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AL SERENISSIMO
P R E N C P E 1

EMANVELLE FILIBERTO.
D V C A DI SAVOIA.

Avendo i o , Serenissi-
rao Prencipe , gi alquanti anni
a dietro difcritta la ulta del gran
Carlo Quinto, & intitolatala al-
r A Itezza uoflra: ella il per co n>
tenerli in lei i fatti di quello Ila.
golarirsimo Imperadore j come,
per portar nella Tua fronte il fe-
licifsimo nome di uodra Serenit , ha hauuto coli pro-
fpero fuccedimento , che gi piu uolte sc riHampata.
nde ,
li come in tutte le lue impreslioni c Hata rico-. I

'
nolciura per col dedicata alla uoOra Altezza ; laquale M
per il fuo infinito ualorc fu tanto grata Carlo , mco-'
'
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,

tre, chegli uifle : col c conueneuole, che bora in que-


lla quarta editione, nella quale ho aggiunto in piuluo
ghi molte col necelTane , e ridottala in meglio ;
e infi-
no aitante che gli huomini di tutta la Europa laran-
,

np contenti di leggerla , fia honorata del medefimo fuQ


nme , efindo uoftra Altezza grande di fiato , & in-

comparabile di ualore. Di che meno da nurau


gliarfi ,
confiderandofi la Illufirilsima e Serenisfima
cd& donde c difeefa
, . Che p>er tacere del fuo inuittiH
fimo e gcandisfimo padre: chi non l, come io disfi nel
(che douendo difeorrer per le ifielTe lau-
laltra epifiola

di mi conuiene ufar le fielTe prole ) chi non l dico ;


,

chel gran Beroaldo, che ful primo , che di Lamagna


trafport la fede nel Regno de Sauoini , difccl daTar
quilindio. Primo Re Chriftiano de' Germani ; e , co-
me egli fu figliuolo dun figliuolo del fecondo Othone,
proneple'del printo Othone , figliuolo dun fratello
del terzo Othone : iquali furono tre Impcradori della
nobilisfima famiglia di SalFdnia f Delle prodezze e
iplendrdisfime uitrorie delqual Beroaldo le hiftorie del
ualor Germanico ne fono ripiene . Efindo adunque
proprio dellAltezza uofira lo illufirareigran Re egli
Imperador ,
dee parimente difender ,
come io dico ^
non pur la memoria di esfi ma le fatiche di coloro ,

elle a perpetua memoria de gli fiesfi hanno Icrirto la

uiia e fatti loroi confiderandofi fpetialmente , che


;

non (lo innanzia Beroaldo ma anco da indi in poi ,

che nellImperio e nel Ducato di Sauoiai nofiri auoli


pofro la mano , none fiata qualit grande & heroU
ca.
ca ,
dliclcrata nei Principi , che in loro glribiamen*.
tc non l ila trouata con benefcio& ammiradone uni*
uerlle . Che diremo noi della Sancir della uita, e del>
Icalteimprel? eflendo fiata Tempre propisfima della
uoflracafa la religione, ladiuotione, l'humilr elaca*
rit; come s' del continuo ueduto in tante opere piilsi*
me di limoline, come di fondatione di tanti opulen-
, l

tislmiebene ordinati Monalleri : incominciando da


Omberto terzo ,
Pietro Primo , Filippo Primo ; dal-
grande Amedio quarto, & Amedio Sello Prencipi di
Sauoia ; dal beato Amedio, che hebbe il titolo di primo
Duca, da Amedio Tuo nipote da Lodouico Tuo fighuo ,

lo, e da tutti gli altri de quali ne Furono molti non pur


:

tenuti,ma canonizati per Santi . E di quelle coll Tegna-


lateepieuirtu riTplendono hoggidi non pur le hiHo-
rie , ma le iftelTe operationi :
poTcia , chc flato ueduto
Rhodi , chiaue della Chriflianit dueuolte ricouera- ,

coda gTinfedeli dal ualoredegliauolidi V. Altezza,


ficaltretante Coflantinopoli : lequali citt tanto rima*
lero llcure dalla Tirannide de Turchi; quanto i uo-
ftri preceflbri hanno lgnoreggiato TAcaia e la Mo-
rr. La onde Tu loro conueneuolmente per cornuti
conlntimento dePrencipi Chrilliani dato nelle ma-
ni lo flendardo di Christo. Come fi ad Ame-
dio , fecondo figliuolo di Omberto lcondo,e ad Amo.
dio fllo , figliuolo dAmedio quarto : ilquale flendar-
do Tu da loro amminillrato con tanto beneficio della
Chrifliana Republica , che uguale , non che Tuperio-
re , non hanno i Chrilliani marnai riceuuto . Onde
^ ** iii
trouandofi hoggid nelle mani di V. Altezza oltre al-
rannelio di San Mauritio , e tante altre reliquie de*
Santi ,
il Santisiimo Sudario , oue c la uera & ellentiale
imagine di Chriflo, efpreffa e dipinta col fuo preciofiC.
limo Sangue , dobbiamo iflimare, cheladiuinithab^
bia eletto cotefto albergo e perpetuo doniialio , come
quello, che a lei aggrada piu di ciafcunaltro . Ilperche
elToniiracolofamenrc aChiamberi l conferu dall'in-
cendio e dal fuoco , & a VerceUi dalle mani deni-
mici: nella guifa , che parimente nella ruccefsion Tua
nel Ducato di Sauoia fi fono faluate tante Prouinde.
E per chiarislimo dimollramento , che elle lano per-
uenure nella cafa fua , e nella fua perfona con tanto giu-
(lislmo titolo , quanto altro flato da alcun Prencipe
li pofledclTegiamai ;
ecco , che la Diuina giullitia. non
ha patito ,
Altezza piu lungamente nc rima-
cne
nelTe priuo anzi per la particoJar protettione , cheti-
:

la ha prefo della fua perlbna , alhora miracololmen-


tein quelle lha rellituita ,
quando meno per opera hu-
manAli potcua fperare . E st ben uduto chiaramen-
te , quanto V. Altezza lia cara a Dio: chefubito che j

ella egiunta nel Piemonte , con la fu infinita pruden-

za & inellimabile ualore ha rendutoalla fede Catho-


lica alcune ualli de'fuoi flati; lequab non Ihaucuana

mai interamente riceuuta tutto , che gli habttatui fof


:

fero fiati per adietro non folo confortati a ci con le


parole , ma anco fiimolati con le arme . Onde , fi co-
me lAltezza V. rimala in tutte le parti dello fplen-

dorc della difciplina militare herede della perfetta co-

.1
' gnitione.

oo.
,

, che n'hebbe Ccfarc , nella guifa che


gniriottc
moftro m diuerfcimprcfe; e fpecialmeate in xjuel^vdfj
San Quintino j nella quale fi attribiiifce principalmen-yj,
fe alla fua mirabil pruderiza , & inuitto ualorc , la
penda rotta ddleferdto Francefc , e della prefa di
quel
la fortisfima citt.; coli ha per fua prirpa elj^ttipne ifpi!^
,
rara da Iddio ,
di rimaner Tempra religiofifsinio difenj^
for della fant fede ,i non (blo a^ imiratiope eUennpijipf
di Carlo Q^vinto ma per. lantico , .iofaqgu^
c nera fuccesfione poi che in lei c;ome in chiarisfmi|J
;

fpecchio , rifplendano tutte ie uirtp di jCefre . Di quf


ilReCatholico non purfiuede amare, ma ammirare
cfublimar V. Altezza con tutte le forze fue; e come
,
il padre comuniccon
efib lei le belle parti dellani-
moe del ualorej coli il fuo gran figliuolo far della
potenza e de i Regni; e do non (qiamwtp
per due
Itretti legami
, che fono del fanguee de giroblighr/

ma per propria magnanimit & elettione. E come


,
potr io dubitar, che Vw Altezza non
prendala pro-
tetrione di quella mia honoratisfima
fatica (dico hono*
ratisfima per la qualit del lggetro
,
che in le contie-
ne >fe ella a frujgio di Cefare, e per correre
inuiola-
bilmentecon fua Maell una medefima fortuna
, non
ha hauuto rifpetto dalla li>a fanciullezza infino a que-
,

lla et di porre a rifco la propria uita in tutte le guer-


re , nelle quali lha accompagnato
e feruito , non che
di perder le tanto larghe,
belle, amenisfime fue Pro-&
uincie i deile quali percagiondi
cofi fatto feruigioin-
torno allo fpatio di uenticinque
anni n c Hata cacciata
che di altra frinuiolabil fede ne le antiche
di ftianier a ,

Hfftoriefarthomentione, nctilenefu giamai prouata


'Bifidcroroio dunque,.*
Ue eTberimentata daCefarcf*
cagioni foura dette di moftrarc a V. Altezza
ltre alle
qualche regno del mio fincerisfimo
anim , e della na-
turai diuotione , chio
portai fcmpre allincomparabile

filo ualore , fi come nelle altre ibmpe ,


cofi in quefta

ho uolutoa lei dedicar quefta mia fatica , laquale effen-


effendo ftata grata al mondo fpero, che
fara
do grata
uoftra altezza: Di Vcneiia
tota parimente alla ^

Ai xxnii. di Ottobre, mdlxv. -i

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On m\ rut/coflo t ytiignifirm Littori,^


<fUMmfta dtfjicdc i pmgUofk mprtj it
porft^^ firttttrei
fitti ds*jTuoi tempi, 'f

rPercioche anime che


, lo fmttore pu9
informato delle cefi,
Odelle^Mii prendi
//
a trattare .
E, f pu-
rene ha buona mfirmaUone uoUndo
, , crnei fio ufficio
, Ciri.
n*rttluero offende UptumUe
non fila ^ueDi, chele hanno
operate, eda itjuabftprende la materia delle
htftone , nut^

oleum gli i.
^>,u mufmu.eehiam.'ukra.fiturtam mlleggm^

e<om<kkfir,,n,nm perlugiarde, c
malhLbre.
putm.
^t'^'>,c>tpfimiromuintlkgmrre,.hanmh.
umoprancu mtk ma de Trmepi.
f^uamee^mutodu on. Dm lofi dire e

(---r^lmcmeurueiMM.ehef.fUiZL

I
,,

^UHraniert :finta, che ilfin degtHifiorici, per ehmoftrari.


me d'ingegno , e grandezj:fi di tloquenta ,
nonno omphfcondo
topere , cofi uirtuofi , come trifle . llche diede ad alcuni acca-
fione di dire , che ne Ottauiano zAugufio fu cofi buon Prencipe,
come lo fanno gHiifiorki : ne 1>Jerone , cofi maluagio\~come
fi
legge . La onde io nella difirittione della uita di (farlo }mnto
mperadore digloriofifiima memoria , temerei d'incorrer nel me
dtfimo pericolo , odio , c'ho detto difipra : fi due cofi non mi

confirtafjtro. L'ima , ch'io non ho firitto di lui cofa , che pri-


ma nonfta ilota detta ofiritta da huomini intendenufimi e fin
cerifiimt, Kjualt commune openione, c'haUiano e intefaefirit
ta la uerit . L'altra , ch'io rmfin meffi afiriuer d'uno Impe-
radori, i cui fatti nonfipoffino accrefier per ua di artificio Ffie-

urico , nt fiemar per morfi da malignit , o mancamento din-


gfgno: ptrcioche eglino da fi medtfimi fino cofi tOufiri , e fa-

lai a tanto colmo di gloria , che non fi pu adombrar parte aL


cuna della loro ch'iarezj^', he ui arrtua l'inuidta . Okre,che ef-

fndo IO nato e ere fimo in Italia , uengo a ejfir Ubero dal fiffiet-

to della affi mone gl' Italiani nella gloria hanno cagione


.

d'inuidiar , ne meno d'odiar ueruna natione, efjtndo flangia


'Domatori e trionftori deimondo: e finta l'aita loro parean-
cor a hoggtdi , che non fipoffa fare impref, ne fitto d'arme, che
a buonfine fi conduca . Ma, fe pure in tjuache cofa\ o per negli
genza,o per effirm rapportato a chi cofi haferino , hauefii erra-

to,m mento perdono : tanto piu che io non ho do fitto


(jutfto io

per pungere alcuno , o per non dar le debite laudi a chi merita
ma con mtentionc e f ima di dire il u&o Quanto ad altre op
.

poftioni, che mi fpotrebbeno fare , rimetto chi Ugge al princi-


pio.ditfiauita. t
^
. .
SONETTO DEL SIGNOR'
COMMENDATORE ANN IB AL
CARO, IN, MORTE DI CJ

'
C aXl 0 1 HT O.

L>0^ lyiU'IO tv CLVE


fii. ^ran nome
S'inchim ogni terrena potevate ,

Ogn'htjioria ne ferma , ^ ogni etate

Sopra (to^ni altro Heroe l*honori e nome,


ome egli ha uinto initti 'Rfgt , ^ come
B popoli , ^
fU l^roumcte fchiere armate ,
Ef terre untjua nonaufte ^ non ,
penfate ;

Etfi medefmo , le fite uoglie ha dome .


/ l mondo il f , che ne Hupifce ^e'I Sole ^

che con inuidia , ^ marauigha il uide

(jir fico intorno a la terre(ire mote 5


MI gi corfa bora m Ciel con Dia s*apde i
,

Et lei d'alto mirando i^Ufe fle ,


Ter te, le due fiofudat tanto } ^ ride,.
, :
r

O., Q.VEL SEMPRE INr


unto alto ualorCf

flli da T) IO fla gradito.


Sottra l'ufi mortale c corfi e gito

'Dei termini, chepofe hercoU , fuort


Quinciftpicciolcerchio a tampio ionore.
fra mortaU , anzi infinito
Atto quefio del mondo immenf fito,
'Didondt nafic ilgiorno, ou'eglimore,
S piego tz/4<juila tuagli audactitanr,

Oue piufialda il Sole , e affredda d gelo,


B tremar fe l'OccaJ e tOriente .

oyilfih carco di gloria piu , che d'anni,


Vinc 'uor di te fiejj , e d'ogni gente ,

Sotto di ^ar con poi, uolafltalc'iek*

I
. 1 , . . 1

u wriri'3 ttv-n

ili

Bocca- a Cerefila,
memo del "Pa- .Altembur doue 4
pa e deltimpe .Alnaro Sandeo . io z
radere a Bt^e .Anda caccia del Bggno di Tunigi il
to.acar. loo padre. 107
^braim Ba- Mnafo fiume > 5 1
fcid. 50 .Andrea Boria fi accofla altimperar,
Accordo di Carlo Qu^o fatto co'l dor ,e fa ribellar Genona ai I{e
- I{e di Francia a 7{pion . 3 di Francia. 43
Adriano FiamingOt che poi fu Car- Andrea Boria prende Corone. 54
dinale e Papa, Ma^ro in lettere Andrea Boria foccorre Corone 5 7
aCarloQtmo. io Andrea Boria Capitano deliarmata
jfdriano lafciato da Carlo Qmnto al deU'Imperadore . 8
gonemo della Spagna 14 Andrea Boria fi ritira con l'armata
Jfdriano creato Papa. 37 dal Prior di Capoua . 1 47
^Ibi fiume. jji Antonio da Lena, e Alfqnfo etAita-
vdlefiandro de' Medici creato Dnca lo , Marchefe del Cuafio, creati
di Fiorem ^ . 48 alla amtninifiration dello Slato di
^dlejfandro Famefe creato Pontefi- Melano . j5
ce, e chiamato Papa Paolo ter- Apparecchi della guerra de' Germa-

Xp. 60 ni centra ilmperadore 321


Marchefe del Cuafio foccor-
vdlforfi) Aqnifgrana . 1 5

regtImperiali inPiemonte. 75 Arrigo Be d'Inghilterra rifiuta Ca-


/ilfonfo Marchefe del Gnafto rotto
'
ter ina figliuola di Ferdinando Bg
#
. . . . , 1 . . .

rjlVOlJt DELL^ VITA DI


di^agna 55 no pagati per ifoldati certafomm'di
^ririgo rende Bologna al I{ di Tran danari. 19
eia. *15
.jfrrigo creato l{e di Francia fa oppa
C
fcfhi (ontra Pimperadore. cor.
.Colorii
4 rrgo Fedi Francia
%
ritma la lega C 22
lleliedijoriietia

Carlo, finto e'iBF- i Trancia

congliStxgeri
jlfcanio della Corgna fi pone afer-
Cagkm che meffro *Pdpa Leone afar
uigi di Ferdinando* -
*54 lega con Cario Quinto, car. 23
^flutiadiCefareda 'Napoli per ha- Cagione , per laquale Cimperadore
ei i Trancia non uetmero a
uerTurino* 9^ BF
jlttioni prime di Carlo Qtnnto netta
giornata. 113
Spagta 1 Canonici ordinati da Leopoldo, car. %

*Anari chiamati Hwmi J Cardinale d.Augufla. 138


jCufiria anticamente gouemata da Careflia netta Germania. 83
Marcbeft &
a qual tempo , s Carlo MagtO tnfegli Fngheri.car.i
CarhQmntoBF di trancia cognomi^
B ^ natolttuftre. ^9
Carlo Quinto di cui edoue nacque 9
Carlo QumtOt quando nacque iO
^rbarossa nelBsgMdi
B Tunigi fortifica la Goletta
Barbaroffa figge a Bona,
6o
y
Carlo Quinto herede di quali BFgP*
IO
Barbarffa prende porto Hercole Carlo Qiantoriceuuto aJdajntnmiflro,
4om detta Spagna. 12
l IO
Barotti di Trancia uccifi nella fr^a Carlo Quinto uain it^biUerrat e Jit
lega eoa Henrico . 18
del Be rrancejco 3 *
Bartolomeo i.Almano rompe Snr^ Carlo quinto ua a Mantoua 46
^ni. Carlo Quinto firifolue di combattei:
a9 Tunigi. 6$
Benignit del Be Francefeo
Bertta ducale crinita , 6 Carlo Q^o peruiene .a Fagliadolit

BffoCorfale. 155 165


Bolla d'oro. 15 Carlo Quinto ridotto tra i Monaci di
Bonifacio . 88 fan Girolamo netta Trouincia dE
28 Sbremadura. *<^5
Borbone ribetta al BF i Trancia
Borbone contra la uolont di Carlo na Carlo Quinto riha Gante. 84
alla uolta di Bont. 39 Carlo quinto fa giurar per BF Filippo
Borbone mette a facco P^nciglume fuo figliuolo ai Baroni detta Spa-

40 gna. 99
Borbone chtedct che da Clementefila- Co^ Qufnto delibera ritirarfi a uita
foletaria
. . 5

i/# Il I 0 fi r T TiToli
? foletaria efaiua . 1 6a : Ctf807<J^4.
;

fj
XirloQubtr tmttMrFerrmtttGfh Carlo Quinto da per moglie a Mafii-
:(^a '&alniOtpitamfaffmIta '
miliano fuo nipote Maria fua pri-
'''
tiais'
ma figliuola J41
Carlo Qiito altimprefa di Tttm^ Carlo Quao renunciaaFilippo fuo
figliuolo tutti tfuoi Begni. car,
Carlo Qt^Osdi (jwle eti dopo la 163
** morte di Ferdinando . t; n Carlo Q^o rimette Muleafem net
Carlo Quinto incoronato in Bologna Begno diTumgi. 67
'44
* ' Carlo Quinto moue guerra a F. Lan-
Cr/o Quinto na a eonhatter la Fran grauio,e al Duca di Sa/fonia,
eia. 7 * 7 Carlo Quinto prende ifocrometai del
Carlo Quinto fi ritira a Gettona, car, la ChiefauicinoaUa morte . tS
Carlo Quinto priua il DucadiSaffo^
74 ,
,
'CtioQt^ouatnlamagtu.' .'45 nia della dignit di Eiettore 0110
Crie Quinto rinuntia {imperio Ftr Carlo Quinto comand , che i libri di
dinando. 16^ Martino Luthero fodero abbrucia
Carlo Qt^o prende Editto 158 n ir
Carlo Quinto ritorna in Ijpapia. 56 Carlo Quao ua aWnprefa di Lan-
Carlo Qmrtto u centra U Duca di dres) . 103
'
Cleues. 99 Carlo Qtfao prefegrandifsno dolo-
Carlo Q^nioaceommiata Filippo fuo re della prefadiBpma 141
figliuolo
"
164 Carlo Quinto da Crijlema fua nipote
Carlo Quatto perutene al porto di La per moglie a F. sforza Duca di Me
-'> redo.'
164 lano
Carlo'Q^nto e'i Bf di Francia (Agli Carlo quintana a Genoua. 99
eferciti uicini per combattere tu Carlo Quintofa ad alcuni Trencipi I-
Carlo Qmnto delibera difarfmpre- talianifegiulatidoni per render-
fa diTumgi &
ha aiuto da Papa fegli piu amici 59
^''iPaoloTercio. 61 Carlo Qt^oinuidiato dalla Fortuna
Carlo Qmnto ua a Bpmayeduolfialla 136
frefenz^ del Tapa,che'l BfdiFra Carlo Quinto entra in Mugufia. car,
aia hauejfe rotto-faccordo di Ma- 156
drid. 70 Carlo Quinto offdiaMez. *57
Carlo Quinto honorato in Tiapoli 6 8 Carlo Quao finendo Cnpeto di
Carlo Quao sfida Francefeo Be di Maurilio, fi ritira a yilacco. cari
Francia. 42 150
Carlo Quinto ua da capo ndla Fran- Carlo Qmnto eletto Imperadore t 1
cia. Ito Carlo Q^to Ijouuta la'nuouadeli
Carlo Qnmto e'il^e di Francia sabboc prefa del BS Francia ,fe ne dol-
*** ij
' .

T.ArOljt DEll^ riTid pi


^ ~ -32
f; e uolfe tawmo alla pace . dor
.

<r I.

Carlo di Lamia 38 Ccromtre , che fi danno allImpera-


Carlo di Lamia rotto daltarmata del '
dor, quello, che fitgptificano
45
Tapa 39 Cofe terminate nella Dieta di Ratitbo
Carlo Ceurio maefiro neUa difcipUna na j pj .

delle ar/tte dt Carlo Quinto 10 Cofmo de Medici creato Duca di tio-


Caffot capitam de caualli Turchi 5z rekga ' -j6 ,

Caterina figliuola di LoretK^ de Me- Cofmo Duca di tiorem^ aiutaglJm-


dici data per moglie ad .Arrigofe- periali a Melano 109
condo genito del di trancia 58 Citt refe all'Jmperadore 129
Cefare tera mjca mandato dalTlm- Crudelt di Barbarolfa 66
peradore in Italia con lettere ferii
te a Tapa Clemente 39
Cbiefa fabricata in lungheria da Cor
loMagm
Chrijloforo Canale prende Bifo Cor-
fale
3

155
D ieta ordinata dall
Carlo Quinto intorno
de Lutfjerani
jmperadom
alle cofe

iS
Clemente Tapa ferine allImperadore Dieta in Ratisbona per capon delle

la cacone > che lo haueua aliena- cofede Lutherani 48


to da lui 54 Dieta in yormatia fopra le cofe deU^
Clemetue da Colotmeft sfango ari- religione py
couerarft nel Cafelio di Sant.An- DietadiLat^auioe daltri Trincipi
gelo 18 Germani in Schemelcaldo cor.
Clemente fi ricouer in Oruieto 41 117
Clemente fa lega col B^e di fronda Dioclctianolafciando l'Imperio fi ri-
dt^e a uita priuata e foletaria .
57
Colomtefi prendono cantra Clemente .161
learme 58 Difeordia per le herefie in Inghilter-
Conditiot della lega traTapa Leone, .
ra.. . ..1/ , 141
eCarloQuinto 23 Diferittione della Coletta. 63
Conditione propofia da Tapa Taalo al Don Ferrante fi giufUfica a Carlo
flmperadore eal J{e di trancia Quinto. 163
Dragut Corfale 147
Congiura di Ci. luigi tlifco per pren Duca di Cleues hauendo ribellato all

dereCenoua perii di trancia Imperadore fa genti nella Francia


96
(onttouerfta tra Clemente Cr .Alfon- Duca di Cleues combatte .Anuerfa,
joLluca di terrara 46 neiapMohauere 97
Corona Boflntta 6 Duca di Cleuesfi rende alilmperado-
Corona dmleacquifiata daltJmpera- rr. lot
Dura
. . . . 1 . .

'
I I

hwri^f ddSlwperMore tot .-.peradore. - 1 119


Filippo Langramo e'iDuca di Simonia
condmnati alk pena del bando Jm
pcriale. . no
sercito de'Germtd tontra tJm- Filippo Langrauio cerca occafionedi

E feradore. 114 .nimicrfirimperadore. car.


Strog^ mouendo guerra eU
Filippo
5 8

Duca Cqfno , fatto prigione .76


Filiberto Duca di ftuaia. 1^9
^britio Maramaldo . S Fiorentini non fi potendo fofienere fi

F famigliadi ha jpurg, i donde ha


hauuto origine Carlo Quinto . 8
accordano conTapaClemente
FrancefCo Maria Duca dF'rbino Ca-
47

Fatti del Marchefe del Guafto. cor,, pitano de'yinitiam 36


loy Francefeo Marchefe di SalKQip. car.
Federigo Gonxaga ottem^ titolo di 56
Duca. 4^ Francefeo Sforma affegna tutte Je fue
Federigo Duca di-Saffoma , e Filippo citt al Marchefe di Tefcara,rite-
Langrauio antichi nimici della cor- nendo folameiue il Caflello 33
fa d'.AuJlria 48 Francefeo Sfonda pajja nel campo del
Ferdinando I{e di Spagna materno la lega. 37
^ auolo di Carlo Quinto . 9 Francefeo sforma muefUto del Duca-
Ferdinando lafci herede la figliuola to di Melano. 37

Ciouanna di tutti i fuoi Hegni . 1 Francefeo Sfor:^ d il Caflello agl


Ferdinando per prenderla coronana Imperiali con patto di dargli Co-
uiginl^gna. 11 mojilifuale poi non gli dato 36
Ferdinando fratello di Carlo f' . crea- Francefeo Sfon^ affediatodaglilm
to l{e 4e'l{pmani . 46 periali net creilo di 33 Melano
Figliuoli di ^idiger 5 Francefeo Sfon^ r hnejfo nello fta-
FilippoJrateUo di Carlo Quinto Ff di . to. 44
Francia . 9 FraruefiafledianoTlrr^. 105
Filippo figliuolo deit Imperadoreto Francefeo di Francia pratica di

cinquantanoue Galee paffa a Ge- mauernuoua guerra alllmperado


noua 141 re. 84
Filippo Fe di fpagta eletto dalla Fei- Francefeo Fpdi Francia uettouagUa
na Maria per cdnforte e FS d'In- Landres. 104
ghilterra. 160 Francefeo Ff di Francia ottien Me-
Filippo Lagrauiofiapprefenta altim lano . ^o
peradore, & fatto prigione. 1 Francefeo Fedi Francia uien la pri-
Filippo Langrauio , e Gio. Fed. Duca ma uolta in Italia per l'acquiflodi
di Saffmia congiurano cantra l lm MeUmo. t9

J
. ,

TjfVOLJt HI-LtA VITA DI


ftJMcefco Ss di Francia prende EM- Giuramento di Borbtnt a Melanefi
no.

7i 35
Francefc Ss di Francia condotto fri Ciujiificatione deWlmperadorea Ta~
gione in Ijpaffu . 3* pa Clemente. 44
francefco Ss di Francia fpefa HeUo^ cd^eria mnmiraglio di more del SS
noraforeiladelllmpcrodore. 4J diFrancia. 28
Prancefco SS ^ FratKta riha Melano Crag, Lintgf e Vienna come poBe 5 z
'
8 Guerra di Tarma . 145
Guerra cantra Arrigo etImperado-
francefco SS di Franciafamauo efet
cito per tornare in Italia al racqtd re. 'av. 14^
flo di Melano. 27 Cuerradel SS ^ Frauda ne'coifiwi
francefco Se di Francia neltjmperid deilaFiandra, 155
compeutordi Carlo Quinto, i j Cuicciardino gouemator di Leone in

francefco Se di Francia dimanda Ce seggio. . i 4


nona, e sbandifee i Genouefi di Fra Guido Sangoue combatteGenoua. 75
eia. 55 Guing combattuta da Abraim 5x

fracefeo Se di Francia muoue guerra


~ aCarloDucadiSauoia.car....68 H .

fancefeo se de Francia hebbe piuto-


Jo damto , che utile dalle armate
Turchefehe. 98 H Enrico e Toppone fidinoli di
Leopoldo, 6
Henrico cognominato Subdio fecour
fratuefeo Ss di Francia pofio in liber
doMarcbefedAuSlria. 6
t 3
Honore fatto dal SS di Francia alLlm
C peradore in Acqua morta .
.
80 ; .

Honore fatto dal Se Francefco alilm


\

Ante , da Latini detta Candauio peradore nella Fraudo . 8f


G
Conte fi
9
ribella afJmperadore. car.
.

I
84
Cetruda. 7 L Ss ^Inghilterrafa lega con tim-
Ciottonna madre di Carlo Quinto 9 I peradore. 99
Ciouam de'Medici 36 Imperadori otto nella cafa dlAufiria
Ciouan Battifla Saueli 116
forgio Martinengo eI Duca di Soma Imperiali prendono Melano, *5
prigioni de gCImperiali, car. 509 Imperiali tentano di prender Terona
CirolMio Moronetta difar ribellar

Melanefi aiSe diFrancia 0.3 jniprefa di Arrigo SS Hghilterra


Cifoneuccifo da Leopoldo 5
18 '

Ciulio tergo creato pontefice, 143 imprefa feconda del Turco cotraVif,.
.. .. . . 1 . . .. , . .

f Jt'K'L 0 7 U T 0:
.
'IH.- 50 '
BF di Francia..- ; U' 94
bitpr^a dcWlmper. nelT^frica.car. Luoghi hauuti da Plmperadore nella
86 fua andata in Francia. iii
Jmprefa deWlmperadore e de colle-
^uti contri il Tttfco . 81 '
t. ^ . M
w^rndxa del Duca di Sconta 124
IncoronationediCarlo i^Hinto in Bo- "^^^J^rcbetiarca qutUo^hedm
logna. ) 44
Jnfolem^diF.Latigrauio. n8 Idarchefe di pefcara prende Geuoua .

Interim[opra le cof de'IMerani'pOi- 27


'
fto daltimperadore . i ^ Marche diuerfe -
4
MarchefidiuerfieT.AuflriaruH dopo
HX -T Poltro in diuerfi tempi. 6
Marchefe onde detto 4
jlngram Duca di Saffoma Marco CrmaniTatriarca i.Aquile
L
e'I

tolgono lo flato al Marcbejh ,giot Capitano dell'armata del Ta-

I di Branfoicco 99 - pn. 8i
tangrauio fa prigine il Duca di Bra Margherita figliuola del fecondo Fe-
^^foicco. Ii8 derico Imperadore .
7
Itutgrauio poflo inliberti . 152 Margherita figliuola (U Lodouico

largher citt di Sardigna 88 Conte di Fiandra. 9


Lega di Tapa Leone con Carlo Qt^o Maria BF^m <PInghilterra 159
22 Martino Luthero dichiarata Heretir
Lega di Tapa .Adriano e de'Fmtiatn co. .17
con Carlo Quuo 27 Mafiimiliano sforma Duca di Mela-
Lega tra Tapa ClementeJ^initiam e'I no fid in podere del BF <li Fran-
Be di Francia. ^
eia. 20
Lega coltra Pimperadore per cagion Mt^imiliauo Sforma fi ricuera nel
delaprefa di Bont. 42 Caftello di Melano .. 20
Lega tra Plmper. e Tapa Clemente Mafi'miltano nipote delPImperadore
fatta in Bologna. '55 mandato al gouemp di Spagna .

Lega Smelcadica 117 car. . : -,


141
Leone decimo fi abbocca conFrance- MauritiofioUeua alcuni TrencipiCer
fco Be di Francia 1
mani contraiImperadore 148
Leopoldo cognominato lUuftrt prmo Medici cacciati diFiorenga. 45
Marchefed.AuHrNi. 3 Minorit e Maiorica 88
Leopoldo quando mori Melanefi afflitti dagPltnperiali '6
5 3
L'imperadoreajfedia .Algeri, 89 Moro(f.Al^audriaprefodaM. Gi-
lodouicoTercs . loi rolamo Canale 57
LJtoghi prefi da ^Irrigo Delfino e dal hiorte di Mejfandro de' Medici Dio-
. . . .. . , ,.
. . ,

rAVtu
f
iLLji viTu hi
... cadiFioretr^. y6 Mura fiume che etra nella Draua 2
Mmt a sArrigo I{e iInghilterra . SCO. U
acar. lao
Morte di Don Carlo. 41
Morte di Carlo Duca di Sauoia .159 K l
Icolo Fugher 50
Morte del Duca Horatio . 158 iz
Morte di Ciannettin Doria IJ5
Morte di Giorgio Duca di Sajjbma. 0
. acar. 85
Morte di Carlo Qmnto. , 167 Bligjbi delFlmperadorc 16
Morte deU'Imperadrtce. ' 8^ Oceano inond 45
Morte dt Tafa Clemente. o Odoardo FeiInghilterra 141
Morte di T*rofpero Colonna. 28 Oratione di Carlo Quinto a Dio uicina
Morte di Giulio Cib . 1} 6 allamorte. 267
. Morte di Francefilo Sfor:^ Duca di Ordine tenuto dagli Elettori nelfiim
Melano. ^ 68 coronathned^Imperudore . i $ .

Morte di Vierijdgi. ijy Origine della cafa d \4 ujhria . }


Morte di Monfigaor di Lanfiao . 8} Origine di Carlo Quinto. 9
Morte di Marcello Cemiuo creato Ottauio Duca di Tarma fi pone olfer
Tapa. 160 nigio del Fedi Francia. <44
Morte dt Loretrzmo dd Medici 76 OttocatoFe^ Boemia. 8
Morte di Martino Luthero 1^0 Ottomano fa tregua con Ferdimmd*
Morte di t rancefco l^di Francia . 100 .

acar. lao y ,

Morte di Mauritio . 15 9
AcetraCarloe Tapa Clemente
Morte del Clijco.
Morte del Borbone
13$
40
Morte di Mlberto Tietra Capitano Tace
P 39
tra Cluiperadore e'I Fe difran

diSuixXf^i- 26 .eia. 47.114


Morte di Cejare Fregafo , e del I[pt- Taolo quarto creato Tontefice. cor.
. cone. 85 160
Morte di Tapa Leone. 26 Terdita deifimperadore ad .Algeri
Morte diTapaTaolo ter^ 142 93
Monftgnor di Lefcu luogotenente in Tier^Lugi Famefefouuiene lo Siro^
1 09
Melano 24 Xi di uettouaglie
Monte del Lotreco. ,45 Tier ungi Famefe imputato del crat
Morte diTapaMdriano, 74 tato del Fiefeo. 137
. Morte del Marchefe di Tefcara . 3 5 Tier Luigi Duca tU Tarma e di Tiac
Muleafem Fe di Tunigi uiene a troua Tia. 136
Tietro StroSi por ilFS di Trancia
- re flmperodore, 64
ufifolda.
. . . . . 71 . , . . . ,,

t 'C ^ Jt * f
'
-4{ffoIda genti alla Mirandola.io^
faro "Coloam d Carignano a fraitx .// B TTA , cbepercoffe la Tor-
teff. IP9 S re del Cafiello di Melano 24
Trefa iJlfi'ica per Clmperadore^ Sanferra patteggia con flmperado^
,
a car. ,
re. Ili
prefa di fiona. 6j Schiaui ebrfiiani menati da Soli^-

Trefa del Duca di Saffoma . IJ marmo. .5^


Trefa di Cauma . . 4? Schiaui ebrifiiani liherandofi damo
Trefa della Coletta ... 6} la Ppcca diTunigi agli Imperia
Trefa dirama. 4< li, 66
Trefa di Tumgi . 67 Schemlcaldo citt di Sajfonia, 117
prete dami ferine al Tafat"id( S iena ribella all'Jmperadore 157
Iptperadore. 45 Sienafi rende agl'imperiali apat(i .
Trigtoni Franeefi,,\ .y,
i*S7
Trincipe (TOranges 10 Signori yinitiam neutrali
56
Triuilegi concefi alla cafa Sman Giudeo < . '
^
firia. 6 Soffi fcriueainmperadore,,
Trogrejfo della gtierratra Cermani Soldati ppmani detti Lmitanei 4
e l'imperadore. . |2J Solimano mone, centra t.y tuberia .
Trojpero Colonna prefo da Francefi.
Solimamo torna la feconda uolta m
Tutrttia di Carlo Qjiinto . io Vngheria . 48
Solimamio temeua di uenirealfatto
K darme con Chrifliani . i j
Gl o ni del Fj di Francia Slimanno fiigge uilmente dallTm
fopra lo flato di Melano. 6 8 peradore . j j
Pigioni del Pje di Francia fopra il Solmarmo in Terfia rotto dal
Ducato di Sauoia , 68 Soffi 60
pedi Danimarca Pj Catholico. 12J Spagnuoli negano dar denari alTlm
Pjiodi prefa dal Turco 27 peradore per la imprefa contra il
PJecarda moglie di Leopoldo . 6 Turco 8 I
PJJpofia difrancefeo Pjdi Francia Sutzp^eri tagliati a pezpfi 10
a Carlo Sluinto nella competenza SMggeri per capon della peligione
delTlmperio 1 trafeiiejji difeordano _ 47
piuolutioni nelle parti d'jifrica. 49 T
empesta
Pjidolfo Conte di Habjjiurg eletto
pe de pomani
Pptta e prefa di Francefeo \e di
8 T gieri .
tre Cimperadore era
.
crudeli(}ima,mea
ad ,41
50
Francia . j i Teuere crefeendo fece di molti dan
\odit^ero Marchefe d'. 4 ufiria 4
. , 4 ,

TJiyoiyi m cjr/iio f:
Theodoro TrimlHo Generale de Vi Vgdi Moncada. ^8
' mtiani fatto prigione , ^6 no Moncada raffett* ledfeordi
^hami in Inghilterra-
141 traColomtefielTapa. j8
Tregua tra timperodore V^di Viaggio deWlmperadore uerfo . 4^
^ Francia. 77 fa.
85
Tregua tra timper odore e'I I{edi Vincen^ Capello Capitano deltar-

? Francia per dieci anni. 79


matade' Vinitiani. Si
Trento diputato al Concilio . 99 Vinitiani collegati con Francefeo Fj
Tumulti nel Ducato di Cleues * 8 5 di Francia.' 19
Tumulto in Ijpagna per cagiondeU Vimtiani ottengono pace eontImpe~
fauaritia de gouematori 1 radore 44
Turco entra ntFngheria . 5a Vita contemplatiua efant Carlo
Turchi uerfo Vienna tagliati a pe^ Qjnto. 1^5
Vita enorme e diabolica deLuthe*
rata. ti 6
88
V /#LORB
cefeo I{e dt Francia
e forteroisd Fr<m^
30
Vitello nato con due tefle
Vngheri di donde ufeiti. g

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errori DA CORREGGERSI*
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La, . Jijpaeiere.
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Artieri .
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44. La, *9. artrMTHe
4 <. ti, , dBa}
<4. li. diami*
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M. La, i 7 ,'<d I U.
fp. La. 7 fiemta**,^^
fj. li. *f. *^!a*, /; '-) a / tfm. i

74. La. I). detta, 4JU.


7I, La. 17, tali,
Sj. li. 9. ftetta. fetta,

fi. La. 4* oBlmftradtrttl dJtla^aiml


74* La. * 4 * OrLti OrCinw.
fj. La. 9- Aaaerfa. , .^K Aaer/i.
i|. La. t. edaltre, tdeff*ltr*i
tlf. La. *4 . nuli* ! fi, .
_
Wfit9 Jmi*

, La. *, Ufilae.

.
, Jr^ l*fil*.
III
no fofiitla Noff tot.
D{- La. Smrltadit, toatlealdioM^

nt. La. 17, daLtaa*. ddfm.


]4 La . t* . di fen r difueri,

fj7. lia. tl. ftertaa*. i frrtana.


I4J. La.^ti. foratili, tfartadqlii
:
l^t. La. 14.
(47. li. 9. tlHeati.
.r'fh.-
'147. La, it. Jjt*adeSt*ltt, latadebtm,
>i|0. La. 7. ferteffat*. ftrfefftU*,
IJ 4 . li. 4 frtgB>^
- fi^mdefi,
tfi. La. ftftaali. futeflaati.
.. II.U, MfT*tt .

'
io . La. 9. di <fitt diaaei.
i<. li, t. Madiaait. '
aUaadtaaltm
Iti. La. *a laaidi. fmdt.
(M. La. t. tfertieij.
^ j
ttfertkij. ' i/ -
1
.-'i
i7. 14. ditfttfii. ,
difi^,.
'
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74. fa, k. Mtfi. fO atmai. '
i

Cii alai catti, de fono |wegmtteaw,i riieWM


IjiudkittbLcttttC*

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L.! ,:?'
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S O iVl
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L L A V T A
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1
I
-
DI CARLO (X.VINTO
impbradore' .sJi
u

\c Qv f Carlo
t a n no
della noflra llute m d. a =xxiiu.
di Febbraio il giorno di Sa
Matthia. Fu nwnclato ne finrdi

Brabanria ad apprender lettere


fotto la cura di Adriano di Fio-
renzo Fiammingo, ebe poi f
Cardinale e I^intefic^ Nella facultdclle arme heb^
,
.

be per Maeftro Cario Ceurio . Di fei anni fece perdita


del Re Filippo (uo^dre ,
figliuolo delRlmperador

Masfimiliano . Fu riceuuto airamminiftratione della


et di
Spagna lanno mdxvii. Fu eletto Imperadl'e di
decinoue anni . Gli'fu neirlmpero competitore Fran-
cefeo di^rancia . Douendo palTare in Lamagna
laicib
il gouefno di Spagna ad Adriano . Fu coronato
iafcib
Impcradore nella citt di Aquisgrana lanno mdxx
Fu nimico della fetta Lutherana: c fopra ci ordin
^iu Diete . Mode guerra al Re di Francia, lo ninfe pref*
io Melano e lhebbe prigione: e lo mifein liber.t Dalle .

genti del Borbone fu prefa e faccbeggiaca Roma . Sfi-

-d Girlo a combatter da corpo a corpo Francefeo Re


Francia. - Reflitui.Francefco Sforza nello flato di
Melano , Fu incoronato della corona deillmperio a
-Bologna lanno mdxxx. ESifefe Vienna centra Timpe-
to di Solimano ,
ilquale fe ne fugg . Prefe Patraflo ,

e Corone. Deliberato a beneficio comune deChri-


flianidifar limprefadiTunifi, uiand con un belliC*
'fimoelrcitoepotentiflima Arm,ata, &infiemeconla
^la Goletta lo prefe, ponendp in libert moltisfimi fcliia-

i., e dindi cacciando Barbaroffa . And a Roma , c


giuflificihnanziaPapaPaolo III. le fue ragioni con-
trilRedi Francia. Pafsb in Francia contra il Re con
animo. Col quale fece tregua per dieci
graridisfimo
^annl* Tornando in Ifpagna , fu molto honorato dal
*detto Re. Volfe fare una notabilifsima Imprefa con-
-tra Turchi ,
ma fi rimafe pcr non bauer fouuenimento
^di danari da Spagnuoli Mode dipoi guerra al Turco
.

-tort la lega del Papa ede V^initiani ; ma per qual fi fot.


,

^fc caj^one non ne nacque effetto buono. Gli fi ribell


'il Duca di Cleues, e dipoi glichiefe perdono. And
per prendere Algeri ; ma la imprela per colpa di Fortu-
na non gli hebbe a fuccedere. Pafs nella Francia unal
tra uolta centra il Re , ma pofcianc igui la pace . Ha-

v_
nendo quad tutti i Preticipi di Lamagna fitto congiuri
centra Carlo , elio mofle lor guerra , e paflando lAlbi,
ninfe &bebbe prigione il Duca di Saflbnia , e dipoi ap-
prefcntatoglilIilLangrauio^plac tutte quelle difeor-
die. Hebbemortalisfime guerre con Arrigo fucceflb*
re e figliuolo di Francefeo Re di Francia ; lequali col
fuo infinito ualore condufTe a lodeuole fine . Col me-
definio Re Arrigo collegatofi il Duca Mauritio ,
prefc
le arme conira Carlo : & and con refercito per aflalir-
lo alla fpFouifta in ifpruc. Di donde Carlo di notte ri-
ciratofi a Villacco ; e di Villacco poi ridottoli imperio-
famente ad Augnila ;
e quiui ritornati i Diuini ufHci
tralafciati per cagione de Lutherani, raflettate le cofe
di Mauritio, and con grandisflmo efercito allafledio
di Metz , laquale citta non pot hauere per rifpetto de i
gran freddi; che quellanno furono per tutta Europa.
Afledi Edino , e dipoi Terouana & ambe quelle cit- :

ti hauendo prefe , le fece fpianare Vltimamente trp-


.

uandofi in Ifpagna , ifpirato da D i o , fece penflero di


ridurli a uita quieta e religiofa , lafciando i Regni e
lImperio onde fatto a lui uenir di Spagna Filippo fuo
:

figliuolo gli rinunti tutti i fuoi Regni che fu la Spa- :


,
gna , il Regno di Napoli , e di Sicilia , la Fiandra , la
Borgogna , & ogni altro fuo flato Et il fluente an- .

no rinunu lImperio a Ferdinando fuo fratello , il


, che fu lanno mdlvi.
giorno del fuo natale Dipoi
partitoli diSpagna , li ridulTe a Vagliadolit ; c din-
di in San Giudo ; doue in fantislima uita li mori lan-

no M D L 7 1 1 1. a X X 1 . di Settembre il giorno di
S. Maitheo.
,

S. Mattheo . Fu Imperadore di fommo ulore , dio*


Benigno uerfo cia
credibile bonti e clemenza
.

icuno , amatore de uirtuoll ,


& in fomma
ripieno dogni integrit. At^uift.
j,
" paefi incogniti a gli antichi
^ '
^uafi un nuovo mondo:
A *i

c gli ridufle tutti al


Jaciuilitdel

alla fede Cnridiana.

li. FINE DEL SOMMARIO.


DILLA VITA DI CARLO Q.VINTO.
. hS
, , ,,

SONETTO DI MESSER
FRANCESCOAMBRGSIO
D FERRARA,
INMORTE DI
c A KL 0 QV I^TO.

ilici )m P E R A D R i C H iV
pregi, eHuanta
V
Tra* primi hauejii, e*l mondo hor pia
non degni i
^a lafci, dijprezjjuado i tuoi gran regni

cyltruilo/cettro, la corona, e' Intanto :

^ ueft'opra in terra , e'n ael gradita tant^

OltramtU altri gloriofi ^ degni

Tuoi fatti , inuita i piu pregiati ingegni


zA celebrarti c on eterno canto .

ia al tuo eccelf ualor fu poco un mondo


^
Che d*un*altro uoeft hauer uittoria

Trionfiindo del tempo ^ de la morte ;

E tbora hai uinto ( o rara ff) aera gloria )


Te munto piu di te medefmo forte
Perfarti ogn*altro umcitor fecondo .

1
.

1
!

C A B^L 0 I ?^T O.

DISCRITTA DA M. LVDOVICO DOLCE.

CHE VNHONE-
ctobecUre a chi rhha

, ch'io /criua la aita del-


ra t Ciri*
Imperodore Car- Quiiito Ha
pjpa Pao-
L o Q.V I NT o j alejuaU per li
lo 1 1 1. da-
pu dar merita- to il co-
paome di
cognome di Magno ; fa- Marsimo
rada molti riputato temerit , per ejjr quefto pcfi non al-
trimenti grane alle mie /palle , eh quello , che farebbe a un
pigmeo il foftener tutto il cielo . *7ercioche fi pu con ueri-

ta dire , che le uirtudi quefio Prencipe furono in numero co AlluHe a


ql del Pe-
e in qualit cofi rare , che non bafiarebbe ne la elo-
fifpeff , trarca ,
e'o
quza di Qcerone,ne lagrauitdi Demofihene per celebrar, picciol ue j

tro chi-
le. t a darmi io a creder di poter difiriuer pienamente t der tutte
facque-
fudi fitti farebbe una flf openione di poter ,
come e in pro-

KIT. T)l CAKL. K eA

%
2 VITA
uerho , chiuder m un picciol uaf iacejue di tutto l'Oceano
DI
:

0 almeno rftringer confufamtntt m un breue fjcio le lunghe


Hiftorie di tutto il mondo : ejjndo , che noi habbiamo ued
to ,
che in ogniparte di queflagran machina , e circuito del-,

la terra , fifono diflej glorio/kmente le fe filici arme , ^


peruenuto con iflupore di tutte le genti d juo gran ualore :
e quelle regioni ancor a^ che furono agli antihi nafiofi , han-
no con falute de gli habitanti fintita la fua inuitta poten-
zi 'Nondimeno, quantunque un tal carico fia cofi grande,
e picciolifiime le mie forzs , potr a me perauentura auenir
quello , che amene tal uolta a un mediocre Scultore : ilquale

togliendo a /colpire una imagine in qualche bella pietra d


porfido, 0 difirpentino-y o pure di alcun polito e candido mar
mo ; bench ilfilo lauoro nonfia molto perftto , ella riguar
dfuole per la rarit della materia , in cui intagliata . Cofi
tale da ognifina parte ilfggetto , di che ho prefi afiriuere,
che potr da medefimo di gran lunga fitpplire alla debole^
fi
za del mio ingegno alia bafjzz^t del mio Siilo : ne pur
, fi
lamente fpplire , ma nobilitar l'uno e l'altro : e parimente

defiare ipiu nobili Scrittori dell'et nofirUyafiriuerne degna


mente: che non e da dubitarCyche debbano mancar penne, ne
inchioftri in tutte le lingue\ conueneuoli alla grandezza delle

uirt cofi nobili , e cofi eccellenti , che piacque alla nSMaefla


et Iddio d'infondere a beneficio de' Qhrifiiani nel reltgio

fi
petto di quefio Carlo ^into : ilquale fi pu con ogni ueri-
td affermare , che fia flato in tutti i tempi di fia uita otti-

mo "Trencipe, e quafifimpre felicifiimo Imperadore . GiueU


cando io adunque perfi fatte cagioni di poter ficur amente en
trar fitto quefio pefi, m'e potuto diceuoU incominciar dalla
.

CARLO avINTO. 3
orbine dtlU caft (tzyiujirA : caf, uer amente fatale d'im-

feradori . Tercioche dilei, annouerandouifi il nuoua Im-

ferodore Ferdinando , che fu fratello di (farlo , ce ne fino

ufiiti otto , che hanno tenuto il freno dell'Imperio "Ramano , Otto im-

chi piu , e chi minor tempo , tutti chrtjlianamente , e filtce- SIiu ^


mente . A, ^uantunijuegli egregi fatti de' maggiori non
fi
pojjno dir nofri : nondimenofi uede ,fi nonfimpre , alme-
no per lo piu y che de i forti ne nafiono i firti ; e rade uolte il
'

buono arboro produce cattiui frutti . Cofiparimente yf ben


la nobilt non e necejfaria alla uirtUy efrndola uirtu fila-
mente quella , che nobilita thuomo : nondimeno yf come i
bei colon figgono render piu uiuaci e piu lodeuoli le eccellenti

pitture : cof trouandof quefle due parti infeme aggiunte,


rtjplendono elle maggiormente ^enfclfa
*^*^'*
Il primo adunque y da cui hebbe principio la frlice cafra

d^Aufria {nonfi ne trouando yficondo la diligente inuefii Marchefe

gatione d'huomiui dotti) dipiu antichi-, fu il Adarchef Leo


poldo y cognominato llluflre . Ptrciochecrailpaefi delfAu-
fria anticamente gouernat oda tldarchef : e do fu ne' tem
piyche gl'Vngheriynationfierifima, faceuanofintire la cru-
delt loro per tutta Lamagna . Jquali Vngheri ufiiti dalla

palude Adeotulcycacciaronogl i Auari chiamati jFfunm, cer-

cdo nuoue habitationiC quefi V'ngheripofiia (farlo Ada Vngiierl


gno hebbe graufima guerra . tagliatone unagrandifiima cirio Ma
moltitudine apezx},H rimanete perfiguito infno
a 3uda. In-
di uokndo lafiiar memoria di queftafaaglortofa imprefiyCo
me n^reiKipe rcbgiofi , face fabricare in lungheria a honore
vd
della beatifiima Firginey madre del nofro Signore y una 'i'^eatiC

bellifimaChiefa: laquaUhoggidiui rimane Ridettala gineMa.^*

cyi ij

A-
,

4 V I T A D I
QjU/k della Vrgine Alba , che dinota candida efenzet mac
chta. Habitaua alhora l'Imperadore in unafortijiima "R^c-
ca degli <iAUitri:la<juaU anco nella nofira et detta Auar^
Alteburg.
^ z^UembuTg . Hlercioche tutto tfud tratto rf-

,
.
Jpettaua alla ^^annonia (cio Vngjmiay (periort . La on~
'
de^ji come i Romani poneuano ne' confini e tennim delle lor

prouincie {jtjuali confini e termini Limites chiamauano)aL-


limitinei cuni faldati ^ che LvmitannomauanOyf^ alcuni altri L-
ehi. minarchi e *Trefidenti ; perche gli difendcjfero dalle correrie
edagliaJfaltide'^Barbari'.cofiaquefta regione furono itn-

pofli a ^archefi,che ributtajfero gl'impeti degli f^ngherhe


ci auenne dopo la morte dx (farlo fiotto ilcorfi di ejue/ii tfuat

tro Imperadori ; Arnolfo, Lodouico, Currado, fienrico,

Etjuei, chei Rimani iffiero Limites , i Tedtfihi nel Un-


Mirch , e guoggio lor natio nomarono t^arch : di donde cUriu que-
de i deri. fia uocc Marca, ejuafi Lmitanea : e coloro , ch'erano pofli
uitod^no-
ditali iiMarche , tiMarchefi addimandarono
Mirchefi
. J^iarca ctMufiria , la ^arca di Stiria ,

e d'altri luoghi', e noi ancora diciamo la ^darca etcAnco-


na, e la MarcaTriuigiana . E per lo piu , oue fino tjuefii

termini , u'ha (gualche fiume del medefmo nome : ile^ual

l'unpacfidaltaUrodmide. .Ora , perche a tfue' tempi <fue-


ir '
fle tali dignit , o Magifrati perauentura mancarono , in

t!! modo, che fipu dire , che non peruennero a gli heredi ; da
[limare , che ouero i nomi de' Marchtfi fi dileguarono , o
non arriuarono a i nipoti. Trouafi,chefitto Henrtco primo
RuJinge-_ ,

.
r Mar- Impcradore di quefio nome, un Radinoero di ^licaren,
chri'edAa '
/~ t,,
> n r ^ r' V

ftfii. ^iarchcfi d Aufiria,ucnne a morte finzdifigliuoli.e ne piu
antichi Annalifi Ugge, che egli ue ne lafii tre: la cui mcmo-
.

CARLO aviNTO; /
ria ancora in zAuflr ta fi mantiene . Inomi de* gitali furo-
no Tedefihi : come T^undigerJ^Bertoldo, ^undoldo , e Gum-
poldo . Ma ci altrimenti non fi afferma : finon , che
ejuefie cefi fi trouano ferine in alcuni libri di reuerenda an-
tichit . Stimafi etiandio , che quefto Leopoldo , cognomina
to lllufire ,
fifi
fratello de i tre, che (ifino tocchi di/pra: e,
che eglifabricaffi un cafiello , detto nellafa lingua Leopol-
sdorf. Bper quefia cagione Henricoprimo l'anno nouecento 9t.

uent'otto fiftitut U mecUfimo Leopoldo primo di quefio no- Leopoldo


, collicuco
me, Marchefi dcAufiria. 6ra adunque Leopoldo^* Du- Marchefe
d'AoAria
chi de* Sueui',e dipoi f
da gli Scrittori chiamato lUuftre,
ejfindo difcefi della nobile famiglia di c/4lberto , Conte "Ba-

amazjs Currado , Conte de* Franchi.


bembergiefi : ilquale
Onde e^i ancora fu fimilmente colto daltaflutia di Matto-
ne , Arciuefiouo di d^iagonz^ e dipoiper publica fintenzt

condannato a morte . In tal guifa


fi* Leopoldo da Hcnrico
Imperatore mandato in <Muftria ; poifattone Marchefi, a
fine, che egUquiuidtfJ principio alla fuareal famigliate
quefio fertiltfiimo paefi{ilqualefileuapatire di/fefftguafli)
filicemente fteondaff, difindeffi, egouernaff. E trouan-
dofi a quel tempo Signore di t^elico ; che alhora
fi chiama
ua Cafiello di Ferro ; un certo Gifine, Leopoldo uenendo Gifoue Di
fi- to & occi>
co al fatto dorme, lotolfi
Prouincia , allarg la regione
Suita: ^ ottenendo tutta la fo da Leo-
poldo .
, e*l t^archefto d*Aufiria
ammirfiro ualorofornente , e maneggi con amica fortuna
U briglie dclgouerno , morendo molto uecchio . "Percioche
fi
fit.
gui ilfine de* foi giorni tanno nouecento ottantotto, ha
Canonici^
uendo prima lafiiato nella chiefa della fa firtezz^i dodici lodituci
da Leo poi
(anonicifcolari con bonefio e conueneuoleprouigione-, iqua- do>

VIT. DI CAKL. r. zA iij


1

// fi IJcro tenuti a cantar


VITA le lodi del Signore
DI
. eolt per
RiccarJa moglie "Riccarda,figliuola di Ottone, 'Duca dt^Braiischueig,
fij'liuola
d'Octoae e firella di Henrico Imper udore : laejuah di /ngue e di pa-
rentela ira congiunta a tutti i piu nobili Principi di Lama-
gna ; a i Duchi di Sa/fionia , de' franchi , e de' Sueui . Di
CUI riceue duefigliuoli : il Marchifi Htnrico , che ffccef

fiore del padre , e H^oppone, che fu V rficouo di Treuere. Ma


perche hahbiamo troppa dafiudare nella uita di Carlo Quin-
to Imperatore ;
e c^uefia fola pu bafilar per ejuelle di tutti i

Marchefit , cMrciduchi, Duchi, e Imperadori, che fro~


no mila cafi dMu/lria: traficorr eremo folamtnte tlnomc^
di ciaficuno , toccando alla sfuggita (jualche lor fatto . Dico
Henrico adunijue, che fuccefij a queflo Leopoldo Henrico ,
primo
fuccetTo
Le*opo!do diquefto nome , eficondo ^archefi d'Mufiiria, cognomi-
nato Rubello ; perche lungo tempo ricus d'obedire aU' Impe-
rio Rgmano. A Htnrico fiegi zAlberto, cognominato
'Uittortofi per le uittorie da lui hauute . <Md Alberto Her-
Alberto nefilo, che dal'efifetto f chiamato Strenuo zAd Hernefiio
.

Hernefto,
& altri Leopoldo 1 . cognominato il Bello per la grandezjict della
MircheG
slatura , e leggiadra forma di tutto il corpo . Leopoldo
d'AulIria.

j 1 . ficcefij Leopoldo ili. cognominato "Tto per le pie opere,


ch'egli fice : onde f canontzato , e pofilo nel numero de' San^
ti. A queflo Leopoldoficcefij Leopoldo 1 1 1 1. cognomina-
to Largo, firfi per la liberalit ,
ch'egli ufaiia . A cuificgui-
Henrico
to Henrico ; ilquale f da Federico Imperudore fitto Duca
Arciduca da lui ottenne di gran priuilegi ; fpetialmente
ctMufiria ; e
d'Aullria.
Il.ircta
efifindo adornato della berctta Ducale crinita, nel modo, che
Ducile
prefjo i Romani era la corona Rpfilrata : e parimente della
pnncipal uefia , laquale e habito R'gio ; c di qui f detto
Arciduca.
, . .

CARLO av NT o. I r

Arciduca . E ci auenne l'anno m c l x i . Fu egli cogno- Aodo


MC LXl

minato in quella lingua dal prouerlno ,


che haueua Jmpre

in bocca : Q>f
/odio m'ami. SucceJJ a cojlui Leopoldo

quinto,detto'VirtuoJper le fe molte uirt; che fu fecondo

"Duca etAuflria, e primo dtStiria: hebbe il gouerno


fp)

del Ducato d'AuJria in et di uenti anni, llquale Ducato


egli rejfe con tanta fkit , che merit di ejjer per tutto pa-
dre della patria chiamato. zA Leopoldo V. Duca ctzAu-
flriaet Stiria^fcceJJero due fratelli, Federico i. cagno Federie
primo. .
minato Catholico , e Leopoldo vi. detto (floriof . J quali Leopolda
infra di loro partendo la hercdit del padre , a Federico toc fello.

cl'Aufria, elaStiriaa Leopoldo. Fu


queflo Leopoldo Leopolda
detto glo
detto Cfloriof fucceffr del fratello : e foflenne felicemen- riolo
,

te , ma con gran fatica il pef deltuno e deltaltro Ducato :


cio et Aufria e di Stiria . A Leopoldo fucceffe Federico r i. Federico
II, morto
cognominato BeDicof , chefu l'ultimo Duca dzAujlr'ia
e feoxa legi ,
timo bete
di Stiria . llquale effndo mancato fnza legitimofcceffore, de.

Margherita, che fu forella di Federico , e gi moglie di Marghe-


tiu
Htnrico , "Ke de' "Rimani , figliuolo del feondo Federico Im
peradore,eJfendorimafk uedouadelmarito , orba de' fi-

zAufina unica herede Eraui un'altra


gliuoli, ritorno in .

Donna', nome fu ^etruda , figliuola di Henrico , Du


il cui Ceitada.

,
ca di t^edling fratello ancora egli di Federico , e da lui
,
i

dataper mo^e a Ladislao Duca di Adorauia: col quale

non utfj a pena diciotto mefi, che egli


fi mori : e pofa ne fu
maritata a ld.rmano. Marchef dt Bada, di lui hauendo
partorito un figliuolo , detto Federico ;
a cui fenzei dubbio

farebbono uenuti ambedue gli Hati, ma eglifi* decapitato tn


Napoli . ^efia Getruda r mafia ella ancora doppo quattro
zA nij

i
t V I T A D I
anni uedoM del marito , and parimente in zy^uftria ; e k
Henne ajjtgnata la Fortezza j e Caflello detto Medltng : co-
me a f^arghcrita fu dato heimburg. Ora uenendo Federi
co a morte^raccomando il Caflello Stachemherg a certofra-

te delt ordineidetto de* Teutonici , infeme col theforo^che egli


trouaua hauere . Ilquale come disleale , fi lo tenne

y // fl
gran tempo , che non lo uoUe a gli heredi reflit aire. T^el fi-
ne ejjndo uinto , diede l'uno e l'altro il thefro
fi diuif in
.

ffcIfrVdt p^^fi F'una parte fi data a c^argherita , l'altra a


Federico.
(Intruda fla(fuale due fghuolt hauca , Theodorco ^cy^l-
berto : e la terz^ parte peruennealle fr elle del morto Fede-
rico . tacque poi tra Baroni e Trouinciah una grandifli-
\ ma difiordta , nonfapendo efli , chi elegger doueflro per Si-

gnore ; pofiia , che non era della Hirpe di Federico rimaj al


cuti majehio ; e trouandoflfolamente le Donne . Laqual d-
Rodoifo fior dia non e mefliero , ch'io defirma ; ma rimettendo i Let

Sbfpofg ^ tratta, bafla a dire, che Bjidofi, Conte di Hab-


Jpurg , effindo per molti anni l'Imperio Bimano uacato , fu
eletto de' "Ritm ani- A cui ilmaluagio Ottocaro , "Redi
Boemia, moftrandofi rubello , fiidalui ragioncuolmente
priuato dei Ducati d'<:Auflria, i Carinthia, ediCar-
niola,chee[Jillegitimamentepoffedeua: e diede tl Ducato
d' Auflria alfio primogenito figliuolo : ilqual Ducato pafi ,

pais nel- SO in quefla gloriofifitma famiglia S Habffurg: nella quale

pf' ijfatio di dugento cinquanta e piu anni fibcifiimamtnte


ancor dura:tt ha prodotto otto Imperadorni qualifino,il me

^ defimo Rodolfo, ^Alberto Trimo, Federico Primo,zAlber-


to Secondo, Federico Secdo, Mafiimiliano, Carlo luinto,
^
cuifirmiamo, e ilprefinte Ferdinando,fuofratello. 6 tale fu,
fi come
,

CARLO aviNTO. 9
approuati t^utori , la origine deB
fi come io trouofiritto in
caj etAufira . 6t , perche non e bifigno , ch'io mi diften

da a' piu particolari , non hauendo da teffire Hifloria^uen-


go al nofiro Carlo Imperadore
P^ctfue Carlo Quinto di Filippo J(e dt Spagna tfighuo^ y,

lo di t^afiimiliano Imperadore , e della Ffina Giovanna,

la (juaUfit figliuola Ferdinando ^ Catholico:e nacque ue.-

in (fiante , detto da' Latiniljandauio , citt nobile : Jpettal

mente per lo nafiimento dt quefio gran Prencipe . Ma qttt

a pi piena fdisfiution di tutti firfinon dfionuiene , che


io ripigli la fua origine y
in contrario di quello y ch'io m'ha-
uiua propofio , da alquanto piu alto principio . Carlo luin-
^0 Kf di Francia , cognominato prudente , diede a Filippo y r*
filo minor fratello , tl Ducato della "Borgogna . ^uefio Fi-
appo prefi dipoi per moglie unafigliuola dt Lodouico y fonte origine j
dt Fiandra y ch'eglifila nome fu Margheri
haueUy il cui tema.

ta di cui gli nacque un figliuoloyalquale pofi nome Filippo ,


;

e di Filippo Carlo y detto per fipranome (guerriero: ilquale

uccifi innanzi a T^nceo , lafiio Maria jua figliuola here-

de digrandmimi paefi.Quefia finalmente fi manto in Maf


fimihano y fi^iuob di Fedirico ili. Imperadore y e ne par.
tori Filippo: ilqual hebbe per moglie (fiouanna y figliuo-

la di Ferdinando , 2?c di Spagna ; e di lei riceue farlo e Fer-


dinando Ejfindo la "Kema Giouanna adunque grauida
.
, (i

ridujfi nella Fiandra oue y come


'y
s'i detto y partor farlo
in (fante . Ferdinando , fiuo materno auolo , fu ^e di FerJinto.

Aragona e di Sicilia : ^ hebbe per moglie Hclifabetta , fi- '^oiy

gliuola herede di Giouannifecondo "Efcli Spagna : e dipoi ac

qutfio ancora il Fsgno dt "Napoli . Gtmro dt telifabetta ,


^ n
tjutfi fgliuogli
VITA
^
(jiouanni, I/kbtIla, (jwuanna,
DI
^arUy e
Qattrim. JJndo mo rti ^touanniy IftbcUa finz^ j.
gliuoliy la fccijiton di tutto d Kegno uenne per le leggi di
Sciti ,
che Spagna a Giouanna , Jcouda frella . Per cjuefa ragione

fo avorio adurujue tutti gli flati^che hebbed Duca di 'Borgogna ^ che

fu certo potcntifiimo Signore , e tutti 1 7{fgni ,


che hcbbe il
^
Ferdjnano ,perusnnero a (^ueflo Carlo , figliuolo di (jwuaru
na : ptrcioche
nella diuifton della herediti ottenne Ferdinaru
do piopattilo tutta l*z>4uPrta .
Carlo V. adunque Carlo i occhi nella luce de ui~
f:y4pri filicifilmi

rioo u a. uenti l'anno della nofira falute telile cinijuecento il giorno

di San ^datthia , che fi celebra a' ucntujuatro di Febraio.


' Giunto ni Ha et , che comincia ejfir atta a riceuer le difiipli

wf , fu da Filippo mandato in Macltnia, citta ne'fini di Bra


banda : e ejtiiui pofio fitto la cura d'huominifignalatifimi
ad apprender Lttere , aejjre ejfir citato in caualcare , ar-

meggiare , e parimente in tutti <jue' lodeuoli cofumi , che a


Rfalfigbuolo appartengono. Diammaeflrarlo nelle cefi del-
Adriano, e religione hebbe carico il uenerabile huomo zAdriano di

Fiamingo j che fi* poi Cardinale , e nelfine ,


come
Jio Kiae-
Ari di car dircmo , n^ontefice : come (juello ,
ch'era di buona dottrina^

e di finta urta ;
bench ejuefto zAdrianofu dipoi mandato in

IJpugna : ilche nocejue molto alprofitto ,


che'l 'Kialfanciullo

nelle le ture faccua . Ma de' fiuoi fi udfi dira nelfine, ^elle

arme gli fi* dato per Maefro Carlo Ce uno, mollo defroe

pratico in fimih ejfir tij . Ora ne' puerili armi diede manifi-
fi'fiitnifiegni
di cjutlgr Car losche egli doueua riufiirc nella e
ta matura . Perciocht oltre la bellezza Heroica del corpo, ^
ultr e l' affetto degno delt Imperio di tutto il mondo , appari-

uain

/
. ,

CARLO av I NT T O. /r

ua in lui una marauigiofa indole di Tifale animo un Ji~


mdacro uiuo d'ogni uirt inguifache deftaua nelle menti
,

di cia/cuno una incredibde afpettatione di gran fitti ,eti

raua tutte le genti a marauiglia d'ogni fuo atto . Dicono Quali fit-

che cof fanciullo egli ft propo/ inanzi per efempio i chianf. \\

migefi dell'uno e dell'altro fuo auolo , Mifmiliano e il 'Re


Qatholico : e [pra ogni altra cofa dilettojii della lettion delle

hiforte,utilipma a rutti, e molto piu a' T*rencipi-, delle qua


li ne uenne in breuifimo tempo a pienifima cognitione . t
infiammatof delle utrt di (jfre , di H^ompeo , di Scipio-

ne, e di tanti lodeuolifimi antichi Capitani, fi 'Rpmani ,


co-

nte (Jreci foleua dire , che a un 'Re ,o Imperadore ,


,

non era mtfria piu graue, che non faper far cofa degna di
lode ,
in modo che meritale nelle hifor 'ie ejfre eternamen-

te celebrato . Onde infno ne' primi anni ardeua mifo pet


to un belli fimo defderio di gloria
f
Tal a Carlo la nimica fortuna il 'R^ Filippo fo padre roGrjimo.

a tempo ,
ch'eglt era picciolo fnciuUo in et di fi anni. Ma
l' auolo materno fprauijf dieci anni alla morte del genero :

'ilquale amo fmpre il nipote con paterno amore . La onde


infeme con Mafimiliano Imperadore, padre di Filippo,pr

curo di continuo di acquiflare al fnciuUo in Italia a tutte

fc forze nuoui flati e Regni. 6 uenendo a morte, lof io laf-


gliuoa Giouanna herede della corona di Spagna,di^apolt,
dopo la morte di qutfta
e di tutti ifuoi "Rigni
, ff ituendo
Giouanna l'ifejfo farlo,di leifigliuolo . Haucua alhora Car la corona

lo firnitifolamente fidici anni , et molto debole a reggere ti

pef di tanta grautzjt^ : rna uedeuaft nelgiouanett Prenci-


V.
pe mat urofirmo e dtjcorfo , atto a fifttnere non pure un Rg- ,
,

la VITA DI
Imperio. ^Pereto l'Anno Jeguente nauig in ljj>a
tt o xTii .

gna : nella quale fu riceuuto con marAuigiofa allegrexz^i di


popoli ejfendogli Spagnuoli /pra tutte le nationi
5 ^ oli
. da natura inclinattjSimi al loro ^ ; e tanto piu a Carlo era~
ro Re . no alhora affttttonan ; quanto Attendeuano da lui, come di-
poi auenne yfingolari prodezza e grandifima e/tatione

del nome loro . gli e uero , che da prima alcun de' maggiori
'Baroni , e principali del "Regno ,
non lo uol/ro accettar , co-

me Re mafolamente , come Trencipe parendo loro di do-


uer fiir torto alla Reina GtouannayJcontraface/Jrodte-
/lamento del Re Qithohco,/t40 padre . E> di ci ne nacquero
di gran tumulti : ma le co/ nelfne fi acquetarono: e nelrice-
uettero per Re infeme con la Reinafua madre , con fi fatta
conditione, che in nome M amenduefgouerna/pro le cofi del .

Ori V. Regno , fi hatte/Jero U monete , efiface/fe qualunque delibe


Ur!mmT ratione . Bauendo adunque farlo prefa l'amminijratione

ne^ ddu Rfgno di Spagna : chefu fanno m dx v 1 1. : quiui di-


spg* moro da due anni: nel qual tempo attef di continuo non a
u B xrit. - ,

e/ercuq gtouantU
V I j

come/anno la pi parte de gouam\ ma



in fare accuratamete quelle opere, che appartengono a matu


ro e/uto Re : lequah /nohauer notitia delle conditioni,

.
qualit , humori dt tutti ifitoipopoli ; afioltar ben igna-

mente ciafuno ; farfigrato a' buoniefirmidabile a' cattiui:



tenendofimpre in mano dritte le bildcie della giufiitia,e chi
dendo l'animo alle pa/sioni .E {che nonpicctola marauigha
Ammini-
j
t modo trapochigiorni appre/ i cofiumi di quel R^gno
Carlo V. che pareua nato nodr'ito , e cre/ciuto fa Spagnuoli non
j. abba/fando pergtamaipunto l'altezxi di Re, efirbando in
tutte le /ue attieni la conuent uoUzj^ della fua perfona , tro-

uandofi
CARLO a V I N T O.' i

uAndoft in lui talmente unita la ^daefl con la humanit,


che non fi fpeua, qual fijje maggiore. *Terc'toche uerfoi

fperbi era terribile , e uerfigU humili manfuito , i manie-


ra ,
che era temuto amato da tutti, ^uefie tutte cofi ri-
dotte in/eme fparfro in breue una tal fama per tutta la
uropa,che uenuto a morte t^aftvliano tgU Elettori de Oriov.
l'Imperio ridotti/i, come Ucofltme loroy in Francfrt per p*doie.

laelettione cUlnuouo Cefare y dicomun confenfo lui elejfero

Imperadore , ejjndo egh in et di decinoue anni . Laquale


elettione tanto fu piu shmata , quanto France/co di Fra
eia ui era competitore , fg) hauea in ci il fiuor di Papa cueompe

Leon Decimo ; che non era dipoca importanza : ilqualTa Imperio

pa era ilato creato del tredici \ era molto amatore dilla


libert e riputatione Italiana, ^^a gli Elettori non uolfero
anteporre alcun H^rencipe alla Imperiale caf dc^u/riaie to dei

partua brOyche le uirt, che formano in


q fio giouinctto Car
bymolto ben lo meritajpro. Dictfyche Carb hauendo intefi, <

che'l Rf Francefio cercaua la digmt dell ImperiOydubitddo ^

non da quefta competenza qualche gran difioria ne haueffi


a nafiere,glifice intendere amicheuolmtnteych'ancora egh la
mleua chiedere. A che rifbofil'Re di Franctayche do non ^piu R'rpofta

f in- n rn !
gh era per dtjpactere,chey fi amenduefaffer nualt marnare

;
del Re
Princa a
di

una donzslla,onde egli la chiedeffi pure con la buona utura:


che colui, a cui porgeffi Ionio maggior fauorefinzjifallo la
otterrebbe. Gli Elettori adunque elejfiro Carlo ycome iodicoy o-

Imperadore'ye gli mudarono la nuoua per Fedir ico, fonte Pa


lattnoytn Jfpagna-ylaqualnuoua da credercy chefijj^ g^'atifii
ma a tutto il %egno .
Qmuenendogi adunque poffare , inui-
^
**
tato da gh Elettori
,
quanto prima in La magna , rimafi al .
74 VITA DI
guanti giormjojpe/yfipra cui doutjj UJctare ilgommo tan
to importante del "Ksgno di Spagna . Conojceua a moltif^
gni , che lafua partita era poco grata a c^ue' popoli . Era an
cor a nuouo Re ; e /peua, guanto mal uolentiert gli occhi de*

/udditi : majimamente di (juelli , chefino di gran fortuna :

uggono mggano in altri la pode/ reale, perciocheul concorre ordi-


variamente l'ambitione e l'inuidia , a tutti pare effir de..
telulu
maggiori gradi . t^yipprejfi ,fi natione , che tenga a
fli Reale*
*
caro di hauere il juo Re prefinte , la Spagnuola n*e molto
piu . Finalmentefi rifilfi nella perfina di Adriano , che era

alhora Cardatale , rendendofi certoper li molti ejfetti , [che


egli ne haueua ueduto, che' Ifiio gommofarebbe flato dilige
te e giuflo confidisfatione di tutti ejueipopoli. lAefi ne ingan

Carlo V. n punto : percioche lafiiando a lui l'amminifiration con au

fu
torit di ^ infieme con alcuni altri gommatori y auenne,

S"ocr'*
p<^^o dipoi la fapartita gli Spagnuoli per lefioncie gra-
no della uezjtf y che da' Gouernatori erano loro impofle ,
tumultua-

AdrfanV** rjmo ; c'I tumulto and tanto auanti y che riufii inmanife-
parte dalla obedtenza
fla rubellionty partendofi una gran
lo

ro . Teneuanfigli Spagnuoli piuy che da altri ; ojfifi


da Car-
lo Ceurio fiammingo , che era uno de (fouernatori, e ,
come

dicemmo, fu nelle arme maeftro de U' Impcrodore. Era adun


que la Spagna tutta in arme , con danno uniuerfale della
soiienati Prouincia La onde il Re Francefio , Prencipe di gran ua-
.

goi* lore-y ilquale da que' principi! comprendeua ottimamen-


(fi
te y
Imperodore y fi egh a tempo non ui fi oppo-
che'l nuouo

nea, polena di leggieri afieneiere a talgrandez^a , chefarib


he di fhamnto alla Francia, hauendo innanzi la
impru-
,
Imprucen / t t \ n rr L
non
a I Vota denz^ di Pompeo y che lafiiQ tanto crefeer {jfarey cne
pco.
filo
.

CARLO av I NT O. //

filo non lo pot poi, quando et uolie , ahhajfire , ma nel fine


egli da lui ne nmafi umto , e poi mtuperofamtnte fu ucafi :

da quefio tumulto prefi occafione dt acquiftare il'F^gnodi

*]!^uarra . ^a fra tanto le genti de' rubellifurono Jpe- I Rubell

di Spagna
rate e dfirutte da Don Ignito Velafiogran Conteflabile , e
furono fu
peraci da
da cyrrigo Ammiraglio, a wlla zyilarica: et i capi loro,ch'e~
Don Ignt
rano,<fiouanm H^adiglta, U3rauo, e il Maldonato, furono co.

prefi, e, come efii meritauano, fatti plubicamente morire . B


da'mtdefimi Capitani furono fimilmente t Francefi rotti e
uinti . Del ritorno della Spagna da quefto fodifturbo alla

tranquilit primiera fi attribuifiono le lodi principalmente

al buon difiorfi q) alla prudenz^tfingolare di zAdriano',che


come dicemmo , haueua hauuto da Qarlo ntlgoucrno della
Spagna autorit di "Re
Fra in tanto l' Imperodore peruenuto in Lamagna ; nella
quale f ben ueduto , e lietamente riceuuto dalla maggior
Carlo V.
parte : e cofi l'anno tADXX.fi* nella Citt di zAquisgra-
Coronato
na fioennement e incoronato della corona di argento: effin-
uella citi
di Aquila
do antico cofi urne, che tutti gl'Imperadori (come diremo piu grana l'aa
no M D z X
auanti ) s'ornino in diuerfi luoghi di tre corone . ^e fra
fitor a di propofito , ch'io firiua l'ordine , che in queftacrea^ Legge fat
ta Panno
tione tengono gli Elettori .Carb , Rs diBohemia , e quarto Mcccrr
detta la
Imperodore , l'anno m c c c v i fice intorno a ci una leg- Bolla do<
doro, l cui ca to.
ge , laqual comunemente chiamata la bolla

pi fra gli altri fino quefiiiche uenuto a morte l'impera- Ordine


che tengo
dor ,1'eArciueficouo di'Magonrj.e tenuto, tofto, che egli no gli Elet
tori! crea
ne ha hauuta la nuoua , afar do intendere agli altri Elet
re rimpe
tori;fg) a intimar loro, che fra lo /patio di tre mefi fi radote.

raunino in Francfirt per cagione di eleggere il nuouo Impe-


16
radore, ajfegnando a ci
VITA ilgiorno :
DI
e qucUi^chc non uipojpm
uenire, mandino loro agenti con pienijime commtJSiom . E,
ijuando l'zyrciuefcouo di Magonza fiJp in(iuefto rugbgat>
i- te y
eji peroftano aflretti fra (juel termino di comparerai

I) ^ altentrar e nella citt non (ta mrun di loro accompagna,


to da piu y che dugento caualli i fra quali non u'hahbia pari.
minte piu y che cinquanta huomint armati. E colui y che

non ut uerr , ne ui manderfuoi agenti , (a per quel tem-


po priuato della autorit da Elettore . Oltre a ci il Magi-
frato di Francfirt obligato a dar loro ognifraiKhigia e fi.
fort a che (urt c mentre che dura la Meta a non lafciare entrare
, ,

^ alcun'altro in Francfrt y fuori y, che gli Elettori ytlalor f


miglia. *ToJciay che tutti ui fino arriuatiy fi celebra neL

la Chief di San Bartolomeo una filenne mefja ; rulla quale

fifanno
orationi a D
i o , che nella futura elettione porga

loro la gratta del fo fnto fpirito ad illuminarli y che eleg-

gano Imperadorey che buonofia, a beneficio de' Qjrtftia.


Gmtamen
CO Jc gU
^ eft giurano
^
M non douer effere in tale elettio-

J' J'
Eiator. neper far cofa alcuna , ne per cagton ai patto , ne ai prtmiOy

ne di contrtbutione , o promejfi di ueruna frte . "ISfel fine

uengono alla deliberatone ; ne prima poffino di la partirf ,


che non habbiano eletto l'Jmperadore. Ilche finonefirni-
* to in tin mefi , rimouefi loro ogni qualit di uiuanda ; ne fi
^
da altro , chepane acqua . guanto oda elettione y colui,

che utene eletto dalla maggior parte , e ne piu ne meno ,


co-

'
mefijfi flato eletto da iuoti di tutti. Inqueflamanuraefi
fndo creato l' Imperodore y e tenuto prima a confirmare a
\ gli Elettori tutti

.f libert e
i br priuilegi ,
immunit
e tutto quello

loro appartiene .
,

Ma
che alla digni

lafiiando
y y

molte
,

CARLO avINTO. n
molte altre condttioni da parte, chefarei troppo lungo afari- ojjUg^
Merle : l'uffacio principale delt Imperadore di dfander la

Chicfa "Rimana , diflrugger gli hcretki , ^ non tener con impetado


**
impij et infedeli pratica e domeJichez.zt alcuna: efjr protet

tore a tutte fae forz della dignit del Pontefice ; e parime te

confiruar tutti ipriutlegi conceduti alla Rpmana Qnefa in

'

^ualun^ue tempo ; e fpetiahnente quelli , che ella ottenne dn "


;

Co/l untino f da (farlo piagno ^ da Henrkot da Ottone


Quarto , da Federico Secondo , e da %Qdblf : non fi ufarpa-

re alcuna ragione [opra i leni Eccle/ajiici : e cojifinalmente

difnder tutte le Chief , e la libert loro . llche ordmato e


confermato da moki Pontefici :per beneficio de* quali , e di <

' '

effa Romana (hitfa , fu trafportata l'autorit dello eleggere


,

Imperio da' (qreci ne' Tedefihi , e nella perfina di Car- '


dello

lo Magno. Tre anni auanti la incoronatione di Carlo in


**
Lamagna Martino Luther o di Saffnia , deltor dine eh Sa ucho
tozygofino ,
primieramente predicando, e dipoi firiuendo
contra leindulgcntie , e lautorit del Tonttfic e ,e nel fine uco.
ejfndo inuentore ttuna nuoua religione, hautuafilleuate al
cune terre Franche \ lequali ingannate dalla faa
falfa dottri-
na, fi diedero oflinatamente a figuitare openiom del tutto
contrarie alla Chiefa (fatohcai altre uolte dannate ne*
Concilij antichi. La onde egli inficme con i foi figliaci fa.
rono da Papa Leone, e dalfacro collegio de'Cardinali, dich'ia
rati Her etici. T^icefi , che la principal cagione che
, moffi
Luther 0 a cofifatte maluage openioni
, fa lo sdegno , ch'egli

prefi , che alcune indugeniefoffcro leuate dalla faa Chiefia


e concedute ad un'altra . E,che'l Papa agcuolmente haureb
^
be ammorzcito in un fabito lincendio ch'egli
, commoffi , fi
VIT. DI CARL. V. S

V,
1S V I T A D I )

3* r gli haucjj dato il CafteOo '^tfjo ,


in modo fatto coperta di rtli
gione fi (tua nafiof l'ambitione . la/ciando efuefo, pri
oh ma l' Impcradore fitto pu9bca fide fi loficeuenire innan^

Sefil ^ maligna pramt oftnatione delfuo animo,


ffi)

licentiandolo con mal t*olto,gli commifi, chefia certo termino


ri dli'p'r

ceffc al-
fi douejfi partire di tutte le terre deltlmperio'.epofiia con l'au
^mpera-
comdo^chefiffiro tutti ifuoi libri abbru
ciati.lwfe hercfie dtffiaceuano all' mperadorc\e fece ogn'o.
pera per iflirparle. La onde ordino lina duta, nella tptalefi di
' fiuto molto a lago intorno alle openioni di quelli Hereiici.ma

Dieta or
f^on
fipotendo conchtuder cofa,chc buonafoffe, fecc alcuni or
quefi da loro ojfiruarf doUeJfiro infno
rimp'er**fo
pra le o- 4 tontOycht le loro dtfferezf con l'autorit della (Joiefa 'B^ma
. ligioQe fijfi^^
dal Concilio terminate. Hauendo l'mperodore raf
fittateil meglio, che alhora per luifipot, le cefi della religione,

'
Molfi l'animo alla dfifa e confiruatione de'fitoi fiati. E confi
tkrando , come il Francefeo haueua tentato l'acquifio di
^auarra ; e prima di quefio /finto ( che cofifi teneua ) Ro-
btrto della Marcia , feudatario di effoRf a guerreggiarfi- ,

Abbocca, a' confini con Smtriano , Signor di Liego,jUo uajjllo, on

caroV*'
^ hauea mandato genti infua dififa : intefi,che'l medefi
e del R.e mo Re Froncffio l'era abboccato in (Mrdea col Re (tlnghiU
con Hcq' terra per indur quel Re a pace e lega con ejfo lui . Per laqual
cofa egli ancora non- dopo molto pafioin Inghilterra: nella
tetra.
quale dal Re, chefuo parente era , fu con molta amoreuoUz-
za raccolto : ^ opero fi, che irrigo
fi confider fico
. Dico-
no alcuni , che Arrigo nputandofi a grande honore , che due
*~Prcncipipotentifiimi ncercajjero l'aiuto delle fue arme , tra
tutto gonfio di fiperbia parendogli , che nel fuo arbitrio fi ri
,

ponejj
.

