Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
NELL'HISTORIA SCHOLASTICA
que'') Beda sarebbe stato separato dalla comunione dei propri fratelli
1
monaci a ragione di una fabulosa credenza sulla stella dei Magi .
2
fia su Beda , sia la nutrita bibliografia su Pietro Comestor, non si
3
riscontra, infatti, alcuno studio specifico al riguardo .
1. Petrus Comestor , Historia scholastica, PL 198, col. 1542 : Quod, quia fabulo-
sum existimaverunt, fratres, cum quibus monasticam ducebat vitam, eum a commu-
edito annualmente a Firenze dalla Società Internazionale per lo Studio del Medioevo
aggiornamenti. Oltre ad Arthur Landgraf , Recherches sur les e´crits de Pierre le Man-
geur, in Recherches de Théologie Ancienne et Médiévale'', 3 (1931), pp. 292-306, im-
prescindibili e pioneristici sono gli studi di Beryl Smalley, tra i quali si ricordano
almeno Smalley , Lo studio della Bibbia nel Medioevo, Bologna 1972, in particolare I
F. TASCA 217
di Pietro Comestor
4
alla sua opera più nota : l' Historia scholastica 5
.
Maestri della sacra pagina'' : il Comestore, il Cantore, Stefano Langton , pp. 277-365
particolare Pietro Comestore sui Vangeli e le sue fonti , pp. 53-97 (trad. italiana di The
Gospels in the Schools, c. 1100-c. 1280 , London 1985).
4. Allievo a Parigi, alla metà del xii secolo, del magister sententiarum'' Pietro
Lombardo, Pietro Comestor esercitò la docenza nella medesima città a partire dal
1178, anno in cui morí̀, poco dopo essersi ritirato nella celebre abbazia di San Vittore.
edizione Petrus Comestor, Historia scholastica. Liber Genesis , edidit Agneta Sylwan,
`
Turnhout 2005 (CCCM, 191). E prossimamente prevista l'edizione critica complessiva
dell' Historia scholastica a cura dello statunitense Mark J. Clark, che ringrazio per aver-
Migne (in questo caso rivelatasi affidabile). Del medesimo studioso si segnalano Mark
J. Clark, How to edit the Historia scholastica of Peter Comestor? , in Revue bénédic-
tine'', 116 (2006), pp. 83-91, recensione all'edizione di Agneta Sylwan, in cui non si
risparmiano critiche sulle scelte e sui raggruppamenti dei manoscritti, e in cui si espri-
mono perplessità sul tentativo da parte della Sylwan di ricostruire una versione pre-
scolastica della Historia . Sulla diffusione e la ricezione della Historia scholastica si ve-
RB 13
´ ´
218 REVUE BENEDICTINE
6
Redatta entro la fine degli anni Sessanta del xii secolo , l'opera riper-
7
vatoris'' , attraverso le vicende narrate nell'Antico e nel Nuovo Testa-
8
mento, integrate con fonti esterne al mondo biblico . Divenuta presto
9
sacra .
10
sediamento della dinastia erodiana in Palestina , l'Historia scholastica
11
sto . Il Comestor segue il modello, abbastanza consolidato, della con-
12
intrecciando equilibratamente il testo di Luca con quello di Matteo .
dano James H. Morey, Peter Comestor, Biblical Paraphrase and the Medieval Popular
Reception of the Historia scholastica '' of Peter Comestor, Oxford 2000 (Medium Aevum
Langton and Hugh of St. Cher , in Sacris erudiri'', 44 (2005), p. 302, nota 3. La reda-
zione, collocata negli anni 1169-1173 da Agneta Sylwan, è spostata entro la fine degli
anni Sessanta dallo statunitense Mark J. Clark. Cfr. Sylwan, Introduction cit., p. XI :
Pierre Comestor écrivit son uvre maítresse, la Scolastica Historia, vers 1170 et la
dédia à Guillaume aux Blanches-Mains, archeve que de Sens entre 1168 et 1175 (...).
Son uvre est basée sur le cours qu'il donnait dans les écoles parisiennes jusqu'en
1168''; Mark J. Clark, How to edit the Historia scholastica of Peter Comestor''?, in
Revue bénédictine'', 116 (2006), pp. 83-91, in particolare p. 83 : Given that Comestor
toriae''.
do si veda Mark J. Clark, The commentaries on Peter Comestor's Historia scholastica ''
10. Pietro Comestor giunge alla dominazione romana della Palestina fino al contro-
verso testamento di Erode il Grande e descrive le lotte scatenatesi tra i figli di questo.
Migne aggiunge anche la Historia libri actuum Apostolorum , PL 198, coll. 1645-1722 :
articolata in 123 capitula, si distende dalle prime apparizioni del Risorto ai discepoli
(I. Quoties apparuit Dominus discipulis infra quadraginta dies , PL 198, col. 1645) sino
13
tate Salvatoris'' ), il capitolo VI (De cantico angelorum et circumci-
14
sione Domini'' ) commenta due episodi di ascendenza lucana : l'appari-
15
Gesù (Lc. 2, 21) . Il magister historiarum'' dedica poi i due capitoli
12) : il capitolo VII si sofferma sul viaggio dei Magi e sulla misteriosa
16
stella (De stella et magis'' ), mentre il capitolo VIII illustra, breve-
mente, i doni offerti a Gesù e i nomi propri dei Magi (De oblatione
17
et nominibus magorum'' ). Quindi, nel capitolo IX si riprende il rac-
18
ziana Anna (De Hippapanti Domini'' ). Infine, nei capitoli XI e XII,
19
(De fuga Domini in Egyptum'' ) e la strage di bambini, ordinata da
20
Erode (De nece puerorum'' ).
