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Il Medioevo:

quadro
storico,
sociale
e culturale

Statuetta equestre di Carlo Magno, IX secolo.


Parigi, Museo del Louvre.

1. IL MEDIOEVO: INTRODUZIONE tratezza e oscurantismo: un significato che è


tuttora presente, anche se spesso soltanto
in chiave metaforica, nel nostro stesso mo-
Il problema della definizione do di esprimerci.
Il Medioevo è un periodo storico della ci- Una simile interpretazione tutta negativa
viltà europea che, sulla base di una tradizio- del Medioevo oggi non è più accettabile:
nale tripartizione, viene collocato tra la fine troppo lunga è la durata di questo periodo
dell’Età antica e la nascita dell’Età moderna. storico e troppo varie e diverse le sue
Il termine stesso fa pensare ad un’età che espressioni culturali perché lo si possa rac-
stia “in mezzo” e che quindi non abbia alcu- chiudere in una sola e unilaterale definizio-
na valenza positiva ma soltanto un significa- ne. Il Medioevo, di conseguenza, non è più
to negativo: non più antichità, ma non anco- considerato dagli studiosi un’epoca “di
ra età moderna. In effetti l’espressione me- mezzo” fra due altre epoche, ma un perio-
dia aetas (“età di mezzo”) fu coniata e dif- do storico articolato e complesso, con le
fusa, a partire dal XV e XVI secolo, dagli sue caratteristiche peculiari e originali, alla
umanisti e dagli intellettuali del Rinascimen- stregua, cioè, di qualunque altro momento
to per indicare quel lungo periodo di re- della storia.
gresso civile e di decadenza culturale che, a
loro parere, aveva fatto seguito alla caduta Il problema
dell’Impero romano. Fin dalla sua origine, della periodizzazione
quindi, il termine “Medioevo” implicò un
giudizio fortemente critico e polemico e Secondo le coordinate cronologiche tradi-
divenne presto sinonimo di barbarie, arre- zionali il Medioevo inizierebbe con la caduta

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dell’Impero Romano d’Occidente e si con- ce segnati da avvenimenti drammatici e da
cluderebbe con la nascita dell’Età moderna. profondi sconvolgimenti sociali, in seguito
Più precisamente si collocherebbe fra il 476, ai quali viene costituendosi un nuovo asset-
l’anno della deposizione da parte del barba- to economico e politico, caratteristico del
ro Odoacre dell’ultimo imperatore d’Occi- mondo feudale.
dente, Romolo Augustolo, e il 1492, l’anno
della scoperta dell’America da parte di Cri- L’interpretazione del Medioevo
stoforo Colombo: una figura, oltre tutto, che In generale, per una corretta comprensione
esprime bene, in chiave simbolica, il “mito del Medioevo, occorre evitare un duplice pe-
moderno” dell’uomo occidentale, capace di ricolo: da un lato, quello di perpetuare il pre-
liberarsi dalle catene del passato e di aprirsi giudizio negativo che per secoli ne ha accom-
al desiderio di libertà e conoscenza del pagnato lo studio e le interpretazioni, e, dal-
mondo, simbolo dunque dell’inizio di una l’altro lato, quello esattamente opposto di
nuova era, quella moderna. procedere ad una sua rivalutazione altrettanto
È chiaro che tali coordinate sono conven- esagerata e ingiustificata, che non tenga con-
zionali. Da una parte, se si accetta l’idea che to delle peggiorate condizioni che per secoli
il Medioevo inizi con la dissoluzione dell’Im- il crollo del mondo antico introdusse nella vita
pero Romano d’Occidente, è ben vero che economica, sociale, politica e culturale degli
essa era già evidente e ormai irreversibile uomini del tempo. Nel primo errore cadono,
ben prima della deposizione dell’ultimo im- ad esempio, gli illuministi nel Settecento, nel
peratore. secondo i romantici nell’Ottocento.
D’altra parte non è affatto chiaro quando Il Medioevo, secondo la ricerca storica più
inizi l’Età moderna e quindi si concluda il Me- recente, è senza dubbio un’età di profonda
dioevo. Alcuni storici propongono il 1453, crisi, ma anche di lenta ricostruzione, su
anno della conquista di Costantinopoli da basi nuove, della civiltà occidentale. Pover-
parte dei Turchi; altri ancora, secondo una tà, guerre, pestilenze, violenze, ignoranza
prospettiva economico-sociale, fanno conti- diffusa sono per secoli i caratteri distintivi
nuare il Medioevo fino al XVII secolo, quando della società medievale. Ma in essa, nel
i primi timidi indizi della nascente Rivoluzione contempo, vedono la luce, nel quadro della
industriale segnano la lenta decadenza del dominante mentalità religiosa, le grandiose
modo di produzione feudale, tipicamente sintesi filosofiche di Agostino e Tommaso
medievale. d’Aquino, la bellezza austera delle chiese
Si potrebbe continuare ancora con altri romaniche e quella luminosa delle cattedrali
esempi di suddivisioni storico-cronologiche. gotiche, la cultura cavalleresca delle corti
Tutto ciò dimostra che le periodizzazioni, che feudali e quella pragmatica della civiltà co-
pure sono utili a mettere ordine nelle nostre munale, la sapienza mistica dei monasteri
conoscenze e a rendere più facilmente collo- cristiani e quella razionalistica delle universi-
cabili i fatti, non vanno intese rigidamente, tà. Nel Medioevo, infine, hanno origine, dal-
ma come griglie di lavoro modificabili. le ceneri del latino, le moderne lingue na-
zionali, la nostra prima poesia, la letteratura
Alto e Basso Medioevo eccelsa di scrittori e intellettuali come Dan-
Per riuscire a mettere a fuoco in modo più te, Petrarca e Boccaccio.
evidente i caratteri e le principali linee di
tendenza di un’epoca così lunga e comples-
sa, si è soliti distinguere in essa due grandi 2. STORIA E SOCIETÀ
fasi: l’Alto Medioevo, compreso grosso NELL’ALTO MEDIOEVO
modo tra il V e il X secolo, e il Basso Me-
dioevo, compreso tra l’XI e il XV secolo. A Le invasioni barbariche
separare questi due periodi è la svolta e la Chiesa
dell’anno Mille, che pone fine ad una lunga Il Medioevo – come si è detto – ha inizio
fase di immobilismo economico e dà inizio, con la caduta dell’Impero Romano d’Occi-
in Italia e in Europa, ad un rinnovamento so- dente, mentre la parte orientale dell’Impero
ciale e culturale che porterà, fra l’altro, al (l’Impero bizantino, dal nome greco della
sorgere delle prime letterature in volgare. capitale Bisanzio o Costantinopoli, l’attuale
Gli anni dell’Alto Medioevo, che vanno – Istanbul in Turchia) riuscirà a sopravvivere fi-
come si è detto – dalla caduta dell’Impero no al XV secolo.
romano d’Occidente al X secolo, sono inve- Nel corso del V e del VI secolo si insedia-

