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Space Shuttle

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Lo Space Transportation System[1] (STS), comunemente noto come Space Shuttle[2] o
Space Shuttle
Shuttle, è stato un sistema di lancio spaziale riutilizzabile della NASA, l'ente governativo
statunitense responsabile dei programmi spaziali, adibito a missioni spaziali inorbita intorno alla
Terra. Lanciato in orbita per la prima volta il 12 aprile1981[3], ha portato a termine la sua ultima
missione il 21 luglio 2011.[4]

Indice
Storia
La guerra fredda e i lanci
Primi studi
Dal Silbervogel all'X-15
Corpo portante (1957-1970)
Il progetto di navetta in fase sperimentale (1968-1970)
L'avvio del progetto (1969-1972)
Un seguito al programma Apollo (1969)
Fase B: Design (1970-1971) Lancio dello Space Shuttle Discovery
L'abbandono del progetto di navetta completamente riutilizzabile (1971) per la missione STS-120
La decisione di iniziare (1972)
Informazioni
La selezione dei produttori
Lo sviluppo (1972-1981) Funzione Navetta con
equipaggio. Navetta
Descrizione
parzialmente
Orbiter
riutilizzabile
Sovrastruttura
Propulsione Produttore United Space
La propulsione principale: gli SSME Alliance
Il sistema di manovra orbitale (OMS) Alliant Techsystems
I propulsori di controllo di assetto (RCS)
Thiokol
La protezione termica
Lockheed Martin
Gli alloggi dell'equipaggio
Boeing
Ponte di volo
Ponte intermedio e dotazioni Rockwell
La camera di equilibrio International
Il sistema di calcolo Nazione di Stati Uniti
Sistemi energetici origine
Idraulica
Costo per da 450 milioni a 1,5
Il serbatoio esterno
lancio miliardi di dollari
I razzi a propellente solido (booster)
(2011)
La flotta di Orbiter
Statistiche di volo Dimensioni
Svolgimento di una missione Altezza 56.1 m
Preparazione Diametro 8.7 m
Lancio
Procedure per il lancio Massa 2030 t
Fasi principali del lancio Stadi 2
Cancellazione del lancio
Capacità
Rientro e atterraggio
Procedure per l'atterraggio Carico utile 27,5 t
Fasi principali dell'atterraggio verso orbita
Siti di atterraggio terrestre
Le operazioni di manutenzione bassa
Aggiornamenti Carico utile 16,05 t
Tipologie di missioni verso
Lancio e manutenzione di satelliti ISS
Lancio di sonde spaziali Carico utile 3,81 t
Laboratorio spaziale
verso
A servizio delle stazioni spaziali
GTO
La fase operativa dello Shuttle
Carico utile 12,7 t
Lo Shuttle per conquistare il mercato dei lanci commerciali (1982-1985)
Il disastro del Challenger e le sue conseguenze (1986)
verso
L'operatività della navetta dopo ilChallenger (1988-2003) Orbita polare
L'incidente Shuttle Columbia e la decisione di cancellare il programma (2003- Cronologia dei lanci
2010)
Stato ritirato
Le ultime missioni
Basi di lancio Kennedy Space
La fine dell'era dello Shuttle
Center Launch
Note
Complex 39
Bibliografia
Lanci totali 135
Voci correlate
Altri progetti
Successi 133
Collegamenti esterni Fallimenti 2
Challenger, 7 morti
Columbia, 7 morti
Storia Fallimenti 1 ATO durante STS-
parziali 51-F
La guerra fredda e i lanci Volo 12 aprile 1981
inaugurale
La storia dello Space Shuttle inizia e si inserisce sul finire del contesto della guerra fredda con la
celebre corsa allo spazio in decisa contrapposizione con l'altra grande superpotenza dell'epoca:
Volo 21 luglio 2011
l'Unione Sovietica.
conclusivo
Carichi Componenti della
In particolare con lo sviluppo, avvenuto a partire dai primi anni settanta, di un veicolo spaziale notevoli Stazione spaziale
riutilizzabile, la NASA sperava di continuare i suoi progetti e programmi spaziali con una internazionale
notevole riduzione dei costi di accesso allo spazio, ma la complessità del progetto, i problemi Satelliti TDRS
relativi alla sicurezza e i costi operativi di funzionamento (500 milioni di dollari per lancio) Spacelab
hanno progressivamente disatteso queste aspettative fino alla sua definitiva dismissione nel Hubble Space
2011.[5] Telescope
Galileo, Magellano,
Lo Shuttle si compone essenzialmente di tre sottoinsiemi: l'orbiter, che è l'unico componente ad
Ulisse
entrare in orbita e che trasporta gli astronauti, il serbatoio esterno (chiamato anche External
Tank) e di due razzi booster. Razzi ausiliari (stadio 0) - SRB
Nº razzi 2
Il veicolo viene assemblato nel Vehicle Assembly Building presso il Kennedy Space Center, in ausiliari
Florida, e quindi trasportato, per mezzo di una piattaforma mobile, presso il complesso di lancio
Spinta 12.500 kN x2
39. Il lancio della navetta avviene in posizione verticale come unrazzo convenzionale grazie alla
Impulso 269 s
spinta fornita dai suoi tre motori principali e dai due booster (SRB) laterali. Dopo circa due
specifico
minuti dal lancio i due SRB vengono espulsi e la navetta continua il suo volo fino all'orbita
prevista utilizzando i suoi motori, alimentati dal propellente contenuto nel serbatoio esterno. Tempo di 124 s
Una volta raggiunta l'orbita, i motori principali vengono spenti e il serbatoio abbandonato a accensione
bruciare nell'atmosfera terrestre. Propellente Solido
1º stadio – Orbiter + Serbatoio
La navetta è progettata per raggiungere orbite comprese tra i 185 ed i 643 km di quota con un
esterno
equipaggio composto da due a sette astronauti[6][7] (dieci in caso di una missione di recupero di
emergenza). Nelle prime missioni di prova l'equipaggio era formato soltanto dal comandante e Propulsori x3 SSME
dal pilota. Una missione orbitale dura in media due settimane. La manovra di rientro prevede Spinta 5250 kN x3 al livello
che la navetta riduca la propria velocità attraverso i motori di manovra fino a trovarsi su una del mare
traiettoria di discesa che le permetta di attraversare i vari strati dell'atmosfera e fare ritorno sulla
Impulso 455 s
Terra. L'atterraggio avviene senza propulsione, un po' come un aliante, in una lunga pista in vari
specifico
possibili siti.
Tempo di 480 s
L'intero sistema è stato ritirato dal servizio il 21 luglio 2011, dopo 135 lanci[8]. Le missioni più accensione
importanti realizzate hanno permesso il lancio di satelliti (tra cui il telescopio Hubble) e tre Propellente LH2/LOX
sonde interplanetarie[9], di condurre esperimenti scientifici nello spazio e la manutenzione e la
costruzione di stazioni spaziali. Nel corso del Programma Space Shuttle sono stati costruiti
cinque orbiter, due sono andati distrutti in incidenti e tre sono stati ritirati.

Nella sua storia è stato utilizzato per le missioni spaziali orbitali dalla NASA, dal Dipartimento della Difesa statunitense, dall'Agenzia Spaziale
Europea, dal Giappone e dalla Germania[10][11]. Gli Stati Uniti hanno finanziato lo sviluppo dell'STS e le operazioni di gestione fatta eccezione
Spacelab D1 e D2, finanziati rispettivamente dalla Germania Ovest e dalla Germania riunificata[10][12][13][14][15]. Inoltre, la SL-J è stata parzialmente
finanziata dal Giappone[11].

Primi studi

Dal Silbervogel all'X-15


La prima menzione di un razzo dotato di ala capace di lasciare la bassa atmosfera fu in un progetto tedesco-austriaco dell'ingegnere Eugen Sänger
risalente al 1933. Il concetto venne successivamente sviluppato verso la fine della seconda guerra mondiale con il disegno del Silbervogel, un velivolo
che avrebbe dovuto permettere di bombardare gli Stati Uniti dopo aver realizzato un volo suborbitale. Al termine della guerra, l'aeronautica militare
statunitense studiò con la North American Aviation un missile alato, chiamato Navaho, per il trasporto di armi nucleari. Dopo alcuni voli di prova
effettuati nel 1957 il progetto fu abbandonato in favore dimissili balistici di tipo Atlas, Titan e Thor.

In questo periodo il centro di ricerca aeronautica statunitense, la NACA, poi divenuta NASA, fu fortemente coinvolta nella ricerca sugli aerei a razzo
tanto da realizzare il Bell X-1 che superò la barriera del suono nel 1947. Questi studi portarono velocemente ad identificare i due grandi problemi di
progettazione: l'instabilità nel volo atmosferico e la dissipazione del calore durante il rientro nell'atmosfera. Quest'ultimo portò allo studio di nuovi
materiali per la realizzazione di un adeguato scudo termico. La costruzione del razzo X-15, avvenuta nel 1954, consentì la sperimentazione di diverse
soluzioni. Le nuove scoperte consentirono di raggiungere, nel 1960, una velocità di 6,8 Mach ed una altitudine di 108 km. L'X-15 poté sperimentare
T [16].
gran parte delle fasi di volo che incontrerà decenni più avanti lo Space Shuttle durante il rientro sullaerra

Corpo portante (1957-1970)


Per ridurre le sollecitazioni termiche e meccaniche subite da un aereo che vola ad alta
velocità, una soluzione è quella di rimuovere l'ala e generare portanza con la forma del
corpo che viene allargato. Aerei di questo tipo, chiamati a corpo portante, furono studiati
dalla NASA a partire dal 1957. Parecchi prototipi dimostrarono la loro capacità di
eseguire rientri e deviazioni del percorso con buona facilità. Di questo concetto fu il
progetto del Boeing X-20 Dyna-Soar, voluto dall'aeronautica militare statunitense nel
1957. Esso era costituito da un corpo portante e da un'ala a delta, veniva lanciato come un Tre esempi di corpo portante.X-24A, M2-F3, HL-
razzo per poi atterrare come un aereo. Il progetto progredì fino al 1963 quando fu chiuso 10.
per motivi di bilancio, poiché non era giustificato da uno scenario di missione
chiaramente identificato[16].

Il progetto di navetta in fase sperimentale (1968-1970)


Mentre la NASA era impegnata nelle ultime fasi dello sviluppo del Programma Apollo, l'agenzia spaziale lanciò, il 30 ottobre 1968, una consultazione
per lo sviluppo di un sistema di lancio riutilizzabile in grado di mettere inorbita bassa un carico utile compreso tra le 2,3 e le 23 tonnellate e di riportare
sulla Terra almeno 1 tonnellata di carico e con un vano di almeno 85 m³. Nel febbraio dell'anno successivo, quattro aziende: North American Rockwell,
[17].
Lockheed, General Dynamics e McDonnell Douglas vennero selezionate per partecipare a questo studio preliminare

I vari centri di ricerca della NASA avevano opinioni divergenti sul progetto della navetta. Maxime Faget, in rappresentanza del Marshall Space Flight
Center era favorevole ad una piccola navetta dotata di piccole ali dritte con scarse possibilità di compensare, ma più leggera e meglio aliante a velocità
subsoniche: il DC-Shuttle 3, un aereo modello in scala 1 a 10 sarà realizzato nel maggio 1970 per studiare l'aerodinamica a bassa velocità. I centri di
Langley e Dryden sostenevano invece la soluzione del corpo portante e soprattutto hanno contribuito a sviluppare l'H-10. Una soluzione di questo tipo
ha una capacità di compensare intermedia tra l'ala dritta e l'ala a delta, anche se teoricamente meno ingombrante rispetto all'ultima. L'Air Force e il
Laboratorio Draper erano in favore di un'ala a delta che offre una capacità massima di offset. La NASA successivamente decise di eliminare il concetto
di corpo portante la cui forma non è compatibile con i carri di trasporto e attrezzature scartando anche l'ipotesi dell'uso di un'ala a geometria variabile
[18].
per l'eccessivo peso che avrebbe portato alla navicella
L'avvio del progetto (1969-1972)

Un seguito al programma Apollo (1969)


All'inizio del 1969 la NASA studiò il seguito del programma Apollo. Nell'euforia dei successi del
programma lunare furono sviluppate diverse proposte: la realizzazione di una stazione spaziale, di una
base lunare, una spedizione su Marte e la progettazione di una navetta[19]. Un comitato, denominato
"Space Task Group", fu creato su richiesta del Presidente degli Stati UnitiRichard Nixon per preparare
i prossimi voli con equipaggio della NASA.[20]

I lavori di questo gruppo portarono alla formulazione di tre scenari possibili con un bilancio annuale
che variava dai 5 ai 10 miliardi di dollari, un importo pari o superiore al bilancio annuale del
programma Apollo al massimo del suo sviluppo. La proposta meno ambiziosa prevedeva lo sviluppo
simultaneo di una navetta e di una stazione spaziale. Il presidente Nixon non accettò nessuno di questi
scenari perché li giudicò troppo dispendiosi.[20]
I primi schizzi della navetta spaziale
La NASA decise così di concentrare i finanziamenti
sullo sviluppo della navetta spaziale, ritenendo che la
disponibilità di quest'ultima fosse un requisito necessario per la costruzione successiva della stazione. I
dirigenti della NASA ritennero inoltre che la navetta potesse essere utilizzata per sostituire altri 10
lanciatori disponibili a quel tempo, compresi quelli utilizzati dall'esercito, per il lancio di satelliti in
orbita.

