieste dei clienti. Il software riceve gli ordini in entrata, rileva le
disponibilit elaborando il programma per produrre quanto manca, trasmette i comandi alle
macchine e le gru scorrono nel magazzino, caricando le casse con i pezzi richiesti. Ai

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
dipendenti non viene richiesta fatica fisica n una particolare abilit manuale, ma la
capacit di controllare i processi rilevando gli eventuali problemi.
Il magazzino automatizzato un esempio di produzione sempre pi legata al mercato, con
la necessit di eliminare le giacenze per adattare i ritmi al variare della domanda. Il
funzionamento il seguente: loperatore controlla sul monitor lesecuzione dellordine, e in
ogni istante, con un clic del mouse, pu verificare giacenze, stato dellesecuzione e
tipologia del prodotto richiesto.
Nei corridoi del magazzino, guidate da raggi laser, gigantesche gru si posizionano di
fianco agli scaffali - alti alcuni metri - e in silenzio infilano le pale tra le assi sui quali sono
appoggiate le casse a scomparti che contengono i pezzi richiesti.

2.1.4 Impianto refrigerazione acqua


L'impianto di refrigerazione dell'acqua utilizza gruppi frigoriferi per la produzione di acqua
fredda necessaria al raffreddamento degli stampi.
Per la generazione dell'acqua refrigerata, necessaria per il ciclo produttivo, la scelta
ecologicamente pi valida ricade sui gruppi frigoriferi ad assorbimento i quali usano
refrigeranti naturali ed ecologici e che sono estremamente duraturi ed affidabili in virt del
limitatissimo numero di parti in moto che li caratterizzano (solo una o due pompe). Infatti, a
causa delle attuali limitazioni ed il futuro bando dell'R22 e dei CFC opportuno
provvedere alla sostituzione dei refrigeratori a base di CFC o R22 o all'impianto ex-novo di
apparecchiature alimentate a CFC idrogenati, meno nocivi per la fascia di ozono, o
preferibilmente con ammoniaca o acqua.

2.2 Attivit accessorie


Al fine di dare una descrizione completa di tutte le attivit che possono interagire con
l'ambiente esterno, sono state di seguito elencate le attivit non direttamente collegate al
ciclo produttivo:
Ricevimento e stoccaggio materie prime
Movimentazione materiali. La movimentazione dei materiali all'interno dello
stabilimento avviene per mezzo di carrelli elevatori e nastri trasportatori.
Uffici (normali attivit di gestione)

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate
Manutenzione La manutenzione ordinaria degli impianti tecnologici svolta da
personale interno appositamente formato o affidata a fornitori esterni. La manutenzione
straordinaria appaltata a ditte esterne.
Pulizia La pulizia degli uffici generalmente affidata a un'impresa esterna; quella dello
stabilimento effettuata dal personale interno all'azienda.
Stoccaggio rifiuti Lo stoccaggio avviene in apposite aree pavimentate.

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Il processo produttivo e le attivit ad esso associate

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Materia prima impiegata

MATERIE PRIME IMPIEGATE

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Materia prima impiegata

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Materia prima impiegata
MATERIA PRIMA IMPIEGATA

La plastica nasce da risorse naturali: carbone, sale comune, gas e soprattutto petrolio di
cui la produzione mondiale di materie plastiche assorbe circa il 4% annuo. Il processo
industriale di trattamento del petrolio per ottenerne derivati detto cracking. Con tale
processo si ottiene la rottura delle catene lunghe delle molecole di idrocarburi, da cui si
ottengono prodotti come la frazione della Virgin Nafta, utilizzata per la produzione di
monomeri quali etilene e propilene.
Per produrre la plastica si utilizzano essenzialmente due processi: il processo di
polimerizzazione e il processo di policondensazione, entrambi i processi avvengono in
presenza di specifici catalizzatori. Nella polimerizzazione i monomeri (quali l'etilene e il
propilene) vengono riaccorpati e legati in lunghe catene. Si ottengono cos i polimeri,
ciascuno dei quali ha propriet, struttura e dimensione diverse in funzione dei differenti tipi
di monomeri di base.
Nella policondensazione, che ad esempio serve per produrre il PET (polietilentereftalato),
lunione dei monomeri invece favorita eliminando le molecole che si formano nella
reazione, quali acqua e metanolo.
Le materie plastiche pi utilizzate derivano prevalentemente da quattro prodotti chimici di
base, a loro volta derivati dal petrolio: l'etilene, il propilene, il butadiene e lo stirene.
Le plastiche si dividono in due grandi famiglie: Termoplastiche e Termoindurenti. Le prime
vengono formate col calore ma non ne viene modificata la struttura e, quindi, sono tali da
poter essere rimodellate utilizzando il calore.
Quelle termoindurenti, invece, prendono forma con il calore che per ne modifica in modo
irreversibile la struttura chimica e, pertanto, non possono pi essere rammollite e dunque
eventualmente riutilizzate.
Nella seguente tabella sono riportati tutti i polimeri, divisi per famiglie.

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Materia prima impiegata
TERMOPLASTICHE TERMOINDURENTI

ACRILONITRILE-BUTADIENE-STIRENE POLIESTERI INSATURI - UP


ABS POLIURETANI PU
POLIACETALI - POM RESINE ALCHIDICHE
POLIAMMIDI - PA RESINE ALLILICHE - DAP
POLIBUTILENTEREFTALATO - PBT RESINE EPOSSIDICHE - EP
POLICARBONATO PC RESINE FENOLICHE - FENOPLASTI - PF
POLIFENILEOSSIDO - PPO RESINE FURANICHE
POLIETILENE o POLITENE PE RESINA MELAMINICA - MF
POLIFENILSOLFURO - PPS RESINA UREICA - UR
POLIETILENTEREFTALATO PET POLITETRAFLUOROETILENE PTFE (Teflon)
POLIISOBUTILENE PIB
POLIVINILIDENCLORURO - PVDC
POLIMETILMETACRILATO PMMA
POLIVINILIDENCLORURO CLORURATO -
CPVDC
POLIPROPILENE PP
POLIVINILIDENFLUORURO - PVDF
POLISOLFONE - PSU
POLISTIRENE o POLISTIROLO - PS
POLISTIRENE ESPANSO - EPS
TERPOLIMERO ACRILONITRILE STIRENE
ESTERE ACRILICO - ASA
POLIVINILACETATI PVA
TERPOLIMERO: METILMETACRILATO
BUTADIENE STIRENE - MBS
POLIVINILCLORURO PVC
POLIURETANI PU
ACETATO DI CELLULOSA CA
COPOLIMERO STIRENE ACRILONITRILE
SAN
ETILENVINIL ACETATO EVA

Tabella 1: Polimeri (Fonte: www.plastica.it)

1. Termoplastiche

acrilonitrile-butadiene-stirene - abs
Ottenuto per copolimerizzazione di acrilonitrile, butadiene e stirene. Utilizzato per la
produzione di manufatti particolarmente resistenti all'urto quali valige, piccoli e grandi

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Materia prima impiegata
elettrodomestici, chassis per apparecchiature elettrico/elettroniche, telefoni, accessori nel
settore automobilistico. Viene anche miscelato con PVC
poliacetali - pom
Ottenuti per polimerizzazione di aldeide formica. Utilizzato prevalentemente nella
produzione della meccanica fine.
poliammidi - pa
Ottenuti dalla reazione fra diammine e acidi bibasici o fra lattami e amminoacidi. Utilizzato
per la produzione di fibre sintetiche (nylon), per masse da stampaggio nell'industria
meccanica, nella produzione di film per l'imballaggio flessibile di prodotti alimentari.
polibutilentereftalato - pbt
Ottenuto per condensazione dell'acido tereftalico con butilenglicole. E' utilizzato nelle
costruzioni meccaniche ed elettrotecniche, rinforzato con fibre di vetro.
policarbonato - pc
Ottenuto per reazione di bisfenolo e fosgene. Utilizzato per manufatti trasparenti, caschi
protettivi, componenti per auto.
polifenilenossido - ppo
E un polimero di policondensazione di tipo polietere aromatico del 2,6 metilfenolo. Resiste
alla temperatura di esercizio di 175C e conserva le sue caratteristiche meccaniche tra
40 e +120C. Utilizzato in una serie di settori tecnici dove sono richieste elevate
caratteristiche meccaniche a temperatura elevata: elettrico, elettronico, medicale, trasporti,
elettrodomestico, industriale.
polietilene o politene - pe
Scoperto da Gibson e Fawcett nel 1935 e ottenuto per polimerizzazione dell'etilene.
Differenziando il processo di polimerizzazione si pu ottenere: LDPE (PE a bassa densit)
per la produzione di film, casalinghi, giocattoli, contenitori, tubazioni; LLDPE (PE lineare a
bassa densit) per la produzione di film; HDPE (PE ad alta densit) per la produzione di
cassette e cassoni industriali, flaconi, contenitori per liquidi, serbatoi per carburanti e
tubazioni per il trasporto di gas ed acqua a pressione.
polifenilensolfuro - pps
Ottenuto trattando il paradiclorobenzene con il solfuro di sodio in presenza di solventi.
Resiste alla temperatura di 190C in continuo, con punte di 230/260C. E caratterizzato
da elevate inerzia chimica e rigidit. Utilizzato in numerose applicazioni tecniche in campo

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Materia prima impiegata
elettrico, elettronico, fotografico, aereonautico, meccanico e nella fabbricazione di
particolari elettrodomestici.
polietilentereftalato - pet
Ottenuto per condensazione dell'acido tereftalico con glicoletilenico. Utilizzato per la
produzione di contenitori per liquidi, supporti per pellicole fotografiche, tappeti, buste
multistrato per cibi precotti, nastri per audio e video cassette.
poliisobutilene - pib
Il poliisobutilene un polimero saturo termoplastico. E caratterizzato da eccellenti
propriet dielettriche. E resistente agli acidi, alle basi ed insolubile negli alcoli, nei
chetoni e negli eteri. I tipi oleosi vengono impiegati nel settore degli adesivi, come olio per
condensatori e trasformatori e come regolatore della viscosit negli oli per motori. I tipi
semisolidi vengono utilizzati come impermeabilizzanti di supporti in tessuto. Le lastre di
PIB servono come rivestimenti di serbatoi.
polivinilidencloruro - pvdc
Ottenuto per polimerizzazione del cloruro di polivinilidene (policloruro di vinilidene). Viene
utilizzato prevalentemente sotto forma di soluzione e di emulsione acquosa per il
rivestimento barriera a vapore dacqua, gas ed aromi, di film da imballaggio di varia
composizione.
polimetilmetacrilato - pmma
Ottenuto per polimerizzazione dell'acido metacrilico. Viene utilizzato per la produzione di
lastre trasparenti, lastre per coperture, insegne luminose e per apparecchiature ottiche.
polivinilidencloruro clorurato - cpvdc
Ottenuto per clorurazione del cloruro di polivinile. E caratterizzato da una termoresistenza
superiore a quella del PVC di circa 30C. Utilizzato nella produzione di lastre, tubi,
raccordi, parti di pompe ed altri articoli tecnici. Trova impiego anche nel settore tessile e in
quello degli adesivi.
polipropilene - pp
Ottenuto per polimerizzazione del propilene. Utilizzato per la produzione di componenti per
auto, tubazioni, arredamento, casalinghi, film per imballaggi, tubi termoidraulici per
impianti di riscaldamento.
polivinilidenfluoruro - pvdf
Ottenuto per polimerizzazione del fluoruro di vinilidene, caratterizzato da unelevata
inerzia chimica accompagnata da eccellenti doti di rigidit e termoresistenza. E utilizzato

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Materia prima impiegata
nellindustria chimica con temperature di esercizio fino a 120C. Per le sue caratteristiche
piezoelettriche trova applicazione nei settori elettrico ed elettronico.
polisolfoni - psu
Ottenuti per reazione fra difenileteri e difenilsolfoni. Utilizzato per apparecchiature che
devono subire trattamenti a temperature superiori a 150/180C, fino a 250C per un tipo
particolare.
polistirene o polistirolo - ps
Ottenuto dalla polimerizzazione dello stirene. Nelle versioni cristallo o antiurto viene
largamente usato nella produzione di imballaggi, articoli per uso domestico, grandi e
piccoli elettrodomestici, giocattoli, elettronica di consumo.
polistirene espanso - eps
Ottenuto dalla polimerizzazione dello stirene in presenza di un agente espandente. Una
volta espanso si presenta come materiale molto leggero, utilizzato prevalentemente
nell'imballaggio, nell'isolamento e alleggerimento di strutture nell'edilizia, nella produzione
di calotte interne per caschi di protezione.
terpolimero acrilonitrile - stirene - estere acrilico - asa
Ottenuto per polimerizzazione e innesto: un elastomero acrilico disciolto in stirene e
acrilonitrile viene polimerizzato in presenza di perossidi. Utilizzato per la produzione di
lampade stradali, insegne, targhe, mobili da giardino, parti di biciclette e moto e piccoli
elettrodomestici.
polivinilacetati - pva
Ottenuti per polimerizzazione dell'acetato di vinile. Utilizzati per la produzione di adesivi,
idropitture e inchiostri.
terpolimero metilmetacrilato butadiene stirene - mbs
Ottenuto per polimerizzazione e innesto di metilmetacrilato, sul copolimero butadiene
stirene o polibutadiene e stirene in presenza di catalizzatori. Utilizzato nella produzione di
giocattoli, parti di frigoriferi, penne, batterie, articoli tecnici e decorativi, articoli sportivi.
polivinilcloruro - pvc
Ottenuto per polimerizzazione del cloruro di vinile. Prodotto industrialmente, dal 1930, il
PVC, grazie alla sua versatilit, alla sua resistenza allusura, agli agenti chimici ed
atmosferici e al fuoco, si presta alle pi svariate applicazioni nei settori edilizia e
costruzioni (tubi, profili per finestre), imballaggio alimentare e farmaceutico (vaschette per

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Materia prima impiegata
alimenti, blister, etc.) cavi, trasporti, sport e tempo libero, arredamento, abbigliamento,
casalinghi e prodotti medicali (sacche per plasma sanguigno, tende ossigeno, etc.)
poliuretani pu
Ottenuti per reazione tra divisocianati e polioli. Esistono diverse composizioni in funzione
dellapplicazione finale. Utilizzati nella fabbricazione di finte pelli, suole e tacchi da scarpe,
film per isolamento elettrico, articoli per lo sport, per uso tecnico e nel settore medicale.
acetato di cellulosa - ca
Ottenuto per reazione di cellulosa con anidride acetica in presenza di solventi e
catalizzatori. Caratterizzato da aspetto lucente, elevata trasparenza e tatto gradevole.
Viene utilizzato in una svariata quantit di manufatti per molti settori di consumo: dai pettini
alle montature per occhiali, dai facciali per caschi ai tasti per macchine da scrivere, dalle
scatole trasparenti agli spazzolini da denti.
copolimero stirene-acrilonitrile - san
Ottenuto per copolimerizzazione di stirene ed acrilonitrile. Viene utilizzato in
numerosissime applicazioni tecniche in diversi settori, dai casalinghi all'autotrasporto,
dall'imballaggio alle lastre, dai piccoli elettrodomestici alla cosmetica, dagli articoli per
cancelleria a quelli per l'elettronica.
etilenvinil acetato - eva
Ottenuto per co-polimerizzazione delletilene con acetato di vinile. Le caratteristiche
variano in funzione del tenore in acetato di vinile. Viene utilizzato generalmente nella
produzione di film coestrusi, in campo elettrico, medicale, nel settore calzaturiero ed in
quello dei giocattoli

2. Termoindurenti

poliesteri insaturi - up
Vengono messe in opera mediante diverse tecnologie applicative. Mediante colata si
producono bottoni, fibbie, parti elettriche, mattonelle, lastre in finto marmo. Mediante
stampaggio di resina prepolimerizzata con cariche e fibra di vetro si ottengono manufatti
per lindustria elettrica, elettronica e chimica. Vengono inoltre fabbricate lastre piane
ondulate utilizzate in edilizia. Un settore di rilievo quello della nautica, dove le resine
poliestere trovano applicazione nella fabbricazione di scafi e di intere imbarcazioni.

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Materia prima impiegata
Trovano applicazione inoltre nel settore dei trasporti, dei grandi contenitori e in una serie di
applicazioni che vanno da parti di aerei ed elicotteri a schermi radar, articoli sportivi, ecc.
poliuretani - pu
Esistono diverse composizioni in funzione dellapplicazione finale. Utilizzati nella
fabbricazione di finte pelli, suole e tacchi da scarpe, film per isolamento elettrico, articoli
per lo sport, per uso tecnico e nel settore medicale.
resine alchidiche
Ottenute per esterificazione di trioli (glicerina) e acidi bicarbossidici saturi e insaturi.
Possono contenere anche monomeri vinilici. Utilizzati nel settore delle pitture e vernici ,
come resine da stampaggio, e anche dove siano richieste caratteristiche elettriche,
resistenza meccanica, al calore ed alla fiamma. I settori applicativi sono apparecchi RTV,
parti elettriche di motori a scoppio e motori elettrici.
resine alliliche - dap
Ottenute mediante esterificazione dellalcool insaturo allilico con acidi ftalici. Utilizzate
come masse da stampaggio per limpregnazione di tessuti o fibre di vetro. Vengono
fabbricati isolatori elettrici, articoli tecnici per calcolatori, circuiti stampati, parti per avionica
ed aerospaziale, lastre rinforzate, tubi, parti di missili.
resine epossidiche - ep
Ottenute per condensazione di bisfenolo e epicloridrina. Utilizzata nella produzione di
vernici, adesivi, laminati, isolatori elettronici. Si usa anche rinforzata con fibre di vetro, di
carbonio e aramidiche.
resine fenoliche - fenoplasti - pf
Ottenute per condensazione di fenolo e formaldeide. Utilizzata nella produzione di
laminati, adesivi, componenti elettrici e motoristici.
resine furaniche
Ottenute per condensazione dellaldeide furfurilica (furfurolo) e dellalcool furfurilico con
fenolo. Sono caratterizzate da buona resistenza al calore, agli acidi ed alle basi e, alcune
di esse, ai solventi. Utilizzate come rivestimenti anticorrosivi nellindustria chimica anche
sotto forma di laminati impregnati, per la preparazione di mastici e stucchi, in fonderia
come leganti di sabbia nella preparazione di stampi, e nel settore degli adesivi.
resine melaminiche - mf
Ottenuta per condensazione di melamina e aldeide. Per la sua buona resistenza
meccanica utilizzata per la produzione di laminati, di stoviglie e negli isolanti elettrici.

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Materia prima impiegata
resine ureiche - ur
Ottenuta per condensazione di urea e formaldeide. Utilizzata per la produzione di pannelli
truciolari.
politetrafluoroetilene - ptfe (teflon)
Ottenuto per polimerizzazione del tetrafluoroetilene. Utilizzato per rivestimenti antiaderenti
resistenti ad alte temperature, per isolamento elettrico, per protezione dagli agenti acidi.

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Impatti ambientali e possibili contenimenti

IMPATTI AMBIENTALI

POSSIBILI CONTENIMENTI

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Impatti ambientali e possibili contenimenti

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Impatti ambientali e possibili contenimenti
IMPATTI AMBIENTALI E POSSIBILI CONTENIMENTI

Gli impatti generati dalle aziende afferenti al settore della plastica dipendono largamente
dal tipo di lavorazione effettuata e di materia prima trattata e dalle lavorazioni accessorie
applicate.
I siti produttivi per la produzione di materie plastiche, ad esempio, originano un consistente
impatto ambientale che va dalle emissioni di sostanze altamente inquinanti in atmosfera e
in acqua, al consumo di risorse e produzione di rifiuti.

In questo studio tuttavia si voluto focalizzare lattenzione sulle imprese di trasformazione


della plastica, al pi dotate di semplici attivit accessorie con finalit decorative, il cui
impatto ambientale si limita alleventuale presenza di emissioni in atmosfera e alla
gestione degli ingenti rifiuti prodotti, sia direttamente, allatto dellattivit produttiva, sia
indirettamente, al momento dello smaltimento del prodotto da parte degli utilizzatori finali.

1. Emissioni in atmosfera
Tutte i processi di trasformazione della plastica considerati e descritti nelle presenti Linee
Guida possono essere annoverati tra le attivit ad inquinamento atmosferico <poco> e
<non> significativo.
La decisione di inserire il sito oggetto di studio in una classe piuttosto che laltra dipende
da diversi fattori:
Quantitativo di materia prima lavorata giornalmente:
lart. 4 del DPR 25/07/91 definisce <attivit a ridotto inquinamento atmosferico> la
produzione di prodotti delle materie plastiche con utilizzo di materie prime non
superiore a 500 kg/g. Lanalisi dei quantitativi impiegati pu quindi comportare
unovvia decisione.
Additivi impiegati:
seppur minima una percentuale di questi sar sempre riscontrabile nei fumi; per tale
ragione unanalisi del grado di tossicit di queste sostanze pu guidare verso una
decisione.
Temperatura di plastificazione:
la fase di fluidificazione del materiale risulta fondamentale per classificare le emissioni
in atmosfera in quanto prodotti di degrado termico possono comportare una pi

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Impatti ambientali e possibili contenimenti
gravosa impattanza delle emissioni. Tuttavia temperature che possono generare il
rilascio di sostanze tossiche al contempo alterano le caratteristiche dei materiali; per
cui tale eventualit di emissioni nocive da escludere a priori per lefficienza del ciclo
produttivo stesso.
Lavorazioni accessorie effettuate:
lart. 4 del DPR 25/07/91 definisce <attivit a ridotto inquinamento atmosferico>
tipografia, litografia, serigrafia con utilizzo di prodotti per stampa (inchiostri, vernici e
similari) non superiore a 30 kg/g; la presenza di tali lavorazioni e lo studio del
quantitativo di materiali ausiliari impiegati guidano alla classificazione delle emissioni
atmosferiche generate dal sito analizzato.

Per quanto concerne le emissioni generate specificatamente dalla lavorazione delle


poliolefine, la UNIONPLAST ha condotto una ricerca al fine di rendere noti i dati relativi
alle emissioni ed a ogni altro tipo di rifiuto industriale derivante dalla trasformazione delle
stesse. Per tanto, per un approfondimento sulle emissioni generate specificatamente dai
processi di trasformazione delle poliolefine, si rimanda allAllegato 1 al quale riportata
una sintesi descrittiva di tale studio.

Per quanto concerne invece le emissioni generate specificatamente dalla lavorazione dello
stirolo e delle resine, il GPRMC (The European Composites Industry Association) ha
dichiarato che il rapporto ufficiale sulla valutazione del rischio dellimpiego dello stirolo
(SRA), redatto dall'organo permanente per la salute e la sicurezza del Regno Unito, sar
presto concluso e trasmesso alla Commissione Europea ed ai delegati degli stati membri
(questo significa che verr presto intrapresa la successiva azione verso una legislazione
europea uniforme). Il tale studio sono stati analizzati i dati raccolti in tutta Europa, relativi
allesposizione degli operai. La considerazione principale alla quale si giunti che in
Europa c l'esigenza di un metodo uniforme e standardizzato per la misurazione
dell'esposizione allo stirolo e la gestione dei nuovi dati raccolti. Inoltre il settore della
plastica e dei polimeri dovrebbe ridurre ulteriormente l'esposizione degli operai a stirolo e
resine ed in particolare i rischi di inalazione ed esposizione cutanea. A tal fine i produttori
dovrebbero misurare l'esposizione degli operai nelle loro fabbriche, commutare gli impianti
da tecnologie aperte a quelle a stampo chiuso, usare le resine LSE (a bassa emissione di
stirene) o applicare altre tecniche.

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Le aziende possono ottenere copia del manuale d'uso delle RESINE POLIESTERE
INSATURE allindirizzo http://www.gprmc.be/Publications.htm.

A priori si pu comunque affermare che le emissioni generate dalla trasformazione della


plastica comportano problematiche allinterno del luogo di lavoro, alle quali si pu ovviare
installando, su ciascuna macchina impiegata, una cappa di aspirazione che evita la
dispersione nellambiente degli eventuali fumi che si possono formare durante lattivit. Le
aspirazioni forzate, opportunamente collettate tra loro, possono poi essere avviate ad un
impianto di depurazione a filtri e laria depurata emessa nellambiente esterno da un unico
camino per il quale chiedere lautorizzazione.
Anche le attivit a ridotto inquinamento atmosferico sono comunque tenute ad effettuare le
analisi periodiche delle emissioni, nonch a rispettare (se nuovi impianti) i termini e le fasi
del collaudo (comunicazione di messa in esercizio, messa a regime ed invio analisi); sar
poi lorgano autorizzativo a definire quale classificazione assegnare di volta in volta.
Per tali attivit la Regione, a propria discrezione:
pu concedere una autorizzazione in via generale (concedendo lautorizzazione a tutte
le aziende di un certo settore che rispettano determinati requisiti),
pu richiedere una procedura semplificata di autorizzazione (predisponendo cio dei
modelli semplificati di domande di autorizzazione).
La Regione Piemonte aveva avviato un documento di autorizzazione in via generale delle
emissioni in atmosfera generate delle attivit afferenti al settore della plastica; tuttavia tale
provvedimento momentaneamente stato sospeso.

2. Rifiuti
Per quanto concerne il settore della trasformazione delle materie plastiche, solo alcune
tipologie di rifiuti possono dare origine a una materia prima seconda.

Alcune materie prime e/o prodotti ottenute in seguito ad attivit di recupero possono
possedere caratteristiche qualitative tali da essere definite materie prime seconde (MPS).
Le caratteristiche qualitative delle materie prime secondarie sono riportate nellallegato 1
del DM 5 febbraio 1998 per ogni tipologia di rifiuti, alla voce "attivit di recupero".

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Successivamente allemanazione del DM 5 febbraio 1998, in ambito UNIPLAST (Ente
Italiano di Unificazione nelle Materie Plastiche) si provveduto alla stesura di una
modifica, e successiva integrazione, alla norma UNI 10667 al fine di escludere dal regime
dei rifiuti gli scarti di lavorazione, sia direttamente che tramite trattamento.
Il punto 3.3 dellaggiornamento classifica, come Materie Prime Secondarie per la
produzione di materie plastiche di riciclo, gli scarti industriali non da post-consumo di
qualsiasi materiale plastico a patto che detti scarti non contengano impurezze non
desiderate in quantit maggiore dell1% e che siano, come sopra ricordato, destinati ad
una successiva valorizzazione per la produzione di materie plastiche di riciclo.
Al punto 3.4 di detta norma data una definizione delle materie plastiche di riciclo, come
materie prime seconde impiegate per la produzione semilavorati o prodotti finiti.
Tale modifica alla norma UNI 10667-1 stata esaminata ed approvata per delega dal
Presidente della Commissione Centrale Tecnica dellUNI per la pubblicazione come
aggiornamento alla UNI 10667-1, il 20 dicembre 1999.

Operazioni previste per lottenimento delle MPS sono selezione, separazione,


compattamento, cernita, vagliatura, frantumazione, ecc.
Le MPS sono quindi delle materie e/o prodotti che possono essere ottenuti dai rifiuti
mediante semplici operazioni e senza trattamenti complessi.
Per le MPS invece lunica attivit di recupero prevista la messa in riserva.

Facendo riferimento ai processi di trasformazione analizzati nelle presenti linee


guida, si riporta di seguito:
tipologie di rifiuti in plastica che possono dare origine ad una MPS,
provenienza,
caratteristiche,
attivit di recupero,
caratteristiche delle MPS ottenute.
Queste informazioni sono state tratte dal Decreto 5 febbraio 1998 - Individuazione dei
rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli
articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.

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rifiuti di plastica; imballaggi usati in plastica compresi i contenitori per liquidi, con
esclusione dei contenitori per fitofarmaci e per presidi medico-chirurgici
CER: [020104] [150102] [200103] [200104].
Provenienza: raccolte differenziate, selezione da R.S.U. o R.A.; attivit industriali,
artigianali e commerciali e agricole.
Caratteristiche del rifiuto: materiali plastici, compresi teli e sacchetti, tubetti per rocche
di filati, di varia composizione e forma con eventuale presenza di rifiuti di altra natura.
Attivit di recupero: messa in riserva (R 13) per la produzione di materie prime
secondarie per lindustria delle materie plastiche, mediante asportazione delle
sostanze estranee (qualora presenti), macinazione e/o granulazione, lavaggio e
separazione per lottenimento di materiali plastici contenenti massimo 1% di impurit
e/o di altri materiali indesiderati diversi dalle materie plastiche [R3].
Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: materie prime secondarie
conformi alle specifiche UNIPLAST-UNI 10667.

sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre sintetiche


CER: [070299] [120105] [160105] [160208] [160302].
Provenienza: industria della produzione o trasformazione delle materie plastiche e fibre
sintetiche, impianti di recupero degli accumulatori esausti, attivit di autodemolizione,
autorizzata ai sensi del Dlgs 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modifiche e
integrazioni, attivit di autoriparazione e industria automobilistica, altre attivit di
recupero di altre apparecchiature e manufatti.
Caratteristiche del rifiuto: granuli, trucioli, ritagli, polveri, manufatti fuori norma, ecc.
Eventuale presenza di altri polimeri, cariche, pigmenti, additivi, Pb <3%, KOH <0,3%,
Cd <0,3%.
Attivit di recupero: messa in riserva [R 13] per la produzione di materie prime
secondarie per lindustria delle materie plastiche, mediante asportazione delle
sostanze estranee (qualora presenti) macinazione e/o granulazione, lavaggio e
separazione per lottenimento di materiali plastici contenenti massimo 1% di impurit
e/o di altri materiali indesiderati diversi dalle materie plastiche [R3];
Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: materie prime secondarie
conforme alle specifiche UNIPLAST-UNI 602.

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paraurti e plance di autoveicoli in materie plastiche


CER: [070299] [160208].
Provenienza: attivit di demolizione veicoli autorizzata ai sensi del Dlgs 5 febbraio
1997, n. 2 e successive modifiche e integrazioni, attivit di riparazione e sostituzione
su veicoli in servizio; industria automobilistica.
Caratteristiche del rifiuto: manufatti interi o parti di essi in plastica. Eventuale presenza
di cariche inerti, gomma, pigmenti, additivi.
Attivit di recupero: messa in riserva di rifiuti [R13] con triturazione, lavaggio e
flottazione per la separazione degli inquinanti per sottoporre la frazione plastica
alloperazione di recupero nellindustria delle materie plastiche [R3].
Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: prodotti in plastica nelle
forme usualmente commercializzate.

2.1 Rifiuti in PVC


Ormai da alcuni anni, il PVC si trova al centro di un controverso dibattito con gruppi di
pressione ambientalisti alcuni dei quali ritengono che la questione sia semplicemente se
l'uso di questo materiale debba essere o meno abbandonato.
Tutte le industrie esercitano un impatto sull'ambiente e quella del PVC non fa eccezione.
Tuttavia, come l'industria chimica nel suo complesso, anche la produzione di PVC
regolata da rigorose norme nazionali e internazionali alle quali il comparto si uniforma per
gestire le proprie aziende in sicurezza, agendo in modo responsabile e adottando tutti i
provvedimenti che si rendono man mano necessari.
In una societ in rapida evoluzione, i timori per l'ambiente e la qualit della vita sono
giustificati e i consumatori di oggi vogliono essere sicuri che i prodotti da loro scelti non
siano dannosi per l'ambiente. Sfortunatamente, per, non sempre il dibattito sul PVC
stato condotto in modo onesto e razionale: raramente le argomentazioni contro il PVC
addotte dalle organizzazioni 'verdi' vengono messe in discussione e le evidenze
scientifiche presentate dalle industrie sono spesso ignorate.
Ci nonostante, sono molti i vantaggi che il PVC presenta per la societ e questo
materiale rappresenta la scelta sicura per migliaia di applicazioni e milioni di persone.
per raggiungere questi obiettivi che diverse associazioni di categoria nazionali ed europee
si impegnato attivamente nel promuovere e difendere i prodotti in PVC e l'industria del
vinile (per ulteriori informazioni si rimanda allAllegato 2 di seguito riportato).

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Esistono tre categorie fondamentali di rifiuti in PVC:
! Residui di lavorazione,
! Rifiuti post-installazione,
! Rifiuti post-consumo.
Nell'affrontare le questioni fondamentali inerenti alla gestione dei rifiuti e delle risorse,
l'industria europea delle materie plastiche ha adottato una strategia ad approccio integrato
che mira a ottimizzare l'uso delle materie prime trovando il giusto equilibrio tra i timori per
l'ambiente e i vantaggi per la societ industriale. Mediante tale approccio si sono
individuati, per la gestione di tale impatto, i quattro tipi di intervento di seguito riportati.
(Fonte: www.evc-int.com)

2.1.1 Riduzione in produzione


Minore produzione di rifiuti e risparmio di risorse con la riduzione al minimo del peso e del
volume dei rifiuti in fase di produzione.

2.1.2 Riciclo
Un aspetto fondamentale del riciclo riuscire a mettere in atto programmi adeguati di
raccolta dei rifiuti plastici a costi il pi possibile contenuti.
Esistono due processi di riciclo del PVC: riciclo meccanico e riciclo a materia prima.
Si preferisce il processo di riciclo meccanico quando i diversi tipi di prodotti presenti nel
flusso di rifiuti possono essere selezionati e differenziati con facilit. Una volta estratte le
altre sostanze, i manufatti di PVC selezionati vengono triturati e puliti per essere
successivamente trasformati in altri prodotti. Diversi manufatti in PVC quali bottiglie, tubi,
profili finestra, cavi e materiali per pavimenti vengono gi riciclati con ottimi risultati.
Il riciclo a materia prima la soluzione pi praticabile quando il miscuglio di materie
plastiche o la presenza di manufatti costituiti da pi materiali ne impedisce la
differenziazione in flussi puri a costi convenienti. In questo processo, i polimeri, compreso
il PVC, vengono demoliti termicamente nelle loro materie prime chimiche le quali vengono
poi purificate e riciclate come feedstock negli impianti petrolchimici o negli impianti di
produzione polimeri.
In un progetto coordinato dallo European Council of Vinyl Manufacturers (ECVM), stato
valutato il potenziale di diversi processi di riciclo a materia prima. Nel 1999, la scelta
caduta sul processo di gassificazione in scoria fusa ed stato deciso di costruire in

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Francia un impianto pilota presso uno stabilimento di produzione di CVM/PVC di propriet
di una societ associata ad ECVM. L'impianto pilota stato completato, come da
programma, alla fine del 2000, con una capacit di riciclo dei rifiuti ricchi di PVC fino a
2.000 tonnellate all'anno. Un programma sperimentale iniziato ora utilizzando prima rifiuti
di cavi in PVC e proseguendo con i tessuti spalmati, pavimenti e rifiuti di altri prodotti.
I risultati del progetto pilota dovrebbero fornire le basi per decidere l'espansione della
tecnologia ad un impianto industriale. La riuscita aiuter a raggiungere gli obiettivi stabiliti
dall'Impegno Volontario dell'Industria del PVC.

2.1.3 Recupero di energia


Il recupero di energia sfrutta l'elevato potere calorifico delle materie plastiche e riduce in
maniera significativa il volume di materiale destinato alla discarica. Per questa ragione,
rappresenta un'interessante alternativa dal punto di vista sia economico che ambientale in
materia di gestione dei rifiuti. Il potere calorifico dei rifiuti di PVC paragonabile a quello
del carbone, del legno e della carta.
Le norme in vigore per regolamentare il funzionamento dei moderni termocombustori
fissano limiti rigorosi per le emissioni e impongono il lavaggio dei gas di scarico. Il
processo di lavaggio neutralizza l'acido cloridrico contenuto nei gas di scarico (met del
quale proviene dal PVC) e lo converte in cloruro di calcio che pu essere smaltito in
sicurezza. In alternativa, possibile produrre sale oppure acido cloridrico da riutilizzare
nell'industria del cloro.
Sono stati espressi timori circa la formazione di diossine negli inceneritori, ma le ricerche
condotte in molti paesi hanno dimostrato in modo inequivocabile che la formazione di
diossine si verifica comunque, anche in assenza di PVC. Nei moderni termocombustori, le
emissioni di diossine sono state ridotte drasticamente e questi impianti soddisfano il
severo limite di 0,1 nanogrammi TEQ/m fissato dall'Unione Europea.
Nel 1999, uno studio europeo sugli effetti dell'incenerimento del PVC, condotto dall'istituto
di ricerca indipendente olandese TNO, ha concluso che l'eliminazione completa o la
drastica diminuzione del contenuto di PVC nel flusso di rifiuti non comporta alcun beneficio
sostanziale n per l'ambiente n dal punto di vista economico.

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2.1.4 Discarica
La discarica considerata la soluzione pi svantaggiosa dal punto di vista ecologico
perch non consente il riutilizzo e a causa della carenza di siti appropriati. Tuttavia, anche
adottando i metodi di recupero pi efficienti, rimarranno sempre dei rifiuti di fine
lavorazione che comporteranno il ricorso allo smaltimento in discarica ancora nel prossimo
futuro.
Il PVC contribuisce a formare una discarica stabile e sicura. Tutto dimostra che il PVC
polimero in quanto tale non si degrada e che i suoi additivi non producono gas dannosi n
concentrazione di percolati.
Questi dati sono stati confermati da uno studio conclusivo sul comportamento del PVC in
discarica condotto in modo indipendente da tre universit specializzate in questo campo.

2.2 Rifiuti in PC
I polimeri normalmente utilizzati per la costruzione dei contenitori in plastica che risultano
riciclabili dal sistema CO.RE.PLA sono: PET (polietilentereftalato), PP (polipropilene), PE
(polietilene), PVC (cloruro di polivinile), PS (polistirene). Per quanto concerne i prodotti in
PC (policarbonato) questi invece non possono essere recuperati mediante raccolta
urbana differenziata.
Per ridurre il quantitativo di prodotti finali in PC smaltiti in discarica e non ulteriormente
riutilizzabili, le industrie del settore stanno promuovendo la ricerca volta allindividuazione
di tecnologie e metodologie che consentano un recupero anche di tale materia plastica.
Agli allegati 3 e 4 sono riportati articoli che dimostrano limpegno di grandi aziende in
questo ambito.

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Allegato 1
LA TRASFORMAZIONE DELLE POLIOLEFINE
Considerazioni sullimpatto ambientale

1. Premessa
La presente ricerca stata condotta da UNIONPLAST al fine di rendere noti i dati relativi
alle emissioni ed a ogni altro tipo di rifiuto industriale derivante dalla trasformazione delle
poliolefine.
Questo allo scopo di sensibilizzare le parti istituzionali sul fatto che questo tipo di
trasformazione non comporta alcun nocumento allambiente n agli individui e che quindi
debba essere rivisto quanto prospettato nel D.M. 2 marzo 1987.
Questultimo, riportante lelenco delle industrie insalubri di cui allart. 216 del testo unico
delle leggi sanitarie, pone infatti in ununica classe tutte le aziende trasformatrici di materie
plastiche.
A nostro avviso tale classificazione risulta inappropriata e riteniamo quindi necessario
intraprendere uno studio sistematico delle differenti classi polimeriche per ogni tipo di
tecnologia, al fine di valutarne le specifiche ripercussioni sia sull'ambiente di lavoro che su
quello esterno.
Con riferimento alle materie plastiche poliolefiniche, oggetto della presente ricerca, si
ritiene che le industrie interessate alla loro trasformazione debbano essere inserite nella
seconda classe delle aziende insalubri.
Verr qui di seguito esposto il piano di lavoro e i risultati ottenuti.

2. Il piano di lavoro
Al fine di poter disporre di una visione completa sugli aspetti legati allimpatto ambientale
derivanti dalla trasformazione delle poliolefine si ritenuto opportuno coinvolgere in
questa indagine tutte le parti industriali interessate, quali:
Produttori di polimeri;
Costruttori di macchine;
Trasformatori.
Il contributo dei primi stato necessario al fine di poter avere informazioni sulle
caratteristiche di utilizzo delle poliolefine. Sono state analizzate le informazioni contenute

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nelle schede di sicurezza dei materiali con particolare riferimento ai dati propri delle
emissioni e agli aspetti connessi con la trasformazione.
Con i trasformatori stato possibile verificare quanto contenuto nelle schede di sicurezza
ed avere quindi una visione reale, in termini di impatto ambientale, su ci che comporta la
trasformazione delle poliolefine.
Sono state prese in considerazione nove aziende operanti in diversi settori della
trasformazione quali:
Stampaggio iniezione;
Estrusione film;
Estrusione granulo;
Soffiaggio corpi cavi.
Questo al fine di avere una panoramica quanto pi ampia possibile sui possibili settori
applicativi.
Verranno qui di seguito applicati alcuni aspetti sui risultati ottenuti facendo dapprima
riferimento al contenuto delle schede di sicurezza e quindi ai dati forniti dai trasformatori.

3. Le schede di sicurezza

" Il polietilene
Questo polimero, in condizioni normali di trasformazione, non presenta problemi legati ad
emissioni di sostanze inquinanti.
Nel corso della trasformazione possono verificarsi emissioni di aldeidi e di altri prodotti di
ossidazione la cui concentrazione rimane comunque abbondantemente al di sotto dei
valori limite di soglia (TLV). Lunico accorgimento che viene segnalato quello di
provvedere ad una captazione dei fumi e dei vapori che possono verificarsi durante la
trasformazione.
E da notare che i valori riscontrati nello studio sono stati rilevati nelle immediate vicinanze
della testa di estrusione e che quindi le rilevazioni attuate nellarea operativa sono risultate
pressoch nulle. Non esiste quindi loggettivo rischio di arrecare nocumento allambiente
n alla salute degli operatori.

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" Il polipropilene
Per questo polimero sono state prese in considerazione due schede di sicurezza,
rispettivamente per il polipropilene copolimero e omopolimero.
Nel primo caso trattasi di copolimero polipropilene-etilene.
Facendo riferimento alle indicazioni sulla manipolazione, viene indicata la possibilit che
nel corso della trasformazione possano liberarsi monomeri quali propilene e/o etilene e
tracce di altri prodotti specificatamente indicati nella stessa scheda di sicurezza.
Viene altres indicato che, in pratica, la concentrazione di tali sostanze risulta irrilevante in
corrispondenza delle postazioni operative e che tracce sono state osservate solo in
corrispondenza dei condotti di aspirazione. E stato infatti verificato che nei luoghi di lavoro
i livelli di aldeide formica risultano inferiori al limite di rilevabilit (0,03 mg/Nmc) e livelli di
acroleina fino a 2 mg/Nmc sono stati rilevati solo nei sistemi di ventilazione. Nei punti di
stazionamento (area operativa) questultimo dato scende notevolmente arrivando a valori
di concentrazione che vanno da 0 a 0,13 mg/Nmc. Questo valore stato confermato dalle
rilevazioni condotte da unazienda campione che opera nel settore dello stampaggio
iniezione.

4. Dati operativi
Al fine di poter disporre del maggior numero possibile di informazioni, sono stati chiesti
dati specifici per quanto riguarda:
Analisi delle emissioni;
Qualit delle acque reflue;
Qualit e quantit dei rifiuti industriali e loro destinazione;
Inquinamento acustico;
Eventuali odori molesti.
E stato chiesto inoltre di poter fornire dati sulleventuale presenza di un reparto di
stampa/serigrafia.

