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Anno III° numero 33 - Copie inviate n.

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06 aprile 2018 Chioggia

ASSEMBLEA COMUNALE
DELL’A.N.P.I. DI CHIOGGIA
SABATO 14 APRILE ALLE ORE 15.30
Presso la “Sala delle Associazioni”
(Messa gentilmente a disposizione dal PD)
In Calle Padovani n. 20
ISCRITTI E SIMPATIZZANTI SONO INVITATI
PAGINE DI RESISTENZA CHIOGGIOTTA nei
ricordi di Guglielmo Ardizzon (1921 – 2007)
GUGLIELMO ARDIZZON, classe 1921, fu tra i primi chioggiotti ad aderire alla Resistenza contro
l’occupazione nazifasciste nel territorio di Chioggia.
Incarcerato, riuscì ad evadere e riprendere la battaglia in clandestinità.
Fu componente del locale Comitato di Liberazione Nazionale e, per la valida partecipazione alla
Resistenza ebbe diverse decorazioni al Valor Militare.
Dopo la guerra fu tra i fondatori della sezione chioggiotta dell’Associazione Nazionale Partigiani
d’Italia di cui ne fu segretario dal 1955 al 2002, anno in cui ne assunse la Presidenza e che detenne
sino al 2007, anno della sua morte.
RIPROPONIAMO NEL NOTIZIARIO UN SUNTO DEI SUOI RICORDI SCRITTI.

