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La REGOLA D’ORO del processo accusatorio: Art.

500 comma 2 cpp


- È la regola che governa il caso critico di difformità tra DEPOSIZIONE DIBATTIMENTALE (dal testimone) e
DEPOSIZIONE RACCOLTA IN FASE INVESTIGATIVA dalla persona informata sui fatti
- Ex Art. 500 comma 2 c.p.p. → istituto della CONTESTAZIONE nell’esame testimoniale
▪ Prima → al comma 3 → ma fu dichiarato illegittimo durante il braccio di ferro tra Corte costituzionale e il
legislatore → sentenza 255/1992 della corte Cost. → la corte Cost. disse che in caso di contestazione del
precedente difforme il giudice può ritenere provato il fatto dichiarato nel corso delle indagini preliminari →
sentenza che fece crollare uno dei pilastri del sistema accusatorio
▪ L’altra sentenza che fece crollare uno dei pilastri del sistema accusatorio, ossia Art. 513 c.p.p. – dichiarazioni dei
pentiti → sentenza 254/1992 → l’Art. 513 c.p.p. diceva che le dichiarazioni dei pentiti che poi a dibattimento si
avvalevano della facoltà di non rispondere non potevano essere utilizzate perché non erano state acquisiti nel
contradditorio delle parti → ma con la sentenza della Corte Cost. si consentì l’ingresso a dibattimento degli atti
delle indagini preliminari consistenti nelle dichiarazioni degli imputati di reato connesso o collegato.
- Mentre nel codice rocco → la dichiarazione resa durante la fase istruttoria aveva valore di prova al pari di quella resa a
dibattimento → quindi in caso di 2 dichiarazioni ≠ → il giudice poteva scegliere a quale prova credere
- Ora invece → codice ’88 → la dichiarazione utilizzata per la contestazione non può costituire prova dei fatti in essa affermati,
ma può essere valutata dal giudice per stabilire la credibilità della persona esaminata → il precedente difforme può screditare
la credibilità della deposizione dibattimentale, ma non può sostituirsi ad essa.

TRUFFA DELL’ETICHETTE:
→ al fi là delle definizioni formali → la fase delle indagini preliminari ha finito per rivelarsi una fase SOSTANZIALMENTE
GIURISDIZIONALE → infatti:
1. gli atti di indagine preliminare seguono le regole delle prove → si indaga su un’imputazione, infatti per le misure cautelari servono
gravi indizi di colpevolezza
2. la verbalizzazione viene fatto come quella delle prove
3. i contenuti delle investigazioni che dovevano essere “incompleti” → sono completi → giudizio abbreviato
4. al provvedimento conclusivo → provvedimento di archiviazione → è stata attribuita efficacia preclusiva, come ad una sentenza.

Riforma del ’97 → ripristinò sostanzialmente l’Art. 513 c.p.p. → ma la corte Cost. → sentenza 361/1998 colpì di nuovo questa riforma
→ ergo si giunse alla RIFORMA COSTITUZIONALE 1999 che costituzionalizzò i principi del processo accusatorio → legge
163/2001 di attuazione dell’Art. 111 Cost. → tutta la disciplina sulle dichiarazioni dei pentiti e sulla possibilità di lettura delle
dichiarazioni dei pentiti fu modificata → ripristinato il divieto di dare lettura delle dichiarazioni degli imputati di reato connesso
o collegato che a dibattimento si fossero avvalsi della facoltà di non rispondere (quindi il vecchio Art. 513) + reintrodotta la
regola d’oro sulla contestazione delle dichiarazioni difformi (Art. 500 c. 2).

In verità non è cambiato nulla → continua ad esserci un numero considerevole di atti delle indagini preliminari che premono alle porte
del dibattimento → infatti si aggiungono anche le INDAGINI DIFENSIVE dopo una riforma del 2000 → quindi continua ad aumentare
il numero di atti formatisi unilateralmente
Art. 111 Cost.