" Analisi delle emissioni


I dati ottenuti sulle emissioni sia in atmosfera che nellambiente di lavoro hanno
confermato quanto previsto dalle schede di sicurezza.
Lemissione di sostanze quali aldeidi, acroleine ed altri prodotti di ossidazione risulta
abbondantemente al di sotto dei TLV.

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Per quanto riguarda il polietilene, dati particolareggiati sono stati ottenuti dal settore
estrusione granulo. Si osservato che le emissioni in corrispondenza del condotto di
aspirazione raggiungono concentrazioni pressoch nulle.
Per quanto concerne il polipropilene, stato possibile ottenere dati significativi nel settore
dello stampaggio ad iniezione. Anche in questo caso i valori osservati nellambiente di
lavoro confermano lassoluta sicurezza del polimero.
Per gli altri settori non stato possibile reperire dati specifici. Si ritiene comunque che i
valori sopra riportati siano da considerarsi sufficientemente significativi ed estrapolabili ad
altri settori di trasformazione.

" Qualit delle acque reflue


Nel settore proprio della trasformazione delle poliolefine, le acque utilizzate servono
prevalentemente come liquido refrigerante delle macchine di lavorazione.
Lacqua di refrigerazione pu essere impiegata sia in un circuito chiuso che aperto. Nel
primo caso previsto un impianto di refrigerazione ausiliario.
Tra le nove aziende censite tre operano con circuiti di raffreddamento aperti. In questi casi
lacqua viene scaricata senza subire variazioni sulla qualit.
Per quanto riguarda lacqua impiegata nei circuiti chiusi questa viene riciclata
periodicamente ed eventualmente smaltita come rifiuto speciale. Una eventuale emissione
di acque reflue pu essere dovuta alla presenza di un impianto di lavaggio per il recupero
di prodotti post-consumo. I dati forniti da un trasformatore sulle analisi delle acque reflue di
lavaggio dimostrano comunque che le sostanze presenti nellacqua rispettano i limiti
imposti.

" Rifiuti industriali


Le tipologie di scarti industriali segnalate dalle aziende risultano essere quelle tipiche dei
processi produttivi.
In sintesi sono state segnalate due tipologie di scarti e pi precisamente i residui solidi
assimilabili agli urbani e i rifiuti speciali.
I primi sono rappresentati prevalentemente da imballaggi in generale, legno e scarti
plastici di lavorazione non riutilizzabili, quali gli spurghi di materiali plastici usati per il
lavaggio delle macchine.

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La maggior parte delle aziende provvede totalmente o in parte al riciclaggio degli scarti di
lavorazione, intesi come ritagli, sfridi o manufatti difettosi. Gli eventuali scarti di
lavorazione che non vengono direttamente riutilizzati dal trasformatore vengono conferiti
ad aziende riciclatrici.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali questi sono rappresentati prevalentemente da:
Oli idraulici esausti o miscele oleose, conferiti al Consorzio Obbligatorio degli oli
esausti;
Fusti metallici vuoti utilizzati per il contenimento di olio idraulico
Acque dellimpianto di raffreddamento a ciclo chiuso

" Inquinamento acustico


I valori che sono stati forniti dalle aziende riguardano sia lambiente di lavoro che il
parametro esterno dellazienda.
Dallosservazione dei dati possibile notare come i valori registrati rimangono al di sotto
della soglia dei 90 dB interni e i 70 dB esterni.

" Odori
Tutte le aziende hanno segnalato che nel corso della lavorazione non vengono rilasciati
particolari odori molesti.
Nel corso della trasformazione e nelle immediate vicinanze delle macchine possibile
segnalare la presenza di un leggero odore dovuto al trattamento a caldo delle poliolefine

" Stampa e serigrafia dei prodotti


Come riportato nel precedente punto 4, oltre alle informazioni proprie sulla trasformazione
delle poliolefine, stato possibile recuperare una serie di dati relativi alla presenza nello
stabilimento di un eventuale reparto o gruppo di stampa.
Fra le nove aziende censite, sette dispongono di un gruppo di stampa dei prodotti. In
questa fase di lavorazione vengono utilizzati diversi tipi di solventi.

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Allegato 2

Impegno volontario dell'industria del PVC


I produttori europei di PVC e i loro partner industriali si sono uniti nella sottoscrizione di un
Impegno Volontario mirato ad assicurare una gestione responsabile dei prodotti e dei rifiuti
nell'arco dei prossimi dieci anni e il perseguimento dei principi di sviluppo sostenibile.
L'Impegno Volontario abbraccia l'intero ciclo di vita del PVC ed stato adottato in anticipo
rispetto a qualsiasi normativa dell'Unione Europea. Quattro importanti associazioni
industriali coinvolte nella fabbricazione del PVC hanno sottoscritto l'Impegno Volontario:
- ECVM (produttori di PVC di cui EVC membro),
- ECPI (plastificanti),
- ESPA (stabilizzanti),
- EuPC (aziende di trasformazione).
Tutte le aziende che fanno parte di questi gruppi si sono impegnate a raggiungere gli
obiettivi fissati nell'ambito del ciclo di vita del PVC che le riguarda e a collaborare con gli
altri comparti per raggiungere tali obiettivi.
I tre obiettivi principali sono:
- Miglioramento ambientale continuo ed efficienza nell'uso delle risorse durante la
produzione.
- Uso sostenibile di additivi nelle applicazioni del PVC.
- Gestione responsabile dei prodotti di PVC al termine della loro vita utile.
L'Impegno Volontario stabilisce obiettivi misurabili che potranno essere raggiunti
attraverso progetti gestiti dalle quattro associazioni industriali. Una societ esterna
indipendente valuter il progresso del settore e ogni anno verr pubblicato un bilancio. Per
assicurarne l'aggiornamento, gli obiettivi dell'Impegno Volontario saranno riesaminati, di
concerto con la Commissione Europea e altre parti in causa, nel 2003 e nel 2008.

Fonte: www.pvcinitiative.com

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Impegno della UNIONPLAST

Con ladozione del Libro Verde la Commissione Europea ha ufficialmente aperto il dibattito
sugli effetti e le implicazioni ambientali del PVC, invitando nel contempo i soggetti coinvolti
(industria, commercio, consumatori, ecc) a formulare pareri in vista delladozione, gi a
partire dal 2001, di una strategia comunitaria complessiva.
In tal senso, nellambito delle azioni volontarie poste in atto a livello comunitario
dallindustria del PVC, UNIONPLAST ha da tempo definito delle linee guida miranti a
ridurre limpatto del PVC sullambiente, in particolare nel settore dei tubi e raccordi
mediante la definizione di un piano di gestione di tali manufatti a fine vita.
Sin qui sono state completate sia la fase statistica del progetto di gestione dei rifiuti di
tubi e raccordi in PVC, consistente nella definizione di studi di mercato sulle quantit di
tubi e raccordi in OPVC immesse al consumo, sulle quantit riciclate dei predetti manufatti
a fine vita e sui volumi di rifiuti di tubi in PVC prodotti, sia la fase di avvio delle operativit.
In particolare, a partire dal gennaio 2002, UNIONPLAST ha attivato alcune iniziative a
titolo sperimentale di raccolta, selezione, e trasporto dei suddetti rifiuti, con lausilio di
alcune strutture che gi operano nel settore.
Nel dettaglio, lattivit di collettamento , al momento, afferente alle anime per bobine al
termine del loro ciclo di utilit, i cui smaltimenti risultano in molti casi avulsi da quei criteri
di efficienza ecologica sui quali fa perno il Decreto Ronchi.
Il raggiungimento degli obiettivi di riciclo di detti manufatti, fissati al momento in forma
volontaria a livello europeo, risulter determinante affinch sia possibile evitare lennesima
introduzione, nel nostro ordinamento, di forme di fiscalit ambientale discriminatorie oltre
che vessatorie per il settore della produzione e dellutilizzo di tubi di PVC.
UNIONPLAST ritiene che un segnale forte, in totale autogestione, possa da un lato
produrre evidenti benefici per lambiente e dallaltro consentire alle aziende produttrici di
film, anche per tramite di quegli operatori della raccolta di rifiuti ad oggi partecipanti al
Progetto, di associare al proprio manufatto (bobina) un servizio di raccolta del fine vita
(anima in PVC) presso il cliente.
Questultima operazione verrebbe peraltro co-finanziata da UNIONPLAST e dallindustria
europea del PVC.
Fonte: www.unonplast.org

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Libro verde, del 26 luglio 2000, sulle problematiche ambientali del PVC

Contenuto

1. Constatazione della situazione del PVC in Europa. I pareri sugli effetti del PVC sulla
salute umana e sull'ambiente sono discordanti, cos come lo sono le misure adottate al
riguardo da alcuni Stati membri. Il PVC una delle materie plastiche attualmente pi
utilizzate. La Commissione europea ritiene pertanto che sia necessario adottare un
approccio integrato che permetta di conseguire due obiettivi: il buon funzionamento del
mercato interno e un livello elevato di protezione della salute umana e dell'ambiente.
2. Il Libro verde fa seguito all'impegno assunto dalla Commissione, nell'ambito della sua
proposta di direttiva sui veicoli fuori uso , di valutare l'impatto dei rifiuti di PVC
sull'ambiente attraverso un "approccio integrato", vale a dire lungo l'intero ciclo di vita.
Il Libro verde il risultato di un programma di studi triennale avviato dalla
Commissione sugli aspetti tecnici, scientifici ed economici del ciclo di vita del PVC.
L'adozione del Libro verde una tappa importante in vista dell'elaborazione di una
strategia comunitaria globale sul PVC e porter ad una comunicazione prevista per
l'inizio dell'anno 2001.
3. Il Libro verde affronta due problemi principali:
i problemi ambientali e della salute riguardanti l'utilizzo del PVC in determinati
additivi (in particolare il piombo, il cadmio e gli ftalati);
il problema della gestione dei rifiuti (messa in discarica, incenerimento, riciclaggio
dei rifiuti di PVC): si prevede che nei prossimi venti anni il volume dei rifiuti di PVC
registrer un aumento di circa l'80%;
4. Il Libro verde presenta inoltre un ventaglio di alternative politiche volte a ridurre gli
eventuali ostacoli alla salute umana e all'ambiente e di misure che potrebbero essere
prese in considerazione nel quadro di una futura strategia comunitaria sul PVC.
5. La Commissione auspica l'organizzazione del pi ampio dibattito possibile sui temi
sviluppati nel Libro verde: grande pubblico, ONG ambientaliste e dei consumatori,
produttori, trasformatori e utilizzatori del PVC, nonch amministrazioni pubbliche degli
Stati membri. Nell'ottobre 2000 ha avuto luogo un'audizione pubblica. La Commissione
presenter una comunicazione sulla strategia comunitaria in materia basata sui risultati
di tale consultazione.

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Impatti ambientali e possibili contenimenti
6. La Commissione ha raccolto le osservazioni di tutte le persone interessate fino al
novembre 2000.

Obiettivo

Valutare l'impatto ambientale dei rifiuti di PVC e presentare proposte volte ad affrontare i
problemi che potrebbero sorgere a tale riguardo.

Fonte: http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l28110.htm
Ultima modifica: 24.04.2001

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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Allegato 3

Riciclaggio dei CD

Polymer Reprocessors Ltd,


Admin Rd,
Knowsley Indl Pk,
Merseyside L33 7TZ
Tel. 0044 151 5451300
Fax: 0044 151 5451020

In un mercato europeo in costante crescita come quello dei CD - con quasi 2,9 milioni di
dischi prodotti in Europa occidentale nel solo 1998 - normale che il loro smaltimento
ponga preoccupazioni sempre maggiori. Recentemente, il Consiglio dellUnione Europea
ha varato una direttiva che invita i Paesi membri a promuovere il riciclaggio dei prodotti di
scarto e il riutilizzo dei materiali recuperati per salvaguardare le risorse naturali e ridurre le
discariche. In risposta a questa pressante questione ambientale, la Polymer
Reprocessors, unazienda britannica allavanguardia nel suo settore, ha messo a punto un
sistema che consente alle aziende di riciclare il 100% dei materiali impiegati per realizzare
i CD in cofanetto. La nuova tecnologia, altamente sicura, ha gi incontrato lapprovazione
di una delle maggiori case discografiche internazionali e consente di ottenere, fra laltro,
polistirene cristallino di ottima qualit, utilizzabile nella produzione di nuovi cofanetti per
CD. I CD vengono innanzitutto raccolti presso il centro di smontaggio. La carta viene
trasformata in cartone, gli astucci in palline di polistirene, mentre i dischi vengono fatti
passare allinterno di una speciale macchina in grado di eliminare vernice, alluminio e dati
registrati. Il policarbonato purificato pu quindi essere riutilizzato per nuove applicazioni.
La Polymer Reprocessors, che ha condotto approfondite ricerche nel mercato europeo del
riciclaggio della plastiche in genere, ha un sistema di sicurezza interamente verificabile,
capace di rintracciare i dischi lungo lintero processo di riciclaggio, dallo smontaggio al
momento in cui i dati vengono distrutti. Questultima operazione viene successivamente
attestata da un certificato rilasciato ai fabbricanti.

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Impatti ambientali e possibili contenimenti
Allegato 4

Riciclaggio Proiettori auto

Proiettori per veicoli a motore prodotti con plastiche compatibili


In passato, nella progettazione e nello sviluppo di un componente, i progettisti dovevano
valutare la funzione cui esso era destinato, le sollecitazioni a cui sarebbe stato sottoposto,
la qualit e i costi di produzione. Oggi necessario tener conto anche di cosa accadr
quando quel componente avr esaurito il suo ciclo di vita utile.
Un buon esempio di questa procedura sono i moduli proiettore per veicoli a motore, un
caso in cui l'eterogeneit dei materiali rende difficile il riciclaggio.

Il ruolo delle lenti per proiettori in policarbonato


L'introduzione di lenti per proiettori in policarbonato ha rappresentato un ulteriore stimolo
per i progetti di riciclaggio. Tenendo presente le proporzioni dei residui di produzione, che
possono raggiungere percentuali molto elevate, la riciclabilit delle lenti gi rivestite stato
un fattore importante sin dall'inizio.
L'utilizzo di una tecnologia come quella sviluppata per il riciclaggio di compact disc,
disponibile in un impianto industriale per la rigenerazione chimica dei CD (Bayer,
Dormagen), consente di rimuovere gli strati di rivestimento dalle lenti per proiettori, con
percentuali di residuo trascurabili. La qualit del policarbonato riutilizzabile viene garantita
in maniera assolutamente affidabile.

Tecnica di giunzione orientata al riciclaggio


Insieme all'urgenza di chiudere il ciclo dei materiali per le auto rottamate e incidentate,
aumentano i requisiti strutturali dei componenti. Gli attuali proiettori vengono prodotti in
misura sempre maggiore con materiali plastici di vario tipo, mentre si riduce
progressivamente l'uso di metallo e vetro. Questo complica la scomposizione del prodotto
in parti composte da materiali di uno stesso tipo.
In una prima fase, una tecnica di giunzione che garantisca un processo di smantellamento
rapido e semplice pu produrre risultati a medio termine e preparare il terreno per una
procedura di riciclaggio che sia fattibile dal punto di vista economico. I costi di
smantellamento per la separazione delle plastiche possono essere significativamente

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Impatti ambientali e possibili contenimenti
ridotti utilizzando, ad esempio, connessioni a scatto e punti di rottura predeterminati.
Questo renderebbe pi agevole il percorso verso la chiusura del ciclo dei materiali, almeno
per quanto concerne le lenti per proiettori in policarbonato di alta qualit.

Moduli in materiali termoplastici compatibili


Una soluzione ideale sarebbe, tuttavia, quella di un progetto in cui venissero utilizzati solo
materiali termoplastici compatibili. Le lenti avrebbero la funzione di componente principale,
poich sono il componente ottico trasparente del proiettore con i requisiti pi complessi.
Pertanto, il policarbonato, che per la funzione indicata non teme rivali, diventerebbe il
materiale d'elezione per il componente principale. Oltre ad avere le caratteristiche ottiche e
meccaniche richieste, il policarbonato presenta l'indubbio vantaggio di essere compatibile
con numerosi altri materiali termoplastici per l'ingegneria. Questa combinazione di
materiali pu essere lavorata affidabilmente per produrre una lega, non comporta problemi
di ritiro ed equivalente alla resina vergine. Si potrebbero mescolare diversi riciclati di
diverse origini con la resina vergine per fornire tipi di riciclato con garanzia di qualit, che
possano essere utilizzati come materiali grezzi per la produzione di componenti quali gli
alloggiamenti per i proiettori e le luci posteriori delle automobili.
Le propriet meccaniche della lega riciclata sono comparabili a quelle delle resine vergini
che di solito vengono utilizzate per questa applicazione. L'unico aspetto negativo
rappresentato dall'allungamento a rottura delle leghe contenenti i rigranulati ricavati delle
lenti per proiettori e un rivestimento di silossano, a causa dell'effetto di intaglio delle
particelle di vernice. Tuttavia, si tratta di un aspetto irrilevante per questa applicazione, dal
momento che gli alloggiamenti sono costituiti in genere da materiale rinforzato con vetro.
In pratica, un riciclato da materiali termoplastici per l'ingegneria deve competere con il pi
economico polipropilene, che per compatibile sono con le poliolefine e non adatto a
un progetto globale come quello qui descritto. Come tecnica di giunzione possono essere
utilizzate sia connessioni a scatto che saldature. Anche in questo caso, il policarbonato
presenta dei vantaggi e pu essere saldato, ad esempio, all'ABS.

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Riciclaggio Collettori di aspirazione dell'aria

Riciclaggio di collettori di aspirazione in poliammide in un ciclo dei materiali chiuso


I collettori di aspirazione dell'aria montati nei motori Ford ZETEC, in Durethan AKV 30 H
rinforzato con fibra di vetro, un poliammide della Bayer AG, possono essere riciclati in
modo da chiudere il ciclo dei materiali. il frutto di un progetto congiunto tra Ford, Bayer e
Montaplast, un'azienda produttrice di componenti per auto di Morsbach/Sieg.
Nella prima fase, i collettori recuperati dai veicoli con diverso chilometraggio, utilizzati per
prove e collaudi, sono stati lavorati per produrre un rigranulato esente da metalli. La
qualit di questo materiale era quasi equivalente a quella della resina vergine. I valori di
importanti propriet meccaniche quali, ad esempio, la resistenza alla trazione e il modulo
di elasticit a trazione, si abbassano di appena il 10-15 %. I residui di petrolio penetrati nel
poliammide possono essere rimossi dalla massa fusa durante una ulteriore lavorazione
del rigranulato, mediante estrusione sotto vuoto.
Il materiale rigranulato stato lavorato presso i laboratori della Bayer AG e mescolato con
resina vergine in un apposito estrusore in modo da produrre un materiale contenente il
25% di riciclato. Con questa procedura, il citato deterioramento delle propriet fisiche
viene perfettamente compensato.
Le propriet meccaniche del riciclato lo rendono adatto ad essere riutilizzato per il vano
motore. Alla Montaplast sono stati realizzati in totale dieci collettori d'aspirazione in
condizioni di produzione, adoperando i macchinari utilizzati per i motori Ford ZETEC da
1,8 e 1,0 litri. Non stata rilevata alcuna differenza con la lavorazione della resina vergine
e la produzione dei collettori stata portata a termine senza problemi. Quattro dei collettori
prodotti dal riciclato sono stati installati su veicoli della polizia inglese, un collaudo che ha
lo scopo di verificarne l'idoneit al funzionamento a regime.

Fonte: http://bayerplastics.com/AG/IT/recycling/kfz.jsp?print=true

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Emas, verso lEco-efficienza

EMAS, verso lEco-efficienza

LINEE GUIDA PER LADOZIONE DEL


SISTEMA DI ECOGESTIONE
NELLE AZIENDE DI
TRASFORMAZIONE DELLA PLASTICA

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Emas, verso lEco-efficienza

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Emas, verso lEco-efficienza

Eco-efficienza
LEco-efficienza un nuovo modello di management che incoraggia le aziende a diventare
pi competitive, pi innovative e pi responsabili nei confronti dellambiente.
Per applicare con successo lEco-efficienza allinterno di unimpresa si possono adottare
molteplici soluzioni delle quali ne citiamo alcune:
Adozione di sistemi che permettano la raccolta dei prodotti obsoleti o comunque giunti
a fine ciclo vita;
Adozione di sistemi di gestione ed impianti per il riutilizzo di materiali riciclati o di
scarto, con conseguente risparmio di materie prime;
Investimenti nella ricerca di nuove tecnologie per la riduzione dei quantitativi di
materiali dimballo;
Monitoraggio e sorveglianza delle emissioni e degli scarichi;
Installazione di impianti di depurazione e di abbattimento;
Sviluppo di analisi del ciclo vita del prodotto;
Attivazione di corsi di formazione che portino ad atteggiamenti eco-efficienti rivolti a
tutto il personale il cui lavoro possa provocare un impatto sullambiente.
LEco-efficienza un obiettivo che coinvolge non solamente il settore produttivo; infatti vi
sono altri stakeholder che assumono un ruolo attivo nella definizione di politiche e nella
implementazione di azioni finalizzate ad una sempre maggiore Eco-efficienza della societ
nel suo complesso:
I governi e le pubbliche amministrazioni sono i soggetti cui compete lo sviluppo di
politiche e piani dazione;
La societ civile gioca un ruolo fondamentale, sia in veste di consumatore che attua le
proprie scelte di mercato, sia attraverso le diverse forme di associazionismo operante
in attivit di lobbying e di sensibilizzazione dei consumatori;
Gli analisti finanziari e gli investitori possono considerare lEco-efficienza come un
criterio di valutazione degli investimenti, attraverso indici di misurazione della
sostenibilit delle diverse attivit economiche.
I formatori e gli educatori vengono coinvolti nella definizione di nuovi curricula
professionali.

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Emas, verso lEco-efficienza
Oltre a quanto sin qui esposto, risulta utile considerare quanto lEco-efficienza sia insita nei
processi produttivi delle imprese del nostro Paese.
L'interesse per la certificazione del sistema di gestione ambientale crescente. Le
motivazioni sono generalmente legate a questioni economiche e di mercato, ma bene si
coniugano con il binomio sviluppo dell'impresa-ambiente. E' impressione generale,
convalidata dai senior manager delle imprese e delle maggiori societ di consulenza, che
nei prossimi anni le imprese leader porteranno la maggior parte delle loro organizzazioni
alla certificazione ISO 14001 e/o registrazione EMAS. Le piccole e medie aziende pi
aggressive, utilizzando le semplificazioni che si stanno introducendo a loro favore, non
saranno da meno. Ed prevedibile che non sar vincente la posizione di quelle realt che
decideranno di non attuare una politica ambientale; accontentarsi di prendere posizioni
non pro-attive, bens soltanto in situazioni di emergenza, pu risultare una visione miope,
se non addirittura dannosa, per lo sviluppo del business dell'impresa, specie quando la
concorrenza si fa pi stringente sul mercato globale.
L'Eco-efficienza pu diventare anche un fattore decisivo per una maggiore competitivit, in
quanto:
il mercato/i clienti chiederanno prodotti pi sicuri ed ecocompatibili;
le istituzioni finanziarie saranno pi disponibili con le imprese che prevengono
l'inquinamento;
le compagnie di assicurazione saranno pi flessibili con le imprese a minore rischio
ambientale;
nuovi strumenti di incentivazione saranno previsti per le aziende pi "pulite".
I trend generali dimostrano che investendo nellEco-efficienza la redditivit dellimpresa
cresce e che pertanto si pu combinare ottimizzazione dei costi e miglioramento della
performance ambientale.
Nella gestione delle attivit industriali, Eco-efficienza significa anche passare dal puro
rispetto delle leggi ad una impostazione proattiva, volta alla risoluzione dei problemi
(implementazione di nuovi schemi di gestione ambientale, ecoaudit per i siti produttivi,
ecolabel per i prodotti, certificazione ambientale ed integrazione della qualit con la
sicurezza e l'ambiente).
In sintesi si pu affermare che, a seguito di un sempre maggiore interesse nei confronti
della salvaguardia dellambiente, non esclusivamente in ambito nazionale, bens

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Emas, verso lEco-efficienza
soprattutto in un contesto globale ormai acquisito, solo quelle aziende che sapranno
adottare atteggiamenti eco-efficienti vedranno il loro mercato espandersi mentre le altre
saranno destinate a incontrare sempre maggiori difficolt di sviluppo.
Anche esulando da un approccio prettamente imperniato sul sistema produttivo, le
tematiche connesse allEco-efficienza sono di grande attualit, viste alcune criticit di cui
lopinione pubblica ha preso coscienza. Si citino la problematica della quantit e della
qualit delle risorse idriche, linquinamento atmosferico da micropolveri dovute al traffico
urbano, la necessit di incrementare lefficienza nella produzione di energia, oltre al
prevedere fonti alternative, il sempre annoso problema dello smaltimento rifiuti, non
risolvibile solo a valle del processo produttivo, ecc. Inoltre, a prescindere dalle posizioni
assumibili, esiste un dibattito aperto circa lo sviluppo del mondo e, in particolare, le
modalit con cui gestire la crescita dei Paesi in via di sviluppo.

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Emas, verso lEco-efficienza

LINEE GUIDA VERSO LEco-efficienza

Il Regolamento Europeo Emas II n 761 del 19/03/2001 uno degli strumenti di maggior
efficacia da adottare per unazienda che intenda applicare i principi dellEco-efficienza
attraverso limplementazione di un Sistema di Gestione Ambientale.

Nelle seguenti sezioni si forniscono linee guida per la stesura della documentazione che
dovranno redigere le aziende di trasformazione della plastica intenzionate
allimplementazione di un Sistema si Gestione Ambientale.

Per la redazione delle linee guida si sono seguiti i principi dellEco-efficienza.


Sulla base delle informazioni e dei dati raccolti durante le visite condotte presso il
campione di aziende analizzate, si sono rapportati i principi dellEco-efficienza alla realt
aziendale dei salumifici.
Lo studio sviluppato stato sintetizzato nella scheda Eco-efficienza nelle aziende di
trasformazione della plastica riportante:
le sette dimensioni dellEco-efficienza,
per ciascuna dimensione: le sottoclassi specifiche per le cartiere,
per ciascuna sottoclasse: rilevanza e potenzialit di miglioramento.
La valutazione riportata nella scheda, frutto di discussione e confronto tra i tecnici
dellEnvironment Park ed il management delle aziende campione analizzate,
esclusivamente di tipo qualitativo sia per quel che riguarda la rilevanza della dimensione
delleco-efficienza che per la potenzialit di miglioramento (alta, media e bassa). Solo il
diffondersi di modelli di analisi aziendale permetter di individuare i processi gestionali
critici, le aree di possibile miglioramento, le best practice disponibili e il posizionamento
delle imprese rispetto ad esse. Quindi solo il diffondersi di tali modelli permetter di
passare da un giudizio puramente qualitativo ad uno di tipo quantitativo, ossia di misurare
il gap che separa una cartiera da quelle che hanno adottato con successo le migliori
soluzioni.

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Emas, verso lEco-efficienza

Scheda Eco-efficienza nelle aziende di trasformazione della plastica

Rilevanza della
Dimensione dell'eco- Splittamento della Dimensione dell'eco- Dimensione Potenzialit di
efficienza efficienza dell'eco- miglioramento
efficienza

materia prima (polimeri)


Ridurre l'uso dei materiali imballaggi materia prima
per produrre beni e servizi imballaggi prodotto finito
prodotti ausiliari (detersivi, disinfettanti)

Ridurre l'uso dell'energia


per produrre beni e servizi
energia elettrica per macchinari

emissioni in atmosfera (fasi di lavorazione)


emissioni (trasporto materia prima)
Ridurre le dispersioni emissioni (trasporto prodotto finito)
inquinanti
acque di scarico
emissioni acustiche

sfridi, scarti etc..


Aumentare il riciclo dei
materiali imballaggi materia prima
imballaggi prodotto finito

Massimizzare l'uso delle acqua


risorse rinnovabili rifiuti

Allungare la vita utile dei


prodotti tubetti, flaconi etc...

Aumentare l'intensit d'uso


di beni e servizi tubetti, flaconi etc...

LEGENDA

Rilevanza della dimensione


dell'eco-efficienza:
alta
media
bassa

Potenzialit di
miglioramento:
alta
media
bassa

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Emas, verso lEco-efficienza

Ridurre l'uso dei materiali per produrre beni e servizi


Per quanto concerne luso di materia prima, la rilevanza della dimensione dell'eco-
efficienza stata definita media poich i polimeri, che costituiscono "il corpo" del prodotto
stesso, sono prodotti a partire prevalentemente dal petrolio e pertanto il loro ottenimento
comporta lo sfruttamento di risorse naturali. La potenzialit di miglioramento stata
considerata alta poich per la produzione dei prodotti plastici possibile, come verr
discusso successivamente, ridurre limpiego di polimeri "vergini" integrando nella
produzione scarti di lavorazione rimacinati.
Gli imballaggi di materia prima e quelli necessari al confezionamento del prodotto finito
hanno entrambi la dimensione dell'eco-efficienza media. Tuttavia differiscono per quanto
concerne la potenzialit di miglioramento: l'azienda pu intervenire solo indirettamente sui
primi, scegliendo fornitori che garantiscano un prodotto imballato con materiali riciclabili o
con le confezioni octabin (maggiormente capienti e totalmente riciclabili), mentre pu
intervenire direttamente nella gestione dei secondi selezionando, in accordo con i principi
dell'eco-efficienza, imballaggi meno impattanti non solo dal punto di vista del materiale
utilizzato, ma anche della capienza (per esempio, confezioni modulabili).
Per quanto riguarda i prodotti ausiliari utilizzati stata definita media la dimensione
dell'eco-efficienza dal momento che tali prodotti, pur essendo inquinanti, sono
indispensabili alla pulizia dell'azienda. La potenzialit di miglioramento considerata
anchessa media poich in parte possibile utilizzare prodotti ausiliari efficaci, ma meno
impattanti, quali quelli biologici.

Ridurre l'uso dell'energia per produrre beni e servizi


Per quanto concerne l'energia, la dimensione dell'eco-efficienza ritenuta sempre alta,
poich tale consumo non solo comporta l'esaurimento delle risorse fossili, ma anche
inquinamento atmosferico. La potenzialit di miglioramento da ritenersi media per tutti i
consumi correlati all'attivit produttiva; infatti, per migliorare l'utilizzo dell'energia ogni
reparto ed ogni macchinario dovrebbero essere dotati di contatori separati. Ci
consentirebbe non solo di monitorare i consumi, ma anche l'efficienza di ciascun
macchinario.

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Emas, verso lEco-efficienza

Ridurre le dispersioni inquinanti


Per ci che concerne le emissioni atmosferiche generate dal ciclo produttivo queste
possono essere non o poco significative: infatti, il processo di lavorazione delle materie
plastiche di per se stesso, dal punto di vista delle emissioni atmosferiche, non
impattante; ci che rende le emissioni in atmosfera pi significative sono le lavorazioni
accessorie. Pertanto si ritiene che la dimensione dell'eco-efficienza sia, per questa voce,
media. La potenzialit di miglioramento da considerarsi bassa dal momento che le
lavorazioni accessorie sono in ogni caso indispensabili all'ottenimento del prodotto finito;
possono comunque essere impiegate sostanze accessorie meno impattanti.
Per quanto concerne le emissioni in atmosfera legate al trasporto, si ritiene che sia la
dimensione delleco-efficienza che la potenzialit di miglioramento siano medie poich,
essendo correlate alla fase essenziale di distribuzione, non possibile intervenire
pesantemente su tali voci. A tale proposito per, si consiglia di valutare il trasporto (sia di
materia prima che di prodotti) su rotaia o via mare anzich su strada.
La dimensione dell'eco-efficienza dei reflui media. Infatti, l'inquinamento prodotto dalle
acque di scarico non sussiste in assenza di lavorazioni accessorie (utilizzo di un ciclo
chiuso delle acque). Reflui significativi sono invece da attribuire, come nel caso delle
emissioni atmosferiche, alle lavorazioni accessorie (acque di lavaggio timbri, rulli, ecc.). La
potenzialit di miglioramento invece bassa poich queste tipologie di azienda sono
ormai tutte dotate di impianti di ricircolo delle acque allinterno di cicli chiusi.
Le emissioni acustiche per questo tipo di produzione sono da ritenersi mediamente
rilevanti: la presenza di impianti di refrigerazione delle acque pu infatti provocare la
produzione di rumore. La potenzialit di miglioramento ritenuta, per questa voce, bassa.

Aumentare il riciclo dei materiali


E' possibile riciclare gli scarti di produzione. La rilevanza di tale materiale alta poich le
quantit scartate sono consistenti. La potenzialit di miglioramento per da ritenersi
media poich la percentuale di introduzione di materiale rimacinato all'interno del ciclo
produttivo al massimo del 10% per ragioni di qualit del prodotto finito.
La rilevanza degli imballaggi media. La potenzialit di recupero degli imballaggi, per le
ragioni gi descritte al primo punto di tale analisi, variano in relazione al fatto che
l'imballaggio sia quello derivante dalla materia prima o di confezionamento del prodotto

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Emas, verso lEco-efficienza
finito: nel primo caso possibile riciclare, per esempio, gli octabin contenenti i polimeri, nel
secondo si pu ottimizzare il processo progettando confezioni modulabili.

Massimizzare l'uso delle risorse rinnovabili


Per l'elemento acqua la rilevanza media poich gravi sono le conseguenze dello spreco
di questa risorsa; tuttavia la potenzialit di miglioramento bassa poich le aziende del
settore gi realizzano il riciclo dellacqua allinterno di cicli chiusi.
L'impatto dei rifiuti elevato e la potenzialit di miglioramento considerata media dal
momento che le aziende gi riutilizzano gli scarti di produzione e stanno progettando
nuove tecnologie per recuperare i materiali pi difficilmente riciclabili.

Allungare la vita utile dei prodotti


La dimensione di questo punto rilevante dal momento che se un prodotto/materiale ha
vita pi lunga conseguentemente sar presente un minor utilizzo di risorse naturali e
contemporaneamente una riduzione dei rifiuti ad esso correlati. La potenzialit di
miglioramento per il settore delle plastiche da ritenersi media: infatti, se a tutt'oggi molti
prodotti plastici possono essere riciclati dando vita ad altri prodotti, alcuni materiali non
vengono recuperati per ragioni tecnologiche e/o di costo.

Aumentare l'intensit d'uso di beni e servizi


La dimensione di questo punto rilevante poich se un prodotto utilizzato pi
intensamente sar presente un minor utilizzo di risorse naturali e contemporaneamente
una riduzione dei rifiuti ad esso correlati. La potenzialit di miglioramento da ritenersi
bassa: possono essere riadoperati con la loro funzione originaria i prodotti plastici di
imballaggio, tuttavia altre tipologie di prodotto non possono essere riutilizzate oppure il loro
reimpiego molto difficile.

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Caso Studio EcoPlastica S.p.A.

CASO STUDIO

EcoPlastica S.p.A.

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Caso Studio EcoPlastica S.p.A.
Nel presente capitolo analizziamo un caso concreto di implementazione di un
sistema di gestione ambientale in conformit al Regolamento EMAS.
Si tratta di unipotetica azienda, la EcoPlastica S.p.A., la quale presenta caratteristiche e
problematiche tipiche di una PMI operante nel settore della trasformazione delle
materie plastiche.
Per quanto concerne la normativa vigente in materia ambientale, si deciso di presumere
che lazienda EcoPlastica S.p.A. rispetti le prescrizioni legali di interesse, anche se
presenta alcune aree a rischio. Il soddisfacimento delle prescrizioni legali rappresenta
infatti il requisito di base per la registrazione EMAS e la certificazione ISO 14001 e gli
eventuali adeguamenti effettuati da unazienda non rientrano allinterno delle
considerazioni relative al miglioramento continuo della prestazione ambientale.

Quale supporto al caso studio dellazienda EcoPlastica S.p.A., nel presente capitolo sono
riportati i seguenti documenti:
Rapporto di Analisi Ambientale: al fine di presentare un caso studio per quanto
possibile completo, sono state attribuite allazienda EcoPlastica S.p.A., tutte le
problematiche individuate durante lanalisi del campione di aziende; per tale
motivo la realt descritta nellanalisi ambientale iniziale dellazienda sar
alquanto peggiorativa rispetto al livello medio riscontrato nelle aziende del
settore;
Manuale di Gestione Ambientale;
Dichiarazione Ambientale: essendo un documento emesso solo al momento della
avvenuta registrazione EMAS, si redatto il modello qui proposto immaginando che
lazienda EcoPlastica S.p.A. abbia ovviato a tutte le carenze ambientali riscontrate in
fase di Analisi e avviato procedure per il contenimento dei propri impatti;
Politica Ambientale ed Obiettivi.
Normativa ambientale applicabile al settore di trasformazione delle materie plastiche.

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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale

ANALISI AMBIENTALE INIZIALE


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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
Lanalisi ambientale dellazienda EcoPlastica S.p.A. stata predisposta sulla base
dei dati rilevati presso il campione di aziende analizzate.
Come descritto in precedenza il rapporto di analisi ambientale della EcoPlastica S.p.A.
mette in luce una serie di problematiche che possono essere raggruppate in due categorie
principali:
Problematiche relative ai processi produttivi: si tratta delle problematiche tipiche del
settore analizzato e hanno caratteristiche che possono variare in relazione alle
dimensioni e all caratteristiche dellazienda, ma sostanzialmente possono essere
ricondotte ad un numero definito di casistiche.
Problematiche relative alle attivit accessorie: si tratta di tutti quegli aspetti ambientali
che possono interessare le aziende produttive, indipendentemente dal settore
produttivo. Tali problematiche possono essere innumerevoli e risulta quindi impossibile
identificare un numero definito di casistiche.
Lazienda EcoPlastica S.p.A. possiede tutte le problematiche legate ai processi
produttivi rilevate nel campione di aziende oggetto dellanalisi unitamente alle
problematiche trasversali riscontrate con maggiore frequenza nelle PMI
indipendentemente dal settore di appartenenza.
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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale

1 Indice

1 Indice 3
2 Premessa 5
2.1 Scopo 5
2.2 Campo di applicazione 5
2.3 Documentazione di riferimento 5
2.4 Definizioni 5
3 Descrizione dellorganizzazione 7
3.1 Storia 7
3.2 Organigramma 7
3.3 Mercato 8
4 Inquadramento del sito 9
4.1 Dati generali 9
4.2 Descrizione del contesto ambientale 9
4.2.1 Il Comune di Ecolandia 9
4.2.2 Clima 10
4.2.3 Inquadramento idrogeologico 11
4.3 Descrizione delle aree confinanti 13
4.4 Descrizione dello stabilimento 13
5 Descrizione delle attivit 14
5.1 Descrizione del processo produttivo 15
5.2 Diagramma di flusso operativo 16
6 Elenco delle prescrizioni legali 16
6.1 Prescrizioni legislative e regolamentari 17
6.2 Prescrizioni di altro tipo 20
7 Descrizione delle prassi ambientali 21
7.1 Manutenzione 21
7.2 Gestione rifiuti 22
7.3 Gestione impianto di filtraggio 23
8 Aspetti ambientali 23
8.1 Aspetti ambientali diretti 24

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EcoPlastica S.p.A.. Analisi Ambientale Iniziale
8.1.1 Emissioni in atmosfera 25
8.1.2 Scarichi idrici 26
8.1.3 Produzione e gestione rifiuti 27
8.1.4 Uso e contaminazione del suolo 28
8.1.5 Consumo di risorse naturali e materie prime 29
8.1.6 Questioni locali 35
8.1.7 Trasporti 36
8.1.8 Emergenze ambientali 37
8.2 Aspetti ambientali indiretti 38
8.2.1 Prodotti 39
8.2.2 Mercati 40
8.2.3 Piani di sviluppo 40
8.2.4 Aspetti ambientali degli appaltatori, subappaltatori e fornitori 41
9 Criteri di valutazione della Significativit 42
9.1 Criteri di Prestazione Gestionale 43
9.2 Criteri di Impatto Ambientale 44
10 Registro degli Aspetti Ambientali Importanti 45
11 Conclusioni 46
12 Allegati 46

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2 Premessa

Il presente documento costituisce Rapporto di Analisi Ambientale Iniziale dellazienda


EcoPlastica S.p.A. per limplementazione di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA)
conforme al Regolamento CE 761/2001.

2.1 Scopo

Stabilire lattuale posizione della EcoPlastica S.p.A. rispetto allambiente, per quanto
concerne le attivit, i prodotti e i servizi dellunit produttiva sita in Strada Ecologica 1,
Ecolandia (EC).

2.2 Campo di applicazione

Attivit, prodotti e servizi relativi allo stabilimento EcoPlastica S.p.A. di Ecolandia con
particolare riferimento agli aspetti ambientali, diretti e indiretti, associati.

2.3 Documentazione di riferimento

Il presente Rapporto di Analisi Ambientale stato redatto prendendo in considerazione i


seguenti documenti:
Regolamento CEE 761/2001 (EMAS).
Norma UNI EN ISO 14001 ed. 96;
Normativa Europea, Nazionale, Regionale e Locale vigente in campo ambientale.
In particolare lAnalisi Ambientale stata svolta in conformit ai requisiti descritti al punto
A.3.1 dello standard ISO 14001 e allAllegato VII del regolamento EMAS.

2.4 Definizioni

Analisi Ambientale: esauriente analisi iniziale dei problemi ambientali, dellimpatto e


delle prestazioni ambientali connesse allattivit di unorganizzazione. [EMAS art. 2
lett. e)]
Ambiente: contesto nel quale una organizzazione opera, comprendente laria, lacqua ,
il terreno, le risorse naturali, la flora, la fauna, gli esseri umani e le loro interrelazioni.
[ISO 14001 pt. 3.2]
Aspetto ambientale: elemento delle attivit, dei prodotti o dei servizi di
unorganizzazione che pu interagire con lambiente. Un aspetto ambientale

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significativo un aspetto ambientale che ha o pu avere un impatto ambientale
significativo [EMAS art. 2 lett. f)]
Impatto ambientale: qualsiasi modifica allambiente, positiva o negativa, derivante in
tutto o in parte dalle attivit, dai prodotti o dai servizi di unorganizzazione. [EMAS art.
2 lett. g)]
Soggetto interessato: individuo o gruppo, comprese le autorit, interessato alle o dalle
prestazioni ambientali di unorganizzazione. [EMAS art. 2 lett. p)]
Organizzazione: societ, azienda, impresa, autorit o istituzione, o parte o
combinazione di essi, con o senza personalit giuridica pubblica o provata, che ha
amministrazione e funzioni proprie. [EMAS art. 2 lett. s)]
Sito: tutto il terreno, in una zona geografica precisa, sotto il controllo gestionale di
unorganizzazione che comprende attivit, prodotti e servizi. Esso include qualsiasi
infrastruttura, impianto e materiali. [EMAS art. 2 lett. t)]

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3 Descrizione dellorganizzazione1

3.1 Storia

La EcoPlastica S.p.A. viene fondata nel 1960 a Ecolandia e la Famiglia Bianchi ne detiene
lintera propriet.
Gli anni 80 coincidono con una profonda ristrutturazione dellAzienda: lo stabilimento
viene ampliato con la realizzazione di nuovi locali produttivi e vengono acquistati gli
impianti necessari ad estendere lattivit produttiva.
Gi durante la fase di installazione dei nuovi impianti vengono conseguiti livelli di qualit
dei processi e dei costi di produzione tali da consolidare ulteriormente la posizione
dellazienda sul mercato e contemporaneamente risolvere i punti critici precedentemente
riscontrati, dando particolare importanza alla qualit degli ambienti interni ed esterni ed
alla qualit del lavoro.
Dal punto di vista commerciale lAzienda ha ulteriormente consolidato la sua posizione
dandosi una struttura organizzativa pi articolata; ci ha consentito di acquisire nuovi
importanti clienti.
Nel gennaio 1995 lazienda ha ottenuto la certificazione del Sistema di Qualit in
conformit alla Norma UNI EN ISO 9002 ed. 1994.
Nel 2000 viene installato un magazzino automatizzato con lo scopo di migliorare i tempi di
consegna ai clienti, operativo dal 2001.
Nel settembre del 2001 viene effettuato ladeguamento della certificazione del sistema di
gestione Qualit, in conformit alla norma UNI EN ISO 9001:2000, estendendo il SQ alla
progettazione dei prodotti.

