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VOLUME UNICO
TEORIA ED ESERCIZI
CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA AEROSPAZIALE
Corso tenuto dal prof.
Piero Gili
MECCANICA
DELVOLO
ANDREAQUINCI MASSIMILIANOPORTA
PRIMA EDIZIONE
andrea.quinci@studenti.polito.it
massimiliano.porta@studenti.polito.it
Tutti i diritti riservati
c 2017 AeroLATEX
andrea.quinci@studenti.polito.it
massimiliano.porta@studenti.polito.it
Il Testo è frutto delle rielaborazioni delle lezioni del Prof. Piero Gili del
Politecnico di Torino – Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale, codi-
ce esame 02EUGMT, A.A. 2016/2017, istituito per la prima volta nell’A.A.
2016/17 – ma non sono state né corrette, né revisionate, né tantomeno appro-
vate dal suddetto o dal Politecnico di Torino. Esso vuole essere un ausilio
alla didattica, ma gli esercizi proposti non includono tutti quelli che potreb-
bero trovarsi in una reale prova d’esame. Il contenuto (immagini, testi e
qualsiasi altro elemento) di questo Testo è protetto da copyright e non può
essere riprodotto o utilizzato in altre pubblicazioni stampate o elettroniche
senza la espressa autorizzazione degli autori.
2 equilibratore e manovra 27
2.1 Momento di cerniera 27
2.2 Comandi liberi 30
2.2.1 Posizione del fuoco a comandi liberi 31
2.2.2 Aletta correttrice 34
2.2.3 Compensazione aerodinamica 36
2.2.3.1 Aletta compensatrice 37
2.2.3.2 Arretramento dell’asse di cerniera 38
2.2.4 Aletta scompensatrice 38
2.3 Requisiti del comando 39
2.3.0.1 Condizione di trimmaggio 42
2.4 Moto accelerato 43
2.4.1 Effetto del beccheggio sulla coda 44
2.4.2 Effetto del beccheggio sui coefficienti aerodinamici 46
2.4.3 Contributo dell’ala alle derivate di beccheggio 48
2.5 Punti di manovra 49
2.5.1 Effetto del fattore di carico sul momento di cerniera 51
2.5.2 Punto di manovra a comandi liberi 52
2.5.3 Effetto del fattore di carico sullo sforzo di barra 53
2.5.4 Soddisfare la manovrabilità 54
2.5.5 Effetto suolo 55
2 dinamica longitudinale 71
2.1 Equazioni dimensionate 73
2.1.1 Derivate della resistenza 76
2.1.2 Derivate della portanza 77
2.1.3 Derivate del momento 78
2.1.4 Derivate dell’accelerazione 78
2.1.5 Derivate della spinta 79
2.1.6 Formulazione del sistema 80
2.2 Equazioni adimensionate 81
5
6 Indice
D γ
T
W cos γ
W
9
10 richiami ed integrazioni di meccanica del volo
CM
C M0
α
αeq
Sfruttando tali ipotesi si può pervenire, con le approssimazioni che verranno esposte
più avanti, ad una formulazione lineare del coefficiente di momento del tipo:
Lwb
M0wb
Lt
M0t
CLWB = 0 Dwb
Dt
ACwb ACt C Lt = 0
za 0 V∞ αt
αwb iwb Vi
ε it
xa0
Veff
FP
xG
T
x
V∞ xP zP
zG
z
X CG
Z lt0
lt
DINAMICA
DELVELIVOLO
1 INTRODUZIONE ALLA
DINAMICA
Nella trattazione esposta finora, nello studio del moto del velivolo sono state com-
pletamente trascurate le sue forze d’inerzia, fatta eccezione per il caso del moto
curvo. In questo Capitolo, invece, si inserirà il contributo inerziale e si elaboreranno
le formulazioni già viste, in moto da poter studiare poi la dinamica del velivolo.
