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Lea Jackob I Casti
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Dispensa numero 1
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Potrebbe infatti rifiutare i nuovi insegnamenti ritenendoli
pericolosi e allertare il nostro oppositore che
comincerebbe ad ostacolare il cambiamento avviato,
oppure potrebbe accettare queste cose nuove e
meravigliose correndo il rischio di incorrere nella
trappola della "Sindrome del prescelto". Come
scopriremo più avanti nel nostro cammino, l'ego andrà
rieducato. Non si tratta di distruggerlo o di mortificarlo
come probabilmente avrete letto o sentito dire in altre
sedi, perché l’ego infatti ha la sua ragione di essere su
questo piano esistenziale. Ma affinché ci serva al meglio
nel nostro percorso, deve essere rieducato e corretto
perché impari a volgere il suo operato verso un bene
più alto, che non il proprio piccolo campo d'azione e il
nostro ristretto interesse personale.
Infatti, il fine ultimo del percorso spirituale di ogni essere
umano è l'uguaglianza con il Creatore, che certamente
non ha fatto tutto il Creato per il proprio piacere
personale, ma per amore verso le sue creature e per
colmarle di ogni benedizione. Dunque per adempiere al
nostro destino, dobbiamo impiegare ogni sforzo
possibile per rimuovere da noi anche il più piccolo
difetto e la più microscopica macchia sulla nostra
essenza che è l'anima. Per ottenere la correzione
occorrerà innanzi tutto lavorare intensamente su di sé
perché ogni aspetto caratteriale ci sia chiaro e palese.
Vi abbiamo lasciato all’ultimo incontro invitandovi a
procurarvi un quaderno che chiameremo il quaderno
magico nel quale prenderemo nota man mano di ciò su
cui andremo a lavorare ora che diamo avvio alla fase
della NIGREDO.
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Cos’è la Nigredo? In alchimia la Fase al Nero, o Nigredo
appunto, indica il lavoro sulla materia grezza, cioè sul
nostro ego. Il colore usato è molto indicativo di un
insieme di cose che caratterizzano questa fase. Per
prima cosa rimanda al fatto che c’è dello “sporco” da
rimuovere. Questo sporco è l’ego non rettificato, cioè
quell’ego che si preserva, si autoalimenta e si arrocca
nella sua posizione di guardia, mantenendoci lontani da
eventuali cambiamenti che gli costerebbero molta fatica
(necessaria ad abituarsi a nuove condizioni, lasciando
quelle vecchie e rassicuranti poiché già note) e
probabilmente anche una certa perdita di terreno verso
ciò che ritiene essere il comando della situazione. Nero
anche perché lavoreremo con il lato oscuro che è
nascosto in ciascuno di noi. Nero perché è dal cuore più
profondo e oscuro che è germogliato anche l’albero più
rigoglioso.
Dunque, proprio come faremmo per rimettere in ordine
una stanza nel quale avevamo accumulato vecchie cose
coperte da teli ed impolverate, così anche noi
rimuoveremo tutti i teli, tutta la polvere, svuotando la
stanza completamente, lavando ogni armadio e ogni
oggetto in essi contenuti, ogni tappeto, tenda, o
suppellettile, scegliendo cosa tenere e cosa gettare. Così
faremo noi in questa fase, andando nella profondità del
nostro essere, osservando tutto ciò che si nasconde nel
buio del nostro cuore.
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Come scendere in profondità dentro noi stessi.
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ed infine inserendo eventuali caratteristiche o qualità
attraverso l’impregnazione dell’acqua e la
manipolazione del subconscio.
Questa fase potrebbe veramente richiedere un po’ di
tempo, pertanto andrà fatta più volte finché non avremo
reso lindo e lucido il nostro ego. Ogni volta terremo nota
dei progressi sul nostro diario magico.