CA RL O Q.VI NTO. ip
pontjlji la pace e la guerra . Onde leuo per impref uno arde
re dt grande tfi atura , armato al coflume ingle/ , confifat- i

foL VI, A evi maccosto, rimar S-j^,***


RA^ VINCITORE. ^4 uolcndo che ben s'intendano ,

le cagioni , che mojjro l'Imperadore a prender l'arme con^

tra U 7^ di Francia ; lacuali poi furonofelicemente adopera


te tn Italia da'fuot Qtpitanit necejjrio , che io mi rittrt oL
guanto a dietro
Correua l'anno mDxV . eiuando^ejjndo uenuto a mor-
^
te Luigi Ri di Francia gli fuccedette nel Regno Francefeo
, t
fio genero della Tl^alfamiglia de' Fabf. Uguale hauendo prancefeo
l'animo difpofto a cofi grandi: ne uolendoefr punto infirio
re alfuocero , deliber di far timpref di Melano . 8 trouan uaiia per

dof in ordine un bello e fiorito efercito y gi per quefto effetto dlMe'iMo

apparecchiato dal Luigi ; fnzsi metter tempo in mezp


, ^
moff con tutte le genti : lequalx erano intorno a otto mila UeFrcef-

huomini d'arme , ciafiun de' quali conduceua fico tre caual d

liy otto mila caualh leggieri , e uenti mila fanti. B tra que-
fi u'erano dieci mila Tedifchi ; i quali perche haueuano la
,

mfgne nere , erano chiamati dalla banda nera ; fidati ua^


lorofi ^ ejperimentatiin cofi diffcile digran momento: e
parimente da uenti infgne di ^hiennef, di ^uafioniy e di

TBifiaglini . Con quefe genti difiefy come folgore , in Italia u y xru


dilfdiciper diffatofntitro : percioche a' confirti del Tru
uultio uipafper la uia delie Mlpi di Argenter con tanta
fcretezjA , che non f ne auedendo il S. Projpero Colonna ;

dquale con cinquecento huomini (tarme ,


e caualh leggieri, f prefo"di
trouaua a Filila Franca di Moretta', fu prefi da' francef
con t utti i foi . Era il Colonna Capitano dt Papa Leone in-
S jf
20 V I T A D I
fteme col Cardinal Sadmtfy che era Legato del campo , il-

Papi Leo- quale rapprefntaua la perfina del T*apa . ^ercwche Leo


nella lega w nonfi uollc occoflare oLR^ di Francia : ma rimafi nella
l^g^ hatteua con Mafiimiltano Sforza con
mibwo t ,

gli Sttiz^zfri , e col I{e di Spagna . Et i Signori Vinitiani^fi


per diminuir le firzs dell"Impcrador tlMafiimiliano , che in
Italia erano troppo grandi ^ come per racquiftar le citt loro,
sbrano collegati col "Ke di Francia . Lungo firehbe adirle
.
cofi , ihefiguirono in quefia imprefi : ma non appartenendo
alla Ulta di Qarlo ,
le rifiringcr'o in brtuit . Sperano ridotti

dopo molti gran fatti de* Frantefi e dtl campo della lega , e
delle genti Sforzffihe , ^ anco di quelle del Papa , nella cit

Marigna*
di t^tlano, ucijtiquattro mU Suizs:.rt: iquali prejfia
no rotti Marinano combatterono due uolte gagliardifiimamente , e
i. la maggior parte di notte al lume della Luna , temendo eJS

la caualeria Francefi . Onde la ficonda uolta , ejjndo Ila-

ta la battaglia lunga pezjj crudele per cicche dicono , che


, , (

ella contuiuhfidici bore ^ e la untoria dubbiofit , uenendo gli

Suizjsri da 'Bartolomeo etc-^luiano , General Capitano del


le genti Vinitiane, ajfaltatiperfianco, furono del tutto rotti,

e rimafiro uincitori . In quefie due battaglie : e mafiimamen


Francefco te nella prima : il7(e Francefio ualorofamente combattendo,
ricqiiifl 'o lode di ualente guerriero ; fp) hebbe gli ornamenti di
<ia
battendo caualerut, da lui guadagnati con le arme . furono tagliati a
gli orna- pezzI in qucflofitto d'arme piu di noue mila Suizxtri , finz^t
uai'cria' finti , chefi dicono ejjre fiati altretanti,o poco meno . (fU
,

ritornati a JMtlano, dindi ufiiti per la porta ai Comog


Mehn*"'
ficero alfine ritornonel loro paefi . IMelanefi riceuta cofi

gran rotta , ^ abandonati da gli Suizssri , aperfiro le porte

al'Rg

r
.,

CARLO ayINTO. il
:>
JFrance/co;il^uale uatoriofi entro in Alelano.il Duca

fniltano Sfirz^t fi ridujfe nel CaJeUoioue combattuto da Pie


MafsimN
tro TSlauarra indotto da certi uani fpauentt , e molto piu liaoo Sfbr
za C rdc
da uiltt alfine (i refi , con patto tcheHPf gli hauefi a pa- aljKeFrS.
gare ogn'anno trentac^ue milafiud^ egU rimanejfi firn cclco.

pre in Francia ; ne maifi ne eUpartiff finzfi Ucenz d "Re

Cofi gelano uennem podefl d Re Francefio : laqual

prtfia prejj tutti gU dude grandtjitma rtputatione. pafio


moltof che imboccatofi egli in Bologna con Papa Leone t e
diuenuti amendue infieme amici , egli dopo hauer fifteuol-
Il Re Pria
mentefpefiilQarnoualein Aielano ritorn in Francia, ccfco ri-
torna b
godendofi alquanti anni pacificamente delpojfijfi di quel mi F rancia.

firo fiato .

taueua (farlo , prima , che dopo la morte del Re Catho


UcopaJJajfi in Ifpagna ,
fatto nella Borgogna a ^oton per
ma di Ambafiiadori col Rs Frantefio certo accordo piu to-
Accordo
fio sforzato , che uolontario ; percioche egli non uipoteua an facto da
Carlo V,
dar neficwraminte , ne to(io ,finza l'amicitia di qmflo ani col ReFrS
ccfco a
mofi e potente R^ . Le conditioni di quel accordo furono , Noion.
che farlo doutjfi reflituir ^auarra alfigLuolo del Ri ^io-
uanni ; quando per a' giudici , ne' quali
fi doueua rimetter
la differenza ci fijje parato ragioneuole . Et oltre a que-
llo , anno a efioRf fran-
ch'egli fojfi tenuto di pagare ogni

cefio cento mila Ducatiper lo Regno di Napoli , acccioche

parejfi , che egh fipra quel Regno hauejfi qualche ragione

Qmfto accordo ejfindofatto da un Prencipe di fidici anni,


non poteua ejfir di moka firmezia^ Onde il tributo non fu
mai pagato : e gi erano quattro anni frnit . *Per laqual
cofa il Re piu epiu uolte dimand quejlo tributo di tanti an-.
VlT. Dl CARL. V B iq
,

cagioni,
'/*2 r<
V I T A D I
cbe molte ni , {^untt erano pajjti . zA
Carlo, il (jualt pojpdcua legti
ro Callo
alla guer- mamente il Rfgno di bdapoli
per her edita di Ferdinandofk
ra crra il
auolo , non pareua honeflo di pagarlo ; percioche, hfi ha^
X.e di Fra- f
eia.
uefje fatto i/rebbe utnuto a indebolire le/ite ragioni . D'al
tra parte r iputaua grandifimo dishonore , che'l ^ teneJJ^

lo flato di gelano , il gitale era feudo dell' Imperio ,


fenz^
hautrrie da lui debito titolo ^ inuefltgioiie . Vedeua ancora
che tejfer Francejlin Italia, non era di molta fcurt al F,e.
gno dt Napoli .
poco lo turbaua il paffuto mommento di
Fpbtrto contra Hj/iio uajfalo j che , come dicemmo, egli te*

neua perfrmo , che 'Roberto dane fjj flato Jjpinto


lui ',

o
LaondeCarlofdiJpoJdiuendicarfne, e di leuare al Rf
di Francia Melano . S'era ine^uelttmpo^apa Leone can.
giato di animo , haueuapropofo dt partifi dali'amicttia
Papa Leo- del Francefio , e diprocacciare a tuttofo podere di cac*
ne dilde-
r^bdicac dar Franctfi d'Italia, Lo moueuano a cotal dehberadone
ciar Fran-
cefi dira- diuerf cagioni: ma fpetialmente ejuefla che Monfignor d.
;

U. Couernator di
Lotrecco ,l<juae eraflato dal Re lafiiato

Melano, era a tantajuperbia uenuto,che confriua i benefl


ci di Chiefa a' Cherici ,flcondo , che gli pareua ,
non altrd
menti , che egli fojfl flato affoluto Signore , fl nelle cofe tem-
porali ,comc fptrituali . Di che il Papafl rfinti fleramen-'
te :e
fi ne dolje col ,
ma nonfu afloltato . zAltri dicono ,
che hauendo il Francefeo ricerco dalH^apa, ch'egli conflr

majfl per ejualche anno eAdriano , Qardinale etcAmbuoflt,


Legato in Francia oltre a i due anm , che ejj u'era flato

rjpondendo il T^apa , che dofarebbe flato di cattiuo eflm-


pio alla Corte Rimana ; ^ etppreffo ,
che non era cof con-

ucneuole , che fi concediffc ad alcuno per iffatio di tanti an-


ni una
.

CA R L O avl;N T O.. -2>?

ni una autorit cofigrande : il


7^fi sdegno in modo , che
fi
-
lafito ufiir di bocca y che il 'Tapagli faceua ingiuria ^ e ,che
pongli mancherebbe occaftone da uendicarfine. Fece adun
^ue Leone lega con tImperadorei dejuale fabbracci uolen. Quinto

tter e tofio , per


hauere intefi , come il uero era che'l
( )
di Francia thaueuafitta con gli Suizzeri: percioche fipen-
do Qarlo lautorit , che'l *Fapa haueua con quelle genti, ^
iiimaua ,
che ageuolmente poteua farle rimouer dal
^ ^ ^
accofiarfi alluno ^ altaltro . Le conditioni della lega fit-
tono , che fi douefie'con armi, e fpefi comuni cacciar dItalia
i Francefi, refiituire alla Qhiefi ^arma e Tiacenza \tri
mettere Francefio Sforzi- ,figliuolo di Lodouico il Moro, e
minor fratello di Mafiimtliano, nello slato di t^elano, fece
l'Imperador Generale in Italia di quefia imprefiilS, T*ro-
c^onni
fj>er 0 Colonna , che s'era rfiattato dt Francia , e Francefio Geoerie,
v.**'
'Daualo,Marchefi di Pefiara,CqeneraldeUe fdterie,hauen 'c!io

doui anco altri eccellenti Qtpitaui mandati : come tiAntonio


(ia Lcua, ^ Alfonfo Aiarchefi del Guafto . Qipitano del- Giulio

le genti del T^apa era Federico dMarchefi di Mantoua , d


Cardinal Sadunefi , e Giulio CarcUnale de' pedici, fio

fiatei cugino , che fiipoi Papa Clemente fettimo. Haueua mte vii.

(jirolamo ^IMoronc gentithuomo Adelanefi, con molto ua


, Girolamo
lore, e con orandifilma lealt, fruito Luigi "Re di Francia- Mmone
e I
"U f*
'tenta di
C, come aulente piu uolte,mn
fi ueggendo m molta gratta di, t'bei-

Francefiofio[uccefiore ,fenzA curarfi di perder la patria e ncVi 2 Re


laficulta, fi n'ira nTrcntoi ffipofi qutui con ognifia
ito ***

indufiria a praticarper lo Sforza, mofirand), che non era


dficil cofa a cacciare i Francefi et'Italia : percioche egli ha^
tf^ua trattato co'primi nobili di t^elano e delle altre utcjh ^
, .

. _ 5? iiij
V I T A D t
M citt ;
i <fuali haueuano prontefjo con la pr imiera occa^oi
ne di rube Ilare al'R^di Francia, coftui adunquefu da-
to quejlo carico , come molto importante . Ilquale haureh^

be egli condotto a ottimo fine, t^ala Fortuna,contrariaa


eoji bel difigno , fice , che ci peruenne all orecchie di Federi,
co da Bozz.olo't ilquale alhora era a feruigt del "Rf Fjancefio.
Mignot Onde Federico/bito lo ebfiouer/ a Monfignor dello Scudo,
do . alhora Luogotenente in gelano di t^onfignor di Lotrec-
co yfuo fratello, che a quel tempo fi trouaua in Francia pref

JtlRf. (jnobbe alhora e^onfignor dello Scudo , che mU


ti nobili Melanefifauoriuano allo Sfrza : i quali fi erano ri
dotti a R^io : oue ancora fi trouaua il Morone . Fra per
Gaiccr- ^ Gouernator di Reggio il Guicciardini ; che fi quel-
b>,chc dpot cofi accuratamentc firijfi la hi/ioria de'nojlri
e"rnoie
* Reggio tempi. La onde ejfindo uenuto Monfignor dello Scudo inpa
UTa di perder Piacenza e H^arma, con alcuni h uomini d'ar
me and a Riggio, diuifando d'impadronirfi di quella Citta.
Ikhe nonfla non gli Henne fiuto ma fu a rifio di rimaner ut
,
prigione . Et anco di ci in Melano fi fparfi la fama ; e po

co manc , che i Francefi, impauriti da quella fidja nuoua ,


'

nonfi dipartijfiro. t^onfignor dello Scudo , ordinate le co/

di ^arma e di Piacenza ,
ritorn a Jikelano : la prefinzet

del quale ruppe affatto la trama, ordita dal ^^orone . Po-


co innanzi alfo ritorno auenne cofa di non picciola importi

za Percioche in un/bito temporale una


. filetta cadendo di
sjm. Ae ctelo , percofF una Torre del Caflello : (t frbaua
nella quale
percofle
oeiii Tor
, f della
w polue J
monitione
II
: e
i r ^ I CL .
miracolojamente la JraccaJso tue

aeio
uccidendo e ferendo quafi tutti i fidati ,
che erano a
MeUno. guardia del Cafiello,con una terribile e marauiglio/ ruina
T)a che
,.

CARLO aviNTO. 'i/


T>ei th i fam fecero fermo giudicio , che efutjo fojfe un C4t
t'mo augurio ( come lo uerifc'o l'auenimento
)
per le cofe tk' *

Francefi. Ora ti Sadunefe ^ e Giulto de' Medici ^ con dili- u

genz^t e deftrezji^i marauigltofa , a poco a poco alienarono glt


SuizU^i dal "Kf dt Francia, egli tirarono alio fiipendiodel

Papa : la^ual fama, hencheefi dipoi mancajjero , fu di


non poco dtflurho alle cofe fue. frinire cojoro erano in
uiaggio , il Signor "Trofpero Colonna col fuo tfretto pafo d *

'Po prefo a Cafal maggiore : Monfgnor di Lotrecco , che e

molto per tempo era tornato di Francia a Melano , fi ritiro


per lo medefmo ponte , per lo ejuale tra pajjto il Qtlonna
a Cremona Trouauanf ejuefii due efirciti a Kfbecco ejuafi
.

a fonte l'uno dellaltro . 1 Capitani degli Suizsiert


(
che ue

ne haueua pure il 7(js affidato (gualche numero ) difderof


fopra modo di uenir co* nimici alle mani , pregauano tl Lo-
trecco , che loro dconcedejje. Et anco francefo Maria, Princefea

Duca dFrhino prudente e ,


ualorofi Signore , ilquaU era
nel campo de* 'Vinitiani, affermaua ,
che la battaglia hau-

rebbe hauuto felice fine fJMa Lotrecco


. il ,
<jua
fi fu di
ci la cagione , non ui uoUe confintire , bench era ejuafi gtu-
dteio comune , che'l Colonna haueua condotto m ejud luogo
lefrato imprudentemente con moltofio difauantaggw: la- i
quale openione uerifc eglt poi col ntirarfi in parte feura "

Ora l'efretto del H^apa e dell Imperadore , con fauiftma


dtltberottone de* Capitani, pafo l'zAdda in certe barchet-
te . eylquale
,
fapendo quanto quelpaffggio impor taua,
,

fi oppof ^Monfgnor delio Scudo : ma n'mbbe poco febee


auenimento tonde eglt fi ritir con prefletta gelano.
Il Marchef Tefara fpinfi le finterie Spagnuole, delle
'
V !l '
T A D r
^uali egli era Capitano, alla mlta di quello . Gli SpagnuoB
rillrp^ren. autcmandofi alla Qtt , fpiando ogni cof ddtgentemente.
Me-
tuonarono una entrata fecreta : e pigliando la Fortuna , che
ridente lor fi mofiraua, perii crini, pajjarono dentro le

trincee
,
prejj lequli il Lotrecco s'era ne borghi firmato .
La onde i faldati Francefi colti all'tmprouij ,
furono infie-

me con le genti Zlin'uiane da tutte le parti rotti ; e ui rimafi

prigione il Signor Theodoro Triuultio , (generale delia


publica'Uinitiana ',
ilquaU allhora fitrouaua difrmato,

fi tome quello , che imprudentemente niuno affalto affetta^


ua . I Melanefi, che per la maggior parte erano in fauor
dello Sfirz/t e non poteuano fipportare il fitperbo Domi-
nio, come efii diceuano,de' francefi, fu la mezci notte
apcrfirole porte a gl'Imperiai, e gli riceuetterocon molta
aliegrczs^. Haueua il Lotrecco pofia derurodi Melano
^ , ^
tutta la caualeria: e dopo l'entrata dd nimici ritir atofi fu
*'
lapiaz^za di Como , e fermatouifi alquanto , tutto che egli
^on foffi ptrfiguito da alcuno, fi mife m fuga. Trofia
a Sarto . hauendo ottenuto Cremona , e tentato in damo di prender
"Tauia per afjaltar Melano fi accampo a Sedo
,
. Ma
, trouandofi a fronte il S. Hdr affer Qolonna , e lo Sfirzei, iL

Francefi
uigorofmente figuito da tutti i Melatufi , fi ri
rotei alla
duffi alla bicocca ; nella quale uenutofi al fatto d'arme , i
Francefifurono uinti infieme con buon numero dt Suizsieri,
che erano uenuti infoecorfo del Lotrecco \ e fu in quel confdt
to amazjito Alberto "~Ptetra , Capitano loro . Dopo que-

fiafebee uittoria gl' Imperiali acquifiarano Loda, Ticctghi-


x^pIlco'. 6^ cAfiffandria Ma in quefio tempofiguito la mor
.

ne. te dt Papa Leone, che era in et mobogiouane : laqual mor


te.
C A'RL O 'aViNT'O. 27
te
,
perche lo Uuo di uita in tre giorni ^fufofpctto , che pr'-
p
'cedejf da itcUno . Fu Leone Pontefice di gran cuore, lhe-

rale ,
amatore de* uirtuoftj Dopo Leone ottenne il T
pato Adriano Sefio , trouandof egli tn Jfpagna Fra tanto
.
^p
il ^iarchefe di Pefeara con xncrediid ualorepref (fenoua pffe
;

e, perchefiffrofdisfatti ifaldati, la diede afacce . Adria-


nofillecitatoda*prieghidel popolo "Efimano and piutoflo
di quello, che egli haueua difgnato,a Xoma : e ut entr a
tempo , che la mifera Citt di Ehodi, tanto celebrata dagli
antichi, e tanto importante alla ficurezzA delle cof eUUa

Chriflianit, era combattuta da Solimano Imperadorde* pre di


*^'****
Turchi: di cui al fine cofi gran noflro nimico con untuerfl
danno e uergogna de* (hriftiani s'impadront , ottenutala a
patti da t^onfignor Lilidamo,(fran Matfro della religio
ne . 7refi ^FUelano , fu inuefito dalt Imperadore di quel
'

Ducato Francefio SfirZA- Dipoi ficel'Imperador lega con


Adriano per difndere e confiruar nel Dominio il detto Sfir ueftitode

^ea qual lega entrarono anco t Signori F'tnitani, Hi-


.

mando eglino cofa utile alla libert d'Italia, l*tffere un Duca


Italiano in quello Hato , che tanto importaua j e u* inter uen-
nero parimente tutti i Prencipi d'Italia .

Erano perdute quafi tutte Ufirtezz^ dello Hato di


lanose, che era di gran momento,(fenoita.P/auuano hauuto
memorabil rotta piu e/rciti Frantefi mandati in Italia. A e

quefto s*aggiunge ua la lega con l' Imperadore, come s'e detto,


del T*apa, de* Finitiani,fjfi anco di tutti i Signori Italiani . uoi

Con tutto do l'intrepido cuore del Ee Francefio non poteua icaiu pe*

uolgere ilpenfero ad altro, che alracqutflo di t^elano.La iTodl


onde fece un'altro grofifimoefirdto di trentadue mila
fan
Zi V I T A D I
c tie di dodici mda caualli:tra $ tjualifiinti ut erano docHct rm
'
la Suizjsri . t^a tarda alquanto la fua uenuta in Italia il

Duca di BorbonCfCh'era fuo Qontefiabile Percioche Moda .

ma zy4luigta,la madre del Kttglt haueua pofle in litigio aku


ne CafleUa delfuo Ducato La onde eglifi ne querek al 7{e:
.

ilquale dandogli parole,fu cagione, che'l Duca tenendoft da

lui ingiuriato , dimoflro difcouerti sdegni . Il ^ per buoni ri

Jpetti ,accioche eff non rimanejfi nella Francia, delibero di


menarlo fico . dMafingendo il Borbone d'ejfere amalato, fu
uifitato dalT^ : ilquale gli dij],che del tutto uoleua, che egli

fu*beiu"a* fi trouajfifico alla


imprej di ^Melano . A che rfpofi il Du
Re di Fra-
g^a contcnto. tIMa us cofifatta afiutia,che hauendo

fatto condurre una lettica con lefue infigne,^ accompagna


ta da'fitoi {moflrando,chy uifojfi dentro) alquanti miglia
auanti , egh in tanto con defira maniera pafio nella Borgo-
gna,patfi deltlmperadoreinella qualefifaceuano dieci mila
che'l
fiintiTedefihi con Sfigno ehaffaltar la Francia,toflo,

Rffi ne fijfe partito . S'era il Duca di tal fatto conuenuto


Admoo auanti con llmperadore,adoperandoui il mezp duna Adria
Baarcoo
.
gfjg 4 pgf quefia cagione era Plato mandato
in habito di mercatante . *55^4 dopo hauere il Duca ne' co
Francia con que*
fini di Borgogna ajjai trauaghato filladi
Ita-
Tedefihi, finta poter fare effetto buono , fi conduffe in
Mofie di lia, JlRe mand in luogo fuo ^onfirio fuo Ammtraglio di ,

CoioMa mar e, ilquale flrinfi molto gli efirciti della lega . E morto il
Signor Proffero Colonna,e uenuto di Napoli in campo Don
Don c. Carb di Lanoia,per l'Imperadore f^ecere di quel Regno;
oltre a ci hauendo hauutoi Francefiin
piu luoghi dtuerfi
ou !

rotte, tal che erano sforzici a sgombrar d'Italia : fimojfi


ilRs
.

CARLO aviNTO. 29
il 7^ Francefio con grancjsima uelocita pajjar le Alpi ^
trouandoft alhora in ordinefei mila Siiizxfri^ dieci mila fan
ti Italiani f
due mila huomwi d'arme , altretantuiArti
aeri . E per lo ^oncintf^ e Mongjneura^dijcejj a Turino.
J Capitani Imperiali conofeendo di non poter molto bene far
refijcnzai all'impeto et un Rf fpotente , fi ritirarono in Jmc
lano . f^a dpoi ueggendo la Citt debole , e mal fornita d

uettuaglia , ritornarono a dietroper dinfender nitri luoghi


A pena quefi Capitani eranoper la porta Ternana ufciti di
Alelano.chetFrancef, i ejuab haueuano pofla la fperan-
ZA della uittoria prudentemente nella prefezzA entraro *

no per quellaltra porta , di dondefi ua a Fercelli . Arde,


uanodietifiderioi/ldatidi metterla Qtta ficco: ma il
, ch'era benigno e clemente , non lafc , che ella fofj mo-
lefiatay concedendo a pochi l'entrarui ; elafco Jolamente
una certa quantit difidati altafjedto del Qaflello . Entra
ti i Francefi in ^Melano , // CMarchefi di Pefeara con la
fanteria Spagnuolafi ritiro a Lodi . Et Antonio da Lena,
Capitano di chiaro ingegno , tolf con Tedefchi l'imprefa di
difenderneauia . Don (farlo di Lamia infieme con Fran.
cefo SfrzAfi riduff a Cremona , ejfendoci partito ilRorbo-
ne per c ondur Tedefchi di Lamagna . Trouandofi le cofi in
quefli termini , il Re Francefio flette alquanto
dubbiofi,fi
egli doueua afjaltar Lodi per rompergli Spagnoli 0 pure
, ; fi
per leuarfi dinanzi i Ttdefihi,era buono che
, andaffi a T^a
uia. Finalmente lafamaluagia Fortuna lo tnduff a uol
RedfprS-
gerfia^Tauia . E
fra tantofiprauenendo ilBorbone colfic '*
cor
fi de'Tcdefihi ; ^ egli hauendofmembrato ilfuo ifircito efercito

per lo racquifio del Regno di *'*'


"Tfipolt'y ^effndo apprefi'^^f
,,

30 VITA DI
abandonato da pi mila (prigioni
, p coflrettodi uetirea

giornata : nella quale il t^Marchep di Separa , il Lanata


U Borbone ruppero ilBarco , luogo gi dipllazxo e di di-
porto alDuca di Melano , prejj tlquale era alloggiato il
campo del 7(e , hauendoLxolto altimprouip ; come quello ,

che non penfaua ,


che cofpoco numero di gente , nella guip,

che era quelteprcito Imperiale ,


hauejj hauuto ardire di af

fahrlo. Equefti tre Capitani dopo uari auentmentt slrinp-

Rotta de*
modo Fronceft,che gU ruppero La onde il piagna .

FraaceG. utggendo la rotta de* poi , entro con la pa cauale-


ria nella battaglia j
combattendo gagliardamente , e non la
li Re Fran piando u dietro cop , che non pure a ualorop papuano, ma
batte uaio abuonpldatopconueniffidifare.InquePogltf aggiunp-
ioin>te.
dpuenture : l'una , che pfuggi ^^onfgnor di
Alanpne con quatrocento caualli : taltra, che upi di Pauta
cAntonio da Leua : tlquale nella prima giunta pop in fuga
due mila ltabani,che sperano da una banda,per ejpr rimap
pnzt capo , ritirati : ^ entrato poi nelptto (tarme
Huueua ilBe
,
pren
do con terribile impeto , ruppe gli Suizjisri.
dopo le fpallele battaglie de Tedephi: ne potendo cantra-
Par con ef loro perche elle erano intere ; ne parimente con
,

gli Spagnuoli, che gli erano da'panchi ,p il fuo campo fi-

nalmente tutto sbaragliato e rotto . Aia, come, che gli man

caff ilpuore della Fortuna, non gli mancaua


punto tardire
Giorgio dell animo ;
e gi haueua uccifo di pa mano Giorgio
fa
uno Alfiere Spa-
firiotta Adarchep di Santo zAngelo
gnuolo : ne refiaua di adoperare intrepidamente
, ^ lo flocco

che haueua in mano quando uoUe ,


la dipuentura , che gli
caddefitto il cauallo: e, come che (glifiijjl finto, ^ abando
nato
CARLO aviNTO. //
nato da aafcuno de' fuoi,fi dtftjt ualorofamente un gran pez. II Re Fr
cefeo fac-
zp a piede . alfine , elJendogli fitto cerchio d'intorno
to prigio-
da molti ualenti Capitani ; t cjuali tutti l'uno a gara deltoL ne.

tro pretendeuano di hauerlo prigione^lunfi (fumi il Lamia:


e cono[cmtolo\ lo rtceu 'e benignamente in poderjuo, honoran
dolo t nella maniera ^ che a figran 2^ conueniua, infieme
con tutti (fu* Capitani , eh'
a quelfitto fi trouarono . cy4l-
cuni dicono , che prima gli uennefipra il Duca di "Borbone ;
ilquale ficendogli infiammi , che (t rendejj , UBp gli rijpofiy
ch'ei non fi uoleua rendere a un traditore . borirono deL Morti , e
prigioni
tefircito Francefi in queflo pmguinofo fatto d'arme , tra facci nella
,

prel del
quelli , chefurono uccift^ e tra quegli altri , chefuggendo af Re|di,Fra-
fidarono nel Tefim , piu che otto mila huomini ,
a uenti per/naggi de' primi di tutta la Francia
^ intorno eia.

: come qui.
giteimo qonfieroy grande Ammtraglio, Monfignor d^lla Pa
Uffa , Monfigmr della Tramoglia , quel di Bufii , di Chiara
monte , di Bubanft, e Galeazxp Sanfeuerino,gran Scudiere
Tra prigioni oltre efj Rp fu il Re di T>fiuarra , d
del "Rp .
^an Baftardo di Sauoia , il Legato del "Papa , ^ion.
fignor Adamoranfi , Monfignor di Florenge , dello Scu-
do , di Buonaualle , e di San "Polo : GaUazzfl "Uifion.
te, Federico daBozpplo , il "Prencipe di Lorena, Mon-
fignor di "Brion , e d'Obenigno : Francefio ,
fratello del
Marchefe di Saluzzo , e molti altri Baroni. De gl'im-
periali morirono poco piu di fittecento Prefa del
. Et auenne que- Redi Fr2-
fia uittoria il di di San ^iatthia ; nel quale nacque ,efu ciatl di di
S. Macchia
incoronato l'imperodore , e fu anco uinto ilfitto d'arme del
la Bicocca . Marauigliofi cofi e a dire, che hauuto l'Impe
radar e la nuoua di cofigran uittoria, non dimofro alcunf-
.

32 V I T A D 1
gno ( aUegrezsji : anzi confideranno gli accidenti humani ,
e la inft abilit della Fortuna^ uolfifubito l'animo alia pace,

ringratiando la bont d'lv>t> io, che gli haueua aperta co

fifacile firada
da poter raffittar le cofi d'Italia, che egli

fimmamente difideraua . La onde commifi per uia di let~

ter e a Don Carlo di Lanoia ,


che confortaffi il F^ad ab-
bracciarla. Fu condotto l'Rf Francefio a Ficcighitone

fco eon llQuale in tanta auerfit di Fortuna, che di fi felice altezza

pofio a quella mifira baffizzA d'effir prigione con


?iigh.to
tanta perdita ^ uccifione de'foi,moflro unafingolar fr
tezz ^ ,
e un temperamento di animo incomparabile : percio-
che non fu mai ueduto confaccia ne beta , ne turbata ; e ne*

ragionamenti, che occoreuano , non gli ufii mai di bocca f-


fpiro ; e parl di quelfatto d'arme con tanto auedimento,che
fece marauigliar tutti quei Signori : percioche pareua , ch'ei

conjbo di tutti i loro difigni , raccontan-


fihjfi i^ouato nel
do puntalmente ilfigumehto della giornata ; ne fi dolfidi al
cuno fuor, che cU gli Suizz^r1 , che hauendo combattuto nel
,

principio bene , fi hautfiro in ultimo cofi uilmente lofitata


eefco con- Icuar lu uitoria eh mano . Il Lanoia di ordine deltimpera-

ir^a'gol'! dor conduffie il Ke in jpagna : e finza , che l'Imperadore fi

moueffi a uedirlo ,fu poflo con buonisfima guardia in Ada-


dril. Il 7\^, a cui il Lanoia haueua dato fpcranza,che V Im
per odor gli haurebbe ufata clemenza parcndoglt , h'egli
,

'
hautjje a fihifo , come prigione, di uedi rioperduto quel/o

grande animo , amalo grauemente . La onde lImperador


l'and a uifitar con molta humanit : e con bemgnifiime pa

cefco role confortandolo gli promifi di metterlo tofloin liberta.


,

beia .
***
molto a metteruilo con quefle conelitioni ; che 'I Kg
cedejfe
.

CARLO av I N T O. ss
cede(p allecoji d Italia di Borgogna: ch'egli fueffi,cht'l
*Tarlamento di Parigi non accettajji l'apptUationi di Fian-
dra ; r, che uenendo l'imperadore in Italia a prendere la co-
tona, il Bsfoff tenuto a mandargli inJuo aiutofi mila fm
ti t/ii cento huomini d'arme , altretantt Arcuri , pagar
tiperfei meft. Eper Jcurt , che quejle conditioni ojjrua

rehbe gli'douejj dar per oflaggi tfuot due maggioriJghuo-


,

li, Francejco
^ Henrico . non ojjruando le condtioni, ue
nijj egli flej^o a refiituirjglt prigione . St anco'ra , accio-

che la paceffftpiu frma , pighajj per moglie HeUonora


U'I
fua forelU', laejuale era rmafd utdoua di Emanuele , "Re

di Portogallo', di cui, (filande egli riceuefffigliuoli, promet


teua di farli Duchi di Borgogna, Fatte e cchiufi efuefle con- . i

ditioni,epoftoilRnhhert, l' Imperadore accompagna-


tolo buonpezsp, l'accommiato :fp)ejfofi ritorno in Francia. Carta ,
Poco dipoiprefe Imperador per moglie la Cor ella di Ciouan.
niRe Jt^Fortogallo efigliuola delitto Emanuele, chia-
,

mata per nome Ifahellaie diede altincontro per moglie a (futi <' 'f-
togaii#
Ri 9^iadama Caterinafuaforella
In (fuefto mezp il 'Duca SforzA amato ; hautndo inte
che'l Adar chef di "Pefiara haueua ritenuto prigione il
fi ,

Adorane , dimandato di CIO la cagione , hehhe rijpojia , che

t Imperadore haueua fi/petto , ch'egli fi mlejfe accordar

co' nirniei: la onde lo confirtaua a rimetter nelle file mani Praaee&o

tutto lo slato di Adilano , per dimoflrare in talguifi la fiua

innocente lealt . Obedt il buon Duca uolentieri , egli confi

gito tutte le fe citt, non hauendo camme


Jfi
mancamento tutte le di

alcuno cantra l' Imperadore , fg) ejfindo a torto calunniato :

belano.;
e
fi
ritenne folamente tlCafello di Addano , nel fuale egli

FIT. DI CARE. F, C
,,

14 VITA
dmoraua , e queOa di Cremona .
D
facendo
I
il parche
dt hauer parimente quei due (afielli , con dire
fi inflanz^
che il tenergli accrefituafifpetto , b Sfirza delibero di non

piufidarfi: efoftenne piu tofio di ejjr dentro il Caftello di


.

Melano ajfidiato a ogni pericolo di fortuna.

C^tfio fatto mifi non figger fojpetto ne gh animi de J


'

"Trencipi Italiani , che l'imperadore fi uokjfe impadronir

di quello fiato t ^ alpirafi'e alla Monarchia et Italia fio .

fila , che'l'Rifiipofio in libert^ cominciarono a temer e^che

Morte di ^mendue non s'unijjro al comuri darmi di lei Laqual ca .

**"*''*
M potent filma a far, che *Tapa Clemtnte, ch'erafc-
<Mdriano{ilquale Adriano non uijfe nel Papato pm,
e vi
oiciaaiEiQ che uenti mefi) ^ tZlinitiani fiicejfero mfieme lega :
^ in

w iegr. quefia lega tirarono anco WRs, di Francia con conditione,


che'l "Re cede
[fi
a tutto lo flato d'Italia , rtfirbandofi filo la

Qtt d'Hafii : che medefimamente fijje tenuto di reftttmre


e
;
acomuni fpefi nello fiato di tfMelano FrancefioSfirza'y
che lo Sforza poi che ut fojfi reftituito ,
ogni annopagajfi al
,
'
. "Re cinquanta mila fiorini : ancora ,
che in Napolifi ha-
^ a eleggere un Italiano : ilquale parimente ne paga[fi
uejfi
ogni anno al Ri di Francia fttanta mila Che'l 'T apa ulti .

mamente e t'Uinitiani fijfiro tenuti a metter infemt tanti


cauallie fiinterie,cofid'Italiani,comedeSuiz^ri,chcfiicef
mie ca\. fro un'cfircito maggior di quello degl'imperiali ; e fifienef

le genti dell'Imper adore


firo lafpef delle paghe infino ,
che

d Italia , comi fperauano , cacciate . Fatta qiufia U


ni che^i'bt
:
ueutBo Papa Clemente firi[fi all'
Imperadore le cagioni ,
chea
lTii'r ci l'haueuano mofj ricordandogli i firuigi fittili fitto
,

'
Leone 'Decimo , ejendo Cardinale j e,
come anco fitto P gn
iefice,
CAULO aviNTO. j/
tefce ygU haueud dimoftro efficaciJStmi d'amoreMle^
,futtenendolo dt genti e di danari ,
e facendolo oltre a cio>
zfi

aiutare da' Fiorentini . Aia, che altincontro le terre di San

ta Chie/ erano flatemaltrattateda'/ioi/ldati, condot-



eji ptr tutto crudelt
ti a frf le fptfi in queipaef, uptndo

intolerahtlt : q) ^pp^^Jf ragione (j) honefl ha- . ->

uendo occupato lo flato di tfMelano , ajfediato nel Caftel


^
lo francejco Sfirz^t , da lui piu uolte dichiarato Duca . On-
de egli non haueua potutofare , che d opra co/t indegna non
haut/Jpre/grandipmoeUJpiacere. Et efndo/t uniti a/c

corf del Duca quajt tutti i Prencipi et /tolta, non haueua ef


rtcu/to nel comun pericolo di prder l'arme Aio Morte del
f ancora
.

ri fra tanto il Aiarche/ di Pejcara:e rima/ il maneggio del ai refJr*


la guerra , e l'amminijiration dello fiato di Aielano , a

Don ay/ntonio d Leua , al Signor eyilfonfi Danaio


^darchefe del (/uafo Fl^fti due, facendo mijurt di mol
.

ti danari per la guerra, che f


pparecchiaua, e non ue ne e f ,

fendomandatt di Spagna ; eialla quale digiorno in giorno /e

n'afpettauano ;
prono cofretti eli upr granfuerita /pra i
gelane// , e in fifatta maniera , che piu etuna uolta quel '!

mi/ro popolo uenne aitarmi con grandtfimo po danno


uccipone. Mentre , che quefle cofe fi /attuano . giun- Borbone
eie' banchi di
fe il Borbone di Spagna con lettere fiei^odi
mila ducati ; e conducendo fico dintorno a otto cento ^p**"*
fanti Spagnuoh . llqual Borbone tra flato dall'lmpe-

radore creato ^ouernator di tfMelano. Trouando il Du-


ca la citt di dentro co/i afptta ; (g/
intendendo , che ,

di fuori il campo de' nimici l'andaua Jringendo , con-


fortali popolo a rimanerf cheto, prometundo , che ,Je

C ij
t(f VI T A DI''
ijj gli hauclji dato trenta rmla ducati da pagare i fU
dati ,
per lo aitemre non farebbe piu ag^rauato. E ,
perche le fe promefj fifjro credute , diffe que/lt paro-
^ *
cartpmt jratelb ,
non ui ojjrm con i fatti

^Meia
^ promeffa che con parole e piu con la-
, le ,

efi . nimo ui faccio ; l'ira di Dio mi faccia morire a' primi

colpi delle artiglierie archibugi ^ che cantra noi


fi fari-
cheranno da' nimicL La^ual morte poi nell'affatto di
{^come alfuo luogofi dira) giufiamente gli auenne . Perdo-
cheejue' mifn cittadini dando fide alla prorruffa ddBor-

bone , fiuendo ogni eflremo sfirzp , i trenta mila ducati con

ff^^n fatica trouarono : ma non perdo gli Spagnuoli ceffaro-


no di trattarli il peggio , che efit poteuano ; ma cofi (Irana-
mente perfiuerarano m tjutfio, che alfine molti per difpera-
tione s'appiccaronOf altri figettarono giu da' tettilo in altra

guif con le proprie manifi uccifiro. Ora, come che i Signo-


ri della lega , l'uno a gara deltakro , affildaffiro genti, pro-
caedando elafiuno ^ trouarfi prefiamente a ficcarfi del-

lo Sforzai , i Vinitiani furono primi a mouerfi fitto la

M^'du^ condotta di Francefio ^aria. Duca et Fr bino liejuaii

francamente Lodi : e s'afpettauano d'hora in bora


DO Capiti
i^acrviai {Quattordici mHa Suizzfri , che da' miniflri del 'B^Fran-

cefio erano condotti', e fauicinauano anco le genti di Cle-


niente j delle (Quali era Capitato il Signor Giouanni de' Me-
ci Capita- dici . In tanto gli Sfirzffihi, che tnjieme col Duca erano af-

jen^'d! fidiati nel CaftUo da gelano, fi trouauano a tanta neeej-


y/V^ etogni cofa bifgneuoU ridotti ,
che pi hoggimai non fi

poteuano foflemre \ne dfindire. La onde ne diedero f-


gri tamcnic auif al Duca d'Fdina , che era a Lodi. Il
CARLO aviNTO. si
^uale untof tofio col Signor ^iouanni de' tutelici ^ haueiu
do quindicimila fanti y e duemila cauallty amU fpmfro
alla uolta di t^tlano , e fi accamparono a porta 'Rimana .
^tui diedero alcuni gagliardi affalti alia citt ma trouan ;

doui forti^tma rejtflenz^i y perctoc he gU Spagnuoli mokohe-


neladifendeuano y fenzai tentar piu auantty deliberarono

di affettar gli Suiz^ri : iqualigta erano ufciti da' monti : e

fi ritirarono con i due campi a Adarignano . ^la hoggmai


arriuando gli Suiz;:sri : e partendojfi eglino da t^arigno-
no per unirfi con effoloro\ ma per rifpetto de' carriaggi mar-
ciando con molta Unteli ; ^
hauendo prej lauta di fi
pra y per laqualefi ua al Caftello , che due miglia lontano
dalla Citt: non potendogli Sfirzjifichiyajf.diati nd ffafielloy
pm (pportar la fame ,
mandarono Giacomo Filippo Sacco

alRor bone : Uguale oh ffi y che'l Duca render ebbe il Ca sfbrie.

flello con bonefteconditioni. llRot bone y che aura cofa non iiciio di

attendeua y concefje y ditegli fi ne ufiiffie libero con tutti i

fioiy promettendo di dargli (forno con lefie entrate: nel qua

le egli haueffi a rimanere irifino a tanto , che fipra alle cefi

fitte s'intcndcjfi quello y che lImperadore debberafj\ fienzH

prigiudicio dellefiue ragioni : dtfjcy che non per altra cagio

ne haueua ricercato il Caflello y che per ejfir libero hauendo-

lo y della cura di temere t nimici . Aia douendofi poi confi-


gnar Como allo Sfirzet , calunniato e priuo dello siato a tor-
to y
gU Spagnuolt che dentro u'erano,non uolfiro ufiirfiuoriy

adducendo alcune fieuoli ragioni: che ben s'era patteggiato

di dar ComOy ma che gli Spagnuolt di lui partijfiero . Il Fnnccr

perche lo Sfrz^,uedendo 'ififiere beffato,sforzfitamentefiri ff* nd

dtffie nel campo della lega ;


ne con tutto ci fi rammarico gi
***
riT. T>1 CA\L. V, C ij
. V I T A D
mai deltimperudore : ma dtjji , ch'era offefi ingannata

da'fmx minijlri . 'R}nforzemdof adunque la guerra , uari

furono tjccej^t. B tutto che il K^dt Francia mandajjin


Italia di grafi e/rc'ui, e fvjjpreja C^enoua , e tentato anco
di hauer 'I^poli : nondimeno gl'Imperiali rima/ro fptrio
ri . In quefio tempo Don 'Ugo di ^^oncada, che nel Tl^egno
di'T^apoli con nuoue genti era uenuto di Spagna y hauendo
fatto di/gno di rimoutre il 'Vapa dalla lega , da lui conchiu
fa cantra l'Imperudore co' Signori Italiani , induffe i (olon-*
ne(i a prender contra Clemente le armi ilquale non hauen-
:

dofldati da poterfi difndere , fi ricouer nel Cafiello di


Sdt'cydngelo: oue erafifattamente iiretto delfuuenimtnto

della uettouagliay che ue ne haueua flamenteper tre giorni.*


Onde eft prefero altimpromf tre porte di Kpma : entra-^


ti per quella di San ^iouanni Lateranoy s'indrizz^rono per
borgo uecchio alla uolta di San dietro e del palagio del Pa-
.tj.
'
pa. Ilquale uolendo in habito Pontefcale mettcr/i a fdere
fu la Santa Sedia , ^
affettargli armati , rimoffo da que-

fla dehberatione da chi haueua miglior difcorfo , fi riduff ,


come s' dettOynel Qaflello . Di qui il Cardinal Colonna non
contraflo , mif afacco ilpalagio, non hauendo ri
^*ioon!
mette a ffetto alle coffcrCynon altrimenti, che f egli ffjiflato non
Uii ai* Qtrdinale,ma Bafa e capo de' nemici della fide nofra. 6
Roma 'Unghe-
. ^
paggio il Turco nelle chiefi della

ria. Bt il Moncada, ch'era flato di do cagione , come ru


morfo dalla propria confcienza , non uolle , chefipaffffe piu
i auanti . Onde conuenuto col 'Papa , che fi facefji tra lui e
r! l'imperudore tregua per quattro meft ;e ,che l'iftefj Papa
ordmaffi che fe genti, lequali erano con quelle della lega
le

fitto
CARLO av I N X O. 39

fotta Melano, ftritirajfero di qua dal Po : ci hauutt fa


itchi, fi parti di Koma . Tornato Don [arlo di Lanoia di
buona armata difa
Spagna per gire a Napoli con una ajfat
tiSpagnuoh , dopo lo ajfalto di cyindrea
Doria nel mar
Hato perditore ,fe una gran
Genoua-, nelquale egli farebbe
ejfendo uenu
fortuna , che nel marefi leuo , non lo fkluaua ;
to alla riuiera di terra di L>auoro ,
hebbe incontro l efircito

del Papa : dalquale le fue gentifurono rotte e coftrette afiig


gire. La onde egli dopo akrezufe,chefeguitarono,epcrd^^^
come dall'altra parte cominci apra |u
di molti, fi dall' una , ,

ticar di pace . B poco dipoi uigiunf Cefre Feramofia con mente

al Papa: nelle quali egli gran-


lettere dell' Imperadore fcritte

demente fi doleua dell'offcfa fattagli da" Colonnefi, mofiran

"
do , che do come neluero era ) hebbe a uenirefenz^fuo or-
(
di rift orarlo d'ogni
dine efnzeifua faputa : e prometteua
fuo feudatario per
fuo danno , mnfolo , come Imperadore , e f
Hegno di Tslapoh, e , come difinfire di Santa Chiefa
,a <

10
intendeua diofirua
che era tenuto ogni Imperadore, ff) egh
re infino che uiueua ; ma anco , come fcceffre
di quelUf,
,

che meritamente haueua ottenuto il cognome di Catholico.

Fu adunque fatta la pace tra Carlo e Papa Clemente con

patto , che Don (farlo di Lanoia doueffi far ritornare a die- pacic'me>
tro d Duca di "Borbone : ilquale fi diceua , che fi n*andaua

alla dritta uerfo P^ma per cagion diponer quella citt afte
co . Don Carlo fi abbocc col Borbone , ma non pot far ef-

fetto alcuno . ^ercioche egli diceua, che ijoifildati , iqua ['j

11 non haueuano danari , uoUuano al tutto faccheggiar 2^-


ma. Onde per rimediare a quefioinconueniente pagandogli, to mili

che li fiffir dati dal "Papa buona fomma dtfiuditaL



chiefi,
C iiij
4 VITA
trimenti , che non gli bajlaua l'animo di poter ritirar
DI
le loro
ojlinate menti da quel maluagtoproponimento . E nel uero,
come che'lfuo animo fjjedmerfo dalle parole ^i Tedejchi,

chefico conduce ua^ non hauendo le lor paghe^ s'erano dian-


zi ammutinati , e nel tumulto quafi^ cio non l'uccifiro . Quc
fii danari douendofipagare in Firenze , e l'accordo nonfuc-
cedendo , egli trattenne il H'apa alquanto con promejfi Di- .

poifiguendo auanti , e giunto a 7(pnciglione , e mejfilo in un


9U J

tratto aficco , e d'indt peruinuto al borgo della ctttjl IPa

^4 , che imprudentemente haueua liccntiato i fioi fiddati ,


con la maggior parte de' Cardinalifi ricoucro mi Qafiello di
Sant'cyngelo , e gli altri finirono in dtuerf luoghi .Fu in
Mone lei cotalgu fidi Uggieri prefi %pma. Ma piacque al gittflo

Iddio, che'l'Borbone portafie il meritato gafigo del giu-


ramento falfi da lui fitto a' Mclancfi, cffindo ali'improi-

fifi^ito,e
Icuato di uita da un'archibugio. Trouandofi adun
que rimafi que' Barbarifinza capo ; de' quali la piu parte
erano Lutherani, ficcheg^iurono la Qua del mondo "Rfina,
tagliando crudelmente a pezj.i una infinita quantit di citta

dini, e molando le mfire "Donne , cofi monache, comefico-


lari\qudle ne' monafieri, tfipragli altari ;e que/e innan-
Ci zi gh occhi de' propri manti, e fiate Hi , e padri . Oltre a ci
fogliarono lefinte reliquie de' fieri ornamenti di argento
e di oro, e le me defime calptfarono fitto a' piedi ,
gettando
le nelfango , e uolgendo la loro crudelt infimo nelle flatue di

marmo,per ijpegncre a fatto ,fi potuto hauejfiro, la memo-


ria di coloro, che furono trionfatori del mondocoltre il uitupe

^ iu: u: ro e lo fihtrnimento ,
che glifederati fecero de' Cardinali, e
.il :

di altri *Frda,eparmete del Pontenfice,ponendol indojfi


l'habito
,

CARLO aviNTO. 41
thnhho T^onttficaie t e U uefli da Cardinali con la mura <
con i cappelli rosfi in tefiat e caaalcandofa' piccioli e tardi

Afini per tutta %pma


ptr maggior difprezsfl.il Tapa efien

do ajjdtato nel (afielloienonpotendofi mantenere ^finaL p,p, eie-

mente uolendoracejmfiar lafua libert t gli conuenne corre


infirme per le paghe di fuei reifildati quattrocento milafeu-

di . Onde a quefio effetto fece fonder tutti gli argenti e i uafi to a pagar

di oro chef doperauano negli ufficijkert, iquedifi trouaua


,

nofirbati nel (afiello Aia,perche do non bafiaua, diede lo


.

ro ancor a{cofa rmferabile)tre cappe Ih da Cardinali: iquali


fitronopofiiairmcanto,etrouojpneunabuona quantit di
danari.zAucnne, che T>on farlo, con cui fi fece l'accordo na!i pofti

* **'*
mor dipefie,eghfuccejfi Don Vgo di Aion^ada.Del quale
'

non fifidando il Tapa,finza affettar la compagnia, che la '

figuente mattina, come era l'ordine,gli doueuano fare i Ca~


pitani dell'Imperadore, in habito da fruitorefopra un buon ^
cauallo ufci del Cafiello,efiriduJJin Oruieto. ^ando tlm
peradore hebbe la nuoua della prefa e M fiacco di Kpma, ftfi

imefi, com'e U'^apa era ajfidtato nel Cafielio di Sant'<iAn-


giolo,celebraua a Vagltadoht, doue era uenuto di franata, chehebb

congiofire e fefie il di natale dt Filippofua figliuolo, di pochi

giorm nato, bora 'R^ di-Spagita, herede di tutti ifitoi


^
gni : abandanando i piaceri, dimofirh fignx di grandifit- .onu.

mo dolore. Ondefiubito fpedi piu mefit per Italia con effreff


commifiiont,che tmponejfiro a'fiioi Capitani, che fiibuo libe

raffiro di affidio iinPapa,e,che uietaJJero,che uia fi portaffe


il rimanete del bottino, che fatto haueuano quei cruddtfinm
^
fillati,efienfitmt'inimici eh Dio e degli huomini.Aia ptro ;
-

fu pofio in libert il Papa congraui e dure condttioni : lequa


.

42 VITA
Upmitameruefino ejprejfi dal (juicciardmi
D I
, Lapref di
^ma , benchtfijjc , come s' detto tfinzi ordine ne meno

fputa deltlmperadore tfit cagione , che contea luifacedro

,
nuoua lega , tl "Re di Francia , il Re <CInghilterra, il Tapa,

ffi
i V'tmtiani . T^Qa quak dopo uari auenimenii fu prefit
teg Ji Gtnaua, ^ ajfediata T^fiipoU da' Francefl Trouauafi l'im

rpf e'tra
ptrodore in Ilpagna :
(p)
intendendo , che nello flato di Me
nmper*. lano,e contro ilfio Rigno di ^apolt era mo(fa una importa-
tijima guerra , come che egli fi fintijfi grandtfiimo dfiigio

danari, fice afidi buon prouedimento in dififa di queU


T lo fiato , e parimente eh tfuel Regno . F sdegnatofigiufla-
. mente contro tlR^di Francia , ch'ejfi gli fijfi mancato
alla fede datagli neltaccordo fatto in Madnl , lo sfida

Carlo V. a combatterfico,egli mand U cartello per uno Araldo AU .

fi udienza, allegando il Rs,cheegnon


portaua lettere ltimperodore , ^ alcune altre cofi dipo-

CO momento
In quefto tempo Filippino Boria, nipote del Trentpe
Teoria , ualorofi gtouane , diede in battaglia nauale una me
morabil rotta allarmata dell ImperadoreineUa <juale u'heb
bero amorire piu, che fittecento .fildati , de' cjuali lamagr
gior parte furono Spagnuoli : e tra queflifi il Moncada,
altri ualorofi Capitani : d Signor cyficanio Colonna , e il

^Marchefe del Guafio ui rimafero prigioni . In tanto zAn-

drea Boria tenendofi malfi(hsfitto dalR^ di Francia, a


cuifidelmente haueuafruito , uolfi l'animo a fruir tlmpcr
radere , efice al Re rubellar (fienoua . Era l'anno ^MiUe
Anno M D
X z ?lil. cinquecento uentt otto quando nell'afidio, che i Francefi te
,

neuano a Napoli,fi difirutto da infirmila quafi tutto l'efer

cito
CARLO aA^IiNTO. 4S
citoFracefi^e umori anco il Uotrtao^Cafitano di quella im Efereito

prtfa : e'i rimanente fu mal trattato Vanno poi , che .


[^""011

JguiapprefJ,fronoi Francefi fpinti del Ducato di 'IS^ua


raienonpotuan<f ho^hnaipiu fermare U pede in Italia iafermicl

Onde il Rf per quejla cagione , ejjndo rappacificati injteme

il ^apa e l'Imperadoro , tra per le moltefciagure, nelle qua


li erano incorjii (oi efefciti y'eper dfiderio di t;ihauerei

Joi'figliuoli , che erano Hatichi deltJmperadore^r ancora

'gli firiconcilih con eJJ luL JJImperadore fi piego uoUn-


, oltre , che il fo animo a
iteri alla pace : percioche que-

fia haueua inclinatofimpre , e fi trouaua uoto di danari ^


haueua iniefi y che Solimano fi era mofio con un grpfifii-
mo efircito per ajjltar l'F"ngheri'a : e di gi era< entrato ne'

confini^ fiteendouigrandifiimi danni i Fueonchiufalapa-\^^^^^^[_

ce incarnirai per ^Madama nAluigia madre delR^yO


t^adama Margherita y ziadeltlmperadrcy efigliuola d.
d,i JMafiinjiltano . E fu l'accordo , che'l Rf per lo rifatto

de' figliuoli pagajjc aP Imper adoro due milioni d'oro , e facef

quali ancora in qualche luogo


fipartire tfildat Francefi ; i
della Calauriae della *Tuglia refiauano. Il R^ pagani
y

danari, e rihauuti tfigliuoUyefatte ritirar le genti d'Italia,


celebro le nozxs della confrto Heeonora , forella dell'Impe- fi Heiee-

radoro , dicemmo ; laquale con molta pompa udeinm-


di cut di fipra
p'**"*
fu incoronata Rfma di Francia . Fra gi Nmperadore par-
tito di Spagna , e giunto a (fenoua : douefifirm alcuni gior
ni, affettando ycheTapa'Clemente fi apparecchiaffe per Abbocca-
ire a Rologna ; nella quale citt il 'Tapa haueua da ejfire a clemente

parlamentofico, et incoronarlo. S riuffi adunque il Papa e pe<i^


l'Imperadoro a Bologna:e poco dipoi ui per Monne confiduoc-
.

44 V . I T A D I
dotto deltimperadore Francejco Sfrzi:Al<^uale haueua pr
Princefco ^ l^apa di tornarlo in gratta delt Imperadoro , e jr.

!^'iiuit*o
rthamrt tl Ducato di Melano . E cofi lo SfirzA ottetti

neUo^a ne la rtjHution di quello flato , con <iutfla conditione che


,
^

00 . egli pagar doutjje al^ Imperadore nomeento milafendiJm co-

M OZZX. tal modo ; cht'lprimo anno , ilcjuale erail md X.XX , fjj


tenuto a pagarne quaranta miUi t'I rimanente in duci an-
ni con etjttah pagamenti , tenendo timperadore fla tanto
il Cafltllo in pegnoinflno alla fdtsflittion della prima paga .

Laqual conditione fu giudicata honefltftma per rifpetto

delle grandi fpefi fatte dalt Imperadore nel tenere in Italia i


foi eflrcitiyper leuar ejHello flato delle mani de' Francef^ e
parimente mantenerlo . In autflo tempo hehbe l'imperador
filici nuoue delle cofi di Ungheria : cio , che'l "Ef Ferdinan-

Tnreiii tt- fiateOo^ haueua fiuto ritirare i Turchi^ e tagliatone a


fijjanta mila . Oltre a do,poi che i Finitiani utdero il
-izi da
Fardinan. Duca rimejfi nello flato,praticando di pacificarfli con l'impe
rodare, in fine lapace ottennero
Incorona- l'/mperadore coronato in Bologna l'anno m D X X x.
tion del- t r- / i- l C i r
rimper. a o* ucnti ^uattro di Febraio lidi a lui tanto fortunato di San
to ,Maithia. Il giorno innanzi alla incoronatione,eJfin-
do utflit 0 delle fite armi , alla prefinzdel fuo efircitoedi
tutti l Trenctpi Italiani , uguali erano concorfi per trouar-

f a cofigrande ipettacolo , conflngolare humilt fi getto a*


Papa. oAlquale dijfi , che l'fircito del Borbone
Cioflifica
lion del-
finzA ordine , e fiaputa fita haueua commejfa cofi rubalda
pla' eie- fieleraggine;e,che d'indi in poifittometteua ifoi efirciti efi

medefmo ,elefue frzs a' itatipiedi di fua fantit j e , che

efa infino ari unirio, e difila ragione a comandare ii^uando


e' uoUua
,

CARLO aVINTO.
e* oIeita\ che gli cauajj Ma uagina la ipada , /fari^

mente ue la rtponejfe - Dopo kquaUparole il buon Qemente


hriz^'m piedi, e lo abbracci e bacio paiernamente nella

fronte j accettando la fua una gwjiificat'ume , e ne fece un


Prelaa>'
publico ifirumento ^ In <juefio tempo furono apprefentate a ni e il Sof
n
Clemente , ^ altlmperador'e lettere del ^reteianni
Uguale pgnifica-
,
fcTno*
no airim*
grandtfimo e potentifimo 2^ deWi^yfia ; peraiofc*

ua loro , come egUfi era battevo , ^ haueua abbr acciata

laChnfitana fide , e profiriua altlmperadore di douergli


tffere leal uaffalb, et al ^apa obedientefigliuolo. Somighan
temente hebbe l'imperodore auif dal Soffi f'ReS Perfia
che egli intendeua dt effirgli anco confederato
prometteua ogni frte di commodo, che da luipoteff uenire.
^ amico,egti

Indatio*
L'ano innanzi nel mefi di Ottobre innondo UTeuerfylatjua ne del T*
rum molte caf, ^affogo gran quantit
le innondatione
liete.

Sgente . fi
ricorda , che mai ad altri tempi (jueftofiu-
InSdacia*
me crefieff tanto . Innond anco l'Oceano, e fmmerfi nel- ne deirO'
Fiandra alcuni luoghi maritimi e fmigliantemente ceeno
la ;

una parte dell'!fla S Zelandia e etOlanda . Ora hebbe


l'Imperadore in 'Bologna le due corone S frro , e quella S
oro , hauendo la corona di argento , come s'e Stto , gi die-
Qaell*
ci anni a Setrohauuta in ^qmfgrana^ La corona S ar- che figai*
%

Lamagna zittella S ferro che tre Cote*


ficino le
gentofignfica il Rsgno di . ,

fi filata prenSrem t^onza preffia


^Melano , dinota ti ae.
ffigno S Lombardia La terza S oro rapprefinta l'Impe-
.

rio di 'Rpma . Hauuta l'Imperadore da ^apa Qemente la


corona m
Bologna , e fico conuenuto di quanto far fi Sueua
per la imprefi di Ftorenzfi,hauendo i Fiorentini fitto appa-
rente colore S libert ma cacciatone i t^edici,and a Alan
; 49 VI T A D I
dom fi tratt dalla controuer/a di t^odana e Tlfg
tlta:

gioyche era tra Qemaite e Alfonfi Duca Ferrara^ della


Sente** ijuaU U T^apa haueua fatto arbitro l'Imperodore e
pofeia ;

radorTio n Ftondro fit terminata in fituore del Duca E FederU .

pa co Gonztga t Marchef piantona , ottenne parimente


Fftcan.
ficip [jfiper odre il titolo Duca, Fojcia Vlmperodore,
pajfando per le terre de* Finitiani , da* ^uaii fu fm^
mamente honorato y S*indrizfg uerfo Lamagna :oue era
con granJ?tmo Jiderio affettato; percioche alcuni qmi
n*rencipi tra loro difiordando haueuano prefi k armi: ef^
ceua anco bifigno della prefinzgi de!t Imperadore per con-
firmare in fi alcune terre franche. Senza, che da gk
Elettori 11' Imperio fueua eleggere il %f' 'Fumami
che , fecondo dcoflume ,
nelt Imperio gli doutffi fuccefe .

Tamnlti Peruenuto m Lamagna, fu con molta riuerenzet riceuuto in


gnaVcu zAugufio do I *Prencipi Germani , che ui fi erano raunati
Mnjperl
dtUo eto , che quuii era Hata ornata . (v^c-
queto l*Imperadore leggermente i tumulti ; ma non pot rafi
fittar le cofi la religione :
perciochi fautori di Luthero

erano troppo grandi, e troppo diuerfi U openioni loro . TS^o.

dimeno egli comand, che fi offiruaffiro le antiche (g) Buon-


gelkhe mfiitut'toni Ha Qnef 'Fumana . Fu anco a mfian-
Ter^o- Ferdinando fo fratello , FiFngher 'ta e di Fot-
lo deiiim ntia eletto Ff ' F^maniil meftmo anno delia fa inco-
io ke le ronatione I e pofiia l'anno figuente coronato m Aquifgrana
RoniiBi La-
jji f
. Al (gennaio . Compofie t Imperadore le cofi di

magna,fi ne torn ne* firn Hati Fiandra . mi par di


tacere ,
che nello flefj anno della incoronation ll'Impera-
dre nacquero tra Smz^ri intorno alla religione graudifii-

me difior-
f
,

CARLO avi NT O. 47
me di/cordU . Sona , come cafiun pu frpere , gii Suizun
dmift in tredici cantoni ; de i quali , otta haueuano aUrac^
data lafal/ dottrina di Martino Luthero. E di queflafit
ta erano capi ^
autori, ^iouanni Ecolampadio di BaftUa

Zuingho di ZurU. e con tutto , che quefti He


^ fiulderico xen.

reticiJguiffro le permiofi openioni del Luther o, erano per-

cijra loro dijcordi in alcuni articoli Venero adunque i can

toni degli Heretici con que' deCatholici alle armi . Oue pea
diuin miracolo quattro mila Suirzeri Catholici uinjraintor

no aJtdici mila Her etici. Ma


poi rinouando gli Meretici la

guerra, i Catholici hauendo hauuto da J'apa Clemente

ficcorfi di gente Italiana,


gli Sukssd conofiendo il ualore de
gl' limoni, entrarono in gelojta dello flato laro. La onde (i <

pacificarono infteme , e fiero untale accordo, che ciafcun


cantone poteffe uuer nella religione , che gli piaceua . ^'fel Morte Jei

pruno conflitto fu ucci/o il Zuinglio Fra tanto a


.

di 'Fapa fjemente l'efrcito , che Nmperadon haueua a



'

quefo effettoin ^Melano fu mandato allimpre^


ritenuto,

fa di Fiorenzt . Liei quale infeme col dMarchtf del GuOr

fio era (generale Filiherto,L^rencipe di Grange, l


Fiorentini

.intefo il mouimento di quefla guerra , hehbero due pareri :

d'uno (thumiliarfi a ^apa ^mente ; l'altro di fitijcar

Fiorenza e di difnderfi : ilche siimauano di poter fare age.-


uolmente con lo aiuto del Francefio. Quefo parere y^FiorCtiai
accettato: e fecero br generai Capitano traiatefia Ba- oo*^ontw
glione.Ma le cof per Fiorentini htbbero cattiuifiimofacce

ben ui mori U^T rene ipe di Grange', nelfine |en ad


fi percicche ,fi
:

i Fiorentini non potendo piu dtfncUrfi, uennero ad accordo


*

con Papa Clemente . tra le conditioni,impofle loro dal-


4S VITA D I
t Imperatore, fu, che tiAltjJandro de* Medici, nipote di Ct>
;

mente , e ifuot legitim fiendenti , fjjhro Trencipi di quel


Aleflaa- la Kepulhca. Trouauaji alhora il Medici m Fiandra prejlj
4ro de*
Medici Nmperadore, 'Di donde partkofi , e ucnuto a FiorenzA,fr
creilo On
ca di Fio del trenta uno a* fii di Luglio dichiarato Duca dt ejjk ^e-
reazj
puhlica ,
egli fu promejfaper moglie n^argher'tta,figliuola
aiDzzxi.
naturale delt Imperadore . e^ndaua tuttauia crefiendo per
la Germania,^ infttando quella 'Trouincia dueleno della
fetta Lutherana. L*Imperadore partendofi della Fiandra,
m ritorno, e giu pel "Ktenofi ne and a "Ratisbona: doue ,fi
per quefio,efiper altre cagioni, era orSnata la ditta. Erano

q) al Rf Ferdinando
contrari altImperadore, /ito fattilo,

Due'a'd?
FedericoDuca S Sa/fonia, e Filippo Langrauio S Afiia, e
SiiToaia e fimilmente antichi nimtci SUa caja dAuflria. OnSfiftene

grioioJ^ unoinpuleherefie,ftmando col trauaglto Slla religione

rimpeil' /ortrf inSbolir tautor ita e lefirzje delt Imperadore. Oltre a


dor.
qutfli due Guglielmo Duca dt
Bauiera,ilquale haueua anco

ra egli procurato S tjfir eletto Imperadore, non poteua toUe

rare , che Ferdinando , fratello deltImperadore , fijfi fiato

creato Re de* Rpmani,come che tImperio Ramano a guifa

S hereStario doutjfiperpetuar nella cafa d'Aufir'ta. E fai


fornente alkgaua,che l'tlettione non era Hata fatta/incera
m:tite,ma corrotta per uia di pratiche e di danari.zAltri an
coro fi daleuano per altre cagioni. Ilche era digran dtfiurbo
al Chrifiianfiimo Imperadore per la intentione , che egli ha
ueua S uolger le arme contro gl'tn/edeli.e tanto piu,che egli
firagtonaua per co/a certa, che Sultan Solimano, Imperodor
S* Turchi,faceua un grandifimo apparecchio per tornar la
ficonda uolta all'imprefii Fienna ,
hauendo propofto nel
/ito
CARLO aVINTO. 49
fo grande animo dt figgiogar tutta la Europa: e ftimauat
che prefa V^ienna.ejuefio farebbe un gran principio da ridar
'

re a perfttione il/o dtfgno. 'Nondimeno, (juantun(^ue lato-


'

tef/pra le cofe della religione fjfe grdde.nella quale il Car-

dinal Campeggio in nome del ^apafi trauagli affaiper riti


c jpe^i
rar gli infittati dal morbo Lutherano alla fona dottrina
Catholica : nel fine per cagion del ben comune gli humori de*

feduioft per alhora fi rtmafro cheti ; e la mente di tutti i


Prencipi inchino alla comora , in gufa , che tuttifi dimo^

ftrarono pronti in porgere aiuto altImperadore contra l'uni-

uerfdnimtco. La onde fi* conchiuf nella dieta , che la cau.

fa de* Lutherani fi rimetteff ad altro tempo; e , che ctafu-


no alhora uolgeff ilpenfiero a prouedcr per la guerra Ilche .

efi fecero tanto piu tofio e uolentieri ; quanto gi haueuano J


fintiti i danni , che in quelle parti erano fiatifatti da' Tur^
chi;ecomprendeuano molto bene ^ come fi tratta del pr-
pria inttreff , quando ilfuoco arde le cafi de' uicini . In que-

fo ifieffo anno fificero ancora alcune riuolutioni nelle parti


di <L/ffiica . Rfgnaua in Tunigi di^Barberia Mulemauft : Ruoiutio

tlquale uenuto a morte, lofio due figliuoli ; il maggiore det- feiJ !"

to Muhrofetto, e il minore Muleafm Effndo Mulirofet


.

to per ragion della primogenitura incoronato del 'Kfgno ,

^duleafem con l'aita (talcuni foipartigiani gli moffguer


ra,elo cacci di Tunigi. La onde ftMuliroftto, intendendo
alhora, che Solimano fitrouaua in Lamagna, a
ricor f
lui, e lo prego a dargli aiuto in racquifare ilperduto 'Rfgno.

Solimano ci fcefubtto ; e mand "Bar barofa neltcufica,


siimando per quefla uta d'impadronirf dt Tunigi . fi^efa
guerra pafi in modo , che nel fine , come diremo , and in
FIT. DI CA 7{L. V, D
ro V I T A D I

r^y^fi'ica t Impcradore Bora fcfmrtmoUimprtft diVten-


.

iJ^Tureo _ llTurco hauendo mejj mfiemeuno e/trcito di dugento

ooiti fila mila perfine , eJcondo alcuni di trecento , il di di SanGio-


^cona 4i "Battifla entro ntU'Vngheria ; e fparje per quel paefi

unagrandifima quantit di caualli , de' quali era Capita-

no Zdbraim Tiafiia ^hauendo fatto fare in un medtjtmo


tempo molti ponti fit la Saua . Onde lafiiando il "Danubio
'
4 man dritta,piego un poco alla manca per poterf ualer del-
le uettouaglie delpae(e,che in qula parte nella paffitaguer

ra non era fiato tocco . ^n'altra cagione lo fece ancora tener

quel camino : e quefia fu di andarfi alla diritta nella Stiria,


prouincia molto frtile . B trouata nel uia^gio Guinz,, terra
pofta in un piano ,picciola e di di boli mura , laquale era in
Nicolo gouerno di 'Incoio ^iurichitz. nghero , che da alcuni det~
Vogher.
TslKColizjst con difcf delle genti del paefi , delibero d
combatterla. L'Imperadore intanto haueua fatto uenire in

Lamagna tutte le genti Spagnuole , che erano fitto Ftoren-


' zu,egran parte della fanteria Jtaliana,laquale era condotta

^norf
' Marchefiedel Cfuafio: efurono da quattordici infino a
Italiani,
fidici mila finti eletti. Dopo il dMarchefi ui uenne Don
moo'm^ Ferrante Gonzaga, conducendo intorno a due mila caualli
Ua* d^fe'fa Italiani : tra iquali oltre a i mandati dal
Signor Alfinfi da
diVieuoa. nobili e caualicrt
fi( ^ Ducu dt Ferrara, u'erano molti

finz^ petga, difderof di trouarfi a cofi honefia e Chrifiiana

impref. Figiunfi ancora Hippolitode' Medici Cardinale,


mandato da 'Tapa Clemente, Legato di quefia guerra, con
grandifima quantit dt danari", e con molti honorati Capi-

tani Italiani: ilqual Cardinale con que' danari mife infieme

otto mila caualli yn^heri . Trouaji mtdtfmamente prefta


; .
afifatta
CARLO Q.V I N T O. fi

ajifatta impref tutta la nobilt dt Lamagna^concorrendo


da ogni parte gente . Delle<j[tiali tutte fatta l'Imperadore la
rajfigna,uidedt poter mettere in battagba nouanta milafi. h^tbeiim

ti e trenta mila caualli,fenzi punto Ituar le genti, che erano Plj

Gi d/^braim haueua dati tredicifi- voghe-


ne'prefidi delle citt .

rifimi ajjlti a ^uinzine hauendo potuto prenderlo,fece cer


to accordo col ualoroj Nicolo ,efera unito con tutto l'efr-
cito di Solimano, (fl/mperiali erano giunti a Vienna, ^ in-

torno alla citt haueuano fatto tre campi, affettando la ue-


nuta de'Turchi: percioche erafima,che Solimano uidouef
La battaglia. J^Ia,come che ilTurco
fi uenire a rapprefintar
hauejj mandato a sfidare il Ke Ferdinando e l'imperado-
^
re,fi andana eglifimpre allontanando da Vienna Laqual .

cofa mifi tanto animo ndlefircito delt bnperadore,che imo-


mincio a Ilrezs^re affatto Solsmano,giudicando,come il ue- f

ro era ,
che egli temcjj di uenire al fatto d'arme con i fhrb
fiiani , ancora cheti numero loro fioffie picciolo a rijpettodi me eoo

quello de' Tur chi.MaSohmano,che pure haueua in animo aoTe*


di far qualche cofa notabile , commifi a Micaloglie , ilqtta.

le era fapuano de' caual auenturieri, che con quindici mi-


la caualli andaffe a fccheggiare ilpatfi. Iquali trafeorrendo
un gran tratto , e facendo per tutto grandifiimi danniicome
in menare huomini e donne prigioni , in ardere molti ca-

fli e utile: il 2^ de' %omani dubitando, che cofioro non pafi


fffro ilponte deltzAnafio j ne potendo co maggior prtfiezf:^
rtpararui,manio a chiedere al Cardinale Hippolito, che gli

mandaffi fioccarfio d'un buon numero di archibugieri Italia-


tu. Ma
i Turchi no fi mifiro a paffiar l'Anaf,ma ctinuan-

do nel danneggiare ilpaifi, furono da' Boemi e da Tedefihi * pe>.

?
S2 V I T A D I
ferrati inguifi .
, che Qalfne ,
capo de i detticaHol, non po-
ti tornare indutro. furono ej^t prima ajfaltatt dal Conte
*TalatinOt che con oLjuantiperizi di artiglteria gli officfe fie-
ramente . 6pofita uolendofi efit ritirarefi abbatterono anco
fihiera di Lodouico di Lodrone , che ne fece un'altra
d*L^f'o
ne. fierauccifione. E finalmente tjuei, che da lui camparono t

diedero inauedutapunte in una buona ejuattt di Vngheri\


i (jutdi gi fornirono di tagliare a pez^, in modo , che pu-
re un filo non poti ritornare a gli alloggiamenti Solimano
s'inui uerfi (fraz : e l'Imperodore fi configlto co* foi Capi-

tani nella 'Rocca di Lintz , delpartito j che fi doueua pren-


dere per ficcorrer la Stiria . E'' da /pere ,
che (juefte tre
lon , & Citta , Graz , Lmtz, e Vienna yfino pofie con fi fitto or-
ti . dine mfio di loro, che elle firmano e^uafi lafigura dun tri

golo con lati eguali . ' aero , che da Lintza Graz dicef,
cheper lo meno eie il uiaggio di tre giornate', ma offro e tale,
che non ui fi pu condurre artiglierie: ma per ejfiremolto
* firetto ^ incommodo a* caualli, fu giudicato oppottuno
per la fanteria deltImperadore , e conchiitfi ,
che per (quello

fiandajj. t^a riconofiiuto poi, che ogni cofi era aban-


donata, Imperadorefi rifilfi di gire a V'ienna. Doue utg-
l*

gendofi cofi bella e fiorita gente , era ardentifiimo di uenire


a giornata con Solimano . E certamente , cnfiderandof la
prudenzst deltImperadore , e'I ualor di tanti egregi Capi-

tani , cofi Italiani, come Spagnuoli e Tedefihi, i da crede-


re , ch'egli haunbbe hautito de* rimici honoratifiima uitto-

ria con grandifiimo beneficio della Qhrifiiana Rcpublica .

t^a do non piaccjtie alla prouidaiz^ duima-,ne i cuiprofon-

. , : dificreti acume di mortai uifia non pu penetrare . Perdo-


CARLO aviNTO. a ss
che Sommano , tJ[Jcnelo bene infirmato eUltapparecchio e *>'>"*
,
de i fegni deltlmperodore-, hauenddgli una picciola l'In^reGi
terra dato tanto da fare , oltre alia rotta '''**
de iejumdtcimi-
la caualii , di i ejuali otto mila furono t agitati a pezsfi on
giudicando , chefifefano configltol'affettar la ruina adof
fo ,paf ilfiume ^ura, iltjuaU entra nella Draua : e con Man S.
alcuni ponti uarcato tfuefto fiume dogni parte ributta-
,

to, ufci della Stiria: e Draua e la Saua ritorn


tra la
grado , ifef nel camino uolgendofi a dietro per uedere
aM ,,

=
, fi
l'imperadore lofiguitaua: percioche alcuni caualli
Schiatto^
ni e Crouatigli teneuano dietro alla coda, da
i (jualiera non
poco MoUftao: ma pet tutto lafcihorribilt fegni della fua
crudelt. Diceft , ch'egli meno fihiaui piu di trenta mila Cfcrift*.

Cl^rifiani-.fenzji le migliaia, chefurono tagliati a


pezxHn ?cb!Tu"dS
uerfi Itfoghi.SucceJJa la guerra di l^urma in
tjuefa manie
ra, l'imperadore perche fi auicinaua il uerno
, , deliber
tornare in Italia. Onde lafiiate a Ferdinando fuofratello
tutte le fanterie Italiane, delle quali per
configlio del ^Mar-
chef deKjuafo eiefe Capitano Fabritio
Maramaldo, ac- Fibriti#
CIO che elle accompagnate con le genti, che erano in zySufirta, al'"**
facefero guerra in Ungheria cantraU 'Kf giouanniper cai
ciarnelo malgrado Solimano di
, quel "E^gno ;
fg) egli ri-
tenendole Spagnuole mfieme con la caualeria
, fgf
un buon
numero Tedefchi: sindrizjf
uerfi Italia , accompagnata
da q^fii Capitani, Don Ferrante ^oni^ga,
ildMarchefi
eUiguafto , il Duca dzySlua ,
(gf U Cardinale Hippohto: e
^idtfcefiinpochigiorni. E pafjandoper loFriuli,fuqum Woti S
che liberalit: percioche hebbe
da' toro minifiri uet
* tai.
VIT DI CA\L, r. D nj
.

^
/#
touaglte, e
VITA
quanto g\ifactua b '^gno .
D I :
Nmperadore aUo'ri-
contro dtmofiro loro una infinita modefltayC figni eutdentifi
fimi di animo pacifico amico le^chc piu toflo amaua la
libert Italiana , ch'egli uolejfi per modo alcuno occuparla .

Haueua l' Imperadore nel partirfi da%itisbona firato al

*Trencipe Dor tacche con quella armata^che potffifar mag


giorefiouefifi andar nel mar di Grecia , ajfidtar le terre
Progrefsi] marttime di Solimano . La onde il Boria hauendo armate

del Dori . _ _ , _
a feruigi| trenta cinque naui grafie ^ e quaranta otto Galee ^ cofieg.

rj^orcf * piando con quefie piu luoghi,fice in quederiuieregrandifiimi


danni , eficndofi l'armata Turchefia^ della quale era zAm~
miraglio timerale , ritirata a Qoftantinopoli.*Efu nelue-
.. ro l'armata del Doria di tanto fpauentoa' Turchi ^ che
molti ; iquali , come auiene, difiorreuano intorno alle ra^
ni i che hauefiro mofio il Turco a tornarfi in dietro dalla
imprefa di Vienna finz^ combattere , giudicarono , che ne

fojj Hata buona cagionefihauere egU intejo , quefia arma-


Corone ta auicinarfi a Cofiantinopoli . H^arue al Boria m quefio
io?a*An-y2'o uiaggio di combatter Corone , citt afiai importante y e
^ca Do-
^ p^^pfimilmente 'Patrafi ; la cui fortezza
hebbe a patti . E quiui lafiiato l'efircito, impofiogUy che

uenifi marciando per terra,pafio a Lepanto: e ne*fuoi con-


fini prefi ancOyC fpiano di molti luoghi.Sarebbe egli ito auan
ti : ma fipragiunto dal uernOy e chiamato anco dalNn^e-
^tidort , UfiiQ in Qoroncfitto la guardia del Adendozzei

Papa eie-
prefidio di Spagnuolt , e uenne in Itaha.UImperadore
n"''er'fi
abbocci- giunto 4 Mantoua, e Hatoui alquanti giorni, and a ^olo-
da oo'iut gna y ouefiriduffi etiandio Papa Clemente : e quiui fi ab-
Bologw .
IfQQQ^Qfio infieme la ficQuda uolta, e confirmarono tra loro
.

CARLO av I N T O. //

UUfa per Jcimefiy pomndom dentro lo Sforza Duca di

Melano, induca, di Ferrara,Fiorentmi,(^emuefi, Saneji,

e Lttcchejt cantra i perturbatori della


pace dltalta,con con-

dttione , che quando il bifogno lo rkhudtjje a comune (pe-


,

pe ajjldapero gentr.e fu ordinato generai Capitano ppra la


guerra, che per conpruatton di detta pace foffmtpierd di
prendere Antonio da Leua , ihjuale douejjfmr repdenxfi
,

in nudano. luepa lega, oue gli animi di molti erano

apparecchiati a mouer U arme , accheto le cofe Italiane,

La onde licentiatep le genti Spagnuolt,parte neprono mn


date a dtpfa di Corone parte in Sicilia e nella 'Tuglia : e
,

moltip ne ritornarono dipoueri ricchi in Ifpagna,Ora '7<f-


pa Clemente, come che egli hauepfatta, optu tofo cenf&-
mata con l'iwperadore la lega ,
neltintrinpco del po ani-
mo era con e lui sdegnato per lapntenzst data in Ftdra

tn fauor del Duca di Ferrara ppra ^odana 'Keggio

Nondimeno hauendo per adietro Arrigo, ^e etInghilterra, Arriffi


Re <Ho*
riputata t^adama Caterina, chepfghuola di Ferdman ghilterra
rifiuu Ma
do Ke di Spagna ,pa moglie, e zia deli'Jmperadore; eprefa
dama Ca-
inpa uece unapa Donzslla ,
detta zAnna di 3oulam, del terina , e
prede go*
cui amore era guafoiaeiducendo perfue ragioni ,che Ma- altra ni-

dama Caterina non poteua ejferpa legitima moglie, eno 8 '- ,

prima fata maritata ad\zArtus fuo patella , bench ut


pjp inierucnuta la di^enp di (jiulio Secondo: Qemente,ep
pndoin Bologna , dichtar,che*l riputo non poteua hauer
luago',e,che,fe il %e non cacciaua t ultima moglie, ripigli do

la prima, l'hauerebbe pomunicato.Ma continuando tutta- Il Re ai

la il Papa nelfuo conceputo sdegno cantra lImptradore,il Francia di


manda Ge
B,e di Francia dimando (fenoua,dtcendo,che quella citta nona.

D tiij
.

. V I T A> D I
per antica ragione eraja^ e non comprtja nelle conuentionl
della pace fatta con Nmperadare m Qimbreu. La onde
sbandi tutti i cittadini Genouefi di Francia
haudo unagrofja armata
: ^ oltre a ci
in Marfgha, focena mole/lare
e prender tutti i legni de' ^enoue/t, che in quellarmata s'in

contrauano Attenne ancorayche Francefo t^archej di


.
,

Saluzitp, che fempre haueua feguao la corona Francia ,


prefi per qualfi uoglta cagione unfuo fratellame pofiolo infte-
me con la madre in prigione, era ricor
fi 4/ Kf Francefio per
aiuto : tlqualegli haueua promejj di mandargli un preftiLo

VinitMiii
digerite Francefi. Videuanf adunque apoco a poco accen-
tBUtli derfiamme di nuoua guerra. Di che auedutif i Sonori Fi-
flit ioni
,pr udentifimi , non fiaccoflauanoa ueruna
corrte

parte ; ma mofirand di ejfire amici di ciafiuno afferma-


,
uano ,che efitnon eranoperprender l'arme ,finon contrai
aeri turbatori della pace e quiete d'Italia. Far tlmperado
re di Boloffta la Primauera : and a Melano . Vouefit
dal Duca nel (fid^ello , riducendof egli ad habitare in una
caf priuata,con buon uolto e migliore ammo raccoltole di
quindi ridottofi a (fenouaper imbarcarfi,fp) entrato in ma
MenJox- re,fi ne torno in ffagnaidoue hebbt auifi, che il Mendozu^
sa afledla-
IO is Co- fitrouaua in Corone ajfidiato da' Turchi, e
pofio a gran pe-
rMc> ricolo non tra toftoficcar : e , che oue egli uolefi difen-
, fi fi
derlo(alla qual coja non doueua mancare per beneficio de*
fi
Greci , che per lui Iperauano eh racqutfiar lantica libert,

^ ufiir della mifira firunu degl" infi^li)f era in openione,


che col mezp della rubelhone di quejli Greci,i Turchi ageuol
mente f cacciarcbbono della f^orea. Laonde comand
l'impcrudore al Doria, che con larmata andajji aficcarcr

Corone.
CARLO av I K T'O. /r
Corone. ltjule fitbitom and : tjftnd uicmoallacit-

t , <juantun<jue intende^ dalle jUe fpie ^ che tarmata de' corre cc-
***'
nimtci f^e due uolte martore delia fa: nondimeno con ua
lorofo cuore fi mojj ad afjaitarla. Et hauendo fiiputo
ghar de(Iramente tl fituor del uento, la ruppe , e mifi a fon~ ;

tk alcune Galee : altre ne prefi , e'i rimantnte coftrmfi a


fuggire . *Tofta dipoi dentro Corone afidi uettouaglia^ e buo-
na /quantit dt artiglierie , lafii nella citt nuouo pre- Mocm
fidio fittola cura del Macicao Spagnuolo : e condujj ejueL fP**""*

10 y che ut era, in Stlta . Era anco flato mal trattato dal


TDorta tl Adoro c& zAUfifiandr'ia , tlquaU tra un'altro Capi-
tano deltarmata del Turco : huomo coraggiofi y e di gran
nome. Coflui tui a moltigiorni hauendo rifatte le fiu GaleCy M- Girala

efiorrendo il marey per riftoro de'fimi danni delibero di af- le rompt


pdtar le Galee groffi de' Tinitiam y che andauano , come a A^eflln^
11 tofiumeycar 'tche di mercatantia alla mlta dt Soria. t^a

preffil'Ifiladi Candta hebbe incontro Girolamo Ca-


nale y detto comunemente tl CanalertOy Trouedttore deltar
mota Vinittana . lltjuaU attaccando la battaglia col tfMo-

ro y fi fattamente lo ruppe e uinfi , che di tredici Galee, che


g haueua , gUe ne afind'o ejuattro: tre ne prefi, e lefii,jpo.

gltate per la maggior parte delle ciurme,finirono in Alefia


dna Et oltre a ci ui perirono trecento Gianizxfrty che egU
.

conduceua al Cairo , e da miDe altri Turchi ; d Moro ,


ferito nel uifi , ancora eglifu prigione . 6 U Cernale dt e^uefia
nittoria oltre alla grandifiima gloria

tutti , riport lode infino da Solimano


,

.
che actfuifi prefi
In tanto Tapa Qe-
^
meatepra
^
mente yche nudtiua fimpre nell'animo lo sdegno contrai' Im
peradore, praticando nuoua amicitia col Ei francefio, tot
,

Jg V ITA D I
teme , <^pogg4fuioia/pra un pddo , ^ honorato find-
mete^^
t
fr , che cArrtgo fcondo , figliuolo lj(e.
Caterma^figlmoladt LorenzgcU' Ade-
Cabila'
ie Medi- ci. Per le cui nozzf il H^apa and a tMarfiglta^ conducen

go*fecoQ- douilafpo^^e fi abbocco colRjt : e conRxd ftfia fi cela.

io d*l!' Re
^ Qpefto cArtigo^ come poi ^emo , dopo
di Fricia . la morte del Ji$ Francefio , tjfindo mancato il maggior fra.

,f creato "Rs
tello
Francia , e fu (aterina Reina . Vab-

boccamtnto del Papa col Rf , eH nuouo parentado , duie
all' ImperadorefiJpettOy che amendue unitamente non pran

dejfiro le armi cantra di lui, parendogli da doner , che nel


Papffie infi abilit ; e non f tenendo molto ficuro deLRp
diFraneia'fipraLapacediCambrai. S'aggiun(ac^uefia\,
che Filippo Langrauto , ch*era nimico deltImperadore , ,di
uenne anco molto piu per una fintemi , che ede l'Impero^ .

ugramo
'
cjftndo m Rotisbona, cantra di lui in certa differenza,
qiio , che che tali haueua per caaion duna heredit col Conte (Arrigo
ioimicatflj di ^anfito. Laonde perdimoftrar Filippo tlfito cattino
rimper
. ^ l'lmpradore,prococci di rimetter nelfo Du
cato Vldcrico Duca di Vertimbergo, di cui n'era Plato pri.
uo rulla guerra moffagli da' Suui,per hauere eghprefe R^it
Ungo , J'era fiato raccomandato a loro : e t Imperadore eU
poi lhaueua da' medefimi Sueui comperato , come cof ac.

quifiata con legitima guerra ,


dandolo alR^ Fardmando,a

fine che tjutfio Ducatofi urffe wfieme colpatrimonio del-


,

l'Arciducato d'A ufiria. Si mofft adunque il Langrauio in


aiutodiFlderico, ficondolaopenion di alcuni aiutato dal
Ridi Francia B uenuto con Ferdinando al fatto d'arme
.

Ferdinando f roteo, VIda ico r acquifio tlfo siato. Aia


ueggendoft
C A !R L O aV N rO I . fjf
u^endofi Ferdinando troppo aggrauato dalla guerra , cht
egli haueua con (jtouanni Vaiuoda della TranfitkamatCom
poj le coj con Vldenco , obligandofiF Iderico dipagarli^co-
me perfudo, certo cnfit tributo eddanno , hebbe fine

la guerra di Vlderico , ma non fin gi l'odio , che Filippo


Langrauio portaua ad' Imperudore. Anzi egli, fi come au- craiu^lia*

dace e terribile, uno de' capi,chefauoriuano lafetta Lu>. pgrld/T


therana,e Iprezj^tor della nera religione, delidierb di traua

filare alt Imperadore le cof di Lombardia ,conducendoui <)

una gran moltituene de'fioi Lutherani 'Dubitando adun


^ue l'Imperadore deltanimo inquieto di coftui; nefi tenendo
ficuro della fede di Clemente , ne delibi di Francia ; and-
ua , come prudente , diuifando quei ripari , che lo teneffiro
dtfifi dalle armi de nimici: facendo agif di buon nocchie
'

ro , che ne' tempi firmi prouede per quelli della tempefia .


Di qui hauendogli anni a dietro promeffa, come dicemmo,
Adargherita, fia naturaifigliuola, ad (Ldleffiindro Duca
di Fiorenzaper meglio frfnareilpiede in Italia, diede Chn
fierna, figbuola difhrifiemo 7^ <U Dacia, e d'ifbellafua 'SigQori
*'**
firella,per mogie a Frantefio Sforza, Duca di Melano. La
qual cofa egli fece per leuar quel Duca di fffetto , che un
giorno non gli ritoglieffe lo flato', e per mofirare a' Melane-

fi, che egli difideraua , che lacafa Sforzsfia fi perpetuajf


in quel Ducato ;
^ anco per far cofa grata a' Ftnitiani,a*
quali fapeua tffire a cuore la libert Italiana : ne meno per
di
fi ur
bare idifigni da Tapa Clemente. Penso anco dt acqui
farfiilDuca d'Frbino',ilquale fiimaua ,chemn deueffi rad. a df-
uerfi Si-
cfj'er molto diuoto al 'Papa : egli dono il Ducato di Sora . oori Ita*

Cofiparimente con nuota doni rtfirinjpiu il nodo deltajfet-. *


1 1 ,

tione
0 VITA
che gli portauano i Colonnefi,
t> I,
Don oltre a ci al
f

'Doria d Principato di ^Melfi, hauendo/prima fiuto ami


co d 'Duca di Ferrara perlafintenzet/pra Modona e
gio datUt come s detto,m fuo fiamre . 6 Federico , Duca ^
Adantoua,a cui haueua conceduto quel titolottrattenne con
ijper anta del Marche/atodi ^donfirrato : che pofcta gh
dkemmo^che fu c~
dtede.In que/lo tempo 'BarbarojJd,a cut

mefjda Solimano, che tgh andafp in <iAjrica perrimet-.


ter nel "Kfgno di Tunigt ^Mulirofitto fratello del 2(e
,
Adu^
U Golet- leafin , ui and . E uinto t^ueafin, ut rpof ^Muhroju
u, cbiiue
deIRegno to fortificando la Goletta che ila chiane di quel "R^gno e
, , ;
dilTaoigi.
luogo frtijhmo per le paludi ; e lafciandoui in guardia una
Morte di
buona quantit di Aiori. ^Mafra tanto Papa Clemente ,
Papa Cle-
meoce. che machinauagran cof contea timperodore, uenne a mor
MDZXXiiii te nel mef di Settembre,del mdxxx 1 1 . effendo uiuu-
to undici anni nel Pontefiauo.Fu Clemente di bello ingegno,

uincitore dif medefmo, e molto prudente. E filagli nacque


Paolo Ter
so creato
la timidit . Fu dopo lui creato Pontefie eyileffkndro Far-
Ptcfice.
nefi , Romano , chiamato Paolo Terzp 'Del cui pru- .

dente ottimo gouerno fmpre fi ricorder la nofira

fconflata Itaha . In quefto mezg <t/1rrigo , Re dInghiL


terra , che era sdegnato contro Qemente per la cagione det-
ta (h /pra , accoftatofi alla fitta Lutherana , e fatte nel-

l'Ifiolafieltrateoperationi, temendo Iodio dell Imperodore


per lo rifiuto eh Caterina fi*a zja, uenne a parlamento col Rf
di Francia in cyirdcs , terra ne' confini della Piccar dia , e

R,otu da- a Calesse praticofico di mouergliguerra. In ut


ta dal Sof-
pofiia q fio t-
fi a Soli- po hebbe Solimano in Perfia una gran rotta dal Soffi Jaqua
n<no .
le non appartiene alla ulta, chefinuiamo:
fi non m quanto
mentre
U,

CATILO aViNTO.
mentre egli andaua contea il SojfftyUeggendo l'imperodore
occafione , deliber dt far la imprefa ^ Tunigi^hauendo non
molto innanziperduto Corone,per non ejjere fiata quella cit ^
ta da lui tenuta dt molta importanza Fu quefia ejpedu .
_

tionc in cotal modo Haueua intefi Nmperudore, che Bar-


.

barojfa haueua facciato ^uUa/n , e fatta l'e^jrica


poco meno , che tributaria td Turco. La onde confde-
rondo , che egli di continuo terrebbe molejato ilmar Ttr-
rheno , ne meno la Sicilia , e tutte U marine d T^apoli
(
il- beri iflt

che tornerebbe a grandifimo danno de' Qjrifliani) dehbe-


dlTaS
roprima, che eglt in quelle parti prende^ maggiorifirzg 8*

dt afptltarlo . fPapa 'Paolo, come buono e uero Palore,cU-


fideroj , che quefafama dchberatione hauejj effetto , coru
cejj Uberamente a Cefare le 'Decime de' Prelati e Cherici
di Spagna ; e parimente fcein ^enoua armare afue fpef
noue ^aUe, oltre altre tre,che e^tfoleua tenere alla guardia Capitmt

della ffaggia di 'F^ma , dando loro per Qtpitano il Signor neirlm'-

Frginio Orfino Conte deltAnguillara in compagnia di M.


