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RIVISTA DI GRAMMATICA GENERATIVA Volume 3 numero 1 estate 1978 cooperativa librarie editrice degli studenti dell’ universita di padova Articoli: Noam Chomsky Guglielmo Cinque RIVISTA DI GRAMMATICA GENERATIVA Volume 3, numero 1, estate 1978 Contenuti Una teoria della grammatica centrale 3- 30 La sintassi dei pronomi relati vi ‘cuit e ‘quale’ nell'itali no moderno 31-126 Note e discussioni: Adriana Belletti Strutture coordinate e posses- sivi 127-142 UNA TEORIA DELLA GRAMMATICA CENTRALE* Noam Chomsky - Massachusetts Institute of Technology Preliminaré Lo scopo principale di questa conferenza & di presentare al cuni dei presupposti e delle caratteristiche della ricerca, re- cente ed attuale in gremmatica generativa trasformazionale. In’ primo luogo, vorrei dire qualcosa sulle astrazioni che, a mio parere, sono al tempo stesso legittime ed essenziali. La prima di queste @ che dovremmo isolare le facolt. 4 linguag- gio per uno studio indipendente, concependola come un organo men tale con le sue proprieta specifiche geneticamente determinate, analogo ad altri sistemi fisici del corpo come il sistema visi- vo, il cuore, ecc. Questa, naturalmente, @ un'idealizzazione; u na quantit® di fattori extralinguistici entrano nell'uso e nel~ Lacquisizione del linguaggio. In secondo luogo, facciamo astra zione da differenze individuali. Anmettiamo che vi sia un equi: paggiamento biologico fisso, e che una parté di esso sia un si- stema di principi o condizioni sulie strutture, che potremmo con cepire come costituente lo stato iniziale del linguaggio, vale a dire, 1a facolt@ linguistica di ogni individuo. Ammettiamo che la granmatica universale (GU) sia una descrizione di questo sta to iniziale, La grammatica universale caratterizza dunque 1'e- quipaggiemento biologico fisso che fornisce lo stato iniziale del la facolt® del linguaggio. Cid che avviene nella crescita dell’ individuo @ che, sotto l'azione di stimolo e di controllo del contesto sociale, l'organo del linguaz>10 cresce e si matura in lui, raggiungendo infine, ad un certo momento, presumibilmente nella tarda infanzia, uno stato di stabilita, dopodiché i cam- biamenti sembrano essere piuttosto superficiali. La teoria che mira a caratterizzare lo stato di stabililita ® chiamata grama tica particolare. Questo ® il quadro di idealizzazioni che vorrei adottare. Lo stesso genere di ideal oni & normale, e neppure discus— 80, nello studio della struttura fisica del corpo, per esempio nello studio dell'organo della vista. La grammatica dell'individuo nello stato maturo @ conside: rata un intricato sistema di regole e principi che assegne ad o gni frase una struttura grammaticale completa con una specifica zione delle sue proprieta intrinseche semantiche e fonetiche.La GU determina le proprieta strutturali fondamentali delle grammati che, e fornisce un quadro fisso entro cui una grammatica si svi- luppa nella mente. Ia caratteristica pit sorprendente del Linguaggio umano il suo alto grado di articolazione, la sua struttura specifica © dettagliata raggiunta allo stato di stabilita sulla base di un'esperienza estremamente limitata e degenere, ed inoltre la sua straordinaria uniformita una volta raggiunto quello stato.di stabilitA. Queste propriet& generali suzgeriscono che 1a metafo ra dell'apprendimento" generalmente utalizzata parlando della erescita del linguaggio, potrebbe essere del tutto fuorviante, e che, considerando la transizione dallo stato iniziale allo stato finale, dovremmo piuttosto concepirla come analoga alla crescita e alla maturazione biologica, In breve, quando una per, sona conosce una lingua, sa enormemente di pid di quanto l'espe rienza possa averle fornito, il che indica che il contributo del L'equipaggiamento imnato deve.essere di importanza predominante, esattamente nella stessa misura che nella crescita fisica del corpo. E' possibile dunque distinguere tra conpctenza grammatica- 2 e competensa pragmatica., La prima 8 caratterizzata da una grammatica, un sistema di regole © principi. La competenza prag matica d'altro canto, consiste di regole e di principi che de- terminano 1'uso appropriato degli oggetti linguistici entro un contesto di istituzioni umane. Lo studio serio della competenza pragmatica presuppone lo studio della competenza grammaticale , cosa che diviene evidente non appena si consideri inconcreto lo studio. della competenza pragmatica. L'interesse principale di questa conferenza riguarda la competenza grammaticale: nonci si soffermera sulla‘interazione della competenza grammaticale con altri fattori. Lo stile gatiletano Gome possiamo procedere nello studio della £facolta del lin wiggio, vale a dire, nello studio della grammatica universale? Alcune delle possibili direzioni da seguire