La fine della guerra fredda e il crollo del programma spaziale sovietico tolsero al programma
statunitense una gran parte della sua giustificazione. Il presidente Nixon, che dovette affrontare una Concetto di navetta riutilizzabile
situazione di budget molto limitato, non volle fare scelte di alto profilo per l'esplorazione spaziale non progettata nel 1969 dallaNorth
American Rockwell.
ritenendo che ci fossero sufficienti ricadute politiche. Nixon mise il progetto della NASA sotto il
controllo dei supervisori del bilancio federale (l'OMB - Office of Management and Budget) a partire
dal 1970 che richiese una giustificazione per ogni spesa dell'ente spaziale. L'organismo di controllo pose molti limiti e vincoli al procedere dello
sviluppo della navetta, tanto che il direttore della NASAJames C. Fletcher ritenne che non solo l'OMB si occupasse di gestire il budget, ma pretendesse
anche di fare delle scelte sulla progettazione[17][21].

Per combattere lo scetticismo dell'OMB la NASA dette incarico ad una società di consulenza esterna, Mathematica, di realizzare uno studio sugli oneri
economici del progetto. I risultati furono molto favorevoli, in quanto venne ipotizzato una drastica diminuzione dei costi di messa in orbita da parte
della navetta riutilizzabile in confronto ai razzi convenzionali. Questa relazione verrà utilizzata dalla NASA per difendere la redditività del progetto, in
particolare nei confronti delSenato[22].

Fase B: Design (1970-1971)


Al termine della fase A, nel giugno 1970, la NASA impone nuove specifiche in una fase di
progettazione più dettagliata, chiamata fase B. Si specifica che la navetta dovrà decollare verticalmente
e atterrare orizzontalmente. Il complesso dovrà essere collocato ad un'orbita di 500 km con una
inclinazione di 55° e trasportare un carico utile di 6,8 tonnellate. La specifica richiesta per il carico
utile aumenta pochi mesi dopo per venire incontro all'esercito, finanziatore del progetto, che richiedeva
30 tonnellate in orbita bassa.

Le aziende concorrenti vengono invitate a progettare due versioni, una più simile alle esigenze
dell'ente spaziale e l'altra invece alle aspettative dell'esercito. Inoltre viene richiesto che la navetta
Disegno di Maxime Faget, 1969 possa compiere un secondo tentativo di atterraggio, qualora il primo non fosse riuscito, impiegando
circa, che rappresenta una navetta a
quindi dei motori a reazione. Si prevedeva che la navetta fosse disponibile a tornare a volare dopo due
due stadi completamente
settimane dal termine di una missione per una frequenza compresa tra i 25 e i 40 voli all'anno. Ogni
riutilizzabile.
[23][24]
navetta doveva trasportare un equipaggio di due astronauti.

Due aziende furono selezionate per la fase B: McDonnell Douglas, associata a Martin Marietta, e
North American Rockwell con General Dynamics. Già nel marzo 1971 i due costruttori ebbero preparato una bozza di progetto. Entrambe risultarono
essere molto simili per quanto riguarda l'orbiter, anche perché la NASA aveva fornito a loro delle specifiche molto restrittive. Molto diversi, invece,
apparvero le proposte per il vettore. Un fattore comune fu l'utilizzo dell'alluminio per la struttura al posto del più efficiente titanio, escluso
ficientemente testato[18].
dall'aeronautica militare perché considerato non suf
L'abbandono del progetto di navetta completamente riutilizzabile (1971)
James C. Fletcher divenne amministratore della NASA nell'aprile del 1971 e fin dall'inizio del suo mandato si occupò di promuovere presso il Senato
degli Stati Uniti il progetto della navetta spaziale, che in quel momento era bloccato. Si accorse ben presto che l'unico modo per raggiungere un accordo
sui finanziamenti fosse quello di integrare nelle specifiche della navetta le esigenze dei
militari per ottenere il loro supporto. Avviò anche dei tentativi di
cooperazione internazionale, seppur con modesti risultati: l'Europa (ed in particolare la Germania) si impegnò a costruire lo Spacelab destinato a volare
nella stiva dell'Orbiter[25] e il Canada a realizzare un braccio meccanico per la navetta, chiamato Canadarm ed utilizzato per sollevare carichi in
orbita[26][27].

Nel maggio del 1971, L'Ufficio del Bilancio (OMB) annunciò che la NASA avrebbe dovuto accontentarsi per gli anni seguenti di un budget ridotto a
3,2 miliardi di dollari annui, con un miliardo da dedicare allo sviluppo della navetta. Con questo vincolo finanziario, la NASA fu costretta ad
abbandonare il progetto di un sistema completamente riutilizzabile, il cui costo di sviluppo avrebbe richiesto oltre i due miliardi annui. La
configurazione dell'ala a delta venne però mantenuta per rispettare le esigenze dei militari[18]. Sempre per rispettare i vincoli di budget, la NASA optò,
[18].
nel giugno 1971, per un serbatoio esterno non riutilizzabile

Per ridurre ulteriormente i costi, la NASA ha richiesto uno studio relativo al primo stadio di propulsione a cui contribuirono Grumman, Boeing,
Lockheed, McDonnell-Douglas, Martin Marietta e North American Rockwell. I produttori dovevano prendere in considerazione tre alternative: l'uso di
uno stadio Saturno IC, l'uso di uno stadio alimentato da nuovo motore a propellente liquido o utilizzare un razzo a propellente solido. In seguito a
questo studio, la NASA scelse di usare quest'ultima opzione che portava a risparmiare 500 milioni di dollari di costi di sviluppo rispetto ai propulsori a
propellente liquido ma aumentò il costo delle operazioni di lancio di quasi il doppio (500 $ per ogni chilogrammo di carico utile contro i 275 dollari al
chilogrammo)[18].

La decisione di iniziare (1972)


Il Presidente Richard Nixon non voleva essere considerato colui che aveva fermato le missioni umane spaziali degli Stati Uniti, che ancora erano
considerate un elemento di prestigio per la nazione. Inoltre, se l'opinione pubblica e la comunità scientifica avevano convenuto sulla necessità di ridurre
il bilancio dedicato ai voli umani, il presidente non era immune alle pressioni dell'industria aerospaziale e alle considerazioni elettorali. Il ritiro degli
Stati Uniti dal Vietnam aveva portato al crollo degli ordini militari, la crisi dell'industria e il declino del programma Apollo provocarono una recessione
che l'industria aerospaziale statunitense non aveva mai conosciuto: la metà degli ingegneri e dipendenti che lavorano nel settore erano ridondanti.
[28].
Questo problema era certamente rilevante per le imminenti elezioni presidenziali

Stima dei costi della navetta NASA per la sua capacità (dicembre 1971)[29]
Scenario 1 2 2A 3 4
Diametro e lunghezza del vano 3,1 m × 3,7 m × 4,3 m × 4,3 m × 4,6 m ×
carico 9,1 m 12,2 m 13,7 m 15,2 m 18,3 m
Massa del carico utile 13,6 t 13,6 t 20,4 t 29,5 t 29,5 t
Costo di sviluppo (Mds $) 4,7 4,9 5,0 5,2 5,5
Costo di una missione (Milns $) 6,6 7,0 7,5 7,6 7,7
Costo di lancio per kg ($) 485 492 368 254 260
LA NASA continuò a difendere il suo progetto di navetta spaziale evidenziando la riduzione di costo per la messa in orbita di carichi in confronto con i
tradizionali lanciatori non riutilizzabili. L'agenzia, inoltre, propose una versione più potente del sistema in grado di trasportare un carico maggiore,
questo sia per venire incontro all'esigenza dell'aeronautica militare e per permettere il montaggio di una stazione spaziale. Il presidente Nixon dette
finalmente il suo benestare per il progetto più ambizioso della navetta il 5 gennaio
1972. Ma il suo sviluppo si scontrò con il calo costante del bilancio: i
finanziamenti alla NASA passarono, infatti, dall'1,7% del bilancio totale dello stato federale del 1970 allo 0,7% del 1986[29][30]. Per poter finanziare
adeguatamente lo sviluppo della navetta la NASA dovette abbandonare il lancio della seconda stazione Skylab. Le missioni spaziali umane statunitensi
1981[18].
vennero così sospese fino al primo volo dello Shuttle che avvenne soltanto nel

La selezione dei produttori


La gara di appalto per la progettazione e la costruzione dell'Orbiter fu lanciata nel marzo 1972 dalla NASA. Fin dall'inizio si evidenziarono le proposte
della North American Rockwell, già costruttrice del modulo di comando e di servizio Apollo, con sede in California e quella della Grumman
produttrice del Modulo Lunare Apollo e situata nello Stato di New York. Per il comitato di selezione della NASA, la prima proposta si distinse per il
suo basso costo, per il ridotto peso dell'orbiter e per il solido sistema di gestione dei progetti, mentre quello della Grumman era ritenuto più interessante
dal punto di vista tecnico. Il progetto della North American Rockwell venne scelto in via definitiva il 26 luglio 1972 per 2,6 miliardi di dollari: a questo
prezzo l'azienda si impegnava a costruire due orbiter e un modello per i test operativi. Due Orbiter supplementari erano previsti in un momento
successivo.[31]
L'Orbiter scelto poteva mettere in orbita bassa 29,5 t e aveva una dimensione di 18,3 m × 4,57 m. Esso veniva prodotto a Palmdale in California. Nel
1973 l'azienda Thiokol aveva ottenuto il mandato per la costruzione dei due razzi booster e Martin Marietta quello per il serbatoio esterno, prodotto
presso il Michoud Assembly Facility di proprietà della NASA. La Rocketdyne fu invece selezionata, a fine marzo 1972, per la produzione dei motori
principali (Space Shuttle main engine- SSME) dell'orbiter[32][33].

Lo sviluppo (1972-1981)
Durante i primi due anni successivi alla firma del contratto, molte modifiche vennero apportate alle
specifiche della navetta, principalmente per ridurre i costi di sviluppo. L'ala a doppia delta fu introdotta
in questa fase allo scopo di migliorare la capacità di volo a bassa velocità ed in più permetteva, con
interventi limitati nel design della parte anteriore, di compensare i problemi di posizione del centro di
gravità che avrebbero potuto verificarsi in una fase più avanzata di sviluppo. Una delle novità più
importanti fu l'abbandono di motori a reazione da utilizzarsi nelle fasi di atterraggio.

Per spostare la navetta, ora non motorizzata, tra i vari siti, la NASA acquistò nel 1974 un Boeing 747
usato, che venne attrezzato per il suo trasporto sul dorso della fusoliera (l'aereo fu chiamato Shuttle
Carrier Aircraft). Il primo test del motore SSME dell'orbiter si svolse il 17 ottobre 1975. Il serbatoio Lo Shuttle Carrier Aircraft trasporta lo
esterno fu progressivamente ridotto per consentire un risparmio di peso di 4,5 tonnellate. La Space Shuttle Enterprise.
costruzione della prima navetta Enterprise terminò nel marzo 1976 ma essa non venne poi utilizzata
nella fase operativa, in quanto troppo pesante[34].