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no, nelle regioni appartenute all’Impero Ro- A partire dal VII secolo gli Arabi, in seguito
mano d’Occidente, i popoli barbari di origi- alla nascita e alla diffusione della religione
ne germanica (Goti, Longobardi, Franchi, islamica, che dà loro una forte identità cultu-
Vandali, Angli, Sassoni), che da tempo pre- rale e politica, iniziano ad espandersi verso
mevano lungo i confini. Barbaro deriva dal nord e verso ovest, conquistando la Siria, la
greco bárbaros: “balbuziente, colui che par- Persia, la Palestina, il Nord Africa, la Sicilia e
la male e in modo strano”, un termine di- la Spagna. Viene determinandosi così una
spregiativo con cui, fin dai tempi di Omero, netta frattura, nell’ambito del Mediterraneo,
venivano indicati dai Greci tutti gli stranieri. fra mondo islamico e mondo cristiano, che
Lentamente, dalla mescolanza tra l’ele- non potrà non aggravare le difficoltà e i pro-
mento germanico e quello romano, sorgo- blemi dell’economia occidentale. Lo scontro,
no i regni romano-barbarici: le popolazioni anche cruento, fra le due civiltà, sia pure al-
dell’Impero vengono sottomesse e i conqui- ternato a periodi di pace che consentiranno
statori si sostituiscono alla classe dominante l’instaurazione di rapporti di interscambio
latina, ma spesso si fondono con essa, da culturale, caratterizzerà non solo gran parte
una parte imponendo nuove ideologie e co- della storia dell’Alto Medioevo, ma anche i
stumi, dall’altra facendo propria gradual- secoli successivi, senza concludersi neppure
mente la cultura degli sconfitti e, in partico- dopo l’inizio dell’Età moderna.
lare, la religione cristiana e i suoi valori.
In questo quadro di dissoluzione, in effet- La rinascita dell’Impero
ti, l’unica forza in grado di proporsi come Fra l’VIII e il IX secolo emergono le prime
punto di riferimento stabile e unitario e co- spinte verso una riorganizzazione su nuove
me erede della passata civiltà latina rimane basi della civiltà europea. Il giorno di Natale
la Chiesa di Roma, che sempre più netta- dell’800, Carlo Magno – re dei Franchi – vie-
mente viene imponendosi come un vero e ne incoronato, da papa Leone III, imperatore
proprio soggetto politico di primo piano, la del Sacro Romano Impero, una compagine
cui posizione di supremazia contribuirà ad che unifica temporaneamente gran parte
orientare in senso religioso l’intera cultura dell’Europa, dalla Francia alla Germania, dai
medievale. Paesi Bassi all’Italia settentrionale. Si afferma

Focus LA RELIGIONE ISLAMICA


Il termine Islam deriva dal verbo “sottomettersi”, etimo che evidenzia il completo affidarsi del fedele alla volontà
di Dio onnipotente (Allah). Anche la parola musulmano ribadisce lo stesso concetto: significa, infatti, “dedito a
Dio”.
L’Islamismo nasce nella penisola araba, all’inizio del VII secolo, nell’ambito di una realtà sociale frazionata in
comunità contrapposte che trova la sua unità nel credo avviato da Maometto (Mohammad, 570-632). Egli
mutua dalla religione giudaico-cristiana l’egualitarismo e, ispirato da Allah, si fa promotore di un movimento
basato sulla riduzione del contrasto tra ricchi e poveri e sulla volontaria rinuncia all’arricchimento. Il favore che
incontra tra le classi popolari lo rende inviso alla borghesia: l’esilio (egira) nel 622 dalla Mecca a Yatrib (futura
Medina, “città del Profeta”) è seguito però da una rapida diffusione del suo credo in tutta l’Arabia.
Ultimo profeta biblico (così si considera ed è acclamato dai seguaci), Maometto racchiude nel Corano gli inse-
gnamenti rivelatigli da Allah attraverso l’arcangelo Gabriele. La sua vita, inoltre, è considerata modello di virtù
impareggiabile ed è raccontata nella Sunna, testo che, insieme al Corano, costituisce la fonte principale della
legge islamica.
Negli ultimi anni Maometto torna alla Mecca, la proclama “città santa” e meta del pellegrinaggio, uno dei cin-
que pilastri dell’Islam che ogni fedele deve osservare (gli altri sono: la professione di fede in Allah e Maometto,
la preghiera ripetuta cinque volte al giorno, il digiuno nel mese del Ramadan, l’elemosina).
Capo religioso e politico di innegabile carisma, la sua morte determina problemi di successione, ancor oggi
riflessi nella scissione dei musulmani in sunniti (fedeli alla Sunna, ritengono che nessuno possa sostituire
Maometto, suggello della rivelazione divina. Il vicario del Profeta, il “califfo”, può solo dirigere i credenti e
amministrare gli affari della comunità secondo il Corano), sciiti (seguaci della shì’a, partito di Alì, cugino di
Maometto; Alì sarebbe stato istruito dal Profeta sui più profondi segreti dell’Islam e a sua volta avrebbe trasmesso
il sapere alla famiglia. I suoi diretti discendenti sono perciò considerati imàm: “guide” e custodi di questa sapien-
za) e altri gruppi minori.