Paolo ^tufiintano gentilhuomo Vinitiano , molto lUuflre
,

nelle cofdi mare , dquale lofruifje da confgho L'Impera- .

dare, dxfcorrendo di quanto momentoper ottener la uittoria


poteua efftre in quella guerra la fa prefnz^, delibero di an-
dar ui mperfcna, E fatto tale apparecchio di naui e di genti
,

quale a tanta impref faceua mifliero con molti de i prin-


,

cipali di Spagna partendoft dt Madri! uenne a Barcelona.


,

Oft , quantunque da temere perla fua affenza, chei


fff
Francefi ,e ilFed' Inghilterrafaceffero qualche mouimento
ne fioi siati : ihegiafen'era fntito qualche rumore : non-
dnncno,haiicdo egli collocate lefue fperanzs in Dio, ante-
62 V I T A D I
poJUpuyiicohene de" Qjriftiani al fuo priuato e particola^
rt: e <juei r omeri del tutto
fi tfiinfirOy ingmfit, che anco ipiu
Armiti de' Signori Italiani b firuirono in quella impre/. TrouoJ^t,

peuiTre .
comc era ordinCfAndrea Boria a 'Barcelona con un'armata
d trenta (jalee e di molte nauigrojfifida combattere ^come

da carico, e fmite di buona quantit di artigltene, e di ogni

forte di monitione. Ma tra l'armata fua , e quella del Pa-

pa , infieme con taltra , che fece il becere di Napoli ,


i 3

u'i perla moftra, che fu fatta in Sardtgna , trouofii un nu-


mero di preffo dugento uele , finza le ^alee : le^uali Galee

con le quattro della religione erano ottantadue: e'I rimanete


Fuji e , Bergantini , Carauelle , e T>faui
,
ponendo
fi
a que-
mandate dal Bje da Portogallo Partifii
fie uenti carauelle .

adunque l'Imperadore con tarmata del Boria daBarceb-


na ; e giunto altlfla di ^inorica forf a porto t^aone.
,

Bi donde arriuo a Cagliar , che m Sardigna . 8 non molto


dtpoipafi'o in tMfrica : ^ hauendo tl uento fauoreuole , en-
tarmata nelporto d'V'tica , hoggidl detto por-
^Jea
to Farina . Finalmente lafiiando ttica , e uolteggiando il

promontorio di zyfiica,eparimente la fpiaggia di quel trat-


to , ilquale detto t^artio ,famof per U ruine della fiuper
ba Carthagine ,gtunfe dirimpetto alla Torre dellacqua, co-

fi detta per un finte , che quiuifrge . Bar


bar offa inufa la
uenuta de Itarmata de' Chriftiani,ft turb moltoipercioche,
egli haueua udito il rumore dello apparecchio,Iima-
fi bene
ua la famafalja ; c cofi ne haueuafritto a Solimano . Ma
fi turb molto piu , offendo refi certo , che u'era anco la perfi
na dell' Imperudore. TS(ondimeno con franco animo apparec
chtatulofi alla dififi , haueua meffi una buona quantit di
genti
.

CARLO avi NT O. ^^3

gtnti dentro la goletta . Quefta , come s'e tqcco di /pra ,


,

una forte Torre difcofla da Tunigi dodici miglia, Prejfo la u Go1-


,

cjuale il mare , che ui entra , fa


uno Bagno : e per la bjfez=

deltacijua non fi pu andar di quefto luogo a Tunigi ,

fior, che per un filo canaU.T>^h Bagno per dritto il canak


hauenaBarbaro/Ja meffala fua armata. Giunto Nmpe-
radore a uifia della goletta, Jece , Bando l'armata /rma
le ancore /montare t fildat dede galee , e delle naui ne'
fi ,

battelli, fcaccando e/^i


u' colpi darchibugi i ^ori ,
che di-

fendeuano la rma del mare,e l'argine dello Bagno.6prefi al


cune colline: e pofioui prefitto <t Italiani, e mandato per tutte
le bande ariconofitreil paefi, per tutto inofiri
trouarono

un buon numero dcylrabt /pra uelocifitmi caualli ; ujuaU


aguifa di Parthi, hora a'fianchi, bora a fronte , bo-

ra alle fpalle , con gran numero di flette gli trauagliauano,


aggirando e ritirandoli con incredibile pre/lez^ . Fatte far
dalt Imperadore le trincee, piantate le artiglierie per batter
e
la Torre un giorno ufeendo i nimici, e fatta di loro una im-
,

bofeata, uccifiro il Conte di Sarno con molti cU'fioi,che er^ Mone de|
'**
no tutti Italianhperciocbe efindo^ Spagnuoli utcinumngli
uolfiro /occorrere Alagli Spagnnoli dipoi uenendo
ancora ef
ne furono uccifi molti, lui a tre
fi improui/mente a/fahti ,
giorni ufendo da capo i nmici, fi/ a/faltdo i no/ ri, luna e

l'altranatione prefi lufiuo ardire per le buone efirtationi

del Marcbefi del guaftofi Brinfi loro ado/fi co tato impe-


to , cbegli ributtarono con la morte di parecchi, e parimen-
te del Capitano.L' Imperadore fece dar la battaglia alla Go
letta per terra e per mare , e la prtfi con infinita uccifione di u
coloro, che dentro derano : de' quali pochi ne fiamparono\e
VITA
^uei , che (igettarono neJio Jiagm , furono fmilmente con
D I-

.?
' gli archibugi , e con le picche leuati di ulta. Hauuta Barba-

rojja la nuoua della prej della Goletta ,J fpauento gran-


demente: nondimenot come accorto Capitano, con buon uif
confortando ifot , dlceua , che efi non dubitajjro , che to-

fio comparerebbe ilfccorfi degli z/frabi,con laita de' ejuit- -

Il uendicando il riceuuto danno, /caccierebbe i nimici di Afi


ca. eA quefa uttoria deltimperadore s'aggiunf anca

cil il guadagno eh ejuafi tutte le galee , e le naui di BarbaroJJ ,

uarrimp
^ ^^lera che hoggimai fi teneua certifiima la prej
,

radere parimente di Tunigi . AduUaJm , che di /pra dicemmo ,


.

ejjirefiato/cacciato del B^gno dalfratello , uenne in efue/lo


tempo a trouar lJmperadore ^ pregandolo con molta humil-
t , che egli lo rimetu/fi nel %tgno promettendogli, che gli
,

farebbe tributario ',e ,che molti fitoi amici , che erano po-
tenti, cofidi dentro, come di fuori, in cfuella guerra lo aiute

rebbonoie lo informo di molte co/ necejfarie alla ejpugnation


di Tunigi, facendogli fitpere , che l' acque de' pozsi erano
il-, fiate da' nimici aueUnate . L' Imperadore gli dimofiro lieto
uolto , e gli promifi di far quanto t(J gli haueua diman-
,

to. Ada , mentre egli tra intento in far rifare i baflioni della
Goletta , e fmirla di artiglierie, di armi , e di tutto quello,

Barbarof- cht tra nece/Jr'io per confiruarla, uenne Barbaro/fa con uen
[* ti mila caualli di zArabt e Adori ad a/faltare il campo : tra
ri aflaiu il
^uali u'haucua infiniti arcieri, archibugieri, che con pre

rimper
. fic Correrie ardiuano di uenire infino fu la fccia deltefir ci-
to dell Imperadore. B queflo ardire procedette cotanto auan-
ti , che l' Imperadore f sfrz/tto un giorno di ticnire quaft a
I
giufia battaglia . Percioche tffiendofi attacata una gi'off
,

CARLO av I N T O. '
6J
la gente daltuna parte e
zuffa , e fimpre piu rmfinandoft
dall'altra ,
la taualerta Spagnuola non potendo reggere alla

furia de' caualli de' *Barbart ,fi ritir alle infegne . La onde
l'imperadore fi moffe con gh huomini (tarme : e diede cofi
gran carica a' rimici^ che efi perdute l'artiglierie ,fi mi/ero
infuga, l'imperadore^ che,comefiriuono alcuni.era armato
innanzi a tutti, chiam con alta uoceper contrafi^o Santo
lago,protettore de' caualteri Spagnuoli : e ipinfi fifattamen

te contragl'inpdeli , che fece l'tffico di animofi Capitano ,


e S ualorofifitmo fidato ; (t) aofuifi infume l'honore
della corona Ciuile, che fileuano anticamente dare i

mani a (fueOi , che campauano la uita ad un cutadino: per-


ciocheegUfatuo zAndrea Tontio , nobile caualiere (frana- Andrei
tino', dijuak effendogU fiato ucctfilcauallo, fitrouauaa
iiper.
piedi , egrauemente ferito nel uolto ; e perci circondato da'

nimict. Ora, (quantunque fiffiro alcuni, che dfconfortajfiro


l'Impradoreda finir la guerra , dicendo, ch'egli haueua
fatto affiti in quanto althonore , hautndo prefa la (foletta

ff)
occupata l'armata de' nemici , gf anco medefimamente
in quanto altutile, hauendo liberate tutte le marine deltEu
ropa dalla tema de' Cor f li ; eglipure
fi rifilie dt figuir l'im
^
prefia ,
debberato altutto di fiacctar Barbaroff dt quel Re-
e di liberare una gran moltitudine di fchiaui Chriftia- -
ffo ,

nt , che egli intendeua trottarfi in Tunigt .


Moffifi adunque
con tutto l'efircito , marciando uerfo Tunigt ; che , come s'i

ditto, dodici miglia lontano dalla goletta . Et auicinatofi


alla citt con belltfiimo ordine , fece dare tl figno della bat-
tala: e cominci il fon delle trombe a incitar le genti al
combattere ,e parimente il rumor de' Tamburi . Barbaroff
VIT, DI CA\U F, E
^

gg V I T A b I
fice ritirare i Barbari ne i borght : percioche prudentemente

Efpugn uenire a giornata . Et era ufiito fuori con quei


' flamente per cagione di tentar , fi col mezj) delle
T^igf
correrie di quei uelocifitmi caualli gli ueniffe fatto di di/r
,

dinar U /ntene de' mftri : lequali trott coffrrate e frti,


che la proua riujci in damo , e con danno
^ uccifone de'

Btrbarcf.
Trouauof egli in ordine cento mila perfone,e con tutto
f^uen- ci ffauentato y non fpeuaychepeurtitopigliarf. Dicono,
che egli diuertne tanto arrabbiato , che battendo fitto legar
con due catene , e firrare in una 7{occa tutti gli fhiaui
Chrifiani , f deliber di uokrli con polue e fuoco crudeL
mente far morire . Et era per adempire quefla fua fiera e
befialeuolont'y feSinan Corfole y detto il Giudee y nonio
ifonfortaua y con dire y che do era cof indegna di'K^: e,
che con quello effetto di crudebd
fi haurebbe tutto U mondo
fatto nemico. Ma
piacque alla bont di Dio, che tr.
uandoftBarbarofia in una Mtfihea ; doue haueua chiama
tiaconfglioi cittadini del Rfgimento e ^dadflrato della

citt, per dare ordine alle dtff dt^k mura ; alcuni, che era-

Seliui no nella focca , hauendo comp anione , che queipoueri fchia

niftono^" doueffiro cof mifiramente morire , nonfapendo , che Bar

'di Tu' ff^ff rimofj da quel penfiero,ne Oberarono aquan


aigi . ti loro amici : i quali liberando gli altri, a poco a poco s'impa
dronirono della T^cca ; ^ armatif di quelle arme , che qui
ui trouarono
ficero con uno lendardo fgno alle genti del
,

campo dell' Impcradore, che lor uoleuano dar la Bricca. Vdi-


ta da BarbaroJJa lperdita della B^cca, tent con buone pa
role di ribatterla . ^ia ueggendo,che do era un perder tem
pOyJferato dipoter far cofa,che buona /offe, confitte mila
fildati
.

CARLO aVINTO. <T7

[ldati Turchi J ne figgtucrfi Bona ^ detta anticamente

hippona: doue haueua tenute quattordicigalee e certefufte^ etfo Ba-


**
per uaUrfine , quando U bifogno lo ricercale . Vlm^eradore
degli fihiaui^ e la fuggita di Bar-
intef tl magnammo fatto

barofa , preftamentefi apprefinto con l'efircito alle porte di

Tunigi ;e uenendogli incontra i magifrati della atta,gli dte


dero le chiaui ; e , come liberati dalla Tirannide de' Turchi,
a douerghejfir buoni efedeli/oggetti, Coman
fi gli offerfiro
d l'Imperodore , che non fi facete danno ad alcuno : ma petion
'.

non pot far , che la cura non fife fccheggiata . bercio-


che infino a tanto , che egli era a una delle porte della cittji , ^

foldati entrati per un'altra dentro , la mifiro tu rMna,eJJen-


^

done primiiTedefcln. L'Imperadore accarezz molto gli


fihiaui', iquedi erano piu fii mila , e fice a tutti dar da-

nari , facendo un bello e parttcolar dono a coloro , che faro-

mi primi a liberar gli altri, e promettendo loro uettouaglie


t naui da poter tutti ritornare etile patrie loro ^wfio febee
.

fine hebbe timprefa di zy4frica Tofio , che Bar bar offa fu


.

in Bona , atte/e ad armar le quatordici galee , dubuando

quello che auenne , di douer da' nemici ejfir quiui figuito

B fatto animo a i fitte mila Turchi , i quali erano fico re-

fiati , a molti z/4rabi , che lo haueuano figuito , lafitan

do un buon prefidio nella "Bscca , and in Algeri . lui a po- Barbarof.

chi giorni il Dona fi rtdujfi a Bona ; e prefala , e prefidiata geri,'

quella B^cca, fi Sparti L'Imperudore,fi come haueua pro-


mejf a d^'luleafim,cofi lo rimifi nei "Regno , imponendogli, Andrea

che foffi tenuto S mandargb ogni anno per tributo due FaL
coni , efiei caualii Barbari ; che fimprefujj nemico de' Tur-
chi , ^ amico de' Chrifliani , alla uotion faa e dcU'lm
-

I
,.

CARLO aviNTO. g
PortogalloyS'era dato tutto aladiuoont (teff Imptrado- .

re,tnguijk,ch< egli haueua mandato ilT^rtncipefuofiglino


lo a crearfi nella fa corte:^ accettato da lui in dono Ha-
fii'^artKolar dote dellafa btfuola . e^ggiungeuefi a qm-

fiotche pretendendo il'F^di hauer ragione nel Ducato di Sa


uoia per n/petto della madre Madama Luigia t piu uolte |

haueua richtefloyche quefia contrauerfta fi douejj compro-


mettere , e uederfi le loro ragioni : ma il Duca , ci promet- 2

tendo y non ne ueniua mai a capo . ^on per queflo cefjaua !!

WR^dt fUecitarlo y pregandolo y che queflo litigio


fi dt-
'

cidefj amoreuolmente . E non lo facendo yrmnaccaua di


mouerglt guerra/pra tutto lo flato . Onde tl Duca haueua
eletto per miglior partito di rtflttuirglt ^izx/s . Ada dtcef,,
cheU Senato di Stianogli protefioy ch'egli nonfitcejj nul-
lafinza faputa dtlt Imperatore ; ^ oltre a ci , che anco la
DucheffiiyComeDonna altiera e terribiUygliebcontradif ..
laqual cofa non uenendo tl Duca a ueruna rifolutio-
fi Per
.
' *

ne t il Rg* detto y neltaffinza delt Imperadore i

mando genti a occupargli i luoght,che egli haueua neltAlpiy


uicini al Delfinato ; e fatto (feneraU delfo efircito Adonfi Riipp
gnore Fibppo Sciabotto , lquale per hauere il gouerno del f *enic
mare fi chiamauat Ammiraglio yCofl ut lo Ipoglio delle ter

re del Tumonte , lequalt confinano con la Sauoia.


paffit-
*****
.*' **-

tele <tAlpiy prefi alcune terre frti pur del Piemonte ; tra
lequalifTurino , Foffano , ^inaroloy e Cheri. ^a glifi
oppofi Antonio da Leua, ufiendo con le genti di ifMelanotil-
quaU raffren l'ardimento de' Francai y che erano in pro-
cinto di hauer P erte Ih , fg)
una gran parte delT^iemonte
Ma molto piu interroppe la uittorta (^ItAmmiraglio U far
yiT. DI CAKL. V, E iij
,

ss VITANDI
Snal (U Lorena;il<fuaU era mandato dal "Rf Ambajc'tado-
re all' Imperachre per ifiujarf de i mouimenti fatti ^ e per
tentare
yf fojj pofde di uenire a /gualche accordo col Da
cafuo zjo. Onde U QardtnaU ritenne il corfi deltcAmmira-
glio ,
dicendo ,
che mentrefi trattaua dt accordo^ nonfi do-
Lim^erj. uefje proceder piu oltre . L* Imperadore sdegnatofigrande-
te;di Nl^ mente alla nuoua delle cofe del ^iemonoe^deLbero ^ uolger
5eiiba"- If f If
fi*^ ffzf contra il Re di Francia , an-
odar Mn ^gb in perfina . E fiparti di ?^oli, oue flette tut
ua d Re to il uemo fifleggiando i giorni del Carnouale e correndo
, ,

eia. alquante lande m habito Morefio , parendogli , che fojfi


conueneuole di rimettere alhora aLfuanto della granita Im-
fi per rallegrare un poco l'animo molefieUo
periale ^ per li

trauagh della guerra : come anco per allegrezjia delle nozzf


dellafigliuola naturale tgi<* promejj y ^ alhor maritata
Wgiiuoia ad zAkjJandro de' tredici T^artito adunejue dt ?^apoli,
.

deirimpe ami a Roma , efjndo prima uenuto in Napoli a racco-


riuH*ad* mandargifi il 'Duca di Sauoia , mofirandogliy che'l danno
dal Re di Francia^ era auenuto per non hauerglt efi
de* Med?.
non haueua fatto
fi refttuito ^izj^a. Laejual cofa egli
*

per non incorrere nel fuo sdegno. Arriuo l'Imperadore in Rq


M oxxxvi. tna a' cintjue di Aprile d'anno Mille cihcjue cento trentafii,
*

. , ''bfella eguale fu da Papa HPaob,e da tutti i Romani riceuu


to con grandifiima pompa, \ flette egli alcuni pochi giorni:

dor a*Ro * fjuali incognito uollc uedcre tutte le antichit e fiupende

* ruinedi Roma . Finalmente alla prefinzadel Hlapaedt'


Cardinali fi dolfe con una billifiima oratione del R di fran
da , che haueffi mojjk la guerra nel Pii monte y conchiuden-

do y che dal debito era sforzfito a rijentirfi contra di lui


rammemorando
.

CARLO avINTO. 87
rmmemorando tutu U ingiurie, ehe i "Ke dt Francia haue.
nanoper aeUtiro fatto alla cafa d'z^uflria injno dal rifiu- .1
*
to di Carlo Ottauodi Margherita Jua zia: e rimproue.
rondo eWR^yche egli haueffe rotto l'accordo di ^adrU, e
non gU haueua ofjeruato nulla di quello , ch'ei gh haueua

promefj ,
quando erafuo prigione , per ottenere la libert . *.

difje , che a fine , che non ne figuifj'e il gran danno , che L'rmpen.
nehaueuaariceuerlaChriJliana Kepublica, hauendo egli

deliberato per giufie ragioni di prender l'arme contra il fif,


baiter

e di affollar b nelfuo Rfgno,fi offeriua di terminar le Mffe- FrSc


e-fe

*
renzf con efj lui , combattendo da corpo a corpo ; e a fpa- corpo .

da,e pugneUe, Frano per rifondergli zAmbofciadori Fran


cefi, che quiui fi trouauano:
ma furono lafiiati dal non
prudente'FonteficeTaolo:ilqualefi affatico con dolcifiime
parole etintepidire il color dell'ira , che fi dimofiraua net

l'imperodore . taueua egli con certe conditiom intorno allo ^

fMo di troiano , che poi non furono attef , tirati i Signo- i.

ri yinitiani in lega con eff iMiiUentatigU Suizs^ri^da' qua Quello,

U ottennefolamente , che nella guerra del Duca di Sauoia,


ptfaJor"*
non hauerebbono lafiiato al farfildati della loro na-
efii
^
tione. Ora tlmpirodore per nodi F^maper lauiadt Fiter *

ho and a Siena,d'tndi a Fiorenzjt,a *Tifioia,e dipoi a Lue


caFl^ofiia tenendo il camino di PontremoU, pafio in JF/afi:
oue trouo,che<Mntono da Leua haueua riprefo Foffano,e ti
rato alla fua diuotione il ^archefi dt Saluz^:^ , tlquale

s'era sdignato col "Rf di Francia ,


quantunque la fua ca
ualtria fir bando la fde uetfo ilR^ , ritornaffi a' France-
fi.Et a' confrti, come uogbono alcuni, di <Mntonioda
Leua deliber per lama di '^ProutnxA di poffare in Fran-
iitj
VITA
-

eia: pereto aJptttauaiTtdefihi'j^ anco cduaQt


DI
i Ftamm-
P*rer del
^ <\He(la imprtf,comt troppo antmofa^f^ affret
dtjjadeua il Aiarche/ del (juafio,e Don Ferrante
dei *Gu[*
fio , e di Gonzaga , ejjendo ambi due dtparerty che innanzj a ogni ai-
nate G5^ J douejje cfpu^ar Turino^adclucendo l'efimpio del
Borbone ; che ancora , ch'egli fojj pratico delle cofi delia
* FficU Francia , hauejj anco amiatie e parentadi co' primi del
Bxgtto , non era fiato bajiante a prenderfilamente ^Mar-
(tgUa. cyiggiugneuanoy che alhora era il mefi di Luglio ^e che
.^nel Settembre cjuella *~Proumcta Jole tjfer moleflata da
e uentifieri^imi. ^ia l'imperadore continuando nel
fio proponimento , raccolfe un groftfimo efreito dt caual
e di ftui' Delia fanteria era fapuano il efidarchef del

PAgoel'* ^ tndrizz^ila per lo colle dcltAgnello con difigno


Io . di riufeire a La caualeriafit inuiata per il Monde
**hticcioche ella hauefe ariufire ad Albenga:epafddo per
deirimpe- Urtuiera dallato di Ponente perueniffe alcrtsi a Ibernimi-
gha^a Monaco,a Villa Francay
^a doue pofia

f doueua raunare infeme tutto il corpo deli'efretto : ibjuale


* era dt diuerfi nationiyCio'e di Te(Ujchi,di SpagnuotyC di Ita.
liani. 0 uerOy che gl' Italiani erano in maggior numero, che
gli Spagnuolupercioche oltre i difritti e pagati,f trouauan
dt molti auenturi(ri\de' eguali parte erano andati perfruir
l'Imperadore y e parte mofi dal dtfderio della preda y che
Iperauano di douer fitte. De gli huomini (tarme , e Spa-
gnuoliy 0 Italiani, cheffiJJerOytra Capuano Don Hernan
do dt Toledo Duca d'^lua: e de' caualli leggieri,che erano
fidati uecchi , Don Ferrante (jonzaga. Secondo alcuni fu-
rono m ejucflo cfretto di fanteria uentiquattro mila Tede-

fihty
. .

CARLO aVjN^TO. if
fcht^e^udttordm mila Spagnudt^e dodici mila bdHanifinz
gli auenturicrijcontre mila caualH ^ compttando gU huo~.
mini (tarrncy^ t cauallt ltggeri,coJt Fiammghi,come Italia.
ni,e Spagnuoh.Con tjuejlo tfircitOyche erauno ddhtlUycloc
ffjcro mai flati mejii infiemeyhauendo tlmptradort impo~
fio al Prenctpe Doria,che con l'armata lo figuitajfe dalpor
to di Sauona ; loifuaU haueita imbarcate moUt compagnie^

di fanteria Italiana,(UUe (juali er<^ Capitano dSifftor fer~

rame Sanfiuerino, Prencipe di Salerno;enfr nella Prouhfi, '*

trottando per tutto abandonato il patf: ma haueua (empre


per mare Ulema l'armata per fuuemrel'efrto di quanto >

faceua bijogno . p} turo , che m que* uillaggt ut trottarono

tanta quantit dt fichi ficchi , di mandorli , di cacio ,edi , J


carne ficca y
che erano baflanti quando fuffimdncatotl
,

grano , a fiftener per molti giorni maggiore efircito y che


quedomnera, Haueuatl "Rf mandato m que' confini M$n
tegiano ,
ch'era un fuo honorato Capitano de' caualli,Mon Bofa*

fignor Boifino (qofirto , ^ ari: tquali andauano r'tmouen erp^^no


do le uettouagLe , e le conduceuano ne' forti : e molti de' con-
f
tadini e paefniy mofiidauna fidelt incredibile , edbru-
-Ciauano le biade infieme con i pagliai i finiU, prillandone

fi medefimiy acctoche i ntmici nonfi ne poteffiro ualere. On-


de il Re per quefio danno gh fece poi efinti delle grauez^ or.
dtnarie per dieci anni . cyluenne , che a i caualli Francefi,
fi
e lauanguardta deicaualU dell' Imperodore y condotta da
Don Ferrante (fonzaga y fitto Brugnuola s'attaco una zuf
fa-ynella quale i Francefiyche erano bochiyC imprudentemen-
I .
'

te s ir arto mcjst
/3 I
'

a marciar per la pianura , furono rotti ;


/ .1 Brecouo-
e I u
t^iontrgiam y il Baifino y e Sampier Corfi fatti prigioni *
90 V I T A D I
^trutnOto Vlmptrodore ad cyis, hauendo nella ualk,
nk^ alloggiato tefrcho y
dimoro quim un mejyftnz^
ir
p'mauantt, 6t in tjuejo tempo andato a rtconofcer
fipjia zyrlt , trouo in ^MarftgUa il 5. ^enip da Cerri,
guerriero di moka ijperienxt ^ d'mfinito ualoreyche laguar

daua I e dtfendeua con ogni mamera di ddigenzai : e trouate


parimente m coirli buone difife , ritorn mila ualle . Fra
'
tantofiprauennerolepioggie ; intef, che dil della Du-

rtnzfi mila campgna di e^uignone era arriuato il "Ffi con


uno efrcito di (Quaranta mila perfom . eydpprejjfegmt la
Genti iffi- morte <fi eyintomo da Leua. Laondeeffndole fte genti

q wfi di
- ijuafdifirutte dalla fame ,
per ejfrgli mancato il fiuuenu
deltarmata , e nata una tnfirrmt comagio/ della.
u ,

^uale n'erano morte da diaotto milaperjm,dijj>erand del

Limperj
^ it^p^tf , 4 otto di Settembrefipart, ritirandoli a ^eno-
dor fi ri. ua/ Fu openiom dhuomini giudiciofi, che fi Jubito, che
noiu . tlmperadoregtunfi in dylis,hauejfi ipmto tlcampo auanti,.
Parere in f pjfata la ^uTcnza , eprefi Au\gnone{tkhe haurebbe po~
torno a
partiti del tUtO dileggteri
) fine
poteua andare infimo a Leone : e
i muernar l'efircito/Tercioche il %e tardo buona pez^.
a giunger con tjuel campo in Auignone: chej dipoi,che l'im
ptradore ptruenne ad zAn . ^ia le uolte t configlifigiu piu
dicano della riufiita.Haueua il Tif Francefio, mentre l'im-
peradore era nella Prouenzft,dtfignato di prender Genoua.

8 fitto fare un nuouo efircito alla Mirandola j di che heb-

bero carico in raunarlo il Signor Cagnino (Jonz^iga , Cefre


Fregofo , il Conte (AnnibaldaT^uuolara, d Signor Palla-
uietho de' Vifionti,e Pietro Strozjia fuorufcito di Fiorcnzfi:

il Coi.n (jtado E^ngone , loro Capitano , con orto mila fan-


'
tt.
CAKLO avi NT o.
ti ypaffndo giogo dJI'zy^pennmo,an(i a Genoua Dotte .

dudeaL citt un gagliardtfimo affaUo : ma fit ributtato no g^


mlTiemonte,/t no nboc-
da (tydgofiino Spinola.La onde ritornando
Capitani Francefi. Si come il Conte (^uido
tongiunj con t

co(t^' Imperiali
"longone haueua tentato di hauer Genoua;
prouarono di prender Perona, citt di H^jccarda , latjuak

flato della Francia dalla Fiandr a. Aia con


tutto^ *
diuide lo J^ano di
con hauet Pe-
che Tsfanfao lor (apuano , di natione Tedejco^ haueffe
i

eolpi delk artiglierie gettate a terra le mura della citta f e

rumata lafortezza , trouo cofigagliarda diff , che dijpe-


randa della uittoria , r 'uorno in Fiandra . Foco dipoi WRf
Frcejco entrando ancora egli nella Fiandra con tjuello ejir
*

cito ch'egh haueua mejj injeme , aljlto Edino,terrafir.


,

tiJSima,^in capo di cmcjuanta giorni l'hebbeFPercocheft


la uenuta del Hi dhnprouift e la "Rzina Aianafrella del- :

tlmperadorCtche haueua tlgouerno della Fiandra^nonpote


turbo
Jccorrer la citta a tempo. Della perdita di Edino
(t

molto l'Imperadorr.e commi/e alia forella,che ra^umdo le


Jrze t andajj contro a' nimtc. Laonde fu fatto ftbito
un buono ejrcito Col eguale . gl' Imperiali ejjendo andati a

Edmo , e trouandolo meglio prefdiato di ejaello ,


che efi sii-

mauanOfft uolfroaTeroana , citt di ^iccardia : laijua.

Ufu toflo foccorfa da' Francefi poi troppo arditi,af


: fgf efi

falendo per camino i Fiaminghi,furono rotti.T^l^Fumon-


te i Franafi faceuano alle genti dell' Imptradore digr dan
ni : ma fubito ui accorf il Aiarchef del Guaft o,che quiui
per la uia di zyirbcnga della rimira di genoua conduff lo
efrcito : alla uenuta del ijuale i Francefi fiemarom t ardi-
mento. Adcntre le cofi della *Ticcardia e del
Fitmonte fi
92 V I T A D I

Jueftid w A fiorenzai f uccij il Duca


Doci di

zAhffindro (U Lorenzo de* Medicifuo fauorito e parente^
Fiorenzj
. ridottolo di nqttc nella fua cetfa[tto Jpette di hauer-

ui condotta una dormay che'l Duca amauay ualendoj delLt


atta d'un rubaldofo fampliare y a cui haueua fatti alcuni
benefici y con feltrato tradimento lo lem di uita : e

,| di Fiorenztt occultamente.^Ma nelfine ricoueratofi a Vine^


gi y quiui ancora eglifit uccifi.Fu eletto dalpopoloyC confir^
Cofmo fnato daUt Imptrodore Duca dt Ftorztyil S. Cofno de* Me
ci fatto diciyfigUuobdelgranGiouanmfirnofifiimoCapitano'yilqua

Fiorenza . ^ ^Oggid congrdifitma moderatezzt egiuflUia regge ejuel

Ducato Lamorte del Ducafu cagione , che i fitorufittdi


.


Fiorenza ftto la guida di Pietro Strozzai procacciarono di
occupare alcuni Imghi dello Flato di Fiorenza: e dipoifUeci
FratKtf y fctTo copo Fitppo Strozziti deliberati in
sfrozza
atto pri- tutto di cacciar il S. Qofno di Fiorenza: ma finalmente fit^
****''
rono rotti da gtImperiali , e Filippo fitto prigione ,
il<juaU

pofia diferando della libert fi uccf . Haueua anco il Rfl


in queflo mez^ mandato in Italia ^ionfignor di Humteres
in luogo del fonte Guido P^ngone : ilquale per ejjr pigro e
tardoy perdi una bella occ afone di hauere Hafu 6t intefi

che*l Marchef del ^uaflo co ungrojfo efrcitogli era uici-

no per uentrefico agiornataycongranfto trauaghofi ritir


E
a dietro. pofto prefidio dentro Cheriyfhierafoy AlbUy

fi ne torn in Francia. Iquab tutti luoghi furono iui a poco


jArrigo prtf dal Marchefi del Guafo.che pofiia mif ajfidio a Pi-
maodaio narolo Turino. La onde /7^ di Francia mand in Pie
fjfi

Francia u monte Arrigofilofigliuolo Delfino , che poi gli fitccejf nella


i M note
fi Lu da
.
(QfQfja. fiche cagioney che'l Alarchefi quegli afi
fi*

fidi, e
,, .

CARLO Q:VINT0. 11'


jedi , efi ritiro uerfi taftu E mi uero(come e comun pare-
r)poco piUfche Franceji indugiaitano a paffkr le Alpi^uem-
*
ftano affatto caccimi del Piemonte.Difignaua Arrigo dtjr
^

gran fatti,<fuando htbbe nuoua, che la F^ina Maria infte-


mt con lafortla HeleonoratKeina di Frdaajhaacuanofra
l'imperodore di leifratello , e/ "Ef fUo padre conchiuf una
tregua per b Ipatio difi mefi. Torn adunque il Maxchef
a MelanoyPl Delfino in Francia. In queflo tempo Solimano Solimi -

moff guerra ai Finitiani: laquale continuane ejjendo

per tal cagione tutta la Itaba pofta tngran rumore, mfi te- Vinitiiai

nendo fcuro il Eegno dt Napoli per b graff apparecchio


che'lTurcofaceuaif^ appreffo fcorrendo Barbarofjk per li
mari di Calauria e di Sicilia, il Papa compref il danno, che
poteua a' Chrifiiani apportar Pinjidel nimico per la difcor-
dia,che era fra dEekt Framia e l'Imptradore . E uolendo
tentar tU cotKhiuder quakhe pace,metre,che duraua la tre
gua, operfiper uia degli z^mbafciadori comuni, che otten

ne,c^ qutfi due Prencipi furono contenti, inter uentndoui

anco lafua perfona,di abboccarfi in liz^.^iiti adunque J

effendofi il Papa e i due Prencipi condotti,fi affatic il Papa


affai, ma non pot inguifa ueruna accommodar U laro dtf FriocU

firenzs . 'Drmamdaua il Ee , che gli foffe riffituito t^ela


no:e tJmperadore fi ctentaua di priuarfneima uoleua con

cederb al Duca dOrbensfofgbuob,con ragbne di nuoua Propofte

inuefiitura,e dandogliper mogliera unafigliuola del Ee Fer ?adr"


dinandofuo fratello , e ritenendo le fiarteizs p^^
ipefe del detto Duca ctOrliens . Echtedeua allo'ncontro

che il Ee refhtuiffi al Duca di Sauoia le terre, ch'effogli ha-


ueua occupate , tnfino,che b differenza loro fiffro termina-
7S VITA DI
U per $a dtgmfiuta : che parimerue U ^ Francefco rmu.
tiajj altamicitia,che egli haueua c' Tedefihi heretici^e coi
d'Inghilterra: che entrajj con Im in Ug cantra Turcht^
pagando nella guerra o m danari , e ingente pagata (quella
portione^chefijjconueneuole: che domile ajfnttre al Conci-

Itoiche rejituijje a gU herei del Duca di Borbone il Duca-


to;Ctche in particolare ruornajj a lui B'dino Acconjentiua il

"Kf di rmuntiare alia lega d'Inghilterra coir di lut,e leuar

fi
dalla amicitia de' Lutheram Tedefihi. Affermauay che ,
come He Chrifiiano^farebbe per ajfentire al (ociltoiche refip
tutrebbe SdinOye le terre al Duca di Sauo'ia.Accettauayche'l

figliuolo ffi ammejfo nel Ducato di Melano conlainue-


ftitura y approuaua d maritaggio. %^a allo'ncontro di-
mandauuyche a lui fjfe refiituita Tornaiy e la maggiorata
della FiandraytoltagU daltImperadore : ne uoleuayche l'm

per odor e (i ritemjfi per lo fpatio de i tre anni le fortetzg del


Ducato di Melano y pagandogli d Duca laguara^ emen-
do che laJpefa haurebbe confumata l'entrata di tutto il Die
cato.St aggiunfi , chcy quandopure l' Imperadore uolejfi ri-

tenerfi quelle firtezss tgh ne rimaneua contento , con que-

fio y
ch'ei noti fujfi tenuto a reflituir cofa alcuna , ne meno
tjfire a parte delle fpefi contra U Turco ne a ^lafciare alcu-
:

na delle amicitie ; finon ,


quando , o ejfindo forniti i tre an-
ni y 0 nel mezp di efiifojjc siato alfigliuolo confignato libero

il Ducato di ^Melano In ultimo y che con quefia tale condi


.

tion egli uoleua dfendere alla pace , bench l' Imperadore


hauefiuoluto tmutar il termino dei tre anni in uentiyche
haurtbbe potuo efire d>->-rimanente del tempo delle ulte di
-umendue . Ora-i o pia ndo all'Imperadore d parino , ne
'

potendo
CARLO aviNTO. 79
potendo uemre in do a neruno accordo , ne propof il 7/^4 pertico

un'altr0.6 (juffio fu y che dt comune conjntimento fi facef


elettione d'uri Duca neutrale dello Hato di ^elano\ili^ua p*
fi
le fofj inuefiito daltbnperodore , e pagaffi ogni anno confi

al "Re . y
perche naec^ue fra miniflri de' due Trencipi

fijpetto ,
che do proponejfi il Papa per fare elegger Duca di
gelano l'un de' fudt nipoti,(fuefio partito mn fu afioltate.
*

potendo adurnjue il *^apa far , che tra loro ne figuiffi


la pace ,
gU diffofi a tregua per dieci anni . Fu la conditione Tre^g
che mentre dnraua la tregua , cufeuno poffideffe tjuello , ridere*^
,

che haueua infino alhora occupato , e tolto all'/tltro nelle

paffate guerre; e, che ut ^hauefi a reputare alcuni ufficia- ci *hb. .

li , che terminafiiro i confini. Oltre a do, che ognifuor ufd-


to per conto di ijuelle guerre poteffi ritornare alla patria con

la refhtution de t loro beni ,leuando da ci gli sbanditi di

Napoli. Fu conchiufa e pubhcata quefla tregua l'anno Mil

le cinquecento trentaotto nel mefi ai Gtuano . Torno T*apa Re f*-


n I 'ly / J II, 1 I
ranno
eia,
Paolo a Koma: e fu accompagnato aaU Imperadore mjino m d x.
4 Genoua: il Re Prancefio and a ^arfiglia, L'Impe- Nauga-
radore nauig uerfo ^Ponente per tornarfi in Iffagna. ij\4a [/

hauendo contrari uentt , fi ftrrnhaU'foladi Santa t^ar per ifp-

gherita .
^iui fipbito uenne J^onfignor ai Itegli: ibjuale
per nome deTR^ inulto l' Imperadore a ripofrf alquanti
giorni in cyicefuamorta ; oue diceua , che'l Re fra due gior-

nifi trouerebbe : e pregoUo , che gli piaceffi entrare a rifto-

rarfi in tlMarfiglia ; affermando , che'l Re fuo Signore ut

haueua Luato ilprefidio de' [oldati,e ordinato, che gli fofj-


no date le chiaui dtda citt , e'I dominio parimente . HItac-
que all' imperadorefopra modo la magnanima proferto-del
So VITA DI
e ringraliatolo nella gui/, che conueniua, rijpofif

chefarebbe ito mUntieri a uederlo in zAcquamorta : ma ,


che non accettaua eh andare m Marfglta : perctoche era

Sto d
^ effndo l'imperado-
Opitaoi re andato alk IfU etHieros , e di quindi partito , trouatoft

dlfae d'i dieci n^afitto Marftpliat gli uennero incontra fitte Ga-^
Srrmp. lcedel'Rei lequaliconmolta.alegrezt:^i inftno alle Tome^
ghe lo accompe^narono lefttogUdalQafelloych'e fipra
b fioglby dalle Caflella circonuicine, e medefimamente da
,
tutte le galee delporto marauighofi honore^fermadofi l'inu

peradore alquanto dirimpetto al Caftellof uidero akflte b


catene del porto , per cagione , che ogn'uno ui potefj fo

agio entrare .
Quiut rmfiefiatt lefuegaleCyeglifu accampa-
nato da tuttaParmata del %n, Eperuenutom cAcquaX
morta , il "Re Francefio uenne a incontrarlofipra unpicciol
% ; legnettOy e gli fi diede nelle fe firzfy dicendo , mio buon
fratello , eccomi tuo prigione lafeconda uoltaper certo gran
bont eficurt di Re ueramente cortefi e magnanimo.^Pfon
fipotrebbe firiuere ,
quanto l'imperadore fiff in quel luo-
go accarezzato honorato da queflo , trouandoufi la
Rfina fa firella con le piu nobili Madame della corte .
Ragiona - Quc haucndo hauuto l'Imperodore col Re Francefiofine-
ereti fra tieflrttttragionamcnti'yda'qualifigtudicauaychedouefi

e'rRe ufi perpetua riconciliatione ; dopo , che'l


fi^
Francia.
R^ perdono benignamente la ingiuria y chc fi teneuo hoUeT
riceuuto, ad cAndrea Dor 'iOy l'imperadore fi part il di
fi-
guente , efi nand in Iffagna . Et il R^ tornando a Fari-
giy tutto pieno di buon uolere, fi riduffi ne confini della Pic-

car dia y e della Fiandra ad abboccarfi con la R^ina f^a-


ria y
CARLO aviNTO. g!
ria ,
per poter col /ho mezzo uenire a rt/iutione del T>ucaio
dt Melano: percioche l/mperadore nel partir di Act^ua-

morta haueua dirm/ro di hauer gran dt/derto di darlo al

Duca d'Orliens , iiando la conditwne del maritaggio, (jiun


to Nmperadore in IJpagna : q/ intendendo , che BarbaroJJ
era u/cito in mare ,
^
haueua fatto , e faceua tuttauia
molti danni t/ mi/ con /mma/llecitudine a ricercar, che

fi uentf/ alteffetto della tregua conchiu/a il Febraio paffto


fra il ^apa , i Vmitiani, e lui,contra il Turco , H^er laejual
^
impre/a facendogli hifogno di gran /mma di danari , uoguono ,

chufi a*popoli di Spagna, che uoltffiro fouuenirlo .


pot danari 'i.

mai, per ragioni, cm egli adduce(/e , indurgli a contribu.

re un danaio , in guifit t Imperadare ne prefi sdegno:


, che
mancando tjut Ile genti di aiutarlo in una impre/a tanto honc
fia , e di fi fatta importanza ; e mafiimamente un loro 2^,
per liberalit e uirt del ijuale molti di loro haueuano in Ita
Ha e nelle Indie, e ne* paefi nouamente trouati, titoli. Magi-
/Iran , ricchezsis ft) honori granaifitmi . Et e//ndone per
nafier tumulto ,
ijue/ia coffa di/f tacque tanto al Trance-

fio , che profirfi alt Imperadore il filo aiuto . Ma le coffe di-

poi per modefila delt Imperadore fi acquetarono . Fecefi la Guerra c5


guerra contra il Turco , effndo Capitano deltarmata del co^''

Papa M. Marco Grimani Patriarca di cAlqutlegia , del *


capello
t Imperadore Mndrea et Oria ,ede* F'inittani M. Ficenzg
QappeIIo.t/tlla qualguerra fu ridotto Barbaro/fa, (fonerai Je Vini
dclTurco,a tale, che,fi'IT) orla haue/fi uolutofiguire ilpru-
dte cofigLo e il buono animo del //appello, finza dubbio ri
fi
portaua de gtinfdelt una memorabile uittorta Poco innan .

ziaqucfiaguerra M, zAle//andr Qontarini , nobile l'ini-

VIT T>I CAKL. r. F


,

i2 V I T A D I
ttano , 'tlquakf dapoi Procuratore di San ^arco , ejjcn-

do Proueditore deltarmata l^initiana : e trouatidoji in ma~


re con fii Galee , delletjuali la fua era molto innanzf , incon-

tro una ^aleaa/arda de* Turchi 'y


di cui era Capitano il

^ajci di Gallipoli ; ^ haueua in lei unagrandijima quan


titdiGianizjsri. Il Contarmi ficondo tlcojume marine-

refio : ilqualee y che incontrandofi inpeme nauiti armati


tl minorefidata il maggiore y calando le ueU in figno di hono-
ranzn ,
per afiicurar la Galea la /aiuto con un tiro di arti-

glieria fienz palla . Allincontro del qual /aiuto la Galea


Turchefia/carico una delle fue con la palla : laquale amazr
zpdcapo dfildati-y ^alquanti huominidel Contarmi,
Onde da quelfigno conofiendo il^Proueditorey che la Galea
nimica uoleua combattereyUpparecchiandofi ualoro/mte al
la dififa y fice con moka prefiezz^ fparare un grojj Canno-
ne y da l^initiani detto Ter iera : ilquale e/Jndo ripieno di
molte fia^e , quefie qua e l firendo , ficero a rumici tanto
danno , che uccifiro piu , che la met de' (jianiz^sri . E nel
combattere trouandofi il Contarmi fra primi per dare ani-
mo afidati y fit firito d'una filetta nel deftro braccio . T)i
che egli non fice motto inpno , che tutti gli altri , che /er 'iti
erano, fijfiro medicati . In queftaguifit per acquiftar la uit

torta fece accoftar/bito lafua (/alea alla Galea de' nimict.

^ella quale intrepidamente /lendole /e genti ,tagbar orto


apersi il rimanente. E,perche pure alcuni de' medefimi era-
no /uggitifitto la coperta , tl Contarmi ritornando i fuoi nel-
la Galea , fiofiatojfi alquanto getto la Turchefia a findo.
,

Da che fi conofie chiarifiimamente , che quefto rartfimo

gentilhuomo fit confiretto a combattere per dife/ della (Ja-


CARLO aviNTO. 83
led^e della propria ulta. OndeH ^iouto,per altro Scrittor dili
gente egraue,o per ejjere (lato male tnformato, oper qualfi

fia Cintone , firme in ci manifefiamente la bugia . Mori in


quefio anno la Imperadrice diparto , e t^onfignor dt Lan-
fao : ilquak haueua per Nmperadore il gouerno di tutta la
Barbantta . Et anco uenne a morte Giorgio 'Duca di Safi~
ma : laqual morte fu di moka importanza : percioche ejfin~
do egUflato huomo catholico , U citt del fiuo Sato abbrac-
ciarono lafiletta Lutherana , che era figuita da ^ituanni,
uno de gli Slettori
,
fuo fratello, tacque una gran careftia Careft

nella Germania bajja,e particolarmente nella citt di Aquif'n^^'*


grana,laquale fi dtfiefi infino nella Italia . ^4a, quello, che
mportaua molto per le cefi dell'Imperadore, la citt di (fan
te
, fila patr'ia,contra di lui fi filleuo . Jlche auenne ,
per-
che lattina ^^aria uolendo imporre a' Fiandrefi alcune
grauezzs , efii ricufitndo dt pagarle , quefla citt fi
leuo in arme , e dtfiacciati gli ufficiali e mintflri deltJmpe-
radere , dimofir aperta rubellione . L'Jmperadore cono-
fiendo , che per raffittar le cofifitte ua bifigno della fiia per-,
fina, delibero di andar nella Fiandra . ^Ma efjendo il uiag
gio per la Italia lungo , e temendo di pajfitr per la Francia,

inuitato
^ afiicurato dal "Rf Frantefio ; ilquale ancogU pr
metteua gente da domare t foirubellr, prefi quel camma.
Doue , marauigliofk cofa a dire , che per tutto non pure H Re PrS.
fi*
honorato, magli utnnero portate le chtaui delle citt. Fu l'Im to?D Var^

pcradore daiRe humaniflimamentericeuuto mBles , e con-


dotto in Fontana 3lto . E quiut fattegli tutte le fefie , che Padore
imaginarfipojjom , iioUe il corte
fi Re , per mofirar maggior
figne dt amori uolezzt t dt fincent di animo , che l'Impera

f ij
,

S4 V I T A D. I
dor entrajj armato in Paridi ; citt , cornei noto prmci-
,

pale di (judpotentipmo 'E^gno : cofa dalla legge , detta Sali-


ca , conceduta Jlamente atEfidi Francia , e dagli antichi
ordini del detto 'Regno ma tlmperadore come modejli^i-
:
,

mo Prencipty non uolle pigliar[t l'autorit de <juei 'Re\maM


entr difrmato,amando meglio dimoflrarft amico , che pa-
drone. Fece fmilmente neli'apprefntarfigli di ordine dd
Re l^ chiaui della citt . Nella (juale entr con la medtftma
pompa e flenmt, che entr la prima uoltail'Re quan-
do glifu data la corona. 8, queUo,che non fipu commenda-
re a bafanzai , fi /fogli il Re della fua autorit Reale^con-

cedendola alt Imperadore y inguifa , che rtmetttua alla fua


mlont il fargratu , e condonar pene a' rei : effetto in altro

Prencipe non piu letto,ne udito ricordare. 6 di piu gli mofro


lettere hauute da' Gantefiy che gli Jcriueuano di uoler darfi
a lui . Ora tlmperadore fu accompagnato infno a' confini
della Fiandra: ff) era
pubico grido , che ambi erano pacift.
1 Caotefi cati e di accordo infteme . 1 GanteF non potendo difenderfi
iiimpera dall Imptrodore ,
gu (i reftro . Et egli a pnCyChe piu non po
dor
tejffro fUeuarfy gafligatifiueramente i capi della rubellio'.

ncyfice nella citt fiibricareuna fiortezzAper tenergli a fie-


no nell auenirt. tfon pajfarono molti giorni,che'l R^ mand
perJoi zyimbafiiadori a chiedere all'ImperadorCyche fecon
do l'accordo , inuefliff fuo figliuolo dello (lato di fidano .

A che moflrando tlmperadore di non uoUre acconfintire


il Rp fi sdegn frte : e uolgendo fubito la beniuolenza in

odtOyCominct a diutfar nelfuo animo il modo da uendicarfi.

Era morto CarloyF)uca di (feldria ;


e di qutfo fiato s'era

fatto ufurpatore Guglielmo 'Duca di Cleues ,


pretendendo ,
thper
CARLO av I T O. N ss
cheper ragion della madre quel Ducato lui ajpettajj : di
che pofcia gran tumulti ne nacquero, cydpprefntc^talla
corte dell' Impcradore , ma non pot impetrar da lui^ che'l

DucatogU rimanejj : perctoche dtmoflraua Nmptradore, Duca *


a
che ejfo appari eneua a luiper la inuefitura^che egli haueua bdu i7j

daltImperador Mafimliano yfuo auolo , eper la capitola- JP'****

tione fatta col Duca Carlo ulttmamente morto. Intefkque-

fta dtfiordia il ^ Francefeo ,


pref occafone di farfelo amu
co; e fatto il Duca d CUuespaJfare in Francia y prometten-
do d mantenerb nel fuo fiato , e di accrefeergh anco di nuo
uoy gli diede per moglie la figliuola del "Rx di ffauarra yfta
nipote : e furono celdrate U nozjx Villa Qotre : ^ il Du-
cafi torn nclfo Ducato . Il 7{e prtteando di mouer guer-
ra all' Imperadorcy conferm quafi nel medefimo tempo alla

fila diuotione alcuni Signori Tedefcht,n 'tmici della capi dAu


firia . La onde l' ImperadorCy che di Fiandra era ito in La-
magna y intendendole pratiche del RxyUndaua nelle cof

della religione piu ritenuto : e per trattenerlo di nuouo in ijpe.


ranza , mand a offerirgli la pace , con nuoua prmejfia di
far 'Rfdi Fiandra il DucaetOrliens . Ilche per molte ragio-
ni il 'Ex non credendo, non gli diede rifiofla, ma attefi altap
parecchio della guerra . Attenney che torn in quei giorni e
Coftantinopoliin Francia il "Rincone di natione Spagnuob, Morte del
ma e-Amhafiiadore del Re di Francia preffo Solimano . F *

dipoi efflndo rimandato al Turco dalRx compagnia del cefare

Signor Cefare Fregofo e del ponte Camillo Seff,furono que-

fii tre colti da un buon numero di Spagnuoli mandati dal


Marchtfidel Guafo Luogotenente in Anelano dell'lmpe-
,

r udore . Et hauendo efii ordine di uccidere il Fregofo ycil


VlT.Dl CA\L. V. F iij
e Jrbar
VITA
uiuo il Kincone per intender da
DI
lui i mane^i
SeJJ ,

del ,
prendendo il Rincone in ijeambio del SeJJ , l'arnaz^

zarono mjemc col Fregof . E il SeJJfu condotto a Fauia,


e poi nel (jtjlcllo da Melano ; oue tre anni (flette prmone\e
dipoi per benignit dell' Imperadore rihebbe la Jua libert.

Q attennefra Fauia e ^taeenzjt alla fce del Tefino La .

onde il Re nfntitofdt cto forte ^ fce intendere al Papa,come


Vincerodor e haueua molata la tregua, e la ragion delle gen^

ti, in modo , che egli era per mouergli contra le arme , e far
(juello,che l'honefi richiedeua, tanto, che egli fferaua di far

10 pentire eh cjuella offefa . , mentre che l Re Francefeo


tra accef contra l' Imperadore di graue sdegno , ne perdo (t
di/copriua ancora nella guerra : t popoli e baroni della Spa-

gna , che, come detto habbiamo, non uolfro contribuire al-

l* Imperadore alcuna ejuantit di danari nella imprefa con-


tra il Turco , mofi da particolare e comune intereJp-,che per
11 traffichi e mercantie della Spagna era loro molto moleflo
ilR^ dAlgeri, tlquale col mezpde' fitoi (Jprfli teneua in
continuo trauaglio quel mare Juppbcarono con grandtfiima
:

injanz^ aU'Imperadore , che egli uoUjJi far quella impreja,


promettendo di contribuire in ci una gran fmma di dana-
ri, e quanto faceua btfgno . La onde l' Imperadore d -,
etti

prmcipal difiderio fu fempre di uolger larme contra


gl'infideliiper far beneficio alla Spagna , uolentieri accet-

impreTa t Hmpref . Loquale , per ejfer riufiita per cagion del-


Umtnica fortuna infelice , mi difender in difiriutrla piu
* di quello , che fi conuiene alla mia intentione,che
4Aigeh
e di firiuer la una di Carlo , e non hifioria . Lafiiata adun
que l' Imperadore ne' confini dd Re quella guardia , che
.

CARLO aviNTO. gj
gH paruentcejfanayueme con molta prtjezs:^ in
Italia.
Et entrato tn Stiano , ornato l'apparecchio della
guerra , and a Lucca , oue era ajpettato dal ^Tapa^
che pur uoUuadacapo tentare dtmouer pace tra lui cH
7(e : ma ne anco in cjucfio nuouo abboccamento pot
far co- Abbocci*
meco del>
fa , che gtoueuole fjje. 'Tercioche l'imperadore dtceua aptr. l'Impera.
tamenteychc egli non uoleua dar lo siato dt dor co*l
Melano a' Fran Pjpj a
cefi : adducendo per fua ragione , che fapeua molto Lucu.
bene ,
quella natione effer tanto injattabilty che
, come efi ft
fijfl
ro impadroniti di quello fiato , haurebbono
uoluto priuarlo
di tutti gli altrtycht egli haueua
ntUe partile ne' confini d'ita
Ita. 6 , che punto non haueua uiolato la tregua
;
percioche la
morte deltc^mbafciador Frante y e del Signor Ce
fi fare Fre-
gojoy eraauenutafinz^i fuo ordine , e Jenta fua faputa
: e
,
che quella fimilmcnte non era fiata uolont
del Manhefi
delCjuafio : e, tn fomma
, chty quando gli fofitro
appnfen-
tatti micidiali, igligrauemente gli
gafighertbhe. che ^a,
ben gfi pariua ftrano , egli difiiaceua
fommamente [ che
quel che haueua molo di Chrifitanifitmo,
,
lenifje amici,
tia con 7 urchnptr cagion della quale
ne fguiuano alla (hri
fi lana tanti danni . Il Papa nonpotendofar teffetto che
,
egli dfidiraua
, V Imperadore , e
btnedt torno a "Roma.
Era alhora ilprincipio d' Ottobre , slagion del tutto contra-
riaa quella imprefa Onde era confortato ImpreU
.
dal tfMarchefe
dAlgeri
dclGuafio e da zyindrea 'Boria a differir
queflo paffaggio
allarPrimauera. Ma l' Imperadore afiicurandofincltaiuto
diuitio,c ponendo la uittoria nella
celerit, non uolle metterai
tempo tn mtzp^. Parti adunque dalportodi yene/e
con tren-
tafii (jaltc e s'inuio uerfo l'ifiila di
, Corfica , hauendo impo-
.

ig VITA DI
andajjro uerfi tfiU^ ditte
dagh antichi "BaUarichi. Le galee hehbero un pezis H f*en~
to fauoreuole; ma poi, che ejjo le porto in alto, leuandofi una
grandtJStma fortuna , le difperfe in guija , chefolamente la
galea deli' Imperadore a firz^ di remi arriuo alla parte del-

l'ifla, che nfguarda la Itala', epoco dipoi lafiguirono altre

fitte : doue la maluagit del tempo lo tenne due giorni . Ma


TetMdet- acchetatoli mare, e col ptruenute fmilmente l'altre ga-
ca Bonifa- . i i\
i cn i i'/i
CIO . le , egli and a una terra , detta ^omfaci laauale e pofia -,

fipra un'afpro e malageuole monte : e non ha coj alcuna


di buono ,fiior che un porto . Da quefto luogo con buon uen-
Largher to nau^ a Largher ,
citt nobile dt Sardigna . One
iuiig f marauighoj : che la medtfima notte , che
l' Imperadore arriu a tjuefia citt, unauacca partor urt

Vitello na
^ > iUfualt gli fu portato a uedere da una
t^c6 due contadina di cui era <iue li'animale . }uiui dimorato due
,

giorni, and ali'Ifila ,


detta t^inorica : f^hebbe un'aU
tro temporale peggior deiprimo, e tale, che con grandifiima

fatica giunfi a
,
^ahone . ^urfio un bellifiimo e buonifi

Porto di
fimo porto ,fi egli non haucjfi una contrariet : laijuae ,
che le galee non ut pojjno entrare ,finonportate da un leg-
ger uento : ma e conmodifimo di ogni altra cof. Percioche
fi diflende m lunghez^ poco meno di tjuattro miglia, facen-
r: do molti e diuerfifini : le^uah ageuolmente difndono i na-
uigU dalle tempefle del mare .Tutto c^utfio tratto e cinto di
monti : da' eguali fipojfino trar moltifimi legni Sopra l'al- .

tezza de' monti nell'ultima parte efabricata la cittjaejua-

U,fi fjje fiata cofi guernita per opera , come ella frte per
natura , non l'haurcbbe Bar bar offa ne' tempia dietro fbo.
,,

CARLO aViNTO. Sp
gliara,come egli fece,coft di leggeri. Ora ejfendo l*lmper udore

quindi partito , e giunto all'altra Ifola , detta ^Mdtorka ,


trouQ , che tfuitti era peraenuto Don Ferrante GonzAga
Fecere di Sicilia , con Jet te galee di quelt Ifola , e con cento

cint^uanta naui graffe Italiane . Laejuala galee congiunte in-

fieme con tutte tfueUe ,


che l'Imperadore haueua fico , fa-
ceuano il numero di cinquanta . cyfpettaua(i l'armata di
Spagna , laquale conduceua il ^endozia . ^ia dipoi inte-
che ella era gi , pigliando la uia piu corta,
f l'Imperadore ,

ita ad iydgeri , egli ancora con tutta L'armatafi drizz alla


fua uoUa,eui arriu in due giorni. E fatto finontarle
genti, che erano uenti mila fldati fra Spagnuoh , Italiani imperado

e Tedefchiygh diuifi in tr fih'ure , a ciafiuna affienando prefad'AiZ

alcuni pezzi eh artiglieria ,per poter riluttarne i J^ori egli

cyirabi , che animofmente da ogni parte gU moleftauano .

E cmfe la citt ,
fecondo le tre nationi , da tre lati con tre
campi latjuaU ha dalie spalle monti alti
: afprifiimi,e
dalla fronte uerfo Tramontanae bagnata dal mare. Le
mura dal lato di dMezsgiorno tirate a poco a poco fu' poggi, "

fi piegano , e fanno un cogno , in gufa , che dimofirano di


lontano la firma d'un diritto triangolo . Gh Spagnuoli
s'erano accampati nel luogo piu rileuato fitto i monti de'
;

ejuali era Qipitano Don Ferrante, che dopo l'Imperadore ha


ucua neU'efrctto il luogo piu honorato I Tedefchi intorno a'
.

poggi di mezo preff il padiglione delt Imperudore. ^l'Italia-


ni fitto la guida del Signor Camillo Colonna nel piano uerf

la ruta del mare : e perci piu uteini alla citt. L'Imperudo-


re haueua grandijiima peranza di pigliar la citt dalla
banda Leuante, giudicando, che l'armata gh douejf nel
.

f0 VITA
Arabi af- ffotterU ejjr conte artiglierie di grande
DI
aiuto. Ala comin-

gli Spa- dando gUArabi^de* quali ahonda quelpaef,auicinarf,ap


gauoii.
pdironogli SpagnuoU , dando loro gran noia : percioche dal
di /pra de' monti gli fermano con ogni frte t arme da
trarrete furono fatte fra loro di molte Jcaramucc'u\ nelle

quali gli SpagnuoU con gli archibugi ne amaz^rono moki


B ,
quantunque i barbari non ctj/a/fero infima notte di
trauagliarli,efi conia uirtu apprtffodei jfldatt Siciliani
fir infero molto l'audacia loro \ele cof andauano molto be-
ne , ^Ma^ mentre , che l'imptradore aj/ettaua l'ariiglier'te,

i caualli , le uettouaglie , e le bagaglio dellejrcito, ecco in un


fbito nella prima guardia della notte uenne dal cielo una
Pioggi diroti ijima pioggia, laquale non celi uerun'hora di ejja not-
'diroui&i
mi. te . E bench ella dafi Jleff fojj moleftjitma , accrebbe la
moltfia unagrandijiima forzai di uento , in maniera , che
ifoldati,che erano siati sbarcati per la molta fretta fnza
le cof loro , non hauendo drappi da coprirfi , ne padtglion t ,
oue ricouerarfi, tutti molli e bagnati, riceuettero tanto an-
Veto, <jua no , chc perdettero le firzf egli animi . di quefo non fi

guileaf- content la Fortuna: percioche la furia del uento turb (i

genfi dJi*
f^^t^*^cnte il mare , che molte naui e galee , non potendo
rimpera- ffcnerla, rompendofi le funi dell'amore ,fpra lequah era-
nofrte , percoffero in u rra , ft) altre fi fmmerfero ,
facen-
doutfi una gran perdita d huomini,di artigierie,di uettoua-
glie, e di caualli. G^u(fi a coffatta difuentura fee maggiore
la uenuta delgiorno: percioche le pioggie e i uenti nonfolo non
celarono , ma accrebbero con tanta rabbia,che apena t fal-
datipoteuano ilare in piedi, llche urggendo i nimici,non uoL
fero perder la occafone, ma affalendo d'improitifi It guardie
de'

t
.

CARLO aViNTO. 9t
de' Chnfttamjeucciftrottycomecheimftriualorofrmente i n/mirf

fi difeidejjtroy
non potendo per le pio^ie adoperar gli archi- af-

hugt,furono cofirctti a fggireiejuando accorrendoui il Colon

naytnandato altlmperadorCyrlhutto i nimiciyUjualifi ritira-


rono con moltafretta. Segu dipoi Don FerrantCy e lo Spino-

Uye gli cacciarono infino dentro le porte.Mafurono dipoi da

i Turchie dai ^Moriyche ufiirono fuori pofiiin fuga.


y

Fecero gagliarda refiftenzfi i caualieri di Khodi : ujualt con


grandifimo cuore fi uennero ritirando . t^a i "Barbari era-
no di numerofUperoriy oltre la commodit delle armeyepa-
rimente il uantaggio del tempo : oue i noftriycome s' detto y

non poteuano adoperar gli archibugi Purefi difndeuano il .

megboycheefii poteuanoyfperandoycheinbreuedouefiuenir
l'imperodore con tutti i Tedefihi in loro foccorfo . llquaU
giunfiatempo: f^hauendo mandato innanzi una buona
banda diTedtfichi y che cantra il lor coflumetofio fi ritira-
rono y
egli fpir^endo innanzi il cauallo , e tenendo la fpada
ignuda in mano , confrto i Tedefihi a leuarfi quella uergo-
gna . La onde tji e gl'italiani ripigliando animo ,fi porta-
rono cofi beruy che inimicifi ritirarono. Intanto non ceffndo
la pioggia y anzi continuando fmpre ygrauemente ojfintkua
i mifirifldatt. nei mare pareuOyche haueffro fatta congiu
ra cantra l'armata dell' Imperadore a un medefimo tipo di
uerfi uenti: iquali sbattendo U nauiyC quelle urtdo fra lorOy peri3i

fpezz^uano capi delle ancore e tutte lepiu graffe funi'y


i
^ elle

infine o affdauanofu gli occhi dell'e/rcitOyO miferamete da


uano in terra. Ilche ueduto da gli Arabiyui corfi una moltitu
dine alino perfar preda : i mifiri, che credeuanofaluarfi
nella /piaggia nuotando ,finzfi alcuna piet uccideuano , in
. ,

92 VITA
Maniera , che moltifi Ufcauano piu
DI
lofio affogar nel mare^

che uenire in quel modo tolti di ulta da quei crudelijtmi

barbari . Ulmperadore moffo a compaffone di quefi'altra


miferia,per rimediarui,mand allito una banda di due mu
la Spagnuoly.alla uenuta de* quali i Barbarifi dileguarono,
Qm/o configlio , che da una partefu utile , da un'altra ap
port danno . Tercioche igouernatori delle naui : iquai te-

mendo di dare in terra per non uemr nelle mani degli Ara-
bi , difindeuano , quanto piu efiipoteuano, i legni\ alhora li-
beri di quella paura, abandonando ilgouerno, glilafiiauano

dare a pofla,per fi fatto modo, che fi perdettero da quindici


galee con piu di cento naui,oltre la perdita della uettouaglia:

tlche togeua la fperanza della uita a quelli,che erano canu


pati, ^ercioche nel campo gi fine haueua grandifiimo
bifgno : conciofia cofa, che quando i fodati finontarono
,

djeUe galee , oltre allo hauerui lafiiato, come s' detto, le loro

bagaghe,per effer piu fpedui nel camino, non haueuam por


tatofico da mangiareffinon per due giorni. Onde tutti teme-
uano ,cheeffindofi perduti tanti Ugni, quando la frtuna
Spaneoto gli priuaffi degU altri,doueffiro m quel terreno crudelmente
oc* Tolda
li Inope ' \
morire: o per ilfrro de* nimici, non hauendo Ugni da poter-
riali
ft partire , ne artiglttrU ne firze da poterfi dffndere ; o di

fame , non potendo da ueruna parte hauer uettouaglia : ol-

tre,che la fperanza del tutto era perduta di potere efpugnar

Perdita d [j
la Citt.t^al'Jmperodore hauendo fatto amarrare tea
ettoua -
glie.
uallt dalle carrette ,
iquali erano fiati cauati f or dell'ar-

mata per tirar U artiglierie , con quelle carni per tre giorni

rifior e ffi enne ifaldati . Tercioche in/eme con le nani pe-


ri nel mare grandtfiima quantit di frumento , dt bifiotto

di leoumi.
'
CARLO aviNTO. 9
di legumi ,
di umo , d'olio di carne /alata , e di tutte le altre

cofe mcejjarie al uiuere , e parimente un gran numero di ca-


ualhyche ui annegarono . E nel aero fu duro e mi/ro fpetta-
colo Boeder (fucila fpiaggia coperta di pezs/dtnaui rotte y

e d'huomini , e di caualL morti ; ujuali arriuando a terra


erano ancora ej?i da gli^ralftamazs:^ti;/nzii legni, che
fiuidero esondare innanzi gliocchi,e(juei mefihini,ehe
nuotando chtedeuano aita, e uinti dalla fatica erano tnghiot
ttti dalle onde . Si aggiunfc a (juefo la perdita di moltijime
artiglierie :gran parte delle <iualr pafpeto il temporale, pot e
,

er ricouerata da' nimici . Hauendo l'Imperadore riceuute


tante fetagure, delibero tUpartir/. E certo dimoflroun'ani
mo Jimpre inuuto , comparendo ne gli a/Jlti per tutto ar^ <

mato,^ effndo ancora egli molle dalle piog^te ; adem-


piendo ogni carico di prouidenzet di buon Qapitano , ogni

ufjcio d'humanit uerf tutti Furono uccfft <fuelgiorno da'


nimici trecento Qhri/liani,e poco meno d'altretanti feriti.
Ora , effendo ccffti i uenti , e parendo quieto il mare ,
or di partita
' I ri j j ni
j ,
dellImpe-
no l Imperadore , che t Joldati andajjero in certa parte del radore da
Itti
^'8' .

Uto oue potejjro piu commodamente montar nel rimanen-


te dell'armata. Ma (jue/o fu una delle maggiori mijre,
che occorfero in tanti mah. Qjt i pouerifldati per lo di/gio

patito , e per le pioggie , delle quali tre giorni contmui erano


flati bagnati egraui, haueuano talmente perduto il uigore e
le frze, che nelcaminare molti di loro cadeuano, come mor-

ti : il ter reno per tutto era co/t fngo/ che ne ejfipoteuano


,

giacere, ne andare auanti;e uoldo fermarf per prendere un


poco di Una ,
era mc/iiero, che fi appoggiaro[opra l'hajle
delle lamie ftte molto bene nel fango, ^a finalmente la
94 V I T A p I
uirt(U*noftrimncenclo ognidtfjcuUtdopolo hauerpaf
fitto trefiumi , e fatto il utaggio di altretanti giorni, ptruen-
timper.
f^a l'armata. Ma parendo altImperudore, che le
dor fece
annegar
*
*
mj i
non potejfero capere tanta moUituaine ae Jolaa-
i \

grojfi

wUi ti, fice gettare in acqua tutti i cauadt, hauendo , come cofit,
che conueniua alla piet d'Imperadore Chriftiano, piu cara
la Ulta de'fildati e de'/ccomani , che de' cauali ; quantun
que heliifiimi egeneroCiffifiro , e molto importafi a perder^
'
ne la raz.za alia Spagna . Fece prima montar gtitaliani , e
poi i Tedefchi, ^ in ultimo gli SpagnuoU nelle naui : e, fi co^
me egli era flato il primo a ufi'trne, cofi uolie ejjir l'ultimo a
Fortuna
(fjtfarui . "Toi fpinfi in mare . Ma nacque un'altrafirtu-
wrma *de nu , non punto meno ajfra della prima ; laquale cacci l'ar^
dTe*"*
'
mata in diuerfi parti , alcune naui sdrufiirono , e furo-

nofimmerfi daltonde . 'Ftetfine giunfi a Vca , che era te-

nuta da Spagnuoli : e uenuto buon uento, ridottifigran par-

te de gli altri chi in Sicilia , e chi in ^enoua , egliperuennea


Carthagenia, citt di Spagna . Tale fi*
il mifero fine della

imprefa d Africa : ilquale apport gran difionunto a tutti

% Qhrifliani ; ma piu ,
che ad altri , altImperodore . llqua-

U , quando non l'hauejfifatta fuor di tempo ,finzfi dubbio


fi ademp 'ieua l'effetto
del fiuo honefiifiimoe chriftianifiimo

d Ftm . dfideno.hi queflo tempo


mando li 'Kedi Francia il 'Delfino
ccG. con un buono efircito a pigliar *Tirpignano : ma egli ne fece
poco profitto. Bt hauendo con un'altro efircito mandato far
lo. Duca di Orlies, nel paefi di Lucemborgo in que*

confini, furono da lui prefi molte citt e fortezss > abbru-


ciata Danuiglicr. (fh fi refefimilmente luoi, q) htbbe in ul.

timo Lucemborgo, citt ideale. Laqualepoi dopo lapartita


del
. ,

CARLO aVINTO. ps
del "Ducafu rac<juiflata dalle genti delt Imperadtnre

la Trimauera.che fegm apprejfo preje tl'Rp Francefio


, ^
Landresiy citt non moka lontana da Cambrai. Intan- Laa'ii*

to effendofi fitta una dieta in Formatia /oprale cofdeU


la religione , ftrouo in lei Martino Luthero in nome
,

del'Fapa il Cardinal Campeggio : ma non Conclio


fi potendo anco
in queft a conchtuder cofa alcuna,
fit rimejj la tjuifttone alla u'impe*
dieta, che ilmperodore haueua intimata a J^atisbona: enei
medefimo tempo a lui nella Spagna intimato d Concilio
La onde comincio ad apparecchiarfi per uenire in Italia,ha
uendo deliberato dipoi poffare in Lamagna, f^ella dieta di
R^tisbonafu ordinato, che i Lutheram rimanejfiro netta lo.
ro openione , infino , che factjfi il Qmctlio : che'l Duca di
fi
Sauoia,comefiudatario deltImperio
,fojfe con le fpefi con-
tribuite da tutta Lamagna rpoflo nel fiuo Ducato : che
(fuglielmo Duca di Cleues
fijfi dichiarato rubetto deltlmpe
rio
,
per hauere egli i giorni a dietro come in difpregio deU
,

l Imperio prtfi per forzai il Ducato di ^heldria : che ritun i'r..


,
'
Tedefio fitto grauifitme pene potefi ireal fildo delF^ di
Francia: e,che tutta Lamagna contribuendo alle
fpefi,por.
ge/fi aiuto al'Rs Ferdinando; Uguale tuttauia manteneua
la guerra neltFngheria contra il Turco, Ora , ejfindo la
guerra non meno in Italia , che ne' confini detta Fiandra
fie.
rumente accefafra il ^ di Francia e Imperadore, Monfi.
l'

gnor di Vandomo, mudato dal ^ nelpaefidi Artois, hebb


per accordo Tornai, e dipoipreje Monterolo.Cofi
Monfignor
diLan^,cheera Gouernatore del'R^ in Ptemonte,pref
Suouo ^hierafio : ma hebbe una granguerra col gnor d
^iarchef
del (juafio:nella eguale Cefare da Napoli
difigno con una bel m^,***"
,.

AftatU di
96
ajutU d hauer Turino.
VITA DI LaquaU aftutia fu, che in certi
N*poU. carri dafeno,quaJ a imitation del cauado di Troia,fece na
fcondereaUunt ualorojjoldati: uguali haueuanoordine,che .

tiellentrar della porta, al romper <tuna corda, douejjero


ufctr tutti a un tratto; uccider le guardie , tenendo la
porta aperta , injno , che giimgejje a fccorrergh un Colon-
nello di fanti e una buona tefia di caualli,che erano imbofia

ti prefjo i Molini della Duora , non molto lontani : e, men-


tre , che queji combattefro ,
uenijj un'altra maggiore
tmbofata , che di numero auanz<ina i Franceft. llquale di-
fegno nonhebbe effetto per cagione , che un^urghe/ della
citt , che fi trouaua /pra le mura ,
ueduti i fldati nimici

che ujciti del carro combatteuano con i Franceft , e fntito il

rumor degli altri , che ueniuano in lorofccor/, tagli lefu-

ni in unfubito,chefjleneuano la Saracme/ca: q/ ella caden


do, frro la porta . E rimaft quei pochi dentro ,
furono da'
Lnogbi Francejt in breue pref, e fatti morire, taueuano iFranceft
daJFrio - pdthi giorni a Metro , come s' detto ,
occupato Chierafo : e

pofjedeuano Verolengo ,prefo da Lodouico %rago ,


Qapita-

no M molto ualore, ^tnarolo , Sauigltano , t^oncaliere , e

Turino: e gt Imperiali oltre allo hauere hauuto Flafii,s'era-


no anco impadroniti di bipiano , Foffano ,
Cheti , cAlba, e

di Mercedi fnza altri luoghi meno importanti . Et ejjndo


,

al n^archef del Guajo ucnute alcune altre buone compa-


gnie M Tedtjchi, f^i Francefi accrefiuti ancora efi di

Il Duca di
giorno f combatteua gagliardamente
cieues ta J\4ail'Rf,chehaueuauoltoognifopenferoamolefarl'Iin

[o 'Sfiato'* peradore per ogni parte,induffe il Duca di Cleucs a farfida


mentre che l'impcradore
plloda P

era
CARLO aviNTO.
fT<f hi Algeri compartendoli tl 'Duca per le Je terre i! - -i
,

me quelloycb'alpettaua la nuoua ddjuccejjo di ifuella impre-


che l'mperadore er^


fa E uenuta (fuiui una falfa fama ,
.

mare con tutta larmata il'Duca fu ripieno


affocato in ,

duna incredibile allegrezj^ , parendogli ^ che gli fojj dato

gran pefi : fi come cjueUo ^ che flaua


leuato dalle fpalle un
(gualche tempo gli
in continua paura, che l'mperadore a

dtjfeakunnotabikgafigo. f^hautndo difegnatodiaJJ'al-^


tare <^uutrfa , mfe infume cjuel numero di gente , che pot w ao.

maggiore , e pojala in campagna dt la dalla t^oft , e fit-


tala pajjre in Lodi ; a fine , chelfo difignofiff
piu nafo-

dimandopajfo il a gli Eburoni , mofrando di uoler con-


fi ,
durre in Chuta la moglie, figliuola dtl ^e di ^auarra.
li^ualifConfgliati dal Prencipe di Seuemborgo , rijpofro, che

non uoleuano dare dpafaggio a uno efircUo armato', ibfuale


andaua nelpaef del "Re, nimico dell' Imperadore Era . Capi-^

tano de' Gheldrefi Martino Rpshemio : ibjuaU allog^o

con la ttrzfi parte dell'efercito nelpaef degli Abuariti.


^uei mio Capi ,

di cy4nuerfa auedutifi della intentione del Duca ,


prefro le cheiafes.

armi , e mandarono da fi mila contadini armati ad ajjhr


^ual campo '.mai (jheldref toflo ritirarono a dietro E
fi
la R^ina cMaria,gouernatrice, come s'e detto , di tutto quel Rfioa Ma

paef fitti buonifimi prouedimenti nella citta , mand


,

alDuca di Cleues ,per intendere a quale effetto egli hauejf


R^ma maggior
raunate quelle genti : la cui rijpofa diede alla
Etti Rpshemio fa poco entrando nella 'Braban-
ffetta.
tia, ui fce grandifimi danni, pigliando e faccheggiando

tutto paef. Conira dtl quale f* mandatoti Prencipe e


il

Orarne : ma egli nc fi* rotto; e fuggendo fi ritiro in Anuerft ,


FIT. DI CARL V. (j
-

9S V I T A D I
Roshe - Uanmofi Koshemio ajjio la citt:ma ui trou cojt buona

diaAnuer dififu ,
chc fi marautglio , che una citt , laquak attendeua
^
alle mercatantie, riufctjje coJt forte nelle cof della guerra, in-

tendendo , che tnjno le donne lauorauano a fabncar le trin-


cee e ripari , che di dentro bijgnauano . La onde difper an-
d di poterla hauere , delibero di ritirar
fi: e nella fiua mira-
ta abbruti barbarefiamente la maggior parte di molti bel
'

lifiimt palagi , che per diporto erano fiati fabricati da*


c . cittadini teda* mercatanti ricchi intorno alla citt : us
fp)
per quelpaefi , douunque pajfaua, molte crudelt ,faccheg~
giandocio cheu'era. E pofcia figuendoil camino utrfola
Francia , fece per tutta la Fiandra infin'ui danni prenden-
,

do molte citt e cafieUa . Oltre a do haueua il "Bp Francefio


ottenuto dalTurco , che egli era per mandar tofioa' anrii
Quello, deltlmperadore un'armata nel mar Thofiano. Eneluero
o
oppof/e non trouo cofa , che nelle guerre , che hebbe il Bs Francefio
cefto con l'imperadore gli
fi pojfa
opporre fuor che quefia della
, ,

lega tenuta con gl' infideli : laquale apporto con poco fiuo uti-

,, le grandifiimi danm alia B,epubltca Chrifiiana; come s' ue-


duto piu uolte,per tacer un quafi infinito numero di Chrifiia
ni prefi nelle nofire marine, e menati in Cofiantinopoli a per-
: f ' petua firuit . Ma intefi il B^e dapoi, che l'armata Turche

fia non era per ufiire , finon alla *Trimauera, nonfiguit la


imprefit , ch'egU haueua cominciata , di trauagliar l'impe.

radore ne' confini della Spagna per la uta di Perpgnano. On~


rrefe de de ritirato tlDelfino ,c licentiati gli Suizj^eriinfino a tempo
m/'* nuouo, rimandole fanterie Itahane nel^iemonte . Sten-

^
tando Francefi di prender Cuni,furono ributtati gaglia rda~
mente dagli Spagnuoli. *Trefiro anco gl'imperiali Cartgna-
no.
CARLO aVINTO. s>9

nOfluogo import amijitmo ptr tlJrSl dal 'TotUicino aTit-

rmo : onde le cofe della guerra erano piu , che mai accefi In .

quejlo tempo tl Langrauio tnfeme col Duca di SaJJma ha-

ueuafcacciato delio flato tenrkofDuca di Bran/oicco. La


onde ejfendo flato ajjgnato per fcurt di Lutherani Tren-
to al Concilio ; che , come s'e detto , era flato intimato

dal Tapa;egia raunati in fiutila citt molti eccellenti Theo-

Itgtid (jranuela mandato dali'lmperadore,per lauiactta-


Ua and a Trento , e eh quindi pajto in Lamagna , oltre ad -li

alcune altre cof procurando ^ che fi acchetafj la nimifla, -I

cheli Duca MSaffnta'l Langramo teneuano col Duca


di Branfiicco ; ilquale , come dicemmo , da loro era fiato
'

priuodel filo fiato. Sde^atofi in tanto il^e et Inghilterra
col ^ di trancia per certe cagioni^ fece lega con l' Imperado- Sdegno
del R.C
re . Laquale uenne molto a propofito de^fuoi hifogni per po- d'InghiU
terra col
ter col fiid aiuto meglio e piu ageuolmcnte uendicarft contra Re di Fr7
eia.
Francefi. Ulmperadore adunque per non perder tempo, fe-
ce , come coflume, giurar per 2ie di Spagna il Trtneipe Fi-
Filippo
lippofofgliuob da tutti i T^renctpi e fiati di quel "Kegnoie, giurato

perche Filippo era di troppo tenera et, lafii feco ingouerno Re di Spi
goa.
del Rigno Frantefio Coos, huomo cU gran prudenza, e di cui

molto fifidaua. E commeff al Duca Alcaudeto,che pafff


fi
in Barbina contra i tlMori di Tremifine , tquali (i erano

ribellati :
^ affldati dodici mila Spagnuoli , che uentffiro
in Italia
,
per uoUrli condur d'Italia fico m Fiandra contra
ilDuca di Cleues, eglifi n'and a Barcelona : oue imbarcate
alcune compagnie di fanteria , e d'intorno a fittecento ca-
LImpera*
ualli fu le naui graffi , pafio da Barcelona a (jenoua con qua dor a Ge
rama galee. *ffella quale riceuuto dal'Trencipe Doriacon Doua.

9 a
lo VI. T A D I J
J^trh '^mo appartcchh , ejuim mandato dai T^apa, ucnne
il Signor ^ter Luigi Farmf fuo figliuolo padre del Duca
,

Ottauio . llifuale non trouo preffio ali' Imper udore cjuella gra-

ta udienza , ch'egL fptraua : e ejueflo perche l'imperudore


,

non haueua potuto ottener dal ^apa alcun foccorj cantra


Franccef- ikhefpeado dH^pa , mand a (jenoua tl Car-
dinale Farnefi .* tl^uale con le fite elotjuenti parole mojfi

l'Imptradore a douerfi abboccare col ^apa a "Bufieto , che


Bufleto, rma terra de' Talautcint tra (remonaeT*iacenz.a. In

tempo (ede l'imperador le fortezjs <d S. Qofmo


Duca di Fiorenzet con (jueflo ; ch'egli pagajfi dugento mila
^ ^
lo offfrf per le fpefi delia guerra : e , come che'l Tapa gli

^fifit'ijfi granJmma di danari, fi egli concedeua al Signor


* dioratiofico nipote lo flato dt Milano, egli non ne uolle far.
perid
lo Aito di nulla , fiondofimprt in firmo proponimento dt non priuar-

fine giafnoLLaejualprfirta difiouerfi cornpiutamente la in

tenttone , che haueua d Tapa di fare un dt nipoti. Duca dt
^telano : effetto; che farebbe flato grato a gl'italiani, (jiun
.
1
to tl ^apa e l'Imperadore a Buffito
,
^uantuntfue e dal
. *Tapa e da' Cardinali egli
fijfi
flimolato molto alla concor-
dia col 7^ di Francia ,
perfeuer fimpre nel penficro S
uendicarfi. E tjumdi parti per Lamagna con difider io in-

credibile di guerreggiar col Duca di Cleues . Intanto l'ar-


mata di Barbarofia effndo comparata a Oflta , dopo lo

hauer meffo terrore al T^apa , n'and uerfo Prouenza. Et


iiTqreoia ilTurco tom in lungheria : e dopo lo hauer e ottenuta Stri.

R?Fd^i gonio , e prtfia Alba "Reale , fice col Re Ferdinando tregua .

ii4udo
. L'Imperadore giunto in Lamagna con animo ardenttfiimo

alta guerra contro tl Duca di Cleues , trouo hauire uno tfr-


eno
CARLO aVINTO. /<?.

cifo ijuattordicimila Tede/chi, dt quattro mila Italia^


ni condotti dal Signor Camillo Colonna , e dt quattro mila LTmper*.
Spagnuolt , che conduceuano, Don cyiluaro Sandeo ,
e Lodo fi_

mco *Teres : di quattro mila cauallifra borgognoni e Tede- tr n do-

fchi , e difcicento cauaUt leggeri italiani e o^lbanef. Saura- u*,

giunj ancora il 'Trencipe d' Grange con dodici milafami , e

con due mila huomini darme . Era Luogotenente deU'Im-

peradore Don Ferrante (qonzfiga\ efuo generai Adaeftro di


campo il Signore Stefano Colonna ,
mandato altImpera- -

dor dal Duca da Fiorenza: e generai de Itartiglieri e fu il ua


loroffimo t^archefe di Marignano , efjlndone della caua-

lena Don Francefio da Eflct fattilo di Hercole Duca di


Ferrara . La prncipa citt , e la piu firte del Duca di Cle. Diri citti

ues nelpaefi di Liege , e Dura : della quale il Duca haueua aVi" Duca

commeff la diffa a un uaknte Capitano, chiamato Flattes, *> cieuei.

con molte compagnie di fanti , oltre a quegli della citt , che '

ajfettionattfimi erano al Duca. L'imperadore and conio Ljmpera-

tfretto a quefla citt . Oue , quantunque le muraglie ffjc-


ro groff e molto ben dtff , nel batterla i fidati Spagnuolt f* i j pte-
,

q) Italiani dmoflrarono tanto ardire, che t uno a gara dei


l'altro uolcndo darle taffalto, entrarono inungranffj,che Fijttei,

cinge le mura , nel quale tacqua era f prfonda, che ag-


jj^'duci
guwgtua tnfno al cinto : e , bench ef portajfro alquanto
getfigo della loro temer tt,aune, che dentro duna cafa mol Fiattcs .

to alta ,
che era congiunta con le mura , dimorando il Flat-
tes ,ficeua agl'imperiali di gran danno ,
riempiendo l'argi.

ne e la foffa di corpi morti. Laonde llmperadore ,checio


conobbe ,fce fparari in quella cafa alcuni cannoni grafi : e

gettandola a terra ,
in quella ruina ui rimaf morto il Fiat*-
VIT.Dl CA%L. V. G iq
102 VITA
che feco erano La cui morte fpauento
tSf e tutti (juelli .
DI
, fi
fattamente i Durefy che gt Imperiai falxrono arditamente
fipra i riparile con marauigliofk preflezz^ prefero le mura e
la citta. I umeitori aduntjue incrudeliti contra di loro: e ^ue-

f0, perche de gli Spagn itoli f 0 Italiani ue ne erano mancati


dafiicento : gli tagliarono tutti a pezzi- f*ollt la lorfrte ni-
mica , che attaccandoli il fuoco in una capi , o che egli ut

^ tjuelio effetto , 0 accefi a cafy la citt al-


mentodi
Para , Iruc tutta ,
prima efendo fiatafccheggiata . L 'Impera-
dorepguitandola uittoria yfe n'ando alle uietne citt; Utjua
lifino , V%mloldio e R/iremonda : che fpauentate dalla rut
na de* uicini , flto gli aperfiro le porte . B poco ppreffo il
Duca sbigottito ancora egli per la perdita e ruina duna cit-
t cop frte y deliber di rimetter la ulta e lo fiato nella cle-

menza dell' Imperadore . E col mezo del 'Duca di 'Sran-


U Daca di fiicco , e deinPrencipc d Orauge ; che pregaronoper lui y ap-

tiro pjl prefintatoglifi innanzi con molta humilt gli chtefe perdo-
cedeirm
peradore.
no y e l'ottenne : ma con (^uefa conditione, che nell'auenirefi

doueff chiamarfilamente Gouernatore di Gheldria per no-


me delt Imperadore , e non Duca , ne Signore; e lafciaffe del
tutto l'amicttia di Francia . Per cicche ilDuca di Cleues do-
po la morte del Duca Carlofu fatto da Gheldrepgouir nato-
re di (fucila Trouincia : ma egli a poco a poco n'era impa-
fi
l'itnper ado-
fi ne chiamaua Duca. Pofita
dronito affatto; e

ro y facendolo rinuntiare al maritaggio della figliuola del "Ri


eh T^auarrayche ancora non era fpofta,gli diede per moglie
unafigliuola del Rf Ferdinandofo fiat e Ilo. 'Perdono pari-
mente l'In^radore a Adartino Rofpmioyfapitano del Du-
ca e chiamatolo afuofildoyCon tefircitOyche cof ui haueua,e
ColfMy
CARLO aviNTO;
colfo , che era molto grofjo ,/i maff cantra il dt Fran-
cia , efftndo conuenuto col Ee etInghilterra , che fi mouejfe

ancora egli in un medefimo tempo cantra il Ef uerjo la Tic-

cardta. S'era deliberato l' Imperodore ^ prima ^ che altra


copi facejjf di racqmflivre il paefi di Lucemborgo , che , LTrapert.

come dicemmo di [opra ,


gli era fiato tolto lanno innanzi ber' di

da Francef , e prtificato molto bem j e mapimamente


Landres), luogo molto importante: alia cui guardia con buo-
na ijuantit di fanteria uera il Capitano Landa,fp) il De-
ceiomedefmamente con buon numero di caualli leggeri .
Fu prima tentata Ghifa ; e non potcndofi hauere , Vefrcito
and a Landrest -, doue gi era uenuto cAdriano "Baureno
con un buono efircitodi Fiandref, mandato dalla Esina
diaria; paquoU uerano quattro mila Spagnuoli , e due
mila Tedefchi Fife trou anco un'altro efircito , mandato
.

dal Ee d'Inghilterra . Soprauenendo adunque a i due efer- iferci

citi quello deltImperadore,tuttietreda diuerfe bande co-


minciarono a un tempo a batter con le ar tuberie i bafiiom : *
ma per effere eglino fortipmi,poco danno uifaceuano.L'Im-

ptradore per cagion dtndijpoftione era rimafi alquanto a


dietro. Onde Don Ftrrante,che gouernaua il tutto, fece pen-
etro di prender la citt per afjedio . dMa fatti minare i ba-
cioni, rueu'e da que' di dentro danno,fintai poter trarre uti-

le. In queflo giunp ilEe Francepo con un grande e ponto


eprcito ; ptrctoche egli haueua una buona fanteria ai Suiz- [

*
zeri , che erano di ualor pari a' Tedephi , e di numero frpe-

riori -, all une fanterie elettipime a'Itaham , e di (fuapo-


ni;(^ apprefj una nuouapuadra di giouani, tuttigentdhuo
mini , iquali uolontariamente epnzet paga pr umano il 'Ee
,

g iiij
e

i04 V I T A D I
dijpojipmi di farfi honon . Era fnahnente iti quello ejr-
cito una buona cauaUria ; nella (jual Ji trouaua la nobilt

leproiiincie della Francia. Con ijuejlo e/ercito haue.


Ic^rci Re
diFianc. ua deliberato il di /occorrere , e uettouagliar Landres),
ouero di uenire apiornata con l'imperudore . E peruenuto a
Cloifa, gl'imperialifi ri/rinfro, fp) unirono infeme in bat^

taglia per combattere ;


quantuncjue Don Ferrante era dx^
fjto/lo dinoti uenire a uerun fatto d'arme , fi non fojfi
afiretro da necefita ; parendogli conueneuole , che a cofa d
tanta importanza trouandofi il ^ di Francia , fi trouaffi
anco la perfina dellImperudore : ilejuaU fi afpettaua di bo-
ra in bora con legenti TidefibefCondotte dal Rp/fimio , e dal
Duca Mauritio Ora dR^yla cui principal cura era di met
.

ter uettouaglia in Landres , mand innanzi t^onfignor di

3riJccOf ^il Ducarf con buone bande de caualli a prouo


care i nimici , moftrando di uoler uenire a giornata : e fu at
taccata con gl Imperiali una buona zujfa. Onde egli urtata-

ritirundofi , c tfuando rinforzandola , mentre


FrScu'uec
touagiii la pugna eia fiera ^bauendo apprefata la uettouaglia fi-

pra a* carri sfitto iquali erano gagliardi caualli , finfi di uo

lere ancora egli entrar nella battaglia: e con notabile slrata-

gema ridufie la uettnaglia nella citt : e ui rimeffi genti

fiefibet leuando le uecebie , in ifiambio di Landa , che


era ferito ponendoui il V'tr minio , chera un prode Capita-
,

b(iap^*
w. do fatto t
and il giorno figuentea Cambref , luogo
prefenta du Lundrest difcofo dodici miolia. In tanto eflndo tImpera
giorni* tn A
taaii
I
impe dorc giutito tu cumpo ,

Il
^
J\egli apprefento la giornata,

ma,
Fi

ladore.
ordine per accettarla ualorof-
mentre che egli
fi metteua in
mente,ii Rf con lefircito i qualfififf la cagione', fi diparti,
fine
,

CARLO aviNTO. lor

fini torn) in Ft ancia. La onde^ptrche U utrm s'inajpriua,


l'imperadore Ucentiate U fae genti, fe ne torno ancora egli

mila ftandra,haundo fropojio al uenir della Trimauera


con lo aiuto del d' Inghilterra di guerreggiar nella Fran-
cia. Per leujual cagione mando a quel "Ri Don Ferrante,^ il
Cajialdo , perche dtfiorre^ro con tffo U del modo , che uifi

hautjjea tenere. Haueuano la medepmaeflatei France-


lMuto dell'armata di Barbaroffk afiediata
fi con
za: c datole un fienfitmo ajjlto , nel quale quei di den- Frwcefi.

tro la dtfifiro gag^rdamente : ma nel fine l'hebberoa

patti con jluarfi lo hauere e le perfine . B dipoi battendo la


R^cca, ut confmarono la fatica e il tempo indarno, di
mamera, che intendendo/!, che*! ^iarchefi del (quafio con
un gro/fi efirctto per /occorrerla fi auicinaua,i Francefi fi

ridu/firo a San Lorenzpdtl dal Varo ,e^arbaro/fa ri-


montato fi* la /ita armata , nauig ad e^ntibo , e et indi a

^larfiglia; ^ inuerno aTolone ,


facendo iTurchi m quel
paefi ruberie et altrigran mali. Il ^^archefi rihebbe >tZc

z^tie firnitala di uettouaglia e di buon prefcLo ,fitomond fto riha

*Tiemonte. F^fiuerchio a dire, che dell'armata Tur chefea

il , come di /pra dicemmo , ne cogUe/fi poco /rutto

intoler abile fpe/ : percioche gli effetti ', come fecero quell'an -
no, con poco /ho honorectodimofirarono. ^IMaFar bar offa
non uolendo pure , che'l tempo
fi
ne paffa/fi indarno , man-
d uentteinque galee a fitccheggiar la riuiera di Spagna ; le- 'l

quali con alcune prede andarono a inuemare in Algeri . Il

Marchefi dd (quafio fece m tanto l'Imprefa del Mondeut ,

ouecraun buon preftdiodi Suiz.zfriedi Francefi: B dopo hauntodai


w'*****
haucrlo molti giorni battuto , e in molti luoghi rumate le
,

lS VITA
muTA , tfldati ancora nalorojamentefi dtfindeuano Onde
DI
.

H Marchtfi ptrdeualalperanz^ ds poterlo hauere : ma in


amto dd^larchtfi s'mttrpofi la fortuna , latjuale gli fico

uentr nelle mani alcune lettere , che Monfignor di "Butieres,


Luogotenente del 7^ nel Tiemonte , firiueua a Carlo Dro-
fco ,
gouernatore del ^^ondeut m rijpofia tUUe fite , nelle

quali ejfo gli dimandaua (ccorfo . Si ualfi il Marchefi della


occafione ; e contrafacendone di nuoue m lingua Francefi ;

.'u. nelle quali pareua , che'l Butieres gl'tmponejfe , che egli non
afiettajfe foccorfi ^ ma fi rendejj a patti y Carlo ueggendo
nelle lettere iproprifigilh^porgendo lor fedeytrattuto col Adar
chefi l'accordo y fi refi . Dipoi il t^archefi fortifico (fari-

gnano , e diuifi ifoldati ne' prefidij di quei luoghi , ritorno a


t^elano. Il BjeyCome che intendeffi, che'l "Re d'Inghilterra fa
ceua genti cantra di luiiCyche l'Imperodore gli appartcchiaua
grandifiima guerra , hauendo fitto terminare in una dieta
femrogafl'igo a qualunque Tedeficofi moueffi a fruirlo , non
'

la/ci per quefio di prouedere alle cofi del 'Tiemonte . E ui


mand un'efircito di uenti mila huomini; de i quali fice Ge-
f!cu*ii?
wr</e Adonfignor di Anghien della cafa di Vindomo, llqiia

cominciando con poco contrafio a ripigliar molte terre, che


van d o dianzi erano fiate da Francefiperdute, fg) tjfindo quafi Si-
'

gnore di Ha campagna,perche il Adarchefi del ^uaflo atten-


deua a far genti, fpmfe a Cangnam: e riduffi quella citt a
lonna go-
h figno , in guifa , che U Signor T^irro (olonna ,
che
uer^tor u'era dentro hauendofifienuto lungamente l'affidio fice
, ,

goaoo intendere al Marchefi , che gli dejj foccorfi : percioche egli

non poteua piu tenere i Tedefihi, gli Spagnuoh e gl' Italiani


ch'erano fitto'l fuo gouerno alla dififii,t(fndo mancato loro

quafi
,

CA RL O '
av N T o. I J7
{juafi tutte le co/ necejfarie . Il quale , bench inttntU/J , che

la caualcria de' nimtct era di piu della fa di due mda ca-


Halli,fra quali u'haueua da ottocento huomini darme; non-
dimeno ajuurandoj nel ualore de' fuoi: e majiimamente

de fanti Italiani , che erano fldati utcchi , e fatti ualoroji

nelle guerre del^Tiemonte ; and a /occorrerla , conducendo


/co carri , ne' quali era gran quantit di uttouaglia y
per
metterla dentro nella citt . Ma a/Jabto da ^onfigmr
li Marche
d'<Mnghien preffoSommariua dalbo/co uicino a Qerefola , fcdel Cu
rotto
tutto che U fue genti ; e /penalmente le Spagnuole,e gl'Italia- fto
a Corcfo<
ni,
f adopera/fero gagliardamente ; f rotto : e nel buio della la.

notte con le reliquie del rotto e/ercito fi ricouero in Hafli , efi

findone rima/i finto. 'Dicefi ,chein quefia battaglia fu-


rono tagliati a pezjj piu di dieci mila de' fldati Imperiali ,
la mattar parte de' quali erano Tede/chi : e del campo de'
Francefi tre milaflamente , iquali erano per lo piu Luthe-
ratu.e^donfignor di Anghien hauuta quefi a uittoria,e/findo
/lato alquanto in dubbio, Je egli doucua ire a Melano,final-
metefiri/l/ di tornar a Carignanolquale ancora era tenu
to arduamente dal Colonna, ^ia il J^dar che/ del Guafto,
lafiiando buon prefidio in Hafii , and a Pauia , e et indi a
Melano, per prouederein quella citt alle cofi , che erano
Cofe di
ncce/fne contro alla furia de' Francefi . cyimida intanto Tuaigi.
che ira figliuolo diMuleafn, %e di Tunigi, a cui dicemmo
che l'imperadore ritorno il "Rsgno , haueua di quello cac-

ciato il padre. Hquale effindofi pefio in maggio perrichia- Il Re di


Tunigi
marfine all' Imptradore , hauuto da lui lettere ,
che egli lo
dal (igliuo

haueua intera- lo ptiuo


afpettaff inPfapoli ,intef , che' l figliuolo
de glioc-
mente occupato il Rsguo. Onde affldato alquante genti Ita- chi
.

ios VITA DIm


Uane , con i danari, che fi trouaua haucre , torn : ma fu
uinto dalfigliuolo, priuo crudelmente degli occhi, llche fiat-
e
to (lAmida , temendo lo sdegno dtlt Imperadore , (i affatk
di far pace col (fouernatore della (goletta: ilquale nonfpen-

do l'animo delt Imperadore , che riputaua molto offfi gli


,

conceffi la tregua . tAttendeua in (fueflo tempo l'Imperado^.


re, e il "Rf d'Inghilterra , con ogni fiUecitudim all'apparec-
chio della guerra cantra il 7(e c Francia. La onde il Re fe-
ce difigno di tener le cfi deltImperadore fi fattamente tra-

uagliate nella Italia , che conuenendoglifinembrar le fiue fr-

ze , elle poco in /quella gufa fojjero haftanti a danneggiarlo


Pietro ne' confini della Francia , Cofi uolendo ingrojjar le fue genti

j"*ne Italia, commifia *~Pittro StrozxA, che ajfildajfi fanti

y ^ buona (corta di caualli gli con-


foid fjoti ducef nel Piemonte , comtumendoli con lo efrcito, che eoli
alUMiraa ,
^
. .. ,* * * i n r-
dola . haueua in quei luoghi. Onde egli con molta prejtez^:^ mifi m-
fieme da fitte mila fanti , ^ una compagnia di cauaUt :

lacuale ( condotta dal Conte (jiorgio t^artinengo . E pa-


rimente in Rpma il Duca di Soma , e il fonte di ^itigliano
fecero genti con i danari de' Cardinali Francefiper congiun-
gerle con lo Strozza . D'altra parte anco i 'Baroni di Rpma,
Baroni di
parttU delt Imperadore : come il Signor Aiartio Colonna , e
no il Signor (giuliano Cefrini: con l danari de' Cardinali Impe

peradoK*. ^ alquanti mandati dal V '.cere di 'lSlapoU,rauna-

rono buon numero di foldati per (occorrere d Aiarchefi del

^uafio . Ilquale haueua ueramente bi(gno di(ccorfi \ e(fin


do nel Piemonte il campo de' nimici ingro(fato, ^ apparec-
chtandofine un'altro di qua di non picciola importanza c-/4

qutfo s'aggiungeua un'altro dfiurbo : che i Aielcmfi fpa-


uentaii
CARLO avINTO. lop
uanaii dalla fama dtU'cfircto t delle mttorie de' Franceft ,
poft m ultima difperationc ,
procacciauano difaggire. tMa
iuquefa nccejit aiuto il dMarche/ila fortuna \che'l S.
Qofmo Iduca dt Fiorenza, hauendo affaldati due mila fanti Cofmo
eletti gli mando per la uta dt (jenoua a gelano : iejuah Fiorenza
,

giunfro a tempo , che'l popolo riprefe animo, e lafcio la tema


della guerra. Il Marchef ufeUo di Mclano,ftpofagU Hret >

dilla srade U per uetare ilpafjo aUo Srozz^^i che non po-
teff andare a congiungerf col campo de' Franceft f^a
egU .

che era fiato fiuuenuto di uettouaglie e dt altro dal Signor


Pier Luigi Farnefi, che fi trouaua in Piacenza a nome del
*Papa , nonfi tenendo il Farnefi molto fodtsfatto dad Impe-
radar e per le cagioni dette dt fipra , guido le genti per l'alto nato di

della montagna. Euolendo paffaretl fiume deUa Scriuia, gi,e dai si

f affahto da , gl'imperiali e rotto : ma per hatier fitto

buoncauaUo, fifauo dalle mani de' nimici ,


rimanendoui nmedefi-
prigtone il Conte Giorgio JMartinengo , e'I Duca ai Soma .

lo Strozza non i flette molto , che fatte nuoue genti , e ?!

ridottofi nel Piemonte , s' impadron di enfila , hauendola


hauutadopo molti colpi di artiglieria , che furono tirati da

ijueUa parte dtUe mura , che tra la porta zylflefana ,


e il

V^efiouato. La pr>. fa dt c^ucfia citta f di molto utile aUe cofi


de' Francef, fi per effer paffaggio commodo delfiume Tana-
ro: come anco parte da entrai neUe uaUi,e nt' monti,che paf

fimo neUa riuera di (fenoua , chiamata in quelle parti le


Langhen Il Signor Pirro Qolonna non potendo piu tenerfi in
.

.Carignano,efimpre tffindo piu stretto da Francefi,nel fnfi


rtfi fatuo con tutti ifuoi : ma confifatta conditione,che niun
di loro potefje per quattro mefifruir l'Jmperadore;e,che egli
no VITA Francia^ e metterf in podere del
DI
fjji tenuto (tire in llche

fatto,fu dal humanamente e con molta amoreuolez^z^t ri-


ceuuto. 8 richiefio afruirb con honoratijime condittoni,eL
le non furono accettate dal Colonna . Il "Bje lodandolo della

fa fideU e coflzt,lo Itcenti con molti doni (mojlr Ma


Jei ilKe inma^ior cofala
Booti fa buona e pittof natura: perci-
*
d. che effindo pregato da ^arbarofja , che gli dejj Ucenia di
tornare un'altra uoltaad afflirleriuieredt Spagna ^ non
glie la uolle concedere, ^iahauendo promefj al Turco di
douer quella (late rimandare a Cojiantinopoh la fa arma-
ta^ fattogU di gran doni , e parimente a tutti i (apuani de i

Gtaniz^ari y che fico haueua , b Ucentio ,


pregandolo y che
non uolejf nel maggio moleflare alcuna marina de'fuoi an
Fatti di
Barba*
ci y ipettabnented* Genouefi. Ma egli partendofi y fece di
loda. gran danno a T^tombino : dipoi pref porto tercole, me-
nando uia piu di fette mila anime. B fccheggata tifila

d'ifihia y di Crocida , e di Ltpan , fatto indarno sfir%fl

diprender Tozsuolo , e danneggiata la Calauria , pref la


uia di Leuante . nAuennero l'tfieffo anno altri mouimenti a
Tunigi;nel quale nAbdamelech ui fi fece'Rs. Finalmente
tl Kf t^uleafn fu condotto in Sicilia ; nella quale hebbe di

continouo largamente il uiuere dalt Imperadore per lui e per


quelli y che fico erano . (fia t Imperadore , acchetati hauen^
do i tumulti del Duca di (leues , ne effndo alcun mouimen-
to de* Turchi neltyngheria , era conuenuto col etJnghil-

dre**'ro'
afjaltaffc ^Bologna , e gli altri luoghi del fi di
pone di Francia nella Ttccardta , ouero nella tlprmandia . E pro-
l'cfercito '
pofi di andare egli con tefercito uerfi ^Parigi , hauendo fer-
'*"6'
ipcranza di torgli il 'Kfgno . Era il fuoefircito di piu

di
CARLO aviNTO. "in
di (quaranta nula per/ne :perciocheeglihaueuauenti^uat- Eferrit

tra mila Tcdefchiycondottt principalmente dal Duca Mau- Mdor'e^**


ritto , e dal Marche/ ^Alberto di "Brandtborgo : fitte mila
fanti Spagnuoli elettifiimi :fitte mila caualli, tra Borgogno-

ni ,
Fiamminghi yeTedefihi: e fittecento caualli Spagnuo-
liy non fi potendo inquefia tmprej firureck gl' haliar,

perche meglio era per lo "Ks. francefio altrine erano y

prejfi il7( d'Inghilterra . ma in quella ucce ftrouaua cin-


que mila fanti Fiamminghi . ^^a y come che quefio efirci- Pen fiero

to , e gli apparecchi d'In^ilterra , douefiro ejfir firrmdabi fmocj.

halite y egli non


fi ne turbaua : anzi hauendo in Italia uno
efircito y che auanzaua quel del nimico , fperaua di ridurre
a tale le cofi deltlmperadorCyche mentre egli indarno hauefie
procacciato di Ituargh la Francia , fpogliajfi lui del Du-
cato di gelano , impadronendofi anco di tutto il Tiemon-

te. L'Imperodore ypofio ordine col "Re iInghilterra del tem-


po y
nel quale fi douejfi mouere ,
and uerfi Lucemborgo St Lucaor- .

affidata quella atta y ella fi refi: htbbe parimente Q>-


merf e Ligni . Quefio fu cagione , che ffauentandof i Fran
cefi y il Rf traffi fuori le fe gentile comandando y che fi
raunajjero i feudatari , e Baroni Francefy tenuti di uenire
in campo in dfifa del Rigno yfillecito ancora con ogni dligen

Zfi la uenuta de gli Suizj^rt . zAffidio dipoi l'Imperadore


Sandefir : nel cui primo affatto ut mori Landa et un colpo Jor*
*'*
di artiglterioy e ui fu anco uccifo il Prencipe dOranges. S po- diir

fio in luogo del Landa il Sanferra , fiflenne francamente


l'affidio.Ma uenendo per ficcorrerh dMonfignor dBrifac- Land/, e
co, fi rotto dalla caualeria dello Imperadore.Jppreffi il San
firra , ingannato da certe lettere , lequali pareuano fcritte 6*
.

in VITA
da Monpgnor di (jhtfk,uenm con Nmperadore ad accordo^
DI
che tfe fra doScigiorni non haueuaficcorfi tj renderebbe .

ILjuaU non uenendo , fi refe con certi honeflt patti , icjuali

gli furono frbati^^nabandonla fortuna dt Fran-


cia : che molto a ttmpogli uenneroglt Suiz^^ri,
^ anco mol-
ti (juafconi Jtaliam\ con leijuali genti poteua ilare a pa-
LImprra
rsone de' nimici nella campagna. Ulmperadoremtefa la
dcie pren
de rAfper uenuta del 'Rf, difderof dt uenirfico alfatto d'arme , and
netto.
ad eyifpernetto , eh pref. 6t ecco ilRe con l'efercito fi fece
tanto auanti , che era filo di mezp fra l'un campo e altro
ilfiume Matrona , Ulufrato da Giulio Cefre , detto hog-
gidi Marna . S'era in tanto il Re d'Inghilterra accampato
a "Bologna di "Ticcardia ; e corfe una fama in "Tartgi , che
ilmperadore^ hauendo umto il Re yf ne uentua con iefirct-
to fulminando diritto a (juelia citt. Laqual famamfi fi
Spanento
de' Parigi* fatto ipauento negli animi de' "l^arigini , che gi erano per
ni.
fuggire , imbarcando le loro cofiy che piu care haueuamgiu
per la Senna ucrfi la Normandia . ^a da fitte mila Scola

riforaflierianimofamente prtfirolearnn: efiotto la guida

delfigliuolo di Sergiano Prencipe di Melfi y delia eguale n'e-

ra flato cacciato yfipofiro a dififi della citt . Laijualcof


Scolari di'
forf nonfarebbe fiata di molto momento per far cefjar ejuel
rendono
Parigi lafuga-yfi non ueniua certo auifi ,
che'l R^ con buono e grafi

fi efirato tra a fr
onte dell' Imperadore , f , di giorno in

giorno da tutte le partigli ueniuaficcorfi . E di pi u, perche


le cofi paffauano uguali da ambedue U parti ,
eciaficuna ha-

ueua diuerf cagioni da temere ; erano oleum huomir.i di


fi
autorit trappofi per compor tra loro la pace He he era ue- .

ro : e la pacefi conchiufi non finza fimma prudenza dell'un


Prtiiapt
,

CARLO aviNTO. nj
'Prencipte d'altro. *Perctoche dfiorreua timptradore;
cht trouandoji col fo tftrcUo mi cuori della
Francia ,
quando la fortuna glt fi fiff dtmofira nimica, m gmfa\
che nella giornata, che ambedue haueuano apparecchiato
dt
douer fare , ne fjferimafo perditore uno d due
, effettiferu.
i^adubbio era per feguire j aoe , o che egli ne
reflajj morto Ctgtoni,
oueroprigiom del nimico. Maquefto perauentura che mofl
poteua ro rimpe*
effere fuo ultimo penfiero : percioche in tutte le guerre
il radere eI
, ef
R.edi FrS*
fendo elleno piu che altra cofa fottopofie alla uoldtlit
lla eia a oon
fortuna , tifine dubbiofo : un magnanimo
cuore , come era quello deltimperadore,
^ intrepido gioroau
ueaire a

fempre inuttto m
glt accidenti contrari . ^a shmo , cheptu, che di (ieffo,
fi
glt douefje pepar del[angue, ilquale
miueua, chefdoue
ffargere da ambedue le pam , di tanti migliaia dhuomini,
che erano pure duna medcfima religione e duna mefima
fi . e , che uolentteri haurebbe tolto il carico di tutta
la guerra fopra dt lui , e dt
terminarla , come altre uoltefi
era lafciato intendere col 'Ke dt Francia
, da fola a oc. filo ,
Cloche non nefiguitaff tanta uccifione e danno ' Chrifiia-
ni. Foglio ancora eredere che in buona parte ne
,
fiffi coito-
ned uederfi mancare la uettouaga : oltre che t Tedefchi
fi
gh ammotinauano gufa , che , quando il l(e fenza rap.
in
prefntargh la giornata per piu [ano
configUo ,feguitando lo
efi mpio di Fabio , I haueffi tenuto a bada
, fio efirctto da
il

fe fuffi finzet colpo di fpadafi farebbe uenuto a dtfir ugge-


re . One al F^e in contrario
per effir'egh nelfuo patfe, afon.
,

duuano tutte le cofe D'altraparte dubttaua


.
tlFl^ dt Fran-
cia che,
,
fi tl ficceffi lla battaglia ; come di leggeri pote-
ua aucmre [iato in fiauor delt Imperadore
fiffi fi Fa-
FIT. D 1 C AE,L. F.
,

114 V I T A D I

reUe non flo impadronito di 'Parigi ; ma correna pericolo,


che hauendo l'aiuto del ^ d Inghilterra ,f fojje anco fatto
Face tri Signore della Francia . Ora , come piacejue a Dio ^ fu,
quando meno f fperaua , tra loro addattataa pace, fa-

cendo lJmperadore al due partiti : l'uno di dar per mo-


glie al Duca d Ortensia fua figliuola ^ che egli haueuam
IJpagna,e perdatela Fiandra : l'altro di dare al medefimo

ConJitio- una figliuola de'Rs Ferdinando fiuo fattilo in dote il


i dell! pi pancata di Melano : e /pra quefi due partiti per la riflu-

tione dimando l'imperodore termine un'anno , non lafiian- .

do per ci adietro la conditione ejprejja altre uolte : che

quando ne figuitajfeil ficondo maritaggio ,oue mterueniua


in dote il Ducato di tMelano^ egli fitenejfele firtezjsedi
t^elano e di Cremona , infino a tanto , che di loro fife na-
to alcun figliuolo : e ,
che alhora il hauejp a reftituire al

Duca di Sauoia tutte le terre toltegli del fito Ducato , rite-


nendofi egli ancora le fortezze di quello fiato , infino ,
che

tjfo ritencjj quelle , che fifin dette-, e, che finalmente amen-

due reflituijjro tutto quello , che L'uno all'altro hauena ne*

confini della Fiandra occupato dopo la tregua fatta a


^4. fil^fie conditioni ,
perche erano honefie ,fi credeua

anco , che douejfiro.adempttrfi . ^fMa la piu parte ftimaua,

w quanto che l'mperadore non ne doutffe farnutla ,


non pircheegli

fbb! fh- non fojj di natura benigno ,


e non uenijfe a quello accor-

deliberatione di ojferuare i patti ima, per.


*erSoK
H prmarft
gli farebbe fiato molto dannofiU perdita deUa Fiandra,
di non
draedeiio
fito patrimonio, e paefi di tanta firtdita\e fiirfi

minor dannati priuarfi ancora dunDucato di ^Melano


MeUno!
acquifiato contante fpefi-,theera uer
amente una chiane
, .

un'altro 'Js^gno in Italia . Senzfl che , oue il dijtderio


fo
era , che confi fatto accordofifonejfirofine a tante guerre
egli poteua temere , che'lpojjdere t Francefi quelli fiati \pt.
rebbe fiato cagione di maggiorguerra : perc'toche efii eh quel-
li non contentandofifhaurebbono uoluto a poco a poco priuar
lui de gli altrifuoi fiati i
fi , perche l'ambitionehumana al-
la ingorgia del regnare non fa metter tentino , o fieno \ e NanW
"***
ancora , chegUparcua di comprendere quella natione ef-
fi ^

firt inquietale malageuolmente poter [offerire ^ ch'alcun


Prencipe fia maggiore del fiuo %e : come quella , che fitto
Carlo Magno yfp) altri Principi era aucz^i^a gClmperq

a i trionfi. Fu fitta quefia pace lanno mdxl r 1 1 1 .


Pe fitt*

a' diciotto di Settembre . Frimaychel Imperodore ritornaf Md!>ree!

fi
nella Fiandra yf per nome del ^ riuerentemente uifita-
to dal Duca dOrliens . E pofiia giunto in Cambrai ,
licen-

tio lejercito y hauendolo molto ben fidisfatto .Trouauafi il


%e Francefio infieme con tutta la Francia per lo bene uniuer
fai di quella prouincia molto allegro della pace fatta con
l'mperadoro , (limando di douer qualche tempo ripofare da
i trattagli della guerra : quando mtefiyche <Mrrigo , ^ din
ghtlterra gli haiuua tolta Bologna , e non gi per firzfl di
,

arme , ma per dapocaggine del (fouernatore Francefi , che


gbe l'haucua data uergognofamente , e non finzetfijfetto di
poca fede . E mandato tofto il Delfino a ricuperarla , egli

prefila parte di fittole prendeua anco la forteti y


jtU
pioggie e la uenuta del uerno non gli[ffefiato dimpedimen- ii Re di

to . tIMa dipoi il Francefio fatti altri sfrzi t mandati- ,^"0801^


ui con lungo c difficil uiaggio Capitani a batterla dalla parte *

di mare , nella fine la ottenne pacificamente dal "Ff con pa- teu

H
I ^,

ris V I T A D I
garh linci gran fimma di danari per la fpef da lui fatta
nella guerra Si come il 7{e di Francia fu trauagliato della
.

Rubeiiio- guerra di ^Bologna ; coft uenne a turbar grandemente l'ani-

dpfdiccr mp (quieto dell' Imptradore la rubelhone di molti ^rencipii


contra lui in Lamagna fifoUeuarono Onde fu aftretto .
craTirape
radoreian diprendere Una grande e ptricolofi^ma guerra. Trai molti
mali , che appo^fano le henfe^ cjuefo n'e uno de*principali
che elleno empienti di fdittoni le citt pongono molto fpef
,

fi a rifio i nPrencipi di perdere gli fiati loro . Come auenne


MD X L V . cdtlmperadore^ che fu molto mokfia-

ferhere'*
de*principali n^rencpi di Lamt^a, fpetiaU
. mente per tjuefia cagione . lo toccai di[opra taccrefiimento,

che haueua fattola fitta Luthtrana in Lamagna : e ^chc


quefia tra particolarmente abbracciata da Filippo Langra-
uiOf e da (^louarmi Federico,T>uca di Saffnia : ujualt anco

dicemmOyche per altre cagioni erano nimici dell'mperado^


re.Hauendo adttncjue egli nelt ultima dieta lafiiata la cofa

de* Lutherani fijfcfa mfinOf che ella terminata per lo


fijfi

Concilio ,
non potendo alhora proceder nelgafiigo della fpa-
da,per ri/petto del di Frandai ilcjualet come fuo nemico,
teneua pratiche ^ amicitie con ejuei *Trencipi, che gli fi di-

mofirauano poco amice douendofi mouer tome dipoifi mof


cantra il Ee : ejuefia medefima fitta , che era innanzf
fi ,
dccrefimta ,f ampio molto : piu , non efjendo alcuno, che
loro conteadice di maniera, che ^^artino Luthero ,
fi ,
Giouanni EcoUmpadio ,
altri firiuendo e predicando

fpargeuano per diutrfi partili fime delia toro malui:gi%

e falfa dottrina ne i petti di molti fimplki ,odi cattiua ui.

fctuanc
ta, uguali fitto fpette di liberta Chrifhana , fi
Italo
1 1

CARLO avi NT O. //r

Ucito ogni coj y


dandoft alLt.lufrut ^ alle crapule , ^ ad
<^ni altro uitto enorme. come fi il coft dishonejflamente ui-

uere fojfe precetto della legge Buangelica. E qutji falfe


fcandaloft ^aefin erano anco tra loro contrari ,
come auie

ne a coloro , che fino lontani dalla ueritay infifatta manie-

ra , che chi figuendo l'uno ,


e chi l'altro , in luogo di pace

Chrifiiana,manteneuano una DiahoUca confufione. Fihppo


Langrauio adunque ^ e Giouan Federico , Duca di Sajfnia^ '

fiderando difirugger le firtf dtltlmperadore in modo ,


che egli non potejj mai nuocer loro , eforfi ancoper ma dette .,1

herefie di occupar tirannicamente il Prencipato di Lama-


gnt^nel tempofche l'impcradore era trattenuto nella guerra
di Francia ,
haueuano promejj una Dieta generale di quafi oieu
tutti i^Trencipit e citt libere eti Lamagna: laquale fi fice

in una terra del Duca di Saffnia detta Schemelcaldo ^po-

fta fiala Toringia ffi) Hafiia prejjoun fiume ^ chiamato


m
Scolmo Et quefia l'anno m D X X X 1 1 . fio tutti quei uuxzziui
.

*~P.rencipi
f fatta una Hrettifitmalega per anni cinquanta.
Erano t capitoli ; che a niuno lecito di mouer guerra , 0
fijfi c,p, toii
far danno a ueruno de' contenuti in ejfa lega : e, fi ad alcu-
no da qualfi uoglia 'Trencipe , 0 potentato fijfi mojfa guer-
ra y coluifiibito douejfi ejjre aiutato da tutta la lega Che i .

nimici d'uno s'intendefiro nimici de gli altri: che a niuna


delle parti fofi lecito di licentiar la guerra , che
fi hauejfia
prender da chiunchefi uolejfi yfi non di comune confintimen
to di tutti altri . Che non fi douejfi permetter, che pajjaffi
per lo paefi de' confiderati alcuna gente armata , che uolejfi

fir guerra-, finon per diterminatione di detta lega.Che colui,


cantra ilquale
fi moutjfi guerra , hauejfi a comandare in

FlTDlCAt,L.V. H iij
.

rig V t A D I >

' ^ttel/a a tutti gli altri, ^he a nitm fjj conceduto di far gatr-
ra a danno altrui ; r, chefinalmente^f m ejaefli tali capitoli
fi hauejje lafiiata a dietro alcuna coftchefi confcejje necejja
ria , fi doutjfe prouederui da tutti infiemc . Fu chiamata
quefa lega dal luogo ,
oue ella fu fatta , Smelcadica

fii due Prencipi adun<jue; cio il Langrauio,e il Duca di Saf



fima , che per le fiur adette cagioni erano flati promotori di
; w tardarono molto a fpogliare il Duca di
oi p* 'Branfiicco del fuo Ducato ^ con colorata cagione ch'egli
Dauco . hauejj fatte tagliar le fidue a fpfiaria y che era una delle

citt de* confederati ;


^ occupategli parimente certe minere
di ferro, che ftrouano in quel paefi. Ilche effindo falf,

. .
. fioperfero amendue chiaramente il loro cattiuo animo,e prtfi
erano efuafi di tutta Lamagna,
. t , fi apparenti del Duca , che
fi acquifarono grande odio .
Ora hauendo fatto il Duca di
Branfiicco genti per racquifare il fo Ducato, e ribattutone

mille terre, itDuca ^auritio , che eragenero del Lan^a-


mOylo induff a por giu le armi, ire a trouarlo,prometten*
Rlippo dogli, che ejjgh rejituirebbe dfuo pacificamente . La onde
it il Duca di Branfoicco afiicuratofi nelle parole di ,Mauritto,
w ^ trouar il Langrauh: ma da lui fu fiuto pr^ione.^lue
fiacof auenuta contra ogni bonefio moffi t Imptradore a
giuflifitmo idegno . Il perche egli fece intendere al Langra-
mo , che lafilar douefic quel Duca in libert ,
egli refi it uijj

fuo Ducato, ty^c^ nonfilo


il tl Langrauio non uolle obedi~

re , ma fidandofi nella Itga, hauendo flretta amicttia


fg}
col Duca di Sajfinta ; che tra Signor potentifiimo ; and a
trouar tlmperadore ,
accompagnato da molti caualli : e gU
diffi, che egli non intendtua di reflituir quel Ducato, pereto.
.

CARLO aviNTO H9
che l'haueua con^ui/iato con buona ragion dgutrra\
fog-
giungendo arrogantemente , che ejfo guardajfe di non tirarfi
adojfo alcune ire de' Trenctpi di Lamagna ; dalle quax po^

fila uolendo^nonfi haurebbe potuto difndere . z/4lla infiUn- K5


s S
zndel Langrauio dimoflrol' Imperadore prudenza e mode.
ratezKit incomparabile che tutto , che
fijfi contra di lui sde.
:

guato , diterminh di far rifiluer tfuefla cof nel generai con-


cilio , che gi era in piedi , e molto chiamato e proteftato da

medefimo , chefi doutffi fare zAbjuale , bench il Lan.


lui .

grauio foffi piu uolte dall'Imperadore citato , non comparue^ Ligrioia

ne meno Ciuan Federico Duca di Safjonia^ iltjuaU mofira-


uapiu,che altro, dfiderarlo . L'Imperadore , che na-
tura clementifiimo e pacifico fgnore era,ueggendo , che la gi

difiouerta tirannide , e la mfoUnz^ di (juefli due Prencipi ,


offendeua fipra modo la giufiuia e la dignit Imperiale \e
ritornandogli anco nella memoria la ingiuria fatta dal
'

Langravio particolarmente alF^e fuo fattilo, e gli aiuti

fimilmente dati in fiuojfregio al Vejcouo di Colonia fuo


rubello : delibero di Mmoflrare al mondo; come egli non
fipportaua lecofimal fatte; e che era molto buono a gafli - .

gar tutti i fuoi nimiti e rubelli deltImperio fofi nel comin. .

ctamento deltanno MDXLv i


.
fece deliberatione di muo- x t ni
utr guerra ad amendue : e fi diede a far gli apparecchi ne-
cefjari . Onde dimandando aiuto a Papa Paolo,
^ndo , che la guerra doueuaprenderfi particolarmente con
^ egli ueg- Prepin
'

rimpnl*
tragh Heretici,perturbatori della uera religione e della pace

Chrtfitana,e nimtcdilla fede fiatolica promifi dimandar-


,
gh a Pnmauera dodici mila fanti , efiicento caualli. Scriff
Jinulmetite Imperadore a
l' Don Hercole, Duca di Ferrara:
H iij
,

'

129 V I T A D I
a Melano^ a
^ al Signor Cojmo 'Duca di Ftorenz^a^
che gli fijjro mandate genti . t^entre chefifce-
'ISlapoU ,

uano cjuefiapparecchit mm ejueftj anno di debraio Arrigo


Morte
^ d'Inghilterra ;
e lafcio herede del Hfgno Odoardo fuo fi-

i J "!rrn. oUuolo^ che era di et dt otto armi. B pafio parimente di <jue-


" a miglior Ulta altultimo di Marzp delmedefimo anno
^ 0 fi a
MDxtvi. francefio "Rfi di Branda ^ 'Trencipe nel nero magnanimo,
Francefco* ualoro/o, liberale, amatore de* uirtuof , tfuanto altro

Sa ,*e^dti
fiffi
gtamai ; ^a cut non manco altro , che'l fauore lla
/brf 4 . Mori ancora nel medefimo mefi il S^or Alfinf
fto ^!Marchefi del Guafto, (jouernatore e Luogotenente detlm
peradore nel Ducato di Melano , Capitano d'incredibil ua-
lore , di ottimo configlio ,
e (juello ,
ilejuaU lo haueua fimpre

N5 Ferra, firuito c figuuo in tutte U guerre : e fapofio in fuo


luogo Don
Ferrante Gonzetga\iijuale a tfuel tempo fi trouaua con gran
te fino
,na
goueroa .

tor
taoo
difiimafidsfttion di <fue* popoli V '.cere della Sicilia . Del-

la morte del "Re di Francia fi dolfi mdto l Imperodore

d'humanie : come , perche (t auedeua , che


fi per affetto
corona, come dipoi auen-
dalfighuolo , a cui apparteneua la
frebbono mojfi nuoue guerre . tornando alle
ne gli
,

Lamagna , l'mperadore dopo lo hauer per maggior


cofidt
e per ufar la fua clemenza fistio chia-
fua giuftificatione , ,

Ditti del-
marcii Langrauio e U Duca di Saffoniaa
unanuoua die-
alcun dilor com-
doreaRa- (a diputoto li Ratisbono; nou ui udendo
perire; priu ilDucadt Sajfinia della dignit di Elettore
il
'^iflonia, e
infieme col Langrauio lo condanno allape-
ddt Imperio ,
uio codio na del bando Imperiale: ilejtiale era di dargli in preda a eia-
gli fiatihro: e e^ue.
oa dd ficmo, che uolefitoffenArgli,!^ occupar
p2re I* fio^ Lamagna, che non uogLono,cht alcun Prcn
r

CARLO avi NT O. lu
cipe ,
0 citta libera , pofpt dannegiiar , ouero occupar tal- . I
'*

f ijuel tale non fojj


triti
;
fiato dichiarato ruhello dcitlmpe-

no . 'Per tjuefta condannagxone dell'Imperadore


fi mojfiro
contea il Langrauto quefii ^rencipt : tenrico di Branfic- Heorcs

co t
nipote del Duca prigione : Giouarmi , Duca di Bran-
demborgo, genero di ejj Duca:
^ (L/4lherto,figliuob eh Qt- ^

fimiro. Iijualt entrarono intJperanzflS poter domar la fit-


contri il

perbia del Langrauio hauendo per cofa certa ^ che


,
/fi il faConu!
Duca di Saffinia l'haueffi uoluto aiutare ,/rebbouofauo-
riti dall' Imperadore
.
prima , che fimo uejfiro , chiefi-
ro licenza altImperadore ymn fitpendo l'apparecchio , che
egli focena per La medepma cagione : ilifuale glie la diede , e

fi profirfidi unirfi con efj Uro a fi fiuta tmprefit. Ora Limperi-


tImperadore , filmando , cheper ogni rt/pettofarebbefirt- 3e pero
to dal Duca di Bauiera , alquale per farfilo amico haueua
l]*
dato per moglie una delle figliuole del Bs fuo fratello : e da nera una

ejuel di Qeues , a cui ne haueua data un'altra : auenne , che t!

ojfferendogltfiparimente U Duca Mauritio^per effire eglige-


nero di Filippo Langrauio , e cibino di Giouan Federico < - >
,

per trouarfi altresi nella lega Smelcaldica ; bench egli dice-

ua, che non era tenuto di mouer tarme contro di lui, ch'era
ma fi bene in fuo fuore : non fe ne afii
filo naturalSignore,
curaua interamente. Trouo anco, che moke terre libere uole-
uano fiarfi da parte , e che'l medefimo uoleuano fimilmente
fare, il Fefcouo di f/erbipoli e di Bambtrga . fu cbfcouerto e
pubhcato tapparecchio di e^uefia guerra : ma non fi fapeua
contro a cui t Imperadore thaue^ a mouere come ijuello,
; fi

che per piu cagioni lo teneua occulto. Egli aduntfue


eUff gene
ra Capitano deltimpref il Duca d'Alua; dodici cffld

\
12 2
Tefiht
VITA
diut/t in tre
D I
cobrmeOLCapuano delprimo era
^

I Data di

aeT
d t^darchejdt Marinano , e Jimilmente dell'artiglieria:

ninprtfa delftcondo il Signor Alxprando Aladrucci: del terz$ ^^orgto

therani . Sctamborgt , e del quarto (jforgb "E^aisborgi. (jiorgto Pi


telpacchifgran *BaJlardo dx laniera , ne diede altrtcini^ue
mila . E t perche haueua gi firmo al Conte dt Bara , che

hnW'im^eJfi tre mila cauab con duci mila fanti, ratino edlan-
cinejue mila e cinquecento caualli Tedefihi . Iquali com-
^pt'
quefta maniera, zA t^afiimiliano,figliuolo del Bje
Tcdef hi

Ferdinando,/o nipote, ne diede ingouerno mille : aUretam^
ti a Golferand Mebhingi , gran Maefiro di Prufiia : due
^
mila ad zAlberto, Marchefi di Brandemborgo : cinquecento ,

a Henrico "Duca di Branjoicco : cinquecento a ^louannifuo


' parente, e cinquecento caualli Jtahani a Don Carb di Lano-
ta ,
Prencipe di Sulmona -, e lo fece parimente Generale deU
* la caualeria pure Italiana : e cofi de' fiioigentilhuomini or-

dino Qipitano il S. Filiberto , Prencipe del Piemonte. 6, per-


che tlmperadore nonfiUua mancare a cofa tur una, che fjj
Configlie bifigneuole in qualunque impref, elefie in quefa guerra per

conftglteri huominiprudentifiimi, il Signor Pirro Cobn-


d^ir'mp-

Ftanctfio da Efie,gia liberato da' Frantefi: fice


f^L*er"r!
centra Lu Maeflro del campo (jiouan Battifia Cafialdo , e Comniif
fario delle uettouaglie Francefio Doardt Spe^nuob. V lUe an-

co, che,cotne di cofa necijfima di cinquecento


fi prouedefi ,

fiale da afiendi r, quando bifigno fojfi, mura', di dugento bar


che perfar ponti da pajfarfiumi: di ottanta pezzi di artiglie-
ria , e di due mila guafiatori Boemi, per eficr quefa gen-

te molto atta a fimili effetti, esilia fama di quefio apparec-


chio l 'Frcncipi e b citt fi anche di Lamagna , mn japen-
do l'intento
CkKtO Tt>. >
do l'intento delt Imperodore , incmimiatono a temere . L
anione era, che hauendo per aetro ^Imperadore fempre
hauutp in cofiume nelle cofe della guerra comunicare foi
i

penjer.i con rjj loro, e dimandare a $ medejmi aiuto
, non
fapeuano comfccre , onde prpcedejfe cjuejla nouit : ne meno
poteuano giudicare il dtfgrio del fuo animo. La onde moU ''

te citt gli mandarono unitamente eAmbafciadortyperfape-

rela/Mintentione offerendogli aiuto. 'Ringrati Nmpe Rifpofta.

radoregli Ambafciadori delle proferte',


edffe,che l'imprefa, JadoI^.*
che egli intendeua difare , non era di (qualit
che gh , facef
fimiflieri della loroaita : percioche egli uoleua gajigareal.
cuni rubellt deltImperio , le cuifrxs %maua poco B di qui
.

procedeua , che non haueua brofatto intender cofa alcuna


i
ne,comefoleua , dimandato l'opra loro ; laquale
firifirbaua
di adoperare a ma^ior bifigno. Trouauanfi
quafi tutte que-
ftecitte H^rencipt inuolti nella lega Smebadica. Onde,

fa bene poteuano giudicar per b cofa fatte dal Langrauo , e


dal Duca di Saffnia,che la guerra dell' Imperadore
fa appo-
recchiajfa falamente per auefli due nondimeno non ne era-
;

no certi ; e fiimauano , che quella


tempefaa douejfa faoccar *
\

/opra le terre bro . 'Tercio


fi riflrinfaro infaemt : e confaglia- .

tifa cni due ^rencipi,


fa apparecchiarono ancora efaialla
guerra, contribuendo alla con ugual porttone. Ten- Redi Da.
^fa
tarano amendue i capi di tirare il'Kg di
Danimarca in aiuto
loro'tlquaU, pereffer\e faatolico,non
fa uolk mouer con-
trai Imperadore . f^a hauendo ejt
quafa tutte b citt de*
confederati furono cofa diligenti nelle
, prouifaoni che , prefa
carico il Duca dt Safjonia di raunar genti del
fato flato e de*
puffi uicini,e tl Langrauio della Sueuia, mifaro infaeme
,,

24 VITA D I
di quindici mila caualr
uno efircito di ottanta mila frati , e

gua/iatort, trecen-
lir; cento uenti petx! di art^lurie, fri mila

arche da ponti, ft) ottocento corra, per c condor palle


to If

monitione , a* ^ualtfurono diputati otto


mila caualh, ejjn-
che facef
do pienamente fmiti di ogni qualit di artefici ,
Erercico
fdibifgno. fi pu E
dire , che quefto fijj uno de grofr
ci fipot compren
ni concia efirciti chefrcejfiro mai battezziti: e da
,

der, quanto potente fia la Germania ; e,


come, fi unita-

mente uolgefj le armi cantra gl'infedeli , ella fola finz/a aU


tra parte di Europa , potrebbefiacciarne tlTurco , e firug
ger la fitta di ^ahumeto . Era gi quefto efircito
ord- m
ne , efi andana congiungnendo in tempo , che t
Imperudore,

per igran prouedimcnti , che hauejje fatto , non haue-


tutti

ua ancora ueruna gente . La onde il Langrauio , ueggend ,

la occafione , che gli porgeua innanzi la Fortuna , deliber


pigliarla. fece 6 intendere al Duca di Saffnia , che gli man-

dafje con ognipreflezzfi


tutta lafra caualeria : perocch af
animo , era da douer fare
falendo egU , come haueua in
l'Imperadordifrrmato, indubitatamente l'haurebbempo-
Dnca dif chi giorni cacciato di tutta Larnaca. Ada piacque aDio,
che alVuca,
fn*?uden . finta Ulta tra dalla parte de' Catolici ,
lu cui
\e,che finta-

comepoco prudente porne da temporeggiare
,
hauendo eglino intefo
mentefifcriuejfe alt Imperudore , che
di fa-
che effe uoleuagafligare alcuni rubelli , difiderauano

pire, quali qutftt /offro ; percioche efr


ancora lojeruirebbo-
apparecchiaua tar-
no in quella guerra E, che , fi pure egli
.

hono-
me centra loro,fperauano di dargli in ciogiufia fp)
che non era uenu-
ratafodisfattione. %tfrofe'Irnperadore ,

to in Lamagna difra uolonta , ma chiamato da loro mede-^


fimi :
CARLO aViNTO. tzs
Jm : e , che non uoleua mouer guerra ad akuno\ anzigafti.
gar coloro, che far uoUfJro mouimento.^efia rtjpofia pofi
tuno e l'altro in grandiamo fijpetto . E non parendo , che !
*'

faJIJ
piu da tardare , ejjendo Imperadore 4n "R^atisbona ,Ji
l'

molJtro con tutto l'efircito per occuparla : percioche, prej


che lui hauejjcro , Himauono ragtoneuolmente dt hauer um-
ta tutta laguerra : e queflo gmdicauano dt poter fitr di leg-
geri, trouandofi egli ancora fenza ejrcito. ^a, effmeb ii Mche
gi mutati , inteferoper camino , che cy1lberto,Marchefi di debrT
*Brandemborgo , era con ifuoi caualli uenuto in quella citt',
e ,chedihorainhoraui gtungeuanoakri caualli,e fanti,

telbero ancora auij , che dodicimila fanti, e ficentoca-


ualli Italiani, fitrouaua.no gi in quei confini, lequa due
cofe tardarono affai queltimpeto: e Ufciando eft di apprcfn^
tarf a Ratisbona ,
fecero penftcro di gire a occupare i paf
a quello efrcuo del quale , come tra il douere, faceuam
molta liima. E mandarono Sebafiiano Scheruli con uno Sebft!*-

efrcito di molte bandure a occupar la Chiuf , che nel con- teli b U


tado diTiroli, Rocca frtifima delRe de* Rpmani, detta ^****

da Ttdefchi Erember per kietar , che quelle genti non paf^


,

(affer . E finzfi iter una fatica l'htbbero : perctocht il (fuar


diano piu timido, che fedele , di fubito fi refi. Lo Sctr-
,

teli , lafciata buona guardia nella Rocca, and utrfo Ifptuc,


citta altres pofa nel contado di Tirali
preff il monte, f^a,
perche que' di dentro fi erano proueduti di buona dififa in-
,
tendendo cht'l Adarchef di J\darignano Signor cydli Mjrchefe
, e'I
,

prandot^iadrucci,li auicinauano, temendo egli di effrpofo


in mrzp dalle lor genti, torno in dietro, t^a hauendofra tan
to il Langrait.opref Tonautrta,
Ifmf tofo l'efircito uerf
Uograuio Lanzi*otto
tz6
:
VITA
oue gli fatto il difegno ,
DI
che glifi potejf apprefen

ri. occafione di pigliar 'B^tisbona,^ impedir la uenuta a


fo l*d
- cm mima cofa fiiggiua,
gl'italiani. Per cioche l'imperadorer

perhmedcfimi rifpetti aneto egli a occuparlo prima:


^ a'
tredelmefi di zy^gofio fi mife uerfo Lanzjtotto , non fi tro.
uando altra gente , fiior che due mila fanti Tedefchi , che
erano del JMadrucci , e trecento Spagnuoli ; e de" fimi Capi.
. , tani haueua filamente il Signor 'P irro Colonna : e ui giunfi
primatche t nimici : ma tofio ui arriuarono ancora altri cin-
" ^ue milafanti Tedefihi , e due mila caualli. Vuggendo adun-
que i due capi, effire interrotti i loro difigni , fi mifiro a far
Duci di proua, che'l Duca di Panierafi uolefi mofirar cantra l'im ,

pc^^^ore j mfichhero in rijfofia , che Cefare erafiio padro-


ne,e,ch*einonpoteua ricu/re, ch'egli entrajfinel fiuoDu-
cato',ma, che bene in quella guerra haueua in animo di Piar-
ne l'una parte , ne l'altra .
fi neutrale ,fenzfi impedire
trauagli molto : perche dal l'uno canto non
fia rtjpofla gli
giudicauano utile a offndere un fipotente Trencipc: daltal-
tro tiimauano , che in pr delle cofi loro fi douejfe lafciare il
rijfetto . ^4 tn quefio , effindo uicino l'efircito Italiano, fi

mojfiro per affrontarlo . Onde l'Imperadore di do temendo,


Giouin fece intendere al Signor (jiouan Pattfia Sauelli ; capo della
Caualera Ternana ,
ilquale non molto era lontano ; che,
Mciii*'*

quanto piu tofio poteffi,la conducefje a Lantuotto. Jlche


fatto il Sauelli congrandifitma prefiezga ,fu a' nimici gua-
la qualcofa firmarono ntlpaefid'ln
fio ildifigno/Ter efiifi

Nicolo ghilfiato . B dubitando l'Imperadore , che i nimici non s'im

padromjfirodt quella terra, ui mand prefi amente7<licolo


ghiiflito.
Secco con dugenro archibugeri Italiani ,
facendo etiandio,
^ che'l
CARLO aviNTO. i ?
'

che'l S. ^irro Colonna mandajj da "Ratisbona cnquecenio


' '
Tcdefchi ; con le quali genti f pienamente aj?tc arato Inghil-

flato , ch'era citt di molta importanza per quella guerra .

Epoco dipoi arriuo la fanteria Italiana,condotta dA Signor


Aleffkndro Vitelh , ma a obedienza del Signor Ottauio Far
ttef , che era fiatofatto dal Papa Duca di (amerino,e albo dcirimp*.
**'*^**
ra (jonflomere di Santa Chiefa Vi giunfro anco cento cin .

quanta caualli mandati da Don Hercole Duca di Ferrara^


de' quali era Qapitano Donno zAlfnf fto naturaifrateUo:
cio tre compagnie , due de' caualli leggeri , di cinquanta

l'unay guidate dal Conte zAlfonf Ta(fni,edal S. fluido


^entiuoglio : e la terza di trecento archibugen a cauallo con.

duceua il Qapitano Thomaf Lauaruolo . E divento delDu


ca di Fiorenzafatto la guida di 'Ridolfo taglioni . Trouauafi ,

l'uno e l'altro de i due eferciti non molto lontano da In.


ghilflato a fonte nella campagna , amendue molto ben
fortificati. La riflutione del Langrauio
,
parendogli di
doutr perder tempo in pigliar cafeUi e terricciuole,era di ueni
re agiornata con l'Imperadore : e lo mando a sfidare tfMa .

t Imperadore non accett lo inulto per buone ragioni : pereto- cagione

che oltre , che i nimici erano di caualeria e di finteria a lui Fimper-


molto fupcrioriy giudicaua al fuo propofto di tenerli a ba- cch**'

ti)
li poco a poco Hancharlt, auifndo, che in breue quei
tefircito disfarebbe, per effer compoflo di uaria gente.
fi
cAffettaua anco , che di giorno in giorno arriuaffi il Conte
di Rura ,
ch'era partito di Fiandra con le fue genti , e con
altre parimente de'fot amici che unitef con
, lefite faceua.

no il numero di quattro mila caualli, e di otto mila finti. Fra


tanto non iflauano ifidati indarno mafaceuanftfa fun
;
Ii8 VITA
campoel*oro di molte /caramuccie ,
D
e
I
molto importanti:
Scaramuc-
nelle ^uali gh Spagnuoli e gl Italiani , dimoflrauano fin-
golar prodezza . arrtuato , che fu U Conte di Ba-

ra ,
fiando piu , che prima , i nimtci ritirati ne i loro ri-

pari , e cominciando a uenir le pioggie deltz/utunno , le fia-

ramuccie fi rallentarono , dtmameraychenon ufeiuanoa


combattere , finon aflretti da (gualche necejlit . Ma prejj
a gli altri'Jncommodt f fipragiut^ a* nimtci il (hfgio delle

. uettouagUe: onde t Tedefchi, che nonfnoauezxia patire^

fi
partiuano ognigiorno del campo . Ilche mdujj il Langra-
uio a ritirarfi in luogo, oue poteff efjr megliofccorf di uet-
touaglie . L'Imperadore dubito , che egli non fi accampaff
preff Lotngh , chera ilpajj , di donde a luifi conduceuano
le uettouagUe di Bauiera ; e in (^uefo modo ne lo ueniffi a pri
uar di quel commodo La onde con la uftaprefiezzei and
.

a metterglifi uicino . CMa , perche era il capo dt T^louembre,


Quello , e fiprabonda uano le pioggie , dimoraua quiui con gran dif-
chetnrbaf ^

fei-.nimo gl', c in tanto


hebbeamf,ch'lK$de'Bjamani /ito fratello
haueua fatto fuo Luogotenente il Duca t^auritio : ilqua-
teconun buon efircito gi era entrato nella Saffnia, fa-

cendo in quello flato di gran danni . Quefa coj turbo (i for


te tanimo del Langrauio,che cerc di fare accordo con l'im
peradore . Et adoprando in do il mez$ del Conte di Bura ,
ed zy^lberto di Brandembotgo , l'Jmperadore , che haue-
ua deliberato di gafligarlo deda fua rubeUione, nella gui-

fa ,
chegli meritaua , non gli uolle afcoltare . E ,
quantun-

que ci fjjro di molti finiftri, non rimaneua pereto l uno

efircito e l'altro di fiaramucciare ,


facendo fpeffo qual-

che notabile zuffa . Era giunto il uent'uno di I^ouem-


CARLO avi.NTO. 129
hft : quando il Langravio icht utdeua , che ogm giorno
giungeuano alt Imptrudore gemi V uettouagba , e le fue
andauano fumando ^ ogni fua cofa peggiorando:
intendendo oltre a do , che mentre ei conjmaua il tempo in
campagna , proccacciando indarno dt uincer l'imper odo-

re, egli fa tanto infeme con gli altripxrdeua i propri pae- iiLaogr.

fi, le HO il campo : e fienai , che gl'Imperiali fi ne auedejje- Jian/fw


ro, marci la notte molte miglia : giunto in Haidana,lo

efirctto tutto dmfi,andando ciafcuno nelle citt loro. L'Im-


per udore adunque, poi che uide le genti nimichepartite, non
tr Quando piu alcun contraflo , licenit 1 fldati del Conte
di'Buraine pafi molto, che'l Conte 'Palatino uenneahu-
rntgharglfi ; ^
ottenuto perdono ,
fi diede allafiua ohedien fi alia

Zt . ^a
bench fojfi il feddo grandifimo , non uolendo deirimp
,

l'imperadoreputo interrompere U fauoreuole cor della fua


fi
Fortuna , mand l'efirctto a pigliar le atta uicine : lequali
quaft tutte glifi refiro Il Duca dtAlufimilmcnte andan-
. Fatti dei*

do con parte dell'efircito, prefi ageuolmente quafitutto ilpae *


fidilimtmbtrga : onde t (ito Duca , come haueua fatto d
fonte aiutino, humiliandof,hebbe dalt Imptradore la pa-

ce , con obbgo di dout rglt pagare dugento mila fiorini d'oro


per cagion dt Ha fffa fatta in quella gutrra,e con olire con- -,

dittom. 'R.efifi partmeme all' Irnperudore Flma con le altre vima *


citt tnctnr,
^ z^ugufa medefima ,
pagando ciafeuna per
cagion dell'ifhffaJjptfa moltafimma dt danari. Hauute l'Im '"pe-

p<rodore tante citta , fi riduffi in l 'Ima : e. perche lo efircito ,i

haui ua bifigno di rifar lo fece alloggiare in "


, quel contorno,
hauendo prapofo di figuitan i due rubelli , e non cejfar pri.
- ^

ma , che nongli hauefie fpogbatt de' propri flati, conofitn-

V'ir. fDI CA-f^L. V. 1


rso
do molta btm ,
VITA
dt
DI
oft mai non fi acchettrehbono ; ma neOo
auenirehaanybono machmatt nmut ruhtUtoi fimpre
fardbono Hati perturbatori della pace : fi per la gara ,
che , amie s* detto , con la caj d'^ufira haueuano , co-
me per le cofi della religione. '7trciochr, ^uantun^ue S quei
Mmm di dt fojje morto ^iartmo Lutheroi la cui morte figut nel

Lutberfr fitto dctarmo m d x l v i ; non mancaua perci la fua

**ti!***y*^^^
^dauaella prendendo maggior frza: e di lei
erano il Duca di Sajjoma e il JLangrauio principali protetto
ri . Tornando , onde a dipartimmo*, l'imperodore hcenti le
genti del Papa , lequaliper morte e per irfirmtt erano
prefi
> fiche (Uftrutte ; ringratUndo molto la caualeria mamiata-
gli dal Duca eh Ferrara , e le genti del Duca di Fiorenza .

^par, cheiluogo rkercafifi, ch'io mi flendefiit alquanto in


raccontare il torto fatto da Don Fietrodt Toledo, becere
per la io- di ^opoli , oUa nobilt e al popolo eh quella citt col uolere
qiMfitiooe
1^ "R^egno la tnquifitione al coftume eh Spa-
gna ; cio ponendola m mano de' ^rencipi e minifi ri ficola-
rt, efifendo cofi , che filo affetta al "Pontefice
a' fimi Vicari; non ofiante, che'l
Ramano , ^
"Papa per un fiobreue
gU hauefijfiato intendere , che in ci nonfi trapponete per
,

cioche uoleuaegh hauerne la cognitione , onero che thaucfj-


ro i Qarehnah fiuoi Legati. ^Ma per effier ci cofi fifbdtofi,

rimetto d lettorea coloro, che con uerita n'hanno firitto.


'Bafia, che^ fi a queflo non occorreua la bont eh alcuni^

L*int5tio- 1' Imperadore andaua a pencolo diperder quelRegno. Ora,


Fmtentione dell' Imperadore fofifidi perfiguir , come s'
p^ldor"
* infino al fine due capi della rubelhone , dtmofir
i
ftgui'r fi
rnbeiii .
^tolmente in quefio , che trouandofi in Vlma , uenne a
lui
CARLO avINTO. ut
luit^onjignor (^ura ptr praticar dt accordanti Lan-
grauiointa egli in mtma gtjh uok afioUarlo* Et heUtt
m tanto nuoua , che*l 'Duca t^awrko era per far gt~
^
>

nata col Duca dt Saffrua . Ma inte/ poco apprejj , cht'l

Duca hauendo rinforzato il Jta efirctto , hatuua non

lo r 'uouerato , guanto t^auritio in nome del "Ri de* Rsma-


ni gli haueua tolto , ma anco pref molti luoghi del e del

fito HatoiCtche non ficonojcendoefferbafeuolea conten-


derfeo ,yj era ritirato . La onde l'Imperadore prefiameu-
te ut mando il Signor Pirro Qolorma con buon numero digen

ti , hauendo mandato fmilmtnte il ^iarchtf c/dlberto ,

che da un'altra banda moleflafjile terre dt^uel Ducato.


^Ma fatta i Sajpmi una imbofata^prefero t/dlherto aflua
mano con granparte de*foi 'Ter quefto ditermino l'Impe-
.

eglifte(J a tjpugnar efiul Ducato: e


rodore di andare fpin^ ftto pii*
8'
fi l*efretto uerfi
T^rimberga , rimanendo egli > per la mo~
Uftiafche gUdauano le podagre j in 'Nerltngo. Ma tofio
rdtauutof , parti quin , unttoft col Re Ferdinando ,_/?

cro irfieme un corpo di dieci mila cauallt ^e Sotto milafirn


tifa SpagnuolieTeSfihi. Col eguale efircito entrando v

nella Sajfinia tfinza molto contrafio pigltauano do che tro*

uauano : e cefi uittoriofi peruennero al fiume <mU> :S U


della riua SI quale poche n^a lontano fitrouauailDuea
dt Sajfinia/(t) haueua mandato' genti al fiume, che Me-

tafiro all'Jmperadore d pafikggio. Queflo fiume era alto aiw Hu-

quattro piedi , e trecento largo : onde era difficile il poterai

pafiare. Mala filici frte deltlmperodore, uolk che un


contadino gli mofiro il guado , in guifit , che tutto tefircito
con poca fatica fi condufie altaltra r'iua. E uenuto al fS-
'tj
to etarme con
VITA
U genti del Duca
DI
SaJJnU , dopo molto cn.
rref del traftoU ruppe tcfu prefi tlT>ucadit^uamo firuo , fitggen^

Slaoou'
rp^'^i*t^ntfirito. Mo-
rirono in e^uefia battagLa d'intorno a ctmjue mila Sajfini,

e da trecento Imperiali . Ecioaucnne a' utntKfuattro di


Vico u D ^p^lt tanno m d x l v Futi Duca apprefintato pri-
J i .

alt Imperadore dal Conte Hippoltto da Forto. Ilcfuak


CieVAip
polito *- condotto alla
fia prefinza ^finiei difinontar delcauallo , le-

Tuo\et\ uandofi filamente il cappello y


gli difi . T*otenufiimot eie-
&^oil' mtntfilmo Ce/are , io fin uoftro prigione : uiprego , che per
cy^cui rijpofe tImptrodore cht lo
ndmr y

tratterebbe y come erano i fioi meriti y e , tardo lo cha-


maua Cefare . F do diceua t Imperadore y
perche nelkfipr4
iioqwdi fritte delle fte lettere yilDuca faceua porre y a Carlo di
eondena Q*tnte yCome che egli non thauejjl per Imperadore Ora .
,

il 'Duca filfi da' (giudici delt Imperadore condan-


teV^fl*
luto dal. nato a morte 'y
egli y come clementifiimo Signore gltdonbla
,

dor . Ulta y
con alcune conditioniy traltifuali era di tenrlo prtgiO\
ne y doue e ejuanto gli piacejfi
; ^ us grandtfiima Itberalt-

Sibiiiamo Sibilla fiDonna di gran cuorey moglie del Duca. I"Boe-

l>oca'*dl
haueuano fatto lega col Duca di Sa(fnia , rubcL
Saffonia.j Undo ol 2^ de' Pomani , aihora indotti da tema de' ca( lo-
roy fpplicarono all' Imperadore i che uolejf racconciiarli
con Ferdinando i t^a eglicon grauirijpofte gliteneuain.
'
i/peranzfi , e fifpep. E deliberatoji di finir la guerra col

Eangrauio per ifirpare affatto quella mala fimcnetty il


Langrauio tento dihauerla jua grada ;e fi firuiin que.
fio deltopera del Marchef .fjiouacchino di Brandembor.
gOyedi Mauritio fio genero . Iquali ottennero con motta

fatua
.

CARLO aVINTO. 133


fatica y che e^li doutf apprefintarji a lui, e dimandar,
gli perdono ;
che nel rimanente haurebbono fattosi , che egli

ne farebbe contentato . J^^a il Langrauio ; che di no.


J
tura era altero , e Jfuiua , che ancora cantra tImpera
dor erano con l'armi in mano il Conte cyilbertodi ^af
fello y e Tumberjno yamendue fguaci del Duca di Saf grimo.

Jma j prefi sdegno di (fuefla rtjpofla , in gui/ , che egli non


ai uolk andare Ma
tra poco manc queflo debole appoggio
.
'

dellafua fperantei.percioche coforo licentiarono le genti lo-

royefiridujjero a procacciar la lor quiete . Laonde ilLan-


gramo uolontariamente di condurf all'lmperado^
fi offtrfe
rif Ma dmojrandoft Qarlo con ragione piu della prima
uolta duro , intefey che egli era per accettar tutte le conditto. .

ni y che da lui gli fojfro tmpofte : ^ oltre a ci fi condur.


rebbe alia fua prefinz^ , egli dimanderebbe perdono .
(on. ii

tent l/mperadore con molte conditioni : tra lequali fu , che iii impera

poi che cgh fi fifi apprefintato a lui, e gli Itaueffi chiefio


,

'"'*
ptrdonoyeffglifarebbegratia delia ulta, rimettendogli tut. 8
ti i delitti pajfati : leuandogh il bando Imperialey e ptrdonan
dogli la rubellionty con Oberarlo parimente da perpetua prt.

gionCyC da ogni altro fitppliciOy(t ne'hauere , come nella

perfona per fieurt , che tutte te conditioni ofjeruate

foffiro y fifottofcriffro , e promifiro per il Langrauio , (fi'io.

uacchino Marchefi di Brandemborgo, MauritioDuca di


Safionia, e V^Ifngo-Duca di Turtmborgo. <Mpprefintatofi
adunque il Langrauio altlmperadore,e inginocchiatoghfi in
nanzj gli dimandperdono con grandifiima humilt : efu
,

da lui m gratta ritenuto t^a udendogli .


,
fecondo il cofiu-
me di Lamagna dargli la mano l'Imperadore non
, , uoUe
VIT, DI LAKL. y. I iti
,

\ 134- V I T A DI
rctuirla ; egli dff ,
ch'egli aniajjc al Duca (tcyi'.ua. La-
(jualcof fatta , il Langrauto ceni) col Duca ffleuolrnen-
Gli eletto ; ffjm la Jira da lui ritenuto non fintafito grande
cagione, fpaucnto , t warauiglia de glt Elettori . Icjuah di ci effen-

Ugrau'io* turbati , fi acijuetarono , intendendo , che l'Imperadore

pgi^ne
haueua ordinato , ch'eli fi tenejfi'prigione , infino , che fof-
accbeca-
ojfiruate che fi coment uano nella capitolai ione.
le cofi ,

Talfine hebbe la fuperba e tirannica rubelliom dd Langra-


aio e del Duca di Sajfinia ; hautndo il gifio T) i o dato
parimente a'fuoi figuact , it^uali erano tutti Lutherani , d
gafiigo ,che meritauano: in maniera, che le cofideltJm-
peradore in Lamagna erano molto tranejuiUe . Afa in Cfie-
Coopiura noua gU nactjue un gran difiurbo : peraoche Gtouan Luigi
in*Gen^ Flifio fice Un trattato di uoler prender (jtnoua per o'Rfdi
ia>
Francia ,
uccidere il Trencipe Dona , impadronendofi
delle fiue Galee. Ibfual trattato tenuto ficretifiimo , chiefi

al Trencipe che l'umana molto ,


licenzei d'ire in corfio ; e la

ottenne. Onde egli fimifia [urgente fiouertamente , e par

te ne teneua nafiofa nella fua caja per non dar fijpetto. 6,


come che pure di e^uefia no una [ufiicaJfi'Giannettin Do-
na , egli altri intrinfcht del Trencipe , eglifirridendo , du
ceua , che non era da haiier paura et un giouane cofi alle-

gro , in conformit di cjuello , che dict ua Giulio Ctfiure , che

temeua de* maninconici . ^a la notte figuente il Fli/co ar-

mato infici con le fu genti, nella prima uigilia prefa la


porta per laejuale fiua al palazsP'del Trencipe di fiori
,

della citt corfe ain*orto ; e trouando tjuiui finta molta


,

guardia le Galee del H^rencipe , comincio a menar le mani


uccidendo, e [rendo ciafiuno ,che gb fi opponciia. Spar-
. - gendofi
CARLO aVINTO. i3S

gendofnl rumore per la citt , ne uenne la nuoua a ^ian-


net fin Dona , il^uale fi trouaua ancora eglt mi palazs^o del

Premipe , era ito a dormire . La onde Icuatofi^ e prefi

le arme , corfi prtfiamente alla porta della c'ut ^fu afiaU-

to dalle genti del Flifio, ft) ucctfi . Il l^renape


hauuto l'aui-
^
di quanto era feguitOtCongrMiprefiezzfimontato fopra a a'Or
fi
una fiegata parti correndo ,
quanto piu uelocemente
, fi
poteua , la riuiera di uerfi Tonente il difigno i FU- . Ma
fio di pigUar

Genoua per lo "Re Francia^ ilqualefiehz^ duh
Ho. gUfarebbe fucceduto , gU fu rotto dalla fortuna . 'Per-

aoche , hauendo gi prefi tutte le Galee , che quiui haueuq


l'Jmperadore e'I Prencipe Boria , mentre egli andana duna

(fialta in un'altra
con la fj?ada in mano , facendo render le
fialec , e fiacciandone le genti nimiche , e ponendoui dentro
delle fue, auenne, che poflo p'ude fipra un ponte di uria
tauola, per loquale uoleua pajfar duna (fialea in un'altra ,
il ponte ,
che non haueua fermezza fi Uuo,^ egli cadde
m mare , e per grauezzei lle armi , uifi fommerje fiubito .

Laqual cofa faputafi ilgiorno figliente , t fuot fratelli fg~ , .

girono : iquali pofiia di ordine li' Imperare a infianzfl


del Dona furono perfiguitaii ,efu prefi il Conte Girolamo
Flifio in dMontoglio da Don Ferrante (fionzaga ilquale Gi^umo :

gli fice tagliar la tefi a ; e uennero tutti i beni de' Flfihi con-

^aii Di hauere hauuto configlio ,


. e tenute le mani in que-
tmputatione al Signor Pier Luigi Far-
fio trattato^fu data
ne Duca di fIr , che gi era fiato da H^apa Paolo in.
fi (fi

ueftto Duca di Parma e di Piacenza Onde l'imperodore .

trattato del Flifio che ha-


fi nc sdegno forte hfi ,
.

uindohe lui a poco (fiiulio Ctb'o , cognato del Flifio ,


ordinato

b Uij
nf V I T A D I

Morte di un'altro , fi jcoutno : e pref il Ci^, e condotto in Aida-


Gmiio Ci
f,Q ^
di ordine ddtimperadore gli fu parimente moz^ a U
tefia . Intanto tlmper udore hauendo hauuto in Lamagna

cof lUufre uittoria ,


pafo a guifa di trionfante nella Sue-
ua , conducendo prigioni ejuei due HPrencipi , e menando ir
fieme una grandtfima (quantit di artiglierie tolte a' nimi-

ci . Delle (fuali artiglierie m mand dipoi parte in IfpagnUf


parte in ^Melano ,
e parte nel "Regno di Napoli Hebhe an.
.

cara il Re de' Romani per opera del Marchef di Mari-


Sueee**' gMno ^e di zyigoflo fratello di Mauritio, uittoria de i "Boe-
rimperj - mi, lejualigli chiefero perdono ,
e tornarono a obedienzet . B
dote
molte citt libere di Safonia e d'altri luoghi rimoti, man-
darono a chieder fmtlmente perdono alt Imperudore , pa-
gando molte migliaia di feudi . mnero oltre a ci alla /ita
bedienza, mentre egb era in z/4ugu(ia ,
Lubecco , Brema,
e Branfoicco
,
pagando dugento mila fiudi . Ma i Ducht
l;.
di Luneborgo dijderando ancora fi lagratia delt Impera,
e

dor , non la ottennero ; perche i loro zy^mbajciadori parla


Infoienti rono con troppa arroganza . B uero ,
che nella medtfma
de/^Ml'l citt d'zyuguja i faldati del Madrucci dolendof , che efi
non hauefpro hauute le promefp paghe ,f ammotinarono :
e furono tanto mflenti , che andarono ad afjidiar l'Impe-

radore infno nel proprio palagio . llejuede fatto loro pagar

Quello , chi efi hauer doueuano ,


fee appiccarne i capi . in
tal modo l'ammotinamento hebbe fbitofine . h ejueflo an-
no auenne la morte del Signor Pier Luigi in Piacenza.n^er-
cioche alcuni nobili della citta per uedtfi antepofli negli ho-
nari i partiali di Francia , e per altre cagioni, ftetro iufeme
congiura cantra dx lui . Onde afflittolo in fu l bora del dtfi-

nare;
CARLO dVlNTO. /jr
mrt\t trouatolo nella camera con un pa^io^^ un prete
filamtnte , l' ucci/ro : pofcx cof morto l'appicarono per l'un

de'piedi allafinejlra della cittadella^ che rtjponde alla piate

z^i : e lafitatolo Piare efuiui buona pezjji , afine che fojj ue-

dutodal popolo fio lafiiarono cadere nella fjja sgridando

Ubert e Imperio . tofto uenne in H^iacenta Don Ferran-


te , che era a ^uel tempo in Cremona , chiamatoui da loro :
colefual fu tenuto per cofa certa , che fi conuenijfi diquefto
fatto con fitputa ^It Imperadore ^ che per l'aiuto e uetto^
uaglidatea ^tetroStrozaaf q) ultimamente pel trattato
(femua^da luifi teneua offefo . Dicono , che Pa
del FUfeo in
pa 'Paolojuo padre , che molto fi dilettaua di e^flrologiat
gli firijfi , che figuardajje da i dieci di Settembre ; nele^ual

giorno a punto fu ammattito . 'Dopo la morte del S. 'Pier

Luigi entro in H^arma il Duca Ottauio , fuo figliuolo , per


tenerla a fina diuotione . llche facendo , fperaua ancora di
pregar l' Imperadore a refituirgU 'Piacenza. Temendo il

Papa , che l nipote per la giouemle et, non fjj colto e priuo
della citt ,
ui mand il S. Camillo Orfino , Qapitano etinfi-
nito ualore , con ejueiprouedimenti , chefaceuano bifgno a

difefa e confiruatione di (quella citt, e^andollo anco per


afiteurare il "Re dt Francia , coi quale tentaua di far lega
contra l'imparodore ,
accioche per tema di quella lega ind-
ceffi l Imperadore a refiituire al Duca 'Piacenza ^ efjendo

mamfifio , che per uirt di cotal lega poteua dar molti tra-

uagli allo flato eh ^telano: e mafiimamentCf quando il

Papa haueffit egli minacciaua, dato Parma in pote-


re elei uenendo a porre nna importantifiima guerra non
meno nel cuore d'Italia ,
chefu le porte del Ducato di Mela
I3S V I T A D I ,

Profitto no . 'T^cl mille cinejuecento quaranta otto , trouandof tut-

Ha ^'no
l'imperadore in zyiugufta , il (Cardinale di zydttgufia,

Die^tor ^ /impre Signor Catolico t e gelof deHa utra religione,

no alla re- ragionando con parole benigne e dolci al popolo fg) a* princh
iigione

.
g<tfligOt che Iddio haueua dato alla fa^a ftta
de* Lntherant , e predxando loro la aera dottrina , difpofi.

moina ritornare alla fede fatohca:e comincio ad aprir


ijualche Chieja delle principali , fg) a introdurr i Sacerdoti

a celebrare i debiti uffa zA che erafatta reffienr^, effen^


.

i/o il ^^a^iftrato de* Luther anu Ala quello dipoi mutato,

e formatone nn*altro de* Qatolici , accrefceua numero di


coloro , che riceueuano le buone ammonittoni . Ala a ci non
acconfntiuano tutti, anzi tnolti rimanendo nelle loro pefime
optnioni,erano qnaf uicini afar tumulto. A che l'Imperudo-
re non potendo altrimenti rimediare , fce pubbcar quel de-
creto,chegia haueua propofo,chef doutffe ofpruare infino,
rimperi che qucfa controuerpafoffe terminata dalfonctlio : ilquale

mlL !b decreto fu chiamato Interim , che dmota uno intermezp di


> infima
riotlim!
tanto, che fi faceffe il detto Concilio,

fio Interim, benehe fiff accettato da gli Elettori , dtff tac-


que pero alla maggior parte de* popoli infettati dii tofio di

Luthero'yiquali uoleuano uiutre in quella loro diffolutai-


birt , di maniera,che ancora i f
medi mi, che fi erano dati
in podere d(ltJmperadore,ricufauano di uoler offruar quel-

lo ,
che gli hautuano promeff. Diffiacque ancor a quifi a
talpublicatwne alH^apa ,flo ,ptrchc Nmpcradon hauif
fe ditir minato ni Ih i afe dilla fdt, che apparteniuano a lui,

che in quii tempo s'tra ritirato in Ji Ingrate fi daif, che

egLni't- hauiffi comunicata ficaia fua intintione , lafcian-,

do a fi
CARLO avi NT O.
do a fila dtajone . doUuaJi molto piu nettintrmfico
del jo cuore per la morte del figliuolo ; lacuale altlmpera-
dor attribuiua ^uantun^ue , come fauio , lo difiimulajp.
,

t^ancaua all' Imper udore ad hauer Qofanzii, latfuale era


fiata prima fitto l'Imperio d'z/4uflria , e fola era rimafa
nella/ ua rubelhone . Et opero tanto, che l'hebbe. E riducem
d)fin Spira , ridnzxg in ajfat buono (iato Ucofe della reli- coiUnxa-

gione; delle ejuali fimpre ,comemi pare hauer detto altre


Ejfindo da tante parti
'
uolte , fu il fuo principale intento .

rajjeunate le cofi torbide dell' Impcrodore, lfortuna, a cui


hoggtmai pareua di efiire fiata troppo fiabile in fauoftrlo,
in ejuejo hauer molto mancato alla (ua natura, che di
fpf
tjfir uolubile, lo pofi in maggior trauaglt, che egli
fifi
fiato
" gtamai , come inuida della fua grandezza Haueua dopo la Arrigo

morte del buon 7(e Francefio <iArrigo fuo figliuolo hauuta


la "R^al corona di Francia . Ilejualfirfe, come gi c^^nniba *l-

le contro 'Rimani, hauendo mfinoda fanciullo uoltol'ani- dor.


mo contea l' hnperodore , tofo ,
che fu riceuuto nel figgio
paterno i delibero ai mouergliguerra . (i/4lche fare , uide che

era buon mtzp il far lega col Papa , e con gli Suizzfri . La
inde hauendo btn p^ouedute le frontiere di'ptccarcfia', e
mandato Putro Strozza, ^ altri ualorofi fapuani, cofi

Francifi , come Italiani, in Scotta per la guerra, ch'egli ha-


ueuacon lugli
fi , f ne ucnnencl Piemonte , non meno per
fornir (juei luoghi di tutto do ch'era necejpirio , che per con-
chtuder cjuiui piu commodaminte la lega . Et hauendo inte-

fi ai alcune foUeuationt finte nel paefi di (juiena , manda- Mfigoor


tout ^lonfigmr Aitmorans,grari Conteftabiledi Francia-,

tlrnuU ira fiato da lui richiamato delt efiho che gli haue-
,
.

140 VITA DI
ua dato il ^ Francefio Juo padre ; egli con molta deflrezx

acifuet i rumori f facendo morire alcuni capi. zAlt Impera


dor , che era utgilanti^imo,non poteuano /lare nafiofi i ma
Conte di neggi del %e cydrrigOf (juanturujue egli fi affaticajfe di occul-
Buri raan
dato dal- targli. Onde mand /hito il fronte di'Bura in Inghilterra
rimpeta-
dote io In per confermare con (juel 2^ l'antica confideratione , che egli

ghilterra
haueua col 7^ fuo padre . E ufando le medefme arti del fi-
mulare col ^ , chefapeua , che il 'Re mtendeua (tu/r/co ,
gU firijj , che non prendefj marauiglia della andata del
Conte iu Inghilterra: percioche egli ci faceua per cagioni
particolari \e yche egli mtendeua , oue da lui non mancajj,
di continuarla nella pace fatta col Re FranccfotC tener fico

buona anicitiaejratelanzA. ^ue/e parole furono riceuu.


te dal R^ per finte : e fojpettando effetti contrari , fi fi m
Lega del
Re Henri con maggior fetta a procacciar di rinouar la lega , che'l Re
co con gli
Suiazeri.
Francefio haueua fatta con gU Suiz^i : e la conchiufi con
molte utili conditionif ch'io lafiio difiriuere , effndo dal con

to del R^ rfiruato luogo da entrare in ejja lega al Papa,al-

t Imperio ^alR^dt "Tortogallo , a tfuel di Scotta , e di Da-


nemarche , al Re di 'Folonia , al Duca di Ferrara , ^
al Ducati Lorena. Dal canto de gli Sukzfri frifirua-
to luogo medefimamente al *~Papa , allo Imperio ,allaca/

d'cy4u/irta , al Duca di Fiorenza ,


alla cafa de' Medi-
ci . ^efta lega ragioneuolmcnte di/piacque all' Imper udore;
tra , perche uedeua a qual camino era indrtz^ta , e per-
,

che s'haueua deliberato di a/piUart alcune terre : lequalt do


po la publication dell' Interim , // moftrauano di nuouo effir-
Maatitio
e Giouac- glt ribellate . La onde gliconueune rimettere ad altro piu
chicO.
commodo tempo quefla imprefa. ^a tn qucfo gli fidi
,

carlo avii^rTo. -/4/


f^MtproJtto l' Optra dt Aiaurtiio e dt ^iouacchmo di^rtn-
dcmlorgo : iquali induffro mobt popoli ad accettar l'Intel
rm. Onde Vlmperadore, parendoli di hauer tempo opporr
)
timo , propofi di far , che wnijfe di Spagna il "Re Filippo
fio .!>

figliuolo. E dubitando , che i^aroni e Prencipi di Spagna 1*1

li
non firebbono flati contenti di hauer nel 7{egho un Fecere ^
0 gouernatore in ifiambio di lui che
, non foffe di /ngue
Reale , hamndo ueduto per adietro i tumulti , che ne erano
nati, fece penfiero di mandarui dMafiimiUno , LYmptrt*
figliuolo
dor mia
del de* Romani , fio nipote : a cui per piu cagioni giudi- <U Mafii -
melano
co ben fatto di dar per moglie ilche
( fi fice per dtfpenfa del fuo oipo<
Maria fia prima figliuola ^^and admtjue tela Ilpi>
n^onttfice') .
eoa, e Fa >
l'imperadore il nipote ^afiimdtano in i/fagna : Hijuale ui lai' ueoir

Filippo
and accompagnato dal Cardinale di Trento dal
.
Duca fuo figli-
,
uolo .
dt Branfincco , e da molti altri nobili caualieri Tedejchi. E
giuntotii; e celebrate m Fagliadoltd'le tioz^jt della cugina, la-
filato il Re Fibppo il gouerno nelle mani di ffMafitmiliano
con cintjuantanoue galee agenoua nel mfidi T^uem
pafio
bre , e da Genoua a Melano : e pofiia per la uiadi Cremona
and a efMantoua , e d'indi in Tamagna^ in Fiandra:
ne Jjuai tutti luoghi
fi raccolto con ejueglt honori e con queU
U fifi e , chefi cnueruano a figliulo thnperadore
, q/-
a n^rencipCi ^be haueuaad e/firloro Signore; e mafiima-'
mente nella citt dt Brufilk oue era afpettat dalt Impera-
;

dorfio padre . fjaueua intanto il gouerno della Inghilter-


ra il giouanctto Odoardo figliuolo dt cyirrigo che era
, ,
morto collant unt^ue m fio nomThomaf zjo del Re tenejj Cofe iHa
le brighe d.1 R gno . Et erano ejue* popoh per cagion della re- gbiliern

ligiontuttiuiitra loro m gran dtfiortba: p&ciochelamag-


. ,

1^2 VITA
giftrpiruerALmhiraMtt pochi CiUolict. LAqmddilcoTh
D I

(ha apportaua hclct occfione alk impreji di tyirrigo 7(f di

FrMicia ; che , come dicemmo ,


tia hautna mofp le arme ^

^onfgnor t Termes , c^ con molte genti era r'ima^


A^xler-
mole
J mila Scot'ut , coH ^efj e ifuaf continue correrie teneua in
ines

giec^ " que* confinigl' Ingltft moUftati, EtWRi haueua fpintoU

efircito per racquiftar ^ologna , che per uk d'inganni da lo


. ro gli era Hata occupata. Era il giouanettoRf Odoard
gouernato da tre Tiranni ; iquali pareua^ che hauejfira

congiurato S rumare esatto quel Fxgno , uolendo ^ che la

tAiri herefiaSlejJiin piedi. Laonde Maria fiia fhrella ^ecugi.


I Ta in* ^ * un giorno con uiue ^ efficaci ragioni lo confido
da quella maladettafitta de' Lutherar^ffi) a uo-
Donnrci ^P^^^rfi
thoiica . Ure abbracciar la fide Catolka , ch'era Hata fimpre tenu
,

ta da' foi maggiori . Et in quefto us prole di qualit , *


con tanto fpirito , che'l "Rf le promifi , che toflo , che per bd,

fiff(fepotuto , haurebbe ridotti ifitoipopoli alla fina dottrk


na, T>i che auedutifi i tre Tirarmi , non Infilarono , che pm
dalla firella gh fijfi
parlato , I Catholici dueuano , che
mleuano uiuer Catholicamente , e che (ffe loro refiituL

ta la meffa , egh altrifinti uffici ordinati dalla Qhkfr


ajtri'non uolendo acconfintire , efirtatie fauoriti da'
^
Go-
uernatori t prtfiro le arrr. Intanto il Arrigo prefegaghar
damente i forti di Bologna \emlfine gli fit refiitmta la cit^

t\e fece paci con Odoardo . Onde non gli rtflaua altro

uolgcre ogut fuo perfiero e sforza contrai' Imperadore ,


Morte di
rapa Pao Diouefo anno mdxlix, a' dieci di *Efouembre uenne
lo
Tjnno
Tcrio ' '
r%
a morte Papa Paolo Terig
t ^ r
Leti
t n*
cm morte miptacquc a
uuxiix.
f percioihefit 'Pontefice gtufio e prudente : negli fi

pu
CARI O avi N-fO.
pu oppor cof alcuna fuor ,
che tumore ile he pero coj
(
comune e naturale ) portato al figliuolo . )*e openione uni-
utrfitle, che,tfuando (fuefto Papa non hauejjehauutofiglino
H ; niun<itlmhaurehhe ptugiu/lamente , ne piu fantamen-
ngutrnatla nauicetla di ^ietro.Con tutto ci iiato uno
de* piu rari e migliori 7ontefici , c'hahhia giamai ottenuto
ijuella pinta fida^ Fu creato pio fucctfjare (jiuan^a- Gttiioter

rta Cardinale di Monte, chiamato poi (jtulio Ttrzff, e udeo Poncefice

hfidta tremefi : percioche la pia erezione fila* otto SFe-


bruto M D L nel princtpto del fuo Ponteficato confr-
i

mh Ottauio Farnefi figliuolo del S^. Pier Luigi, T)uca di


^arma e di Piacenza : ibfuale and in Parma,perche Pia-
cenza era ancora tenuta in nome delPJmperadore da Don
Ferrante (jonz^ga.6ra tl Duca Ottauio genero dell*Impera- Oae< o*-
*
dore:ma non perci ppdaua di Don Ferrante,fiando l'uno e
taltro proueduto e con buone fftardie. In quefio tempo Dra
gut %aps,famofo fprfiale, haueua occupata la citt di AfiL
ca,citt ricca e potente, ch' pofia in una lingua dlmar Me Drigw
tb'erraneo . Di donde Dragut corpggiando il mare,fiaceua *

tU gran danni a Chriptani , inguip , che porgeua fpauen-


to alla Sicilta , ad altre Ifile uicine . La onde tlmpera-
dore per fare ufficio di Chrifiiano Trencipe, come fiempre
,

haueua fiatto, e per rimediare a* mah, che a* fiuoi Kfgni po-


teuano occorrere , deliber, che fit fiaceffie l'tmprefiadi quei
la citt . E fiatto di l (generale Gian di Vga , che era Fe-
ctre di Sicilia, ut mand il^Trencipe Dona con lafina arma-
ta , e molte nani piene di Spagnuoli e d'Itliani ]i'Troufiuuip
anco Don Pietro di Toledo , V '.cere di ^apoli,con le ,galee

di quel 7{^no : iquali ajpdidrono , t prefiro nAfiica con


I V T A I D
chij^tma perdita de* nofiri : percioche non ut morirono
piu ,
che cinquanta Chrijiiant Fu^ Dragut con fii galee ^ e
<!uattordtcigaleotte al Zerht: e d'infcrijje a Solimano, do.
lendoft Ma ingiuria fattagli dell'lmperadore : iltjuaU man
do lettere minacc'teuo a Ferdinando. Intanto il Duca Otta,
uio , giudicando , che con lepoche genti , ch'egli haueua,
nm

-
^
'


^
foffhafleuoe a tener Parma,tutto ch'egli thauejj hauuta
fftnguernita,epofta tnfcwrtftma
dogU , che gt Imperiai ordmajjero ogni di inficeper leuargh
ffa, pareti.
di mano quella citt, r'icorfi per aiuto al Papa, liquide ifiu.
lndoft < non poterfouenirlo,a' conforti dii Cardinal Par.

ntfi , mand a ricercar e dal S. Horatiofuofattilo , che era


nella corte di Prancia,^) attendeua per moglie una figliuola
"Re, che lo mettejje in gratia
diefi 'R^.E cofifit
Due
Il

Otuoio 'fi fitto, che'l'uca Ottauiofpofealfuofiruigio :^il7(f pi.