sono immediatamente evidenti, e verrebbero applicate se si avesse a che fare con un organismo indifeso, per esempio un gatto. Una delle cose essen- ziali da fare in simili casi sarebbe di costruire un ambiente speri- mentale in cui poter studiare la crescita del sistema senza trop pe variabili. Cio&, si dovrebbe cercare di isolare casi ideali di crescita del linguaggio in circostanze ideali. Per ragioni eti- che, tuttavia, nello studio del linguaggio siamo costrettiastu diare casi cosi come sono dati in natura, il che costituisce una Limi tazione che non sorge nelle scienze fisiche. Cosi, al linguista @ necessario essere pid ingegnoso; ma questo rende lo studio an affascinante!. cora pil Una implicazione di tutto cid 8 che 8 difficile costruire asserti falsificabili o scientifici, nel senso che @ possibile predisporre un test, ma poi non si pud eseguire l'esperimento . Questo tuttavia non diminuisce il contenuto empirico della teo- ria, poiché essa & falsificabile in linea di principio, ed in molti casi pud anche essere controllata in pratica: Oltre a questa limitazione, i linguisti hanno imposto bar- riere alla indagine razionale che non sarebbero tollerate nelle scienze naturali, ed anzi le distruggerebbero, se vi fossero im poste. Il salto intellettuale decisivo per le scienze avvenne nel diciassettesimo secolo, e dette luogo a cid che & stato tal volta chiamato lo stile galileiano: la costruzione dimodellima tematici astratti a cui almeno i fisici accordano un grado di realta pia alto di quello che accordano al mondo ordinario del- le sensazioni, secondo le parole del fisico Steven Weinberg.Dal diciassettesimo secolo lo stile galileiano ha contraddistinto le scienze naturali, ed @ proprio l'adozione di questo stile che ha condotto al loro enorme successo. Nel corso degli ultimi secoli le scienze naturali sono state contraddistinte dalla ricerca di principi esplicativi che valessero in circostanze altamente i- dealizzate, ed anche dalla propensione a lasciare da parte fat- ti che apparentemente confutavano i principi. Il grande succes- so delle scienze naturali moderne pud essere attribuito alla ri cerca di profondita esplicativa, cui molto frequentemente si at tribuisce maggior peso che alle inadeguatezze empiriche. Questa la vera rivoluzione intellettuale del diciassettesimo secolo. Lo stile galileiano adotta un punto di vista assai ragione vole, poiché spesso non possiamo sapere quale tipo di fatti @ pertinente per mettere a prova le teorie. Dunque, la nozione di profondita esplicativa deve essere utilizzata come congettu~ ra razionale quanto al tipo di propriet& che sono pertinenti per i modelli astratti a cui lo scienziato attribuisce un pia alto grado di realta. Perfino la grammatica assolutamente vera, se esistesse, sarebbe “confutata" da masse di contro-esempi, di nuo vo perché non sappiamo a priori qual @ il tipo giusto di prove. Quando otteniamo giudizi digrammaticalitida informatori, o conduciamo esperimenti di psicolinguistica, non sappiamo a prio ri che cosa dovrebbe essere attribuito alla competenza grammati cale, ¢ distinto da innumerevoli altri fattori. Inoltre, non vi sono parlanti che rappresentino il caso ideale di crescita del Linguayzi0 del tipo che potremmo costruire in circostanze speri mentali. Il punto importante 8 che il dominio della spiegazione teorica non @ dato a priori, ma @ esso stesso un costrutto teo- rico di alto livello. Si acquista fiducia nella pertinenza di certi esperimenti e certe osservazioni nella misura in cui essi risultano essere in correlazione con una teoria esplicativa, e permettono che una simile teoria sia resa pid profonda. 6'@ una sola alternativa a questo approccio: la collezione di farfalle, le elaborate tassonomie di sensazioni e osservazioni Anche lo studio del linguagzie pud avere la sua rivoluzio- ne galileiana, se siamo disposti a permettere che questa rivolu zione abbia luogo, e progredisca in questo modo. Sviluppi recentt Vorrei ora esplorare alcuni sviluppi recenti nel campo del la linguistica che suggeriscono 1a possibilitA che si venga a creare una situazione in cui la profonditA esplicativa diventi un fattore nella valutazione di una teoria, ed anzi, un fattore tanto significativo da sormontare prove apparentemente confutan ti. Prendendo in esame i primi lavori della grammatica generati va trasformazionale, si notera che essi erano guidati da unacer ta intuizione che mi sembra essenzialmente corretta. I,'intuizio ne era che la vasta e complessa proliferazione delle forme fra- sali pud essere spiegata fattorizzandone la complessita in due componenti fondamentali, ciascumo dei quali risulterebbe assai semplice. I1 primo componente @ un sistema di regole di base a~ stratte che caratterizza cid che viene chiamato "strutture pro~ fonde", nelle