staret supra domum ubi erat puer. Dicit Fulgentius stellam tum crea-
minoribus erat, neque in aethere cum planetis, sed in aere vicina terris
notabili praecessit eos stella; quae facto officio mox esse desiit, rever-
15. L'edizione Migne riporta una curiosa additio sulla reliquia costituita, a seguito
della circoncisione, dal praeputium Domini'', cfr. Petrus Comestor , Historia schola-
stica, PL 198, col. 1541 : Dicitur quod praeputium Domini delatum est ab angelo
Calvo positum in ecclesia Salvatoris apud Carosium. Alii dicunt Antuerpiam delatum,
Beda avrebbe creduto che la stella fosse caduta nel pozzo di Betlemme
22
gemelli di Wearmouth e Jarrow, nel Northumberland ), ne decisero il
Come era la stella? Che cosa era la stella? E, soprattutto : che fine
23
simo, dando origine a diverse soluzioni interpretative .
23. La natura fisica della misteriosa stella dei Magi ha interrogato i credenti fin dai
primissimi secoli del Cristianesimo. Non fu certo Agostino il primo a chiedersi che cosa
fosse quella stella che né mai prima apparve tra i corpi celesti, né mai in seguito
F. TASCA 221
Sulla straordinaria natura della stella che guidò i Magi, Pietro Come-
prima metà del vi secolo, divenuto poi vescovo presso la sede nordafri-
24
cana di Ruspe . Nella raccolta di dieci Sermones del vescovo-monaco
diversa e ridotta rispetto a quella citata dal Comestor. Nel quarto ser-
25
(De Epiphania, deque Innocentium nece et muneribus magorum'' ),
mento della stella. Vi si afferma solo che mai la stella era apparsa in
mino :
Haec stella numquam ante apparuit, quia nunc eam puer iste creavit,
26
et magis ad se venientibus praeviam deputavit .
rimase cosí̀ da poter essere mostrata''. Cfr. Augustinus, Sermones, 201, PL 38, col.
1031 : Quid erat illa stella, quae nec unquam antea inter sidera apparuit, nec postea
stella dei Magi con un fenomeno assimilabile alle comete : un corpo celeste tempora-
neo, in transito nell'aer. Ma non tutti condivisero tale spiegazione. Una soluzione al-
d'Aquino) afferma che la stella fu, in realtà, una virtus quidam rationalis'' : una forza
sed virtutis cuiusdam rationalis. Unde videtur quod haec stella virtus invisibilis fuisset
a spegnere le discussioni e le ipotesi più disparate sulla natura della stella, che prose-
di), Agostino : dizionario enciclopedico, edizione italiana a cura di Luigi Alici e Anto-
nio Pieretti, Roma 2007, pp. 740-741, e relativa bibliografia. S. Fulgentii Ruspensis
opera, edidit Johannes Fraipont, Turnhout 1968 (CCL 91), in particolare Introduction,
pp. V-XI e Bibliographia selecta, pp. XII-XV.
26. Fulgentius Ruspensis episcopus, Sermones, IV, PL 65, col. 736 : Si nescis
veram huius pueri deitatem, attende stellam in coelo fulgentem. Magos praecedentem,
et iter ignorantibus ostendentem. Haec stella numquam ante apparuit, quia nunc eam
puer iste creavit, et Magis ad se venientibus previa deputavit. Iste puer in praesepi
manibus in terra portari, sed praecipit sibi coelestia famulari. Quid est ergo quod in-
fantilem attendis aetatem, et eius divinam non intelligis potestatem? Sic fuit veraciter
vera, utraque unita, nec in se invicem confusa, ne in se invicem separata. Ipsum enim
habuit Maria filium de se natum, cui stella debitae servitutis exhibuit famulatum.
Ipsum eumdemque Maria in Bethlehem Deum nomine peperit, quem stella Magis in
Oriente positis nuntiavit. Magi ergo venerunt, et filium Virginis unum eundemque
´ ´
222 REVUE BENEDICTINE
27
fessate dai Vandali del re Trasamondo . Con forza Fulgenzio sostenne
ed operava Fulgenzio, è, invece, del tutto assente nel commento di Pie-
tro Comestor, maestro parigino della seconda metà del xii secolo. E
`
E, infatti, plausibile che Pietro Comestor abbia inserito nella Historia
28
Enarrationes in Matthaeum . Fu Beryl Smalley , ormai venticinque
29
seguito, (pur con notevoli perplessità) al maestro Goffredo Babione .
27. Sulla lotta antiariana della Chiesa africana si rimanda a Faustin Bashuth Mapwar,
´
La résistance de l'Eglise catholique à la foi arienne en Afrique du Nord : un exemple d'une
(secc. IV-VI ). XXII incontro di studiosi dell'antichità cristiane. Roma, 6-8 maggio
1993, Roma 1994 (Studia Ephemeridis Augustinianum, 46), pp. 189-213, e, in partico-
28. Beryl Smalley, Pietro Comestore sui Vangeli e le sue fonti , in Ead., I Vangeli
nelle scuole medievali (secoli XII-XIII ), Padova 2001, pp. 53-97 (Fonti e ricerche, 16),
traduzione italiana di The Gospels in the Schools (c.1100-c.1280), London 1985 (History
series).