Il 12 agosto 1977 si tenne il primo volo senza motore della navetta, portato in quota e poi sganciata dal 747, nell'ambito del programma Approach and
Landing Tests. La consegna dei primi SSME operativi fu rinviata di due anni a causa di alcuni inconvenienti nella fase di test che comportarono una
booster[18][35].
rivisitazione del progetto. Nel febbraio 1980 fu completata la settima e ultima prova di qualificazione del

Il primo volo spaziale dello Space Shuttle avvenne il 12 aprile 1981 con la missione STS-1. Lo Space Shuttle Columbia, con al comando l'esperto
astronauta John W. Young e con Robert Crippen come pilota, realizzò 17 orbite in poco più di due giorni, rientrando in sicurezza presso la Edwards Air
Force Base. Prima dell'impiego operativo furono compiute altre tre missioni (STS-2, STS-3, STS-4) per testare tutto il sistema, avvenute tra il 1981 e il
1982[18].

Descrizione
Lo Space Shuttle è composto da quattro parti principali:

l'Orbiter Vehicle (in sigla OV): un orbiter con spazio per l'equipaggio, vano di trasporto per il carico, tre motori principali che utilizzano
il combustibile presente nei serbatoi esterni e un sistema di manovra orbitale con due motori più piccoli OMS);
(
due Solid Rocket Booster (in sigla SRB): razzi riutilizzabili a propellente solido, ilperclorato d'ammonio (NH4ClO4) e l'alluminio, che
si staccano due minuti dopo il lancio a una altezza di 66km e vengono recuperati nell'oceano grazie al fatto che la velocità di caduta
viene notevolmente ridotta da alcuni paracadute;
il Serbatoio Esterno (in sigla ET): un grande serbatoio esterno di combustibile contenenteossigeno liquido (in cima) e idrogeno
anch'esso liquido (nella parte bassa) che servono ad alimentare i tre motori principali dell'Orbiter . Si stacca dopo circa 8 minuti e
mezzo a una altitudine di 109 km, esplode in atmosfera e ricade in mare senza che venga poi recuperato.
I progetti iniziali prevedevano serbatoi supplementari sull'orbiter e altre attrezzature che però non furono mai costruite.

Orbiter

Sovrastruttura
L'orbiter è stato progettato con gli stessi principi con cui si progetta un aeroplano costruito di lega di alluminio. La fusoliera si divide in quattro
sottoinsiemi: la fusoliera anteriore, il vano di carico, le ali e la fusoliera di poppa. Nella fusoliera anteriore si trovano il carrello d'atterraggio anteriore, i
motori di controllo di assetto (RCS) utilizzati in orbita e gli strumenti di guida e navigazione. La zona dedicata all'equipaggio è una struttura
indipendente pressurizzata e collegata al resto della struttura della navetta in soli 4 punti di aggancio per ridurre lo
scambio termico.

La sezione intermedia dello Shuttle contiene principalmente il vano carico e offre l'aggancio per le ali. Essa è una struttura a forma di U, aperta ad ogni
estremità, di 18 metri di lunghezza, 5,2 metri di larghezza, 4 di altezza e di 13,5 tonnellate di peso. Inferiormente e ai suoi lati si trovano gli ingranaggi
del carrello di atterraggio principale. Due porte in un materiale più leggero dell'alluminio sono utilizzate per chiudere il vano carico e per svolgere la
funzione di radiatori per la dissipazione del calore in eccesso quando la navetta è in orbita. La loro chiusura durante il rientro risulta fondamentale per la
rigidità dell'intera navetta[36].
Schema illustrativo della navetta.

Propulsione
L'orbiter dispone di tre sistemi dipropulsione separati. Il sistema di propulsione principale si compone di tremotori a razzo criogenici (chiamati SSME)
che vengono utilizzati solo per il posizionamento della navetta in orbita e traggono il loro propellente dal serbatoio esterno. Entrambi i motori del
sistema di manovra orbitale (OMS) sono utilizzati per integrare l'azione degli SSME dopo il loro spegnimento e per modificare l'orbita durante la
missione. I piccoli motori di controllo di assetto (Reaction control system) vengono invece utilizzati per modificare l'assetto della navetta in orbita e per
piccole correzioni orbitali.

La propulsione principale: gli SSME


I tre motori a razzo, chiamati SSME (Space Shuttle main engine), si trovano dietro l'orbiter e sono
utilizzati insieme ai booster laterali a propellente solido per produrre la spinta necessaria a mettere la
navetta in orbita. Questi motori a razzo a propellente liquido, una volta spenti non possono più essere
riaccesi, ma hanno prestazioni che superano tutte le produzioni equivalenti passate e presenti. Ogni
motore può generare circa 1,8 MN di spinta al decollo ed i tre motori possono generare un impulso
specifico (Isp) di 453 secondi nel vuoto o 363 secondi a livello del mare, con velocità di scarico
rispettivamente di 4 440 m/s e 3 560 m/s.

In tutto un motore pesa circa 3,2 t. Dopo ogni missione i motori sono rimossi e trasportati allo Space
Shuttle Main Engine Processing Facility per le ispezioni e le eventuali sostituzioni di componenti. Gli
SSME sono progettati per accumulare 27 000 secondi di funzionamento (per un totale di 55 lanci con 8
minuti di funzionamento continuo), ma si stima che la sua vita operativa è di più di 15 000 secondi di
funzionamento e 30 lanci. Questi motori traggono il loro carburante nel serbatoio esterno e non
rivestono nessun altra funzione nella durata della missione dopo che il serbatoio viene sganciato al
Test di accensione di un propulsore termine della fase di ascesa. Se la spinta cumulativa risulta essere insufficiente per mettere l'orbiter
SSME. [37].
nell'orbita corretta, può essere aggiunta anche la spinta dei due motori di manovra orbitale

I motori principali dello Shuttle sono stati oggetto di molti perfezionamenti per migliorare la
affidabilità e aumentare la potenza. Ciò spiega come mai durante la procedura di lancio si possono sentire comandi curiosi, come Porta la potenza al
106%; questo non significa che i motori vengano portati oltre il limite: il valore del 100% è il livello di potenza dei motori principali originali.
Attualmente, il contratto per la fornitura dei motori prevede un valore del 109%. I motori originali potevano arrivare al 102%; il 109% fu ottenuto nel
2001 con la fornitura Block II[38].

Il sistema di manovra orbitale (OMS)


Entrambi i motori del sistema di manovra orbitale (Orbital Maneuvering Systemo OMS) sono utilizzati sia per posizionare la navetta nell'orbita voluta
al termine della fase di lancio e, alla fine della missione, per ridurre la velocità della navetta e permettere il rientro. Durante la permanenza nello spazio,
possono anche fare minori correzioni dell'orbita. Ogni motore è posto in un involucro estraibile, situati sul retro dell'orbiter su entrambi i lati
dell'impennaggio e sopra gli SSME. Ogni motore funziona adidrazina e tetrossido di azoto, propellenti di facile stoccaggio e di tipoipergolico[39].

Con un impulso specifico nel vuoto di 313 secondi sono molto meno efficienti degli SSME, ma permettono la riaccensione di svariate volte,
caratteristica essenziale per la loro funzione. La spinta è di 2,7 tonnellate, possono essere orientati a ±8° in beccheggio e ±7° in imbardata. Entrambi i
motori, che possiedono circa 10,4 tonnellate di propellente in ogni serbatoio, possono fornire un delta-v di circa 300 ms−1, di cui circa la metà è
utilizzata per inserire la navetta in orbita[40].
I propulsori di controllo di assetto (RCS)
I motori di controllo di assetto (Reaction control system - RCS) vengono utilizzati per modificare
l'assetto dello Shuttle quando l'atmosfera è troppo rarefatta perché le superfici mobili dell'orbiter siano
efficaci. Essi vengono utilizzati anche in orbita quando la velocità dell'orbiter deve essere corretta di
un valore inferiore a 2−1 ms. I motori sono distribuiti sulle due piattaforme degli OMS e sulla parte
anteriore della navetta. Ci sono due tipi di motori. I più potenti hanno una spinta di 395 kg con un
impulso specifico di 289 secondi. I motori Vernier, con un impulso specifico di 228 secondi, vengono
utilizzati per regolazioni molto fini: con una spinta di 11 kg, possono fornire un impulso di una durata
compresa tra 0,08 e 125 secondi. Sulla parte anteriore dell'orbiter ci sono motori più potenti, mentre in
ogni alloggiamento dei motori OMS ci sono 12 motori di 395 kg di spinta. Tutti questi motori usano lo
[41].
stesso propellente dei motori di manovra orbitale, ma con i propri serbatoi distribuiti tra i tre siti

La protezione termica Motori RCS anteriori della navetta.


Il sistema di protezione termica dello Space Shuttle è
lo scudo termico che protegge l'orbiter durante il
rientro atmosferico durante una missione, quando si raggiungono temperature di 1650 °C. Inoltre,
costituisce anche una barriera dal freddo dello spazio mentre lo Shuttle è in orbita[42]. Esso ricopre
completamente la superficie dello Shuttle ed è costituito da sette diversi materiali a seconda della
[43][44][45].
protezione termica richiesta in una particolare parte del velivolo

L'orbiter ha cambiato il suo sistema di protezione termico diverse volte per ridurre il peso e il carico di
Simulazione al computer del calore
sulla navetta durante il rientro. Le lavoro. Le piastrelle di ceramica devono essere controllate dopo ogni volo per trovare eventuali
temperature all'esterno possono piastrelle rotte; inoltre assorbono umidità e quindi devono essere protette dalla pioggia. Questo
raggiungere i 1 650 °C durante inconveniente è stato dapprima risolto spruzzando sulle tegole il prodottoScotchgard; in seguito è stata
questa fase. sviluppata una soluzione ad hoc. In un secondo tempo molte tegole della sezione dello Shuttle, che da
un controllo accurato, risultarono meno calde, furono sostituite da grandi pannelli di un materiale
isolante avente la consistenza del feltro; ciò ha comportato il vantaggio di non dover ispezionare in
[46].
modo particolarmente accurato zone molto grandi del rivestimento (in particolare la zona del carico)

Gli alloggi dell'equipaggio


La navetta è in grado di ospitare fino a 8 astronauti su due ponti: uno di volo (Flight deck) e uno intermedio (Mid deck). In questi due livelli, più uno
scompartimento inferiore, portano ad un totale di 72 m2 disponibili, a fronte di soli 8,5 m2 della navicella spaziale russa Sojuz che trasporta tre
cosmonauti[47].

Ponte di volo
L'abitacolo può ospitare 4 persone. Nella configurazione di lancio, il comandante e il pilota sono posti anteriormente, davanti alla strumentazione,
rispettivamente a sinistra e a destra. Dietro al pilota siedono i due specialisti di missione. Una volta raggiunta l'orbita, i sedili, tranne quello del
comandante, vengono rimossi. Nella parte posteriore sono presenti pannelli di controllo del braccio robotico e gli ancoraggi che permettono agli
astronauti di mantenere una posizione fissa durante il lavoro. L'operatore del braccio dispone di due finestre che sifacciano
af sulla zona carico e due sul
soffitto dell'orbiter. A lato, due posti laterali sono dedicati a varie strumentazioni di controllo.

Nella parte anteriore, si trovano i comandi per la selezione dei diversi sistemi di propulsione e per la selezione dei computer GPC (general purpose
Computer). A sinistra, il comandante ha accesso ai sistemi di controllo termico, di pressurizzazione e climatizzazione e di antincendio. Di fronte al
pilota e al comandante sono collocati due indicatori: ADI (Attitude Direction Indicator) e l'HSI (Horizontal Situation Indicator) che forniscono
informazioni sulla velocità, sulla accelerazione e sulla posizione nello spazio. Alla sua destra, il comandante, ha i controlli per la potenza idraulica ed
elettrica.