E’ chiaramente consigliato di agire per gradi, ma con
tenacia affinché emerga tutto ciò che deve e che si
riesca a vedere veramente come siamo davvero. Ci
raccontiamo molte cose su noi stessi, ma non siamo
sempre così come ce la raccontiamo. Nonostante ciò,
questa fase è essenziale e va fatta molto bene affinché
in futuro si possa agire con energie decisamente più
disponibili all’arte magica. Pensate solo a quanta
tensione psichica viene destinata in pensieri che non
sono minimamente degni del Divino che dimora in noi.
Perciò tutto dovrà tendere al desiderio sincero e
incrollabile di perfezionarci.
Questo esercizio di osservazione interiore conosce
molte varianti, ma ne proponiamo due tenendo conto
del fatto che diverse persone potrebbero trovare più o
meno facile eseguire una, piuttosto che l’altra versione.
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Prima versione: “La cantina interrata”
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Nell’esercizio precedente invece è la cantina a farsi da
contenitore di ciò che abbiamo nella nostra memoria.
Dunque la scelta sarà nostra, in virtù di ciò che ci
aiuterà in modo più semplice a fare questo lavoro di
scavo interiore.
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Dobbiamo però comprendere che l’ego non si
addomestica facilmente per le ragioni di cui
anticipavamo in precedenza e che solo quando è ridotto
ai minimi termini, sfiancato e consumato dalla fatica è
pronto ad arrendersi. Ovviamente non è il caso degli
umili. Un atteggiamento umile verso la vita è sempre
non solo da preferire, ma da coltivare. Come nella
favola di Cenerentola, che di fronte ad ogni privazione e
dolore continuava a sorridere con fiducia, mantenendo
sempre un atteggiamento nobile come sono del resto le
origini dell’anima, anche noi impareremo a capire che
quelle lezioni ci arrivano per una maggiore
comprensione di chi siamo e della direzione che
abbiamo preso. Dobbiamo imparare a comprendere
quali grandi benedizioni se sappiamo comprende che è
in azione la Legge di Causa ed effetto e a cogliere
subito i nostri errori alle loro prime manifestazioni. Ma
ciò è possibile solo mantenendo un occhio vigile su noi
stessi. E finché non avremo imparato dai nostri errori,
essi continueranno a produrre sempre nuove
esperienze tutte simili fra loro, poiché tutte scaturite
dallo stesso comune denominatore:
quell’atteggiamento, quello schema d’azione, quel modo
di pensare, quel modo di reagire. Dunque agiremo,
penseremo e parleremo pienamente consapevoli che
dentro di noi dimora l’Essere Supremo e, con questa
consapevolezza costante, controlleremo sempre la
validità del nostro agire.
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Assodata la nostra responsabilità, chiederemo perdono
a noi stessi per il male che abbiamo generato a creare e
per le esperienze di dolore che ci siamo inflitti. Se c’è
qualche altra persona coinvolta, chiederemo perdono
anche a queste persone che si sono fatte mezzo per la
manifestazione delle nostre “benedizioni”. Sicuramente
impareremo a non guardare più cosa fanno Tizio e
Caio, ma a concentrarci su noi stessi e sui nostri
contributi in questo mondo.
Questo non significa affatto alimentare un falso
buonismo. Attenzione, con questo non vi si dice che se
qualcuno vi minaccia, o vi ferisce o attenta alla vostra
esistenza voi gli porgerete l’altra guancia. Questa è
un’interpretazione assolutamente falsa di cosa
intendevano insegnare in quel passaggio. In realtà
l’originale traduzione intendeva spiegare che l’altro è
uno specchio di noi stessi, è la guancia che di noi si
riflette. Adopereremo dunque un atteggiamento di
assoluto equilibrio fra durezza e amore, usando uno o
l’altro a seconda delle circostanze, ma mantenendo
sempre il nostro centro, non alimentando più cioè
sentimenti che ci sbilanciano verso uno o l’altro ramo
dell’albero. Non daremo più forza a emozioni che
potrebbero generare larve astrali o schemi mentali, che
finirebbero con il nutrirsi della nostra materia psichica,
ma coltiveremo l’arte del distacco. Chiusa questa
parentesi, ritorniamo ai passaggi della rettificazione
delle azioni passate.
