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Storicità di Gesù

La storicità di Gesù, ovvero la sua esistenza come effettivo personaggio storico, è la base del
Cristianesimo, ed è riconosciuta come parte della fede islamica sulla base della descrizione
datane nel testo sacro dell'Islam, il Corano, seppure con alcune differenze rispetto al Nuovo
Testamento.

Le fonti più antiche sono gli scritti del Nuovo Testamento che, secondo l'opinione degli storici
moderni, sono stati redatti, da due a cinque decenni dopo la sua morte, ad opera di più autori,
alcuni dei quali secondo la tradizione cristiana hanno conosciuto Gesù di persona[1]. Gli autori
hanno verosimilmente raccolto e riferito fatti e vicende trasmessi precedentemente in forma
orale.

Le più antiche copie dei vangeli esistenti risalgono a non prima della fine del I secolo (tre
frammenti di papiro, custoditi ad Oxford, sono datati fra il 60 e il 70 d.C. e contengono versetti
del Vangelo di Matteo)[2], anche se, molto probabilmente, tutti i vangeli risalgono al primo
secolo. Secondo alcuni storici[3] un frammento dei rotoli di Qumran, datato tra il 40 - 50 d.C.
(frammento noto con la sigla 7Q5), sarebbe proprio parte del Vangelo di Marco[4].

Storici secolari e seguaci di alcune altre religioni (incluso il Giudaismo) tendono a guardare alla
sua figura come a quella di un uomo normale, mentre per l'Islam non è il Figlio di Dio ma uno
dei massimi profeti; altri ancora lo considerano un mito[5].

Giudea e Galilea nel I secolo

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Indice
• 1 Il contesto storico
• 2 Gesù secondo le testimonianze
o 2.1 Testi di origine cristiana
 2.1.1 I Vangeli canonici
 2.1.2 Le lettere di Paolo
 2.1.3 Le lettere cattoliche
 2.1.4 Testi non canonici
 2.1.4.1 Vangelo di Tommaso
 2.1.4.2 Altri testi gnostici
o 2.2 Testi non cristiani
• 3 Gli Esseni e il Cristianesimo
• 4 Reperti archeologici
• 5 Le tesi storiografiche
o 5.1 La tesi cristiana
o 5.2 La tesi secolare
 5.2.1 La tesi minimalista e la tesi critica
 5.2.2 La tesi mitica
• 6 Note
• 7 Bibliografia
• 8 Voci correlate
• 9 Collegamenti esterni
o 9.1 Documentazione
o 9.2 Siti cristiani
o 9.3 Siti a sostegno della tesi secolare
o 9.4 Siti a sostegno della tesi minimalista o critica

o 9.5 Siti a sostegno della tesi mitica

Il contesto storico
Come detto, è molto difficile trovare testi contemporanei a Gesù che ne parlino in modo
assolutamente esplicito. Questa carenza di informazioni è così spiegata da Charles Guignebert
storico critico e negatore della divinità di Cristo:
« La sua nascita in un borgo sperduto della Galilea, tra povera gente e quegli ebrei disprezzati e
vilipesi, la sua breve e insignificante carriera, troncata da un banale intervento dell'autorità, un
insegnamento che né la forma né il contenuto raccomandavano a dei Greci e dei Romani, nulla di
tutto ciò aveva di che trattenere l'attenzione di uno storico del secolo, se per caso l'avesse per un
istante destata »
(Charles Guignebert, Le problème de Jésus, Ernest flammarion, 1914])

Nonostante ciò, i Vangeli, pur essendo stati scritti dopo la morte di Gesù Cristo, hanno avuto la
loro redazione quando i testimoni oculari dei fatti avrebbero potuto essere ancora vivi.

Gesù secondo le testimonianze


Testi di origine cristiana

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I Vangeli canonici

Per approfondire, vedi la voce Vangeli.

I Vangeli canonici (oltre ad alcuni apocrifi) sono la principale, ma non l'unica, fonte di notizie
su Gesù. Essi raccontano nel dettaglio la vita pubblica di Gesù, cioè il periodo della sua
predicazione; sul resto della sua vita forniscono scarne informazioni.

I cristiani affermano che i quattro vangeli canonici e gli altri scritti del Nuovo Testamento sono
ispirati da Dio e raccontano fedelmente la vita e l'insegnamento di Gesù; e che anche i numerosi
miracoli e in particolare la sua resurrezione, sono realmente avvenuti.

L'Islam pur riconoscendo il Vangelo come testo ispirato, afferma per tradizione (non è scritto
sul Corano) che il Vangelo cristiano è comunque stato modificato con i secoli e quindi non è più
"puro". Le altre religioni, invece, generalmente interpretano gli eventi soprannaturali narrati dai
Vangeli come racconti mitici elaborati dai primi cristiani.

È tuttora materia di discussione fra quegli storici, che credono nella storicità di Gesù, quali, tra
le parole che i Vangeli attribuiscono a Gesù, siano state effettivamente da lui pronunciate. Vi
sono varie teorie sulla formazione dei vangeli. Una teoria vede i vangeli sinottici composti da
raccolte di detti autentici di Gesù (la fonte Q). Altre teorie ritengono più storicamente attendibili
le parole presenti in vangeli che siano stati redatti sulla base di documenti indipendenti[6], ad
esempio il vangelo di Giovanni rispetto ai vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca), anche se il
Vangelo secondo Giovanni è proprio quello che enfatizza maggiormente la divinità di Gesù.

Una parte della critica rifiuta in blocco il valore storico dei Vangeli, affermando che essi sono
documenti "di parte" e quindi non attendibili: la storicità dei Vangeli viene infatti messa in
discussione dalla presenza di contraddizioni, quali ad esempio i riferimenti temporali della
nascita di Gesù (Censimento di Quirinio).

Per buona parte degli studiosi moderni (Formgeschichte) la questione è che i Vangeli
costituiscono un testo letterario stratificato per la cui comprensione è necessaria un'attenta
analisi storica, filologica e morfologica per valutarne il significato e l'autenticità.

Le lettere di Paolo

Per approfondire, vedi la voce Lettere di Paolo.

Paolo di Tarso, secondo gli Atti degli Apostoli e le sue stesse lettere, dichiara di non aver mai
incontrato Gesù, ma di averne avuto visioni e di averlo conosciuto attraverso gli altri cristiani.
Le sue lettere, scritte probabilmente in un periodo che va dal 50- 51, in cui scrisse la Prima
lettera ai Tessalonicesi, al 65, sono utilizzabili per effettuare ricerche su Gesù. Paolo stesso
dichiara tuttavia di avere personalmente ed in più di un'occasione incontrato alcuni degli
apostoli come Pietro, Giovanni e Giacomo fratello del Signore[7] testimoni di prima mano dei
fatti riguardanti Gesù e la sua vita.

Non tutte le lettere di Paolo sono considerate autografe dagli studiosi del settore; gli studiosi
sono tutti in accordo per sette di esse, le altre sei sarebbero state scritte da discepoli.

Le lettere cattoliche

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Per approfondire, vedi la voce Lettere cattoliche.

Alcune tra le lettere attribuite a Pietro, Giacomo, Giovanni e Giuda sono generalmente
considerate di scrittura tarda rispetto agli altri testi del nuovo testamento: si tratta della Seconda
lettera di Pietro e la Seconda e la Terza di Giovanni e pertanto esse non vengono utilizzate per
formulare ipotesi sulla storicità di Gesù. Tuttavia sia la Prima lettera di Pietro che la Prima
lettera di Giovanni affermano chiaramente in vari versetti la reale esistenza di Gesù.

Testi non canonici

Per approfondire, vedi le voci apocrifo e antilegomena.

Esiste anche un'antica letteratura cristiana, la cui datazione non sempre è certa, che non è
entrata nel canone del Nuovo Testamento - stabilito, attraverso passi successivi, dal Canone
Marcionita del 140, dal Canone Muratoriano del 170, fino al Concilio di Cartagine del 397 e
alla definitiva versione adottata dalla Chiesa Cattolica nel 1563 con il Concilio di Trento - ma
che può essere analizzata per ricavare eventuali informazioni ulteriori sul modo in cui era
considerato Gesù da alcune comunità cristiane e su eventuali altri suoi detti o atti.

Alcuni di questi scritti sono i cosiddetti vangeli apocrifi, redatti principalmente ad uso delle
comunità cristiane primitive; fra questi alcuni sono stati composti nell'ambito di comunità
ebionite, docetiste, monarchiane e gnostiche e danno una visione di Gesù divergente da quella
accettata dalle chiese cristiane.

Vangelo di Tommaso

Per approfondire, vedi la voce Vangelo di Tommaso.

Il Vangelo di Tommaso è un "vangelo di detti", presentando infatti un elenco di logia, frasi e


detti attribuiti a Gesù, simile alla teorica fonte Q a cui può essere accostato. Gli studiosi
propendono per una datazione alla seconda metà del I secolo, addirittura ponendone la
composizione prima dei vangeli canonici, sebbene vi siano altri studiosi che preferiscono una
datazione più tarda, nella prima metà del II secolo.

Altri testi gnostici

Per approfondire, vedi la voce Vangeli gnostici.

Alcuni testi gnostici contengono resoconti di episodi della vita di Gesù che possono essere
utilizzabili per ricerche storiografiche.

I testi gnostici tendono comunque ad essere molto allegorici quindi la ricerca si concentra
soprattutto in quelli più antichi, che danno più l'impressione di essere basati su eventi reali.

L'opinione degli gnostici su Gesù varia dal mito al docetismo, gli si attribuiscono insegnamenti
gnostici e si interpreta la sua resurrezione come un'allegoria dell'"illuminazione" a cui tutti
possono prendere parte.

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Testi non cristiani

Per approfondire, vedi la voce Fonti storiche non cristiane su Gesù.

Tra gli storici e scrittori non cristiani antichi se ne conoscono molto pochi che abbiano scritto
qualcosa correlata a Gesù o al Cristianesimo, pur essendo a noi pervenuti vari scritti di autori a
lui contemporanei. Tuttavia è certo, dalle notizie di Tacito sulle persecuzioni neroniane, che il
Cristianesimo era già diffuso a Roma negli anni 60. Sempre secondo Tacito, i Cristiani erano
sufficientemente noti in città da essere accusati ingiustamente dell'incendio di Roma del 64 e
condannati ad atroci supplizi nel circo. Dopo questi avvenimenti, negli anni 70, sono imperatori
Vespasiano e suo figlio Tito, due generali che avevano combattuto in Giudea e conoscevano
perfettamente la situazione religiosa e sociale della Palestina dei tempi di Gesù. Non risulta da
nessuna fonte antica che il Cristianesimo, a loro necessariamente noto per i fatti accaduti sotto il
principato di Nerone, fosse considerato da questi due imperatori una fede priva di collegamento
con fatti storici reali. Lo stesso Tacito, d'altra parte, nonostante consideri il Cristianesimo come
una 'moda' negativa, cita Ponzio Pilato e la condanna a morte di Gesù come fatti realmente
accaduti, senza sollevare il minimo dubbio nei lettori.

Non sono stati trovati documenti d'archivio o archeologici che si riferiscano direttamente a
Gesù, le principali notizie storiche su Gesù diffuse dai Cristiani (a voce sin dagli anni 30, e nei
Vangeli a partire dagli anni 50) furono evidentemente considerate attendibili dai contemporanei,
in particolare dai molti ebrei convertiti al Cristianesimo. Il nucleo originario dei primi Cristiani
includeva numerosi contemporanei di Gesù vissuti in Giudea e, fra questi, anche molti che
emigreranno successivamente nei vari paesi dell'Impero Romano dopo la Guerra Giudaica del
70 (un evento accaduto quarant'anni dopo la Crocefissione). Nonostante la forte rivalità
religiosa degli ebrei tradizionalisti nei confronti degli ebrei convertiti al Cristianesimo (in
entrambi i gruppi erano presenti testimoni oculari e contemporanei di Gesù), non risulta da
nessuna fonte antica l'accusa nei confronti dei Cristiani di aver inventato la vicenda narrata dai
Vangeli. Piuttosto, in alcune fonti ebraiche contrarie al Cristianesimo si avanza il sospetto che i
seguaci di Cristo ne avessero occultato il cadavere dopo la morte in croce. Questa diffidenza da
parte degli ebrei non-cristiani è peraltro menzionata anche nei Vangeli.

L'assenza di menzione da parte di scrittori quali Filone, Seneca e Plutarco può indicare che
Gesù non ha incontrato il loro interesse (visto che questi autori menzionano molte persone che
sono poi state di molto minore importanza storica).

Anche se un noto testimone delle vicende palestinesi del periodo 65-70 d.C., come Plinio il
Vecchio, ignora totalmente l'esistenza di Gesù, i lavori di quattro tra i maggiori storici non
cristiani (Plinio il Giovane, Giuseppe Flavio, Svetonio e Tacito) contengono passaggi riferiti ai
cristiani, alcuni proprio a Gesù. Plinio il Giovane, in una lettera all'imperatore Traiano,
considera dal suo punto di vista i cristiani come sacrileghi, per il loro rifiuto di prestare culto
alle divinità romane, ma ne riconosce l'integrità morale per quanto riguarda il rispetto delle
leggi.

Svetonio, a proposito di scontri di piazza avutisi a Roma all'inizio degli anni 50, nomina come
causa dei disordini un certo "Chrestus". L'identificazione con Gesù di Nazareth è tuttavia
incerta, perché le parole greche Chrestòs - "buono, eccellente" - e Christòs - "unto, Messia"-
erano infatti pronunciate in modo identico, e pertanto potevano essere facilmente confuse. Non
è impossibile che "Chrestus" fosse il nome di un personaggio diverso da Gesù.

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Tacito, negli Annales, riporta notizie più precise, da una fonte che non ci è nota:
« Il fondatore di questa setta, il Cristo, aveva avuto il supplizio sotto il regno di Tiberio, per
ordine del procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente repressa, la funesta superstizione si
scatenò di nuovo non soltanto nella Giudea, culla del male, ma in Roma stessa »
(Tacito, Annali, XV, 44)

Si ritiene[senza fonte] che gli Annales fossero composti da almeno sedici libri, ma i libri 7-10 sono
andati perduti e parti dei libri 5, 6, 11 e 16 sono mancanti. Gli scritti di Giuseppe Flavio
contengono informazioni più interessanti, sebbene vi sia il sospetto che possano essere state
oggetto di manomissioni.

I primi scrittori cristiani non fanno però mai riferimento a questi testi, i cui riferimenti a Gesù
sono stati scoperti successivamente (ad esempio Sulpicio Severo fu il primo a citare Tacito in
merito).

Alcune delle testimonianze di non cristiani sono molto ostili nei confronti dei cristiani stessi.

Questo emerge chiaramente dal testo del pensatore cristiano Origene che, nella sua opera
Contra Celsum, discute le tesi del filosofo pagano Celso. L'opera di Origene è l'unica fonte
dello scritto di Celso "Discorso vero", a cui l'autore fa riferimento per confutarlo. Il colto
pagano Celso afferma che, se è esistito un Cristo storico, si tratterebbe soltanto di un brigante e
mistificatore[senza fonte].