- Comma 4 → principio del CONTRADDITORIO nel momento di formazione della prova


- Comma 5 → DEROGHE al principio → 3 casi:
▪ Consenso dell’imputato → in verità, consenso delle parti → “imputato” – equivoco → sembra una norma solo a
garanzia dell’imputato/garanzia soggettiva → invece il contradditorio è una garanzia oggettiva – corretto
accertamento dei fati ≠ dal concetto di contraddittorio come concepito ex Art. 6 convenzione europea → es. cross
examination → il pm fa le domande al testimone, ma la difesa può rinunciarvi → il contradditorio è un diritto
disponibile
▪ Provata condotta illecita → il testimone che sia stato intimidito, minacciato oppure corrotto
▪ Accertata impossibilità di natura oggettiva → riferimento a 2 circostanze:
a) Prove precostituite → prove che per loro stessa natura non sono suscettibili di formarsi in contradditorio,
come le prove documentali, le intercettazini etc.
b) Prove che potrebbero formarsi nel contraddittorio, ma che per ragioni di impossibilità oggettiva, nel caso
concreto, non possono → es. testimone che muore prima del dibattimento.
- EQUAZIONI:
▪ Atto di indagine + consenso dell’imputato = prova
▪ Atto di indagine + provata condotta illecita = prova
▪ Atto di indagine + impossibilità di natura oggettiva = prova

- Consenso dell’imputato e provata condotta illecita → c’è un elemento che si aggiunge all’atto di indagine accreditandolo
→ ne aumenta l’attendibilità
- Invece → nell’ impossibilità di natura oggettiva → non vi è un aumento dell’attendibilità → infatti la Corte di cassazione ha
sottolineato che in sede valutativa il giudice deve tenere conto del fatto che sia una prova formatasi fuori dal contradditorio
(che funge da garanzia oggettiva di veridicità).
CODICE DI PROCEDURA PENALE:
- 11 libri
- Parte statica → prime 3 libri → ≠ → parte dinamica
- Libro PRIMO – Soggetti → 7 titoli:
▪ Giudice
▪ PM
▪ PG
▪ Imputato
▪ parte civile, responsabile civile e civilmente obbligato per la pena pecuniaria
▪ persona offesa del reato
▪ difensore
- Libro SECONDO – Atti → disposizioni generali; atti e provvedimenti del giudice…
- Libro TERZO – Prove → disposizioni generali; mezzi di prova; mezzi di ricerca della prova
- Libro QUARTO – Misure Cautelari
- Libro QUINTO – Indagini Preliminari e Udienza Preliminare
- Libro SESTO – Procedimenti speciali:
▪ Giudizio abbreviato
▪ Applicazione della pena su richiesta delle parti (patteggiamento)
▪ Giudizio direttissimo
▪ Giudizio immediato
▪ Procedimento per decreto
▪ Sospensione del procedimento con messa alla prova
- Libro SETTIMO – Giudizio

IL GIUDICE – libro I, Titolo I


- Colui che esercita la giurisdizione nel processo penale
- Inizio procedimento penale → indagini preliminari → GIP – giudice per le indagini preliminari → interviene incidentalmente
nel caso di: tutela dei diritti fondamentali o in caso di incidente probatorio.
- Richiesta di rinvio a giudizio → GUP – giudice dell’udienza preliminare – non può essere lo stesso giudice dell’udienza
preliminare – vaglia la richiesta di rinvio a giudizio del pm
- GIP & GUP → funzione giurisdizionale limitata → in alcuni casi, i.e. riti speciali, svolgono decidono della condanna o del
proscioglimento dell’imputato.
- Giudici di primo grado → giudici del dibattimento → chiamati a decidere tra condanna-proscioglimento
▪ A partire dal ’99 → scompare la figura del pretore che era un giudice di primo grado → dal ’99 le competenze per
materia sono ripartite tra tribunale e corte d’Assise.
▪ Dal 2002 → competenze di giurisdizione penale anche al giudice di pace → ripartizione: tribunale, corte d’Assise
e giudice di pace.
- Tribunali a composizione collegiale e tribunali a composizione monocratica
- Secondo grado di giudizio di merito → corte d’appello, corte d’assise d’appello e tribunale in composizione monocratica
(per le impugnazioni del giudice di pace)
- Giudice di legittimità → corte di Cassazione
- Giudice dell’esecuzione e giudici della sorveglianza
- Magistrato di sorveglianza e tribunale di sorveglianza → emanano provvedimenti durante l’esecuzione della pena
- Giudici togati → giudici di carriera → la maggior parte
▪ Eccezioni → giudici onorari → giudice di pace + giudici popolari → parte della corte d’Assise → Art. 102 comma
3 Cost. → la legge regola i casi di partecipazione popolare all’amministrazione della giustizia.
▪ Corte d’assise → 2 giudici togati + 6 giudici popolari