3.2 Organigramma

Nello schema seguente riportata la struttura organizzativa della EcoPlastica S.p.A..

1
La fase di informazione generale sullorganizzazione la prima da sviluppare e fornisce una sintetica
descrizione delle principali indicazioni anagrafiche dellazienda analizzata.

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Presidente

Amministratore Delegato

Responsabile Responsabile Responsabile


Commerciale Stabilimento Amministrativo

Responsabile Produzione Responsabile


Industrializzazione

Responsabile
Responsabile Logistica
Manutenzione

Responsabile Sistema Responsabile Qualit e


Gestione Ambientale Sicurezza

Schema 1: Organigramma funzionale EcoPlastica S..p.A.

3.3 Mercato

I prodotti realizzati hanno impiego sia nellindustria elettronica che nel settore della
installazione.
Il mercato di vendita della EcoPlastica S.p.A. totale si caratterizza cos come descritto
nella seguente tabella.
% del fatturato
Cliente Nazionale Europeo Extra-Europeo
vendite totali
Distributore materiale elettrico Spagnolo X 7,0
Distributore materiale elettrico Italiano X 6,3
Distributore materiale elettrico Italiano X 4,0
Consociata Sudafricana X 3,6
Multinazionale Tedesca X 3,1
Distributore Australiano X 2,4
Distributore Italiano X 2,0
Distributore Italiano X 1,9
Distributore Italiano x 1,8

Tabella 1: Mercato vendite della EcoPlastica S.p.A.

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4 Inquadramento del sito2

4.1 Dati generali

Di seguito sono riportati i dati generali del sito oggetto dellAnalisi Ambientale:
Ragione sociale: EcoPlastica S.p.A.
Sede amministrativa: Strada Ecologica, 1 Ecolandia (EC)
Stabilimento: Strada Ecologica, 1 Ecolandia (EC)
Responsabile Stabilimento: Ing. Mario Bianchi
Responsabile Ambiente: Dott. Paolo Rossi
N dipendenti: 90
Fatturato (2000): 11.000.000 euro
Superficie totale: 20.000 m2
Superficie fabbricati: 7.000 m2
Superficie aree verdi: 6.000 m2
Strade/aree pavimentate: 7.000 m2

4.2 Descrizione del contesto ambientale

4.2.1 Il Comune di Ecolandia


Il Comune sorge su territorio pianeggiante, ad unaltitudine di circa 127 m.s.l.m., su area
adibita ad uso industriale.

2
La fase di inquadramento generale dellarea volta a descrivere lo stato ambientale del territorio
circostante il sito di interesse, fornendo le informazioni reperibili riguardanti lassetto territoriale, urbanistico e
le caratteristiche pi propriamente ambientali (inquadramento climatico, morfologico, geomorfologico,
idrogeologico, vegetazionale, ecc).
A tale scopo risulta opportuno disporre di carte tematiche su cui localizzare il sito, su quali siano evidenziati i
corsi dacqua posti nelle vicinanze, la destinazione duso dei suoli, le caratteristiche della vegetazione, della
flora e della fauna, le zone di instabilit di versanti, frane ed aree esondabili (se la zona del sito interessata
da qualcuno dei fenomeni sopra citati).
Il fine quello di evidenziare quali componenti ambientali siano pi sensibili alle attivit antropiche e quindi
pi facilmente influenzabili dalle attivit svolte nel sito di interesse.
Per il caso studio in esame si immaginato un comune collocato in pianura caratterizzata da unimportante
rete idrica.

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La zona non inserita in alcun piano di tutela ambientale ed il contesto territoriale
rimasto quello tipico delle aree industriali padane.

4.2.2 Clima
Ecolandia ubicata in unarea a clima da subumido a subarido, tendente al secco. Essa
ha in inverno una moderata eccedenza idrica (che rappresenta lafflusso superiore alla
massima capacit idrica del suolo), infatti lunica area in cui non si ha il minimo
pluviometrico principale in questa stagione, come accade invece nel resto del Piemonte, e
unestate calda.
Nelle tabelle successive si riporta landamento annuale delle temperature e delle
precipitazioni nellarea in cui ubicato lo stabilimento oggetto danalisi.

Temperature medie annue, estreme e giorni di gelo


Anni di osservazione 22
Giorni di gelo 65
Temperature medie
Annue 12.6
Mese di gennaio 0.6
Mese di luglio 23.9
Massime giornaliere 17.0
Minime giornaliere 8.2
Massime mensili 23.0
Minime mensili 2.5
Temperature estreme
Massime 39.2
Minime -18.0

Tabella 2: Temperature medie annue, estreme e giorni di gelo (C)

Temperature medie, valori estremi e medie dei valori estremi (C)


Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Minime estreme -18.0 -14.6 -9.0 -4.0 0.0 7.0 7.0 7.0 2.0 -4.0 -9.0 -12.0
Medie delle minime
-8.8 -5.5 -2.0 2.1 6.0 10.7 12.8 12.1 8.6 2.3 -2.1 -6.1
mensili
Medie delle minime
-2.1 -0.2 3.4 7.5 11.8 15.7 18.1 17.4 14.0 8.8 4.3 -0.2
giornaliere
Medie 0.6 3.2 8.1 12.8 17.3 21.2 23.9 22.9 19.1 13.1 7.0 2.2

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Medie delle
3.2 6.6 12.7 18.1 22.8 26.7 29.7 28.3 24.2 17.4 9.7 4.6
massime giornaliere
Medie delle
8.7 13.8 19.9 25.2 28.8 32.6 34.4 33.3 29.3 23.4 16.2 10.8
massime mensili
Massime estreme 16.0 17.7 25.5 30.5 33.0 38.2 39.2 38.5 34.4 26.6 20.0 18.0

Tabella 3: Temperature medie annue, estreme e giorni di gelo (C)

Valori di precipitazione media mensile ed annua e numero di giorni piovosi


Dati Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Mm 41 49 56 55 58 43 38 50 47 82 77 50 647
Gg 9 6 7 6 6 6 4 5 5 9 7 11 81

Tabella 4: Valori di precipitazione media mensile ed annua e numero di giorni piovosi

4.2.3 Inquadramento idrogeologico


La litologia della zona caratterizzata dalla presenza di argille e marne e poich si
verificano due mesi aridi, si ha un paesaggio a calanchi, tipico di un ambiente subarido e
mediterraneo.
Dal punto di vista litologico i sedimenti della zona risultano essere per lo pi sciolti,
costituiti da un'alternanza di sabbie da fini a grossolane, di argille limoso-sabbiose e di
marne argillose grigio-verdastre (con faune lacustri); sono anche presenti livelli ghiaiosi;
sono rinvenibili talora concrezioni calcaree e livelli ricchi di materia organica. Gli apporti
detritici di questa unit sono generalmente meridionali (clasti di serpentiniti, arenarie ,
calcari, scisti).
Le litologie sopra descritte sembrano essere assenti nelle aree immediatamente adiacenti
ai rilievi collinari. Procedendo verso sud i sedimenti risultano essere sempre pi ghiaiosi;
in alcuni casi l'intervallo di et Pliocene sup. Pleistocene inf. rappresentato da sedimenti
prevalentemente ghiaiosi grossolani .
Nel settore sud ovest affiorano sedimenti costituiti da arenarie pi o meno cementate,
rossastre, da fini a medie, con ciottoli; spesso sono chiaramente individuabili strutture
trattive; presenti lenti a granulometria pi fine con resti vegetali.
La definizione dei complessi idrogeologici pu essere attualmente tentata esclusivamente
mediante la correlazione dei dati stratigrafici ricavati dalle perforazioni effettuate, i quali,
spesso, risultano essere sommari e non sempre attendibili; infatti non esistono, al

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momento, dati di letteratura sufficienti e distribuiti sul territorio, relativi alle caratteristiche
idrauliche degli acquiferi.
Come mostrano le sezioni stratigrafiche ipotizzabile un complesso idrogeologico pi
superficiale costituito in prevalenza da ghiaie con matrice da sabbiosa a pelitica ed
alternanze di livelli argillosi non molto potenti, probabilmente poco estesi lateralmente.
Detto complesso aumenta di potenza procedendo da nord a sud (da 20-25 m in
corrispondenza dellarea nord fino a circa 100 m del settore sud dell'area studiata). La
trasmissivit dell'acquifero varia mediamente da 10-1 a 10-3 m2/s e la permeabilit da 10-2 a
10-4 m/s
Pi in profondit presente un complesso idrogeologico estremamente eterogeneo
costituito da alternanze di orizzonti limoso-argillosi abbastanza potenti (anche pi di venti
metri) con livelli sabbiosi e ghiaiosi. Questo complesso sede di un acquifero multistrato,
solitamente in pressione e localmente artesiano.
Ad oggi sono stati realizzati diversi lavori volti a determinare la vulnerabilit della falda in
corrispondenza del sito oggetto di indagine.
Sulla base di considerazioni litostratigrafiche ed idrogeologiche viene individuata una
vulnerabilit potenziale massima (quando la falda pi prossima al piano campagna) ed
una minima (quando la falda pi lontana dal piano campagna), in funzione dei valori di
soggiacenza che variano nel tempo. Occorre precisare che i tempi di arrivo in falda di un
eventuale inquinante stato calcolato prescindendo da eventuali modificazioni chimico-
fisiche e/o batteriologiche che possono interessare l'inquinante una volta venuto a contatto
con le rocce del sottosuolo, inoltre la velocit di infiltrazione stata calcolata in condizioni
di non saturazione. Prendendo in considerazione la vulnerabilit potenziale massima,
nell'ambito della zona analizzata, vengono evidenziati:
- un'area a N-NW con isocrone da 0.5 a 1 anno;
- una fascia centrale con orientazione all'incirca SW-NE con isocrone variabili da 1 a 3
anni;
- un settore a SE ed una piccola porzione di territorio all'estremit NE con tempi di arrivo
in falda da 3 a 5 anni.
Sulla base delle caratteristiche dei complessi idrogeologici e dei valori di soggiacenza
della superficie piezometrica, la vulnerabilit viene considerata come la suscettibilit
specifica di un complesso idrogeologico ad ingerire e a diffondere un inquinante
idroveicolato. Nell'ambito del sito oggetto di studio vengono evidenziati:

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- un ampio settore a SSE caratterizzato da vulnerabilit Molto Elevata
- un settore ad WNW caratterizzato da vulnerabilit da Alta ad Elevata

4.3 Descrizione delle aree confinanti

Il sito EcoPlastica S.p.A. sorge a est del territorio del Comune di Ecolandia in zona
destinata ad uso industriale, decentrata rispetto al tessuto urbanistico del comune con
viabilit di accesso che non interferisce con il centro abitato.
La zona non inserita in alcun piano di tutela ambientale ed il contesto territoriale
rimasto quello tipico delle aree industriali padane.
Tutti i suoli limitrofi allinsediamento hanno una destinazione duso produttivo. Il nucleo
residenziale pi prossimo al sito costituito da un gruppo di abitazioni che si trova a circa
200 metri di distanza.
In Allegato (n.d.)3 riportata una planimetria dellarea, con la descrizione delle aree
confinanti con il sito in oggetto.

4.4 Descrizione dello stabilimento

Lazienda EcoPlastica S.p.A. composta da vari fabbricati edificati in epoche diverse e


con tipologie diverse.
Fabbricato industriale adibito alla produzione
trattasi dello stabilimento originario per cui di vecchia costruzione; oggetto di varie
ristrutturazioni attualmente in condizioni di sufficienti manutenzione e conservazione. Il
fabbricato realizzato con struttura portante in pilastri di cemento armato e murature in
mattoni, copertura con struttura a volta realizzata in parte in opera e parte con elementi in
cemento armato precompresso. Limmobile alto circa 8 m ma presenta varie altezze
interne che variano da 3,50 m a 6,00 m. I pavimenti sono in battuto di cemento e i
serramenti in ferro.
Nellallegato (n.d.) riportata una planimetria dinsieme del sito con lindicazione delle
aree verdi.
Fabbricato adibito a magazzino prodotto finito
Trattasi di capannone realizzato in tre fasi successive ma con identica struttura
prefabbricata in cemento armato precompresso, travature Sheed, murature di

3
Vengono contrassegnati con lindicazione Non Disponibile (n.d.) tutti i documenti che non vengono allegati
poich non stato possibile ipotizzarli e quindi redigerli con sufficiente realismo.

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tamponamento realizzate con mattoni paramano a vista, altezza interna sottotrave di 5,00
m. Il pavimento realizzato con battuto di cemento (pavimentazione industriale). Tutto il
fabbricato si presenta in perfette condizioni di manutenzione e conservazione.
Fabbricato adibito a magazzino materie prime e uffici
Il corpo principale ha struttura portante in cemento armato precompresso con travature
Scheed, murature di tamponamento perimetrali in mattoni paramano a vista, altezza
sottotrave interna di 6,00 m, pavimento in battuto di cemento. Sul retro stato realizzato
un corpo di fabbrica in cui sono stati ricavati dei locali accessori (ad uso servizi igienici,
locale compressori, ripostiglio, ecc). A questa struttura poi stato annesso un corpo
fabbrica ad uso uffici, servizi e spogliatoi, realizzato in opera con pilastri in cemento
armato, con solai intermedi in laterizio, serramenti in alluminio anodizzato e pavimenti in
materiale sintetico, distribuito su 2 piani. Gli uffici realizzati hanno altezza interna
rispettivamente di 3,20 m e 2,80 m. I locali ad uso servizi e spogliatoi hanno divisorie
interne realizzate con pareti prefabbricate e murature in mattoni. Limmobile si presenta
nel suo complesso in buone condizioni di manutenzione e conservazione.
Tutto il complesso aziendale completamente recintato con muretti in calcestruzzo con
sovrastante cancellata in ferro e in alcuni tratti con recinzione in paletti di ferro e rete
metallica.
Allinterno di tale area sono presenti numerose zone adibite ad area verde con presenza di
piantumazione di vario tipo: azalee, rododendri, betulle, pini, abeti, alberi da frutta e roseti.
Lazienda offre nel suo complesso un buon impatto dal punto di vista ambientale, in
considerazione delle numerose aree verdi presenti sia allinterno della propriet stessa
che nelle immediate vicinanze.

5 Descrizione delle attivit

La descrizione delle attivit dellazienda prende in considerazione sia le attivit legate al


processo produttivo che le attivit accessorie.
In particolare lindividuazione di tali attivit stata effettuata considerando le possibili
interazioni con lambiente dei diversi elementi delle attivit, dei prodotti e dei servizi
aziendali e raggruppando gli stessi in modo tale che ciascuna attivit individuata sia
omogenea per quanto concerne gli aspetti ambientali ad essa collegati.

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5.1 Descrizione del processo produttivo

La societ EcoPlastica S.p.A. ha come attivit la produzione e commercializzazione di


sistemi di marcatura ed identificazione di fili e di cavi elettrici ed altri manufatti per
lindustria elettrotecnica.
Il processo di lavorazione si scinde in due attivit:
estrusione completamente automatizzata in linea, con raffreddamento, traino o taglio di
profili speciali. Successivamente detti profili vengono per una parte tagliati in spezzoni
di varie lunghezze, inscatolati in apposita inscatolatrice automatica ed immessi a
magazzino pronti per la vendita; per unaltra parte vengono stampigliati con caratteri a
trasferimento a caldo con inscatolamento manuale ed infine la rimanenza viene
commercializzata appena estrusa, senza essere sottoposta ad ulteriore lavorazione;
stampaggio di materiali termoplastici in linea, con plastificazione (fusione) del polimero
sotto forma di granuli, iniezione del polimero fuso in uno stampo che si trova al di sotto
della temperatura di solidificazione del polimero, mantenimento sotto pressione e
raffreddamento del manufatto fin quando la solidificazione avanzata sufficientemente.
I prodotti finiti vengono successivamente inscatolati ed immessi a magazzino pronti per
la vendita.

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5.2 Diagramma di flusso operativo

Polimeri e
sostanze Ricezione
accessorie materia prima
Imballaggi
e stoccaggio
a magazzino
Semilavorati
estrusi o stampati
E S ASL
Plastificazione Prelievo a magazzino
Plastificazione
semilavorati estrusi
e sostanze accessorie
H20 impianto refrigerazione

Estrusione, Assemblaggio
raffreddamento e Stampaggio semilavorati Etichettatura
calibrazione estrusi

H20 pozzo 14

Taglio, traino e Confezionamento Rifiuti, scarti di


Astucci di carta produzione
confezionamento Confezionamento prodotto finito
e etichette

Recupero e Recupero o
Prodotti finiti e/o Prodotti finiti e/o rimacinazione smaltimento in
semilavorati semilavorati (granuli) discarica

Stoccaggio a
magazzino

LEGENDA
Imballaggio e E linea estrusione
Cellophane, spedizione secondo
S linea stampaggio
legno, carta ordine del cliente
(a catalogo) ASL Assiemaggio semilavorati

Schema 2: Diagramma di flusso del ciclo produttivo di EcoPlastica S.p.A.

6 Elenco delle prescrizioni legali4

Al fine di fornire un quadro di riferimento per la definizione delle procedure del SGA,
stata effettuata unindagine per stabilire quali siano le prescrizioni alle quali lazienda si
deve attenere nello svolgimento delle proprie attivit.
Tali prescrizioni sono state divise in due tipologie:
Prescrizioni legislative e regolamentari: comprendono tutta la normativa europea,
nazionale e locale in materia ambientale;

4
Il rispetto degli obblighi legislativi il primo presupposto per la certificazione. Lorganizzazione dovr
stabilire e mantenere attiva una procedura che consenta di identificare e di accedere alle prescrizioni legali e
di altro tipo sottoscritte dallorganizzazione che riguardano gli aspetto ambientali delle sue attivit, prodotti o
servizi.

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Prescrizioni di altro tipo: sono essenzialmente accordi volontari, sottoscritti con le parti
interessate, che lazienda si impegna a rispettare.

6.1 Prescrizioni legislative e regolamentari

Per lindividuazione delle prescrizioni legislative e regolamentari che interessano le attivit,


i prodotti e i servizi dellazienda si proceduto secondo le seguenti fasi:
individuazione delle caratteristiche delle attivit aziendali;
confronto con diverse fonti di informazione al fine di stabilire quali prescrizioni
interessano lazienda;
verifica del livello di conformit alle prescrizioni individuate e individuazione della
relativa documentazione (autorizzazioni, ecc.).
Nella tabella seguente riportato il risultato della ricerca.

Comparto ambientale Normativa


D.M. 25/07/00 (Rettifica D.M. 20/08/99)
D.M. 20/08/99 (Bonifica amianto)
Amianto D.M. 6/9/1994 (Cessazione dellimpiego dellamianto)
L. 257/92 (Cessazione utilizzo amianto)
D.Lgs 277/91 (Protezione dei lavoratori)
D.M. 04/05/98 (Modalit pres. domanda)
D.M. 10/03/98 (Criteri gestione sicurezza antinc.)
Antincendio D.P.R. 12/01/98 n. 37 (Proc. per C.P.I.)
D.M. 16/02/82 (Attivit soggette a C.P.I.)
D.P.R. 577/82 (Espletamento serv. antincendio)
L. 36/94 (Disposizioni in materia di risorse idriche)
D.Lgs 12/07/93 n. 275 (Concessione di acque
Approvvigionamento idrico autonomo
pubbliche)
R.D. 11/12/33 n. 1775 (Testo unico)
Emissioni in atmosfera D.M. 25/08/00 (Metodi di campionamento)
D.G.R. n. 87 2226 del 16/10/95 (Autorizzazioni via
generale)
D.M. 21/12/1995 (Disciplina metodi di controllo)
D.P.R. 25/07/1991 (Emissioni poco significative)
D.M. 12/07/1990 (Linee guida emissioni impianti
industriali)
D.P.C.M. 21/07/1989 (Attuazione e interpretazione
D.P.R. 203/88)

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D.P.R. 203/88 (Emissioni in atmosfera)
D.P.R. 551/99 (Modifiche a D.P.R. 412)
D.P.C.M. 02/10/1995 (Caratteristiche dei
combustibili)
Impianti termici D.P.R. 412/93 (Progettazione, installazione, esercizio
di impianti termici)
L. 10/91 (Uso razionale energia e risparmio
energetico)
L. 335/01 (Differimento termini per lo smaltimento in
discarica)
L. 93/01 (Disposizioni in campo ambientale)
Decisone CE 2001/119/CE (Modifica elenco rifiuti)
Decisone CE 2001/118/CE (Modifica elenco rifiuti)
Decisione CE 2000/532/CE (Nuovo C.E.R.)
L. 133/99 (Proroga M.U.D.)
D.P.C.M: 31/03/99 (Nuovo modello M.U.D.)
L. 35/99 (Proroga adesione CONAI)
D.M. 148/98 (Nuovo modello registri di carico e
scarico)
D.M. 145/98 (Nuovo modello formulario)
D.M. 141/98 (Smaltimento rifiuti pericolosi)
Rifiuti/Imballaggi
L. 426/98 (Nuovi interventi in capo ambientale)
D.M. 05/02/1998 (Recupero rifiuti non pericolosi)
D.Lgs 389/97 (Ronchi bis)
D.Lgs 22/97 (Decreto Ronchi)
DM 392/96 (Norme tecniche impianti stoccaggio oli
esausti)
L. 70/94 Semplificazione adempimenti ambientali,
audit)
Del. 27/07/1994 (Classificazione, etichettatura e
stoccaggio rifiuti)
D.Lgs 507/93 (T.A.R.S.U.)
D.Lgs. 95/92 (Raccolta e eliminazione oli esausti)
D.C.I.M. 27/07/1984 (Classificazione, etichettatura e
stoccaggio rifiuti)
Rumore esterno D.M. 29/12/00 (Piani contenimento rumore)
L.R. 20/10/00 (Tutela ambiente da inquinamento
acustico)
D.M. 16/03/98 (Rilevamento e misurazione)
D.P.C.M. 14/11/97 (Valori limite)

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Comparto ambientale Normativa


L. 447/1995 (Legge quadro inquinamento acustico)
D.P.C.M. 01/03/91 (Limiti massimi di esposizione)
D.Lgs 258/00 (Modifiche al D.Lgs 152/99)
D.Lgs 152/99 (Nuovo testo unico acque)
Scarichi idrici
L. 05/01/94, n.36 (Disposizioni risorse idriche)
L.R. 13/90 (Disciplina scarichi fognature)
D.M. 11/04/2001 recepimento 2000/33/CE (27
adeguamento: Classificazione, imballaggio
etichettatura preparati pericolosi)
D.M. 26/01/2001 recepimento 2000/32/CE
(Classificazione, imballaggio etichettatura preparati
pericolosi)
D.M. 30/10/2000 rettifica al D.M. 10/04/2000
D.M. 10/04/2000 recepimento 98/73/CE e 98/98/CE
(24 e 25 adeguamento)
Sostanze pericolose D.M. 7/07/1999 recepimento 98/73/CE
(Classificazione, imballaggio etichettatura preparati
pericolosi)
D.Lgs 285/98 (Classificazione, imballaggio
etichettatura preparati pericolosi)
D.Lgs 52/97 (Classificazione, imballaggio ed
etichettatura delle sostanze pericolose)
D. 04/04/97 (Scheda di sicurezza)
D. 28/04/97 e successive modifiche (Classificazione,
imballaggio etichettatura sostanze pericolose)
Suolo D.M. 471/99 (Bonifica siti inquinati)

Tabella 5: Elenco delle prescrizioni legislative e regolamentari

Nella tabella seguente riportato lelenco della documentazione in possesso dellazienda


per quanto concerne la conformit legale.

Argomento Tipo Ente Riferimento Note


Nulla osta
Rilascio parere Provincia di allallacciamento ed allo
Prot. ndel
di competenza Ecolandia scarico nella rete
Scarichi idrici consortile dei reflui
Domanda di
EcoPlastica Inviata il
autorizzazione
Per la derivazione
Istanza di
Approvvigionamento dacqua sotterranea ad
concessione EcoPlastica Richiesta del .
idrico uso industriale, igienico
preferenziale
ed assimilati

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Argomento Tipo Ente Riferimento Note


Comunicazione di
Provincia di scadenza in materia di
Comunicazione Prot. ndel
Ecolandia utilizzazione di acque
pubbliche
Denuncia
prelievi idrici EcoPlastica Inviata il
autonomi
Dichiarazione da parte
della ditta circa
Rapporto di Analisi
PCB Certificato Azienda X lassenza di PCB
ndel..
nellolio dielettrico dei
trasformatori
Amianto Comunicazione EcoPlastica Prot. ndel Comunicazione allASL
Comando
Certificato
Provinciale dei
Antincendio Prevenzione Prot.ndel..
Vigili del Fuoco
Incendi
di Ecolandia
Registri,
EcoPlastica
Formulari, MUD
Copia delle
Rifiuti Autorizzazioni autorizzazioni di
trasportatori e Enti preposti Singole autorizzazioni smaltitori e trasportatori
smaltitori sono archiviate in
azienda

Tabella 6: Elenco della documentazione legale

La documentazione sopraelencata archiviata dal Responsabile Ambiente dellazienda.

6.2 Prescrizioni di altro tipo

Al fine di individuare prescrizioni di altro tipo che possono interessare le attivit, i prodotti e
i servizi dellazienda sono stati verificati gli accordi volontari sottoscritti con le parti
interessate ed in particolare con i clienti e gli organi di controllo.
Dallanalisi svolta non sono state evidenziate prescrizioni relative a parametri di carattere
ambientale.

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7 Descrizione delle prassi ambientali5

Il presente punto descrive le modalit attualmente adottate dallazienda per la gestione di


alcune problematiche ambientali.
In particolare sono state prese in considerazione le operazioni attualmente svolte
secondo:
procedure formalizzate;
prassi consolidate.
In fase di implementazione del Sistema di Gestione Ambientale, anche sulla base delle
informazioni contenute nel presente capitolo, verranno predisposte le opportune procedure
operative ambientali.

7.1 Manutenzione

Lazienda ha distinto la manutenzione secondo due classi principali:


Manutenzione Straordinaria;
Manutenzione Programmata.
Il personale addetto alle operazioni di manutenzione pu fare riferimento ai manuali di
Istruzione e di manutenzione opportunamente raccolti ed ordinati presso lufficio del
Responsabile di Produzione.
La manutenzione straordinaria viene effettuata, a cura del Responsabile di Produzione,
ogni qualvolta si presentano inconvenienti elettrici, meccanici o di altro genere.
La manutenzione programmata viene effettuata a cura del Responsabile di Produzione, in
accordo con la direzione generale, in periodi prestabiliti, compatibilmente con le esigenze
di produzione, in quanto tali interventi prevedono la fermata dellimpianto interessato.
Lazienda gestisce la manutenzione secondo la procedura del Sistema Qualit
PG/01_processo di gestione della manutenzione avente come scopo quello di definire le
attivit che vengono effettuate sugli Impianti, macchinari e strutture dello stabilimento
EcoPlastica S.p.A. da parte del Servizio di Manutenzione.

5
La fase di individuazione delle prassi seguite dallOrganizzazione finalizzata alla definizione delle attivit
gi procedurizzate, anche se solo verbalmente; in fase di implementazione del Sistema di Gestione
Ambientale le opportune procedure operative ambientali verranno predisposte anche sulla base delle
informazioni contenute nel presente capitolo.

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Pur non contenendo elementi specifici per la gestione degli eventuali impatti ambientali
dovuti alla manutenzione, tale procedura pu essere ripresa nel Sistema di Gestione
Ambientale specificando le modalit di gestione dei relativi aspetti ambientali indiretti.

7.2 Gestione rifiuti

EcoPlastica S.p.A. gestisce i rifiuti prodotti presso il proprio stabilimento secondo una
prassi ormai consolidata.

Operazione Frequenza/Tempistica Responsabile


Classificazione dei nuovi rifiuti prodotti
Comunicazione produzione di una nuova tipologia di
Alloccorrenza Produttore del rifiuto
rifiuto al Responsabile Gestione Rifiuti.
Richiesta di analisi di laboratorio del rifiuto per la Responsabile
Alloccorrenza
determinazione del codice CER (se necessario). Gestione Rifiuti
Responsabile
Determinazione del codice CER. Gestione Rifiuti in
Richiesta e valutazione preventivi e copia Alloccorrenza collaborazione con il
autorizzazioni dei trasportatori e degli smaltitori produttore rifiuto e
smaltitore
Smaltimento rifiuti
Responsabile
Verifica quantitativi stoccati. Settimanale
Gestione Rifiuti
Entro una settimana dalla Responsabile
Registrazione carico rifiuto.
produzione del rifiuto Gestione Rifiuti
Verifica estremi smaltitori e trasportatori (automezzi, Responsabile
Prima del conferimento
ecc.). Gestione Rifiuti
Responsabile
Compilazione formulari. Prima del conferimento
Gestione Rifiuti
Responsabile
Registrazione scarico rifiuti. Dopo il conferimento
Gestione Rifiuti
Entro 90 giorni dal
Responsabile
Verifica ricezione IV copia del formulario. conferimento al
Gestione Rifiuti
trasportatore

Tabella 7: Modalit adottata dallAzienda per la gestione dei rifiuti

EcoPlastica risulta regolarmente iscritta al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), come


utilizzatore industriale, avendo versato la relativa quota discrizione (vedi Allegato n.d.).
Poich lazienda effettua attivit di importazione di imballaggi invia al CONAI la relativa
dichiarazione periodica, cos come tenuta a fare. In particolare si rileva che lazienda

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segue la procedura semplificata per importazione di imballaggi, per cui viene inviata al
consorzio la dichiarazione trimestrale.
Trattandosi di unazienda produttrice di rifiuti speciali, la EcoPlastica tiene, per ciascuna
tipologia generata, un registro di carico e scarico, con fogli numerati e vidimati dallUfficio
del Registro, su cui annota con cadenza almeno settimanale le informazioni qualitative e
quantitative dei rifiuti adottate poi per la comunicazione annuale al Catasto (M.U.D.).
Per quanto concerne le modalit di stoccaggio dei rifiuti, dalle dichiarazioni del legale
rappresentante dellimpresa risulta che:
Il deposito temporaneo viene effettuato secondo le disposizioni vigenti in materia,
nelle condizioni previste dallart.6 del D.Lgs.22/97 per le varie tipologie di rifiuti
prodotti;
Vengono messe in atto misure adeguate volte ad impedire la miscelazione di rifiuti
pericolosi, secondo quanto disposto dallart.9 del decreto Ronchi.
I rifiuti pericolosi derivanti dalle ordinarie attivit di manutenzione (oli esausti, filtri, batterie,
materiali assorbenti) sono stoccati separatamente in apposita area impermeabilizzata,
dotata di bacino di contenimento degli eventuali sversamenti derivanti dalle normali attivit
di riparazione. Anche tutte le aree adibite allo stoccaggio rifiuti non pericolosi sono
impermeabilizzate e i reflui eventualmente derivanti sono raccolti in apposita vasca. I reflui
raccolti in questi modi vengono periodicamente smaltiti presso impianti autorizzati.
Lelenco dei rifiuti prodotti riportato al punto 8.1.3 del presente rapporto.

7.3 Gestione impianto di filtraggio

La EcoPlastica S.p.A. adopera un impianto di filtraggio per trattare lo scarico industriale da


raffreddamento prima di convogliarlo in fognatura.
Presso lunit produttiva vengono periodicamente effettuate le operazioni necessarie ad
una corretta manutenzione dellimpianto, al fine di garantirne lefficienza.

8 Aspetti ambientali

Lindividuazione degli aspetti ambientali associati alle attivit, ai prodotti ed ai servizi


aziendali un elemento fondamentale per la definizione del livello di gestione ambientale
dellazienda.

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In particolare nel presente capitolo verranno descritti tutti gli elementi che permettono di
classificare, al fine di una successiva valutazione, i diversi aspetti ambientali.
In particolare tali aspetti sono stati divisi, in accordo con quanto specificato nellallegato VI
al Regolamento CEE 761/2001, in due categorie:
Aspetti ambientali diretti: su cui lazienda ha il completo controllo gestionale.
Aspetti ambientali indiretti: su cui lazienda non ha il completo controllo gestionale, ma
che possono essere collegati alle sue attivit, prodotti e servizi.
Ove applicabile, si considerato uno storico di almeno 3 anni.
AllAllegato 1 riportata la Check-list che stata adoperata per lindividuazione degli
aspetti ambientali dellazienda in fase di Analisi Ambientale Iniziale.

8.1 Aspetti ambientali diretti

Gli aspetti ambientali diretti sono quelli su cui lazienda pu avere un controllo gestionale
diretto.
Per permettere la valutazione della significativit di tali aspetti sono state raccolte
informazioni quali:
Attivit e operazioni associate;
Condizioni in cui limpatto relativo allaspetto si genera (normali, anomale o di
emergenza);
Tempistiche a cui si riferisce laspetto (passato, presente o futuro);
Elementi utili per la valutazione dei criteri atti a stabilire il livello di significativit
dellaspetto.
In particolare lindividuazione degli aspetti ambientali diretti si svolta secondo le seguenti
fasi:
Individuazione di un elenco di possibili aspetti ambientali che potrebbero essere
attribuiti alle attivit descritte al punto 5 del presente rapporto. Tale elenco contiene per
ciascun aspetto:
Codice;
Aspetto generico;
Aspetto specificato;
Impatto ambientale associato.
Individuazione degli aspetti ambientali, attribuibili a ciascuna delle attivit descritte al
punto 5 del presente rapporto, indicando:

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Attivit considerata;
Aspetto ambientale specifico;
Condizioni: Normali/Anomale (N/A) o di Emergenza (E);
Tempistiche Passato (PS), Presente (PR) o Futuro (FU);
Elementi utili per la valutazione dellaspetto.
NellAllegato (n.d.) riportato il risultato dellattivit di individuazione degli aspetti
ambientali associati a ciascuna attivit.
Inoltre, al fine di consentire una valutazione quanto pi oggettiva possibile, dei criteri
descritti al punto 9 del presente rapporto, sono state raccolte, e in alcuni casi elaborate, le
informazioni e i dati relativi agli aspetti ambientali generici.
Tali informazioni sono riportate di seguito.

8.1.1 Emissioni in atmosfera


Il principio base a cui si ispira la disciplina delle emissioni in atmosfera riguarda lobbligo
generale di autorizzazione per tutti gli impianti soggetti in grado di produrre inquinamento
dellaria. A tale obbligo si aggiunge il rispetto dei valori limite di emissione fissati per legge
e delle metodiche di campionamento.
Attualmente si riscontra che, presso la EcoPlastica S.p.A., le tipologia di lavorazione
potenzialmente interessate dalla normativa in questione consiste nello stampaggio e nella
etichettatura a caldo.
E intenzione dellorganizzazione installare nei reparti adibiti a queste lavorazioni delle
cappe di aspirazione, disponendone una al di sopra di ciascun macchinario; tale
precauzione consentir di evitare la dispersione nellambiente di lavoro degli eventuali
fumi che si possono formare durante tali attivit. Le aspirazioni forzate opportunamente
collettate saranno avviate ad un impianto di depurazione a filtri e laria cos depurata
emessa nellambiente esterno.
Dallesame della documentazione presentata dallazienda e dai controlli eseguiti si deduce
che, allo stato attuale, lunica tipologia di scarico gassoso effettuato risulta essere quello
derivante dagli impianti termici, i quali non sono inseriti in un ciclo di produzione industriale
bens sono destinati esclusivamente al riscaldamento dei locali. E stata verificata la
presenza in azienda dei vari documenti relativi ai generatori di calore, rilasciati
obbligatoriamente in base alle caratteristiche dei singoli impianti in funzione (Libretti di
centrale, Libretti di impianto): dal controllo effettuato si evince che tali documenti risultano

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compilati dal soggetto terzo responsabile, ai sensi della normativa vigente (D.P.R. 412/93
e D.P.R. 551/99), secondo le modalit e le tempistiche previste.
In Allegato (n.d.) riportato un estratto di tali documenti.

8.1.2 Scarichi idrici


Durante i sopralluoghi in azienda stata riscontrata la presenza di due diverse tipologie di
scarico idrico:
acque reflue tecnologiche, derivanti dalla fase di raffreddamento nel processo
produttivo di stampaggio ad estrusione;
acque reflue domestiche, provenienti dai servizi igienici della ditta.
Lazienda ha inoltre fornito la documentazione comprovante la conformit degli scarichi ai
requisiti fissati dalle normative in oggetto.
Per entrambi gli scarichi sopra descritti la restituzione dellacqua avviene tramite scarico
idrico in fognatura comunale.
Mentre per gli scarichi in fognatura provenienti da acque reflue domestiche non richiesta
alcuna autorizzazione, viceversa, per essere conformi alla normativa vigente, gli scarichi di
acque reflue industriali devono, tra laltro:
essere espressamente autorizzati e rispettare le prescrizioni contenute
nellautorizzazione;
rispettare i limiti di emissione;
rispettare i divieti imposti dalla vigente normativa.
Nel caso della EcoPlastica, trattandosi di scarico di acque in fognatura, devono essere
rispettati i limiti di emissione specificati dalla tabella 3 dellallegato 5 del D.L.gs.152/99,
oppure dallente gestore. In definitiva lunico atto autorizzativo ottenuto dallazienda
consiste nel nullaosta allallacciamento ed allo scarico nella rete fognaria gestita dal
Consorzio Depurazione Acque Reflue della Valle Ecologica.
Lazienda scarica in rete fognaria:
lacqua addotta da acquedotto comunale ed impiegata ad uso igienico;
il troppo pieno della cisterna di stoccaggio temporaneo delle acque di
raffreddamento.
Lo scarico industriale da raffreddamento subisce un trattamento allimpianto di filtraggio
prima di essere convogliato in fognatura. Tuttavia, trattandosi di troppo pieno, costituisce

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un volume piuttosto esiguo. Per tale ragione si pu a ragione approssimare il volume
scaricato in rete fognaria alle sole acque addotte da acquedotto.
E intenzione dellazienda di sostituire la cisterna con una di capacit maggiore cos da
ridurre al minimo la probabilit di scarico di troppo pieno in fognatura.
Per ulteriori informazioni sullimpiego delle acque si rimanda al paragrafo 8.1.5.2.

8.1.3 Produzione e gestione rifiuti


Aspetti ambientali relativi alla produzione e gestione dei rifiuti riguardano essenzialmente
le modalit di raccolta, stoccaggio e smaltimento delle diverse tipologie di rifiuti nonch
lentit della loro produzione.
Al fine di permettere una valutazione pi accurata degli impatti ambientali legati a tali
problematiche sono stati valutati i dati relativi alle tipologie di rifiuto prodotte negli anni
1999, 2000 e 2001.
Per quanto concerne in particolare i quantitativi prodotti sono stati raccolti i dati dichiarati
nei MUD per i tre anni di riferimento.

Rifiuto CER 1999 2000 2001


6
Limatura e trucioli di materiali plastici 12 01 05 15,7 S 19,4 S 34,8 S
Imballaggi in carta e cartone 15 01 01 16,2 R 16,2 R
Altri tipi di plastica 20 01 04 0,02 R 0,05 R
Toner 80 30 09 0,03 R
Fanghi da trattamento sul posto di effluenti 07 06 02 0,8 S 0,7 S 1,1 S
Oli isolanti e di trasmissione 13 03 03 1,1 R 1,18 R 0,9 R
Imballaggi in pi materiali 15 01 06 27,6 R 6,35 R

Tabella 8: Tipologie, codici CER, tonnellate e destinazione finale dei rifiuti prodotti

Lazienda attualmente gestisce i rifiuti secondo le prassi riportate al punto 7.2 del presente
rapporto.
Dalla tabella risulta chiaro che la maggior parte dei rifiuti prodotti presso il sito
rappresentata da trucioli di materiale plastico. Per assicurarsi che la produzione di tali
rifiuti non subisca variazioni ingiustificate, lAzienda ne controlla landamento
rapportandolo alla quantit annua totale di pezzi prodotti e analizza le motivazioni che
possono essere addotte per gli eventuali scostamenti significativi.

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Nella seguente tabella riportato il valore assoluto di tale indice ambientale nel periodo
temporale assunto a riferimento e la variazione percentuale dellindice stesso rispetto al
valore dellanno precedente.

Anno Produzione Rifiuti Indicizzata (kg/N pz/1000) Variazione percentuale (%)


1999 17,8
2000 29,2 + 64,0
2001 43,9 + 50,3
Tabella 9: Rapporto quantitativo tra scarti di materiale plastico e produzione

Come si pu constatare landamento del parametro sopra descritto in continua crescita.


Per ovviare a questa evidente non efficienza produttiva, lorganizzazione si prefigge come
obiettivo ambientale quello di ottimizzare le lavorazioni e ridurre gli sprechi.

8.1.4 Uso e contaminazione del suolo


Le attivit produttive non prevedono utilizzo del suolo se non loccupazione dello stesso da
parte dello stabilimento dove si articola la produzione.
Per quanto riguarda invece la contaminazione del terreno, essa ascrivibile
essenzialmente ad eventuali condizioni operative anormali o incidentali: il caso ad
esempio di sversamenti accidentali di oli o altre sostanze pericolose, che possono
verificarsi nellambito delle operazioni svolte presso lazienda.
Per quanto riguarda lutilizzo delle superfici dello stabilimento lanalisi ha rilevato una
sostanziale corretta disposizione delle superfici coperte, delle aree verdi e delle aree
pavimentate e sfruttamento delle stesse.
E comunque intenzione dellorganizzazione dotare il sito di vasca interrata per la raccolta
delle acque reflue di dilavamento meteorico dei piazzali aziendali.
Unattivit che presenta modesti rischi di contaminazione del terreno rappresentata dallo
stoccaggio dei rifiuti. Tuttavia le aree destinate a tale scopo sono dotate di sufficienti
sistemi di prevenzione: il ripostiglio adibito allo stoccaggio dei rifiuti pericolosi dotato di
bacino di contenimento delle eventuali perdite, mentre le aree adibite allo stoccaggio dei
rifiuti non pericolosi sono impermeabilizzate e i reflui eventualmente derivanti sono raccolti
in apposita vasca interrata.