Gli Esseni e il Cristianesimo


Per approfondire, vedi la voce Esseni.

Gli Esseni furono un gruppo ebraico di incerta origine, forse databile dalla metà del II secolo
a.C., organizzati in comunità isolate di tipo monastico e cenobitico. All'inizio del I secolo erano
oltre 4000 e vivevano dispersi in tutto il paese; la più celebre comunità essena, quella di
Qumran, contava circa 150 individui. Questo sito andò incontro ad una fine violenta nel 68 d.C.
ad opera dei romani; alcuni scampati, sembra, si unirono agli Zeloti di Masada e ne condivisero
la sorte.

Esistono numerosissimi paralleli tra i riti e la dottrina degli esseni e il cristianesimo; una certa
parte degli storici propende per la tesi secondo cui lo stesso Gesù sarebbe stato un esseno e le
credenze cristiane deriverebbero direttamente dall'essenismo. Se ciò fosse verificato si avrebbe
una prova dell'esistenza di Gesù anche se in termini differenti.

In particolare vi sono indizi di ordine

• filologico: che interessano esclusivamente le analogie tra letteratura qumraniana e


Nuovo Testamento (mentre il confronto con gli scritti apocrifi e gnostici è un campo
ancora inesplorato).
• storico: riguardanti le analoghe consuetudini (rituali e non) di entrambi i movimenti,
oltre ad alcune recenti ipotesi, condivise da molti studiosi, come ad esempio la
conversione in massa di esseni al cristianesimo [8].
• archeologico: in particolare l'entusiasmante resoconto di Riesner riguardo il fatto che il
primo luogo di riunione della prima comunità cristiana a Gerusalemme, nonché il luogo
ove si svolse l'ultima cena, fosse ubicato nelle immediate vicinanze del quartiere degli
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esseni a Gerusalemme; il ché rende altamente plausibile l'ipotesi di contatti diretti e
frequenti tra esseni e cristiani[9].

Reperti archeologici
Per approfondire, vedi le voci Archeologia biblica e Archeologia paleocristiana.

Il più antico artefatto archeologico che potrebbe essere correlato a Gesù è la cosiddetta
Iscrizione di Nazaret. Esistono inoltre evidenze archeologiche dell'esistenza di Ponzio Pilato e
di altri personaggi citati nei vangeli (Caifa, Simone di Cirene). Scavi condotti negli ultimi due
secoli inoltre confermano l'attendibilità delle descrizioni fornite dai vangeli in relazioni a luoghi
quali la Piscina di Siloe e la Piscina di Betzaeta, così come la pratica della crocifissione a
Gerusalemme nel I secolo d.C.

Si hanno inoltre evidenze archeologiche degli antichi villaggi di Nazaret e Cafarnao, e


attestazioni della presenza di cristiani nei primi secoli.

Le tesi storiografiche
Per approfondire, vedi la voce Storiografia su Gesù.

Le diverse conclusioni degli storici nello studio della vicenda di Gesù si possono raggruppare,
con larga approssimazione, in due categorie principali:

• Gli storici cristiani, che accettano l'esistenza del Gesù storico con gli attributi divini
riconosciuti dal cristianesimo, nelle sue confessioni più diffuse. In questo ambito le
posizioni sono molto varie, anche alla luce dei diversi livelli di storicità attribuiti dai
singoli autori alle principali fonti (vangeli canonici, vangeli apocrifi, fonti non
cristiane).
• Gli storici non cristiani, agnostici, atei o di altre religioni, non esprimono un proprio
giudizio sulla questione o accettano solo l'esistenza di un personaggio storico chiamato
Gesù, non collimante in tutto o in parte col personaggio narrato dalle Scritture e
comunque non lo ritengono dotato di attributi divini. Sono riconducibili a questo ambito
anche la tesi minimalista e quella mitica.

La tesi cristiana

« ... Vi ho trasmesso dunque, quello che anch'io ho ricevuto: che Cristo morì per i nostri peccati
secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve
a Cefa e ai Dodici.In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior
parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti
gli apostoli. Ultimo.. apparve anche a me...se Cristo non è risuscitato, vana è la vostra fede ... ma
ora Cristo è risuscitato dai morti. » (1 Corinzi 15,3-20)

In queste affermazioni, scritte da Paolo di Tarso intorno alla seconda metà degli anni 50 del I
secolo, è condensata la fede cristiana nella storicità della vita, morte e risurrezione. Al tempo
esistevano centinaia di testimoni oculari pronti ad affermare il fatto e valevano più di una fonte

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scritta. Questa fu necessaria con l'estendersi del cristianesimo e la morte dei testimoni diretti:
nacquero così i vangeli per affermare che Gesù è effettivamente esistito.

I vangeli e gli altri libri del Nuovo Testamento descrivono fedelmente la vita di Gesù e quella
dei suoi primi seguaci e sono stati scritti in date di poco posteriori alla morte di Gesù da parte di
testimoni diretti o sulla base di fonti provenienti da testimoni diretti. Questo non esclude la
presenza di errori di traduzione o inaccuratezze di narrazione, giustificate però dal fatto che si
tratta di quattro relazioni differenti, e questo è prova di autenticità del racconto dei fatti.

I miracoli e la resurrezione di Gesù, secondo questa tesi, sono generalmente considerati come
effettivamente avvenuti, sebbene non possano esistere in proposito prove certe. Gli stessi
vangeli richiedono d'altronde che i fatti siano accettati per fede: se fossero provati non sarebbe
più necessaria alcuna fede.[10].

La tesi secolare

Per approfondire, vedi la voce Gesù storico.

Molti studiosi interpretano le narrazioni bibliche sulla vita di Gesù come resoconti storici o
mitologici della vita di una figura storica, intesi a fare proseliti più che a rendere conto in modo
neutrale di un fatto storico. La difficoltà nel distinguere quali parti del racconto della vita di
Gesù possano essere storicamente valide e quali no è uno dei maggiori ostacoli per gli storici
studiosi della Bibbia.

Anche esposizioni accurate degli eventi della vita di Gesù potrebbero essere state cambiate a
causa della tradizione orale. Altre parti potrebbero essere state esagerate volontariamente, e altre
potrebbero addirittura essere state inventate, probabilmente reinterpretando racconti più antichi.

Gesù comunque sarebbe stato effettivamente un ebreo vissuto nel I secolo in Palestina. Nella
trasmissione per via orale della vicenda sarebbero nel tempo stati aggiunti i dettagli "mitici"
della vita di Gesù, tra cui i miracoli ed anche alcune delle parabole e delle vicende; questi per
alcuni non possono essere ritenuti veri perché non documentati, per altri (secondo tesi
naturaliste) non sarebbero possibili e quindi frutto di invenzione.

Inoltre viene rilevata un'incongruenza nel fatto che pur essendo egli stesso ebreo, attenendosi a
precetti strettamente ebraici e in terra ebraica, non tutti gli ebrei suoi contemporanei abbiano
riconosciuto in lui la figura di profeta, annunciato dalle sacre scritture. Su questa posizione
sono, ad esempio, il filosofo Hegel e il Renan, che assieme a tanti altri affermano la storicità del
personaggio Gesù solo come Rabbi o Maestro.

1. Un tentativo di ricostruire il clima storico dell'epoca in cui visse Gesù fotografa un paese
travagliato, affetto da questioni di successione dinastica, nell'orbita dell'impero romano
tollerante ma politeista, in preda a fortissime tensioni religiose di sapore fondamentalistico.
2. Una seconda foto scattata a distanza di qualche anno, ossia dopo la predicazione e la morte
di Gesù, ci mostra un paese politicamente azzerato, una nazione in diaspora e solo una
piccola comunità (quella essena o, secondo alcuni, quella giudeo-cristiana frammentata in
ebionita, elcasaita e nazarea) "intaccata" dal messaggio di Gesù.
3. Una terza foto, dopo la precaria soluzione dei contrasti tra i cristiani ebrei e i cristiani gentili
(rispettivamente tra la posizione di Simone Cefa e di Giacomo verso la posizione di Paolo),
illumina un nuovo e imprevisto scenario: la diffusione progressiva del cristianesimo tra i

8
gentili trova un ambiente ricco e fecondo, mentre, al contrario, le piccole comunità essene,
già quasi distrutte (vedasi la caduta di Masada del 73), e le giudeo-cristiane ristagnano per
poi consumarsi definitivamente nel tempo. Sono questi i nuovi rapporti di forza che vedono
indebolito il "cristianesimo storico" a favore del nuovo cristianesimo di Paolo.

La tesi minimalista

Per tesi minimalista si intende una limitazione della tesi precedente: Gesù sarebbe esistito, ma
non esisterebbero fonti storiche su cui sia possibile basare alcuna descrizione della sua vita o
delle sue azioni poiché gli autori delle fonti cristiane disponibili avrebbero in gran parte riscritto
la sua storia.

La tesi critica

Secondo la tesi critica Gesù sarebbe probabilmente esistito, ma non sarebbe stato lo stesso
descritto nei vangeli. Secondo alcune interpretazioni sarebbe stato un rivoluzionario, un giudeo
apocalittico, uno zelota, o anche un esseno; non sarebbe morto sulla croce e anche le altre
vicende della sua vita sarebbero state inventate.

La tesi mitica

Per approfondire, vedi le voci Mito di Gesù e Cristianesimo e Mitraismo.

La "scuola mitologica" vede Gesù come un incrocio tra più antiche religioni misteriche
concernenti dèi morti e resuscitati quali quella di Osiride-Dioniso o del Mitraismo.

Altre teorie si focalizzano sull'apparente relazione tra lo Gnosticismo e il Cristianesimo in


quanto basate su una figura storica che agisce come fulcro nel collegamento delle tradizioni
religiose ebraiche e la storia politica con una religione misterica, un sincretismo all'epoca più
popolare tra i Gentili che tra gli Ebrei che sarebbero poi diventati cristiani.

Riprendendo analoga posizione già sostenuta e sviluppata in proposito da Prosper Alfaric,


Raoul Vaneigem si schiera a favore della tesi dell'inesistenza storica di Gesù, parlando, tra
l'altro, della "favola cattolica e romana di un Gesù storico" (La résistance au christianisme -
Les hérésies des origines au XVIII-ème siècle, Fayard, 1993, pag. 104). Tra i sostenitori della
tesi mitica è inoltre possibile ricordare Michel Onfray.

La tesi mitica e quella critica hanno molti punti in comune: per esempio entrambe sostengono
che l'operazione di "divinizzazione" di Gesù si sarebbe avuta grazie all'operazione di alcuni
gruppi di cristiani, e in epoca successiva ai fatti narrati – ovvero intorno al II secolo, una volta
defunto ogni possibile testimone oculare dell'accaduto. Punti forti sui quali si basano entrambe
le teorie sono le, vere o presunte tali, contraddizioni tra i quattro vangeli, e la mancanza di
prove storiche e/o archeologiche su alcuni luoghi, eventi e personaggi citati nel Nuovo
Testamento[11].

Note
1. ^ Non è però questo il caso, ad esempio, di Luca e, probabilmente, di Marco, anche se
la tradizione vuole che Marco si citi nel Vangelo accanto a Gesù nell'orto degli ulivi
2. ^ Vangelo: quasi una cronaca

9
3. ^ Come José O'Callaghan, gesuita, papirologo di fama e docente del Pontificio Istituto
Biblico di Roma, e Carsten Peter Thiede, papirologo luterano.
4. ^ José O'Callaghan, Los papiros griegos de la cueva 7 de Qumran, Madrid 1974
5. ^ Il primo a citare le teorie mitiche usando il termine "Mito di Gesù" fu Albert
Schweitzer in: Schweitzer, Albert, Geschichte der Leben Jesu-Forschung, Tübingen,
1913, p. 445.
6. ^ Bart Ehrman, La verità sul Codice da Vinci, Mondadori, ISBN 88-04-54792-8
7. ^ Epistola ai Galati capitolo 1.18-19 e 2.11
8. ^ Otto Betz, Rainer Riesner, Gesù, Qumran e il Vaticano, LEV, 1995; Rainer Riesner,
Esseni e prima comunità cristiana a Gerusalemme, Nuove scoperte e fonti, LEV, 2001
9. ^ Rainer Riesner, Esseni e prima comunità cristiana a Gerusalemme, nuove scoperte e
fonti, LEV, 2001
10. ^ Questa tesi è sostenuta, fra gli altri, anche da Vittorio Messori nel suo libro Ipotesi su
Gesù
11. ^ A tal proposito va però ricordato che l'esistenza di una parte di questi è stata
dimostrata dall'archeologia e dalla ricerca storica nella seconda metà del XX secolo.

Bibliografia
Per approfondire, vedi la voce Bibliografia su Gesù.

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• Price, Robert M. (2000). Deconstructing Jesus. Prometheus Books. ISBN 1573927589
• Strobel, Lee (2009). Il Caso Gesù. ECB
• Voorst, Robert Van (2000). Jesus Outside of the New Testament. Wm. B. Eerdmans Pub-
lishing Co.
• Wells, George A. (1988). The Historical Evidence for Jesus. Prometheus Books. ISBN
087975429X
• Wells, George A. (1998). The Jesus Myth. ISBN 0812693922
• Wells, George A. (2004). Can We Trust the New Testament?: Thoughts on the Reliability
of Early Christian Testimony. ISBN 0812695674
• Wilson, Ian (2000). Jesus: The Evidence (1st ed.). Regnery Publishing.
• Alexander Schick (1998) Il fascino di Qumran DLC ISBN3-85666-541-2 -titolo orig.
Faszination Qumran Schwengeler-Verlag.CH-9442
• Ida Magli (1987) .Gesu' di Nazareth BUR
• N.T. Wright, Gesù di Nazareth. Sfide e provocazioni, Claudiana, Torino 2005.

Collegamenti esterni
Documentazione

• http://gesustorico.altervista.org/
• (EN) Early Christian Writings
• Christianismus.it, studi sul cristianesimo dei primi secoli di Andrea Nicolotti

Siti cristiani

• Storicità dei Vangeli, René Latourelle su "Dizionario di teologia fondamentale",


Cittadella editrice, Assisi, 1990, pp.1405-1431
• GesùStorico.it
• Tra storia e fantasia di Marco Fasol, sulla storicità dei vangeli in riferimento al romanzo
Il Codice da Vinci.
• Gesù Cristo è Dio?, risposte alle critiche sulla storicità di Gesù

Siti a sostegno della tesi secolare

11
• Intervista al prof. Remo Cacitti, su La Stampa del 15 maggio 2006
• (EN) The New Testament Documents: Are They Reliable?, di F.F. Bruce.
• (EN) La Ricerca sul Gesù Storico: uno studio critico dei progressi da Reimarus a Wrede,
di Albert Schweitzer
• (EN) Into His Own, Perspective on the World of Jesus: strumento per gli studi storici del
Nuovo Testamento
• (EN) Did Jesus Really Exist?: una critica di alcune asserzioni sulla storicità di Gesù

Siti a sostegno della tesi minimalista o critica

• (EN) Historicity Of Jesus FAQ, uno sguardo critico sui testi.


