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Bardi

L’arte occupa una posizione importante nelle società meno avanzate, e in particolare la poesia è uno
dei generi maggiori, specie nelle popolazioni meno civilizzate. Come le loro controparti negli altri
mondi fantasy, i bardi delle Toplakar Nai sono gli indiscussi maestri delle tradizioni orali e delle
conoscenze perdute. Nelle regioni più arretrate invece diventano i comandanti o i capi del popolo, e
impiegano la loro abilità oratoria a comporre lodi per la propria fazione (sono chiamate qit’ha) e a
lanciare sferzate contro quelle avversarie (hija). Questi bardi sono anche capi militari e partecipano
sempre in prima linea nelle battaglie che coinvolgono la loro parte.

L’origine del potere dei bardi (campo artistico)

Il potere del bardo non sta solamente nel suo grande carisma e nell’influenza che esercita su chi lo
ascolta. Egli è infatti capace di utilizzare le sue arti come veicolo alternativo agli incantesimi per
evocare effetti magici, imbrigliando col suo spirito le essenze arcane dell’universo per produrre
alterazioni all’ambiente circostante. Il potere dei bardi è connesso all’arte, quindi è di primaria
importanza il suo studio. Quello che gli umanoidi percepiscono come arte in realtà è un
avvicinamento alle forme ideali dei Feveres, cioè alla verità. L’artista scava nel mondo e tira fuori la
verità trovando concetti puri grazie alla sua sensibilità e collegandoli. L’arte si presenta
apparentemente come una entità oggettiva, ma come tutte le cose la creazione artistica è sempre
composta dalla Madda, quindi si presenta alterata nella veridicità. Le differenze tra le correnti
artistiche, anche molto profonde, derivano appunto dalla visione della verità da diversi punti diversi
e dalla percezione parziale di essa.
Portare alla luce le forme può influenzare il mondo circostante; la maggiore vicinanza dei Feveres
al mondo materiale provocata dall’opera artistica crea un’influenza sulla Madda, che reagisce in
modo [diverso, specifico, contingente?]. Un’opera d’arte crea insomma una modificazione dello
spazio circostante. L’effetto si produce solo con combinazioni precise di operazioni e richiede una
tecnica precisa che interessa poco i puristi della materia – difatti i bardi sono abbastanza disprezzati
dagli ambienti culturali, che considerano il loro studio magico come una prostituzione intellettuale.
Solo alcune arti si prestano alle esibizioni bardiche: tutte le arti che danno come prodotto finale un
oggetto materiale difficilmente raggiungono il grado di astrazione necessario per produrre effetti
significativi a causa dell’ancora della Madda, pertanto rimangono solo le arti che nell’esecuzione si
presentano astratte, ovvero musica e letteratura (perlopiù poesia e oratoria). Il teatro comunque ha
troppi vincoli con la scena per essere efficiente, ma l’idea di fondo viene seguita nei riti magici. La
musica si configura come l’arte perfetta per la disciplina (Nailah aveva della musica strumentale la
massima considerazione, poiché è l’unica arte totalmente priva di legami con la Madda), ma la
storia dice che è costantemente stata seguita con meno interesse dalla gente, al contrario
dell’oratoria, che invece si presenta come l’arte più popolare tra le Terre di Nai; ha dalla sua inoltre
il vantaggio che con le parole si riescono a creare legami tra concetti molto più facilmente, che
facilita la fase di fascinazione (vedi sotto) nel processo bardico.
I bardi quindi ottengono il potere dalla modificazione dello spazio provocata da un’opera artistica, e
l’arte privilegiata per questo processo è quella legata al suono o alla parola.
Riuscire nel processo è difficile, poiché richiede diverse branche dell’intelletto che coordinino per
la stessa azione. La musica bardica si divide in cinque parti: scavare e scovare i concetti dietro gli
oggetti con un procedimento artistico (fase detta [], relativamente comune tra le persone, che è il
procedimento utilizzato dagli artisti semplici), esprimerle nella realtà in modo da mantenere
inalterata l’influenza dei Feveres sul mondo (fase detta [], ed è quella che distingue i bardi dagli
altri artisti;
a capacità di andare oltre la realtà delle cose per cercare e trovare categorie concettuali e collegarle
tra di loro, dopodichè esprimerle nella realtà nel modo giusto per mantenerne invariata la vis
comunicativa, e quindi magica, adattando tutto questo processo alle circostanze e al pubblico
(spesso bersaglio). Le numerose richieste mentali a cui il bardo è domandato fa sì che i bardi bravi
siano sensibilmente minori in numero dei bravi maghi, sebbene a livelli bassi le percentuali siano
equivalenti. Tutta la magia sostanzialmente si basa sulla facoltà della mente di mettere a frutto una
parte del potenziale creativo; tutte le forme di magia richiedono una specificità dell’intelletto tale da
essere quasi indipendenti le une dalle altre [NdDM: le diverse stat mentali su cui si basano gli
incantatori]. Se per un elementalista o per un Filosofo Mistico è chiave lo sviluppo del
ragionamento deduttivo, la schematizzazione e la memorizzazione, per gli Sha’ir invece è
fondamentale la capacità di comprendere i geni con le loro esigenze, paure, desideri (ed è una
caratteristica praticamente innata, che solo distingue gli Sha’ir dalle persone normali); i Sufi fanno
riferimento all’intelligenza più teoretica, alla fede e alla capacità di sentire Nai e percepire i Suoi
disegni, mentre i santoni si rifanno a credenze metafisiche che concretamente sono simili alla magia
elementale, ma con minore razionalità e più intuito. I bardi invece si rifanno alla