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così l’ideale, alimentato dalla Chiesa e nutrito guaci fedeli (vassalli) determinati territori
dalla memoria ancora intatta, pur nella muta- (feudi) su cui essi potranno esercitare il loro
ta situazione storica, della gloriosa Roma im- dominio per tutta la durata della loro vita. Il
periale, di un nuovo ordine universale, poli- vassallo (conte o marchese) può a sua volta
tico e religioso, capace di opporsi alle forze cedere parte delle sue terre, alle stesse con-
disgregatrici e particolaristiche diffuse nella dizioni, ai suoi sottoposti (valvassori) e que-
società medievale e insieme di far rivivere, sti, a loro volta, ai cosiddetti valvassini. Il po-
anche nel nome, l’antico Impero romano, rin- tere viene così suddiviso in una complessa
novato nel segno della croce e dei valori cri- rete di rapporti gerarchici di tipo persona-
stiani. Benché la nuova entità politica venga le, avente l’obiettivo non solo di stabilizzare
subito smembrata alla morte del fondatore i rapporti politici tra il vertice (l’imperatore)
(814), non verrà meno, tuttavia, la continuità, e i poteri locali e periferici (nobili feudatari),
almeno ideale, del nuovo Impero cristiano, la ma anche quello di permettere uno sfrutta-
cui sede troverà collocazione in Germania, mento più efficiente e capillare delle scarsis-
uno dei regni nati dalla dissoluzione dei do- sime risorse economiche del territorio.
mini di Carlo Magno. Le vicende politiche Sta di fatto che tale piramide feudale è più
successive saranno segnate dai rapporti di uno schema ideale che un modello concreto
tale Impero occidentale con l’Impero bizanti- effettivamente messo in pratica nella realtà
no, con le nascenti monarchie nazionali (pri- sociale del tempo: troppo forti sono le spin-
me fra tutte Francia e Inghilterra), con i Co- te disgregatrici, troppo caotici e variamente
muni italiani e più ancora con il Papato, po- mutevoli i rapporti di forza tra i signori e i
tenza temporale oltre che religiosa, con cui subalterni (i quali sempre più spesso tenta-
verrà ingaggiata una lunga lotta per la supre- no di sottrarsi all’obbligo di fedeltà, anche
mazia universale. Destinato, di fatto, al falli- attraverso alleanze con altri signori).
mento, il mito universalistico del rinnova- A causa poi delle ultime invasioni barbari-
mento dell’Impero (renovatio imperii) rima- che del X secolo, molti guerrieri e signori si
ne intatto sin quasi alla fine del Medioevo, sia rendono militarmente sempre più liberi da
nell’agire politico, sia nelle riflessioni degli in- ogni vincolo, costruendo a scopi difensivi
tellettuali, sia nella coscienza comune. numerosi castelli (incastellamento), dall’alto
dei quali possono governare con la forza e
Il mondo feudale con l’arbitrio i propri possedimenti. Resisi
A partire dal IX secolo, in netto contrasto autonomi e indipendenti dal potere cen-
con gli ideali universali, la frantumazione trale, da cui continuano solo formalmente a
politica e territoriale, anche a seguito del- dipendere, i signori feudali diventano così
l’introduzione del sistema feudale, viene af- di fatto sovrani assoluti, con potere di vita e
fermandosi come una delle caratteristiche di morte nel loro territorio. Spesso poi com-
strutturali del mondo medievale. battono tra di loro e contro lo stesso signore
Nella Francia carolingia, e poi in Europa, il di cui sono vassalli, contribuendo a creare
feudalesimo nasce come sistema comples- quel clima di violenza diffusa e di perenne
sivo – economico, sociale e politico – per instabilità politica, che rimarrà a lungo una
governare una società debole e priva di so- delle costanti negative del modello feudale.
lidi legami organizzativi. Esso sorge dalla fu- Questa situazione di anarchia si aggraverà
sione fra istituzioni dell’epoca del tardo Im- ulteriormente subito dopo il Mille, quando
pero di Roma (prima fra tutte la servitù del- verrà intrecciandosi con la lotta tra Papato e
la gleba, vale a dire la condizione di semi- Impero per le investiture, cioè per il diritto a
schiavitù dei contadini, legati ereditaria- conferire le cariche ecclesiastiche, ormai per
mente ad un determinato fondo agricolo) molti aspetti coincidenti con quelle feudali e
con altre di origine germanica (come il vas- civili.
sallaggio, che legava in un rapporto perso-
nale di fedeltà e obbedienza il guerriero al Economia e società
sovrano e, in generale, il sottoposto al supe- nell’Alto Medioevo
riore nella scala gerarchica della piramide Sul piano economico e sociale, aggravan-
sociale). do alcune tendenze regressive già presenti
Il rapporto feudale prevede che il sovrano, negli ultimi secoli dell’antichità, le invasioni
in cambio dell’aiuto militare e di una solen- barbariche hanno effetti catastrofici e di-
ne promessa di fedeltà (omaggio vassallati- struttivi e contribuiscono a generare, a par-
co), ceda in beneficio ai suoi guerrieri e se- tire dal IV e dal V secolo, mutamenti dram-

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matici e radicali nella vita dei popoli di tutta sieme delle attività produttive del feudo, in
Europa. In primo luogo si assiste ad un ac- un sistema che prende il nome di economia
centuato calo demografico e all’abbando- curtense (dal latino curtis, “corte”, cioè l’in-
no di molte attività produttive, nel conte- sieme dei terreni, edifici, castelli e possedi-
sto di un’esperienza di vita resa precaria dal- menti di proprietà di un unico signore). La
le quasi ininterrotte invasioni, dai saccheggi grande proprietà fondiaria, ecclesiastica e si-
e dalle guerre. Al venir meno poi dell’antico gnorile, diventa la base economica della so-
sistema di comunicazioni, con conseguenti cietà altomedievale: contadini, artigiani e al-
gravissime difficoltà nello sviluppo degli tri umili lavoratori tendono a raggrupparsi in
scambi, si accompagna un rapido regresso villaggi che si ammassano attorno ai castelli
delle conoscenze tecniche, che contribui- e ai monasteri. In un’economia agricola po-
sce al crollo dell’economia, ormai circoscrit- verissima, caratterizzata da un regime limita-
ta alla sola agricoltura. to di scambi e da una circolazione monetaria
Il mondo medievale si presenta, in questa quasi inesistente, il sistema curtense punta
fase, come una realtà sociale politicamente sull’autosufficienza economica e si fonda sul
instabile ed economicamente immobile, le- lavoro obbligatorio senza compenso (cor-
gata ad un’agricoltura che non sempre rie- vée) dei servi della gleba, che lavorano le
sce a garantire la sopravvivenza degli uomi- terre del signore ottenendone in cambio
ni, mentre la paura – della guerra, della fa- protezione o piccoli appezzamenti da colti-
me, delle malattie – diventa sempre più uno vare per la sopravvivenza personale.
dei motivi dominanti dell’esistenza.
In questa difficile situazione il ruolo della La piramide feudale e i tre
Chiesa risulta determinante. I monasteri e le “ordini” sociali
abbazie diventano importanti centri di attivi-
tà economica, dove le funzioni e le forze pro- Legati ereditariamente di padre in figlio,
duttive tentano di sopravvivere e di riorga- senza alcuna possibilità di riscatto, ad un de-
nizzarsi. In tale contesto, anche l’aristocrazia terminato fondo, con il quale possono anche
feudale, nata come aristocrazia guerriera, essere ceduti, i contadini vivono una condi-
viene assumendo la fisionomia di nobiltà ter- zione servile di estrema miseria, solo parzial-
riera, alla cui autorità è sottoposto tutto l’in- mente alleviata dalla progressiva scomparsa,

IL MONDO FEUDALE

ISTITUZIONI Chiesa e Impero.

SOCIETÀ Statica, caratterizzata da rapporti gerarchici di tipo personale.

• Abbandono di molte attività produttive.


ECONOMIA • Regresso delle conoscenze tecniche.
• Prevalenza di un’agricoltura di sussistenza.

CENTRI • Corti.
CULTURALI • Monasteri e abbazie.

• Visione religiosa del mondo.


MENTALITÀ • Orientamento al trascendente.
• La natura vista come simbolo di una realtà soprannaturale.

• Vige il principio di autorità.


SAPERE
• Concezione enciclopedica e piramidale.