• La nascita del cristianesimo su Homolaicus
• (EN) The Skeptics Annotated Bible, una raccolta di appunti e di argomentazioni su ogni
versetto significativo della Bibbia.

Siti a sostegno della tesi mitica

• (EN) The Jesus Puzzle by Earl Doherty


• (EN) The Homeric Epics and the Gospel of Mark, una recensione del libro di Dennis R.
MacDonald redatta da Richard Carrier
• (EN) The Origins of Christianity, una discussione sul potenziale sincretismo con altre
religioni.

Storiografia su Gesù
La storiografia su Gesù tratta le fonti evangeliche che sono alla base dello studio sulla storicità
di Gesù. Qui saranno indicati i passaggi più importanti e personaggi più noti che sono
intervenuti in argomento, seguendo l'impostazione storiografica più aggiornata.

INDICE]

• 1 Fonti
• 2 Il casus belli: Reimarus (1778)
• 3 La teologia liberale del XIX secolo
o 3.1 L'avvio della teologia liberale: David Friedrich Strauss (1808-1874)
o 3.2 La Vita di Gesù di Renan (1863): Gesù esseno
• 4 Il crollo della ricerca della teologia liberale
o 4.1 1906: il crollo della ricerca sulla vita di Gesù
• 5 Demitizzazione
o 5.1 La demitizzazione di Rudolf Bultmann (1884-1976): dal Gesù storico al Gesù
kerigmatico (1941)
o 5.2 Ricciotti (1941): critiche alla demitizzazione e alla teologia liberale
• 6 La nuova ricerca sul Gesù storico (1953-1975)
• 7 La "terza ricerca" sul Gesù storico. I mille "Gesù"
• 8 Posizioni scettiche e radicali
• 9 Indagine sui rapporti tra Gesù e il giudaismo del suo tempo

12
• 10 Bibliografia

• 11 Voci correlate

FONTI

Le fonti che parlano di Gesù possono essere divise in due categorie: quelle cristiane e quelle
non cristiane.
La fonti cristiane (inclusi testi canonici e apocrifi) sono:

1. la fonte Q
2. il Vangelo di Marco
3. il Vangelo di Matteo
4. il Vangelo di Luca
5. il Vangelo di Giovanni
6. il Vangelo di Tommaso
7. il Vangelo dei Nazirei
8. il Vangelo degli Ebioniti
9. il Vangelo degli Ebrei
10. i frammenti del papiro Egerton 2;
11. il frammento del Vangelo di Pietro
12. i frammenti del Vangelo segreto di Marco
13. POx840 (Papiro di Ossirinco 840).

Le fonti non cristiane sono:

1. Guerra Giudaica e Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio


2. le fonti rabbiniche del Talmud
3. le notizie riportate dal filosofo stoico siriano Mara Bar Sarapion
4. le opere di scrittori e funzionari romani come Plinio il Giovane (61-120), Svetonio (70-130),
Ierocle Sossiano.

In un primo tempo, la ricerca storica su Gesù si è concentrata sui Vangeli canonici. Solo
negli ultimi decenni, la dottrina ha approfondito la figura di Gesù considerando anche i vangeli
apocrifi, i manoscritti non biblici di Qumran, etc.

IL CASUS BELLI : REIMARUS (1778 )

La questione della ricerca sulla vita di Gesù comincia nel 1778 quando G.E. Lessing
pubblicò alcuni frammenti di un'opera di H.S. Reimarus (1694-1768), professore di lingue
orientali. Sosteneva che:

1. c'è una distinzione tra il Gesù storico e la fede degli apostoli;


2. la predicazione di Gesù va inquadrata nel contesto giudaico dell'epoca;
3. Gesù fu un Messia in senso nazionalista, che predicò la ribellione a Roma, non voleva
realizzare nessuna nuova religione;
4. Il suo tentativo di ribellione fallì perché venne arrestato e condannato, i suoi discepoli
trafugarono il corpo e cominciarono a dire che era risorto, tutta la religione cristiana si fonda
essenzialmente su un inganno.

13
Queste tesi fecero molto scalpore e generò specie nell'ambito tedesco. Si pubblicarono
moltissimi libri dal titolo “Vita di Gesù”.

L'AVVIO DELLA TEOLOGIA LIBERALE: DAVID FRIEDRICH


STRAUSS (1808-1874)

David Strauss pubblicò tra il 1835-1836 una sua Vita di Gesù introducendo il concetto di
mito, inteso come sintesi (in senso hegeliano) delle interpretazioni soprannaturalistiche da un
lato e razionalistiche dall'altro (Theissen). Questo “mito” compare soprattutto quando ci sono
deroghe alle leggi naturali e nelle contraddizioni tra le varie tradizioni. Secondo lui,
nell'individuo storico Gesù, si realizza l'idea dell'umanità di Dio nella sua forma più alta. La
teologia liberale seguì questa impostazione. Questa corrente sviluppò un'analisi molto attenta
delle fonti (Baur, Wilke, Weisse) e la ricostruzione di Gesù come di una personalità ideale.

LA VITA DI GESÙ DI RENAN (1863): GESÙ ESSENO

Indubbiamente la "Vita di Gesù" di Renan è una dei testi più famosi sulla vicenda storica di
Gesù. La Vita di Gesù costituisce il primo dei sette volumi in cui è articolata la Storia delle
origini del Cristianesimo (1863-1881), scritta seguendo i principi positivistici fissati da Comte.
Già dalla sua nomina a professore del Collège de France aveva destato grande scalpore il suo
discorso, intitolato De la part des peuples sémitiques dans l'histoire de la civilisation. In esso
veniva anticipato ciò che è espresso nella Vita di Gesù: Gesù fu un uomo esemplare ed
eccezionale. Si sostiene che Gesù fosse un esseno. Per queste sue tesi perse l'insegnamento. Per
tutta la vita applicò il positivismo scientifico alle discipline filologiche ed esegetiche.

1906: IL CROLLO DELLA RICERCA SULLA VITA DI GESÙ

Il 1906 è un momento molto particolare della storia della ricerca sulla vita di Gesù. A.
Schweitzer pubblicò Storia della ricerca sulla vita di Gesù, che è considerata una sintesi
brillante del problema. Dimostrò che ciascuna delle immagini liberali di Gesù mostrava la
struttura della personalità dei loro autori. Nel 1901 W. Wrede in Messiasgehimnis sostenne che
il Vangelo di Marco, la fonte più antica a nostra disposizione aveva un carattere tendenzioso e
non obiettivo. K.L. Schmidt in Der Rahmen der Geschiste Jesu ha sostenuto il carattere
frammentario dei Vangeli: il vangelo è composto da piccole unità, in cui la collocazione storica
è del tutto secondaria. Con quest'opera cominciò a vacillare la fiducia nella possibilità di
ricostruire la figura del Gesù storico. È degli anni 1928-1930 un'opera di R. Eisler che
ripropone una visione del Gesù ribelle. Eisler si preoccupò di approfondire l'aspetto politico
della predicazione di Gesù.

Rudolf Bultmann (1884-1976), uno dei più noti teologi luterani del XX secolo, sentì la
necessità di comunicare all'uomo moderno il messaggio di Gesù. A tale scopo introdusse il
termine di demitizzazione. Secondo lui, l'uomo moderno che vive in un ambiente fortemente
secolarizzato e tecnico non comprende e rifiuta il linguaggio mitico e poetico della Bibbia. La
demitizzazione è quel procedimento attraverso il quale il lettore moderno va oltre il
linguaggio mitico della Bibbia comprendendo il disegno esistenziale di Dio in favore
dell'uomo. La demitizzazione travolge un po' tutti gli elementi biblici: peccato originale,
credenza nei miracoli, apocalittica, credenza negli spiriti, ecc. Il Gesù di Bultmann è
essenzialmente un rabbino, un uomo che predicò l'amore universale, l'umiltà, una religiosità

14
nuova e più vera rispetto a quella della legge di Mosè, una nuova etica dell'obbedienza a Dio.
Non volle mai né creare una gerarchia ecclesiastica, né nuovi culti o nuove liturgie. Bultmann
inoltre sostenne che il Gesù storico non è assolutamente accessibile allo studioso, è possibile
accedere solo al Gesù kerigmatico, cioè al frutto della predicazione e dell'azione apostolica
cristallizzatasi, dopo fasi orali, nel Nuovo Testamento.

Sempre nel 1941 l'abate Giuseppe Ricciotti pubblicò una Vita di Gesù Cristo, che ebbe un
enorme successo, fu tradotta in 15 lingue ed è tuttora ristampata. Questa monumentale opera ha
il compito di ricostruire la figura di Gesù dandole coerenza storica, in aperta critica sia con
l'impostazione della teologia liberale, sia della demitizzazione di Bultmann.

La “Nuova ricerca” su Gesù comincia con un saggio di Käsemann (1953), già allievo di
Bultmann a Marburgo. La teologia liberale aveva distinto nettamente il Gesù storico dalla
predicazione della Chiesa, Bultmann aveva capovolto il problema dando rilevanza solo ed
esclusivamente alla predicazione. Dopo Käsemann si ha il tentativo di ricomporre il Gesù
storico e il Gesù kerigmatico. Cambia completamente la base metodologica e l'approccio al
problema. I maggiori rappresentanti di questo indirizzo, oltre al già citato Käsemann sono
Robinson, Bornkamm, Latourelle, Francesco Lambiasi.

La formula "Terza ricerca" (Third quest) è stata coniata da Neill e Wright. È un tipo di
ricerca che si è sviluppato principalmente in ambito anglosassone.
Gli autori della third quest hanno una particolare attenzione per l'aspetto sociologico della
predicazione di Gesù Cristo. Riconducono la sua predicazione ad analoghi movimenti
millenaristi nati in Palestina tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Schurmann ha sostenuto la
continuità sociale tra la cerchia prepasquale di Gesù e quella postpasquale. Alcuni autori
riconducono il cristianesimo primitivo a movimenti radicali e teocratici (Theissen, Sanders) che
miravano alla restaurazione del popolo giudaico. Si sostiene una continuità tra Gesù e il Cristo
kerigmatico.

Dagli anni 70 si comincia a dare molta attenzione alle fonti non canoniche (Köster e
Robinson).La valutazione dei testi non canonici era già cambiata a partire dal 1934 quando
Walter Bauer sostenne che prima sono nate le eresie e successivamente l'ortodossia.
Secondo Bauer forme di cristianesimo considerate più tardi come eterodosse (Siria, Egitto) sono
anteriori a quelle delle comunità considerate "ortodosse". Inoltre per molto tempo convissero
varie tendenze nel cristianesimo e solo a partire dal II-III secolo si cominciò ad avviare un
processo che avrebbe portato all'ortodossia. Inoltre per molto tempo circolarono vari testi
apocrifi e nella catechesi fu utilizzata anche una tradizione orale. John Dominic Crossan, ad
esempio, non considera come fonti i vangeli canonici ma solo lo strato più arcaico del Vangelo
di Tommaso, il vangelo di Egerton, il vangelo degli Ebrei, la fonte dei logia e un vangelo della
croce ricostruito a partire dal Vangelo di Pietro.[senza fonte]
Altri autori invece negano valore ai vangeli apocrifi nella ricerca sulla figura storica di Gesù
(Gnilka, Schnakenburg).
Gli autori della third quest hanno dato molte versioni della figura di Cristo a seconda dei
presupposti teologici e ideologici. Alcuni autori danno molto spazio al contesto giudaico
(Sanders), altri no (Crossan).[senza fonte] Alcuni autori considerano Gesù come un Rabbi, altri un
fariseo illuminato (H. Falk). Altri autori ancora prestano attenzione alla cultura ellenista e
vedono in Gesù un filosofo cinico (Crossan, Borg). Altri vedono in Gesù un taumaturgo e un
esorcista (Vermes) o un mago (Morton Smith). Alcuni vedono in Gesù un rivoluzionario (Jossa)
o uno zelota (Brandon), altri un pacifista vittima dei propri nemici.
Un'opera molto importante è, infine quella di Meier dal titolo Un ebreo marginale (3
volumi).

15
POSIZIONI SCETTICHE E RADICALI

Alcuni autori hanno sostenuto la non-storicità della vicenda di Gesù. Bruno Bauer (1809-
1882) vide nel Vangelo più antico un'opera letteraria e una storia inventata (Kritik der
Evangelien, 1850-1851). Il pastore di Brema Albert Kalthoff (1850-1906) vide in Gesù il
prodotto dei bisogni religiosi di un movimento sociale venuto in contatto con l'attesa messianica
degli Ebrei (Das Christusproblem. Grundlinien einer Sozialtheologie, 1902). Arthur Drews,
spiegava Gesù come concretizzazione di un mito preesistente (Die Christusmythe, 1909-1911).
G.A. Wells ha sostenuto che la storia e la vicenda di Gesù sono state inventate a partire dal
70 d.C.. Secondo questo autore le fonti extracanoniche su Gesù sono troppo tardive,
l'attendibilità storica dei fatti narrati dei vangeli è molto bassa, le lettere di Paolo rispecchiano la
fede delle prima comunità cristiana ma tacciono in merito alla vita di Gesù (vedi il saggio The
Hystoricity of Jesus, in R.J. Hoffmann-G.A. Larue, Jesus in History and Myth, Buffalo/NY,
1986, pag. 27-45).
Lo scetticismo è stato spesso sostenuto anche dai teologi con un'argomentazione simile a
questa: siccome possediamo solo fonti condizionate dalla fede dei loro autori, l'unica modalità
legittima di accostarvisi sarebbe la fede, tutto il resto (la ricerca storica) condurrebbe
all'incredulità.
Altre posizioni radicali vedono Cristo come un ribelle. Dopo Reimarus hanno sostenuto
questa tesi anche Eisler e Jossa (Gesù e i movimenti di liberazione della Palestina, Paideia).
Samuel Brandon ha sostenuto che Gesù fosse uno zelota.

INDAGINE SUI RAPPORTI TRA GESÙ E IL GIUDAISMO DEL


SUO TEMPO

Alcune pubblicazioni su Gesù indagano prevalentemente i rapporti della sua predicazione


con l'ebraismo. Fra le pubblicazioni più importanti se ne possono citare essenzialmente tre. La
prima è sicuramente quella di R. Eisler (Gesù, un re che non regnò), di cui abbiamo parlato in
precedenza. Una seconda pubblicazione molto importante è il Jesus von Nazareth di J. Klausner
(1907) che vede Gesù come un rappresentante di una etica giudaica radicale, collegata con una
nuova idea di Dio. Infine va ricordato The Synoptic Gospel di C.G. Montefiore (1909). Per lui
Gesù si pone in linea con i grandi profeti, ma in una situazione storica profondamente diversa.
Gesù Cristo criticò il giudaismo del tempo in particolare le prescrizioni rituali, le regole
alimentari e il sabato.
Un altro brillante testo che riconnette la figura di Gesù con il suo ambiente è l'opera Gesù
ebreo di Riccardo Calimani.

BIBLIOGRAFIA

Per approfondire, vedi la voce Bibliografia su Gesù.


