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SKILLS TIROCINIO 1

1. Utilizzo di protocolli, procedure, linee guida clinico assistenziali in uso nella struttura ospedaliera e nella
U.O.

2. Procedura di accettazione e presa in carico della persona a bassa complessità assistenziale (controllo e
preparazione stanza di degenza, comunicazioni, scheda MAGDA etc)

3. Procedura di trasferimento del paziente con ridotta autonomia funzionale dal letto alla poltrona, alla
barella etc (manovre + uso di dispositivi)

4. Procedure di cure igieniche parziali o totali nel pz con alterata o compromessa autonomia funzionale
(aiuto; supporto; guida all’esecuzione)

5. Procedure e interventi finalizzati e prevenzione e riduzione delle lesioni da pressione alla persona
degente (valutazione del rischio, scala di Braden, dispositivi, mobilizzazione e presidi)

6. Procedure e interventi per prevenzione e riduzione del rischio di caduta alla persona degente
(valutazione del rischio, scala di Conley, dispositivi etc)
Le cadute sono molto comuni negli anziani o nei pazienti traumatizzati. Ci sono alcune linee guida da
seguire, ovvero al momento dell’accettazione del paziente valutare la capacità del paziente di muoversi e
camminare e spiegare il funzionamento del campanello di chiamata, invitandolo a utilizzarlo in caso di
necessità.
•Bisogna controllare che i letti degli ospedali siano il più in basso possibile e bloccati, in modo che i pazienti
parzialmente in grado di muoversi riescano a salire e scendere da esso senza rischiare cadute. Assicurarsi
che il paziente riesca a raggiungere senza troppo sforzo tutti gli oggetti di cui ha bisogno. Se il paziente è
agitato ed è ad alto rischio di caduta, alzare le sponde del letto quando è solo (solitamente si fa anche se il
paziente è calmo)
•Se il paziente è in grado di mobilizzarsi ma ha bisogno di aiuto, si può ricorrere a presidi come il
deambulatore o le carrozzine.
•Oltre che all’ammissione, il paziente va valutato per il rischio di caduta nel post-operatorio, nei pazienti
confusi prima di andare a dormire e nei pazienti anziani a cui siano stati prescritti degli analgesici.
•Per valutare il rischio di caduta, esiste la scala di Conley che si articola in due parti:
-Una parte di domande da porre al paziente: se è caduto negli ultimi tre mesi, se ha perso urine o feci
sempre in questo periodo di tempo o se ha avuto vertigini e capogiri
-Una parte di valutazione da parte dell’operatore: se il paziente è agitato, se presenta compromissione
della marcia o se presenta un deterioramento della capacità di giudizio e di percezione del pericolo.
A ogni domanda corrisponde un punteggio. Quando il punteggio complessivo è superiore a 2, il paziente è a
rischio di caduta. La risposta “Non so” va calcolata come negativa.

7. Procedura, assistenza e collaborazione alla preparazione del pz in fase pre-operatoria

8. Procedure e interventi finalizzati all’aiuto, supporto e guida alla persona parzialmente dipendente nel
vestirsi

9. Procedura, finalità, scopi, valutazione, esecuzione e documentazione di un clistere evacuativo

10. Procedura, finalità, scopi, materiali, esecuzione, valutazione e registrazione della glicemia (sangue
venoso capillare)

11. Procedura, finalità, scopi, preparazione, esecuzione, valutazione e documentazione di ossigeno-terapia


e aerosol-terapia
12. Procedura per il lavaggio sociale, antisettico e chirurgico delle mani a seconda del caso clinico-
assistenziale specifico

13. Procedure per lo smaltimento dei presidi ospedalieri e liquidi biologici secondo lo specifico caso

14. Utilizzo della documentazione clinico-assistenziale (cartella clinica; referti diagnostici; schede
infermieristiche)

15. Procedura di rilevazione, valutazione e registrazione dei parametri vitali (PA, FC,SpO2,Temp, dolore)

16. Procedura e interventi per il posizionamento, la mobilizzazione e la deambulazione della persona con
alterata e compromessa autonomia funzionale

17. Procedura di rifacimento del letto di degenza occupato da persona con alterata o compromessa
autonomia funzionale o impossibilità parziale

18. Procedure e interventi finalizzati a prevenzione e riduzione del dolore del degente (valutazione, scala
analogica etc)

19. Procedure e interventi finalizzati a aiuto, guida e supporto alla persona totalmente o parzialmente
dipendente nell’alimentazione