Vero
Interessante
Utile

Tutte le persone che impiegano una forma di magia traggono particolare beneficio dal particolare
sviluppo di una parte dell’intelletto. Per gli elementalisti è condizione necessaria il ragionamento
deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche, così come per i Filosofi Mistici, gli Sha’ir sono
dotati della capacità di comprendere i geni, le loro esigenze, le loro paure, i desideri reali, i Sufi
mistici hanno la percezione di Nai e una incrollabile fede. I bardi invece fanno riferimento
all’intelligenza artistica. Il potere di un bardo invece deriva dall’intuito artistico, da quanto
effettivamente abbia l’arte in testa, da quanto il bardo riesce a sintetizzare la natura umana in
un’opera pittorica, architettonica, letteraria, musicale o coreografica. Gli studiosi non hanno ancora
compreso fino in fondo la natura di questa magia, in particolare sono ancora nel campo delle ipotesi
per quanto riguarda la correlazione tra impulso creativo e modificazione materiale. La teoria più
gettonata è quella dell’arte come tensione ideale, ovvero che un’opera d’arte rispetto alle creazioni
non artistiche tende e arriva di più ai Feveres che plasmano il mondo, quindi a Nai. In questo modo
quindi tutto il mondo è permeato di arte in potenza, quindi l’“estrazione” dell’arte dal mondo porta
un avvicinamento a Nai, che genera quindi magia. La produzione di effetti magici è tuttavia
impercettibile se non si studiano le tecniche giuste: non tutte le persone artistiche appartengono alla
classe del bardo proprio perché hanno preferito concentrarsi su altri studi più propri della disciplina
(i bardi che utilizzano l’arte per produrre effetti magici per scopi estranei all’arte vengono
disprezzati dagli ambienti intellettuali). I bardi in teoria possono creare effetti magici sfruttando
tutte le arti; nei fatti in realtà l’utilizzo magico si limita a due arti: poesia (in generale letteratura) e
musica, ovvero le più facili da produrre estemporaneamente e le più svincolate dalla Madda, che
allontana l’uomo dall’Iberim, nonché (nel caso della poesia) le più popolari. In misura molto minore
la pittura viene usata per creare effetto magico permanente legato a un luogo. Produrre effetti
magici in questo modo è difficile e meno convenzionale degli incantesimi normali: il bardo deve
riuscire a trovare l’ispirazione che lo spinga a comporre la giusta sequenza di parole, movenze,
significanti che riescano a generare un effetto magico non trascurabile. I bardi bravi riescono ad
entrare nel mood al comando della volontà, ma raramente per più di una decina di volte al giorno,
per lo stress a cui è sottoposta la mente.