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grazie anche all’influsso del Cristianesimo, considerata rappresentante terrena della di-
della figura sociale dello schiavo. vinità, appare l’unico punto di riferimento
La struttura piramidale della società feu- in una realtà caotica ed instabile.
dale, fortemente gerarchica, si caratterizza Anche in campo artistico si deve alla
per la sua rigidità e immobilità: per un ver- Chiesa una funzione non solo di principale
so le classi sociali (nobili, clero e contadini) committente, ma anche di ispiratrice dei te-
sono nettamente distinte e separate sia per mi, quasi esclusivamente religiosi, delle ten-
funzioni sia per modi di vita; per altro verso denze e degli stili che si succedono durante
le disuguaglianze e i privilegi vengono con- il Medioevo: dall’arte paleocristiana fino al
siderati del tutto naturali e indiscutibili. A Romanico, che accompagnerà, nei secoli XI
mo’ di esempio si può citare il vescovo fran- e XII, la nascita della nuova civiltà bassome-
cese Adalberone di Laon, che in un carme dievale, per giungere infine allo stile delle
del X secolo inviato al re Roberto il Pio cattedrali gotiche, tra XII e XIV secolo, nel
espone in maniera chiara ed emblematica quale essa celebrerà l’avvento di una reli-
questa concezione, suddividendo la società giosità meno severa e tutta tesa ad uno
in tre ordini (classi, ceti sociali): gli oratores slancio di mistica spiritualità.
(coloro che pregano, cioè il clero), i bellato-
res (coloro che combattono, cioè i nobili) e La precarietà della vita e
i laboratores (coloro che lavorano, cioè i l’orientamento alla trascendenza
contadini), i quali ultimi devono provvedere
al sostentamento dei due ordini superiori. Sulla visione integralmente religiosa del
Viene cioè teorizzata una società “trinita- mondo influiscono, oltre al primato storico
ria”, che riproduce, in terra, la trinità di Dio della Chiesa, anche le drammatiche condi-
e la perfezione immutabile e provvidenziale zioni materiali di vita dell’uomo medievale:
del mondo celeste e dell’intero universo. minacciato da un ambiente ostile e non con-
trollabile, privo di adeguate conoscenze
tecniche e di un sapere scientifico in senso
moderno, egli si trova in uno stato di totale
3. LA MENTALITÀ E LA CULTURA
soggezione e impotenza. La religione di-
MEDIEVALI
venta così l’unica spiegazione degli eventi e
La civiltà altomedievale è complessa e ric- la sola consolazione, non senza tuttavia me-
ca di elementi diversi e talora contraddittori, scolarsi sovente con antiche superstizioni e
ma alcuni aspetti essenziali, che la caratte- credenze pagane. La vita terrena, dominata
rizzano in modo peculiare, emergono con dal dolore e dall’angoscia per la morte in-
nettezza, permettendo di tracciare le linee combente, è vista come conseguenza e in-
fondamentali di un modello culturale del- sieme come fonte di peccato, così che le at-
l’Alto Medioevo, anche se, come è ovvio, tività umane vengono svalutate, a meno che
ciò non significa che in esso debba essere ri- non abbiano la funzione di contribuire alla
condotta forzatamente ogni manifestazione salvezza ultraterrena.
della civiltà del tempo senza eccezioni. L’uomo medievale appare dunque orien-
Innanzi tutto, nel lungo periodo che va dal tato verso la trascendenza, teso a raggiun-
V al X secolo, viene attribuito alla religione gere la vera felicità in una dimensione che si
e alla fede cristiana un ruolo predominante collochi al di là dell’orizzonte della storia. Il
in ogni campo del pensiero e dell’esistenza: vero itinerario dell’esistenza umana non è
i princìpi del Cristianesimo rappresentano il considerato quello, orizzontale e temporale,
criterio per valutare ogni realtà, ogni cono- del mondo terreno, ma quello verticale che,
scenza e ogni scelta morale. attraverso il dominio sugli istinti e la rinuncia
L’affermarsi di tale prospettiva religiosa ai piaceri del corpo, realizzi asceticamente il
nell’interpretazione del mondo e della vita distacco dal mondo e conduca fino a Dio.
ha delle evidenti ragioni storiche. La Chiesa, Per cogliere il significato profondo delle
nel periodo successivo alle invasioni barbari- cose non basta quindi, secondo l’uomo me-
che, viene assumendo un ruolo sempre più dievale, la ragione umana, con i suoi limiti
centrale (non solo in Italia ma anche in tutta invalicabili, ma occorre la fede che, parten-
Europa, perché i popoli germanici si conver- do dalla Bibbia, il libro sacro per eccellenza,
tono assai presto al Cristianesimo) e grazie permette di decifrare il senso nascosto degli
alle sue capillari istituzioni, nonché alla su- eventi, guidati sempre e comunque dall’in-
premazia culturale che le deriva dall’essere tervento di Dio nella storia (provvidenziali-

6 VOL. 1 - CAP. 1 - IL MEDIOEVO: QUADRO STORICO, SOCIALE E CULTURALE © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
smo) in riferimento ad un fine ultimo di ca- suolo. Ogni aspetto della natura rimanda ad
rattere ultraterreno (finalismo). un senso più alto e profondo: vale cioè non
solo per se stesso, ma anche e soprattutto
La realtà come simbolo in quanto portatore di un significato simbo-
del soprannaturale lico-religioso. Questo carattere della menta-
lità medievale non prevale solo nel pensiero
Il mondo fisico e la realtà materiale non comune ma anche nella cultura più alta e si
sono perciò oggetto di grande interesse per ritrova indifferentemente negli elaborati te-
i pensatori medievali: i fenomeni non ven- sti di Agostino o di Dante come nelle più
gono considerati “fatti” in senso stretto, da umili manifestazioni e credenze popolari,
indagare oggettivamente, ma anzitutto se- tanto che nelle opere letterarie medievali, a
gni e simboli della realtà soprannaturale, partire dai grandi poemi epici cavallereschi,
espressione della volontà di Dio, della sua gli interventi soprannaturali, angelici o dia-
collera o dei suoi disegni provvidenziali. bolici, sono presentati come eventi reali e
Non riesce ad affermarsi in genere un atteg- non come finzioni fantastiche.
giamento razionale e scientifico in senso
moderno verso la natura: si crede e si accet-
ta comunemente, soprattutto a livello po-
Il principio di autorità e la
polare, che possano avvenire miracoli o in-
reductio ad unum
terventi diabolici nella vita quotidiana. Tutto La cultura dell’Alto Medioevo è caratteriz-
ciò che accade è interpretato come un zata dalla tendenza a interpretare ogni real-
aspetto dell’eterna lotta fra il Bene e il Male. tà e problema umano in chiave unitaria e to-
Nozioni fondamentali del pensiero raziona- talizzante, alla luce di un unico punto di rife-
le, come quelle di spazio e tempo oggetti- rimento: quello della Rivelazione cristiana.
vo, sono sostituite da percezioni imprecise e L’universo intero, in quanto creazione di un
legate soprattutto ai ritmi e ai cicli della na- unico Dio, appare agli occhi dell’uomo me-
tura, scanditi dall’alternarsi delle stagioni o dievale regolato da un ordine perfetto, che
dal ripetersi dei riti liturgici. diventa per lui modello di riferimento indi-
Incerti sono anche i confini fra i luoghi del scutibile e fonte unica di ogni autorità e po-
mondo reale e quelli del mondo sopranna- tere. Sul piano politico ciò si traduce nell’af-
turale: l’Inferno, ad esempio, è collocato fermazione dell’universalismo del potere
sulla superficie del pianeta, o nel suo sotto- spirituale della Chiesa e, in subordine,

Focus ROMANICO E GOTICO


II termine romanico è usato per la prima volta nell’Ottocento da M. De Gerville e De Caumont. Con esso i due
studiosi francesi indicano la produzione artistica europea fra i secoli XI e XIII, per suggerire un rapporto tra i lin-
guaggi figurativi del tempo e la nuova cultura romanza, sottolineandone la comune ascendenza romana.
Lo stile romanico attinge infatti al patrimonio del passato, romano e paleocristiano; tuttavia si apre anche alle varie
tradizioni locali e straniere e, soprattutto, lascia libera creatività all’artista. In Italia ricordiamo lo scultore Wiligelmo
(suoi i rilievi del Duomo di Modena) e l’architetto-scultore Benedetto Antelami (autore, tra l’altro, del Battistero di
Parma).
In generale, l’architettura romanica sostituisce le tradizionali strutture in legno con coperture a volte, in mura-
tura, che originano masse possenti ma animate da elementi essenziali (portali, architravi, capitelli). La pittura
romanica, invece, è più eterogenea, poiché soggiace in parte all’influsso orientale; infatti l’iconografia cristiana,
nata a Bisanzio, poi si trasferisce in Italia, perché qui si rifugiano molti artisti bizantini in fuga dal movimento
iconoclasta.
II termine gotico compare in epoca rinascimentale, con l’originario significato spregiativo di “barbarico”. Indica
lo stile artistico che sorge in Francia nel secolo XII, si estende in tutta Europa nel XIII-XIV ed è ancora predo-
minante, tranne in Italia, nel XV. L’arte gotica si spegne agli inizi del XV secolo per lasciare il posto alla fioritura
rinascimentale, ispirata a un gusto classicista.
L’architettura gotica trova tipiche espressioni in cattedrali come quella di Notre-Dame a Parigi (fondata attorno
al 1163), di Chartres, di Reims o, in Italia, nel duomo di Orvieto. È caratterizzata da archi rampanti esterni e cro-
ciere ogivali a sesto acuto, che le conferiscono quello slancio verticale che è la più evidente particolarità dello
stile. Altra peculiarità è che le superfici murarie vengono ridotte, anche attraverso ampie vetrate, per consentire
maggiore illuminazione. Nella simbologia medievale entrambi gli aspetti indicano la tensione umana all’incon-
tro con Dio.

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dell’universalismo del potere temporale dello scibile umano. Derivando, infatti, tutto
dell’Impero, senza peraltro che questo il sapere da Dio, ogni ramo della conoscen-
ideale possa evitare di scontrarsi continua- za è ritenuto parte di un sistema verticale
mente nella realtà con le tendenze opposte che, attraverso gradi successivi, permette
verso il particolarismo e la frammentazione all’uomo medievale di risalire dai vari campi
politica. delle scienze umane fino ai vertici della co-
In una società chiusa, statica e autoritaria noscenza teologica. Alla base di questa pi-
come quella medievale, la concezione teo- ramide si collocano le arti meccaniche, che
cratica del Cristianesimo tende ad assumere vengono legate all’esercizio di attività ma-
i caratteri di una religiosità dogmatica e in- nuali a fini pratici e perciò, in quanto prero-
transigente, poiché tutto ciò che contrasta gativa di lavoratori non liberi, sono giudica-
con gli insegnamenti ufficiali della Chiesa è te di valore inferiore (e tali erano considera-
considerato con diffidenza o con aperta te, per quanto possa oggi sembrare strano,
ostilità. Non bisogna dimenticare, d’altra anche la pittura, la scultura e l’architettura).
parte, che il principio di autorità – vale a di- Poi si passa alle arti liberali, proprie degli
re la convinzione che una verità sia tale non uomini liberi, poiché richiedono l’applica-
solo perché evidente o ragionevole, ma in zione, priva di costrizioni esterne, dell’inge-
ultima analisi perché garantita da un’autori- gno e della volontà: a loro volta esse vengo-
tà superiore, umana (ad esempio Aristotele no suddivise in Trivio (Grammatica, Retori-
o Virgilio) o divina (la Bibbia) – è un aspetto ca, Dialettica), a indirizzo prevalentemente
caratteristico non solo del Medioevo, ma di umanistico, e Quadrivio (Aritmetica, Musi-
quasi tutte le civiltà precedenti la nascita ca, Geometria, Astronomia), di carattere
della cultura moderna. tendenzialmente scientifico, nella generica
La tipica reductio ad unum (riduzione a accezione medievale del termine. Al grado
unità) della cultura medievale religiosa, che successivo si colloca la Filosofia, esercizio
fa convergere ogni aspetto della realtà ver- disinteressato della conoscenza ad opera
so l’unità di Dio, si traduce così in una re- della pura ragione umana, preludio allo stu-
ductio ad unum anche dell’organizzazione dio della Teologia, che è considerata il verti-
del sapere, delle arti e dell’istruzione. Ne ce della conoscenza e racchiude in sé, illumi-
deriva una concezione enciclopedica della nandolo, tutto il sapere dell’uomo. Questa
conoscenza, che aspira ad essere ordinata e sistemazione dei vari settori disciplinari, che
completa in maniera definitiva, così da ab- nel corso dell’Alto Medioevo rimane peraltro
bracciare una volta per tutte l’intero campo abbastanza fluida, tenderà a stabilizzarsi do-

TEOLOGIA

FILOSOFIA

Trivio GRAMMATICA RETORICA DIALETTICA


Arti
liberali

Quadrivio
ARITMETICA GEOMETRIA ASTRONOMIA MUSICA

ARTI MECCANICHE

8 VOL. 1 - CAP. 1 - IL MEDIOEVO: QUADRO STORICO, SOCIALE E CULTURALE © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
po il Mille con la nascita delle università, la serva che gli Ebrei, uscendo dall’Egitto per
cui organizzazione, per quanto articolata e raggiungere la Terra promessa, non aveva-
diversificata, si baserà comunque ancora sul- no distrutto i vasi preziosi presi ai nemici,
le arti liberali e culminerà con l’insegnamen- ma li avevano portati con sé per farne un di-
to della Teologia. verso uso nei loro riti. L’episodio biblico, in-
terpretato in chiave allegorica, insegnereb-
La cultura scritta be quindi che la cultura e la civiltà dei clas-
nell’Alto Medioevo sici possono legittimamente essere recupe-
rate e integrate alla nuova visione religiosa.
Nell’Alto Medioevo la cultura scritta è Tale concezione verrà poi ribadita nel VI se-
quasi sul punto di estinguersi: interrotte le colo da due grandi figure di intellettuali cri-
comunicazioni, chiuse le scuole imperiali, stiani, Boezio e Cassiodoro, dai quali la cul-
semiabbandonate le città, l’analfabetismo si tura classica sarà vista come un argine in
diffonde nella massima parte della popola- grado di far fronte alla barbarie della loro
zione, non solo fra i contadini, ma anche fra epoca.
i ceti più elevati. La Chiesa rimane di fatto In realtà i valori dell’antica civiltà non ven-
l’unica custode della lingua scritta, che vie- gono mai dimenticati nel corso dell’Alto
ne studiata e tramandata nelle scuole ve- Medioevo e il loro prestigio, nonostante
scovili e negli scriptoria (biblioteche) dei certe condanne rigoristiche, si mantiene in-
monasteri, dove i monaci leggono, copiano tatto ed anzi viene sempre più rafforzandosi
a mano (amanuensi) e conservano non solo nel corso dei secoli. Ne è un esempio la per-
i testi degli scrittori cristiani, ma anche ope- sistenza del mito della Roma imperiale, che
re filosofiche, scientifiche, linguistiche, giuri- – come si è visto – è alla base della creazio-
diche e letterarie della cultura classica, oltre ne del Sacro Romano Impero. Sul piano let-
che la Bibbia e i Vangeli. terario, poi, la cultura altomedievale è stret-
La lingua in cui gli uomini colti del tempo tamente dipendente da quella antica: non
si esprimono e scrivono è il latino (nell’Im- soltanto le nuove tecniche di scrittura (le così
pero bizantino il greco), che rimane così per dette artes dictandi) sono legate a ciò che si
secoli, in Italia e in Europa, l’unica lingua conosceva della retorica classica, ma anche i
scritta, caratterizzandosi come la lingua dei temi e i contenuti di molte opere medievali
dotti e della cultura ufficiale. Essendo pro- corrispondono ad analoghi tópoi (cioè luoghi
dotti quasi esclusivamente in ambito eccle- comuni) diffusi nella letteratura latina.
siastico, i nuovi testi manoscritti non posso- Sta di fatto però che il pensiero medieva-
no che trattare argomenti, direttamente o le difetta completamente di senso storico:
indirettamente, di carattere religioso. non sa distinguere, cioè, le caratteristiche
storiche che rendono diversa e incompara-
Il Medioevo e la civiltà bile l’epoca antica rispetto a quella succes-
classica siva. Non solo, quindi, è incapace di com-
prendere le opere classiche in rapporto con
I contenuti della cultura e della civiltà lette- la cultura e le peculiarità storiche del tempo
raria altomedievale non nascono in ogni ca- in cui furono scritte, ma tende pure a unifor-
so dal nulla, ma da un lungo e contradditto- marle ai valori, anche religiosi, del presente;
rio processo di integrazione fra la civiltà cri- senza esitare, qualora i contenuti dei testi
stiana e quella pagana del mondo classico. antichi si discostino palesemente dagli inse-
Nei primi secoli dopo il riconoscimento del gnamenti religiosi e morali cristiani, a ricor-
Cristianesimo come religione di Stato nel- rere a interpretazioni, anche forzate e ana-
l’Impero Romano (sancito definitivamente cronistiche, di tipo allegorico.
nel 380 d.C. con l’editto di Tessalonica di
Teodosio), i Padri della Chiesa avevano as-
sunto una posizione di ostilità o comunque Allegoria e Medioevo
di netta diffidenza nei confronti della cultura L’allegoria (dal greco állos, “altro”, e ago-
classica, considerandola veicolo di una con- réuo, “dico”) è una figura retorica, già larga-
cezione del mondo erronea e pericolosa. mente usata nell’antichità classica, con la
Progressivamente, però, i Padri della quale si esprime un concetto astratto me-
Chiesa vengono attenuando e correggendo diante un’immagine o un’azione o una cosa
tale posizione. Già ad esempio Aurelio reale o immaginaria. Ad esempio, nella
Agostino, vissuto fra il IV e il V secolo, os- Commedia dantesca, Virgilio è allegoria

© ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS VOL. 1 - CAP. 1 - IL MEDIOEVO: QUADRO STORICO, SOCIALE E CULTURALE 9
della ragione e della filosofia, mentre Beatri- queste. Secondo lo studioso tedesco Erich
ce lo è della fede e della teologia. In ogni Auerbach il realismo di Dante sarebbe pre-
allegoria è possibile quindi distinguere un cisamente un realismo figurale: così come
senso letterale (nei nostri esempi l’uomo un personaggio biblico può essere figura di
Virgilio, autore dell’Eneide, e Beatrice, una Cristo in quanto di lui prefigura la verità e
donna vissuta davvero a Firenze, conosciuta soltanto in lui si rivela e si manifesta piena-
ed amata da Dante e morta nel 1290) e un mente, allo stesso modo i personaggi reali
sovrasenso astratto, che tuttavia non can- che appaiono nella Commedia si palesano
cella affatto il senso letterale, ma vi si ag- in modo compiuto nella veste definitiva che
giunge e lo completa. hanno assunto per sempre nell’Aldilà: que-
Nella mentalità religiosa medievale, portata sta veste è la loro verità eterna e assoluta,
a scoprire sempre un significato “altro”, mi- una verità che nella loro vita terrena aveva-
sterioso e trascendente, nei fatti del mondo no solo prefigurato, della quale i loro gesti
reale, l’allegoria diventa presto, oltre che pro- e le loro azioni erano state soltanto figure.
cedimento retorico-stilistico, una sorta di me-
todo di lettura e interpretazione sia dei libri
che dei fatti della storia e, al di là di essi, del- L’interpretazione allegorica
l’intero universo. E così ogni piano della real- secondo Agostino
tà, dal mondo minerale a quello vegetale ed
animale, viene visto in rapporto a significati Fra i numerosi temi sviluppati nelle opere
allegorici di tipo morale e religioso, come di Aurelio Agostino (Tagaste, 354 – Ippona,
mostrano quelle opere tipicamente medievali 430), determinante per il pensiero medieva-
e per noi curiosissime che sono i bestiari (rac- le è soprattutto quello riguardante l’inter-
colte enciclopediche di figure animali, ognu- pretazione allegorica della Bibbia. Agosti-
na legata ad un senso allegorico), i lapidari no affronta la questione soprattutto nel De
(repertori di pietre) e gli erbari (repertori di doctrina christiana (“La dottrina cristiana”):
piante). Il più noto e il più largamente diffuso dopo aver chiarito il significato dei tropi,
di questi testi è il Physiologus (“Il Fisiologo”), cioè delle figure retoriche, in particolare
traduzione latina di un testo greco risalente al delle metafore e delle allegorie, egli osserva
II secolo d.C., nel quale vengono presentati in che, leggendo le Sacre Scritture, si possono
chiave allegorica e in riferimento alla dottrina trovare dei passi che, se interpretati letteral-
cristiana esseri reali, ma più spesso fantastici mente, risulterebbero assurdi. In tali casi bi-
(come ad esempio la Fenice o l’Unicorno) del sogna presumere che nel testo ci sia un tro-
regno animale e vegetale. po, cioè che dietro il significato letterale se
Il metodo allegorico viene utilizzato anche ne nasconda uno figurato e allegorico. In
per interpretare la storia: così ad esempio, particolare, secondo Agostino, tutto ciò che
Dante afferma che l’episodio biblico dell’usci- nella parola di Dio non può essere riferito in
ta degli Ebrei dall’Egitto (per lui un episodio senso proprio né all’onestà morale né alla
storico reale e non certo una mera invenzione verità della fede dovrebbe essere ricono-
letteraria) va interpretato come allegoria della sciuto come figurato.
liberazione dell’anima dal peccato. In tal modo viene stabilito un criterio di let-
E lo stesso Dante segue l’interpretazione tura delle Sacre Scritture che sarà largamente
di Agostino del puer (fanciullo) di cui parla accolto dalla teologia medievale e da moltis-
Virgilio nella quarta Egloga (riferendosi alla simi scrittori, fra i quali – come vedremo – lo
nascita del figlio di Asinio Pollione, governa- stesso Dante. I princìpi dell’interpretazione
tore della Gallia Cisalpina e amico del poe- allegorica, inoltre, continueranno ad essere
ta) come allegoria di Cristo. oggetto di discussione nei grandi dibattiti in-
Un concetto importante, in questo tipo di torno alla comprensione dei libri sacri al tem-
interpretazioni allegoriche, è quello di figu- po della Riforma luterana (secolo XVI) e, suc-
ra, mediante il quale viene attribuito un si- cessivamente, in occasione del conflitto fra
gnificato cristiano a personaggi o episodi fede e scienza esploso a causa della nuova
dell’Antico Testamento. Essi prefigurereb- cosmologia copernicana proposta da Galileo
bero verità che saranno svelate pienamente Galilei, quando si riaprirà il problema del mo-
soltanto con il Nuovo Testamento, e quindi do (letterale o allegorico) con cui vadano in-
sono da leggersi appunto come “figure” di terpretati alcuni passi della Bibbia.