In ordine cronologico:

• Heinrich Eberhard Gottlob Paulus, Das Leben Jesu als Grundlage einer Geschiste des
Urchristentums, Heidelberg, 1828;

16
• Bruno Bauer, Kritik der Evangelien und Geschichte ihres Ursprungs, Bd 2 (v. 4), Berlin, G.
Hempel, 1850-1851;
• G.F.W. Hegel, Das Leben Jesu. Aus Hegels teologischen Jugendschriften nach den hands-
chriften der Kgl. Bibliothek in Berlin, Tübingen, Mohr, 1907; trad. ital. Vita di Gesù, Roma,
Newton Compton, 1995; Brescia, Queriniana, 2001;
• Albert Kalthoff, Das Christusproblem. Grundlinien einer Sozialtheologie, 1902;
• Claido Giuseppe Montefiore, The Synoptic Gospel, 2 voll., Londra, 1909, 1927;
• Arthur Drews, Die Christusmythe, Verbesserte und erweiterte Ausgabe, Jena, Eugen
Diederichs, 1910;
• Robert Eisler, Iesous, basilues ou basileusas, Heidelberg, 1928-1930;
• Joseph Klausner, Jesus von Nazareth, 1907, traduzione tedesca del 1934:
• Günter Bornkamm, Jesus von Nazareth, Stüttgart, Kohlhammer, 1956 (1963, 1965); trad. ital.
Gesù di Nazaret, Torino, Claudiana, 1968 e successive edizioni, 1968 e successive edizioni;
• J. Robinson, A New Quest of the Historical Jesus, London, SCM, 1959; trad. ital. della II
edizione tedesca (1967) Kerygma e Gesù storico, Brescia, Paideia, 1977;
• Helmut Ristow - Karl Matthiae, Der historische Jesus und der kerygmatische Christus.
Beiträge zum Christusverständnis in Forschung und Verkündigung., Berlin, Evangelische Ver-
lagsanstalt, 1961, 2 aufl.;
• E. Käsemann, Das Problem des historischen Jesu, in «Zeitschrift für Theologie und Kirche» LI
(1954), pp. 125-153; trad. ingl. The Problem of Historical Jesus, in Essays on New Testament
Themes, SBT 41, London, 1964, pp. 15-47.
• Samuel George Frederik Brandon, Jesus and the Zealots. A Study of the Political Factor in
Primitive Christianity, Manchester, University Press, 1967; trad. ital. Gesù e gli Zeloti,
traduzione di Furio Jesi e M. Cristina Vidi, ediz. italiana a cura di Giuliano Boccali, Milano,
Rizzoli, 1983;
• D. F. Strauss, Das Leben Jesu. Kritisch bearbeitet von David Friedrich Strauss, Tubingen,
Osiander, 1835-1836; rist. anast. Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1969; trad.
ital. La vita di Gesù o Esame critico della sua storia, Milano, Sanvito, 1863-1865;
• Rudolf Bultmann, Gesù, edizione italiana a cura di Italo Mancini, Brescia, Queriniana, 1972, e
successive edizioni;
• R. Latourelle, L'accès à Jésus par les Evangiles, histoire et herméneutique, Tournai, Desclée,
1978; trad. ital., A Gesù attraverso I Vangeli, Assisi, Cittadella, 1983;
• H.S. Reimarus., I frammenti dell'anonimo di Wolfenbuttel pubblicati da G.E. Lessing, a cura di
Fausto Parente, Bibliopolis, Napoli, 1977, 293-248, 349-360;
• Neill, T. Wright, The Interpretation of the New Testament, Oxford, Oxford University Press,
1982;
• G. Vermes, Gesù ebreo, Edizioni Borla, 1983;
• F. Lambiasi, Gesù di Nazaret. Una verifica storica, Casale, Marietti, 1983;
• Marcus J. Borg, Conflict, Holiness and Politics in the Teachings of Jesus, New York, Edwin
Mellen Press, 1984;
• H. Falk, Jesus the Pharisee. A new Look at the Jewishness of Jesus, New York, Paulist Press,
1985;
• A. Schweitzer, Geschichte der Leben-Jesu-Forschung, trad. it., Storia della ricerca sulla vita di
Gesù, Paideia, Brescia, 1986;
• F. Lambiasi, L'autenticità storica dei Vangeli, II edizione Bologna, EDB, 1986;
• G.A. Wells, The Hystoricity of Jesus, in R.J. Hoffmann-G.A. Larue, Jesus in History and Myth,
Buffalo/NY, 1986, pag. 27-45
• Marcus J. Borg, Jesus, a new Vision. Spirit, culture, and the life of discipleship, San Francisco,
Harper, 1987;
• E. Renan, Vie de Jésus, Leipzig, société Bibliophile, 1863; trad. ital. Roma, Newton Compton,
1990;
• M. Smith, Jesus the Magician, San Francisco, Harper, 1978; trad. ital. Gesù mago, Roma,
Gremese, 1990;
• John Dominic Crossan, The historical Jesus: the life of a Mediterranean Jewish Peasant, San
Francicso, Harper, 1991;
• B. L. Mack, A Myth of Innocence. Mark and Christian Origins, Philadelphia, Fortress, 1991;

17
• E. P. Sanders, Jesus and Judaism, London, SCM, 1985, p. 2; trad. ital. Gesù e il giudaismo,
Genova, Marietti, 1992;
• Gnilka, Gesù di Nazareth: annuncio e storia, Paideia. Brescia, 1993;
• M. Kälher, Der sogenannte historische Jesus und der geschichtliche, biblische Christus,
Munchen, Kaiser, 1956; trad. ital. Napoli, D'Auria, 1993;
• John Dominic Crossan, Gesù. Una bibliografia rivoluzionaria, Ponte alle Grazie, 1994;
• R. Schnackenburg, La persona di Gesù Cristo nei quattro vangeli, Paideia, Brescia, 1995;
• G. Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, con prefazione di Vittorio Messori, Milano, Mondadori,
1996;
• D. Flusser, Jesus, Hamburg 1968, trad. it. Jesus, Lanterna,1976, Genova, anche: Jesus,
Morcelliana, Brescia, 1997;
• G. Theissen, A. Merz, Il Gesù storico. Un manuale, Editrice queriniana, 1998;
• J. Meier, Un ebreo marginale, 3 voll., Queriniana, Brescia, s.d.

• Su Gesù ebreo, vedi anche P. Sacchi, Gesù l'ebreo, in Henoch VI/3 (1984), p. 347-368;
• Sulla storia del popolo giudaico, vedi E. Schürer, Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù
Cristo, Paideia, Brescia, 1986.

Gesù storico
Il Gesù storico è il tentativo di ricostruzione della figura di Gesù di Nazaret secondo i
moderni metodi storici, attraverso l'analisi critica dei testi antichi e il confronto con il contesto
storico e culturale del tempo.
Fino alla metà del XVIII secolo non si era mai posto il dubbio riguardo all'affidabilità storica
dei testi evangelici. Da allora molti studiosi, cristiani e non, hanno lavorato al fine di ricostruire
la figura di Gesù attraverso il metodo storico-critico. Il Gesù storico può risultare diverso o
simile al Gesù Cristo descritto interpretando il Nuovo Testamento da un punto di vista
teologico. Sebbene la maggior parte degli storici affermi la storicità di Gesù [1], alcuni pensatori
ritengono Cristo una figura mitica[2].

INDICE

[nascondi]

• 1 Il contesto storico
• 2 Il nome personale
• 3 La famiglia
o 3.1 Padre
o 3.2 Madre
o 3.3 Fratelli
• 4 Sposa
• 5 La nascita
o 5.1 Data di nascita
o 5.2 Luogo di nascita
• 6 Città di origine
o 6.1 La sinagoga di Nazaret
• 7 Lingua
• 8 Stato socioeconomico
• 9 Note
• 10 Bibliografia

18
• 11 Voci correlate

• 12 Collegamenti esterni

IL CONTESTO STORICO

19
Giudea e Galilea nel I sec.
All'epoca il territorio giudaico comprendeva approssimativamente Perea, Giudea da una
parte e Galilea dall'altra. La Samaria (perenne dissidente della comunità culturale di
Gerusalemme), in mezzo, ne era esclusa e separava il regno in due.
La morte di Erode nel 4 a.C. indebolisce notevolmente il controllo romano dell'area a causa
di una complicata successione al trono tra i suoi tre figli: Archelao (etnarca e re di Giudea,
Samaria e Idumea) deposto nel 6 d.C. per l'incompetenza dimostrata, Erode Antipa (tetrarca e re
di Perea e Galilea fino al 39), Filippo (tetrarca e re, fino alla morte nel 34, dei territori del nord-
est: Golanitide, Traconitide, Batanea).
Giuda il Galileo (appellativo dato dai romani ai ribelli perché in Galilea si trovavano le basi
più forti dell'insurrezione; a ciò va aggiunta l'implicazione nazionalistica e religiosa relativa al
fatto che la famiglia degli erodiani era araba e non ebrea), figlio di Ezechia, Asmoneo
pretendente al trono di Gerusalemme, approfitta della situazione e con un esercito formato da
esseno-zeloti, attacca i romani di stanza a Gerusalemme e genera una reazione immediata che
termina solo dopo ben tre interventi da parte di Quintilio Varo, proconsole in Siria. La
repressione da parte dei romani è feroce la crocifissione di duemila rivoltosi genera l'odio verso
i Romani da parte degli ebrei.
Sedata, solo temporanemamente la sommossa, nel 7 d.C., i romani decisero di riorganizzare
amministrativamente (che passa da regno tributario al rango di provincia imperiale) e
fiscalmente la Giudea organizzando allo scopo un censimento per quella che per l'epoca era una
delle imposte più importanti: il testatico. A supervisionare il censimento suddetto fu lo stesso
governatore della Siria Publio Sulpicio Quirinio diretto superiore del praefectus romanus e
degli stessi tetrarchi erodiani. Questa iniziativa fu la scintilla che accese la celebre rivolta del
censimento in cui trovò la morte lo stesso Giuda il Galileo.
L'interesse degli storici è quindi rivolto prevalentemente ad episodi turbolenti riguardanti
l'impero e le province rivoltose, è molto difficile trovare testi contemporanei che parlino di
Gesù in modo assolutamente esplicito. Questa carenza di informazioni è così spiegata da
Charles Guignebert storico critico e negatore della divinità di Cristo:

20
« La sua nascita in un borgo sperduto della Galilea, tra povera gente e quegli ebrei disprezzati
e vilipesi, la sua breve e insignificante carriera, troncata da un banale intervento dell'autorità, un
insegnamento che né la forma né il contenuto raccomandavano a dei Greci e dei Romani, nulla di
tutto ciò aveva di che trattenere l'attenzione di uno storico del secolo, se per caso l'avesse per un
istante destata »
(Charles Guignebert, Le problème de Jésus, Ernest flammarion, 1914)

IL NOME PERSONALE

Per approfondire, vedi la voce Gesù (nome).


La maggior parte delle fonti occidentali, derivate dal latino, concorda nell'utilizzare il nome
Iesus, di uso comune nel mondo ebraico del primo secolo[3].
Nell'alfabeto greco, come si trova nel Nuovo Testamento, il nome è ᾿ Ιησο᾿ ς. Adoperando
la pronuncia ricostruita scolastica del greco classico, si pronuncerebbe (IPA): /iˈeˈsuːs/, ma
il Nuovo Testamento è stato scritto nella koiné, in cui si pronunciava probabilmente in modo
diverso; in particolare, si potrebbe avere l'aggiunta di una palatale approssimante ed una diversa
pronuncia della lettera eta: /jɛːˈsuːs/ o /jiːˈsuːs/.

LA FAMIGLIA

PADRE

Entrambi i racconti dell'infanzia, nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Luca,
sono concordi nell'affermare che il suo padre adottivo fosse Giuseppe e che sua madre fosse
Maria, fatto che è attestato anche da altri riferimenti nella tradizione evangelica[4].
Le principali fonti cristiane che riguardano Giuseppe provengono dai Vangeli secondo
Matteo e Luca. Giuseppe fu promesso a Maria al tempo che lei concepì; perciò si presume che
dovevano già essere legalmente marito e moglie, sebbene non gli fosse ancora permesso di
vivere insieme. Uno scritto più tardo (fine del II secolo) attribuirebbe invece la paternità a un
soldato romano[5].
Nei Vangeli secondo Matteo e Luca, si parla di Giuseppe come il padre a cui Gesù sarebbe
stato affidato. Giuseppe non figura nei quattro Vangeli canonici, ad eccezione che in questi
racconti dell'infanzia; inoltre, egli non è menzionato negli Atti degli Apostoli, a differenza di
altri parenti di Gesù. Di solito si ritiene che tutto ciò stia a significare che Giuseppe sia morto
prima del ministero di Cristo. Va notato, infatti, i vangeli si focalizzano primariamente
sull'ultima parte della vita di Gesù, con particolare enfasi sui tre anni di ministero che
precedettero la crocefissione. Peraltro, si ritiene probabile che i racconti dell'infanzia abbiano
una valenza più teologica che storica.
Matteo cerca di convincere gli Ebrei che Gesù fosse davvero discendente di Davide. La
locuzione "figlio di Davide" è usata sette volte in Matteo
(1,1;9,27;12,23;15,22;20,30;21,9;22,42). Solo in Matteo Gesù parla del "Trono della sua gloria"
(19,28;25,31). E solo in Matteo si parla di Gerusalemme come la "città santa" (4,5). Quindi,
Matteo impiega una gran quantità di tempo per cercare di convincere il popolo Ebraico che
Gesù era di fatto il "Re dei Giudei" (27,29;27,37). È quindi importante notare che Gesù è
considerato nelle genealogie bibliche come il discendente del re Davide, e ciò sarebbe possibile

21
solo se Giuseppe fosse il suo padre carnale. Comunque, c'è qualche discrepanza tra la
genealogia di Gesù fornita da Matteo e quella di Luca.
Alcuni Vangeli non canonici, adozionisti, affermano che Giuseppe fu il padre di Gesù e che
Gesù fu un uomo mortale fino al momento in cui lo spirito di Dio entrò in lui mentre veniva
battezzato da Giovanni Battista. Comunque, il punto di vista degli adozionisti venne rifiutato
dalla chiesa durante il Primo Concilio di Nicea.
Gli Ebioniti ritenevano che Giuseppe e Maria fossero i genitori carnali di Gesù.[6]

MADRE

La maggior parte delle informazioni su Maria, la madre di Gesù, deriva dalla menzione che
fanno di lei i quattro vangeli canonici e il Libro degli Atti; il Vangelo di Giovanni non riporta il
suo nome, ma si riferisce a lei come "la madre di Gesù" o "sua madre".
A parte le citazioni fornite nei vangeli canonici e in poche altri fonti cristiane primeve
(vangelo apocrifo di Giacomo della prima metà del II secolo), non esistono altre fonti non
cristiane antiche sulla vita di Maria.
In Marco 6,3 (e in analoghi passi in Matteo e Luca) si afferma che Gesù fu il figlio di
"Maria ed il fratello di Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simeone", ed inoltre che Gesù aveva
sorelle. Lo storico Ebreo Giuseppe Flavio e lo storico cristiano Eusebio (che scriveva nel IV
secolo ma citava fonti molto più antiche, ora perdute) parla di Giacomo il Giusto come del
fratello di Gesù (vedi Desposyni).
Le chiese cattolica ed ortodossa hanno diverse importanti tradizioni costruite attorno alla
figura di Maria.
Maria (Miryam), madre di Gesù, è l'unica donna a cui sia intitolata una sura del Corano (VII
secolo).