[momento di musica bardica = sensazione onirica di percepire e muoversi in due mondi diversi con
la stessa mente?]

Non tutti i bardi che avrebbero la capacità di esercitare effetti magici: le persone dotate di talento
devono scegliere se perfezionare la musica (o la poesia) oppure dedicarsi allo studio degli effetti
magici legati alla musica. E’ il motivo per cui a fronte di una popolazione relativamente ampia
dotata di grande talento poetico

Egli è infatti capace di utilizzare la musica come veicolo alternativo alle formule arcane per
evocare effetti magici, imbrigliando col suo spirito e con musiche particolari le essenze arcane
dell’universo per produrre un certo tipo di effetti. A differenza dei normali maghi, l’uso di queste
canzoni permette al bardo di ignorare qualsiasi tipo di impedimento dato da protezioni indossate,
visto che è la musica a plasmare la magia per conto del bardo che la evoca.
Il modo tramite cui queste canzoni magiche possono essere ottenute è simile a quello che regola gli
incantesimi. Il bardo necessita di apprendere nuove canzoni magiche ogni volta che incrementa la
propria esperienza, e può farlo sia per via orale, sia per via scritta. Infatti, le canzoni vengono di
solito tramandate da un bardo all’altro senza remore, poiché i bardi non cercano di nascondere le
canzoni magiche ma di ampliare il loro repertorio: è quindi uso comune tra i bardi riunirsi in
speciali feste per scambiarsi le canzoni magiche sia per via orale, che tramite libri e spartiti redatti
da ciascuno di essi. In generale, se il bardo vuole apprendere una nuova canzone magica deve
necessariamente rivelare una delle sue al bardo con cui sta trattando, oppure ricercare da solo la
canzone in una biblioteca, ma in questo caso è soggetto a tutte le regole standard per i maghi che
creano un incantesimo.
Con strumenti meno onerosi da un punto di vista economico e con una capacità di sintesi probabilmente inarrivabile da parte della scienza, le
intuizioni artistiche ci fanno comprendere molto della natura umana, spesso molto di più rispetto all’orientamento oggettivante tipico dell’approccio
scientifico. Essere umani significa divenire capaci di interrogarsi su chi siamo. Da sempre la creatività artistica ha espresso nella forma più elevata
questa capacità.

ogni forma di magia possiedono un intelletto particolarmente adatto allo scopo: un elementalista deve possedere capacità di ragionare, ricordare e
[analizzare] il fenomeno magico; gli Sha’ir invece riescono a comprendere i veri ragionamenti dei geni; i sufi in grado di lanciare incantesimi hanno
la percezione di Nai. Il potere di un bardo invece nasce da

Un elementalista deve essere dotato di acume, mente svelta e “intelligenza magica” per poter essere un bravo incantatore, così come un filosofo. Lo
Sha’ir ha un’impostazione meno chiara, ma tutti quanti hanno un’affinità particolare con i geni, riescono ad afferrarne la mentalità meglio di tutti; il
loro potere deriva dalla migliore o peggiore capacità di capire i geni. Il potere dei sufi deriva invece dalla fede e dalla capacità di percepire Nai.

