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Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10 dott. ing. Isaia Clemente, dott. ing.

Chiara Bedon

2. NORMATIVA SISMICA

Norme Tecniche per le Costruzioni


(D.M. 14/01/2008)

Ottobre 2009 – v. 1.0 - Pag. 2.1 -

Normativa sismica

2.1 Introduzione

2.1.1 Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2008)

Il 14/1/2008 è stato firmato dal Ministro per le Infrastrutture il decreto che contiene le nuove
Norme Tecniche per le Costruzioni - NTC2008, pubblicato sulla G.U. n.29 del 4/2/2008.

Una delle novità più importanti di questa norma riguarda l’azione sismica, che non viene più
definita sulla base delle 4 zone sismiche indicate nell’OPCM 3274/2003 e s.m.i., ma si determina
puntualmente per ogni sito. Questo lavoro è stato svolto dall’INGV (Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia) nell’ambito del “Progetto esse1” previsto dalla Convenzione 2004 -
2006 tra l’INGV e il Dipartimento della Protezione Civile. (http://esse1.mi.ingv.it)

L’azione sismica di riferimento per la progettazione (riportata nell’allegato A delle NTC2008) è


stata definita sulla base delle stime di pericolosità sismica per il territorio nazionale, secondo una
griglia regolare di nodi (con passo di 5 km, per un totali di oltre 10000 nodi) per ognuno dei quali
il “Progetto esse1” ha calcolato oltre 2200 parametri che descrivono in maniera esaustiva la
pericolosità sismica (picchi di accelerazione, accelerazioni spettrali, ecc…., tutti calcolati per
diverse probabilità di accadimento in 50 anni). Tutti i dati sono accessibili e visualizzabili in
mappa nel sito http://esse1-gis-mi-ingv-it.

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2.1.2 Eurocodice 8 (Norma di III generazione)

L’Eurocodice 8 ha fornito le basi per lo sviluppo della Normativa sismica italiana più recente
(OPCM 3274, NTC2008). L’Eurocodice 8 è una delle norme che, al pari di altre (SEAOC-
Vision, ATC40, FEMA273), si basa sul perseguimento di obiettivi puramente prestazionali
(Performance Based Design, PBD).

Si assiste quindi all’abbandono del carattere convenzionale e prescrittivo delle normative


precedenti a favore di un’impostazione prestazionale, nella quale gli obiettivi della progettazione
vengono dichiarati esplicitamente ed i metodi utilizzati a tale scopo vengono opportunamente
giustificati.

Questa impostazione fornisce al progettista la consapevolezza della finalità e del rilievo di ogni
singola operazione e consente di graduare le prestazioni richieste all’opera in relazione ad
esigenze di natura sociale ed economica.

I livelli di prestazione introdotti dall’Eurocodice 8 corrispondono a:

- No collapse requirement (SLU):

“The structure shall be designed and constructed to withstand the design seismic action defined
in Section 3 without local or global collapse, thus retaining its structural integrity and a residual
load bearing capacity after the seismic events.”

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- Damage limitation requirement (SLD):

“The structure shall be designed and constructed to withstand a seismic action having a larger
probability of occurrence than the design seismic action, without the occurrence of damage and
the associated limitations of use, the costs of which would be disproportionately high in
comparison with the costs of the structure itself.”

L’azione sismica è descritta sotto forma di spettro di risposta elastico in accelerazione e spettro
di progetto.

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2.1.3 OPCM 3274/2003 e OPCM 3431/2005 (Norma di III generazione)

L’OPCM 3274/2003 e la successiva OPCM 3431/2005 hanno recepito tutte le indicazioni ed i


concetti base espressi dall’Eurocodice 8.

Il territorio nazionale era suddiviso in zone sismiche, ciascuna contrassegnata da un diverso


valore del parametro ag: accelerazione orizzontale di picco su roccia con probabilità di
superamento del 10% in 50 anni.

