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Antropologia
Ha come oggetto l’uomo in quanto specie pensante in grado di distinguersi dagli altri animali.
Ha al centro il concetto di cultura: strumento indispensabile per l’uomo è la cultura, prima delle
relazioni, scambi economici, elementi tecnologici.
Cultura: insieme di codici e strumenti per leggere e interpretare gli elementi circostanti. Ogni etnia
garantisce una cultura (insieme di modelli e codici) → sistema di interpretare la realtà e
comunicare con gli altri.
Visuale più ampia possibile → mette a confronto più culture possibili.
L’antropologo mette insieme più culture appartenenti a etnie diverse, riflette criticamente,
rispondendo a “cos’è l’uomo?”; “cos’è la civiltà umana?” I dati vengono forniti dalle parentele, dal
linguaggio, dalle espressioni artistiche, dall’economie, ecc.
Etnomusicologia
Primo fattore su cui riflette l’antropologo. Occupandosi di culture primitive, chiamati: “I selvaggi” e
non erano civilizzati. Non si usa più il termine “selvaggio”. Oggi: “società tradizionale”.
Quanto sono ancora presenti? La globalizzazione ne riduce lo spazio. L’antropologo confronta gli
studi dell’etnomusicologia, che non raggiunge la mentalità di confronto come fa l’antropologo.
L’antropologo si occupa di tutte le società, anche quelle contemporanee → vedere l’uomo nel suo
complesso.
Sociologia
Studio delle società complesse; offre un panorama più vasto dell’etnomusicologia (economia e
classi sociali). Attenzione alle relazioni più elementari (parentela).
Fraintendimento, dare valori diversi alle cose (diversi codici culturali). Diversità culturali, valori
diversi → riflessione antropologica → spedizioni. Si scardina il concetto di etnocentrismo.
“Razza e storie” di Lewis Strauss: parlava del concetto di razza (relativismo culturale).
Cultura in ambito musicale
Cultura: termine usato frequentemente già nell’Ottocento, prima dell’antropologia. Cultura indica
l’insieme delle elaborazioni scritte delle civiltà più avanzate dell’occidente e dell’oriente.
Primo grande libro di storia della musica di Charles Burney. Prende minuziosamente in esame ciò
che lui considera cultura/civiltà ai suoi tempi (fine Settecento): Cina, Egitto, a contatto con i greci e
latini; anche India. In Cina vi era un sistema musicale cinese (missionari gesuiti: scambio costante
tra Cina e Occidente).
Elaborazione della musica in forma scritta. Col tempo l’antropologia ha allargato la sua visuale.
Cultura alta non solo quelle in forma scritta, ma anche forme più basse (es. abbigliamento:
elemento funzionale ad una cultura di una civiltà; anche oggetti) → cultura materiale (oggetti che
non parlano, ma dicono tanto). Es. gli strumenti: uso, costruzioni, sonorità.
Nell’epoca dell’amor cortese (visione angelicata della donna) → diversità dalla realtà di quegli anni.
Smentire le idee che le persone di una società abbiano della propria società. Studio comparato tra
le nazioni intellettuali a quelle materiali.
Come hanno reagito i compositori quando si sono trovati a confrontarsi con altre culture? Reazione
del rifiuto se troppo diversa o incomprensibile. Es. derisione.
Lully, massimo compositore francese del ‘600. Scrive con Moliere “Il borghese gentiluomo”,
commedia con numerosi interventi musicali. Esempi di musica turca (turcherie). Es: marcia alla
turca di Lully confrontata con una reale marcia turca eseguita da una banda turca. → utilizzo dei
tipici sonagli turchi.
Rapporto tra Occidente e Turchia (Lully) con una presa in giro della lingua franca (italiano
sgrammaticato); rapporti con Venezia per il commercio.
Molière → ironia: apprezzare la cultura (Millaud): balletto “Il bue sul tetto”, epoca dadaista anni ’40
→ guardare con amore una cultura diversa, ma per creare divertimento (non denigrazione).
Polifonia del ‘500: sul piano ritmico e melodico vi sono indubbie influenze esterne. L’esecuzione dà
“colore” nell’uso di strumenti e interpretazione.
Associamo Willaert, Palestrino e Orlando di Lasso.
Rameau, periodo dell’arrivo degli schiavi d’America in Francia e prodotti alimentari. Danze proprie
degli schiavi (spettacoli esotici). Rameau, periodo dell’illuminismo, amico di Diderot. Iniziano gli
studi antropologici: recuperare la purezza delle civiltà primitive, tornare allo stato originario
dell’UOMO (Rousseau).
Rameau compone “Le indie galanti”: il primitivo viene nobilitato, non deriso (assimilazione).
Elementi estranei che danno colore (danza dei selvaggi, danza del calumet della pace).
Ordina il passo selvaggio con l’accentuazione ritmica, alternanza di alti e bassi.
Altro esempio è la “Sinfonia del nuovo mondo” di Wojac, oppure di Busoni: “Taccuino indiano”, in
cui elabora temi dei pellerossa → melodia esotica faticosamente adattata all’armonia occidentale.
Elemento dell’evasione: prendere altri elementi per rompere la propria cultura (es. Stravinsky,
Steve Reich, anni ’60-’70). Temporalità della musica → diverso modo di vivere il tempo.
Gamelon giavanese (es. Debussy) → temporalità dilatata. Risultato: viene colto il dato essenziale di
una cultura, che rompe lo schema di partenza.
Mozart la chiamerebbe “Non musica”, oggi definito con minimalismo (Michael Mainan).