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NOZIONE DI DIRITTO PENALE

Il diritto penale è quel complesso di norme giuridiche


con cui lo Stato,
mediante la minaccia di una specifica sanzione penale,
previene e reprime
determinati comportamenti umani considerati contrari ai fini che esso persegue.
in sostanza il diritto penale è
l’insieme delle norme
che prevedono quei particolari fatti illeciti
REATI
la cui commissione comporta conseguenze penali
PENE

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NOZIONE DI DIRITTO PENALE
Il diritto penale è ripartito in
fondamentale e complementare
 Il diritto penale fondamentale è quello contenuto nel
codice penale approvato con r.d. 19 ottobre 1930, n. 1398
 Il diritto penale complementare è quello contenuto nelle
leggi speciali (es. d.p.r. 309/90 in materia di stupefacenti)

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LA NORMA PENALE
Si definisce norma penale quella disposizione dell’ordinamento
giuridico che contiene un comando che vieta un dato comportamento,
minacciando, in caso di trasgressione, l’inflizione di una pena.
È caratterizzata da due elementi:
1. Precetto, che consiste nel comando o divieto di compiere una data
azione od omissione.
2. Sanzione, che consiste nella conseguenza giuridica (pena) che il
legislatore collega alla violazione del precetto.

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LA NORMA PENALE
Le norme penali si distinguono in:
 Norme perfette
quando contengono sia il precetto sia la sanzione
 Norme imperfette
quando contengono solo il precetto o solo la sanzione
 Norme penali in bianco
quando hanno una sanzione ben determinata ma un precetto
generico che deve essere specificato da altre fonti di diritto

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IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ
“Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente

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preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa
stabilite” (art. 1 c.p.)
Questo principio è posto a garanzia della certezza del diritto e
comporta il monopolio esclusivo della legge in materia penale.
in altre parole
I reati e le pene non possono essere stabilite in altro modo, se non con
LEGGE
(c.d. riserva di legge)

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IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ
Più in particolare la riserva di legge si riferisce alla
LEGGE STATALE
approvata dal Parlamento
(legge e atti aventi forza di legge)
con la duplice conseguenza di escludere dalle fonti del diritto penale:
 le fonti non scritte (consuetudine)
 le fonti scritte diverse dalla legge o dagli atti aventi forza di legge

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IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ
LE FONTI DEL DIRITTO PENALE
LEGGI FORMALI
 Costituzione
 Leggi costituzionali
 Leggi ordinarie
LEGGI MATERIALI
 Decreti legislativi
 Decreti legge
 Decreti governativi in tempo di guerra
Atti aventi forza
di legge

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IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ
IL CODICE PENALE
è la principale fonte del diritto penale vigente
è chiamato anche “Codice Rocco”
è stato approvato con regio decreto il 19 ottobre 1930, n. 1398
il Codice Penale è composta da
tre libri
1. Libro primo “Dei reati in generale”
2. Libro secondo “Dei delitti in particolare”
3. Libro terzo “Delle contravvenzioni in particolare”

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IL PRINCIPIO DI TASSATIVITÀ

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Tale principio impone al legislatore il dovere di procedere,
al momento della creazione della norma penale,
ad una chiara e precisa determinazione
del fatto che si intende punire,
ossia
rendere inequivocabilmente e tassativamente desumibile
ciò che è penalmente lecito
e
ciò che è penalmente illecito

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dal principio di tassatività deriva, altresì,
IL PRINCIPIO DI TIPICITÀ
secondo cui è
reato
solo quel fatto
espressamente previsto e considerato tale dalla legge

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IL PRINCIPIO DI IRRETROATTIVITÀ
“Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che
sia entrata in vigore prima del fatto commesso”
(art. 25, comma 2 Cost.)
in base a questo principio, dunque, nessuno può essere punito per un fatto
che nel tempo in cui fu commesso non era previsto come reato
Qualora invece la legge successiva
preveda esplicitamente modificazioni favorevoli al reo,
queste si applicheranno solamente se
non sia stata nel frattempo pronunciata sentenza irrevocabile
(art. 2 c.p.)