Al centro, si trovano cinque MFD (Multi-function Display) che riportano le informazioni necessarie per le varie fasi della missione. Tra i due sedili si
trovano una tastiera, un timer, selezionatori di antenne e ponti radio, nonché indicatori di controllo di assetto. Frontalmente i piloti dispongono di un
joystick utilizzato per far ruotare la navetta sui tre assi.

Per minimizzare lo spazio necessario per il cockpit, un ampio pannello di interruttori è stato posizionato sul soffitto dell'abitacolo. Sul pavimento, una
[47].
pedaliera permette di ruotare iltimone di coda della navetta come un aereo, durante l'ultima fase dell'atterraggio
Ponte intermedio e dotazioni
Il ponte centrale è il luogo dove si svolge gran parte
della vita dell'equipaggio. Fino a tre sedili (quattro per
il Columbia tuttavia mai sfruttati completamente[47])
potevano essere installati durante il lancio e al rientro
per gli specialisti del carico utile

Sulla destra è presente un bagno per gli astronauti


Glass cockpit di ultima generazione mentre un angolo cottura permette all'equipaggio di
installato sulla flotta Shuttle a partire
preparare i pasti. Frontalmente sono installati
dal 2001. Configurazione di lancio della
orizzontalmente dei singoli compartimenti per il navetta:
riposo che possono essere chiusi come armadi. 1. Scomparti per oggetti
L'equipaggio qui dispone anche di un tapis roulant che utilizzano per mantenere la loro forma fisica in 2. Finestrini
assenza di peso[47]. 3. Passaggio tra il ponte di volo e
intermedio
Gli astronauti dispongono anche di presidi medici (SOMS, Shuttle Orbiter Medical System) che 4. Seggiolino pilota
permettono la cura di malattie o lesioni lievi. Si compongono di una scatola blu (MBK, Medications 5. Seggiolino comandante
6-9 Seggioli specialisti di missione
and Bandage Kit) contenenti farmaci e materiali per fasciature ed immobilizzazione di arti ed una
10. Avionica
scatola blu con strisce rosse (EMK, Emergency Medical Kit) contenente un kit di pronto soccorso e 11. Accesso al serbatoio diidrossido
dispositivi medici. Gli strumenti diagnostici di bordo e le informazioni fornite dall'equipaggio della di litio
navetta permettono il trattamento di lievi ferite o malesseri sotto la supervisione di medici che operano 12. Camera di compensazione
presso il centro di controllo missione di Houston.[48] 13. Seggiolino
14. Punto di attacco ali-fusoliera
15. Portello di accesso alla navetta
La camera di equilibrio 16. Motori di manovra anteriore.
La navetta dispone di una camera di equilibrio (o airlock) che permette all'equipaggio di effettuare
passeggiate spaziali. Quando gli Stati Uniti decisero di partecipare al programma della stazione
spaziale russa Mir, la camera venne modificata per permettere l'aggancio tra i due complessi. Questo sistema di aggancio è stato poi modificato per
permettere l'aggancio con laStazione Spaziale Internazionale[49].

Il sistema di calcolo
Il sistema di calcolo della navetta consiste in 200 computer assegnati a ciascun sistema. I sistemi originali erano dei computer IBM modello 360 basati
su processori Intel 8086, con sottosistemi di controllo video basati su microcontrollori RCA 1802, collegati a monitor analogici posti nella cabina di
pilotaggio, similmente agli attuali aerei di linea modello DC-10. Nelle ultime versioni la cabina di pilotaggio è basata su cinque computer APA-101S
ridondanti basati su processori 80386 ed è dotata di sistemi a tutto display. I cinque calcolatori di bordo usano complessivamente circa 2 MB di
memoria RAM a nuclei magnetici che, diversamente dalla normale RAM integrata a transistor, è completamente immune alle radiazioni. I computer
impiegano il linguaggio di programmazione HAL/S. Come nella tradizione del Progetto Apollo-Sojuz, anche delle calcolatrici programmabili vengono
portate a bordo (originariamente si usava il modelloHewlett-Packard 41C)[50].

Durante le fasi "critiche" (lancio ed atterraggio) i 5 computer che lavorano in parallelo eseguono gli stessi calcoli: ricevono le stesse informazioni e
sono sincronizzati 440 volte al secondo. Per superare gli errori del software, le decisioni sono prese a maggioranza quando c'è discrepanza tra i
risultati[51].

Sistemi energetici
Le navette spaziali sono alimentate a energia elettrica per mezzo di tre celle a combustibile. 2 832 kg
di ossigeno sono distribuiti in otto serbatoi di 95,3 cm di diametro e 1 584 kg di idrogeno in quattro
serbatoi di 115,6 cm di diametro. Queste 3 batterie garantiscono una tensione di 28 V per una intensità
compresa tra 61 e 436 A. Le celle a combustibile producono acqua che dopo una filtrazione può essere
utilizzata dagli astronauti. Le celle a combustibile sono un elemento critico dell'orbiter. In diverse
[52].
occasioni la durata della missione è stata accorciata a causa di loro guasti o malfunzionamenti

Idraulica Una cella a combustibile usata nelle


capsule spaziali.
Il sistema idraulico dello Shuttle viene utilizzato per indirizzare gli ugelli del motore SSME e per estrarre il carrello di atterraggio. L'alimentazione è
fornita da tre unità di potenza ausiliaria (APU, Auxiliary Power Unit), installate nella parte posteriore della navetta. Ognuna pesa circa 39 kg ed è in
grado di fornire una potenza di 138 hp attraverso una turbina azionata dai gas emessi durante la decomposizione catalitica di idrazina a 930 °C, la
turbina aziona poi unapompa con una portata di 4 litri al secondo. Il loro serbatoio di alimentazione contiene 134 kg di idrazina messa in pressione a 27
bar per mezzo di elio[53].

Il serbatoio esterno
Il serbatoio esterno (chiamato ancheexternal tank) contiene idrogeno e ossigeno liquidi.

Durante il decollo e l'ascesa dello Shuttle, esso fornisce il carburante e l'ossidante sotto pressione ai tre
propulsori principali situati sull'orbiter e viene espulso dopo 10 secondi dallo spegnimento dei
propulsori principali (Main Engine Cut Off, in sigla MECO).[54]

Il serbatoio è l'elemento più grande dello Space Shuttle e, quando viene riempito, anche il più pesante.
È costituito da tre componenti principali: il serbatoio di prua dell'ossigeno, un serbatoio intermedio
Il Serbatoio esterno transita davanti non pressurizzato che contiene la maggior parte dei componenti elettrici, il serbatoio di poppa
al VAB. dell'idrogeno.[55]

Oltre alle funzioni di fornitura di carburante, il serbatoio costituisce anche la struttura portante dello
Shuttle. Esso infatti fornisce il supporto strutturale per l'aggancio dei Solid Rocket Boosters e dell'orbiter. I due punti di ancoraggio per gli SRB sono
posizionati a poppa e a prua, mentre sono presenti un punto di aggancio a prua e due a poppa per l'orbiter. Nell'area di poppa sono anche presenti dei
collegamenti che trasportano fluidi, gas, segnali elettrici ed energia elettrica tra il serbatoio e l'orbiter. Anche i segnali e i controlli tra l'orbiter e i due
SRB transitano tramite queste connessioni.[54]

A differenza dei Solid Rocket Boosters, il Serbatoio Esterno non è riutilizzabile, si distrugge infatti durante il rientro nell'atmosfera terrestre prima
dell'impatto con l'Oceano Indiano o l'Oceano Pacifico, lontano dalle rotte marittime.

Durante le missioni STS-1 e STS-2 il serbatoio esterno era verniciato di bianco per proteggere l'isolamento che riveste la maggior parte del serbatoio
stesso. Miglioramenti di progetto e misure successive permisero di provare che la verniciatura non era necessaria, permettendo di risparmiare una
orbita.[56]
frazione di peso apprezzabile, aumentando quindi il carico utile che è possibile portare in

Altre riduzioni di peso sono state ottenute eliminando alcune parti interne nel serbatoio dell'idrogeno che si sono mostrate non necessarie. Ne è risultato
un modello di serbatoio esterno leggero che è stato poi adottato nella gran parte delle missioni dello Shuttle. Con il volo STS-91 si è visto l'impiego per
la prima volta di un serbatoio esterno superleggero, realizzato con la lega alluminio-litio 2195, più leggero di 3,4 tonnellate rispetto all'ultima
generazione di serbatoi leggeri. Poiché lo Shuttle non può volare senza equipaggio, tutti questi miglioramenti sono stati provati durante voli
operativi.[54]

I razzi a propellente solido (booster)


I due razzi laterali (SRB - Solid Rocket Booster) riutilizzabili forniscono la spinta principale allo
Shuttle al decollo e fino ad una altezza di 45,7 km. Inoltre essi portano l'intero peso del serbatoio
esterno e dell'Orbiter e trasmettono il peso del carico attraverso la loro struttura alla Mobile Launcher
Platform. Ogni SRB ha una spinta al decollo (a livello del mare) di circa 12,45 MN e poco dopo il
lancio la spinta aumenta fino a 13,78 MN - 14,67 MN. Ogni SRB è lungo 45,5 m e ha un diametro di
3,7 m con un peso al lancio di 570 tonnellate, pari al 60% della massa totale al decollo. Il peso del
carburante per ogni SRB è di 499 t e il peso a vuoto è di circa 87 t. Settantacinque secondi dopo la
separazione dallo Shuttle gli SRB raggiungono l'apogeo ad una altezza di circa 67 km e tornano a terra
rallentati da tre paracadute. Essi impattano nell'oceano a circa 226 km di distanza e vengono in seguito
recuperati.[57]

Gli elementi principali che costituiscono questo razzo sono il propulsore (involucro, carburante,
sistema di accensione, ugello), la struttura, il sistema di separazione, gli strumenti di operazioni per il
volo, l'avionica, le cariche pirotecniche, il sistema di decelerazione, il sistema di controllo vettoriale Lancio dello Space Shuttle Columbia
[58][59]
della spinta e il sistema di distruzione di sicurezza. per la missione STS-3

Ogni razzo è collegato al serbatoio esterno all'altezza della struttura di poppa tramite due supporti
laterali e un collegamento diagonale. Sulla piattaforma di lancio ogni razzo è anche connesso alla mobile launcher platform al bordo esterno anteriore
con quattro agganci esplosivi che vengono staccati al decollo.
Un SRB è costituito di sette segmenti di acciaio prodotti individualmente, assemblati a coppie dal costruttore e inviati al Kennedy Space Center tramite
un treno per l'assemblaggio finale. I segmenti sono collegati assieme tramite un supporto circolare chiuso con tre guarnizioni O-ring (ne erano utilizzati
due prima dell'incidente al Challenger) e uno speciale mastice termoresistente.[57]

Molti miglioramenti agli SRB erano stati pianificati per migliorare le prestazioni e la sicurezza, ma non sono mai stati messi in pratica; erano culminati
nel progetto Advanced SRB, che avrebbe dovuto essere prodotto nella metà degli anni novanta e che sarebbe stato notevolmente più semplice,
economico e probabilmente più sicuro a fronte di prestazioni superiori, ma che è stato in seguito cancellato per tagliare i costi dopo che erano già stati
investiti 2,2 miliardi di dollari. La cancellazione del progetto Advanced SRB ha portato allo sviluppo del serbatoio esterno superleggero, che dà una
parte dell'aumento di carico utile senza miglioramenti dal punto di vista della sicurezza. Inoltre l'aeronautica ha sviluppato un proprio progetto di
[60]
booster molto più leggero e in un singolo pezzo, ma anche questo è stato cancellato.

La flotta di Orbiter
La NASA ha costruito quattro Orbiter operativi (ognuno dei quali con caratteristiche diverse): Challenger, Columbia, Discovery, Atlantis; dopo la
distruzione del Challenger, venne costruito un quinto Orbiter: Endeavour
.

Esistevano anche due shuttle usati come modellini per gli studi: Pathfinder e Enterprise.