- Primi 49 articoli → definiscono limiti e condizioni per il legittimo esercizio delle funzioni giurisdizionali da parte dei singoli
giudici: DIFETTO DI INVESTITUTRA → 7 Forme Diverse:
▪ Difetto di GIURISDIZIONE
▪ Difetto di COMPETENZA
▪ Difetto di ATTRIBUZIONE
▪ Difetto di COMPOSIZIONE NUMERICA
▪ Difetto di CAPACITÀ
▪ INCOMPATIBILITÀ del giudice
▪ Sussistenza di cause di ASTENZIONE o RICUSAZIONE del giudice

DIFETTO DI GIURISDIZIONE:
- Difetto di giurisdizione IN SENSO LATO → giudice penale che esercita funzioni di giurisdizione che esorbitano da ogni
funzione di un giudice penale (es. dichiara incostituzionale una legge penale)
- Difetto di giurisdizione IN SENSO STRETTO:
▪ Distinzione giudici ordinari e giudici ordinali specializzati + giudici penali speciali (tribunale militare e corte
costituzionale)
▪ Il difetto di giurisdizione ricorre quando la cognizione sul procedimento spetta ad un giudice appartenente ad un
diverso ordinamento giudiziario.
- Art. 20 c.p.p. → il difetto di giurisdizione è rilevato, anche d’ufficio, in ogni stato e grado del procedimento

DIFETTO DI COMPETENZA:
- Regole sulla competenza → distribuzione degli affari penali tra i diversi giudici penali
- Competenza → è la misura della giurisdizione attribuita a ciascun giudice penale
- La giurisdizione penale viene ripartita tra i diversi organi titolari di questo potere sulla base dei ≠ criteri di competenza:
▪ Competenza funzionale → ripartizione fra i vari organi con riferimento ai ≠ stati e gradi del procedimento
▪ Competenza per materia → quella della Corte d’assise ex Art. 5 c.p.p. + competenza giudice di pace ex Art. 4
dlgs 274/2000 → quelli di competenza del tribunale sono individuati in via residuale
▪ Competenza per territorio
▪ Competenza per connessione – Art. 12 c.p.p.
- Art. 25 c.1. Cost. → parametro di riferimento ∀ distribuzione della competenza tra i giudici:
▪ Principio di pre-costituzione → + Art. 102 Cost., divieto di istituire giudici speciali o straordinari
▪ Principio della naturalità
- La successione delle leggi processuali nel tempo:
▪ Mentre in ambito sostanziale penale → vige il principio della irretroattività della legge penale sfavorevole al reo
▪ In ambito processuale penale → principio dell’immediata applicabilità della nuova legge processuale penale
→ tempus regit actum → valido anche per le regole processuali penali sfavorevoli all’imputato
a) ECCEZIONE → tempus regit actum non vale nel caso di norme proc. sulla COMPETENZA →
salvaguardare il principio della pre-costituzione del giudice.

▪ Competenza funzionale → ripartizione fra i vari organi con riferimento ai ≠ stati e gradi dello stesso procedimento:
a) Non è regolata dal codice → si deduce da ≠ norme del codice
b) Es. ripartizione: GIP → GUP → tribunale collegiale → Corte d’appello
▪ Competenza per materia
▪ Criterio di distribuzione verticale → distribuzione tra:
• Giudice di Pace
• Tribunale
• Corte d’assise
▪ Articoli di riferimento:
• Art. 5 c.p.p. – corte d’assise (reati più gravi)
o Ergastolo o reclusione non inferiore nel massimo a 24 anni
▪ Esclusi: tentato omicidio, rapina, estorsione, associazione di tipo mafioso
ance straniere e traffico di stupefacenti. (NON di comp. Corte d’assise)
o Delitti consumati → omicidio del consenziente, omicidio preterintenzionale e
istigazione a aiuto al suicidio.
o Ogni delitto doloso se dal fatto è derivata la morte di una o più persone
▪ Esclusi: morte conseguente rissa, morte conseguente omissione di
soccorso e omissione in conseguenza di altro delitto
o Reati elettorali per i quali è prevista una pena non inferiore nel massimo a 10 anni.
o Per i delitti consumati o tentati: Art. 416 c. 6 cp (associazione per delinquere con
finalità Art. 600, 601 etc.) reati a sfondo sessuale + terrorismo → per i quali è
prevista una pena non inferiore nel massimo a 10 anni.
• Art. 4 dlgs 274/2000 – Giudice di Pace
• Art. 6 c.p.p. → competenza del tribunale in via residuale