Beryl Smalley, Alcuni commentari ai Vangeli dell'inizio del XII secolo, in Ead., I Van-
geli nelle scuole medievali cit., pp. 19-52, in particolare p. 41-47. Su Goffredo Babione
utile anche Violetta De Angelis, I commenti medievali alla Tebaide di Stazio : Ansel-
F. TASCA 223
del passo matteano sul viaggio dei Magi, di cui si vogliono chiarire
30
spiegazione, attribuita invece ad un non meglio specificato Aimone
(refert tamen Haymo''), ritiene che la stella sia apparsa prima della
officio, cum nova esset, desinit esse. Ait enim Fulgentius : Puer natus
tum sunt a Iudaea remoti. Refert tamen Haymo, et stellam ante nati-
mo di Laon, Goffredo Babione, Ilario d'Orle´ans, in Nicholas Mann, Birger Munk Olsen
(edited by), Medieval and Renaissance Scholarship , Köln-Leiden-New York 1997,
pp. 75-136.
wald), redatte entro il primo quarto del xii secolo. Il medesimo riferimento a Fulgen-
zio si è rintracciato nel De concordia evangelistarum, redatto entro la metà del xii
secolo da Zaccaria, vescovo di Besançon. Cfr. Wernerus abate di S. Blasius, Deflo-
rationes SS. Patrum, PL 157, col. 307 : Haec stella, ut ait Fulgentius, numquam an-
tea apparuit, quam Magis praevia putaretur, sed tunc creata est, et peracto officio
mox esse desiit''. Ibid. , col. 812 : Haec stella clarior sole fuit : unde et in die radians
a sole obscurari non potuit, quia solem solo suo fulgore praetulit. Haec etiam in coelo,
non cum aliis sideribus in aere propre terram cucurrit, quia condito rem astrorum il-
`
nali. E il caso delle dissoluzione della stella dei Magi nella materia
rum, PL 186, col. 83 : Haec stella, ut ait Fulgentius, numquam antea apparuit, quam
`
magis praevia deputaretur; sed nunc creata est, et peracto officio mox esse desiit''. E
bene precisare che la medesima forma delle parole attribuite all'autorità di Fulgenzio è
poi ripreso nella Glossa ordinaria. Ci si limita qui a questo accenno, in quanto prose-
allontanarci dal nostro interrogativo prioritario, relativo a Beda. Cfr. Hrabanus Mau-
rus, In Matthaeum, PL 107, col. 759 : Haec stella numquam antea apparuit, quia
nunc eam puer iste creavit, et Magis ad se venientibus praeviam deputavit, quae pe-
racto obsequio mox esse desiit''. Si ritiene opportuno riportare qui di seguito i com-
evidenziare l'assoluta assenza di ogni riferimento sia a Beda, sia al pozzo di Betlem-
1992, IV, p. 8, testo : Ecce Magi ab oriente venerunt hierosolimam dicentes : Ubi est
qui natus rex Iudeorum? Vidimus enim stellam eius in oriente et venimus adorare
eum''. Glossa marginale : Vidimus enim stellam : Haec stella dominicae nativitatis
nuncia nunquam prius apparuit, sed eam tunc puer creavit, et Magis praeviam depu-
tavit : quae mox peracto officio esse desiit''. Testo : Et responso accepto in somnis ne
redirent ad Herodem, per aliam viam reversi sunt in regionem suam''. Glossa margina-
le : Et responso accepto : Sicut Moyses tacens clamabat, sic isti pio affectu interroga-
bant quid divina iuberet voluta. Haec responsio non fit per angelum sed per ipsum
deum; quia nullus alius viam reversionis instituit nisi ille qui dicit Ego sum via, ve-
ritas et vita''. Ibidem, Glossa marginale, p. 9 : Per aliam viam : In hac forma datur
redeant, sed per semitas virtutum ad patriam veniene et qui ceciderunt contenendo
rimanda a Mark J. Clark, Glossing Genesis 1.2 in the Twelfth Century or how Andrew
of St. Victor and Peter Comestor dealt with the intersection of nova '' and vetera'' in the
Biblical Glossa ordinaria'', in Sacris erudiri'', 46 (2007), pp. 241-286.
F. TASCA 225
riore alla Historia scholastica che contenga tale particolare fisico. Il det-
taglio sul ritorno della stella nella materia praeiacens'' (che ebbe, in
32
seguito, una grande accoglienza testuale e notevole fortuna ) sarebbe,
Pietro Abelardo, per differenziare l'iniziale atto con cui Dio creò gli
33
(formare'') . Maestro di Pietro Comestor, Pietro Lombardo utilizzava
ipotesi relative alla materia eucaristica, sia per spiegare come Dio
34
plasmò Adamo .
ficativo, nelle opere di Siccardo (vescovo di Cremona tra il 1185 e il 1215), di Giovan-
Chronica
ni Beleth (che sicuramente conobbe Pietro Comestor) e di Guglielmo Durante (xiii
p. 84 : Haec stella in nativitate Domini orta est, non in firmamento, sed in aere;
(CCCM, 140 A), p. 201 : Alii, et verius, quod fuit de novo creata, que, peracto officio
Hexpositio in hexameron
suo, rediit in primordialem materiam''.
de elementis dictum est creavit'' potius quam formavit'', quia creari proprie id dici-
tur, quod non esse ita ad esse producitur, ut praeiacentem non habeat materiam (...).
ma) 1971 (Spicilegium Bonaventurianum, 4), l. II, d. XIII, p. 390 : Si vero corporalis
fuit lux illa, quod utique probabile est, corpus lucidum fuisse intellegitur, velut lucida
Sententiae
nubes; quod non de nihilo, sed de praeiacenti materia formaliter factum est, ut lux
ma) 1981 (Spicilegium Bonaventurianum, 5), l. IV, d. XI, p. 298 : Quod si est, quid
Sententiae
ergo sit de substantia panis et vini? Illi dicunt vel in praeiacentem materiam resolvi,
epistolas
desimo impiego si ritrova anche in Petrus Lombardus,
, PL 191, col. 1645 : Ad quod illi respondent, vel in praeiacentem materiam
´ ´
226 REVUE BENEDICTINE
35
stotele e di Epicuro), in contrapposizione alla narrazione biblica , si
prima volta sul testo matteano, per spiegare la natura della stella,
zione esplicativa del tutto nuova, tratta dal linguaggio filosofico che,
36
con radici aristoteliche, allora stava cominciando a diffondersi .
resolutam, vel in nihilum redactam, quod potest ille facere qui de nihilo cuncta creavit''.