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Chiesto perdono a noi stessi, agli altri e perfino a D.o
per le emozioni che abbiamo contribuito a generare, per
le esperienze dolorose che abbiamo creato e per tutto
ciò che sentiremo di dover specificare, chiuderemo
ringraziando la Divina Provvidenza per l’immenso
amore che manifesta nel suo intento di correggerci.
Useremo parole che nasceranno dal nostro essere più
profondo per dichiarare la nostra gratitudine.
Ogni fase indicata andrà eseguita per tutto il tempo che
sentiremo necessario. Passeremo al ringraziamento
solo quando percepiremo un alleviarsi del dolore, della
tristezza, del rammarico, della rabbia e di tutte le
emozioni negative che saranno riaffiorate.
Durante l’osservazione di noi stessi potremmo
comprendere che ci manca una qualità. Quando
lavoreremo con gli elementi e li metteremo in relazione
con le principali caratteristiche del nostro temperamento
useremo gli esercizi che sono indicati più avanti in
questa dispensa utilizzando in modo magico il
magnetismo dell’acqua.
Per ottenere la correzione non solo del passato, ma
anche del nostro presente (sebbene siano stati illusori)
dovremo iniziare a lavorare sul controllo dei nostri
pensieri e dei sentimenti ad essi collegati. Quando,
infatti, ne saremo diventati pienamente consapevoli,
saremo davvero capaci di imprimere una svolta al tipo
di emanazioni che inviamo continuamente nello spazio
intorno a noi e, contemporaneamente, diventeremo
anche consapevoli di cosa contribuisce a lavorare
segretamente in noi e quali siano i nostri meccanismi
inconsci.
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Come abbiamo visto in precedenza, una delle più
grandi tentazioni del nostro ego è quella di dichiararsi
innocente di fronte ad ogni situazione difficile che ci si
presenta. In questo percorso, invece, sarà necessario
non solo prendersi le proprie responsabilità, ma
soprattutto imparare a guardare le situazioni con occhi
nuovi, chiedendoci sempre cosa una data circostanza
viene ad insegnarci. Gli altri in verità non saranno più i
colpevoli di alcunché, ma ci aiuteranno ad individuare le
cose da correggere dentro di noi. Per paradosso, le
persone a noi più antipatiche, quelle che ci hanno
creato maggiori problemi e scompensi, diventeranno le
nostre più grandi benedizioni perché impareremo più da
loro su noi stessi che da chiunque altro. Lo sono
sempre state, ma finalmente ne diventeremo
consapevoli. Come proseguiremo dunque questo
meraviglioso percorso che ci renderà finalmente liberi e
in armonia con il Creatore e con la Dazione?
Agiremo usando più strategie pratiche. Questi esercizi
ci aiuteranno a cambiare davvero noi stessi in
profondità e nel rispetto della nostra natura individuale
più intima, cioè ripuliti da un ego "egoista" e armati di un
ego allineato al nostro valore intrinseco più alto e nobile,
all'interno del quale è racchiusa la nostra somiglianza
con il Creatore.
Per spiegare più chiaramente il modo di procedere, ci
soffermeremo ad indicare brevemente alcune
caratteristiche dell'essere umano, così che sia più facile
comprendere l'approccio alla correzione nella sua
interezza.
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Immaginate un cavalletto da fotografo di quelli a tre
gambe. Adesso immaginate di doverlo piazzare su un
terreno non perfettamente in piano. Cosa dovremo
fare? Chiaramente dovremo regolare le gambe del
cavalletto affinché la macchina fotografica sia "in bolla”
rispetto l’orizzonte.