6
S = smaltimento, R = recupero

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8.1.5 Consumo di risorse naturali e materie prime
Al fine di stabilire lefficienza dellazienda nel trasformare le risorse naturali e le materie
prime consumate, sono state prese in considerazione le principali tipologie di consumo.
In particolare per ciascuna di esse sono stati raccolti i dati e le informazioni che
permettono la valutazione dei relativi aspetti ambientali.

8.1.5.1 Energia elettrica


Il consumo di energia elettrica legato alle utenze di processo, allilluminazione e alle
attivit di condizionamento e riscaldamento; ma poich non sono disponibili contatori
separati non possibile conteggiare i consumi derivanti dalle singole attivit.
Per assicurarsi che i consumi di energia elettrica non subiscano variazioni ingiustificate,
lAzienda dovrebbe controllarne landamento rapportandolo ad un parametro significativo
della produzione e individuare poi le motivazioni da addurre per gli eventuali scostamenti
riscontrati. Tuttavia i vari reparti produttivi sono attrezzati con macchinari nettamente
diversi gli uni dagli altri, sia per tipologia di produzione che per potenza installata; inoltre
lenergia consumata dal magazzino automatizzato (uno dei reparti a pi elevata esigenza
energetica) pu essere rapportata solamente alle ore di lavoro ivi impiegate. Da tutto ci si
desume come risulterebbe approssimativa unanalisi dei consumi energetici basata su un
indicatore ambientale unico per tutti i reparti. Daltronde, come gi anticipato, lo
stabilimento non dotato di contatori che permettano di registrare i consumi dei singoli
reparti o, meglio ancora sarebbe, dei singoli macchinari. Per tanto, in attesa che lazienda
si attrezzi in tal senso, ci si limita, in questa fase di analisi iniziale, ad una valutazione
dellandamento del consumo di energia elettrica rapportato al fatturato.
Nella seguente tabella riportato il valore assoluto di tale indicatore ambientale nel
periodo temporale assunto a riferimento e la variazione percentuale dellindice stesso
rispetto al valore dellanno precedente.

Anno Consumo Energia Indicizzato (MWh/ML euro) Variazione percentuale (%)


1999 77,961
2000 78,767 + 1,0
2001 75,630 - 3,0
Tabella 10: Rapporto tra consumi di energia elettrica e fatturato

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Come si pu osservare i dati registrati nel periodo di riferimento indicano un consumo di
energia per lattivit produttiva, per lattivit di magazzino e per tutte le altre attivit
accessorie che si mantenuto proporzionale allandamento del fatturato.
Da unanalisi non approfondita delle modalit di utilizzo dellenergia elettrica emerso che
un margine di miglioramento nel consumo di energia elettrica legato ad interventi, sia di
carattere impiantistico che gestionale.

8.1.5.2 Acqua
Le attivit svolte presso lo stabilimento richiedono lutilizzo delle seguenti tipologie di
acqua:
acqua potabile;
acqua tecnologica.
Lazienda utilizza le acque potabili fornite dallacquedotto per uso igienico. Nel seguente
grafico sono riportati i volumi dacqua addotti nel periodo di riferimento.

3.379
3.280 3.300
3.500

3.000
mc

2.500

2.000
1999 2000 2001
Anno

Grafico1: Metri cubi di acqua potabile addotta

Lazienda adduce dal pozzo di propriet acqua per uso tecnologico e di processo. Infatti
stata a suo tempo prodotta istanza alla Provincia di concessione preferenziale per la
derivazione dacqua sotterranea ad uso industriale, igienico ed assimilati. In particolare,
lacqua prelevata da pozzo viene utilizzata per uso raffreddamento su estrusori e presse,
antincendio e irrigazione giardino.
Lacqua da pozzo impiegata ad uso industriale viene mantenuta allinterno di due cicli:

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un ciclo parzialmente chiuso: prelevata ad una temperatura di circa 14C, viene inviata
ad una cisterna di stoccaggio temporaneo in cui viene miscelata allacqua gi
impiegata nel ciclo produttivo, che si trova ad una temperatura di circa 19C. Cos
miscelata lacqua da pozzo portata ad una temperatura intermedia che ne consente il
suo impiego per il raffreddamento nel reparto di estrusione.
un ciclo chiuso: dotato di impianto di refrigerazione questo sistema garantisce allacqua
la temperatura indispensabile al processo di stampaggio. Il sistema necessita di minimi
reintegri dacqua che viene prelevata dal pozzo di propriet.
Data la metodologia con la quale viene utilizzata, risulterebbe non significativo rapportare
il consumo di acqua da pozzo a parametri di produzione. Non neppure possibile riportare
una indicazione precisa dei volumi addotti nel periodo di riferimento in quanto lazienda
non si ancora dotata di contatore. Si potrebbe dare una stima di tali volumi sulla base
della caratteristiche della pompa dadduzione (400 l/min) e delle ore di funzionamento
della stessa (3-4 ore/g); tuttavia troppi parametri aleatori (funzionamento anche nei giorni
non lavorativi, etc) renderebbero la stima non attendibile.

8.1.5.3 Metano
Lutilizzo di metano da parte dellazienda avviene esclusivamente per il riscaldamento
delle aree coperte. Le variazioni nel consumo di metano sono fortemente influenzate da
parametri quali la temperatura e lumidit esterne e, pertanto, risulta difficile stabilire un
indicatore di efficienza.
Nel grafico seguente riportato landamento dei consumi assoluti di metano nel periodo di
riferimento.

75.000
72.188
70.000
68.990
70.000
mc

65.000

60.000
1998 1999 2000
Anno

Grafico2: Metri cubi di metano consumati

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8.1.5.4 Materie prime e prodotti
Nel corso dellattivit produttiva vengono utilizzate prevalentemente materie plastiche in
forma di granuli ma anche sostanze chimiche e preparati le cui caratteristiche di
pericolosit rendono necessario il rilascio da parte della casa produttrice delle relative
schede di sicurezza (D.Lgs.285/98). Tali schede contengono informazioni dettagliate
riguardo alla composizione, alle caratteristiche chimico-fisiche di pericolosit dei prodotti,
oltre ad altre indicazioni circa le modalit o le avvertenze da conoscere e seguire per il loro
corretto utilizzo e smaltimento. In particolare nel sito oggetto desame vengono seguite le
prescrizioni specificate da parte dei vari produttori relativamente allimpatto ambientale.
Le schede dei prodotti impiegati nel ciclo produttivo sono conservate in azienda a
disposizione del personale e vengono periodicamente richieste alle case produttrici
versioni aggiornate.
Al fine di meglio valutare gli aspetti ambientali delle attivit, prodotti e servizi della
EcoPlastica S.p.A., di seguito riportato lelenco delle principali materie prime e prodotti
impiegati nelle diverse attivit aziendali con le indicazioni di eventuali rischi ambientali e
misure di prevenzione in relazione alle informazioni ecologiche, cos come riportato nelle
relative schede sicurezza.
Titolo In caso di fuoriuscita Informazioni ecologiche Smaltimento
MATERIE PRIME
Evitare di disperdere il
Evitare che il prodotto
prodotto nell'ambiente. Non
confluisca nelle
biodegradabile, non tossico
fognature, nelle acque
Granuli di PVC per l'ambiente marino e non
superficiali e
produce alcun effetto nel
sotterranee e sul
processo di trattamento degli
suolo.
effluenti.
Lupolen Controllare la possibilit di
Il prodotto non stato
(polietilene, riutilizzo. Inviare a discarica
esaminato. Per la sua
eventualmente controllata oppure a idoneo
Scopare per evitare il consistenza come pure per la
olefine- impianto di termodistruzione.
rischio di scivolare. scarsa solubilit in acqua
copolimero, Gli imballaggi contaminati
improbabile una sua
stabilizzanti, possono essere riutilizzati
biodisponibilit.
additivi) previo adeguato lavaggio.
Pu essere riciclato o nelle
Spazzare via o
sue parti originali o in altre
raccogliere il materiale
Non reputato presentare applicazioni idonee. Non
Poli(Bisfenolo- e riporlo in un
alcun serio problema considerato un rifiuto
A)carbonato contenitore idoneo per
ecologico. pericoloso. Smaltire in
lo smaltimento o il
conformit alle disposizioni
recupero.
locali.
Compounds di Evitare la confluenza Non disperdere il prodotto Quando possibile riciclare il
cloruro di polivinile del prodotto in nell'ambiente ed adeguarsi prodotto. Inviare a discarica

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plastificato fognature, acque alle buone pratiche di autorizzata (di 1 categoria) o
superficiali e sul suolo. lavorazione. Preparato non all'inceneritore controllato.
tossico per l'ambiente Smaltire secondo le norme
acquatico e/o terrestre. locali e nazionali.
Tuttavia lievi effetti fisici
possono talvolta manifestarsi
sugli organismi vivente. Non
biodegradabile.
Non lasciare che
defluisca nelle
I fusti non regolarmente
fognature. I casi di
Non lasciare che il prodotto svuotati e resti di inchiostro
inquinamento di fiumi,
Diluente 7346 scoli nelle fognature o in costituiscono dei rifiuti
laghi o fognature
Printex corsi d'acqua o che si infiltri speciali. Gli imballaggi non
informare le autorit
nel terreno. contaminati possono essere
competenti in
sottoposti a riciclaggio.
conformit alle leggi
locali.
Il polietilene dei sacchi e lo
scarto di processo possono
Questo prodotto non essere riciclati. I prodotti
dovrebbe rappresentare un puliti non contaminati
Raccogliere con scope
problema per l'ambiente possono essere smaltiti
Poli(acrilonitrile- o aspiratori e
acquatico a causa della vendendoli alle societ di
butadiene-stirene) recuperare se possibile
solubilit estremamente rigenerazione. I materiali di
Policarbonato o smaltire secondo i
bassa. Nel terreno il scarto possono essere
regolamenti applicabili.
materiale si degrada molto smaltiti in discariche
difficilmente. autorizzate o tramite
incenerimento in condizioni
approvate.
Adesivi
Utilizzare il prodotto secondo
termofusibili a
Nessuna, l'adesivo corrette procedure di Secondo i regolamenti CEE,
base di etilene-
inerte. lavorazione evitando di nazionali e locali.
vinilacetato, resine
disperderlo nell'ambiente.
sintetiche e cere
Il materiale pu essere
riciclato dopo rigranulazione
e successiva diluizione con
Raccogliere con i materiale vergine nelle
mezzi meccanici applicazioni che sia dal punto
disponibili ed eliminare Il materiale insolubile in di vista normativo che da
Lega PC/ABS come richiesto dalle acqua e non quello tecnologico lo
disposizioni vigenti ove biodegradabile. permettano. I rifiuti
non fosse possibile il provenienti dalla lavorazione
riutilizzo. sono classificati come rifiuti
speciali. Smaltire nel rispetto
della normativa nazionale e
locale.

Raccogliere con i Il materiale pu essere


mezzi meccanici riciclato dopo rigranulazione
Evitare di disperdere: il e successiva diluizione con
Lega disponibili ed eliminare
materiale tossico per materiale vergine nelle
termoplastrca come richiesto dalle
lambiente acquatico ed applicazioni che lo
policarbonato disposizioni vigenti ove
Insolubile. permettano. I rifiuti
non fosse possibile il
riutilizzo. provenienti dalla lavorazione
sono classificati come

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speciali.
PRODOTTI AUSILIARI
Contenere le perdite
con terra o sabbia. Se
il prodotto defluito in Recuperare se possibile.
Utilizzare secondo le buone
corso dacqua, in rete inviare ad impianti di
Inchiostro per pratiche lavorative evitando
fognaria o ha smaltimento autorizzati o ad
stampa di disperdere il prodotto
contaminato il suolo o incenerimento in condizioni
nellambiente.
la vegetazione, controllate.
avvisare le autorit
competenti.
Il prodotto si scioglie in
acqua ed facilmente
Eliminare tutte le
biodegradabile. Il prodotto Recuperare se possibile.
fiamme libere e le
costituisce un pericolo Inviare ad impianti di
possibili fonti di calore.
significativo per l'ambiente smaltimento autorizzati o a
Solvente di Impedire che il
acquatico poich incenerimento in condizioni
lavaggio prodotto penetri nella
degradandosi rapidamente controllate. Non riutilizzare il
rete fognaria. In caso
impoverisce di ossigeno contenitore sporco, pu
contrario avvisare le
l'ecosistema con possibili contenere residui pericolosi.
autorit competenti.
conseguenze letali per gli
organismi viventi.
Miscuglio naturale Avvisare gli utenti di
di solventi per lo acqua potabile/di
Biodegradabile oltre il 90% Secondo i regolamenti locali.
scioglimento dei raffreddamento e
grassi industriale.
Il prodotto non
biodegradabile. Pu essere Secondo a quanto prescritto
riciclato usando le opportune dal DPR 915, il prodotto pu
Pulire le zone di
Polietilene alta tecnologie. Non contiene essere assimilabile ai rifiuti
passaggio per evitare il
densit chemicals a base di piombo, urbani. Pu quindi essere
rischio di scivolare.
mercurio, cadmio e cromo smaltito tramite inceneritore
esavalente. Non presenta o inviato a discarica.
rischi per le falde acquifere.
Tabella 11: Materie prime e prodotti ausiliari impiegati nel processo produttivo

Al fine di contenere le spese di acquisto, i costi di smaltimento e lo spreco di risorse,


lorganizzazione ha acquistato macchinari granulatori con i quali vengono macinate le
materie plastiche provenienti da scarti, sfridi di lavorazione (matarozze, inizio produzione)
e da articoli non conformi; il macinato cos ottenuto viene riutilizzato nella produzione di
nuovi articoli.
I materiali cos riutilizzabili sono:
- PC puro,
- miscela PC/ABS,
- PVC plastificato.

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Una volta macinati vengono raccolti in contenitori tipo octabin, stoccati nel medesimo
reparto adibito alle materie prime, con indicazione chiara del tipo di materiale in essi
contenuto.
Il materiale macinato pu essere miscelato a quello vergine sia manualmente, sia
attraverso opportune valvole proporzionali installate sulle macchine.
Nella seguente tabella riportato il campo di percentuale adottato per ogni famiglia di
materiali, valori indipendenti da colore e grado di plastificante.

Famiglia di materiale % macinato % vergine


LEXAN 10 20 90 80
MABLEX 10 20 90 80
PVC 10 - 33 90 - 67
Tabella 12: percentuale di materiali macinato e vergine impiegati in produzione

8.1.6 Questioni locali


Tra gli aspetti ambientali legati a questioni a livello locale sono stati presi in
considerazione:
Rumore;
Odore;
Impatto visivo.

8.1.6.1 Rumore
Relativamente alla valutazione del rumore nellambiente di lavoro, lazienda provvede
regolarmente ad effettuare i vari adempimenti previsti dal D.Lgs.277/91(rilievi fonometrici
da parte di tecnico competenti in acustica, redazione della relazione tecnica e del rapporto
di valutazione dellesposizione dei lavoratori al rumore).
Per quanto concerne la valutazione degli eventuali impatti ambientali legati al rumore, nel
corso dei sopralluoghi in sito non si riscontrato che le attivit aziendali comportino
significative emissioni di rumori verso lesterno. Tuttavia lazienda dovrebbe richiedere
rilievi fonometrici anche del rumore esterno.
In mancanza di una zonizzazione realizzata dal comune ai sensi del D.P.C.M. 1 marzo
1991, per una valutazione dellimpatto acustico lazienda dovr fare riferimento, come
specificato dal DPCM stesso, ai limiti specificati allart.6 comma 1.

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Poich la zona in esame considerata appartenente alla Classe IV7, per la valutazione del
proprio impatto la EcoPlastica dovr attenersi ai valori limite riportati nella tabella che
segue.

Valori limite Leq in dB Diurno (6:00 22:00) Notturno (22:00 6:00)


Valori limite di emissione 60 50
Valori limite assoluti di immissione 65 55

Tabella 13: valori limite di emissione e di immissione8 per area appartenente alla Classe IV

8.1.6.2 Odore
Date le caratteristiche delle attivit svolte in azienda, nellambiente esterno allo
stabilimento non si evidenziano problematiche relative a questo aspetto.

8.1.6.3 Impatto visivo


Dato il contesto ambientale nel quale le strutture di propriet dellazienda sono inserite e le
caratteristiche delle stesse, non si evidenziano problematiche relative a questo aspetto.

8.1.7 Trasporti
Lazienda non gestisce direttamente servizi di trasporto.
Le principali tipologie di trasporto esterno allo stabilimento possono essere suddivise in:
Trasporto dei prodotti finiti verso i clienti, effettuato mediante 4 automezzi di peso
inferiore ai 35 q;
Trasporto rifiuti, gestito secondo le modalit riportate al punto 7.2 del presente
rapporto;

7
Classe IV (Area di intensa attivit umana): rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso
traffico veicolare, con alta densit di popolazione con elevata presenza di attivit artigianali; le aree in
prossimit di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata
presenza di piccole industrie.
8
Viene definita come Emissione linquinamento acustico generato da singola sorgente sonora e Immissione
il rumore immesso nellambiente da tutte le sorgenti. I limiti di emissione possono essere assoluti e
differenziali. Il valore dei limiti differenziali dato dalla differenza tra il livello equivalente di rumore
ambientale ed il rumore residuo. I limiti di emissione e di immissione sono stabiliti in funzione della classe di
destinazione duso del territorio. I limiti differenziali si applicano a tutte le zone, con leccezione di quelle
esclusivamente industriali.

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Trasporto dei dipendenti, gestito direttamente dai dipendenti alcuni dei quali utilizzano
mezzi aziendali.
Volendo considerare la possibile influenza dei suddetti mezzi sul traffico locale della zona,
si rileva che la vicinanza del sito in esame ad una grande arteria autostradale fa s che i
carichi di traffico indotti dallAzienda non siano impattanti per la viabilit urbana e solo in
minima misura per quella extraurbana.

8.1.8 Emergenze ambientali


Lanalisi delle possibili emergenze in campo ambientale stata effettuata considerando gli
elementi in grado di generare incidenti con conseguenze sullambiente e analizzando gli
incidenti occorsi.
In particolare sono stati presi in considerazione i seguenti elementi:
Analisi dei rischi ambientali:
movimentazione, stoccaggio e impiego di sostanze pericolose;
presenza di serbatoi interrati;
presenza di amianto;
presenza di PCB.
Analisi degli incidenti occorsi:
Altro.

8.1.8.1 Movimentazione, stoccaggio e impiego di sostanze pericolose


Le emergenze legate alla movimentazione, allo stoccaggio ed allimpiego delle sostanze
pericolose sono:
rischio di sversamenti e fenomeni di contaminazione del suolo e del sottosuolo;
rischio di incendio.
Le sostanze pericolose presenti allinterno del sito sono tutte correttamente stoccate in
appositi armadi chiusi a chiave, allinterno dei quali vengono subito ricollocati al termine di
ogni loro impiego.
Lorganizzazione deve tuttavia ancora programmare la prevenzione di incidenti ambientali
mediante lintroduzione di apposite misure preventive e procedure di emergenza.

8.1.8.2 Presenza di serbatoi interrati


Nellarea dello stabilimento sono presenti:
una vasca interrata adibita al contenimento dellacqua per il sistema antincendio;

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una vasca interrata adibita al contenimento delle acque reflue provenienti dalle aree
adibite allo stoccaggio dei rifiuti non pericolosi.
Il rischio ambientale associato alla vasca antincendio e consiste nelleventualit che
essa costituisca anche vasca di raccolta delle acque di dilavamento dei piazzali che
percolano nei tombini fittamente distribuiti nellarea dello stabilimento ma dei quali non
noto il convogliamento finale. E comunque intenzione dellorganizzazione studiare la
struttura della rete di tombini e dotare poi il sito di vasca interrata per la raccolta delle
acque reflue di dilavamento meteorico dei piazzali aziendali.

8.1.8.3 Presenza di amianto


Nellarea dello stabilimento oggetto danalisi non sono presenti coperture in eternit.

8.1.8.4 Presenza di PCB


Lazienda in possesso di 2 trasformatori di capacit superiore a 5 dm3 e anno di
costruzione compreso tra 1973 e 1991.
Al fine di stabilire leventuale presenza di PCB, lAzienda ha commissionato a Studio
specializzato lanalisi dellolio dielettrico di tali trasformatori. Da tale analisi, effettuata in
gas cromatografia con rilevatore ECD, risultata una concentrazione di PCB pari a 0,07
mg/kg e 5,22 mg/kg, valori rilevati con la metodologia ASTM D 4059 EN 12766.
LAzienda non possiede pertanto apparecchiature contenenti PCB in concentrazione
superiore allo 0,005% e quindi non tenuta n alla comunicazione n alla bonifica dei
trasformatori.
AllAllegato (n.d.) riportata copia dei certificati analitici redatti dallo Studio.

8.1.8.5 Incidenti occorsi


Presso lo stabilimento oggetto della presente analisi non sono occorsi incidenti di carattere
ambientale.

8.1.8.6 Altro
Non sono stati individuati altri rischi ambientali.

8.2 Aspetti ambientali indiretti

Sono considerati aspetti ambientali indiretti quegli aspetti ambientali sui quali lazienda non
pu esercitare un controllo gestionale completo.

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Di seguito sono forniti gli elementi per la valutazione dellimportanza di tali aspetti in
quanto potrebbero essere oggetto di iniziative congiunte tra lazienda e le parti interessate
esterne.
Contrariamente agli aspetti ambientali diretti, gli aspetti indiretti non sono associati alle
singole attivit svolte, ma alla gestione ambientale dellazienda nel suo complesso.
NellAllegato (n.d.) sono riportati gli aspetti ambientali indiretti individuati nel corso della
presente analisi.

8.2.1 Prodotti
I prodotti realizzati e commercializzati dallAzienda sono prevalentemente in PVC o in PC.
Per quanto concerne i primi va evidenziato che, a fine vita utile, possono essere ancora
riciclati se gettati negli appositi cassonetti per la raccolta differenziata disposti sul territorio.
I prodotti in PVC dismessi e cos raccolti vengono poi trasformati dal consorzio
CO.RE.PLA. in nuovi oggetti di vario uso e indumenti oppure in energia.
Una non adeguata destinazione a rifiuto di tali prodotti determina un grosso impatto
ambientale, costituendo un notevole spreco di risorsa. Evidentemente lAzienda non pu
addossarsi la responsabilit di comportamenti sbagliati da parte dei consumatori, ma
rientra tuttavia tra i suoi obiettivi dare, nelle forme pi appropriate, informazioni ai
consumatori finali sulluso ottimale dei suoi prodotti. Tale impegno sar fatto rientrare,
come atto dovuto, nel sistema di gestione ambientale dellorganizzazione.
Per quanto concerne i prodotti in policarbonato (PC) questi invece non possono essere
recuperati mediante raccolta urbana differenziata. Inoltre alcune tipologie di prodotto
comportano grandi scarti di PC gi al momento del loro primo impiego, materiale tuttavia
necessario per il loro imballaggio e trasporto. Per ridurre tale spreco di materiale non
riciclabile, lAzienda ha progettato nuovi prodotti, a medesimo impiego, che riducono di
molto i quantitativi di materiale in eccesso necessario alla loro commercializzazione e sta
promuovendo una politica di vendita che ne incrementi la diffusione, volta ad una
successiva totale sostituzione dei prodotti a maggior impatto ambientale.
Lorganizzazione consapevole che una non perfetta qualit dei suoi prodotti pu
interferire con il loro corretto utilizzo e al contempo avere conseguenze negative
sullambiente; per tale ragione ha provveduto a redigere la procedura operativa PO/029

9
Tale procedura riportata alla sezione Manuale del Sistema di Gestione Ambientale delle presenti linee
guida.

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Rintracciabilit prodotti che definisce le modalit di attribuzione del N di lotto ai prodotti
EcoPlastica, al fine di permetterne la rintracciabilit. Tale procedura, gi nel manuale del
Sistema di Qualit dellAzienda, potr essere inserita anche nel manuale del Sistema di
Gestione Ambientale di cui si doter lAzienda.
La EcoPlastica inoltre consapevole che limballaggio dei prodotti, il loro sistema di
trasporto e distribuzione possono determinare impatti ambientali considerevoli. Poich per
questo tipo di impatti esiste una corresponsabilit tra il produttore e il rivenditore al
dettaglio, lAzienda ha adottato le possibili azioni per ridurne leffetto. Tale impegno si
concretizzato nella progettazione di scatole di imballaggio in solo cartone (quindi
totalmente riciclabili mediante raccolta differenziata urbana) ma soprattutto modulabili,
cio totalmente riempibili senza spreco di spazio interno, indipendentemente dal tipo di
prodotto confezionato al loro interno.

8.2.2 Mercati
A causa dellestrema eterogeneit delle possibili applicazioni dei prodotti, difficile definire
in maniera univoca le caratteristiche della clientela della EcoPlastica S.p.A., soprattutto
per quanto concerne la sensibilit alle problematiche ambientali.
E da rilevare che a tuttoggi lunica manifestazione dinteresse da parte dei clienti, circa
lintenzione dellazienda di dotarsi di un sistema di gestione ambientale certificato,
pervenuta da parte della multinazionale tedesca che ha inviato allAzienda un
questionario, per la scelta dei propri fornitori, sul quale era riportata anche tale domanda.
Inoltre dallanalisi svolta non sono state evidenziate particolari possibilit di interazione con
la clientela al fine di ridurre limpatto complessivo del processo produttivo ad eccezione di
una gestione ottimizzata degli imballaggi.

8.2.3 Piani di sviluppo


EcoPlastica S.p.A. ha sempre appaltato a ditte esterne la totalit dellattivit di taglio di
lastre di policarbonato metacrilato. Tuttavia la difficolt di gestire gli impatti ambientali
indiretti comportati da questi servizio esterno e la volont di ridurre i costi, ha spinto
lAzienda a dotarsi di una propria macchina fresatrice verso la quale al momento
convogliata solo una minima parte della lavorazione, con lobiettivo di svilupparne a breve
la totalit.
Lorganizzazione sta verificando la possibilit di ridurre i consumi di energia elettrica:
mediante controlli a campione e confronti con il personale direttamente coinvolto, valuter

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in quale misura tale obiettivo deve essere perseguito mediante innovazione tecnologica
del parco macchine o mediante migliore gestione della risorsa.
Lorganizzazione sta inoltre verificando la possibilit di ridurre la produzione di rifiuti
plastici, sia per ridurre il quantitativo di scarto conferito a smaltimento, sia per ridurre lo
spreco di risorse; di immediata intuizione come a queste finalit sia associato anche un
rilevante risparmio economico.

8.2.4 Aspetti ambientali degli appaltatori, subappaltatori e fornitori.


Per lo svolgimento delle proprie attivit lazienda si avvale della collaborazione di aziende
esterne e in particolare di:
Fornitori di materie prime;
Terzisti;
Fornitori di servizi.
Lorganizzazione consapevole che, pur non avendo responsabilit diretta sulle modalit
attraverso le quali i fornitori ricavano le materie prime o i semilavorati oggetto della
fornitura o prestano i servizi convenuti, pu deve utilizzare la propria influenza perch le
attivit dei fornitori minimizzino gli eventuali impatti ambientali associati.
Tra i fornitori strategici, dal punto di vista ambientale, sono stai individuati:
smaltitori e recuperatori;
trasportatori di rifiuti;
terzisti;
fornitori di servizi (es. manutenzione).
Per quanto concerne gli smaltitori, recuperatori ed i trasportatori di rifiuti, lazienda, in
conformit ai requisiti di legge, si avvale esclusivamente di fornitori autorizzati, per i quali
verifica liscrizione allapposito Albo.
EcoPlastica appalta a ditte esterne le seguenti attivit:
taglio laser di lastre di policarbonato metacrilato,
manutenzione straordinaria,
pulizia semestrale dello stabilimento,
pulizia quotidiana degli uffici.

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Per la scelta di tali fornitori lorganizzazione non ha ancora individuato criteri ambientali da
seguire, ma solamente criteri qualitativi. Il particolare la procedura operativa PO/0110,
Gestione non conformit fornitore, stabilisce le azioni correttive da intraprendere nel caso
in cui il prodotto fornito non sia conforme per difformit; la EcoPlastica infatti
consapevole che la qualit delle materie prime acquistate e dei semilavorati possono
influire sulle qualit dei prodotti venduti o sul loro utilizzo.

9 Criteri di valutazione della Significativit

Al fine di stabilire quali aspetti ambientali possano avere impatti significativi, sono stati
predisposti criteri per valutare limportanza di ogni singolo aspetto individuato.
Tali criteri prevedono una valutazione delle caratteristiche dellaspetto/impatto basata sulle
informazioni e sui dati emersi nel corso della presente analisi.
In particolare sono stati definiti 10 criteri di valutazione, raggruppati in due categorie
principali:
Criteri di Prestazione Gestionale;
Criteri di Impatto Ambientale.
A ciascun criterio, indipendentemente dalla categoria di appartenenza, viene attribuito un
punteggio che va da 1 a 5.
Lattribuzione dei punteggi avviene sulla base delle indicazioni contenute nellAllegato 2
che variano in relazione alle condizioni nelle quali limpatto ambientale si verifica
(normali/anomale o di emergenza).
In particolare per ciascun criterio di valutazione sono descritte le caratteristiche relative ai
punteggi 1, 3 e 5. I punteggi 2 e 4 vengono attribuiti a situazioni intermedie rispetto a
quelle descritte.
Al fine di assicurare un corretto rapporto tra i diversi criteri di valutazione, ciascun criterio
viene inoltre moltiplicato per un fattore di pesatura.
La somma dei punteggi pesati rappresenta la valutazione della categoria di valutazione.
La significativit del singolo aspetto data dallelaborazione dei risultati relativi alle due
categorie attraverso le seguente formula:

10
La procedura riportata alla sezione Manuale del Sistema di Gestione Ambientale delle presenti linee
guida.

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Tot _ CG Tot _ IA
1 +
CG _ Max IA _ Max
Significativit = 100
2
Dove:
Tot_CG: Somma pesata dei punteggi attribuiti ai criteri di prestazione gestionale.
Tot_IA: Somma pesata dei punteggi attribuiti ai criteri di impatto ambientale.
CG_Max: Punteggio massimo ottenibile per i criteri di prestazione gestionale.
IA_Max: Punteggio massimo ottenibile per i criteri di impatto ambientale.
Gli aspetti vengono poi classificati in base alla loro significativit secondo quanto riportato
nella tabella seguente.

Categoria di significativit Punteggio Intervento


Verifica obbligatoria possibilit di
Significativo S 55% miglioramento
Monitoraggio obbligatorio
Eventuale verifica possibilit di
Mediamente significativo 40%S<70% miglioramento
Eventuale monitoraggio
Verifica periodica livello di
Non significativo S<40%
significativit

Tabella 14: Categorie di significativit

I risultati della valutazione degli aspetti ambientali effettuata secondo le modalit descritte
sono stati riportati al punto 10 del presente rapporto.

9.1 Criteri di Prestazione Gestionale

La valutazione dei criteri di prestazione gestionale permette di avere unindicazione della


capacit dellazienda nel gestire le attivit e le operazioni associate allaspetto ambientale.
Essi comprendono:
1. Livello di conformit: Descrive il livello di conformit alle prescrizioni legali e di altro tipo
delle attivit e delle operazioni associate allaspetto ambientale, considerando
eventuali limiti di legge e valori riscontrati nelle analisi o semplicemente confrontando
quanto previsto dalle prescrizioni rispetto alla realt aziendale.
2. Preparazione del personale: Valuta il grado di preparazione del personale addetto alle
attivit e alle operazioni associate allaspetto ambientale in relazione ai possibili impatti

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ambientali che possono derivare dal lavoro svolto, sia in termini di prevenzione che di
contenimento dellimpatto stesso.
3. Procedure/prassi ambientali: Considera la presenza e il grado di applicazione di
procedure formalizzate o prassi consolidate per la gestione delle attivit e delle
operazioni associate allaspetto valutato, in grado di controllare i meccanismi attraverso
i quali si genera o si pu formare limpatto ambientale.
4. Margine di miglioramento gestionale: Considera il margine di miglioramento rispetto
alla situazione attuale, da un punto di vista costi/benefici, per quanto riguarda interventi
a livello organizzativo volti allottimizzazione dellimpiego delle risorse e delle
tecnologie presenti in azienda.
5. Monitoraggio/manutenzione programmata: Considera eventuali piani di
monitoraggio/manutenzione e il relativo livello di implementazione, per le attivit e le
operazioni associate allaspetto ambientale considerato.
I fattori di pesatura per i criteri di prestazione gestionale sono riportati nella tabella
seguente.

N Criterio Peso
1 Livello di conformit
2 Preparazione del personale
3 Procedure/prassi ambientali
4 Margine di miglioramento gestionale
5 Monitoraggio/manutenzione programmata

Tabella 15: Fattori di pesatura dei Criteri di Prestazione Gestionale

9.2 Criteri di Impatto Ambientale

I criteri di impatto ambientale forniscono unindicazione della gravit del danno ambientale
associato allaspetto valutato, considerando sia lentit dellimpatto che le condizioni al
contorno che possono contribuire alla generazione dellimpatto.
Essi sono:
1. Magnitudo: Valuta lentit dellimpatto ambientale considerando variabili quali la
tossicit della sostanza, i volumi in gioco, la capacit di diffusione della sostanza e la
reversibilit del danno.
2. Frequenza/Probabilit di accadimento: Considera la frequenza/probabilit di
accadimento dellimpatto ambientale associato allaspetto valutato.
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3. Vulnerabilit dei corpi recettori: Valuta la presenza di corpi recettori che potrebbero
essere interessati e la loro sensibilit alle modificazioni indotte dallaspetto.
4. Sensibilit delle parti interessate: Considera il livello di percezione che le parti
interessate esterne hanno in relazione allimpatto ambientale generato e considera le
eventuali manifestazioni di interesse espresse dalle parti interessate stesse.
5. Margine di miglioramento tecnologico: Valuta il margine di miglioramento, per quanto
concerne il rapporto costi/benefici, derivante da interventi di carattere tecnologico.
I fattori di pesatura per i criteri di impatto ambientale sono riportati nella tabella seguente.

N Criterio Peso
1 Magnitudo
2 Frequenza
3 Vulnerabilit dei corpi recettori
4 Sensibilit delle parti interessate
5 Margine di miglioramento tecnologico

Tabella 16: Fattori di pesatura dei Criteri di Impatto Ambientale

10 Registro degli Aspetti Ambientali Importanti

In seguito allapplicazione della metodologia descritta alle attivit, ai prodotti ed ai servizi di


EcoPlastica e in relazione a quanto emerso dalla presente analisi, stato predisposto il
Registro degli Aspetti Ambientali Importanti.
Tale registro rappresenta la situazione dellazienda in relazione ai propri aspetti ambientali
al momento dello svolgimento dello studio e sar quindi utilizzato come riferimento per lo
sviluppo ed il monitoraggio del sistema di gestione ambientale dellazienda.
Il registro riportato nellAllegato (n.d.).

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11 Conclusioni

I dati raccolti nel corso della presente analisi ambientale hanno permesso di fornire un
quadro dinsieme delle relazioni che intercorrono tra le attivit, i prodotti e i servizi di
EcoPlastica S.p.A. e lambiente in cui essa opera.
Da tale quadro risulta che lAzienda attualmente gestisce le proprie problematiche
ambientali in conformit alle prescrizioni legali attraverso una serie di prassi consolidate.
Lo studio ha tuttavia evidenziato alcune aree di potenziale miglioramento legato
essenzialmente a:
prevenzione dellinquinamento atmosferico;
riduzione del consumo di energia elettrica;
ottimizzazione del consumo delle risorse;
prevenzione dellinquinamento acustico.
In relazione ai risultati della presente analisi lazienda potr quindi predisporre una propria
politica ambientale, obiettivi di miglioramento delle prestazioni ambientali ed un sistema di
gestione ambientale strutturato secondo i requisiti della del Regolamento CE 761/2001.

12 Allegati

1. Check-list
2. Procedura valutazione aspetti ambientali

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Allegato 1 - CHECK LIST PER ANALISI AMBIENTALE INIZIALE

Tipologia Descrizione
INFORMAZIONI GENERALI SULLORGANIZZAZIONE
Dati generali Ragione sociale
sullorganizzazione
Numero addetti
Organigramma aziendale
Fatturato (ultimi 3 anni)
Descrizione della storia Descrizione generale della nascita e sviluppo dellorganizzazione.
dellorganizzazione
Descrizione dellunit Descrizione dello stabilimento in termini di strutture (altezza, caratteristiche
produttiva architettoniche, stato di conservazione, superfici coperte, ecc.).
Descrizione delle caratteristiche ambientali dello stabilimento (aree verdi,
tipologie vegetative,) comprese nellarea totale.
Allegare eventuali planimetrie
INFORMAZIONI SULLAMBIENTE ESTERNO
Caratteristiche dellarea Estratto del piano regolatore (PRCG) dell'area industriale in esame con
l'ubicazione delle principali aziende presenti
Destinazione d'uso dell'area oggetto dellanalisi e di quelle adiacenti (industriale,
residenziale, mista, agricola)
Destinazione duso dell'area precedentemente agli attuali insediamenti industriali
Caratteristiche del Comune (abitanti, superficie, altro)
Attivit produttive Numero e tipologia degli eventuali stabilimenti industriali presenti nell'area
adiacenti
Numero, tipologia e lontananza degli stabilimenti a maggiore impatto ambientale
(ad es. stabilimenti a rischio di incidente rilevante)
Allegare eventuali planimetrie
Eventuali infrastrutture Trasporto (reti viarie, ferroviarie, aeroporti, ecc.)
presenti e distanze
Servizi (impianti trattamento acque, impianti stoccaggio e trattamento rifiuti,
dallunit produttiva
infrastrutture sociali (scuole, ospedali, ecc.), infrastrutture turistiche, ecc
Informazioni climatiche Descrizione del clima della zona
Precipitazioni annue, durata della stagione secca (valori dellultimo anno, medie
annuali)
Temperature della zona
Ventosit della zona
INFORMAZIONI IDROGEOLOGICHE
Inquadramento generale Informazioni generali sulla situazione idrogeologia della zona, derivanti ad esempio
da studi idrogeologici effettuati nell'area
Stratigrafia
Acque superficiali Localizzazione dei principali corsi d'acqua, bacini naturali e artificiali presenti nella
zona (allegare eventuale stralcio della carta)
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Tipologia Descrizione
Carico idraulico dei principali corpi idrici presenti nella zona, eventuale periodo di
secca; caratteristiche di qualit
Presenza di sorgenti: localizzazione, qualit e tipologia di sfruttamento
Acque sotterranee Caratteristiche della falda: qualit e profondit
Pozzi Zonizzazione di eventuali pozzi presenti nellarea e loro utilizzo.
Lazienda possiede dei pozzi? Riferimenti normativi:
Li sfrutta? D.Lgs. 275/93
Legge 36/94
Per quali scopi? D.Lgs. 152/99
Vi sono misuratori di portata? DPR 238/99

E stata effettuata lopportuna denuncia ed stata


richiesta la concessione per lo sfruttamento alla
Provincia?
Allegare tali documenti
Serbatoi e vasche interrate Lazienda possiede serbatoi o vasche interrate?
Effettua controlli sulla loro integrit?
Che cosa contengono?
Analisi dei terreni circostanti.
Aree contaminate Localizzazione e descrizione di eventuali bonifiche in Riferimenti normativi:
atto, messe in sicurezza, terreni contaminati e livello DM 471/99
di contaminazione del suolo Art. 17 del D.Lgs. 22/97
Lazienda ha in atto eventuali procedure di bonifica?
Se s, fornire dettagli.
Allegare documentazione disponibile.
ATTIVITA PRODUTTIVA
Descrizione dei processi Diagramma di flusso dei processi produttivi.
produttivi
Descrizione delle varie fasi di lavorazione:
preparazione degli impasti;
formazione del foglio;
post-trattamenti;
allestimento;
altre fasi rilevanti.
Impianto di depurazione Descrizione tipologia impianto di depurazione.
Centrale di cogenerazione Descrizione tipologia centrale di cogenerazione.
Descrizione delle attivit Ricevimento e stoccaggio materie prime
accessorie, non
Magazzino prodotti finiti - Spedizione
direttamente collegate al
processo produttivo Movimentazione materiali
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Stoccaggio rifiuti: Riferimenti normativi:
Modalit: D.Lgs. 22/97
Solidi e fangosi: aree coperte e pavimentate DM 392/96
Liquidi: aree coperte, pavimentate; vasca di Punto 4.1.2, Delibera del
contenimento che contenga almeno 1/3 del 27.07.1984 del Comitato
volume complessivo stoccato o comunque il Interministeriale
volume del contenitore pi grande; altri
dispositivi in grado di contenere eventuali
sversamenti;
I vari contenitori e le aree di stoccaggio devono
essere opportunamente identificati
Quantit:
Vengono rispettate le caratteristiche di deposito
temporaneo previste dallart. 6, lettera m, del D.Lgs.
22/97?
Attivit svolte negli uffici
Riscaldamento e condizionamento: Riferimenti normativi:
n centrali termiche/refrigerazione,
DPR 412/93, art.11
potenze installate;
L. 10/91
allegare fotocopia eventuale Libretto di
allegato F, DPR
impianto (per potenze nominali < 35 kW;
412/93: potenza
allegare fotocopia eventuale Libretto di
nominale >= 35 kW:
Centrale per potenzialit 35 kW;
"libretto di centrale"
verifica della regolarit (frequenza annuale) e
allegato G, DPR
degli esiti delle manutenzioni effettuate sugli
412/93: potenza
impianti ;
nominale < 35 kW:
verifica della regolarit (frequenza annuale;
"libretto di impianto"
semestrale solo per potenze 350 kW ) e dei art.11, DPR 412/93-
valori dei rendimenti di combustione; responsabile impianto
Solo per potenzialit 350 kW : Il responsabile
dell'esercizio dell'impianto iscritto all'"Albo
Nazionale dei costruttori - Categoria gestione e
manutenzione degli impianti termici, di
ventilazione e di condizionamento"?
Aria compressa (n e tipologia dei compressori, potenza installata e modalit di
gestione e manutenzione)
Pulizia (frequenza, personale interno/ditte specializzate)
Manutenzione (attivit interna/esterna e modalit di gestione)
Altre attivit.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Grandi rischi e IPPC In base alle attivit svolte e alle quantit di prodotti D.Lgs. 334/99
pericolosi in uso, lazienda soggetta alla Grandi
Rischi?
In caso affermativo, ha effettuato quanto previsto dalla Artt. 5 e 11 del D.Lgs.
normativa vigente (aggiornamento valutazione dei 334/99
rischi, formazione/informazione lavoratori, eventuali
comunicazioni agli enti competenti)?
In base alle attivit svolte e alle quantit di prodotti D.Lgs. 372/99
pericolosi in uso, lazienda soggetta alla IPPC
(autorizzazione integrata ambientale)?