Il bardo nelle società cittadine


Il bardo è in tutte le Toplakar Nai, arretrate o avanzate, tradizionali o moderne, un simbolo del
prestigio e dell’importanza del gruppo sociale. Lo sviluppo diverso delle varie parti della società ha
differenziato il bardo nella posizione e considerazione sociale, nell’ambito, impiego e
apprezzamento delle competenze. I bardi veri hanno dalla loro un grande intelletto, che permette di
essere versati in più ambiti e di acquisire una grande cultura. I bardi cittadini mantengono il
carattere della conoscenza

TIPI DI BARDI

1 Bardi di mondo (ambasciatori, diplomatici e biografi; spie); livello medio/alto o molto bravi
2 Barbieri (bardi cittadini); livello basso [part]
3 Sa’luk (bardi girovaghi, non nomadi); livello variabile
4 Bardi nomadi (infodump ambulanti); livello basso
5 Bardi capopopolo nomadi; livello medio/alto
6 Bardi darksuniani (cittadini); livello medio/basso

Perdita della positività della classe: i bardi, grazie ai recenti studi elementali, si sono avveduti,
hanno compreso le loro possibilità, e iniziano una scalata sociale; iniziano ad affermare la propria
elite intellettuale/dirigente. Spesso smettono di dispensare segreti per diventare essi stessi
usufruitori di questi

Tuttavia di solito i bardi non finiscono per diventare menestrelli girovaghi o intrattenitori di strada:
chiunque può essere così. I veri bardi invece usano le loro capacità per farsi una carriera come spie
oppure vengono presi a servizio delle varie Bandiere.

Alcuni bardi diventano su’luk, poeti vagabondi, che attaccano con le loro opere la rigidità della
religione o delle tribù, la perdita dei valori tradizionali (insomma, la società) e compongono inni
alla solitudine e alla libertà. I su’luk passano la vita peregrinando alla ricerca di luoghi dove poter
poetare, non rimanendo mai nello stesso posto per più di qualche anno nell’incessante lavoro di
lotta contro l’ordine sociale.
Il bardo delle Toplakar Nai subisce molte variazioni dal bardo da Manuale. Non è dotato di
incantesimi, quindi le sue capacità si concentrano sulle musiche, sulle conoscenze e in altre capacità
secondarie che lo avvicinano al ladro come concetto. Ha un maggior numero di canzoni conosciute
(tra cui una serie che interagiscono con i geni), e *spero che* introdurrò anche il concetto di Finale,
cioè spendendo un uso di musica bardica aggiuntiva il bardo può far terminare la canzone in corso
con un effetto spettacolare aggiuntivo.

Dagli angoli più bui dei più malfamati posti di Athas si alza il grido del bardo. Come le loro
controparti negli altri mondi fantasy, i bardi Athasiani sono gli indiscussi maestri delle tradizioni
orali e delle conoscenze perdute, ma invece di dividerle con chiunque voglia ascoltarli, i bardi
Athasiani custodiscono gelosamente i loro segreti, così come i re-stregoni proteggono la loro acqua
e il loro ferro. I bardi Athasiani possono anche vendere le informazioni al migliore offerente;
spacciano i loro servizi e i frutti delle loro conoscenze, ma quello che dà loro un vantaggio sui
profani sono i segreti del commercio. I bardi preferirebbero morire piuttosto che svelare tali segreti.
Imbattersi in un bardo potrebbe rivelarsi un incontro difficile, finché non si conosce come il bardo
ha scelto di utilizzare le proprie molteplici capacità. Alcuni padroneggiano l’arte del creare veleni e
vivono vendendo questi veleni e i loro antidoti a chi ha le monete per pagare. Altri dominano l’arte
dell’intrattenimento utilizzando i loro spettacoli per intrattenere nobili e templari ottenendo
ricchezze. Altri ancora diventano assassini unendo le loro conoscenze dei veleni e la capacità di
essere furtivi per diventare sicari. La posizione unica che i bardi occupano nella società Athasiana li
porta spesso ad ascoltare di nascosto le conversazioni tra alti ranghi dei templari o nobili, o a
trattare con qualcuno offeso che preferisce rimanere anonimo. Il popolo onesto li disprezza, i
potenti li temono, ma nelle città Athasiane, chiunque, alla fine, ha bisogno dei loro servizi.