1994, 2 voll. (Brill's Studies in Intellectual History, 41, 1 / 2); Philipp W. Rosemann,
Peter Lombard, New York 2004 (Great Medieval Thinkers); I d., The Story of a Great
Medieval Book : Peter Lombard's Sentences '', Peterborough (Ontario) 2007; Pietro
Lombardo. Atti del XLIII Convegno storico internazionale. Todi, 8-10 ottobre 2006 ,
Spoleto 2007.
35. Petrus Comestor, Historia scholastica, PL 198 coll. 1055-1556 : Trium errores
elidit, Platonis, Aristotelis et Epicuri. Plato dixit tria fuisse ab aeterno, scilicet Deum,
ideas, ile, et in principio temporis, de ile mundum factum fuisse. Aristoteles duo, mun-
dum et opificem, qui de duobus principiis, scilicet materia et forma, operatus est sine
principio, et operatur sine fine. Epicurus duo, inane et atomos : et in principio natura
quosdam atomos solidavit in terram, alios in aquam, alios in aera, alios in ignem.
Moyses vero solum Deum aeternum prophetavit, et sine praeiacenti materia mundum
creatum''.
dissoluzione della colomba, apparsa in occasione del battesimo di Gesù Cristo nel
Giordano. Petrus Comestor, Historia scholastica, PL 198, col. 1555 : Et Spiritus
Sanctus in corporali specie columbae venit, et sedit super caput eius, quae peracto
officio suo, in praeiacentem materiam rediit, unde sumpta fuerat''. L'espressione ma-
teria praeiacens'' si consoliderà poi nel xiii secolo, nella piena scolastica, potendo ri-
37
scritto Alençon 26, ff. 91r-198v . La titolazione attribuisce con chia-
38
dibattiti .
Il confronto con l' Expositio del manoscritto Alençon 26, che pure
prima vista poco fruttuoso per la presente indagine su Beda. Nel com-
Si precisano, poi, alcuni limitati dettagli sulla stella dei Magi (la posi-
`
e si discute sul luogo del suo sorgere (in oriente''). E, invece, assente
37. Per la descrizione del manoscritto Alençon 26 si veda Smalley, Alcuni com-
mentari ai vangeli cit., pp. 33-41. Utile anche Adrian Ballentyne, A Reassessment of
the Exposition on the Gospel according to St. Matthew in Manuscript Alençon 26 , in
contributo offre alle pp. 36-57 quattro appendici documentarie. Si segnala inoltre
Heinrich Weisweiler, Pascasius Radbertus als Vermittler des Gedankengutes der karo-
lingischen Renaissance in den Matthäuskommentaren des Kreises um Anselm von Laon ,
in ,,Scholastik, 25 (1960), pp. 363-402; alle pp. 393-400 l'autore mette a paragone
di Laon non è convincente. Lottin, Van den Eynde e Weisweiler concordano tutti nel
derivative from Anselm's teaching, and if so, of what kind, are questions which cannot
has much material in common not only with the Glossa ordinaria but also with the
grounds that all defendents are innocent until proved guilty, I would suggest that, in
metà del xii secolo (Ballentyne, A Reassessment cit., p. 21 : The crucial fact for
our purpose is that, from its content, the Enarrationes was probably compiled towards
the middle of the twelfth century while Anselm died in 1117''). Si può, inoltre, ritenere
´
che il manoscritto sia stato copiato nel monastero normanno di Saint-E vraul, ad opera
del monaco-storico Orderico Vitale, morto nel 1142. Cfr. Marjorie Chibnall, The
Ecclesiastical History of Orderic Vitalis, Oxford 1968-1990, 6 voll.; Franz Joseph
Si è verificato che nemmeno nella Historia ecclesiastica dell'inglese Orderico Vitale (il
quale pure usa ampiamente Beda) vi è alcun cenno alla questione del pozzo e della
stella.
´ ´
228 REVUE BENEDICTINE
(f. 98v.) Hii videntes novam stellam quae numquam ante apparuerat
quia, ut Fulgentius/ (f. 99 r.) dicit : puer natus noviter eam fabrica-
vero non soli sed multis comitati ut reges venerunt putari debet.
Dubium autem est utrum stella illa orta sit in oriente an ipsi ibi positi
(f. 99r.) Vidimus enim stellam eius in oriente''. Recte dicit eius''
quod licet sunt stelle ab eodem create, ipsius sint, hec tamen proprie
Christi erat, quia illum modo natum nuntiabat. Cetere stelle ab inicio
(f. 99v.) Notat Claudius iudicio die actum esse ut stella que previa
rent, et, qui nollent, inexscusabiles essent. Consentit etiam Leo dicens
41
(...) ''.