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Nell’analisi sismica di una struttura o


infrastruttura l’OPCM si riferisce a due eventi
sismici, cui associa due distinti livelli
prestazionali:

- Stato Limite Ultimo (SLU):


in occasione di un terremoto distruttivo (TR
= 475 anni, 10% in 50 anni), pur subendo
danni gravi, la struttura deve essere in grado
di fornire una resistenza residua nei
confronti delle azioni orizzontali e l’intera
capacità portante nei confronti dei carichi
verticali, al fine di salvaguardare le vite
umane.

- Stato Limite di Esercizio o di Danno (SLD):


la struttura, soggetta ad un terremoto di
servizio (TR = 95 anni, 10% in 10 anni),
deve subire un ridotto danneggiamento delle
parti strutturali e non strutturali, ovvero lo
spostamento d’interpiano deve essere
contenuto entro determinati valori.

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– Norma prestazionale non più prescrittiva


– Nuova classificazione sismica del territorio nazionale
– Azione sismica:
o spettro elastico e spettro di progetto (duttilità, comportamento inelastico)
o forma spettrale ed intensità sismica dipendono dal tipo di terreno
– Accorgimenti progettuali necessari per conseguire la duttilità strutturale, CRITERIO
DELLA GERARCHIA DELLE RESISTENZE

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2.2 Progetto di strutture in zona sismica – NTC2008


2.2.1 Norma di IV generazione
La filosofia progettuale di una struttura in zona sismica contemplata dalla nuova normativa
italiana (NTC2008), ampliando quanto previsto dall’Eurocodice 8, sceglie convenzionalmente
quattro Stati Limite:

– due Stati Limite Ultimi, considerando eventi sismici con bassa probabilità di accadimento (e
quindi elevato periodo di ritorno):
o uno Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV), per l’evento che ha probabilità di
accadimento durante la vita di riferimento della struttura VR pari al 10%.
“A seguito del terremoto la costruzione subisce rotture e crolli dei componenti non strutturali
ed impiantistici e significativi danni dei componenti strutturali cui si associa una perdita
significativa di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali; la costruzione conserva invece
una parte della resistenza e rigidezza per azioni verticali e un margine di sicurezza nei
confronti del collasso per azioni sismiche orizzontali.”
o uno Stato Limite di Collasso (SLC), con probabilità di accadimento 5%.
“A seguito del terremoto la costruzione subisce gravi rotture e crolli dei componenti non
strutturali ed impiantistici e danni molto gravi dei componenti strutturali; la costruzione
conserva ancora un margine di sicurezza per azioni verticali ed un esiguo margine di sicurezza
nei confronti del collasso per azioni orizzontali.”

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Per tali eventi si accetta che la struttura possa sostenere danni di grave entità, anche dal
punto di vista strutturale, conservando però la capacità di sopportare i carichi verticali senza
collassare. Nel primo caso (SLV) alla struttura è anche richiesta una residua capacità di
resistere alle azioni orizzontali e cioè a repliche sismiche di intensità inferiore; nel secondo
caso (SLC) è richiesta solo la capacità di sostenere i carichi verticali nella fase post-sismica,
senza ulteriori riserve.

– due Stati Limite di Esercizio, quindi eventi sismici con alta probabilità di accadimento
(basso periodo di ritorno):
o uno Stato Limite di Danno (SLD), per l’evento che ha probabilità di accadimento
durante la vita di riferimento della struttura VR pari al 63%
“A seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali,
quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, subisce danni tali da non
mettere a rischio gli utenti e da non compromettere significativamente la capacità di resistenza e
di rigidezza nei confronti delle azioni verticali ed orizzontali, mantenendosi immediatamente
utilizzabile pur nell’interruzione d’uso di parte delle apparecchiature.”
o uno Stato Limite di Operatività (SLO), con probabilità di accadimento 81%.
“A seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso, includendo gli elementi strutturali,
quelli non strutturali, le apparecchiature rilevanti alla sua funzione, non deve subire danni ed
interruzioni d'uso significativi.”

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Nel primo caso (SLD) la struttura, pur subendo limitati danni, deve rimanere agibile dopo il
sisma e ciò convenzionalmente si controlla limitando gli spostamenti relativi di piano (in
certi casi, per strutture di particolare rilevanza, può essere richiesta la verifica di resistenza
degli elementi); nel secondo caso (SLO) la struttura deve rimanere del tutto operativa, anche
in termini di impianti e apparecchiature (lo si verifica controllando spostamenti e
accelerazioni subiti dalle apparecchiature).