sferica, ma è un ellissoide, in quanto il raggio è più piccolo ai poli. Se fosse sferica, nel-
la sopracitata Figura si avrebbe che λ = µ. I principali tipi di sistemi di riferimento
classicamente utilizzati sono tre:
• Aircraft Body Coordinate, abbreviato in ABC, che corrisponde alla terna con
origine sul baricentro del velivolo stesso: la terna è mostrata in Figura 1.2;
• North East Down, abbreviato in NED, che corrisponde alla proiezione del
sistema ABC sulla superficie terrestre;
• Earth Centered Inertial, abbreviato in ECI, che corrisponde ad un sistema di
coordinate avente origine nel centro della Terra.
La scelta sfruttata nel Corso ricade su un compromesso tra il geocentrico – conside-
rabile inerziale ma non comodo per la trattazione – ed il sistema body del velivolo
(non inerziale): viene pertanto scelto il sistema NED, assunto però inerziale poiché
la categoria di velivolo trattati difficilmente supera una navigazione di molte ore.
Tale sistema non è inerziale per una serie di moti relativi, che vengono riportati in
61
62 introduzione alla dinamica
V2 5502 m
a= = = 0.047 2
R 6.4 · 106 s
Prendendo a riferimento il Concorde, uno dei velivoli passeggeri più potenti
mai costruiti, si può ipotizzare che:
1.2 moto vario 63
acor 1
'
g 125
Gli effetti delle accelerazioni sono quindi di due ordini di grandezza inferiori e
possono essere trascurati. In generale un sistema assi body può essere:
• Qualsiasi, purché siano centrati nel baricentro e che il piano x/z sia contenuto
nel piano di simmetria;
• Assi principali d’inerzia, ovvero avente i momenti d’inerzia centrifughi nulli:
• Assi di stabilità, cioè quella terna di assi che coincidono con gli assi vento nella
situazione indisturbata (situazione di equilibrio iniziale). Coincide quindi con
la condizione iniziale dalla quale si inizia a studiare la dinamica del moto
vario del velivolo. In termini matematici si avrà una certa Veq e in quella
situazione l’asse x ed il vettore V saranno paralleli. Fissato sul velivolo tale
asse, la dinamica del velivolo imporrà una variazione di V a causa del moto
vario. Ciò comporta che:
Jxy = Jyz = 0
solo se c’è simmetria di masse rispetto al piano di simmetria, ossia x/z. Si ha
invece:
Jxz 6= 0
e naturalmente anche:
Jx , Jy , Jz 6= 0
• Altri assi non body, dove l’unica terna che risulta essere rilevante è quella
composta dagli assi vento.
Si può ora riflettere sull’utilità di scrivere le equazioni del moto longitudinale in assi
vento e non in assi body: ciò non ha una rilevanza pratica, ma dal punto di vista
concettuale risulta essere molto importante. Scrivere le equazioni in questo sistema
permette infatti di riconoscere la rilevanza dei contributi inerziali che intervengono
nei due sistemi di equazioni. Analizzando il moto longitudinale, si nota che l’unico
momento d’inerzia presente è il Jy ; se il riferimento è tramite assi vento anziché body,
il Jy comunque non cambia. Si potrebbe impostare un discorso analogo per il moto
71
72 dinamica longitudinale
ruota con essa. Dato che xS e xV non coincidono, si può individuare l’angolo di
assetto θ, mentre xV individua l’angolo γ con l’orizzontale. L’angolo ξ, tra l’asse xS