^igi g^o lafua protettione,promfe dipagargli prefidto conu-


Fmocu**'
Parma.LaqualcoJa intefidaltlm
peradore,fdolfecol Papa,ilquale lo haueuaaficurato fi.
.
j pra di lui,che'l Duca Ottauio non haurebbe fatto quello ef
fitto, di cui ejfi, ch'intendeua le pratiche, hauea dima.
(Ir di dubitare : filmando, che'l Fapa l'haurjfi trattenu.
toa bello fludio per ingannarb . Onde d Papa dopo hauer
mdati breu al Duca ^
al Rf-,ne' quali fi doleua di quello,
f efii haueuano fattofineci fuafaputa,mando Adonfignor
DaiSior^
mandato Dandini,che poifu fitto Cardinale, alt Imperadore, dquale
da Giallo -
- i n
m:'itmji trouauam Lamagna , dimojtrando , che di talcofa em
(c adore
Ij^ucua rKCUuto gratidifiimo sdegno',
^ afiicurandolo, che,

fi i Francefi dauano Jccorfial Duca Ottauio , ei man.


.

:
derebbe genti aprender(Parma a efarebbe ogni cofa pofiibi

dptr
CARLO. aviNTO. 14S
t ptr difiacaarneU utrgognofmente . Qutjla proferta dd
PapaUuo di fhjpetto tJmptrodore : accett, che
fi ft.
cejj guerra contro il Duca per racqmfiar ^arma , leuan-
dola delia diuotione de' Francefi, cne erano fitoiperpetui ni-
rma.Ttrciochefi auedeua l'imperodore, che'lK^ Arr^ofit-
to pretefio di difender *Tarma per lo Duca Ottuio , uoleua
eglifarfine Signore . La onde commifi a Don Ferrante , che
andajje a quella imprefa : ilquaU con molta prefer
fi mi-
^
raunar genti,attendendo il Papa la rijpofta del
fi a e del

Duca Ada non oflante , che'l Jifgli rifiondefi,che egli non


.

pretendeua di far fiua 'Parma , ma haueua riceuuto il Du-


ca al filo firuigio : e per lafia firuitu gli haueua promejfi
di pagarU certa fiomma di danari al mefi in dtfifa di quella
citt: e, che parimente il Duca.Ottauio dicejfe che egli
,

non era rteorfi alla protettion del


^perfar dijf lacere a fua Scuie di

Santit, anzicon openione Sdouerglifiir coj grata in pr-


Redi'w-
cacciar di difnderfila detta citt,nella quale eraflato da lui *'*'

confermato , dalle infide de' miniflri dell'lmperadore col

mezp di Francia poi che ,


egli non poteua con le fite forzi f
tanto piu , ch'egU haueua hauuta licenza da' fuoi miniflri,
che (t appoggtajj nell'aiuto di qualche Prtncpe : non '
oftan-
te dico ch'ai *7apa
, , fijfiro fatte quefie riffofle , egli ne- i

gando di haucr mai dato licenza a' miniftt i del Duca di


far

quello efixtto per mantener la oromeffa fatta altlmpera-


,

dore ; e parnedogL anco , che thonefto lo ricercale


,
fece fei
mila fanti ,
e trecento caualli, mandandogli alla sfilata a
Bolina doue fi doueua far la
,
maff di tutta quella quan-
tit . E , come che egli haueffe in ordine quefie genti, tent Afcnio

colmezff di Afeanio della Qorgnafuo nipote, che'lDuca Ot-


VIT,DIQA%,L.V. K
V I T A '
D I
lauto refikutjjc Tarma alia Qntfa ptr rimediare a i mali ,
th per hauerjiegh accoflatoa Francia ^
poteuano uenire,

ejfndo chefi poteua amiuedere^ che quello incouenknte ha-
,

urebbe accefi gran fuochi in ItaUa. Tiffofe il Duca Otta-


uio , che egli ci non poteua fare finz^ confintimento del Tf :

^tlT^i all'incontro rifpofi , chefi farebbe contentato di ci ,


dewMM haueffi uolutoil Duca. Ilche era uno uccellare il Ta-
chc^parma pai nella dimanda del quale
fi uedetutyche l'Imperadore
tor ino non cercaua altro yfinony che quelle due citt y cio Tarma

t e^Ttacenz^iy come erano prima y ritornaffiro alla Chief',

pofciayche'l Duca fuo genero s'era dato a' firuigi del


tlquale gli fi era a un certo modo fioperto nimico In que- .

fio tempo molti nobili Francefi erano entrati in Tarma , e


molti Capitani e faldati Italiani. Et ejfindofi moffidi Bo-
logna (^iouan Batfia di piante , nipote del Tapa , e capo
di quella impref , and a trottar Don Ferrante (fonzt-

ga y Generale di Santa Chiefit : ilquale pajo all'ajfedio di


Tarma. Et intendendo y che ^onfgnordi TermeSyChe
Capitano delle genti mandate dal
fi trouaua in Tarma ,
y tra ito alla ^Mirandola per affaldar nuoue genti in fc-

Bamfta di
^ Tarma , ordin il (fonzctgct al Signor Giouan Bat-
Monte . tifa di fronte , ^ al Fittili ,
che con le genti del Papa an-

^ffiroadaffdiarUtlMtrandola.llcheefiificero.tyMa
auenne cofkyche diflurb qugU
affidi. Tercioche
hauen-

doDon Ferrante y afiicurandofi nella tregua y che era tra


tlmperadore , e'I 'Rje , Uuato alcuni prefiij del Piemonte ,

Mfignor
(
fattigli uenire altaffidio di Tarmayt^onfi^or diBrifac
co co ^entrai del Ke nel Piemonte , uolendo diuertir la guer-
y

ra di Parma yfice uenr genti di Francia a fila a fila , per


non dar
..

CARLO aVINTO. 14?


mn dar fifpetto a gl' Imperiali quando frjjiro uenute in
una maj. Onde ajpdtando poi altimpromfi Cheril'ot-

unnf.e dapoi s'inpadront ancora di V attoria (tInarca ejpn.

doui dentro gouernatore Alorales Spagnuolo Capitano di

gran nome , hauendola primieramente fitta riconofier con

la fiorta di dugento caualli al Caualiere Horologt intenden-

tifimo nella profeflione di efpagnaree difinder Fortezze


Hauata i Frantefi Inarca hebbero ancora %ella Santia
e Gamara e parimente tatto il paefi che cofteggta ifMonti

dalfame Sejfa a Turino . Trefiro altres alcuni altri impor

tanti luoghi. La onde fio Don Ferrante fu sfirzflto di an-

dar con grandifitma fetta a Melano per dare ordine ode


cof che bijgnaaano a quelle fontieree lafi Capitano deL

l'efretto che era a Parma tl Marchef di Marignano. lU


quale per hauer pochifildatinon potendofare altro, fi ritiro g>o
alquante miglia difoflo da T^arma parendogli ajji a im-
pedire che nella citta, non potefiro ejfer portate uettouaglie

Alla guerra di terra, che per nome del Duca Ottauiofi fice-
ua dal 'Ke di Francia contra limperadore in Italia , il Prior Prior d

di Capoua Generale del "Rs eie aggiunf un'altra in mare ie ca


Percioche hauendo egli intefi che'l Prencipe Doria era par-
(qmoua per andare in IfpagnaaUuar di ordine deL
tito di na.

Nmpcradore Aiafimiliano , Re di Boemia con la R^ina


Cua nuoua mogie, e condurlo in Itala per lo paJfiggio,che egli
haueua a fare in Lamagna delibero di asfaltarlo : e

lo and a incontrare non molto lontano da Tolone. ^Ma ,

come che'l Doria hauejfe da cinque galee di pi che non


haiuua tl Trior e non ejfndo elle cof bene armate ,

come erano le Francef , ^ all'animo 0 piu tofo te-


X ij
, ,.
,

148 I V I T A D
merita del Priore, fimandole in ma^ior numero, non
gli parue fono conjtglio di tentar la fortuna , ma fi ri-
tir a dietro. Onde il Priore lo figuit tuttto un giorno,
e dipoi nel porto dx Tolone . "Tafiato al fine
fi ridujfi
nel mar di Spagna : e prefa nel porto di Barcelona una

^alea del T*rencipe, con una fregata, e fitte nauigrof-

fi , le condujfi tutte a AdarfgUa . "Tofiia , <fual fi fofi

fi la
cagione , partifii tjueflo 'Triore da' firuigi del Tig

di Francia, and a firuirela religionde' Caualieri <


' Intanto procedendo a lungo lafitdto dt Parma ,
^atfdlpar
B. e della ,^irandola : ne facendofi effetto buono , il Papa
a cui hoggmai rtncrtfieua la ffiefa della guerra ,
nella

quaU med uolentteri era entrato , contratt , e fece pace


'
colT^ Francia , tfindo rimaf morto fotta la dMi-
randola (fiouan Baufia di Montefo nipote . E furono
leuati amendue gli affidi. Onde il Marchefi dt Mat i-
gnano and con quelle genti a fccorrere il Piemonte . In

Pace tra quefto tempo fice anco pace ^ amicitia il Re Ferdman-

dei Vai ^ Vaiuoda. Ma lafiiando a dietro alcune altre co-

noda. Itquali non appartengono alla ulta del.


fi , che figuirono ,
lImperodore , dico, .che effindo tra l'Imperadore ,e IR
di Francia rotta la guerra ,
zydrrigo tento tutte le arti di

menomar quelle deli Imperadore


accrefier le fue frze, e
Onde deft contra dt lui in Lamagna in Italia gli odij

che siauano addormentati ft) occulti : e fice lega con moki


Prencipi Tedefihi , che di nuouo gli fi erano rubcUati
. Tra
quali Mauritio ,
Duca di Safinia , dall' Imperadore in-
idegnico ucfiito di qucl Ducaio , e della dignit dell Elettorato
perajlr. di chc ne houcuo priuo (jiouan Federico il Duca pru
gione
CAULO aViINTO. 149
gione , 's*era
sdegnato fieramente centra Vhnperadore ,

che hauendo promejj di rdafiiar Ftlippo Langr amofino fiso


cero ,
poi che fojfiro adempite U promtjfi contenute ne' ca-

pitoli delio accordo , elJindo elk buon tempo a dietro iiau

tfiguite, non lo metteua in iibertt haueffdoneh fpejfi a v/ / rtt'i

Tiv : M
fardo pregato ..Onde gh pareuaefire ingannato mfimta^
poft da pan egli oblighi , che ejfi haueua alt im-
1*,
ai
mente .
^;oU.31
peradore , oltre all'ejfire egli fuo Signore^ shmolato anco da
glialtn , che per le coji della reUghone gli portauano odio ,
mouergU Mauntio
e difderauano noutt rult Imperio ,
fider dt
( mone
contralt fte armi. Onde fi un col figliuolo delDuca dt contri lo
Iinperado
SaJJntat co' figliuoli del Langrauiojt con moitialtrt "FreUm re.

dpi lor congiunti , a' danni dclt tmperadore ^ facendo lega


col "Rf di Francia . IljuaU ^fi come ijuello , che altro mag->
giormente non dtfideraua depcfit'o a <jueflo efftto quat-
,

trocento mila feudi ^ con conduionet che jene


la fua portione ogni mt( cento mda : con laqudl Jomma^e
con quella , che haueuano a pagar gli altri , fi douefj
mantenere dt continuo in campagna uno efircto dt denti

mila fanti , <totto mila caualli , e dt quattro mila huomtm ItniJ


''-
.. lob
darme ; promettendo oltre a ci ,
quando t Imperadorc ; / J *ii

prendeffe le arme cantra quelle genti , di ufiir poi tgh fo-


ri con un'altro buono efrato m fccotf loro- Trouauafi L'Impera*
dor in
l'Imperadore in Iffruc : e tutto ,
che haueffi intefa la Ugd Ilptoc.

fiuta da ^aurino contea dt lui , nella quale era ancotl


F^ di Francia , uolgendo uari penferi nel juo animo ^
ptr-i.

auentura non filmando , che l'efircito de' nirmct doueffe tro

aarfi cofi lofio a ordine ; 0 , che fperaffi di placar nfiiamri- .

t 'tOtO pure pt'> fffi^ cofit tanto impromfa , che non fpefi

FlT- DICAR,L.K K tij


tso V - I IT A Dii
fi a tempo poter far le prouifiom^che per difinderfieUnimici
fi mojfi altrimenti da
xoji' potenti , erano ncefiriei non

Ifpruc : ma delibero di attendere , doue ejuelt apparecchio



douejje riufiire , hauendo mandatoper gente in Italia, llche

fiJpettoad,alcmitche egli s'intendi ffi con d^auru


MntJef
^ ^ ^ Francia : mafi lude cto per l'efi
fe c nm- fieto efr fllSimo \e , che urfia era non meno nana , che
pcMdore. V ^ L r
Jciocca opemone . Ora Adaurino con un buono tfirato in un
fubito pafi in iiAugufia , e prefa Vlma , ffiinfi alla uolta

ctfiruc per coglier ifutut l'imptradore . Onde l' Imperadore

<1 t.:. mane^alcfuanti fildatt , che egh haueua.fico , a difnder


/( Chiufit , pafj come s' detto frte , e di molta importan-
.. ,

ii . Mia le genti di dMauritio ui occorfiro con tanto impeto^


che la prefiro , Corfi intanto Adauritto'uon picciolo pericolo ,
che dimandandogli una parte dtp fildati la paga, egli

rifondendo , che non era tempo di parlar di cto , unfoldato


piu.de gU altri gridando ; e comandando ^pMaurttw , ch'ti
fojfi pref , fu
^glt altri m un fubao ajj'alito con le picche e
con gli archibugi . Ada egli con la fuga fi faluo , T)i che

timpen houuto fbito autfi Imperadore , fi parti d' IJpruc di not-


l'

Sr.**v- te con molta fretta , non hauendo (juaft altra, compagnia,



che lafa corte , e la guardia ordinaria della fiua perfina ; e
: alume di torchi, econ tempo piouofi , infiemt con gli Amba
*
.j ;\fitadori ptr le zAlpi t
per cui fi ua a Trento, pregandofa

manca mano, ritiro a Ttlacco ,cafiello nel confino del


fi
Feudi dt antico patrimonio della cafa d'e^uftriatcofhntl
turo compafiiohcuole che un tatuo e cofi uittoriofi Impe-
,

radore fi rxtiraffi
di notte e m tempo ptog^ta. in cefi

humil luogo con la fa corte dtfir dinota , e per lo piu


CARLO aviNTO. ift
a piedi per carefiia di cauaUi , e con molta fretta , perfeguii
tato dam Joua^allo,e Jddao altImperio y da lui poco
innanzi ajfaltato e pojloingrandezs^. iaurato giunfiU
medefma nottealfpruc\e Jnzt fermarfi punto, fimifi
a tener dietro altImptradore : ma non potendo giungerlo,
e temendo forje di dare in qualche rete , ritorn in Ifpruc ; gui/pfnc.
doue fccheggM tutte
le cofide' freftieri, finta fardan-

no a quei della citta. Intendendo la Signoria di f^megia


la ritirata delt Imperodore a f^dacco
, lo mand /bito

a uifitaref^a prefintar con molto honore, profirendoglifi


benignifiimamente . Diche egli rmgratiatalaafiat , hauen-\
dofipofio nclt animo di far non mino tlMauritio riconofcer.r
fi deljuo errore di quello, che egli haueua fatto il Langra- '
,

uio , e gU altri rubcUi , non ejfindo alhora tempo ,fiemn da


dtfiimulare , fi mi
fi col mtzg del Ferdinando fuo fiatel L'rmpwj.
lo a trattare con ejfo lui eh accordo , trattenendolo infin che
,

fo/fi giunto a (qenoua il Trencipe Boria , che di fuo ordine j'


era ito a leuar/ldati Spagnuoli, /bito , che egli ime/e ilfol. Miutiri
Icuamento di quei Trencipi Aia hauendo de' R^ma- n
f

ni ordinato di abboccarfi con Aiauritio in Linz,


9) intima^^
ta a quello effetto una dieta in Tatauia, Aiauritio infuper.
bito di quelfitcce//,parendoci di hauer trionfato di (e/re,
infieme con quella par te de' potfanti, che non haueuano/
uoluto accettar i Interim, tumultuando in diutrfiparti,an^'.

daua per Lamagtia facendo diutrfi danni. Onde le


, cofi\
dall' imperudore in quel paefinon migliorauano punto an~'-
,

ZI andauano elle digiorno m giorno peggiorando Ache aue- .

niua principalmente per la lunga prigioniadelLangrauio^'


hauenao per lafua^ liberta piu uoltt a luifuplicato gran p4t\.
K liij
ffz V I T A D r
te de i "Trencipi di Lamagna . La onde , ejfcndo di <fue' di
morto Gtouan Federico Duca di Saputa ; ilefuae , bench
fop fiato poflo dalt Imptradore in libert , Jguhaua
Molontariamente la corte , l'imptradore r'vctue tn gratta
t figliuoUt concedendo loro il Ducato paterno ^ e dt nuouo

inuefendolt di ep Ducato . E delibero di dar parimente
la libert al Langrauio , hauendo ejuefti due IPrencipi
tenuti tanto tempo prigioni ,
/lamente per tfempio de gli
altri, che non fpro co/t pci a rubellare , e per tema,
che e* non foUeuapro da capo Lamagna , /emendo tlgran
figuito , che ejft haueuano . La onde fcrtp alla ^ina
^^ariapa preda (^percioche il Langrauio era tenuto pri-
gione nella Fiandra dentro Adelmes in uno antico palagio

fatto aguifa difirtez^za )


che lo facep libi rare . t^a epn-
do pggito dt memoria altImperadore di mandar ui certo
contra/egno ,del eguale era conuenutocol Capitano, chela
haueua in guardia , colui non lo uolle la/ciare . Di che la
7(eina aui/ktonelo , egli pofiia lo mand : e fu poflo final-
Lagrau io
pollo IO li
mente il Langrauio in libert-, ibfuale
fi ritorn nel po fla-
berci.
to . Dicono , che un fuo figliuolo baflardo alcjuanto prima
hauea cercato con un buon modo di liberarlo . llche gli uen-

ne (juafi fitto : ma nel fine epndo fcopcrto ,


lo fecero ejue*

Capitani fiueramente morire . Lac^ualcopnon haurebbo-


no fatto ,f penpto haue/Jro , ch'era figliuolo ; e , (guanto
ilfigliuolo fta tenuto al padre . Ora finalmente il Re Ferdi.

nando acchetato Maur 'uio , lo mand in Vngheria ; di cui

poi fi ritorn nelle fue terre nel tempo, che l' Imperadore (^co-

me diremo poco piu innanzt)apdiaua AdetZj A ejuefli tem-


pi irouandp Don Diego per nome dellImperadore agouer-
, .1 ' no della
,,

CARLO aviNTO. iss

no della 'E^pubUca dt Sunajopo lo hauerfipojlo afabruare


una cittadella , che mife Senefi in molto fpauento fi ufurpo ^ s,e

pian piano tutta L'ammmiftratiom dx quella citta.in modo,


cordoglio di ha-
che X pouert cittadini conobbero congraue lor
uer perduta del tutto la bbert loro. La onde
mandaronoj a, f, .

grecamente alcuni /oialEfdt Francia, llquale accettan-


do la lor diffa, diede ordine a' mmftri,che egli haueua

initalia ,
che prouedeffero al loro bi/gno. Ma non fppero i

Sanef tener quei maneggi tanto Spreti, che non


uenijjro
!*"

intefidalS. Cojmo Duca Ftorenzit . llquale, come fem- piego

pre affettumatipmo alle cofe clelt Imperadore ,


auertx il

^endozs che procedejf cautamente ; percioche ei uede.

uanonf che d non picciola importanza ; e gli offerf genti

per rinforzare il preftdio, che egli haueua nella citta .


Don Diego ,f come mal cauto , co/i piu animofo di quello

checonueniua,mnui fece olir prouifone. Fra tanto quel-

li, che maneggiauano le coj in fruigio del ; fa quali era


il fonte di ^Titigliano ,
e due Conti di Santa Fiore ; fecero
fegretamente da fi mila fanti, e molti caualli . E, perche

l'armata del Turco fi ritrouaua alhorafu le fpiaggie di Eo-

ma , la Espublica d Siena moftrando di temere ,


che ella

non uoltff impadronirfi di porto Hercole ,edi quello di San


Stefano ,fece intendere a Don Francefio (t eyilua fapua- ,

no di fiicento Spagnuoli , che erano in Siena , e guardiano

della cittadella , che ella uoleua mandar le fiue genti a di


fi-

fa di quelle riuiere. Don Francefio hauendo intef delle genti,

che ueniuam in fiuior de' Sanefi, e tardo aperti gli occhi


firijfi al Duca (^perche Don Diego era ito in Eomd) che to-
fio gli mandaffifioccorfo. llquale glie lo mando indarno. Per-
*f4 VITA
n C6te di wc^ir il popolo leuato in arme , mojj a un Jgm ordinata
DI
,
Suld *frodug nella citt il Conte da PttigUano con tre mila fan.
to m sie- ti
e sforzata U piazzet
; , cojirin/e il foccorfo del Duca a ri-
tirarji fittola Qttadella. Dipoi il figuente giorno entrati
due mila fanti dP [pntt di Santa Fiore, prefiro San Dome-
nico: e poi
fi mifiro a combattere la cittadella. dipoi Ma
apparecch'tandofiUDucadi Fiorenzei dimandare a gtlm-
perialt maggior foccorfo
, la Kepublica di Siena per fiuoi
> tiAmbafiiadorigli fece intendere , cbe ella in niun modo uo-
lea Uuarf dalla fedelt e diuotione dell'Imperadore ma ri.
,
por
fi nella fua libert , della ejuale hera fiata fpoghata da
di t^endozxet Onde dopo molte pratiche fi la
Snefi'^c
gli spa. rifilutione, che gli Spagnuoh abandonando la Cittadella,
'
ufiijjero di Siena : e
, che'l ficcorfi mandato dal Duca
, del

quale tra flettano Otto da t^onteaguto ne tomaff


, fi

faluo a Fiorenza , promettendo Sanefi di rimaner nella


fi.,
de uerfi l'Imperadore , Ma tofio, che gli Spagnuoli ufiirono
di Siena , ricouerandofi, e fortificandofi in Orbetello , eglino
riceuett ero nella citt il prefidio Francefi e rumarono la
,

Sanefi le- Cittadella. Don Diego, che era flato cagione del male ,
|refidi nolU anco ejfir quello , che ui mettejje fipra l'tmpiaflro , tro
rancefe
.
tuttauM , come s' detto , a H^rna. Flauiua tn que'
giorni il Signore Afianio della Corgna, nipote del Papa,aban

donato di Francia ,e s'era pofto a firuigt del


' Ber-
dtnando, e dell Imperadore Ondi . Don Diego prefiamente
chiamatolo, pafinel Perugino
^ a Cafi tl della Piene,
portando fico danari per afjcllar genti : e quiui lafiiando il
S. e^Ifiamo, accio che con l'aiuto del Duca di Fiorenza pro-
uedefie a quello, che focena bifigm , riduccndofi a Ltuorno,
,

CARLO aviNTO. * /A
porto anco uettouagtta in Orbete Ilo . molto lontano da
quejlo tempo ejjindo uenuto con moka audacia nel golfi Bifo cor-

F negia %fi JMuftafk , Corfale affai temuto ; ilquaU te * mo


wua con alcune ffie moleflate le marine della'Dalmatia,
predando tnauigli,che ut paffauano:^. Chnjofiro Cattai ro Caaa
le, mpote dtcuel famofo Hteronimo, chiamato (omu-
nemente , come fipra dicemmo , il (Canaletto ; dquale gi

prtfi d^oro di zAleffandria,trouandofi Capitano deltar-


mata ; hebbe notittafit ijueflo ^
Corfale: t , come ualorofi e di
gran cuore , con alcune Galee con molta prefiezg^ lo
affalth^

fg) lo utnfi , difipan^lt tutte le fue ftfie^ delle ejaU parte


combatendonegemafindo, e parte ne prefi, IlQorfale.che Lode del

fitrapojlo a fuggire coniafua fujla/funel fine parimen.


te da lui prefi : a cuifece tagliar la tefta . La preda non
fu
mediocre ima egli non firifirbo uerunacof perhyfor
cl^e l'honore. Ho uoluto toccar tjueflo auenimento: percioche v
la
non e dubbio , che cjtfefto Corfale m procejj di tempo haureb .'A
be fatto non ptecio danno a i legni
radore. Intanto che le cofi di Siena
^ alle marine delNmpe- v
^
paffauano in tjuefiagui-
fi, haueua il l{e di Francia di nuouo mojj una gran guerra
all'drnpiradore ne' confini della Fiandra . La onde egli fece ji Marche
pajjr fbito in Lamaana il
t^archef di -Piiarionano
J H
aeua ri' ^
cut jingoutr prodezza ogm
J
coja fprometuua,^
^ y
*
goanoma
altri dato dal

buoni Capitani con gente Italiana : e ritornato in


IJpruc , d!>Te*ir

andato pofciaa Fiffen gli uennero ejuiui molte


,
bande eh
Spagnuoh ; alle eguali aggiunfe un gran numero di Tedefchi
per ridurficon tutto quefioefrcito in quei confini della Fian
dra ,net quali era entrato il . Intefi apprejfiycht'l Ada/r-

chefieydlherto fi trouaua quattordici mila


fanti
, ^ altre
,

t$6\ V I T A D I
compagnie di caua!& , d'huomini di gran ualore . Ilpercht
' l'Imperodore cercaua, che egli uemjjahumiliarghf, dima-
'

,
firando un buono animo uerj di lu . E
quefo faceua per
ualerfi di quelle gentil hauendo dfegnato di andar pnu^
metter tempo in mezp a guerreggiar nella nptccardui , am-
Limper*. Jandot chele co/ di Lamagna Jt farebbono potuto rajjt-
fo, c*h2fe-
tempo . Et entrato in t^ugufla , rimo/J del
guiu ^ quella citt tutti i Magifirati uecchi , rimetteiu
douene di nuoui Ma trouandoji quiui^/t come un penftero
fgue dopo l'altro^ cangi U dtfgno, che egU haueua fatto di\
andar n* conju delia Ftandra,ejt rif^ dipajjart in Fran\
Ir et ctra tl'Re per lauta del Ducato di Lorena. Fui s'tndri^
'
'
prejamente j operando di maniera , che'l t^iar chej Al-
berto rubel dal 2^ dt Francioydifffofto di tornare a (eruire

il /ito naturai SignorefUonconuenendo tra loro intorno alle

fildatt. E fpendo l'intento dell' Imperadore ^ j

and innanzi a lui alla citt di Metz., citt del territo-

rio di Lorena ^ojjae popoloja, pojianel piano non molto


ifeofta da' monti di Lamagna : da' quali jeende tlfiume
detto Moflla ;
bagnando la campala , e
ilquale fiume .

, 1 partendofi in due rami , il maggiore ua a cinger per alquan-


to fpatio la citt, e poi entrando miei, ui fa due picciole

IfoUtte. E l'altro dopo hauer fatto parimente dt fuori un'al


tra picciola Ifiiletta ,ft auicina alla citt , formando un'al-
tra IfUetta
fi
a due ponti , l'uno detto 2hflro , e l'altro Dtf
more : tuno e l'altro de' quali ha fitte belltfiimi uoltt , o uo-
gliamoere archi. Fluefia citt per gran quantit dt danom
ri s' era fatta franca e
poi uenne in mamdd'R^di Fran-
cia. 6 mi aero era citt da farne molta iiima : perctoche
e ado na
, !.

CARLO aviNTO. //7


adorna di bcl[ij?tmt edifci , fatti quafi con architettura

antica: abondantiftma dt ognicoj per la commodita


de'fiumi. Trouauaft alhora dentro ^ionfignor diGhif^
mandatout dal "Kf : e u'era di molta gente^ fi France/yComt io Mz
Italiana. Onde apprefntatouifprima y che tmperodore
dt^archefe zAlberto con cinquanta bandiere y e con non
piccioU quantit di cauaUiy ujcirom le genti con molto impe-
to di fuori A faramucciar co' Tedifchi deidetto Marchefe.
^oco dipoi Jpragiunfe l'Imperodore con un bello e poderof L*fpera-

ejrcito\che fu a uenti di T!fpuembre : ) ilquale preftamen- te Meu


te comincio a batter la citta con grandifiima furia, di manie

ra , che loJirepito t il rumore delie artiglierie non fal fi/enti- '

ua in (u^rgemma ; eh'e dicciotta miglia lontana da ^ietz^


ma quattro miglia ancora di l dal Ffeno . e d (fhija ualo-
ro/amente la difendeua. Ada tojofprauenne il uerno.ilqua- imped-
leoltre y chequi Itanno fer tutte le parti di Europafu fred-
dtfitmo y in quelpaef y che e fgnoreggiato dalia Tramonta- >pado
na yfuole efjerfempre ajprtfimo : ^ hauendo piu giorni ne- retto a"
uigato , e dipoi uenendo di gran pioggie, s'ingroffarono talm- m* f
te ifiumi y chefutrchiando le riue , fjf
allagando te Strade,

fi pottua malageuolifiimamente condur uettouaglte al cam-


po : Cyche era peggio, per lu ano le gentiper lo grande ^ eccefi
i

fimo freddo , e nonfoto gli huomtni, ma anco i caualli ut mo- .. 't|

r tuono. La onde Imper udore dopo lo hauerfioffi rito pacten-

temente ogni difagio per continuar l'affidic , neCfine di De-


cembre finz.a alcunfrutto fi diparti, tffindo di ci principal
cagione l'hauere hauuto nuoua, che sjdonfignor di Vando-
moy Luogotenente del 7^ nella 'Piccardia, haueua pref
Edino : ilquale per effir dentro la Fiandra , oltre , che era
.

js! VITA DI
Metr^
luogo ftrtCfimportaua grandemente. Dktfi.chefitto
come per lo gran fieddo , ut peri piu che la
fiper infirrmt ,
terza parte ded'efircito deltlmptradoro . Dtermmo aduiu
que , lafiiando a dietro ogni altra imprefi^di fare a Prima-
Itera ognifio sfirz9 per racquifarlo.6 nelpartirfi da Mett^
hauendo a cuore le cofi di Siena ,firifje a 'Don Pietro dTo-

Udo^ Vecere di Napoli, che ajjoldando un buono eferetto, do-


ttejje andare in perfina a far guerra a ejuella citt . lle^uaU

hauendo ci fattole mojfifi con le fite genti l'anno m DL 1 1 1

partendo di Napoli , prima , che arriuajj a Fiorenza, doue


Morte di fi doueua congiunger con le genti del Duca , fi mori . Qiufia
maneggiata per l'imperadore e per ejfo Duca
To' fi poi ,

ledo Yia-
Capitani, con uari auemmenti. Finalmente uenuto
noMDiiii.
mprudentemente a giornata col ^archefe di
Marmano ,fit da lui rotto : e ferito in una cofiia,fi ricoue-

Marche r IH Lucgnano . Il dMarchefe diede piu affaltati a Siena, e


Il

on potendo prenderla ,
ut tenne tanto l'afidio intorno , che
pc Pietro
Sanefi mancarono le uettouaglie , e la citta a patti
^xc%^- : iquah notile furono offiruati , frfi , perche ne anco
fi refi
che haueuano fatte al
Sanefi ojjruaronole promejfi , efii

Prefi di
Duca di Fiorenza. Fra tanto l'imper udore ejjndofimojj

Ediaoidai conunbrauoefircitoa Edmo,uifiaccamp,egli diedcda


doTe"* tutte le parti una gagbardtfiima batteria. Ne ceffindodi

nel fine la citt dopo molti afjltifi


Morte del batterlo giorno e notte ,

artiglieria leuo di uita il Duca Fiora*


Suo
tio che u'era dentro per lo 7^ di Francia ; e furono prefi
,

Spianata molti cauuluri Franccf , ^ Italiani ,


che erano in fiia dif.

file faghaltrt fi il ^Jemoranfi, figliuolo del gran Con-


Terouana che ftmilmen-
tefiabiU . fiefla citt , e pofiia ,

tel'Impe-
CARLO aVINTO. rs9
te l'Imperodore prefi ^fice e^ fibitMnente /pianare^ accio-
che per cagton loro non fijj piu moUflato . Aia none da
lafitare a cLetro ; fi come tl Aiarchefi liberto e*l Duca Morte di

Adauritio , Uguale ( effndo ambi tra loro per molte cagioni si*
* *
difiorch haueua al ^Marchefi intimata la guerra, uenncro
)
tnfieme al fatto (tarme . Tercioche ambedue i loro efirciti

marciando per la Sajfira , ^ hauendo (^Alberto pafito il

fiume , detto J^tfrgmo, a notte S Luglio dopo d Aiezfl gior-


no con tutte U genti attaccarono la battagfta : nella quale ef
findo Adauritiofuperiore nella caualeria , hebbe la uittoria
di quelgiorno', mafirito da uno arcobugi'o, mia due giorni fi
mor. E fu fiptbto in Fribergio,Cafielio di Adifiiia. 8 queflo
auenne tanno usi. L'anno innanzi alla pref
l J
di Siena
M O L iir
ufi di ulta Carlo , Duca di Saudia ,etlmpcradore dopo

la fua mone dono il contado di Hafii al Signor Filiberto

filo figliuolo, e fuccefior nello fiato, ^rencipe prudent fil-


mo e d'infinito ualore. llquale hoggieti per li capitoli fatti
trail'Kp zArrtgodi Francia, e Filippo "Re di Spagna nella
pace ,
che per beneficio de' fhrifiiani fu conchiufa fia

quefti due gran T*rencipi, ha ottenuto tutto ilfiuo Ducato ,


di che, come dicemmo,era flato priuo il padre dalRj di Fra
cefio . tlMor fimigliantemente tifefifo armo il giouanetto
Odoardo Re d'inghdterra non finza (jpettodi uelcno, in
et di fidici anni. E pt fattaRfina tfAiaria , figliuola di Morte ift

Arrigo , e di Adadama Caterina ,


nata del R$ Catho-
Ileo. Laqual dopo la morte della madre rifiutata tii/

Re, fiera ridotta a uita quafi di Monaca , lontana dalla


corte del Re fuo padre : e quiui
fi ne dimoraua , mantenen-
do fimpre nel fuo cuore e nclk opere la uera religione fhr'u
,

Jliam.
169
Ella
VITA DI
aduncjue Uuando uia la hereticaprauit di ifuel
%tpno , ut fece riordinare il uero culto delle Chie/ con i fa-
cnfici Sceltfafttci , ritornandolo alla obedienzji del T^apa e
MaJanu di Santa Chief, Facendole dipoi
iftanz^ i principali Ba
Caterioa
^^iBcgno 4 prender marito per cagion della fucctjitone,
ingh*!te^*
r l spoCi ^l^ff Filippo 7{e di Spagna, /ho cubino figliuolo dell'lm-
,

figfiuoir E il maritaggio fi fece con diffenfadel Pontefice

peladore
P^'Uppo in Inghilterra a fpofrU.6,come che
nelprincipio la maggior parte di ^uei Baroni rimanefjtro di

ejuefe nozzf tnal fdisfti : fi come ejuelli , che non amando


molto Spagnuoli , non poteuano fflenere che (fuel "R^gno
,

ueniff ne' difcendenti dell'lmperadore:i^u,o uiderola beni,

gnita la dolcezjia del Re Filippo del quale pa-


, nel gouerno

reua loro di haurr un padre,e non un Signore e Re, rimafro


tnolt 0 contenti
; f ben u'hautua alcuno , che nel fgreto

f di altro animo e mente. Mori anco tanno miOc cinquectn.

Paprciu
^*^^ttantacinque 'Papa
(f
tulio Terzp,del M f
di Aprile,

lio terzo hauendo tenuto il Papato poco pi di cinque anni.Ef clett$


^annoMD
infifo laogo Ubuon Marcello Ceruno,Cardinalt di S. Croce,

jo
Marcello ii. Della cui bont e uirt effndo il mon
do in grande affettationt', eghufct aita il uentefimo giorno
dopo lafua creatione.Efu fatto Pontefice il CardinalTeati
^^poletano, della nobtliJ?ima casa Carafaie detto Paolo
wea'wps
te&ct. Quarto,che fu huomo dotto, perauentura di buona mente :
e
ma la maniera delproceder da lui tenuta nelfuo Papato fu

tale ,
che la fua morte uenne generalmente difderata quafi
da tutti : e fa gli altri il popolo Romano dimoftro , tfjendo

egli morto, l'odio , che gli porto , effndo uiuo: nondimenof


huomo dotto e di buona uita Intorno a quifli tempi , o poco
dapoi.
CARLO CLVINTO; i6i
dapyA1.*Timclol^ Contar mi t fratello di <jml M. Alej.
Jndro tL<fuaU, come di/pra ducemmo ) ffpinto da gratta
(
dipma cagione tago. pezzi il Safri di (jalhpoU con la
maggiorparte delle/kegenti, gettando afondo la fua (jaleai
r dipoi per lofuo fngolar mlore fu fatto generai Troueton

dell'armata Zlmitiana con/uprema autorit : honore infmo


aijuefo di non piu dato ad alcun gentilhuomo della noftra
citt
) ejuffto M
ueditor deltarmata, auenne
*Tandolfr Contarmi dtco,trauandoft Pro m.
, che hauendo egli data la cac-

eia a fri Galeotte ^ ad una Fufta , dalla Linguetta infi- ^


no a TDarazzo ( Uguali Galeotte franano allapofra per gmn- ti e^bai
gtr. qualche nawlto,o Vimtiano,o di altra natione, che duS^
xmeo 'di mercatantie fol pajfarpel noftro )ela fufta
golfo
^
tffendoffaluata m unafiumera,tjjgiunfe alporto di quella
citt : e/aiutatala per figno dt honore ut rimafiinftno alfe <iei
y

guent e giorno. Et e/fen^ la mattina andato alla Fmmera


perfornir di acqua le (/alee ; e ritornato lafera nel medeftmo

porto, lefri Galeotte tolti in loro aiuto molti huomini,gU *

uennero incontro per combatter fico . Onde tfiendo il Conta^


rini , come sforzato per attaccar la battaglia , ne potendo
,

confuo honore , ne con fuo utilefthifarU, qua della citt con


tiri di artigliere Di qui
fiftoutrfiro in fauore dede Galeotte .
ilContar'mi con grandtftmo ardire e ualore affralendole get-
,
tata fondo la galeotta del Capitano, e combattendo ehpoi

con le altre , ucctfi piu di nouanta huomini , e della fua ar- '

~'
mata non fu leuato di ulta alcuno , in gufa, che le dette
galeotte trouandoft fitto la citt , e il Contarmi

'in
figuitando
efendtrle con le artiglierie, gett a terra alcune parti delle
f
muraghe,mapiera,chtglthabitantfinirono di Durati
VIT. DI (feAF^L. K L'
,

162 VITA D 1
" ^
^,e furonoJmilmente abandonatt U (galeotte da tututjuet
li , che uf erano fpra . Aia , come che il Contarmi hauef-
fi
fpotuto a ftua mano impadronvr di tutti quei legni,
co fnzi difcult alcuna delia citt', nondimeno, per non
an^ ^
rompere il porto, fi ritiro a dietro, mofirando,ehe quanto egli
haueua operato, erafoUmenteflato per difntUrfi, e non per
offendere , haftandogli di bauer fluate lefe (falce , e lefc

]ti.
genti. E nel uero fipu dire con uerit, che la cafa Contarina
*"
fi* al pari qualunque altra et Italia illuflre nelle co-,
c-

^ fl di mare: e Ipet 'ialmcnte zAUffandro , Ai. Hiandd^


'*

-f
fi. Ai. bertucci, ^M. Cfirolamo,e Ai. tettorefratelli, han
no piu mite nelle occafioni dimoftro ualore,fnno,prudentgt
^
r ' ardire ineflimahile . ^ia ritornando ilI'Jmperadore,tro
Mandofi egli nella Fiandra offefo da una grane infirtmt, non
meno per cagi delle podagre,che Ipcff.oafjiggeMano,che per
altrefue indifpofitioni,flanco hoggimai dal continuar di tan*
te guerre, e dalle gran moUftie , che apportafico ilpefi de gk

Llmper- Imperi : e parendogli di hauere a bflanzfi tentato e pr-


curato il bene untuerfle della Chriftianit , abjuale effetto
tiare il
obLouto 2 dcLhcro ( ritirarfi dalle cure del mondo j
;ouerao
^
o '
Se gu lU- a Ulta quieta e tranquilla ,finia tenerpiu ilgouerno di u-.-

runa flato . Da che non fipu fare , che non fi fintano d


continuo le due contrarie paflioni , del diftderio e del timore ;
lequali alterando l'animo, turbano ogni noftrapace. E dicefl,
che fice , e dimoro in quefla deltberatione otto anni auanti.
Trono , che di cotali moleflie s'auide medefimamente ne gU
Diodedi- antichi tempi l'Imperador Diocletiano j
ilquale afeiando

l'Imperio 'Etmano, fi rtduffl tn Salona, citt di Dabnati,

fna patrk 4 Uuorar di fra mano m picciolo orticello , rie

s .
. putandofi
I

CARLO dVINTO. 1^5


'
putandoft piu fiice in quello sialo humtU , che non (t troua-
ua , quando era neO.'altezza d'un tanto Imperio : eH beatt^. >

mo Luigi "Redi Francia^ che fi refi Monaco, Hauendo Luigi r*/

adunque t Imperadore fatto queilo faggio proponimento : t

conferito^ con la Reina fita firela Donna


, ella ,f come
/ggia e di grande ipirito, nel lod : e jj di uolere
eJJ'a anco,

ra m quella uita fletaria tenergli perpetua compagnia ,

Ora, perche t buoni ptnferifi bbono prefi amente condur. Limpe.


re ad effetto, non hauendo forf ci potuto fare a dietro,
Vlmptradore chiam a fi d'Inghilterra d Re Filippo spgo a
fuo
figliuolo: gb rtnunti per pubbco iflr amento il Rggno di po'fuX
e
^poU,la Fiandra, la borgogna, lo flato di gelano ,
^ ogni altro fuo flato. B dipoi l'anno figuente rtnunti
altres l'Imperio a Ferdinando fuo fatelloiche fi*
m del fuo natale a' uentiquattro di Febraio ,
il

l'anno rnilk
gior- ^
cinquecento cinquantafitte. ^Apparecchio adunque la par.
tifa per Ifpagna : effendo poco innanzi
flato imputato Don
Ferrante (jonzaga, che
fi lungo tempo e fi fedelmente lo
haueua firuito , fellonia da alcuni maludgt , che a quel
Signore per lefue molte uirt portauano inuidia

prefintatofi alla corte , dopo la giuflification


. Jlquale ap

fa,con gene-
^
rofo atto fimile a quello deltaccafato Scipione
, sdegnandofi ^
contra la malignit di coloro fi r
, 'iduffe ancora egli in Man.
touaauita Ubera e tranqmlL. Nmptradore l'anno
Qofi
M DLV dilmifi diCgoflo trouandofi in Gante diede
.
,
licenza a tutti gli Ambafciadori,che preffodilm *
erano,
a' fuoi miniftri, Prencipi,e Capitani, dicendo
loro , che
pi di efiinongU farebbe btfogno. E refi oltre a ci molte
gratie a' Magiftrati deUe fue citt ddU Ual fide , e buono
1^4 V I T A D I

**ffi* * fmpre dmoflro, raccornmin-


dorelT*
M per 1^ dttndo loro il 'Ka FJjppo fo Jglimb . 6 mi fine di
So tri . fifice portare in una Unica alla T^ca^ detta zAjfimda ; la-
qualUttica hauendo da tre bande fintfire aperte , egh tutti
quelli , che per camino incontraua , flutua humanifiima-
mcnte. Et a' quattordici di Settembre innanzi al tramontar
del Sole entr nel legno per lui apparecchiato al uiaggo di
Spegna infieme co le due 'Rf ine fue frelle:ml quaU il d auan
ti uenne per fargli riuerenza il Ke Filippo accompagnata
dal Duca di Sauaia ; e parimente per tor dal padre tubi-
mo commiato. L'Jmperadore dopo akune parole dettegli

mmo' M tenerezzi ,
benedettolo , l'accomand a Dio,
^liuoio e facendo il fimile al Prenape . l dfiguente accompagnato
,

isauo. da fittanta (galeotte per ficurtdel uiaggio ^ tra Icquali ue

ne erano quindici %fiagUne , s'indrizz uerfo Spagna .


^l~
la quale dicono , che ui fi* fitte uolte : la prima ejfindo eg&

in et di dicifitte anni , la feconda di uentidue\ la terzi* di

trentatre , la quarta di trentafi , la quinta di trent'otto , U


che fu tultimaytro-
fifia di quarant'uno'i quefafittima
e ,

*
uandofi di cinquantafei . *Feruenuto diporto dx Laredo,ter

7 radi Bifiaglia , vennero quiui a incontrarlo i maggior Baro-

ni di Spagna i fa quali u'era il gran ContefiabiU . Smon-

'
Limper.
' Imptradore in terrafipo/e con le ginocchia in fu'l lito :

dorcema ^ (lobo lo hduere humilmcnte rinora fiato Iddio, che

do, e paro nelle efircme giornate d fua Ulta gli haueua conceduto gra-

^w.**** tia diejfer ritornato faluo in quella prouincia ,


laquaU pii*

che altra gli era Hata fimpre cara ; e per laquaU era perue-
nutoa tanta altezs^ etImperio a cofi fitblimt di gradi

bonorii ^ a cuidopo ejfo Dio attribuiua tutte Ufite uit~


,,

CARLO Q.VINTO. iCs


torte
^ tfmt trionfi : dijfi cjmftc parole . Samtt 7D dio
dtfideraufiima madre mia : nudo io u/ct del uentre dt mia
madre , e nudo a te , come a un'altra mia madre ,me ne
ritorno. Et in ricompen/ de i molti meriti, c'hai uerfo

di me , non potendo darti altro , ti dono queflo mio hu^


mil corpo , e quefle deboli ofi . Ilche detto con molte la-

grime ,
e Calutati benignamente quei Signori , tquab erano
uenuti per honorarlo ,/lito in una lettica,f condotto in
quella citt , ouefaceua refidenrei l'infante Qarlofuo nipote . LTmpe.
^uefta Metropoli di tutta Spagna,pofia nella ualle Olita

na , dalla quale riceue il nome : e da Spagnuoli detta Va-


gliadolit . ^m limperadore fi riposo due giorni , non 'den-
tro Upalazxfl , ma in una cafa prtuata : ne' quali giorni ejr-

tf l'infante
,
prima a temer Dio, e paia figuire le uefti-
gia dU' fuo maggiori, che erano fiati Cathdtc
^ Impe- joreTri.
radorigiufitfitmt . Edtpolpartendofi ,firidu/Jeinunaual-
U,che ealihaucua eletta per lo tempo, che foffe piaciuto a Monjiic-
n ^L J /r ri '
/r riodeMo
UlO che,
/
uiuere : oue e un luogo
doue[fi, Joletario pre/Jo 4 nati di saa
certi monti uerf Adezpgtorno : iquali monti fono ajpri, ma
la pianura alquanto piacemt ; e ui habitano alcuni fona-
ci di San (qirolamo di uita molto dura ,
gio delle cofi del mondo
^ auezft al dt/pre-

, altafiidua contemplatone delle


celefit : e il luogo detto San Gmfio , dtfeoflo da H?lacerna
fitte miglia nella prouincia di Efiremadura prima . Ma yit, jint,
licenti'o le due Esine fue /r elle : lequali ne con lagrime , ne
con preghiere poterono impetrar da lui , che rimaneffiro a'
Joi ferutgi . Diede fimilmente licenza a tutti ifiuoi creati

fg) a quelli mafiimamente , che piu gli erano fiati familia-


ri e piu cari, ritenendone folamenteagUufineceJJrialquan-

FIT. DI y- L iij
1 .

V I T A D I

ti'tpcrcmhe noti tram piu ^ , che dodici: e (i riferho altreji


un cauado , henche poco , o frfi non mai l'adopt rajj
ui dispenfua le bore parte in orai ioni , e parte in afcoUare
,

t diurni uffici con tanto firuor di rprito^chc non houeua


altro nel penfnro e ncOa bocca , cheH fantifiimo nome S
Dio; ^tncjutfli fanti e /firituali efircitij continuo infu
no mttanno mdlv 1 1 . dt Settembre , che fu a* uenti
uno dt ejud mef ,
tl giorno del glortof zy^poflolo Euatu
geb/la San t^athia . Inanzi al ejuedgiorno conofcendo egli,
che fiautcinaua il tempo della fua morte (^perche era sa-
to alejuanti giorni aggrauato da malattia moflrando una
)
contentcz^za dt animo tneftimabile yfi armo della confefiione

e di tutti t facr amenti neceffriyafpettando la morte con ejuil-


la fiamhezza danimo , con che l'afpcttano coloro , channo

pofo tutta la loro fperanz^ eficurez^ nella immenfa piet


del Sgnore. (jiunfiil me defimo giorno alla fua prefnz^

ouo'di
l'^^ciutfcouo di ToUdo , huomo di molta dottrina . Jl^ua.
T^cdoc letaitofo che fueduto dall' Imperadore y egli rallegro:
, fi

munica e (bffi , ncflro buono e fidele amico , io ui r ingrano ypot che

dwe r* fitte uenuto ad aiutarmi a ben morire . E un'altra uolta fi

confifio da lui : e la mattina , che figut uppnjf ,


uoUe ,
che

egli alla fua prefenz^ ab braffe tl Diuino u^cto ; nel fine del

eguale pref dalle mani dell'eArauefioao da capo la fnttfiu

- ma comunione con tanta dtuotione c fpargimeuto di lagrU


me y che fice flupire (juet che lo uidero. Ilche fatto ,
l'Ar,
,

ciuefiouo y ^ alcuni di que dotti Monaci difiero molte chri~


che fa tremar
filane parole per confortarlo a quelpaffaggio y
mo V/ fitl'Ji animi trou trono ben dfiofl Oy che piu
; Q;} lo cofi

tofio tfii haucUMio bifogno di confrto . E tra qutfii ragiona-


menu
,

CARLO dVlNTO. \Cy


menti uenne tl Akdicoiilquaxycome defideroJjSimo della ut>
ta del Signore , gli rec un cibo uirt da poterlo ritene-
fQ
re in Ulta qualche bora . il buono Imperadore , che co-
mfieua , Comes'e detto , chela morte gli era uicina , accefi " ?

della fabete eterna y con la mano defira fece (gnoaldMed- no aiu


****
co ychefpartiJfe,econla(mfirapigh la imaghie di e-
(f
svChristo croctfiffo , chtgU era a canto : e piangen-
do l'eArdueJcouo y i donaci , e quei pochi , che fi tro-
uauano prefinti, poi che riguard alquanto quella imagi-
ne con gli occhi immobili , dijj quefie meehfime parole .

Signore e redentore mio, io ti rendo gratie de i molti doni,

che t' piaciuto concedermi , m farmi Signore di tanti


T,egni; e parimente della finta protettione, con laquale ti

fii degnato di confiruarmi ; ma fipra tutto di quefii ultimo


miofine , col lume della tua gratta due anni a dietro antiue-
duto da me , conofendo la fugace uanitd di quefio mondo
la eterna grandezza tua , e lafalda fiala di uenire a te-, la-
quale e quefta croce , oue pende quefia imagine di Gesy
RISTO filuatornofiro, tuofigliuolo. Dipoifiggiunfi,
io tl prego clementifiimo Signore
, che mi perdoni i molti pec-
cati miei-, e lauando nel tuo innocente [angue quefla mia

anima peccatrice, ancor bagnata e lorda del[ngue , che tan-


te uo Ite ho fitto fpargtrea tante migliata di creature per
folle cagton di quefii falfidomtnij ,ebeni tranfitor e terre-
j
ni , uoglt riceuerla nelle braccia della tua piet : nella quale

fola , come di mio celefiepadre , ho collocata la mia fperan-


B cofi detto yfigmtando quefie altre pache parole In Mone id
.
,

manvs tvas domine commendo SPI-lioTc^^o


R.ITVM MEVM, chtufigU occhii e , come fifojfi adar-
L iiij
.

i68 V I T A D I

nuntato in un dolce e piaceuolefanno , pa^o ( come fi dee


credere alia, beata ulta Jnz^ , non che fare atto alcuno
) ;

di pafioney ma ne pure mutarfi dt mito , ne di colore .


^a-

,
tanta giorni innanzi alla fita morte nel mij di zyigojio ap-
parue nel (jelo una Qometa ; e l'iflcfj giornoyche ella comin-
cio a uederfi yilrnperadore ammal. Tarueaduntjue yche
quefia Cometa prediceff la marted f gean TrerKtpe: co-
me ella predtjjt ancora quella di Paolo ^arto , e dt cyirri

go dt Francia . Tale fu la morte dellinuittifimo Car-


lo Evinto, utramente degna della/ita uitOychef in
ogni Ja parte catholica , e qualftconuune a Prencpe Chri-
Religione : per cloc he non uoUemat y per molti commodt , che gite
ne poteffero utnire , acconfentire a ueruna herefa : anzi tn

quanto alle fe ftrze y cerco /impredi diftruggerla fitta de'

Luther ariv.e non accetto amicitia d'infedelnanzi fu lorofertf


fimo nimicOy come piu uolte dtmoftro nelle imprefy che hebbe
^ prendere cantra di loro . Tfelle ammtm/irationi camino
ciuftina.

fmpre con que' due pitdty fopr ai quali fi fofltngono gli fia-
ti : l'uno de' quali il premio , e l'altro la pena . E , come
cienM . che foffc giuhjimo , era ancora clementifimo y benefico y e
liberale. E, fi alcuna uolta fino fiate ufate ^auezsf m-
toUrabili a' popoli, e figuttide gli altri inconuenienti , che

apportano danno e uergogna ,


auenne tto non per fito difet-

to y ma 0 per cagioni necejjarie , o per colpa de' minfiri cat-

Cariti. tlui auari . E, quando fofft limofinarto , mentre e' utffi ,


uerfi qualunque frte e qualit di perfine , lo dimofiro tnfi-

jjjjoaiiti. no quando era fanctuUo : che ef/endaglt afjtgnata certa


y

quantit difeudi al mefiy egli fpeffofigretamente difpenfhua

tn un giornofilo , quello , che era deputato per molti . ^Ma


pofiia.
CARLO aViNTO. /o
pofiia , da che giunfe neltet di huorno,per tutto il tempo di
fua aita , manto poutre donzsUe,fifenneghfludt de' uirtuo
y5j us molte altre gui/e di Lmoftne e di Itheralita chrt/lia-
fu e di gran frutto, tfommamente gii dijytaceua^ch'egli non
pote^'Cguamente fouuenire a' hi/o^i de' pouer.Era /ffe.
renttffmo :e trouandofi negli tfrciti, Haua alle uolte ejuin.
dui epiu bore con le arme in doff. Fu hcUffimo caualcatore^
audacijmo in tutte lefue impreje , inguifa , che appare-

u da douero, ch'egli non temeua tl morire. Entraua intrepi-


damente in tutti ipericoU: ne pugaua punto la te/a ^fe ben
fentiua il rimbombo , e uedeua uolar le palle delle artiglierie^
ne ritirattapiede in dietro, ne meno impalhdtua neluolto.Era Temp.
'****'
d'animo ben compofo/u gutfy che la colera non lo /ffinj
giamai 4 uerun'atto indegno: empito tanto diffcile ad a sjre-
nare^che Ale/Jndro in c^uefiofu indegno del cognome di Ma
gno . Sobrio nei mangiare , di maniera, che non pigliaua cibo
puychi una uolta il giorno'.e nelle co/ di ^enere temperaifft.
mo , ne hebbe piu, che una moghe-,percioche hauendolo morte
duRiolto dal primo,non uoUe Itgarfi ad altro maritaggio.Era
HuounitJ
humaniffimo,e daua udienza a cia/cuno . 6
ilfo mede/imo coftume

coftume era tale..,SoUuaorcdnat tornente la matina,toflo,che


/I / I ! z' n
egli leuaua di letto, hauendoFpo/io /opra la cami/cia una rob *o ogoi

ba lunga in/ino a' piedi , mgmocchiar(i in terra , e per buono


/patio adorare Iddio ,/pphcando alla fa infinita piet,
che gli conctdeffe gratta , che le opere/ut di ejuelgiorno fi>/firo

a gloria die/J Iddio a bene de' Chrtftani Dipoi la-


.

/ctaua entrar nella camera i fuoi piu intrm/ichi famtglari,


chehaueuano autorit di entrarui:e leggeua t /tte falmidi

^auid. Iquah finiti ,/iue/liuamminorei/patio d'un'hora.


, L >u
no .V I T ADI
Pofcia ordinati i negotijpitbUciyfi n'andana a udir la meff.
LatjuaU dicono, che ud ogni giorno in tutto d tempo, ch\gU
uiJJ,fuor che una fila uoUa , trouandoft a quella infelice im-

prefa di Africa,coflretto a ci dalla maluagit della frtst^

61 >
. na. Dopo la mejjafi riduceua fidato a definare , ne mai in-
nanzi a quellofi trapponeua in negotio akuno,fi nonfijfe ac-
corfa qualche graue importanza-diche di rado aueniua.Ddet

Mo<iera - tauaf naiurolmente di falumi e di pefir,ma ufua moderar-

mangiare!
mangiarli,hauendo riguardo alla /nitine heueua
nel bere pm^che due uolte . dMcntre,che egli defnaua,htnche nonfi.
.

leua parlar quaf mai, 0 poco,afioltaua uolent'teri alle uolte


qualche paroa,mafiimamente,fi era coja efimplare cauata
dalie fiacre lettere. Dopo il cibo daua lunghifima uchezei,por-
gendo orecchia benignamente a eiafiuno, quantunque di bufi

ue-
fifima condurnefifiofifie,e riceuendo ognifitpplica,chegU
nijfi apprefintata. nelle rijpofte era rifilutifimo huma-
Kjfpofte. Qo fatto, come io dko, per lunga pez^afii appartaua co'

fiuoi nelle fite camere, oue ragiona ua /migiarmente.6 da ca-

.
po tornaua alla trattation delle cofie publiche. 6t in quefli uf-
fici terminaua il giorno . Teneua nella fa corte perfinag^i
Carlo Qui e Ut tifimi,fi IH lettere,come in arme.^on fidilettaua di giuo

:
J"diuet' care, mafi tratteneua in ragionamenti per lo piugrauiedtco
tmportanti.Sra intendentfimo didiuerfi lingue. Fauella-
fc bngne.yj:

ua Spagnuolo co quella dolcezza c propriet di uoce,comefifi


nato in quella Prouincia. Sapeua ben fimo la lingua Fra-
, fi
cefi.e dicefi,che egli a imitatione di Giulio Cefre compofi ijt
Cnienta-
quefio linguaggio alcuni bellfimi
Commentari dede cofida
t lui fiattt,iquaU,come odo bora fi tr aducono in
Latino ,e(i
,

. daranno fuorv.e do fice per dimofr are almdo,che i moder-


ni Bforici

I
CARLO aVINTO. nr
ni hforicififono in molte cofi ingannatk Latinamente par
laua a baftanz<i,e in Tedefo ottimamente, '^elparlare era
breue e fccmto,con poche parole abbracciando molte oof,e
ricercando di ejfr tenuto con uerit piu prudente ^ cheelo-
4juente.Vfiua motti pronti,^ argutifmii.SoUua dire , che

finta dubbio i nerui delle guerre eranojje uettouagliefi dana


to

riiffiifildati.Ma,che hauendo a mancare di alcuno di <^ue


fiiyCgli fimpre haurebbe eletto di hauer fidati ucchi epra^
fichi della guerra : percioche finta gli altri duegh bflaua
tanimo di condurre in talguifa U in^refi^che con l'opra de'
buoni fldatt,ageuolntente dell'uno e deltaltro fpogUerebbei
rmici. Dtceua,che fi come la /pera di Saturno'jche e ilpiu ai
ta di tutti ftte i Pianeti, tardifima a mouerficof doitreb- miUtudine

bono i Prencipi non e/fr fiettolof nelle dehberationi et opre lo a> saturno

ro.S nella gutfa,che l Sole e il medefmo cof al pouero, come


alricco,nt diuerfo,ma eguale e comune a tutti.cofparimen
teifuei,chereggono,dtbbonomofrar beneuolenzaegiuftitta j

aoualmente a cialcuno.S.come lo Scclifi delSole e le piu uolte De'* Ec-


f
fepto ai gran mouimentt :
^
coji ogni metano
S
errore, che com^
clifiidel
Soie.

mette alcun Eje o Signore, apporta gran difturbo agli huomi


ni.DKeua anco, che,fi come il Sole li(juef la cera, indura
Ufango:cof la libert deiK.e fa diuenire i buoni miglioraci
maluagt piu ingrati e peggiori.^e taceua,che, come la Luna
moueJpetiamente le cofi inferiori, non per ejjere ella piu pofi
finte, ma per efjer piu uicina degli altri Tianeti alla terra :

cofi e di grandifima importanta ad acquetare i mouimentt


della guerra, 0 flleuamenti che fono al tempo della pace ,
1 fi
la mcinanta del'Ri . 6 non e da troiaflare, che hauendo pm
uoUe in diuerfi Diete,fatu m Aquijgrana, in Vormatia, in
.

^
i72 V I T A D I

t/lugufta^e tn ^atfsl/ona,traitato indarno de i mgotij impor


tantiemi intorno alle coj della religione, e conera il Turco ,

fleua dire.Vna dieta ne produce un'altra: ma ilparto affo-


ga la madre. Et hauendo ifuoi Capitani alcuna uolta detto-
gli tjuelloyche fu detto ad Annibale,ch'egltfapeua uincere,ma

nonfapeua , o uoleua ufar la uittoria ; ^ adducendogk per
efmpio ^iulio Qfre,che con la prefiez^ nonflo acejuifia-.
ua le uittorie,ma anco le fguitaua,rifpondeua ilmperadore,
che gli antichi haueuano f^ unfne,ch'era l'honore;ma egli,
th chrifiano era, h fogruma,cht fene hauejfpropofi due :
l'uno ded'h<fnore,e l'altroJche era il principale,lafdlute dei-
DiFfacii.
l'anima. Soleua anco Ipefj dire : fado /odio, che,fiio

prendeff tutto il 'Aegno di Francia , lo refituirei al ,

cjuando eglimi lafciafjc quelpoco, ch'io contendo affermo


Carlo V. tjjcr mio. Oltre a ci ho intefo da perfine degne difede, che no
Inn^ne^fiii egli haucua cogmtone dille Unguc , maancchdelle fi'ien-

fcienic"^'
Mathematiche, alla geo-
metria , conofiendo, che qutfte arti erano molto neceffarie al

guerreggiare ,f nel condurre efirciti in paefi lontani , come

nello accamparfi , e combatter le citt Pfr quefto fidiletto

molto di Pittura,e fi^naua compor temlmente, fece quel-


d e

la filma di Titiano K icellio, ^ittor Dmino , che zAlefJan-


dro Magno fece di eyipeUe, procacciando con ogni gran-

dezs^ di conditione di tirarlo alla fua corte : e due uolte , che


mando per lui , l'honorofipra modo, ragionandofamighor-
mente fico , e nella fua partenza adomandolo della digrr-

t della caualeria.con larghifiimi priutlegi-,^ affignan-

doli entrau homratifiime per lui e perfoifigbuoli.^e fu pr.i


- uo della cognitione dell' Afrologia,e prtndeuafipra tutto ua-
ghezxfi
.

CARLO Q^VINTO. 175


ghtzj^^gfAndtJitm d'Horologi. Ondefifice molto famigliare oroiogi#

un Cremonefiydetto (jiannuoo Tornano , flupdfiimo Mae


firo di tali tfirumenti: ilquale nello ffiatio ehfette annigliene
fice uno maraughofi di rame, che s'appoggtauafi* due piedi,

^ hautua mie e cinquecento ruote',


fp)
in efjfi conteneua il

moto de' fitte T*ianetiinfieme con quello della ottauafpera.


Ogni cerchio era fatto difi facciate , e tutti queft cerchi era~

no doratifuperhamete. ^e in cofifatti lauorifu mai ueduta


tofa ne piu ingeniofa,ne piu bella. He bbe uiua e tenace memo-
'
ria; e d'uno , che fifjeflato da lui foiamtnte ueduto una uol-
ta ,fi ricor dauafimpre la effigie , Fu difiatura comune , ne sumra , *

graffarne magra.Eraneruofo e robufio,euifjefemprefano\n

fino a i quaranta anni: haueua la fronte fpatiofa,e il uif del


fontinouofireno. Il nafo aquilino, e le labbra alquanto in fuori:

ft) era di pelo biondo, di maniera, che, quando eragiouane,i


capegli e la barba pareuano di color d'oro.Viffi cinquataftte Oh?'
anni, efitte mep,e uent'un giorno : de' quali regno quaranta- e Impwi

quattro,^ ammimfiro t Imperio trenta otto. Lafiio unfigli


mio mafihio , cio e il prefinte Filfpo 'Rp di Spagna; ilquaU,
come s' detto,inuefi uiuendo di tutti ifuoi Rfgni; e duefigli]
uole legitime, Maria R^na di Boemia, e (fiouanna 'Rima di
Portogallo-,^ una naturale, maritata al Duca Ottauio.Fn
Precipe in ogni frte di uirt da effir comparato a qual fi uo-
gba antico : e difatti e di gloria eguale a (efiare a Carlo
^Magno.^e fi* a poca glor ia di quefio inuitt'ifiimo Imperado
re: anzi pu attribuirft a' miracolo di quefa et:l'hauerfifio
perto fitto di lui per le nauigatoni dd (ortefi , e eh altrifitoi

Halorofi Capitani, un nuouo mondo:quello,di che Seneca neOe Nuh>


firn Tragediefiuycom: n^rofeta.oUre alle parti prima trouate
.

174 V I T A D I

dalgran Capitano Colombo di naton Genouefi: chefino ian


te file e tanti terreni abondantifiimi d oro , che una mara
'
uiglia , che pano Hatifi gran tempo nafioft ^ incogniti agli

antichi^ iqucdi furono cofi curiofi inuefiigatori delle cofi della

natura. 6 in quefio tale e fi ipatiofi tratto:come migran


gno di t^efiicOydel Per^e delle Molucche(^quantunque que

fie egli dipounon potendo cauar danari dt Spagna, ejfindo

aftrem da' btfogni delleguerre,impegnajpal l{e di Portoga i


lo)e parimente m altreparti, ui mand; come in luoghi coquu

fiati da'fitoi Qtpitanvy'Vecere e (fouernatori, riducendo quel


le genti Idolatre alla/anta fide R i s t o:r facendoper
tutto, oltre alle molte Chiefe ,
per commodo ornamento e
que' paep , edificar cafi e palazzi fitperbfiimi : come a pieno
trattano coloro, che ne hanno firittoparticolari uolumi. 6,
Abondan- quanto altobondanz^ deltoro , leggo , che iultimo ^^, 0 piu

SdCttKo Imperodore del Q*zo; perctoche egli fignoreggiauad

molti "Re ;
ejjndo fiato uinto e fatto prigione dalle arme
Imperiali promfi perrihauer la libert di pagar fia po-
,

co ptu di due mefi fittanta millioni di feudi etor .

per la dtfiordia ^ auaritia , che nacque fia il 'Piziaro

r l'z^bnagro
(
due (/apuani in que' luoghi dell Imperado-
re ) auenne , che dopo lo hauere egli dato da dugento ottan-

ta uafi d'oro , fu amazgato . Vi qui Uu tImperadore ra


gioneuolmente quella bella imprefa delle due Cobnne pian-
tate da Hercoile, con il motto , *Plvs vltra; il

cui fintimento da per fi e molto chiaro . Quefio poco ho uo-


luto toccare ,
come necejjario , nelfine della fua uita
La qualuita,quanto fijfeper bene uniuerfale de' (hrifiia
t fidtrabile , et
ha dimoftro la fua morte ^a prima g
che io
,

CARLO CtVi O. 17^ NT


che io termini la mia fatica , ho giudicato dtdouer far co/i
grata a leggenti in aggtungermlefue t/i^uie . EJJndo flato
aduncjuetl corpo dt qutflo gloriof Imperadore fpelino nella
Hfal Cappella de 7^ di Spagna in franata , doue antico

cojume dt (pelhruift tutti que : d "Re Filippo ; come pun-


tifimoJgLuolo ;
con quella grande e Rfalpompa , che (t po-
teua maggiore^ fece fare in irufeles efiquie nel uero/lenniji-
me ; allequah egli [le/f and in perfona ueflno di quello hahU
to ,
che afmili lugubri e lagrime uoli ufa conuiene : ilqua^
fi
le detto ^ramaglia : (gf
a quejie fufeguito da tutti ifignori
e caudluri della Rial corte. 6 l'ordine fi* tede . Siraunaro-
no Ugiorno a do dtputatogli h uomini e perjnaggi dt qualun-
que grado , che nella pompa funerale erano tenuti dt douerf
trouare , nel palagio e nella corte : e tutti erano utfini di
gramaglie lunghe infimo a terra , haueuano in capo ber et-

te quadre ^ fecondo l'ufanza Spagnuola con lapiega dt dietro,


fafciate di nero uelo, e parimente dt naftro delmedtfimo
colore . E da fapere , ch'e una ch'tef prtffo tl palagio , la

quale e detta la Chiefa dt Combergo . "Da quejla chtefa fi

moffero ordinatamente , e camtnarono dietro due (foci della


Chtefa maggiore quafi turni preti etfiati, che fi trottarono
nella citta , uefiitt di rtcchtfiimi panni , che da noi fi deano
paramenti . Dopo iqualt fgutuano i Adufici della Real
Cappella , e dipoi tutti i Capelanidtl Re . Dietro a quefii
ut erano d'intorno a uenti Abbatti di quel paefi\ i quali co-

mmauano a due a due : gt) haueuano in doff piulait dtgran


ualore ,
erano adorni dt t^nre e di pafloralt non men
rucht , che belli . Dopo quefii pafi il Zlcfcouo di eiAfras
ch'era flato uno de' prmcipcdt di Carlo luinto,epafio m me-
V I T A D I
a due Prelati ,e potil Vefcouo di Liccio , ilquale in cofi
fatta cirimonia cant la ^ejfkt e celebr tutti gli altri ^
uim uQci . *Paffarono dipoi i Signori della citt ; il Mtrto\
c'haueua il carico della (fiufiitia ,
e tutti gCi altri Magiftrati
conlelor fam'tglu fcguitauano i Qoerici . Dopo ejucft haue^
uano luogo divento poutri con uefle lunghe e cappucci m ca^
po : ciafcun de' ejuedi portaua un torchio accef .fpra cui nel
campo etun carton nero era affgurata l'arma dell'Imperado
re. quefiifiguitaua il Gran (ancelhere , il Conpgho
di "Bralante con moki iffcie^ , e con tutti quegli , che erano

fatifer Ultori dell'Imperadore , penfionari , forieri, e minori


ufficiali del "Rfie trentaquattro paggi a due a due infeme

con i loro (fouernatori . pofiia quattro caualerizfi dd "Rf :

finalmente i Medici e tutti igentilhuomini della corte di detto


Re ; i qualifaceuano grandfilmo numero , e non men pam-
pofio ,
che lagrimtuole a uedere . T)opo la corte del
fi-
guitaua no duegiouani : iquali portauano fu le Sfalle i Tam-
buri rouefii , coperti con l'infigne pur deltImper odore . An-
d uano or prefjo dodici Trombetti con gran pennoni doro ;

fpra tquab u'era l'cAquila nera . Seguirono pofc 'ia tre

cAraldi : ilprimo con la cotta di Brubante : ilfecondo cCoAr


tois : e il terzo ,
ch'era nel mezp , con la cotta Imperiale : e

dipi un gran pennone portato a piedi da un Caualiere de'


principali ;ilquale erode' colori, che fiokua ufkr t Impera-
dore : cio giallo ,
bigio , e pauonazzo ; e fmilmente ripieno
di focili e di pietre focaie ; che e l'impref di Borgogna :

haucua il motto (kit Imperadore , che dicemmo di fpra :


*Ti.vs VLTR.A. c che figuiua la propria celata (
effo Imperadofe, portata [opra una nera haftacon gran-
,

CARLO QV LNT O.
dijim pennacchi da' rmdefim cabri da tMonfgnor di
Ltdt'fCh' un nobile ^ honoratoCaualiere Due altri Ca-^
.

uaiieri pa(fauano dt pan con due fiudt in mano : alla defira


de* quali in campo (toro era ricamata tcy4qtla nera i TVf/*

l'altro le Cobrmedt Hercolecol feltra detto motto. Quejie

eofemojfero noumeno a conqmjtione , che a maramglia gli

animi de* riguardanti : ma molto piu fenz^ fallo gu mojfe


quello t che feguito. Perctchest uide portare una naue,
fotta a Jomt^anza delle antiche : laquale haueua la poppa
adorna di belbfem intagliych pitture e (toro;
ffe
era rojrata,
e d'una conueneuole grandezza : ma con le uele raccolte c
parimente con gli alberi ^ con le gabbie , e con tutte k forte

nere . *Pendeuano dalle gabbie molti lunghi feendards d


coor uerm^liotedi altri cobriie molti u'erano ^ com' d
toflume , a poppa e fu la prora : ef uedeuano compartiti im
diuerfe parti della naue quadri dipinti con le arme de* Pfffd
e de gli fatt deltlmperadore. *Pareua^ che quefla naue
fefje tirata perb mare da due Moferi marini. Fedcuafi
fi*
la prora unagbuane dtbellifimo afeetto^ e uagamente ue

fitta', laquale con un*cy4ncora (^argento, che haueua in


mano , pareua che ripiena etinfinita allegrezzi foffe intenta
a dar fondo e prender porto. Era innanzi altedbero prin^
cipale a piedi duna ricchftma fidia mta fepra una pietra

quadra , dom era Jcritto quefio fimtfimo nome C M r i

STVS , una befima DonziUa uefitta di bianchifiimi


panni', laquale era rapprefentata per la fide i e teneua m
mano una Croce pur uermiglia: e dietro di lei u*era la Carit
JU poppa col temone in memo, mofir and di hauer cura
del gouerno della naue: e pareua nedafietto tutta ripiena
.

178 VITA DI
ardore. Sopra U poppa u'era fimilmente tn tfcamlfioda

Stendardo m gran quadro di nero panno : nel quale erano

firitn alcuni Epigrammi Latini <U coiai /enfi ^che l' Itnpe-

radore , mentre egli nauigaua nel proceOo/ mar della uita.

mortale , con lafida /corta di quelle uirt haueua acqut/latl},


molti paefit che tanto tempo erano /iati nafcofiallacognuion,

degU huormni , e dato loro d lume della Jantt^tma e uertji^

ma fde , ottenendo di marauiglio/e uittorie, dede quali U.-

naue partita corca emolto graue. Ilche tutto alla dejlra

^ alla ftntjira congentilt compartimenti era rapprefntato

da maefreuole mano'dt buon


ineuerje pitture fatte ,

tore , lon uari motti pur Lami . Cosi dietro la poppa u'era

mUttere doro quel fuo non meno marau^ltoj ,cht uetifi-


rno P L V S VLTRA. 'Trejff il temone in una heQa

hifl Orietta di chiaro e /curo , come erano fatte tutte le altre ,.

fi uedeuano
legentideltlmperadoredalui guidate , dtftrug-

ger l'Africa. Et haueuano al dintorno co fatte parole


C/^PHRDISIO DELETO. Daltaltra parte u'erd
un'altra hifiorietta con quefo motto : ^heldxia
RcEPTA . ytdeuafi dalla parte defira in un campa
Guato il mar ripieno di naui.e di (qaUeifopra quale fi

conteneuano que/l e parole : pacato^ *7^


rimcnte u'era e fpre/Jo in uno ajjai gran quadro d combatti-
mento e la pre/ duna citt confi fatte parole : Tremi-
SENO restitvto. In un'altro quadro da quefio
t Turchi fuggire
di non dfiimtgliante grandezs^ fi uedeuano

dinanzi allaper fona ^


all'injegna deltlmperadore con que-

fie'parole: 5olymano ^roflicato. Verfi


campionati
la prora nedultima parte u'erauodue
piccioli
,
w .

CARLO NT O. 179
un fi fatto '
motto ^ : O r B nov o* i N venxo
INtil'altro u'era dipinta la citt di t!Melano ; e puffo di Ut fi

mdeuano ifildati di farlo Scinto uincere una giornata con


im motto: J^/ediolano vindicato . Era
dalla parte fmiflra dipinto tlmperadore ; tlquaU armata
'innanzi alfuo efircito s'era poflo m mez^ delfiume cAlidt ^
quefto motto: Germania, 5Boemia'q.ve se*
DAT i s . T)poi u'era la prefit di ^Modone e di Corone con
faiipOroU. ji^ETONE, CORONe'cLVE VI CA-
PTI S . Dopo quefln u'era anco dipinta la prffa di Tunifi

con quefie parole: Tvneto capto et resti-


TVTO; CAPTIVls'ojlTE REDVCTIS. T^eltuU
m quadrofi rapprefntauano gtIndiani i iquali nceueuano
da noflra fede , con quefio motto : Fi o i n D l s IN-
V cTA . Sotto l'orco della naue da arnhedue i lati u'erth
no firitti in lettere d'oro alcuni uerfi Latini \ tquali contener
nano pur le lode e le uittor 'ie di farlo . Seguitaua la naue
come pofie nel mare fipra due Scogli colonne di HercoU ^
lequali pareuano tirate

na la Corona Imperiale .
da due Tritoni : ^ era fipra ctafiu^
E nella defira dteffifi leggeua qui
fio epigramma
luretibildtrculeasfiimpftflifi^afolumnas, i

i
dMonfirorumdorrtortemponsipfttt,
Il tenor del quale Epigramma neOanofira lingua rapporta^
tOf taU ;

Benragtoneuolmentehauete prefi
5
. Le folonne dcyikide per impref : , .. u
Sendouotfiatoildomatorde'Jilofiri, . :v>

'
.
Q>e difforme fiaceanlanofiraetade.
*>
i8o . V I TA D I
'Dopo la Mue ile colonne cf htnet maejhreuolmente raffi

furate, ueniua un gran cauallooto con U barde infino im

terra di nero drappo: degnale hamua la tejla armata e piena


di beOiffimi pennacchi de* mtdejimi colori ^ che fifon detti d
[opra. Era queflo tauaOo condotto da due (auaUeri de* prin-
cipali . Di dietro era portato un grandifftmofiendardo dal
S. Stejffano et Oria col S, Gtacopo a Qauallo in e dipinto t

dtjualeeil protettordi Spagna : e queflo eralo fiendardo


delia capi delt Imperadore . 'Ueruano appreffo tre tAradti
l'uno di *Brabante taltro di borgogna : tra ^ualt camino-
, e

ua nel mez3 t terzfl con la cotta Imperue . Seguiuano pot


tuttiglifiati e 'Bfgnt delt Imperadore ordinatamente <aunoo

uno con cauaQo par noto , ^ unofiendardo dietro de* colori

delle arvtediciafiuno fiato con pennacchi e girelbbenfiimo


abbigliati, lejuali tutti ueninano per ordine : come Fiandra,
Gheldria, *Brubante ,
'Borgogfta , zydufiria ,
Sardtgna ,

Stuigha , Galit'ia (ordeua , Toledo granata , Valenra\


, ,

geruplenrme , Sicilia , tsfapoli , e^dr agone , Catalogna ,

Leone , e Cafitglia . Cosi cutfiun cauallo ; fi come primo ;


il

era guidato da due gentihuornmi ; e ghfiendardi ahresipor,


tati dagentilhuomim atta medefima maniera ueflitt . Die-

tro a quefii fiatifiguitauano due ^Araldi con la cotta d*oro


e con l'Aquila nera , ^ uno fiendardo afii grande : e dopo

ueniua un cauallo con bardont corti di broccato (toro^ pieno


d'cAquile e con beOifiimo lauoro : con la tefia fimilmente ar-
mata , carica di gialli e neri pennacchi . Dietro di queflo

era portato un'altro gran fiendardo con t Aquila , ejeguiua


un'altro cauallo [mptfiaU ,
bardato ancora egli ma tnfino

parimente
in terra di broccato., e con L'eAquila : f^ haueua
^ Utefi
.

CARLO QVINTO. ist


la tefta armata e con pennacchi . quejofiguiua lo flen-

dardo maggior dt Cejre ^portato dal Conte di Policaftro .

Dopo loJendardo tteniuano quattro gentilhuommi accoppia


ti: e in quattro feudi portauano /opra ture hajie le arme

dell'imperio , dt Cafliglia , di Borgogna , e di ^Napoli. Dopo


i quali il Duca d" Atri portauafipra un bcrettone di ut liu-

telmofinto conia corona Imperiale : e'l Duca di


to bianco
Seminarainim grandefeudo meffo doro portaua le arme
pure Imperiali con la coronafpra nella gufa dedelmo ; la
quale era cinta del collare del Tofime . Seguiua il Prencipe

dAfioU ; ilquale portaua lo flocco nel fodero , ma lo tencua


con la punta Ata nella defira mano. Et d Trencipe di
Sulmonaportaua lajprauefia doro con t Aquila dietro e
dauanti . zA quefiofuccedeuam due mazzieri del%e\e
dopo efii m cauallofintaifella , coperto di uelluto nero infino

in terra con una Croce uernglta : ne i cui uani erano tarme


deltimperadore .
^Mflifiendardi , cofigli feudi , le arme ,
e lafprauefiafifgliom por nella Clmfa in alto all'ufanzi

de'maggiori PreiKipi. Paffarono dopo i ^Mazzieri quattro


Araldi con la cotta diro ^e con le Aquile nere\ e pafio di-

poi il Conte di Suatemburgo : il i^ualefpra un cufimo difi-


ta nera in campo doro portaua d Tofne medefimo , chefu
deltImperadore.il Alarchefi di Anguilar haueua lofettro\
d Duca dt VtUahermofa lajpada igouda piena di gioie , il
*TrencipediOranges il mondo yC Don Antonio da Toledo
port la corona Imperialepiena digroffe perle yC diricchifii-

me giie. Appreffo il Marchefi della fiauas y f^il Conte


dOliuores , maggiordomi del , andauano al pari
, ^d
Duca dAlua folo : ilquale: come quelloych'era il principale
. vrr. DI CA'KL. V. m
,

tu V I T,A .D I

MaggiordofHo ; gti precedeu4 . Dopo queflo Duca etnd4-


ua il Canceliitre ^Itordine con U arme di^^rgogna ttcon
iu/to collare in mezpDucchit di "Bran/ich ^e c^Artoisi

che gli tcneuano lefalde della gramagHa,Segmtaua col capo

coperto il 'J{e FilippoJtglittolo deltlmperodore: a cui Go


mezjdi Silua portano loJlraJcino . Dipoi il Trencipe di

. Piemontty bora Duca di Sauoia , figuiua fmilmente


e col capo coperto , ma con lagramaglia ftto U braccio jh-
Jro. JppreJJofguitauano tutti i cauaheri deltordine del

Tofneadueaduecon quefo ordne. Ma diritta mam


era Monfigm le (jrandy U Conte d Agamennone , Afon-
figmr di Ambergnes , e Monjgnor di Molimbugo , e parh
mente il Duca di Arifioty e Monfgnor di "Beriamont ; il
Afarchef di^Berges yC Monfgnor di Curici; il Conte di
ureb di Frifa , il S. Antonio d'Oria . Succcdeua a

tutti queftt il Duca di Francauilla , cotne Prefidente del

conjgbo y con una compagna di molti honorati Caualieri j c


dietro di lui unagrandifma quantit di popolo jtenuto dal-

la guardia degli Arcieri del Laquale co lordine da me


detto per una uiay che del palagio difende alla Fontana
eh"e uicina alla PefcariOy e uolge a diritta mano uer( i quat
troficchi yf condujf alla Chieja di Santa Agulafine^inh
pedimento ueruno . Arriuato il Fo alla Qhteft ,
trouo ch^

lavane y e parimente le Colonne lerano fermate a piedi


delle fiale yC tutti i cauaUi pojli ordinatamente alla parte
dejlra . Era la Chiej ordinata in quefla maniera Sopra .

laporta era un nero panno yfg) un pezss di ueUuto di egual


mijura , i quali pendtuano a bafio : e dentro in campo etoro
uberai Aquila Imperiale . Dentro della primiera colonna
della
CARLO QVINTO. isj
diffd dalia parte di mezo injtno al corojche diuide la
chieja, erano fatte panche e JfaMere fra l'una e Coltra co-

lonna injtno alttdtima\^ una porta al baffo ^Uauol fu


guardataper ri/fetto della tmltit odine . Latjuale pereto
fando dal difuori , tutte le cerimotiie agiatamente poteua
uedere . 'Dinanzi allaporta del Coro , e nello fpatto della
larghezza , ch'era tra (juello e le colonne ,
era un palco , che
afeendeua ejuattro gradi con kfdu da ambedue i lati : e nel
Ufronte fi uedeua tAltare akjuak fi celebro la meffa ,

e le cerimoni e Apie delpalco al commiamento della pri-


.

ma colonna della naue era la fdta del l{e col baldachino ;

e lungipoco meno dt a^uattro braccia q^uelia Duca di Sa-


del
uoia. Allo'ncontrohaueuano luogo U fidieper gli amba-
fiiadori \ eftto dieffeiluoghtper k Qaualieri deltordine
del Tofne . Erafitto i capitelli delle colonnefatto e^uafi un
perpetuo cortcione dt Untarne : fipra ilquak molto ffefi
erano collocati akum uafi di Ugno , che reggeuano una
flcola . Sotto il cornicione t Uquale rigiraua , infieme
con i panni neri infino in terra , era tirata unapezzAdi
uelluto nero , che faceua fregio a panni ; e quefio fre-

gio era tutto ripieno di arme Imperiali con proportiona-


ta dtfianzA Il Qatafalco era pofio tra la prima e lafe-
conda colonna uerfi il coro , ft) alquanto piu baffi della
fdia del %e : era appoggiato fipra quattro Qolon-
ne coperte di uelluto nero . Lafirma del quale Qttafal-
co , che nel uero era fatta con moka arte , col non nu-
mero d^lumi , che ardeuano \ teneuafimiglianzA uuna fo-
rona Imperiale . Parimente dal piano delk Qolonne
uerfi lafimmit s'alzAuano aguifa di Piramide tre gradi,

dM ij
,

IS4 VITA . D I

coperti di broccato (t oro, t di arme Imperiali, t tfuattro

corone , dellequals quella , ckera al bajjo ,


ir prandt^irM

e preja per tutti tfot regni ; la feconda


(U minor grandez^
: la terza mi-
cheJgliono pigliar gtImperadori a ^ielano
in cAqtsgra
nor di tutte era intefa per quella , chefiprende
tre ropprejintaua la Im-
na : la quartapiu alta delle altre
periale. Sotto tl Catafalco u'haueua la caffafunebre coper-

ta d'un ricchtftmo panno doro arricciato con una

Qrocedirafichermeftno,fopra un piano di legname alto


gran quan-
due ^adi con panni neri per terra ; e dintorno
tit di acceft torchi. Dinanzi
aejjb Catafalco uerfiUprin

c'ipale porta della Chitfa era accommodato con bellifima


con propor-
arte ud ordine di certi le^ neri ifipra a quali
tionatifpatijfuronopofliper dritto,
ficorneefiarriuauano

tutti glijendardi ; eh'erano


molto grati a uedere , fi per la

uarm loro come per ejfir pofii in mezfl a tanti lumi.


,

*Trejfo alla cajfa in terra


furono pofie le quattro arme.^che^

furono portate fipra le hafte , dm


per aafiund parte,: cio
'Napoli. So-
dell Imperio , di Cafiiglia, di 'borgogna, e di .

deodare.
prala caffi fupoftoloftocco,lafopramfie,(^
e cofi dalle parti fipra due
Dal capo la Corona Imperiale :
grandi fcabcUi , i qu erano alti egualmente ,
come U
oMa defira u era pollo,
coffa , e coperte pur di uellutonero ;

d mondo . Ora effndo d'R^ con-


lofecttro , ff) allafinifira

dotto aUa fra fidia , i cherici , che al bro luogo fideuano ,

mcorrnciarono liffcio . Il quale mfieme col giorno fornito,


ritorn al palagio accompagnato tuttamada
egli
fi ne
,

d gentdhuomini della cafr,e da'Cauaert.


,IMagiftrati ;

Ilfiguente giorno con tilleffo


ordine, ma finzP'
. . ,

CARLO QVINTO: m
e taltre pompe , il X? torm edla Chiej : alla cui portafu

col dire di alcune orattoni , e cosi parimente con b pruz^ar


bdi acqua /anta riceuuto dal Vefiouo di Liegio , e da tut-
ti gU altri Prelati Indi cominciata la mefja ^furono allo
.

offertolo per uno ^Araldo chiamati tutti gliflendardi , ^ i

%egni : i quab contribuirono a uno a uno Bt in fine il Sufi


.

fiaganeo di ^lonfignor etcArrsfice la oratwne funerale


m lingua Frantefi . *Tqi che i Diurni uffici furono condot-
6 al brofine il %efirn torn alpalagb
,

Dopo queflo nel medefimo luogo di ordine dellofiejjh 7(e


uifurono pofit molti Bpitafi in lingua Latina ; che contene

uano tutte le fue uittorie e i paefi e "R^^i da lui acquifiati

Tra quali quefio nefu ilprincfiaU e piu Slimato


Jmp, Caes. ^ar. Fi 'Pio, Poelici,
crivc. ^AL. JI.AX. /ND.'JJ/aX. TvN.
mSkAX. 0/4 PHR. Max. Sax. Max. VIzto
R l. Tri VMPH ATORl'oyE MVLTARVM
(jentivm: Tametsi terra, mari*o.ve
RES Ab EO GESTAE, SINCVLARIS Hv-
MANITAS, INCOMPARABILIS 'PrvDEN-
TIA, ARDENTISSIMA 2(.ELIGI O, SATIS TER
RARVM ORBI CONSPICVAE SINT; RESP.
TAMEN ChRISXIANA Ob MEMORI AM IV
STITIAE, 'PlETATIS, l/l R T V TI s'qJ-E EIVS
'L'ICTORIAM, WaVIM, Q.VAE ^VNDVM
ciRcviviT, qjtem Vpse SVIS VICTORIIS
/llvstravit, *P.
^li altri epitafi uengono a direfimmariamente tutto quello,
che noi habbiamo raccontato nella prefinte tuta . Onde gli
VITA DI CARLO V.
hMamo UfcimadUtro Sono akum^ jiMli
.

ia/maw
gU homrt , chefifanno a corpi dopo la
morte ; ma con poco
foriamo ragione :percioche Upompe funerali che fi
fighonofarea'E^e.imperadori , ha prencipi e Smori
di
rmnorFortma . fi tfifonofiati buoni e
uirtuofi , mentre
i^erOyCjueSh cotali honori pongono
difiderio in altri
di imitarli. E
t fifinofiati can'iui^ tornan-

do loro in memoria la mortalit


huma
^igli rendono cauti di
fi me
defimi .Oltre, che ejfendo
admejfo dalia
-
. manaeca.
tho- >? * ,
'
' '
^
C4 Chiefaicioed^afantifiima
E^Sgtone fhri
fttana ',confatte celebratini
ifiaf
mo tenuti tutti noi,
^
prouarle, fg) a confir-
ad ap- >*

Marie di tempo
in tempo

IL Fl^E DELLA V IT cA
DI Carlo ^^vinto.