▪ Competenza per territorio → Art. 8 c.p.p. - è competente il giudice del luogo in cui:
a) Regola generale → luogo in cui il reato è stato consumato1
b) Se è derivata la morte di 1 o più persone → luogo in cui è avvenuta l’azione o omissione (rileva la
condotta del reo) → deroga alla regola generale per evitare un’attribuzione irragionevole
c) Reato permanente → luogo in cui ha avuto inizio la consumazione, anche se è derivata la morte.
d) Delitto tentato → luogo in cui è stato compiuto l’ultimo atto diretto a commettere il delitto.
▪ Collegamento della competenza la locus commissi delicti integra il requisito della naturalità del giudice ex
Art. 25 cos
▪ Non sempre le regole ex Art. 8 c.p.p. sono attuabili → magari non si conosce il luogo della consumazione etc.
→ ergo Art. 9 c.p.p. - regole suppletive: se la competenza non è determinabile ex Art. 8, è competente il
giudice dell’ultimo luogo in cui:
o È avvenuta una parte dell’azione o omissione
o Se non è noto → giudice della residenza, dimora o domicilio dell’imputato
o Se anche così non è determinabile → giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio del PM che ha iscirtto
la notizia di reato per primo.

▪ Competenza per connessione → Art. 12 c.p.p.

1 Secondo la dottrina prevalente il reato si intende consumato quando si sono realizzati tutti gli elementi propri della fattispecie di
reato (condotta, evento, nesso di causa; elemento oggettivo e soggettivo). Secondo parte della dottrina invece, è necessario
distinguere tra perfezionamento del reato e consumazione dello stesso: il reato si intende perfetto quando si sono realizzati tutti gli
elementi necessari per la sua sussistenza; è invece consumato quando, il reato già perfetto, consegue la massima gravità. Tale
distinzione è necessaria in talune categorie di reati come per esempio in quella dei reati permanenti ove la consumazione del reato
può verificarsi solo in un momento successivo al suo perfezionamento (ad es. nel sequestro di persona il reato si perfeziona al
momento del sequestro della vittima, ma si consuma solo con la liberazione di quest'ultima)
- Più procedimenti di competenza di giudici ≠ per materia o per territorio vengono attratti nella comeptenza di un unico giudice
in virtù di un particolare legame che unisce questi procedimenti
▪ Competenza per materia derivante da connessione – Art. 15 c.p.p.
▪ Connessione per territorio derivante da connessione – Art. 16 c.p.p.
- Opera sul piano della distribuzione delle competenze alterando il regime ordinario di distribuzione.
▪ Casi di connessione: Art. 12 c.p.p. si ha connessione di procedimenti:
a) Se il reato è stato commesso da più persone in concorso o cooperazione fra loro [concorso di persone
nel reato]2, o se più persone con condotte indipendenti hanno determinato l’evento [cooperazione nel
delitto colposo] → + PERSONE / 1 REATO
b) Una persona è imputata di più reati commessi con una sola azione o omissione [Concorso formale], o
con più azioni od omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso [Reato continuato] →
1 PERSONA/ + REATI con 1 azione/omissione oppure 1 PERSONA/+ REATI + azioni, ma medesimo
disegno criminoso 3 → connessione soggetiva/cumulo oggettivo
c) Se dei reati per cui si procede gli uni sono stati commessi per eseguire o per occultare gli altri →
connessione finalistica → + PERONE/ + REATI finalisticamente collegati.
▪ Competenza per materia derivante da connessione – Art. 15 c.p.p.
a) Casistica → se concorrono: Giudice di Pace/ tribunale → competenza del tribunale || se concorrono
tribunale /corte d’assise → competenza della corte d”assise etc.
▪ Competenza per territorio → Art. 16 c.p.p.
a) Diventa competente il giudice del reato più grave → criterio per stabilire qual è quello più grave → ex
Art. 16 c. 3 c.p.p.: in ordine crescente:
• Contravvenzioni
• Delitti
• Reati (per i quali si considera la pena più elevata nel massimo, e nel caso di parità di pena nel
massimo si considerata quale sia la più elevata nel minimo)
b) Si considera la pena edittale ex Art. 4 c.p.p. → N.B. non si tiene conto delle aggravanti per le quali la
legge prevede una pena di specie diversa da quella ordinaria
c) Se sono di pari gravità → diventa competente il giudice del luogo in cui è stato commesso il primo reato
d) Nei casi ex Art. 12 lett. a) (concorso formale di reato e cooperazione nel delitto colposo) → se le
azioni/omissioni sono state commesse in luoghi diversi e se ne è derivata la morte di una persona → è
competente il giudice del luogo in cui si è verificato l’evento.