10 VOL. 1 - CAP. 1 - IL MEDIOEVO: QUADRO STORICO, SOCIALE E CULTURALE © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
Tipologie e generi letterari
La filosofia nell’Alto Medioevo
Per tutto il Medioevo la filosofia si identifica di fatto con la teologia cristiana. Nell’Alto Medioevo in
particolare i pensatori devono confrontarsi con il pensiero pagano, che dapprima rifiutano ma poi, a
poco a poco, cercano di recuperare e di far rientrare, anche servendosi dell’interpretazione allegorica
e figurale, entro i confini del Cristianesimo.
Aurelio Agostino (354-430), uno dei massimi pensatori cristiani di ogni tempo, è autore di fonda-
mentali testi filosofici e teologici. Il suo pensiero si rifà allo spiritualismo neoplatonico. Particolarmente
significative sono le autobiografiche Confessiones (“Confessioni”), scritte fra il 397 e il 401, che affa-
scineranno Petrarca per la sottigliezza e la profondità della loro analisi psicologica.
Severino Boezio (480-526), consigliere del re Teodorico, è noto per il prosimetro De consolatione
philosophiae (“La consolazione della filosofia”).
Più o meno nello stesso periodo opera il teologo noto come Dionigi Pseudo-Areopagita, autore di
testi in greco che saranno poi tradotti in latino.
Isidoro di Siviglia (560 ca – 636) scrive numerose opere in latino, fra cui un ampio volume enciclo-
pedico, le Etymologiae.

La filosofia nel Basso Medioevo


Nell’XI e XII secolo si confrontano due tendenze principali nel dibattito teologico-filosofico: quella
razionalistica, rappresentata da Pietro Abelardo, e quella mistica, i cui massimi esponenti sono Ber-
nardo di Chiaravalle e Bonaventura da Bagnoregio.
Nel XII e XIII secolo si va affermando una nuova filosofia e teologia di tipo razionalistico, la Scolasti-
ca, che mira ad integrare il pensiero di Aristotele nel sistema culturale cristiano: il suo maggiore espo-
nente, e insieme il più grande filosofo medievale, è il domenicano Tommaso d’Aquino (1225-1274),
autore della Summa theologica (“Summa teologica”). La filosofia di Tommaso, per la sua solidità si-
stematica e per il suo rigoroso impianto razionalistico, verrà apprezzata da Dante, che ne farà il fon-
damento del proprio pensiero.

Opere storiche e cronache


Diversi autori già nell’Alto Medioevo affrontano temi di carattere storico, raccontando le vicende dei
loro popoli: così Gregorio, vescovo di Tours (538-594), scrive una Historia Francorum (“Storia dei Fran-
chi”) e Paolo Diacono (720-799) una Historia Langobardorum (“Storia dei Longobardi).
Particolare importanza per la genesi del ciclo bretone ha l’Historia regum Britanniae (“Storia dei re
della Bretagna”) dell’inglese Goffredo di Monmouth (1100-1155).
Del XIII secolo è la Chronica, scritta in un latino ricco di volgarismi, del parmense Salimbene de
Adam (1221-1288), che tratta dello scontro tra Federico II e i Comuni italiani.

Opere di narrazione fantastica


Famosissima nel Medioevo è l’anonima Navigatio sancti Brandani (“Navigazione di san Brandano”),
tradotta dal gaelico in latino fra il IX e il X secolo.

L’epica nordica e slava


L’epica medievale nasce nel nord dell’Europa: essa tende in genere a cantare le imprese gloriose di
grandi eroi popolari, spesso trasfigurando episodi storici in termini mitici e favolosi. In ambito inglese
spicca il Beowulf, un poema in lingua sassone del X secolo; in Islanda e Scandinavia si diffonde l’Edda,
una raccolta di canti in lingua norrena (IX-XII secolo); in Germania il Cantare dei Nibelunghi, composto
intorno al 1200 in lingua tedesca; in Russia, infine, Il Canto della schiera di Igor, risalente alla prima
metà del XIII secolo.

L’epica in volgare neolatino


Nell’epica neolatina le vicende avventurose hanno al loro centro la figura simbolica del cavaliere cri-
stiano, non solo un eroe sul piano militare ma anche spesso un modello altissimo su quello religioso.
In Spagna l’opera epica più significativa è l’anonimo Cantare del Cid, scritto intorno alla metà del
XII secolo.

© ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS VOL. 1 - CAP. 1 - TIPOLOGIE E GENERI LETTERARI 11


In Francia si diffondono fra l’XI e il XII secolo, in particolare nella regione dell’Île-de-France, intorno
a Parigi, molte narrazioni epiche legate al ciclo carolingio (le chansons de geste, cioè “canzoni di ge-
sta”, che raccontano le avventure di Carlo Magno e dei suoi paladini): l’opera più nota è l’anonima
Chanson de Roland, databile intorno al 1100.

Le narrazioni legate al ciclo bretone


Nell’ambito delle raffinate corti feudali franco-provenzali si afferma una narrativa di tipo avventuroso,
legata soprattutto al ciclo bretone, i cui eroi sono re Artù, Lancillotto e i cavalieri della Tavola Rotonda.
Il tema centrale è quello della ricerca del sacro Graal. L’autore più notevole di tale ciclo è Chrétien de
Troyes, vissuto in Francia nella seconda metà del XII secolo, forse il più grande poeta medievale prima
di Dante: il suo capolavoro è il poema in ottonari a rima baciata Perceval o il racconto del Graal.

Le narrazioni legate al tema dell’amore cortese


Il tema dell’amore cortese, cantato dai trovatori provenzali, è materia anche di numerose narrazioni
in versi in lingua d’oïl. In questo ambito spicca in particolare la vicenda di Tristano e Isotta, raccontata
per la prima volta dal francese Thomas (XII secolo) nel Roman de Tristan (“Romanzo di Tristano”) e poi
ripresa da altri autori.
Nella seconda metà del secolo XII la poetessa Maria di Francia compone una serie di racconti in ver-
si di carattere amoroso e fiabesco in lingua d’oïl, i cosiddetti lais.