Descrizione delle Elenco e descrizione delle procedure adottate dallorganizzazione per la gestione
procedure e delle prassi di problematiche ambientali (ad es.:
ambientali
gestione rifiuti,
manutenzione e conduzione impianti, tra cui in particolare
limpianto di depurazione e la centrale di cogenerazione,
monitoraggio emissioni in atmosfera,
approvvigionamenti ed appalti, ecc.)
Descrizione delle prassi ambientali in termini di:
- azioni;
- metodi
- responsabilit.

ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI


Aspetti ambientali diretti Analisi degli aspetti ambientali diretti relativi allOrganizzazione, considerando
almeno:
gestione dei rifiuti;
imballaggi;
emissioni in atmosfera;
scarichi idrici;
consumo di risorse naturali e materie prime, con particolare riferimento ai
prodotti pericolosi;
uso e contaminazione del terreno;
questioni locali;
trasporti;
emergenze ambientali.
GESTIONE dei RIFIUTI:
Gestione rifiuti Attivit: Riferimenti normativi:
Nell'ambito dell'attivit imprenditoriale vengono Definizione di rifiuto:
prodotti o trasportati rifiuti? Art. 8 DLgs 22/97 come
modificato dalla L. 93/01
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Tra i rifiuti prodotti vi sono anche residui assimilabili ai D.Lgs 22/97
rifiuti urbani? D.Lgs 389/97
L. 426/98
Tali rifiuti vengono conferiti al Servizio Pubblico? Del. 27.07.1984
Viene effettuato il pagamento della tariffa/tassa per lo Delibera di assimilabilit
smaltimento dei rifiuti urbani? emanata dall'Amministraz.
Comunale
Alcuni dei rifiuti prodotti sono classificabili come Definizione di rifiuto
speciali? speciale:
Art. 7, comma 3, D.Lgs
22/97

Sono stati classificati in base a quanto previsto dalla Allegato A , Direttiva 9


normativa vigente? aprile 2002

Elencare per ogni tipologia di rifiuto:


descrizione
fase lavorativa di provenienza
codice CER
quantit annua prodotta (degli ultimi 3 anni);
destinazione.

Allegare eventuali analisi effettuate sui rifiuti.


Tali rifiuti vengono avviati ad operazioni di recupero o
smaltimento presso terzi?
Tali soggetti sono regolarmente autorizzati? Smaltimento procedura
ordinaria: artt. 27 e 28 del
Verificare la regolarit dellautorizzazione (durata: 5 D.Lgs. 22/97;
anni) Recupero, procedura
Allegare copia delle autorizzazioni semplificata: art. 33 del
D.Lgs. 22/97
I soggetti che effettuano il trasporto sono Art. 30 del D.Lgs. 22/97;
regolarmente autorizzati dallAlbo Gestori Rifiuti? DM 406/98;

Verificare la regolarit dellautorizzazione (durata: 5 Procedura ordinaria: art.


anni per la procedura ordinaria; 2 anni per quella 28 del D.Lgs. 22/97;
semplificata) Procedura semplificata:
art. 33 del D.Lgs. 22/97;
Nel caso in cui il trasporto sia effettuato in conto L.426/98
proprio dallOrganizzazione, senza alcuna
autorizzazione, verificare che siano stati trasportati
solo rifiuti non pericolosi, oppure rifiuti pericolosi in
quantit inferiore a 30 l o 30 kg.
Viene rispettato il divieto di miscelare categorie Art. 9 del D.Lgs 22/97
diverse di rifiuti pericolosi ovvero rifiuti pericolosi con
rifiuti non pericolosi?
In caso di oli ed emulsioni esauste, vengono rispettate D.Lgs 95/92
le prescrizioni previste dal DM 392/96? DM 392/96
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Per i rifiuti speciali, vengono regolarmente compilati:
registro di carico e scarico?
formulario di identificazione dei rifiuti?
MUD?
Registro di carico/scarico rifiuti Art. 12 comma 4, del
D.Lgs 22/97;
Le registrazioni di carico e scarico vengono effettuate
rispettivamente entro una settimana dalla produzione
del rifiuto ed entro una settimana dal conferimento?
Il Modello di registro conforme a quello Ministeriale? DM 148/98
Viene compilato in modo corretto?
I fogli sono stati vidimati presso lUfficio del Registro
(in data antecedente alla prima registrazione)?
Vengono conservati per almeno 5 anni?
Formulario di identificazione dei rifiuti Art. 15 del D.Lgs. 22/97
Viene compilato ogniqualvolta si effettua un
conferimento dei rifiuti?
Il Modello conforme a quello Ministeriale? DM 145/98
Viene compilato in modo corretto?
I fogli sono stati vidimati presso lUfficio del Registro o
presso la CCIAA competente (in data antecedente
alla prima registrazione)?
Vengono conservati per almeno 5 anni?
Il formulario di identificazione viene sempre
controfirmato dal trasportatore, al momento della
consegna dei rifiuti?
La quarta copia viene sempre restituita entro 90
giorni?
MUD Legge 70/94
Annualmente viene compilato, nei tempi previsti, ed
inviato alla CCIAA competente per territorio il MUD
per ogni sede operativa dellOrganizzazione?
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza; fornire dettagli e conseguenze.
IMBALLAGGI
Imballaggi Attivit: Riferimenti normativi:
Descrizione tipologie di imballaggi utilizzati
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
E stata effettuata liscrizione al CONAI come Titolo II D.Lgs 22/97,
utilizzatori? Reg CONAI ,
Guida CONAI
In caso di import ed export di imballaggi pieni e/o vuoti
vengono effettuate le opportune dichiarazioni secondo
le frequenze previste dalla Guida CONAI?
In caso vengano autoprodotti imballaggi, vengono
effettuate le opportune dichiarazioni previste dalla
guida CONAI?
EMISSIONI IN ATMOSFERA
Emissioni in atmosfera Attivit: Riferimenti normativi:
L'azienda dispone di un impianto termico?
Si tratta di un impianto termico o caldaia inserito in un Allegato 1, punto 21, DPR
ciclo produttivo o comunque con un consumo di 25.07.1991
combustibile annuo utilizzato per pi del 50% in un Art. 2, comma 2, DPR
ciclo produttivo? (emissioni poco significative) 25.07.1991
L'azienda gestisce anche un impianto di combustione DPR 203/88;
di potenza termica pari o superiore a 50 MW (grandi Allegato 3, punto A, DM
impianti di combustione)? 12.07.1990;
Allegati DM 08.05.1989.
E stata richiesta all'autorit competente lopportuna
l'autorizzazione con la documentazione specifica?
Vengono rispettati i limiti di emissione previsti dalla
normativa vigente?
Esistono, all'interno dello stabilimento, oltre agli DPR 203/88,
impianti termici e di combustione di cui sopra,altri DPCM 21.07.89,
impianti o macchinari, che possono dar luogo ad DM 12.07.90,
emissioni in atmosfera? DPR 25.7.91
Tali emissioni sono tutte ad inquinamento poco Allegato I, DPR
significativo? 25.07.1991
Art. 4, DPR 25.07.1991

In caso negativo, ci sono emissioni che rientrano tra Allegato II, DPR
quelle a ridotto inquinamento atmosferico? 25.07.1991
In tal caso stata richiesta lopportuna autorizzazione Art. 5, comma 1, DPR
in via generale allEnte Competente? 25.07.1991
Allegare copia della richiesta e della risposta da parte
dellEnte Competente.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Vi sono altre emissioni che non rientrano nel regime
semplificato previsto per i due casi di cui sopra?
(inquinamento poco significativo e ridotto
inquinamento)
E stata richiesta lautorizzazione allEnte Art. 6, DPR 203/88
Competente?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativi, con le eventuali prescrizioni.
Almeno quindici giorni prima di attivare gli impianti Art. 8, comma 2, DPR
stata data comunicazione agli Enti Competenti di 203/88
messa in esercizio degli stessi?
E della successiva messa a regime?
Sono effettuate le analisi e i risultati sono stati
comunicati allEnte Competente?
Sono state eseguite eventuali prescrizioni dellEnte
Competente e rispettati i termini previsti per
l'adeguamento degli impianti?
Limpianto gi autorizzato stato successivamente Art. 15, DPR 203/88
modificato (in modo sostanziale) o trasferito?
E stata preventivamente richiesta lautorizzazione
relativa?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.
Gli impianti sono dotati di efficaci sistemi di
abbattimento?
L'esercizio degli impianti di abbattimento avviene in
modo tale da garantire per qualunque condizione di
funzionamento il rispetto qualitativo e quantitativo dei
limiti di emissione?
I limiti di emissione relativamente ad ogni camino Art. 4, comma 2, DM
vengono misurati con la periodicit prevista dal 12.07.1990
documento autorizzativo?
Vengono utilizzati i metodi di campionamento, analisi
e valutazione delle emissioni previsti dalla normativa
vigente o comunque prescritti dall'autorizzazione?
Sono state applicate le prescrizioni previste
dall'autorit competente in fase autorizzativa?
Allegare copia delle ultime analisi effettuate su
ciascun camino.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
I flussi in uscita dai camini hanno direzione
verticale?
I camini sono pi alti del colmo del capannone e di
almeno 1 metro pi alti delle costruzioni limitrofe, nel
raggio di 10 m?
Sono dotati di opportuna presa di campionamento?
Il campionamento pu essere effettuato in sicurezza?
Fornire dettagli sulla manutenzione effettuata sugli
impianti e sui sistemi di abbattimento.
Esistono attivit che danno luogo ad emissioni
diffuse?
Come vengono gestite?
Allegare prospetto riassuntivo in cui vengano
evidenziati per ogni punto di emissione Ei:
linquinante/principali inquinanti emessi;
le fasi lavorative di provenienza;
sistemi di abbattimento;
valori limite autorizzati;
valori misurati nellultima analisi effettuata;
data ultima analisi.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza;
fornire dettagli e conseguenze.
SCARICHI IDRICI
Scarichi idrici Attivit: Riferimenti normativi:
Lazienda produce degli scarichi idrici? D.Lgs. 152/99 come
modificato dal D.Lgs.
258/00
Dettagliare le tipologie, le portate e la provenienza di Definizioni delle tipologie
ognuno di scarichi: art. 2 del
D.Lgs. 152/99 cos come
modificato dal D.Lgs.
258/00.

Dove vengono effettuati gli scarichi (in fognatura, in


acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo)?
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Scarichi in pubblica fognatura: Art. 33 e All. 5, D.Lgs
152/99 (D.Lgs 258/00)
Gli scarichi sono esclusivamente di acque reflue Art. 28, comma 7 del
domestiche? D.Lgs 152/99 come
modificato dal D.Lgs
258/00
In caso contrario, stata richiesta lopportuna
autorizzazione allEnte Gestore della fognatura?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.
Viene richiesto ogni 4 anni il rinnovo
dell'autorizzazione, un anno prima della scadenza
dell'autorizzazione stessa?
Vengono rispettati i limiti ed eventuali prescrizioni Tabella 3 e 3/A (riferiti a
regolamentari stabilite dall'ente gestore della specifici cicli produttivi),
fognatura e dell'impianto e/o fissato dall'atto allegato 5, D.Lgs 152/99
dell'autorizzazione dello scarico? come modificato dal D.Lgs
258/00

Viene effettuato il pagamento della tariffa di fognatura


e depurazione al Comune o agli enti gestori del
servizio di depurazione?
Scarichi in acque superficiali: Art. 31 e All. 5, D.Lgs
152/99 (D.Lgs 258/00)
Sono state richieste le opportune autorizzazioni Art. 46, D.Lgs 152/99
allEnte Competente?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.
Viene richiesto ogni 4 anni il rinnovo
dell'autorizzazione, un anno prima della scadenza
dell'autorizzazione stessa?
Vengono rispettati i limiti previsti dalla normativa Tabella 3 e 3/A, allegato 5,
vigente o quelli definiti nell'autorizzazione? D.Lgs 152/99, come
modificato dal D.Lgs
258/00
Per la misurazione dei limiti vengono utilizzati i metodi
di analisi previsti dalla normativa vigente?
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Scarichi sul suolo: Art. 29 e Allegato 5, D.Lgs
152/99 (D.Lgs 258/00)
Sono state richieste le opportune autorizzazioni
allEnte Competente?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.

Art. 45, comma 7, Dlgs


Viene richiesto ogni 4 anni il rinnovo 152/99, come modificato
dell'autorizzazione, un anno prima della scadenza dal Dlgs 258/00
dell'autorizzazione stessa?

Vengono rispettati i limiti previsti? Tabella 4, Allegato 5,


D.Lgs. 152/99, come
Viene rispettato il divieto di riversare scarichi modificato dal D.Lgs.
contenenti le sostanze pericolose elencate al punto 258/00.
2.1, Allegato 5, D.Lgs. 152/99, come modificato dal
D.Lgs. 258/00.?
Scarichi nel sottosuolo: Art. 30 e Allegato 5, D.Lgs
152/99 (D.Lgs 258/00)
Si tratta solo delle tipologie di acque previste per gli Tipologie previste dall'art.
scarichi nel sottosuolo? 30, comma 2, D.Lgs
152/99
Viene rispettato il divieto di riversare scarichi
contenenti le sostanze pericolose elencate al punto
2.1, Allegato 5, D.Lgs. 152/99, come modificato dal
D.Lgs. 258/00.?
Art. 39, comma 4 D.Lgs
E il divieto di scaricare acque meteoriche?
152/99, come modificato
dal D.Lgs 258/00
Scarichi contenenti sostanze pericolose: Art. 34 e Allegato 5, D.Lgs
152/99 (D.Lgs 258/00)
L'attivit imprenditoriale prevede cicli produttivi Tabella 3/A, Allegato 5,
particolarmente pericolosi, dove vengono utilizzate D.Lgs 152/99 come
sostanze quali cadmio, mercurio ecc., delle quali modificato dal D.Lgs
stata accertata la presenza negli scarichi? 258/00

stata richiesta l'autorizzazione all'autorit


competente?
Allegare copia della richiesta di autorizzazione, della
relazione tecnica allegata e del documento
autorizzativo, con le eventuali prescrizioni.
Viene richiesto ogni 4 anni il rinnovo
dell'autorizzazione, un anno prima della scadenza
dell'autorizzazione stessa?
Vengono rispettate eventuali ulteriori prescrizioni
definite dall'autorit competente all'interno
dell'autorizzazione?
Viene rispettato il divieto di diluizione degli scarichi Art. 28, comma 5, D.Lgs
con acque di raffreddamento, di lavaggio o prelevate 152/99 come modificato
esclusivamente allo scopo? dal D.Lgs 258/00
Vengono rispettati i limiti previsti dalla tabella 3/A,
allegato 5, D.Lgs 152/99 o quelli definiti
nell'autorizzazione?
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
La misurazione degli scarichi avviene secondo le Art. 28, comma 3, D.Lgs
modalit previste dall'autorizzazione e viene effettuata 152/99 come modificato
subito a monte del punto di immissione nei corpi dal D.Lgs 258/00
ricettori?
Gli scarichi sono stati comunque resi accessibili per il
campionamento da parte dell'autorit competente per
il controllo nel punto assunto per la misurazione?
Viene garantita la continuit dell'esercizio degli
impianti e viene effettuata la relativa manutenzione?
Allegare copia delle ultime analisi effettuate,
relativamente a ciascun punto di scarico.
Allegare prospetto riassuntivo dove vengano
evidenziati per ogni punto di scarico:
tipologia di scarico (misto, solo civile, solo
tecnologico,
corpo ricettore;
principali inquinanti emessi;
limiti autorizzati e tabella di riferimento;
valori ultima analisi effettuata;
data ultima analisi.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza;
fornire dettagli e conseguenze.
USO E CONTAMINAZIONE DEL TERRENO
Uso e contaminazione del Attivit: Riferimenti normativi:
terreno Analisi dei seguenti elementi:
disposizione delle superfici coperte, delle aree
verdi e delle aree pavimentate;
caratteristiche delle diverse attivit che causano,
o potrebbero causare, fenomeni di
contaminazione del terreno.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza; fornire dettagli e conseguenze.
CONSUMO DI RISORSE NATURALI E MATERIE PRIME,
CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI PRODOTTI PERICOLOSI;
Risorse naturali e materie Attivit: Riferimenti normativi:
prime
Tipologie e consumi annuali delle principali materie
prime utilizzate nel processo produttivo.
Consumi annuali, relativamente agli ultimi 3 anni,
almeno delle seguenti risorse:
energia elettrica;
acqua;
energia termica (consumo di combustibile).
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Elenco dei principali prodotti pericolosi utilizzati D.Lgs. 52/97
nelle attivit aziendali;
D.Lgs. 285/98
quantit consumate annualmente;
quantit massime stoccate in azienda;
dettagli sulle modalit di stoccaggio;
i vari imballi sono opportunamente identificati ed
etichettati?
rischi correlati allutilizzo e alla manipolazione di tali
prodotti (con particolare riferimento ai rischi per
lambiente).
Allegare copia delle schede di sicurezza dei principali Decreto 4 aprile 1997
prodotti pericolosi in uso.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza; fornire dettagli e conseguenze.
QUESTIONI LOCALI
Questioni locali Attivit: Riferimenti normativi:
Elencare i principali aspetti ambientali legati a
questioni locali, tra cui almeno:
rumore e vibrazioni;
odore;
polveri.
impatto visivo.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Rumore e vibrazioni: DPCM 01.03.91,
DM 11.12.96,
Attivit, macchinari/impianti che possono produrre
L. 447/95,
rumore e/o vibrazioni percettibili allesterno;
DPCM 14.11.97,
Indicare eventuali caratteristiche di tali DM 16.03.1998
impianti/macchinari o della struttura delledificio tali da
ridurre l'inquinamento acustico e/o da vibrazioni
presso il vicinato ai pi bassi livelli possibili
Nel caso in cui il Comune non abbia ancora effettuato Art. 6 del DPCM
la zonizzazione acustica, sono state effettuate 01.03.1991
eventualmente analisi per verificare il rispetto dei limiti
previsti dalla normativa vigente in materia di
inquinamento acustico?
Nel caso in cui il Comune abbia gi effettuato la Tabella B, DPCM
zonizzazione, vengono rispettati i limiti di emissione 14.11.1997
previsti dal DPCM 14/11/97 per quella specifica zona
(o eventuali limiti stabiliti dal Comune stesso)?
E quelli di immissione? Art. 3 del DPCM
14.11.1997 (Tabella C)

Ci sono state lamentele da parte del vicinato?


Allegare copia degli eventuali rilievi fonometrici
effettuati sia allesterno che allinterno delledificio.
Odore:
Attivit e prodotti utilizzati che possono provocare
odori molesti verso lesterno (convogliati ad esempio
attraverso le emissioni dai camini)
Cautele adottate per ridurre tale aspetto.
Ci sono state lamentele da parte del vicinato?
Allegare copia degli eventuali indagini olfattometriche
effettuate allesterno delledificio
Polveri:
Attivit e prodotti utilizzati che possono provocare
produzione di polveri verso lesterno.
Cautele adottate per ridurre tale aspetto.
Ci sono state lamentele da parte del vicinato?
Impatto visivo:
Caratteristiche delle strutture aziendali rispetto al
contesto ambientale.
Eventuali opere realizzate al fine di mitigare limpatto
visivo della struttura rispetto allambiente circostante.
Allegare eventuali verbali rilasciati da Organi di
Vigilanza; fornire dettagli e conseguenze.
TRASPORTI
Trasporti Attivit: Riferimenti normativi:
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Descrizione delle attivit legate al trasporto delle
materie prime e dei prodotti finiti, dei servizi e dei
dipendenti.
Dettagli sul trasporto dei prodotti pericolosi (normativa
ADR).
Confronto del traffico indotto dallattivit rispetto al
traffico locale.
Eventuali decisioni logistiche adottate per contenere i
movimenti dei mezzi.
EMERGENZE AMBIENTALI
Emergenze ambientali Anali delle possibili emergenze in campo ambientale, considerando:
- rischi ambientali
- incidenti occorsi.
Attivit: Riferimenti normativi:
Rischi ambientali:
Analisi dei possibili rischi derivanti da:
movimentazione, stoccaggio e impiego di
sostanze pericolose; dettagli.

presenza di serbatoi interrati e fuori terra:


prodotti contenuti;
caratteristiche dei serbatoi in relazione alla
prevenzione da inquinamenti.

Presenza di amianto: in particolare negli L. 257/92,


edifici. DM 06.09.1994
Eventuali interventi di bonifica attuati.
Attivit di controllo e manutenzione effettuate.
Allegare copia di eventuali analisi effettuate.

Presenza di PCB: D.Lgs 209/99,


indicare le apparecchiature contenenti PCB DM 11.10.2001
in volume > 5 dm3 (es. condensatori,
trasformatori, ecc.).
Concentrazione di PCB presente (allegare
copia delle analisi effettuate).

Sono state effettuate le comunicazioni Art. 3, D.Lgs 209/99


previste relativamente alla concentrazione
riscontrata?
Le apparecchiature sono contrassegnate da Allegato 1, D.Lgs 209/99
apposita etichetta?
In caso di trasformatori:
sono mantenuti in buono stato funzionale e
non presentano perdite di fluidi?
Vengono rispettate le condizioni di Art. 1, comma 1, DM
decontaminazione previste dalla normativa 11.10. 2001
vigente?
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Incidenti occorsi:
Descrizione di incidenti occorsi che abbiano provocato D.M. 16/02/82 (Elenco
conseguenze sullambiente esterno (ad es. incendi o attivit soggette a
sversamenti) Certificato di prevenzione
Misure di emergenza e di contenimento adottate. incendi)

Eventuali bonifiche effettuate o in corso. DM 471/99


Art. 17 del D.Lgs. 22/97
EFFETTI SULLA BIODIVERSITA
Effetti sulla biodiversit Descrizione di eventuali attivit e/o prodotti che
potrebbero provocare effetti sulla biodiversit.
DOCUMENTAZIONE DI SUPPORTO
Planimetrie Allegare planimetria o varie planimetrie riportanti:
- punti di emissione (camini)
- scarichi idrici (acque bianche, nere e di processo, con indicazione eventuale dei
tombini)
- aree di produzione e di stoccaggio dei rifiuti;
- aree di stoccaggio di prodotti pericolosi;
- attivit che generano rumore e/o vibrazioni.
ASPETTI AMBIENTALI INDIRETTI
Prodotti Dati relativi alla:
- progettazione;
- sviluppo;
- trasporto
- uso e recupero/smaltimento
dei prodotti dellorganizzazione.
Questi dati, se disponibili, devono essere indicati per tutti i prodotti, o famiglie di
prodotti, dellorganizzazione e devono altres evidenziare eventuali problematiche
ambientali ad essi collegate.
Investimenti, prestiti e Elenco dei:
servizi di assicurazione - contratti di assicurazione;
- fideiussioni bancarie;
- prestiti o aperture di credito;
che potrebbero essere in relazione con aspetti ambientali delle attivit, prodotti e
servizi aziendali (es. L.488/92).
Mercati Descrizione dei nuovi mercati sensibili alla variabile ambiente, nei quali
lazienda opera, o potrebbe operare a seguito delladesione al regolamento EMAS.
Descrizione dellimportanza dellorganizzazione allinterno di questi mercati.
Descrizione dellarea geografica, target e caratteristiche (dimensione, ecc.) dei
propri clienti.
Scelta e composizione dei Descrizione delle modalit di ristorazione (es. servizio mensa interno o esterno).
servizi: la ristorazione
Decisioni amministrative e Descrivere eventuali Piani di Sviluppo Strategico con ricadute su aspetti
programmazione ambientali.
Assortimento dei prodotti Descrizione qualitativa del livello di assortimento dei prodotti.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Analisi Ambientale Iniziale

Tipologia Descrizione
Bilancio e comportamenti Descrizione delle attivit svolte dai principali fornitori, subfornitori e
ambientali degli appaltatori indicando in particolare eventuali problematiche di tipo ambientale e il
appaltatori, subappaltatori grado di controllo esercitato dallorganizzazione.
e fornitori In particolare in relazione :
- smaltitori/trasportatori rifiuti

Descrizione di eventuali accordi e iniziative intrapresi con i fornitori al fine di


ridurre limpatto ambientali complessivo del processo di trasformazione.

AUTORIZZAZIONI E DOCUMENTAZIONE LEGALE


Conformit alle Elenco dei riferimenti autorizzativi:
prescrizioni legali emissioni in atmosfera (N, data di rilascio e Ente competente);
prelievi idrici (N, data di rilascio e Ente competente);
scarichi idrici (N, data di rilascio e Ente competente);
autorizzazioni trasportatori e smaltitori e accordi con la pubblica
amministrazione;
altre autorizzazioni e documentazione legale.
Accordi volontari Indicazione dei requisiti contenuti negli accordi volontari eventualmente
sottoscritti dallorganizzazione.
Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE

1 Criteri di Prestazione gestionale: Condizioni Normali Anomale

Criteri/Punteggi Punteggio 1 Punteggio 3 Punteggio 5


CG 1: Livello di conformit I requisiti di legge e di altro tipo non I requisiti di legge e di altro tipo sono I requisiti di legge e di altro tipo sono
sono sempre rispettati/Non vi una rispettati ma con uno scarso margine di rispettati con un ampio margine di
chiara conoscenza dei requisiti sicurezza sicurezza/Non esistono requisiti di legge
o di altro tipo
CG 2: Preparazione del personale Non sono state individuate le Il personale interessato ha acquisito le Il personale interessato stato
responsabilit e le competenze per lo competenze necessarie allo svolgimento adeguatamente formato e qualificato e le
svolgimento delle operazioni relative delle operazioni relative allaspetto responsabilit comunicate
allaspetto/Il personale interessato alla ambientale attraverso esperienza sul
gestione/controllo dellaspetto NON ha campo/Non sono state definite e
adeguate competenze per condurre le comunicate in maniera chiara le
operazioni affidate in maniera corretta responsabilit per lo svolgimento delle
operazioni relative allaspetto
CG 3: Procedure/prassi Non esistono procedure scritte n prassi Esistono prassi consolidate per la Esistono procedure scritte per la
ambientali consolidate per la gestione dellaspetto gestione dellaspetto, ma non sono gestione dellaspetto
formalizzate in documenti scritti
CG 4: Margine di miglioramento Esistono interessanti margini di Esistono margini di miglioramento a Non esistono margini di miglioramento a
gestionale miglioramento a fronte di interventi di fronte di interventi di carattere gestionale seguito di interventi di carattere
carattere gestionale contenuti commisurati allimportanza del gestionale/Esistono scarsi margini di
miglioramento miglioramento a fronte di interventi di
carattere gestionale molto impegnativi
CG 5: Monitoraggio/manutenzione Non esistono piani di Esistono prassi consolidate relative al Esistono procedure scritte e/o piani
programmata monitoraggio/manutenzione monitoraggio/manutenzione formalizzati per il
programmata finalizzati ad assicurare il programmata per il mantenimento della monitoraggio/manutenzione
mantenimento della prestazione prestazione ambientale programmata finalizzati al mantenimento
ambientale della prestazione ambientale
Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE

2 Criteri Prestazione gestionale: Condizioni di Emergenza

Criteri/Punteggi Punteggio 1 Punteggio 3 Punteggio 5


CG 1: Livello di conformit In caso di emergenza esiste un alto In caso di incidente esiste il moderato In caso di incidente non esiste alcun
rischio di non conformit rispetti a rischio di non conformit rispetto ai rischio di non conformit rispetto ai
requisiti di legge e di altro tipo requisiti di legge e di altro tipo requisiti di legge e di altro tipo
CG 2: Preparazione del personale Non sono state individuate le Il personale interessato ha acquisito le Il personale interessato stato
responsabilit e le competenze per la competenze necessarie alla risposta alle adeguatamente formato e qualificato ed
preparazione alle emergenze/Il emergenze a livello teorico, ma non ha ha avuto modo di effettuare simulazioni
personale interessato dalle eventuali avuto modo di effettuare simulazioni/Non
emergenze NON ha adeguate sono state definite e comunicate in
competenze per assicurare una risposta maniera chiara le responsabilit per
adeguata risposta alle emergenze anche se sono
state individuate le modalit di risposta
CG 3: Procedure/prassi Non esistono procedure scritte n prassi Esistono prassi consolidate per la Esistono procedure scritte per la risposta
ambientali consolidate per la risposta alle risposta alle emergenze, ma non sono alle emergenze
emergenze formalizzate in documenti scritti
CG 4: Margine di miglioramento Esistono interessanti margini di Esistono margini di riduzione del rischio Non esistono margini di riduzione del
gestionale riduzione del rischio di di accadimento/effetto ambientale rischio di accadimento/effetto ambientale
accadimento/effetto ambientale dellemergenza a fronte di interventi di dellemergenza a seguito di interventi di
dellemergenza a fronte di interventi di carattere gestionale commisurati carattere gestionale/Esistono scarsi
carattere gestionale contenuti allimportanza del miglioramento margini di riduzione del rischio di
accadimento/effetto ambientale
dellemergenza a fronte di interventi di
carattere gestionale molto impegnativi
Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE

Criteri/Punteggi Punteggio 1 Punteggio 3 Punteggio 5


CG 5: Monitoraggio/manutenzione Non esistono piani di Esistono prassi consolidate relative al Esistono procedure scritte e/o piani
programmata monitoraggio/manutenzione monitoraggio/manutenzione formalizzati per il
programmata finalizzati ad assicurare programmata per il corretto monitoraggio/manutenzione
corretto funzionamento dei dispositivi di funzionamento dei dispositivi di programmata per il corretto
sicurezza sicurezza funzionamento dei dispositivi di
sicurezza
Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE

3 Criteri di Impatto ambientale: Condizioni Normali/Anomale

Criteri/Punteggi Punteggio 1 Punteggio 3 Punteggio 5


IA 1: Magnitudo Piccoli volumi, bassa tossicit, scarso Presenti discreti volumi o media tossicit Grandi volumi o alta tossicit della
impatto sulla salute umana e e l'impatto creato limitato nello spazio sostanza o il danno creato e difficilmente
sullecosistema circostante e il danno e nel tempo reversibile e contribuisce alla
creato facilmente reversibile degradazione dell'ecosistema
circostante
IA 2: Frequenza Limpatto ambientale associato Limpatto ambientale associato Limpatto ambientale associato
allaspetto si verifica in condizioni allaspetto si verifica in condizioni allaspetto si verifica in condizioni
anomale normali, ma discontinue normali e continue
IA 3: Vulnerabilit corpi recettori Non esistono corpi recettori/I corpi I corpi recettori interessati sono sensibili I corpi recettori interessati sono
recettori interessati non sono sensibili alle modificazioni indotte dallaspetto altamente sensibili alle modificazioni
alle modificazioni indotte dallaspetto ambientale, ma le stesse sono reversibili indotte dallaspetto ambientale e le
ambientale e contribuiscono in maniera non stesse sono difficilmente reversibili e
preponderante al degrado del contesto comportano un grave deterioramento
ambientale nel quale intervengono della qualit dellambiente
IA 4: Sensibilit delle parti Le parti esterne allorganizzazione non Le parti esterne allorganizzazione Le parti esterne percepiscono
interessate hanno alcuna percezione dellimpatto percepiscono limpatto ambientale fortemente limpatto ambientale
ambientale associato allaspetto e non associato allaspetto, ma lo accettano associato allaspetto e tengono
sono mai state registrate lamentele o come naturale conseguenza delle attivit continuamente sotto controllo levolversi
altre dimostrazioni di interesse dellorganizzazione/Sono state registrate della situazione/Sono state registrate
deboli manifestazioni di interesse quali lamentele e denuncie
richieste di chiarimenti
IA 5: Margine di miglioramento Non esistono margini di miglioramento a Esistono margini di miglioramento a Esistono interessanti margini di
tecnologico seguito di interventi di carattere fronte di interventi di carattere miglioramento a fronte di modesti
tecnologico/Esistono scarsi margini di tecnologico commisurati allimportanza interventi di carattere tecnologico
miglioramento a fronte di interventi di del miglioramento
carattere tecnologico molto impegnativi
Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE

4 Criteri di Impatto ambientale: Condizioni di Emergenza

Criteri/Punteggi Punteggio 1 Punteggio 3 Punteggio 5


IA 1: Magnitudo Piccoli volumi, bassa tossicit, scarso Presenti discreti volumi o media tossicit Grandi volumi o alta tossicit della
impatto sulla salute umana e e l'impatto creato limitato nello spazio sostanza o il danno creato e difficilmente
sullecosistema circostante e il danno e nel tempo reversibile e contribuisce alla
creato facilmente reversibile degradazione dell'ecosistema
circostante
IA 2: Frequenza Probabilit di accadimento minore di una Probabilit di accadimento maggiore di Probabilit di accadimento maggiore di
volta ogni 10 anni una volta ogni 10 anni e minore di una una volta ogni anno
volta ogni anno
IA 3: Vulnerabilit corpi recettori Non esistono corpi recettori/I corpi I corpi recettori interessati sono sensibili I corpi recettori interessati sono
recettori interessati non sono sensibili alle modificazioni indotte dallaspetto altamente sensibili alle modificazioni
alle modificazioni indotte dallaspetto ambientale, ma le stesse sono reversibili indotte dallaspetto ambientale e le
ambientale e contribuiscono in maniera non stesse sono difficilmente reversibili e
preponderante al degrado del contesto comportano un grave deterioramento
ambientale nel quale intervengono della qualit dellambiente
IA 4: Sensibilit delle parti Le parti esterne allorganizzazione non Le parti esterne allorganizzazione Le parti esterne percepiscono
interessate hanno alcuna percezione dellimpatto percepiscono limpatto ambientale fortemente limpatto ambientale
ambientale associato allaspetto e non associato allaspetto, ma lo accettano associato allaspetto e tengono
sono mai state registrate lamentele o come naturale conseguenza delle attivit continuamente sotto controllo levolversi
altre dimostrazioni di interesse dellorganizzazione/Sono state registrate della situazione/Sono state registrate
deboli manifestazioni di interesse quali lamentele e denuncie
richieste di chiarimenti
IA 5: Margine di miglioramento Non esistono margini di miglioramento a Esistono margini di miglioramento a Esistono interessanti margini di
tecnologico seguito di interventi di carattere fronte di interventi di carattere miglioramento a fronte di modesti
tecnologico/Esistono scarsi margini di tecnologico commisurati allimportanza interventi di carattere tecnologico
miglioramento a fronte di interventi di del miglioramento
carattere tecnologico molto impegnativi
Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE

5 Matrice di riferimento

Prestazione Gestionale
Alta (20-25) Media (10-20) Bassa (5-10)
Impatto Ambientale
Bassa (5-10) Significativo Significativo Mediamente Significativo

Media (10-15) Significativo Mediamente Significativo Non Significativo

Alta (15-25) Mediamente Significativo Mediamente Significativo Non Significativo


Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE

6 Matrice di intervento

Prestazione Gestionale
Alta (20-25) Media (10-20) Bassa (5-10)
Impatto Ambientale
Bassa (5-10) Intervento Obbligatorio Intervento Facoltativo Controllo

Media (10-15) Intervento Obbligatorio Intervento Facoltativo Controllo

Alta (15-25) Intervento Facoltativo Controllo Nessuna azione


Allegato 2 _ Procedura Valutazione aspetti ambientali
REGIONE PIEMONTE
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Manuale del Sistema di Gestione Ambientale

MANUALE
SISTEMA GESTIONE AMBIENTALE

1 di 4
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Manuale del Sistema di Gestione Ambientale

2 di 4
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Manuale del Sistema di Gestione Ambientale
Nella presente sezione viene riportato il Manuale di Gestione Ambientale della
EcoPlastica S.p.A. nel quale sono descritte le caratteristiche del sistema di gestione
ambientale adottato dalla azienda.
In particolare il manuale strutturato in modo da riprendere tutti i punti della sezione 4
della norma ISO 14001 (Requisiti del sistema di gestione ambientale inseriti anche nel
Regolamento EMAS) descrivendo, genericamente per ciascuno di essi, le metodologie
adottate per assicurare il soddisfacimento del requisito stesso.
Nel manuale sono inoltre contenuti i riferimenti alle procedure ambientali che contengono
responsabilit, metodologie e tempistiche specifici atti ad assicurare lefficienza e
lefficacia del sistema di gestione ambientale.
Il manuale di gestione ambientale rappresenta quindi il collegamento tra le varie parti del
sistema e premette di muoversi allinterno della documentazione correlata secondo lo
schema riportato di seguito.

Manuale
di Gestione
Ambientale

Procedure Gestionali

Procedure Operative

Istruzioni Ambientali

Modulistica

Struttura della documentazione del Sistema di Gestione Ambientale

3 di 4
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.p.A. Manuale del Sistema di Gestione Ambientale
Il manuale riportato nel presente documento stato realizzato in relazione alle
caratteristiche dellipotetica azienda EcoPlastica S.p.A. sulla base di quanto emerso
dallAnalisi Ambientale effettuata sullazienda stessa: tale documento non pu pertanto
essere utilizzato tal quale per tutte le realt del settore, ma necessita delle
opportune modifiche in relazione alle singole realt nelle quali ci si trova ad
operare.

Nella fase di stesura del rapporto di Analisi Ambientale Iniziale, si supposto che
lipotetica azienda EcoPlastica S.p.A. sia gi dotata di un Sistema per la gestione della
Qualit. Si quindi presentata leventualit di modificare le gi esistenti :
- Procedura operativa gestione non conformit fornitori,
- Procedura operativa rintracciabilit prodotti,
per estenderne lapplicabilit non solo al controllo della qualit ma anche agli aspetti
ambientali delle stesse; infatti, pur non contenendo elementi specifici per la gestione degli
eventuali impatti ambientali dovuti a tali attivit, queste procedure possono essere riprese
nel Sistema di Gestione Ambientale specificando le modalit di gestione dei relativi aspetti
ambientali indiretti.
Le due procedure sono allegate in conclusione alla presente sezione.

4 di 4
MANUALE DI GESTIONE Sezione 0

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Generalit Pagina 1 di 3

MANUALE DI GESTIONE AMBIENTALE

Riferimento UNI EN ISO 14001 ed. 96

Rev. Data Redazione Verifica Approvazione Modifiche

COPIA NON CONTROLLATA


COPIA CONTROLLATA N _______

ASSEGNATA A: __________________________________________________________
FUNZIONE: __________________________________________________________
DATA: _____/_____/_____
MANUALE DI GESTIONE Sezione 0

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Generalit Pagina 2 di 3

1. Matrice delle Revisioni

Rev.0 Rev.1 Rev.2 Rev.3 Rev.4 Rev.5 Rev.6 Rev.7 Rev.8 Rev.9 Rev.10
Sez.
Data Data Data Data Data Data Data Data Data Data Data
0
1
2.1
2.2
3.1
3.2
3.3
3.4
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
5.1
5.2
5.3
5.4
6

Note: 1 Lindice di revisione del Manuale, indice della Sezione 0, viene incrementato
ogniqualvolta siano apportate modifiche anche ad una sola sezione del Manuale
stesso.
2 La data di revisione del Manuale coincide con la data di revisione della Sezione
aggiornata pi di recente.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 0

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Generalit Pagina 3 di 3

2. Indice

Sez. Titolo Rif. ISO 14001


0 Generalit ---
1 Requisiti generali 4.1
2.1 Gestione della Politica Ambientale 4.2
2.2 Politica Ambientale 4.2
PIANIFICAZIONE 4.3
3.1 Aspetti ambientali 4.3.1
3.2 Prescrizioni legali e di altro tipo 4.3.2
3.3 Obiettivi e dei traguardi ambientali 4.3.3
3.4 Programmi di gestione ambientale 4.3.4
ATTUAZIONE E FUNZIONAMENTO 4.4
4.1 Struttura e responsabilit 4.4.1
4.2 Formazione e sensibilizzazione 4.4.2
4.3 Comunicazione interna ed esterna 4.4.3
4.4 Documentazione del SGA 4.4.4
4.5 Controllo della documentazione 4.4.5
4.6 Controllo operativo 4.4.6
4.7 Gestione delle emergenze ambientali 4.4.7
CONTROLLI E AZIONI CORRETTIVE 4.5
5.1 Monitoraggio e misura 4.5.1
5.2 Non conformit e azioni correttive 4.5.2
5.3 Registrazioni 4.5.3
5.4 Audit del SGA 4.5.4
6 RIESAME DELLA DIREZIONE 4.6
MANUALE DI GESTIONE Sezione 1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Requisiti Generali Pagina 1 di 3

EcoPlastica S.p.A. intende stabilire e mantenere attivo un Sistema di Gestione Ambientale


(SGA) in conformit ai requisiti definiti dalla norma UNI EN ISO 14001.

1. Normativa di riferimento

UNI EN ISO 14001 (novembre 1996): Questa norma rappresenta il recepimento in lingua
italiana della norma internazionale ISO 14001 emanata dal International Standard
Organisation e approvata dal Comitato Europeo di Normazione (CEN).

Il SGA dell'azienda stato implementato con l'intento di soddisfare TUTTI i requisiti definiti
nel punto 4 di questa norma. Sono state inoltre prese in considerazione le specifiche
descritte nella "GUIDA ALL'USO DELLA NORMA" dell'appendice A.

Durante le varie fasi di implementazione del SGA sono state inoltre utilizzate le seguenti
linee guida:

UNI ISO 14004 (marzo 1997);


UNI EN ISO 14010 (novembre 1996);
UNI EN ISO 14011 (novembre 1996);
UNI EN ISO 14012 (novembre 1996);

2. Lingua di riferimento

Il presente Manuale e tutta la documentazione relativa al SGA di EcoPlastica (procedure,


istruzioni ambientali, moduli ecc.) sono stati redatti in lingua italiana.

3. Campo di attivit

La societ EcoPlastica S.p.A. ha come attivit la produzione e commercializzazione di


sistemi di marcatura ed identificazione di fili e di cavi elettrici ed altri manufatti per
lindustria elettrotecnica.

Al punto 5 della presente sezione riportato lo schema del processo di lavorazione


adottato dalla Societ.

In particolare nellapplicazione del proprio sistema di gestione ambientale, lazienda si


impegna a gestire tutti gli aspetti ambientali, derivanti dalle proprie attivit, prodotti e
MANUALE DI GESTIONE Sezione 1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Requisiti Generali Pagina 2 di 3

servizi che pu controllare o influenzare, comprendendo quindi anche aspetti legati alle
attivit svolte da terzi per conto dellazienda stessa.

4. Azioni e metodi

Il SGA adottato dalla EcoPlastica S.p.A. esteso allo stabilimento produttivo di Via
Ambiente, 1 Ecolandia. Esso stabilito e mantenuto attivo in conformit alla norma di
riferimento.

La Societ possiede un sistema Qualit certificato secondo gli standard ISO 9002
strutturato in maniera tale da coprire anche la gestione di molte delle problematiche
ambientali (es. gestione della manutenzione, gestione della documentazione esterna,
ecc.).

Il SGA stato progetto in modo da assicurare il maggior livello di integrazione tra i diversi
sistemi; tuttavia il presente sistema NON costituisce un sistema integrato Qualit e
Ambiente.

I responsabili della definizione delle singole procedure e istruzioni relative al SGA hanno il
compito di valutare le possibilit di integrazione di ciascun documento.

Al fine di agevolare la lettura del presente Manuale nella tabella seguente riportata la
legenda delle sigle utilizzate.