FRATELLI

Per approfondire, vedi la voce Fratelli di Gesù.


L'espressione fratelli di Gesù è presente in alcuni brani del Nuovo Testamento (Mt 12,46-
50;13,55-56, Mc 3,31-34, Lc 8,19-21, Gv 2,12;7,3-10, At 1,14, 1Co 9,5, Gal 1,19). La questione
se Gesù avesse dei fratelli (o sorelle), figli di Maria e Giuseppe, se avesse dei fratelli figli del
solo Giuseppe, o se invece se "fratelli" si riferisca a dei parenti in senso generico, è controversa
ed è motivo di discussione tra studiosi della Bibbia e teologi.
Il più noto fratello di Gesù è identificato dai documenti in greco antico come ᾿Ιάκωβος,
Giacomo o Giacobbe (Antichità 20.9.1, Galati 1,19), che era anch'esso un nome piuttosto
comune, dato che ricorda l'omonimo Patriarca. Secondo Marco 6,3, gli altri fratelli di Gesù si
chiamavano Joses (=Giuseppe), Judas (=Giuda), e Simon (=Simeone o Simone); questi sono
anche i nomi di tre delle dodici tribù o figli di Israele. In ebraico i nomi dei fratelli sono Yaakob,
Yosef, Yehudah, e Shimeon.

SPOSA

Per approfondire, vedi la voce Sposa di Gesù.


Molte leggende e alcuni vangeli apocrifi sostengono che Gesù si sposò, o comunque ebbe
relazioni amorose. In tali racconti la sposa risulta essere sempre Maria Maddalena.

22
L'apocrifo Vangelo secondo Filippo, per esempio, racconta: «la compagna del Salvatore è
Maria Maddalena, Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla
bocca».
Ma in quello stesso vangelo, che secondo gli studiosi non risale a prima della seconda metà
del II secolo[7], il bacio sulla bocca è un segno rituale comune anche agli altri personaggi perché
«il Logos viene da quel luogo, egli nutre dalla sua bocca e sarà perfetto. Il perfetto, infatti,
concepisce e genera per mezzo di un bacio. È per questo che noi ci baciamo l'un l'altro. Noi
siamo fecondi della grazia che è in ognuno di noi[8].

LA NASCITA

DATA DI NASCITA

Per approfondire, vedi le voci Nascita di Gesù e Data di nascita di Gesù.


Gerd Theissen e Annette Merz scrivono che non esiste alcuna indicazione certa sull'anno
preciso della sua nascita. Certamente Matteo e Luca sono d'accordo nell'attestare che Gesù è
nato quando Erode il Grande era vivo (Mt 2,1; Lc 1,5), ovvero, stando a Flavio Giuseppe
(Antichità. 17, 167, 213; BJ 2, 10), prima della primavera del 4 a.C. Ciò è probabile, ma ci sono
alcune controversie al riguardo, dal momento che Matteo e Luca non offrono informazioni
cronologiche sufficientemente precise e concordanti[9].
Luca 2,1 mette in relazione la nascita di Gesù al censimento di Quirinio, che stando a
Giuseppe Flavio ebbe luogo nel 6 d.C. (Guerre giudaiche II, 117 ss., VII, 253; Antichità
giudaiche XVII, 355, XVIII, 1 ss.). Emil Schürer considera questo fatto come un errore
cronologico in Luca. William Mitchell Ramsay chiama in causa una serie di censimenti in Luca
e negli Atti per spiegare la discrepanza [2][3].
Alcuni hanno provato a determinare più precisamente la data di nascita di Gesù correlando la
stella dei Magi (Mt 2,2) con fenomeni astronomici; comunque, Matteo descrive una stella
viaggiante miracolosa, che non è compresa in alcuna categoria astronomica, e queste teorie non
hanno riscosso un grande successo.
La data tradizionale del nascita di Gesù al 25 dicembre, ricorrenza della festa del Natale, è
tardiva (IV secolo). Questa data fu scelta nel Concilio di Nicea, convocato da Costantino,
perché coincidente col compleanno del dio Sole, caro ai legionari romani.

LUOGO DI NASCITA

Per approfondire, vedi la voce Luogo di origine di Gesù.


Riguardo al luogo di nascita i vangeli sinottici riportano che Gesù nacque a Betlemme, il
Vangelo secondo Giovanni invece non fa menzione del luogo di nascita di Gesù ma in 7,41-42
cita l'incredulità degli ebrei riguardo la pretesa di Gesù di essere il Messia in quanto egli
proveniva dalla Galilea e non dalla città di Davide (Betlemme). Inoltre, sempre in Giovanni
7,52, un gruppo di Farisei obietta che nessun profeta può provenire dalla Galilea.
Come è evidenziato anche dal Talmud, i maggiorenti di Gerusalemme e di tutta la Palestina
ritenevano ignoranti, rozzi e persino barbari gli uomini delle regioni rurali ed arretrate della
Galilea.
Alcuni studiosi sia cristiani che non cristiani ipotizzano come luogo di nascita di Gesù
Nazaret o altre località della Galilea o prossime alla Galilea.

23
Il Mandylion di Edessa dalla cappella privata del papa in Vaticano. Si ritiene sia la più antica
immagine di Gesù.[senza fonte]

CITTÀ DI ORIGINE

Per approfondire, vedi la voce Nazaret.


Secondo i Vangeli Gesù era originario di Nazaret, in Galilea. L'utilizzo, sempre nei vangeli,
dell'aggettivo "nazoreo", di non chiara origine, ha suscitato comunque l'interesse di alcuni
studiosi che hanno proposto localizzazioni alternative come Cafarnao e Gamala[10].

LA SINAGOGA DI NAZARET

Il vangelo di Luca porta testimonianza di Gesù "come era suo costume" che entra nella
sinagoga di Nazaret. In tale occasione Gesù "..si alzò per leggere". Nella tradizione ebraica, le
scritture sono preziose e trattate con estrema cura. L'affermazione che a Gesù sia stata porta la
pergamena di Isaia, suggerisce almeno che i nazareni abbiano posseduto tale pergamena, e
possibilmente anche altre, e che abbiano avuto un posto ove conservarle. La sinagoga sarebbe
stato il posto ideale a questo scopo.
Attualmente gli scavi archeologici non hanno però consentito di individuare edifici pubblici
e, quindi, sinagoghe. Tuttavia, solo una porzione molto piccola dell'antica Nazaret è stata
oggetto degli scavi: la moderna Nazaret risiede infatti sull'antico sito. All'interno dei circuiti
archeologici è convenzionalmente sostenuta l'idea che Nazaret, al tempo di Gesù, fosse una
piccola comunità, ma non si hanno ancora evidenze conclusive.
Alcuni scavi archeologici hanno scoperto sinagoghe risalenti al periodo di Gesù a Gamala,
Gerusalemme, Herodium e Masada. Il Nuovo Testamento menziona oltre a quella di Nazaret,
anche la sinagoga di Cafarnao, ma anche in questo caso gli archeologi non sono stati in grado di
confermarlo. Non è stato neanche possibile confermare l'esistenza delle sinagoghe di Tiberiade,
Dora e della ricca città di Cesarea Marittima menzionate da Flavio Giuseppe. La questione
relativa a quest'ultima è particolarmente curiosa. Al contrario di Nazaret infatti, il sito su cui
sorgeva Cesarea è attualmente quasi del tutto disabitato, di modo che gli archeologi hanno
potuto effettuare liberamente gli scavi in modo sia estensivo che intensivo. La questione è molto
più complessa di quanto appaia a prima vista ed è una grande sfida per gli studiosi[11].

LINGUA

24
Dal momento in cui Gesù iniziò la sua attività di proselitismo e di predicazione spostandosi
nella sua regione nativa e nel circondario, sorge una questione rilevante: Quale era il linguaggio
parlato dagli Ebrei nella vita quotidiana nella Giudea del I secolo? Gesù era padrone di questo
linguaggio e ne conosceva altri?
Dagli scritti e dalle iscrizioni del tempo, le lingue attestate sono quattro: latino, ebraico,
greco antico ed aramaico. Il latino possiamo tranquillamente escluderlo, poiché era usato quasi
esclusivamente dagli ufficiali romani, che avevano introdotto la lingua solo da poco tempo. I
romani avrebbero inserito le iscrizioni in latino sugli edifici pubblici senza preoccuparsi del
fatto che la maggior parte degli ebrei non potesse leggerle. In effetti quasi tutte le iscrizioni
latine a noi note erano situate a Cesarea Marittima e Gerusalemme, o nelle vicinanze: nelle sedi
del potere imperiale, quindi, non in villaggi della Galilea.
Se Gesù conoscesse o meno l'ebraico ci porta a considerare la sua alfabetizzazione. La lingua
ebraica subì un forte declino dopo l'esilio babilonese e il ritorno degli ebrei a Giuda. L'aramaico
era ormai la lingua franca di un vasto territorio, che comprendeva anche gli ebrei tornati in
Israele. La diffusione dei targum (le traduzioni aramaiche della bibbia) dimostra come questa
fosse la lingua più diffusa tra la gente comune. L'ebraico si era trasformato in una lingua elitaria
parlata dagli ebrei dediti alle scritture, più o meno come il latino per il clero medioevale.
Sempre più simile all'aramaico, la lingua franca dell'antico Vicino Oriente dal periodo dell'
Impero Assiro e dell'Impero Persiano in avanti, si inserì tra gli ebrei ordinari che erano tornati in
Israele. Anche se i manoscritti del Mar Morto ritrovati a Qumran hanno molti tipi di scrittura
ebraica, si tratta di composizioni teologiche e letterarie di un gruppo esoterico. La crescita dei
targum aramaici (traduzioni delle scritture ebraiche), già testimoniata in una comunità Qumran
adusa a scrivere in ebraico, è una forte obiezione a vedere l'ebraico come linguaggio della gente
comune. Sembrerebbe che l'ebraico fosse mantenuto solo nella Giudea del primo secolo, tra
quegli Ebrei che si dedicavano allo studio delle Scritture, un po' come il latino per gli
ecclesiastici nel Medioevo.
Riguardo al greco, va evidenziata la testimonianza di Flavio Giuseppe (Antichità giudaiche
20.21.2): "Ho patito molte sofferenze per imparare a capire i greci, e per comprendere la lingua
greca, sebbene io mi sia da tempo abituato a parlare la nostra lingua, l'aramaico. Tuttora non so
pronunciare il greco con sufficiente esattezza, perché la nostra nazione non incoraggia chi
impara le lingue di molte nazioni..."
Lo studioso della Bibbia John P. Meier osserva (A Marginal Jew, Vol. I, pag. 261): "Bisogna
ammettere che tutto ciò getta una luce assai indiretta sulla domanda principale, il linguaggio che
Gesù conosceva e parlava meglio. Ma se persino un intellettuale di Gerusalemme come Flavio
Giuseppe non si sentiva totalmente a suo agio col greco (dopo averlo usato per anni nei suoi
scritti quando viveva a Roma), e se nel 70 d.C. aveva trovato necessario o almeno consigliabile
rivolgersi ai suoi compagni ebrei di Gerusalemme in aramaico anziché in greco, le possibilità
che un popolano della Galilea conoscesse il greco abbastanza bene da diventare un insegnante e
predicatore di successo, che usasse regolarmente il greco nei suoi discorsi, appaiono basse".
Da alcune iscrizioni si evince che, contrariamente a quanto accadde in altri secoli, l'aramaico
parlato a quei tempi era quasi del tutto privo di influenze greche (Meier, pag. 265). Anche se
sono tutte scritte in greco, le uniche parole straniere che i Vangeli mettono in bocca a Gesù sono
in aramaico, come in Marco 5,41, 7,34 e 15,34. Il Vangelo in greco di Giovanni dice che Gesù
chiamava Simone Kephas (Gv 1,42), e che Paolo usava la parola aramaica per riferirsi a Dio,
abba, anche quando scriveva a Gentili di lingua greca in Gal 4,6 e Rom 8,16. Meier conclude la
sua dissertazione con queste parole: "Gesù insegnava regolarmente e forse esclusivamente in
aramaico, poiché parlava un greco di tipo pratico e affaristico, e forse rudimentale". (pag. 268)

STATO SOCIOECONOMICO

25
Gesù proveniva da Nazaret di Galilea, alla periferia del mondo ebraico. Gesù era figlio di un
"tektòn", cioè falegname/carpentiere/costruttore (Mt 13,55; Mc 6,3; Lc 4,22; Gv 6,42), e
"tektòn" egli stesso. Occorre notare che la parola greca designava colui che costruiva i tetti delle
abitazioni, anticamente realizzati in materiali legnosi, dunque tale professione deve far supporre
condizioni benestanti.[senza fonte]
Negli anni del suo ministero pubblico partecipa alla vita mondana, tanto da essere accusato
di essere "un mangione e un beone". È invitato alle nozze di Cana assieme a sua madre Maria.
Elisabetta, parente della madre di Gesù, era moglie di Zaccaria, del quale si dice, nel Vangelo
di Luca, che prestò servizio al Tempio di Gerusalemme. Inoltre sempre in Luca sta scritto che
Gesù "cresceva in sapienza, età e grazia" davanti a Dio e davanti agli uomini, quindi era molto
colto: a soli 12 anni parlava agli anziani del Tempio che rimanevano sbalorditi a sentirlo parlare.
Alla sua morte i soldati si spartiscono le sue vesti e tirano ai dati per la sua tunica, in quanto
di grande valore e pertanto di non comoda divisibilità.
Alcuni sostengono che il suo essere vicino alla povera gente, agli ultimi, sia compatibile con
l'ipotesi di un vissuto da emarginato, da disadattato.[senza fonte]

NOTE

1. ^ Grant, Michael (1995) [1997]. Jesus: An Historian's Review of the Gospels. Scribner. ISBN
978-0684818672. Per approfondimenti vedi anche Bibliografia su Gesù
2. ^ Bruno Bauer, Michael Martin, John Mackinnon Robertson, G.A. Wells. The Jesus Legend,
Chicago: Open Court, 1996, p xii.
3. ^ Flavio Giuseppe cita una ventina di uomini chiamati "Iesus" nei suoi scritti, quattro dei quali
erano gran sacerdoti, e non meno di dieci vivevano nel primo secolo.
4. ^ Per Giuseppe, si consulti Luca 3,23;4,22; Giovanni 1,45;6,42; Ignazio ai Trallesi §9; per
Maria, si veda Marco 6,3; Atti 1,14; Ignazio agli Efesini §7, §18; ai Trallesi §9
5. ^ Il filosofo romano Celso, citato da Origene, in un suo scritto di aperta critica contro il
cristianesimo, attribuisce infatti la paternità di Gesù a un soldato romano chiamato Pantera
([1] di James D. Tabor)
6. ^ Bart Ehrman, Gesù non l'ha mai detto, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2007. p. 180
ISBN 9788804579960
7. ^ I vangeli gnostici, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, Milano, 1995, pag.157.
8. ^ Vangelo di Filippo, cap. 59, in I vangeli gnostici, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, Milano,
1995, pag.55.
9. ^ The Historical Jesus: A Comprehensive Guide, Fortress Press: Minneapolis, 1998: page 153
10. ^ Ad esempio, Mikhail Bulgakov, ne Il Maestro e Margherita, fa rispondere al suo Gesù
interrogato da Pilato che proviene da Gamala. La tesi è sostenuta da studiosi come l'italiano
David Donnini e l'ungherese Edmund Bordeaux Szekely.
11. ^ Vedi il Macmillan Bible Atlas, ISBN 0025006053)

BIBLIOGRAFIA

Per approfondire, vedi la voce Bibliografia su Gesù.