Rapporti tra connessione dei procedimenti e la riunione dei processi:


- La connessione è il criterio attributivo della competenza → opera a prescindere dalla riunione
▪ Novità introdotta dal codice ’88 → prima non si poteva disporre la riunione de processi senza connessione
▪ Regola: Ci può essere connessione senza riunione / ci può essere riunione senza connessione
- Oggi la riunione dei processi è irrilevante ai fini dell’operatività delle norme di connessione → unica ECCEZIONE
procedimenti di competenza del Giudice di Pace → Giudice di Pace la connessione non opera senza riunione.

2 il reato deve di fatto realizzarsi attraverso la collaborazione di almeno due persone


3 Lettera b → concorso formale di reati → con una sola azione/omissione vengono commessi più reati // oppure reato continuato
→ sono commessi più reati con più azioni/omissioni, ma esecutive di un medesimo disegno criminoso} per il concorso formale di
reato e per i reati continuati NON si applica il cumulo materia della pena, ma il cumulo giuridico ex Art. 81 → cioè non si sommano
le pene, ma si applica la pena più grave aumentata fino al triplo → vincolo del concorso formale o del reato continuato.
La RIUNIONE DEI PROCESSI - Art. 17 c.p.p.
- La riunione dei processi pendenti nello stesso stato e grado davanti al medesimo giudice può essere disposta quando non
determini un ritardo nella definizione degli stessi nei:
▪ Casi di connessione → Art. 12
▪ Casi di collegamento investigativo → Art. 371 c. 2 lett.b
- Se alcuni dei processi pendono davanti al tribunale collegiale e altri davanti al tribunale monocratico → la riunione è disposta
davanti al tribunale in composizione collegiale

La SEPARAZIONE dei processi – Art. 18 c.p.p.


- È disposta, salvo che il giudice ritenga la riunione assolutamente necessaria per l’accertamento dei fatti
- Favor separationis

Tornando alle regole di individuazione della competenza…

La RIMESSIONE DEL PROCESSO: Art. 45 c.p.p.


- Istituto di rara applicazione → disciplina modificata nel 2002 dalla LEGGE CIRANI
- Deroga al principio di precostituzione del giudice e quello del giudice naturale
- Competenza a decidere → Corte di Cassazione
- Istituto che determina un’alterazione della mappa delle competenze per territorio → ≠ dalla connessione perché non opera
fin dall’origine come criterio direttamente attributivo della competenza, ama opera a processo già avviato.
Casi di rimessione ex Art. 45 c.p.p.: in ogni stato e grado del processo di merito, quando GRAVI SITUAZIONI LOCALI, tali da
turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili,
- pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero
- la sicurezza o l’incolumità pubblica, o
- determinano motivi di legittimo sospetto
la Corte di Cassazione su richiesta motivata del:
- procuratore generale presso la Corte di appello o
- del PM presso il giudice che procede o
- dell’imputato,
rimette il processo ad altro giudice, designato a norma dell’Art. 11.