(f. 100r.) Stella quae divino nutu propter supradictas causas radios
previa. Nec tenuit vias sydereas sed domui in quo erat puer multum
dizione su Beda sia la tradizione sulla stella nel pozzo di Betlemme non
in Matthaeum si nota che nella prima opera manca del tutto il riferi-
mento alla tradizione del pozzo, invece presente nel secondo commen-
42
nelle scuole di Parigi'' , bisogna ipotizzare che la tradizione sulla stella
dei Magi caduta nel pozzo di Betlemme e lí̀ talvolta visibile ai vergini
non fosse diffusa in ambiente laoniese all'inizio del xii secolo. L'inser-
Historia scholastica alla fine degli anni Settanta del xii secolo.
tardoantiche
primo luogo, si è visto che il dettaglio del ritorno della stella nella
43
Lombardo . In secondo luogo, si è verificato che se il rimando fatto da
Alençon 26, il tema del pozzo della stella si ritrova invece solo e
zione di tutti gli altri elementi che, pur compresi nel capitolo De stella
43. E già attestate nelle riflessioni di Pietro Abelardo. Cfr. nota 33.
´ ´
230 REVUE BENEDICTINE
44
della stella (insolitus novi sideris splendor'' ) era, infatti, già indicata
45
più luminoso, più bello e più forte di tutte le altre stelle . Già nel
sosteneva che la stella dei Magi brillasse non solo di notte, bensí̀ anche
46
stesso sole (et sole et die in splendore superato'') . L'inno epifanico
47
contenuto nel Cathemerinon del poeta Prudenzio (anch'esso risalente
48
(quae solis rotam vincit decore ac lumine'' ). Una stella che non sorge
e non tramonta, che non è adombrata da nubi, che eclissa ogni altro
49
astro . Tali elementi ritornano nelle parole del Comestor, che accenna
alla straordinarietà luminosa della stella, non impedita dalla luce del
44. Leo Magnus, Sermones, XXXII, PL 54, col. 239 : Hunc principem natum lon-
45. Leo Magnus, Sermones, XXXI, PL 54, col. 235 : Tribus igitur magis in regio-
ne Orientis stella novae claritatis apparuit, quae illustrior caeteris pulchriorque sideri-
46. Marius Victorinus, De physicis liber, PL 8, col. 1306 : Cuius stellae signum
caetera stellarum praeibat insignia : stella enim quae nativitatis dominicae index fuit,
non ut caeterae lucebat in tenebris, sed per diem refulgebat in sole; et sole et die in
splendore superato; non quasi quae fixa esset in coelo, sed praecedens specie mira
Vittorino si rimanda a Pierre Hadot, Marius Victorinus. Recherches sur sa vie et ses
uvres, Paris 1971; Giacomo Raspanti, Mario Vittorino esegeta di san Paolo , Palermo
1996 (Bibliotheca philologica. Saggi); Id., Il significato storico dell'esegesi di Mario Vit-
48. Prudentius, Cathemerinon Liber, Hymnus Epiphaniae cit., p. 67, vv. 5-8 :
Haec stella, quae solis rotam/vincit decore ac lumine/ venisse terris nuntiat/ cum
49. Prudentius, Cathemerinon Liber, Hymnus Epiphaniae cit., p. 68, vv. 17-20 :
Hoc sidus aeternum manet/ haec stella numquam mergitur/ nec nubis occursu abdi-
ta/ obumbrat obductam facem''. Tommaso d'Aquino indicherà nella luminosità diurna
e nel tipo di moto due argomenti decisivi per rifiutare l'assimilazione della stella dei
Magi ad una stella cometa. Cfr. Thomas Aquinas, Summa theologiae, III, q. 36, a. 7 :
Ad tertium dicendum est quod, sicut stella non est secuta motum stellarum caele-
stium, it nec stellarum cometarum, quae nec de die apparent, nec cursum suum ordi-
natum mutant''.
F. TASCA 231
testo isidoriano non vi sia cenno alla stella dei Magi, le Etimologiae
fornirono, comunque, la griglia classificatoria di riferimento. Coerente-
50
movimento ed alla sua collocazione spaziale : la si escludeva dalle
stelle fisse del cielo sidereo e se ne collocava il percorso in aere'' (in
fuit terris''), dal momento che poteva indicare con una certa sicurezza
51
il luogo dove si trovava il bambino . Pietro Comestor ripete tali indi-
mento cum stellis minoribus erat, neque in aethere cum planetis, sed in
di attingere e vagliare tutto ciò che potesse far luce sugli aspetti oscuri
52
ma anche l'origine e, soprattutto, la fine .
stella in coelo sidereo permaneret, sicut et caeterae vel per aerem an per terram dis-
curreret. Ad quod dicendum quia neque in coelo sidereo fixa erat, neque in terra, sed
per aera discurrebat, ut dux et praevia magorum usque ad natum puerum esset. Sed
neque antea fuisse creditur, neque postea permansisse, sed cum novus homo natus est
51. Heiricus Autissiodorensis, Homiliae per circulum anni, I, 17, CCCM 116,
pp. 145-146 : Et sciendum quod stella nequaquam in coelo sidereas vias tenuit, sed
in devexo istius aeris pependit latiore luce et fulgentioribus radiis coruscans; alioquin
si inter caeteras stellas fixa in coelo fuisset, non facile domum unam in terra designare
potuisset. Sidera namque quae in summo coelo sunt collocata, quamvis amplissima sit
civica unicuique tamen domui supra verticem prae nimia altitudine stare videntur.
Haec vero quia non in coelo fixa sed proxima fuit terris, discretione facili quod quae-
frammenti delle tradizioni precedenti pro veritate historiae consequenda'' nasceva in-
232 REVUE BÉNÉDICTINE
nanzi tutto come dichiarato dallo stesso Comestor nel proemio all' Historia scholas-
tica dalla instans petitio sociorum''. Cfr. Petrus Comestor, Historia scholastica,
PL 198, col. 1052. Non è da escludersi che tale tensione alla maggiore completezza
esplicativa fosse stata ulteriormente sollecitata dagli interrogativi sorti tra gli studenti
nel corso delle lezioni parigine.
53. Nelle Sententiae di Pietro Lombardo Beda è molto citato (ben 58 volte!), ma
non si ritrova alcun riferimento né alla stella, né ai Magi, né, tantomeno, al pozzo di
Betlemme. Per l'esattezza Betlemme vi è citata una sola volta, riferendo la profezia di
Michea : Petrus Lombardus, Sententiae in quattuor libris distinctae, Grottaferrata
(Roma) 1971 (Spicilegium Bonaventurianum, 4), l. I, d. II, pp. 66-67 (cfr. Petrus
Lombardus, Sententiae, PL 192, col. 528).
