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Elemento fondamentale del contratto è l'accordo e, una volta raggiunto, già possiamo
affermare che, in presenza degli altri requisiti previsti dall'art. 1325 c.c., il negozio è
perfezionato. Dobbiamo chiederci, però, quali regole devono essere seguite per giungere ad
un valido accordo.
Si ritiene, inoltre, che possa valere come manifestazione tacita di consenso il c.d. Silenzio
circostanziato cioè il silenzio che sia accompagnato da circostanze, oggettive e soggettive, tali
da renderlo significativo. In altri termini, nel silenzio circostanziato l'intento negoziale si
desume dal complessivo comportamento del soggetto.
CONTATTO SOCIALE
L’accordo fra le parti riflette la cosiddetta formazione progressiva del consenso. Il contratto
come accordo è un traguardo. In ogni atto giuridico generale e, nella specie, in ogni contratto
si possono distinguere:
una fase genetica volta alla formazione del contratto;
una fase funzionale dinamica legata al rapporto fra le parti scaturente da quell’atto e
quindi legata dal rapporto degli effetti.
Il termine accordo indica la formazione progressiva del consenso: nella genesi del contratto
alcune volte il perfezionamento dell’accordo è immediato, ma altre volte la formazione
progressiva del consenso occupa un lasso temporale in cui i soggetti non sono ancora parte
del contratto. Questa fase progressiva prende il nome di trattativa contrattuale.
Nonostante questo rapporto non possa essere qualificato in termini contrattuali perché il
contratto ancora deve sorgere, c’è un orientamento che qualifica questo rapporto in termini di
contatto sociale. I contraenti, che non sono parte del contratto, sono fra loro in un rapporto
di contatto sociale. Questa specificazione è finalizzata a individuare le responsabilità di questi
soggetti. La categoria del contatto sociale descrive di responsabilità non ascrivibili né entro la
responsabilità contrattuale né entro la responsabilità extracontrattuale.
L’accordo contrattuale che è elemento fondamentale del contratto, deve essere comunque
raggiunto. Esso si raggiunge attraverso lo scambio di atti giuridici formali e informali. Il modo
"classico" della formazione del consenso si produce attraverso lo scambio tra proposta e
accettazione trattato negli articoli 1326 e seguenti del codice civile.
il proponente
LA PROPOSTA E L’ACCETTAZIONE
Partendo dal presupposto che il contratto è l’incontro della volontà delle due parti, è ovvio che
per la conclusione di esso sarà necessario il compimento di una serie di atti che costituiscano
la manifestazione della volontà delle parti, necessaria per la formazione del contratto.
L’atto con il quale una delle due parti (proponente) formula la propria proposta di contratto,
rivolta all’altra parte, prende il nome di proposta.
La controdichiarazione con cui quest’ultima (oblato) vi aderisce prende il nome di
accettazione. Quindi, affinché un contratto possa dirsi tale, sarà necessario il susseguirsi di
questi due atti, ognuno dei quali può essere definito:
atto ricettizio unilaterale, significa che l’atto produce i suoi effetti e quindi diviene
giuridicamente efficace, nel momento in cui è ricevuto dal destinatario;
atto revocabile, in quanto può essere revocato nei tempi e nei modi stabiliti dalla
legge.
Come atti giuridici potrebbero essere atti giuridici in senso stretto o atti giuridici negoziali; se
sono atti giuridici in senso stretto l’effetto è predeterminato dalla legge, se sono atti giuridici
negoziali, l’effetto è a disponibilità delle parti e gli si applica la disciplina contrattuale. In
questo quadro nonostante la maggioranzae della dottrina e della giurisprudenza ritengano
che la proposta e l’accettazione siano atti non negoziali quindi atti giuridici in senso stretto
pre-contrattuali, ad avviso del professore la proposta e l’accettazione contrattuale sono atti
giuridici negoziali. È un’ipotesi abbastanza forte: sicuramente la natura dell’atto è unilaterale
e recettizia, sicuramente sono atti prodromici per la conclusione del contratto e sicuramente
sono atti patrimonialmente rilevanti perché una proposta contrattuale ha in sé la finalità della
conclusione del contratto e quindi ha in sé la patrimonialità. Allora dal punto di vista del
professore, la proposta e l’accettazione non possono non essere fatti rientrare nel novero del
1324 secondo cui agli atti unilaterali tra vivi aventi contenuto patrimoniale si applica in
quanto compatibile la medesima disciplina del contratto. Non è un caso, secondo il professore,
che questa norma sugli atti unilaterali sia posta prima degli elementi essenziali del contratto
nell’ambito della disciplina del contratto.
Requisito della proposta è la completezza: la proposta è completa quando contiene la
determinazione degli elementi essenziali del contratto o quando ne rimette la determinazione
a criteri legali o convenzionali.
2. Art. 1327 II comma: Può invece accadere che il proponente non intenda aspettare
l'accettazione avendo interesse a che il contratto sia subito eseguito. Il proponente
invia la proposta dove la prestazione per la natura dell’affare o per gli usi deve essere
eseguita subito. L’altra parte decide di accettare e di eseguire la prestazione. Il
contratto è concluso nel tempo e nel luogo dell’accettazione. L’accettante deve dare
prontamente avviso all’altra parte dell’iniziata esecuzione, in caso contrario è dovuto
al risarcimento del danno.
LA REVOCA
La proposta e l'accettazione possono anche essere revocate. La revoca è l’atto volto a
cancellare un precedente atto giuridico. La legge conferma il principio della revocabilità
all’art. 1328 c.c.