• Dario Bazec, "La cronologia dei Vangeli secondo il calendario ebraico", Edizioni "Italo
Svevo", Trieste, 2001.
• Giorgio Jossa, "Il Cristianesimo ha tradito Gesù?", Carocci, Roma, 2008.
• Giorgio Jossa, "La verità dei vangeli. Gesù di Nazaret tra storia e fede", Carocci, Roma, 1998.

26
• Pieter F. Craffert, e Pieter J. J. Botha, "Why Jesus Could Walk On The Sea But He Could Not
Read And Write", Neotestamenica. 39.1, 2005.
• John Dominic Crossan, Jesus: A Revolutionary Biography, Harpercollins: 1994. ISBN
006061661X.
• Craig Evans, Fabricating Jesus: How Modern Historians Distort the Gospels, IVP: 2006. ISBN
0-8308-3318-8.
• Michael Grant, Jesus: A Historian's Review of the Gospels, Scribner's, 1977. ISBN
0684148897.
• William V. Harris, Ancient Literacy, Harvard University Press: 1989. ISBN 0674033809.
• John P. Meier, A Marginal Jew, Doubleday, 1991-, vol. 1. ISBN 0385264259.
• Gerd Theissen e Annette Merz, The Historical Jesus: A Comprehensive Guide, Fortress Press:
Minneapolis, 1998. ISBN 0800631226.
• Ben Witherington III, The Jesus Quest, InterVarsity Press: 1997. ISBN 0830815449.
• N.T. Wright, Christian Origins and the Question of God, una serie prevista di 6 volumi dei
quali 3 sono stati pubblicati con i titoli: The New Testament and the People of God (Vol.1); Je-
sus and the Victory of God (Vol.2); The Resurrection of the Son of God (Vol.3). Fortess Press
(trad. it. N.T. Wright, Risurrezione, Claudiana, Torino 2006).
• N.T. Wright The Challenge of Jesus: Rediscovering who Jesus was and is. IVP 1996 (trad. it.:
N.T. Wright, Gesù di Nazareth. Sfide e provocazioni, Claudiana, Torino 2005).
• Lucretia Yaghjian, "Ancient Reading", in Richard Rohrbaugh, ed., The Social Sciences in New
Testament Interpretation. Hendrickson Publishers: 2004. ISBN 1565634101.
• Corrado Augias; Mauro Pesce. Inchiesta su Gesù. Chi era l'uomo che ha cambiato il mondo.
Milano, Arnoldo Mondadori, 2006. ISBN 978-88-04-56001-2
• Vittorio Russo, Introduzione al Gesú storico, Antonio Carello Editore Catanzaro, 1977.
• Vittorio Russo, Il Gesú storico, Fiorentino Editrice, 1978.

VOCI CORRELATE

• Gesù
• Storicità di Gesù
• Storiografia su Gesù
• Mito di Gesù
• Jesus Seminar
• Ricerca del Gesù storico

COLLEGAMENTI ESTERNI

http://gesustorico.altervista.org/ curato da Gian Mauro Barone

• (EN) Historical Jesus Christ- A Logical reconstruction (archiviato dall'url originale) (sostiene
che Gesù era un capo della guerriglia)
• (EN) Molti scritti, articoli e lezioni si possono trovare sulla N.T. Wright´s Unnoficial
Webpage. Wright è uno dei principali studiosi del Gesù storico e della prima cristianità.
• (EN) Life of the Historical Jesus Storia riassunta della vita di Gesù as Albert Schweitzer un-
derstood his ministry
• (EN) Jesus: A Historical Reconstruction (archiviato dall'url originale)
• (EN) Presuppositions and Pretensions of the Jesus Seminar, by William Lane Craig (part 1)
• (EN) The Evidence For Jesus, di William Lane Craig (parte 2)
• (EN) So what colour was Jesus? - Articolo sul BBC News Online Magazine.
• [4]: Uno studio sulla cronologia della nascita di Gesù Cristo di Dario Bazec

27
Mito di Gesù
DA WIKIPEDIA, L'ENCICLOPEDIA LIBERA.

Vai a: Navigazione, cerca

Nikolai Ge, Che cos'è la verità?.


Il mito di Gesù è l'insieme delle tesi che sostengono l'inesistenza storica del Gesù della
tradizione cristiana e, in parte, anche musulmana. La persona di Gesù, secondo queste tesi,
sarebbe il risultato di una elaborazione teologica posteriore, avente l'obiettivo di costruire un
fondamento tangibile per assicurare la diffusione di una nuova religione.
Premesso che, date le circostanze e a così grande distanza di tempo, non è possibile
dimostrare con assoluta certezza né la fondatezza del personaggio storico di Gesù Cristo né la
sua infondatezza, lo studio sulla sua figura può essere comunque condotto sulla base di attente
ricostruzioni filologiche e storiche al fine di comprendere cosa è storicamente fondato di quanto
ci è stato tramandato, e cosa non lo è.
I sostenitori del mitismo ricordano in particolare che Gesù è un nome comune di persona ed
evidenziano come il materiale più importante a supporto dell'esistenza di Gesù provenga da
fonti cristiane. Nei casi nei quali vi è traccia del personaggio in scritti di autori non cristiani,
alcuni sospettano alterazioni o manomissioni ad opera dei copisti che hanno contribuito a
tramandare i testi: è dibattuta, ad esempio, l'autenticità del Testimonium Flavianum.
Nel mondo accademico la tesi mitista sembra oggi una questione risolta in favore
dell'esistenza storica di Gesù. Numerosi storici e biblisti evidenziano come la tesi sia rifiutata da
quasi tutti gli studiosi moderni [1][2][3][4] e ricordano come la figura di Gesù sia molto meglio
conosciuta e documentata di altre persone vissute nello stesso periodo e nella stessa area
geografica[5][6][7].

INDICE

[nascondi]

• 1 Tesi
• 2 Origini

28
• 3 Opere classiche
o 3.1 John M. Robertson
o 3.2 Salomon Reinach
o 3.3 Paul-Louis Couchoud
 3.3.1 Ricezione
 3.3.2 Seguito
o 3.4 Corrente anticlericale
• 4 Opere recenti
o 4.1 Earl Doherty
o 4.2 Michel Onfray
o 4.3 Luigi Cascioli
• 5 Tesi marginali
o 5.1 Ipotesi midrashica
• 6 Critiche alla teoria
• 7 Note
• 8 Voci correlate

• 9 Collegamenti esterni

TESI

La tesi mitica vede Gesù come un incrocio tra più antiche religioni misteriche concernenti
dèi morti e resuscitati quali quelle di Osiride-Dioniso, del Mitraismo, del Sol Invictus e di
Esculapio.
In quest'ottica il mitismo evidenza, sulla base di argomentazioni di carattere storico e
filologico, come l'esistenza di Gesù non sia accertata sul piano storico. Secondo i sostenitori di
questa tesi, Gesù si configura piuttosto come un personaggio concettuale, un mito che di fatto
prescinde dalla storicità. Viene a questo proposito rilevato come, nella seconda metà del II
secolo, si aprì una dialettica tra fazioni opposte: tra chi intendeva che Gesù si fosse presentato
agli uomini sotto forma di rivelazione e coloro (ben presto la maggioranza) che sostenevano la
natura umana oltre che divina del personaggio (vedi san Paolo apostolo, gnosi).
Le tesi mitiste sono di diverso genere:

• o si contesta l'esistenza storica del personaggio Gesù,


• o si contesta la veridicità di questa o quella parte dei racconti evangelici così come presentati
dagli evangelisti, ad esempio:
o i racconti dell'infanzia, esistenti solo in Luca e Matteo, la cui redazione sarebbe tarda
rispetto ai testi che essi introducono,
o i racconti della passione, come fa Salomon Reinach; attualmente, una delle teorie
della Fonte Q afferma che la ricostruzione delle diverse fasi di questo documento non
comprende alcun racconto dell'avvenimento.

Il tempo utile per elaborare la biografia della figura di Gesù, stanti le fonti archeologiche (il
Vangelo di Marco databile tra il 45 e il 50, gli scritti di san Paolo databili attorno al 40), è
ristretto a pochissimi anni nel caso della sua effettiva esistenza, mentre è virtualmente molto
lungo nel caso invece della pura creazione letteraria, fatti salvi naturalmente gli aggiustamenti
al tessuto narrativo che devono contestualizzarlo.
Secondo i sostenitori della tesi mitica, la ricerca storica ha incontrato e incontra
innumerevoli ostacoli sia di natura psicologica e culturale (tabù) dovuti sia all'importanza che
alla complessità degli interessi in gioco. Va peraltro ricordato che lo scetticismo sul Gesù

29
storico è stato spesso sostenuto anche da teologi cristiani, per i quali l'unica modalità legittima
di accostarsi alla figura di Gesù sarebbe la fede.
Bruno Bauer è generalmente considerato, alla luce del suo lavoro del 1840, il primo mitista e
viene citato dal teologo Albert Schweitzer nella sua opera Storia della ricerca sulla vita di Gesù
(1902)[8]. Tra i contributi più recenti possono essere considerati particolarmente interessanti
quelli di Earl Doherty e Michel Onfray nonché, in Italia, quello di Luigi Cascioli.

ORIGINI

A partire dal XVIII secolo, alcuni autori libertini e/o anticlericali cominciano a dubitare
dell'esistenza storica di Gesù. Sulla scia dei primi interrogativi sulle incoerenze dei testi biblici
(ad es. Giuda Iscariota, per il vangelo di Matteo si impiccò 27,3-5, mentre negli Atti degli
Apostoli si dice che cadde squarciandosi il ventre 1,18), diffuse per la prima volta con
l'Illuminismo in Francia e Germania, essi pubblicano le loro riflessioni. Questa è infatti la
definizione più appropriata per tali lavori, perché non sembra lecito definire studi storico-critici
i lavori di Richard Simon, Jean Astruc o ancora dei Libertini, come l'abate Meslier e Honoré
Mirabeasu (Le bons sens du curé Meslier, Londra, 1772).

Tra questi, Voltaire pone l'accento sullo scarso valore documentale dei vangeli, scritti da
persone che non hanno niente da dire, zeppi di contraddizioni e di imposture, e
sull'improbabilità delle profezie escatologiche, contro le quali si ribella il buon senso. Scrive:
« Lasciate che ognuno si interroghi da solo, se volete allontanare maggiormente l'impostura e
la stupidità del fanatismo. L'intera storia di Gesù — solo un fanatico o un servo stupido potrebbe
negarlo — dovrebbe essere esaminata alla luce della ragione. »

In numerose occasioni, Voltaire richiama l'attenzione sul silenzio degli autori non cristiani
riguardo alla storia raccontata nei vangeli. Manifestamente, la tradizione cristiana non gli ispira
alcuna fiducia. Tuttavia non si azzarda a dire che essa non è conforme al vero. Egli è cosciente
che taluni partigiani di Bolingbroke, più abili che eruditi, si credono autorizzati a causa delle
ambiguità e delle contraddizioni della tradizione evangelica a negare l'intera esistenza storica di
Gesù.
Il filosofo tedesco Bruno Bauer è considerato il primo mitista. In una serie di studi, realizzati
mentre insegnava all'Università di Bonn (1839-1842) Bauer contesta infatti il valore storico dei
quattro vangeli canonici e li riconduce tutti alla sola opera di Marco, rendendo così credibile
l'ipotesi di un'invenzione letteraria. In opere successive Bauer nega quindi la personalità storica
di Gesù e collega l'emergere del cristianesimo alla fine del mondo antico.

OPERE CLASSICHE

Le opere classiche del mitismo si sviluppano nel solco dei lavori storico-critici inaugurati
dopo la metà del XIX secolo, anche alla luce dei contributi della corrente Dutch Radikal Kritik.

30
Una panoramica sul queste opere è proposta e discussa dal teologo Maurice Goguel nella sua
opera del 1926 Jésus le Nazaréen: Mythe ou Histoire?, di cui esiste una versione inglese on line
[1].
Tra gli autori che possono essere ricondotti al mitismo classico è possibile citare John M.
Robertson, Paul-Louis Couchoud, Prosper Alfaric, Georges Las Vergnas, Guy Fau e Georges
Ory. Un discorso a parte riguarda Salomon Reinach che, pur non sostenendo la non-storicità di
Gesù, sostenne il limitato valore documentale dei vangeli.

JOHN M. ROBERTSON

Il giornalista John M. Robertson (1856-1933) è l'autore di Pagan Christs. In quest'opera,


l'autore ammette autenticità storica, tra i vari personaggi messianici, al solo Apollonio di Tiana.
Il problema più grave riguarda il metodo comparativista e alla sua mancanza di qualità. Ad
esempio, l'autore presuppone che un gran numero di insegnamenti e di profeti (messia) del
Medio Oriente trovino la loro prima elaborazione/comparsa originale in India. Ma questa tesi è
verificata solo nel caso dei gymnopedisti d'Egitto, che potrebbero ben essere degli yogi.
L'idea che l'autore si fa del Buddha, secondo lui certamente un messia (nel senso di profeta),
pur interessante, appare falsa nella stessa concezione buddista. Buddha non si proclamò mai
messia, ma disse solo di aver raggiunto l'illuminazione. L'autore tenta anche lungo molte pagine
le radici asiatiche delle religioni del Nuovo Mondo; ma il suo metodo comparativista è piuttosto
embrionale, da qualunque indizio muova (ad esempio uno zodiaco che divide in quattro un
insieme di dodici simboli viene qualificato "rimarchevole").

SALOMON REINACH

Lo storico Reinach (1858-1932), senza arrivare a sostenere la non-storicità di Gesù,


sottolineava lo scarso valore documentario dei Vangeli; in un certo qualmodo, tiene per buona la
comprensione del personaggio doceta basandosi sulle lettere di Paolo delle quali solamente una
parte rifiuta come false. Insiste su 3 elementi che gli sembrano di capitale importanza:

• il silenzio degli storici a differenza dei redattori christiani dei vangeli,


• l'assenza di un rapporti di Ponzio Pilato verso Tiberio in una civiltà altamente burocratizzata
quale quella dell'Impero romano,
• il fatto che lo porta a contestare la passione che riprende e sviluppa la profezia del versetto 17
del salmo 22. Quest sarebbe dunque midrash pescato all'origine del pensiero all'origine del
pensiero doceta.