Background: I bardi provengono da qualsiasi ceto sociale. Alcuni sono poveri uomini liberi che
hanno scoperto di esser portati per il canto o per qualche strumento e usano queste capacità per
tirare a campare. Alcuni vengono addestrati dai nobili o da case commerciali, diventando strumenti
politici della nobiltà e delle dinastie mercantili. Altri bardi sono i cantastorie del loro villaggio,
custodi della loro cultura, la conoscenza ancestrale del loro popolo.

Avventure: I bardi possono andare all’avventura per svariate ragioni. Alcuni attraversano gli
Altopiani come parte di una compagnia teatrale, visitando i villaggi e le città-stato per dimostrare le
loro abilità d’intrattenimento. Altri bardi viaggiano alla ricerca del loro bersaglio, essendo stati
assoldati come assassini. I bardi hanno imparato ad unirsi agli avventurieri per cercare antiche
conoscenze, o semplicemente per accumulare ricchezze. Molti bardi, comunque, preferiscono
costruire le loro carriere nelle città-stato. Lì diventano strumenti della nobiltà, vendendo i loro
servizi al miglior offerente, o diventano mercanti commerciando in sostanze illegali. I famigerati
Quartieri dei Bardi delle città-stato hanno la ben meritata reputazione di essere pericolosi e solo chi
ha le opportune abilità riesce a sopravvivere là.

Caratteristiche: I bardi ricevono molte abilità che possono usare per sopravvivere. Molti diventano
maestri con i veleni, vendendo le loro sostanze illegali a chiunque. Unica tra le classi detengono i
segreti dell’alchimia, creando fiammeggianti miscugli e misteriosi preparati. I bardi sono maestri
contrabbandieri, vendendo componenti per incantesimi e altri articoli illegali nei Quartieri dei Bardi
delle città-stato. Tutti i bardi, comunque, hanno qualche grado nelle abilità Intrattenere. Le canzoni
di molti bardi possono abbagliare una folla o incitarla alla rivolta. I bardi hanno la tendenza a
imparare a suonare una varietà di strumenti, o a recitare poesie o antiche leggende attorno al fuoco
da campo. Possono essere acrobati, effettuando impressionanti prove di abilità fisica. Sono anche
spesso interpellati come fonte di informazioni.

Allineamento: Molti bardi sono caotici e agiscono da soli, come mediatori di informazioni,
organizzando accordi segreti, contrabbandando merci illegali come veleni, droghe, componenti per
incantesimi e altre cose. I bardi neutrali sono quelli a cui più piace agire in compagnia di altri
avventurieri, o recitando in compagnie teatrali insieme ad altri bardi. I rari bardi legali occupano più
facilmente posizioni sicure come consiglieri o agenti per templari e nobili casate di mercanti.
I bardi buoni sono spesso intrattenitori o detentori di conoscenze, usando i loro talenti a scopi
benefici, talvolta diagnosticando avvelenamenti e vendendo gli appropriati antidoti.
I bardi malvagi sono spesso maestri di veleni e di alchimia, vendendo le loro merci a chiunque
abbia la ceramica per pagare.

Religione: Non esistono ordini bardici, e nella maggior parte dei casi i bardi non hanno particolari
inclinazioni alla religione. Alcuni possono adorare gli elementi, temendo il potere delle forze
elementali, ma i bardi che adorano i re-stregoni sono rari. Uno stile di vita volto a infrangere le
regole non si presta all’adorazione del legislatore.
Razze: Tutte le razze umanoidi di Athas possono diventare bardi. L’impronta sociale in certe
regioni può essere maggiore che in altre, comunque. Per esempio, i signori della conoscenza
halfling dei Dirupi Frastagliati sono tenuti in alta considerazione grazie agli antichi segreti e alla
storia che preservano. Ma nelle città-stato, dove i Quartieri dei Bardi sono tristemente noti, essere
un bardo solitamente non è una buona cosa. Le tribù elfiche spesso hanno un bardo che mantiene
viva la storia della tribù, con le sue conquiste e le sconfitte. Gli umani sono spesso bardi,
diventando artisti di grande talento, o assassini mortalmente abili e precisi. I mezzelfi, a causa della
loro esistenza solitaria, spesso prendono in considerazione di diventare bardi. I pregiudizi che
affrontano ad ogni stadio della loro vita può spingerli a diventare grandi poeti o cantanti. Mul e
mezzogiganti costituiscono bardi mediocri; i loro talenti di solito sono meglio impiegati altrove
invece che su un palco o tra le ombre di un vicolo. Anche i thri-kreen sono raramente visti come
bardi, facendo affidamento su altro che non la loro memoria razziale.