“L’otto di settembre del 1943 mi trovavo in un cinema a La Spezia; alle ore 18 accendono le luci in sala e
ci informano che è finita la guerra, che l’Italia si è arresa agli alleati e che tutti i marinai devono rientrare a
bordo delle proprie navi. Quella notte nessuno dorme; al mattino del nove settembre si presenta alla porta
dell’Arsenale un carro armato tedesco bloccandone l’uscita. La nave in cui ero imbarcato la “Pantera” era in
riparazione perché eravamo stati colpiti con una bomba alla prora. Il Comandante, Capitano di Fregata, era
già scappato, forse era un fascista e voleva navigare sempre in missione per fare carriera e aumentare di
grado. Il Comandante in seconda ci dette l’ordine di aprire gli sportelli per imbarcare acqua affinché la nave
non cadesse nelle mani dei tedeschi. Un poco alla volta la nave si era girata cominciando ad affondare,
rovesciandosi su se stessa. Intanto, altri tedeschi, ci radunarono nel piazzale dell’Arsenale e messi in
colonna per condurci alla stazione ferroviaria per essere trasferiti in Germania.
Durante il percorso sono scappato infilandomi dentro un portone di una casa … i cittadini di La Spezia
aiutarono tutti i marinai che erano riusciti a scappare, fornendoci di vestiti borghesi e di quant’altro avevamo
bisogno … Si camminava senza sosta, eravamo giovani, ansiosi di tornare dalle nostre famiglie … Al sesto
giorno di cammino, alle dieci circa del mattino, sono arrivato a Chioggia: ero tutto sporco, pieno di fango, ho
chiesto di lavarmi e di cambiarmi i vestiti. Con molta sorpresa, mia madre mi ha informato che i vestiti che
avevo prima di partire militare … Sono tornato a lavorare nei campi con i miei fratelli Mario e Federico.
Quando avevo un po’ di tempo libero mi recavo al campo sportivo dove c’erano Aldo Ravagnan, Antonio
Varisco, Ivano rossetti, Dino Albanese ed altri. Parlavamo tra noi cosa fare, come agire, come rendersi
partecipi della Storia che sarebbe cominciata. Io ero il più vecchio, avevo 23 anni, gli altri dai 16 ai 20. Ci
scambiavamo piccole notizie sottovoce; non si sapeva quasi niente; si pensava al nostro Paese libero e
giusto in una comunità fondata sulla solidarietà e sulla pace. Avevamo confezionato i bracciali tricolori con la
scritta “C.V.L.” (Corpo Volontari della Libertà); tutti si dichiaravano contro il fascismo e contro i tedeschi.
Le brigate partigiane non si erano ancora formate a Chioggia, ma noi avevamo già cominciato a comprare
delle armi, dove capitava. Quelle armi le potavamo in Calle Duomo al n. 18 dove c’era una stalla e le
nascondevamo dentro una vasca … Poi presi contatto con Gino Schiavon e Antonio Ravagnan (esponenti
della Resistenza cittadina che cominciava ad organizzarsi) e quasi ogni sera mi recavo da loro per prendere
ordini. Grazie alla mia qualifica di “capobarca per il trasporto della verdura” potevo circolare liberamente
giorno e notte durante il coprifuoco. Una sera mi informarono di trovarmi il giorno seguente con una bicicletta
da carico per recarmi in campagna; la sera precedente era stato effettuato un lancio di armi da parte
un’ aereo inglese … Una sera, su Riva Canal Lombardo, all’altezza di Calle Francesco Crispi, mi incontrai
con Raimondo Schiavon detto Rusca con la sua barca da pesca, a bordo c’erano Gino Schiavon, Turiddo
Bozzato e, per la prima volta incontrai Aldo Pagan; ci recammo a casa di Bozzato prima che cominciasse il
coprifuoco; abbiamo scavato una buca nella cantina e l’abbiamo riempita delle armi che avevamo portato
con la barca.
L’organizzazione del CLN era divisa in “cellule” di cinque persone ciascuna, alcuni si conoscevano di vista
ma, in generale, nessuno sapeva chi c’era dentro l’organizzazione. Questo per evidenti motivi di sicurezza.
Un giorno vengo invitato a partecipare ad una riunione in Calle San Cristoforo, a casa di Giordano Penzo e
Romano Nordio, era presente un Capitano iugoslavo che parlava perfettamente l’italiano. Ci scambiammo
delle informazioni sulla situazione a Chioggia e soprattutto che, dai pontoni di Rivetta Vigo venivano sbarcati
dei carri armati tedeschi che poi venivano inviati al fronte per l’unico passaggio possibile in zona: il ponte di
Cà Pasqua. Dopo qualche giorno venni informato che il detto ponte era stato fatto saltare da un’operazione
effettuata dai partigiani chioggiotti Penzo Giordano, Romano Nordio e Aldo Varisco.
… Una mattina come al solito andai sui campi a lavorare con i miei fratelli Mario e Federico; verso le nove
del mattino, si presentarono quattro repubblichini, mi chiesero se c’era un certo Guglielmo Ardizzon, io
risposi di no (evidentemente non mi avevano riconosciuto). Appena si furono allontanati, fuggii di corsa
attraverso gli orti di Valdario, mi nascosi in una buca coprendomi di rami e foglie; rimasi nascosto fino a tarda
ora, quando, con una barca, mi venne a prendere mio cugino che mi informò che le brigate nere avevano
preso mio fratello Mario e l’avevano portato alla “Casa del Fascio” e torturato per sapere dove mi ero
nascosto; ma mio fratello non disse nulla.
In località “Zennare”, al confine con il Comune di Civè, i partigiani Giorgio Vianello e Boscolo Vittorino Fiore
incontrarono una pattuglia di tedeschi che alla loro vista aprirono il fuoco uccidendo il Vittorino Boscolo Fiore,
mentre il Vianello venne preso vivo e portato alle carceri di Chioggia. Appena avuta la notizia che il Vianello
si trovava in carcere a Chioggia, io, Ivano Rossetti, Aldo Pagan, Giuseppe Trevisan e altri partigiani, ci siamo
riuniti per studiare come assaltare il carcere e liberare il nostro compagno. Da informazioni assunte, i
tedeschi avevano rinforzato la guardia e quindi l’operazione era stata annullata. Qualche giorno dopo, il
Vianello fu trasferito in carcere a Venezia e da li portato in Germania in un campo di concentramento.
… Intanto nel terribile inverno 1944 – 45, nonostante l’ordine del Generale inglese Alexander di fermare tutte
le attività di guerriglia in attesa di tempi migliori, giacché i tedeschi e i fascisti davano una caccia spietata ai
partigiani che arrestati venivano subito fucilati, o, al meno peggio, portati prigionieri in Germania, NOI
ABBIAMO CONTINUATO LA NOSTRA AZIONE DI GUERRA.
… Eravamo già nell’aprile del 1945, pochi giorno prima della Liberazione, ho ricevuto l’ordine dal parte del
Comando del C.L.N. di Chioggia di cui facevano parte la coraggiosa Otilla Monti Pugno e Antonio Ravagnan,
di recarmi alla Caserma della Guardia di Finanza all’Isola di San Domenico con l’ordine di farmi consegnare
tutte le armi. Il Comandante della Tenenza si presentò ed io consegnai l’ordine del C.L.N., lui prese il
telefono, evidentemente per sentire dai suoi superiori il da farsi, io estrassi la pistola puntandolela contro e gli
ordinai di riattaccare il telefono e, aiutato, da due finanzieri, carico le armi in una barca: 37 moschetti
“novantasette”, un fucile mitragliatore e due casse di bombe a mano, che consegnai ai responsabili del
Comitato di Liberazione … Nel frattempo, tutti i partigiani chioggiotti che erano stati rinchiusi nel carcere di
Conetta erano fuggiti rifugiandosi nelle vicine valla da pesca: Aldo Varisco, Comandante la Brigata “Vittorino
Boscolo Fiore “, Gasparino Trois, Giordano Penzo, Aldo Pagan, Nordio Romano Cristiano Vianello ecc. …
quando ci giunse notizia che questi compagni avevano attaccato una colonna tedesca in ritirata ed erano
stati circondati ed erano in serio pericolo, decidemmo di correre in loro aiuto. A Chioggia all’epoca, c’erano
ancora i bragozzi (I pescherecci non esistevano) io e altri partigiani ci recammo in Canal San Domenico e
per ordine del C.L.N. requisisco le imbarcazioni e distribuisco le armi ad una trentina di persone e ci avviamo
Nella zona dove i partigiani combattevano contro la colonna tedesca che fu messa in fuga velocemente.
FINALMENTE ARRIVO’ IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE.
Alla fine della guerra, i partigiani consegnarono le armi agli alleati e si organizzarono nell’ ASSOCIAZIONE
NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA, il cui compito è di mantenere viva la memoria della Resistenza
tramandandola alle generazioni future e vigilare sulla società democratica perché quello che ha vissuto la
mia generazione non accada mai più.”