Challenger (OV-099, ex-STA-099): è stato il secondo orbiter costruito (nel 1982). V olò per la prima volta nel1983 durante la missione
STS-6. Rimase distrutto durante il lancio del suo decimo volo,STS-51-L, il 28 gennaio 1986.
Columbia (OV-102): è stato il primo orbiter in servizio operativo. Ha effettuato 28 voli tra il 1981 e il 2003 prima di distruggersi durante
il suo rientro in atmosfera il 1º febbraio 2003. Columbia pesava 3,6 tonnellate in più rispetto agli orbiters seguenti[61]: le ali e la
fusoliera risultavano essere più pesanti. Il Columbia era dotato di strumentazione usata per il controllo e il monitoraggio di moltissimi
parametri di volo durante i primi voli di test[62].
Discovery (OV-103): ha fatto il suo volo inaugurale nel1984, durante la missioneSTS-41-D Ha completato 39 missioni arrivando ad
essere l'Orbiter con il maggior numero di voli. È stato ritirato dal servizio dopo la missione STS-133.
Atlantis (OV 104): Ha fatto il suo volo inaugurale nel 1985 per la missioneSTS-51-J. È stato ritirato dal servizio dopo la missione
STS-135.
Endeavour (OV-105): Primo volo nel 1992 durante la missione STS-49. È stato costruito dopo la perdita del Challenger e ha
compiuto 26 voli. È stato ritirato dal servizio dopo la missioneSTS-134.

Gli Space Shuttle costruiti, in ordine cronologico (non raf


figurati l'Enterprise e il
Pathfinder)

Altri due Orbiter sono stati costruiti per lo sviluppo della navetta:

Enterprise (OV-101); consegnato alla NASA nel 1977, èstato il primo utilizzato per convalidare il trasporto della navetta sul retro del
Boeing 747. Negli anni successivi Enterprise è stato utilizzato per prove di vibrazione e per la validazione delle procedure di
montaggio prima del lancio dello Shuttle al Kennedy Space Center . Nel 1985 la navetta, che non era attrezzata per missioni in orbita,
è stata donata al Museo Nazionale dell'Aria e dello Spazio diWashington[63].

Pathfinder: costruito nel 1977 dal Marshall Space Flight Center è un modello in cui il peso, le dimensioni e la forma sono uguali a un
[64].
orbiter. Viene utilizzato per convalidare alcune procedure a terra
Esiste anche una copia dell'orbiter originale mai usata né per test né per missioni. Si tratta dell'
Explorer.

Statistiche di volo
(al 9 marzo 2011)
Satelliti
Equipaggio Agganci
Primo Tempo Distanza Volo più messi
Shuttle Orbite Voli e EVA con
volo di volo in km lungo in
passeggeri Mir/ISS
orbita
3 ottobre 293g 18h 13g 20h
Atlantis 4 648 194 168 813 32 191 32 7 / 11 14
1985 29m 37 s 12 m 44s
4 aprile 62g 07h 56m 8g 05h
Challenger 995 41 527 416 10 60 6 0/0 10
1983 15s 23m 33s
12 aprile 300g 17h 17g 15h
Columbia 4 808 201 497 772 28 160 7 0/0 8
1981 40m 22s 53m 18s
30 agosto 364g 12h 15g 02h
Discovery 5 830 238 539 667 39 252 47 1 / 13 31
1984 55m 31s 48m 08s
7 maggio 280g 09h 16g 15h
Endeavour 4 429 166 003 247 24 148 46 1 / 10 3
1992 39m 44s 08m 48s
1301g 18h 17,66g
Totale 20 710 841 736 915 133 811 138 9 / 34 66
41m 29s (STS-80)

La missione più lunga è stata laSTS-80, del novembre 1996, della durata complessiva di 17 giorni, 15 ore, 53 minuti e 18 secondi.

Svolgimento di una missione

Preparazione
Dopo che l'orbiter ha passato una revisione in uno dei tre edifici dedicati alla sua manutenzione
(Orbiter Processing Facility, o OPF), situati al Kennedy Space Center in Florida, riceve una parte del
carico utile della missione successiva e vengono caricati i materiali di consumo.[65] L'orbiter viene poi
pesato al fine di determinare con precisione il suo centro di gravità, dato fondamentale per la corretta
gestione dei parametri di volo da parte dei computer di bordo. Quindi la navetta viene trasferita al
Vehicle Assembly Building (VAB), l'enorme edificio di assemblaggio costruito per i razzi Saturn V
durante il programma Apollo. Qui viene messo in posizione verticale e vengono installati i due booster
laterali e il serbatoio esterno. Per eseguire tali procedure, si utilizzano due carroponte di 200 tonnellate
Atlantis nel Orbiter Processing
in grado di alzare la navetta a circa 100 metri. L'intero complesso viene posizionato sulla Mobile Facility per la preparazione alla
Launcher Platform che verrà utilizzata per spostarlo verso il luogo di lancio e come base per il decollo. missione STS-129.
Vengono poi testati i collegamenti meccanici ed elettrici tra i tre componenti e gli impianti di terra.
[66].
Tutte queste verifiche richiedono, teoricamente, almeno sei giorni

Sotto la piattaforma di lancio mobile, viene inserito un veicolo cingolato (il Crawler-transporter) che
permetterà di spostare l'intero complesso dal VAB fino alla rampa di lancio, muovendosi ad una
velocità inferiore a 2 km/h. Il veicolo, anch'esso un retaggio del programma Apollo, raggiunge la
destinazione in circa 6 ore. Ogni rampa di lancio (39A e 39B) è dotata di strutture che permettono il
completamento dei preparativi della navetta e cioè una torre metallica fissa (Fixed service structure o
FSS) e una parte mobile (Rotaring service structure) che può ruotare per ricoprire l'intera stiva
dell'orbiter. La parte fissa contiene le linee di alimentazione dei propellenti e altre strumentazioni,
nonché una passerella che permette all'equipaggio di entrare nella navetta. La parte mobile è costituita
Atlantis viene spostato, tramite il
da 5 livelli di piattaforme che consentono di lavorare sul vano di carico in un ambiente controllato.
Crawler-transporter, verso la zona di [66].
Essa fornisce, inoltre, l'accesso alla zona del motore
lancio.
Il carico utile trasportato dalla navetta spesso include molti componenti. Alcuni di questi sono destinati
a rimanere in orbita, come i componenti della Stazione Spaziale Internazionale, altri di fare ritorno
sulla Terra come contenitori di esperimenti o strutture destinati al trasporto di materiali. Tutti gli elementi del carico vengono controllati, imballati e
installati presso il Kennedy Space Center. Una parte è installata quando l'orbiter è in orizzontale e il resto direttamente sulla rampa di lancio. Altre
procedure svolte prima del lancio sono il caricamento del combustibile e la chiusura delle porte della stiva. L'ultima attività svolta prima del lancio è
una simulazione dello stesso che viene effettuata con l'equipaggio a bordo. Il conto alla rovescia inizia 47 ore prima del decollo e comprende una
revisione generale dei sistemi e del software di volo installato. A T -11 ore (T = ora di partenza) la struttura mobile (RSS) viene rimossa e il
[66].
caricamento di idrogeno e ossigeno liquido nel serbatoio esterno inizia

Lancio
Tutte le missioni Shuttle sono lanciate dal
Kennedy Space Center (KSC). Lo Shuttle
Launch Weather Officer, il responsabile al
monitoraggio delle condizioni
meteorologiche, controlla la situazione per
determinare se il lancio è possibile. In
particolare, le condizioni devono essere
accettabili anche in almeno un sito per
l'atterraggio di emergenza, che viene
chiamato Transatlantic Abort Landing
site[67]. Sono disponibili diversi siti per
l'atterraggio dello Shuttle. Le condizioni
meteorologiche accettabili escludono la
presenza di fulmini poiché, nonostante lo
Shuttle sia schermato elettricamente dalla
sua superficie conduttrice (come avviene
negli aerei di linea), durante il lancio la
Schema di una tipica missione
scia dei propulsori potrebbe fornire un
percorso conduttivo del fulmine verso
terra[68]. Inoltre non può essere effettuato il lancio se sono presenti dei cumulonembi ad incudine (cumulonimbus incus) entro 10 miglia nautiche
(19 km)[69].

Il giorno del lancio, dopo l'ultima pausa nel conteggio alla rovescia a T - 9 minuti, lo Shuttle inizia i preparativi finali. In questo periodo il conteggio
viene controllato automaticamente tramite computer del centro di controllo lancio, da un software chiamato Ground Launch Sequencer. Esso arresta
automaticamente il lancio se rileva un problema critico ad un qualunque sistema di bordo del velivolo.

A 16 secondi dal lancio, si attiva il sistema di soppressione del suono chiamato Sound Suppression System. Esso consiste nel riempimento della Mobile
Launcher Platform con 1 100 m³ di acqua in modo da proteggere l'orbiter dall'ener [70].
gia acustica riflessa generata dallo scarico dei propulsori

A 10 secondi dal lancio vengono attivati i sistemi di accensione dell'idrogeno sotto ognuno dei tre
ugelli dei propulsori dello Shuttle, in modo da eliminare eventuali gas stagnanti all'interno degli ugelli
prima della partenza vera e propria. L'accumulo di questi gas potrebbe infatti provocare un'esplosione
al momento dell'accensione. Viene iniziato, tramite le turbo pompe dei propulsori principali, il
caricamento della camera di combustione con idrogeno ed ossigeno liquidi.

A 6,6 secondi dal lancio vengono accesi i tre propulsori sull'orbiter, in modo sequenziale ad un
intervallo di 120 ms. I computer dello Shuttle (GPC) controllano che i propulsori raggiungano il 90%
della spinta nominale prima di iniziare l'orientamento finale degli ugelli nella configurazione di
lancio[71]. Quando i tre propulsori si accendono, l'enorme calore dello scarico trasforma una grande
quantità d'acqua del sistema di soppressione in vapore che si sprigiona dalla piattaforma di lancio. I tre
propulsori devono raggiungere il 100% della spinta entro 3 secondi dall'accensione; se tutto procede
come previsto, al momento del lancio vengono attivati i razzi a combustibile solido. Una volta accesi,
essi non possono essere spenti. Dopo l'avvio dei propulsori dell'Orbiter, ma mentre i booster sono
ancora connessi alla piattaforma di lancio, la differenza di spinta dei tre propulsori provoca lo
spostamento dell'intero gruppo di componenti (booster, serbatoio e orbiter) di 2 metri. Quando anche
Lancio dello Shuttle Atlantis all'alba gli SRB raggiungono una spinta stabile, 8 cariche pirotecniche NASA standard detonator (NSD)
nel 2001. Il sole è dietro la vengono fatte detonare in successione da un computer di bordo chiamato Master Events Controller per
telecamera e l'ombra dei gas di sganciare il velivolo dalla piattaforma di lancio[72].
scarico interseca la Luna
Poco dopo aver superato la torre della piattaforma di lancio, lo Shuttle inizia una manovra di rotazione
per impostare l'inclinazione orbitale. Il veicolo sale nell'atmosfera compiendo un arco, accelerando
man mano che il peso dei booster e del serbatoio diminuiscono. Quando si trova in orbita ad una altezza di circa 380 km la velocità è di 7,68 km/s
(27 650 km/h).

Il punto, chiamato Max Q, è quello in cui lo Shuttle subisce la massima pressione aerodinamica e per questo motivo la spinta dei tre propulsori è
temporaneamente diminuita per evitare stress alla struttura, particolarmente vulnerabile in alcune zone come le ali. In questo punto avviene un
fenomeno noto come singolarità di Prandtl-Glauert: il velivolo effettua la transizione a velocità supersonica e si formano delle nubi di condensazione
attorno ad esso[73].
Dopo 126 secondi dal lancio i booster sono esauriti e vengono distaccati dal velivolo attraverso
l'attivazione di cariche esplosive e dei piccoli razzi di separazione che li allontanano dal resto del
velivolo. Essi rientrano nell'atmosfera e sono rallentati da un sistema di paracadute fino
all'ammaraggio nell'oceano. Lo Shuttle continua ad accelerare verso l'orbita con i tre propulsori
principali. Al momento del distacco dei booster, il velivolo ha un rapporto spinta-peso inferiore a 1 —
ovvero i propulsori hanno spinta insufficiente per contrastare la forza di gravità e la velocità verticale
diminuisce temporaneamente. Tuttavia, il peso del propellente diminuisce man mano che viene
bruciato dai propulsori, e, dopo poco, il rapporto spinta-peso torna ad essere maggiore di 1,
aumentando l'accelerazione dello Shuttle (sempre più leggero) verso l'orbita.