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IL PRINCIPIO DELLA TERRITORIALITÀ
“La legge penale italiana obbliga tutti coloro che,
cittadini o stranieri,
si trovano nel territorio dello Stato,
salve le eccezioni stabilite dal diritto pubblico interno o dal diritto internazionale
(art. 3 c.p.)
“Chiunque commette un reato nel
territorio dello Stato è punito secondo la
legge penale italiana”
(art. 6 c.p.)
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IL PRINCIPIO DELLA TERRITORIALITÀ
limitazioni derivanti dal diritto pubblico interno o
internazionale
non sono penalmente punibili:

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 Il Capo dello Stato
nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento
 I membri del Parlamento
per i voti dati e le opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni
 Il Sommo Pontefice, i Capi di Stato e di Governo esteri

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IL REATO
Il reato in senso formale è ogni fatto umano espressamente previsto e punito
dalle legge come
reato e per il quale è disposta una pena
In merito alla singola figura dell’agente di polizia locale, il quale riveste la figura di
agente di
polizia giudiziaria, i reati si distinguono in:
REATI PERSEGUIBILI D’UFFICIO
Costituiscono un obbligo di intervento da parte dell’agente di p.g.. Infatti, questi,
nel
momento in cui viene a conoscenza di un reato perseguibile d’ufficio, ha l’obbligo
d’intervenire e di dare tempestiva comunicazione della notizia di reato alla
procura
della Repubblica.
REATI PERSEGUIBILI A QUERELA DI PARTE
Non costituiscono un obbligo di intervento a carico dell’agente di p.g., ma la loro
perseguibilità dipende dall’iniziativa del diretto interessato, il quale è l’unico a
poter
decidere se azionare o meno l’apparato giudiziario per un fatto occorso ai suoi
danni.
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IL REATO
I reati si distinguono in due grandi categorie:
i delitti e le contravvenzioni
a) rientrano nei delitti i reati per i quali la norma penale stabilisce le
seguenti pene:
 ergastolo
 reclusione
 multa
b) rientrano nelle contravvenzioni i reati per i quali sono previste le
seguenti pene:
 arresto
 ammenda

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IL REATO
Gli elementi essenziali del reato:
 IL FATTO

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 la condotta umana
 l’evento
 il nesso di causalità
 LA COLPEVOLEZZA
 L’ANTIGIURIDICITÀ
Ad essi si aggiungono:
IL SOGGETTO ATTIVO, IL SOGGETTO PASSIVO E L’OGGETTO

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IL SOGGETTO ATTIVO
è
l’autore del reato
cioè chi pone in essere il comportamento previsto dalla legge come reato
a seconda del soggetto che compie il reato, si possono distinguere:
• REATI COMUNI
possono essere commessi da ogni persona, indipendentemente dal
possesso di particolari qualifiche soggettive
• REATI PROPRI
sono quei reati per i quali la legge richiede una speciale qualifica del
soggetto attivo

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IL SOGGETTO ATTIVO
Per quanto concerne la responsabilità delle
PERSONE GIURIDICHE
essendo previsto che la
responsabilità penale è personale
(art. 27 Cost.)
i soggetti penalmente responsabili sono individuati
valutando di volta in volta il comportamento
dei legali rappresentanti, amministratori ecc.

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IL SOGGETTO ATTIVO
“Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato se,
al momento in cui lo ha commesso,
non era imputabile.
È imputabile chi ha la capacità di intendere e di volere.”
(art. 85 c.p.)
La legge prevede tre casi che escludono l’imputabilità:
1. LA MINORE ETÀ
2. LE INFERMITÀ MENTALI
3. L’ABUSO DI ALCOL O DI STUPEFACENTI

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IL SOGGETTO ATTIVO
LA MINORE ETÀ

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“Non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non
aveva compiuto i quattordici anni.”
(art. 97 c.p.)
È imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva
compiuto i quattordici anni, ma non ancora i diciotto, se aveva la
capacità d’intendere e di volere, ma la pena è diminuita.”
(art. 98 c.p.)

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IL SOGGETTO ATTIVO
LE INFERMITÀ MENTALI
“Non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, era, per
infermità, in tale stato di mente da escludere la capacità d’intendere e di
volere.”
(art. 88 c.p.)
“Chi, nel momento in cui ha commesso il fatto era, per infermità, in tale
stato di mente da scemare grandemente, senza escluderla, la capacità
d’intendere e di volere, risponde del fatto commesso, ma la pena è
diminuita.”
(art. 89 c.p.)