GUGLIELMO ARDIZZON

Quanto sopra riportato sono solo un sunto degli scritti di Guglielmo Ardizzon che, in effetti, sono molto più
lunghi e dettagliati ed è quindi intenzione del Comitato Comunale dell’ANPI chioggiotta studiare la possibilità
di racchiuderli in un opuscolo più esaustivo.
VERSO IL XXV APRILE
Come ogni anno l’A.N.P.I. parteciperà alla celebrazione ufficiale dell’Anniversario della Liberazione
organizzata dall’Amministrazione Comunale. L’intervento per l’Associazione sarà tenuto dal
Vicepresidente del Comitato Comunale Enrico Veronese.
Non appena avremo la comunicazione ufficiale del programma, sarà nostra cura comunicarlo.

IL TAVOLO CITTADINO PER LA COSTITUZIONE sta mettendo in atto una serie di


iniziative per la data del 25 aprile; non appena avremo il calendario delle iniziative le
comunicheremo tempestivamente.

Sabato 17 marzo consegnata alla città la documentazione storica del


Comitato di Liberazione Nazionale di Sottomarina.

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25 Aprile - 1° Maggio - 2 Giugno
Tre date fondamentali per la nostra Democrazia !
L’Assemblea Comunale dell’ANPI di Chioggia convocata per sabato 14 aprile è un appuntamento importante
perché ricade a ridosso delle tre date più importanti della nostra Storia più recente: il 25 aprile, Festa della
Liberazione, che ci ricorda l’epopea della Resistenza alla dittatura fascista e all’occupazione nazista. Senza il
25 aprile del 1945 non ci sarebbe stata la Repubblica (2 giugno 1946) e la Costituzione (1 gennaio 1948). E,
senza il 25 aprile non si festeggerebbe nemmeno il Primo Maggio, Festa del Lavoro !
Saranno questi gli argomenti che dibatteremo nella nostra Assemblea, perché, negli ultimi anni, i principi della
Libertà, della Democrazia, della Repubblica sembrano essere messi in discussione dai rigurgiti fascistoidi e
dalla negligenza di gran parte dell’opinione pubblica italiana. Per questo serve un impegno concreto di tutti i
democratici per salvaguardare la nostra civiltà repubblicana e la convivenza civile. E’ importante, quindi, la più
ampia partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti.
“MAI PIU’ FASCISMI !”
Firmate la petizione nazionale presso la sede dell’A.N.P.I. in Calle
Biseghella n. 346, tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 11.30 -

IL MANIFESTO DELL’A.N.P.I. DI CHIOGGIA PER IL 25 APRILE 2018

NOTIZIE A.N.P.I. Chioggia Anno III° n. 33 06 aprile 2018


Copie inviate n. 526
Newsletter a cura del Comitato Comunale A.N.P.I. di Chioggia
Calle Biseghella n. 346 Tel. 041.404647 - 331.3456592 e-mail: anpichioggia@libero.it
PRESSO LA SEDE SI POSSONO RITIRARE COPIE STAMPATE DEL NOTIZIARIO
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