54. È possibile che si tratti di Aimone vescovo di Halberstadt, già monaco di Ful-
da, allievo di Alcuino, ed attivo nella prima metà del ix secolo ( 855). Tuttavia non è
stato finora possibile individuare nelle opere di questo autore d'età carolingia alcun
rimando al pozzo di Betlemme. Cfr. Haymon Halberstatensis episcopus, Opera om-
nia, PL 116-118. Bisogna inoltre precisare che alcuni testi a lungo attribuiti ad Aimo-
ne di Halberstadt sono invece di Aimone di Auxerre, anch'egli attivo nel ix secolo.
Cfr. Birgit Gansweidt, Haimo von Auxerre, in Lexikon des Mittelalters'', IV (1989),
col. 1864; Ead., Haimo von Halberstadt, in Lexikon des Mittelalters'', IV (1989), col.
1864; Ekkart Sauser, Haimo von Halberstadt, in Biographisch-Bibliographisches Kir-
chenlexikon'', 16 (1999), col. 635.
F. TASCA 233
oriente venerunt Hierosolym, dicentes : Ubi est qui natus est Rex
putei, operiuntur linteo capita eorum. Tunc ille cuius meritum obti-
ad alium, in illo modo quo solent super coelorum circulo stellae trans-
ferri. Et cum multi aspiciant, ab illis tantum videtur, quibus est mens
sanior. Nonnullos vidi qui eam asserebant se vidisse. Nuper autem dia-
conus noster retulit quod cum quinque viris aspexit, sed dobus tantum
55
apparuit .
56
Betlemme godette di alterna fortuna lungo il medioevo occidentale .
stre'' riaffiorò negli Itineraria di Terra Santa a partire dalla fine dell' xi
secolo. Si rinsaldò, quindi, nel corso del xii secolo, parzialmente ampli-
57
ficandosi e, successivamente, cristallizzandosi . Non può certo essere
Christianitas latina per i loca sancta , sempre più spesso descritti come
bilia .
56. Sulla ricezione e sulle dinamiche di diffusione del tema del pozzo della stella nel
corso del medioevo latino sto conducendo una ricerca sistematica, dei cui esiti darò
wulf, Iohannes Wirziburgensis, Theodericus , Turnholti 1994, pp. 71-72 (CCCM 139);
Gervasius von Tilbury, Otia imperialia, hrsg. Felix Liebrecht, Hannover 1856, I,
officiis, edita ab Heriberto Douteil, Turnholti 1976, p. 135 (CCCM 41 A); Guillel-
mus Duranti dictus Speculator, Rationale divinorum officiorum, V-VI , ed. Anselme
Davril, Timoty Matthew Thibodeau, Turnholti 1998-2000, p. 201 (CCCM, 140 A);
RB 14
´ ´
234 REVUE BENEDICTINE
E
`
verosimile che Pietro Comestor negli anni Sessanta del xii secolo
abbia attinto all'immaginario del pozzo della stella, per la prima volta
che la conoscenza dei temi in esso raccolti gli sia giunta per il tramite
58
tanza con le Crociate .
Sia ben chiaro però che anche tra gli Itineraria non è, comunque,
58. Senza qui dilungarsi sulle dinamiche di circolazione di tale immaginario, basti in
tale sede accennare al fatto che tale nucleo narrativo fu a lungo esclusivo dell'Occi-
dente mediolatino. Emblematica, in tal senso, una delle fonti sulla Palestina che
1132 da Rorgo Fretellus di Nazareth. All'interno del breve opuscolo i due capitoletti
(46 e 47) che descrivono Betlemme non fanno alcun cenno alla tradizione della nova
stella'' nel pozzo. Da un lato ciò attesta la circolazione del tema del pozzo a lungo
esclusivamente in area europea; nel contempo, dall'altro lato esclude il Liber locorum
sanctorum quale fonte del Comestor sullo specifico passo sui Magi. Cfr. Rorgo Fretellus
de Nazareth , Liber locorum sanctorum terrae Ierusalem. Descriptio de locis sanctis , his-
toire et édition du texte par Petrus Cornelius Boeren , Amsterdam 1978 (Verhandelin-
Que est Effrata, de qua in psalmo : Audivimus eam in Effrata''. Effrata sonat ubertes
sive pulverulenta. Ex Bethleem Ysai sive Iesse. De quo propheta : Orietur virga ex
Iesse et flos de radice eius ascendet''. Ex qua et David, Christi typum gerens in se.
David manu fortis visuque desiderabilis. David prostravit Golyam, Christus Satanam.
David facie decorus, Christus speciosus forma pre filiis hominum. Bethleem domus
panis interpretatur. Nec sine causa, quia de flore Nazareno processit in ea fructus vite
de virgine Maria, videlicet filius Dei vivi, qui panis est angelorum totiusque mundi
vita. In Bethleem iuxta locum nativitatis presepium in quo latitavit infans Ihesus.
Unde propheta : Cognovit bos possessorem suum et asinus presepe domini sui''. Ex
quo fenum illud infans in quo latitaverat, Rome delatum fuit ab Helena regina et
honeste reconditum in ecclesia beate Marie maioris''. Ibid., cap. 47, p. 30 : Miliario a
Bethleem contra boram refulsit stella pastoribus nato Domino, eis apparente angelo et
Bethleem nova stella duce venerunt magi ab oriente venerari natum Emmanuhel et
Bethleem eiusque finibus innocentes decollari iussit Herodes. Quorum pars maxima
contra meridiem tercio miliario a Bethleem, secunda a Tecua, sepulta quiescit. Secun-
do miliario a Bethleem contra zephirum Ramale, de qua dicitur : Vox in Rama au-
dita est''. In Bethleem infra basilicam haut longe a presepio Domini requiescit corpus
beati Ieronimi, Paula quidem et Eustochium, quibus ipse Ieronimus scribit, sic et in
59
madre Paola .