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IL SOGGETTO ATTIVO
L’ABUSO DI ALCOL O DI STUPEFACENTI
il legislatore ha distinto quattro casi di ubriachezza:
 Ubriachezza accidentale
causata da caso fortuito o forza maggiore, in tal caso se l’ubriachezza è tale da
escludere
totalmente la capacità d’intendere e volere il soggetto non è imputabile, se
l’ubriachezza, invece,
è tale da scemare grandemente la capacità d’intendere e volere, l’agente fruisce
di una
diminuzione di pena (attenuante).
 Ubriachezza volontaria
in tal caso il soggetto sarà sempre imputabile
 Ubriachezza preordinata
il soggetto in tali condizioni verrà sottoposto ad un aumento di pena (aggravante)
 Ubriachezza abituale
l’agente in tal caso avrà un aumento di pena (aggravante)

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IL SOGGETTO ATTIVO
L’ABUSO DI ALCOL O DI STUPEFACENTI
da non confondere con l’ubriachezza abituale è
l’UBRIACHEZZA CRONICA
la quale consiste nella continua assunzione di sostanze alcoliche (o stupefacenti)
a

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causa della quale si creano alterazioni patologiche permanenti della psiche.
In tali casi si applica la stessa disciplina di cui agli artt. 88 e 89 c.p. sulle infermità
mentali

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IL SOGGETTO PASSIVO
è la persona offesa
Il soggetto passivo del reato è la persona
titolare del bene tutelato dalla norma penale e leso dal reato
In base al soggetto passivo i reati possono distinguersi:
• REATI PLURIOFFENSIVI
quando ledono più soggetti passivi
• REATI VAGANTI
quando offendono un numero indeterminato di persone
• REATI SENZA VITTIME
in cui non c’è un vero e proprio soggetto passivo

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L’OGGETTO GIURIDICO DEL REATO
L’oggetto giuridico del reato è l’interesse giuridico tutelato
dalla norma
esempi:
la norma che punisce il reato di omicidio
tutela il bene giuridico “vita”
la norma che punisce il reato di furto
tutela il bene giuridico “patrimonio”

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IL FATTO
Il fatto costituisce l’elemento oggettivo del reato
ed è composto da:
• La condotta
• L’evento
• Il nesso di causalità (tra condotta ed evento)

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IL FATTO
CONDOTTA
La condotta è il comportamento umano che costituisce reato
perché si possa parlare di condotta penalmente rilevante occorre che essa
venga sempre compiuta con coscienza e volontà
può essere:
positiva
CONSISTENTE IN UNA AZIONE
negativa
CONSISTENTE IN UNA OMISSIONE

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particolare ipotesi è quella stabilita dall’art. 40, comma 2 c.p. a carico dei soggetti
che, per legge,
sono tenuti ad intervenire al fine di evitare il compimento dei reati (es. Forze di
Polizia)
per costoro
“non impedire un evento, ch si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a
cagionarlo”

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IL FATTO
EVENTO
L’evento consiste nella lesione o messa in pericolo dell’oggetto giuridico del reato
Ogni reato prevede la realizzazione di un evento per essere punito
In base all’evento i reati si distinguono in:
• REATI ISTANTANEI
quando l’evento si produce in un solo istante
• REATI PERMANENTI
quando l’evento perdura per un certo lasso di tempo

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IL FATTO
NESSO DI CAUSALITÀ
Il nesso di causalità consiste nel
collegamento necessario
tra
condotta ed evento
nel senso che per aversi reato l’evento punito dalla norma penale dev’essere
causato dalla condotta del soggetto attivo.
“Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se
l’evento
non è conseguenza della sua azione od omissione”
(art. 40 c.p.)

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LA COLPEVOLEZZA
la colpevolezza è il nesso psichico tra l’agente e la condotta che cagiona l’evento
la legge individua tre fattispecie:
DOLO (l’evento è preveduto e voluto come conseguenza della propria azione)
momento rappresentativo
momento volitivo
COLPA (l’evento è preveduto ma non voluto come conseguenza della propria
azione)
per aversi un reato colposo, occorre che manchi la volontà dell’evento e che il
fatto
sia dovuto a negligenza, imprudenza, imperizia o inosservanza delle leggi.
PRETERINTENZIONE (l’evento è più grave di quello voluto come
conseguenza della propria azione, cioè va oltre l’intenzione)