La norma prevede 4 intervalli di accelerazione sismica, legati al periodo di ritorno TR del sisma,
definendo:

1. evento Frequente (periodo di ritorno TR dai 25 ai 72 anni)


2. evento Occasionale (periodo di ritorno TR dai 72 ai 225 anni)
3. evento Raro (periodo di ritorno TR di 475 anni)
4. evento Molto Raro (periodo di ritorno TR dai 800 ai 2500 anni)

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2.2.2 Periodo di riferimento per l’azione sismica

Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono valutate in relazione ad un periodo di


riferimento VR che si ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la Vita Nominale
per il coefficiente d’uso CU :

VR VN ˜ CU

Il valore del coefficiente CU è definito nella seguente tabella, al variare della classe d’uso:

CLASSE D’USO I II III IV


coefficiente CU 0.7 1.0 1.5 2.0

Se VR risulta essere ” 35 anni si pone comunque VR = 35 anni

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2.2.3 Vita nominale

La vita nominale di un’opera strutturale VN è intesa come il numero di anni nel quale la struttura,
purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è
destinata. La vita nominale dei diversi tipi di opere deve essere precisata nei documenti di
progetto.

Vita Nominale VN
Tipi di Costruzione
(anni)
Opere provvisorie1 – Opere provvisionali –
1 < 10
Strutture in fase costruttiva
Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni
2 • 50
contenute o di importanza normale
Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi
3 • 100
dimensioni o di importanza strategica
1) Le verifiche sismiche di strutture provvisorie o in fase costruttiva possono omettersi quando le relative durate previste in
progetto siano inferiori a 2 anni.

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2.2.4 Classi d’uso

In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di un’interruzione di operatività


o di un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in classi d’uso così definite:
Classe I Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.

Classe II Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per
l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non
pericolose per l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in
Classe d’uso III o in Classe d’uso IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi
situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non provochi conseguenze rilevanti.
Classe III Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività
pericolose per l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV.
Ponti e reti ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe
rilevanti per le conseguenze di un loro eventuale collasso.
Classe IV Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla
gestione della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività
particolarmente pericolose per l’ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5
novembre 2001, n. 6792, “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle
strade”, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di
provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di
importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente
dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di
produzione di energia elettrica.
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2.2.5 Azione sismica

Le NTC2008 (§3.2) stabiliscono il principio per cui le azioni sismiche sulle costruzioni si
stabiliscono in relazione alla pericolosità del sito definita in termini di accelerazione orizzontale
massima attesa ag su roccia (suolo tipo A) e del corrispondente spettro di risposta elastico.
Per accelerazione massima attesa si intende il picco del segnale che ha una probabilità PVR di
essere superato in un periodo di riferimento VR (ad esempio molti codici considerano la
probabilità del 10% in 50 anni come riferimento per il progetto).
L’azione sismica, per il sito di edificazione e per la tipologia di costruzione definita (vita
nominale, coefficiente d’uso), deve essere valutata relativamente allo Stato Limite da
considerare.
Le probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR, cui riferirsi per individuare l’azione
sismica agente in ciascuno degli stati limite considerati, sono riportate in tabella:

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Normativa sismica

Qualora la protezione nei confronti degli stati limite di esercizio sia di prioritaria importanza, i
valori di PVR forniti in tabella devono essere ridotti in funzione del grado di protezione che si
vuole raggiungere.

Fissata la probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR per ciascun Stato Limite
considerato, va determinato il periodo di ritorno dell’evento sismico da considerare. A tal fine si
utilizza la seguente formula e la relativa tabella:

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Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite
considerati, si definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito di costruzione.
Essa costituisce l’elemento di conoscenza primario per la determinazione delle azioni sismiche.