`
E noto : Paola, nobile matrona, aveva lasciato la sfavillante vita
60
mondana di Roma per ritirarsi a Betlemme . Ripercorrendone la vita,
Paola, con gli occhi della fede (oculis fidei''), entrando per la prima
volta nella grotta della natività (in specum Salvatoris introiens''), gli
giurava (me audiente iurabat'') di aver rivisto davanti a sé gli episodi
carent : In principio erat Verbum, et Verbum caro factum est''; par-
riferimento è un po' più che un'assonanza. Benché non sia possibile sta-
all'inizio dell' viii secolo, si ritiene che il nesso sia passato anche per il
60. Hieronymus, Epistola 108, PL 22, col. 878 : Romae praetulit Bethleem, et
Historia scholastica
62
nascita di Gesù Cristo . Inoltre in altri punti della
63
perché sepolte a Betlemme o, più spesso, associandole alle diverse
64
occasioni da cui scaturirono le traduzioni bibliche geronimiane .
bile dalla comunione monastica a causa del pozzo della stella. L'inda-
65
piste, e, dall'altro lato, a proporre alcune tracce da non escludersi .
alle stesse parole che l'insigne monaco inglese pose a chiusura e sug-
gello della propria opera maggiore, l' Historia ecclesiastica gentis Anglo-
rum
66
. Lí̀ Beda ripercorreva la propria formazione, ricordava i
63. Petrus Comestor, Historia scholastica, PL 198, col. 1539 : Paula quoque et
64. Petrus Comestor, Historia scholastica, PL 198, col. 1447 : Librum eius tran-
65. Una lieve traccia, sebbene solo in via congetturale, potrebbe essere rappresenta-
ta dalle reticenti insinuazioni che nel ix secolo espresse il monaco Cristiano Druthma-
rus di Stavelot nell' Expositio in Matthaeum. Nel commentare l'episodio dei Magi, il
monaco vallone ribadisce l'unicità della stella (questa stella non vi fu né prima né
dopo, ma per ciò appositamente fu creata, perché le genti attraverso di lei fossero
stella (multa dicunt aliqui''), che lui preferisce trascurare (praetermittere malui''), in
quanto prive di fondamento (quia non habent fontem veritatis''). In tale reticenza
potrebbe essere in controluce visibile l'esistenza di una tradizione pericolosa sulla stella
dei Magi, una tradizione che è preferibile tacere? Cfr. Christianus Druthmarus,
Expositio in Matthaeum, PL 106, col. 1282 : Sed tamen ista stella non fuit ante nec
post, sed ad hoc fuit tunc creata, ut gentes per eam docerentur et ducerentur ad
Christum. Et multa dicunt aliqui de stella hac, qui quia non habent fontem veritatis,
praetermittere malui''.
66. L'opera più celebre, che guadagnò a Beda il titolo di padre della storiografia
britannica'', è, senza dubbio, l' Historia ecclesiastica gentis Anglorum. In tale capolavoro
F. TASCA 237
67
un elenco delle proprie opere .
68
menti poetici, testi di cronologia , storia ed agiografia, metrica, orto-
69
devot believer in miracles'' , di apprezzare i mirabilia : si sofferma,
70
infatti, su altri significativi luoghi legati alla natività .
gelizzazione.
67. Beda, Historia ecclesiastica, PL 95, coll. 285-290. Beda visse tra l'ultimo quarto
del vii secolo e gli anni Trenta dell'viii secolo, nella regione inglese del Northumber-
land : l'estremità settentrionale del mondo allora conosciuto, a poca distanza dai so-
pravvissuti resti del vallum dell'imperatore Adriano. Consegnato ancora bambino dai
monastero e quello, gemello, di Jarrow, posti a pochi kilometri di distanza l'uno dal-
Qui, dapprima in obbedienza all'abate Benedetto e poi all'abate Ceolfrido, visse nel-
l'osservanza della regola monastica, meditando le Scritture e prendendo parte alle quo-
tidiane preghiere corali. In questo estremo angolo di mondo, Beda dice di aver trovato
la propria gioia imparando, insegnando, scrivendo'' (aut discere, aut docere, aut scri-
bere dulce habui''), senza aspirare a ruoli maggiori che non quello di semplice monaco
insegnante.
68. Di particolare interesse il De ratione temporum, che istruendo sul calcolo delle
scansioni temporali e delle festività mobili, costituisce uno dei primi passi del successi-
70. Beda, De locis sanctis, collegit atque adnotavit Donato Baldi, Enchiridion lo-
corum sanctorum. Documenta sancti Evangelii loca respicienta , Jerusalem 1955, p. 101 :
Bethleem sex milibus in austrum ab Hierosolyma secreta in dorso sita est angusto ex
omni parte vallibus circumdato, ab occidente in orientem mille passibus longa, humili
sine turribus muro per extrema plani verticis instructo; in cuius orientali angulo quasi
quoddam naturale semiantrum est, cuius exterior pars nativitatis dominicae fuisse di-
citur locus, interior praesepe Domini nominatur. Haec spelunca tota interius pretioso
marmore tecta supra ipsum locum, ubi Dominus natus specialius traditur, sanctae
Mariae grandem gestat ecclesiam. Petra iuxta murum cavata primum dominici corpo-
ris lavacrum de muro missum suspiciens hactenus servat; quae si qua forte occasione
vel industria fuerit exhausta, haec nihilominus continuo, dum respicis, sicut ante fue-
´ ´
238 REVUE BENEDICTINE
71
collocazione spaziale della stella di Betlemme : la stella non si doveva
trovare in summa coeli altitudine'' tra le altre stelle, bensí̀ nelle vici-
nanze della terra (in vicinia terrae''). Del resto, benché Beda cono-
72
scesse e usasse l' Historia Francorum , non è però né dimostrabile né
un cinquantennio prima.