La traiettoria a questo punto è molto piatta e quasi orizzontale. A circa 5 minuti e 45 secondi dopo la
partenza, l'orbiter ruota per orientare le antenne di comunicazione verso i satelliti.

Nelle ultime decine di secondi di spinta dei propulsori, la massa del velivolo è sufficientemente bassa
da richiedere la diminuzione della potenza di questi ultimi per limitare l'accelerazione a 3 g, per evitare
un eccessivo stress fisico all'equipaggio.
Lo Shuttle a Mach 2,46 e ad una
altezza di 66 000 piedi (20 000 m).
I tre propulsori vengono spenti prima dell'esaurimento completo del carburante, poiché se fossero attivi
Le superfici del velivolo sono
in assenza di carburante si danneggerebbero gravemente. La quantità di ossigeno si esaurisce prima
colorate in base al coefficiente di
dell'idrogeno, poiché l'ossigeno liquido tende a reagire violentemente. Il serbatoio esterno viene pressione e i contorni grigi
sganciato attraverso cariche esplosive. Esso precipita nell'atmosfera disintegrandosi prima di toccare la rappresentano la variazione di
superficie terrestre, generalmente sopra l'Oceano Indiano. La distruzione è agevolata dalla presenza di densità dell'aria circostante. I valori
idrogeno al suo interno, che lo fa letteralmente esplodere, in modo da limitare la grandezza dei sono calcolati con il software
OVERFLOW
frammenti in caduta.

L'orbiter attiva i propulsori Orbital maneuvering system (OMS) per allontanarsi dal serbatoio. Nelle
missioni verso la stazione spaziale i propulsori di manovra vengono attivati quando i propulsori principali sono ancora in funzione. In questo modo
[74].
l'orbiter è in un percorso che, nel caso di malfunzionamento dei propulsori, lo riporterebbe in un sentiero di discesa verso la terra

Procedure per il lancio


Il lancio di una missione dello Space Shuttle è controllato da un conto alla rovescia. Due orologi vengono utilizzati per il suo calcolo. Uno nonficiale,
uf
chiamato L (launch), indica il tempo reale rimanente al lancio e uno ufficiale, più spesso menzionato e chiamato T, che include diverse sospensioni
(hold) in concomitanza con lo svolgimento di alcune verifiche preliminari. Le sospensioni previste potranno essere allungate, qualora i parametri della
missione lo permettano, nel caso si presentasse la necessità di ulteriori verifiche o il dover correggere alcuni problemi. I lanci verso la Stazione Spaziale
Internazionale non consentono di estendere le sospensioni per lungo tempo a causa della limitata finestra di lancio a disposizione (della durata di non
più di 10 minuti)[75][76][77][78].

Fasi principali del lancio

T -43 ore e in funzione- Il Direttore dei Test dello Shuttle effettua la tradizionale chiamata alle postazioni e ildisplay del conto alla
rovescia viene attivato.

Inizia il controllo finale del veicolo e delle attrezzature per il lancio


Controllo dei sistemi di volo di riserva
Controllo del software di volo memorizzato nelle unità di memoria di massa e dei display
Caricamento del software di volo di riserva nei computer di uso generale dell'orbiter
Rimozione delle piattaforme del ponte intermedio e del ponte di volo
Attivazione e test dei sistemi di navigazione
Completamento della preparazione per caricare i reagenti e il sistema di distribuzione
Completamento delle ispezioni preliminari al ponte di volo
T -27 ore e sospeso - Questa è la prima sospensione programmata e di solito dura quattro ore.

Allontanamento dalla piattaforma di lancio di tutto il personale non necessario


T -27 ore e in funzione

Inizio delle operazioni per caricare i reagenti criogenici nei serbatoi delle celle a combustibile dell'
orbiter
T -19 ore e sospeso - Questa sospensione programmata di solito dura quattro ore.

Distacco dell'unità ombelicale intermedia dell'orbiter


T -19 ore e in funzione

Inizia la preparazione finale dei tre motori principali dell'orbiter


Riempimento del serbatoio dell'acqua del sistema di soppressione acustica
Chiusura dei servizi della coda sullapiattaforma di lancio
T -11 ore e sospeso - La durata di questa sospensione programmata varia, ma di solito dura dalle 12 alle 13 ore.

Preparazione dell'equipaggiamento degli astronauti


Spostamento della struttura di servizio rotante nella posizione "park"
Attivazione delle unità di misurazione inerziale e dei sistemi di comunicazione
T -11 ore e in funzione

Inizio dei controlli funzionali deltracker stellare


Caricamento della pellicola nelle numerose cineprese sulla rampa di lancio
Attivazione delle celle a combustibile
Allontanamento dall'area a pericolo di esplosioni di tutto il personale non necessario
Passaggio dei depuratori dell'aria dell'orbiter all'azoto gassoso
T -6 ore e sospeso - Questa sospensione programmata di solito dura due ore.

La squadra di lancio verifica che non ci siano violazioni dei criteri per il lancio prima di caricare il serbatoio esterno con i
propellenti
Allontanamento di tutto il personale dalla piattaforma di lancio
Raffreddamento delle linee di trasferimento del propellente
Inizio del caricamento del serbatoio esterno con circa1 900 m³ di propellenti criogenici
T -6 ore e in funzione

Conclusione del caricamento del serbatoio esterno con il carico di idrogeno liquido e ossigeno liquido
Il Final Inspection Team arriva alla rampa di a
l ncio per effettuare una dettagliata ispezione del veicolo
T -3 ore e sospeso - Questa sospensione programmata di solito dura due ore

Esecuzione della calibrazione pre-volo dell'unità di misurazione inerziale


Allineamento delle antenne dell'Area di Lancio diMerritt Island
T -3 ore e in funzione

L'equipaggio parte per la rampa di lancio


Completamento della preparazione per la chiusura della White Room della rampa di
lancio
I membri dell'equipaggio iniziano ad entrare nell'orbiter
Controllo del posizionamento degli interruttori dell'abitacolo
Gli astronauti effettuano un controllo radio con il centro di controllo del lancio
(Kennedy Space Center) e il controllo di missione (Johnson Space Center)
Chiusura del portellone dell'orbiter e ricerca di eventuali perdite
Completamento della chiusura della White Room Gli astronauti Rex Walheim e Sandra
La squadra addetta alla chiusura si porta alla zona di rientro Magnus stanno per entrare nello
I dati principali del sistema di guida sono trasferiti al sistema di riserva Space Shuttle Atlantis per la
missione STS-135. Mancano poche
T -20 minuti e sospeso- Questa sospensione programmata di solito dura 10 minuti.
ore al lancio
Il Direttore dei Test dello Shuttle effettua l'ultimo briefing
Completamento dell'allineamento dell'unità di misurazione inerziale
T -20 minuti e in funzione

Passaggio del computer di bordo dell'orbiter alla configurazione di lancio


Inizio del condizionamento termico delle celle a combustibile
Chiusura delle valvole di sfiato della cabina dell'orbiter
Passaggio del sistema di volo di riserva alla configurazione di lancio
T -9 minuti e sospeso- Questa è l'ultima sospensione programmata e la lunghezza varia a seconda della missione.

Il direttore del lancio, la squadra di gestione della missione e il direttore dei test dello Shuttle chiedono ai propri team per un go/no
go al lancio
T -9 minuti e in funzione

Avvio della sequenza automatica di lancio dalla Terra.


Ritrazione del braccio di accesso all'orbiter (T
-7 minuti, 30 secondi)
Avvio unità di registrazione della missione (T-6 minuti, 15 secondi)
Avvio delle unità di alimentazione ausiliarie (T
-5 minuti, 0 secondi)
Avvio del recupero dell'ossigeno liquido (T-4 minuti, 55 secondi)
Inizio dei test sulle superfici aerodinamiche dell'orbiter
, seguiti dai test sull'orientamento dei motori principali (T
-3 minuti, 55
secondi)
Pressurizzazione del serbatoio dell'ossigeno liquido (T -2 minuti, 55 secondi);
Ritrazione del braccio per lo sfiato dell'ossigeno gassoso, o "beanie cap" (T-2 minuti,
55 secondi)
I membri dell'equipaggio chiudono e bloccano le visiere dei caschi (T -2 minuti, 0
secondi)
Pressurizzazione del serbatoio dell'idrogeno liquido (T -1 minuto, 57 secondi)
Spegnimento riscaldatori bi-pod (T-1 minuto, 52 secondi)
Spegnimento dei riscaldatori dei giunti dei SRB (T -60 secondi)
L'orbiter è alimentato solo dall'energia interna (T-50 secondi)
Il sistema di controllo del lancio a terra è pronto per la sequenza di avvio automatica
(T-31 secondi)
Attivazione del sistema di soppressione acustica della rampa di lancio(T-16 secondi)
Attivazione del sistema di combustione dell'idrogeno dei motori principali (T-10
secondi)
Accensione dei motori principali (T-6,6 secondi)
T -0

Accensione dei razzi a combustibile solidoe decollo[79]

Cancellazione del lancio


T-0: si accendono gli SRB e lo Space
Nel caso di problemi durante il lancio l'operazione dei Shuttle decolla.
razzi SRB non può essere fermata. Dopo l'accensione
degli SRB, le modalità di cancellazione della
missione possono essere applicate solo dopo che sono esauriti e sono stati sganciati. Sono previste le
seguenti modalità di cancellazione[80]:

Ritorno al sito di lancio (RTLS, Return To Launch Site); non si è mai verificata
Cancellazione con atterraggio nella Costa orientale ECAL,
( East Coast Abort Landing); non
si è mai verificata
Pannello di selezione delle modalità Cancellazione con atterraggio transoceanico TAL,( Transoceanic Abort Landing); non si è
di interruzione sullo Space Shuttle mai verificata[81]
Challenger. Fotografia presa durante Cancellazione a lancio completato A ( OA, Abort Once Around); non si è mai verificata
STS-51-F. Cancellazione verso un'orbita (ATO, Abort to Orbit); si è verificata durante la missioneSTS-
51-F; ha costretto a ripianificare la missione, ma la missione è stata comunque dichiarata
completata con successo[82].
La modalità di cancellazione dipende da quando, nella fase di ascesa, la cancellazione stessa si rende necessaria. Se l'idrogeno e l'ossigeno non sono
necessari, vengono consumati deliberatamente in modo da poter abbandonare il serbatoio esterno in modo sicuro.

Una cancellazione con atterraggio transoceanico deve essere dichiarata in un intervallo di tempo che va approssimativamente da T+2min,30s (decollo
più due minuti e trenta secondi) e lo spegnimento dei motori principali, a circa T+8min,30s L'atterraggio potrebbe avvenire nella Base Aerea di Ben
Guerir, in Marocco; all'Aeroporto internazionale di Banjul, Gambia; nella Base Aerea di Saragozza o nella Base Aerea di Morón de la Frontera in
Spagna[81].

Se l'orbiter non riuscisse a raggiungere una pista, sarebbe costretto ad atterrare sul terreno o ad ammarare; è improbabile che l'equipaggio che si
trovasse ancora a bordo possa sopravvivere[83].

Comunque, nel caso in cui lo Shuttle sia in volo planato controllato, il sistema di fuga per l'equipaggio permette l'evacuazione per mezzo di lancio con
paracadute. Una particolare pertica permette ai membri dell'equipaggio di accedere a una via di fuga che conduce sottoala
l' sinistra dell'Orbiter.