1
* # ** A3CT>EFCHIKL^,

Tuttifino ^^emiy eccetto le figure degtfieris.f^


lafignaturadiM. che fino T)uerm. Ma auuer-
tirete chefigmta il medemo alfabeto tImmor-
talit di ejjfi Qarl Quirao : la quale an
dera congiunta uipiacer
fi
' con ejfa Vita.
.

\
i

t
IMMORTALIT
DELLINVITTISSIMO ET
GLORIOSISS. IMPERATOR
CARLO Q,V I N T O;
DEDlCjtT^ GLI Lllipyjl LjITI'KU D jlt
SIGNOR ANATHOLIO DESBARRES.
E' NVOVAMEMTE TRADOTTA NELLA VOLGAR

1
'
. 1 -
IL SIGNOR ANTONIO PERINOTTO
C ^

:L oj
:i f'P- 1

O DATO ALLA STAMPA


molti anni a dietrola Vita del

Gloriofirsimo , &.rcmpre felice


ImpcratorCARLo Qvinto
dderitta dallEccell. M.Lodoui
co Dolce : lacjualc & per la gran
dezza dcllImprcfe in dia conte
.nutci& per la bellezza dello lHle-,& per la giudi dola
difpofition delle cofe in tal maniera na piaciuto, che
piu & piu uolte me couenuto riftamprla. Et perche
loggetto mio (lato fempre di recar quato piu fi pof
l Iplendore allopre, chio metto in luce, douendola

di prdentc unaltra uolta dare al mondo ; ho uoluto


farui aggiugnere Tlmmortalit deflb Inuittifs.Impera
torcjalfinc che fi come quella benedetta & lnt ani-
ma gode hora in cielo la nera & Tempi terna immorta
lit, (pregiando quelle miTcrie terrene-, cofi la memo-

fia di lui immortalata ne perpetui ferit de dotti, fia


fpecchio &
cilmpio a Principi di quella et a procu
immortali tjche quello immortalifsimo
rarfiliftefla

Heroe perche era neceilario che


sha procacciato. Et
''io, raccomandafsi Tlmmortalit del Gloriofilsimo

Carlo ad alcun perfona^io,che lhauefTe a cuore-, io


non ho faputo eleggere il piu accommodato fogget-
to di V. & RcuerendiTsimaj la qu^ ef-
S. Illullrils.

fendo perpetuamente infieme con quefla Mac-


fiata

U in tutte quelle maggiori imprefe , che piu le fono


.{late gioueuoli per con fatto acquillo non pure ha j

. hauuto a cuore, ma se fatta partecipe di quefla (anta


>
gloria , che piu lha immortalata : la qual coGi tan-
to nota al mondo, che non ha piu bifogno defier
fatta palcfe. Supplico V. S. Illuftrifsima & Reuc-
rcndiisimaad accettarla con benigno animo, fccon-
. do che dal fincerifsimo affetto mio pieno di riue-

j renda le uicn prefentata & a degnarfi di confcr-


-,

. uarmi prefTo la gratia Tua quel grado dhumilifsima


. & deuodfsimaferuic, che per lua innata benignit
gi per tand anni a dietro fi e contentata Tempre,
chio ci habbia -, &: humilmentc me linchino, &
prego il Signore Dio , che le fia fuorcuole & ami-
co. EHVenedaai xx. di Marzo, m d lxvii.

j *
P R O E
N E L L M M O R T A L T A'I
M I
I
O
DI CARLO aVINTO.

VavDO svt P tv' Bit FIORI


dell et delle ui norie fne mor Alcfsadro Ma
gnoRe de'Macedoni tutta Babilonia fu ripiena
di certo mcfto Se dolorofo filentio ; anchorche
le genti (bggiogate ,
Icquali fecondo c'haueua-
no ueduto il Reiniiitto, coli l'haucuano (lima
to immortale non prertafTero punto fede allap

portator di coli ria nouclla. Macomeshcbbe


poi chiara contezza della ucrit ,
tutte le genti
fearbare; li milto a piagnerlo, non come inimico* ma come Padre,*pa
rendo lorodhauer perduta ogni Iperanza , che lo flato di tutto il mon
do potefle mai pi racquiflar la libert Se la pace ; poich morto Alcf.
fandro ogniuno credeua defler reflaro fenz capo .In quefla guifa mot
to il grandifsimo Se fortifsimo Imperator Carlo Quinto , non coli to-
lto preflb tutte legenti fi Iparic quella fama, che , come fc il mondo Ibf
fc flato prillo d'un perpetuo guardiano , con pianti Se con lamenti tut-
ta la Rcpublicachrifliana qc fece manifeflo fegno non parendo chin ;

lei potefle ucnire in coli grane Iciagura ne la grandezza del dolore, ne

alcuna maniera di confolatione . Percioche non uha prudentia , o dot


trina alcuna ; la qual lia ballante con le forze fue a fopportar paticnte-
rnente coli gran perdita, lenza grauifsimodolorc . Per non maraui
glia , le ogniuno douenr muto ,
come fi fuol Are negrandifsimi dc-
lerd , & fc in coli grane cafo gli amici non poteuano cou fcilmente da
hViij
niroici conofciuti. I Franccfi c i Tcdelchi inuocauano il grundirsirao 5c

fortifsimoIrnpcratorc;&gncaliani,gli Spagnuoli, i Borgogiioni,iFiatu


mlnghij & tutti gli huomini foggctti all Imperio ptangcuano il giuftif
limo Se humanifsimo Signor loro , facendo quafi a gara a chi piu folle
(lato luftntc a piagnerlo ; ne folamchtc fi fentiuano le uoci de gli ad-
dolorati , ma anchora de gli sdegnati, che coli ni^nanimo,cofi pruden
te, & coli giullo Imperatore alle cofe hurnanc lirllc (lato rapito attclb ,

che a tutti li rapprclcntaua innanzi agli occhi la uirtu , il uigorc Se la


prontezza di lui, con quella lieta e imperiai cera, con la quale mena-
ua i Soldati a'fatti darme , &
agli afl'cdi dcllq Citt, confolandogli ne
parlamenti publici, confortandogli ne ragionamenti Iccrcti Ma .

perche uolgarmcntcgli huomini singannano nella confidcrationedcl-


ianimc, i quali penfano che fcparata Talma dal cor po , lhuomo non
lia piu uiuo ,
&
per ci fi mettono a piagnere Se a darli in preda al do-
lore ;qui , che io , ilquale ho opinion contraria ho uoluto, quan-
di
to meglio ho potuto , lopprimcre ile non del tutto leuar uia,quefto
pianto communc ; Se inoltrare, come il grandifsimo Se fortilsr-
mo Imperator Carlo per la grandezza dcll'Imprefc da lui
f latte , ha confeguito lImmortalit , Se neramente
anchora uiue , e in fcltcllb,& ncllinuittifsi-
mo & catholico Re Filippo fuo figliuolo i .
,

Se per quefta cagione a quclb ora-


;
. . none ho dato titolo dImmorta
. > lit, la quale recitata agni
. * ladorationc;comin

,
. ciain quello
mo- 'V .
yw, ;
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INTITOLATA IMMORTALIT'.

^ R T o JU ucce di Afarc9
;

T non rm fpauentaffc'jto pren


ullio

derei una injrta contenter di

uedermi innanzi la prejnzct di


tanti alti perjnag^iy huomini
tllt^ri. Aia y per confjjre il
nero y mi mouono , anzi non poco
m% turbano quelle non meno eleganti/:he ucre Je parolr.cio'e
che gran carico e pej riceue fipra le fpalle colui , che in una
gran raunanza dhitomini ptende filo ufficio , e
fi pone in
obligo di ragionar di cofi altefiando tutti taciti ad afioltar-
lo . n^erctoche non quafi alcuno , che non conofia affai
meglio e con piu pienezza i difitti di coluiy che parla , che le
cofi ben dette . Onde , fi u' alcuna cojy cheH giudteio del-
M iiij
a

ttt
tafcoltantc offenda , quefta parimente disifugge (fuelle , cho

tneritatio laude: e quante uolte parliamo y


taiue uoUe di>.

mifigiudica La onde molto bene Demofthene


. lafito firit-,

to , che auanza ogni altra difficult ilpotere a tutti piacere.

*Tercioche yfi come ne gli animi e ncorpi de gli huo>nini

molte dtffomigUanzs fi trouano : perche alcuni prendono ua


ghezsiei delle cofe dola , ff) altri
dell: aurbe ; altri ueg-

giamo , chefino ualenti nel corfi , altri nelgiuoco delle brac-

cia : e parimente nelleforme dcorpiJn alcunifi ut de ^iae-


cosine gli annm e ne gl ingegni fi
fi in alami
leggiadria :

trouano etiandio maggiori diuerfit. Tercioche u'ha alami,


che niuna cofi lodano ,finon quello , che efi fi afiicurano

dipotere imitare 'y ^ i quali lo ieffo firn y che

che dicono ymfafiidirfi


Jperam yfi

propongono di ben dire.- Sono altri ,

dalllaondanza dellefintenzs c delle parole : e dtfiderarpia

che la fertilit e copiarono


iofio laficcagghne fg)tldtfagioy

alcuni dico/t quali piace grmidemente la brtuita ujta da


Lacom . molti e grata la copia , ft) un procedere abon-
deuoU e (^ffufi : pure che utfa la moderatezza . Certo noi
jppiamo a bafianza haudacia eflujfi del Sermone \ fi co-

me thebbe Theopampoy efjcre a parecchi molto ag^adcuolt:


e da altri , nell'orare difdcrarfi la uergogna e breuita di f
ro. fondimenofi legge , che egb quello ritiro colfieno,
t quellofijptnfi con gUJfroni Onde nonfifa bene y qual
modofi dee tener neltorareje la matuer , chefifiaperftta .
ilpropor-
mi qui ben diffe Qcerone , effer cof malageuole ,

la forma delperftto dire ; efftndo che ad alcunifirnhra mi-

gliore una gufa y ad altri udaltra . Percioehe ne tutti han-^

m unafaccia ; t tantifino ipareri , quantefino le diuerft^

I
a
.

tS9
degli hmmim Ejfmdo dmcfue dmerfigl'mggm humamj
.

difficile , che chi parla pojfa piacer a tutti. ^al marauigha


far adunque yjtrmdrete palpitare il mito ^e tremar la
lingua ? (erto la mente diatene Jlupida , tingegno languido ;
e tutto queflo compojo d'huomo ; chefia qui inpiedi j tutta

qtieja perfina ;
e ripiena di terrore ; ne pufiojiencrp . Per
cioche a cifi aggiunge la grandezza delriceuuto ufficio : ha-
uendo io ueramcnte prefi un carico , che auanzei di gran Iure
ga U mieforzs , epiu grauc del piante Etna Jlche non .

diro di leuare , ma difitmar il comun dolore ; ilpianto eia

trifiezz^ , chefi uedejtutti noi hauer prefi per la morte del


^Magno e fimpre t^iugufio
^a r l o Qumto Impera-
dor^'%omani fiilqualee da ejfire antepoflo certamente a

tutti gtlmperadori , chefurono in tutte le nationi , in tutti i

ficoli , e nelle memorie di tuttigli huomini : delquale dolore ,


come meriteuole e degno
, fiamo cruciati , tormentati^,

afflitti ^ Qmfia nel aerofatica da un Sififi , E certa ,

cotale maniera di confilatione , e per fi fieffa mifir


acerba . H'ercioche tparenti , ifamigliaci , e coloro ,i quali

fino per alcuno ufficio e ragione ouero di natura , o di ciudi-


t obligati , efiifino dafimde cordoglio affiitti: ne pojfino ci
farefim^ molte lagrime , e finzei tagrimeuoli e lamentemU

parole , ingut/ , che dtmofirano di hauere eglino piu tofio

bifigno di conforto , chepojfano porgere ad altrui tufficio lo-


ro.Si aggiunge a qtiefioyth'i difficile a temperar ungiufio do
lare; e quanto piu a toglierlo mal "Piange ua Priamo il
fio P^gno afflitto yjpoghato e minato da' Greci
%$fima .

Dariofo marito rotto da AUffandro Ada


e uinto

Geremia Profeta congrandifsime lagrimefi rammaricOHa


^
ipo
della ruina delhuomflato deUaK^fuhlka di GurttfatnU
Dautd l{e la morte delfiglino
meye della prej di efla citt :
lo Ajfidone uccifi da (jioab j tutto che egli per uia difiUeua-
Talento fofleflato [cacciato del%e^ : Scipione ilpiugiouanc

dopo t incendio di Qarthagine , e[Jndo a caualloy auicmatofi


al luogo , doue ella era : e ueggendo quel mifiro accidente nel

la rumata f[) eflinta citt , mojfo da compafiione pianfi di-


rottamente .Tanta y e coflfuor del termino di ogni ufiuo

flilofu iidolore y cheprefi Qkopaxra , dopo che ^Marco


y

cy^ntonio fuumto da Auguho y che ella medefima [diede


la morte C^elgrandtfiimo (gonfilo t^arco Marcello ueg
.

gendo arder la citt di Saragofa , a pena pot dar termino


alla fila doglia . Doleuaf grandemente Sallufiio di ueder
diHrutto il migliore flato della 'K omana %epublxca . Il Pa-

triarca Giacob pianfi ilfiofigliuolo (jiufippe ; il qualefitma

uaychefojfifiatouccfiediuoratoda qui^hefra. Chi

far dunque colui yche ardifia di negare y ejfir giufia e con-


ueneuole coj ilpianger la iMrte del Dium nofiro C A R LO?
e tunoflf urger nelfieno dellaltro laJa doglia con lamenteuo

U uociyC paroUlfi^hi negher quefiol ejfendo che laJa mortCy


ueramente eglifojfi morto{come uoi (Mfioltatort filmate ;
fi
e comefi dice da tutti i popoli , e nationi o quantofarebbe
)

dannofa a tutta la Qhrifitamt ,


altImperio. Hercioche

ella fico tirerebbe e porterebbe non folamente la diflruttioH

di Soragofa, di Carthagincy di qualfi uoglia akra citt; a


anco del 'H^gno de'Troiam ; ma umuerjle U
ultima rui

ha di tutto ilpaefi de'Chrifttam . Tercioche qui non hanno

luogo quei uerfi del Satirico.


Pianger con uere Udirne fiJok ^
Jlper-
ilperduto danaio .

Pemoche aeri nonfintifirn ilagrimeuoli firmoniy che

io odo : acre e giufie U lagrime , e nonfinto il dolore . Che^


lutile y che ha apportato al Chrifitano mon-
fi eglififilma
do la fita (jtnfittia , la Fortez^tt , hi Prudenzei , la em- T
piranz^ y e uerfi tutti unafingolar benignit e prudenza :

certo non pur grande y ma grandifiimo :e y fi (fucilo , che


hahiiamo riceuuto tutti noi , nel uero incredibile . *Per^
cioche noi tutti Chrifiiani talmente ripofituamo nella cufto-

dia y tutela , e protettionfa , che parsua


ci ctejfire abonde-
uolmente ricchi , hauendo un cotal Prencipe , da cui yfipra-
uenendoneilbifigno ypoteuamo chiedere ft) affienare qua-
lunquefiuuenimento . llchefimpre habbiamo conofiiuto a
proua y accioche tefino ifiejj ragioni . B nondimeno io ,

come ilpiu audace di tutti , ho propofio di mitigare quefio ,


che uoifilmate cofigiufio dolore , cofi comune , e cofi fitto e

fiolpito negli animi . O immortale / odio , corm parr a


molti quefia mia deliberationefimile altaltez^y e fiperbia
di Fetonte ; ffietialmente non hauendo nel dire la fiauit
delDium Platone ynon la eloquenza di IDemofihene y non
la memoria di Giulio Cefiare : i qualiyfiritornaficro in uita^
non potrebbono do cfiquhre . Ma io ne quefio difidero
mane anco ficondoil cofittme de'Poetiy cento lingue hauercy

^ la uoce difrro y come 'Virgilio - Percioche ci una bella


ft) elegantefintenz^i di Thefiaflo , la quale ui prego y no-
bilifiimi afioltanti , a porui nella memoria : poterfuellat
preffo a huomini d'altofapere , e di grandefiato i rozx
illetterati ypure , che confedelt e ragione quefio ufficio ej
facciano , La onde il I{e Archefilao alle uolte mUe utUrc
huommi rochi e difiiaceuok noce , affine , che p/cta afioU
tondo gli eloquenn e gratiojipotejf prender maggior diletto^
S'aggiunge a quejo y che la cauja poftami innanzi tale,
che a muno pojfno mancarparole , di maniera , che nelpar
lare dehho cercar non tanto la copia quanto la temperatele
,

ifi, n^erdoche yfi come non e malageuole nauigar per ii

mare , quando egli tranquillo , fg) anco per i minorifiurm,


quando glifefiinonfino gonfi yne hanno difturbo y ne im--
pedimento di onde : ma le granfortune e tempefle ricercano
un buon nocchiero , che tenga il temone diritto : cosi quando
occorre picciola materia , di cui s'halbia a parlare , non
mtfiieri di ^ande o isquifito ordine , anzi pure di eloquenzH

ma doue ahonda una grandifiima quantit e colmo difatti

illufri y e che cominciano ifiglienti , prima chefi fiano rac-


contati i primi quiui e bifigno dellofiile , deltordine y e del
:

fingolare ornamento delle parole di MarcoTuUio/icciochc


confujmente difiorrendo qualunque cofit y non uegniamo a
confondere ^ aguafar tutto il noSiro parlamento : come
farebbe a por lefihmiere in tefla , e telmo alle gambe .
a adunque cosifatta maniera di ben dire , e dirittamente

parlarc.queflo cofi nobilefiiloybramo e difidero ioiquefto dico


metodo eforma di orare yprincipalmente in quefio giorno ;

nel quale ho da ragionare di cofi eccellentifiimo , di cofgia-

llo , e di cosi perfino ripieno di ogni lartii ^Monarca ;

NTo
^A R L o I efortifitmo Imperodore , dfidera
eprego ,
che mifa conceduto da'T) io Fra tantofitpplico
.

uoi yficoltanti yafigire uerf mela incominciata beniuo-


letza . n^erciQche ,fi lofleffo Dio yche mojfie in uoi ta-
moreuolezz^ in afioltarmi , la confruer trfino aifme della
mia
Ma orationcy juantm(jue nel rmo parlare ogw copi dtffcilt
pare , che entri : non dimeno il uederm cos attenti
^ amo^
reuoU ad afioltarmi y mi fiUeuere render forte a por-
tar quefto pefiy e mi porger ipirito e confidenza di reggerlo

ficuramente, ^ia nel nero entrando nel mare y e dolendo


dar U Itela mi finto commomre y tutto io tre
al aento y tutto
mo y e prejfo che dclrtceuuto carico mi pento Percioche in
.

epjud maniera potr io o acchetare , o oMegerire , ouero total-

mente leuare la trfieziei ; perche ne' uojlri antmiyanzj piu to


fio tmprejfa e fiolpitatd per la morte del Diurno Imper adoro
QARfO Quinto Con quai beueraggi , con quali unguenti
potr menomare il dolore fparfi per tutte le membra del
mondo Chrfitano f Come potr le lagrime de i uolti tempe-
rare yfrenar , e leuar ma ? T^er qual ma , con qual arte ,
con qual frmay con quale mamera di oratione potr porger
medicina <*/ pianto cofi largamente , e cofi a lungo portato e

ffarfi con la guida deUa Fama ? Ecco , che di doglia e

Europa , fiffira te^fia , piange tafrica ,


squallida la
America e ripiena di cordoglio 2^ de Ifila , ne irettOy
.

ne luogo alcunoy chefia libero di quefio duolo y cU quefio pian

tOy di quefio danno , di quefia riceuuta perdita : ma ne


anco il mare zAdriatico , ne il ^Mediterraneo , ouero il
grande Oceano . CertOyfi io hauefit da fauellare con fiere-
ticiy con QorfitriyO con altri maluagi^ con quelliy i quali han
no da efii sbandite le uirtjefifin dati ad ognifieleraggine e
cruddtj e niun'altra cofi procacciano , fuor che , a guifi di
fangofi ^ orcifregarfi con ciafiuno : non haurei bifigno di ue
runa eloquenztt , di niuno apparecchio nobile di parole , ne
di fintemi ; hauendo egli a gli huomini di quefia maniera
!P2
huommi rochi e diJpiaceuoU mce , affine , che p/cia aJcoU
tondo gli eloefuenu e gratiofipotejjprender maggior diletto^

S'aggimge a queflo , che U cauja pojiami innanzi tale ,


che a nomo pojjno mancar parole , di maniera , che nelpar
tare debbo cercar non tanto la copia quanto la temperatele
,

^ n^ercioche yj come non f malageuole nauigar per il

mare , quando egli e tranquillo


, ^ anco per t minorifiumi,
quando gliftefiinonfino gonfi ,ne hanno dfiurbo , ne im~-
pedimento di onde : ma le granfortune e tempefte ricercano
un buon nocchiero , che tenga il temone diritto : cosi quando
occorre picciola materia , di cui shabbia a parlare , non
nnfitert di grande o isquifito ordine , anzi pt*fc di eloquenze^,

ma doue abonda una grandifiima quantit e colmo difatti

illufiri , e che cominciano ifiguenti , prima chefi fono rac-


contataprimi :quim e bifigno dellofiile, deltordine , e del
fingolare ornamento delle parole di AiarcoTuUio/ucioche
confufimente difiorrendo qualunque coj , non uegniamo a
confondere aguafiar tutto il noflro parlamento : come
fitrebbe a por lefihmkre in tefia , e telmo alle gambe .

adunque cosifatta maniera di ben dire , e dirittamente

parlarc'.queflo cofi nobilefltloJ?ramo e difidero io.quefto dico

metodo eforma cU orare yprincipalmente in quefio giorno ;

nel quale ho da ragionare di cofi eccellentifiimo ,


di cofigiu-
fio yC di COSI perftto e ripieno di ogni uirt Jifonarca ;

^A R. L o I NTo efortifiimo Imperodore , difidero


eprego ,
che mifa conceduto da'T) io Fra tantofiipplico
.

mi y afiottanti y afigirc uerfi mela incominciata beniuo-

letiz^ . T*ercioche
yf lo flejfi
Dio y che mojj in uot ta-

moreuolezieim afioltarmi ylaconfiruer wfim alfine della


mia
^a orattoWy tjuantmtjue nel mo parlare ogni cofk diffcile
f9

U uedcrm cos attenti


pare , che entri : non dimeno amo- ^
reuoli ad afioltarmi y mi foUeuerde render frte a por-

tar qtieflo pefiy e mi porger fpirito e confidenza di regger

ftcurameute. ^^ia nel itero entrando nelmare tedoitendo


dar la itela al uento , tutto mi finto commoitere , tutto io tre

mo y e preffo che delriceuuto carico mi pento . Percioche in

epual Tnaniera potr io o acchetare , o allegerire , ouero total-


mente Ultore la trfiezii ; perche ne' uoflri antmi,anzj piu to

fio imprejfa e fcolpitaui per la morte del Diurno Imperodore


QA%L0 Quinto f Con ifuai beueraggi , con quali unguenti

potr menomare il dolore fparf per tutte U membra del


mondo Chrifiiano f Come potr U lagrime de i miti tempe-
rare yfrenar , e leuar ma ? Per qual ma , con qual arte ,
con qual frma, con quaU maniera di orottone potr porger
medicina al pianto cofi largamente , e cof a lungo portato e
fparf con la guida della Fama l Ecco , che di doglia

squallida la Europa , ffpira teyifia , piange t^fiica , fgj


America e ripiena di cordoglio . bfg u'e Ifla , ne firetto,
ne luogo alcuno, chefio libero di quefio duolo, cU quefio pian

to, di quefio danno , di quefia riceuuta perdita : ma ne


anco il mare zAdriatico , ne il ^Mediterraneo , ouero U
grande Oceano . Certo, fi io hauefii da fauellare con Here-
tici, con Qorfarij) con altri maluagi/ con quelli, i quali han
no da efii sbandite U uirt/fifin dati ad ognifieUraggine e
crudelt, e niun'altra cof procacciano
,
fuor che , a gutfa di
fangofi niorcifregarfi con ciafiuno : non haurei bifigno di ue
runa eloquenza , di niuno apparecchio nobiU di paroU , ne
di fintenzs hauendo egli a gli huomini di quefia maniera
^94
{Ji pure eJSi fino degm di cotal cortame dt huomo ; twn he^
uendo altro dhumano , che'lfilo afpettd) portato fimpre uno
incredibile odio ; e perfiguitogli di ogni tempo fierijstmamen^
te (juaftper tutti i mari ,per tutti t fini e porti ; anzi /' (tu-
te le parti del mondo con le arme tnguifi , che pare , che per
diuin fatto qucflo gran Cefire Q z/i'RJL 0 ^intohah-
hia hauuto per propria e particolare unpreja le colonne di
tcrcole y da lui gi ^an terreo pofle neltejremo lito di Spa-
zia e di zyifica: fi come quelloy che fojfe dallafiomma bont
dt 'Dio a noi dato m tanto ardor dt guerre e fiUeuamemo di

fiati y in tutta la Europa , anzi in tutto il mondo , a gui/


d'uraltro f/ercoU per ritornar da aqjo , e far rifirgere in

piedi col fino infinito ualore vy e conia fainuitta defiray la


pace y e la giufiitia , cheme rierano Hate cacciate . s^da
(quello y che grandtfiimamente mi muotte )
non con tali

mommi ma con altri deltutto a


, qiiefii contrari ; cio con

dotti e buoni ho da parlare ; i quali congiufia bilaiKia pon-


dereranno le mie parole . Che dunquefaro io i io certo ueg-
gio intendo il fine il termino , che ni e propofio . Ma
donde io debba incominciar lamia oradone \ma ilwodo-y
che in quefio mio prefi ufficio ho da tmere; non geuolmcnte
ueggio j
non affai nie chiaro : anzi del tutto ni'e nafiofi .

CPercioche/ionyfi come i ^^edici hauendo trottata la cagion


del male y tengono fimilmente di hauer trouata la ma di

guarirlo : coli io compreja la cagione della comune trifiezc


Ztycdei dolorofi rammarichi e del pianto ,
ho trouata la

facult del medicare ; ancora che fiano molte maniere di


confilationi ; delle quali qucfia rie una , che per drittifiimo
camino conduce alfonte delteloquenzi:ilcheyche la ragione
ottenga
,

ottenga tjueUo , che e per ottenere il tempo : percioche , (come


in prouerhioyi tempo menoma il dolore : ne a*e doglia al-
cuna , che la Utngoezz^ di (juefio non ifiemi ammohfia :
con quella ragione , che tufifa apprendere, et ejfir minori le

cofijihe magami appaiono.Onde quefio penfierojnon ejfir ue


runOyO poco mah nella coj yper cui ci dogliamo , medicina
al dolore . ^er la qual copi , nohdifimi afioltantiypuo pa-
rereperauentura ad alcuni , che ci faccia bifigno di confor-

tarui a uoler preuemre con la ragione , colcotjglio y e conia


prudenza uojlra quello effetto , che per apportar tijeffi
tempo lilquaU a lungo andare Jole ejinguer grandifimi
pianti . E' ueroy ch' diffciU a temperar ungiuftifimo do-
lore : ne tutte le ragioni egualmente uagliono : che non a cia-

fiuno conceduto tandare a Corintho . Onde tarda quel-


la medicina,fa quanto uoglia grande , che arreca la lun-
fi
ghezza del tempo. (he adunque? Loder con uarie lodi',
predicherOyC commender (A'Rf.O Impera-
quefio nojro
dorefimprecAuguJlo. llqualmodo da e certo tenuto cosi

gli antichi , come da i moderni Oratori, i quali hebbero Ora

tioni funebri . Certofuole ejfire eC utandanti grato di cann-


nar per le uejiigia di coloro , che temer diritto camino :
ff)
e ufficio di perftto nocchiero etindrizzare il uiaggio della

fila naue con quellor te,co la quale molti ageuol?nente arriua


rotto nelporto . S'aggiunge a quefio , che cotal maniera di
oratione apparifieprobabileje diceuole e conforme dlpropofio

fine . Percioche le piu uolte amene , che colrieor darci della


buona ulta di colui , che morto ; meno dellaf*a morte ci do
gliam't
fi come quelli, che non ci diffidando delle promeffi
:

di CH 2^/ STO fermamente crediamo ; che colui tolto


y

da tante mie della aita , che di giorno in giorno cifiprafian-


no^oijca nella eterna beatitudine , laauale ne com/ce notte ,

ne intende alcunofine . ^ercioche e dimlgato quel detto del

fintoJptrito : '^Benedetti i morti , chemotono nel Sigmre.


Moiono nel Signore coloro yche fiparando lo Jpirito dalia
carnet uccifi Dantico huomo tmorttficano le membra

loro , chefinofipra la terra : cio quelle memhraydelle quali

fa mentione il beato Paolo a i CoUoJfhfi: lafirmcation , la


immondttiaja libidineJa maluagia concupifienz^t , c taua-
ritta ; coloro dico , i
qualifireigando , e rifiutando le lofn-

ghe , eglt allettamenti di quefia uita , ne in ejst firmandojy


rimettono tutti nellafde dtC 0: percioche il
fi
Jxdel Signore mngli abbandona , magli ctfiodifie , come la
pupilla delfuo occhio. E certo effo Signre parimente della

uita e della morte , a cui niuna cofi morta ;


ma uiuono tut
te U cofi jche a luiper fdefi accofiano . S'aggiunge a do quel

lanonmcnuera y che elegante fentenzet di Socrate : ilqual

dice yche tanime y che de'corpi efiono y hanno due firadc


e due camini . Percioche quelle , le qualifi contaminaro ne'
uitij humani , e fi diedero tutte alle liiffurie , hanno un torto
calle y
appartato dal concibo degli Dei : ma quell' altre ,

intatte dalla
lequalifi confiruarono intere e caiiejt nmafiro
pefiilenzade'corpi: e mentrefletter in efii corpi y imitarono

la uita degli T)ei ; hannofacile ritorno ad efii , da qualtfi-


nouenuti.AcuicorriJponde quel detto di Qicerone nel libro
della uniuerfit . Colui , che dirittamente ff) honefiamente

fornir il breue corfi deUa uitajche gbfu dato dalla natur


aoeuolmente ritorner alle contrade celefii : ma non quello ,

cheuiur ofinzt modefiiay ofinz^ tempcratezj^ t^da ,


come
'

comcilmtdefimo Set in diftpk


. .

d*
... '^^ 7
^w%Ahmo ile menti d^^
buoni mi paiono diurne q) eterne ; e ^ che dalla una de gii

huommi uadano alla religione e fante habitationi de gir


T>ei . Lequai co/ cosi ejjndo ,y? piace di abbracciar ijuefla;
'
maniera di con/latione , mifi dtmojra e porge innanzi
to ampia materia , che a niuno , fta quanto efjfr fipo/fa po-'
nero e manchtuoU di parole e di concetti ^ non pu mancar
tratto eh orattone : anzi neramente non pu ejfer tanta fertili
Ina d'ingegno , tanta copta di dire , niuna cos diurna in-\

Credibile maniera di orare ^ che alcuno pojja tutte le cof,


che occorrono f -non diro abbr tacciar futUando , ma raccon.*
tarle annouerando . *Tercioche la perpetua uirt eh quefio

mirabile Imperadore , e parimente la flicit , laquale none'


fiata occultarne o/cura , ne ripojla a i n*ertecynon a gU\
(i/lntecir non a i Peri/cai , non agli ^nffei , nonfinalmen-
te gli cy4ntipodi , fa r che , fi come coloro yiqualt afffno

fiocchi ne' raggi del Sole , non poffno ageuolmente/offerir W


forz^yt la grandezza delfo ipkndore ; cos quanto io drizi
,

zo lo sguardo nello fplendore e nelle laudi di cofut Uquali'


; (

egli acquijVo grandiftme


^ immortali
epencolofiffme imprefy in trattar grauijime e granguerre,
in riceuer altifstmer

in lUuflrar con Ufe uittoriCy quafi tutte le parti del moru-


dd)mifinto rintuzzay\'acutezzir della mente e dello ingegno,'
di manierar che io non da qual luogo di quefteto
f bene
debba farc ii cominctamento della mia oratione , ne doie io
debba terminarla . ^a,f quefio io faro: fi elegger quefia
utayC quefia maniera di confoatione; mi dubito che,
,

quando io uenga a conflar gli animi di tutti mi, u menti , c


finalmente gli ipirki di ciafcuno \ che fono come fmmerfi
,
- VIJ, TU
.

15?8
nella triftezs:^ ; non incorfi in quel detto de* C^t*(lci ; due.
uolte per t tute le corde ^ ouerfi dflanzjede'toniyche eujiir

d/eba cotttteneuole har monta dalla prima mfino altultima


corda , Caccia dico non ferijca gli animi mfiri , gtmdcbo-
ya , totalmente implichi col recitar le co/t dal Diutn (ar.
lo fatte : e cosi dalla tura meta efine piu del conueneuole mi
diparta . n^ercioche chi colui , tlquale.pojjae/ftr cosi frreo

^ adamantino , (
ancora che le Tigri fJircane gli haueffiro
porto il latte y e eh quello foffi nudrito , che nonfifinta com-
gnouere dada ruordattone di tante mrt ! Cui di que'Jo

Imperadore ; tlqualt morto , non poteua apparere altra cof

che efiendo uolta fjjpra ogm ciutltt y^ufiitia , e dirittezza

eh coflumi e eh gouerno doueffi fiagU h uomini regnare una


perpetua licenza eh efircitare ogni maniera di ladroneccio
Con quefia ragione ptu ragtoneuole ad alcuni pu parere

accio che piu ageuolmemc fi ottenga tl no(irofine , riprendere

e hiafintar e U mfirogran Carlo ,


e tpingero con negri colori.

dS^n a pena alcuno de' huom , che deltaltrui male prima


non pianga per quefia cagione y che egli e tutti gli huomini da

bene fhmi (teffir rtmaft orbi eh uno , tlqualt a tutti g altri


era efimplare eh utrt , t come fprone a i fiuti degni di lode :

^ ltu era un ricorfio e r'uetto ; come ad imo eydfilo ,


efacra
Ma toglien-
Ancora nede grandifitme fortune e tempi fie .
dofi qiufla openioneyfileua uia d pianto . Bench o immor^
tali TTq'y deprimer io hora indignifiimamente coluiyche non
filamente' auanzo col fuo uatore coloro chefino hora ,
,
ma
ualorc
la memoria de gli antuhi : colui , che la gloria <h cfjo

kuo colia , dquale tanto fu pronto


alguuare ,
mfino al cklo :

che tutu habhiaim con beh et horuri da celebrar la fi*^ gloria


e Ufi**
- * \ y^
e la juagrandezjA : cairn ^ tlqualttCome che d muer
prudentemente t come il Serpente \ non dimeno , propofi d$
menar Ja aita ^mplifemente aguif di Colomba , e ^ uie~
tare dt non perderne malamente alcuna parte : eh nonjlart
in otto , e che nuQagh fuggjfi di mano : coluifinalmente , cht
ingolfa moder ifuoi dtftderi , cos refi obedienti glt appetiti
alla ragione , che ottimamente
fi patena ufitrpar qutfia uoit
Catone : ?don mi pento dt ejjer uiuuto : percioche fino ut.
unto di maniera , che io non Rimo (tejfir nato indarno C#- .

me che ame fianafeofi , efjer grandtfiima fieleraggine ^ o


fpretj:are , o tenere a poco conto , come fa la moltitudine di
ghgnorantt, i 'Trencipi adorni di fieroiche uirt : itjuahdeb
btamo riuerire ff)
ammirare ; fi come nobili doni dtD io :
per lifirumento de* ejuali uuole efi T>io giouarealmon
do ^ ritener gli huomini ne* confini della honefl
confiruar
,

la modefila , e la pace ;
efinalmente le leggi della
giuflitia.
Sar non dimeno ci anco a me lecito f ^ia nel aero
fin , co.
mepefie , mutolo . *Tercioche in quefta tal maniera di dire,
in quefi 0 co fattofiato o propofi a caufi in
fi , cofifienle cam..
po^non bafierebbe alcuna ficondtt ^ uariet ^ e copia ne
,
anco di 'Demofihene dquale fi dice , che nettorare haueua
(
una fingolarfaaUta onero potrebbe recarmi aiuto . *Ter.
)
ciac he fi come in uno arficao
,
fg) affatto Rertle campo , rnn
e mifiiertdi face:cos,oue non habbiamo chepoter ere^nulL
gtoua t'eloeguenz ^ . Sia prefinte opeOe
ilejuale fu hauute
;

pnrmero neltarte del dipingere: ?Jfaello da Vrbmo ilauaU


,

fiori in\omaneltempo di T*apa Leone Decimo :


Alberto
Duro.tbuale utnfe tutti i Pittori Tedefcht :
Lftppo, che nelle
fiatue hebbet primo luogo : efinalmente Michele
cAgnolo *
e^

^200
.xhtfu fmma mitunaem^aAra arte : che potreUono ep
.fare i che gtouerebbe loro la dottrina di dipingere e dt [colpire

Jimancaffiro loro le tauoltl Sei colori e la materia l Onde


ehe Uuartbbe a mela [condita delFtngegno , la uriet ,
da tlorfuenza , t[[ndo che nel fortipmo noftro Carlo,
mandio^ (quando ui [offe giudice Marno, non (t pu trouax
top degna < riprenftont ? niuna , che non menti fimma lo^

de ? niuna , ch^ non contenga alcuna grandexz^ di Mae[l


quafi Td minai e niuna finalmente , che non fia degna dt

fr tonf I Perciochc non mi fi pone innanzi a dipinger con i

fuoi colori ejueUo ingrato e disleale ultimo Tdario , rotto da


'jileffdndrot^agno: ouero della medefima condit ione Sma.
nuello ,
Imperadore di Cofiantlnopoli : non <Mitiaco Spifan
flfdtSoria,ilquaU fufi fattamente ripieno di dtjfoutico-

fiumi^chc per quefia cagione fUdetto Epimane, che du


nota huom pazjs in ucce di Epipne ,chefignifica nobile:
non il molle , efimtnato^fgf impudico Sardanapalo i-^oiuro
^aio fahgola Quarto Imperadorethuomodidijfilutifiima
uuat ilquak uioa con fit Arato congiungimento tutte le fi*e
[or tilt: non fi [uperbo Tarquinia , o perone figbafiro di
Qaudio : de quab l*uno us forza alla cafiita di L>ucretia:
taltro prima contammo con mufiolamadreidipoiAiela

moje Tolemaide , ch'era grauida ^ fece morire : non il


Saul, la cui impiet gli apporto la mortele fu per qutfla

caoione tuttala fualhrpe eftinta:non qiufii crudebftmt

Ttranni, bagnati del [angue di molti: faraone ;


e
dquaU

fiiza termino ai uno , t


continuamente grauaua il popolo di

ufaua cotanta Tirannide, che


mpontua , che
Pio; q)
Oca, figliuolo di
fubito s'uccideffiro tutti i fitmudli mafihi
;


'
.
zArtafirf
,

il
tArtaferJi Menofm , in tantojttibon^o fangut humano ,

che oltre , che us una gran tirannide , amaz.zp anco i pr

prt fratellt : il Tamerlano Tartaro ^ e Tolomeo : tun de*


^uali con grandifmi danni e firugghnenti dijcorf que^
tutto l'oriente e l'zy^fa con deci mite cento migliaia di folda-
tt : e quello con /z^ crudelt dimojlranofpiu toflo btjla,
che huomo , prtfa per maghe lafirella ; di cui hthbefigliuoli

e finalmente ucdfone uno y lo diede mangiare aOa madre,


^Iquale furono con fimile fiz^ezza congiunti y comeaguifit

di afjalto dt Cani e di Tirannide piu crudele , i Tolemei , che


figuono'yfiAlefJandro y
Ladro y z^ulete y e Dionigi: dada
CUI Tirannide non fu lontano ^Andronico Imperadore de*
Greci . E non fimilmente da dire di quei parricidi ; zAb'u
melec ; ilquale uccidendo ilfratello yfi ujfrp il 'F.egno : Ma
najjefighmlo di Ezschia ;
ilquale per falfii zelo di piet fece
abbruciare in famficio i propri fighuoli : tiArifiobolo ,
Qambije y
Antonio y^afiiam CaracaDatde quali d primo
uccif il fratello y
perche eghnon procuraffeit Rfgno : l'altro

fice patir /'ultimo fitpphcioal proprio fratello Smerdo, fg)


allafirella ultimamente fita moghe , mefiolando dparricidio
alt'mctjlo : e cofiui ilfuo fratello (feta uccife nelgrembo della

propria madre : non del Magno Antioco fpoghatore e dL


fi fuggitore de' Tempi : ilquale macchi in Soria il ricchifiimo
Tempio detto Bah ; lo rub e thfiruff : fame Antioco Epima
ne Gerofihmitano : non dt quei fiopra modo tnfilenti e maL
Magi Imperadori ; Domitiano , Commodo ,
figliuolo di Mar
c'eAntonio , e Dioclettano : iquali impofiro , che come Dei,
da tuttifojjerohauutiy tenuti, adorati : dalla cui trop^
po horribile sfacciatezza non fi allontan punto quelTirannio
VIT. DI C^KL. r. 14 iij
,.

Rullai 'fi come ^mDo t\htn<mftuergognodic(firconpu^


Uko nome chiamato flagello di Dio, Non dico , huomi-
ni e Signori prefiamtjiiini dicasi fatti Princpi e "Rf ho da
Ragionare. Le uite de* ejuat tutti e(fndo fiate tmmodtfto
fiemperate , e dalla aera fede , dalla religione , e dalla hu.
manit , che principalmente dee ejjer fa gli huomini^ dalla
ipmone
^ amiatia , f partirono per lungo camino ; f io do~

tfefi riprendere, mifarebbe mtficn di cercar piu tojio medio,


(ritd , 0 fine , che la copia . Ma delgrandifimo , potentiJSU
mo , e fortifiimo Carlo dipinto mpcradore ho bora
da ragionare : nei (juale nel nero non habbiamo , che poter
riprendere , ne btafimare . Terctoche , f uorremo attender

diligentemente , econfiderar neramente tutta la fa uitaper

il ualore e fatti fitoi ,


non far bifogno piu de i libri di Senofon

teine'efualiegU ftto il nome di Ciro, 'Rf de* Perf,uera,

mente Heroo fptr non prtuare alcuno della fa lode ) eccellen


tifimo fa gli altri Re ^ Heroi del mondo , fi affatica di

formare un perfttifiimo Re : cIk noi b troucremo piu che

bra . 'Non Homero j laejuale mai zAeffam


della Iliade di

dro t^iagno non fi bfto ufir di mano , per hauere , onde


delcontmouo poteff apprender t officio e tornamento nero
Re . Wo delle Orattom d'ifcrate ferme al Re Democrito ,

a ^icocle ,
nelle cfualt elegantemente firmo e dpinfi, qua
flf
le effir dee la ulta del priuato , e parimente dcll^rencipe
^Sfon dei tre libri di (/fare Auguflo ;
ne quali fparatamen-

te friffe del Regno , e delle uirt , che conuengono a Re.


*Lfpn de i nout libri di Francefo l^atncio;ne* quali egU

trattafmrmfiimamente della medefima materia e (oggetto

finalmente di quel picciol bbro dt . . . che firmlmente


tratta
. ^
F

'102
tratta della infttuton iUl^renc'^e thrifiano , *Tert^
che tl Majlmto e frttjitmo Carlo nojrt di cut hog.

gtmat ho da parlare y/pplir per tutti ^ e per tutti far a


baflanz^ine famtftteri di altri hhrit di altro e/mplare
,

e di altro fpetchio d'imperadore, *Terctoche egli quello


ilquaU tutti t grati "Re debbono porf innanzi , e tutti gl'lnt^
peradori per ejmplare di tutte le uirt ^ e di tutti i nobdi
egregi fatti , auellt rimirando , come in chiarifamo lume:
che di tutti gli adornamenti fi detia fortuna,
fi come quello ,

come deltanimo , fu di gran lunga iluflre e nobilifitmo -

niercioche non fu giamai cofa cofi grande , e tanto diffcile,

che egli non potefie co'l tonfiglto reggere , con la integrit di


fndere f e col ualore condurre ad effetto: di maniera, che
coloro , iquaUpofJno emular le fue uirtu^confiffo efjer molti,
ma afJeguirU , o agguagliarle , niuno . lo ar difio dire fica
rumente , che non fu giamai huomo di tanta sfacciatez-
za, che ardtfje tacitamente difiderar da gl'immortali Dif
tante e cosi grandi prodezze ; quali e quante l'onnipoten^

te T)io- pofi in Carlo ffainto Imperadore fempre


eyiugufio
^4 douendo noi ,
fecondo lafintenza de' legifh , arraffi,
re quando finza ragione parliamo : in do ueggio , che moL
,
tohauroda affaticarmi , che hauendo detto, che per fir-
mare un perfetto Re , non faccia dibtfogno di altri libri , di
n iun'altro efimplare , e finalmente di niuno altro fpecchw,
che della ulta del nofro Carlo fifainto , fp) affermato^:
dimoftro do effer uero con lo effetto . Ttraoche un detto
degno dimimona di grauiffimieylutori: cio , che ancora
nons'trouatoun Prencipe ripieno di ogni uirt. Con do ^
. K iiij

t
,

J102
tratta deDa nfttutton dcl'Trmcipe Chrifiano, *Vmhr
che tl Maj^tmo e frttjSimo Carlo mjrot dsct ho^
gmaiho da parlare ,fppltr per tutti ^ e per tutti far a
bajianz^eine famtjieri di altri libri, di altro ejmplare
e di altro fpecchio d' bnperadore * ^Terc'toche egli e quello
i
ibjuale tutti igran "Re debbono porjt innanzi, e tutti gl'Im^
peradori per ejimplare di tutte le uirt , e di tutti i nobdi

f rimirando , come in chiariamo lume:

fi come
quello , che dx tutti gli adornamenti fi della fortuna,
come (Ultanimo , fu di gran lunga dlufire e nolilifitmo .

^Tercioche non fu giamai cofa cofi grande , e tanto diffcile,

che egli non potefje co'Iconfiglio reggere , con la integrit di--

fndere , e col uatore condurre ad efifetto: di maniera, che


coloro , tquaUpofJno emular le fue uirtu^confiff effier molti,
ma afieguirle , o agguagliarle , niuno . Io ar difio dire ficu.
ramente , che non fu giamai huomo di tanta sfacciatez-
za, che ardijje tacitamente difiderar da gl'immortali Dij
tante e cosi grandi prodezze quali e quante l'onnipoten-
;

te 'Dio po/ m Carlo fifainto Imperadore fiempre


tyiugufio .
^a douendo noi fecondo lafentenz^ de' Ugifh
, , arrofii-
re
,
quando fienza ragione parUamo : in do ueggio , che mot-
to hauro da affaticarmi , che hauendo detto, che per fir-
mare un perfetto Re , non faccia dibifigno di altri libri, di
n iun'altro ejimplare , e finalmente di niuno altro fpecchur,
che della uita del noflro Ca R l o Quinto , fgj affermati^:
dimoftro do ejfir uero con lo effetto . Tcrcioche 'e un detto
degno dtmimoria di grauifimi iL/utori: cio , che ancora
nons'trouatoun Prencipe ripieno ogni uirt. Con do
iiij '
'
10 ^
mprtfi , onde refificUro il mar Thtr^
fi duOe a grandtfiime
reno ^cht tutto era ripieno corfari: ilquale /bito dalla

fnciullezs.afi dimofiro dt tanto magnanimo ^ aito cuore ,

ipargendo la grandezxt delle fue prodezss in tutte le parti


ddmondo 'yche la dignit deltImperio ^ch'e la maggiore di

quante ne fino fi* la terra; a lui a tempo ^ ch'egli non era


molto ancora ufiito de gltannipuerili y non per alcuna firzA
di huomo , ma per fommo beneficio delteterno Iddio
(
certo afin , che tutti comprendejfiro , Im ejfire il piu nobile
e'I piu eccellente di aafiun'altronPrencipe)fu data. Onde
appar ifie uero quel detto di Tito 'Uefpafiano ; l'Imperio ejfir

dono eh 'Dio; ^a colui auenire , a cui egli lo concede .

(hi di lui dico pu hauer maggior cognitione della facult

delle arme i Hquale da piu giouanili anni dellafua prima et


afalute del Chriftiano Imperio deftwato fittale Duce , Ca-
pitanOyo/ Imperadore eh grandifiimi efirciti infim alla uec-
chuzsa , non hebbe quafi mai fpatio dt ponergm le arme f m
gut/ y eh' piu chiaro della luce , lui hauer rtceuute , tratta-
e
te y e confimma gloria condotte alfine piu guerre che moki
akri habbiano letto : llquaU Ntalta , l'zAfrica > la (/erma-
ma y
e la Francia , in terra e tu mare grandtfitme prodezza
operando y e nobilifiime uit torte acquifi and , o egli
fifio
trafiorfi , o le fece trafeorrer perifuoi Capitani . Finalmen-
te che maniera di guerra effir puott , nella quale egh non fi

Jta adoperato r 'Fauia , 'NapoU , africa , Tumfy 'Ffurbo-


na , t!Menapia , Stcambria , la (qermama , la Saffima
eoUegataper uia dt confiderattoni con diuerfi citt e Prenci.,
pi di (qermama : e diuerfiper lo fpatio di moki anni maniere
di guerre con uart nimici, e ckuerfifiirm di lngua , di >
.

zo6
( coflumi t e di rdme dtgmrrt^tare , dal no/ro firtipm
Carlo non folanunte hauute , ma ettandio con felici^-
mo auenimento fimite , fanno affai bafltuoU te/limonianzoi
ntuna diffcuh effr neltuf deUa mditta , che alnifiafiata
nafcofia ; e non habbut pienij^fmamente apprefa
^4 al ualore di Carlo ^into Imperodore ; del

ijuaU niuna coja ngbore dall'immortale Iddio fi* data


all'huomo (^perciocheflamente tl ualore ,
^ome dice aiutar
co , riman Ubero deda fepoltura') qual pare e conueneuole

or adone fi pu trouare f Qual maniera difido tanto fbltme


alto , che poffa corrifpondere efjhr confrme alla gran-

dezza de' fuoi fatti t (he firz^ ? che eloquenza ? QmI copia ,
che non fio trifirore alle fe uirt f Qual cofa , che alcuno

poff arrecare 0 di lui degna


a uoi nuotta, o da ueruno
non intef ? Percioche nonfino (
come dice Cicerone ) quefle
fle le utrtu , che appartengono a Imperodore , come fino fH-
mate dal uolgo : la fatica nelle faconde ; la fortezza ne' peri-

coli-, la indtflria nel trattare-, la preflezzA nel fornire ;il

configlio nel prouedere : lequalt io ardifio di fiflenere ejjre

fiate tante m queflofilo Imperadore ,


quante furono in tutti

gli altri : e piu largamente dimoflrer nel fuo luogo . ^er-


cioche mai niunofitrou in maggior numero di battaglu o in
piu graui, 0 piu tra loro diuerfi ^ appartate : ouero htb-

bt maggior ftua tn trattarle , cofianzet ,


firtezz*t di animo,

configlio , prtfiezzZi 'I^iuno fi* maggior quantit d'anni ne

le armi , o fece piu chiari fatti di queflo filo . tdon manco


a lui certamente giamai ne cura , ne diligenza , ne fatica ,

ne dtfpregio de' pencoli e della morte , ne franchezza di ani-

mo . Di che pu render tefiimonianz^ quafi tutte le parti


del
207
dtl mond y e mlto piu la guerra Germanica : netta quale

di maniera egli fi port; che, come che da lui tutte quelle cofi
per tquali di gran lunga
fi ajpettafiro , fi lafctajje a dietro
tutti i piu tttufiri Imperadort y che mqueflo Imperio ffjero
mai : non di meno uinf la openion di tutti , uinfe fi mede-
fimo , e trappafio quafi la forza q) dignit delthuoma .

Certo /irebbe mifiuri di trouar noue maniere di lodare , e


non piu da huomini dotti imaginate ; e un chiaro e nuouo
Oratore di^andezza d'ingegno , di dottrina e di eloquenza ;
ejpndo le cof da Ita fatte nuoue,eche auanz^uano la cre-
denza : che dettefue lode parla/fi . llquale tutto , che io non

pofiae/firey e/fndo la mia facolt m do affai piuhumile di


quello , che conuerrebbe atta grandezsji delle prodez^is delno-

ftro ffare : non dimeno non ptHendo m do far , come io uo-


glto, faro y come io potr y afiicurandonu in queflo detto:
che nette gran cof bafla lo hautr uoluto . 6 con la piu rflret-
ta e breue uia , che potr tenere , raccontando tfot fitti , fa-
r in gufa ; che uoi intenderete , che egli di ualore e di altre
heroiche uirt , non fu fcondo ad alcuno . Era tutto il mar
Thofiano per tutto quel tratto , che appartiene alino deltita
ha ydetta Spagna , e detta Francia moUfato da ladronecci
,
de Corfariinon era lafiiato alcun fino ficuro'ynun porto
hautua cofi firmo prefidioiyche fimdmente guernito y o
fiff
fu cos ripofio y che fieffi nafof ; e nel quale non ardiffiro i

Corfirt di dtfiorrer ; di maniera , che niun pottua nani-


gare atte firaniere nationi
, che non gli foprafttffro de*
grauifimi Pencolile che non
fi ponefjea rifchto morte ^
0 di firuitUy nauigando 0 fi uerao, o
effndo li mare ri-
pieno di Cor/aj
,I

2o8
Laqual copi tpendo priuatdmnte lagrimeuole a tutti
dannofi a tutta la ChrtPtanit ; e uituptroppima a coloro
ckerano prtncipali nel grado deltamminiprottone : pio U
noftro Carlo epndogiouanetto',ntejpa in punto un'armata
da i 7(egni di Spagna , (juepi da tutte parti da piot cacciati

e rotti , e Ipintigli nelt Jpla di Menge \ laquale eglino , come


certa Fortezsia molto benguernita di tutte quelle cop , ch'era
no neceparie alla guerra , haueuano eletta alla loropduezzfi^

coprmp a renderp. Col quale fatto rep fecure tutte le

contrade t tutti i pni^e turni porti: e cos aficur tutto'


mordi pttodat ladronecci de' Coffari\ tutti liber da una
gran paura, e pDeu gli armi di ciapuno. 0 immortali
*Dij, cop grande fincrecbbile, e diurno ualore d'un gioua-
netto in cop breue tempo Uti uia una grandipima macchia
e mtupero con pia pmma gloria dalla Chrifiana religione
epot apportar luce alla %epu!blica de' Qhripiani ? mguifa -,

che coloro ; i quali ne' propinqui terreni, e nelle terre utcine

a lidi del mar piu bajp nelle citt, e in que' CafeU, che era->
no piu atti aJchifar le ingiurie , di giorno in giorno p troua-
uano moUfati con faccheggiamenti, rapine , ruine ucciponi,
incendi , da gl'iliepi [j>rpri , dipoi non hanno piu udito
alcun legno di cotah Qirpriinep mare? QmPo cos gran
male e cosi pzzo , e cop a lungo diuip e fparp qucfa
, p im-
portante guerra , chi mai haurebbephnato , non dir da un
giouanetto , ma da tutti i Oqritani q) Imperadori in
minor
. tempo et un'anno, o nel corp di tutti glt anni da un fola

Imperadore hauirp potuta epinguere ? Hercole il primo ,

che tra gli altri *~Prencipi fpetialmente e lodato di uirt

Heroiche , apena per altra copi pi commendato ; che per


hauer

vjO(
,

205>
hautr rej d mar ititaha td* Spagtia ftcnro da Carfari
CBercioche per tjttfta cagume gU furono dati qua/i diuim
immortali, honori: egli
fleff reput tanto queficfuo fatto,
cheperqutfa cagione nell'ultima parte del lido dt Spagna
e dt eyijrita' impof , che. fofftro innalzati due fcogU in perpe-
tua tefimionianzei dt cotale opera ^ Tercioche hoggtdi an-
corafino efit chiamati le Colonne d'Hercole * Cfuante adun
que lodi , quariti nobili trofei quanti honori al fortijimo e
,

ualoro/ftmo Carlo noflro debbono in tutte le parti


tutte le nationi del mondo f Jlquale effmeto gtouamtto, fi
diede a costalte imprefi , e fice quello , che altifieff Hercole
apport immortali honori: ilquale con tanto ardir di animo

fubito dal eommciamento del fuo Pfehctpato affati inimici


eklla'^pubbca (hnflianat ilquale cflintele firzg de' Bar-
bari , acquet lafperbia , e le armi l ^efo (erto cosi nobile
comtmiamtntQ , quefii principij de. gli ^egni da lui hauuti
aequtfiarono deuute. laudi, gloria. Percioche prefro cU
t
maniera le menti de gh huomwii, che ageuolmente diedero
fi
a credere , ehe effi con ogni leggerezza era per fare ogni gran
fatto , per tlquaU gli huomim quafi, come un terreno Dio lo
,

haucfiiro aammirare e reuertre . Onde dopo la morte di


Alaftmtbanofo atto trttandofi' l'anno m dx v1 1 1 . di
eleggere il nuouo Imperadore rulla "Repubka (fhrfiiana,,
quifid tale dibbtratione non fu diffcile a gli Slettori , in tfi-
mare qualprincipameute
, fffc dtgno d'iffire innalzato a.
tanto Imperio : ne fu alcuna cofa che gk
teneffe dubbiofim
,

guifa,che tutti non haueffiro ad anteporre aciafiun'aUro


_

Tftenpc quefio filo Imperadore' ponendo in. do ogni lor


, .

dfiderio fg) ogni uoto-. La onde, fitbito, che egli fu eletta


210
hnptrodore apparcchio incomincMenuoM mprepe centra
Turchiyper ridar col/auor di 'Dio m Uhtrt ijuelle citt ;
Imperi Je^iutdioppr
e(J
da acerhijimo giogo S
fermtt , il crudeltpmo Barbaro , confimmo hupmo e uitu-
pero de* Prencipi Chrtfltant pojjedeua : e ci col mezp deOa
fue mrt : perctocht noi dobbiamo prendere icommeiamend
delle noftre operationi dalla religione e dagl'immortali Idd^..
Tatti prometteaano una certa uittoria de* nnuki con
(t
fi
fatto Dace. Onobiltfima deliberatione, per la gitale fpo*
teaano foUeuare e firmare in piedi , e ritornare altantica
faa ^andetz^ e fplendore le cofe trauagliate , afflate , e che
gi erano per cadere , delt Imperio . Ma o molto miferabile
condtttone della "Ripublica Chriftiana : laijuale non Jflenne^ .

che coffama dehberadone ottone(fe d difideratofine . 'Per-


cioche (per dire il atro
) queftaftfanta
imprefa (diche gran
demente da dolerfi ) pt tmpedaa dalla a?nbaione de* Fran- .

cefi : lacuale ruolfi quelle armi ^ che erano apparecchiau


contra t nimici di CHR i s T o , cantra l'Europa con gran
diflimo danno de* (Jorifliani . Onde ejfindo egli sforzato dt
uolger le armi , prima defltnate contra Barbari , cantra
Francef y eglino ne riportarono quel guiderdone y che haue-
nano meritato. Ttrcioche ualendosxl' Imperudore delwu.
lare e della felicit dt que* fuoi Capitani , che ammimflraua
no per fiio nome le citt , ch'ejfo haaeaa neJt Itaba , m breue
tempo uintt e rotti tutti i ntmu
,
gli caccio dello fiato di Me^
lana e di (fenoua. Indi di fuo proprio uoltre lafctando il

Ducato di fidano a Francefeo Sforza ,


raffittate le cofi

d'halta , ^ innalzata la Chrifiiamt a iptranzfl di pace ,

mentre , che tlmper odore fi apparuchut dt riportare U


uincitrict
tu
mnctrki armi cantra i rumici di R. i s to , * Frarucfi,

carne lor fo^f n/cita di menu la rotta , che hauettano

hauuta nelterritorio di Melano e dt Genoua , haitendo rac>


cobi faldati di ogni parte , difiefro nello fiato d %^elano ;

^ hebbero gelano e'I CafieUo ,


^apa
e tutte le citt deltinftbria

Clemente Settimo a par-


c del Genouefato : indujjro

ttrfi dalla lega , ch'eJSo haueua con timperodore ; a tutti mi-


fero Ipauento : ne pareua ad tdcuno dt poter refifiere , o ejj-

re eguale alla loro potenza . zAlhora trouauafi t Imperadoro


molto lontano dalla Italia ,
occupato dtuerfamentea dtuer~

fi fcende . Di quefie cofe adunque efndo atufiuo da amba


Jciadori : fi come quello ,
ch'era d'inuttto animo perffienere
tutte le auerfit della fortunale fi mofiro frtefmpre in tutti

ipericoHytion pref ipauento da ueruno febeefuccedimento ,


ne da ueruna minaccia de*mm!ci:ma fapendo molto bene
con danno bro quale fff la natura de' Francefi ; il modo ,
,

che efSiteneuano nelle guerre ; quali fffero le forzi tgli or db

ni e cofiurm bro : non fofienne , che le imprefe ,


dalltquah
eraaggrauato fb impediffero. E filmando ^ i Capitani,
squali a quel tempo dotati di gran uabre , e pratuhifitmi

deOe cofe dede armi , haueua in Italia molto bafiettole afo-


fienert ilcarko di cosi gran guerra , e condurla a fine con
fua grandxfiima lode ; non fu ingannato della fuafieran-

nPerctoche poco dipoi uenuti ambi gli efircut al fatto


darme , non fidamente furono utntii Francefi da ^'Impe-
rtab , ma Francefio Fabfio bro Ff , nobilifitmo e uabro-
fifiimo Trencipt , e potentifitmo pi , che altro , che foff
mai ; in quella battaglia , non fnzi giudicio dt Dio, U
debite pene porto. Chi mai uc una fi gran guerra tffitt
,

212

Jiataterrmnata con
mAYncntt eJJndotUA tanto lungAt fparpiw tante partii
La cfud guerra era di grauezzt a tutti i popoli e nationi

delia Europa , Certo inumerabt guerre trattarono , Da-;

uid, Hercole, Ciro, cyikjfandro Magno , Anmbale,ei


due Sapioni; Siila, ^arco ,
Pompeo , gioito Qefaret

tAugufo Traiano , zAdriano Qoft animo , Carlo t^a-,


, ,

gno ', ti primo Ottone ,


cognominato il Magno ,
Totila,

Mafimiliano e molti altri : e con le loro armi /ggiogarono

nationi crudeli , genti Barbare ; e belhcojprm popoli utn/ro:.

^a niuno giamai trionfo et un cos gran Ri Tutti adun-^

que tejlifcano, la gloria (t Hcrcole ejfere fata grande ,pery^


Scipione per ha-k
nauer tanto Laomedonte ,7^ di Trota di
.*

ucruinto.Mnnibaleidi Giulio fe/re , perche ruppe


Ano-
Crefi iquale ridotta
per for-
uifto e Tompeo
: di Ciro il j

za d'arme mfuo podere Sar,cittfortifima ,JofeceftrmL


T>i Paolo che hauendo uinta Lt Macedo^
mente prigione . ,

utuo Perfio
tua ,
e ridottala in forma di Trouincia , pre/

prefo giugurtha .e Carlo


fragno per
diario perhauer
Duca di Bauiera ,e 'De(irioRide\
hauer uinto Taflio
laudi. De f
Longobardi , adornano di grandi me
quali tut

ti non dimeno non


fiaalcuno,chehabbtaa dire , che ueruno

0 di grandezza .
o ricchezze , o di potenza , o dx fudio
gloria fia fiato uguale Or Francefco Redi Francia, ^a,
per ritornar la, di donde partitici ftamo: fu
condotto il U
in Ifbagna , e /erbato in
^adrdle tnfno alia uenuta deh
rtchiedeua alia
e trattato , fi come
l'Jmpcradore , e raccolto
temperatezza, innocenza,
digmtdi Re. Onde di quanta
benignit fefare ftdirnoflrajje ,al
humanit e clementi
t
t
,

Jho luogo racconteremo . Fmalmente raf^tiate U (Afferenti


tra OJre , e'IXe cori certe condtiom di pace , e datagli per
moglie Leonora dilu foreUa ; m quejla guifa concedu-

tagli Lbert di dparttrjif tbnperadore uolfi Inanimo m or-


dinar le coj et Italia ; laquale per cagion della lunga guerra

parcuaquaft diftrutta, B tolto delle mani de* francefili


Ducato di Melano , lo refiitiii a Frantefio Sforzfi, Ma,
iheauenne dapoil Qual gratitudine per cotanti menti a U
fu reja l Fece congiura infieme la maggior parte de* Prtn-
pi Chrfiumi cantra la dignit d Cefare : Della cui con-
giura efiendo autore , e tenendo ilprincipal luogo lo fiejjo Sfir
rjt; come tra publica e tura fkma{che cofi amene aglngratt,
che con la prima occafione fi[cordano de i benefci rtceuuti)
i Capitani di Cefare , che alhora fi trouauano in quel paefe ,
lo coftrinfero,abandonato d ogni aiuto , e pofo in grandifit-

ma paura della ulta, a ricouerarfi nel Qifiello . E di ci


auifando Cefare , da lui ch'ufiro , eh* egli imponeffe allo Sfr-
chepartendofi del Qafiello in lor potere a rteono-
,
,fi deffe
fier lafua ragione . MatImperatore non gli afiolto , quan
tunque eglifiipeffe , che quefio addimandauanoper effrfUe-
citi della fua dignit , del fuo utile., e della fiia grandezi^

ricordandoli dellafa uirt , laqualefempre l'accompagn
come tombra accompagna il corpo /diliber , che da capo,
riconofier la fua caufa . O
ponendofigm le arnn , fi haueffi a
immortale Iddio,quanta fu quefia modefiia di ani-
mo ? quanta innocenze! f quanta religione f quanta uirt f
Colui , che conofieua fi tfir di
,
gran lunga fperior con U
armi , ponendo quelle da parte , ricor
fi alla egualit della
ragione, con animo di douerfiggiacere a quandi
effa ragione,

vm DI V, o
2^4
tUa fi trouap dalla fa parte. Fra tanto Francefio S/Sr.

^4 fuaffaltto da grane infermit 'j


lche fi* cagione di tema
e di diflurbo a tutta la Italia : fi come quella , che compren-
deua , che aggiungendofi alle frzs di Cefare il Ducato e
^Melano y troppo la fa potenza farebbe slata formdabtU .

^Ma Qfre prouedendo alla quiete di tutti


^ alla tran-

quillit de' Chrtfhani , accio che una uolta egli poteffe indriz^
za^le armi contra i comuni nimici della 'B^publica Qniflia
na ( kht hebbe fmpre grandijlimameme a cuore )
dUde li-
bera autorit a QUmente vu . di elegger Duca di ^lela
nOyihigli piaceff promettendo di confermar la eltttione,pure,

che egb non tUggeff alcuno de'fuoi nimici . Trouandofi la co

fa in queflo fiato,tl di Francia rompendo le condii ioni deL


iapacCy per lequali Cefre con fmma clemenza lo haucua
ritornato nellafua libert, e fattola anco con Qemente vii,
e con tutti i Signori dItalia , effendo flato autore di cofi Can-

ta pace lo ifleffo Pontefice ; e^i con maggiori frze , che non


hauua.^tto prima ,
indrizz l anim alla guerra , e quel-

la rinou , collegandofi con i Turchi e con gli c^f icam , mo-^

uendogU contra queflo Qhrifianipmo Imptradore . Effen-

do finalmente uenutiin Italia gii eferciti de' Francefi, fu


prtf la nobdipma citt e datila ,faccheggiata , fg) arfa ;

e fimilmente le altre citt dello flato di Anelano , per lequa

flli pafjaggto de' Francefi , furono uote da i fcchi, dalle

correrie ,
e dalle rapine : ff)
efpndo affediata ?^poli ,f ella

grandemente afflitta da pcflnza,da fame, e da difagio


di qualunque cof . E finalmente fnti anco la fame l efrci-^
tode' Francefi , che ui haueua poflo laffdio, e la prouo

{^ardifo dire) anco maggiore: pcrcioche diffjanta mila.


r
I ^ .

che l'hautuano ajjcdiata^/i trouo , che erano mancati d'in-


torno a quaranta mila : e coloro , che uiui rimafiro yptruen

nero alle cafe loro con perdita di tutte le lor cofe . E Monft^
gnor di Lutrecco , Capitano di co/t grande tferto , in quello

affdto dinfirrnitd rima/ morto . C^m/o fu l'autnimento ,

qutjlo ilfine della lega fatta contea il dtfnaitore della Kfpu-


hhcaChrifliana. ^er cloche immortale /ddio, che
I

conofceua l'animo e la mente delt Imperadore : cio ,


quanto
mal uolentieri , e ftnon isfir zitamente , come quello , che do
factua per difndere ifuoi Td^gni guerreggiaua con Chrtflta-
,

ni ; efftndo , che efj abhorriua quella gloria, laquale fi acqui

/lana col [angue de' Chrijliant ,/mpre fu inJuo fauore ; e

ruppe i fuimmici, iquali erano aluifupertori in terra e in

mare , cacci , affatto gli dt/ru/Je . Percioche , fi come

elegantemente dice Cicerone nel primo delle Tufculane , non

^
pu giamdt al buono auenire alcun male, ne utuo ne morto; ,

'
ne fmmente e//o abandonato dall'aiuto de gl' Iddq . *Non
haueuano ancora Franeejt riprefi l'animo, a pena rifpi.

rauano dalla nuoua rotta hauuta a 'Napoli :


quando eft

( effondo
[ubiti i confglt loro , egli animi piu del conuentuoU
pronti a riceuer guerre ;
ouero , che [offe auenuto al "Ke di

Francia quello , che auenne a Faraone ; cio , che fijji ind-
j rato il fuo cuore
)
fatta nuoua maffa di fidati , e meffo in

punto un nuoiio efercito , uengono da capo nella ftae Italia^,

altmprouifo tajjltano , e prendono alcune citt , che nulla


meno , che di ci temeuano . ^a afoltate ilfine , che auen
ne . %^entte , che e[i procurano di rifiorare t danni, che
gli anni a dietro haueuano riceuuto : aggiunfro chiouo a
j
chiouo , e infelicit a inflicita. Percioche prefi Adonfignon 5

I
Oij
,

zi6
4USan*Tololor Cibano fcU Antonio da Lena, uinte

rotti iFranctfitUituptrofamentt uolfiro U Spalle ^ cerxan.


do con fizzipma fiottala Jtluezzet loro , non pipendo.y
oue ruouerar fi douej^o , e dotte rtdurfi ; numera , chc^
apparite t iFrancefi mouer le armi folamtnte per accrefier

la gloria deltinuiuifitmo Imperadore : ^ anco^ che dalfirn

mo Dio nonfinojttortticjueiPrencipijiquahnonperne
cej?it,ma per ejjir ripieni dt cupidigia di accrejcere i loro Tifi

gnt , mouono guerrafinz^ ragione . Ondejtgm, che deltaf.


Jdio della citt dt ^apoli,per uoltredicome da crederfiydi
Dio t ihfuale dnernnajfe dt uendtcar le ingiurie fatte

daH^apa Clemente -y
anzi di darli degni premi della preja
fatica per tirar tutti i nPrenctpt Italiani a cosi ingtufia

lega y fatta cantra d difinditor della rehgtoH (hr^liana:


deltaffedto dico dt Napoli mezomefi mnanzt,o poco me~
no auenne la mifirabile preja dt "Rfima . il Papa cojfretto

da neceju dellaJJMo,prel nel Cajello eh Santo cy4ngelo

poter di Qefrar Finalmente dopo tame guer-


fi diede tn
.

re y con lunghe y e in tanti luoghi fparjy per una diurna


certo moderatezZt di CeJarCy benigmtyinnocenza , ingegno,

eutrt (^ejfendo artmente la uittoria Juperba ^ ajpra,


come (ce Cicerone per Marcello ,
in gmfa , che fi bene ella

auenga a miglioriy non dimeno gli rende piuferi e piu cru-

deli ) fatta pace con i 'Principi Chrifham , fi ne uenne in


Italia y igfui Bologna hebbe da Clemente la Corona delt Im
pirio y
riceuuto da Prenctpi confolennc pompa ^ apparec-
chio y e par imente conJmmi honori da tutte le citta : e Jbt-

to fi diede per diuin configho a rajjettar e cofi d'Italia ,

a far duta di tutte le citt, affine, th leuandofi ma ogni


menoma
.

fpunma diporcHae paura tutte Jt contentjpro in pace a


neltu^tio loro . Ptrcioche a tempi deOe. guerre tutte le cefi

Jiuogono fjjpra^^ ogniuna 'e mijra : e c'o amene ^ per.


che Uuandofi la pace , non pojjono hauer luogo i giudic^ e le
leggi. Orahauendo egli po/lo fine alla riceuuta imprej^

ritorno in Lamagna , con intentione di compor le difior die

nate per cagion della religione ,


e ridur lo fiato in tran^mOi-
t . CMa ifui fermati uiandante . Confiderate in quefio
luogo t nohtlifiimi e ualorofifimi huomini quanta pruden-
,

Zfi e ualore hehhefmpre quefio nofiro Qarlo , e qual fortee-

za di animo . *Tonete mente , come egli rifiut i piaceri ,

frni tutto il corfo di fa mta nelle fatiche del corpo e nt*l

trauagli dell'animo . T^trcioche da che fu creato ^ e

Spagna , mai non fufinzei o gramfiime guerre , ograndifiu,


me imprefi. 6 poi , che fu compofia la pace tra Trencipi
Chr/fiianif non prefi uaghezj^ di ripof , non di tram.,
mtfitondi fatiche , non dt fi(le ^ non diconuiti. j^nzinon

prefi maggior cura , che di far , che nimChora del tempo


fpendejfi m darno : fiimando niuna cofa ejfier da fiderarfi
wuendo ^fienon quella ,
che e accompagnata da lode , da
honore,e da dignit , Chifar adunque colui, che non ifiimt,
e non confefii , chegli fjfiguermto ff) adorno di certi diurni
beni ? t^a, per ritornare al nofiro proponimento , aueden.
dofi egli, che nella Germania non fipoteua diterminare aU
cunacofit firma in tanta diuerft dopenioni , impofi per
pubico decreto , chefi rifirbaffi nella Chiefa "Rimana lan.

tico ordine delle cerimonie , e la ufiua dottrina. B ridotto


do ad effetto , per la rmgior ma , che fipot tenere , and m
Fiandra . Intorno al qual tempo Soimano Rs de* Turchi
,
VIT. DI (^AR, r. O iij
,

28
^
pparecchto Vhnfrtpt per prender Z^ienna : di donde pee
tanno moxxix. fu coftrtto a partirftfenz^ effetto al-
cuno con grandi^mo Jo uituperOf e con graui/ima ucci/io-

ne del /ito ejrctto


(
percmhe in ejue/a tmprefa ui per ir ono

ptu (tottanta nla Turchi') tenendo egli alhora per co/a cer-
tijma , che trottandoli dindi Qefare per tanto patj lon-
tano ,
non ui potejj a tempo recare aiuto . dt gran
lunga rima/ ingannato della /ita openione : percmhe 'im^
peradore , che alhora fi trouaua nella 'Brhantia , dt ci

aui/ato f a gran giornate ritornando nella Lamagna alta,


prima and in "R^ttsbona (^percioche qumi per cagion della

dieta delle citt Imperiali fi erano raunati ambafctador 't


, e

la maggior parte de* "Trencipi) doue hauendoft trattato per

la indujrta e confglio dt Cefare ,


con granfimo confnfo
di r ulti
mandare aiuto contraTurchi , egli con gramfi-
mo editto impoj , chei Trencipidi ^ermania e tutti gli ,

ordini ded imperio con (jucdeffrcito , che potej/ero mag-


,

giore , andajfro ntd'zAufria . fi che fattosi quaf con

incredibile pr(Jlez.za ,
tutti gli
f moftrarono obedienti. 6
da uenti mila fra
fece uenir parimente eCltaba in Aufria
Spagnuoh ^ Italiani. Et altres i Signori Italiani ui man-
darono!firn aiuti
6t afpne , che non manca/p ueruna coft, laquale poteffe
leuar la occafone di condurre la guerra a buoniftmo fucce-
dimento , con certa indujlna q/ ingegno fngolare , mij nel
mare il preftdio di cinquanta mila huommi afpne , che con
le Galee affaltajpro le terre de* Turchi. Delle quali fece
Capitano quel T^ttuno zAndrea ctOna ,
*Trencipe di

Et ^entrale delle genti da terra j


9pHelp, tgb uoUe ejjcr

f perche
21 ^
ftperche [hrifttam nonfiUro mgarmati < quella fperatr.
i

zfi ,
che haueuano di lui conceputo ; ^
molto piu , che per

gloria delnomeQhrtJi'Mnohaueud da combattere colmrnu


co de" Chnfhani. La onde pofo ordine a tutte le coj,

tacito dt 'R^tsbona ,per tl Danubio con un nauigbo nauu


gando , peruenne a LmtZj. B cpuiui hauendo dimorato al-
cuni giorni non pajfando quafi alcun giorno ,
ch'egli non
,

hauejfe alcuna nuoua , che la uenuta di Solimano era utci-

na ; laquale per tjjcr piena di pericolo , era chiamato egli,

che con la perfona ft trouajj prefinte alla guerra : non per-

donando a fatica alcuna , di ejfire in aiuto a btfignofi con la


celerit , che poteffi maggiore , finalmente uincendo ta-

fptttation dt tutti gtunfi a Vienna. Con tanta adunque


prtftezz^ dimoftrandofi incontro a Solimano y
la coflrinfi

a piggirfi tornando in dietro , la , donde era uenuto , hauen


do tagliato a pezzi d'intorno a uenti quattro mdaTurcht,
Uche hauendo fatto Cefare , ritorno tn Italia : e fatto m Bo-
logna con Papa Clemente, e con tutti i ^renctpt d Italia
confederatione , ritorno in IJpagna . '^e quiui molto rima-
nendo y uenendo alle fiue orecchie molti gridi , mtefo per

ma di lettere , come Rarbarojfa [apttano dell'armata Tur~


chefia y cacciato di Tunift Mukajje legittimo Re , s'era im-
padronito di quel Regno tlche tra dannofifmo a tutta la
, (
Europa y e ipeitalmente alla Spagna) con certo quafi im-

mortale e dium ualore , procurando l'utile della Repubhca


Chrifiiana y accioche ella etiandio in quella parte fcu-
fijfi
ra y apparecchio d farpajjaggio neltafrica , mtjfi in pun-
to con grandifima JoUeatudine tutte U cofi , che erano

nectjjarte-yffi) in quella con la fiorta del Signore, che era

.
,
O jf
I

to
ii/koCjonfalonure con du^ento naut pajptndo^ la citt di
Tun^t (
che gi fu Carthagme ) tolfi per forx^ a Solimano
hnpcradore de' Turchi ; pofit in Ithert uenit mila Chrijiia-
ni , che erano in graw^ima feruUu , prima hauendo pre-
la goletta firtifimo e guermttfimo Cajielio tlquaU
fi , ,

con Ifuoni prefidij era tenuto . Indi hcbhe tutto il T^gno di


Tumfiynel quale il cacciato Ke ritorno. ^al cofa a noi
Chrifiani poteua ejjer piu commoda , optu nobile^ piu utile,
oueroptu atta alla faluees comune / Cof, come dalle ma-
ni di Faraone fitto la guida di t^of , Duca e Capitano de
gl' fiaelai furono tratti dalle prigioni, liberati dai frri,
J ,

e cauati dalla bocca del Tiranno Solimano uenit mila (Jori-

fhani , e ritornati alla primiera libert . fon quefia impre-


fa f aperto limare ,ilquale era inffiato da ladronecci de'
Carfari , da fimmerfoni di naut , e purgato m gufi, che fi
poteua (icuramente nauigare . 7^n pojfi in quefto luogo

tralafciar quella rifiofiadi Cefar e, che fece mquefiaim.


prefa , ripiena di ogni uirt . "Tercioche dicendo alcuni huo

mini di non baffi grado , dopo la prefa della goletta , che


non era da fguire infino al firn la incoimneiata guerra , ma
di tofio partirfi di <tyifika per molte cagioni , e mafiimamen
te per L pencoli , chefiuraftauano igraucmente rtfpofi , che
egli non ricercaua quella inutile e del tutto infame fiUecttu-
dme , d'ejjre efii piu caldi della filuetta , che delthonore :
hauendo cgb fimpre hauuta la uia docqutfar lode e riputa
tiene, affai piu cara, che la propria una . Onde ctffiffro o di
effere adulatori a lui , ch'era finz paura; odi recare ilfa~

uento agli huominifrti . 0 ucce deffta cNmperadore uoce :

duo dintrepido animo . La onde (per ritornare al nofiro


proponimento)
,

:2

proponmeuto Ofre uinoftofi cacciati tOttt.i 'fumict


)
\i!iul%e^^ndoA^apoU\(m cm ^anpmpplaupi t

^trionfi^econ grandijivno dtficUrtoc cura.dt tutu fu ricci

''uto . mentre contra t mtmi eU Chri/io gaghardt^i.


mamtnte Cefare guerreggiaua yil'R^dt Francia sUmpadro-
nxmn tanto conia forza guanto con certa aflutta
y
^in-
ganno y ck molte terre della Sauota ,e di tutte U\firtczzs

^ ancoeUTur'mo . Ilquale indepio fatto non potendo Cef^


refoftenere ypoiche furti ornato di eyifhca , dimorfo al-

quanto tn Italia ,
ondo alia guerra contra a France/. Stette
tuno e laltro 'Trtncipe in mare lo /patto dt due anni , effn.
-do del conttnouo l'Imperador fuperiore , e riportando la paU
,ma della guerra. Finalmente fecero ondi a ^tzia tregua
per dieci anni y accioce rimanendo daBe armifipoteJJeroS
qua dt l ficuramtnte condurre le mercatantie , trottandofi
prefente il T*apa - cydl far della qual tregua non per altro
Ji mojj [efare , che , perche^ haueua 'l'anim del tutto mito
\a!la guerra contra Turchi y dfiderojtftmo della faluez^
\de\ Chnjiiani ^ e della gloria parimente . La onde efftndo
nella Europa tutu t man moUfiati da correrie e ladronecci

de* Cor/rtyinguifa, che ogni giorno s'udma far uccifiory


fi
,rap'me , efimmerftont di naut'^ e cofi tutti i luoghi maritimi
-trouauanfiafflitti da ruUne y'tncendij , tcofe. tali : per pur-
-gar cfifatti mah fotta ti com'tnc'iamtnto del uem travetto

- tn Africa con Larmata per prndere ^Algeri ; come quello ,


ch'era ftcuro ridotto a' Carfari . Jlche fenxt dtdtlio per
eomun giudtciodi tutu coloro y che furono a quella impref
hawrehbe fatto ; Jlmareye t ttenti , e le grandtfltme fortune^

che dmeeruennero, non hauefftroportato troppa imdia aOa


V*
222
pM gloria . Trouandof Ctfkrt in coiai gmpiper laflutte
tram^mlht de* Chrtfiani occupato ^ ilBsd Francia haucn
dogano congiura contra di lui , tiro nel Jteo mitre ^uglulmo
Duca di (Uu : aquale di ordine d't(Jo "Re aneto in ^eldria
LongamUa Capitano Francefi. Cofiui unitoficon Marti-
no RpJJimio y Capitano delle genti del Duca di Cleui y finiti
da /quattordici mila fildati de* equalt erano mille cauaUt')

mojfi tarmi a (quella pe^te della (pallia belgica ych* detta

3rabantta. Laonde non molto dipoi che Cefare torno di


e^fiica yfolpinto da cofi fatta ingiuria , mejjo mfieme un
forte efircitOy moffi guerra a i (Jetufi. Tercioche tutte

^ ^dgione gridano ejfir lecito con la frza cac-


ciar la forza ta ondefitmfi a combattere e prefi Dura,
laequale era guernita di firttfiimo prefidio de* Cleuefiy e ehft-

fa : laequale uoUe piu tofio ejpertmentar la forza che render^


fi:
eia diede afiacco a i foldatt . Dalla qualperSta e danno
Spauentato il Duca di quel paefi , apprefintandofi humilr
mente a i pteS S Cefare , otterme perdono S fito Slitto , in

guifCefre fi dimofir finire benigno e clemente a tutti

quelli y che gli adSmandarono perSno . Fornita con gran-

dtfiima prefiezja quefia impref S Gueldrta , Cefare per lo

facenSgranSfiima gmrra a Francefi y


/patio di due anni
concertanobSmrtepronUzjadtarmo perueme a tan-
to y che danSgbfi in fito poSre Lucemborgo y prefi Ltgnia-
cOyerendenSgtifancoDefiSriOyel Cafello di Theoderi-

co peruenenS a Catanlacio y mifi tanta tema a tutta la


,
.

.Francia , laquale fitto d Dominio SlR^yC /petialmente


,a *Tarigmy che non pochipenfrono S fuggire nafionSnS
k cofi loro le'lmedefimo Re uenne in pencolo perdere U
^egho ^Tnuando/ileco/cifjueftrtmini, e'i %t'\mhmAn

do allafact , anchor che Ctfart ficonofctffe di gran lunga fu^


pertore, anzi CIO uedeffi nell'est tto : non dimeno
riputando

maggior glorta^fe i perfua caglon regnaffero^ cheft -.fofjfi.ro

delfino ejitn , non Icuando la fperanzei delia pace , diede


orecchie almtfot che .uenne per trattar l'accordo fj) alle

preghiere de' Qhrifiani\ayi^uai ptpiua ek tante ocafiorne


rItine chiedendoci ejii la pace ^ (i acqueto . Onde a tante
-coft lunghe guerre ,
che erano fra Cefar e e'IUf di francia ,
fguno l pace . Aia , mentre che neda Francia fi factuano

^uefegkrre , cofi graui ^ bdpartanti^ Cefrchchhe autf^

(he I germani erano per ribellare ^ (fiouan Federico , Duca


di Saffoma , t'I
Langrauio ctHijiid. hauendo congiurato
,
infeme con i nobili e con le citt, audacemente facendo
raunanza e ridotti in fa di loro, e difgnato di farnuouo
Imperadflre ,
attendendo alla cUra di cofe nuoue . Onde fcr.
mata la pe col "Re di Francia , dopo ab^uanto Carlo Impc-
radore cantra la openion di tutti delibero di mouerf cantra
una nobibfima natione , e per molti anni fgnaatifima di
huomni , di armi , e di danari uguali fimo i principali neruk
.
(
deda guerra ) cio cantra i germani . Tutti nel uero erano

fon di fperanzei di doucre ottener la ustoria ,


della flute ,

anzi della una dtlt Imper odore . Tutti affermauano , che

fiffro per andar male le co/ fe . Et hoggimai tutta la

Chrifltanit era affabtada grandtftma fliecitudine e pau.

ra . ^ercioche era tanta la potenza de* congiurati , che


partua y che nella forza humna non rimane(f alcuno aiu-
to , col eguale dalie altre parti de* Chriftiani fi poteffe far
refiflcnzii . Solo il forttfiimo nofiro Carlo ajicurandpfi nella
,

22 +
/ingoiar uirtue frawhtzsfi d fio animo, nm prmdewL
alcuno fpautnto ',ma jipromettcua ina certa fperanz>di\
Htioria , fpejj fra fi proponendo , t douer nella Germama
muo 0 morto rmanere . Fu quefia una mcreddie uirtu del.

l'mperadore . La onde inproce/J di tempo cacci , ruppe .

diflru(Ji quclthorrertdo efercito de* Tedefchii neiquale erano


da nouanta tmlk armati: cio ottanta mila fanti , e dieci
mila cauaUi ,<e parimente cento persi di artiglierie . '
Il Mar^
chef di Zlitimbergo fpoglio della maggior parte delle coji.

fie . Il Duca d Sajjma prefi con armata mano , hauemio


attaccati fico la battaglia : e*l Langrauo glifi diede . Cosi
tutte te citt dd una ad una , che cantra lu sbranofiUeuate , .