quali le relazioni grammaticali fondamentali sono espresse direttamente, e il secondo componente @ un sistema di regole trasformazionali che proiettano le strutture profonde su forme superficiali, le quali forniscono la base per (almeno) le realizzazioni fonetiche. Si affermava inoltre che distinguendo questi due componenti grammaticali separati ed interagenti si po tevano scoprire i fattori che determinano le propriet& semanti che delle frasi, nella misura in cui esse appartengovo alla fa- colt del linguaggio. Vi & una analogia cov i lavori imiziali nel campo che @ og gi chiamato "fonologia geverativa". In questo campo si ipotizza che il lessico di una lingua costituisca uma sorta di interfac~ cia tra la fonetica da una parte, e la sintassi e la semantica dall'altra. Se consideriamo la variazione morfofonologica . in, per esempio., electric - electricity -electriciané razionale i potizzare che vi sia un solo elemento lessicale astratto che ha alcune propriet@ semantiche e sintattiche, ed anche una forma fo nologica (morfofonemica) astratta. Le tegole che danno le varia joni semantiche sono assai arbitrarie ed idiosincratiche, men~ tre le regole che danno le variazioni fonetiche sembrano as sai profonde ed umiformi, e sembrano avere propriet® interessan ti. Questa @ una differenza tipica tra i due sistemi di regole. Questa 8 anche una delle ragioni per cui la fonologia resta un argomento intellettualmente significativo in un senso in cui, La semantica non lo &. La rappresentazione fonologica astratta & proiettata su varie rappresentazioni fonetiche da una serie di regole fonologiche. GLi outputs fonetici sono vari e complessi, ma i due componenti che determinano L'output fonetico sono sem plici ed eleganti, e riflettono principi generali che apparten- gono ad un grado pid alto e astratto di realta. Questi due com- ponenti sono il sistema delle regole fonologiche che operano su vappresentazioni mentali astratte, e il sistema delle forme les sicali, che si discosta appena da un qualche sistema’non marca~ to di forme idealiy 1"insieme nel suo complesso ha proprieta si stematiche che sono oscurate nelle rappresentazioni fonetiche in quanto tali. Questo & il punto di vista della fonologia genera- tiva, e su questa base fu sviluppato il modello della .sintassi generativa. Cosi, possiamo concepire le strutture di base, lere gole trasformazionali e le forme superficiali come analoghe, ri spettivamente, alle rappresentazioni fonologiche astratte, alle regole fonologiche e alle rappresentazioni fonetiche. Un elemento della grammatica tradizionale, sviluppato dal Circolo di Praga, @ la teoria della marcatezza. Questa nozione & assai familiare nel campo della fonologia e della morfologia. I paradigmi regolari rifiettono le regolarit@ pit profonde e ba sithe. Analogamente, la complessita del sistema fonetico riflet teun ‘centro’ di regole e strutture sottostanti meno marcate, e generalmente una 'periferia' dieccezioni. Sembra assai sensato e stendere simili idee allo studio della sintassi, in particolare ineludendovi lo studio della sintaset della forma logiea, che tra a di alcune proprieta della semantica sistematica del lin- slo naturale, ed @ percid spesso chiamata, in maniera fuor~ eu viante, “semantica", Possiamo concepire 1a sintassi di una lin- gua come una sorta di struttura stratificata, proprio nelmodo in cui abbiamo analizzato 1a complessita delle forme superficiali delle rappresentazioni fonetiche e sintattiche in termini di strutture di base e di regole che vi si applicano iterativamen- te. Possiamo quindi concepire i sistemi stessi come appartenen- tia diversi tipi: in primo luogo una granmatica centrale con strutture non mareate e regole di grande semplicita e, seconda~ riamente, una periferia di strutture e processi grawmaticali spe ciali e spesso assai pit complicati. La grammatica universale specifichera in primo luogo 1a variet@ permessa delle grammati che centrali e, in secondo luogo, l'ambito dei meccanismi che possono essere utilizzati quando ci si allontana dalla grammati ca centrale. La teoria della grammatica centrale dovrebbe forni 10 re principi fondamentali con determinati parametri. Per esempio, la teoria della graumatica centrale potrebbe specificare che la base deve consistere di una qualche versione dellateoria X- barra (&), come principio generale con parametri che potrebbero avere a che fare con l'ordine sottostante dei costituenti*. Forse, 10 stesso ordine di base @ una opzione permessa, ma non richiesta dalla grammatica centrale. Se si considerano le cose in questo modo, 1'acquisizione del linguaggio comporta diversi passi: dapprima la identifica~ zione dei parametri della grammatica centrale, e secondariamen~ te l'apprendimento di specifiche regole marcate e di strutture che si discostano