Nei due incidenti che si sono verificati avvenne tutto così in fretta che si poté fare ben poco; l'unica contromisura ebbe luogo durante il volo STS-51:
poiché i razzi SRB erano ancora accesi dopo che si erano separati dal resto del veicolo, furono fatti esplodere da un comando inviato dalla NASA che
[84].
ha innescato delle cariche esplosive che sono installate a questo scopo

Rientro e atterraggio
Quasi tutte le procedure di rientro atmosferico dello Shuttle sono controllate dai computer, anche se è sempre possibile accedere ai controlli manuali in
caso di emergenza. L'avvicinamento e l'atterraggio possono essere controllate dalpilota automatico, ma normalmente sono effettuate dai piloti.

Il veicolo inizia il rientro attivando i propulsori OMS di manovra, mentre vola "sottosopra" e con la coda dell'orbiter in direzione del movimento. I
motori restano accesi per 3 minuti, riducendo la velocità dello Shuttle di circa 90 m/s ed abbassando il suo perigeo verso l'atmosfera superiore.
Successivamente ruota su se stesso, ponendo la prua verso l'alto.
La densità dell'aria inizia a manifestare i suoi effetti quando il velivolo si trova a 400 000 piedi
(120 000 m) di altezza ad una velocità di 8,2 km/s (Mach 25). Il veicolo in quel momento è controllato
dai propulsori del Reaction Control System e dalle superfici di volo, in modo da mantenere un assetto
cabrato di 40°. Questa posizione produce un notevole attrito che non solo rallenta l'orbiter fino a
raggiungere una velocità di atterraggio, ma diminuisce anche il riscaldamento esterno. Inoltre, il
veicolo effettua un percorso con curve a "S" con angolo di virata di 70°[85].

Il rapporto massimo di planata (rapporto resistenza-


Il Columbia tocca la pista al Kennedy
portanza) muta considerevolmente con la velocità,
Space Center al termine della
passando da 1:1 a velocità ipersoniche, 2:1 a velocità missione STS-73
supersoniche fino a raggiungere 4,5:1 in volo
subsonico durante l'avvicinamento e l'atterraggio[86].

Nell'atmosfera inferiore l'orbiter si sposta come un "aliante", tranne per la velocità di discesa
considerevolmente più elevata (50 m/s).
Endeavour dispiega il paracadute per
Quando ha rallentato a circa Mach 3, vengono attivate due sonde sulla parte destra e sinistra della
aumentare la frenata.
fusoliera inferiore dell'orbiter, per misurare la pressione atmosferica in relazione al movimento del
veicolo.

Quando inizia la fase di avvicinamento e atterraggio, l'orbiter si trova a 3 000 m di altezza e ad una distanza di 12 km dalla pista. I piloti applicano i
freni aerodinamici per rallentare il velivolo da 682 km/h a circa 346 km/h (velocità finale di atterraggio). Il carrello di atterraggio viene fatto scendere
quando l'orbiter si muove a 430 km/h. Quando le ruote toccano la pista, per aiutare i freni, viene dispiegato un paracadute che si sgancia quando ha
rallentato l'orbiter a circa 110 km/h.

Dopo l'atterraggio, il veicolo si arresta sulla pista per diversi minuti in modo da disperdere i velenosi vapori di idrazina, utilizzata come carburante sia
nel reaction control system che nelle tre auxiliary power unit. Inoltre è necessario attendere un certo periodo di tempo per far raffreddare la fusoliera
esterna prima di poter far scendere gli astronauti[85].

Simulazione dello scudo Una simulazione al Un modello di Shuttle


termico esterno dello computer della velocità sottoposto a test in una
Shuttle ad una dei flussi d'aria attorno galleria del vento nel
temperatura superiore ai allo Shuttle durante il 1975. Il test simulava i
1,500 °C durante il rientro. gas ionizzati che
rientro. circondano lo Shuttle
durante il rientro.

Procedure per l'atterraggio


Per iniziare l'atterraggio, l'Orbiter ruota in modo da tenere la coda nella direzione dell'orbita ed effettua una accensione dei propulsori detta Deorbit
Burn, per uscire dall'orbita. Questa accensione infatti rallenta la navetta ed essa inizia la discesa verso l'atmosfera terrestre. L'accensione dura dai tre ai
quattro minuti e l'atterraggio avviene circa un'ora dopo. Il momento dell'accensione viene chiamato
Time of Ignition - TIG.

Fasi principali dell'atterraggio

TIG-4 ore

Inizio preparazione per l'atterraggio


Computer di bordo configurati per il rientro
Sistemi idraulici che comandano le superfici aerodinamiche configurati per il rientro
TIG-3 ore
Chiusura della stiva di carico
Conferma del Controllo Missione
TIG-2 ore

L'equipaggio indossa le tute di lancio e si fissa ai sedili


TIG-1 ora

Conferma del Controllo missione per l'accensione per l'uscita dall'orbita


TIG

Accensione propulsori per 3 o 4 minuti


Atterraggio - 30 minuti

L'orbiter e il suo equipaggio iniziano a sentire gli ef


fetti dell'atmosfera. A questo punto l'orbiter si trova a circa 80 miglia (129 km)
di altezza ed è il punto dell'Entry Interface o Interfaccia d'ingresso.
Per rallentare la discesa, l'Orbiter effettua una serie di quattro virate di 80° formando una "S"
Atterraggio - 5 minuti

L'Orbiter continua a rallentare la sua velocità e il comandante prende il controllo manuale del velivolo, scendendo a 19°
Atterraggio - 15 secondi

Estensione del carrello di atterraggio


Atterraggio

L'orbiter tocca la pista ad una velocità compresa tra 344 km/h e 363 km/h
Pochi istanti dopo viene aperto il paracadute per rallentare

Siti di atterraggio
Condizioni permettendo, lo Shuttle atterra sempre al Kennedy Space Center; tuttavia, se la situazione meteorologica non rende possibile l'atterraggio, è
possibile utilizzare la base di Edwards in California o altre piste di atterraggio. LoSpace Shuttle Columbia, durante la missione STS-3 atterrò anche alla
White Sands Missile Range nel Nuovo Messico, anche se questo sito è considerato come ultima scelta poiché gli ingegneri temono che la sabbia possa
danneggiare la parte esterna dell'orbiter.

Le operazioni di manutenzione
Al termine della missione, l'orbiter viene spostato in uno dei tre edifici dedicati (Orbiter Processing
Facility OPF) che si trovano al Kennedy Space Center, in cui vengono eseguite le operazioni di
manutenzione ordinaria. L'orbiter viene sollevato da diverse piattaforme mobili che permettono
l'accesso alle diverse parti della navetta. Per prima cosa vengono aperte le porte del vano carico ed
estratto il carico utile della missione precedente. Molte altre componenti vengono poi rimosse per
essere analizzate con più cura, tra cui i tre motori principali (SSME) che vengono revisionati in un
edificio dedicato (Main Engine Processing Facility)[87].
Lo Shuttle Discovery viene portato
Lo scudo termico viene analizzato mattonella per mattonella e quelle che risultano danneggiate o nell'OPF al termine della missione
mostrano segni di cedimento vengono sostituite. Vengono analizzati e corretti i malfunzionamenti che STS-114.
si sono verificati nell'ultima missione. Il carrello di atterraggio e altre componenti strutturali vengono
accuratamente ispezionati. La manutenzione e la configurazione dell'Orbiter per la missione successiva
ha mediamente la durata di meno di 100 giorni[66].

Aggiornamenti
Le operazioni di manutenzione e aggiornamento vengono eseguite periodicamente con due obiettivi principali: limitare il rischio e ridurre i costi di
manutenzione. Alcuni aggiornamenti apportati nel 2000 hanno avuto lo scopo di ridurre il rischio di perdita della navetta durante la fase di ascesa e di
migliorare le informazioni a disposizione delle squadre di emergenza. Queste migliorie hanno ridotto il rischio di perdita della navetta da 1/248 a 1/483.
Questo rischio, stimato a 1/78 nel1988 per la missione STS-26, fu ridotto a 1/248 agendo soprattutto sull'affidabilità degli SSME[88].

Tra i più importanti aggiornamenti effettuati sulla navetta si possono citare[89]:

Rafforzamento del carrello per consentire l'atterraggio dello Shuttle allaShuttle Landing Facility;
L'installazione della camera di compensazione e sistema di ancoraggio nel vano di carico dello Shuttle per l'attracco con la stazione
spaziale Mir;
L'installazione di un glass cockpit di moderna concezione in cabina di comando al posto della strumentazioneanalogica.
L'aumento della potenza massima dei motori SSME portati, dopo varie modifiche, al 109% della potenza originale (ma in condizioni
normali non si supera il 104%).

Tipologie di missioni
Lo Space Shuttle è stato progettato come un veicolo dotato di grande versatilità. Durante la sua vita operativa è stato impiegato per il trasporto di grandi
carichi verso diverse orbite, per il trasferimento dell'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale e per effettuare missioni di manutenzione come
quelle sul telescopio spaziale Hubble.

Tipologie di missione negli anni di operatività.

Lancio e manutenzione di satelliti


All'inizio della fase operativa dello Space Shuttle, il suo principale compito era quello di inserire in
orbita satelliti. La NASA sperava di abbassare i costi di lancio grazie alla riusabilità della navetta.
Durante la prima missione operativa, STS-5, che seguiva i primi voli di test, il Columbia ha messo in
orbita bassa i satelliti di comunicazione Anik C-3 e SBS-C che poi raggiunsero l'orbita geostazionaria
[90]
utilizzando il proprio motore. Anche le tre missioni successive furono dedicate al lancio di satelliti.

Lo Shuttle è l'unico veicolo spaziale capace di riportare i satelliti sulla Terra. La prima missione di
questo tipo è stata la STS-51-A. La navetta è anche in grado di raggiungere satelliti e agganciarli in
modo da permettere all'equipaggio di effettuare delle riparazioni. Il caso più noto è quello del
telescopio spaziale Hubble: cinque missioni dello Space Shuttle sono state dedicate ai lavori di
manutenzione al fine di estenderne la vita operativa. La prima missione ha potuto salvare il telescopio
I lavori sul telescopio spaziale spaziale che inizialmente non era in grado di funzionare a seguito di un errore di progettazione.
Hubble nel corso della missione L'ultima missione per questo scopo, laSTS-125, ha avuto luogo nel 2009.[91]
STS-103.
Dopo il disastro del Challenger nel 1986, venne deciso che la navetta non avrebbe più portato satelliti
commerciali in orbita ma solo satelliti militari, scientifici e governativi. Il lancio di questi risultò, al
contrario delle aspettative, molto costoso e a poco a poco si è tornati ad utilizzare lanciatori convenzionali. L'ultima missione dello Shuttle per lanciare
un satellite è stata la STS-93 che mise in orbita il Chandra durante l'estate 1999.[92]

Lancio di sonde spaziali


Lo Shuttle era stato concepito anche per il lancio di sonde spaziali e a tal fine, nell'ambito del progetto Shuttle-Centaur, era stata sviluppata una
versione del razzo Centaur adatta ad essere trasportata dalla navetta spaziale. Dopo il disastro del Challenger del 1986, il trasporto del Centaur venne
ritenuto pericoloso e al suo posto si preferì utilizzare l'Inertial Upper Stage[93]. La navetta spaziale ha lanciato alcune importanti sonde interplanetarie,
come: la Sonda Magellano, la Sonda Galileo e la Sonda Ulisse; in seguito, per il lancio delle sonde si è tornati ailanciatori convenzionali.

Laboratorio spaziale
La ricerca nel campo della microgravità è stato un altro importante obbiettivo delle missioni Shuttle.
La navetta offre una piattaforma flessibile che consente di eseguire esperimenti di qualsiasi tipo. Il
vano carico può ospitare esperimenti esposti in vuoto o in un modulo pressurizzato in cui l'equipaggio
può svolgere attività di ricerca, in ambiente vivibile. Il primo laboratorio di questo tipo è stato lo
Spacelab sviluppato dalla Agenzia spaziale europea, il cui volo inaugurale ha avuto luogo durante la
missione STS-9 nel novembre 1983. Spacelab ha partecipato a 22 missioni Shuttle, l'ultimo volo si è
avuto nel 1998 con laSTS-90.[94][95]

Lo Spacehab fu il successore di Spacelab. Molto più flessibile, lo spazio laboratorio poteva essere
utilizzato anche per trasporto materiale verso la Stazione Spaziale Internazionale.[96][97] L'ultima
missione dedicata esclusivamente alla ricerca è stata la STS-107 dello Space Shuttle Columbia,
esploso poi nella fase di rientro. Lo Spacelab installato nella stiva

Anche le missioni Shuttle che non sono principalmente finalizzate alla ricerca scientifica portano con
sé esperimenti. Spesso nel vano di carico vengono inseriti esperimenti scientifici che vengono eseguiti automaticamente. L'equipaggio spesso svolge
anche esperimenti sul ponte della navetta, durante la permanenza in orbita.