La rimessione è compatibili con il principio di pre-costituzione del giudice ex Art. 25 Cost. → solo se il legislatore rispetta 3 condizioni:
1. Indicazione tassativa dei presupposti della rimessione
2. Obbligatorietà della rimessione laddove sussistano i suoi presupposti
3. È la legge a determinare preventivamente il giudice che diventa competente per rimessione

La legge Cirami (2002) amplia nuovamente i presupposti della rimessione → reintrodotti i “motivi di legittimo sospetto” → causa
ambigua → quindi torna una potenziale incompatibilità con l’Art.25 Cost. → altra violazione → la rimessione divenne applicabile
anche per i processi in corso → doppia violazione del principio di precostituzione → però il tutto fu mitigato dalla corte di cassazione
che in verità applicò mai molto questo istituto.

DIFETTO DI ATTRIBUZIONE/ DI COMPOSIZIONE DEL GIUDICE [≠ dal difetto di composizione numerica]


- ripartizione degli affari penali di competenza del tribunale tra tribunale monocratico e tribunale collegiale
- Tra i reati di competenza del tribunale, alcuni reati sono attribuiti alla cognizione del tribunale monocratico, altri alla
cognizione del tribunale collegiale.
- Art 33bis c.p.p. – attribuzioni del tribunale in composizione collegiale
- Art. 33ter c.p.p. – attribuzioni del tribunale in composizione monocratica

RICORDA:
➢ Giudice di Pace

➢ Tribunale MONCRATICO + proc. con CITAZIONE DIRETTA → reati puniti fino a 4 anni → [pena ﹤ 4]

➢ Tribunale MONOCRATICO + proc. con udienza preliminare → reati puniti da 4 a 10 anni → [4﹤pena ﹤10]
➢ Tribunale COLLEGIALE + udienza preliminare → pena oltre i 10 anni → [pena > 10]

DIFETTO DI CAPACITÀ DEL GIUDICE:


- Vizio di investitura del giudice come persona fisica
- Art. 33 → le condizioni di capacità del giudice sono stabilite dalle leggi dell’ordinamento giudiziario
- Ci sono anche norme processuali che, eccezionalmente, sottraggono al giudice il potere di giudicare
▪ Es. la sospensione del process in attesa dell’istanza di rimessione → il giudice non può pronunciare sentenza
- Situazioni di totale difetto di investitura del giudice → sentenza pronunciata da un soggetto che non è un giudice → tale
atto è considerato inesistente e non semplicemente nullo, perché se fosse nullo dovrebbe essere rilevato.
- Situazioni di incompatibilità:
▪ Art. 34 c.p.p.: incompatibilità determinata da atti compiuti nel procedimento
▪ Art 35 c.p.p.: Incompatibilità per ragioni di parentela, affinità o coniugio
- N.B. il GIP è incompatibile con la funzione di GUP nello stesso procedimento, o con altre funzioni di giudizio
- Inoltre → ex Art. 33 comma 2ter → vi sono alcuni provvedimenti che il GIP può adottare senza che lo rendano incompatibile
→ es. il GIP autorizza il colloqui tra l’imputato in custodia cautelare

ASTENZIONE: Art. 36 c.p.p.


- Tra i vizi di investitura del giudice → sussistono delle cause di astensione, ossia delle circostanza per cui il giudice deve
astenersi dalla sua funzione e se non lo fa → le parti sono legittimate a ricusare il giudice.
- OBBLIGO DI ASTENSIONE
RICUSAZIONE: Art. 37 c.p.p.

2 casi particolari:
- Obbligo di astensione → ma non può essere ricusato → gravi ragioni di convenienza
- Il giudice può essere ricusato, ma non è anche causa di astensione → quando il giudice abbia espresso indebitamente
nell’esercizio delle sue funzioni il proprio convincimento.

RICORDA:
➢ DIFETTO DI GIURISDIZIONE → rilevabile in ogni stato e grado del proced.
➢ Difetto di competenza:
o Per materia per difetto → rilevabile in ogni stato e grado rilevate o eccepite prima della
formulazione delle conclusioni
o Per materia per eccesso dell’udienza preliminare → se non c’è
o per territorio l’udienza preliminare → subito dopo
l’accertamento delle parti in udienza
o per connessione
dibattimentale

➢ Difetto di composizione numerica e difetto di capacità → cause di nullità

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