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STRESS E BURNOUT NELLE

PROFESSIONI SANITARIE
UN’INTRODUZIONE

MARIA ELENA CAMPUS


CARLA FORRESU
LAURA TRONCI
Il presente libro è accreditato come Autoapprendimento FAD con riconosci-
mento ECM per tutte le professioni, solo attraverso apposita registrazione al
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COLLANA EBOOKECM
EBOOK PER L’EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA © 2018
INDICE

PREFAZIONE 6

CAPITOLO 1

PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE


SULLA PREVENZIONE DELLO STRESS? 9
La prevenzione dello stress lavoro-correlato 9

CAPITOLO 2

DAL “BENESSERE” ALLA “SALUTE” ORGANIZZATIVA 19


Benessere organizzativo e Sanità 19

CAPITOLO 3

LO STRESS 26
Inquadramento del fenomeno 26

Lo stress secondo il modello di Cooper 35

CAPITOLO 4

IL BURNOUT 42
Inquadramento del fenomeno 42

Le helping profession: categoria a rischio 47

CAPITOLO 5

IL WORKAHOLISM 52
Inquadramento del fenomeno 52

Dalla passione alla dipendenza 53


CAPITOLO 6

LA FISIOLOGIA DELLO STRESS 56


La sindrome generale da adattamento 56

Il cortisolo e le catecolamine 62

Relazione tra stress e malattie psicosomatiche 65

CAPITOLO 7

STRATEGIE DI COPING NELLE PROFESSIONI SANITARIE 68


Stress e coping nelle professioni sanitarie 68

Il coping: come affrontiamo lo stress 71

Il modello dei Metaprogrammi 73

I Metaprogrammi: filtri dell’esperienza soggettiva 77

I Metaprogrammi funzionali 88

I.S.M.: Inventario di Selezione dei Metaprogrammi 89

NOTE SULLE AUTRICI 92

BIBLIOGRAFIA 93
INDICE

PREFAZIONE

GIORGIO MARRACCINI*

Lo stress è uno stimolo, una richiesta di modifica, di adegua-


mento che suscita una risposta fisiologica; questa è aspecifica a
qualsiasi tipo di richiesta proveniente dall’ambiente, e coinvolge
tutto l’organismo interessando il sistema psichico, nervoso, en-
docrino, cardiovascolare, immunitario, digerente ecc. che con-
sente l’adattamento alla nuova situazione per ritrovare un nuovo
stato di equilibrio tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda:
vale a dire un meccanismo del tutto fisiologico (eustress) che ci
consente di rispondere alle richieste della vita.
Tuttavia quando lo stress supera la capacità di risposta, o per
la sua intensità o per la sua durata, e quindi va oltre la capacità
di adattamento, questa situazione diventa insostenibile per l’or-
ganismo e può essere causa di diverse patologie più o meno gravi
e non sempre reversibili.
Quando l’organizzazione del lavoro o i rapporti con i capi e i
colleghi degenerano sono anch’essi causa di stress e di patologie.
Lo stress lavorativo è il prodotto dell’interazione dinamica
tra la persona e il contesto in cui opera, che causa un rapporto
alterato tra gli stimoli dei compiti o del ruolo e le capacità dell’o-
peratore; è quell’insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose
che si manifestano quando le richieste poste dal lavoro non sono
commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore.
Questo testo affronta l’argomento dello stress e del rischio
psicosociale, e quindi della sicurezza e della tutela della salute
inteso come benessere organizzativo nei luoghi di lavoro anche
in considerazione di quanto previsto dal DL 81/08 noto come

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INDICE

STRESS E BURNOUT NELLE PROFESSIONI SANITARIE. UN’INTRODUZIONE


PREFAZIONE

Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e tutta la norma-


tiva a corollario del decreto e le sue modifiche e integrazioni, che
hanno precisamente individuato lo stress lavoro-correlato come
uno dei rischi che devono essere esaminati, valutati e affrontati.
Il T.U. 81/08, va oltre la precedente normativa prevenzioni-
stica, prevedendo che la valutazione dei rischi (obbligo del datore
di lavoro), debba riguardare “tutti i rischi per la sicurezza e la
salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di la-
voratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati
allo stress lavoro-correlato” (art. 28, c.1).Ed è dunque proprio
in virtù del dettato di legge che l’imprenditore deve tutelare la
dignità, l’integrità fisica e la personalità morale del prestatore
d’opera.
Ma non solo il datore di lavoro, anche il medico competente
ha degli obblighi: “il medico competente collabora con il datore
di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valu-
tazione dei rischi, anche ai fini della programmazione, ove ne-
cessario, della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della
attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità
psico-fisica dei lavoratori” (art. 25, c.1, lett. a).
Gli Autori hanno voluto esaminare approfonditamente tutti
gli aspetti principali di questo tema che oggi suscita grande atten-
zione a tutti i livelli: infatti si ritiene che questo fenomeno inte-
ressi oltre il 20% dei lavoratori europei, che corrisponde a oltre
40 milioni di persone, con evidenti e gravi ripercussioni umane,
sociali ed economiche con particolare riguardo alle professioni
sanitarie che per la grande professionalità necessaria, per la deli-
catezza del ruolo che deriva dalla richiesta di assistenza non solo
clinica ma anche e soprattutto umana, sono tra le categorie pro-
fessionali maggiormente esposte a questo rischio.
La conoscenza dello stress, delle strategie di intervento e del-
la sua gestione, sono gli strumenti necessari per riconoscerlo e
affrontarlo più precocemente possibile, prima che i disagi e i
sintomi iniziali diventino patologia, prima che le patologie stress
correlate si aggravino e si cronicizzino, per evitare che anche altri

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PREFAZIONE

possano trovarsi in queste situazioni ed accusare gli stessi distur-


bi.
La prevenzione è la vera arma vincente nei confronti di que-
sto rischio: infatti con la valutazione dei rischi e con l’uso appro-
priato dei vari strumenti diagnostici, si possono far emergere le
criticità presenti nell’organizzazione aziendale e cogliere i primi
sintomi di stress e di disagio, che con opportuni interventi pos-
sono essere corretti al fine di scongiurare delle inutili ma gravi
sofferenze.

*Medico del Lavoro e Psichiatra, Direttore SPRESAL ASL 8 Cagliari e Direttore


Centro per la Prevenzione delle Psicopatologie da Lavoro ASL 8 Cagliari.

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CAPITOLO 1
PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE SULLA
PREVENZIONE DELLO STRESS?

LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVORO-CORRELATO

In passato, le patologie inerenti al mondo del lavoro erano


attribuite a un unico fattore solitamente legato all’ambiente
specifico in cui l’individuo si trovava a operare, mentre solo di
recente1, si tende a prendere in considerazione un’eziologia mul-
tifattoriale, aspecifica, correlata allo stress da lavoro.
Il 7 Aprile del 1948, l’Organizzazione Mondiale della Sani-
tà (OMS - WHO) fece il primo importante passo, integrando
il concetto di salute: oltre alla vecchia definizione di “assenza
di malattia” in termini biomedici, vennero inseriti anche que-
gli aspetti legati alla sfera personale e relazionale. A partire da
questo evento, la salute viene intesa come uno stato generale di
benessere fisico, psichico e sociale della persona. Il concetto di
“benessere totale” diventa oggi fondamentale anche all’interno
delle organizzazioni e, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08 in
Italia, oltre all’analisi classica dei fattori negativi di natura fisica,
viene introdotta la valutazione dei rischi psicosociali.
È maturata nel tempo la consapevolezza che lo stress correla-
to al lavoro possa provocare problemi sia di tipo fisico che psichi-
co. Viene riconosciuto, inoltre, il fatto che un’esposizione pro-

1
In Italia, da un punto di vista legislativo, con il D.Lgs. 81/08, in seguito all’accordo
Europeo del 2004.

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STRESS E BURNOUT NELLE PROFESSIONI SANITARIE. UN’INTRODUZIONE


PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE SULLA PREVENZIONE DELLO STRESS?

lungata allo stress, da parte dei lavoratori, possa compromettere


la salute organizzativa dell’azienda e la riduzione dell’efficienza
lavorativa nella sua globalità, determinando conseguenze inevita-
bili anche in termini economici.
In determinate condizioni di precarietà, il lavoro, può diven-
tare fonte di frustrazione e motivo di sofferenza per gli individui,
causa di errori e di distrazioni gravi, che possono compromettere
la qualità della vita. Si parla, in questo caso, di lavori stressan-
ti che logorano fisicamente e psicologicamente l’individuo. Le
pratiche di lavoro non sicure, elevati livelli di stress e condizioni
di lavoro rigide, o al contrario, un’eccessiva flessibilità, posso-
no rappresentare un fattore negativo per la salute psicofisica dei
dipendenti; un disagio che si riflette nell’ organizzazione e sul
clima aziendale, ma anche sul benessere familiare, della stessa
comunità e società in cui si vive.
Il lavoro impegna buona parte del tempo degli individui ed
è fondamentale per la loro soddisfazione e il loro benessere. Ne
migliora la vita sia sotto il profilo strettamente economico, sia
come produzione di senso e fonte di autorealizzazione; implicita-
mente favorisce l’identità personale, lo sviluppo sociale, relazio-
nale e cognitivo,permette il raggiungimento degli obiettivi e delle
proprie competenze professionali.
Numerosi studi e ricerche hanno dimostrato che lo strumen-
to più efficace, propulsore dello sviluppo individuale e quindi
del benessere dei lavoratori, sia proprio la pratica della promo-
zione della salute attraverso il miglioramento dell’ambiente,
dell’organizzazione del lavoro e la promozione della partecipa-
zione attiva dei lavoratori. Il vantaggio trova il suo riscontro pro-
prio nella riduzione dell’indice di malattie, disagi e/o infortuni,
assenteismo, costi assicurativi e degli oneri economici a carico
dell’impresa, nella soddisfazione e nella conservazione della ca-
pacità di lavoro a favore dei lavoratori.
In una ricerca dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute
sul Lavoro (2000), è stato riscontrato che il 57% dei lavoratori
dichiara che la propria salute sia influenzata dal lavoro e che il
28% delle cause siano dovute allo stress.

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STRESS E BURNOUT NELLE PROFESSIONI SANITARIE. UN’INTRODUZIONE


PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE SULLA PREVENZIONE DELLO STRESS?

Lo stress è un fenomeno soggettivo, per cui ogni persona re-


agisce in maniera personale a possibili agenti o situazioni per-
cepiti come potenzialmente stressanti (stressor), a seconda della
propria personalità e della propria storia di vita (Avallone, Pa-
plomatas, 2005).
Le conseguenze dello stress in ambito lavorativo riguardano:
• Il singolo individuo: gli effetti possono riguardare la salu-
te fisica, ne sono un esempio ricorrente le somatizzazioni
che interessano l’apparato digerente e cardiocircolatorio,
o le carenze a carico del sistema immunitario; in termini
di disagio psichico, con l’insorgenza di ansia, depressione,
comportamenti violenti e conseguente impoverimento del-
la vita familiare e sociale;
• L’organizzazione di appartenenza: con l’aumento dei costi
economici dovuti, ad esempio, al calo del rendimento del
lavoratore o a errori, all’assenteismo, al turnover, all’au-
mento della conflittualità che, a catena, evolve nei vari re-
parti, fino al deterioramento del clima organizzativo e degli
standard produttivi aziendali;
• La società: nell’individuo disagiato possono insorgere emo-
zioni, pensieri e comportamenti negativi (su di sé e/o sugli
altri), compromettenti per la sfera relazionale. L’isolamento
e l’emarginazione possono portare a rischi di dipendenze
assai gravi come, ad esempio, l’abuso di alcool o di sostanze
stupefacenti; i suoi effetti, oltre ai danni personali che ne
derivano, si riflettono pesantemente sulla società.

Sebbene lo stress non sia considerato una malattia, per quan-


to riguarda i rischi psicosociali correlati al lavoro vale lo stesso
concetto di prevenzione “classica”2, come per la maggior parte
delle malattie in sanità. Infatti, in ambito sanitario, attraverso l’a-
nalisi di specifici indicatori, è possibile individuare e prevedere,
in modo più o meno certo, l’imminente manifestarsi di eventi

2
Caplan(1964) distingue la prevenzione in primaria, secondaria e terziaria, simile alla
classificazione di Regogliosi (1992), descritta nel capitolo.

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STRESS E BURNOUT NELLE PROFESSIONI SANITARIE. UN’INTRODUZIONE


PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE SULLA PREVENZIONE DELLO STRESS?

nocivi, consentendo un tipo di intervento profilattico, protetti-


vo e dissuasivo. La prassi, invece, diventa assai più problemati-
ca quando l’intervento è destinato ad aspetti psicosociali, come
ad esempio il disagio in ambito organizzativo, poiché i fattori
coinvolti nella definizione e nella previsione di possibili fonti di
disagio sono molteplici e difficili da identificare, considerate le
differenze individuali esistenti tra le persone coinvolte.
Luigi Regoliosi classifica la prevenzione nell’ambito sociale in
maniera simile a Caplan, individuando:
La prevenzione aspecifica, cosiddetta perché non si riferisce
a nessun tipo di disagio e agisce prima che esso si possa manife-
stare al fine di evitarne la sua insorgenza. Si parla di prevenzione
nel vero senso del termine, perché è volta a informare e sensibi-
lizzare, fornire gli strumenti, i metodi e le strategie utili a poten-
ziare le risorse individuali, sociali e organizzative, costruendo un
network per affrontare e gestire le situazioni critiche responsabili
dell’insorgere di un disagio.
La prevenzione specifica primaria, invece, si colloca in sin-
cronia al disagio: è un intervento atto al monitoraggio e all’in-
dividuazione delle sue “prime avvisaglie”, per evitarne la sua
radicazione. Operativamente, si tratta di progettazione e realizza-
zione di percorsi individuali per affrontare il disagio sul nascere.
Infine, la prevenzione specifica secondaria agisce in presen-
za di un disagio già conclamato, attraverso percorsi di sostegno
individualizzati e integrati. L’obiettivo è di sostenere e recuperare
gli individui, evitandone la cronicizzazione3, e limitare la diffu-
sione del malessere all’interno delle loro organizzazioni.
Spesso il posto di lavoro si identifica con un ambiente fred-
do, ostile ed esigente sia in termini economici che psicologici:
alcune categorie di lavoratori, più di altre, manifestano maggior-
mente lo sforzo fisico ed emotivo al punto da percepire livelli
massacranti e insostenibili che possono portare a disfunzioni

3
Le ricerche in merito evidenziano un decremento delle reazioni “acute” da stress
occupazionale, ed un aumento delle reazioni croniche e passive (Schreurs, Winnu-
bust, Cooper, 1996).

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PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE SULLA PREVENZIONE DELLO STRESS?

nello svolgimento del lavoro stesso, fino alla perdita del suo con-
trollo. Lo stress lavorativo può insorgere dai conflitti relazionali
che possono nascere anche da un ruolo non abbastanza definito,
ambiguo e incerto o da una responsabilità divenuta troppo pe-
sante, ed ancora, dal non sentirsi partecipe e parte integrante del
gruppo lavoro. Quando i rapporti tra colleghi sono conflittuali,
viene a instaurarsi una negatività che si ripercuote sul senso di
comunità all’interno dell’organizzazione; questo conflitto croni-
co e irrisolto, crea un clima di frustrazione, ansia, ambiguità e
sospetto, lacerazioni nel tessuto delle relazioni informali, tali da
rendere improbabile il reciproco aiuto tra colleghi nei momenti
di criticità. Nelle interazioni interpersonali soprattutto in con-
testi eccezionalmente complessi, è fondamentale privilegiare un
tipo di comunicazione orientata al confronto aperto, accettando
il conflitto con l’obiettivo di risolvere le problematiche in manie-
ra collaborativa e costruttiva, negoziando una soluzione ottimale
per tutti, coerente con le aspettative del paziente e dell’azienda
stessa. Livelli molto alti di conflittualità possono creare disagi e
stress e influenzare il benessere del gruppo in maniera negativa,
poiché indicano la presenza di una comunicazione non circola-
re4. In questo caso il conflitto è distruttivo e non funzionale al
cambiamento.
Nelle svariate cause concatenanti responsabili dello stress,
rimane determinante la resistenza individuale e il suo grado di
tollerabilità prima che vengano manifestati i cambiamenti nega-
tivi ad esso connessi. Tra il mondo interno e il mondo esterno di
ogni individuo, le variabili che possono dare origine allo stress
possono essere tante. Tra i fattori determinanti nell’attuare stra-
tegie di risposta alle situazioni problematiche, si possono men-

4
Leavitt e Bavelas (1948-1951) hanno individuato quattro tipi di reti differenti di
comunicazione che vanno da un minimo a un massimo di centralità da parte del
soggetto: a cerchio (tutti i membri sono allo stesso livello e nessuno è più centrale
di un altro), ad Y (si hanno quattro livelli), a catena (tre livelli), a stella (o ruota, si
hanno due livelli la cui differenza è molto alta). Più un membro è centrale più entra
in possesso di tutti i dati a disposizione del gruppo, più grande è il numero dei livelli
più è grande il suo vantaggio nei confronti degli altri membri.

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PERCHÉ È IMPORTANTE LAVORARE SULLA PREVENZIONE DELLO STRESS?

zionare: l’intelligenza emotiva, ovvero la capacità di riconoscere,


valutare e gestire consapevolmente le emozioni proprie e altrui;
la competenza relazionale; i contesti e la soggettività, ad esempio
le ambizioni, la situazione psicologica emotiva relativa a quello
specifico momento ecc.
Quando viene ad affievolirsi l’impegno nei riguardi del la-
voro, destinato a diventare sempre più problematico, si diventa
cinici nei suoi confronti, distaccati, quasi insensibili ai bisogni
dell’utenza. Questo fenomeno, sintomo del burnout5, è una bat-
tuta d’arresto lungo la strada intrapresa per migliorare il benes-
sere individuale e della vita lavorativa, per questo motivo occor-
rono interventi tempestivi, mirati al recupero. I danni derivati
dallo stress e il burnout, a livello sanitario, date le complessità
organizzative delle strutture e la particolarità dei servizi ad esse
connessi, possono assumere dimensioni importanti. I costi, in
termini di salute ed economici (pazienti, personale sanitario,
ecc.), avranno ricadute sull’intero sistema nazionale in quanto
va assumendo le proporzioni di un fenomeno globale, con costi
crescenti per le aziende e per la società; una gestione non ben
articolata nei sistemi e all’interno dei settori operativi locali, può
dar luogo a disagi nello svolgimento delle normali prassi quoti-
diane che mettono a dura prova la salute dei lavoratori, i quali
non riusciranno più a svolgere il loro lavoro con efficienza. Le
professioni sanitarie sono particolarmente soggette al problema
dello stress occupazionale e ad altri disagi psico-sociali (tra cui il
burnout), sia per le loro caratteristiche peculiari, sempre a stretto
contatto con la sofferenza, sia a causa dei ritmi organizzativi del
lavoro. L’operatore sanitario, con l’esercizio dell’azione terapeuti-
ca, costituisce lo “strumento tecnologico” per eccellenza nel ciclo
produttivo sanitaria.

5
Il burnout si colloca in un continuum rispetto allo stress lavorativo, in particolare
è tipico delle professioni d’aiuto

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