Sigla Descrizione

DIST Direzione di Stabilimento (nella persona del Responsabile)

RSGA Responsabile del Sistema di Gestione Ambientale

RLGA Responsabile Locale di Gestione Ambientale

Tabella 1 : Legenda sigle


MANUALE DI GESTIONE Sezione 1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Requisiti Generali Pagina 3 di 3

5. Diagramma di flusso produttivo


Polimeri e
sostanze Ricezione
accessorie materia prima
Imballaggi
e stoccaggio
a magazzino
Semilavorati
estrusi o stampati
E S ASL
Plastificazione Prelievo a magazzino
Plastificazione
semilavorati estrusi
e sostanze accessorie
H20 impianto refrigerazione

Estrusione, Assemblaggio
raffreddamento e Stampaggio semilavorati Etichettatura
calibrazione estrusi

H20 pozzo 14

Taglio, traino e Confezionamento Rifiuti, scarti di


Astucci di carta
confezionamento Confezionamento prodotto finito produzione
e etichette

Recupero e Recupero o
Prodotti finiti e/o Prodotti finiti e/o rimacinazione smaltimento in
semilavorati semilavorati (granuli) discarica

Stoccaggio a
magazzino

LEGENDA
Imballaggio e E linea estrusione
Cellophane, spedizione secondo
S linea stampaggio
legno, carta ordine del cliente
(a catalogo) ASL Assiemaggio semilavorati
MANUALE DI GESTIONE Sezione 2.1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Gestione della Politica Ambientale Pagina 1 di 1

1. Scopo

Descrivere i principi di azione dell'azienda nel campo della gestione ambientale.

2. Responsabilit

La DIST ha la responsabilit di definire, rendere operante e diffondere la Politica


Ambientale secondo quanto indicato nella norma di riferimento.

3. Azioni e metodi

La Politica Ambientale definita dalla DIST la quale assicura che essa sia adeguata alla
natura e della dimensione dell'azienda e tenga conto dei risultati dell'Analisi Ambientale e
della valutazione degli aspetti ambientali significativi.
Eventuali modifiche alla Politica Ambientale vengono decise dalla DIST, generalmente in
occasione del Riesame della Direzione.
La Politica Ambientale diffusa a tutto il personale e resa disponibile al pubblico.
MANUALE DI GESTIONE Sezione: 2.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Politica Ambientale Pagina 1 di 2

POLITICA AMBIENTALE
La EcoPlastica S.p.A. opera da oltre trentanni nel settore della trasformazione di materiali
plastici.
Il mantenimento di ottimi rapporti, improntati sulla reciproca fiducia, con le autorit
pubbliche e le comunit locali e la salvaguardia delle risorse naturali sono per lAzienda di
primaria importanza e la politica per la protezione dellambiente rappresenta limpegno
dello stabilimento ad orientare le proprie attivit verso il miglioramento continuo delle
proprie prestazioni ambientali. Tale impegno non si limita al rispetto delle leggi e delle
normative vigenti: infatti attraverso ladozione di un Sistema di Gestione Ambientale lo
stabilimento si pone degli obiettivi che vanno oltre i requisiti minimi degli obblighi di legge.
In particolare EcoPlastica S.p.A. si impegna per lo stabilimento di Ecolandia ad
osservare la seguente Politica.

Il Presidente e le maestranze dello stabilimento di Ecolandia, in linea con la Mission


Ambientale di EcoPlastica S.p.A. e nel rispetto dellambiente, della salute e della sicurezza
dei propri lavoratori, si impegnano a:
introdurre e mantenere attivo un sistema di gestione mirato al miglioramento continuo
delle proprie prestazioni ambientali;
rispettare con tempestivit tutte le leggi e in particolare modo i regolamenti vigenti in
campo ambientale;
prevenire linquinamento e tutelare le risorse naturali.

A tale scopo, dopo aver condotto unAnalisi Ambientale Iniziale delle attivit produttive
svolte, ed individuato le aree prioritarie di intervento, si pone i seguenti obiettivi:
prevenire linquinamento atmosferico da sostanze dannose, ottimizzando la gestione
tecnico-organizzativa dei propri impianti;
contenere i pericoli di contaminazione da eventi incidentali;
ridurre la produzione dei rifiuti, compresi quelli di imballaggio, ottimizzando i processi
produttivi, lorganizzazione e le strutture;
ricercare il recupero dei rifiuti per ottenere materia, il recupero dei rifiuti per ottenere
energia e prevedere solo come estrema ratio lo smaltimento in discarica;
MANUALE DI GESTIONE Sezione: 2.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Politica Ambientale Pagina 2 di 2

procedere alla corretta gestione di rifiuti e scarti mediante il pronto recepimento delle
direttive aziendali e della normativa vigente;
perseguire, attraverso il monitoraggio ed il miglioramento tecnologico, lutilizzo ottimale
delle risorse energetiche;
migliorare le condizioni di lavoro relativamente agli aspetti di sicurezza e salute e alla
prevenzione delle situazioni incidentali e di emergenza che possono avere effetti
negativi sullambiente esterno e/o sulle condizioni di sicurezza, salubrit e salute degli
ambienti di lavoro;
responsabilizzare, sensibilizzare e qualificare il proprio personale, coinvolgendolo
nellattuazione del sistema e motivandolo nel perseguimento degli obiettivi ambientali
fissati;
rendere partecipi i propri fornitori di beni e servizi nellobiettivo comune del
miglioramento ambientale;
creare un tipo di comunicazione aperta, favorendo il dialogo con le parti interessate, i
propri dipendenti e la collettivit, per meglio comprendere gli effetti sullambiente delle
proprie attivit produttive.

Ecolandia (EC) Presidente

../../ .
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Aspetti Ambientali Pagina 1 di 3

1. Scopo

Illustrare le modalit di individuazione degli aspetti ambientali di attivit, prodotti e servizi


posti sotto il controllo dell'azienda che possono avere impatti significativi sull'ambiente.

2. Responsabilit

RLGA ha la responsabilit di identificare e valutare gli aspetti ambientali dellazienda.

3. Campo di applicazione

Aspetti ambientali collegati ad attivit, prodotti e servizi, che l'azienda pu controllare o su


cui ci si pu attendere che abbia influenza.

4. Azioni e metodi

Lidentificazione e la valutazione degli aspetti ambientali avviene secondo le modalit


descritte in dettaglio nella procedura PA3.1 "Aspetti ambientali".
In occasione della prima valutazione degli aspetti ambientali e nei casi in cui si verifichino
importanti modificazioni interne o esterne all'azienda, il RLGA provvede a reperire tutti i
dati necessari alla valutazione eseguendo un'analisi ambientale del sito.
In particolare l'analisi ambientale prevede:
la raccolta e lelaborazione dei dati relativi alle prestazioni ambientali dellazienda;
l'individuazione di tutte le prescrizioni di legge e di regolamento che possono
interessare l'azienda;
l'esame delle procedure e delle prassi consolidate in campo ambientale esistenti
all'interno dell'azienda;
lanalisi delle possibili interazioni tra le attivit, i prodotti ed i servizi dellazienda e
lambiente;
l'analisi degli incidenti accaduti che hanno avuto conseguenze di tipo ambientale;
identificazione e valutazione degli aspetti ambientali significativi.
Il RLGA assicura la rintracciabilit dei dati relativi all'analisi ambientale.
La procedura per lidentificazione e valutazione degli aspetti ambientali prevede tre fasi
distinte:
1. definizione delle attivit che l'azienda pu tenere sotto controllo o su cui ha influenza;
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Aspetti Ambientali Pagina 2 di 3

2. identificazione degli aspetti ambientali collegati a ciascuna attivit;


3. valutazione degli aspetti individuati al fine di determinare la significativit degli impatti
ambientali ad essi collegati.
In particolare in fase di identificazione degli aspetti ambientali si definiscono le condizioni
(normali/anomale o di emergenza) e le tempistiche (passato, presente o futuro) in cui si
verifica ciascun impatto.
La valutazione degli aspetti ambientali avviene attraverso i seguenti criteri:
Criteri di Prestazione Gestionale:
Livello di conformit alle prescrizioni legali e di altro tipo;
Preparazione del personale addetto alla gestione dellaspetto considerato;
Procedure/prassi che regolano le operazioni e le attivit relative allaspetto;
Margine di miglioramento gestionale;
Monitoraggio/manutenzione.
Criteri di Impatto Ambientale:
Magnitudo dellimpatto ambientale associato allaspetto;
Frequenza/Probabilit di accadimento dell'impatto;
Vulnerabilit dei corpi recettori;
Parti interessate allimpatto generato;
Margine di miglioramento tecnologico.
La significativit di ciascun aspetto ambientale viene calcolata attraverso unapposita
formula che tiene conto dellimportanza dei vari parametri.
Sulla base dei valori di significativit vengono quindi individuati gli aspetti ambientali
significativi (Registro degli Aspetti Ambientali Significativi) i quali permettono di definire le
aree di maggiore interesse per lo sviluppo del sistema di gestione ambientale.
Il Registro degli Aspetti Ambientali Significativi viene aggiornato:
ogniqualvolta avvenga una variazione significativa nelle attivit, prodotti o servizi
dellazienda;
ogniqualvolta vi sia una variazione significativa nel contesto in cui l'organizzazione
opera;
con cadenza regolare (una volta all'anno).
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Aspetti Ambientali Pagina 3 di 3

N.B.: La conformit alle prescrizioni legali e di altro tipo applicabili requisito irrinunciabile
per qualsiasi aspetto ambientale. Pertanto un aspetto che non soddisfi tale requisito
richiede un intervento immediato da parte dellAzienda indipendentemente dal livello di
significativit ottenuto.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Prescrizioni legali e di altro tipo Pagina 1 di 2

1. Scopo

Illustrare le modalit adottate da EcoPlastica per identificare, raccogliere e mantenere


aggiornate le prescrizioni legali e di altro tipo, di carattere ambientale, che interessano le
proprie attivit, prodotti o servizi.

2. Responsabilit

L'identificazione, l'acquisizione e la trasmissione delle prescrizioni legali e di altro tipo


responsabilit del RSGA.
Il RLGA raccoglie e archivia la documentazione relativa alle prescrizioni legali e di altro
tipo.
La DIST responsabile di assicurare la conformit alle prescrizioni di legge e di altro tipo.

3. Campo di applicazione

Normativa europea, nazionale e locale, nonch qualsiasi altro tipo di impegno anche a
carattere volontario, in materia ambientale, che interessa attivit, prodotti o servizi
dellazienda.

4. Azioni e metodi

Al fine di mantenere aggiornato lelenco della normativa di carattere ambientale applicabile


alle attivit, ai prodotti e ai servizi dellazienda, il RSGA ha accesso ad apposite fonti
dinformazione che coprono la normativa europea, nazionale e locale.
In particolare il RSGA consulta periodicamente tali fonti al fine di verificare lentrata in
vigore di nuove prescrizioni legali applicabili alle attivit, ai prodotti e ai servizi
dellAzienda.
Le altre tipologie di impegni in materia ambientale (codici di buona pratica industriale,
accordi con enti pubblici, specifiche dei clienti, ecc.) vengono comunicate direttamente al
RSGA dai responsabili delle Funzioni che hanno sottoscritto limpegno stesso.
Successivamente allindividuazione di ciascuna nuova prescrizione, legale o di altro tipo, il
RSGA, con la collaborazione del RLGA, assicura che siano coinvolte tutte le risorse
necessarie per portare a termine il processo di verifica di conformit e per definire le
possibili azioni di adeguamento.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Prescrizioni legali e di altro tipo Pagina 2 di 2

La DIST responsabile dellapprovazione e dellimplementazione delle azioni di


adeguamento alle nuove prescrizioni.
Il RLGA mantiene aggiornato un elenco di tutte le prescrizioni applicabili e archivia la
relativa documentazione.
Le azioni ed i metodi specifici per la gestione delle prescrizioni legali e di altro tipo sono
descritti nella procedura PA3.2 "Prescrizioni legali e di altro tipo".
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.3

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Obiettivi e traguardi ambientali Pagina 1 di 3

1. Scopo

Illustrare le modalit adottate dall'azienda per la definizione degli obiettivi e dei traguardi di
miglioramento finalizzati alla realizzazione dei principi descritti nella Politica Ambientale.

2. Responsabilit

DIST ha la responsabilit di sottoscrivere e riesaminare periodicamente gli obiettivi


ambientali.
Il RSGA, in collaborazione con il RLGA, individua i possibili obiettivi e traguardi ambientali
e li sottopone allapprovazione della DIST.

3. Campo di applicazione

Obiettivi e traguardi ambientali finalizzati al miglioramento delle prestazioni ambientali


dell'azienda e alla realizzazione dei principi descritti nella Politica Ambientale.

4. Azioni e metodi

Il RSGA individua i possibili obiettivi e traguardi ambientali considerando i seguenti


elementi:
Principi espressi nella Politica Ambientale: il RSGA assicura che gli obiettivi ambientali
siano coerenti con i principi espressi in Politica Ambientale compreso limpegno alla
prevenzione dellinquinamento.
Aspetti ambientali significativi: il RSGA prende in considerazione tutti gli aspetti
ambientali significativi delle attivit, prodotti e servizi dellazienda valutando, per
ciascuno di essi, le possibilit di miglioramento della prestazione ambientale attraverso
la definizione di appositi obiettivi.
Prescrizioni legali e di altro tipo che interessano attivit, prodotti e servizi dell'azienda:
gli obiettivi ambientali sono finalizzati, ove possibile, a precorrere lentrata in vigore
della normativa ambientale e delle prescrizioni di altro tipo. Il RSGA, sulla base delle
informazioni a disposizione sullevoluzione del panorama normativo, assicura che gli
obiettivi ambientali siano in linea con un atteggiamento proattivo nei confronti delle
prescrizioni legali e di altro tipo in materia ambientale.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.3

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Obiettivi e traguardi ambientali Pagina 2 di 3

Opzioni tecnologiche: ove praticabile il RSGA prende in considerazione ladozione


delle migliori soluzioni tecnologiche atte ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi
stabiliti. In fase di definizione dei possibili obiettivi di miglioramento il RSGA raccoglie
tutte le informazioni in grado di consentire una corretta valutazione delle diverse
opzioni (preventivi di spesa, caratteristiche operative, nuovi aspetti ambientali
associati, ecc.).
Risultanze di audit: gli obiettivi ambientali vengono stabiliti anche considerando i
risultati dellattivit di verifica ispettiva sul SGA.
Esigenze finanziarie, operative e commerciali: al fine di assicurare la definizione di
obiettivi ambientali adeguati alla realt aziendale il RSGA confronta i possibili obiettivi
con le esigenze di carattere finanziario, operativo e commerciale dellazienda e
raccoglie tutte le informazioni atte a consentire una corretta valutazione da parte della
DIST.
Punto di vista delle parti interessate: il RSGA prende in considerazione le eventuali
osservazioni, suggerimenti e richieste effettuate dalle parti interessate interne ed
esterne inerenti possibili obiettivi ambientali.
Per la raccolta di tutti i dati e le informazioni necessari alla valutazione dei possibili obiettivi
di miglioramento il RSGA si avvale della collaborazione del RLGA e del Comitato
Ambiente.
Gli obiettivi ambientali, ed i relativi traguardi intermedi, sono quantificati, ove possibile,
attraverso indicatori di prestazione ambientale definiti secondo le modalit descritte nella
Sezione 5.1 del presente Manuale e nella procedura PA5.1 Sorveglianza e misurazioni.
Il RSGA sottopone i possibili obiettivi ambientali all'approvazione della DIST, la quale, oltre
ad apportare le opportune modifiche, pu anche formulare nuove proposte.
Il RLGA documenta gli obiettivi e i traguardi ambientali approvati e li comunica a tutto il
personale interessato.
Il RLGA verifica il grado di raggiungimento dei traguardi ambientali intermedi secondo le
tempistiche stabilite, mentre il riesame degli obiettivi ambientali e la definizione dei nuovi
obiettivi, avviene con frequenza annuale in occasione del Riesame della Direzione.
La DIST pu modificare obiettivi e traguardi ambientali in qualsiasi momento qualora ve ne
sia la necessit.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.3

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Obiettivi e traguardi ambientali Pagina 3 di 3

Le indicazioni specifiche per la definizione e l'analisi degli obiettivi e dei traguardi


ambientali sono contenute nella procedura PA3.3-3.4 "Obiettivi, traguardi e programmi
ambientali".
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.4

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Programmi di gestione ambientale Pagina 1 di 2

1. Scopo

Illustrare le modalit adottate da EcoPlastica per la definizione dei programmi di gestione


ambientale finalizzati al conseguimento degli obiettivi e dei traguardi stabiliti.

2. Responsabilit

Il RSGA responsabile della definizione dei programmi di gestione ambientale.


La DIST approva i programmi definiti dal RSGA.

3. Campo di applicazione

Pianificazione degli interventi necessari al conseguimento degli obiettivi e dei traguardi


ambientali stabiliti.

4. Azioni e metodi

Per ciascun obiettivo ambientale approvato, il RSGA, con la collaborazione del RLGA,
definisce uno o pi programmi ambientali finalizzati al conseguimento dell'obiettivo stesso
e dei suoi traguardi intermedi.
Ciascun programma ambientale viene documentato e descrive:
Responsabilit per lo svolgimento delle diverse attivit;
Tempistiche;
Risorse assegnate.
I programmi di gestione ambientale sono approvati dalla DIST e vengono distribuiti a tutti
le Funzioni interessate.
Per ciascun programma viene individuato un responsabile che verifica lo stato di
avanzamento del programma stesso in relazione alle tempistiche in esso contenute.
Le eventuali azioni correttive ai programmi vengono concordate tra responsabile del
programma, RSGA e DIST.
Salvo eccezioni dettate da esigenze particolari, il riesame dei programmi di gestione
ambientale avviene annualmente in occasione del Riesame della Direzione.
In occasione di nuovi progetti di sviluppo e/o modifica di attivit, prodotti o servizi, il RSGA
valuta la necessit di riesaminare i programmi di gestione ambientale.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 3.4

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Programmi di gestione ambientale Pagina 2 di 2

Le indicazioni specifiche per la definizione e l'analisi dei programmi di gestione ambientale


sono contenute nella procedura PA3.3-3.4 "Obiettivi, traguardi e programmi ambientali".
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.1

EcoPlastica S.p.A.. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Struttura e responsabilit Pagina 1 di 4

1. Scopo

Illustrare la struttura organizzativa interna di EcoPlastica in relazione alle necessit del


SGA e le responsabilit per un'efficace esercizio della gestione ambientale.

2. Responsabilit

La DIST ha la responsabilit di definire ruoli, responsabilit ed autorit e di fornire le


risorse necessarie all'implementazione e al mantenimento del SGA.
In particolare la DIST nomina un proprio rappresentante (RLGA).

3. Campo di applicazione

L'intera struttura organizzativa aziendale.

4. Azioni e metodi

La DIST definisce i ruoli, le responsabilit e le autorit in relazione alle esigenze del SGA
aziendale tenendo conto delle caratteristiche e delle capacit personali di ognuno.
In particolare lattribuzione dei singoli incarichi viene documentata e comunicata attraverso
la distribuzione del presente Manuale e delle procedure del sistema al personale coinvolto.
Il Presidente di EcoPlastica nomina un Responsabile di Gestione Ambientale (RSGA), il
quale ha ruolo, responsabilit e autorit per:
assicurare la conformit del SGA ai requisiti della norma UNI EN ISO 14001.
La DIST nomina inoltre un proprio rappresentante (RLGA) il quale ha ruolo, responsabilit
ed autorit per:
assicurare la corretta applicazione del SGA in conformit alle disposizioni del RSGA;
riferire alla DIST sulle prestazioni del SGA al fine del riesame e del miglioramento.
Tale nomina viene formalizzata in un'apposita lettera d'incarico.
Al fine di assicurare il corretto svolgimento delle proprie responsabilit il RSGA si avvale
della collaborazione del RLGA e del Comitato Ambiente.
La struttura organizzativa aziendale composta dalle seguenti funzioni:
Direzione di Stabilimento (DIST):
responsabile dellattuazione della Politica Ambientale e del Riesame del sistema al fine
del miglioramento. In particolare responsabile di assicurare la conformit alle prescrizioni
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.1

EcoPlastica S.p.A.. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Struttura e responsabilit Pagina 2 di 4

legali e di altro. inoltre responsabile della valutazione di quanto proposto dal RSGA, dal
RLGA e dal Comitato Ambiente per quanto riguarda in particolare la compatibilit
economica di tutti gli interventi proposti.
Funzione Ambiente:
costituita dal RSGA, dal RLGA e dal Comitato Ambiente. Oltre alle responsabilit
specifiche attribuite al RSGA ha un ruolo di supporto decisionale alla DIST per la gestione
di tutte le problematiche di carattere ambientale. In particolare il Comitato Ambiente ha la
responsabilit di assicurare un adeguato supporto operativo alle attivit svolte dalla DIST,
dal RSGA e dal RLGA quali la definizione dei possibili obiettivi di miglioramento,
lidentificazione delle esigenze formative del personale, lanalisi del livello di conformit
alle nuovi prescrizioni legali e di altro tipo e lidentificazione delle possibili emergenze di
carattere ambientale.
Funzione Manutenzione:
per quanto attiene alla gestione ambientale responsabile di assicurare il mantenimento
nelle migliori condizioni operative degli impianti a potenziale impatto ambientale .
Funzione Produzione:
responsabile di assicurare la conduzione degli impianti a potenziale impatto ambientale
e di gestire le attivit di raccolta dei rifiuti prodotti.
Funzione Qualit:
in relazione al Sistema di Gestione Ambientale responsabile di effettuare gli audit che
interessano la Funzione Qualit.
Funzione Logistica:
in relazione al Sistema di Gestione Ambientale responsabile della gestione documentale
dei rifiuti, in particolare del mantenimento delle registrazioni previste dalla legge.
Funzione Industrializzazione:
per quanto riguarda il Sistema di Gestione Ambientale responsabile di individuare nuove
metodologie di assemblaggio relative a nuovi prodotti o a prodotti esistenti, e definire i
requisiti di progetto dei macchinari atti a realizzarli
Funzione Personale:
per quanto concerne la gestione ambientale responsabile delle attivit legata allo
svolgimento e alla registrazione delle attivit formative di tutto il personale.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.1

EcoPlastica S.p.A.. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Struttura e responsabilit Pagina 3 di 4

Allegato I

Organigramma Aziendale

EcoPlastica S.p.A.
ITT Industries Italia S.r.l.
Presidente
Amministratore
R. Trossidelegato

ITT EcoPlastica
Industries Italia
S.p.A.
S.r.l. ITT EcoPlastica
Industries Italia
S.p.A.
S.r.l.
Direttore del Personale, Ambiente e Sicurezza Direttore Amministrativo
Responsabile Commerciale
F. Dutto Responsabile Amministrativo
E. Biscardi

ITT Automotive
EcoPlastica Italy
S.p.A.
S.r.l.
Direttore di Stabilimento
Responsabile di Stabilimento
E. Mazzola

Responsabile
Responsabile Manutenzione
Produzione Responsabile Qualit
Responsabile Industrializzazione
P. Torelli P. Reale

Responsabile Logistica
Responsabile Logistica ResponsabileManutenzione
Responsabile Produzione
M. Iamartino P. DOrtona

Responsabile Responsabile Personale e Sistema di


Responsabile Industrializzazione Responsabile
Sistema di Gestione Ambientale Gestione Qualit e Sicurezza
Ambientale
S. Costanzo
M. Ranni
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.1

EcoPlastica S.p.A.. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Struttura e responsabilit Pagina 4 di 4

Allegato II

Funzione Ambiente

Responsabile Sistema Gestione Ambientale


Responsabile Sistema Gestione Ambientale
F. Dutto

Responsabile Locale di Gestione


Responsabile Locale Gestione Ambientale
Ambientale
M. Ranni

Comitato Ambiente

Responsabile Manutenzione Responsabile Qualit


Responsabile Manutenzione Responsabile Qualit e Sicurezza
P. Torelli P. Reale

Responsabile Logistica Responsabile Produzione


Responsabile Logistica Responsabile Produzione
M. Iamartino P. DOrtona

Responsabile Industrializzazione Responsabile Personale


S. Costanzo M. Ranni
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Formazione e sensibilizzazione Pagina 1 di 2

1. Scopo

Descrivere le azioni ed i metodi adottati da EcoPlastica, nell'ambito del SGA, al fine di


individuare e rispondere alle necessit di formazione e assicurare che il personale sia
adeguatamente sensibilizzato.

2. Responsabilit

La DIST individua le esigenze formative e di sensibilizzazione del personale e approva i


piani di formazione.
Il RSGA verifica i piani di formazione.
Il RLGA elabora i piani di formazione e definisce e coordina le attivit di formazione e
sensibilizzazione del personale.
Il Comitato Ambiente collabora all'individuazione delle esigenze formative e di
sensibilizzazione del personale.

3. Campo di applicazione

L'intera attivit di formazione e sensibilizzazione del personale in relazione alle necessit


di gestione ambientale dell'azienda.

4. Azioni e metodi

L'attivit di formazione/sensibilizzazione del personale consiste in:


una fase di identificazione delle esigenze in tale campo;
la pianificazione degli interventi necessari;
lo svolgimento delle attivit formative e di sensibilizzazione.
La DIST, sentito il Comitato Ambiente, individua le esigenze formative e di
sensibilizzazione del personale in relazione alla Politica Ambientale dell'azienda e alle
procedure ambientali
La DIST, con la collaborazione del RSGA, identifica inoltre il personale il cui lavoro pu
provocare impatti ambientali significativi al fine di assicurare che esso possieda le
competenze necessarie allo svolgimento della propria mansione.
Sulla base delle informazioni raccolte la DIST si consulta con il RSGA al fine di assicurare
che il personale risulti adeguatamente sensibilizzato su:
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Formazione e sensibilizzazione Pagina 2 di 2

importanza della conformit alla Politica Ambientale, in relazione alle procedure e ai


requisiti del SGA;
impatti ambientali significativi collegati alle attivit, prodotti e servizi aziendali e i
benefici derivanti da una corretta gestione ambientale e dalla prestazione individuale;
ruoli e responsabilit nellambito del SGA comprese la preparazione alle emergenze;
potenziali conseguenze di scostamenti rispetto alle procedure specificate.
La DIST incarica poi il RLGA dellelaborazione del piano di formazione annuale. L'attivit
di pianificazione viene effettuata con frequenza annuale, ma la DIST ha la facolt di
inserire o eliminare interventi formativi in corso dopera per rispondere a particolari
esigenze.
Il RLGA coordina le attivit di formazione e sensibilizzazione e riporta i risultati di tali
attivit sullapposita scheda di consuntivazione e sulle schede del personale.
In particolare per il personale che ha compiti che possono provocare impatti ambientali
significativi, il RLGA registra sulla scheda personale anche le attivit di addestramento sul
campo.

Nella procedura PA4.2 "Formazione, sensibilizzazione e qualifica" sono riportate le


metodologie specifiche in relazione agli argomenti trattati nella presente sezione.
Il personale di nuova assunzione viene sottoposto a unattivit formativa iniziale finalizzata
a fornire le competenze di base sulla struttura organizzativa aziendale per quanto riguarda
le problematiche relative alla Qualit, alla Sicurezza e allAmbiente. Tale attivit viene
svolta secondo quanto previsto nella procedura del sistema Qualit QS15.01
Addestramento del personale.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.3

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Comunicazione interna ed esterna Pagina 1 di 2

1. Scopo

Illustrare le azioni ed i metodi adottati da EcoPlastica per gestire le comunicazioni, interne


ed esterne, relative al sistema di gestione ambientale.

2. Responsabilit

Il RLGA assicura il flusso di informazioni tra funzioni e livelli interessati.


La DIST e Il RSGA sono responsabili di emettere le comunicazioni interne rivolte a tutto il
personale.
La DIST e il RSGA verificano ed approvano le comunicazioni verso lesterno di carattere
ambientale.

3. Campo di applicazione

Tutte le comunicazioni relative al SGA.

4. Azioni e metodi

Il RLGA responsabile di comunicare a tutti i livelli e funzioni interessate, sia interni che
esterni all'azienda, gli elementi ed i dati di loro interesse relativi alla gestione ambientale.
Le comunicazioni tra i diversi livelli e funzioni aziendali possono avvenire:
per via verbale;
attraverso appositi moduli di comunicazione.
In particolare le comunicazioni vengono riportate per iscritto ogniqualvolta vi sia necessit
di mantenere traccia del flusso di informazioni (rilievi, osservazioni, proposte, ecc.).
Le comunicazioni scritte vengono sempre trasmesse al RLGA il quale valuta l'oggetto della
comunicazione e adotta, se del caso, i provvedimenti necessari.
Le comunicazioni indirizzate a tutto il personale dellazienda, sono trasmesse attraverso
lapposita Bacheca Aziendale.
I suggerimenti del personale sono raccolti dalle RSU che le riportano alla DIST durante
apposite riunioni.
Qualsiasi funzione che riceva richieste da parti interessate esterne, ne da immediata
comunicazione al RLGA il quale, in collaborazione con il Comitato Ambiente, predispone
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.3

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Comunicazione interna ed esterna Pagina 2 di 2

una risposta scritta. Tale risposta, prima di essere trasmessa alla parte interessate esterna
che ha emesso la richiesta, viene sottoposta allapprovazione del RSGA.
Il RLGA formalizza il processo di acquisizione, documentazione e risposta alle richieste
delle parti interessate esterne in un apposito modulo.
Per quanto concerne la comunicazione spontanea verso lesterno, lAzienda ha deciso di
intraprendere le seguenti iniziative:
diffusione della Politica Ambientale attraverso pubblicazione su giornale locale;
organizzazione di visite guidate per scolaresche allinterno agli impianti dellAzienda;
altro.
Le modalit di comunicazione in caso di incendio sono descritte nel piano di Prevenzione
Incendi.
La procedura PA4.3 "Gestione delle comunicazioni interne ed esterne" riporta le
metodologie specifiche relative alle suddette attivit.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.4

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Documentazione del SGA Pagina 1 di 3

1. Scopo

Illustrare la struttura della documentazione di supporto al SGA di EcoPlastica.

2. Responsabilit

Il RLGA assicura che sia predisposta la documentazione necessaria a supportare in


maniera adeguata l'implementazione del SGA.

3. Campo di applicazione

La struttura della documentazione del SGA.

4. Azioni e metodi

La documentazione del SGA suddivisa in 4 differenti livelli:


1. Manuale di Gestione Ambientale;
2. Procedure Ambientali (gestionali e operative);
3. Istruzioni Ambientali;
4. Modulistica.

1. Manuale di Gestione Ambientale:


Il Manuale di Gestione Ambientale fornisce una descrizione generale della struttura e delle
metodologie adottate da EcoPlastica per assicurare la corretta implementazione e il
mantenimento del proprio SGA, in conformit ai requisiti della norma UNI EN ISO 14001.
Il Manuale di Gestione Ambientale contiene inoltre una descrizione sintetica della struttura
e dei processi aziendali.
Il Manuale di Gestione Ambientale pu essere distribuito sia all'interno che all'esterno
dell'azienda.

2. Procedure Ambientali:
Le Procedure Ambientali contengono le metodologie specifiche atte a mettere in pratica i
principi della Politica Ambientale sottoscritta dalla Direzione.
In particolare si possono distinguere:
procedure gestionali: riferite ai punti della norma ISO 14001 escluso il punto 4.4.6;
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.4

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Documentazione del SGA Pagina 2 di 3

procedure operative riferite al punto 4.4.6 della norma ISO 14001 e relative al controllo
operativo delle attivit e delle operazioni che possono avere un impatto significativo
sullambiente. Allinterno di questa categoria rientrano anche le Procedure del Sistema
Qualit eventualmente integrate nel SGA. Per tali procedure le modalit di controllo
sono quelle descritte nel Sistema Qualit.

4. Istruzioni Ambientali:
Le Istruzioni Ambientali contengono le indicazioni specifiche e sintetiche relative allo
svolgimento di determinate operazioni che hanno o possono avere impatti sull'ambiente.
Esse sono distribuite a tutto il personale interessato e sono rese disponibili sul luogo di
svolgimento delle operazioni stesse.

5. Modulistica:
La Modulistica relativa al SGA serve per favorire uniformit e coerenza nella raccolta e
nella gestione dei dati necessari.

La documentazione del SGA gestita sia su supporto cartaceo che su supporto


elettronico ed strutturata secondo lo schema riportato di seguito.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.4

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Documentazione del SGA Pagina 3 di 3

Manuale
di Gestione
Ambientale

Procedure Gestionali

Procedure Operative

Istruzioni Ambientali

Modulistica

Schema 1 : Struttura della Documentazione del SGA.


MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.5

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Controllo della documentazione Pagina 1 di 2

1. Scopo

Illustrare le metodologie adottate dalla EcoPlastica per localizzare, distribuire, archiviare e


conservare i documenti relativi al SGA.

2. Responsabilit

Le responsabilit per lemissione delle singole tipologie di documenti relativi al SGA sono
riportate nella procedura PA4.5 "Controllo della documentazione".
Il RLGA ha la responsabilit di predisporre e mantenere aggiornati gli elenchi della
documentazione e di assicurare che i documenti approvati siano distribuiti secondo le
modalit previste.

3. Campo di applicazione

Documentazione del SGA secondo i livelli descritti nella sezione 4.4 del presente Manuale
di Gestione Ambientale.

4. Azioni e metodi

Lemissione di ciascun documento del SGA prevede responsabilit definite per le fasi di:
Redazione;
Verifica;
Approvazione.
Il documento da ritenersi valido solo dopo che siano state svolte tutte le suddette fasi e
siano state apposte le relative firme, ove previsto.
I documenti sono revisionati e aggiornati dal responsabile della redazione degli stessi,
qualora vi sia necessit di apportare modifiche alle metodologie di gestione ambientale
adottate. Il documento revisionato deve essere sottoposto a verifica e approvazione.
Al fine di garantirne un'identificazione univoca, ciascun documento del SGA riporta inoltre:
Codice;
Titolo;
Indice di revisione;
Data.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.5

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Controllo della documentazione Pagina 2 di 2

Le revisioni e gli Indici di revisione dei diversi documenti vengono gestiti secondo le
modalit descritte nella procedura PA4.5 Controllo della documentazione.
La distribuzione in modalit controllata dei documenti avviene attraverso apposite "Liste di
distribuzione" predisposte dal responsabile della redazione del documento, mentre i
documenti obsoleti sono distrutti contestualmente alla consegna delle nuove revisioni
direttamente dal RLGA.
Il RLGA mantiene un archivio dei documenti obsoleti apponendo sugli stessi la scritta
SUPERATO.
Inoltre, al fine di facilitare l'individuazione della versione aggiornata di ciascun documento,
il RLGA predispone e mantiene aggiornato un elenco delle procedure e della modulistica
indicando per ciascun documento indice e data di revisione della versione aggiornata.
Per quanto riguarda le sezioni del presente Manuale, le revisioni aggiornate sono indicate
nella Sezione 0, della copia in possesso del RLGA.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.6

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Controllo operativo Pagina 1 di 2

1. Scopo

Descrivere le modalit adottate al fine di assicurare un adeguato controllo operativo sulle


operazioni e sulle attivit associate agli aspetti ambientali significativi, in linea con la
Politica, gli obiettivi ed i traguardi ambientali definiti.

2. Responsabilit

Il RSGA, con la collaborazione del RLGA e del Comitato Ambiente, identifica le attivit e le
operazioni che devono essere sottoposte a controllo operativo.
Le responsabilit specifiche per il corretto esercizio del controllo operativo sulle diverse
operazioni e attivit sono indicate nelle Procedure Ambientali Operative di pertinenza.

3. Campo di applicazione

Operazioni e attivit poste sotto il controllo dell'Azienda o su cui lazienda pu avere


influenza, comprese eventuali attivit svolte da appaltatori o subappaltatori (vedi dettagli
attivit operative riportato nella Sezione 1 del presente Manuale).

4. Azioni e metodi

Sulla base dei dati emersi dalla valutazione degli aspetti ambientali e in linea con la
Politica, gli obiettivi ed i traguardi ambientali il RSGA, con la collaborazione del RLGA e
del Comitato Ambiente, individua le attivit, prodotti o servizi, o parte di essi, che possono
avere impatti significativi sull'ambiente al fine di assicurarne un adeguato controllo
operativo.
In particolare il RSGA, assicura che vengano predisposte le procedure e le istruzioni
ambientali operative, compresa la gestione della manutenzione e la gestione dei rifiuti, atte
a prevenire difformit rispetto ai alla Politica, agli obiettivi e ai traguardi ambientali.
Tali documenti riportano i criteri operativi e sono comunicate al personale interno
interessato nonch ai fornitori e agli appaltatori eventualmente interessati dalle stesse.
In particolare il RLGA assicura che le opportune istruzioni operative siano presenti presso i
luoghi ove si svolgono le attivit e le operazioni che, in caso di gestione non corretta,
possono generare impatti ambientali significativi.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.6

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Controllo operativo Pagina 2 di 2

Le procedure e le istruzioni operative vengono riesaminate qualora emergano elementi tali


da dimostrane l'inadeguatezza quali non conformit, incidenti, lamentele delle parti
interessate, ecc..
La redazione, la verifica e l'approvazione delle procedure operative avviene secondo
quanto specificato nella procedura PA4.5 "Controllo della documentazione".
Il RLGA mantiene un elenco aggiornato delle procedure e delle istruzioni di controllo
operativo adottate.
In relazione alle attivit, prodotti e servizi aziendali, il RSGA assicura in particolare che
siano predisposte procedure operative atte a coprire le seguenti attivit e d operazioni:
Manutenzione impianti: definizione dei criteri per lo svolgimento della manutenzione
degli impianti a potenziale impatto ambientale al fine di assicurarne il funzionamento
nelle condizioni operative ottimali;
Gestione rifiuti: definizione delle modalit di raccolta, stoccaggio e smaltimento dei
rifiuti prodotti e di identificazione delle nuove tipologie di rifiuto;
Acquisto di prodotti e servizi: definizione delle modalit di qualifica dei fornitori per
quanto concerne gli aspetti ambientali e valutazione preventiva dei possibili impatti
ambientali associati allutilizzo di nuovi prodotti e materie prime;
Movimentazione e stoccaggio materiali: modalit di messa in sicurezza dei materiali a
potenziale impatto ambientale.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.7

EcoPlastica S.p.A.. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Gestione delle emergenze ambientali Pagina 1 di 2

1. Scopo

Illustrare le modalit adottate da EcoPlastica per individuare e rispondere alle potenziali


situazioni di emergenza al fine di prevenire e attenuare gli impatti ambientali che ne
possono derivare.

2. Responsabilit

Il RSGA, il RLGA e il Comitato Ambiente individuano le potenziali situazioni di emergenza


e definiscono le relative modalit di riposta.

3. Campo di applicazione

Tutte le attivit, prodotti e servizi che, in condizioni di emergenza, possono generare


impatti ambientali.

4. Azioni e metodi

Il RSGA, il RLGA e il Comitato Ambiente individuano e valutano le possibili emergenze di


carattere ambientale e definiscono le modalit di risposta alle emergenze significative.
In particolare la valutazione delle emergenze ambientali si basa su:
registro degli aspetti ambientali significativi, in particolare per quanto riguarda gli
aspetti relativi a condizioni di emergenza;
l'analisi degli incidenti accaduti.
Le modalit di prevenzione e contenimento, degli impatti ambientali associati alle
emergenze ambientali significative sono riportate in apposite istruzioni di emergenza.
Le istruzioni di emergenza sono oggetto di formazione per il personale interessato, di
simulazione, ove possibile, e vengono riesaminate ogniqualvolta si verifichino incidenti che
comportano impatti sull'ambiente. Tale riesame ha lo scopo di valutare l'efficacia delle
metodologie adottate ed apportare le modifiche eventualmente necessarie.
Il RSGA pu anche decidere di riesaminare le istruzioni di emergenza nei casi in cui si
verifichino importanti cambiamenti sia interni che esterni allazienda.
Le modalit specifiche per l'identificazione e la risposta alle emergenze di tipo ambientale
sono indicate nella procedura PA4.7 "Preparazione alle emergenze ambientali".
MANUALE DI GESTIONE Sezione 4.7

EcoPlastica S.p.A.. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Gestione delle emergenze ambientali Pagina 2 di 2

In particolare la principale tipologia di emergenza di carattere ambientale che interessa le


attivit, i prodotti e i servizi gestiti da EcoPlastica riguarda lo sversamento sul suolo di
sostanze inquinanti.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Monitoraggio e misura Pagina 1 di 2

1. Scopo

Descrivere le modalit adottate, nell'ambito del SGA, per sorvegliare e misurare gli
elementi delle operazioni e delle attivit che possono avere un impatto significativo
sull'ambiente al fine di valutare la conformit alla Politica, agli obiettivi e ai traguardi
ambientali e alle prescrizioni legali e di altro tipo.

2. Responsabilit

Il RSGA assicura che siano individuati gli opportuni indicatori di prestazione ambientale e
gli indicatori di conformit legale.
Il RLGA assicura che gli indicatori individuati siano misurati e controllati secondo le
modalit e le tempistiche previste.

3. Campo di applicazione

Le attivit, prodotti e servizi posti sotto il controllo dellAzienda.

4. Azioni e metodi

Il RSGA definisce gli indicatori ambientali che permettono di monitorare le prestazioni


ambientali dell'azienda.
In particolare vengono definiti indicatori:
Indicatori di prestazione gestionale (IPG): per valutare la prestazione nel gestire il
proprio SGA secondo le modalit previste;
Indicatori di prestazione operativa (IPO): per valutare limpatto ambientale delle attivit,
dei prodotti e dei servizi dellAzienda;
Indicatori di conformit legale (ICL): per valutare periodicamente la conformit alle
prescrizioni legali in materia ambientale.
Tali indicatori vengono definiti tenendo conto di:
Aspetti ambientali significativi;
Politica, obiettivi e traguardi ambientali dell'azienda;
Attivit soggette a controllo operativo;
Prescrizioni legali e di altro tipo;
Punti di vista delle parti interessate.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.1

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Monitoraggio e misura Pagina 2 di 2

Contestualmente alla definizione dei diversi indicatori vengono definiti i criteri di confronto
in base ai quali valutare i dati della misurazione, la frequenza con la quale devono essere
misurati gli indicatori stessi e le responsabilit per la misurazione.
I dati relativi alla gestione di ciascun indicatore ambientale vengono riportati in apposite
schede.
Al fine di assicurare il rispetto delle tempistiche previste per la misurazione dei singoli
indicatori, il RLGA predispone e mantiene aggiornato un piano annuale di monitoraggio
ambientale.
Le procedure operative del SGA riportano inoltre le modalit di misurazione di eventuali
parametri per la conduzione di determinati controlli operativi.
Le apparecchiature eventualmente utilizzate da EcoPlastica per la misurazione degli
indicatori ambientali e dei parametri di controllo operativo sono sottoposte a taratura e
manutenzione secondo le modalit riportate nella procedura del Sistema Qualit QS9.01.
In particolare la Funzione Qualit definisce lelenco delle apparecchiature che devono
essere sottoposte a taratura e stabilisce modalit e tempistiche per lo svolgimento di tale
attivit. Tutti gli strumenti di misura sono identificati con un numero di matricola riportato
sullo strumento stesso ed in un apposito elenco ed inoltre viene mantenuto uno
scadenziario per assicurare lo svolgimento delle attivit di taratura secondo le tempistiche
previste.
Le metodologie specifiche per la gestione delle attivit di monitoraggio e misurazione sono
riportate nella procedura PA5.1 "Sorveglianza e misurazioni".
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Non conformit e azioni correttive Pagina 1 di 2

1. Scopo

Descrivere le metodologie atte a rilevare le non conformit di tipo ambientale e a definire e


mettere in atto le azioni correttive e preventive necessarie.