La revoca della preposta e dell’accettazione sono atti recettizi e devono dunque giungere a
conoscenza del destinatario. Si presume conosciuta la revoca giunta all’indirizzo del
destinatario.
Quale atto recettizio la revoca non impedisce la conclusione del contratto se essa non
perviene al destinatario prima che l’accordo si sia perfezionato. Se l’oblato revoca la sua
accettazione, occorre che la revoca giunga al proponente prima dell’accettazione.
Esistono tuttavia delle eccezioni alla revocabilità della proposta, esse sono:
1. la proposta ferma (art. 1329): la proposta non può essere revocata per volontà del
proponente, che si è impegnato a non ritirarla per un certo periodo di tempo. Se anche
la revocasse, la revoca non avrebbe effetto e qualora l'oblato accettasse, il contratto
sarebbe validamente concluso.
2. l'opzione (art. 1331): nasce da un precedente accordo che ha ad oggetto un futuro
contratto. Le parti convengono che una formuli la proposta contrattuale, mentre l'altra
è libera di accettarla o meno in termine stabilito. La proposta formulata si considera
irrevocabile a norma dell'art. 1329 c.c.
3. la proposta del contratto con obbligazioni a carico del solo proponente (art.
1333): la proposta di concludere un contratto da cui scaturiscono obbligazioni solo a
carico del proponente si considera irrevocabile non appena giunge a conoscenza del
destinatario.
Il proponente nell’inviare al destinatario la proposta irrevocabile, con quella proposta crea il
diritto potestativo e il destinatario sottostà a quell’effetto.
OFFERTA AL PUBBLICO
L’offerta al pubblico è un'offerta di contratto che si caratterizza per il fatto di essere rivolta ad
una generalità di destinatari.
Esempi di offerta al pubblico sono: l'esposizione della merce con relativo prezzo da parte del
negoziante, la gara (aste e concorsi) intesa come procedura aperta alla competizione di più
interessati.
IL CONTRATTO PRELIMINARE
Il codice civile prevede che il preliminare debba essere stipulato come un contratto definito
(medesima forma e sostanza). Il preliminare deve ottenere tutti i requisiti di sostanza del
definitivo e non è ammissibile un contratto generico. Devono essere indicati:
il bene
il prezzo
Il contratto preliminare non è chiaramente applicabile a tutti i rapporti come quelli di natura
personalissima. La donazione è un contratto informato allo spirito di liberalità di una parte
(liberamente sceglie di alleggerire il proprio patrimonio per arricchire terzi). La donazione
non ammette contratto preliminare.
In questi ambiti dobbiamo vedere gli obblighi che sorgono dalle parti in concreto e quali sono
gli effetti del mancato adempimento del contratto preliminare.
Perché possiamo dire che il contratto preliminare e il definito sono collegati funzionalmente
ma rimangono autonomi?
Causa (DEFINITIVO - nello scambio del bene contro il prezzo 1470 cc. Compravendita)
[PRELIMINARE - nell’obbligo che si assumono le parti di scambiarsi il bene contro il
prezzo]
Questi elementi sono divisi fra loro. il presupposto è che il preliminare ha effetti obbligatori, il
definitivo effetti reali. L’invalidità dell’uno non si riflette sulla validità dell’altro.
E’ opportuno ricordare che la trascrizione è una forma di pubblicità prevista dal nostro
ordinamento.
La funzione della trascrizione è quella dichiarativa, cioè quella di rendere opponibile a terzi il
diritto sul determinato bene immobile. Nel conflitto fra due soggetti prevale chi trascrive per
primo.
Si dà così alla trascrizione del preliminare una valenza prenotativa cioè anticipatoria. Si
trascrive doppiamente, sia il contratto preliminare e il definitivo, e quindi la trascrizione del
definitivo agisce retroattivamente.
Il contratto preliminare obbliga a trasferire, nel caso in cui una delle parti rifiuta la
stipulazione del definitivo si rende inadempiente del contratto. I rimedi sono:
Il contratto preliminare di vendita di cosa altrui è quel contratto con il quale il promittente
venditore si obbliga a procurare al promissorio acquirente, mediante la stipulazione del
definitivo, l’acquisto della proprietà della cosa.
Pertanto, il promissario acquirente, venuto a conoscenza del fatto che la controparte non è
l’effettivo proprietario del bene oggetto del preliminare, non è legittimato a non concludere il
definitivo e a chiedere la risoluzione del preliminare.
PRELIMINARE A EFFETTI ANTICIPATI
Spesso accade che le parti, stipulato il contratto preliminare, prevedano in tutto o in parte
l'anticipazione degli effetti della pattuizione definitiva. Ad esempio il promissario acquirente
corrisponde l'integralità del prezzo, venendo immesso nella disponibilità materiale del bene
promesso in vendita.
PATTO DI OPZIONE
Il patto d’opzione ha ad oggetto una proposta irrevocabile. L’opzione è il contratto che
attribuisce ad una parte, opzionario, il diritto di costituire il rapporto contrattuale finale
mediante una propria dichiarazione di volontà. “Quando le parti convengono che una di esse
rimanga vincolata alla propria dichiarazione e l'altra abbia facoltà di accettarla o meno, la
dichiarazione della prima si considera quale proposta irrevocabile per gli effetti previsti
dall'articolo 1329”
Il patto d’opzione non può essere a titolo gratuito è sempre a titolo oneroso. (interesse
patrimoniale) Il patto d’opzione gratuito è nullo perché degrada la proposta irrevocabile,
questo è l’indirizzo consolidato della cassazione.
PRELAZIONE