`
stenza luminosa, umile, silente, limpida e laboriosa di Beda. E oppor-
73
sia . Il destinatario della lettera, Plegwin (altrimenti sconosciuto
medio ecclesiae humili lapide tegitur lampade superposita, ad astrum vero in valle
71. Beda, Aliquot quaestionum liber, I, PL 93, coll. 455-456. Beda, De temporum
ratione, PL 90, col. 376 : Multa hinc dici poterant, sed haec melius a colloquente
zione alle costellazioni dello zodiaco ed alla loro influenza sull'indole umana. Un più
esplicito riferimento alla stella dei Magi si trova in Pseudo-Beda, De mundi celestis
terrestrisque constitutione : opera databile alla metà dell' xi secolo, redatta in area sviz-
stelle che appaiono solo periodicamente (longo intervallo temporis interposto'') od oc-
casionalmente : la Canicula, Ahus, Canopon. Quindi si cita anche la stella che apparve
una sola volta e forse non apparirà mai più : quella che indicò ai Magi l'Incarnazione.
alia que semel ut reor apparuit, nec ultra forsan apparebit, scilicet quae Incarna-
72. Sulle fonti di Beda si rimanda all'accurata introduzione di Beda, Storia degli
Inglesi, a cura di Michael Lapidge, traduzione di Paolo Chiesa, Milano-Roma 2008,
avuto l'idea di limitare a un solo popolo l'ambito del suo lavoro. Varie caratteristiche
dell'opera di Gregorio ad esempio il fatto che l'autore conclude con una notizia
autobiografica e con una lista delle propri opere si ritrovano anche nell' Historia
scholastica di Beda, e derivano con ogni verosimiglianza da tale modello''. Beda poteva
narrano le già citate vicende di Paola. Cfr. Laistner, The Library of the Venerable
Bede, in Id., The Intellectual Heritage of The Middle Ages cit., pp. 117-149, in partico-
74
navano tra i brindisi (per pocula'') . Secondo l'accusa, Beda non
75
avrebbe collocato l'incarnazione cristica in sexta aetate saeculi'' .
che la scansione nelle sei età del mondo da lui proposta cinque anni
ben lontano dalla visione della stella nel pozzo di Betlemme : la calun-
`
interesse. E, comunque, da notarsi che tale documento custodisce il
Non è da escludere che tale episodio, per vie finora non chiarite, possa
aver in qualche modo a che fare magari come lontano, distorto eco di
tro Comestor.
77
`
lo conosce, lo usa e lo apprezza . E sua primaria autorità di riferi-
74. Beda, Epistola ad Pleguinam cit., p. 307 : Venit ad me ante biduum, frater
verba detulit. Sed haec tristi mox admixtione confudit, addendo videlicet quod me
Epistola ad Pleguinam
audires a lascivientibus rusticis inter haereticos per pocula decantari''.
catabar, cuius hereseos arguerer. Respondit quia negarem in sexta aetate saeculi do-
Epistola ad Pleguinam
minum salvatorem in carne venisse''.
Historia
meum de temporibus quod ante quinquennium edidi monstrabat''.
scholastica Historia
77. Il nome di Beda ricorre almeno trentacinque volte all'interno della
Petrus Comestor,
scholastica
, in quanto autorità di riferimento. Esempio
, PL 198, col. 1658 : Sed est adhaerendum verbo Bedae super hunc locum''.
´ ´
240 REVUE BENEDICTINE
78
mento, talora associata ad Agostino . Nella Historia scholastica si
79
controversi del testo biblico . Perché Pietro Comestor avrebbe, dun-
stella. Non si è, insomma, scoperto chi si celi dietro quel generico qui-
a Beda.
80
il modello vittorino , Comestor cercava di riportare la narrazione scrit-
turale alla storicità, alla veridicità fattuale, alla realtà dei luoghi e dei
81
historiae consequenda'' .
grado di far compiere qualche passo in avanti sulle fonti, ci si deve qui
78. Ad esempio, Petrus Comestor , Historia scholastica, PL 198, col. 1645 : Sed
79. Petrus Comestor , Historia scholastica , PL 198, col. 1177 : De modo tegendi
scholastica, PL 198, col. 1665 : Opinio Bedae de eodem'' (sulla modalità di computare
Leonardi , La Bibbia nel Medioevo, Bologna 1996, pp. 239-255 (La Bibbia nella storia,
6).
alla fine degli anni Sessanta del xii secolo : anni su cui andarono a
lato, nella seconda metà del xii secolo la Christianitas era reduce dalla
menti che agitavano un nuovo ritorno alle terre del Vangelo, nel giro
lici : questi due diversi versanti non sfuggirono allo sguardo che Pietro
totale fede di Beda sui mirabilia del mondo palestinese e sul miracu-
chiesa del proprio tempo : una chiesa storica, impegnata nelle scuole
`
ed umanissimo. E con le leggi di tale mondo che, pur nella propria
tarsi. Come la stella dei Magi che, pur nella propria unicità e straordi-
Sembra che Pietro Comestor volesse, insomma, togliere dalla fede cri-
ritiene che l'indagine abbia aperto, per lo meno, alcuni spiragli testuali,
82
ricercatori di questa materia'' .