La pericolosità sismica è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa ag in


condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di
categoria A quale definita al §3.2.2), nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in
accelerazione ad essa corrispondente Se(T), con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza
PVR, come definite nel §3.2.1, nel periodo di riferimento VR, come definito nel §2.4.
In alternativa è ammesso l’uso di accelerogrammi, purché correttamente commisurati alla
pericolosità sismica del sito.
Le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel periodo di
riferimento PVR, a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido
orizzontale:
ag accelerazione orizzontale massima al sito,
F0 valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione
orizzontale,
TC* periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione
orizzontale.
In allegato alle NTC2008, per tutti i siti considerati, sono forniti i valori di ag, F0 e TC* necessari
per la determinazione delle azioni sismiche.
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TR = 475 anni

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In alternativa, per la costruzione degli spettri di risposta in accelerazione delle componenti


verticali ed orizzontali è possibile utilizzare un file Excel (Spettri NTC) messo a disposizione dal
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici al seguente indirizzo:

http://www.cslp.it/cslp/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=56&&Itemid=10

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2.2.6 Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche

ƒ Categorie di sottosuolo

Le NTC2008 tengono conto degli effetti stratigrafici definendo lo spettro di risposta elastico e di
progetto in maniera differente al variare delle caratteristiche del suolo di fondazione. Vengono
distinte, in particolare, cinque categorie di sottosuolo (A, B, C, D, E), caratterizzate da rigidezza
decrescente.

La classificazione si effettua in base ai valori della velocità equivalente Vs,30 di propagazione


delle onde di taglio entro i primi 30 m di profondità, essendo:

30
Vs,30 [m / s]
hi
¦
i 1,N Vs,i

dove:

hi è lo spessore (in metri) dell’i-esimo strato compreso nei primi 30 m di profondità;


Vs,i è la velocità delle onde di taglio nell’i-esimo strato.

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ƒ Condizioni topografiche

Per condizioni topografiche complesse è necessario predisporre specifiche analisi di risposta


sismica locale. Per configurazioni superficiali semplici si può adottare la classificazione proposta
al §3.2.2.

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2.2.7 Descrizione del moto sismico

Il modello di riferimento per la descrizione del moto sismico (terremoto di progetto) in un punto
della superficie del suolo è costituito da uno spettro di risposta elastico in termini di
accelerazione.
Il moto orizzontale è considerato composto da due componenti ortogonali indipendenti,
caratterizzate dallo stesso spettro di risposta. La componente verticale del moto sismico si
considera invece rappresentata da uno spettro di risposta elastico diverso da quello delle
componenti orizzontali.

“L'azione sismica è caratterizzata da 3 componenti traslazionali, due orizzontali contrassegnate


da X ed Y ed una verticale contrassegnata da Z, da considerare tra di loro indipendenti. Salvo
quanto specificato nel §7.11 per le opere e i sistemi geotecnici, la componente verticale verrà
considerata ove espressamente specificato (Cap. 7) e purché il sito nel quale la costruzione
sorge non sia in Zone 3 e 4. Le componenti possono essere descritte, in funzione del tipo di
analisi adottata, mediante una delle seguenti rappresentazioni:

- accelerazione massima attesa in superficie


- accelerazione massima e relativo spettro di risposta attesi in superficie
- accelerogramma.”

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2.2.7.1 Spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali

Quale che sia la probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR considerata, lo spettro
di risposta elastico della componente orizzontale è definito dalle espressioni seguenti:

nelle quali:

T periodo di vibrazione;

Se accelerazione spettrale orizzontale;

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S coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni


topografiche mediante la relazione
S SS ˜ST

essendo SS il coefficiente di amplificazione stratigrafica (Tab. 3.2.V) e ST il


coefficiente di amplificazione topografica (Tab. 3.2.VI);

K fattore che altera lo spettro elastico per coefficienti di smorzamento viscosi
convenzionali [diversi dal 5%, mediante la relazione
10
K t 0.55
5[

dove [(espresso in percentuale) è valutato sulla base di materiali, tipologia


strutturale e terreno di fondazione;

F0 fattore che quantifica l’amplificazione spettrale massima, su sito di


riferimento rigido orizzontale, ed ha valore minimo pari a 2.2;

TC periodo corrispondente all’inizio del tratto a velocità costante dello spettro,


dato da
TC CC ˜TC*

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dove:

TC* è il periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro


in accelerazione orizzontale,
CC è un coefficiente funzione della categoria di sottosuolo
(Tab. 3.2.V);

TB periodo corrispondente all’inizio del tratto dello spettro ad accelerazione


costante
TB TC/3

TD periodo corrispondente all’inizio del tratto a spostamento costante dello


spettro, espresso in secondi mediante la relazione
ag
TD 4.0 ˜  1.6
g

Per categorie speciali di sottosuolo, per determinati sistemi geotecnici o se si intenda aumentare
il grado di accuratezza nella previsione dei fenomeni di amplificazione, le azioni sismiche da
considerare nella progettazione possono essere determinate mediante più rigorose analisi di
risposta sismica locale. Queste analisi presuppongono un’adeguata conoscenza delle proprietà
geotecniche dei terreni e, in particolare, delle relazioni sforzi-deformazioni in campo ciclico, da
determinare mediante specifiche indagini e prove.
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Normativa sismica

In mancanza di tali determinazioni, per le componenti orizzontali del moto e per le categorie di
sottosuolo di fondazione definite nel §3.2.2, la forma spettrale su sottosuolo di categoria A è
modificata attraverso il coefficiente stratigrafico SS, il coefficiente topografico ST e il coefficiente
CC che modifica il valore del periodo TC.

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ƒ Amplificazione stratigrafica

Per sottosuolo di categoria A i coefficienti SS e CC valgono 1.

Per le categorie di sottosuolo B, C, D ed E i coefficienti SS e CC possono essere calcolati, in


funzione dei valori di F0 e TC* relativi al sottosuolo di categoria A, mediante le espressioni
fornite nella Tab. 3.2.V, nelle quali g è l’accelerazione di gravità ed il tempo è espresso in
secondi.

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Normativa sismica

ƒ Amplificazione topografica

Per tener conto delle condizioni topografiche e in assenza di specifiche analisi di risposta sismica
locale, si utilizzano i valori del coefficiente topografico ST riportati nella Tab. 3.2.VI, in funzione
delle categorie topografiche definite in §3.2.2 e dell’ubicazione dell’opera o dell’intervento.

La variazione spaziale del coefficiente di amplificazione topografica è definita da un decremento


lineare con l’altezza del pendio o rilievo, dalla sommità o cresta fino alla base dove ST assume
valore unitario.

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2.2.7.2 Spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale

Lo spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale è definito dalle


espressioni seguenti:

nelle quali:

T periodo di vibrazione;

Sve accelerazione spettrale verticale;

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Normativa sismica

Fv fattore che quantifica l’amplificazione spettrale massima, in termini di


accelerazione orizzontale massima del terreno ag su sito di riferimento rigido
orizzontale, mediante la relazione:
0 .5
§ ag ·
FV 1.35 ˜ F0 ˜ ¨¨ ¸¸
© g ¹

I valori di ag, F0, S, ǯsono definiti nel §3.2.3.2.1 per le componenti orizzontali.
I valori di SS, TB, TC e TD, salvo più accurate determinazioni, sono invece quelli riportati nella
tabella sottostante (Tab. 3.2.VII).

Per tener conto delle condizioni topografiche, in assenza di specifiche analisi si utilizzano i valori
del coefficiente topografico ST riportati in Tab. 3.2.VI.

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2.2.7.3 Spettro di risposta elastico in spostamento delle componenti orizzontali

Lo spettro di risposta elastico in spostamento delle componenti orizzontali SDe(T) si ricava dalla
corrispondente risposta in accelerazione Se(T) mediante la seguente espressione:
2
§ T ·
S De T S e T ˜ ¨ ¸
© 2S ¹

purché il periodo di vibrazione T non ecceda i valori TE indicati nella tabella seguente (Tab.
3.2.VIII).

Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10 - Pag. 2.38 -


Normativa sismica

Per periodi di vibrazione eccedenti TE, le ordinate dello spettro possono essere ottenute dalle
formule seguenti:

2.2.7.4 Spostamento orizzontale e velocità orizzontale del terreno

I valori dello spostamento orizzontale dg e della velocità orizzontale vg massimi del terreno sono
dati dalle seguenti espressioni:

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