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che rilancia su Twitter una notizia proveniente da una testata e sulla base di questo hanno
assegnato un punteggio a ciascun sito, collocandolo vicino a uno dei principali partiti politici. Il
panorama è ben definito. I siti dei principali quotidiani nazionali non sono stati assegnati a
nessuna parte politica, classificati come “cross-partisan” (super partes appunto) per il pubblico
etorogeneo che solitamente li rilancia. rep Approfondimento Mediaset a “populismo zero”, cade
anche Giordano di EMANUELE LAURIA Fanno eccezioni tre grandi testate: Il Fatto Quotidiano,
che l’analisi assegna al Movimento 5 Stelle, Il Giornale e Tgcom, con sorpresa considerati
affiliati alla Lega. In questo contesto lo studio sottolinea come un mese dopo il voto, Mediaset
abbia deciso di “licenziare” i giornalisti conduttori di tre programmi politici che andavano in onda
sulle sue reti (Belpietro, Del Debbio e Giordano). Una decisione motivata dall’azienda facendo
riferimento al basso livello di ascolti ma che in molti hanno interpretato come dovuta alla
tendenza a parlare di temi e notizie che hanno fatto gioco alla propaganda leghista. Da
sottolineare poi, l'alto engagement che su Facebook hanno raggiunto siti considerati di parte,
vicini ai pentastellati e ai leghisti. Come ilpopulista.it, legato al partito padano e
ilblogdellestelle.it, voce del Movimento. Ad entrare poi tra i principali attori, inserendosi con
delle loro news nella classifica delle 25 più condivise, anche tre siti che fanno informazione
'problematica', colpevoli cioè di produrre, consapevolmente o meno, notizie che confondono
l'opinione pubblica: ilfatto.it, italia24ore.com e inews24.it. Il primo, dal nome ingannevole e
facilmente riconducibile al quotidiano diretto da Peter Gomez, ha pubblicato il giorno prima delle
elezioni la notizia, falsa, delle 500.000 schede elettorali bollate con il logo del Pd, scoperte in
Sicilia. Il secondo sito di 'fake'ha diffuso la falsa notizia del senatore massacrato di botte da due
disoccupati, piazzandosi diciassettesimo per engagement. Inews24.it, invece, classificato come
sito che diffonde disinformazione e notizie anti-immigrazione, è entrato in classifica con una
breve news che denunciava l'incapacità dello Stato di fornire una sistemazione ad una donna
anziana colpita dal terremoto. • LUCA TRAINI E NONNA PEPPINA CAMPIONI DI
ENGAGEMENT Ad appassionare di più il pubblico durante i sei mesi di campagna elettorale è
stato il tema dell'immigrazione, problematizzata nella chiave'sicurezza'. Un tema dibattuto sui
social che ha dato spesso luogo ad aspre discussioni anche tra i leader, che si accusavano a
vicenda di incitare alla violenza, alla discriminazione, al razzismo e quindi, dopo 70 anni dalla
caduta del regime, al fascismo. Un caso su tutti: Luca Traini. L'autore del raid razzista a Macerata
che ha colpito volutamente persone di origine africana per vendicare la morte di Pamela
Mastropietro, ha permesso il ritorno a retoriche che orbinato attorno al fascismo e
all'antifascismo. Anche la critica di stampo populista alle élite, soprattutto quella politica invocata
come la causa principale dei fallimenti dello Stato nel proteggere i diritti dei più deboli, ha
veicolato un certo tipo notizie che riguardano individui e famiglie a basso reddito, disoccupati,
pensionati, anziani, vittime di disastri naturali. Come la storia di nonna Peppina, la 95enne di
Fiastra provincia di Macerata, che è stata una delle storie più condivise già da settembre del 2017,
tanto da restare nella classifica fino al giorno delle elezioni. Terremoto, sfrattata a 95 anni: "La
casetta di legno è abusiva" in riproduzione.... Anche gli scandali legati direttamente ai leader
politici, come il 'caso rimborsopoli'che ha coinvolto i Cinque stelle o l'inchiesta di Fanpage
"Bloody Money" che coinvolgeva rappresentanti del Pd, hanno scatenato i social e le
condivisioni, determinando il termometro dell'opinione pubblica.