e quello di CL = 0, si mantiene costante. Valgono allora le seguenti relazioni:
γ+α = θ+ξ
Differenziando (si ricorda che ξ è un angolo costante per sua definizione):
dθ = dγ + dα
Trasformando in una differenza finita:
∆γ = ∆θ − ∆α
Considerando come condizioni iniziali quelle di un moto rettilineo uniforme oriz-
zontale:
γ = γ
eq + ∆γ = ∆γ
θ =
θ
eq + ∆θ = ∆θ
α = αeq + ∆α −→ ∆α = α − αeq
Sostituendo quanto trovato:
γ = θ − (α − αeq )
Infine, derivando, si ottiene:
γ̇ = θ̇ − α̇ = q − α̇ (2.2)
Si giungerebbe alla stessa considerazione se la condizione iniziale non fosse quella
di moto rettilineo uniforme orizzontale:
γ − γeq = θ − θeq − ∆α
Infatti, derivando:
γ̇ = θ̇ − α̇
cioè si ottiene lo stesso risultato dell’Equazione (2.2). Si possono verificare, dal punto
di vista fisico, tre moti:
• Il primo vede solo una variazione di α sul profilo: la traiettoria è orizzontale,
non c’è beccheggio e la velocità rimane rettilinea ma cambia la velocità Vv
rispetto al velivolo, come illustrato in Figura 2.3a;
• Il secondo vede variare l’angolo di assetto θ: V è tangente in ogni punto alla
traiettoria ma mantiene l’incidenza costante. Naturalmente la traiettoria non
è rettilinea, come illustrato nella Figura 2.3b;
• Il terzo caso vede variare la direzione di xB senza cambiare la traiettoria: la
velocità è sempre orizzontale, perché θ e α cambiano esattamente allo stesso
modo, come in Figura 2.3c.
APPENDICEUNO
ESERCITAZIONI
INAULA
1 ALIANTE MONOPOSTO:
E Q U I L I B R I O E S T A B I L I T À
L’Esercitazione si basa sulla determinazione dei coefficienti aerodinamici relativi all’e-
quilibrio, alla stabilità statica longitudinale del velivolo e ai punti caratteristici per la defini-
zione dei requisiti del comando longitudinale. Di seguito vengono riportate le richieste
dell’Esercitazione.
1.1 problemi
I dati a cui riferirsi sono dedicati nella Sezione 1.2. Si suggerisce la lettura della
Sezione 1.2.1, propedeutica alla risoluzione degli esercizi proposti.
137
138 aliante monoposto: equilibrio e stabilità
1.2 dati
Nelle Tabelle 1.1, 1.2, 1.3 e 1.4, si riportano i principali dati del velivolo. Si riportano
inoltre i coefficienti per calcolare il momento di cerniera:
∂CH
b1 = = −0.0095 deg−1
∂αs
∂CH
b2 = = −0.0145 deg−1
∂δ
∂CH
b3 = = −0.005 deg−1
∂δtab
dαt
τ= = 0.6
dδ
1.2 dati 139
0.3
xg /c=0.205
0.2
xg /c=0.285
0.1 xg /c=0.365
xg /c=0.445
0 xg /c=0.525
[Rad]
-0.1
trim
-0.2
δtab
-0.3
-0.4
-0.5
-0.6
10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60
V i [m/s]
diagrammi cercati:
∆δ
G= = 2.5 rad/m
∆s
d
P · ds = −H · dδ → P = − δ H = −G · H
ds
r
ρ
Vi = V ·
ρ0
1
P = P0 + B ρ0 Vi2
2
156 aliante monoposto: equilibrio e stabilità
-1
40 [m/s]
0
20 [m/s] 30 [m/s]
2
P [Kg]
5
V trim=20 [m/s]
6 V trim=30 [m/s]
V trim=40 [m/s]
7
0 10 20 30 40 50 60
V i [m/s]
a 0 b2 xG − xN
P0 = G · Se ce W/S
∆ c
Quindi per xcG = 0.365 si ottiene P0 = −0.235 kg. Riassumendo, si possono ottenere
i valori della Tabella 1.15a. ed il Grafico 1.13. Come si può facilmente notare, la
condizione di xG /c = 0.365 – oltre ad aumentare il P0 – incide anche sulla pendenza
della curva in quanto:
dP 2P
=− 0
dV trim Vtrim
dove P0 è funzione della posizione del baricentro: