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Lezione N° 1 - Sociologia della musica (28 novembre 2017)

Differenza tra antropologia, etnologia e musicologia.

Antropologia

Ha come oggetto l’uomo in quanto specie pensante in grado di distinguersi dagli altri animali.

Ha al centro il concetto di cultura: strumento indispensabile per l’uomo è la cultura, prima delle
relazioni, scambi economici, elementi tecnologici.

Cultura: insieme di codici e strumenti per leggere e interpretare gli elementi circostanti. Ogni etnia
garantisce una cultura (insieme di modelli e codici) → sistema di interpretare la realtà e
comunicare con gli altri.
Visuale più ampia possibile → mette a confronto più culture possibili.

L’antropologo mette insieme più culture appartenenti a etnie diverse, riflette criticamente,
rispondendo a “cos’è l’uomo?”; “cos’è la civiltà umana?” I dati vengono forniti dalle parentele, dal
linguaggio, dalle espressioni artistiche, dall’economie, ecc.

Etnomusicologia

“Etnia”: formazione locale. Raggruppamento umano fondato su comuni caratteri morfo-logici,


culturali e linguistici.

Primo fattore su cui riflette l’antropologo. Occupandosi di culture primitive, chiamati: “I selvaggi” e
non erano civilizzati. Non si usa più il termine “selvaggio”. Oggi: “società tradizionale”.
Quanto sono ancora presenti? La globalizzazione ne riduce lo spazio. L’antropologo confronta gli
studi dell’etnomusicologia, che non raggiunge la mentalità di confronto come fa l’antropologo.
L’antropologo si occupa di tutte le società, anche quelle contemporanee → vedere l’uomo nel suo
complesso.

Sociologia

Studio delle società complesse; offre un panorama più vasto dell’etnomusicologia (economia e
classi sociali). Attenzione alle relazioni più elementari (parentela).

Come nasce il concetto di cultura?


Via via insinuato man mano che è aumentato il confronto tra culture molto diverse e lontane
(viaggi, scoperte di nuove civiltà; es. America).
Riflessione antropologica di pari passo con lo studio sulla specie umana (Darwin).
Incontri tra culture diverse (colonizzatori e colonizzati); episodi di spedizioni in popoli sconosciuti.

Fraintendimento, dare valori diversi alle cose (diversi codici culturali). Diversità culturali, valori
diversi → riflessione antropologica → spedizioni. Si scardina il concetto di etnocentrismo.
“Razza e storie” di Lewis Strauss: parlava del concetto di razza (relativismo culturale).
Cultura in ambito musicale

Cultura: termine usato frequentemente già nell’Ottocento, prima dell’antropologia. Cultura indica
l’insieme delle elaborazioni scritte delle civiltà più avanzate dell’occidente e dell’oriente.
Primo grande libro di storia della musica di Charles Burney. Prende minuziosamente in esame ciò
che lui considera cultura/civiltà ai suoi tempi (fine Settecento): Cina, Egitto, a contatto con i greci e
latini; anche India. In Cina vi era un sistema musicale cinese (missionari gesuiti: scambio costante
tra Cina e Occidente).

Elaborazione della musica in forma scritta. Col tempo l’antropologia ha allargato la sua visuale.
Cultura alta non solo quelle in forma scritta, ma anche forme più basse (es. abbigliamento:
elemento funzionale ad una cultura di una civiltà; anche oggetti) → cultura materiale (oggetti che
non parlano, ma dicono tanto). Es. gli strumenti: uso, costruzioni, sonorità.

Studio dell’antropologia anche la vita quotidiana (mezzi di trasporto). L’antropologia colloca le


espressioni alte (filosofia, letteratura) accanto alle manifestazioni basse, cercando di capire il
sistema complessivo.

Nell’epoca dell’amor cortese (visione angelicata della donna) → diversità dalla realtà di quegli anni.

Smentire le idee che le persone di una società abbiano della propria società. Studio comparato tra
le nazioni intellettuali a quelle materiali.

[Ascolti musicali (citabili nelle risposte ai quesiti)]

Come hanno reagito i compositori quando si sono trovati a confrontarsi con altre culture? Reazione
del rifiuto se troppo diversa o incomprensibile. Es. derisione.

Lully, massimo compositore francese del ‘600. Scrive con Moliere “Il borghese gentiluomo”,
commedia con numerosi interventi musicali. Esempi di musica turca (turcherie). Es: marcia alla
turca di Lully confrontata con una reale marcia turca eseguita da una banda turca. → utilizzo dei
tipici sonagli turchi.

Cliché: semplificare gli elementi rappresentativi di una cultura.

Rapporto tra Occidente e Turchia (Lully) con una presa in giro della lingua franca (italiano
sgrammaticato); rapporti con Venezia per il commercio.

Molière → ironia: apprezzare la cultura (Millaud): balletto “Il bue sul tetto”, epoca dadaista anni ’40
→ guardare con amore una cultura diversa, ma per creare divertimento (non denigrazione).

Assimilazione: appropriarsi di una musica diversa e adeguarla al proprio linguaggio. Adattamento


diverso di una data cultura. Origine molto antica (trovatori e trovieri) → es. Willaert, Adrian (autore
fiammingo, poi veneziano; ancora in rapporto con la musica turca. Uno dei primi a includere i dati
del folclore (villanella, es: “La gatta cenerentola”, “Cingari simu”).

Polifonia del ‘500: sul piano ritmico e melodico vi sono indubbie influenze esterne. L’esecuzione dà
“colore” nell’uso di strumenti e interpretazione.
Associamo Willaert, Palestrino e Orlando di Lasso.

Rameau, periodo dell’arrivo degli schiavi d’America in Francia e prodotti alimentari. Danze proprie
degli schiavi (spettacoli esotici). Rameau, periodo dell’illuminismo, amico di Diderot. Iniziano gli
studi antropologici: recuperare la purezza delle civiltà primitive, tornare allo stato originario
dell’UOMO (Rousseau).

Rameau compone “Le indie galanti”: il primitivo viene nobilitato, non deriso (assimilazione).
Elementi estranei che danno colore (danza dei selvaggi, danza del calumet della pace).
Ordina il passo selvaggio con l’accentuazione ritmica, alternanza di alti e bassi.

Altro esempio è la “Sinfonia del nuovo mondo” di Wojac, oppure di Busoni: “Taccuino indiano”, in
cui elabora temi dei pellerossa → melodia esotica faticosamente adattata all’armonia occidentale.

Gershwin: variazione cinese (cliché) su una canzone → Cineserie/es. Puccini.

Luogo comune, condivisione facile.

Elemento dell’evasione: prendere altri elementi per rompere la propria cultura (es. Stravinsky,
Steve Reich, anni ’60-’70). Temporalità della musica → diverso modo di vivere il tempo.

Musica orientale (atemporalità che ha affascinato l’Occidente)

Gamelon giavanese (es. Debussy) → temporalità dilatata. Risultato: viene colto il dato essenziale di
una cultura, che rompe lo schema di partenza.

Mozart la chiamerebbe “Non musica”, oggi definito con minimalismo (Michael Mainan).

Suggestioni della musica esotica.

Come racchiudere tutto nel termine “Musica”?

Lo vedremo la prossima volta.

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