2. Responsabilit

I responsabili delle funzioni interessate e tutto il personale hanno la responsabilit di


segnalare al RLGA qualsiasi non conformit di carattere ambientale rilevata.
Il RLGA, con la collaborazione del Comitato Ambiente, definisce le azioni correttive e
preventive e ne verifica lefficacia.
Il RSGA effettua lanalisi delle cause e definisce le azioni correttive e preventive per le non
conformit di tipo legale.
I responsabili delle funzioni interessate attuano le azioni definite.

3. Campo di applicazione

Tutte le non conformit di tipo ambientale.

4. Azioni e metodi

La gestione delle non conformit di tipo ambientale avviene attraverso le seguenti fasi
successive:
Rilevamento della non conformit;
Trattamento della non conformit finalizzato ad attenuare limpatto ambientale
conseguente alla non conformit ed a ripristinare lo stato di conformit;
Analisi delle cause che hanno generato la non conformit;
Definizione delle azioni correttive e preventive (se necessario): atte ad eliminare le
cause della non conformit;
Verifica dellefficacia delle azioni intraprese;
Chiusura della non conformit.
Le possibili tipologie di non-conformit riscontrabili sono.
Non conformit di Sistema,
Non conformit di Processo;
Non conformit di tipo Legale (di processo o di sistema).
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.2

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Non conformit e azioni correttive Pagina 2 di 2

Il RLGA assicura che ciascuna delle fasi di gestione delle non conformit sia attuata in
secondo le modalit previste.
In particolare la definizione delle azioni correttive e preventive pu avvenire attraverso
apposite riunione del RLGA con il Comitato Ambiente.
Nel caso di non conformit di tipo legale, lanalisi delle cause e la definizione delle azioni
correttive e preventive responsabilit del RSGA.
Tutte le operazioni relative alla gestione delle non conformit sono formalizzate su appositi
moduli.
Il RLGA mantiene inoltre traccia delle modifiche apportate al SGA in conseguenza alla
gestione delle non conformit.
Le metodologie specifiche per la gestione delle non conformit sono riportate nella
procedura PA5.2 "Gestione delle non conformit".
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.3

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Registrazioni Pagina 1 di 2

1. Scopo

Descrivere le azioni ed i metodi adottati da EcoPlastica nella gestione delle registrazioni


del proprio SGA.

2. Responsabilit

Il RLGA definisce lelenco delle registrazioni necessarie all'attuazione del SGA.


I responsabili delle funzioni interessate hanno la responsabilit di gestire le registrazioni di
loro competenza.

3. Campo di applicazione

Tutte le registrazioni atte a dimostrare e formalizzare l'attuazione del SGA.

4. Azioni e metodi

Il RLGA individua lelenco delle registrazioni atte ad assicurare una corretta gestione
ambientale, assicurando che siano mantenute in modo da dimostrare la conformit del
SGA ai requisiti stabiliti.
Tali registrazioni comprendono:
Moduli, schede e registri descritti nelle varie procedure (es.: piani di addestramento,
rapporti di audit, verbali di riesame, ecc.);
Altri documenti eventualmente necessari a tenere sotto controllo l'evoluzione del SGA,
la conformit alle prescrizioni legali e di altro tipo ed il grado di raggiungimento degli
obiettivi e dei traguardi ambientali.
Per ciascuna tipologia di registrazione il RLGA individua le responsabilit e le tempistiche
per la gestione e l'archiviazione della stessa.
I criteri di gestione delle registrazioni sono i seguenti:
ogni registrazione viene redatta conformemente al relativo modello, se presente, e alle
specifiche riportate nelle varie procedure;
ciascuna registrazione deve essere firmata, datata ed univocamente identificabile;
le registrazioni devono essere archiviate e conservate in modo da essere facilmente
rintracciate ed essere protette contro deterioramenti, danneggiamenti e perdite;
le registrazioni riservate vengono archiviate separatamente dalle altre.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.3

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Registrazioni Pagina 2 di 2

Le metodologie specifiche per l'identificazione, la conservazione e la rimozione delle


registrazioni ambientali sono riportate nella procedura PA5.3 "Registrazioni del SGA".
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.4

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Audit del SGA Pagina 1 di 2

1. Scopo

Descrivere le metodologie per lo svolgimento delle verifiche ispettive del SGA e per la
comunicazione dei risultati di tale attivit.

2. Responsabilit

La responsabilit per la conduzione degli audit ambientali di parte prima e di parte


seconda del RSGA e del RLGA.
Al fine di garantire la necessaria oggettivit della verifica, gli audit di parte prima che
coinvolgono la Funzione Ambiente sono svolti dal responsabile della Funzione Qualit.

3. Campo di applicazione

Le azioni ed i metodi descritti nella presente sezione si applicano al SGA nel suo
complesso, o a parte di esso, e a singole attivit, prodotti o servizi di EcoEcoPlastica o dei
suoi fornitori.

4. Azioni e metodi

Gli audit di tipo ambientale possono essere di tre tipologie:


Audit di parte prima: interni all'azienda;
Audit di parte seconda: da pare dell'azienda nei confronti dei fornitori o altri soggetti
esterni;
Audit di parte terza: da parte di un organismo accreditato ai fini del rilascio del
certificato di conformit.
Ciascuna tipologia di audit pu inoltre essere indirizzata al SGA, o suoi elementi, (Audit di
Sistema) oppure a determinate attivit, prodotti o servizi (Audit di Processo).
Lo svolgimento degli audit, di parte prima e di parte seconda, avviene secondo i seguenti
principi generali:
Vi una pianificazione annuale delle attivit di audit al fine di ottimizzare l'impiego delle
risorse e di assicurare che tutti gli elementi del SGA e tutte le aree interessate alla
gestione ambientale siano verificate con frequenza almeno annuale. Il RSGA e il RLGA
definiscono il programma di audit assicurando che il sistema sia valutato al fine di:
stabilirne la conformit a quanto pianificato;
MANUALE DI GESTIONE Sezione 5.4

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Audit del SGA Pagina 2 di 2

determinare se correttamente applicato e mantenuto attivo.


Nella definizione del Programma di audit si assicura che le tempistiche riportate nello
stesso tengano conto dellimportanza delle attivit sottoposte a verifica e dei risultati
degli audit precedenti.
Prima di ciascun audit, il responsabile dellaudit definisce il piano di audit specificando,
in particolare, scopo e campo di applicazione.
In programmi annuali di audit e, secondo tempistiche stabilite, il piano di ciascun audit
nel quale coinvolto sono comunicati al soggetto all'audit.
Il personale incaricato dello svolgimento dell'audit (auditor) viene opportunamente
qualificato al fine di garantire le competenze e l'indipendenza necessari;
Vengono definite apposite liste di riscontro al fine di garantire la massima oggettivit e
attendibilit dei dati raccolti;
I risultati di ciascun audit vengono riportati in appositi rapporti che sono distribuiti alla
DIST ed ai responsabili delle funzioni interessate;
Le eventuali non conformit riscontrate in fase di audit sono gestite secondo le
metodologie riportate nella procedura PA5.2 Gestione delle non conformit.

Per quanto concerne invece gli audit di parte terza, il RSGA e il RLGA sono designati quali
interlocutori e referenti aziendali. Essi hanno la responsabilit, dopo avere verificato la
legittimit dell'audit, di attivare tutte le funzioni interessate affinch contribuiscano al buon
esito della verifica.
In caso di assenza il RSGA e il RLGA possono delegare una persona qualificata alla quale
forniscono tutte le istruzioni necessarie.
Le metodologie specifiche per l'esecuzione degli audit ambientali sono riportate nella
procedura PA5.4 Audit del SGA.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 6

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Riesame della Direzione Pagina 1 di 2

1. Scopo

Illustrare le azioni e i metodi per il riesame periodico del SGA, da parte della DIST, al fine
di garantirne l'efficienza e l'adeguatezza nonch il continuo miglioramento.

2. Responsabilit

La responsabilit per la conduzione del Riesame del SGA della DIST.


Il RSGA e il RLGA assicurano la disponibilit di tutti i dati necessari a valutare, in maniera
il pi possibile oggettiva, ladeguatezza e lefficacia del SGA.

3. Campo di applicazione

Tutti gli elementi del SGA.

4. Azioni e metodi

Il Riesame del SGA da parte della DIST comprende la valutazione dell'adeguatezza del
Sistema rispetto ai requisiti per esso definiti e la verifica dell'efficacia nel conseguire gli
obiettivi ed i traguardi di miglioramento sottoscritti.
Al fine di permettere alla DIST di condurre il processo di riesame, il RLGA, in
collaborazione con il RSGA e il Comitato Ambiente, predispone un rapporto
sullandamento della gestione ambientale dellAzienda.
Tale rapporto comprende (elenco non esaustivo):
Risultati degli audit del SGA;
Verifiche del grado di raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi ambientali;
Rapporti sugli eventuali mutamenti nelle condizioni, sia interne che esterne all'azienda,
in relazione al SGA;
Rapporto sulle non conformit del SGA;
Rapporto sugli eventuali reclami e manifestazioni d'interesse da parte di terzi.
In occasione del Riesame del SGA la DIST pu decidere di modificare la Politica
Ambientale dell'azienda, nonch tutti gli elementi del SGA che vengono giudicati
inadeguati.
Tale Riesame viene svolto con frequenza annuale ed documentato in appositi verbali.
MANUALE DI GESTIONE Sezione 6

EcoPlastica S.p.A. AMBIENTALE Revisione: 0


Data:
Riesame della Direzione Pagina 2 di 2

Nella procedura PA6 "Riesame della Direzione", sono riportate le metodologie specifiche
per lo svolgimento del Riesame.
PROCEDURA OPERATIVA N : PO/01 Data: 30/10/02 Sost.: Appr.:

TITOLO: GESTIONE NON CONFORMIT FORNITORE Pag. Tot.: 1

Copia a:

Se si verifica una non conformit a carico del fornitore procedere tempestivamente come
segue:

fare fax o e-mail al fornitore notificando la non conformit riscontrata.

Azioni correttive:

1. Se qt non conforme per difformit del prodotto:


restituire al fornitore in porto assegnato con causale Sostituzione. Verificare che il
fornitore chiuda la non conformit inviando pari quantit conforme sempre con
trasporto a carico fornitore.
PROCEDURA GESTIONALE OPERATIVA DISPOSIZIONI N : PO/02

TITOLO: RINTRACCIABILIT PRODOTTI Data : 30/10/02

Prep: Appr.:
CC: DG, GQ, CQ, PRO, PROA, PROB, PROC, LOG,
APPLOG, MAGCONT, MAGRIC, MAGSPE.
Scad: Pagina 1 di 1

Revisioni segnate con: prima emissione revisione di WORD indicatore ______ Sost. la rev: ________

1. SCOPO E APPLICABILIT

Definire le modalit di attribuzione del N di lotto ai prodotti EcoPlastica, al fine di


permetterne la rintracciabilit. La procedura si applica:

- Agli articoli prodotti internamente.


- Agli articoli forniti allesterno, ai quali il fornitore non abbia applicato una propria
procedura di rintracciabilit.

2. ATTRIBUZIONE N DI LOTTO PER ARTICOLI GESTITI CON POQ

N LOTTO = Y + XXXX

Y = ultima cifra dellanno.


X = progressivo numerico.

Es. 01234 significa 1234 lotto, anno 2000.


Il numero lotto riportato sul POQ stesso e deve essere stampato sulletichetta della
confezione. Sulletichetta pu anche essere stampato un ulteriore progressivo numerico.
3. ATTRIBUZIONE N LOTTO PER ARTICOLI GESTITI SENZA POQ

N LOTTO = AA + BB
AA = ultime 2 cifre anno.

BB = settimana data ordine o settimana dentrata in produzione, es. 0030 significa lotto la
cui data ordine o la cui entrata in produzione risale alla 30 settimana dellanno 2000.

Il numero di lotto deve essere riportato sulletichetta della confezione (su cui pu essere
stampato un ulteriore progressivo numerico), sul modulo RP sulla scheda di registrazione
movimenti a magazzino.
REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

DICHIARAZIONE AMBIENTALE

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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale
Nella presente sezione viene riportata la Dichiarazione Ambientale della EcoPlastica
S.p.A. prevista dal Regolamento CEE 761/2001 (EMAS) alla fine del percorso di
introduzione del Sistema di Gestione Ambientale.
Come richiesto dallarticolo 3 lettera c) e allegato III del regolamento, il modello di
Dichiarazione presentato contiene:
descrizione delle attivit svolte dallAzienda;
valutazione delle problematiche ambientali significative;
bilancio di dati quantitativi sulle emissioni di inquinanti, produzione di rifiuti, consumi di
energia ed acqua, rumore e altri aspetti ambientali significativi;
presentazione della politica ambientale, dei programmi ad essa connessi e del Sistema
di gestione ambientale dellAzienda;
scadenza per la presentazione della dichiarazione ambientale successiva;
nome dei verificatori accreditati.

Poich la dichiarazione destinata anche al pubblico in generale richiesto che sia


redatta in un linguaggio semplice e facilmente comprensibile da tutti.
Si ricorda che il Regolamento non impone lo stile nel quale redigere il documento; per tale
ragione la versione qui presentata deve essere considerata come possibile esempio e non
come modello da seguire pedissequamente.

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REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

EcoPlastica S.p.A
________________________________________

DICHIARAZIONE AMBIENTALE
___________________ 2002 ___________________
Reg. CEE 761/01

Rev. n 1 , 30 Ottobre 2002

Il Presidente:
.

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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

INDICE

1. INTRODUZIONE........................................................................................................................5

2. DESCRIZIONE AZIENDALE E ATTIVITA .........................................................................6

4. SITO PRODUTTIVO ..................................................................................................................8

5. STRUTTURA ORGANIZZATIVA E SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE .............9

6. GESTIONE SICUREZZA ED EMERGENZE.......................................................................11

7. ATTIVITA AZIENDALI E VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI ED IMPATTI


AMBIENTALI ASSOCIATI ........................................................................................................12
7.1 ATTIVIT AZIENDALI ED ASPETTI AMBIENTALI ....................................................................12
7.1.1. ESTRUSIONE ................................................................................................................12
7.1.2. STAMPAGGIO...............................................................................................................13
7.1.3. ASSIEMAGGIO .............................................................................................................13
7.2 VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI E IMPATTI AMBIENTALI .........................................................14
7.2.1 CRITERI DI INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE...............................................................14
7.3 RISORSE UTILIZZATE ............................................................................................................16
7.4 EMISSIONI PRODOTTE ...........................................................................................................18
7.4.1 SCARICHI IDRICI ...........................................................................................................18
7.4.2 EMISSIONI IN ATMOSFERA ED ODORI ............................................................................19
7.4.3 RUMORE .......................................................................................................................20
7.4.4 PRODUZIONE RIFIUTI ....................................................................................................20
7.4.5 GESTIONE RIFIUTI .........................................................................................................22
7.5 ALTRI IMPATTI................................................................................................................22
7.5.1 INQUINAMENTO DEL SUOLO .........................................................................................22
7.6 IMPATTI INDIRETTI........................................................................................................23
7.6.1 PRODOTTI .....................................................................................................................23
7.6.2 ASPETTI AMBIENTALI DEGLI APPALTATORI, SUBAPPALTATORI E FORNITORI. ...............24

8. PROGRAMMA AMBIENTALE E OBIETTIVI ...................................................................25

9. GESTIONE DELLA DICHIARAZIONE AMBIENTALE ..................................................28

10. GLOSSARIO TERMINI E ACRONIMI...............................................................................29

11. PER SAPERNE DI PI...........................................................................................................31


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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

1. INTRODUZIONE

Il presente documento rappresenta la Dichiarazione Ambientale della Societ EcoPlastica S.p.A. secondo
quanto stabilito dagli art. 2, 3 e 5 del Regolamento EMAS. Essa conterr informazioni utili per la
comprensione e la valutazione dellattivit svolta dallazienda dal punto di vista ambientale. Vi si troveranno
descritti gli intenti dellazienda formalizzati nella Politica Ambientale, la quantificazione e la valutazione
degli aspetti ambientali legati alle attivit svolte presso il sito produttivo di Ecolandia, il Sistema di Gestione
Ambientale implementato e verificato dal primo ciclo di audit, gli obiettivi da raggiungere negli anni a venire
formalizzati nel Programma Ambientale.

Lo scopo del lavoro rendere partecipe il pubblico degli sforzi compiuti dallazienda per migliorare leco-
efficienza della propria attivit: si tratta quindi di uno strumento di informazione mirato a rendere
comprensibili allopinione pubblica ed in generale alle parti interessate (autorit, cittadini, organizzazioni
ecc) i principi contenuti nella politica ambientale e nel sistema di gestione ambientale della societ. I
redattori di questo documento si sono sforzati di renderlo il quanto pi possibile accessibile a tutti al fine di
raggiungere lo scopo divulgativo proprio di una Dichiarazione Ambientale.
La creazione di un rapporto fondato su trasparenza e fiducia reciproca con le autorit e il territorio
circostante, soprattutto per quanto riguarda i temi ambientali, considerato dalla nostra azienda un elemento
fondamentale; questo documento costituisce unimportante strumento per consolidare questo rapporto.

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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

2. DESCRIZIONE AZIENDALE E ATTIVITA

La societ EcoPlastica S.p.A. ha come attivit la produzione e commercializzazione di sistemi di marcatura


ed identificazione di fili e di cavi elettrici ed altri manufatti per lindustria elettrotecnica.
Lazienda viene fondata nel 1960 a Ecolandia e la Famiglia Bianchi ne detiene lintera propriet.
Gli anni 80 coincidono con una profonda ristrutturazione dellAzienda: lo stabilimento viene ampliato con
la realizzazione di nuovi locali produttivi e vengono acquistati gli impianti necessari ad estendere lattivit
produttiva.
Gi durante la fase di installazione dei nuovi impianti vengono conseguiti livelli di qualit dei processi e dei
costi di produzione tali da consolidare ulteriormente la posizione dellazienda sul mercato e
contemporaneamente risolvere i punti critici precedentemente riscontrati, dando particolare importanza alla
qualit degli ambienti interni ed esterni ed alla qualit del lavoro.
Dal punto di vista commerciale lAzienda ha ulteriormente consolidato la sua posizione dandosi una struttura
organizzativa pi articolata; ci ha consentito di acquisire nuovi importanti clienti.
Nel gennaio 1995 lazienda ha ottenuto la certificazione del Sistema di Qualit in conformit alla Norma
UNI EN ISO 9002 ed. 1994.
Nel 2000 viene installato un magazzino automatizzato con lo scopo di migliorare i tempi di consegna ai
clienti, operativo dal 2001.
Nel settembre del 2001 viene effettuato ladeguamento della certificazione del sistema di gestione Qualit, in
conformit alla norma UNI EN ISO 9001:2000, estendendo il SQ alla progettazione dei prodotti.

Il processo di lavorazione si scinde in due attivit:


estrusione completamente automatizzata in linea, con raffreddamento, traino o taglio di profili speciali.
Successivamente detti profili vengono per una parte tagliati in spezzoni di varie lunghezze, inscatolati in
apposita inscatolatrice automatica ed immessi a magazzino pronti per la vendita; per unaltra parte
vengono stampigliati con caratteri a trasferimento a caldo con inscatolamento manuale ed infine la
rimanenza viene commercializzata appena estrusa, senza essere sottoposta ad ulteriore lavorazione;
stampaggio di materiali termoplastici in linea, con plastificazione (fusione) del polimero sotto forma di
granuli, iniezione del polimero fuso in uno stampo che si trova al di sotto della temperatura di
solidificazione del polimero, mantenimento sotto pressione e raffreddamento del manufatto fin quando la
solidificazione avanzata sufficientemente. I prodotti finiti vengono successivamente inscatolati ed
immessi a magazzino pronti per la vendita.

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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

3. POLITICA AMBIENTALE
La EcoPlastica S.p.A. opera da oltre trentanni nel settore della trasformazione di materiali plastici.
Il mantenimento di ottimi rapporti, improntati sulla reciproca fiducia, con le autorit pubbliche e le comunit
locali e la salvaguardia delle risorse naturali sono per lAzienda di primaria importanza e la politica per la
protezione dellambiente rappresenta limpegno dello stabilimento ad orientare le proprie attivit verso il
miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali. Tale impegno non si limita al rispetto delle
leggi e delle normative vigenti: infatti attraverso ladozione di un Sistema di Gestione Ambientale lo
stabilimento si pone degli obiettivi che vanno oltre i requisiti minimi degli obblighi di legge.
In particolare EcoPlastica S.p.A. si impegna per lo stabilimento di Ecolandia ad osservare la seguente
Politica.

Il Presidente e le maestranze dello stabilimento di Ecolandia, in linea con la Mission Ambientale di


EcoPlastica S.p.A. e nel rispetto dellambiente, della salute e della sicurezza dei propri lavoratori,
simpegnano a:
introdurre e mantenere attivo un sistema di gestione mirato al miglioramento continuo delle proprie
prestazioni ambientali;
rispettare con tempestivit tutte le leggi e in particolare modo i regolamenti vigenti in campo
ambientale;
prevenire linquinamento e tutelare le risorse naturali.
A tale scopo, dopo aver condotto unAnalisi Ambientale Iniziale delle attivit produttive svolte, ed
individuato le aree prioritarie di intervento, si pone i seguenti obiettivi:
prevenire linquinamento atmosferico da sostanze dannose, ottimizzando la gestione tecnico-
organizzativa dei propri impianti;
contenere i pericoli di contaminazione da eventi incidentali;
ridurre la produzione dei rifiuti, compresi quelli di imballaggio, ottimizzando i processi produttivi,
lorganizzazione e le strutture;
ricercare il recupero dei rifiuti per ottenere materia, il recupero dei rifiuti per ottenere energia e
prevedere solo come estrema ratio lo smaltimento in discarica;
procedere alla corretta gestione di rifiuti e scarti mediante il pronto recepimento delle direttive
aziendali e della normativa vigente;
perseguire, attraverso il monitoraggio ed il miglioramento tecnologico, lutilizzo ottimale delle risorse
energetiche;
migliorare le condizioni di lavoro relativamente agli aspetti di sicurezza e salute e alla prevenzione delle
situazioni incidentali e di emergenza che possono avere effetti negativi sullambiente esterno e/o sulle
condizioni di sicurezza, salubrit e salute degli ambienti di lavoro;
responsabilizzare, sensibilizzare e qualificare il proprio personale, coinvolgendolo nellattuazione del
sistema e motivandolo nel perseguimento degli obiettivi ambientali fissati;
rendere partecipi i propri fornitori di beni e servizi nellobiettivo comune del miglioramento ambientale;
creare un tipo di comunicazione aperta, favorendo il dialogo con le parti interessate, i propri dipendenti
e la collettivit, per meglio comprendere gli effetti sullambiente delle proprie attivit produttive.

Ottobre 2002
Presidente

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REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

4. SITO PRODUTTIVO

Il sito produttivo della ditta EcoPlastica S.p.A. ubicato nel Comune di Ecolandia (EC) in Strada Ecologica
1. Larea su cui insiste linsediamento censita ai mappali n. 3431-4712-4713-3432 e 3275 della mappa
catastale del Comune di Ecolandia e viene classificata dal P.R.G. come zona D1 ad uso industriale di
completamento.
Il sito sorge a est del territorio del Comune di Ecolandia in zona destinata ad uso industriale, decentrata
rispetto al tessuto urbanistico del comune con viabilit di accesso che non interferisce con il centro abitato.
Nella zona sono presenti differenti insediamenti industriali e di conseguenza il traffico veicolare rilevante
e prevalentemente medio-pesante. Tuttavia la vicinanza dellarea ad una grande arteria autostradale fa s che
i carichi di traffico non siano impattanti per la viabilit urbana e solo in minima misura per quella
extraurbana.
La zona non inserita in alcun piano di tutela ambientale ed il contesto territoriale rimasto quello tipico
delle aree industriali padane.
Tutti i suoli limitrofi allinsediamento hanno una destinazione duso produttivo. Il nucleo residenziale pi
prossimo al sito costituito da un gruppo di abitazioni che si trova a circa 200 metri di distanza.

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REGIONE PIEMONTE
EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

5. STRUTTURA ORGANIZZATIVA E SISTEMA


DI GESTIONE AMBIENTALE

La ditta EcoPlastica S.p.A. ha subito negli anni un grande sviluppo che ha portato alla crescita dellazienda
anche dal punto di vista organizzativo. Lesigenza di ottenere sempre la soddisfazione del cliente
migliorando continuamente la qualit del servizio ha spinto lazienda verso il conseguimento della
Certificazione di Qualit ISO9002. Questa esperienza ha permesso anche un miglioramento nella definizione
di compiti e responsabilit interne identificando Responsabili delle diverse funzioni (commerciali, logistiche,
amministrative, area Qualit-Ambiente, manutenzioni vedi Organigramma) e ottimizzando le sinergie tra le
stesse. Partendo da questa base lo sviluppo del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) stato sicuramente
facilitato. La presenza di una radicata sensibilit ambientale della Direzione fin dalle origini ha fatto il resto
permettendo allazienda di strutturarsi adeguatamente per gestione autonoma e consapevole di tutte le
problematiche ambientali derivanti dalla propria attivit. E stato cos implementato un manuale del SGA e
delle procedure che definiscono modalit e responsabilit per consentire allazienda di:

- mantenersi sistematicamente aggiornata sulle novit normative ambientali in modo da far fronte con
anticipo ai complessi adempimenti in materia. Si elaborato a tal proposito un apposito Registro delle
prescrizioni legislative mantenuto sistematicamente aggiornato
- identificare le priorit e fissare obiettivi e traguardi ambientali appropriati e conformi agli intenti espressi
nella propria Politica Ambientale (Cap. 3)
- mantenere sotto controllo i possibili impatti ambientali derivanti dalle attivit aziendali sia in condizioni
normali che di anomalia
- mantenere sotto controllo tutte le registrazioni e le documentazioni inerenti al SGA e comunque le
prestazioni ambientali dellazienda. Viene mantenuto in azienda un Registro degli effetti ambientali
dove vengono raccolti tutti i risultati dei monitoraggi previsti dal Sistema
- svolgere in modo programmato e razionale la formazione e la sensibilizzazione del personale verso le
tematiche ambientali.
- comunicare alle parti interessate esterne ed interne i principi della propria politica ambientale e i
miglioramenti delle proprie prestazioni ambientali
- svolgere unaccurata selezione dei fornitori di materiali e di servizi, in particolare per gli smaltitori finali
per i quali importante una preliminare valutazione attraverso la verifica delle conformit delle
autorizzazioni allesercizio del tipo di smaltimento offerto e quindi anche unindagine storica per
verificare che in passato la Societ gestore dellimpianto, non abbia creato problemi ambientali o che non
abbia operato al di fuori di quanto previsto dalle proprie specifiche autorizzazioni.

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E stato inoltre nominato un Rappresentante della Direzione Responsabile del SGA che si occupa di
coordinare il sistema, svolgere le attivit di formazione, informazione e comunicazione, gestire le non
conformit ambientali.
Il sistema viene controllato periodicamente con verifiche ispettive interne (audit) e riesaminato annualmente
dalla Direzione aziendale.

Si riporta di seguito lOrganigramma delle Funzioni aziendali:

Presidente

Amministratore Delegato

Responsabile Responsabile Responsabile


Commerciale Stabilimento Amministrativo

Responsabile Produzione Responsabile


Industrializzazione

Responsabile Logistica Responsabile


Manutenzione

Responsabile Sistema Responsabile Qualit e


Gestione Ambientale Sicurezza

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6. GESTIONE SICUREZZA ED EMERGENZE

Con lentrata in vigore del D.L. 626/94 lazienda, da sempre sensibile alle problematiche relative alla
sicurezza ed alla salute dei dipendenti, ha introdotto accorgimenti organizzativi finalizzati alla gestione attiva
interna di un aspetto fondamentale come la sicurezza definendo figure ben precise (Responsabile del servizio
di prevenzione e protezione, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Medico Competente, incaricati
della gestione delle Emergenze e del Primo Soccorso), migliorando e sviluppando le procedure e le strategie
di formazione e sensibilizzazione del personale. Tutti i dipendenti sono sottoposti a visite mediche
periodiche sotto la supervisione del Medico Competente aziendale: il Piano Sanitario prevede inoltre un
piano di vaccinazioni che comprende oltre alle vaccinazioni antitetaniche ed antitifica anche la vaccinazione
antiepatite su base volontaria. A tutti i dipendenti, in funzione della tipologia di attivit svolta e della relativa
valutazione dei rischi, sono distribuiti adeguati dispositivi di protezione individuale (guanti, scarpe
antinfortunistiche, tappi per le orecchie, mascherine).
Consci che la sicurezza in azienda, come la tutela ambientale, deve avere come base portante la
sensibilizzazione del personale vengono tenuti corsi periodici in cui tutti i dipendenti vengono informati sui
rischi presenti nelle attivit che sono chiamati a svolgere e sulle misure di prevenzione-protezione adottati ivi
compreso luso dei dispositivi di protezione individuale. Allinterno di tali riunioni periodiche vengono
distribuite delle apposite dispense elaborate per facilitare la divulgazione dei principi antinfortunistici e delle
procedure per la gestione delle situazioni di emergenza.

Lazienda inoltre si dotata di un Piano di Emergenza dove vengono descritte le azioni che i vari soggetti
facenti parte dell'impresa debbono, per quanto di loro rispettiva competenza, porre in atto al fine di mettere
in sicurezza gli impianti, salvaguardare lincolumit del personale interno ed esterno presente, assicurando il
collegamento con le forze istituzionali per il soccorso in caso di necessit dintervento. Si inoltre inteso
fornire le indicazioni relative al contenimento di qualunque implicazione ambientale relativa alle situazioni
di emergenza configurabili.
Non si sono evidenziate emergenze che possono interessare le zone o la popolazione delle aree limitrofe: le
possibili situazioni di emergenza (esempio piccoli sversamenti o principi dincendio) sono gestibili dal
personale interno con lutilizzo dei mezzi di intervento presenti presso il sito ed al massimo potrebbero
coinvolgere i Vigili del Fuoco. Si sottolinea a tal proposito che lazienda ha gi ottenuto il necessario
Certificato di Prevenzione Incendi per tutte le attivit aziendali soggette. Le procedure di emergenza sono
state divulgate a tutto il personale ed in particolare alle figure interne che compongono la Squadra di
Emergenza, addestrata appositamente con corsi interni ed esterni in conformit con quanto stabilito dalla
normativa di riferimento (D.M. 10.03.98).

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7. ATTIVITA AZIENDALI E VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI ED


IMPATTI AMBIENTALI ASSOCIATI

7.1 ATTIVIT AZIENDALI ED ASPETTI AMBIENTALI

Il processo di lavorazione aziendale consiste nellestrusione completamente automatizzata in linea, con


raffreddamento, traino o taglio di profili speciali e nello stampaggio di materiali termoplastici in granuli.
Pi nel dettaglio lattivit aziendale pu essere suddivisa nelle seguenti 3 linee lavorative.

7.1.1. Estrusione
I polimeri termoplastici e le sostanze accessorie, prelevati al magazzino materie prime e miscelati nelle
addebite proporzioni, vengono sottoposti ai successivi processi di plastificazione, estrusione, raffreddamento
in acqua, traino, scrittura del marchio a getto dinchiostro, taglio, confezionamento dei prodotti finiti,
stoccaggio.

Lazienda ha provveduto allelaborazione ed alla divulgazione di apposite procedure di emergenza per


fronteggiare eventuali incidenti.

Lattivit comprende una serie di sotto-operazioni quali le verifiche di qualit dei prodotti, le verifiche
dellidoneit dei confezionamenti, adduzione e miscelazione delle materie prime mediante sistema
centralizzato, movimentazione dei prodotti finiti e dei semilavorati mediante carrelli automatizzati, la
gestione degli scarti di produzione e dei rifiuti, la pulizia dello stabilimento, la manutenzione ordinaria degli
impianti,....

Allinterno dellorganizzazione aziendale sono definiti i compiti e le responsabilit per la gestione dei
controlli descritti nel Sistema di Gestione della Qualit (Norma ISO 9002).

Dal punto di vista prettamente ambientale si deve evidenziare per questa attivit il consumo di energia
elettrica, le emissioni in atmosfera poco significative, la produzione di rifiuti solidi.
Per il raffreddamento dellestruso lazienda utilizza acqua mantenuta allinterno di un sistema chiuso, dotato
di impianto di refrigerazione e di filtri, che consente un notevole risparmio delle risorse idriche. Questo
sistema garantisce allacqua la temperatura necessaria alla realizzazione di prodotti di qualit. I minimi
reintegri dacqua necessari al sistema sono addotti dallacquedotto.
Un impianto di filtrazione e di decalcificazione ne garantisce inoltre le minime caratteristiche fisiche
necessarie al buon funzionamento dei macchinari.

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Gli impatti ambientali sono stati valutati nellambito dellAnalisi Ambientale Iniziale e quindi le procedure
interne di controllo sono state formalizzate ed attuate nellambito del Sistema di Gestione Ambientale.

7.1.2. Stampaggio
La materia prima vergine, i polimeri di scarto recuperati e rimacinati, le sostanze accessorie, tutti prelevati al
magazzino materie prime e miscelati nelle addebite proporzioni, vengono sottoposti ai successivi processi di
plastificazione, stampaggio, confezionamento dei prodotti finiti, stoccaggio.

Lazienda ha provveduto allelaborazione ed alla divulgazione di apposite procedure di emergenza per


fronteggiare eventuali incidenti.

Lattivit comprende una serie di sotto-operazioni quali le verifiche di qualit dei prodotti, le verifiche
dellidoneit dei confezionamenti, adduzione e miscelazione delle materie prime mediante sistema
centralizzato, movimentazione dei prodotti finiti e dei semilavorati mediante carrelli automatizzati, la
gestione degli scarti di produzione e dei rifiuti, la pulizia dello stabilimento, la manutenzione ordinaria degli
impianti,....

Allinterno dellorganizzazione aziendale sono definiti i compiti e le responsabilit per la gestione dei
controlli descritti nel Sistema di Gestione della Qualit (Norma ISO 9002).

Dal punto di vista prettamente ambientale anche per questa attivit si deve evidenziare il forte consumo di
energia elettrica, le emissioni in atmosfera poco significative e lingente produzione di rifiuti solidi.
Per il raffreddamento degli stampi lazienda utilizza acqua mantenuta allinterno del sistema chiuso dotato di
impianto di refrigerazione e di filtri; questo sistema garantisce allacqua le caratteristiche fisiche e di
temperatura indispensabili alla realizzazione di prodotti di qualit.
Lutilizzo di impianti refrigeratori comporta la possibilit di emissione di rumore. Tale componente
ambientale contenuta dalla dislocazione di tali macchinari in ambiente chiuso insonorizzato.
Gli impatti ambientali sono stati valutati nellambito dellAnalisi Ambientale Iniziale e quindi le procedure
interne di controllo sono state formalizzate ed attuate nellambito del Sistema di Gestione Ambientale.

7.1.3. Assiemaggio
I semi-lavorati vengono prelevati al magazzino materie prime dopodich, a seconda del tipo di prodotto
finito da realizzare, vengono assemblati con elementi accessori o etichettati con caratteri a trasferimento a
caldo. In entrambi i casi la lavorazione successiva consiste nel loro confezionamento e stoccaggio finale a
magazzino.

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Lazienda ha provveduto allelaborazione ed alla divulgazione di apposite procedure di emergenza per
fronteggiare eventuali incidenti.

Lattivit comprende una serie di sotto-operazioni quali le verifiche di qualit dei prodotti, le verifiche
dellidoneit dei confezionamenti, trasferimento alle postazioni lavorative dei semilavorati e degli elementi
accessori necessari, movimentazione dei prodotti finiti mediante carrelli automatizzati, la gestione degli
scarti di produzione e dei rifiuti, la pulizia dello stabilimento, la manutenzione ordinaria degli impianti,....

Allinterno dellorganizzazione aziendale sono definiti i compiti e le responsabilit per la gestione dei
controlli descritti nel Sistema di Gestione della Qualit (Norma ISO 9002).

Dal punto di vista prettamente ambientale anche per questa attivit si deve evidenziare il consumo di energia
elettrica, le emissioni in atmosfera poco significative e la produzione di rifiuti solidi.
Per il riscaldamento del reparto lazienda utilizza impianti di condizionamento alimentati a metano.
Gli impatti ambientali sono stati valutati nellambito dellAnalisi Ambientale Iniziale e quindi le procedure
interne di controllo sono state formalizzate ed attuate nellambito del Sistema di Gestione Ambientale.

7.2 VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI E IMPATTI AMBIENTALI

7.2.1 Criteri di individuazione e valutazione

Le attivit aziendali sono state valutate attraverso unanalisi ambientale iniziale al fine di verificare quali
aspetti ambientali potessero far scaturire impatti realmente significativi e quali invece fossero di secondaria
importanza. Per quanto stabilito dal Regolamento Comunitario 761/2001 lanalisi ambientale deve essere
unesauriente analisi iniziale dei problemi ambientali, degli effetti e delle efficienze ambientali, relative
allattivit svolte in un sito. Il lavoro condotto attraverso lacquisizione di dati relativi alle prestazioni
ambientali dellazienda (consumi di materie prime, gestione e produzione rifiuti, emissioni in atmosfera)
ha lo scopo primario di identificare gli aspetti ambientali che devono essere considerati prioritari dal Sistema
di Gestione Ambientale e dovranno quindi essere oggetto di un piano di intervento (Programma Ambientale),
di procedure per un controllo operativo e, se possibile, di monitoraggio periodico.
Lanalisi ambientale ha perseguito i seguenti obiettivi:
acquisire gli elementi utili ad individuare gli effetti ambientali e la loro entit, anche al fine di determinare
il grado di efficienza ambientale delle attivit svolte in un sito;
individuare la normativa ambientale applicabile alle attivit svolte nel sito per la verifica della relativa
conformit;

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raccogliere le informazioni atte ad individuare le aree di possibile miglioramento delle prestazioni
ambientali sul piano tecnico gestionale;
costruire un punto di riferimento oggettivo per evidenziare i miglioramenti successivi.

Le interazioni delle attivit con lambiente sono state identificate nei seguenti 20 fattori ambientali. Si
riportano nella seguente tabella i 20 fattori ambientali che sono stati presi in considerazione sia in condizioni
operative normali sia legati a possibili situazioni di emergenza configurabili per tutte le attivit aziendali.

1. Emissioni in atmosfera 11. Consumo di Energia


2. Scarichi idrici 12. Odori
3. Rumore 13. Sostanze pericolose
4. Rifiuti 14. Traffico
5. Imballaggi 15. Vibrazioni
6. Oli usati 16. Sorgenti radioattive
7. PCB/PCT (Policlorobi-trifenili) 17. Impatto visivo
8. Amianto 18. Campi elettromagnetici
9. CFC (Clorofluorocarburi) 19. Alterazioni del suolo
10. Consumo di risorse idriche 20. Eventi incidentali

Quindi gli aspetti ambientali sono stati quantificati per ciascuna attivit aziendale, laddove possibile,
attraverso la rilevazione di dati o la presenza di dati registrati. Si inoltre identificato linquadramento
normativo di riferimento al fine di valutare la conformit alla normativa vigente. La successiva definizione
della significativit del singolo impatto stata una valutazione effettuata in base ai dati raccolti ed in
funzione di diversi fattori come la quantit-qualit dellemissione (frequenza, tipologia di inquinante o
parametro fisico, quantit). Anche la prossimit rispetto ai limiti legislativi, lefficienza della gestione
aziendale, la sensibilit delle parti interessate e il costo-beneficio degli eventuali interventi migliorativi sono
fattori importanti da considerarsi per tale valutazione.
In base a questi parametri stata espressa per ciascun aspetto individuato una valutazione di significativit :
Aspetto Significativo, Aspetto Poco Significativo e Aspetto Non Significativo.

7.2.2. Risultati dellAnalisi Ambientale Iniziale


LAnalisi Ambientale Iniziale ha identificato e valutato 60 impatti ambientali (suddivisi tra i tre reparti
produttivi) attribuendo a ciascuno un giudizio di significativit. Nella successiva matrice si riassumono gli
esiti dellAnalisi che ha identificato 5 aspetti ambientali significativi, 0 aspetti poco significativi, 24 aspetti
non significativi.

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Fattore Estrusione Stampaggio Assiemaggio


Emissioni in atmosfera
Scarichi idrici
Rifiuti
Imballaggi
Oli usati
Consumo di risorse idriche
Consumo di Energia
Rumore
PCB/PCT
Amianto
Odori
Sostanze pericolose
Traffico
Vibrazioni
Sorgenti radioattive
Impatto visivo
Campi elettromagnetici
CFC
Alterazioni del suolo
Eventi incidentali

LEGENDA :
ASPETTO NON SUSSISTENTE
ASPETTO NON SIGNIFICATIVO
ASPETTO POCO SIGNIFICATIVO
ASPETTO SIGNIFICATIVO

Sugli aspetti ambientali identificati e valutati stato sviluppato il Sistema di Gestione progettando ed
applicando procedure di controllo e monitoraggio e individuando degli obiettivi concreti di miglioramento.

7.3 RISORSE UTILIZZATE

Le risorse utilizzate dallazienda sono in ordine di importanza energia elettrica, metano, acqua.
Per quanto riguarda i consumi di Energia Elettrica da segnalare un aumento che si mantiene pressoch
costante nel tempo. Tuttavia rapportando questi valori alle ore di lavoro effettive si osserva che il risultato di
tale rapporto si mantiene costante. Da ci si deduce che i maggiori consumi di energia possono essere
ricondotti ad un maggior impiego dei macchinari produttivi.
Al fine di ottimizzare lutilizzo dellenergia elettrica la societ allinizio del 2000 ha costruito una cabina di
trasformazione che permette di ricevere EE ad alta tensione.
Lorganizzazione sta verificando la possibilit di ridurre i consumi di energia elettrica: mediante controlli a
campione e confronti con il personale direttamente coinvolto, valuter in quale misura tale obiettivo deve
essere perseguito mediante innovazione tecnologica del parco macchine o mediante migliore gestione della
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risorsa (si vedano i programmi ambientali). I consumi sono quindi destinati a variare nei prossimi anni anche
in funzione di nuove utenze previste, come linstallazione di aspirazioni localizzate.

1.000.000 900.000
851.000
803.000
800.000

600.000
kWh

400.000

200.000

0
1999 2000 2001
Anno

Il consumo di metano esclusivamente legato al riscaldamento dei locali. Per il suo approvvigionamento
lazienda si appoggia alla rete di adduzione comunale.