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due sono i casi di delitto preterintenzionale nel nostro ordinamento:
l’omicidio preterintenzionale
Eele ml’ena(b doi dritrio,o p preneatlee ‐r Siinmtoenen Mzairozonlaa le 31
L’ANTIGIURIDICITÀ
L’antigiuridicità consiste nel
contrasto
tra
il fatto
e
l’intero ordinamento giuridico
Tuttavia in alcuni casi il medesimo fatto (che di regola costituisce reato)
è da considerarsi lecito e non penalmente rilevante,
tali disposizioni sono dette cause di giustificazione

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CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE
(SCRIMINANTI)
a) Il consenso dell’avente diritto
b) L’esercizio del diritto
c) L’adempimento del dovere
d) La legittima difesa
e) L’uso legittimo delle armi
f) Lo stato di necessità

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CAUSE SOGGETTIVE DI ESCLUSIONE DEL REATO
(SCUSANTI)
A differenza delle cause di giustificazione di cui si è appena detto che fanno venir
meno l’elemento oggettivo, le scusanti escludono la colpevolezza facendo,
cioè, venir meno l’elemento soggettivo (dolo o colpa).
 IL CASO FORTUITO
consiste in un avvenimento imprevisto ed imprevedibile che si inserisce
improvvisamente nella condotta del soggetto e che non può farsi risalire in
alcun modo alla sua attività psichica.
 L’ERRORE
consiste in una falsa rappresentazione della realtà di fatto (errore di fatto) o
in una falsa rappresentazione di una norma giuridica (errore di diritto).

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IL REATO IMPOSSIBILE
La punibilità è esclusa quando l’evento dannoso o pericoloso,
rappresentato e voluto dall’agente sia
impossibile che accada.
Questa fattispecie può verificarsi in due ipotesi:
1) nel caso di inidoneità dell’azione
2) nell’ipotesi in cui manchi l’oggetto materiale del reato

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IL REATO ABERRANTE
Il c.d. reato aberrante si ha quando per errore materiale il soggetto agente:
1) cagiona l’offesa voluta a persona diversa da quella che voleva offendere
(aberratio ictus)
 se l’offesa è stata cagionata solo ad una persona diversa da quella voluta
l’autore risponde del reato come se l’avesse dolosamente commesso
 se l’offesa è stata cagionata sia alla persona voluta sia a persone estranee
l’autore soggiacerà alla pena stabilita per il reato più grave,
aumentata fino alla metà
2) realizza un reato diverso da quello voluto (aberratio delicti)
il colpevole risponderà colposamente dell’evento non voluto

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IL TENTATIVO
Si ha tentativo tutte le volte in cui un soggetto vuole commettere un delitto e si
attiva in
tal senso, ma per cause impeditive estranee alla propria condotta non realizza il
proposito criminoso.
Al colpevole si applica la stessa pena prevista per il reato diminuita da uno a due
terzi.
La pena per il delitto tentato, comunque, non può essere inferiore a dieci anni se
per il
delitto è prevista la pena dell’ergastolo.
Distinta dal tentativo è la
desistenza
che si ha quando l’agente, dopo aver iniziato l’esecuzione del delitto, interrompe
volontariamente la sua attività criminosa.

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LE CIRCOSTANZE
sono elementi accidentali e si distinguono in:
comuni e speciali
a seconda che siano previste per tutti o per alcuni reati
aggravanti ed attenuanti
a seconda che comportino un aumento o una diminuzione di pena

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IL CONCORSO DI PERSONE
Si ha concorso di persone nel reato quando esso viene commesso da
più soggetti
“Quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse
soggiace alla pena per questo stabilita”.
(art. 110 c.p.)

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IL CONCORSO DI REATI
Si ha concorso di reati quando uno stesso soggetto viola più volte la legge penale
e, di
conseguenza, pone in essere più reati
Nel sistema penale italiano si distingue tra:
Concorso materiale
quando il soggetto ha posto in essere più reati con più azioni od omissioni
Concorso formale
quando il soggetto agente pone in essere più reati con una sola azione od
omissione

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IL REATO CONTINUATO
“chi con più azioni od omissioni, esecutive di un medesimo disegno
criminoso, commette anche in tempi diversi più violazioni della
stessa o di diverse disposizioni di legge”
(art. 81, comma 2 c.p.)
tre sono i requisiti del reato continuato:
1. il medesimo disegno criminoso
2. più violazioni di legge
3. la pluralità di azioni od omissioni

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LA PENA
La pena è la sanzione che consegue alla violazione del precetto penale
tre sono le funzioni della pena:
o prevenzione generale
o retributiva
o rieducativa
pene detentive pene pecuniarie pene accessorie
Ergastolo
Reclusione
Arresto
Multa
Ammenda
interdizione dai pubblici
uffici
pubblicazione della
sentenza penale di
condanna
ecc.