La lirica provenzale
Verso la fine dell’XI secolo, presso le corti della Francia meridionale, fra la Provenza e il Limosino, si
sviluppa una raffinata poesia lirica di argomento amoroso in lingua d’oc. I poeti provenzali (detti anche
trovatori) danno vita, primi in Europa, ad una nuova metrica di tipo accentuativo e non più quantita-
tivo; le loro poesie sono scritte per essere accompagnate dalla musica. L’autore più noto è Arnaut Da-
niel, vissuto fra la fine secolo XII e l’inizio del XIII, considerato da Dante (Purgatorio, XXVI) il più im-
portante poeta in lingua volgare.

La trattatistica amorosa
Accostabile in parte alla lirica provenzale è il trattato De amore di Andrea Cappellano, composto in
latino intorno al 1185, in cui sono esposti i princìpi dell’amore cortese che sono alla base della poesia
in lingua d’oc e di molte narrazioni coeve in lingua d’oïl.

Il poema allegorico
La più antica testimonianza altomedievale del genere è il poema allegorico in esametri Psychoma-
chia (“Battaglia dell’anima”) di Aurelio Clemente Prudenzio (IV secolo).
Legato alle tematiche amorose della letteratura cortese è il poema allegorico-didascalico in lingua
d’oïl Roman de la Rose (“Romanzo della Rosa”), iniziato intorno al 1230 da Guillaume de Lorris e suc-
cessivamente completato da Jean de Meung.

La letteratura latina minore di argomento religioso


Molto ricca, nell’arco di tutto il Medioevo, è la produzione di argomento religioso: prediche, vite di
santi, scritti devozionali ecc. Per limitarci al solo XIII secolo possiamo citare Tommaso da Celano (1190
ca – 1260 ca), che scrive in latino la Legenda prima (1227-1228), la prima biografia completa di Fran-
cesco d’Assisi. A lui viene attribuito anche il celebre Dies irae, in ottonari latini rimati.
Il domenicano Iacopo da Varazze (1228-1298) è l’autore della Legenda aurea, in cui sono raccontate
le vite di 182 santi.

La poesia goliardica in latino


In Germania nel XIII secolo vengono scritti in latino i cosiddetti Carmina Burana. Con le sue Laudes
vini Morando da Padova (XIII secolo) riprende in Italia questo tipo di poesia, che influenzerà diretta-
mente gli autori del genere comico-realistico.

12 VOL. 1 - CAP. 1 - TIPOLOGIE E GENERI LETTERARI © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS


TAVOLA SINOTTICA

STORIA LETTERATURA

476 Deposizione di Romolo Augustolo,


ultimo imperatore d’Occidente.

533-554 Corpus iuris civilis di Giustiniano,


summa del diritto romano.
Secoli IV-VIII
568 Inizia l’invasione dei Longobardi in
Italia.
653 Stesura completa del Corano.
711 Gli Arabi invadono la Spagna.

800 Carlo Magno è incoronato imperatore Fine VIII – inizio IX sec. Indovinello veronese.
del Sacro Romano Impero da Leone III. 842 Giuramento di Strasburgo: primo
documento in francese e in tedesco.
Secolo IX 827-965 Conquista araba della Sicilia.
850 Prime versioni in arabo de Le mille
877 Il capitolare di Quierzy concede e una notte.
l'ereditarietà dei grandi feudi.

X sec. Beowulf.
Secolo X
960 Placito cassinese.
1037 La Constitutio de feudis riconosce
l’ereditarietà dei feudi minori.
1054 Scisma d’Oriente: rottura tra la
Chiesa occidentale e orientale.
Secolo XI
1088 Nascita dell’università di Bologna.
1091 I Normanni cacciano gli Arabi dalla
Sicilia.
1095-1099 Prima crociata.

1100 ca Chanson de Roland.


1122 Il concordato di Worms conclude la
lotta per le investiture. 1140 Cantare del Cid.
1143 Traduzione in latino del Corano. 1160-1190 Attività di Chrétien de Troyes.
Secolo XII
1147-1149 Seconda crociata. XII-XIII sec. Ciclo bretone.
1183 Pace di Costanza: Federico XII sec. Fiorisce in Germania l’arte dei
Barbarossa riconosce l’autonomia dei Minnesanger, cantori d’amore.
Comuni dell’Italia settentrionale.
1185 Andrea Cappellano scrive il De Amore.

1194-1250 Federico II. 1200 Cantare dei Nibelunghi.


1209-1229 Crociata contro gli Albigesi. Fine XI – inizio XIII sec. Lirica provenzale.
1224-1226 Francesco d’Assisi scrive il
Cantico del Frate Sole.
Secolo XIII 1230-1250 Scuola siciliana
Seconda metà del XIII sec.
Jacopone da Todi scrive le Lande.
Lirica Toscana.
Fine del XIII sec. Novellino.
1298 Marco Polo detta il Milione.

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SCIENZA E ARTI
FILOSOFIA TECNOLOGIA VISIVE

354-430 Aurelio Agostino. 750 Gli Arabi riprendono dai V-VI sec. Arte bizantina, con
Cinesi il metodo di fabbricazione costruzione e decorazione delle
480 ca – 526 Severino Boezio
della carta. chiese ravennati.
(525-526 De consolatione
philosophiae). 532-537 Realizzazione
della Chiesa di Santa Sofia
a Costantinopoli.
VII sec. Arte longobarda.

849 Traduzione in arabo della 835 Prima attestazione VIII-IX sec. Arte carolingia.
Metafisica di Aristotele. dell’esistenza della stampa in Cina.
835 ca Volvinio realizza l’altare
850 ca Gli Arabi conoscono i d’oro nella Basilica
numeri indiani (che noi oggi di Sant’Ambrogio a Milano.
chiamiamo cifre arabe).

X sec. Arte ottoniana.

980-1037 Avicenna. XI sec. Affermazione dell’aratro XI-XII sec. Arte romanica:


pesante, della ferratura dei cavalli complesso della cattedrale di Pisa.
1079-1142 Pietro Abelardo, e del sistema di rotazione
filosofo e teologo francese 1063-1071 Costruzione
triennale per l’agricoltura.
(Lettere di Abelardo ed Eloisa, dal dell’attuale Basilica di San Marco.
1114). 1014 In Persia si ha la prima
emissione di moneta cartacea. Dopo 1080 Riedificazione della
1090-1153 Bernardo di Chiaravalle. Basilica di Sant’Ambrogio a
1044 Documentato a Venezia
Milano.
l’uso di acquimoli, mulini ad
acqua mossi dal flusso del mare.

XII-XIII sec. Scolastica. 1100 ca Gli Arabi diffondono in 1106 Wiligelmo lavora alla
1126-1198 Averroè, filosofo arabo Europa la tecnica di fabbricazione cattedrale di Modena.
commentatore di Aristotele. della carta.
XII sec. Architettura normanna in
XII sec. Scuola di Chartres. Sicilia.
1163 Fondazione della cattedrale
di Notre-Dame di Parigi, uno dei
primi esempi di architettura
gotica.

14 VOL. 1 - CAP. 1 - TAVOLA SINOTTICA © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS

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