^ haueuano prefi le armi, cofir'mfi,a fenderfi hufhil-

niente. Le piu frti citt del Ducato di Safjra',lequa-

U pareua , che non fi poteffiro hauere per frzfl humana ,i

fece rimare e Sfrug^ere . *Fer lequali cefi auerme , che egU.

afirinfiper giuramento il Conte Palatino, t^auritio,iL


parchefi di Srandemborgo,egU altri fuoi parenti', cio,

quello dt'l/irtembergo di che molto fi marauiglio laCqer-.

hfteffo Langrauo , e gli altrin^rencipi


mania) di (ferma-

ma e popoli,a rimanerfi ai escreto della fla Chef , E cosi


ejjendoft ampiamente impadronito della Germania ,fi pu
dtr ,
che ueramente imperaffi, di maniera , che* fine que
fia guerra teftifico,che'l nofhro Qefiiremn filo inriceuer
ma anco in firnir le guerre , di prudenza , di uirt , di felici-

t , d'ingegno ,
(tindu/rta , e di ogni altra uirt ff) ecceOen

za , eh*a Imperadore appartenga, auanz tutti igran per-


finaggi heroi de* pafifati ficolt', che mai factffiro le piu

importetntit guerre : e con lachiarezsA del fio nome


, e
,

22f
j/i ojcuro neDa gmfa , che'l Sole ofcwd tutte le altre Utile
^
B tanta. crebbe la gloria di ^ue/htmttoria, che
poti mlto dipc Upre/adt Gio Federico Duedt SaJ^nia ,
'
enfino dalla r'ma del ^orifihene ueriniro a Cefitre tra Capita-
m di cauallt I
i^uali io aufarono di poter mettere mfieme
quattro mila caualli , e che erano prefli di andar con quelle
genti ,
ouunque dlui piacej^ mdndarglt . 2^* quah gtorr
ancra uennero dal^ di Tunifi a O/reamoafiiadori:-
gliproTtfir.o per nome di quel B^e aktetanti cattai "Barbari ;
onde non men dirittamente ^
che con uerit , io pojfi dire

che infino gli Scuhi egli <jAfrkani tirati dada uirt di Cefo-
re y uennero ne da fua diuottone . La onde mentre (e/re dt-

moraua in Hala , glifurono apprjruate Lettere del 'Fapa,


ilqualefico fi radtgraua tH tanta, e cantra la openton di tut-

ti da lui acquiftata uittoria, dandogli il Pontefice nella[opra


firitta il cognome di t^afiimo e di Fortifimo . liquide hono

re con non minor merito , che tudore per beneficio di 'Dio


ottenne^ Ora dterror delfito nome inguija fi diffufiper tut-
to il mondo ,ihe tutte le gentilo dnamauano Imptraderte
^Monarca dato loro dalla prouidenzfi di fipra . Da che e
certo ageuole da r accorre , quanto grande , quanto dtfftcU

e quanto Ppauentof fijfi qutfia guerra . Haueua hoggtmai


d noftro Carlo in Uaba , in Francia, in Vngher 'ia
^m
tylfiica terminate di grandifime guerre , dedequali haueua
riportata la palma . Haueua ilpotentifiimo di Francia,

ti fommo Pontefice hauuti prigioni : haueua con la frza


ritornato nel fitto Bfgno Muleafje Be di Tumfi : haueua
Aggiogato il Duca eh Cleui : Qoflretto Solimano , Imperador
di Turchifilo con lafiama delfo nome , con un numerofifi(-
, ,

1^6
mo efrcito d cercare il jo fcMHpo con Id fgd': ma alcun
infinq a qui non haueua potuto refiltre alla potmzi di Ce/dre^
di manurayche lutjicome duenhegiadt AUjfandro Magnai
tutti tiimauana muinlnlt tmnurtale : non dimeno ftta
il comtnciamento della guerra (germanica , tutti erano fiUe*
citi deOa fila faluezzfi , tuttif affiggeuano , tunt ftimauano
male delle coj Je .
'
Ora dopo l rauere acqutjiata una f^
gran uittona cantra Germani ^ raftMte le coJ della Ger~
rmnia, e prejeritta una forma di uiuerefra tanto, che'i Qnu
cibo fi rattnaff , fi intorno alle openion della rebgione , come
al uiuere : Lamagnain Fiandra , meno fica
andando di

prigioni ilTluca di Sajffnia , e^l Langrauio. dopo aU


quanti anni il Fecere della Sicilia, Capitano delt armata
di Qtfare, fi mifa perfguitare gran Corfae Dragut
ilquale con ladronecci moUflaua il mar Thofano , infno ad

e^frodifo , che uolgarmente detto Africa . Alqual luogo


ejfcndo Dragut fuetto , U citt fi* cinta di flrettifimo

afjdio', efinalmente fu da Ce/riani congrandifitma ueafion


de* nemici prefa e faccheggata . Dipoi lui ad alquanti anni

offendo rtmuata la guerra fra Cejre cyrngo % di

Francia ; ilqual fufigbuolo del 7^ Francefio ',f*


da Cef~
riam combattuto/ prefo e disfatto Monna , che pareua che
non potefj effer prefi da ueruno ingegno , ne arte , ne forzai
molto dipoi uenne Hecno in podere de* fefanani Il .

figuente anno hauendo Arrigo afidiato R/nciaco ,


fortezza

pofa nel paefe de* t^orini , fperando di prenderla geuol-


mente : ecco che in un fubdo Cefare con marauigtofa pre~
fiezs' ^ol con l'efer cito peruenne per dare aiuto ai fuoi,
,

che affeduU! erano : e s'accamp alb incontro dell*tfircito de*.

nimici.
, .

rtimici . ll'Ridi francia fafehda^ hm Cxrio^trdrktefcrci-


.

to con deliberato animo di combattere , temendoli ualor e la


fortuna di (jfre , ouero , che non gli aUtnijJ 'dmedefmo y,

ihe era autnutogi'd al padrejneffo arPauia , due giorni do^\


po la uenuta di CefMty. prima hanendo frafdfeorfi tldan-^

no f che potcuam rtceuertljuoi daUafrodt^P tefariarit,'


a gran pexifi dt notte y Iettando uia l'ajjdio deMa fortetzt
fnzet fare tjirepto dttjjpmbe ne dt tamburi,prome alla
fg-
gita dt medeftmo e de' foi leifcindo moe artiglierie .
f ,

fPercioche nellafamafanno U guerre , e colui y che fi dipar-


te y e tenuto fuggire . lui alU met dell' alino y data una ^

grandifima rotta a Francefiprffo alt^onte Carlo(^ lacjuaL


citt uolgarmente detta ^lueto) il R$ Filippo fi^uoo del
%e farlo fece triegua per cinque anni . motto dipoi
Qf-
re ritorn in Ijfagna ,
hauendo cefi tutti '^\ftoi Tljtgm all'm-
uitti/simo Filippo fuo figliuolo :ue fuma che fi moti.
,

DaQe cofyche habbiamo detto fin e^m ^ e do fommaramen-


te percioche fino aflretto a tralafiiar molte cofe-effindo
(
che quefia oratione ttcrrebbe a fare un libro intero io ito-
yfi
lefii narrare ogni cofa ; ne mi bafierebbe una et ) ciafiuno
pu bafieuolmente intender , cheHualor di Cefare
fu cosi fin-
golare , incredibile , e Diurno che nonfilo e chiaro alia Ger
,

mania , alla Spagna , alla Italia , alla Francia , alla In^il-


terra y alt zAfiica^ alla Sicilia Uqual alle altre IfiUy
y ffi
finofinz^ numcro.ma anco infino altultime Indteidelle qual
t fiata trafiorfa la maggior parte fuo ordine a lode e gloria
(
deltonnipotente D io } ingmf , che nonfinzu ragione fipu
dir del Aiaftmo e Fortfimo Carlo noftro quelloyche Plutar
co attrtbuifie^ a Scipione Emiliano della Oehfiea etFiomero
, .

228:
Eghffh '
uAn g altri mland
* .

; d'ombre , v
non rtcercandofifolo in un grande e perfetto Capitano ;
ilualor nelle guerre,ma anco la fatua nelle impref^ la frte^
ta ne* perjco, l indujlria neltoperare e ia prtjtz^ nelfrt
rt;e parimente d configlio nelprouedere: Uquai tutte cofe io pr
mfipoco innanzi di douer moflrare al luogo loro hauerfi troua
te m tanta abondanza in quefio Impfgadore , in quantafojjfi
ragia infume in tutti glt altri Jmperadon : bora io mi cono/co
ejfer mifiUro di douere in do tanto ajfatkarmi^che io dmofiri
di non hauere alcuna cojf lafiuua a dietro : ilche non ageuol-
mente pofj fare, ^erdochele promefjfi fecondo il parer
,

de* Icgifttfi debbono ojfiruare .



La onde primieramente quante fatiche
^
nelle mmenf ^
che gli occorfero^ e parimentefdori habbia hauuto^ e quante
notti menate finzei fonm il noftro Cefare , come che tutte le

guerre da lui fomite ne pojjano render teflimonxanza ;


ci

tefiimonio la guerra diTunifi : eie teflimomo anco fiuente


la Guerra di (fermania. Certo nella guerra diTunifi la
agilit de* tumidi , e lafierezjjt non lo pot impedire , o ru
tardare , che effo non perdonando a fatica , non andajfi con
pochi a riconofiere illuoco in prefinz^ de* tumidi , che

d* ognintorno uolauano,non uedefficiafiuna parte : con tanta

cofianzfidi animo, che da piu graui amici fi* ammonito,


che non miefifeegli pigliar per
fi
iminort uffici de* fapitam

con tanto pericolo di fi fieJJedeOa Rfpublica Chrifiiana


^eOa guerra germanica ,fapendo , chejfii farebbe tornate
a grandijiimo utile per fiUeuarfi del difagio di qualunque

cofa , /egli s*tmpadronifJe di ^eoborgo , con una banda de*

cauaUi
2lp
cduali leggeri, e con altjuant fanti spediti Spagnuolt ufcin

jimthmnte per rmnofere d luogo , ejjfndo arriuato


^Kl^oborgo per meglio riconofiere effo luogo, ^ il (ito deUd
terra ,pofo da parte tlfuo cauaUo e quello del Duca d'z/4lua

fra ipeffo numero palk archibugi ,


che
fi tirauano da
nimici dalla citta , a piede uide ogm co/a minutamente .

molto dipoi pofti i fUdi alloggiamenti fia'Uendingae*l^or-~


Unga , ancora che tormentato dallapodagra men fimo
, fjfi
di quello , che farebbe bifgnato per fojtener l'agttation del
cauallo ; non dimeno hauendo mtej , che t nimici [ ne ueni-
uano uerjo i fimi ripari , fiubito fidi a cauallo ; ne molto dipoi
fi uefit le armi . E ,
perche il defiro piede era off/ daldo^
br delia podagra, b inuolfi in un panno lino , che pendeua
dallafella in qutftaguifa, dad* incominciar delgiorno
ff) fi
rimafe infino a fiera , maifiempre caualcando , efiofienendo il
podagra. 'Dimofiro anco neUafieJfia im.
cordoglio ejfia

prefia tl medefimo
animo nel/offerire : quando pofitgli alloga
giumenti a Langinga , ifildati per l'altezza del fango e per
l'impedimento del medefitmo,
^ afflitti fimtlmente dalla
crudelt del deb e del uerno, non poteuano ne piu a lungo
quiut far dimora ne meno in alcuna gufa ricoprir
,
fi: e da
cotai cofe moffa la maggior parte dei CobneUi e Capuani
delfuo efercito , effndo tutti etaccordo in
quefto parere , che
cangiando l'ordine della guerra mena/fero tl rimanente del
,

tempo fenza alcuna opera : egU , fignato quaft


fatale efern^
ptoallapacienzeidi qualunque incommodo ,non
foftennene
efferrimoff del Cuo parere, ne che ifildati ftmenaffero
ad muernare . La qual cofa fu faluteuok j e, come poi di.
mofiro l'auenimento-, dtgrandifitmo utile : e quindi, quanto
VIT. -DI V.
,

mUegran facende udgHam U conttnutet firme deUherato


pi , benijiimo fi pot comprendere , c/inzi > come s*e detto ,
in tfueldtirijpno tempo deltanno tra quella grandez^ dt
freddo ; laquak a penafifirebbe potuta toberare^ fiondo neU
le proprie caf ,
( efrcitaua , dtfiorreua in camino ; e teneud
i foldati m opera , in campo , ^ in arme . ^on fu certo
minor fatica li figuitare {bench la grandezs^ della neut

(bfiruggejje i faldati ) i nimici anco a gran pez?:a di notte ,

fcorrer fmpre^ nelle lor pedate. Certo mentre, che io ri-

sguardo e confider tjuefia cofianz^ di Cefrein/offerir la


mi mene nella memoria tjueUo , che in AleJJndro
fatica ,

piagno tanto fimo l*antichit , e la maggior parte de* no-


firi co/a fuolo/ reputano, o almeno dubitano, fi ci fia turo .
*7ercioche firme ^mto Curtto , ilejuale dtfiriffe dibgente-

mente i fatti di zAle/fandro fragno, che , (quando egbpene^


tra nella piu interna parte del 'Rfgno eh Terfia, ejjendo offi/

da molte pioggie , e da intolerabtle tempefla , continu non

dimeno di gire innanzi per arriuare al luogo, doue egli haueua


diter minato ; e/montato da cauallo,cominc andare a piedi

per la neue e per lindurato ghiaccio . Ma cefiiamo di ammi-


rar (juefto effetto in cyleffkndro Magno, o almeno di tenerlo
per fattola . Terctoche ecco , che'l nofiro farlo fprezjg ht
grandezza del fango , delle pioggie , del freddo , e delle neui\

t prejj ^eoborgo fra molifilma copta di palle di archibugio

di altre cofi, che erano tirate da nimici , ueggendo ogni coja

come che egli fjje afflitto dalle podagre , fi n'and armato


cantra il nimico , facendogli podefi di combattere . lutfii

fatti di gran lunga fimo maggiori , e piu degni di


lode t di ma-
rauiglu, che non furono quelli, che dianzi habbiamo raccon-
tato
tU<&iAUjpmdro Magnt;4ncora che merttmograndtjima
latede . Certo hebbe cefigrande animo cofipronto e cofi fpe-
dito in fifferirk fatiche , th ^fit da una eccellente e rara
(^comeera degno) frtezs^L e nu^nanimit ne' pericoli ac-

compattato
Chimalu'ide queflo AdaJ^imoe fortipmo (farlo nofin
flancot chi lajfo ? Semprefu piu frte afittentrare ogni fatica
Sguerra^a riceuere ognipericolone dipiu pronto animo a fife
ner qualunque firtuna : ilche parte noi habbiamo ueduto^
parte habbiamo apprefi da grandi huomini , e dada lettion
delle hijor 'u do conofituto . Et e di do tefitmonio iVnghe-
r'tai teflimomo .... e tefitmonio pmuolte la guerra cU
Germania e di Saffinia . Percioche ijjindo l'angheria pr^
muta da Ipauentofe pericolofa guerra del Turco ^ ella da
lui , che era lontano , chic
fi
aiuto . La qual guerra con la
affettation dellafua perfinafi menomo
^
indeboh ^ e con la
/ita uenuta fu leuat a e fpenta . Percioche effindo egli feruid
et ungrandifiimo arder di animo e ripieno difngolar pron-
,

Uzz^ e fortez^ n uoUe effir Capitano ft) Imperodore del /ito


efercito da terra ^ fior neU'antiguardta ^ combattere, rice~

Merle ferite nelpetto , e guerreggiar della/itafaluezz^ e della


/itauna: ponendo ne'auenimentoduna battagla fi ,o/i
grande Imperodore ,tl nome , la gloria , e la uita : e do con

animofifattamente intrepido , che quantunque moltifildati


fo/fcronell'efirdto di Solmano,<U rfiariiera ,che' numero
del/ito efircito in niuna gufafipoteuaparagonare con quello
delle genti Solimano [percioche fi diceua , ch'egli haueua
trecento mila perfine non dimeno non hebbe maggior tema ,
)
promettendofi di doutrt hauere certa uittoria[ fi come quello.
,

che domM com^tm per k fide di Chriflo ,


e per l fkn-i
tt^ima rel^ione che Somano ricufajj di comhateere .
)
Truauafi Cefare conte fihiere del'e/ercto poftein ordine
per combattere: ma Solimano ipauentoto per kjua uenuta
rmo^ il piede k , donde era uenuto . '2^lk imprtfa ad AL
giti dimoftro tanto cuore ,
che parendo ,
che fildati hattejfi
xo perduto l'animo ; fi come quelht che dimofirauano per .

tante rotte rice unte m terra e in mare,ejjr prm di ogni


ardimento , eglifoto inuitto a tutte le cofi , confrto tu' padL
gUom I fidati, i quali temtuano dt perire ,econ dola e benL
gne parole fece loro riprender l'ardire , t gli eccit a far l'uffL
cio ,
che loro apparteneua , col firn efimpio dimofirandol'am
mo, che hauer doueffiro nella makagia Fortuna. lua
lode non merit egli in quefio fatto i Certo fmlparere grande
4 marauigliof kude ( come dice Cicerone nel fieortdo deL
t Oratore ) fpportarfiauiamente i contrari accidenti , non fi
lafiiar uincere dalla Fortuna , e ritener nelle cofi ajpre la

propria dignit . "Di che par mi quefla ejfir la ragione


,

(he
, fi
cornei buoni nocchieri k
frza della tempefia', cofi i
figgi non pojjhno fitperar l'impeto della Fortuna . La onde

fi
come l'oro fi conofie colfuoco: cofi la fortezza delthuomo
con alcun pericolo . Ora (^per tornare al propofito ) in utfia
della medefima citt parlando egli a fidati , e confortando

i medefimi come il F'irgiliano Enea i Troiani nel primo


(f
della Eneida ) dalle percojje delle palle delle bombarde oL
funi di quelli , con iquali efii faueliaua , furono uccifi. Aia
egli con tutto do non diedefegno di alcuna tema , ne interrop-
pe ilfiuo parlamento : ne cangi luoco , ne uolto . rimafi

cpn quella frtezx prefianz^ di animo , con laquedefUua

JJ"
tjftr ntlhlMo trdnqutUo . Chi mai mttfi alcuna cof tale
chi non giudicher do partirfi dalla fide e dalla capacita dd
l'huorm ; fi ^udichtr qualfia la Iragilit humana f Chi
,

non iflimera, che noi non fingiamo? ^a quefta fida


eofa mi racconfila ; che cjutfio non hahbiamo filo da coloro ,
chefirijfire quella impref ; ma uiuono ancora molti per tut-
. te le*Trouincie de' Chrifiiani , te/imoni di ueduta; iquaU
affermano , come io dico , do non hauere udito , ma ueduto,
i& dunque fino due grandifimi uffici eh firtezsA ( come dice
Cicerone nel ficondo delle Tt^culane') cio il dtjpregio dtUa
morte e del dolore, noi dobbiamo confiffare , tinofiro Carlo

hautr tocca la piu alta cima della finrtez^. Onde non fin-
Xfl cagione Tapa *Taolo III. gh diede tlcognome di dMafi
fimo e di firtifiimo nella/pra firitta dte file lettere . Sono
certo gran cofi, e trappaffano la credenza quelle, che della
mirabile fortezza eUlnoflro Carlo infino a qui dette habbta-
mo . ^da di gran lunga maggiori quebe altre , che bora io

fin par dire . Subito fitto il cominctamtnto della formtdabu.


le guerra di Germania , bench egli fuor che una picdols

quantit di Spagnuoli , iquali edi haueua prejfi eh a guar


fi
dia della (a perfina , a difija di "BAtisbona ,
nella quale
alhorafi trouaua,con Ingiunta di alcune bande de Tedefihi,
mandatigli dalDuca di Radura) non haueua fico altre
genti , altri aiuti , ne aUro apparecchio d guerra ; ejfin .

dofii nmici raunati a Danouerto con tutte U loro genti,

kquali haueuano comandato a tutti i T^rencipi e alle citt


;
poltre a do trouandofi eji guerniti d cento pezzi ^ arti.,
giterie : egli non fi fiordando punto deDa ujtafa fortezza
dicefi, ch di niun'altra cofa fu piu fioDccito ,
che per qual
VIT DI V. T tq
.

uia le gtnt tch*JJo ajpettau S zy^ujlrat di ?^apoli,e


etItalia f/enz^i alcun pericolo dt hattagHa pottjjro giungere
'a'K^tishona , 6ra ejuefl'ottimo Imptradore fUecito della
faluezsfi de'fudi , t della fua nulla penfaua , ne uerun punto

temeua . cyinzi agufk di Leone Ira tutti gli animali ,


cosi

egUappartua Jtcuro nel mezo de* nimici ^ ajtcurandoji nella


magnanimit del /ito animo , e non in fortezx* * o guernu
tnento alcuno . ^ercicche egli dt cofi fatti ripari era piu de^
baie di quello che conueniuaa poter Jfenere la frzjde*
nimici . Con dofta cofa^ che non molto Spoi tenendo Cefkre i
foi Sntro le trincee , a Inglojada citt de* Narici , i ntmici

alla fproui/la con tanto furore impeto attefero a /caricar

le artiglierie^ che pareua, che nelle genti S luipioueffro palle:


t cosi tpeff elle perueniuano tra la fchiera , otte (efare fi

trouaua^ intorno a lui uolandoyCome una nube dt palle ,

che la maggior partefUeciti piu del /ito /campo y che Sloro

flefi , uolgeuano a lui gli occhi e queBo yche co/ mara-


(
utgliofa che io non Sbbo tacere ) una palla dt Bombarda
y e

tirata dirittamente aBa uolta dt effo (jfarey ingufautnne

a caSre prefjo a* fuot pieS , che ogni poco , che eBa fi foff
ribattuta y gli haur ebbe apportato fubito e mortai pericolo

Ma talmente Cefare Iprez^ i nimici e'L foura/lante perico-

lo y che nefmoffe dt luogo ^ne moflro pureunpiccolfegno


S tema : anzi Srmfro quel uolto , queBa prontezs , e quel ^
che fojf
la cofanza , che i fldatt risguardandolo , chtefro ,

hr dato il fgno dt attaccar la battaglia . (jie diro , che


mBa guerra dt Saffonia egli fortemente continuando , uinfi

lediffcutt yche glimetteuamnanztilfume


esibii Brano

nut del fum fum alto e rapidiftmo ;e largo


k alte y il

Sintomo
d^intorno a trecento pctfft. Md^ perche alla uhrt e aDa
fatica nima co/a e chiufa, (^percmhe la fatica d'Hercolepe
netro nel fondo di tAcheronte ) Cefkre audacifmamente
entro neltcAlhi . Cos fu ueduto armato con lo armato
efercito in mezg del fiume andar uerfo l'atra riua , con
grandtfiima marauiglia di tutti. cAmmirift bora Quin-
to I/oratio Code , tl/juale
fi gett nel Teuere . il

(jual fatto la fama e ualor fuo e permenuto mftno ti no^

fin terrai.

Certo niuna cofa fipoteua rapprefentar piu fimile . Paf


' fato dfiume con non piu udita fortezx^ dt annuo , lo /patio
di tre miglia fnza interromper la cominciata battaglia Qe^

finefeguit'o il Duca dt Sa/fonia ^e conia fila caualeria difiu


p il fo efircito : e prefi il "Duca uiuo . Erano certo tutti
ijue/iifatti /pra modo difficilt : ma Cefare con la grandtZs

za lPanimo gli haueua refi fcibfiimi. *Kpoi ammiriamo


certo non con temerit Alefiandro Magno , che con picciol
numero di foldati a/falt i 'Terfiani , fice di grandfiime
battagliet e di molte potenti citt s'impadron . Fra Uqual
fu Sardi , Milito , e Tiro : nel combatter delle quali
fi po/
in grandifiimi pericoli . (fmio Ce/are , che 'm quella guer-
ra , ch'egU hebbe con i '^eruij , che fono
fia i ^dgi , non po-
tendopiu ifitoi foldatifofener l'impeto de' nimict f^t//en^
^

do le cofi /ue ridotte in cattiuifiimo termino ;


ne hauendo oL
cuno aiuto da rimettere : tolto di mano a un de' primifidati
lofeudo [percioche era uenuto tanto auantt finzn/cudo) an-
d nella primiera fchiera
: e con la /a uenuta apport
fi fat-
ta Speranza nelPantmo de'/uo /ldati che
, efii riprendendo
ardire , prima ritardarono alquanto l'animo de' ntmici;

'P iij
.

dwolgli coftrtnfi a procurar di'/aluarf col future . Tolda', >

che preffo T^iacenz^ hebbe a fronte h^rcito de* mmtct , che ^


era di pmdt uentimila huemini fnonnthauendotjj.pm,
che ottomila gli affollo congrandif^tma fria, t intalguifa
hehbe la latteria . Qtrlo Adagno,chefece digraneUpmi fatti
d'arme : efhnf la fuperbia , lalterezia , la luffuria , e la

potenza di maluagi popoli


oimmiriamo certo, ne fnzit ragione cofi fatti Heroi
^a, falcano con diligenzeiconfdtrerlecofi ,che finqM^
da mi f fino dette , affermer , cheI nofro Carlo di gran
lunga (i debba a coforo anteporre . 'Tercioche egli fee piu
graui battaglie, e con maggior preffez^a d Qtrlo Aiagno.
una uolta come Tolda , ma molte mite affollo il nimico

di genti piu eh quello , che era conueneuole a U fuperme , e

lo pofi in fuga . Con la fila Qtualeria , e di pieciobfitmo nu-


mero , dtflruffe l'efircito del Duca di Safjonia .
(f
tulio Ce-

lare and ma prima fihiera delfuo efircito,a combattere, co


me sfirzato,contra t . H^ercioche , fi come egli ancora

lafii fritto , le cofi andauano pefiimamente ; m u'era aiuto


da poter trammetter e . Ma il nofro Qa^lo di propria

elettione
, q) alle mite i foi Qapitam confortandolo a fare il

contrario , fpefifsime mite non pero con temerit , fi com-


,
e

mifi a pericoli ,
facendo l'ufficio di Capitano e di fidato .
^leffindro ,M<igno hebbe a guerreggiare ^ a far con que*
popoli ,
tquali non poteuano fiffnr di uederc m battaglia ne
arme . JW* il noflro firtifiimo Imperadore con ma piu

graue . l contrari amnimemt di quelle battaffile fipoteuano


fchifar con forzai (ff mduflrta humana ma quefie con nul- :

la ragione, mafiUmenteper beneficio di Dio, cAleffan-


dro
, .

^7
Jra Magno Ji cornmft 4 dar\& , pUtrt , Ipade , aje
Ue altre cast fatte arme da. mano, ^ae^uejlinon fila-
mente alle mt^fime^ ma ( che e p: ),aun crudefimo eU^
mento: cio al fiume Albi , non gi ignudo ^ ma armato y
intrepidamente fi commifi : ne slimh il /algore (^per cos

dire
)
de gli humani tuoni . 0 nobile e /ingoiar grandezj;^
dtanimo.
' Ora afiltate ejuanta tndujiria egli hebbe in trattar qua-
lunejtte co/a . Egli arto lungo tempo ne uso tale , per hauer .

nel fuo animo di/critto il fitto della (fiermania , che ancora

che la maggior parte di lei confiefii Maggi hauejj trafcorfa ;


non dimeno con le tauoe (i edi a cauarne maggior contezr

tfi: nelle tjuai la contempl con tanto (ludw fg) accuratetzet

Spinta , che tutte lefiue citt , frtezss caftelli , le felue * >

fiumi teneuayComefio/piti, nel fuoanimoy aggiuntaui con la


mifiura la SftanzA , ch' da un luogo ad altro : in gmfii ,

che pareua , che non con gb occhi l'hauejfi nella pittura

uedutUy ma fi fiimauayOoe co' pteS l'hauefie caminata^


e trafcorfa,

TOacapo con quanta induflrta fiUeu in (fermania il

poco numero de' fuoif cAluanz la cruSlt del culo e del


uerno t Alhora , che partenaofi di Langmga , trou ^
lejji cosi acconcio luogo da frgb alloggiamenti, che U menti
di tutti Ifaldati ( iqualt pi a lungo per ingiuria SI culo non
poteuano Smor are) tn gufa fermo, innaltg , ^ apport

loro tanta franchezza , che prefero fadtfiima peranz^ S


guerreggiare. Onde con pubtea gratulation dimofirando

l'allegrezza, che haueuano prefi S quei mutamento,cio dteS


Spot nome al luogo, alloggiamenti S Cefare,, ^ certo in

I
grAnit Imperadre mirutgUoJk uirt Umdujlm e contt^
ZA di ordinar gh alleviamenti . H>ion diro , ne racconter in

c ot al luogo y tjuanta nella medejma guerra ff^laindufirta


e l'aflutta de' Cejananiy hauendo pojo gU adoggiamenti a
'Uendiga ; i^uali chiufiro a nimici lafirada da poter condor
uettouaga e frumento , e da Danouerto gli cacci e rijpinf .
Taccio y che i medefimiyefjendofi accampala ^orltngua,
furono da lut cacciati con le medefime arti ^ indufria , con
la prefa di Danouerto e dt tutte le terre , chefino altifra in-
fnoad'Umay lequaU fi riduffroinfo potere. Maque.
fio non poffcon taciturnit trappaffaxe, che alla diligente
I ndufna dt Cefare non fu maifuperire la Fortuna . Per^
cicche conficUrandofi bene l'ordine della cofiiytla ragione,

del tempo , dalprimo giorno , che egli uenne a uifla de' mmi-
ci y hebbefempre miglior contione dt luoghi e di qualumjue

cofia y continuando la prefiezjA di andar piu innaz. Certo


maraugliofa cofia a dire , quanto egli ualfe di quefa uirt;
ac della prefiezzt. *~Perctoche cotal utrtugU fufi fatta-
mente propria y che non (io m quefta parte auanzp tutti t
ualorofi Capitani di guerra y e gtImperatori , che diede "Rp-

ma\ ma tutti i piu eccellenti Heroi ,


che hebbe giamat il
j
mondo : luantunque fu cofi mirabile nella medeftma tur tu

Meffandro Magno , che gli firtttori de' fiuoi fatti non piu
filmano m lui altra uirtu , che quella della prefiezzA Ptr
cioche hauendo Cefiare hauuto auif , che Sobmano (i appa>

recchiaua dt gire a Vienna , ancora , che egli da lei fi ritro-


uaffe molto lontano , m fi conduffe non dimeno con tanta pre-
fitzjA y che a pena potendo creder Sobmano , che egli haueffe
potuto batter la nuoua della fiua uenuta neltVnghtna lo
fi
trott
trmot^uafi prefht^^^ 'tntc/c ,comtej[focraa VUnna. Il

medcfimo parimente da i . . . .
^ in due
gtor'm con incredt^
lle celerit a "Rfiternhorge con l'efrcUo peruenne ; non ojlan.
te, cheH camino per ejjrt alhora la piu durafiagione deU'an
no , fojji molto impedito eper tolteti della neue , e per ejua~
iunque altra diffcuk. La e^ual celerit tjuanta fojj,(i
pu conojcere principalmente da quefto , che t ntmict , ujuali
leuatt gli alloggiamenti alquanti giorni a dietro da Genga,
terra pofta alla riua delH^rentio andauano con quella ue-
,

loctta , che poteuano maggiore uerf la Francorila


,J lafcio a
dietro . St fa ettandio qutflo che per fuo conjglio
, fu dal S.
Cttauio Farnefi con lafanteria e caualerta Italiana con tan^
taprefietzai combattuto eprefa Dannouerto , che non effndo
piu, che un miglio e mez$ gh alloggiamenti da quel luogo
lontani
,
prima ilfatto fafirntto , we efpoteffaro penfre di
mandar ui aiuto , e di proutdere alle cofa neceffrie. Ora
offendo quefle cofa nobili granai , e degne memoria e di lode
tn gui/a , che niun
fanzA biaftmo lopu negare : che direte di
quefio f chefilmerete ? che giudicherete l Effndo mllagmr
ra diSaffana pofla la uu tona mila celerit Oche uedeua
;

egli con non perdonando ne a fatica^


marauigliofagiudicio,
ne a pencolo , ne allafantt , che alhora hautua molto debo-
le , non portando ale un riffe tto t ufaito di Egra ^e conrinuan
do il utaggto di deci giorni, non trapponendo alcun giorno

per rifa orare i faldati gettati i prtfdi de gli auerfari da mol-


,
ti luoghi , dei quali efi fi erano impadromtt peruenne non
,
lontano piu di tre miglia da ^isnia,eH duodecimo giorno
dopo , ch'egli s'era partito di Egra , uenuto alfatto etarme ,
dflruffe l'efarcito d (fman Federico Duca di Saffama , g/
, , ,

240
hebbe b ijlejj prigine. E per dirb brevemente ^ a pam
erano tre mefi y che e(j haueua cominciata auefa guerra ^
che rtdujj^ fitto il Jo Dominb i Sajfir . (hi mai in cofi

brette tempo pot andare in tanti luoghi , dtfiorrer per taro,-


tipaefy e terminar cofi grande efrmidabUe guerra ? Cor.,

lo Magno oltre alle altre airt bdato e preScato perla


granfortezza dell animo , ch*egli mofiro nellefue imprefi da
tutti coloro y che firijjroi fitoi fatti: noiy alle cui mani
fino peruenuti i cofiorofirttti , diciamo , ch'egli mai non fu
a bafianz^ bdato , e lo riputiamo degio d'efier pollo tra il
numero dei maggiori Heroi y che furono mandati da Dio
in dono al mondo per riftorar U cofi publiche , ne finza ra^
gione ci flimiamo. Ma che diremo bora del Mafiimo
e fortifimo nofiro Carlo f Egli d'intorno a trenta anni

tratto la guerra SaJJonica ,


primay che egli potejfe ridar
tgue popoU ad ejjere obcdienti all'Imperio . Ma ijuefio no-
firo Carlo con marauighofi uabre , con incredibile preflezr

za ,
in meno di tre mefiy come habbiamo detto , i Saffm
figgiogo . Il Senato Rpmano , perche (Jiulio Cefiue , haum-
do fatto U ponte fipra il Efieno , confum oleum gbrni di
l dal %htno , ordino , che fi facejfero b JUppltcMwni per
molti giorni . Il nofiro Carlo quellafiejfa gente per tefiimo-
nio di ciafiuno beHicof anzi piu bellicojd , che ella fife al
,

tempo di Rialto (ejre , in minore fp^ub durianno plac


impadronendofi di quel paej ampiamente
z/1 Tompeofurono refigrandifiimi bonari , chepartito
S ^randizz.0 > aggtunfiallImperio del popolo 'Bimano tut-
ta la Cilica nello /patio di quarantanoue giorni . Ma Car
lo nofiro y come gi s'e detto , dodicigiorni dopo , chefipar
di Egra,
.

di Egra , la frocij^m gente de' SaJlJom ; egli cojirm^\

adobedire al fm Imperio. Tutte queftecofi nel uero fatu


no ajjai piena tefiimonianz^ , ch'egli
fijj
dottato non di

humano , ma piu tojo diurno ingegno . 'Terciache non


haurebbe potuto condurre a Jtne cofi gran guerre ; fi non

hauejfi hauuto il petto illuminato eh Dtuino lume . ^uefic


cofi non erano da humane forzs- 'Voi intendete hoggtmM
lufirifiimi Signori: fi egU fuuole confiderare ^ o la fatica
ne' negotij , o la fbrtezs^t ne' pericoli , o la indufiria nel co-

mneiaret o la celerit nelfornire , o amo il configlio mlpro~


uedere : onero tutte quefte uirt infume unite : il Adafiimo
$ Fortifiimo farlo nofiro non hauer ceduto a ueruno di que-
gli Heroi , che hebbero i ficoli trafiorfi j anzi di gran lunga
andar loro auamt : iUhe io haueua promefj di douer mo-
Hrare , accioche apparifia , che io habbta alle promejje

fidisftto
Ora non fidouendo filamente ricercare in un fimmoe.
compiuto Irnperodore quelle uirt , che gi ha raccontar
te; ma trouandofi molte nobili arti bro compagne : cio,

ka innocenza , la temperanzet ,
la fede , la facilit , la
humanit youero la clemenza : quefe quali (tono fiate nel
nofiro farb , bruuemente confderiamo . 'Tercioche tutte
fono nel fimmo e piu eccellente grado . 'Trimuramente ,
quantafjfi mlui l'hmocmzfi , da quefio principalmente fi
comprende , per lafitar molte cofi da parte : che dopo b ha^
uer racquifiato Tunifty ch'egli per firz^leuo delle mani di

'Barbarofia , ejfindo uenuto in Italia , tutti da per tutto


tfiiti delle citt ,
lo fiUutauano , chiamandob padre e con-
firuatore della Tl^publua Chrtfiiana: e co de' Germanifin
,

uerfo di lui una mlota tanto nohde epnglare,che nella gur.

ra di Germania con giocondipimo cognome l'addimandaro


no padre. La qual ucce mentre in quella guerra un prigione
in certo giorno menato a (jejre , usparlando , dtmandogl
tlmper^ore , s'eglt fapeua quello , ch'et fojje , io
( rifpofi
egU ) ui conofio effer noftro padre . quefio indttio e

fUmoftramento di fingolar uirt (g)


innocenza f non hafte-
uole teftimonianzi i f^iflemo colm^che chiedendo noi del

pane , ci porge una hifiia , o unfafj ;


ilquale non rimoue la,
mani dalleJJanz noflre ; chefirue alguadarlo e altana^,

ritia ;
che non ci aiuta ne' noftri bifigni ; che le coj noflre , ,

come le fue non dtfeiide , e non tiene mexs nel punire ; chm->
mar non padre, ma crudeliflimo Tiranno. Ora di quak
temperani^L egli fojfe in tutte le cofe , afioltate . Onde fli.,
mate uoi , che procedejfl quella tanta preflezzi da luipofla>.

nelle Je attiotii , ^ in condur tante guerre : la quale hab-i^

b'iamo dimoflro dtfipra ? Certo lui con teflrcito non porta-


rono 0 uenti ,
o non ufato modo di caminare , ouero le alk

Inoline hauendo la natura data alcuna atthuomo'joue-


egli haueua a combattere co' nimici : ma ne le cofi,
che moki

ritardar figgono , lo poterono impedire. T^on lalufluria^

dal propoflo corfi al dilettola richiam, '^ontamenit


dellaere e de' luochia piaceri, ^on la fatica al r ipofi.

^onfinalmeiue tauaritia radice di tutti i mali , che prin-


cipalmente fijpinge glihmminiaJkmaluagtoperationi la-
quale ( come due Cicerone coritra 'Uat'mio ) tien p fatta,
mente occupate le rmnti de gli huomini , che non permette
che muerm tempo poffano prender fiato, lo chiam alla-

pr^da . fiche fi pu principalmcntecamprender da quefio ^ ^

che
,,

th nelpcufi del Ducato M Melano i e del (^mouefato , ha-


ueido ottenuta una grandij^ma uittoria contra Francefi^

cejjuolontariamentetjjo T)ucatodt Melano a Francefo


Sjirza , UquaU era della contraria fattione , ilt^uale

molli affermauano , che Jkrebhe di poco buono animo


uerj di lui. llaual Ducato non dimeno t per ragion di
guerra , e perche ejj Jmpre fu fitto l'Imperio Fuma-
no ,
poteua ritenere / una uoha fila , ma molte ,
toltolo da Francef fglte lo refiuut , inguifa , che non fipu
negare , ch'effi per dfiderio di confiruar la pace e la quiete ,
e non leuatoda ambitionee da cupiSgia^ prefi le arme.
Bth tjUiU lode tqual gloria l qual premio e trionfi non me-
rito egli ? ouero qualcojadam'ott'imo Frencipe alla gloria

fipoteuafar piugloriofa fg) illufire f hpefto non fu cafifior


tuito : anzi procedette da una naturai moderatezza di ani-

mo Lo iflejfi Carlo il "R^gno di Tunify tolto da lui dalle


.

mani di Solimano R$ de' Turchi, reflitui a ^Muleajj


prima cacciato da eflR^gno Barbarofja. Si aflenne egli
con fimmal^per non dir diurna) temperatezra da quel
Rfgno , ilquaU e il piu ricco , che fia neltafrica , e molto
a far qualunque coja in quella Frouincia. ^on
acconcio
dimeno a CIO rion moflo da uerun beneficio di Barbaroffa,
c per efjr delia medefmaftta e religione O fatto fipra .

modo marauigliofi Il noftro firtifiimo Carlo da rimo-


,
fi
ue,lafiia erifiuta grandtfiimi Regni: per liquali quanti
antichi Prencipi brattarono le mani nel /ngue de' fratelli
e de' figliuoli. Percioche <Mmulio fpinto^ cupidigia di
regnare, cacci del Rfgno 'Ffumitore
fo fratello, e fi ujurp
il Regno de gli <:Mlbam ; e per non hauer cagione da temere
244 _
d fgliuoi di ^wnitort ma. dmgann iafxo a pezsi
Sgefto fto fglittolo . E "Rj^ea Siluiajgliuola deltijlejpfto
fratello , chiuji in m ^onujiero . ^erfnnU cagione na~
e
ta dtfiordiafra Eteode ToUimce fratelli quejia fuco,
^
^ne dt grande e lagrimeuoU guerra de' Thebam : nella

<juale ambedue combattendo da corpo a corpo , tuno e Inol-

tro da uicendeuolt ferite rimafro ejirut . ^Afliage hauen


do mteja la rifpofta degl'indouini , temendo Cirofo nipote
di una figliuola , th fola haueua , cio , che egli crefiendo ,

non lo cacctajf del Regno , commif ad cArpago , ch'era


partecipe d'ognifoficreto , che toccidefje . ^e fino molti
armi , che'lprimo figliuolo di Solimano Jmperodore de' Jbr
chi t filmando t che egli altImperio doueffe anteporre fo
fratello , fi rtdufj a'Terfi : e facendo di efii efirc'itOt fi moff
cantra il padre. Taccio quello , che tefhficano le fante

tifior 'ie dt zAbimelech *Treruipe de gt Israeliti . tfon dico


quelle cofi, che ritrouano prefj gttiflorici , dt
fi Romulo e
dt Rimo fratelli. Di Athalia madre di Ocofia : di Cofian.
tino agoraio : di e^ntipatro ^figliuolo della Rfina Thef
fidonica e di Caffandroidi faimifi figliuolo dt Qroidi
cAttab yfigliuolo di Eumene Re di Afia : di Laodice ,
moglie di zAriacrate Re di Cappadocta ; e di Selino Impera
dor de' Turchi , e d' infiniti altri : affineyche mentre raccon

to tteroiche uirt delfortifiimo farloyio non fiafiouerchio


in difiorrer le hifiorie de' tempi piu adietro . t nel itero ur

tu e temperateziii T>iuina , ceder uolontariamente , poten-

do ritenerliy potentifiimi ^Rfgni ; a quai tutti tengono Old.

dtfiimamente la bocca aperta', in guif , che'l fratello dal


fratello, il nipote dal Zio, e' figliuolo
l
dal padre o cLdla
madre
mudrt non fino ficuri. Cwf nelfrtifmo mflro Carlo
<jue' diuolgatt prouerbi non hanno luogo : >ltuno contento

della fua fine : e quanto piu fi bee , tanto piu fi ha fitti

tyirdir alcuno dt pareggiar Carlo fragno col nofiro Cor*


lo i ejfindo , che egli uinto Difiderio , "Kf de' Longobardi,*
coflrettob a darfi in fito potere , s'impadram di tutta la

Lombardia ; ^ in lei, come infito 'Rigno,ordino Gouerna*


tori e mirfirt : e'Iprefi Difiderto hfieme con la moglie e eo^

figliuoli xnenfico'y ^impofi, chefojfi tenutofitto guardia^


in Lodi . La uofira mormoratione , Signori iUufiri
, fa ,
th io m'auegga , che uoi fiimiate , che in quella parte in.
^

nalz piu il nofiro Carlo di quello , che fi conuenga : efindo^


che egli nella guerra dt Tuntfi, pofto prtfidio nella fortezit
della Goletta per
, fi la fi ritenne . Ada cejfate di ammira.^
reo di riprender quello fatto : percioche e(fi procedette da
buono e faggio configlto. *7erciochenonera da fdarfidt
un'huomo ^Barbaro , di Uggerifiimo ingegno
dada nolira fede , di maniera , che drd futfiimo
, ^ alienifiimo

(efitre
non fi poteua far piu fuio penfiero , affine di tener quel
Bfgno fedele obediente. ^ia udite le altre fe opere ^
Fornita la guerra Saffonica , e prefi U Duca Federico non^
,

perci inalzandoli di animo , ne gonfio perlauittorta{mn


ofiante , che i projferi auenimentt facciano gli huomini
infitperbire
)
come gi hebbe a dir fittilo Cefare nel tri.
onfo delTonto, dtjfe , fi efjer uenuto , hauer ueduto, e
uinto : ma con fimma lode di piet , e con grandtfitma
moderatezza dianimo ,pronuntih,fi effir uenuto, hauer
ueduto , ma l'immortale Iddio effire flato tdncttore.; rifili
rendo il beneficio di fi gran uittoriaa Dio fin gmf, eh*
VIT. DI CAKJL K
wn nupare ^ che gUfjj tijc^fo detto di Cicerne nd
frmo delt Oratore. Oue eg dice : hauendo la natura da^
to un gran potere althuomo: non dimeno fi reputa e(Jer
ekmaniera ,
che quello , eh'e proprio delthuomo apparsa
ttonejfiereacquifiatodami jmada Dio a noi concediti
to tAl CUI detto conforme un'altro del medefimo autore
.

vd fecondo delle leggi .' Qwfto due eglx , fia primamente


,

tenuto certo .,
che da gli huomihi fi
douerbhc quefo princi-

plmente per fermo tenere gl' Iddij ejjr rettorie gouerna.


,

tori cU tutte k co/ , e ci che qui jt fa ,


auenire di ordine
^
impofition loro : e che efi fanno ogni benefeio a gli huomim'x

Onde tutti bora risguardano il frtifitmo mfro Qtrlo , c<n


me uenuta del cielo: borafinalmente incominciano a ere*
tre che e^ fu di tanta afimeniae temperatetx^ : come il
,

d quale uhito
fi^kualo et Anfitrione e d'zAcmena ;
de' Troiam , conferm ne difirujfe il
^Rfgnoucei/d

liAomedonte. ^

^ aeriamo yCome auero herede^lo diede, llchefinoa

qui pareuaincredbik efaljrnentefiritto. Fioralo fplen^


dor della ca/a d'zAufiria rijplende a tutte le genti: hqra
tut*

ti- intendano , che non finzci cagione egli filo fi a gli hitomir

^bench alhara molto giouanctto )fufilmato degno delirimi


peno del mondo . Fiora finalmente e/fendo che la prole
(
lungalagrande
firmleal padre) confermano tutti di gran
nell'ani
openione e'l buono augurio , che.haueuano conceputo

mo di Filippo fuofigliuolo R^di Spagna e molte egrandifin :

me cofi di lui fi promettono Bt egli ha fempr e dtmofir


.

grandi filmo e chiariamo figna della piet e benigne futi

uerfila 'Kfpublua Chrrfitana


. Egk certo nellafecondafua
finuna , e comaria de' nimici , non ricus
mai ale con^ ma
'
'
dittane
.
. .

247
itione di pace , hmche poco conueneuole , ouero della dij^

Qmntoanco fojj facile


gnit del mncttordt tutte legenti.
inammetter qualunque priuato ad hauere udienza, equan
to lbere fijjero fmprealutle querele delle altrui ingiurie^
dado fi comprende , che egli, ilquale gU altri *Trencipi e
2 ^ di dignit fi lafiiaua a dietro ,
pareua , che foJJ uguale,
a gli huomini di baffa
^ humile Fortuna . ^Ma quanto
filmate uoi , che fofie da tutte le gait riputata lafiuafide l
laquale infim da nimtci coj fimtifiima giudicata Egli, .

mai non ifiimo , chefi douejj uiolare e rompere nefiuna ma^


nicra di tregue , niun patto fatto con altrui . Onde effendo
tale la natura e condition de gli hupmini , che ciafiun giudi
caficondo il Jo gufio S altrui : quanta foffe lafitafede ,

da quefio fi pu comprendere , che andando di Fiandra in


Ifiagna , pafio per meta della Francia . ^ercioche , colui
,
ilquale per quanto fi uogha grande e Icgitima occafione non.

uorrebbe romper U fiia fede , ogeuolrMnte fida a credere


che altri il medefimo fiano per fare . Ora quanto egli ualfi'
,
diingegno e di configlio
(
in che fi contiene certa dignit dim
perodore ) da quello , che habbiamo detto di fipra in guija .

fi pu conofiere , che in quefta parte non fa mifiieri di pi


lungofir mone . ^

Fu egli anco ripieno di tanta humanit e clemenza cke


,
coja moLageuole a dire
; fi t nimici combattendo temettero il .

Jo ualore , o uniti, amafjro la Ja clemenza e manjetu-


dme . 'Perc 'ioche egli hebbe per dono di natura d'ejjer piet,
fi e manfucto uerfi t mifiri e JppUcanti ; e quello , che in'
,
(fiulio Cefare ammraua tantichit ,
era de' benefici perpe.
tuamente rtcordeuolc ,eU ingiurie
fi lafiiaua ageuolmente
^
^ y
. ,

248
ujctr dimentt , nobili uditori, che uoi fmdimojira

te con i cenni ricercar da me , che co/i ejfer ,


come w 't dico p
ui faccia conofier con gli effetti . Onde io fin pre/o per ySu
disfrui . B qui molte cefi mi uengono mila memoria
non dimeno io comincier dal %f di Francia. FglieJJendo
prefiprejjo a *Tauia , fufirbato in pF^adrilli in/ino alla ite*
nuta di Cejdre con tanta temperanza > humanir , e clemen.

XA , che ninna cofit a lui mancaua , fuor , che la libert j Id


quale egli haueua data al uincitore tijleffo giorno, ch'egli

fu prefi . La onde Cejare , quantunque fo/J premuto da-


uarie tnondatioui e protelle di facende , lafiiatole non dime-
no tutte ad altro tempo ,
e do non finza fo imommodo
and a trouare il nimico per far fico ufficio di uifitarb e di

coufir tarloeloefirtafiferir con buono animo lafua con-


;

traria Fortuna , mojlrando , come ella fi fattamente giuoca


nelle cofi humane , che bora innalza > come le piace , gli huo-
mini: bora gli abboffa , in gufa che i Joi mutamentifino
da ridere ,
elacondition di tutte le cofi inco/ante cuolubi-
letlaqual Fortuna ninno per patenafihifare z-^ggiurfi

che un forte animo deueua fi/enere le cofi humane:c (i come


era conueneuole che fififferiff con modefi ia la ficonda for-
funai co/t faceua mtfhcn,ihe noi fipportafimocon frte
animo la non filo contraria , ma affatto mtfira . Lo con-

frto dtco a prender buono atomo , aggiungendo la cagione ,


per cui egli deueff confilar fi medefimo ; cio promettendo
fpontaneamente alprefi 'Re lafiluezA c la primiera liber-
ti e quello ch'era grandfimo ) di refituirlo fiduo nel
(

Juo Regno: fi egU uole/je uolgere il penfiero altodo, alla

quiete , alla pace , fpf


alla tranqutliu fa (hrfioni . Et
inquefla
inqmfa mamera colui', nel quale haueua per ragion di
guerra podefl , e di cui poteuagU prendere il/uppltcio

fleffo , cio uincendo la conditione humam , accoflandojt


certa Dmmt prego amoreuolmmte e conforto alia concor.
dia alla pace . Finalmente Cefare non filo a lui perdo
n , e gli dor le rkeuute ingiurie ; ma hauendogli data A,

cenza di dipartirfi libero gli diede anco per rnogtie lafireQa


di Leonoraie degn ilfito potentifiimo nimico ddlafiia pareti
tela, nonmojjo da paura, ma per difiderio dtconfiruar la
pace . B potendo rompere ft) ejiinguer le forzs del ricchip,
mo "Rf , uoUe piu tofio-confiruarle, 6 partendofi egli di
Spelea , nonfilo lo accompagno con gran moltitudine di tut
tigU ordini ; ma anco fi medefimo humiliando
fi fattametu
te hoiior , chefico caminando ,fe lo poj dalla mano defira,
dimofirando intal guifit una forma di trionfatore, (he
cofafipuo trouar piu benigna di cofifuta humanit di anL
mo f che piu clemente ? (he piu piaeeuole i che cofa in tanta
Fortuna dafimmo "Fremipe poteua difderar di maggio^
fi
remoderatezza f Certo, il nofro ^afiimo Carlo h^bbe
fimpre fermifiimonel fico animo', quella ejjerucra gloriai
laquale per lode di grandifiimi meriti uerfo tutte le
conditio^
m d:huommi faccjfe U nome nojlro uiuo e celebrato tieHa
me-
'
moria di cobra , c'hanno a uemre . Onde come firiue
(
Cicerone') muna cofa e migliore, che la memoria de' futi
itufiri. T)a capo efndo Fapa Clemente Settimo
fla-
to fitto prigione in 'Rgma dafioi ,b ripof nella primiera
dignit . ejjendo prefi Tunif ; e dandofi Tedefchi ad uc-
cider la turba diftrmata e dbole di ogni
fifa e di ogni eia,
laqualefera riceuuta ne i Tempi de gt Iddi, in quel miL
VIT. DI CARL. K ^ \ij
,

fo fir(ptto di coloro , che morti cadeuno fpiangertdo , e pre-


gando U 'Ki MuUajJ , Qejre pof fino a <fuelU crudehd :e
pofi pena la tefia a chi hauejje ardire di offendere alcun
cutodino di Tuniftf o di farlo prigione. Federico T*alati-
no ,
uno degli Elettori ; Uc^uale haueua mandato aiuto di
caualli a confederati ^ ottenne dallo (effo perdono del fito
delitto . Tut te le citt parimetue di (jermania , Uquali ha-
ueuano fatto congiura con Joi nimici , e medefmamente fi
erano collegate , riceu nella fita gratia : ne ordm alcuna co

fr graue a cittadini : i qutdi non dimeno per ragion di guerra


poteua punire con leuar loro i terreni , le iuridtttiOni , le Ug-
gii e la libert : ma a preghiere loro e della moltitudine con-

ceffi pietojamehte perdono a tutti . E dato agli ambafeiado


ri delle citt j iquali erano uenuti a lui per chieder mifrkor-
dia e pace , tal rifj>fla,(juaU efii a fptttauano^ per afiicurar
piu tfitoi animi,fi come erailfiio humanifii mocoftume ,pren

deua la mano di ciafiuno ^Afiolto uoUntUri "Ulderico


^IMarcheJ di Firtembergo * che ricercaua la fua cUmen-
tti ; allefe preghiere fi accheto . Efjendogh fiato menato

innanzi Gio: Federico' Duca di Sajjnia , dal 'Thtca et zAU


ua ; uoUndo egli smontar da cauallo ,
e procurando per ho-
norarlo di cauarfi ilguanto di mano ,
ueggendolo Cefrc per

unaferii a e per efjr corpuUnto groMe : oltre a ci affati-

cato e debole per il caldo e per la battaglia , piu perfita beni-

gnit che per merito di quel Duca , ne tuna cofa ne Inoltra

non gli ulle comportare .


Quanto quefin fatto fia nobile e

fignalato , coloro ottimamente lo eomofiono , che hanno alle

uolte efptrimentato uiuendo j


quarao dolce e grata cofafia il

utncUcarfi cantra il nimiio - Ora dopo alquantigior ni , che


. fomrono'
Jigmono dopo la preja di Federico , ejjndo la Duchejfa fua
moglie entrata nel padiglione di [efre, e gettotafta
piedi ,
egli JQeuandola in piedi con la mano , con tanta hit-
mamt tSbraccio eraccolfi ^che non pareua^chelefof^
Uuata alcuna coja dellafua primiera Fortuna . La onde il
fguente giorm entrato in 'Vitemberga , and a uiftar la
fiejfa Duchejfa nel cafelo per ujfc'io di /aiutarla . Con la
medefmahumanit gi zAlejfmdro Magno riceuette Sif~
gambi , e la moltitudine delle Donne de' Ferfi. lui a non
moltigiorni Cefare , comefiordato della ingiuria delpadre ^
raccolfi con molta liberalit il maggiorfiguuolo di Federico^
ilquale in Turino gi era uenuto a trouarlo ; ^ afioltate U
fue dimande tgU dimand ^fe egU era guarito delle ferite
hauute nel capo e nelle mani. Odo , che JFdercoUfu da dotti
huomini con ^andifiime laudi celebrato y per haueretfto
uerj coloro , che ejj aiut ygrandijima clemenzeiy ne impoj
loro alcuna grauezzci ,
che non poteffiro tolerare . Traftbob
eyithenufi I perche hauuta la citt di zytheneyC in una
battaglia hauendo uinti trenta Tiranni, dopo cos nobile
uittoria uoUe piu tofio perdonare a molti de' nimici ,
che per
gran ragione tutti tagliarli a pezzi . eAleffandro ^a.
gnoper hauer ne' uinti ufiua gran piet , e trattato WRfU
na Sifigambiy/a moglie , le figliuole, e'Ifiglio fatti prU
gioni humanamente , e , come
fi conueniua a prole di ; e %
per hauer fim'dmente la "R^ina , ch'era di prouetta et
,
chiamata per madre: per cagion della cm clemenza merit
in tutta l'IiAfiagrandifiima laude. Che tanto piu nobile
la uittoria , (guanto ella ujta dal*Tremipe con maggior
modeflia . ^mo (fiulio Cefare, per hauer dopo tnto in
2p
farpiglia. *fompt perdonato a tutti inimici , chefi rinfi.
ro aliafa fide , acijmfl'o piu lode e gloria , th di ciafiuna

uittoria . ^llo iftejj tutti recano a graruUfiima lode ^ che


hauendo hauutonelt Africa auifi delia morte di Catone i

pianfi , e fi rammarico , che la Fortuna troppo hauejj mui-


diato alia fila gloria : come ciucila ,
che gli haueua leuato

dalle mani cjuel nimico j a cui^c^uando haueffe dato perdono ^

haurebbe uinto le lodi e le glorie di ciafiuno. Tot ila pari-


mente molto lodato da grauifitmi autori per hauer dopo
Ottenuta la uittoria ufttaunagran piet cofiuerfi gli huo~
mini , come uerfi gli amici . Othone il primo ; attuale per
gliHerotchi fiiot fatti fu dato il cognome di A1ajm,per
hauere egli ad Arrigo Juo fi elio , che procuraua di leuarlo

'dell'Imperio ,
ejjncto che effo uedendo le Je fttiche riifiir

uarte , e mdebdvrft le fie fortezxs


uenne a{applicare dinan-

zi a lui y
che gli concedejj perdono del fuo fallo , perdono , e

lo riceuette nellafua gratta .


(erto ton quefa grandezza di

Uude ,
con queja clemenza il nojiro Carlo dtmoflrh di

ejjre non loro eguale, ma fupertore . Tercioche quaft tutti

quefi ,
de' quali habbiamo ragionato , non crono {lati pr-
meati da deuna ingiuria dt coloro ^ con iqualt guerreggia
uam ; a quali perdonarono : anzi mnti efi da cicca cupi-
digia dt fignoreggiare , mojfero lor contro le arme. La on-
de procacciando oiUfJeutdro^Magm ti 'Tremipato e t !m-
.petto delttylfia , e'I mtdefimo anco dandoft a cercai ^tulio
(jfre m unalibera citt , e Totilatn Italia, tosi era necejja-

'tio fare , affine , che con fi fatta openton dt clemenza fi


Tra{ibulo, ancora che
'acquifiajfiro gli animi dt ciafiuno .

perd-ynafrea moki moki otKO diede gafltgo ^on haue- .

ua Hcrcole
- .

2^5
UA tertole alcuna ragione eit ejjr Jcuro a cobra , tauali

tutu fi erano raccorruindatt ne Ua/a protemone , haue^

turno da Im ncercato aiuto . U grande Othone mofj la pie>-


ta del fratello , e l'amor fraterno . Ma ilfrtipmo nofro

Carlo non procacctaua alcuna cofa nuoua , nejfun- ,

niun Trencipato ruercaua ; e non dimeno uoUntieri a tutti


coloro , che perdono gU addwutndarono , b concedette -

cyimun&f che fi penttua,xhiu/tl ^embo della fua piet.


A muno diede L' ultimo fpplio .
/blamente perdon a

coloro ,
che gli erano co^iunti di alcun parentado , ma a
que nemici , che nonfilo procaciiauano di fpogltarb deU' Im-
perio ,
ma ruercauano ilfmfianco ; lafiiagola, lafua ulta.
Ora y perche l'autorit molto uale nello ammmiflrar bguer
re a Imper odore ella e molto necefJatMyfi demo per
adietro fu dubbiofi yfe m lei il nofro potcntfiimo Carlo heb

be potere y io far certo ,


ch'egli toflo cefjr di dubitare.
'
cy^ppartiene certamente molto a gl' Imperi y a gouernarei
Regni , ^a trattar le guerre
,
quello , che i nimici , (juello ,

che i confederati ,
tjuello , che i fudditi d'uno Imperado^
re e Re tflimmo . H^ercioche , fi come dalla riputazione

fp)
autorit del medico tmfrmo fol prender grandtfit-
mo confrto : con CIO fia cofa y che e gran parte d% Jattil

-confidarfi nel dedico : cofi gli huommi non meno per ope-
mon di fama , che abuna certa ragione yfino indotti a
per
dif/rezictre y o a temere y ouero ad odiare yO ad amare.
dMaqualnome per tutte U parti del mondo fu piu chiaro
' del nome del nofro potentifiimo e fbrtifiimoQtrbf ^ud

.
fatti di altri ai foi eguali! Stimate uoiyche fia luogo p
contrada cefi dtshahitata ; nella quale nonfia peruenuta la
, ,

* 54 '
.

/ita fama ? tjjmdo da gli zAfrkim t da gli Scithi dopo che

ejfo termmo la guerra dt SaJJra , uenuti altri ambajciado-

ri : effeno , che Solimano Imperodore de' Turchi , che ha-


ueua condotto a*Vienna uno ejrcito di trecento mila huo-
mint per combattere e prenderVienna, udendo, che l'Im-
perador Carlo m fi trouaua prefinte, fi* percojfi da tanto
/pauento,che quantuncjue egli haueffi tante genti,fitbito

deltVngheria , nella quale egli era entrato , fuggendo fi dt-

parti . *Tercioche tanta era la riputation delnome dt (efit-


re, e del fito infinito ualore , che Solimano elejje per lo meglio
diprocacciare il(ofiampo con la fita fuggita . dico

Trencipe o egual di prodezs^ e di potenzi , o di gran lunga


minore di Solimano , temette cos il nome e tautorit di Ci-

ro di zAlejJandro CMagno <4 ^iuho Cefiure , di zdugu~


,

fio , 0 di alcun'altro grande Heroo, chefatto ancora di afji


maggiore efircito ,finzt> attaccar la battagUa fi fia pofioa
fuggire ? 'Dubiter hora alcuno , che non debba efjre fiato

fopra modo ualorofi ,


habbia fatto' col mezs di quello
grandifiimo profitto colui, che tanto b fece con l'autorit l
B quanto ageuobnente colpotere e con l^efircUofiaper confir
uare i foi 7{egni uno , che gli confiruo con la riputai ione del
la grandtfiima ripu-
fu nome ? Aia quanto piu dichiara ,
tatione , nella quale fu prejfoanimiciilmedefimoQarlono-

(ir j che nella guerra di SaffinU', cacciatone il


Duca di
Saffoma,eH Langrauio d' Hefita parimente , tante citt,
lequalihaueuano figuito le loro parti, furono affalite da
tanta tema , che mandarono a lui ambafitadori pregando-

lo -, ch'egli fifie contento , che effe torturer alla fita diuotio-


in %pteburgo
nti in quel brieue /patio ,
ch'ei
fi ferino
tutte
,

tutte U citt , che finofipra il 7(l?eno molte della Sueuia


alcune , chefifiendono infino alla Sajfinia , fi partirono
da i confederati , e
fi
diedero a figuitar pur la dtuotione
^
amicitia di Qeptre ? Efendo che prefi Federico fil Lan^a-
lofinzcL porre alcun tempo in mezff cominci per opera di

Maurilio a trattar della condition della pace . Fu cofretto


al fine dallafila clemenza di Cefare a dimandare il prefidio
delfofiampo ;
colui , ijuale con fimma ofiination di ani-

mofikua fimpre dire y


che egli haurebbe piutofiofifienuta

qual fi uogha condition di fortuna , cheporfi humilmente a

piedi di Qejare a dimandar perdono, rimettendoli nelfuo pot

re . Onde per non dir piu ; ne per confermar con altri efm-
pi, quanto giouajfi la riputatione ^ autorit del nofiro

Carlo Ffmito :prendanfi ^liefimpi dalla medefima guerra


di Safionia . In quefa guerra y carne che inimicifapejfiro ,
che egli fitrouauatnF^isbona sfirnitifiimo di qualunque
cofa , afpettaua la uenuta delle fue genti:
^ che efii ha-

uejfiro un potentifiim efircitoa 'Danouertoinon dimeno


non hebhero ardire di condorfi a quel luogo cpercioche ejjo

filo Cefare conia gloria dd filo nome y hauendo grandifir-


mo difagio di bombarde e di artiglier'uy era in ucce eU nutra e
di efircito- *bl^moUo dipoi hauendo (e/re deliberato di
ajpettare immici aLadishuto yhauendo qiuifittificatH
fiuti aJlog^amenti,accioche piu a tempo potejj haueregh ou

tiych'ejfi dItalia afpettauajcon animo di douerfarpodefik


animici di combattere yfi eglino haueffirouoluto : ancora
che egli hauejfi cofipmiala quantit di faldati y che non pch-
feua rapprefntar la forma dun conueneuole efercito : non
dimeno il Duca di Safinia , el Langrauio y che erano i capi
de' congittraht ancora cht poco dianzi hauejjero delderato

dt tentare d'impadronirfi di Landtjuto ;


per cagione , che

quella cittfr^be loro {iatagrandipmamente commoda i


nel camino , che conduce da ogtti
fi come quella , che pofia
parte a 'Rattsbona ; ne trouandof altra uia per cut (ipotejji-
ro ridar i faldati a Cejare d'Italia e dalla Selua e^artta-
na ; percioche t nimict tentuano con prefidto la Chiuf: non

dimeno fkpendo che Cefare quiuifi trouaua , bench hauejfi


poche genti , e che gli aiuti , che efj afpettaua , nonfi pot-
uano rinchiudere jfinon col combattere , comprendeuano ^
ch'egli a ci era di prontifiimo animo fpauentati dalualo-
:

re d'ejjofilo Cefarey hauendo fatto i loro alloggiamenti etitu


torno a Ingolfiadio e Monaco ; tutto che dt fildati ytdtar^
tiglierte fojfero fi fattamente pofjnti , che erano dt gran

luttga/perioriinonperofifiennero digir piu inanzi- Qual


frutto pu effer piu nobtle e ma maggtore dt quefia prtuata

t^aefi f Qualcofaptu magnifica ? Q^piu marauiglto-


faf Quel terrtbtU furor de' ntmk Cefare ferrm efttnfi
't
^
con la fila ammiratone del fo nome , accecatolo col
^
mirabtle fplendore della fua utrtu , in guif lo nfifiupido

e fpauettto ,
che , come abbalorditi y gli cofirinfi a ftrmurfi
in quii luogo .

a dtre akmit poche cofi della felicit : la quale


'Rsfiu

(
come dice Cicerone ) niuno pu dare a fi medeftmo : effn~
do conucneuole althuomo delpotere delfimmo Dio , da cui
depende e per uiene ogntfhctt , timtdamente e parcamente
fauellare. Percioche cofi io fitmoe mi Sa credere , che

adMafiimOy a dMarcelloy a Sctpioncya SctUay a Ma.


rto y a Pompeo y^ a (ftulio Cefare Ipcffo da Romani fu
, . .

iodato ^afididim carichidi guerra t e commejSi alia cura

loro di graitdtpmi e/rcitit non foto per il ualor lorjo , ma


anco percagion della frtuM e feluit di loro medefmi.
(ierlo nelle co/ della guerra di grandiamo acuto con-
figlio t la prodezxt > c la cognition della rmluia : mapu mol
to piu la Fortuna . La onde in Qro 2 ^ de* Terfi , Uqua-
Lefu riputatoJolo frdglt eccellentijsimi Heroi: odo da dott
huomini , oltre alle altreJe parti comendarlafilicf che
egli hebbe in condurre a fine le Jue guerre . "Trofeti
Geremia e Daniello^ lodato dAkjfandro Magno di efiere
fiato ualorofifilmo efeUcifiimo Qtpitano di efirciti . Efiriue
Quinto Curtio ; che , come che egli /ffe molto tenuto al[uo
Malore , doueua molto piu alla fortuna . Ottone^ cognomi-
nato il Magmtt per la medefma cagione molto riputato
La felicit di Ottauio Auguflo fu tanto riputata dagli an-
tichi , che dopo fempre quando elcggeua uno mptrodore
y fi
con pubhci uott fi moftraua difiderio , che efi difelicit ad
Auguflo, e difelicit a Traiano ffi eguale. Ma dellafelici-
t delnofiro Mafiimo e Forttfiimo Carlo , di cui bora ra-
gioniamotCon affermare, che non maneaff in lui ueruna uir~
tu , eh*a Imper udore fi conuiene , mentre io uogltofauellare,
ccio che'l mio parlare non fia odiato da Dio , non
diro, come dice di ciAltfindro ^tiagoo Quinto Curtio che
,

filo egli fra tutti i mortali hebbe in fuo potere lafortuna :

non fin per dire , che alle fiuuofiiemn filo tutti i fiidditi

acconfintirono \ ma obedtrono anco t mmuiinon fin per rifi -


rire
,
quante uolte condotto ne*pericoli la fortuna con perpe-
tua felicita lo dififi : non che quello , che egli deliberofempre
con grande animo mife in opera e quello che incomincio
> , ,
^j

fimpre felicemente condujji alfine , Ada diro (luefio bre^


uifiimamente . (^he ejfendofi fimpre in tutte le guerre , che
ejj fece y uedutafi in lui grandifitma felicit ; in queflo ap*
parue maggiore, che a pena mai hehbe eUcuna uittaria
''

che mfieme anco non hauejfi parimente il Capitoio deltefir~^


cito . cadila giornata di Pauia ejjendofi prefigli altri CapL
toni del nimico efircito , fu aiKO fatto prigione il potentifiU
mo ^e di Francia . eyi 'Napoli efendo morta e difirutta Lt
maggior parte delle genti di ef "Ag di Francia , e de' todega^

ti; e colui, ilquale a quel terreo era riputato grandifiima

Capitano,^ appo ilquale era U fimma della guerra, Adonfi.


gnor di Lutrech morto dinfirmit ; il figuente anno tf.

ncndofi al fatto dorme , hauendo i Cejariani fitto la con^

dotta di ^Antonio da Leua ottenuta una nobUe uktoria ; d


Capitan de' nirmci , che fu t^onfignor da San *7olo , per-
uenne unto nelle mani e podeft loro . 'R^maprefadaCefit^
nani , "Fapa Clemente Settimo fu co/retto a renderfi . A
T)uca di Cleui ,prfi Dura ,fu egli ancora cofretto a di-
mandare a Cefitre perdono del fito nsfiuto . Hauendo
affalito que' di Safnta, attaccata la batt/^lia ,uide

a fi condurli il Duca Federico prigione . Uche bench pu

a bafanz^,non pofo trappajfare in filentto , che'l


efire
maggior Capuani di Solimano hnperodore de' Turchi ,
effendo addimandato ,per qual cagione Solimano cosi gran
Signore ,
hauendo mefo infeme un fi grof efircito l'aiino

I ss z per combatter 'Vienna ,finzgt hauerfatto alcuna co-,

fa degna deltapparecchio di fi gran guerra fi n'era diparti-,


to , rtjpofe in quefa gufa : che temendo troppo ilfito Signort

loi Fortuna di. Cefare, non giudico ben fatto di commetter:


temeraria-
,
r

nmerariamnte gU jfatideltzfaneQabataglM d'uri jU


giorno . Mi parrebbe hoggfmat di hauer detto piu , che a
baftanz^ della Fortuna e deUafeUc'uy ddnoftro Carlo
^
ali uni ^ che bajjunsnte mormorano che la
fi non udij , f~
iicit nonfilo da ejjer mtfutata da i profperi auenimenti

delle guerre ,
ma anco da ricercarfi da altre cofi . "bercio-
che Thalete Mikfio ejjndo dimandato colui , che
, fijfi
lece , rijpofi^ colui eh' fimo della
e perfina , ricco della fortu-
na, di buonapatria , di bello animo, e non indotto . <Mna-
carfii diceua , che la felicit del nPrencipe era pofla nelteffir

fggio . Qeobolofiegli non ceda a coloro , che glifino propin


tpiu. Qnlone,fi egli non prender cura di far temere.
fi
Giuoco yfi talmente dijporri filetti ,
che temano non-
lui, ma ejueiy'che dipendono da ha. Socrate,
fi a fi me-,
defimo prima fprfignoreggiare. Solone
fi egU render
,
il Dominio dunfilo uicirio a queBo^ di molti boom . ^
< Ora ;fi uoi tcneteneBa memoria queBo , che habbiamd.
detto di fipradel nofiro Carlo per tutti i modi per tutte-
,
,

U uie intenderete piu chiaro ^


che non e il Sole da mezp gior^
ri y lui ejjere fiatofelice

Hauendo noi dunque dmofiro abondcuolmente che nel
,

nofiro Carlo fifirn trouate mule uirt ,


clx fipojfino dtfix
derare in ottimo e perftttlitntQ Imperadore : hogf^
mai hauere ottenuto queUo , che io haueua affermato dtfi.^
pra di poter di gran lunga far conofiere : cio che di niuno
,

altro libro, di niumefimplare e

cipe alcuno per apprender queBe uutu


mifieroa
^a "Trert-*

, , lequali debbantr
tfjre in un fimmo Imperadore :fuori che deBauitaedei
fatti del nofiro Carlo : in guifa (he ficuramente ardfiodi
,
iCo
dire ; che la lode di mm Prencipe S cui haitiana fatte k
;

hiftorie tejtmonio , fipu pare^iar con la gloria del nofira


Qarlo 'ye per quefta cagione non filo merit di hauer luogo
fagli heroi , che Iddio don al mondo per rifiorar le %epu-
bltche y che pareuano difirutte e rumate , ma anco douer.
tra coloro ottenere il Trencipato Qerto in tutte le altre co^
.

fi fi ha affai bafieuole cagioni di riprender gli altri Impern


dori in alcuna coja : in coftui non fine pu hauere alcuna^
eyi Qroyprimo de* Perfi ilquaU tanto flim Semfinte -,
(
chefitto nome s'affatic di firmare un'ottimo Impera
ilfo

dore\e tanto lo amrmr Alefjndro ^Magno la "Eiina To~


)
miri oppofi la crudelt La Onde, ifuontun^ue egli fia detto
ejjerefiato fortunato efelice , non dimeno hebbe a combatte-
re infelicemente centra agli Scithi : da quali finalmente con
divento tmla Perfiani fii tagliato a pezsi di maniera , che
non rimafiun filo y che poteffeeffrnuntio di tanta morta
litiefu uinto dada "RfinaTomiri. e^Ufpmdro ^agno
nobile nel itero e lodatifiimo per molte fderoichc uirtUyper U
quali acquifi d cognome di MoffioifiuogUamocondtlU
genzti riguardar la fua uita ,
troueremo , che i u'itij con
tendtuano quafi egualmente con le uirt a caminare con
,

ugualpaffo . n^ercieche , per lafiiar le altre cofi , hebbe ar^


dire di agguagharfi agli Dei , e uoUe ejfir , come Dio , ado<t

rato . Byquemdo era rifiaMato daltiray non era dimoraytie


temperatezjfi alcuna alla uendetta. Fu del mm di fuer
chio uago y e fu inclinato al uitio della ubbriaccaggine , e pa.

rimente alla lufjuria . 'UoUe piu tofio ejfir temuto , che


amato . Et ejjendo tocco dal uim ,
incrudeUua mkq contri
ifuoi. Percieche uccfiin un conuito Clito , fuo ualorofi
Capuano,
.
I

Capitano . Era ctintqMo animo ; e guerreftgiaua ai-

cuna ragione . Rfprendono grauijiimi autort in ^ario e in


Stila una troppa crudeU ; OfKora che fino ambi da ejfir
molto filmati : fi come tfuelli , che fecero di gran fatti ^ e di
nobilifime uittorie da ferifimi nimici a 'Rgtnani riportaro-
no. Gaio (jiulio Qefaxe , che di grandez^ di animo , di
clemenza ,
d'humanit fi lafi a dietro tutti i mortali
onde Plutarco non hebbe uergogna di dire , che niun on-
(
de huomo , niun gran Qipitano , niuno Imperadore e

era da ejjergh pofto innanzi)fu riprefi di luffuria e di delka


ttzSJtie di hauer confifiati i beni de' cittadini, in T*ompeo e
parimente nelmedefimoCfiulio Cejte fi reca cof degna di
uitupero , che con una biafimeuole guerra esportarono a tut-
ta laRfpublica Rimana grandfimo damo e mortalit.

Ottamo Augufio rifior) il minato flato della Rfpublica con


honefle leggi e fiatuti'.fce molti nobili fatti. liejuali

merito di effirpofio fra ifggi e modereiti Prencipi e fu dal


,

Senato chiamato padre della patria . 6ra gretto , eloeguente^


humano , di elude e fiftofi animo . Fu piu del conueneuole
impaciente , era lieue nellira , di fignto inuidtofi , alla
fiouerta monitor di parti . Giuocator di dadi , intanto
uago difignoreggiare , che anco contragli amiciftrinfi il fr-
^
ro: ^ era anco libidmofi uia piu di quello
,
che a huomo
ficonueniua
^fpafiano , atuorache rifioraffi il mondo lungamente

fianco f e quafi in ultima ruma per lafiemperatez2.a e catti


ui cofiumi , di Qaligida , di Claudio e di T^erone hauen.
, ,

do ottenuto l'Imperio , non dimeno fitfilmato infirmo e de-


bole cantra il danaio ^ e che troppo di giuochi e
cofi fiflof fi
VIT. DI fdKL. V. %

%
U

ditett
aff.
Tito 'Uefpaffam dopo hauere ottenuto l'Impe-
rio , iltjuale tenne due anni , e d'intorno a tre mefi , in gmja
fifeee famofi di qualunque uirt , che fu chiamato da tutti
delicie
^ amore della generai ione humana . t^a innanzi ,
ch'egli hauejfe L'Imperio felafiiato firitto , ch'ei fu ripieno
di tanti uitij , che tutti [limano ,
che doueff riufire miCal-
tro 'Iderone. 'Riprendono in Traiano , e in zyddriano il-
(
quale fu chiamato per antinome Elio) in- Seuero ^ in Ti-
to Decio , ff)
hi TTiocletiano fiquali altrimenti furo-
no lodati di fmma prudenza )
[hnilmente una troppa
crudelt e Tirannide cantra t profeffori del nome Chri.
filano.

In tAurtlumo 'y ilquale tefficano U hifor 'ie


, non effere

fiato difiimik daAkffandro Magno e da Giulio Qefare \


anco nel (qran Cofiainino {ilquedt per marauiglioj fe-
gf)
licit di guerre ottmm il gouerno di tutto l'Imperio R$ma-
noyf^e annouerato
fi
a i maggiori Jfiroi) oppongono-
crudelt . 'Tercioche egU fu di ogni tempo crudele efngui-
nario , , che uccifi un fito nipote ^ nafciuto
in tanto deUa f.
rella, eeoflui ordin, che s'uccideff Crifpofico fi^uolo,e

'Fauflafua maghefacendola entrare in certi ardenti hi^i ,

in talgufa la Uu di ulta . (qtufimiano, ilquale procur, che


le leggi de' 'Rimani, delie quali non fu trouata cofa ne piu bo-

nefia ne piu sia, fofitro ridotte ne*hbri de'Digefli,e uolle che


elle [offero in ufi comune , lodano grandifiimamente . Hon
di meno anco il medepmo riprendono di grandifiima ingra-

titudine-, che a ^elefrio ,


ilquaU haueua fatti tanti henefci

uerf di lui e di tutto il mondo , che altri ne maggiori , ne piu


iodeuoh fi poteuano fare, moff da un heue Jfpetto finzfi
, .
alcuna
,

25
alcuna colpa fece cauar gli occhi ^ e lo sbandi affine ^che'l

mifiro huomo andajfi menduando il cibo . Furono in Car-

lo dMagno molti beni deltanimo ^


puma una nobiltfitma

creanza ,
una cofianza marauigltof in entrare ve' pertcoli,
uelocit m terminar le fue mprefi^fede ,
religione , cognir

tion della Latina e della (jreca Lingua . dimeno c^ue-r

IH poltri beni deltammo e del corpo abbrutt'o con troppa


fiuerit'yiaquakanco uso uerfit parenti. Tercioche cac-

cio Tafido fiuo parente ,


'Duca di 'Bauiera , impadronendofi
delfio Ducato infieme col figliuolo in un Monaflero . De-
fderio, de' Longobardi ^ridottolo a renderfi ^ infigno^
ritofialtre di tutta la Lombardia , meno fico infieme la

moglie ^ i figliuoli ;
^ impoft che fojjro guardati in
Leone . Il terzs Ottone , fi come merit gran laude per quel-
lo ordine de' Frencipi Elettori ^ e per la fingolar prudenza ,
fuchiamato dalla moltitudine^ t^arauighofi cofi del mon-
do : c<7i non manc di gran riprenftone per cagion della cru-
delt , che ejrcito in un certo Crefientio Frencipe Romano ,
^ in certo (fiouanni Piacentino : ilquale da Romano cac-
ciato per filleuamento Gregorio Papa ^into , lo haueua
pofio in filo luogo. 'Breuemente (^percioche non di mio
proponimento di rinouarei fatti di ciafeun Prencipe e Re
coft da conchiudere. Ejfindo que' Prencipi , che bora
ho nominati , ira grandifiimi e potentifiimi Heroi , che mai
da Dio furono donati al mondo ^ hauuti per li principali
prejj ciafiuna natione : non mancarono non dimeno de loro
e fegnalatifiimi uitij e delitti . 6 gli altri , che ho olotita-
rtamentetralafiian , ejfindo a quelli di grandezzai di fatti

e di utrtu inferiori^ non poterono in uerunagui/,e per niuna


2^4
aia ftggire il hiafimo defU riprenfone . E di <jui aue-
ne t che to non dubito di lodare il nojlro ^^ajSimo e fr-
ti^imo Carlofiura tutti gli Heroi , e dargli parimente il
primo luogo. Pcrciochetfi come hodimofro^ in luitro-
uar/t tutte le uirt , che conumgono a mperadore , cofi

ofo a^ermarey ch'eghfufilo fra tutti gli Heroi finzci difitto


efenz^t macchia alcuna . E tjuifigliofempre maramgliaxmi
della infilenzet efperbia di alcuni , e parimente mordacit:
iquali ardifiono di notarlo anzi di riprenderlo , che fojfi
,

poco gagliardo e pronto a riceuer le guerre . Percioche efrt


dicono , lui hauer potuto dopo la pref del di Francia
ampliar grandemente t Imperio , i Regni , e tutte le cofi da
lui pojjedute'yfi egli hauejfe moffi guerra alla Borgogna.
Perche alhora gli fi parauainanzi occtfionediuincereygli

tra data , egli fi uedeua nelle mani : come che cofioro non

fi^ejfiro i Qirlo hauer fimpre hauuto in odio tjuella tutto-

ria , che fojfi bagnata delfimgue de' Qorifiani : hauerji


ff)

propofio da primi armi , che ciafiuno doueffi ejfir contento di


rimanerfi ne' termini delfo fiato ,
e non fi douerfimilmen-
te mouer guerra ad alcuno ,fi
non fi fpmto da necefjarte

celioni : non ejfir da difderarfi cofa alcuna , eccetto la uir.

tu tutte le cofi humane effir caduche e mutabili . Percioche

che aggiungono a noi le prefi delle citt : i fccheggiamenti ,

le rapine , e le ruine f che t Regni ;finon , che uiuiamo fiUe.

citi
qJ anfiofi? O comefu uera (fucilafemmza di (Jtuho (e.
fiere yCfuando nelprincipio delfuo imperio era premuto dal
tumulto de' Francefi: ilifual diffi ,
ntuna cofa di piu hauere
ottenuta per la dignit di Cefare j fi non , che utueua accisa

to l V'e egli perauentura nafiofioy ejffer mifriero , che' fggio


l
Prentipe
^

Prmcpe conpderi molt ,


prima, che fi pnga a prende-
re alcuna guerra f affine , ch'egli nonimponga al fico col-
lo un fifatto ptf t eh'eifia corretto a cader uifitto. Per~
cioche f fi come elegantemente ,
ne meno utramente dice Sa-
Utflto ; ogni guerra ageuohnentefi prende , ma con grandi-
fiimafatica fifnijje . TVofapeteuoi , che la rafion di mo-
uere una guerra piu nfiretta , ^ ha piu btfigno di confi-
glio ? bufia a conftderare , noi per racejuifiar le cofi

nofire gifiamente prender U arme ^ e ^uflamente poter


intimar la guerra: ma e conueneuole aconfiderare anco
dtlgentemente tjuante fianole forzs noflre: efecondo queL
l'oracolo d'ApoUtone a (refi :
( conofit
re medefimo , t
le cofi auerrano felicemente ;
quante fiano fimtlmente le

forzs de' nimici ,


quah fildati , quali confederati ;
qua-
li coloro y che ci pagano le grauezzs > r la uolont , che sab-
biano uerfi di noi ; e parimente la fimma de i danni, che ci
trouiamo hauere yfnzeiiqualinonfi poffino far le guerre

B,fi come tutte quefie cofi fino da efjr confiderate , e di-


ligentemente ponderate : cos anco quefto fi dee con molta di-
ligenza dtfeorrere : di quaiguernimenti le citt , che debbia-
mo affdltre , fiano forti', di quah uettouaghe fino fornite :i
prefidij , che elle habbiamo : effindo , che non poco menoma
lanputation delPrincipe 'yfi affidtando egh alcuna citt

fia cofrettofinza fare efifitto alcuno con tefrato a ritor-


narfi, eh donde era uenuto. Esanco da uedere, nella gui-

f y chefilano fornite genti le citt eie CafieUa noflre ; e di


qualfrte di artiglierie e cofi toh i luoghi , tte U tegniamo,
fiano abondeuoh : affine , che mentre da noifi affalifiono le
altrui citt y non facciamo per uia di qindche
flratagema
yiT..T>l V. ^ iij
266
perdita delle terre nflree 'de' voftri paeft '.
Sa^tunge''a I

queflo , che molte notte da conjdarfi in uno ejrcito che


,

Jia mefiolato dijldati di diuerj e tiarie nationi : con tutto ,


xhe ninno amor della patria , niuna tema di T>iq, niu.
na religionegl'induca afare il debito loro : mafinofolamen
le tirati dal premio del danaio : la fedelt delle cui genti

pende daliaf>rtuna,ficondo quel detto :

Se tu farai felice , trouerai


Gran numero d'amici: ma, fi ttmpi
( ^ubiloffaran , rimarrai filo .
^ue[e e molte altre cofidouendolteBeno
: molto ben difior,
tere e confderare , nonfi dee cosi temerariamente prender le
armi,emouerle guerre. Intefi quefto Solone, ilquale fu

fauifiimo riputato . Tercioche trattandofi prefjo a gU


eyitheniefi di mouer guerra contro a Megarefi per ricouerar
^alamina , non uole dir liberamente , qu^ fojj la fua ope-
nione ; ma dtmoflrando una fiibita paz^a ,fifpmfi i Qtr-.
thaginefi alla battaglia. B fitccedendole cofi bene , e(fin-

dofi gli <iAthtnu(i impadroniti di Salamina , tutti lauda-


tono il(ito configlio . E certo Solone fi haueua coperto corrl

feudo della finta pazzia , affine , che dellefile parole ,eaei

fatti , che feguijfiro , potejje piu ageuobnente ottener perdo-

no .
(erto a prender le guerre quando niun'altra cofi ,

equefla dturtbbe rendere i Prenc^ piu tardi : ihe nelle guer-


re molto il potere della Fortuna ,
come dice ficerone in
dififa di Milork , fino incerti gli auenimenti delle batta-

gite , e Marte comune : chi hoggimai era intento a fpo-


gbare altrui, e tutto ripieno (taUegrez^ia fi attriftare e
,

rimaner difirutto , La onde tKggio (limarfi da molti in-


tendentifimi
,

ienderuipmi delle coje di guerra quel detto di ^/^mtbale :

che glt auenimenti delle coj non meno in altro corrijpondo-


nOfdi quello, che efifanno nella guerra Tal, che era ajfai .

meglio una (curaecerta pace , che una fperata uutorta,


Ondeedaconfderar quello I che mai da T>io nonueru.
conofortunati quei Prencipi , e mai lor nonJuccedono le cofe
bene , iquali per fila cupidigia di allargare i loro dominij, e
non conftretti dagrauifima necefit , mouono guerra a gli
altriTPrencipi , dot fino della medefma religione, e della

Hejfa fide. Trouaftnea facra "Bibia , che zAnufiaTlf ,


perche era caldo di Zelo di piet, ffiafioUaua i Profti,
fu contea gl' Idumei filicitato da Pio in maniera , che
gli ruppe e diflrufe . ^Ma dipoi effendofi infuperbito ptr
quella uittoria
^ fife fiffinto da alcuna necefi-.
efinzi eh'et

t , a prender guerra ,fu prefi nella batta-


effindofi mojfi
glia ; efinalmente nmafi eflinto (ftofta quantunque fijj
.

pio "Rf , e grato a Dio, inguifa , che egli per lui haueua
fatto di molto belle prodezza , nelfine diuenuto piu audace ,
confidandoli nella piet , che niuno accidente gli potefje con-
trario auenire , mouendo guerra al Rf di Egitto , che dtfde-
xauacondttiondi pace, perche egli moueuaquefla guerra
con afiicurarf nelle fiorzs humane , uenuto alfatto d'arme
fnella battaglia grauemaite fimo :e fi mori. Crefi iru
gannato dafperbta , e dalprefumere in
fi medefimo , and
con efercito contro a Qro Re de' Per(t,finz^ effir prouocato
da ueruna ingiuria , e indotto da nimia necefit . E quale
fu tifine della guerra l [refifufatto prigione : tlfuo efercito
da [ir ; e tutto tlfuo R^gno occupato da lui *lPonnofi
rotto .

addur molti altri efempi diquefla maniera ma diquefio


R iiij
_

faremo contenti . ^^ertiothe il filo del noflro ragtonament

fi ttolge olir otte '.fattoi e a bafianzt , lo hauer potuto di


mofirare,con grandtfitmo configa e rafione tlnofroQtr~
b non ejfire fiuto cos leggero e facile a prender le guerre f
anzi giudic ,che non fofie da guerreggiare per amhkione , o
per cupidigia di commodo a beneficio particolare : ma fida
pernecefiit aconfiruarlareUgione^eper cagione di difin
d:r la libert de l 'Rpgnt e de gl'Jmperij , eper lafaluez?:it de*
fiuiditi. Qn far aduncjue colui y che ardifia dire ^ che

gli fi debba porre innanzi alcuno degli antichi Heroi f chi mi


uorr riprendere hoggimai , che io fia tutti t H^rencipi poteiu
tifiimi , che hebbegiamai il mondo , g habba dato Uprimo
luogo i Ohi ardir di negare , che notigli fofje dato per gran

difiimo merito il coirne di dMafiimoedt forttfiimo ? dn


negher , lui filo douere ejfire pofio innanzi da imitar da
tutti i nirenctpt m tutte buirt: fi come efuelIo,che fu d
gran lunga ripieno eh tutti gU adornamenti e bent della For
\ma e deltanimo ? Chifa di lui ptu confiderato l chiptu in

tendente delie cofi delia guerra l chi piu intero f chi ptu pru
dentei chi piu moderato l dot piu forte nelle fatiche l piu affa
ticato nelle imprefi f (hi ptu eccellente di fede , di btmgtut ,

% di humanit f E' perauentura alcuno cofi sfacciato , cofi

$fenato tcofi di fonte rotta che ardifia o


'y
dipinger b con

mneobriy o di biaftmarbl Sedo tentaffe,o uolefie fare

alcuno , non farebbe (gli degno del Caucajl non piu impu-
dente del Cicbpa di Homero l ne piu federato : tlejuab di-

ceua non portar rtuerenzi ad alcun Dio. Certo yfi oL

Cimo ck procurafi , ueggio , che tutti i mari iqua tante


(
UoUc refi ficuri da Corfari ) la Spagna , la Francia ,
tutta
lahala
Utalx, la Sicilia , la ^ermani , la tJngbcria , l'Ap'ica,.
l'ind ocadcmalitft^ infinite altre Trouincu , lecjuali ri^

Jplendono delle fite mttoru e de' fitoi trionfi ^ fi fiUeueranno


cantra di lui . Isequai cofi eofi ejjendo , non hauendo io ma-
feria fne tur ma cagione ^ per Uujuale io poffia uit operare
cuuflo nofiro Carla ^ che noi non habbiate da doler ui yche
hahbiate intefo ,
ch'irgli
fa morto y e lo credete y affile y

che a do ai pojfa indurrete con (juefia ragion finalmen-


te alleggerire il noflro pianto : ho da cercare uno altra,

modo t e da tenere mialtra firada per poter nonfilo tem-


perare 0 acchetare in uoi cof fatto cordoglio , ma di tut-
to eflinguerlo . Ada qual finalmente gmfii o maniera po-
tr trottare f lual uta di conforto piu mi rimane l 'Dir
io ch^egh con fimma dignit
,
f fattamente utffe , e tante
parti del mondo fonie fite uittorie e con i fitoi trofi lUuflry

chefinalmentappo tutte legenti haacquifiato quel nomCy


e he gi zAleffatidro piagno difder , che fojj conceduto ad
Olimpia fua madre : cio di efjr conficrato alla Immortali-
t - Queflo certo dalle cefi , che
f
fin dette difipra ingui- ,

fa chiaro apparifie y che in quefla parte non fa bifigno di


maggiore o piu lunga orottone , di quello che al buon uino
,

faccia mtfiero di fifpender thellera . T^erctoche prima


Nettuno fimmerger Tunigiyla GoUitay e zAlgeriyche
giamaiefia della memoria degli huomtni la ricordot iofu del
trionfo di quefie citt . 6 prona la Germania e la SafJonitA
del tutto faranno diflrutte , che la gloria della guerra ^er .

marnea e Safjnica . E molto prima perir tutta la Bron-


cia y che la non piu udita clemenzii , che Carlo giunto us
uerfifrancefio V ctefio , Rfidi Francia , dt marner y che.
quello , che Ermo Ufiio di fi firitto ,
egU pu di
fi medef
mo dire :
^ejfun fta , che con la^me mlhonori;
ancor hfiquie mie faccia con pianta . . .