Altre Classi: I bardi affrontano la vita come viene, e solitamente non conservano nessun rancore o
soggezione verso nessuno delle altre classi. Di solito si accostano alle professioni altrui sulla base di
quanto gli siano utili in quel momento. Chierici e druidi sono rispettati per la loro devozione a una
forza divina superiore, ma di solito non incutono soggezione. Guerrieri, gladiatori o ranger sono
molto utili come braccia armate, ma altrimenti sono inutili ai bardi. I bardi non vedono i maghi con
la stessa avversione che potrebbero avere altri, finché i bardi riescono a vendergli i loro
componenti.

Ave a lui, che sono l’unico


[Sa’luk, non Rawun]
I bardi della società nomade

I Sa’luk sono i bardi delle tribù del deserto – i [tale spinners], i [lorekeepers] e gli intrattenitori. A
ognuno è affidata la leggenda della sua tribù, così come quelle di tutte le tribù che incontra. I Sa’luk
sono poeti massimi delle loro gente, e gran parte delle loro conoscenze è ripetuto attraverso poemi
epici. I Sa’luk possono essere trovati nella maggior parte delle tribù del deserto. Il più potente di
loro è impiegato come consigliere per uno sceicco o per un leader tribale. Nelle aree più urbane
coprono la gamma che va dai fenomeni da bazar ai visir.
I Sa’luk sono benedetti da una grande memoria e da una voce ancora più potente. In più aree
acculturate sono molto letti, e i loro versi sono catturati su carta. Nelle terre tribali del deserto –
dove la carta può essere considerato un peso in eccesso dai viaggiatori – i sa’luk sono i portatori di
tutto il sapere, della memoria delle proprie tribù. Nessun libro o pergamena contiene le loro storie.
I membri di questa classe sono capaci e divertenti, sciolti e tranquilli alla maniera dei loro cugini
stranieri, ma con una profonda e durevole considerazione per sia l’arte che la tradizione. Come
gruppo tendono ad essere appariscenti. Sa’luk urbanizzati spesso si mettono ricchi mantelli
gocciolanti di gioielli, quando quelli delle tribù preferiscono semplici ma stordenti tuniche bianche
ornate con filo d’oro.

Differenze,caratteristiche e ruolo del bardo nella società evoluta e in quella meno evoluta (cittadina,
rurale, nomade).
Origine dei poteri
Panoramica sulle arti
Due tipi di bardi: i bardi cittadini e i sa’luk. I bardi da sempre hanno avuto il ruolo di aedo. Tra i
primitivi sono capipopolo, o comunque molto importanti, ammansitori di mostri (?),
(Ittiointerpreti). Con la civilizzazione i bardi sono eberroniani, ma anche letterati importanti.
Riescono a manipolare con la propria arte la Luce Divina, così da indurre effetti in chi li osserva.
Visto che Nai presenzia a tutte le arti, tutte le arti possono essere usate per far risvegliare effetti
magici (in un procedimento simile a quello del barbaro). La forma artistica che va per la maggiore è
la poesia/recitazione(/canto). Le arti sono permesse, purché non si limitino ad una sterile imitazione,
ma devono portare con sé innovazione (nothing is revealed but Nai and Iberim, quindi non ci si
deve fissare sulla ripetizione della realtà, ma cercare di percepire l’Iberim, quindi devono produrre
sempre un’evoluzione artistica. L’arte è più avanti di quella normale, tende all’astrattismo, pur
partendo sempre dalla realtà. La magia esaspera questa tendenza, anche se non c’è ancora un grande
utilizzo nelle arti (al limite nella musica qualcosa)). I grandi artisti sono spesso bardi, poiché la
sensibilità artistica è quello che serve pr sviluppare le capacità da bardo. I bardi grandi artisti non
necessariamente decidono di sviluppare le capacità bariche espresse dai privilegi di classe (tra gli
artisti questo viene tenuto in bassa considerazione). Ma non tutti i bardi decidono di seguire la via
dell’arte. Più spesso si “mischiano” nelle vicende umane [Eberron/Sa’luk], perseguendo altri
obiettivi. Ma spesso sono personalità importanti sia nell’arte che nel mondo.
L’arte nelle Toplakar Nai