A servizio delle stazioni spaziali


Grazie alla sua flessibilità, lo Shuttle si è rivelato il mezzo ideale per l'assemblaggio di una stazione
spaziale e per il suo rifornimento. La Stazione Spaziale Internazionale dipende molto dai voli della
navetta. Molti componenti della stazione sono di una dimensione che non consente loro la messa in
orbita da parte di altri razzi. D'altra parte, il braccio Canadarm della navetta è stato utilizzato per
assemblare i moduli direttamente sulla stazione. La navetta ha inoltre consentito la rotazione
dell'equipaggio permanente sulla stazione.

A causa dell'importante ruolo svolto dalla navetta nell'assemblaggio della stazione, la messa a terra
della flotta degli Shuttle dopo il disastro del Columbia, avvenuto nel febbraio 2003, ha portato al rinvio
di alcune tappe fondamentali di diversi anni. Diversi esperimenti scientifici che dovevano essere
installati nella stazione stessa sono stati cancellati.

Atlantis lascia la stazione spaziale Negli anni novanta la navetta ha compiuto diversi voli per la stazione russa Mir. Tra il 1995 e il 1998
Mir. lo Shuttle ha attraccato nove volte alla stazione, in relazione al programma Shuttle-Mir, la prima
collaborazione tra le due potenze dopo ilprogramma Apollo-Soyuzdel 1975.[98][99]

La fase operativa dello Shuttle

Lo Shuttle per conquistare il mercato dei lanci commerciali (1982-1985)


L'11 novembre 1982 lo Shuttle Columbia inizia la fase operativa del programma con la missione STS-5 in cui mette in orbita due satelliti per
telecomunicazioni privati. In questo momento la navetta possiede il monopolio del mercato statunitense per i lanci di satelliti, sia pubblici che privati,
militari o civili. La NASA sperava di raggiungere una frequenza di un lancio a settimana. Allo scopo di attirare clienti internazionali, il costo del lancio
è sottovalutato e vengono praticati sconti anche per i lanci di satelliti militari. Grazie a questi incentivi già nove operatori di telecomunicazione
internazionali si rivolsero alla NASA per il lancio dei propri satelliti, questo portò al lancio di 24 satelliti commerciali nei primi tre anni di attività della
navetta. Il numero teorico di satelliti trasportabili in una sola missione è di cinque, ma non potendo prevedere le conseguenze di un atterraggio di
emergenza con tale peso, la NASA, prudentemente preferì fissare a tre il numero massimo. La navetta mise anche in orbita i satelliti TDRS della
NASA. Il 4 aprile 1983 allo Shuttle Columbia si affiancò una nuova navetta: il Challenger. In questi primi iniziarono anche le missioni con a bordo lo
Spacelab che fu portato in orbita per quattro volte[100].
Il pubblico seguì con vivo interesse i primi voli della navetta che vantava caratteristiche uniche, ma la
grande richiesta di lanci, da parte di clienti internazionali, mascherava le prime difficoltà finanziarie
del programma. Nel 1985 apparve chiaro che la NASA aveva dei problemi a lanciare più di uno
Shuttle al mese, una frequenza di cinque volte inferiore a quella preventivata e su cui si basavano i
calcoli di budget. La manutenzione, infatti, apparve estremamente più complessa del previsto e questi
[101].
costi non poterono essere caricati sul budget dell'ente, poiché era bloccato fino al 1988

Intanto vennero prodotti altri due Orbiter: il Discovery nel novembre del 1983 e l'Atlantis nell'aprile
del 1985[102][103]..

Un satellite per telecomunicazioni


viene rilasciato dalla stiva dello
Il disastro del Challenger e le sue conseguenze (1986)
Space Shuttle Columbiadurante la
missione STS-5, la prima del Il 28 gennaio 1986 la navetta Challenger andò
programma con uno scopo operativo, distrutta dopo 73 secondi dal lancio, uccidendo
dopo i primi quattro test. l'intero equipaggio della missioneSTS-51-L. La causa
fu un guasto a una guarnizione, detta O-ring, nel
segmento inferiore del razzo a propellente solido
(SRB) destro[104]. Questa era la venticinquesima missione del programma e il decimo volo del
Challenger. L'indagine della Commissione Rogers evidenziò la cattiva gestione del programma da
parte della NASA: Il problema che ha causato l'incidente era già stato identificato ma sottovalutato a
[105]. Il rapporto rivelò
causa di un miope approccio e di una mancanza di dialogo tra i vari responsabili
inoltre che i rischi delle missioni erano superiori a quanto stimato. La disintegrazione delChallenger al
decollo della missioneSTS-51-L.
Questo rapporto modificò pesantemente l'operatività della navetta. Venne infatti stabilito che il lancio
di satelliti e qualunque altra operazione spaziale che non avesse dovuto disporre di un equipaggio per il
suo raggiungimento, si sarebbe realizzata mediante lanciatori convenzionali, in modo da non rischiare inutilmente vite umane, cosa ritenuta moralmente
inaccettabile per una missione spaziale. Questa scelta comportò la fine della carriera commerciale dello Space Shuttle. Poiché lo sviluppo di lanciatori
europeo Ariane[101].
convenzionali era rimasto fermo per l'utilizzo della navetta, questo contribuì al successo del lanciatore

Il Challenger venne sostituito dall'Endeavour, costruito con parti di ricambio delle altre navette, nel maggio del1991[106].

L'operatività della navetta dopo ilChallenger (1988-2003)


Dopo una pausa durata trentadue mesi, la prima missione dopo l'incidente, STS-26, fu lanciata il 29 settembre 1988. Dopo l'incidente del Challenger il
Dipartimento della Difesa rinunciò all'uso della navetta spaziale. Una navetta e una base di lancio dedicata esclusivamente alle necessità militare era
stata costruita presso la Vandenberg Air Force Base e stava per essere inaugurata al momento dell'incidente Challenger: non sarà mai utilizzata.
Nonostante la nuova scelta per l'uso della navetta, vari satelliti (TDR, telecomunicazioni satellitari) e sonde (Galileo e Ulisse) furono inviati nello
[107].
spazio grazie ad essa, poiché il loro design non consentiva la messa in orbita per mezzo di vettori tradizionali

L'incidente Shuttle Columbia e la decisione di cancellare il programma (2003-2010)


Il 1º febbraio 2003 l'orbiter Columbia, dopo che lo scudo termico rimase danneggiato da un pezzo del
serbatoio esterno staccatosi al momento del lancio, si disintegrò durante il rientro atmosferico
uccidendo tutti i membri del suo equipaggio[108]. Ancora una volta venne messa in discussione la
gestione del programma da parte della NASA: l'anomalia che aveva portato al disastro era già nota, ma
non venne mai risolta[109]. Inoltre, il fitto calendario di montaggio della Stazione Spaziale
Internazionale, imposto nel 2001 dai tagli al bilancio imposti dalla NASA, mise sotto pressione l'ente
spaziale tanto da fargli sottovalutare i rischi. Quando dopo 18 mesi i voli ripresero con la missione
STS-114, molte misure vennero adottate per limitare i rischi. Ad ogni missione venne imposta una
Una commemorazione improvvisata
all'entrata principale delJohnson accurata ispezione dello scudo termico (mediante l'Orbiter Boom Sensor System) una volta raggiunta
Space Center a Houston, dopo l'orbita. Se la valutazione avesse riscontrato dei problemi irrisolvibili, un secondo Shuttle era pronto
l'incidente del Columbia. per essere lanciato per compiere una missione di salvataggio (missione chiamata
STS-3xx).

Il 15 gennaio 2004, il Presidente statunitense George W. Bush rese pubblici gli obiettivi a lungo
termine del programma spaziale americano nel campo dell'esplorazione del sistema solare e delle missioni umane. Questa strategia è formalizzata nel
[110][111]
Vision for Space Exploration. La definizione di questo documento fu spinta da due motivazioni
La NASA doveva sostituire la flotta di navette spaziali, che risaliva a quasi tre decenni
prima, ma la Stazione Spaziale doveva essere completata e resa pienamente operativa;
Il Presidente voleva ricondursi ai successi del Programma Apollo, fissando obiettivi
ambiziosi e coinvolgenti che vedevano in primo piano l'esplorazione dello spazio da
parte dell'uomo.

Le ultime missioni
Facendo eco all'approccio del Presidente John Kennedy, George W. Bush chiese alla NASA di
realizzare un programma che consentisse di effettuare viaggi sulla Luna entro il 2020. Questo
programma prese il nome di Programma Constellation. Si stabilì inoltre che i voli dello Shuttle Lancio di STS-114, lo Shuttle torna a
volare.
dovessero terminare entro il 2010, quando la Stazione Spaziale Internazionale doveva essere
completata[112].

Nel 2010, il presidente neoelettoBarack Obama, cancellò il Constellation per motivi di bilancio e protrasse la vita dello Shuttle fino alla prima metà del
2011, con la missione conclusivaSTS-135 effettuata l'8 luglio[113][114].

La fine dell'era dello Shuttle


Il 21 luglio 2011, con l'atterraggio al Kennedy Space Center
dell'STS-135 Atlantis, lanciato l'8 luglio 2011, si conclude
ufficialmente l'era dello Space Shuttle. I tre orbiter rimasti,
Discovery (OV-103), Atlantis (OV-104) ed Endeavour (OV-105)
saranno ricondizionati per poter essere esposti in diversi musei di
storia aerospaziale negli Stati Uniti a partire dal 2012. Essi si
andranno ad aggiungere all'orbiter Enterprise (OV-101) che non ha
mai volato nello spazio ed è servito unicamente per le prove
dinamiche di rientro ed atterraggio.[115]

Molte parti utilizzate nel programma verranno esposte in vari musei.


Circa 7 000 piastrelle facenti parte dello scudo termico sono state
L'Atlantis fa il suo ritorno al KSC dopo la sua ultima missione,STS-
proposte, a 25 dollari l'una, alle scuole e università statunitensi che
135.
ne faranno richiesta.[116]

Il 12 aprile 2011, la NASA ha annunciato i siti in cui verranno


esposti gli Orbiter rimasti:[117][118]

L'Atlantis è esposto all'interno dello Space Shuttle Atlantis HOME nell'area visitatori del
Kennedy Space Centera Cape Canaveral,
Florida.
Il Discovery è stato posto al Steven F. Udvar-Hazy Center dello Smithsonian Institutionin Virginia, vicino a Washington, D.C. a partire
dal 21 aprile 2012
L'Endeavour sarà esposto presso ilCalifornia Science Centerdi Los Angeles, California.
L' Enterprise (orbiter utilizzato per i test in atmosfera), precedentemente esposto alSteven F. Udvar-Hazy Center è stato spostato
all'Intrepid Sea-Air-Space Museum di New York.
Il Pathfinder (il modellino per i test) è esposto nel museoUnited States Space & Rocket Centerad Huntsville, in Alabama.

Note
1. ^ Space Transportation System in inglese letteralmente significa "sistema di trasporto spaziale".
2. ^ Space Shuttle tradotto letteralmente significa "navetta spaziale".
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Voci correlate
Programma Buran
Programma Space Shuttle
Lista delle missioni dello Space Shuttle
Cronologia delle missioni dello Space Shuttle
Serbatoio esterno dello Space Shuttle
Space Shuttle Solid Rocket Booster
NASA
Space Shuttle Explorer
Shuttle Training Aircraft
Toilette spaziale
SSTO

Altri progetti
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Collegamenti esterni
(EN ) Reference manual, su science.ksc.nasa.gov.
(EN ) Orbiter Vehicles, su science.ksc.nasa.gov.
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