20. Procedura, assistenza e collaborazione nella gestione del pz nella fase post-operatoria

21. Procedura di preparazione e posizionamento del pz per l’esecuzione di accertamenti diagnostici

22. Procedura, finalità, scopi, esecuzione della raccolta secreti e escreti

23. Collaborazione e esecuzione nelle medicazioni semplici (bendaggi e fasciature)


Una benda è una striscia di stoffa utilizzata per avvolgere una parte del corpo, mentre la fasciatura è
disegnata per una parte specifica del corpo per supportarla (es: triangolare per il braccio; a T per trattenere
tamponi e medicazioni nella zona perianale; dritta addominale per dar supporto all’addome). Valutare
l’area da bendare per gonfiore, presenza di ferite, presenza di secrezioni, adeguata circolazione etc. Per
eseguire un bendaggio bisogna innanzitutto spiegare al paziente cosa si sta facendo e per quale motivo,
assicurarsi che la zona da bendare sia pulita e asciutta (in quanto i microrganismi sono più presenti nelle
zone umide), posizionare il paziente (a seconda della parte del corpo da bendare), allineare la parte da
bendare con una leggera flessione dell’articolazione se non ci sono controindicazioni (minore pressione su
legamenti e muscoli dell’articolazione) e eseguire il bendaggio. Esistono 5 tipi di bendaggi:
-Giri circolari: arrotolare la benda alcune volte sulla zona del corpo interessata
-Giri a spirale: per le zone del corpo uniformi come circonferenza (es: parte superiore del braccio)
-Giri a spirale inversa: per le zone cilindriche non uniformi come circonferenza (es: parte inferiore della
gamba)
-Giri ricorrenti: per coprire le parti distali del corpo (es: cranio; moncone di un’amputazione; dito) = si
alterna da sinistra e destra etc
-Giri a forma di 8: impiegati per bendare gomito, anca o ginocchio, in quanto permettono un leggero
movimento (sopra e sotto l’ articolazione)
N.B: Consigli: imbottire tra la fasciatura e la cute o le prominenze ossee per evitare abrasione della cute;
bendare dalla parte distale a quella prossimale, per favorire il ritorno venoso; bendare con pressione
costante per prevenire interferenze con la circolazione sanguigna.

24. Procedura, finalità, scopi, preparazione, esecuzione, valutazione e documentazione della terapia orale
Gli infermieri che somministrano i farmaci sono responsabili delle proprie azioni e devono chiedere
spiegazioni su qualsiasi prescrizione che sia valutata inappropriata o illeggibile, e quindi chiamare il medico
per chiarimenti. L’infermiere deve conoscere il farmaco che sta per somministrare. Altre responsabilità
dell’infermiere sono identificare il paziente e informarlo sul farmaco che si sta per somministrare, e
accertarsi che sia il giusto momento di somministrazione, il farmaco giusto (controllando che non sia
scaduto), nella giusta dose e per la giusta via di somministrazione. Infine bisogna eseguire una giusta
registrazione della terapia appena somministrata (se il farmaco viene somministrato ad un orario diverso, o
vi è mancata somministrazione, bisogna annotarne il motivo; la somministrazione si documenta dopo
averla eseguita). L’infermiere deve inoltre valutare il paziente prima di somministrare il farmaco (se il
paziente ha la pressione molto bassa, si informa il medico e si evita di somministrare farmaci come il Lasix
che potrebbero ulteriormente abbassare la pressione; se il paziente presenta nausea e vomito, richiedere
una diversa via di somministrazione dello stesso farmaco e sospendere momentaneamente la terapia per
os; se il paziente non è in grado di deglutire la compressa, frantumarla; se il paziente ha difficoltà a
deglutire i liquidi, procedere alla somministrazione aiutandosi con alimenti molli come la polpa di frutta
etc). L’infermiere deve inoltre valutare il paziente dopo la somministrazione del farmaco (es: eventuali
effetti collaterali)

25. Individuazione, utilizzo e smaltimento dei DPI a seconda del caso clinico specifico
I DPI sono:
-Guanti: monouso non sterili; usati per proteggere le mani quando c’è, o può esserci, contatto con liquidi
biologici e quando la cute degli operatori presenta lesioni e ferite. I guanti vanno tirati fino a coprire i polsi.
I guanti sterili si usano solo nelle procedure che richiedono l’asepsi. Per rimuoverli, afferrare la parte
palmare sotto il polsino toccando solo il guanto e farlo rovesciare per toglierlo, mettere due dita della
mano nuda dentro il guanto dell’altra mano (che ancora tiene quello già levato) e sfilarlo rovesciandolo
sopra il primo.
-Camici: utilizzati in quelle tecniche assistenziali che possono sporcare la divisa dell’infermiere con
materiale organico. Si infilano le braccia e le mani nelle maniche, allacciare la chiusura dietro il collo e poi la
cintura in vita dopo aver coperto il più possibile la parte posteriore. Per rimuoverlo, slacciare i lacci e
afferrare il camice dall’interno del colletto e tirarlo via.
-Mascherine, visiere e occhiali: utilizzate in quelle procedure che potrebbero provocare l’esposizione delle
mucose orale, nasale e congiuntivale a materiale potenzialmente infetto. Si fa aderire la striscia metallica
della mascherina sul naso e si legano i lacci superiori dietro la testa, per poi legare anche quelli inferiori
dietro il collo. Deve coprire sia il naso che la bocca. L’aderenza previene la fuoriuscita e l’entrata di
microrganismi lungo i bordi della mascherina e l’annebbiamento delle lenti. Le mascherine si rimuovo
slacciando i lacci inferiori e poi quelli superiori, e toglierla tenendola per i lacci superiori.

26. Procedura per sanificazione e disinfezione dei presidi in uso presso il modulo di degenza
•DISINFEZIONE: metodica capace di ridurre la contaminazione microbica su oggetti e superfici inanimate
mediante l’applicazione di idonei agenti fisici o chimici. Si utilizzano disinfettanti, che distruggono
microrganismi patogeni.
•SANIFICAZIONE: metodica che si avvale dell’uso di detergenti e di azione meccanica (sfregamento), allo
scopo di ridurre il numero di contaminanti batterici e consente di mantenere per un tempo relativo il livello
di sicurezza per la contaminazione da germi su oggetti e superfici.
N.B. Si agisce dalla zona meno sporca a quella più sporca, indossando sempre i DPI.
Nelle unità di degenza, bisogna:
-vuotare i cestini e sostituire i sacchetti
-sanitizzazione di servizi igienici e lavandino
-decontaminazione superfici (compreso i pavimenti) inquinate da liquidi biologici, sangue e/o altro
materiale organico, potenzialmente infette
-confezionamento e raccolta nei locali dedicati dei contenitori di rifiuti speciali (ROT)
-sanificazione degli apparecchi, ove presenti (per esempio i monitor, con i rispettivi cavi)

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