PAUL-LOUIS COUCHOUD

Secondo il filosofo e poeta Paul Louis-Couchoud (1879-1959), la cui opera principale nel
campo fu Le Mystère de Jésus, l'unica testimonianza autentica è quella di Paolo di Tarso.
Il metodo secondo il quale gli storici a lui coevi quali Renan e Loisy tentano di comprendere
il personaggio di Gesù e la genesi del cristianesimo deve affrontare due scogli principali:

• la deificazione di un uomo nello spazio di meno di una generazione


• la scarsità di informazioni del tutto insufficienti per fare luce sulla figura di Gesù.

Infatti, prescindendo dagli scritti cristiani, provata la falsità del Testimonium Flavianum e
sapendo che tutto ciò che nel Talmud riguarda Gesù dipende dal cristianesimo, le tre

31
testimonianze pagane che rimangono non aiutano molto. Svetonio riferisce di un agitatore
giudeo di nome "Chrestos", Plinio e Tacito attestano semplicemente l'esistenza di un movimento
cristiano, mentre per quanto riguarda l'origine di detto movimento, non fanno altro che ripetere
quanto gli stessi cristiani affermano.
Per Couchoud, il Cristo di cui parla Paolo non è un soggetto storico ma un personaggio
puramente ideale (nel senso platonico del termine). Couchoud ha una comprensione dei valori
del cristianesimo e dell'influenza della credenza in Gesù che lo distinguono dagli altri teologi.
Goguel descrive la cosa affermando che Couchoud non aderisce ad una tesi mitista ma ad una
spiritualista.
Con la maturazione del suo pensiero – che non è che una maturazione della precedente senza
rottura reale – Couchoud considera che il Cristo, tale come lo mostra la letteratura di San Paolo,
non è un' incarnazione di YHWH, il Dio di sempre del popolo juif, ma un nuovo dio che si
integra nel pantheon dei culti orientali.
La tesi mitica diventa la seguente: Gesù non è un uomo divinizzato ma il dio di un culto dai
misteri umanizzati per la recita che ne viene fatta. È lì che egli raggiunge la concezione
docetista del cristianesimo, ossia una forma di gnosticismo.

Ricezione [modifica]

La tesi di Paul Louis-Couchoud fu esposta successivamente in un articolo pubblicato nel


1924 sul "Mercure de France" e seguito da conferenze tenute presso l'Union pour la Vérité da
gennaio ad aprile del 1924. L'Union pour la Vérité [9] era un'istituzione culturale alla ricerca di
una cittadinanza intellettuale tra la borghesia cattolica e modernista, che trovò due interlocutori
di vaglia in Maurice Goguel ed il padre di Grandmaison.
È riassunta nel Mystère de Jésus, aumentata di tre capitoli nei quali egli tenta di dimostrare
che lo studio dell'Apocalisse e delle lettere non paoline confermino le sue teorie desunte dalle
lettere paoline. Il tutto è pubblicato sul Mercure de France (marzo 1924).

Seguito [modifica]

Una buona parte delle critiche avanzate da Goguel[10] nei confronti di Couchoud paiono
fondate. Ad esempio, quella per cui si è fondato su una filosofia delle religioni, e non sui testi e
i dati disponibili, ciò che limita le possibilità di risposta. Tuttavia una parte della riflessione di
Couchoud ha trovato un seguito; ciò ne restituisce il suo valore. Da una parte, più nessuno tenta
di riscrivere una vita di Gesù come fece Strauss. Al contrario, si confrontano gli elementi del
racconto dei vangeli con la storia della Siria - Palestina del I secolo e con quella del Giudaismo
del secondo tempio nel I secolo, per valutare la possibilità di questo o quell'avvenimento,
verificare il realismo[11] di questo o quell'avvenimento. È ciò che si chiama contestualizzazione
o ancora il Sitz im Leben a seconda delle scuole.
Gli elementi che hanno trovato un seguito sono:

• l'idea del dio simile a quelli dei misteri;


• la recita dell'istituzione della Cena/Eucarestia, da non confondersi con la riproduzione del
seder Pessah, che molto assomiglia alla divisione del cibo tipica di alcuni misteri;
• è un mito che Margaret Barker — specialista del simbolismo del primo Tempio — ricorda nei
sui lavori: quello d'Ashera, la Regina del Cielo (simbolizzata, tra gli altri, da un albero del
quale menorah sarebbe la sopravvivenza), una antica dea, madre di numerosi "figli del Sole",
venerata apertamente in Israele fino alla riforma del VII avanti cristo (riforma di Giosuè). La
tesi generale di Barker è che con il "Cristianesimo" apparve una riconfigurazione di temi
appartenenti alla teologia del Primo Tempio e sopravvissuti ai margini della teologia ufficiale
di Stato. Secondo la teologia del Primo Tempio, YHWH è il più importante dei figli che
Asherah diede a El. Certi "cristiani" si misero ben presto a identificare Gesù con YHWH, il

32
figlio di El, e a interpretare il rapporto di Gesù con Maria come quello di Yahweh con
Asherah. (Il binitarismo giudeo forse precedeva il cristianesimo trinitario);
• il trinitarismo, se non è giudaico nella versione elaborata che ci è pervenuta, ha per lo meno
delle radici giudaiche. Dipende da cosa si intende per "giudaico". Se si riduce l'espressione
all'esperienza dell'ebraismo ufficiale, cioè al giudaismo dominante dal periodo del Secondo
Tempio, o al giudaismo della Torah orale (posteriore al cristianesimo), è chiaro che il
monoteismo monolitico costituisce la regola. Se si guarda nelle pieghe, come fece Daniel
Boyarin,[12] diventa ugualmente chiaro che il monoteismo monolitico non era la sola
interpretazione possibile del monoteismo ebraico. Oggi gli storici cominciano a parlare del
binitarismo di alcune sette giudaiche. Questo li obbliga anche a parlare dei monoteismi al
plurale.

CORRENTE ANTICLERICALE

I suoi principali esponenti sono stati: Georges Las Vergnas, Guy Fau, Georges Ory.

OPERE RECENTI [MODIFICA ]

EARL DOHERTY

Attualmente, la più pertinente è quella di Earl Doherty[13].


Gli elementi che supportano la fondatezza della tesi mitista secondo Earl Doherty attengono

• alla metodologia: la tesi che egli sviluppa prende in considerazione le ricerche anteriori
contrariamente alle tesi originali e talvolta strampalate. Viene discusso a partire dalle
problematiche relative alle incongruenze sinottiche del corpus di Giovanni e di Paolo.

• al dibattito che egli organizza intorno alla sua teoria. Dopo il 1999, il gruppo di discussione
Jesus Mysteries è stato creato sotto l'impulso di Doherty e di qualche universitario per
esaminare tutte le debolezze della tesi di Doherty e, se possibile, la mettre à bas. All'inizio, il
gruppo era aperto a un certo numero di professori nelle Divinity Schools (atei o credenti), ai
loro studenti e a un gruppo di atei americani riuniti sotto la bandiera di Infidel.org. Con la
notorietà, il gruppo di discussione ha accolto tra gli iscritti i personaggi più disparati, non per
forza provvisti dei prerequisiti universitari, per cui sono necessari frequenti riassunti dei
capitoli precedenti.

MICHEL ONFRAY

Verso una sorta di tesi mitica sembra propendere anche il filosofo Michel Onfray nel suo
Trattato di ateologia: egli parte innanzitutto dalla premessa che l'esistenza di Gesù non è
accertata sul piano storico (nessuna prova archeologica, nessun documento contemporaneo) e
che alcuni tentativi di costruire delle prove si sono rivelati evidenti falsi (vengono citata in
proposito le "scoperte" di sant'Elena, madre di Costantino), mentre ciò che rimane non è
affidabile (una "manciata di parole" imprecise di Giuseppe Flavio, Svetonio e Tacito ricavate da
documenti che sono "copie effettuate alcuni secoli dopo la pretesa crocefissione di Gesù").
Pertanto, l'evangelista Marco - di cui non c'è prova che abbia conosciuto personalmente Gesù -
verso l'anno 70 diventa "l'autore di Gesù" scrivendo un testo che "appartiene al genere
propagandistico", dovendo fare proseliti, e che pertanto punta sul racconto meraviglioso e

33
metastorico. Sotto questo profilo, a Onfray poco importa che sia esistito o meno davvero un
Gesù, resta il fatto che si tratta in realtà di un "personaggio concettuale" e di tale personaggio si
è fatto un mito, quello sì reale, nato come "cristallizzazione delle aspirazioni profetiche del suo
tempo" e poi, non diversamente da altri miti, piegato di volta in volta nei secoli alle mire e alle
esigenze del Potere costituito.

LUIGI CASCIOLI

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Motivo: Si dice che c'è "mancanza di dettagli storici nelle epoche interessate dalla nascita
del cristianesimo, come ad esempio quella che va dal 67 al 47 a.C.". La data è molto
probabilmente sbagliata.
Partecipa alla discussione e/o correggi la voce.
Questa tesi è supportata in Italia dal lavoro dello studioso autodidatta Luigi Cascioli. La tesi
di Cascioli parte dall'analisi delle differenze esistenti nelle liste degli apostoli nei quattro
vangeli canonici e negli atti degli apostoli per poi continuare con il raffronto con fonti storiche
accertate quali Giuseppe Flavio, Plinio il Vecchio, Tacito, Seneca, Svetonio e Plinio il Giovane
tra gli altri. Nei brevi riferimenti al fenomeno cristiano contenuti nelle opere di questi autori egli
riscontra notevoli differenze con il racconto dei vangeli e della storia del cristianesimo delle
origini, altre volte la totale mancanza di dettagli storici nelle epoche interessate dalla nascita del
cristianesimo, come ad esempio quella che va dal 67 al 47 a.C. Cascioli, rifacendosi a studi di
altri storici come David Donnini, ritiene che il vero personaggio storico di Gesù fosse Giovanni
di Gamala, figlio di Giuda il Galileo, famosissimo per le sue lotte zelotiche contro i romani. A
dimostrazione di questa tesi ci sono il fatto che i sei fratelli di Giovanni avevano nome e
soprannome come sei dei discepoli di Gesù dei vangeli, due dei quali giustiziati nel 44 d.C.
come troviamo scritto nei Vangeli in riferimento agli apostoli e in Giuseppe Flavio come
appunto figli di Giuda il Galileo, e il fatto che questo Giovanni fosse chiamato "nazireo" che nei
Vangeli è stato attribuito a Gesù in quanto proveniente da Nazareth, città che secondo Cascioli
all'epoca forse neanche esisteva e che comunque, stando alle descrizioni evangeliche che lo
collocherebbero vicino ad un monte e al lago Tiberiade, corrisponde invece a Gamala, patria di
Giovanni, anche perché Nazareth è lontanissima dal lago, mentre Gamala non lo è.

TESI MARGINALI

Questo soggetto attira numerosi autodidatti, alcuni dei quali ascrivibili alla corrente degli
anticlericali, altri della correte atea, altri infine di aree etnologiche più interessate alla
descrizione dei miti che ai fatti su cui tali miti sono fondati. L'aggettivo marginale vuole
significare che tali tesi sono difficilmente citate nelle bibliografie dei libri "che contano", e non
vengono approfondite dalla comunità "scientifica". Caratteristica delle tesi marginali è quella di
prendere per ipotesi l'inesistenza storica di Gesù. Per esempio:

• Le prove dell'inesistenza di Gesù sono fondate su alcune contraddizioni tra i diversi vangeli.
Questo tipo di siti, molto diffusi nella correnti atee francofone trascurano il modo in cui tali
contraddizioni vengono affrontate per il problema sinottico dalla ricerca accademica
tradizionale.
• L'opera di Serge Bardet, Testimonium Flavianum (CERF) fa il punto sui dibattiti sul passaggio
di Giuseppe Flavio che parla di Christ. Egli esamina le centinaia di interpretazioni nel corso
del tempo della suddetta testimonianza: questo mostra come l'interpretazione che ne dà

34
dipende dalla corrente religiosa o atea rivendicata (a meno che non sia l'inverso), ma rivela il
desiderio di sostituire un'unica interpretazione alla molteplicità delle possibili interpretazioni.
Serge Bardet ne propone una inedita che usufruisce dell'accordo di diverse squadre di
ricercatori.
• L'opera del filologo tedesco Friedrich Pfister che condusse un'analisi molto dettagliata fra le
somiglianze del racconto biblico di Gesù e il mito di Eracle.

IPOTESI MIDRASHICA

Per Bernard Dubourg il Nuovo Testamento sarebbe stato messo a punto partendo da
discussioni rituali e teologiche derivanti dalla traduzione detta dei Settanta. Questi testi quindi
non sarebbero ne di natura storica ne mitologica ma di natura mistica e simbolica, frutto della
ricerca sull'escatologia e i Tempi messianici fatta sulla Bibbia Ebraica tramite procedimenti di
midrash tra i quali la gematria.

CRITICHE ALLA TEORIA

Allo stato attuale della ricerca la teoria del mito di Gesù non è portata avanti in ambito
accademico, dove l'esistenza storica di Gesù è comunemente accettata dagli studiosi di settore,
sia cristiani che non cristiani.
Lo storico M. Grant sostiene che la teoria del mito di Gesù è rifiutata attualmente da quasi
tutti gli studiosi[1], e i teologi R. Burridge e G. Gould evidenziano come la tesi dell'inesistenza
storica di Gesù non sia accettata in ambito accademico[2]. Lo storico M. Smith considera poco
credibili alcune posizioni mitiste ed evidenzia come queste non riuscirebbero a fornire
alternative convincenti per spiegare l'origine del cristianesimo[4]. Per il teologo E. Van Voorst
studiosi e storici considerano di fatto superata la tesi del mito di Gesù[3], e il biblista G. N.
Stanton affrema che - attualmente - quasi tutti gli storici, cristiani e non, accettano che Gesù sia
esistito, e come ci sia un generale accordo sul fatto che, con la possibile eccezione di Paolo,
Gesù di Nazareth sia meglio conosciuto di qualsiasi altro predicatore ebreo o pagano vissuto nel
primo o nel secondo secolo.[6] Lo storico C. G. Starr considera il cristianesimo fondato su
avvenimenti storici[14] e il teologo J. Charlesworth ricorda che praticamente nessun ricercatore
oggi nega l'esistenza storica di Gesù[5]. Il teologo H. Marshall rileva quanto poco numerosi e
autorevoli sarebbero le fonti che supportano le teorie mitiste[15], mentre un altro teologo, R.T.
France, evidenza i dati archeologici che supporterebbero le testimonianze dei vangeli[16].
Secondo lo storico P. Geoltrain la tesi mitista non reggerebbe all'analisi[17]. Lo storico rileva
come nessuno dei primi avversari del cristianesimo metta infatti in discussione l'esistenza di
Gesù; sostiene che la crocifissione si presterebbe difficilmente a un'invenzione; come
nell'ambito della critica testuale, le incoerenze e le contraddizioni tra i testi del Nuovo
Testamento sarebbero a sfavore dell'ipotesi di una creazione letteraria; come nessuna delle
teorie alternative avanzate per spiegare l'origine del cristianesimo indipendentemente
dall'esistenza di Gesù gli sembri pienamente soddisfacente.
Secondo lo scrittore Doherty gli studiosi in ambito accademico sarebbero però colpevoli di
una "notevole mancanza di comprensione appropriata della tesi mitista e di argomenti efficaci
da opporle"[senza fonte].
Tra i primi critici del mitismo è possibile ricordare lo storico razionalista C. Guignebert[18]
che, pur considerando i vangeli come scritti propagandisti, rifiuta la tesi mistista. Non si
comprende, a suo avviso, perché i primi cristiani avrebbero dovuto rivestire la divinità di una
parvenza di umanità, pretendendo oltre tutto di inserirlo in un contesto storico preciso e attuale,

35
anziché allontanarne la leggenda in un passato indeterminato. In particolare, Guignebert non
ritiene possibile dubitare della storicità della crocifissione.
Il lavoro di Guignebert, che sarà seguito pochi anni dopo da quello del biblista e storico H.
Wood[19], è precedeuto dagli studi critici di confutazione del mitsmo da parte dei teologi e
biblisti M. Goguel[10], S. J. Case [20] e F. C. Conybeare [21].