dalla grammatica centrale in una data lingua. E’ possibile che le stesse opzioni della grammatica centrale , per es., le opzioni di ordine, possono éssere stratificate in aceordo con una teoria della marcatezza. Vi sono lavori sull'or dine dei costituenti nel linguaggio dei bambini e nelle lingue creole che sono indicativi a questo riguardo. La grammatica cen- trale ha una struttura rigida i cui meccanismi espressivi sono limitati. Essa incorpora dei principi di computazione . mentale che interagiscono per fornire lo scheletro essenziale su cui la lingua 6 costituita, producendo in effetti il sistema fondamen- tale delle costruzioni e la grande varieta delle espressioni in terpretate, ma non l'intera ricchezza del linguaggio. Possiamo ‘considerare il lavoro degli ultimi anni come una sorta di progresso erratico verso una teoria della grammatica centrale: si consideri per esempio il lavoro sulla teoria X al fine di restringere la variet& delle possibili strutture di ba~ se (anche se aspetti specifici della questione rimangono assai controversi), 0 la stessa nozione di regola trasformazionale. I primi lavori su questa nozione miravano a sviluppare un concet~ to di regola trasformazionale che fosse abbastanza ricco da su~ perare un'ampia gamma di difficolt@ che sorgevano quando si ten qn tava di applicare alle lingue naturali una teoria sistematica della struttura sintagmatica’. La meta era fin dall'inizio cid che fu chiamato adeguateaza esplicativa, ma il concetto di rego la trasformazionale proposto nei primi lavori era eccessivamen- te ricco in potere espressivo, poiché permetteva un ambito trop po ampio di grammatiche possibili, e lasciava quindi ancora as- sai lontano quello che doveva essere il fine essenziale, vale a dire, spiegare’ come una conoscenza dettagliata altamente speci- fica sia di fatto conseguita sulla base di una limitata disponi, bilita di dati. Vi era una ragione per questa sovrabbondanza con cettuale, poiché sembrava necessario razsiungere un qualche ti~ po di adeguatezza descrittiva; ma i lavori successivi hanno mo- strato progressivamente come la sovrabbondanza concettuale pos- a de- sa essere ridotta senza perdita essenziale di adeguate: scrittiva. Si considerino per esempio le interrogative W (1) Who did you see? (chi hai visto?) (2) To whom did you give the present? (A chi hai dato il regalo?) In questi casi, un sintagma WH @ stato posto in posizione iniziale di una struttura frasale che contiene un vuoto, cioa il posto in cui un sintagma che corrisponde al sintagma WH appari, rebbe nella frase dichiarativa corrispondente. Questi fatti es- senziali possono essere espressi da una regola trasformazionale che sposta un sintagma WH a quella che & chiamata la posizione “complementatore” alla sua sinistra*. Fin dall'inizio si noto che questa regola non avrebbe funzionato cosi com'era, e che dove- va essere fornita di una quantita di restrizioni. Prendiamo per esempio la frase 2 (3) Your interest in Bill surprised me (11 tuo interesse in (nei confronti di) Bill mi ha sorpreso) e cerchiamo di porre 1a domanda sulla posizione in cui appare imile a (4) o a (5): Bill, ottenendo qualcosa di (4) *Whom did your interest in surprise me? (Chi il tuo interesse nei confronti di mi ha sorpreso?) (5) *In whom did your interest surprise me? Qlei confronti di chi il tuo interesse mi ha sorpreso?) Queste frasi devono essere eliminate in qualche modo, il che implica che non possiamo semplicemente dire "si sposti un sintagma WH e lo si collochi in posizione iniziale", poiché que sta formilaz ione dA un risultato sbagliato in (4).e (5). Negla anni Cinquanta le restrizioni appropriate erano in- corporate nella regola trasformazionale stessa, in quella parte della regola che era chiamata indice o descrizione strutturale, e che esprimeva direttamente l'insieme di costruzioni in cui il movimento di WH poteva applicarsi. Per poter far questo, era ne cessario incorporare ricchi strumenti descrittivi nella teoria, essenzialmente quegli strumenti che sono presentati nelle varie formalizzazioni che sono state sviluppate della teoria della gramatica trasformazionale, tra le quali la pid nota @ quella diPeterse Ritchie (1973). Ma questa ricchezza di strumenti spressivi, benché apparentemente necessaria per render conto di- rettamente delle restrizion1 sull'applicazione delle regole, la sciava ancora lontana la meta dell'adeguatezza esplicativa, 0, da un altro punto di vista, lasciava lontana una spiegazione dei fondamenti dell'acquisizione del linguaggio (poiché vi erano a disposizione troppi sistemi possibili). Negli ultimi quindici o venti anni si @ prodotto uno sforzo considerevole,diretto, con qualche successo, a ridurre la ricchezza dei mezzi descrittivi

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