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Filippo Juvarra
(fonte: Savio.it)
Proveniente da una famiglia di orafi e cesellatori, ebbe in Sicilia una formazione di tipo
artigianale. Come artista, appunto Filippo Juvarra, giovinetto, esordì nella bottega di
argenteria del padre in qualità di cesellatore, fu qui che manifestò le prime espressioni
artistiche, frutto dell'esercizio nel disegno di figura praticato al contempo degli studi
ecclesiastici ai quali fu avviato all'età di dodici anni, imponendosi all’attenzione critica dei
maestri nel 1701, dove creò e incise in 8 strepitose tavole, gli apparati per le feste
dell’incoronazione di Filippo V.
Vestì l’abito sacerdotale entrando a far parte della congregazione dei Filippini.
Nel 1703, all’età di 25 anni, l’interesse per l’arte si fa sempre più forte così si reca a Roma
per perfezionarsi come architetto, grazie alla protezione di monsignor Tommaso Ruffo,
committente della bottega paterna, entra in contatto con Carlo Fontana, l’architetto e
insegnante di architettura più importante a Roma.
Carlo Fontana constatati l'eccezionale abilità nel disegno e il talento inventivo di Juvarra,
farà di lui uno degli architetti più importanti dell’intero panorama settecentesco grazie
soprattutto al suo intuito e alla sua genialità.
Nel 1714 Vittorio Amodeo affascinato dal potere architettonico e pittorico strabiliante di
Juvarra lo portò con se a Torino e lo impiegò in un grandioso progetto di riqualificazione
urbana per la capitale del nuovo regno. Fu proprio a Torino che Juvarra esplica la sua
attività di architetto più che scenografo. L’esperienza nel teatro aveva insegnato a Juvarra
ad avere dimestichezza con tutti i trucchi prospettici e gli effetti di luce esistente.
Nel 1715 Vittorio Amedeo, per sciogliere un voto, volle far costruire la Basilica di
Superga, nota anche come Real basilica di Superga. Il progetto venne affidato a Juvarra.
La basilica venne edificata sull’omonimo colle da cui prende il nome, dove secondo la
storia, Vittorio Amedeo era salito per osservare Torino assediata dai franco-spagnoli nel
1706 e, inginocchiatosi, aveva giurato che, in caso di vittoria, avrebbe edificato un Tempio
dedicato alla Madonna.
Il complesso barocco, fu inaugurato nel 1731 dopo sedici anni di duro lavoro, non fu
affatto uno scherzo trasportare i materiali fino in cima, dal momento che l’unica strada
era un sentiero acciottolato ripido, sorge infatti a 672 metri sul livello del mare.
All'interno del mausoleo, verranno collocate le tombe di tutti i principali membri di casa
Savoia, a partire da Vittorio Amedeo.
L'impianto planimetrico è composto da un grande chiostro rettangolare e la chiesa è collocata sul lato a
ponente. La chiesa ha una pianta a ottagono irregolare; attorno a essa vengono disposti spazi geometrici
differenti. (fonte: pinterest.com)
Basilica di Superga, Torino
(fonte: Giruland galleria fotografica)
Il suo interno è arricchito da sei cappelle e da quattro altari, oltre all'Altare Maggiore, con
statue e monumenti in marmo di Carrara.
Di particolare interesse sono le numerose tele d'altare e la cupola, ispirata alle opere
romane di Francesco Borromini.
Nella Cappella del Voto, all'interno della Basilica, è conservata la Statua in legno della
Madonna delle Grazie del Seicento, la stessa a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere
la battaglia.
Il culto della Basilica di Superga è gestito dall'Ordine dei Servi di Maria, che risiede,
ancora oggi, all'interno del convento.
Una scala a chiocciola di 131 scalini porta alla balconata esterna della cupola, da dove si
ammira uno stupendo panorama sulla città di Torino e le valli circostanti.
Sopra la porta principale, dalla parte
dell’interno, è posta questa epigrafe:
Virgini Genitrici
Victorius Amedeus, Sardiniae Rex
Bello Gallico, vovit
Et pulsis bostibu s fecit, dedicavitque,
Il prospetto, scandito da ordini architettonici sovrapposti, ha la funzione di una grande scatola traforata
concepita per contenere lo scalone d’onore a doppia rampa simmetrica che conduce al piano nobile. La
luce naturale, entrando copiosa dai serramenti inseriti fra le lesene del registro mediano, che nella
campata centrale aggettante diventano possenti colonne, plasma le superfici interne distinte da eleganti
stucchi di ottima fattura. (fonte: www.museotorino.it)
Scalone
(fonte: www.museotorino.it)
Tra il 1719 -1720 Juvarra interrompe il lungo e fervido periodo di attività in Piemonte
per una breve tappa a Lisbona in Portogallo, chiamato da re Giovanni V Bragança, il quale
gli affida l'incarico di disegnare un nuovo, sontuoso palazzo reale con annessa una
grande chiesa patriarcale questi progetti ambiziosi, però, non verranno mai realizzati.
Rientrato quindi in Italia viene chiamato, per alcuni interventi di modifica al Palazzo
Reale dove realizza la Scala delle Forbici costituita da doppie rampe.
Nel 1729 Vittorio Amedeo commissiona a Juvarra una residenza dedicata ad attività di
svago dei sovrani, quali la caccia e le feste.
Il fulcro della palazzina è il maestoso salone ellittico, un grande affresco sulla volta raffigura il mito di
(Basilica di San Pietro
Diana, dea della caccia. Dal corpo centrale sporgono quattro bracci disposti a X (croce di
Sant’Andrea) che moltiplica le vedute del parco. La struttura aperta dà al complesso un aspetto
poco formale. Anche l’apparato decorativo appare libero basta considerare il grande cervo
bronzeo che corona la palazzina.
Veduta aerea della palazzina e del parco
Le dimensioni sono davvero enormi: oltre 31 mila mq l’organismo principale, con l’aggiunta di
oltre 14 mila mq negli edifici adiacenti, 155 mila mq nel parco.
(fonte: artequotidiana.altervista.org)