1. ^ a b Burridge, R; Gould, G (2004), Jesus Now and Then, Wm. B. Eerdmans


2. ^ a b Van Voorst, Robert E. (2000). Jesus Outside the New Testament: An Introduction to the
Ancient Evidence. Grand Rapids, MI: Eerdmans. ISBN 0-8028-4368-9.
3. ^ a b Smith, Morton "The Historical Jesus" in Jesus in Myth and History (ed. R. Joseph
Hoffman and Gerald A. Larue), Buffalo, 1986.
4. ^ a b Charlesworth, James H. (ed.) (2006). Jesus and Archaeology. Grand Rapids: Eerdmans.
ISBN 080284880X.
5. ^ a b Stanton, Graham (2002). The Gospels and Jesus (2nd ed.). Oxford University Press.
6. ^ Sanders, E. P. (1993). The Historical Figure of Jesus. London: Allen Lane. ISBN 0-7139-
9059-7.
7. ^ A. Schweitzer, Geschichte der Leben Jesu-Forschung, Tübingen, edizione del 1913, pag.
443.
8. ^ Anne Heurgon-Desjardins (présente) Études, Témoignages et Documents Inédits, Paul
Desjardins et les décades de Pontigny Actes du colloque de 1959, Presses Universitaires de
France, 1964
François Chaubet, Paul Desjardins et les Décades de Pontigny, Presses Universitaires du
Septentrion ISBN 2-85939-606-3 - janvier 2000
9. ^ a b Jésus de Nazareth: Mythe ou Histoire ?, (Payot, 1926)
10. ^ Per il significato particolare del realismo in questo contesto, vedere Mare della Fede.
11. ^ Fino a poco tempo fa tutti sapevano che il Cristianesimo era apparso dopo il Giudaismo. Ma
più recentemente, le ricerche hanno iniziato ad ammettere la complessità della tavola storica.
Nel mondo ebreo del I secolo, una considerevole quantità di sette si disputava il titolo di Vero
Israele e d'interprete autentico della Torah— il Talmud parla di settanta gruppi — e la forma di
Giudaismo che generò la Chiesa cristiana non fu che una di queste sette. I ricercatori
realizzano ora che si può e si deve parlare della nascita del Cristianesimo e del Giudaismo
[rabbinico] come della nascita di gemelli, e abbandonare l'idea della dipendenza genetica del
primo dal secondo". Daniel Boyarin, "Dying for God: Martyrdom and The Making of Chris-
tianity and Judaism". Boyarin insegna cultura talmudica all'Università dell California.
12. ^ http://pages.ca.inter.net/~oblio/puzzle1.htm breve brano d'Earl Doherty (EN)
13. ^ Chester G. Starr, Storia del Mondo Antico. Milano, Editori Riuniti, 1977.
14. ^ Marshall,I. Howard I Believe in the Historical Jesus Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1977
15. ^ France, R.T. The Evidence for Jesus London, 1986.
16. ^ Pierre Geoltrain, Encyclopædia Universalis, art. Jésus, 2002.
17. ^ Ch. Guignebert, Jésus, Paris, 1933, 1938. Traduzioni italiane: Gesù, Torino 1943, 1950,
1965, 1972. Vedi Gesù (Charles Guignebert).
18. ^ Wood, Herbert Did Christ Really Live? London, 1938.
19. ^ Shirley Jackson Case (1911). "The Historicity of Jesus an Estimate of the Negative Argu-
ment". The American Journal of Theology 15 (1): 20-42
20. ^ Conybeare Fred C. The Historical Christ London, 1914.

VOCI CORRELATE

• Gesù storico
• Ricerca del Gesù storico
• Storicità di Gesù

36
Ricerca del Gesù storico
DA WIKIPEDIA, L'ENCICLOPEDIA LIBERA.

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Questa voce di religione sembra trattare lo stesso argomento, o comunque argomenti
unificabili, della voce Storiografia su Gesù.
Motivo: stesso argomento: la ricerca storica su Gesù
Puoi contribuire unendo i contenuti in una pagina unica seguendo le linee guida.
La ricerca del Gesù storico (in inglese: Quest for the historical Jesus) è il tentativo di usare
metodi storici invece che religiosi per costruire una biografia accertata di Gesù. La ricerca, così
come definita originariamente da Albert Schweitzer, ebbe inizio nel XVIII secolo con Hermann
Samuel Reimarus, proseguì nel XIX secolo con William Wrede, per giungere fino al presente
dopo aver attraversato diverse fasi: oggi questa ricerca è portata avanti da studiosi quali i
membri del Jesus Seminar.
Reimarius compose un trattato che rigettava i miracoli e accusava gli autori della Bibbia di
frode, ma non pubblicò i suoi risultati.[1] Gotthold Lessing pubblicò la conclusione di Reimarus
nei frammenti di Wolfenbuettel.[2] La biografia di Gesù di David Friedrich Strauss diede alla
critica del Nuovo Testamento la sua impronta attuale.[2] Strauss spiegò i miracoli contenuti nei
vangeli come eventi naturali mal compresi e mal raccontati.[3] Ernest Renan fu il primo di molti
a rappresentare Gesù come un semplice essere umano.[2] Albrecht Ritschl ebbe dei dubbi su
questo progetto, ma divenne una figura centrale del Protestantesimo liberale in Germania e del
movimento del Vangelo sociale negli Stati Uniti.[2] Martin Kaehler protestò che il vero Cristo
era quello venerato nella Bibbia e non un'ipotesi storica.[2] William Wrede mise in dubbio
l'affidabilità storica del Vangelo secondo Marco,[2] mentre Albert Schweitzer mostrò come le
biografie di Gesù riflettevano le idee degli storici che le avevano compilate.[2] Karl Barth e
Rudolf Bultmann rigettarono la ricerca del Gesù storico, soffocando ogni interesse
nell'argomento dagli anni Venti agli anni Settanta del XX secolo,[4] malgrado un breve interesse,
detto New Quest movement ("movimento della Nuova ricerca"), negli anni Cinquanta.[2]
All'inizio del XXI secolo la ricerca del Gesù storico è più fiorente che mai.[2]

INDICE

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• 1 La First Quest
• 2 La New Quest
• 3 La Third Quest
• 4 Note

• 5 Voci correlate

LA FIRST QUEST [MODIFICA ]

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Hermann Samuel Reimarus (1694-1768), considerato l'iniziatore della prima fase della ricerca.
Secondo la definizione data da Albert Schweitzer, la ricerca ebbe inizio con Hermann
Samuel Reimarus e terminò con William Wredel. Questa fase vide l'aumentare dell'importanza
del Gesù storico come argomento sia popolare che accademico. Poco dopo il lavoro di Wrede,
Karl Barth e Rudolf Bultmann rigettarono totalmente questa ricerca, ponendo fine alla
cosiddetta First Quest ("Prima ricerca"). Gli studiosi appartenenti a questo filone di ricerca
applicarono le metodologie storiche della loro epoca per discernere la mitologia dalla storia di
Gesù. Reimarus aprì la strada alla ricerca del Gesù storico applicando il razionalismo
dell'Illuminismo alle affermazioni su Gesù, mentre Schweitzer vi pose fine, sebbene fosse tra i
maggiori contributori a questa ricerca, facendo notare come ciascuno studioso avesse prodotto
una caratterizzazione di Gesù che era un'autobiografia idealizzata dello studioso stesso, una
critica tenuta ben presente anche dai ricercatori contemporanei del Gesù storico.

• Hermann Samuel Reimarus (1694-1768) distinguette tra Gesù storico e Gesù della fede,
affermando che quello storico era un messia nazionalistico, che predicava la ribellione ai
Romani, che fu arrestato e ucciso e il cui corpo fu trafugato dai suoi discepoli per poter
affermare che era risorto.
• Thomas Jefferson (1743–1826), presidente degli Stati Uniti, riteneva che i miracoli attribuiti a
Gesù fossero astorici e pubblicò una propria versione della Bibbia nota come Jefferson Bible.
• David Friedrich Strauss (1808-1874) affermò che gli elementi soprannaturali dei vangeli
appartenevano alla sfera del mito, e che la vita di Gesù era un mito creato dagli apostoli.[5]
• Ernest Renan (1823-1892) riteneva che la biografia di Gesù dovesse essere sottoposta ad
indagini come quelle cui erano sottoposte le biografie degli altri personaggi storici.
• William Wrede (1859-1906) indagò il tema del segreto messianico presente nel Vangelo
secondo Marco e scrisse un importante studio della Seconda lettera ai Tessalonicesi, di cui
dimostrava l'inautenticità.
• Albert Schweitzer (1875-1965) considerò Gesù un profeta apocalittico
• Rudolf Bultmann (1984-1976) identificò il Vangelo dei segni, la fonte ipotetica di parte del
Vangelo secondo Giovanni.
• Martin Dibelius (1883-1947) spinse per l'applicazione della critica delle forme al Nuovo
Testamento.[6]

Alcuni studiosi contemporanei, tra cui Dale Allison[7] e Bart Ehrman,[8] hanno ripreso la
visione formulata da Schweitzer, secondo il quale Gesù era un profeta apocalittico; altri, come i
membri del Jesus Seminar, hanno negato l'autenticità del messaggio escatologico di Gesù,
descrivendolo come un saggio itinerante.

LA NEW QUEST
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La New Quest ("Nuova ricerca") o Secondo Quest ("Seconda ricerca") fu un breve
movimento degli anni Cinquanta che cercò di ravvivare la ricerca del Gesù storico.[2] Gli
studiosi che lo formarono enfatizzarono i "vincoli della storia", sostenendo che malgrado le
incertezze, vi erano dei dati storici utilizzabili. Si opposero alle posizioni che volevano una
composizione tarda del Nuovo Testamento, formando un consenso attorno all'anno 70, più o
meno un paio di decenni a seconda dell'esatto documento; sottolinearono allora come il Nuovo
Testamento fosse il risultato di un processo durato anni, a partire da strati iniziali attorno ai
quali quelli successivi si erano via via cristallizzati. Sostennero anche che il Vangelo di
Tommaso, con la sua struttura peculiare, corroborasse l'esistenza della Fonte Q.

• Gunther Bornkamm
• Ernst Käsemann
• James M. Robinson
• John A. T. Robinson
• Edward Schillebeeckx
• Gerhard Ebeling

LA THIRD QUEST

La ricerca del Gesù storico contemporanea è molto viva, specie grazie ad una migliore
conoscenza dell'ebraismo del primo secolo, alla rinascita dello studio biblico cattolico, ad una
più vasta accettazione dei metodi storici, a indizi sociologici e all'analisi letteraria.[2]
Gli studiosi che fanno riferimento alla Third Quest ("Terza ricerca del Gesù storico")
tendono a focalizzare la propria attenzione sugli strati più antichi del Nuovo Testamento per
ottenere dei dati che li possano aiutare a ricostruire una biografia del Gesù storico. Molti di
questi studiosi si basano sulla critica redazionale dell'ipotetica Fonte Q e su di un ambiente
sociale greco-romano "mediterraneo" invece che uno ebraico; essi tendono inoltre a vedere in
Gesù un filosofo radicale collegato alla letteratura sapienziale, che lotta per destabilizzare le
condizioni economiche della sua epoca. Alcuni studiosi si basano anche sullo studio critico
delle fonti non-canoniche per trovare strati testuali antichi che portino indizi su Gesù.

• Marcus Borg
• John Dominic Crossan
• Robert Funk
• Burton Mack
• Morton Smith

L'ebraicità di Gesù è uno dei temi centrali di questo approccio. Questi studiosi studiano
l'archeologia di Israele e l'analisi della letteratura ebraica dell'epoca - comprendente Mishnah,
Manoscritti del Mar Morto, Nuovo Testamento (inteso come un testo ebraico) e le opere di
Flavio Giuseppe - per ricostruire il modo in cui gli Ebrei del I secolo nelle province romane di
Giudea e Galilea vedevano il mondo, e solo successivamente indagano come Gesù si calò in
questo mondo, con particolare attenzione all'ambiente sociale in cui visse, piuttosto che sulla
sua persona. Questo approccio è intenzionale ed è diretto ad aumentare l'influenza dei criteri
scientifici verificabili e a ridurre quella dei criteri personali soggettivi nello studio della figura
di Gesù, che essi tendono a vedere come un proto-rabbi che annunciò il Regno dei Cieli.

• David Bivin
• Roy Blizzard
• Raymond Edward Brown

39
• Bruce Chilton
• Haim Cohn
• James H. Charlesworth
• W.D. Davies
• James D. G. Dunn
• Robert Eisenman
• Harvey Falk
• David Flusser
• Paula Fredriksen
• Joachim Jeremias
• Ray Vander Laan
• Robert Lisle Lindsey
• John Paul Meier
• Ron Moseley
• Jacob Neusner
• Peter Pokorny
• Ray A. Pritz
• Dwight A. Pryor
• E.P. Sanders
• Shmuel Safrai
• David H. Stern
• Geza Vermes
• Marvin R. Wilson
• Ben Witherington
• Nicholas Thomas Wright
• Brad H. Young
• I membri della Jerusalem School,[9] un gruppo di studiosi israeliani, sia cristiani che ebrei.

1. ^ a b c d e f g h i j k "Historical Jesus, Quest of the." Cross, F. L., ed. The Oxford dictionary of the
Christian church. New York: Oxford University Press. 2005
2. '^ "miracle." Cross, F. L., ed. The Oxford dictionary of the Christian church. New York:
Oxford University Press. 2005
3. ^ Funk, Robert W., Roy W. Hoover, and the Jesus Seminar. The five gospels.
HarperSanFrancisco. 1993. Introduction, p 1-30.
4. ^ Mondin, p. 226.
5. ^ [1]
6. ^ Dale Allison, Jesus of Nazareth, Millenarian Prophet, 1998.
7. ^ Bart Ehrman, Jesus, Apocalyptic Prophet of the New Millennium, 1999.
8. ^ http://www.jerusalemschool.org/

VOCI CORRELATE

• Storiografia su Gesù
• Gesù storico
• Storicità di Gesù
• Esegesi biblica
• Mito di Gesù

40

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