Il nostro corpo per intero non è confinato al limite fisico
costituito dalla pelle, ma si compone anche di corpo
mentale e di corpo animico. Perciò le tre gambe (corpo
fisico, corpo mentale e corpo animico) del nostro
cavalletto (il nostro corpo nel suo insieme) andranno
regolate e corrette separatamente, ma con la
consapevolezza che tutte collaborano per una sola
causa, e a partire dal nostro terreno su cui poggiano
(che è la base di partenza su cui andremo a lavorare).
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Il lavoro sul corpo fisico
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Un'altra importante considerazione va fatta sotto il
profilo igienico. L'acqua infatti può essere un nostro
preziosissimo alleato nel tentativo non solo di restare in
salute, ma anche di purificarci in modo profondo.
In effetti le più recenti scoperte sulla memoria dell'acqua
ad opera di Masaru Emoto confermano quanto già nella
tradizione iniziatica viene tramandato da tempo e cioè
che l'acqua può essere caricata con uno scopo ben
preciso prima di utilizzarla. Questo può essere fatto sia
per il consumo di acqua interno che per l'uso esterno.
Infatti potremo fare questi due semplici esercizi che
seguono per rinvigorire il corpo e purificarlo con
costanza, inserendo l'uso consapevole dell'acqua nella
nostra routine quotidiana
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A questo punto possiamo richiedere che l'acqua venga
caricata di energia di guarigione, oppure che l'acqua
acquisisca il potere di purificarci, oppure che ci apporti
la gentilezza, o ancora, la perseveranza, la costanza,
ecc. Non c'è limite a ciò che possiamo indicare per
caricare l'acqua, se non la nostra fantasia. Ricordiamoci
comunque di volgere sempre le nostre intenzioni per il
bene. Dopo aver effettuato la nostra richiesta, vediamo
la luce entrare nel bicchiere e trasformare tutta l'acqua
in una luce caricata di questo programma. Quando
siamo certi che sia diventato tutto luminoso, possiamo
bere la nostra acqua. Il tutto richiede pochissimi minuti,
se non meno e, con l'esercizio e la pratica, la
magnetizzazione dell'acqua può avvenire
istantaneamente.
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2° esercizio - L'uso esterno programmato
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Quando l'acqua inizia a scorrere sul nostro corpo,
mentalmente potremo dire questo: "Lavo il mio corpo e
diventa più bianco della neve. Beato colui che non
segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei
peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma
fa del Signore la sua dimora, la Sua legge medita giorno
e notte. Quest'acqua purifica il mio corpo, la mia mente
e la mia anima. Quest'acqua purifica il mio corpo, la mia
mente e la mia anima. Quest'acqua purifica il mio corpo,
la mia mente e la mia anima". Poi possiamo asciugarci
frizionando energicamente la pelle.
La formula che ho menzionato è il frutto della
combinazione di frasi di programmazione del
subconscio con il verso estrapolato dal primo Salmo del
libro dei Salmi. In ambito magico spirituale, i Salmi
hanno un potere di trasformazione immenso del quale
certamente parleremo più avanti.
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Il lavoro sul corpo animico: Il quaderno magico
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Mentre gli esercizi precedenti vanno eseguiti senza
sosta, diciamo per tutta la vita, questo esercizio di
monitoraggio dei pensieri va fatto finché non saremo
consapevoli di come nascono i nostri pensieri, da cosa
nascono e che direzione seguono quando fuoriescono
da noi. Nella prossima dispensa, infatti, approfondiremo
cosa sono veramente i pensieri e perché è bene
imparare a controllarli.
Un altro esercizio che consigliamo è quello di sedersi o
mettersi sdraiati (non troppo comodamente perché
potrebbe indurci in sonno) e ascoltare i nostri pensieri
per cinque minuti. Per far questo potremo puntare una
sveglia che ci avvisi quando abbiamo raggiunto il tempo
prefissato. Durante questo tempo dovremo ascoltare i
pensieri senza interferire, cercando il più possibile di
ricordarli al suono della sveglia. Annotiamo ed
esaminiamo proprio come per l'esercizio precedente.
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