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CAUSE DI ESTINZIONE DEL REATO
amnistia
remissione della querela

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prescrizione del reato
oblazione
sospensione condizionale della pena
CAUSE DI ESTINZIONE DELLA PENA
indulto
grazia
liberazione condizionale

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LA PERICOLOSITÀ DEL SOGGETTO ATTIVO
è rimessa al giudice la valutazione sulla pericolosità sociale del soggetto, in
particolare il
giudice è chiamato a valutare la probabilità che il responsabile di un reato
commetta
nuovamente ulteriori fatti criminosi
circostanze (effetti penali della condanna):
Recidiva
comporta la possibilità di infliggere un aumento di pena a chi, dopo essere stato
condannato per un reato, ne commetta un altro
Abitualità criminosa
quando il reo mostra una spiccata attitudine a delinquere
Professionalità nel reato
viene riconosciuta a chi sia stato già dichiarato criminale abituale, riporti
un’ulteriore
condanna e si debba ritenere che viva abitualmente dei proventi del reato
Tendenza a delinquere
è il livello massimo della pericolosità criminale che viene dichiarata nei confronti
di chi
commette un delitto che offenda la vita individuale, da cui si rilevi una speciale
inclinazione a delinquere che trovi la sua causa nell’indole particolarmente
malvagia del
colpevole

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PUBBLICI UFFICIALI
CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
 Peculato
 Concussione
 Corruzione
 Abuso d’ufficio

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PUBBLICI UFFICIALI CONTRO LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Peculato
si tratta di un reato plurioffensivo perché lede da un lato il patrimonio della
P.A. e dall’altro il buon andamento della stessa.

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Commette questo reato il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico
servizio, i quali, avendo per ragioni d’ufficio il possesso o la disponibilità di
denaro, o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria.
Essi sono puniti con la pena detentiva della reclusione.
Si ha inoltre la fattispecie del peculato d’uso quando il soggetto attivo ha
agito con lo scopo di fare un uso momentaneo della cosa, e questa, dopo
l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita.

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PUBBLICI UFFICIALI CONTRO LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Concussione
Si ha quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio
abusando della sua qualità o dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o
promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità.

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PUBBLICI UFFICIALI CONTRO LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Corruzione
Il pubblico ufficiale, per compiere un atto del suo ufficio, riceve denaro che
non gli è dovuto (corruzione impropria).
Il pubblico ufficiale, per omettere o ritardare un atto del suo ufficio, o per
compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio, ricevere denaro che non gli è
dovuto, (corruzione propria).
Il reato si perfeziona con il semplice accordo, non essendo richiesta la prova
dell’avvenuta dazione dell’indebito pagamento.

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PUBBLICI UFFICIALI CONTRO LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Abuso d’ufficio
Si ha quando il pubblico ufficiale o all’incaricato di pubblico servizio nello
svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge,
procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, ovvero, arreca ad
altri un danno ingiusto.

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PRIVATI CONTRO LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
 Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale
 Resistenza a un pubblico ufficiale
 Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di
pubblica necessità

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PRIVATI CONTRO LA PUBBLICA

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AMMINISTRAZIONE
Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale (art.
336 c.p.)
Il reato si consuma con l’uso della violenza o della minaccia
nei confronti di un p.u., non essendo necessario che i suddetti
scopi vengano in concreto realizzati.
La norma richiede che l’azione sia consapevolmente diretta a
costringere il p.u. a fare un atto contrario ai doveri d’ufficio.

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PRIVATI CONTRO LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
Resistenza a un pubblico ufficiale (art. 337 c.p.)
Anche in questo caso la condotta punita è l’uso della
violenza o minaccia nei confronti di un p.u.. Rispetto al reato
precedente in questa ipotesi la violenza o minaccia si
oppongono ad una legittima azione del p.u.

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I PRINCIPALI DELITTI DEI PRIVATI CONTRO LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un
servizio di pubblica necessità (art. 340 c.p.)
La condotta punita è l’interruzione di un servizio pubblico.
Per interruzione si intende un vero e proprio blocco nello
svolgimento dell’attività di pubblica necessità

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