r
Se dimandate la cagion di queflo : > - v. ;

"Rffiondo t ch'io menuo chiaro uolando


Per la lingua e per bocca de U genti .
"Viro adunque e dimofirero io , ch'egli non refi U debito tri.

buto alla natura nel fine della et , come tiAlefiandro Aia*


ffio , e molti altrifecero ; ma perueme a conueneuole et
(p)
tifino <*/ limitare della uecchiez^a . Debbo io perauentura
dimofirar , che a tutti necefiariamente conuien morire i
Ejjre cofa naturale cos il morire ^ come il nafierei "Soi
ejjer nati con quefia legge , che una uolta dobbiamo morire i
la uita efirci data gratuitamente affine , che in ogni momtn
tb la rentUamo quando
,
n'e domandata . La morte non
poterfi cacciare , ne metare con la fuga , ne ingannar la per
uenuta arte ? In guifa che a niuno tfojjc ,
quanto fi uoglia
Santo ,
uolle ne concefi il fimmo Dio d'ejfir libero di
quefia morte. Tuonai fedele z/ibraam: non Adofifan-
gliarmente da lui amato : non a Vauid , huomo fecondo il ,

fuo cuore : ne ad alcun de' Profeti : non a (fiouanni "Bai*

tifia : di cui fra i figUuoli delle Donne non riffcito mai il


maggiore : ne meno a quel de' difiepoli , ch'egli amo cofi

fittamente : non alla madre unicamente da lui diletta : ma


a ejj Chrifio nojro Signore per noflra cagione affine di pur*

gare i nofinpeccati , non f graue di riceuere in lui thorror


della morte , e l'iflejfa morte , e quella ,
laquale fu ignomU
hiofa e parimente acerba. Percioche alleggerifie il dolore una
ricordatione
'
27*
ricordatione dcQa (juaft comune ^ humancicondnio-
ne . Oide amo mila infelicit , quando per uia di confglio

non fi pu rimediare a ueruna cofa , f una fola uia di coiu

flatiom ilfipportar con moderatezza^ qualunque cofaauen-


ga . Percmhe uera elegante quefa Jntenzei di Cicero

nel terzp delle Tufeulane . ^ fimma pazzia lafiiarfi mace^


rar del dolore ;
quando imendi rmia coja poter giouare.
2^on dimeno queflo , amora che alquanto mitighi ildolore ;
non dimeno non lo toghe uia . La ondefar meglio^ s'io non
nPinganno^e piu efficace alenarla dogha, dimoflrar ^ il

nofro (farlo ejferf partito da queflo efglio con fimmafeh.


fit , e che finalmente da ogni parte beato . H^ercioche la
piu parte de gh oratori, chefino peruenuti alla noflra memo-
xia, hanno hauuto Orationifunebri, Pimamfli poter per
quefla uia principalmente o leuar ma , o mitigare , o almeno
alleggerir e in gufa , che non uada pi auantela triflezzzie'l
cordoglio comeputo per la morte di alcuno , alhora, che op-
pongono a colui, che fi rammarica colui, della cui morte

fi dolgono , hauendo con fimma lode pajjato il corfi della


aita , riceuuti debitamente i Jcramenti della Chiefa , ejfer
morto nella Jua capi

hauer terminati gh anni fitoi


, nella patria , e nel proprio letto : ^
il tempo , ch'era debito alla
natura . Leggefl di Solone ungraue detto, ilqualefu appro-
dato da Crefi , ejfendo egh poflofipra la pira , nella quede

tra ordinato ch'egli fife abbruciato tilqual con piangerne


noce hebbe a dire . ISliuno in quefla uita effer tanto felice ,
ilquale innanzi alla morte potejj chiamarflpienamente bea
to : ne alcuno effer tanto poffente, che i cafi contrari della
fortuna non lo poteffe indebohre ^ e del tutto eflir^uert
27 *
.

tyl medefimo Jmeewdriz^o ^aeDo di Cicerone nelprno


delle Tufculane ; (i^lhora , dice egli faremo
^
beati ; t^uatu
do lafilando i corpi sfaremo fnzi cupidigia ^edxfiderio di
aguagltare , o auanz^irtun taltro . La onde,(^ come Thale
) lafommafilicit
autore del Prencipe che uecchio ^ fecon-
do il corfe della natura habbia a morir mifeto letto . Le-
quai cofe cof effendo ; fe ueramente con tanimo amiamo
ilt^afeimoe Fortifsno nofero Carlo \ non habbiamo co-
gione dipianger , eh*egli fta morto : ma piu tofeo , che fico ci
rallegriamo ; che gi hauendo lafeiato il corpo , fa priuo
d'ogni affetto e cupidigia ;
che con incredibile honore im-
mortai lode hauendo la uitafinita , toccando la uecchiezx^i
nelfo "F^gno e nellafua cafa ^prcl i fcramenti della Chie-

fa fhabbia chiufe e terminato tultimo giorno dellafua uita ,


non gi morto per cagion di tema , come auenne a Carlo
^aluo : non infettato dalla Leprarconte Ozia : nonfemmerfe

dal mare t come Faraone conia piu feelta parte di tutto


V Egitto : 0 Itero nella uoragine della palude , come Tuo De-
ci : 0 nelle onde , come Federicofigliuolo di 3arbaroffa : non
n*fiumi ; e ci nelfuggire ; come ^azsntio Cefare ; e Gili-

berto ,
"Duca di Loweringia : non cacciato del Ffgno , come
Tarquinio Superbo ;
come Seleuco Callirico , figliuolo di

tiAntioco ilquale era detto Thees ) riceuuto di Laodicea


(
fita moglie : Herode zArchelao cognominato eAntipa ,

HeracleoriayC Leontio ouero Leone fecondo : e quefei due

ultimi prima effendo loro ilnaf, o guafto ,


o tronco coi-

rne anco Athenio Anaftagio fecondo ,


e Filippica Bardef-

ne ; ilquale ancofu accecato dalfeto prefetto , prima che[offe

dtpofeo deli Imperio : non priuaro de i titoli delt Imperio , o


dello
.

ditto fejj Iniperio ; come ilipidrto Ottne , Federico fcon^


do , ^ Adolfo , ImperadortTedfihi : non uccifi d<d ueUr
no ;
come <^uei , che figuono ; AUffandro tlMagno , Antiprt-

tro t'Trenctped'ldumeUfe "Trefitto detta giudea, Ttfi

Claudio Qtdruo Imperodore , Coftantino Terztf figliuolo


,

d'fderaclio : Ottone fecondo ^ ^ Ottone Terzo Canuto y?-


condo 2^ di z/4nglta e dt ~Dacia , zArrigo Settimo Imperar-
dore , detto il Luceywrgefi: e, come alcuni lo filmano
,
quel
fegtudato Heroo Tuo Vfiafiano ; non anco colui , che fu da

^ amici uccifi ^0 da cabro tde' quaUpin fi fdaua'fqiulio


Eduardo , T^rimo "Bf di Anglia
Ce-

fioret *Tompeo , ffi


altrefi uccifi dalla ipadao dalla monade' Jmimimfiri;
Come auerme a Occaso alfigUuolo di Artafirfi Mennone\ a
Demetrio Bf di Siria ^ frateOo di Antioco Epifime-, a
Demetrio fiiofigjiuob , maggbr dt et ; a Comodo Impero-
dorfigliuolo di ^arco Antonino ; a 'UaUntinianofo fra-
tello , a ^awritio genero di Tiber'io y a Cofiante fighuo-
ffi
b di Cofiantino , bnperodore . ^on uccifi da/oififdati i
Come ^HHoTco Aurelio Antonino , e F'tl'to (fallo: tion op~
prefioda coloro , de' quali non temeua icome Filippo t^a-
ccdone da Paufimia : Stmone j^Uuob di Gioruuha Be de*
^^acahet , dal proprio geturo :.e Sergio Galha net foro Bfl-
mano da Othone inon.^ come Sardanapab , ilqmk non
ifiimando , che gli foffe rirnafa alcuna fperanz^ difaluezr
XA ipofio fitocQ nella'Bsaa di Balnloma inetta fteffOiper
non uenir nelle mani de' nimici tfii abbruciato ; non per
fortuito accidente i e per ^non penfato male , come (jim-
bifeiilquale effiendo per ritornar di Egitto netta "Ferftai

fedito a cauatto , cadutagli del fodero la fpada , digrauifii-


ma ferita in uno de* fianchi riceuuta , cadde morto : non
come ^etio Sujfetio t^degli Albani, fra dite carri di
quattro caualh difief , e legato tfacendofi andare t caitalii

in diuerfi parti tfquarcuuo e lacerrato : non da gtmimici ta


glxato a pezn, uccif: come attenne a molti Heroi, che furo
no ne' prefintificoli : fra tjttalt ,per tacere degltaltri furono
auefh j Baldajfara "Rf degli cyffriri , Amidto 2{e degli zAL
barn , Ciro primo Re de Perftf Antigono e Demetrioftofi-
gliuolo . IRe delt<LA(at Seleuco , zAnttoco , Hierace R$ e
Siria, Antioco Magno ,
Antioco Sedete, nipote di zAntio-
co Epifane dellafreOa ,Tigrane deQa Armenia, (flit-'

da t^acabeo , 'Domiciano , Elio Pertinace , Didia (giu-


liano , Mafiimmo infieme colfigliuolo, (gordiano , Amma-
ro, Tiberio, e Leonto Imperadori : Carlo femplue Rfdi
Francia , (fugliebno Imperodore , e Vladislao R$ dl^nght
ria ilpiu gioitane : non anco , come zAnaftagio Imperadore,
iltjtude imponendo ,, che fi odoraffi non la ternit , ma la
quaternit percoffo dallafrutta celefie fi mor ; non , come
,

Rfgoto, che innanzialla morte fitaflitto con nari modi, e


maniere di tormenti : non , come Arrigo figliuolo di Fede-
,

rico ficondo -, il ejualefirn la uita nella noia, di/gio del-


(fr

la prigione : e, come Qoradino Rf di Napoli : il eguale pofi il

collo al carnefice , cheglielo tagli. Dobbiamo adunque rai


legr arci col Forttfrirmnhfrro farlo ,
che non mor di quella

morte ,
delta quale fi morirono quelli che habbiamo infimo a
qui raccordato ,potentifiimi Ref^ Imperadori: anzi ,
che

ninna cofatalefflenne morendo , quale conuenne foftenere


a'Uitellio , a Valentiano ,a Raiazeto Imperadori, a ^
Crefcentio *Trencipe Ramano , innanzi che morijjero . Per-
^7^
mhe uftificamU uere Htlriedc" dottipmi huomtm, cht
Valeriana Imperadore u^roj terribile Imperodore ,

finalmente prtfi tra *Terf dal ^ Sitare , m(le in uitnpero-

ftfimafiruit . Tercioche Sapore hauendolo fatto prigia-

ne ,l'adoperatta per ifiabello ^quando egU montana aca^


Hallo ,
premendogli co' piedi laJchena . Dicono che ZliteSio
nuouo Imperadore y efindoglt legate le mani dopo le ifidk,

^ un laccio gettatogU al collo y fu in tdgtja ftrafimato per


'

le piazza di 'Rpma ; e finalmente uccifi, E Crefientio , che

fitto nome di (finfilato haueua ufurpato la degnita d'Impe-


radore , da Othone terzg prefi , e trattigli gltocchi e tronca

il nafi y e l'orecchie pofio fipra


y
un'cyfno con lafaccia uoU

ta alla coda , ^ in tal manierafatto Jpettacolo a tutta


fna yfufifpefiefrangolato, *Baiazto primo hnperadore
de' Turchi , ejjndo uemto nelle mani ,
in potere elei Ta-

merlano'Rz de'Tartari ytgji aguifadi augello fattolo rin-


chiudere m una gabbia , lo conduceua finente in diuerfi
luoghi innanzi a gltocchi di ciafitmo , ^ in prigione lofe-

ce morire. Hauendo adunque molti grandiy potentifimi


nirencipi , da me bora nomati , ft) etneo molti di piu , i qua
li io per cagion di breuit ho lafciato a dietro , hauuto un fi-
ne cosi infilice , cosi mifro cosi horribile e finalmente ripie-
,

no etogni trifiezxzi non meno con uer'it , che elegantemen-


te fu detto da Solone ; ninno m quefla uita effer ftfattamen.
tefliccy il quale innanzi alla morte fi pofia dire compita^

,
mente beato. Onde nonfnzfi cagioneThalete pofi lafelici-
t del ^rencipe in unafeconda
^ tranquilla morte . Ilper-
che non efjndo auetmto al Fortifiimo nofiro Carlo alcun ta-
le accidente

quale auenne afiuradetti 7{e , anzi come pr^
fo a trini efama , pytljfo a Jm nel /o ReffO nel letto coi^
una fmcerA confesfione hautndo purgata la/ita confienzA % o

p refa Lifanta, ^ fottif ima Eucareflia , hauuta (tmilmen


te tuLima mtione'y dalla prigione del corpo yO piu tofo dal
carcere dell'animafati alia eterna tuta : oue affetta che tuf
ti in hreue lo [esultiamo . 'Da qutfo dico co(i felice , epr

fiero fene hahhtamo a baftanzAy donde pofetamo confelarcii


afate ampia materia , latiwdpofa non Jlo aOeggierire
mitigare la trifezsA ,
f V uoflro pianto , ma anco , fi ue-
rr huomini fite y debutto leuarla ma . ' piaciuto a
noi una uoLa di tener quefa ma da edieggierire il cordo-
glio. Aia douendo dir del diuino nofero Carlo , non cotjtr
Conciofa toja , che fi egli utramentt
pie di fecUsfre .

morto y comunquefa , appartfeegtufta la cagione del dolore


e del pianto (he adunque dir io l maniera di confila
.

none y quale froda mi re/a ? *Ter la quale pofa toglier

reilcomun pianto ygfi debutto efir^uerCy^ iftrparti


Certo dubitando , covfderand ydtfeor rendo , e in moke co-r
tornandoyla mia Oratione e portata comeper un
fi a dietroy
gran mare : efinalmente parmi , che quefio mi. rimanga :
ciocche iodimoftriy cht'l Fortifiimo noftro Carlo non fa
morto , ne efinto , come
uoi ftmate , e come lafiima e fpof

fiaper tmto il mondo \ ma che bora finalmente fiuiue.^


^fia uia di confelatume mi piace , quefiofegno abbraccio;

queflo porto la mia nane difidera a quefio indrizzff Lt

prora : anchora che queflo mw dire tenda ad alto , f^paa


che io uoglid andare alle Ilelle . Mitigate dunque il dolore
Signori tlluflri : nefiofieneteyche egli procedaptu oltre . Per.
ciache mue : anzi pure muo colui , chefin qm uot hauete tir
nuto
y

nuto mort : dico Carlo noHro ; anchora , chepaia , che la


apenion di molti Fdojojifa contrariaci quali pare y che U
anime condannino , come afUpplicio capitale y alla morte .
tyid alcuniJmbra,cheHcuorefa tanimOyO hanima noflra%
^Dicono che intorno ai cuore Jparfi il/kngue Empedocle ^
Qritia: ad alcunipar ue, che certa partedel cerueUo tenejj
tlprencipato dellanima . Zenone Stoico , ^ Hipparco du
cono y che lanima il fuoco . Farmenide afferma , ch'eL
la e.compofla di terra e di fuoco . Senofane di terra e di ac~
qua , *Bcto di aria e difuoco . Epicuro unaforma mifta di
fuoco y di ariay di fpirito . Filolao fgf zyrijlodemo Mh
fico harmonia. teraclio Pontico luce. Oray fi cuore
0 ceruello , o/ngue e tanima ,
certo effendo corpo , dee in-

fieme morire col rimanere di effo corpo . Se foco o lume,

frz^y chefi efiingua . Se compofla di terra e di fuoco : a


di terra , di acqua ; o di aria e difuoco , nonfilo nel ue-r
ro tanimafar trafmutabile d'una cof ad altra ; non pen-
dendo dalgrembo della materia , cio da ^clementi e dada

fitblunare natura , mafittopoHa alfine y^ alla morte .

^Maquefie openior dellanima fi fino efiinte: ottenuto


un'altro parere di altri Filofifiii quaU hanno flimato tanu
ma effire incorporale. Dannofancolaherefiadegli
rabi y i qualifecondo , chefiriue fanto eAgoSlino , dictuano
che tanima moriua infiemc col corpo: e che nel giunto da
capo doutua riffiitare . 2^^ piu hanno luogo gli Etnici , t
Filofifi'y i quali ftimauanoyche l'anime eflinto un corpo , em
tr affer in un'altro ,
con quella nondimeno condittone , che
tutte quelle , che haueffirofrbato ilproprio ufficio delthuo-
mo y ritornajjero un'altra uolta in huomo , Ma quelle , 4t

yiT. DI r. 5
,

* 7*
i^uaU haueuan tuutouittt firnlt alle befUct dpo morte
eadejjero nel corpo di qualche animale brtaoipercioche i Ce

baUfti degli Hebrei non ammettono, che le anime caggiam


in alcun bruto . Riprouata anco la openion degli Stoici , i

quali dandoci uita , come alle (ornici, dicono , che le ar-

me durano affai ma nonfmpre \


. Enfiata del tutto lena-
ta la openion di 'Dicearco ;
ilqualc in tre libri disputando
contro la immortalit , afferma tanima niuna copi e(fere
e queflo effer nome tutto uano ; ^ indarno chiamarfi anU
mali , animanti : ne nell'huomo, ne anco nella beflia non
fg)
ci effre animo ne anima : e tutta quella forzai ,
per la quale

ouer operiamo alcuna cofa, oJntiamo,in tutti i corpi uiui


egualmente effrejparfa , nefparabile dal corpo : come quel

la , che non nulla ,


ne ueruna cofk ,J non un corpo fimpli

ce talmentefigurato , che ha polfi eJntimento per tempera^,


tezjirt della natura. Slifleffo T>kearco,ff) z^ri/larcoi
chehaJimile openione , perchefarebbeflato diffcile a inten

der quello , e quale la intelligenza dedanimo , diffro ,


fff
che non ut era alcun'animo , Somigliantemente rifiutata e

la openion di coloro , i quali ben confifftno che ui fia anima


ne' corpi , e negano tuttauia, che per morte ellaft dtpartadal
corpo;ma che infteme l'anima e'I corpo habbiano a morire, e
corpo Sffendo adunque dan^
cofi l'anima eflinguer(t in efj
.

nate del t utto ,


riprouate , efacciate quefe openioni deltd^

filma , ottenne la palma ,


non maio della ine orpor alita {per

cos) dire) che della immortalit il parere di ferecide Siro :


ilprimo {per quanto fi legge) a dire ,
che gli hu-
il quale fu

mani animi eranofmptterni,^^ immortali . Laquale ope~

nione ilfo difepolo Pithagora abbracciando,gr


andementc
,

*79
U confermo : e dopo lui lutatone , ^ercoche dicono, che co

flui per conofeer


^uhagora , t4enne in Italia : fp)
in Ui,(i co-

conobbe zArchitaeTmeo , appar


me altrt molti, cofi
jutta la dottrina di "Tithagora : e primamente ,
quanto aU
da immortalit dellanima , nonfilo tenne quello chefupa
tere d$ *Tithagora ; ma ui addujj anco la ragione . zA cf
'appartiene ilparer di Ciro, primo de' H^erfi : il quale am-
moni ifigliuoli, che l'anime non moriuano infieme con i cor~
pi ; ma rimaneuano immortali; ^i buoni ufiiti di quefla

uita godono preffo Dio una eterna quiete ; ^ altincontro i

maluagiportano grauifiimijpplici e gufiighi . .^^a che hi


figna che io mi ejlerda in magari parole ; quando quefia
,

openione ofintenzja delta eternit , g/ immortalit dellani-

ma da noflri Theologi con euidentifiima ragione in talguifit

confermata ycheapparifieejjr grauifiimo peccato e fiek-


ratez^ a dubitar piu di coiai coja zAnzi in tutto e da ere .

dere , che le animefino dalfimmo Dio mandate in quejo


corpo, eterne immortali - il che (come e) cof ejjndo,

chi colui , iluale che noi quando tanima efiparata dal


q ,

corpo, quando ella abandona thuomo corporeo , ritornando


nel cielo ,
onde e uenuta ,fiamo morti ? Come ci ifiimer i
Sjfendo tanima immortale , douendo goder col J per-
petua beatitudine : oue non fi Ja quello , che fia notte, ne (i

conofee alcunfine ? La uoftra mormoratton ,


Signori iUu-

ftri ,fa , che io (limo ,


che uoi non cof ftimate : odo al-
em j i quali piu , che gli altri intudzsmo la uoce , confejfan-
do tanima per certo efjere immortale ; ma noi huomini do
negare g^ non lo uoler concedere.,
.^a ditemi unpoco ,
qual riputate uoi , che fa.U .uetti
-
s a
a

i8d
huomo : cjtttfto crpo pcrauenturaycheuedete^cheffatpate\e
che toccate f Aia ci eh gran lunga altrimenti : altrimen.
ti nel aero e la ucrtt a . *~Percioche ejjendo che ogni copi pren

de il nome dalla piu degnapta parte y copi certa y che noi


huominiftamo detti non daleorpo,ch'parte corrutttbiUyrna
dallamma ,
eli parte incorrotta . La mente adunepit e
lanimaeUuero huomo- Volgete coti diligenza i libri de*
hlopp y do cofi ejpre intenderete : non piu haueretCy che ^
in cotalcof defideretre : nonpira a noi bipgno de Ha noPra,
opera : ne certo popiamo coftoro nepperare eh dottrina , ne
eppr lor eguali ; ancopcondi . ^a perche moPrate con
da me , che io inpgniy che la [leffa eL
certo cenno eh ricercar

nima fa il uero huomo , e non epuePo corpo, io pn contento


dipdtspirui . Et fpne , che con tutto tio U mpra orotto-
ne tanto non fi ftenda , ch'ella fa rincrepeuolc , io mi uale-

ro in ci non di molti autori (ile he in tutte k caup dece


ptol ualer molto) ma eh uno , odi due . *T*rtma dunque <*-
poltate lo Scipione eh Alarco Tullio , U ejuale ammaePra il
nipote . Tu ehp , terrai , come io ti dico : te non eper morta
kyma ijuePo corpo : perctoche tu non pi ciucilo , che dima-
PraquePaforma: dMa la mente eh ctapuno 'e ciapuno :

non quellapgur , che fifitol dtmoPrar col ehto . It medep -

mo ehee Plotonio ,
bench cofiparco dt parole , che tiene del
Laconipno in uno intero libro j nel qual dipr tue quello , ch^t

animale ; e quello , eh' huomo . Percioche egh ricerca in


quelhbr (per ehruipmmariamente ,
qual fiaincio la fuo-
penione) quahfano in noi i piaceri , le trifhzjs , la paura ,

$ difdrrq , lapperbia , t
dolori ; fg) in ultimo i penfamenti

^ il diletto di ciapuno: cio p fono pure anime ,o anime ^


,

2.8f

che injiemt adoperando d capo . finalmente dopo molte pa

fole conchiude ,
taninutle effer corpo animato: ne lajciaa

dietro quefto : cio per (fual hmeficto delt amma e per qu<U ,

compagnia ja animato . La onde tutte (juefle paponi, che


m habbiamo narrate , ajjgna egli altanimale ma tefifica
:

tanima ejjre il turo huomo Qtme adunque anco dice


.
Ma
crobio quello , che ft tude y none il aero huomo , ma quello
y

il uero huomo , da cuifire^e ci che fi uede : e quefto u-


r amente t anima. Perciocmfcome Dio fb col ceraio

moue e gouerna il mondo : cof tanima humana col cenno

fb moue e regge iljuo capo . La onde , quando Sciamo ,


quando udiamo , quando Uggiamo , t huomo efjerc flato
immediate creato alla imagine d'Iddb y cb perauentura
da intenderli del corpo f Tutto do fuori del conueneuoU.
^a quelle parole fino da recar(t altanima. *Perdoche

la uera imagine di Dio lafua parola , fitpienz.a , uita , ^


uerit y che perfifiejfo : della cui imagine thumano animo

t imagine *Ter la qual cofa diciamo ejjrformati alla ima


.

ghie di Db : non alla imagine del mondo y o delle creature .

Perciochefl come Db ne pu effer tocco, ne udito da orecchia


alcuna'y ne ueduto con gli occhiyneflpuo toccare , ne intende^
re fi come Dio tratta tutto queflo mondoy^ tutto queU
b ychtinlui yfilamente con la mente: co(i lui thumano
animo abbraccia colfob penfero . AppreJJ , fi come b flef

fi Dio infinito
ycda niuno fi pu comprendere : co/ tani-
mo humano libero , ne fipu coftringcr , ne mifurare . B
queflo fleffo corpo , cio laforma , 'm cheguijaflpotrebbe id-

re imagine di Db ,
pendendo egli dalgrembo della materia
e dalla naturafldlunare , effindofittopofto alfine e alla cor
'

VIT. DI QeAUL. V. S iij


282
: e non hatsendo dafi , neper
tunione fi alcun fintimento f
il che eUgantemtntt dichiara Qcerone nelprimo delle Tafio-
ane . ^Noi , dice egli ,
ne bora certo ueggiamo con gltocchi

quelle cefi y
che ueggiamo : Percioche nel capo non alcun

finfi : jnafono certe uie


algUocchi , al naf , alle orec^^
^
hie forate dalla fidia delt animo . figgiunge di ci B
un firmifiimo argomento , il quale m not del continuo e>

^fermentiamo . 'Tercioche egli cfi dice . La onde fpefi


impedttt 0 dalla cogttatione , 0 da alcuna uiolenz^t
fi y

di malattiayhenche hahhiamo gliocchi aperti y interi y

parimente U orecchie , ne ueggiamo , ne udimOy di manieray

che facilmente fipu comprendere , l'animo efjer quello , che

da e ueg^ia : non quelle parti ,


che quafi fenefirefim del-

l'animo : con le quali parti tuttauia la mente non pu alcu-


na cofafintire ,*
fi
quello do non fa tC ut fi troua prefinte . il

medefimo da capo yfie


dir a cofi ut , oucro a te quel detto di

Cipolline : Conofci te medefimo : che do io imponga ^ tuo


corpoconueneuoleifiimarcl '^on per certo ^ Idon dico io
gi alla frma, 0 al tuo corpo, che tu conofia le membra tua
0 laftatua , 0 la figura : ma quefio intendo : conofii l'animo

tuo . Percioche il cor^o , come un ttafi , ouero alcun rccet-

tacolo dellanimo t Q^e tutto quello, che fifa dal tuo ani-

mo y
cio detto e(fcr fatto daltanimo . (hefi le parole ; tona
tirare al corpo ; cio, che ueggiamo e
fei teflejjo y fi doueffiro ,

conofiiamo la fi atura nofira , e proportione e mifra deHt


membra; impofiibilefarebbe y cofi dami poterfi afjeguirey

come colui ajfeguifie , che comfie fiftejfi . Percioche colui ,

che conoficrfifieffo , comfier infi (iejfo ogni cof : com.


fiera prindpalrmnie Dio , alla cm imagine formato . Co-
nofier
r
zSj
tutte U
mfur. Umortdo ; di cui'porta la forma : comfer
^
creature y con. U (^ualt ha parte \ e tjuel utgore > che dalle ptCr

tre dalle piante , dagli ammali , dagli elementi , da i cieli


y
I

da i demoni , dagli angeli , e da (qualunque cojpuo hauere


come pu accommodare ctajcuna c of a cia-
^ ottinere ;

feuna coja afuo luogo , tempo , ^


ordine , e mifura , pro->

portione y harmonia yeaj tirare , e indurre y non altri~


I mentiyche la calamita tira afili ferro , La onde y quanto
piu ciafiuno conofierafi (icjfi ; tanto maggior forza di attra
hereaffiguir , afiender a tanta perfittiotUy che diuer-

rfigliuolo di Dio , e fi unir con ejjolui : ilquale come far


*
unito con Dio , (i uniranno anco tutte U cofi , che fino nelr

L thuomo : principalmente la mente , di poi lo spirito , e le fot


Z animali la forza del uegertare , egli elementi infitto alla
y

materia , trahendofico anco il corpo , di cui effo forma y.

ducendo lui in miglior forte e celefie natura y infimo chee-

gUfia glorificato nella immortalit. Di qui douendofi re.


j

\
cor quelleparole : Conofii te medefimo , altanima , afiai ap^
;
pare , noi non efir corpi , ma fome. poco dianzi dicemmo di
Ciceroneyla mente di ciafiuno e ciafiuno. La fiejfa anima
dunqueiluero huomo; non quella figura youero. forma,
chefipu dimofrare e toccare . Onde ueggendofi hoggimai
l'animafinzi alcun duhhio ejfere immortale y i da confifia.

re , che'lucro huomo , fiparandofi l' anima dal corpo , cio

tanimatione deltanimale y non muore, fiche intendendo

quel Filofifo per lume dello fpirito finto , diJlJe thuomo per
lafiparation , che fa l'anima dal corpo , non perire , ma u~
fiire talmayCome d'una mokfiifiima prigione , c /olire ode
terna beatitudine : e che'l corpo e ancora per ritornare in td.
S iij
2$4
ta , a parte
</l e^ueOa IfeatituMne e gloria La onde ejcla. .

ma quel Dimn cubaredo al /almo 4 4 Caua t anima mia


della prigione , accioche ella fi coftfeft al tuo nome 0 Si^re,
'Tercioehe la prigione dellanima e/f^ corpo . Onde detto
Demas , cio legame j t[orna , quafi certo [i ma : cio fipoU
tura dellanima.
Onde b Scipion Ciceroniano e/fendo domandato fe uiuef
/ro coloro , che noi (limiamo , che /tono morti , rijpo/ m
queftaguifk : anzi coloro uiuono ;
i efuali da legarm di que-

fio corpo , come da prigione ma uolarono , a que/la nofira,


eh*e detta ejfr mta, morte, chi adunque far coluta che
Mogha negare , il nojlro tMapimo c fortipmo Carlo bora
t/fere ueramente uiuo f Bffendo^che per dijfoluone , ouero
/paratione dellanima da quejio corpo ^ il uero huomo , io

dico lanima rimandata alle ricchezzf


^ alla propria IL

berta l fp) allincontro, per la ^ufon {per tofi dire) dal-


lanima in quejio corpo il uero huomo fi ne muore : e non di
meno la maggior parte degU huomim filma , ch'eli (a uL
uo l *Terciothe quefla noSra , cb't detta ulta morte , r
la morte porta ufiio della uita mflra ; ami ueramen-
te e/fa eterna mta . Egli e da/opere, che i/guaci di Pitha
gora,e delDiuimn^Utone fttmaronoe/fir due morti: tm
na deHanimale , laltra dellanima : e do lafiiarom firit-

to. Et alhor a affermano, che lanimale ,cio^ effocorpo,f


muore', quando lanima efiparata dal corpo perdo che per :

la dipartita dell animale ,


che'l corpo regge , rimari ue-
douo lequeflo quello che appar all'huomo mortale. i2da
'e

lanima quando dalfinfphce


,
mdiuiduo fonte della na
tura pofia ne membri del corpo , ft) entra in quello ; dico ,
quando
M

28f
'tfuando dal uerbo di Diofi^tUata , inmeSatt procedendo
Viopermetode conueneuolt fi congiunse conquefto
daeffo
: la prima di quefo
corpo ,
cio Meflendo/il'huomo corporeo

'dtutn nota ,
lafeconda non cofi: anti ^ fi
non da fuifii-

nti non pu ejjr compre/k,ne tntej perfettamente


. Tercio-
che nonfilo la moltitudine degl'ignoranti ; ma ancora mol-
ti chefilmiamo dotti quella
morte deltanima reputano ui
, ,

ta , anzi do credono , Onde non e da marauigltarfi yfi da


molti ,
0 dalla maggior parte non fijaper qual cagione d me
deftmo Dio della morte horaDite fhora immite chiamia-
mo ; ejfindo che quelli due agiuntifino frafificfii del tutto
Contrarij . Ma per cagione di quefia doppia mortegli fino
eglino attribuiti . ^erdoche per la prefinte morte : come del
l'animale , o del corpo r infida l'anima : cio uola de lega-
mi ,
della prigione , e deliafipoUura ^efineua alle uere f0
celeft ricchez.ze ritorna alla prima liberta ,
la quale non

conofie fine. Onde per ta contemplatione di quefia mor-


te dDto della morte congiocondo nome e detto Dite^
Per l'altra morte ; cio delPamiM , la quale d^d uolgo
e chiamata mtajcffa anima deHaluce della fua immor-
talit fiffintaotutet come tenebre della morte ^ dalla quie-
te e mandata nella guerra (^fercioche , fi come rende te-
fiimomauza U beato GiobbeJa ulta detthuamofu la terra
guerra Onde prefi a Platone dice Socrate , l'anima hu-
.

manaefferpoftain quefio mortai corpo ,


come in prefidio

defi mata a i doni della honefia una : i quali delego il nofiro


Imper odore e Capitano Iddio . Onde non fi coroner ciafiu
no ,fi non cht legitimamente haur a combattere^ manda
ta ^eoL'afma a un trifio efiglio , a una magione , a un'al-
,

hergo. Onde dice Catone it maggiore. Lanatura ci diede


uno albergo da alloggiare a tempo , non da habitArfernue-
mente . TOi qt quel grande fUofofo dijj , famo uiandaru
ti in quefto mondo .
pellegriniamo in hojleric ; o, per m eglio
dtreyin padigltoni : o non uiuiamo nella patria . Quinci per
r tipetto di qutja morte , il medefimo Oio della morte , che
detto Dite , e anco nomato Immite . Ora effendo quella
che noi comunemente chiamiamo utta , uera peUegrinationCp
efigho t e morte : come coloro , i qualifanno qualche uiag^io,
muna coja maggiormente dtfderano ,
che di ritornar alla

flanzA loro quanto piu tojio , efi pojfono , e quelli, che fino
a tempo confinati in qualche Ifik, ouero sbanditi, fifatta-
mente bramano ilgiorno della reuocatione , e del ritorno,
che un giornofimbra loro un luftro', cofi noi tutti Chrifiia
ni',
fi non fifitmo
tenuti da certa cieca ambition delle co- -

fi humane , cio dell'amore de gli honori , delle ricchets


Zi , e de piaceri ; conofierefiimo , niuna cofa piufelice, muna
migliore a noi potere auenire , e niuna douerfi da noi difdt-

rare , che lutando il corpo , ufiir di quefta prigione , di qnc

fio cfiglio , di quefio infelicefecolo , e da quefta morte detta-


nima , acci chefinalmente pofiiamo ritornare la , onde fia-

mo nati , onde uenuti, e godere immortale , eterna uita.

Percioche cofi affettando mentre che fio-


, e difiderando ,

mom quefta regton degUelementt,fiamo con pendente ani-


mo , afflitti e crucciati . TDeh ditemi per timmortale Iddio
quanto dee efir giocondo e diletteuole quel camino ; il quaU
formto , non habbiamo piu hauer nefiliecitudine ne cura al-
cunaf Qucfononfunafeofial'Vimno (che quafi lo pofio
dire)Qatone . ^Percioche egli cofi dice : fi
alcun Dio mi
concedejje.
.

*8;
I eomtJtlji, che in aueja mta h ritomp mglcmni fan.
eiuUczzft, e che io tielia culla: to do molto mn rkufi<

rei : e non uoneiy che hattendo come crfo b fladwt ritornaf


Jt a correrlo un'altra uolta . 'Tercioche quali commodi ha
quefla uita ? Qu^ non piu fofio fatica l ^a poflo , che

ejfa non thaueff , ha nondimeno per certo ofktiet^ o mole-


; fila cxf me non rincrefce i'e[fr uiuuto : perche fifattamen

te io uijt , che to non tflmo ctejfer nato indarno :e mipar-


to di quefta uita , come d'uno albergo^ non come etuna ma-
gione . 0 nohilipmo quelgiorno a quel , nel quale io andr

cotKtho e compagnia degli animi , dipartendomida quefla


I
turbaecontendtmentomUa Qiafe parole dice egli, Ona-
bilipma uoce : Jhttenza dignifima di huomo Chrifliano .
Certo a me par cofa marautglwja un gentile hauer potuto
,

pen/re un cofifnto detto fle io mipoff indurre a crede


.

'
re , che egli non habbia hauuto ilpetto illuminato del Diuin
raggio. A ci appartiene il lamento del Dtmn IPaolo,

quando e' dice : Io difdero difaogltermi dt quella camene c

iffer

ta .
con Chriflo : perche Chrifio non m'eguada
il medefimo per ejjr granato del tabernacolo delle
^ , ma ui-
mem-
bra ^fhtjr abilmente ejclama. Omeinflicehuomoychemi
liberer di queflo corpo di morte t ^idt egli infinitamente

efjer beati coloro , che haitano nella cafk del Signore, lodan
do lui ne'fcoli de*fico ,
cio eternamente. Hpercheilj-
ero Ecclejafe non dubit difiruere , efjer migliore il gior--

no della morte , che quello del naflimento. *Ne certo finta


ragione . Perciochela morte animale , ciac di queflo iorpo

mnfpara mi da Dio ma cifa aejjo Dio piu


, uicini. On-
de Qcerone nelprimo delle Tuflolane^ dce t che ahora /T-
288
nabnatte noifaremo beati quando lafiiando i corpi \fre*
,

mo pieni di cupidigia e di arftet , il che anco non fu celato


a Seneca ^oue dice : *bJone (tifnz^noia. La prima par-
ce de* nojlri giorni priua di confntimento : la mezzina ri-

piena di cuore , tidtima moleflata daUa uecchaia , come S


ce^yiauto^lieflingue. Onde ben dijf Salufiio : Lamor^
te ripofi delle moleftief non tormento . llperche tanto e lon

tono , che la mortefa male delcorpo , che fcuramente of


dire con Cicerone , dubitarrm,fi ella nulla althuomo : ma
certo nonefere altro male , ma piu toflo altro bene : e nel

nero conef Iddio noi conoferemo , e uer amente haure^


mo da efer di Dio figliuoli . Percioche la morte del corpo
non ci diparte dei beni , ma dalle mifir 'ie , dalle calamit^ e

breuemente da ogni maniera e qualit de* mah . Il che da


tegefia Cirenaico cofi copipimente in certo hbro difput et-
to , che a lui fi* uietato dal "Re Tolomeo di dir nellefioU quel
le cofi , che udite , moltifi uccifiro con le proprie mani. Tro^

uanfi infiniti effimpi di coloro , che


indotti non da ale una dt

fperottone ^ o da contraria cagione della Fortuna j ma per


prefintire^ dapoi la partita da quefio corpo l'anima effire

immortale t ^ eternamente felice ^ fi diedero di propria


mano la morte .
Qerto fi come i Qgni , i quali nonfinta ca-
gionefino configrati ad z/^poDo: ma perche da lui la anti-

chit iflimaua , che efii haueffiro certa propriet d'indo ul-

nare ,
tome prefaghi , che nella morte cifio alcun bene, mo-
iono cantando eformando uoci di allegre tsa cofi ioflimo^

chefar debbano i buoni ,ptj , e dotti ; anzi tutti i [hnftiani

e (lo tanto maggiormente', che tanima non muore infierita

lUcoipo^ma alhora primieramente' a uiuere incomincia-

mo.
, e

289
mo , che/ciotti cUtalbergo deit carne, anamo arlui, eh
aia mrtt e aita l^on pereto lodo U conftglio di coloro^
, ,
.

<heaj qmlfiuogUa ragione diedero la morie,


fiefi per

^
te
MogUo confrtarm a tjuefto , che aJ/rettUmo mai la mor
delnoflro corpo: comefecero parecchi de gli antichi FiUf^

fifi. Tercioche da ritener tanima per CHjodia del crp:


nefntitimpofitiondelfimmo Dio, dal quale infufn
corpo , daparttrfi dalla aita de gli huommi , accioche non
paiatchehMiamo fuggito di fornir l'ufficio da lui datoci.
Percioche non uuoU ilfmmo Dio che efuindi partiamofat-
,

ta la fua uolont , llche dimoftro Chriflo redentore , t

faluatore della hurnanageneratumefitto alte parabole delle


mine , e de' talenti : dicendo , affaticatei infmo ,
ch'io uer.

r . La onde(come poco dianzi habbiamo dett )fecondo te


parole del beato Giobbe , effndo la ulta nofhra una mlitia
/pra la terra , non fi dee finzei ardine del Capitano : cio di
"Dio , partir(i dalprefdio e dallefintine He , che (amo tetm.

ti difare . Esperia della tefia negli efircitide' Prencipi ad


abandonar te guardiefinta comandamento del T^rencipe,
La onde,fi'l ^nor Dtonon ci liberer dalle cufiodie dt (fue
fio corpo (come dice b Scipim di Qcerone ) nonpofiama
hauer lafidita al cielo : anzi ,fi mnafpettiajm la natura i.
e[findo il corpo prigione e legame deS'amma , habbiamo da
affettare eterne gene , eterni tormenti,
^ eterno fuoco

^oi ueggiamo , che coloro , itjualiper impofitione di aktma


potef fono pofii inprigione, o tenuti legati,fi egmnS con
uiolenz, c fpezzattdole porte, fi dipartono, non fihifano
d gaftigo della frtiuafuggir a : anzi effi crefie
eh maniera
che quantumpue U delitto ,per cuicfii fuggirono non fia co.
2^0
pitale , nondimeno ppunpn con pena dilla tePa^come che
p allhorapfo^e trouato eo delitto capitale . 'Tercioche U
uiolmafi^ita dallapr^kne t fa chi fogge ejpr colpeuoU,

Di che ampiamente tratta Giafine nella ptafolenne repetuio

ne . La ragion , per cui do ppiccia , non noPro propopto


di dichiarare . ^a uoi la potete uedere ne' luoghi da me
xitati ,
^ altroue . Ora, per dir breuemente quello, che trae
tiamo , efendo nel dominio del Signore , dalla cui tutela , e
protdenziipamo gouernati ,none da toglier uerunacopt,
{come dice "Tlaton nel Fedone) mal grado def, Signore di

quello ,
{ma egli ogni cofapoffde , e di ogni co
ch'eglipofede

fa Sigmre e creatore) da quel luogo, nel quale egli haueua p


Po il pio . E,p come La morte, che uiene naturalmente,non
pio nonp dee temere , ma inpeme con l'eylpoPolo dipdera-
reicostnon e ella da indurp con laforzt contra tordine della
naturaper uermagmfa , ancora che fofimo coperti di gran
difime procelle di o^ttioni: ma pmpre dobbiamo hauere
polpito neltanimo quel detto di ottimo Ki, 6gli e il Sig.faccia
quello, che appea^ipe ejpr bene negli occhifuoi . Vengono, Si-
gnori illupri nella mia memoria, moke coj dignifime della
immortalit del turo huomo,e di quella uita eterna,albuqua
lenonpofiamo peruenire: p prima non ci haur liberati

Dio dei legami del corpo. Jida quePe balleranno hauer

detto alprejnte . Percioche la npra orottone creperebbe


in injmito ,p uolefimo piu profondamente dtporrer copfat
ta copi : tu cifarebbe a baflanza un'anno, zA quePo p ag-
giunge , che io odo molti formare alcune hajp parole : i qua
ipn qui non ipimon , che w tuttopa loropdisfiuto, ne del
tutto ma leuata la trifezz^ : p come quelli., che
p erano in-
dotti
. U .

datti frmamtnit a eredere , il mfth frtipm e patmtifi-^

mo Curio bora nel uero ejjer t4uo,non purefono (lati indotti


d'hauere ajcdtata la nojlra oratione,raccordeuolt dellafua i

uirt: e non effendo loro nafiofala fntenzt dello Scipio^


ne di Cicerone i cio a tutti coloro ^ tbe hanno confiruatat
aiutata y aecfefiiutalapatr'ut ^ejjrruUielo un certo e
terminato luoco : otte hanno da uiuere eternamente [reati
Ma di CIO non comenti^ciot che egltja (iato tolto da quejio
bad mdOfepo(io nella regione etherea,anzi nella ceUjh cor ^
te sfitto ejue(io tumultuario fiato eh coj tn tutta la Europa
(i dolgono t e (t rammaricano . Il qual dolore certo io ueggut-.

djer comune con tutte de' Qmfiiaj , con le Pro-


le religioni

uincie , Ifle , le quah per infmo al cielo Empireo odo d


comune conjnf penetrare con uoci e lamenti ^ efifpiram
sgridano . Morte morte io dico , la cui memoria e ricorda
tione fpauenta tuttiy qualpaz^a t'ha prefi ? iuede e quan
ta cojt atroce ingiuria ha potuto eficr uerfi di te i ^imI coji
fiefaridafieler aggine habbiamo comentjfi , chepaia , che (to-
mo degni di ejjerpriui d'uno Atlante^e etuno Hercole ? Del
Mafiimo dico e Forti(tmo Carlo nodro f llqualeilfimmo
artefice delle cofe ci haueua dato per ridur tn piede d caden-
te (iato del mondo , a r fiorar le leggi , la giufiitia fClae-

quita ch' fiagh huomini . Il quale ejfindoct lettalo nonpofi

fiamo fperargiamai , douer efirfictgh huominifirma con


Cordia: ejjndo che neltcffere egli tolto da' uiui, U mondo
fia rimafi , comefinz^ lame . A cui noifinalmente ricorre-
mo l Di cui nelle auer(it addimanderema taiuto ? Chi
ci ridurrai marificuri mole(lati dai ladronecci, dal pm-
gue e dalla uccifine de' Corjh l (hi(r colt , che catti
^ .
....
,
^mt dettinolo dtltonde /ligie I Cln fkuoregger la re
ligton de''ChrifliamlQoififfocher l'herejktche uanm puUa-
land, anzifino fiarfi di qua e di la larghifitmamentel Chi
far bafleuole a leuar l'horrendefchiere de' Turchi ,eUin~.
numerabili lor genti dada Chriflianit ? 1^ ricetto .

lafilato a noi Jcuro nella contraria fortima.i Quale A-

filo ? Quale afpfirma ancora potr effire alla nane di


*Tietro , dalfiato di diuerfluenti, e dalie onde del mare m
guifa percojfa agitata , che pare,che rmnaccifbito nau^

fragio efimmerfione ,e che tutte le cofi uogliano ritornare


nelprimiero caoslfhifr colui,che effendo tlMarte pofio in
prigione , apra il tempio di (fianof Ada alleggerite ui prego
la trifiezzi : ponete giu il cordoglio, leuate uia ilpianto, per-
che tancora,che cercate , qui prefinte . *~Percioche io odo,
che i dottifiimi huomini affermano , che gli huomini colpr
crear de figliuoli
fi
rUrouano a un certo modo rinafio-

ho , in guifa , che colui , che ha figliuoli , anchora chefia u-


fiito de' legami e della prigione del corpo, s'intende per la
continuafitccefiion de figliuoli effir uiuo ,efi reputa (U mor-
tale in quefto mondo diuenire im mortale . Quello l'orbo

re della uita : quello ilfrutto di effa uita : cio la procreation

de'figliuoli. Onde dice Ariflotele nel quinto fibro dedE-,

thica, ilfigliuob effir parte deQe alfiere delpadre. Di qui


perfinienza openion de' Legifii ilpadre e ilfigliuob ri-
putato una medefima perfino . La onde quello ,
che dice

timo , par che dica etiandb l'altro . ^ercioche la uoce del


padre , come quella delfigUuob : come la uoce del figliuob
s'intende effir quella del padre: e doue t uno, par che ci

fiaparimente Nitro. Perquefa ragbne fra tutti gli uc-


ckyanztfra tutti gUammaU irrationalit diceft^ cheJUU
Fenice fmpre la per ciccheJmpre dopo fi lafcia il
:

fiiccejfire :
perche dico dafi ' detta morire^ rinafiere . ^
Conctofiacoj ^chefirHe'l?lmio nel decimo libro della fua
Fiatarale Hifloria ; chequefta cotale Fenice , quando ella

e uecchia yfa un nido di cafiia e di ramofielli d'inccnfi , e


r empiendolo di odori ^fipra
fi rie muore . Onde dellefe ofi
fit delle midolle nafie prima uno , come uermicelio , il^

quale dipoi diuiene giouanctta Fenice. Emi uorremo iftb.


mare , che'lnofiro Por tifiimo e d^dafiimo Carlo (la morto l
llquale genero e lafiio a noi Filippofo figliuolo , inuit tifiimo

Ke di Spegna t Sia Untano , fta lontano dico quefio . Per-


eioche egli uiue neltinuitt fiimo Filippo fo figliuolo : e toL
mente per certo uiue , che ejfindo egli Ufiiato ficeefiore di tut
ti 1 , che eranofitto lafia Signoria ^ueggiamot lui ha
7{egni

uer mutatofidamente il nome d'imperodore , e non il ualo^


re . 'Tercioche tutte U paterne imperiali uirt in efio fifaU
tornente fi trouam , che pare , che mn filamente quelfirn-
mo Imperadore habbia a lui Ufiiati i B.^gni , ma parimen-
te tutte efi uirt . Ada anco lo fiefi nome delfigliuoU pare
che ci prometta mn fi che difihee . ^ercioche FUippo deri-
uada^^ AiTTTTof ^ Greca j che latinamentefigntfica a-
m ator di cauaOie bellicofi . fdebbe il medefmo nome pari-^
mente ilpadre di eyiU([andr ^agm ; U quale fece tante
Onde Uggiamo nelle hiforie fia tutti gU
mbili bat toghe .
,

ImperadoriBgmam t cheFihppo padre^e Filippo figliuolofu


rimo iprimi ueri Chrifttam,fg( adorni del ficrofimto battefi
tno . ^^a, perche intendiamo, che a luifuronUfiiati mn
mem tpaterni chele paterne uirtiiuo diro breu^
V. T>1 Ct/iBL. V. T
25>4 .

nuutt le cofi , chefm fiate fatte da ejfo tntdttifiim ^


lippa , dt poi , che ultimamente (iparti di Spagna . Perci -

che pare , che uoi , Signori llufiri , do dimandiate da me :


per tacere fia tanto con tjuanta prudenzei , modefila^ e tem^
pcratezza e(J per adietro , nonfi trottandofo padre prefin-
te , amminifiro ilgouerno della Spagna . *^ar tendofi adun
t^ue egli dt Spagna , non dubito dt andar nelt/fila d'Inghil-

terra ,
accioche ^uiui il rumato fiato della [htef daltamio

D XXX ! 1 II. ritornajfi in piedi . Il che per bene-


Diofinza alcun fpargimento di fitnguecon l'aita di
ficio di

Maria , 'Rema d'Inghilterra di pia memoriafa moglie , a


poco a pocofece : non temendo le mfidie , che a lui dt giorno
in giorno ueniuano apparecchiate. Dalle <juali finalmente

Iddo non permettendo ^ che ijoi decreti fo(firo impediti


t

da configli humani, lofiduo , dt maniera , che mi pare ejfer

uero (quello che dice il l*oeta Homero : iddio porgere il fuo

fiudo per difendere t ^Principi . Vedete , (guanto nobilmen


tei cofi umi delfigliuolo fi conformino con quelli del padre:

confiderate la magnanimit di ambedue. Quello con pic-

ciolnumero de'foldati nella Germania affidi i nimici della

Chiefia Rimana . Questofinza ejficr accompagnato, ne ar-

mato da alcuna gente, appo unafierfiima natione intrepida


mentefiUeuo il c^uto fiato della religione Lafede e la re .

iigione dell'uno e dell'altro con egual pafio caminano . Per-

cioche il padre e'Ifigliuolo, come uedete,fno piufiUeciti del


lo fiat della chiefia , che de' pericoli loro . B fie'l gran Re
^tuda (fitondo le/cre lettere) merito gran laude per hauer

uia leuato tempio tulto di T>io\ e lofiheit per quefia cagio-


ne ejfio Dio contragU zArabt, i quali egli mnfie : e per la fip
pi cagione a Ezschia dipi ejjndo fatto Ff dono T)io di hti-

hJStme fdttorie , in tanto , che ajjdiando ilF$ de gli <L/4firi


^erujlemme^a' preghi ftoi l'z/4ngelo cacciatigli Afiri^
la cittfu liherata daltafjdio ; che douemo noi perar daL
l'muutiftmo Ff Fittppo ? gioite opere certo grAndi , nobu
li , e per adietro non piu udite . E perJguir di ci innanzi ,
locate le cofi della Francia , e ridottele in quello flatoAhe

il uero culto (L T)io , eia tranquillit della (hrijliana 7{e~


publica , e la maefl delgrado , che egliJJleneua , pareua ^
che tnamfefi amente r'icercajjro^uenne congrandifima afpet
tation di tutti nella Fiandra . cy4lhora U Mafimo ,c For^
.

tifimo Imperodore tfiguendo tejjmpio del Ffol *Frofeta


Dauid ; ilquale effondo parte maiKato dalla uecchiaia^e par^

te dallefatiche fpofi in fuo luogo il figliuolo Salomone ^ il-

quale conofieuaefer di bello ingegno , e dottato di nobilif^

ma (per non dir dimnd)fap'ienzA , commettendo a lui le bri-


glie delFfgno : mof da paterna carit
dude, all'inuittifiimo Filippofuo figliuolo
^ amoreuolezsi
i Fsgni heredita-
rit le 'Trouincie, fg) i Ducati^ i Contadi , ^ gU al-
tri paefi , eh'erano fitto di lui : non iflimando , cw ue-
tuna cofa a fi (lefofife tolta, che hauefe conceduta al
fi-
gliuolo: ma che farebbe per prendere una (incera allegrezza
di hauerlo procreato jfi egli hauef ueduto le infigne della
fua maefl ; U quale caminando
hcreditarie in quelfigliuolo

per orme della uir tu paterna , eraperfuccedere alla gran-


le

dezza delpadre quantunque il Adafitmo Imperador


.

Carlo di gran lunga , come (pra habbtamo dimoflro , hab-


biauinto tutti i piu chiarie maggiori Heroi, che fiorirono
nella noflra memoria , o in quella de' mentori ^ e pw illu-
Tj
, ,

fin nell' Imperio , di tutte U heroiche uirt , di maniera, c^.


mnfilo aJudditi , ma ne anco a tutto U mofulo , dopo cos
gran t^onarca , parato che rumi'altro douejfe ejjer grato,
mn alttimcMi , hegU Argirajpidt , offendo morto tAleffan
(

dro Jilagno, prende nano noia dt ciafitm'ltra guida, Srgno^


re , e Capitano ,
filmando , che dopo la memoria di fi gran
^e ogni altro modo di guerreggiare doueffe effer uitupereuo-
k e dishonorato . come f
cjuafi offefieer aggine , che a ualoro-

fi
Trencipe , doueffe effre altro , che ualorofiftceejfire <?-

ue'ro che le ricchezss di tana Kegnifi lafiiaffro ad altri, che


aTren tpi lodatifiimi: nondimeno da primi awn hebbe
i'thuittifiimo 'Kf ftlippo coffata indole alla dignit, alla gi

ria, aifarxofiillufiri ,
ecofifebciprincipijecofigrantk
del vegliare ,
che con la (ingoiarejua uirt, con la imocenz^,
en la liberalit, e con la modcfia aajuifio Camore , e fauo-

rt'di tutti , e (ofi'fattegran prodezs prometteua inJafifto-

mmia, ihe tutti affrmauano >


che era cangiatofiU il cor-
po ,
mn il ualor di rjuel fmmo lmperadore,i mnfilo in
luogo dt Ce/re uolcntien lo nceuettero , ma con ogni uotO

auidentifiimamente lo difderauam . La onde hauendo


egli fatta cjucfta cefion defuoi her editar t T{cgm, concedendo

n'fildati ,
che con grandifiima cura erano rimafi a inuer-

fiare in luogo malageuole (gi ni grandifimi freddi il uerna


nella. . . , mentre quella citta
fifitbbncaua ,
laejuale alho^

r a prefi da lui il nome-, affili: , che effi potejjero rifiorarfi di

laute fatiche ,
mentre che tutti ilfiguente amo ftmauano
che doueffe tffr piu crudelguerra ,
che mn era fiata ne* tem
pi a dietro (pcraoche il comindamento d'un 'Rfgm jkole ef-

ftre accompagnato da prefimione efuperbia:) fu mndimaio


ned'in-
(

neSnufttiJ^tmo "Rf Fdi^po tanta h umanit , e tanta rnodc-^

fiia, t cofifatto amor nella 'Rfpublica Qhrifliana ,


e cura
oipacefraiQjrtfliatii coji firuidae tronta^che quantun.
que egli fofjefiUecitato per lettere de' Francefi dt far la pace,
mofj a compafione delpopolo Chrifiano , il qualeJapeua ef
/reflato affllttto da cofl lunghe guerre, non leuo la fperan-
zt della pace , dando un chiarifltmo ammaeflramento del
la, piet , che egli haueua uerfi la F^publica Chrifliana. La
;
onde alpreflrttto giorno eflendo (lati mandati daltuna ff)
daltaltra parte ambafciadori,i quali, hauejjroa trattar
di pace , tion potendo conuenire infleme delle conditioni, pat~ '

{
tediarono triegua per cinque anni: chetano e taltrofl ri-'

< manejj dalguerregghre : i mercatanti potef


e che fra tanto

fir 0 liberameni e trafficare .


'

e^rdir dunque alcuno di ne-


I
gar,che tra ilpadre e'Ifigliuolo non cifla una medefima be~
nignit , fgf humamt f Come che egli non uedejj , il figli-

I
uolo , fi come ilpadre, non rifiutare ogni honefla conditione
di pace. E bench efjndo rimoffo dalleguerre Francefi, egli
ftecuo di guerreggiare con i comuni nimici : nondimeno con

^
lafa uenuta accheto cofi lunghe in molte parti fparf
guerre per le quali ueniuano /fogliate e dtftrutte le citt de
,

Chrifliani : con le quali ogni cofa era ripiena di uccifioni e di


fkngue , e con le qualifinalmente quafi tutte le genti e natio-
ni erano granate', e dapertutto fluedeuano crudelt, ingiu-
rie, Q;} oltraggi : cofi parimente fccheggiamenti , incendi
,
flupri di matrone , e di nobili uergini , ne meno rouine defa
cri Tempi , uccifione dt nobtliflimi huomini , e fggiogatio.
ni, e finalmente tante dtfuenture ,etanti mali, che della

loro ricordattone anco dtquclJi , che non fi trouarono prefin


VIT. DI fA?JL. V. T tij
ti;/t fpaumtano Torno a . dvre^che lo illejjo mittiJ?imo e p

tentici wo 'Ks Filippo con lafa uenuta a lode t gloria delton-


nipotente "Dio , a tranquilit e quiete della Chriflianit
f-
d acqueto. Di che non pu riceuer fi dalttmmortale Id
dio piu grato dono da iF^ terreni. Hercole ajcej fra gli
Va , a quali giamai nonfarebbe ajcej ;f quando fu in ter^
ra ,
non hauejfc eletta quefla uia : uoglto dire ,y? egli in ogni
effere autore di pace
parte non haueff procacciato di Ora .

fu mandato dal potentifimo 7(e Filippo il Conte Lalano^ ca


ualure del Tofne in Francia far tregua col Ff di Francia,
a confermarla con giuramento, e da Arrigo 7(,e di Fran-
cia all'inuittifiimo Filippo il Capitano deltarmata Frante-

uolgar mente e detto <iAmrmra^o . Fatte adun-


f , tlquale
que in talgufa le tregue con l'uno, e Coltro "R, Nnuittifimo
Rt Filippo filmando ,
che elle doueffero efpr fermifime , ef
fendo l'Imperadore andato inlfpagna ,
riputando di bo-

iler trouato tempo da poter nuocere a i nimici della Ripubh-

ca Chriftiana, e riuolger le armi contro diefi,e dalle tor ma


tu leuar quelle citt , le quali il crudelifmo Imperodore dF
Turchi poffede , oppreff con acerbifimo giogo difruit, con

grandifima danno di tutta la Chrifianit , e con frnma

uergogna e uituperio de' Prencipi (hrifliani . Gi tutto l'am


mo era uolta alla guerra contro a Turchi quando fa tanto ,

t auifatOyche'l Capitano deltarmata Francef,di cui habbia


mo detto, con nafeof in(tdu,erapcr afjlire Volato , laqual

terra della Fiandra,t irati con doni e promeffe alquanti de


gli habitanti a douerfi rendere.'^arue nella prima fonte al
l'inuittifimo Rf Filippo queftofatto indegno da efjr credu-
iofi come quello che nongiudicaua per la bont del fio pro-
pria
,

299
pm animo 7(e di Fracia hauejj uoluto do fare^che egli
per uerun modo non hoMrchhe fatto uerfi di lm.Mafra tau
to da fattiyche fece ilfortifimo Carlo fuo padre co Franccft

htmfimo apprendendo^ quantofoffr a[ubiti , improuifi i


a prender guerra ;
coirgli di quella natione,e quantopronta
diede carico ad alcuni chcyUedeJJero quello, eh'efifacero\et
ne fjj/bito refi certo.Cofloro tutti aduna maniera b aui
frono che ejii raunauano genti, e faceuano efircito . Alhora
r'tuolgendo tanimo alla guerra Francefi,{ma sforzato e mal
uolentieri', come queUo,che abhorriua k uittorie bagnate del

/ngue de Chriliian) giudico , che non[offe da metter tem-


po in mezs , che pre/lipmamente non face/fi efircito. llqua-

k per la maggior parte poflo inpeme,e condottob dapiu ban


de al de/linato luogo ,
Fdiberto ,
Duca di Sauoia , a cui l'in
uittifiimo "Rf Filippo per ilfuo gran ualore , per ilparentado

chefico tiene, e per la gran fide,ffi affettion, ch'e/fi gli


porta , haueua commeff il pefi di tutta la guerra , andan-
do con moUo impeto nelle terre de nimici,trafiorrendo lafir
tezza di R^ucroio, Mari e borgo, e C/ui/yCon/derata molto
ben la natura di ciafiun luogo , e diligentifimammte ricono
fiiuto il/ito et ogni Ca/lello , mo/l rondo da per tutto di uokr
porre af/dio,fatte akune kggieri battaglie,finalmente affi,
dio San fintino . 'Di che mtefi il Rg di Francia dalle/pie,
ponofiendo , che egli doueua confimma cura difindere quel-

la terra , perciochefarebbe [lato di grande impor tanztt , che


i nofirifi nefof/ero irr^adronui, temendo alla terra ,/nzii
metter tempo in mezo ,procaccib di mandar nuoua /celta di
Jldati a[occorrere ifitoi , che in gran peruolo fi trouauano

fp)
indurgli a prendere animo con nuouoprfidio . Tentt^tt

T iiij
Uco/piuuoltemn/cnz^fgnalata $tccifnede' Francefi^

Jmahnoue ut mando tMonfigmr dt ^omoran/, maefiro


della caualeria Frartcej y che uolgarmente detto gran Q>.

Ttefi abile .tlquale haueua un buono ejercito fi di caualli,come


difanti.et era accompagnato da gran cjuantic di Principi
di gcntilhuomini. Comanda comunque il fatto rtefa, ch'et
fornifca di piufaldaJccorJ S.filuintmo, ricreando co nuotte
genti color Oy i he erano a gran perkob. La qual cofa a lui pa
reua alhora ageuolifima da poterfarfi: nefnza cagione . !

^ercioche non efftndo ancora conuenute tutte U genti del-

linuittifimo 'Re Filippo , l doue elle ajfcttauano ypareua


cheH noflro ejercito fojje pi debob , di quello ,
ch'era bijo-

gno per potere a un medefimo Jpatiodi tempo impedir y che


gli auiji , che s'afpettauano e ueniuano ,
nonpotejjro entrar
nella citt , e combatter con le genti Francefi, quando hautf

fifatto rmfiiert , U quali auanzauano le noftre (Jiouaua .

non poco aiuora , che la terra era fornita . La onde hauen


dofi alquanto i Francefi a noi auicinati ,
non ejfindo piu di -

fioft da nofin alloggiamemi di quello , che bafiaua per arri i

uar le palle delle artiglierie , dalla contraria parte de* noftri


j
caualli Uggieri {ejjindo pofia nel mezg una palude y che fiala
Somona) ordinate U artiglierie, cominciarono con grandifii-
ma furia afiaricarb contrai noflri alloggiamenti. Alho-
ra figrido alle arme: e finalmente FUtberto Duca di Sauoia,
condotte U genti di la dalfiume , ft) ordinateU a battaglia ,
ejjendo andato auanti con la cauaUria a bafianzjt , inco~
minci'o ad ajpettare inuifiadenimui Unofire fihiere, ri-

tardando alquanto fi de' caualli ; e mouendofi con piu


il cor

kntezz^ : percmhe elle nonpoteuanofiguitar difubito , con


pari uglaiit .
'
jWl* cUmoftrajrno i . France/ di mn uoUt^

combattere , rutrandofi a poco a poco la , donde eram ue~


finn. Il che tte^endo eglt^tjuafi un'altro Achille ^prendendo la

^tioftone di condurre la cofa a buona JKcedtmento t debe-

randa difar giortMta co' nirnici^ emendo che, quando egli

hautjje uoluto piu affettar , che k noflre genti arriuajjero ,

itedeua \ ,che per cagion delle uktmflue la dimora haurebbe


impedito e guaflo ilfuo proponimento, delibero di ajpdire ^
arcare inimici nella cauaUria. Ma che bifignano molte

paroU ? ^ bandiere /piegate i nojri con tanto impeto e con


tanta furia diedero nella cauakria de' nimici , che a. pena
-niuno potfermarfi : e tutti uolgaidoji a dietro ,
non filo fi
sbandarono dal luogo ,
cbue erario^ ma dandofi a finire,
lafiiarono lalor fameria td^andonata del fo c^poggio in
preda^ uccifioneanolriimnefiendo olir a do (deuno,
che confiruajje l'ordine . ^mfa non potfifienere l'm^eto
de' nofirt : percioche lanoflra cauakriafi fattamente in un
Jbtto fi mefiolo tra esfi ,
che rompendo in un fiibito ogni or-
dine , furono sforzati a procacciar la lor fduezia con
lafuggiia . t^ai noftri con gran prefiezia figuitanda-
-li, tagliarono a pezzi una gran moltitudine di ejuelli, che
fggiuam ; e molti anco (mofi a piet) fecero prigioni . B
dicef, che i prigioni auonzarono il numero di tre mila : ^
oltre a (fuefii ui fu l'ifieffo Morfignore di Momoranfi , ba-
rone di accortifimo ingegno ,ft) anco ilfratello del Duca di
Mantoua , il Conte del Rheno , e c^on/ignor dt Sant' Am
drea , e mokifimi cauaheri debordine di San Michek (di
cui a dire d nome non appartiene al mio proponimento : per-
doche to non ho dafiriuere Hifioria , da trafiorrer quefii
4

..

foni hremmente') peruennero ntUc mani de' noHrl.' .

'Dopo alcuni giorni tijiejpt cittJLujual mlfipiu toflo e/^


rimeritar le forze che render(i : da nofrifidatifu con gran

furia prefa eficche^iata . ^ Fufatta unagrandifima. uccir

fione ^equiui trouta unagrandifima quantit di donnei


( dtceua , chefurono piu 'difnff anco piu di fettemiU.
fi Capitano deltarmata Francefi non fenz^i mamfejlQ giffr

dkio di Dio pagando le debite pene peruenne nella podeftt


nelle mani de no flri. Datante mttorie Jfattentata unn

Fflcca fortfima , la quale chiamata CafteDo afpdiata da


alquanti de' noflri de' quali era Capitano il (onte di Arena

bergo
battutala con alquante palle delle rnaggtori artigliar

rie fi htbbe a rendere. Vn'altra firtezz^ amora forte


nel nero per opera di mano ma molto piu per lunatura
del luogo : la quale uolgarmtnte e detta Ha
poi c'htbbe /r
da quefi
ftenuta la forzai delle palle prendendo tefjmpio
ihiefe ottenne la clemenza deltinuittifimo ^e Filippo^

Indi parte delmfhro efercito uaheato il fum


Somona f
n'and alla uolta di Tdouiodtmo chet pofto fa Sueft ei

Zteromandui , hoggi citt di Vfeouato : e trouatob uo

to dagni prefidio lo prefi e l'arfi j


e parimente Canniaco.

il chefatto torn a gli alloggiamenti . Dipoi, perehe gi s'a-

utcnauaduemo , /limando linuittfimo "Re Filippo c/ofi


non da ir piu ottanti procuro , che San Quintino e la
fh/fe

Ha fofj guerrta dififi di bafliom e di altre co-


fir tersa

fi nece/farie . Wa quale opera io che mi ut trouaiprefifh


di quantefatiche egli con cer
te poffi render tefimonianzrt

ta marauigliojafortezsfi danimo hebbe afilitnere non rm-


fO ageuolmette ,
ehexonuerit. Indi Fdiberto Duca d
Sauoia
,

Saitoia 'eJpnJ ehtrdifjeltriam di b^mo'dmo t


m
M
romandi con lejrata ; e [aito d cominctamento da tm
dolo Qiftello detto !Rpi , mettendo nel camino a ftoco cto cht,
u'era ypumaarrtuoa R}bemontey ouefiferm per cagion d

tipojjet giorni y e di poi al Ca fIella Camera . Oue dando Id


cenzei a una parte de'Jldatiy L'altra ridujfi alle fianzs di

tterno ^on inquefio luogo da lafciare a dietro , quanta

neOefiuradette uittorie l'inuittisfimo Ke Filippo dima(ir cU


menz^ y'quantaimocenz^ fjfi humanit affine y che inten^
diaie y tutte kuirtu c^uefio ^agto Ifnperodore ejferein

lui rinate , e tutte uiuere . Ora ledenti , che furono prtjnel

la battaglia a San fintino hebbe ^a


giondiguerral o pure uso in loro alcunafiueragiuflitial
punire ficondo la ra

Certo no : ma uerf di effe uso una auaff Diuina clemenza


*Fercioche nonfilo perdon loro Iwerisfimantente r ma per^
tnifi y che potejfero andarfatue y oltre col dono di qualuit
cjue coj faceua lor militer per itcaminoy doutirujue alle me
defime parejj * Da capOy (piando ei pref San QuintittOyCon
ipuanta prudenza? Conquanta fatica t Con quanta fide-
citudine confirm quella infinita moltitudine difimine ingui

fa y che non patirono ucrun danno ne ingiuria alcuna dafil-


dati ? 'Rimand efii afuoiftue nonfila lepiu honefte ma^
trone prefi in quella ejpugnation y ouero legwuani nobili^ma

le donne di epealunque condttumey egli huommi graui fgj af-


flitti da troppa uecchiaia yfantifimamente difefiy non ric^
uendoper il loro rtfiatto alcun danaio , eparimente diede a
medefimi le cofiiKcefiarie per il camino^ fifuoieffetto piu
ripiena di clemenza poteua afiettarfi da quanto fi uuolejiau,

tsfimo TreKpt ? ff^le piu humtmo t qualepiu altro ma*


P4-
^ifco f jn accetto alpahmo Dia? gitalefincdmer.
te piu degno di laude t* Si come niuna coft e piufitzi , che

a un fommo Imperio aggiugmr l'acerhezsi^i della natura^


*

cofmuna ue n' cofi regia e Idnrale , e ripiena di maggior cor

tefia e gioueuole , chefouuenire afi^phcanti ,JUeuargti df^

flitti, efduare e liberargli huomim da pericoli f Byfi come


tutti hanno in odio la crudelt ; cofi amano tamore e la de- .

fhenza, Percioche gli huomini in niun'altra coJpius*auici-

nano a gNddij , che nelfiduargd huomini : come dice Cice-


rone in difi/ di ^into Ligario. Hoggimai cejfateo Rp-
mani\ ed chiamare il uofiro Tito Vefpaftano ,
delitie a-

more delle creature humane . Ceda "Roma famojper tan


ta^an quantit di uabrofisfimi Heroi ,
alla Spagna . Per-

cioche quello inuittifimo ke Filippo riporta la palma , e me-


nta ilprimiero luoco . Tercioche egli nonflo perdorh a fo-

ioro , che poteua punir per ragion di guerra ; ma diede loro

aita tgiouo loro , e fu fermifiimo br protettore , di mamera


che hoggimai con uerit pofiiamo di lui dire quello ,
che di

(fiulio {jjre Cicerone : cio che nitma copi ha la fita fortu-


na maggiore , che aueflo che eglipu : ne la natura migliore,
di queflo altra ,
che effo uuole e difider di confiruare , aiu-

tare , e difender moltisfimi. Hai hoggimai o Spagna , di cui

poterti gloriare ,
injuperbirti . Ma udite il rimanente .
'

z^ncoraiFrancefinon haueuano ripigliato Nrdine: a


penala Francia haueua re fpirato dalt ultima rotta 'e cala-

mit riceuuta a San fintino ; quando lafiguentefiate/a -


tendo nuouafcdtatk'faldati , raccolto un nuouo efircito,/-,
etra imptlo nella Fiandra ,prouima della Gallia detta ^et
eftthiggtarono dimoiti terreni e utile e le abbrucia-
gka : ,

rono
rM dfatto?ottuiQ tjunmitdi armenti t dipecore,
efeittod loro sfrzg dt entrar nella GaQia detta OtiKatti in
Ui'rtdttrf.maheffetto auennedtuerfi^imo daqmUo,chee^
jibnauano . ^ercwche tl Ke Filippo mmttijitmo , hauendo
Uo mtejci per tamj di molti , haueua impofio al Conte
'
mondano', (he con affai buon numero di caualh e di fanti co-
l andaff, affne eh'et ruKhiudeff i Francefnel camino , e
fiei ritorno , ch'efi uoleuano fr mila FratKta ,
e ftmilmen-
te CIO impoj a^enicurtio Caualiere di gran udore ,
e Rfn-
'
fioco Marchefe con lefue genti , dato ilprinctpal gouerno al
Conte Egmondno , per hauert egli in ogni grandtffima , fg)
'nnportannfima imprefd ualuto(ifimpre della (ingoiar pr-
dez^ et oprafua. Ejfendo aH'ordinato giorno conuemti tutti
allacitt Grauelina per tro'uarinirnicilil (jote Egmodanopo
(U iJm a ordine di battaglia , e collocatigli in una larga pta-
-nura,fce a' nimki podeja di combattire.ma eglino ancora
che (f)(JeroJmigliantemente poHi a ordine di battaglia,rp-
ntafrp tutto tjuel giorno dentro a gli alloggiamenti . E tro-
ttandofi nofiri non piu difiofii da juoi , che un tir o di arti-
glieria , in gutfa , che ageuolmente le palle poteuano peruem-
re nel loro campo , i ni mia con tantafidatafuria

imomineiarrona a tirare delle cannonate, che pareua,che Ulo


^ impeto
ro palle ne' noftri foffero grandine tipeffa pioggia : e nondi-
meno, tutto che nel medefimo luoco U mfirefimre rimanef
fero firme mfino altimbrunir dellafira : non fu alcuno , che
giamai ritiraff pure un poco tlpiede . ilfigliente giorno af
fiettandofi t Franafi di tornare in Francia, ilCantt Egmon
dano m luogo aperto hauendo in ordine lefitegenti,congran-
dtfiimo impeto q) ardire di animo affali t nimui . Ffit pri-

4
fieramente congratuU^imafirteznafiflermro tim^to de*
jiolri't e lafanteria con molta prontezsA attacco la ^atta~

glia. Erano dalla nofra parte que'fanti \i quali combat-


tonofitto la guida di Laz^ro Scuuendio , ualoroppmo Ca-
pitano . Finalmente eJJndoE combattuto alquatito, la bat-
taglia de Francefi incominci a indebolire , ^
a poco a poeo
a ritirarfi ma rulfine facendo^ nofiri maniere isforztVol
fero inimici le fpalle. Vifufatta una grande uccifiones e
mollifurono tagliati pezd rulfuggire , i noftri con granfk-
riafeguitandogli : e di quelli.che fi dauano prigionifa figran

de il numero che ogniun de nofiri haueua dieci e piu etmtor


,

no che gli pregauano ad accettargli . ^oco di poi fa rappor


tato al Conte Egmondano, che ritornaua data btUtagba^co^
me era fiato prefi Monfigmr di Therme principal Capitano
deltefircito de' Francefi,^ altri Capitani e Colonnelli Deh .

^uedftlicit pu uederfi e difider or maggiore in qual fi uo-


glia'~PreHcipe t In minore /patio d' un'anno di due uittoe

conira una natione efircitatifiima nelle guerre tmuittifiimoe


ueramente hoggimai bellicojtfiimo "Rf Filippo trionfo . Auer
tue tllufiri Signori , quanto a hd fiafamigliare e particolare,
e proprio lo impatronirfi infieme con gli efirciti aruo firnL

mente della loro guida e Capitano . Il che oltre aQe altre cofi

nefinzft ragione ,
nelfirtifamoeualorofifiimo Carlofitopa
dre tutte le nationi e tutte le genti amnrano ^da, per ri-
tornare alpropofito ,
dopo lo battere ottenuta una cofi nobile
uittoriacontra Francefi tinuUt famo Re hppo,con fernuf
nimici ,finalmen-
fimo efirxito ejfindo entrato nelle terre de'
te pofe gli all^iamenti non lungo da 'Doriano . Era nelut
to quefio efircuo wdefircitii deltarme, e mila cOgnition del
l'coj della guerra mo(o^meuOiL.a<aualera frtiJSimaie
la fanteria di e^uditjchemn e dgeule a credere che di niag
giareJperanza , openton di ualore fjj mai efrcito fitto

zylefidndro Magno,fitto (^tulio Cefre efitto ilfirtijiimo

Qtrlo noflro . Era tutta la Fradicia in timore e la cagione

era quefta e conueneuoU . Fra tanto tl "Kf di Francia ueggen

dofiurjare a tutto Ufo %e^ manifefla rmna , e quella

gi utcina , egli [ejfi uenire a pericolo di perdere U 'Rjegno^


comincio per uia d'ambafiiadori a trattar U pace con l'inuit
tifiimo Filippo . KiAffermauano quegli , a quali un cotal ca-
rico era fiato tmpoflo , che i Francefifpra modo la pace di*
fiderauano . Et egli quantunquefipefj , quanto afiuti fta-
no gl'ingegni de Francefi', nondimeno non altrimenti, che'l
frtfilma noflro Carlo /prezzando , abhorrendo quelle
uittorie , che foffiro bagnate delfangue de* Chrijiiani, e non

fi/cordando punto della propria ftauirt, ammeffe uoletu


tieri coloro , che uoleuano trattar della pace e ditermino un
,

giorno a co(t fatto ragionamento . Il qualgiorno effendo ue-

nuto , mando altordinato luogo ifoi legati, che hau/Jro a


trattar di effa pace . Il medefimo , fi come prima era flato
conuenuto , fifece dalpotent filmo "K? di Francia . bidi /V-
Jrcito fu ridotto a glt alojgtamentt del uerno . Piaccia 4
'Dio,fiaUpar cofagiufla,di concedere alla Qhrifiiamt la
defideratapace: la quale,fifua maefi conceder(come gi
fm]uorrH,che / l{e fipongeffro innanzi gli occhigli efimpi
di quei e Frenapi , th noncorifiruarono lafatta pace^
*Fercioche auertirebbono , che le loro co hebbero infelice
fi fi-
ne tedi qui rimparerebbono a chi fare, che ad efii il fimiu
non aueni/fi . per addurre alcuno efimpio , (fioachim "Rf
508
di (jtuded f mnfrbando lpaci ,
chetgh haucua fatta cl
3(t ISlahucodonaftr da lui mnto , e prtj , tn Geru-
fdermne fattomorire:eHfuo corpo fragli altri corpi morti
fit gettato innanzi alla citt fecondo
: il detto di geremia , U
eguale haueua predetto , che efj aguij di Afino doueua ijft
fipelito . Perfmigliante codione Tulio Holiho terzp Kg de*
!Rflmani , difrufj Alba, e diede degno cafigo a tfMetio Sf

fitto. *~Percioche impof, che egli fffe legatofia due carri


tirati da quattro caualli , e facendo , che i cauaOi correfjro
in contrarieparti , in tal modo isquartato ^^a a qual .

ne uo to rammemorando efimpi antkht,eJfendone de* moder


nit Isfon diremo noi , che auenijje per dtuingiudtcto , he
il Capitano deltarmata Francefe; il quale con linuittifiimo

2^ Filippoficee la pace in nome del Kp di Francia , e la con-,


firmo con/acro giuramento, ne dopo molto haueua tentato
con occulte tnfidie come autore di romper la pace ,'Douaco
finalmenteperuenne in podere deltmuittifitmo Re Filippo l II

Rp di Francia infia un*anno hauendo perdilo due efirciti ,


quaffu defirutto con la nobilt di tutta la Francia . Mif~
uengono abondano moltifimih ejjmpi : ma qtiefipotran
no mfno a qui efjere a baflanza . La onde lUujln huomi-
m ,ptr raccor nel firn breuemente la ma oraiione ,fi uipa..

re di confiderar le cofifatte corifmma lode, anzi dmina,dat


Aiafitmo e Forttfsimo nofiro Carlo , le qualifino fparfiper
tutto il mondo : che , fi come non meno ueramente , che ele^

gantementedtceChrislofiro falueto :

Le uincttr tei ihfignc delgran Carlo r


E per terra e per mar finuanuolando.
oero anca quello ,
che habbiamo dimofiro , cio il itero hua.
1
mo
fuo nonperir per la morte del corpo ; ma ujcir fuori tanima ,
come da una moUfitJsima prigione ejfer condotta m un
beato ripofi ^ eterna uita^ a quello^ che ultimamente s' dee
to , ciefcuno rinouarjper la procreation de figliuoli , e rino-

fiere: e do tanto piu ,


quanto maggiormente i columidelfi-
gliuolo cornjpondono con quelli (M padre . Onde ritornan-
doci diluentemente a memoria in coiai cofa le uirt del-

tinuittifiimo "Rf Filippo , troueremo di non hauer cagione di


dolerci per la fama , eh' Jparf per tutto della morte del fine
e
tifiimo Carlo : effindo quefia fama falfa , e muendo
eglif cofi per tutti quei modi, che detti fifi-
m, come fbetialmente per l'inmttifiimo

f ., FilippoJofighuolo . Il quale
-1 tutte le genti e nationi ri- <

/guardano q) a?n-
mirano, co-
me
cofit celefie. Et Uqual tutti debbono con ogni uo
to y efficacemente difiderare ^ e pregare
che T)to ottimo Mafsimo confr
m a flute y tranquillit p

^ utilit delURf .

publica (Jori
Itr

h 4 noi
fliana
Imgh'ifsimamente, * --

IL FI^E DELLA OT^ATIO^E REfl-


TATA NELLA MORTE DI CARLO V.
1 .1
r. DI f^ARJu V,
.

510
P O N T E F re I. vv

E NE VA la Sedia di San Pietr


in Roma quando ,
nacque quC4
fto felicisfimo Imperadore, Alefsa
dro fedo Valentiano Spagnuolo ;
dopo il quale fu creato Pio terzo
Sanefe , che uifle nel Papato deci*
fette giorni . SuccelTe a Pio Giulio fecondo Genoue.
fe huomo bellicofo, che tenne il Papato dicci anni.
,

Dopo Giulio lanno m d x 1 1 fu fatto Papa Leone 1 1.

decimo Fiorcntinoj & ncUanno fedo del fuo Pontc-


fcato Carlo Quinto fu eletto Imperadore Mori .

Leone lanno md x x i i . e in fuo.luogo fu foftitui-


to Adriano fedo da Traietto Tedefco,che fu mae-
ftro di Carlo Venne dipoi al Ponteficato Clemente
.

Settimo Fiorctino,& uifle Papa undici anni:& nel fuo

luogo fu creato Paolo terzo Farnefe Romno , che


mori lanno m d x l i x.Segui dopo la morte di Paolo
Giulio terzo di cafa Monte nato al Monte nella dio-
cefl dArczzo , che fu creato lanno dd fante Giubi-

lo & pafs di quella uita lanno m d l 1 1 eflen-


,
1 1 .

do creato dopo lui Marcello fecondo Ccruino da


Monte Pulciano che non uifle piu di uenti giorni
,

Dopo Marcello fu affunto a quella dignit Paolo


quarto Caraffa Napoletano nel tempo del quale
:

quello Imperadore rinunti lImperio a fuo fratel-


lo: di che piu abondeuolmente habbiamo trattato

nella deferittione di quella hilloria.


Huomioi
,

HF0^1*NLLVST'R1^E gli
S T V D I D EL L E LETTERE.

EL TEMpo dellImpcrador Car


lo Quinto fiorirono molti huomi
ni ucramentc illuftri in diuerf

;
come de Theologi Ri-
naldo Polo Cardinale Inglefc
che fii anco buon Filorofo , Sce^
noBardinero Vefcouo di Vinceftre pure Inglefc,
GiouanniFlifterno Vefcouo RufFenfe , Alberto Pi-
ghio dOlanda, & molti altri fanti huomini ; de quali
fileggono le dotte opere . Nelle Leggi Andrea Ai-
dato Melancfe, Mariano Soccino Sanefe , Francclco
SfondratoXardinale Cremonefe ,
Giacomo Maa-
dello dAiba di Piemonte , Francefco Corte Pauefir,
Girolamo Cagnuolo da Vercelli ,
Ciouan Battila
Ferretti Vicentino , Paolo Ghirlandi da Caftiglionc
Arretino, Olderico Zafio delle bande di Frigia, Gior
gio Sauromano Tedefco ,
che poi fi diede a gli (ludi
dHumanit . Nelb Filoibfia il Leonico , lAchilli-

no ,
eI Boccadiferro , amendue Bolognefi ,
eI Nifo
daSefia , IoachimoPerionio che fu anco gran Ma-
,

thematico , Simon Portio Napoletano , Giulio Cela


re5caligero Vinitiano, &Thomafo Moro Inglele.
NellAerologia il Fracalloro ; il quale fu anchora
gran Poeta & Medico famolb ; cI Gaurico Nelb
, .

Medicina Matteo Curtio Pauel ; Giouan Battilla


Montano , Marco Antonio dalla Torre, Girolamo
Vi
Bagolino v Veronefi: Antonio Brafauola Giouanni ,

MainardoFcrrarefi, ThomaTo Linacro Inglefe.e Vie


torcTrincauela. Nelle Mathematiche Giouanni Sto
flerinoTedelco , Orontio Fineo Francefe, Nicolo
Tartaglia Brefeiano. Nella Poefia Latina il Ponta-
no , e 1 Calentio ,
il Nauagero , il Cotta ,
il Marullo,
il Flaminio
il Caftiglionc
, c
il Vida
, Nella Latina .

c uolgare Sannazaro , che in materia paftorale (crif


il

f anco uolgarmente lArcadia , opera eccellentisfi-

ma . Pietro Bembo Cardinale ;


il quale icrifle felicif-

limamenreuerlleprofenoameno Latine, che Vol-


gari ; e fu il primo , che nella noftr et dimoftraflc
con la dottrina de accuratezza de Tuoi fcritti la uia di
(criuerc bene , coli latinamente , feguitando nelle
profe Cicerone , Cefare , e SalluHio ; come neucrll
Virgilio, TibuIlo,e gli altri buoni Poeti :& uolgar-
mente, imitando Petrarca, & il Bocacciu. Il Sado
il

leto ,
lEgnatio , Buonamico lAmafeo , il Molza
il ,

H Barignano il ; Giouio Medico & Hiftorico Pari-


,

mente il Guicciardini il Pierio il Cafa & altri feli- , , ,

dfsirai ingegni Nel uolgar Poema Heroico M.Lo-


.

douico Ariofto , Poeta eccelle ntifsimo , che fcriflc

anco Epigrammi, & Elegie Latine; e ne fu molto lo-


Bembo e da tutti glintendenti . Fiori me-
dato e dai
defimamente nel tempo di quello Jmperadore , ma
elTendoegli fanciullo ,
Aldo Manutio Romano, che
con la fua induftria rcftitui molti libri Greci e Latini
alla loro uera lettione , hauendo fempre nella fua A-
cademia i primi huomini della Europa . E^ iodato
per
.
I

m
per uno de piu dotti e belli ingegni
Erafmo , fc non
fi folTe egli
imbrattato nel morbo Lutherano ; onde
furono dalla Chiefa piu uoltc , &
ultimamente dan-
il BudeoFrancc-
nate tutte le-fue opere. Fiori anco
fe,elGlareano, elTeftore;i quali fono flati uni-
Battifla Speciano ^
uerfali.: fi come fu anco Giouan
.

unga,riu
che feruendo a quello Impcradore in roba
fei famofo nelle feienze ^ c
nell armi

tFO M
l'N / 1 L LF ST EL
ARCHITBTT VR A NELLA PITTVRA,
BNfi'ttASCOtTVRA. ,ti'.

? l

Io R IRONO parimente fotto que


fio felice Impcradore quelle arti
nobili lArchitettura , la Pittu-
,

ra ,
e la Scoltura . Fu cccellentif.
fimo nellArchitettura Bramante,
Baldeffarrc da Siena, Antonio da
San Gallo, & altri . Nella Pittura Giouan Bellino no
Uro Vinitiano, Giorgio da Caflelfranco Andrea ,

Mantcgna Mantouano Leonardo Vinci Antonio


. ,

da Correggio il mirabile Rafaello da Vrbino , che


,

fu medefimamente Architetto ,
Giulio Romano, il
Parmigianino, Polidoro, Antonio da Pordononc,el
diuin MichelAgnolo Buonaroti non folo Pittore,
ina Scultore , & Architetto a ninno de piu famofi an
tichi inferiore ; che pochi mefi fono , c ufeitodi uita
inetdinouaataquattroanni:cTitiaao ,
che ancor
. 1

.
^4
uiuc* , e degno per la diuinith della fua mano di uiuer
fcmpre . Ne da tacere Alberto Duro Tedelco Lu ,

ca dOlanda,& alcuni altri : i quali fe haueffero hauu-


to il dileguo eguale alle inucntioni , & ingegno loro^
farebbono ftati eccellentifsimi. Ma quella arte paflfaa
dodi Grecia in Italia, inlino a qui non ita in altre
prouincie. Vi fono anco in Vinegia miniatori di mol
ta {lima tra quali M. Giouambatifta Pittoni Vicen-
:

tino, infieme con la conforte rarilsimo e ne Lauo- :

ri Arabefchi , fatti fopra auorio , e cofe limili, amen-

due ueramente fenza pari Riefce anco egli mirabil-.

mente nellintaglio delle llampe di rame; in quello


dico , oue li adopera lacqua forte Come ne fa tclli- ;

monio il fuo libro delle Imprefe De gli huomini il- .

lullri nellarmi non fe ne fa altra particolar mentio-

ne: perciocbe uengono ricordati nel difcorfo deUhi-


(loria

AVTORI DA NOI SEGVITI.


f
1 '

LI AVToR I , che in difcriuer


la ulta deUImperadore habbia-
mo feguito, Ibno quelli. Il Giouio
in alcuna parte delle fuehiHorie,
Galeazzo Capella nella rellitutio
ne del Ducato di Melano a Fran-
cefco Sforza. Il Robortello, il Seripando , il CraHo,
iiilullre caualiere Guglielmo Zenocaro gi Conli-
,

gliere dell|mpcradore,&hora dei Re Filippo. Il


Conte
.
t

Conte Girolamo Faleti, Mondgnor Nicolb Villoga-


gnone Caualiere di Rhodi^Francefe.nelIacfpcditioa
da lui fcritta di Algeri,nella quale egli fledo fi troud:
il Guicciardini ; & alcuni altri , che u tacciono

IL FINE.

## ^BC DEFGHIKLMTip'PQJiSTy.
w - ,
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