72.188 70.000
75.000 68.990
mc metano

50.000

25.000

0
1999 2000 2001
Anno

I consumi idrici dellazienda non hanno subito grosse fluttuazioni negli ultimi anni ad eccezione di un
aumento legato allincremento del numero di dipendenti. Infatti gli utilizzi aziendali sono quasi
esclusivamente legati ad usi civili (servizi igienici e docce). Dai dati registrati attraverso i contatori aziendali
relativi agli anni 1999, 2000 e 2001 si rileva un consumo medio di 9 mc/giorno (variabile in funzione
stagionale). Sono attinte acque di rete anche per scopi tecnologici solo per i minimi rabbocchi necessari al
sistema chiuso di ricircolo dellacqua di raffreddamento.
Non sono stati riportati grafici sullandamento dei consumi idrici annuali in quanto, i dati dei consumi sono
stati rilevati attraverso la lettura dei contatori effettuata dagli enti erogatori e questi dati non hanno permesso
la definizione dei consumi con precisa cadenza annuale.
Anche i consumi sopra riportati non hanno avuto una valutazione significativa in fase di analisi ambientale: i
consumi rilevati sono intrinsecamente legati alle attivit aziendali e gi sono sviluppate in azienda delle
misure atte al contenimento dei consumi ed allottimizzazione dellutilizzo di tali risorse.

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7.4 EMISSIONI PRODOTTE

Le attivit di EcoPlastica S.p.A. generano delle emissioni nellambiente che sono state quantificate al fine di
valutarle, mantenerle sotto controllo e ridurle per quanto tecnicamente possibile, per garantire cos leco-
efficienza delle attivit. Di seguito sono stati raccolti e descritti i risultati di rilevamenti e monitoraggi gi
effettuati e verranno descritte le possibili fonti di emissioni inquinanti derivanti dalle attivit aziendali.
Si far riferimento agli aspetti ambientali principali:
- scarichi idrici
- emissioni in atmosfera ed odori
- rumore
- produzione e gestione di rifiuti

7.4.1 Scarichi Idrici


Come gi descritto in precedenza lazienda non ha acque reflue provenienti dai cicli produttivi. Il sito
presenta uno scarico in pubblica fognatura dato dallo scarico dei servizi igienici e dalle acque derivanti dalla
raccolta in una vasca interrata delle acque reflue dal dilavamento meteorico dei piazzali aziendali. Tale vasca
di recente costruzione presenta un moderno sistema di desoleatura e sedimentazione che permette la
separazione delle frazioni pesanti e delle eventuali componenti oleose surnatanti che vengono trattenute nella
vasca stessa mentre le acque pulite vengono periodicamente scaricate in fognatura a mezzo di pompe
sommerse. Lazienda prevede nellambito del Programma Ambientale lattivazione di un monitoraggio
periodico (con cadenza annuale) di tale scarico attraverso lanalisi di un campione significativo (parametri
pH, COD, materiali sedimentabili, oli).
I risultati analitici condotti hanno confermato il buon funzionamento del sistema di decantazione/flottazione
fornendo valori sempre conformi ai limiti di legge sui parametri monitorati scelti fra quelli pi critici data la
natura dello scarico.
Non sono disponibili dati sulle portate in quanto lo scarico idrico soggetto a controllo dipende solamente
della intensit delle precipitazioni atmosferiche.
La frazione separata sul fondo viene aspirata periodicamente (con cadenza semestrale) attraverso un
autospurgo aziendale e raccolta presso il ripostiglio adibito allo stoccaggio degli oli esausti, dotato di vasca
di contenimento delle eventuali perdite da dove viene periodicamente prelevata per lo smaltimento presso
impianti autorizzati.
Anche le acque derivanti dalle aree di stoccaggio dei rifiuti, tutte rigorosamente cordolate, sono raccolte in
una vasca interrata a tenuta e di recente costruzione. Da qui le acque vengono asportate periodicamente
previa caratterizzazione analitica e conferite ad impianti autorizzati di smaltimento come rifiuti speciali
(CER 070602).

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E presente un bacino di raccolta anche presso il ripostiglio adibito allo stoccaggio dei rifiuti pericolosi che
raccoglie quantit esigue di percolato caratterizzato da minimi valori di carico inquinante.

7.4.2 Emissioni in atmosfera ed odori


Le emissioni in atmosfera derivanti dalle attivit aziendali possono dividersi in:
1- emissione di gas di scarico degli automezzi
2- emissioni derivanti da aspirazioni localizzate presso postazioni di lavoro o impianti
3- eventuali emissioni di odori che possono arrecare molestia olfattiva

1- Emissione gas di scarico: la produzione di gas di scarico nelle sue componenti inquinanti (monossido e
biossido di carbonio, ossidi di azoto, particolato) dovuta allimpiego di automezzi aziendali alimentati a
gasolio.
2- Emissioni derivanti da aspirazioni localizzate presso postazioni di lavoro o impianti: al momento della
presente dichiarazione, assolvendo a parte degli impegni assunti in fase di Programma Ambientale,
lazienda ha recentemente provveduto allinstallazione di alcune cappe di aspirazione presso il reparto
stampaggio. Si tratta di interventi mirati al miglioramento della salubrit dei luoghi di lavoro in quanto,
dal punto di vista ambientale, tali emissioni non rappresentano impatti importanti (non a caso la legge
italiana, DPR 25.07.91, le classifica come attivit ad inquinamento atmosferico poco significativo). Per
quanto riguarda lemissione derivante dalla lavorazione stata richiesta ed ottenuta autorizzazione ai
sensi del DPR 203/88 (mediante procedura semplificata). La verifica delle emissioni in atmosfera stata
affidata ad una Societ esterna specializzata che opera da pi di 10 anni nel settore specifico. Le misure
dei parametri chimico-fisici sono state condotte il 20/09/2000 applicando le seguenti metodologie
ufficiali:
UNI 10169 determinazione della velocit e della portata nei flussi convogliati,
UNI 10263 determinazione della concentrazione di polveri nei flussi gassosi convogliati.
I risultati, esposti in unopportuna relazione trasmessa agli organi competenti, sono risultati ampiamente
conformi ai limiti imposti. I controlli di questa emissione saranno effettuati con frequenza biennale.
E prevista linstallazione di impianti di aspirazione anche presso i macchinari ubicati nel reparto
assiemaggio. Lintervento previsto dal Programma Ambientale e lazienda ha gi provveduto alla
richiesta dellAutorizzazione regionale ai sensi del DPR 203/88: la realizzazione dellimpianto per legge
vincolata allottenimento del provvedimento autorizzativo.

3- emissioni di odori che possono arrecare molestia olfattiva: premesso che il problema degli odori non
sentito al di fuori del sito produttivo, lattenzione dellazienda si rivolta specificatamente al
contenimento di fenomeni localizzati allinterno dello stabilimento. Poich lunica attivit che risente di

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tale problematiche quella di etichettatura con caratteri a trasferimento a caldo realizzata nel reparto
assiemaggio, lorganizzazione ha definito nel Programma Ambientale di dotare i macchinari ivi installati
di cappe daspirazione.

7.4.3 Rumore
La produzione di rumore legata allutilizzo di impianti di refrigerazione necessari al mantenimento
dellacqua tecnologica alla temperatura di corretto funzionamento degli impianti.
Si sono effettuate diverse rilevazioni fonometriche sia in ottemperanza del DL 277/91, per la valutazione
dellesposizione del personale al rumore, sia in ottemperanza del DPCM 01.03.91 per la verifica del rispetto
dei limiti massimi ammissibili di immissione riferiti alle classi di destinazione duso del territorio.
Per quanto riguarda le prime si evidenzia unesposizione relativamente bassa al rumore con Livelli di
Esposizione Personale sempre al di sotto del valore limite di 90 dB(A). Il personale sottoposto ad accurate
visite mediche sotto la supervisione del Medico Competente aziendale, viene adeguatamente formato ed
informato sui rischi presenti; a tutti vengono consegnate cuffie o tappi antirumore.
Per quanto riguarda il rumore esterno i rilievi effettuati allinizio del 2001 hanno messo in luce lungo tutto il
confine dellinsediamento valori di Leq (Livelli Equivalenti) tra i 40 e i 50 dB(A), ben al di sotto del limite
di 60 dB imposto dalla normativa vigente per larea su cui sorge il sito, che considerata appartenente alla
Classe IV (Area di intensa attivit umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso
traffico veicolare, con alta densit di popolazione con elevata presenza di attivit artigianali; le aree in
prossimit di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata
presenza di piccole industrie).

7.4.4 Produzione rifiuti


I rifiuti prodotti presso il sito derivano dalle attivit produttive, di manutenzione, di pulizia delle vasche
aziendali.
Per quanto riguarda i rifiuti prodotti dallofficina si tratta di:
- oli esausti,
- materiali assorbenti e filtranti,
- filtri olio,
- elementi meccanici o elettrici.
Essi vengono stoccati nellapposito ripostiglio adibito allo stoccaggio degli oli esausti presso lofficina
manutenzione, identificati da apposita cartellonistica, contenuti in contenitori appositi e mantenuti in bacino
cordolato al fine di trattenere eventuali sversamenti.
Nella successiva tabella vengono riportati i dati di produzione (espressi in tonnellate) di ogni categoria
desunti dai M.U.D. compilati annualmente:

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Rifiuto CER 1999 2000 2001


1
Limatura e trucioli di materiali plastici 12 01 05 15,7 S 19,4 S 34,8 S
Imballaggi in carta e cartone 15 01 01 16,2 R 16,2 R
Altri tipi di plastica 20 01 04 0,02 R 0,05 R
Toner 80 30 09 0,03 R
Oli isolanti e di trasmissione 13 03 03 1,1 R 1,18 R 0,9 R
Fanghi da trattamento sul posto di effluenti 07 06 02 0,8 S 0,7 S 1,1 S
Imballaggi in pi materiali 15 01 06 27,6 R 6,35 R
1
S = smaltimento, R = recupero

Dalla tabella risulta chiaro che la maggior parte dei rifiuti prodotti presso il sito rappresentata da trucioli di
materiale plastico. Nellambito del Sistema di Gestione Ambientale si deciso di adottare e di mantenere
monitorato nel tempo lindice di efficienza di produzione di tali rifiuti riferito al numero di pezzi prodotti.

Kg rifiuti prodotti
I produzione rifiuti :
Numero pezzi prodotti/1000

Nella seguente tabella riportato il valore assoluto di tale indice ambientale nel periodo temporale assunto a
riferimento e la variazione percentuale dellindice stesso rispetto al valore dellanno precedente.
Anno Produzione Rifiuti Indicizzata (kg/Npz/1000) Variazione percentuale (%)
1999 17,8
2000 29,2 + 64,0
2001 43,9 + 50,3

Dalla tabella si evince una tendenza nettamente crescente nella produzione di rifiuti. Nellambito del
Programma Ambientale lazienda ha formalizzato limpegno a diminuire i rifiuti prodotti migliorando questo
indice mediante adozione di misure quali un maggior contenimento degli scarti di produzione e un
potenziamento del loro recupero, e unincentivazione alla ricerca e sviluppo di prodotti a medesima finalit
ma con minore generazione di scarti allatto della loro fabbricazione.
Tra i rifiuti speciali prodotti dallazienda si evidenziano inoltre i fanghi derivanti dalla vasca di raccolta delle
acque derivanti dalle aree di stoccaggio dei rifiuti. Tali fanghi vengono smaltiti periodicamente presso
impianti autorizzati.

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7.4.5 Gestione rifiuti
I rifiuti prodotti derivanti dalle attivit di manutenzione (oli esausti, filtri, batterie, materiali assorbenti) sono
stoccati separatamente in apposita area impermeabilizzata, dotata di griglie e bacini di contenimento degli
eventuali sversamenti derivanti dalle normali attivit di riparazione.
Tutte le aree adibite allo stoccaggio rifiuti sono impermeabilizzate e i reflui eventualmente derivanti sono
raccolti in apposita vasca e smaltiti periodicamente presso impianti autorizzati.
Tutte le aree di lavoro saranno impermeabilizzate, delimitate da cordoli e realizzate in modo da poter
convogliare gli eventuali sversamenti e/o reflui di lavaggio alle vasche di raccolta a tenuta da dove tali reflui
potranno essere prelevati e smaltiti correttamente.

Lorganizzazione ha verificato la possibilit di ridurre la produzione di rifiuti plastici, sia per ridurre il
quantitativo di scarto conferito a smaltimento, sia per ridurre lo spreco di risorse: in seguito a verifiche da
parte dei consorzi di filiera sulla qualit dei materiali, in particolare per la plastica, organizzati in ambito
CONAI per il recupero delle diverse frazioni, ha sviluppato con il Sistema di Gestione Ambientale delle
misure per il miglioramento della qualit dei materiali destinati ai consorzi attraverso la continua
sensibilizzazione del personale addetto.

7.5 ALTRI IMPATTI

7.5.1 Inquinamento del suolo


Laspetto ambientale legato al possibile inquinamento del suolo non risultato significativo per nessuna
delle attivit aziendali in quanto tutte le attivit produttive dellazienda sono svolte su superfici pavimentate
e, dove svolta lattivit di stoccaggio dei rifiuti, le acque sono raccolte in apposite vasche e smaltite
separatamente.
Prima dellinsediamento della EcoPlastica S.p.A. il suolo non era soggetto ad alcun potenziale inquinamento
in quanto destinato ad attivit agricole.
Le procedure sviluppate nellambito del Sistema di Gestione Ambientale hanno permesso lintroduzione di
controlli periodici e sistematici per la verifica dellintegrit dei piazzali e dei cordoli necessari per il
contenimento di eventuali percolati derivanti dai rifiuti stoccati: questo sistema permette di evidenziare
prontamente qualsiasi problema e di intervenire immediatamente per il ripristino delle condizioni originali di
sicurezza.
Anche la gestione di situazioni demergenza legate al possibile sversamento di prodotti chimici stato
considerato dal Sistema di Gestione Ambientale bench la presenza in tutto il sito di una efficiente
pavimentazione limiti preventivamente la possibile diffusione dellinquinamento del terreno.
Nellarea aziendale non sono presenti serbatoi interrati adibiti allo stoccaggio di sostanze pericolose.

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7.6 IMPATTI INDIRETTI

Sono considerati aspetti ambientali indiretti quegli aspetti sui quali lazienda non pu esercitare un controllo
gestionale completo in quanto non sono associati alle singole attivit svolte, ma alla gestione ambientale
dellazienda nel suo complesso.

7.6.1 Prodotti
I prodotti realizzati e commercializzati dallAzienda sono prevalentemente in PVC o in PC.
Per quanto concerne i primi va evidenziato che, a fine vita utile, possono essere ancora riciclati se gettati
negli appositi cassonetti per la raccolta differenziata disposti sul territorio. I prodotti in PVC dismessi e cos
raccolti vengono poi trasformati dal consorzio CO.RE.PLA. in nuovi oggetti di vario uso e indumenti (es.
capi in pile) oppure in energia (lequivalente di una sola bottiglia di plastica pu tenere accesa una lampadina
di 60 watt per un'ora).
Una non adeguata destinazione a rifiuto di tali prodotti determina un grosso impatto ambientale, costituendo
un notevole spreco di risorsa. Evidentemente lAzienda non pu addossarsi la responsabilit di
comportamenti sbagliati da parte dei consumatori, ma rientra tuttavia tra i suoi obiettivi dare, nelle forme pi
appropriate, informazioni ai consumatori finali sulluso ottimale dei suoi prodotti. Tale impegno stato fatto
rientrare, come atto dovuto, nel sistema di gestione ambientale dellorganizzazione.
Per quanto concerne i prodotti in policarbonato (PC) questi invece non possono essere recuperati mediante
raccolta urbana differenziata. Inoltre alcune tipologie di prodotto comportano grandi scarti di PC gi al
momento del loro primo impiego, materiale tuttavia necessario per il loro imballaggio e trasporto. Per ridurre
tale spreco di materiale non riciclabile, lAzienda ha progettato nuovi prodotti, a medesimo impiego, che
riducono di molto i quantitativi di materiale in eccesso necessario alla loro commercializzazione e sta
promuovendo una politica di vendita che ne incrementi la diffusione, volta ad una successiva totale
sostituzione dei prodotti a maggior impatto ambientale.
La EcoPlastica S.p.A. inoltre consapevole che limballaggio dei prodotti, il loro sistema di trasporto e
distribuzione possono determinare impatti ambientali considerevoli. Poich per questo tipo di impatti esiste
una corresponsabilit tra il produttore e il rivenditore al dettaglio, lAzienda ha adottato le possibili azioni
per ridurne leffetto. Tale impegno si concretizzato nella progettazione di scatole di imballaggio in solo
cartone (quindi totalmente riciclabili mediante raccolta differenziata urbana) ma soprattutto modulabili,
cio totalmente riempibili senza spreco di spazio interno, indipendentemente dal tipo di prodotto
confezionato al loro interno.

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7.6.2 Aspetti ambientali degli appaltatori, subappaltatori e fornitori.
Per lo svolgimento delle proprie attivit lazienda si avvale della collaborazione di aziende esterne e in
particolare di:
Fornitori di materie prime;
Terzisti;
Fornitori di servizi.
Lorganizzazione consapevole che, pur non avendo responsabilit diretta sulle modalit attraverso le quali i
fornitori ricavano le materie prime o i semilavorati oggetto della fornitura o prestano i servizi convenuti, pu
utilizzare la propria influenza perch le attivit dei fornitori minimizzino gli eventuali impatti ambientali
associati.
Tra i fornitori strategici, dal punto di vista ambientale, sono stai individuati:
smaltitori e recuperatori;
trasportatori di rifiuti;
terzisti;
fornitori di servizi (es. manutenzione).
Per quanto concerne gli smaltitori, recuperatori ed i trasportatori di rifiuti, lazienda, in conformit ai
requisiti di legge, si avvale esclusivamente di fornitori autorizzati, per i quali verifica liscrizione allapposito
Albo.
EcoPlastica appalta a ditte esterne le seguenti attivit:
taglio laser di lastre di policarbonato metacrilato,
manutenzione straordinaria,
pulizia semestrale dello stabilimento,
pulizia quotidiana degli uffici.
EcoPlastica S.p.A. consapevole che la qualit delle materie prime acquistate e dei semilavorati possono
influire sulle qualit dei prodotti venduti o sul loro utilizzo; per tale ragione lorganizzazione ha individuato
criteri ambientali da seguire per la scelta di tali fornitori e nellambito del Programma Ambientale ha
formalizzato limpegno ad adottarli.
EcoPlastica S.p.A. ha sempre appaltato a ditte esterne la totalit dellattivit di taglio di lastre di
policarbonato metacrilato. Tuttavia la difficolt di gestire gli impatti ambientali indiretti comportati da questi
servizio esterno e la volont di ridurre i costi, ha spinto lAzienda a dotarsi di una propria macchina fresatrice
verso la quale al momento convogliata solo una minima parte della lavorazione, con lobiettivo di
svilupparne a breve la totalit.

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8. PROGRAMMA AMBIENTALE E OBIETTIVI

Lazienda nellambito del Sistema di Gestione Ambientale definisce periodicamente degli obiettivi
ambientali al fine di stabilire e quantificare dei miglioramenti delle proprie prestazioni ambientali. Gli
obiettivi vengono formalizzati nel Programma Ambientale che riportiamo di seguito: in esso vengono
evidenziati, per ciascun obiettivo, il Responsabile interno, la scadenza e le singole azioni che si prevede di
intraprendere.
Nei primi mesi di avvio del Sistema lazienda ha gi provveduto al raggiungimento di alcuni degli obiettivi
prefissati.

Nel seguente schema si riporta il Programma Ambientale per il Triennio 2002 2004.

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PROGRAMMA AMBIENTALE (Rev. 1 ): Obiettivi Ambientali 2002-2004

OBIETTIVO RESPONSABILE SCADENZA AZIONI

Energia elettrica
Riduzione dei consumi (10%) Responsabile SGA Dicembre 2004 1. studio dei processi produttivi e degli
impianti installati
2. individuazione delle migliori soluzioni
specifiche per ciascun reparto
3. individuazione della migliore tecnologia
disponibile ed economicamente praticabile
4. redazione eventuale progetto di
ammodernamento tecnologico,
realizzazione, collaudo e verifica
5. sensibilizzazione del personale
Rifiuti e recupero
Riduzione delle quantit di rifiuti Responsabili manutenzioni Dicembre 2003 1. sensibilizzazione del personale
prodotti dalle attivit aziendali (10 %) e Responsabile SGA 2. investimento nelle attivit di ricerca e
sviluppo volte ad un incremento del
recupero
3. razionalizzazione degli spazi e delle aree
operative di stoccaggio e cernita
Scarico idrico
Attivare monitoraggio annuale dello Responsabile SGA Giungo 2003 Attivare procedura per leffettuazione di un
scarico delle acque di dilavamento campionamento annuale con analisi di
piazzale laboratorio.

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OBIETTIVO RESPONSABILE SCADENZA AZIONI

Emissioni
Miglioramento della salubrit degli Direzione e Responsabile Dicembre 2003 Realizzazione di captazioni localizzate presso le
ambienti di lavoro con la realizzazione di SGA postazioni di stampaggio ed etichettatura
captazioni localizzate
Monitoraggio delle emissioni convogliate Responsabile SGA Giugno 2003 Richiesta preventiva delle relative autorizzazioni
allesterno agli enti competenti
Sensibilizzazione fornitori
Sensibilizzazione dei fornitori alla tematiche Responsabile SGA Dicembre 2003 1. Predisposizione questionario da inviare ai
ambientali propri fornitori
2. Valutazione dei dati raccolti
3. Monitoraggio del comportamento dei
fornitori
4. Valutazione dei monitoraggi ed eventuali
azioni da intraprendere
Formazione
Formazione del personale sul tema della tutela Responsabile SGA Giugno 2003 1. Sensibilizzazione del personale attraverso la
dellambiente e della salute nei luoghi di lavoro realizzazione di un programma di
formazione centrato sulla tutela ambientale e
sulla gestione delle emergenze
2. Realizzazione di specifici addestramenti
pratici: raccolta differenziata dei rifiuti,
stoccaggio degli stessi, gestione delle
situazioni demergenza,
3. Verifica efficacia della formazione

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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

9. GESTIONE DELLA DICHIARAZIONE AMBIENTALE

Il presente documento stato elaborato secondo quanto stabilito dal Regolamento Comunitario 761/2001
sulladesione volontaria delle imprese ad un sistema di ecogestione e audit. Il Verificatore Accreditato che ha
effettuato la convalida :..

Il Presidente della EcoPlastica S.p.A. responsabile di quanto contenuto in questa Dichiarazione


Ambientale.

Nel corso degli anni verranno effettuate delle visite ispettive da parte di auditor interni ed esterni per la
verifica della conformit del Sistema Attuato alle norme di riferimento (ISO 14001). La prossima
Dichiarazione Ambientale verr presentata nei termini previsti dal Regolamento CEE 761/2001.

Questa Dichiarazione Ambientale un documento pubblico: il Responsabile del Sistema di Gestione


Ambientale provvede alla distribuzione del documento alle parti interessate e a chiunque ne faccia richiesta.
Ha inoltre il compito di conservare tutte le edizioni firmate in originale nellarchivio aziendale per un
periodo minimo di 6 anni.

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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale

10. GLOSSARIO TERMINI E ACRONIMI

Rifiuto: Qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nellAllegato A del
DL 22/97 e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia lobbligo di disfarsi (art. 6
DL 22/97)

CER: Codice Europeo Rifiuti

CIR: Codice Italiano Rifiuti

A.D.R.: Regolamento Internazionale che norma il trasporto di merci pericolose su strada

Registro delle Registro dove vengono riportate le Leggi applicabili alle attivit svolte considerando
leggi applicabili sia la normativa nazionale, che regionale, provinciale o comunale. Per ogni legge
viene riportato ladempimento, leventuale scadenza ed il responsabile in azienda.

Registro degli Registro dove vengono mantenute le registrazioni relative ai dati quantitativi di quegli
effetti ambientali aspetti ambientali ritenuti significativi e per i quali possibile ed prevista dalle
procedure del SGA un monitoraggio

CONAI: Consorzio Nazionale Imballaggi

CO.RE.PLA.: Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di


Imballaggi in Plastica

Dallart. 2 del Regolamento CEE 761/2001:

Analisi Ambientale Iniziale: unesauriente analisi iniziale dei problemi ambientali, degli effetti e
dellefficienza ambientali, relative allattivit svolte in un sito

Audit Ambientale: Strumento di gestione comprendente una valutazione sistematica, documentata e


periodica e obiettiva dellefficienza dellorganizzazione, del Sistema di Gestione e dei processi destinati alla
protezione ambientale.

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EcoPlastica S.r.l. Dichiarazione Ambientale
Politica Ambientale: gli obiettivi ed i principi dazione dellimpresa riguardo lambiente ivi compresa la
conformit alle pertinenti disposizioni regolamentari in materia ambientale

Programma Ambientale: una descrizione degli obiettivi e delle attivit specifici dellimpresa, concernenti
una migliore protezione dellambiente in un determinato sito, ivi compresa una descrizione delle misure
adottate e previste per raggiungere questi obiettivi, e , se del caso, le scadenze stabilite per lapplicazione di
tali misure.

Obiettivi ambientali: gli obiettivi particolari che limpresa si prefigge in ordine allefficienza ambientale.

11. PER SAPERNE DI PI

Il lettore che volesse approfondire le tematiche trattate nella nostra Dichiarazione Ambientale pu trovare
utile riferimento nella lettura dei seguenti testi:

- Regolamento (CEE) n 761/2001 sulladesione volontaria delle Imprese per il settore industriale ad un
sistema comunitario di Ecogestione ed Audit Gazzetta Ufficiale della Comunit Europea L. 114/1 del
24.4.2001
- Presentazione del nuovo Regolamento EMAS IIdi Giuseppe Bianchi, Comitato Ecolabel Ecoaudit
Sezione EMAS Italia Luglio 2001

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REGIONE PIEMONTE

Politica Ambientale ed Obiettivi

POLITICA AMBIENTALE

ED OBIETTIVI

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REGIONE PIEMONTE

Politica Ambientale ed Obiettivi

POLITICA AMBIENTALE
La Politica Ambientale un documento preparato dalla societ che stabilisce in modo
chiaro gli obiettivi e le intenzioni generali rispetto allambiente.
La politica ambientale rappresenta una linea direttrice per lazienda e ne mostra limpegno
a gestire le questioni ambientali in modo responsabile. La politica ambientale deve essere
approvata dalla direzione aziendale e deve essere pubblicamente disponibile. Deve
essere parte integrante della strategia ambientale e compatibile con le altre politiche
adottate (ad esempio per la qualit, la salute e la sicurezza).
Nella presente sezione riportata la Politica Ambientale che si ipotizzato possa essere
assunta da una realt aziendale quale quella della EcoPlastica S.p.A..

OBIETTIVI AMBIENTALI
Ciascuna azienda che si dota di un sistema di gestione ambientale deve compilare una
scheda Obiettivo Ambientale per ciascuno degli obiettivi da raggiungere, indicando:
le attivit rilevanti;
larea di miglioramento ambientale entro la quale stato fissato il traguardo;
le azioni da intraprendere finalizzate al raggiungimento del traguardo;
il responsabile per il raggiungimento del traguardo;
le risorse finanziarie ufficialmente stanziate.
Nella presente sezione sono riportate le schede obiettivo che descrivono i programmi
previsti per il raggiungimento di 2 degli obiettivi che si ipotizzato la Direzione Generale
della EcoPlastica S.p.A. potrebbe prefissarsi.

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EcoPlastica S.p.A.
Politica Ambientale
La EcoPlastica S.p.A. opera da oltre trentanni nel settore della trasformazione di materiali plastici.
Il mantenimento di ottimi rapporti, improntati sulla reciproca fiducia, con le autorit pubbliche e le comunit locali e
la salvaguardia delle risorse naturali sono per lAzienda di primaria importanza e la politica per la protezione
dellambiente rappresenta limpegno dello stabilimento ad orientare le proprie attivit verso il miglioramento continuo
delle proprie prestazioni ambientali. Tale impegno non si limita al rispetto delle leggi e delle normative vigenti: infatti
attraverso ladozione di un Sistema di Gestione Ambientale lo stabilimento si pone degli obiettivi che vanno oltre i
requisiti minimi degli obblighi di legge.

In particolare EcoPlastica S.p.A. si impegna per lo stabilimento di Ecolandia ad osservare la seguente Politica.

Il Presidente e le maestranze dello stabilimento di Ecolandia, in linea con la Mission Ambientale di EcoPlastica S.p.A.
e nel rispetto dellambiente, la salute e la sicurezza dei propri lavoratori, simpegnano a:
introdurre e mantenere attivo un sistema di gestione mirato al miglioramento continuo delle proprie prestazioni
ambientali;
rispettare con tempestivit tutte le leggi e in particolare modo i regolamenti vigenti in campo ambientale;
prevenire linquinamento e tutelare le risorse naturali.

A tale scopo, dopo aver condotto unAnalisi Ambientale Iniziale delle attivit produttive svolte, ed individuato le aree
prioritarie di intervento, si pone i seguenti obiettivi:
prevenire linquinamento atmosferico da sostanze dannose, ottimizzando la gestione tecnico-organizzativa dei
propri impianti;
contenere i pericoli di contaminazione da eventi incidentali;
ridurre la produzione dei rifiuti, compresi quelli di imballaggio, ottimizzando i processi produttivi,
lorganizzazione e le strutture;
ricercare il recupero dei rifiuti per ottenere materia, il recupero dei rifiuti per ottenere energia e prevedere solo
come estrema ratio lo smaltimento in discarica;
procedere alla corretta gestione di rifiuti e scarti mediante il pronto recepimento delle direttive aziendali e della
normativa vigente;
perseguire, attraverso il monitoraggio ed il miglioramento tecnologico, lutilizzo ottimale delle risorse
energetiche;
migliorare le condizioni di lavoro relativamente agli aspetti di sicurezza e salute e alla prevenzione delle
situazioni incidentali e di emergenza che possono avere effetti negativi sullambiente esterno e/o sulle condizioni di
sicurezza, salubrit e salute degli ambienti di lavoro;
responsabilizzare, sensibilizzare e qualificare il proprio personale, coinvolgendolo nellattuazione del sistema e
motivandolo nel perseguimento degli obiettivi ambientali fissati;
rendere partecipi i propri fornitori di beni e servizi nellobiettivo comune del miglioramento ambientale;
creare un tipo di comunicazione aperta, favorendo il dialogo con le parti interessate, i propri dipendenti e la
collettivit, per meglio comprendere gli effetti sullambiente delle proprie attivit produttive.

Ecolandia (EC) Direzione

../../ .
Codice: MOD01PA3.3-3.4
EcoPlastica S.p.A. OBIETTIVO AMBIENTALE Revisione: 0
Data: 31/10/02

N: 01/2002 Allegati:
Obiettivo ambientale

Riduzione dei consumi di energia elettrica

Traguardi ambientali
Descrizione Indicatore Termine
Riduzione della spesa del 10% rispetto ai dati del 2001 kWh 31/12/2004

Programma di gestione ambientale

Responsabile del programma: RSGA


Responsabilit
Descrizione Responsabile Termine
Analisi dei processi produttivi e degli impianti installati RSGA 31/12/2004
Individuazione delle migliori soluzioni specifiche per ciascun
reparto
Individuazione della migliore tecnologia disponibile ed
economicamente praticabile
Redazione eventuale progetto di ammodernamento tecnologico,
realizzazione, collaudo, verifica
Sensibilizzazione del personale

Risorse umane e finanziarie

Il budget a disposizione verr definito in base alle azioni che si renderanno necessarie

Note
Codice: MOD01PA3.3-3.4
EcoPlastica S.p.A. OBIETTIVO AMBIENTALE Revisione: 0
Data: 30/10/02

N: 02/2002 Allegati:
Obiettivo ambientale

Ottimizzazione gestione rifiuti

Traguardi ambientali
Descrizione Indicatore Termine
Riduzione della quantit di rifiuti prodotti in una proporzione pari ton 31/12/2003
al 10% rispetto ai dati del 2001

Programma di gestione ambientale

Responsabile del programma: RSGA


Responsabilit
Descrizione Responsabile Termine
Sensibilizzazione del personale RSGA , Servizio 31/12/2003
Manutenzione
Investimento nelle attivit di ricerca e sviluppo volte ad un
incremento del recupero
Razionalizzazione degli spazi e delle aree operative di
stoccaggio e cernita

Risorse umane e finanziarie

Per il raggiungimento dellobiettivo sono stati complessivamente stanziati 5.000 euro.

Note

Ogni intervento sar subordinato alla richiesta di almeno un preventivo.

Data: / / Firma RSGA:


Data: / / Firma Responsabile:
Data: / / Firma DIGE:
Codice: MOD01PA3.3-3.4
EcoPlastica S.p.A. OBIETTIVO AMBIENTALE Revisione: 0
Data: 30/10/02

N: 03/2002 Allegati:
Obiettivo ambientale

Sensibilizzazione fornitori

Traguardi ambientali
Descrizione Indicatore Termine
Informare i fornitori della Politica Ambientale adottata e degli N/A 30/06/2003
obiettivi 2002-2004
Raccogliere eventuali consigli e/o suggerimenti sulla situazione
ambientale degli stessi e sulle scelte che la EcoPlastica SpA ha
adottato

Programma di gestione ambientale

Responsabile del programma: RSGA


Responsabilit
Descrizione Responsabile Termine
Preparazione di un questionario con parti comuni per tutti i RSGA e Fornitori 30/06/2002
fornitori ed appendici specifiche per ogni singolo subcontraente
Invio del questionario
Raccolta dati scaturiti
Analisi dati raccolti
Preparazione di un piano di intervento con il coinvolgimento dei
fornitori stessi
Risorse umane e finanziarie

Il budget di spesa ancora da definirsi

Note

Data: / / Firma RSGA:


Data: / / Firma Responsabile:
Data: / / Firma DIGE:
REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica

NORMATIVA AMBIENTALE
APPLICABILE AL SETTORE
DELLA PLASTICA

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REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica

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REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica
LEGGI AMBIENTALI

1. Acqua
Decreto Legislativo n. 152 del 11/05/1999
Disposizioni sulla tutela delle acque dallinquinamento e recepimento della direttiva
91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE
relativa alla protezione delle acque dallinquinamento proveniente da fonti agricole.
Decreto Legislativo n. 258 del 18/08/2000
Disposizioni correttive e integrative del D.Lgs. 152/99 in materia di tutela delle acque
dall'inquinamento, a norma dell'art.1, comma 4, della legge 24/04/98 n.128.
Legge n. 36 del 05/01/1994
Disposizioni in materia di risorse idriche.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 238 del 18/02/1999
Regolamento recante norme per lattuazione di talune disposizioni della Legge n. 36 del
05/01/1994 in materia di risorse idriche.
Decreto Legislativo del Governo n. 275 del 12/07/1993
Riordino in materia di concessioni di acque pubbliche.
Legge regionale n. 13 del 26/03/1990
Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili (art. 14, legge 10
maggio 1976 n.319)
Legge regionale n. 66 del 21/12/1994
Modifiche all'allegato 2 della L.R. n. 13/90.
Legge regionale n. 22 del 30/04/1996
Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee.

2. Suolo e sottosuolo
Decreto del Ministero dellAmbiente n. 246 del 24/05/1999
Regolamento recante norme concernente i requisiti tecnici per la costruzione, linstallazione e
lesercizio dei serbatoi interrati.
Decreto Ministeriale n. 471 del 25/10/1999

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REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica
Regolamento recante criteri, procedure e modalit per la messa in sicurezza, la bonifica e il
ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dellart. 17 del D. lgs n. 22 del 05/02/1997 e
successive modificazioni e integrazioni.
Decreto Legislativo n. 95 del 27/01/1992
Attuazione delle direttive 75/439/CEE e 87/101/CEE relative all'eliminazione degli oli esausti.
Decreto Legislativo n. 22 del 05/02/1997
Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE
sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.
Decreto Legislativo n. 238 del 08/11/1997
Modifiche ed integrazioni al D. lgs n. 22 del 05/02/1997 in materia di rifiuti, di rifiuti pericolosi,
di imballaggi e di rifiuti di imballaggio.
Delibera del Consiglio Regionale 08/03/1995 n. 1005-4351
Linee guida per interventi di bonifica di terreni contaminati.

3. Rifiuti
Decreto Legislativo n. 22 del 05/02/1997
Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE
sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio.
Decreto Legislativo n. 389 del 08/11/1997
Modifiche ed integrazioni al D. lgs n. 22 del 05/02/1997 in materia di rifiuti, di rifiuti pericolosi,
di imballaggi e di rifiuti di imballaggio.
Legge n. 426 del 09/12/1998
Nuovi interventi in campo ambientale.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31 marzo 1999
Approvazione del nuovo modello unico di dichiarazione ambientale per lanno 1999.
Decreto Ministeriale n. 145 del 01/04/1998
Regolamento recante la definizione del modello e dei contenuti del formulario di
accompagnamento dei rifiuti ai sensi degli artt. 15, 18, comma 2, lettera e), e comma 4, del D.
lgs n. 22 del 05/02/1997.
Decreto Ministeriale n. 148 del 01/04/1998

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REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica
Regolamento recante approvazione del modello dei registri di carico e scarico dei rifiuti ai
sensi degli artt. 12, 18, comma 2, lettera m), e 18, comma 4, del D. lgs n. 22 del 05/02/1997.
Circolare Ministero dellAmbiente n. GAB/DEC/812/98 del 04/08/1998
Circolare esplicativa sulla compilazione dei registri di carico scarico dei rifiuti e dei formulari di
accompagnamento dei rifiuti trasportati individuati, rispettivamente, dal D. M. n. 145 del
01/04/1998, e dal D. M. n. 148 del 01/04/1998.
Decreto Ministeriale del 05/02/1998
Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai
sensi degli artt. 31 e 33 del D. lgs n. 22 del 05/02/1997.
Decreto Ministeriale n. 141 del 11/03/1998
Regolamento recante norme per lo smaltimento in discarica dei rifiuti e per la catalogazione
dei rifiuti pericolosi smaltiti in discarica.
Delibera del 27/07/1984
Disposizioni per la prima applicazione dellart. 4 del D.P.R. n. 915 del 10 settembre 1982,
concernente lo smaltimento dei rifiuti.
Decreto Legislativo n. 95 del 27/01/1992
Attuazione delle direttive 75/439/CEE e 87/101/CEE relative alla eliminazione degli oli usati.
Decreto del Ministero dell'industria n. 392 del 16/06/1996
Regolamento recante norme tecniche relative all'eliminazione degli oli esausti.
Decreto del Ministero dell'ambiente n. 406 del 28/04/1998
Regolamento recante norme di attuazione di direttive dell'Unione Europea avente ad oggetto
la dosciplina dell'Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti.
Legge regionale n. 59 del 13/04/1995
Norme per la riduzione, il riutilizzo e lo smaltimento dei rifiuti.
Deliberazione della Giunta Regionale 11/05/1998 n. 29-24570
L.R. 59/95 ulteriori indicazioni sull'applicazione del D.Lgs. 22/97 e smi

4. Energia
Legge ordinaria del Parlamento n. 10 del 09/01/1991

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REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica
Norme per lattuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale
dellenergia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 412 del 26/08/1993
Regolamento recante norme per la progettazione, l'istallazione, l'esercizio e la manutenzione
degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia in attuazione
dell'art.4, comma 4, legge 09/01/1991 n.10.
Decreto del Presidente della Repubblica n. 551 del 21/12/1999
Regolamento recante modifiche del DPR n.412/93 in materia di progettazione, istallazione,
esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei
consumi di energia.
Leggi ambientali
5. Rumore
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 01/03/1991
Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nellambiente esterno.
Legge n. 447 del 26/10/1995
Legge quadro sullinquinamento acustico.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14/11/1997
Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore.
Decreto del Ministero dell'ambiente 16/03/1996
Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico.

6. Amianto
Legge ordinaria del Parlamento n. 257 del 27/03/1992
Norme relative alla cessazione dellimpiego dellamianto.
Decreto Ministeriale del 06/09/1994
Normative e metodologie tecniche di applicazione dellart. 6, comma 3, e dellart. 12, comma
2, della Legge n. 257 del 27/03/1992, relativa alla cessazione dellimpiego dellamianto.
Decreto Legislativo del Governo n. 277 del 15/08/1991
Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n.
88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad

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REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica
agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dellart. 7 Legge n. 212 del 30 luglio
1990.
Decreto Ministeriale n. 209 del 20/08/1999
Ampliamento delle normative e delle metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi
compresi quelli per rendere innocuo lamianto, previsti dallart. 5 comma 1 lettera F della
Legge n. 257 del 27/03/1992 recante norme relative alla cessazione dellimpiego dellamianto.
Delibera del Consiglio Regionale 19/02/1996 n, 192-2709
Linee di piano regionale di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di
bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto, legge 27/03/1992 n. 257, art.10.

7. Sostanze pericolose
Decreto Legislativo del Governo n. 285 del 16/07/1998 e successive modifiche ed
integrazioni
Attuazione di direttive comunitarie in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura
dei preparati pericolosi, a norma dellart. 38 della Legge n. 128 del 24 aprile 1998.
Decreto Ministeriale n. 84 del 23/02/1988
Etichettatura speciale da applicare si sostanze e preparati pericolosi.
Decreto Legislativo n. 52 del 03/02/1997
Attuazione della direttiva 92/32/CEE concernente classificazione, imballaggio ed etichettatura
delle sostanze pericolose.
Decreto del Ministero della Sanit 04/04/1997
Attuazione dell'art.25, coomi 1 e 2, del D.Lgs. n. 52/97 concernente classificazione,
imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose relativamente alla scheda informativa
in materia di sicurezza.

8. Emissioni in atmosfera
Decreto del Presidente della Repubblica n. 203 del 24/05/1988
Attuazione delle Direttive CEE nn. 80/779, 82/884, 85/203 concernenti norme in materia di
qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto dagli
impianti industriali ai sensi dell'art. 15 della legge n. 183 del 16/04/1987.

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REGIONE PIEMONTE
Normativa ambientale applicabile al settore della plastica
Decreto del Ministero dell'Ambiente del 12/07/1990
Linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la
fissazione dei valori minimi di emissione.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 08/03/2002
Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini
dell'inquinamento atmosferico, nonch delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di
combustione.
Decreto del Ministero dell'Ambiente del 25/08/2000
Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti, ai sensi
del DPR n. 203/88.
Delibera del Consiglio Regionale del 13/12/1994 n. 946-17595
Autorizzazioni di carattere generale per le emissioni in atmosfera provenienti da impianti
nuovi, da modificare o da trasferire.

9. Sostanze lesive per l'ozono stratosferico


Legge n. 549 del 28/12/1993 e smi
Misure a tutela dell'ozono stratosferico e dell'ambiente.
Legge n. 179 del 16/06/1997
Modifiche della legge n. 549/93 recante misure a tutela dell'ozono stratosferico.
Regolamento (CE) n. 2037/2000 del 29/06/2000
Sostanze che riducono lo strato di ozono.

10. PCB-PCT
Decreto legislativo n. 209 del 22/05/1999
Attuazione della direttiva 96/59/CE relativa allo smaltimento dei policlorobifenili e dei
policlorotrifenili.

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