La religione Nailiana tiene le arti e la bellezza in grande considerazione[; del resto uno degli epiteti
di Nai è “Il Bello”]. La peculiarità del nailismo è che il Cammino Dorato stesso intende l’arte come
mimesi aristotelica, ovvero l’arte deve essere rappresentazione perfetta della natura. Il problema
quindi non era nell’arte, ma nella definizione di natura: cosa è vero? Una prima presa di posizione
fu nel vietare la rappresentazione pittorica o scultorea di un oggetto, o persona o animale, realmente
esistente, giacché si starebbe compiendo una menzogna, visto che la verità si trova non nella realtà,
ma nell’Iberim (un passo del Cammino Dorato dice: “Niente è rivelato tranne Nai e il Tempo”; il
tempo poi vien fatto risalire a Nai, quindi l’unica cosa che esiste è Nai; il poeta al-Mawlid scriverà
invece: “Niente è rivelato tranne il Tempo”). Nailah stesso intervenne nella vicenda, spiegando che
rappresentare Nai in un’icona è stupido, visto che “Nai è qui, Nai è ora, Nai è reale”, è in ugual
parte in ogni cosa. Al contrario ammette senza alcun problema le rappresentazioni di sé stesso,
purché siano fatte in linea col resto del pensiero artistico. Del resto, Nailah riconosce l’esattezza
degli esteti nel dire che la verità è altrove e quindi non ci si dovrebbe soffermare sul falso, ma
riconosce anche che l’uomo è immerso e vive nel Mondo dell’Azione, quindi non deve rinnegare la
sua natura. Le arti figurative devono avere comunque la verità come oggetto, ma deve essere
espressa usando il mezzo materiale, quindi il pittore deve elaborare una fusione di concetto e di
forma, deve abbandonare il principio di imitazione della natura. Tutte le apparenze sensibili, come
prospettiva, chiaroscuro e modellazione hanno dovuto essere lasciate o cambiate. Questa
prospettiva è stata una sfida per gli artisti nailiani, che dovevano esplorare nuove vie al fine di
creare, nell'ambito delle forme permesse, un universo originale di forme e colori. Molte delle
soluzioni trovate tendono alla trasfigurazione di un oggetto reale in una forma astratta, secondo
procedimenti comuni alle avanguardie moderne.
Dopo la Guerra di Vathek, ma in generale dalla scoperta dei pericoli fisici della magia elementale,
nell’arte in generale è entrata la volontà di esprimere.

L’interesse dell’arte verso la pazzia, per certi versi tratto caratteristico dei maghi moderni, non
centra troppo le arti figurative, ma rientra comunque nel movimento artistico.
Altri artisti hanno deciso di porre come aspetto principale il movimento, la continua variazione del
Mondo dell’Azione. [subordinazione]
I cosiddetti neoclassici invece hanno esplorato i territori più ideali, cercando di riprodurre le origini
semiotiche di tutti i soggetti. I più blandi si limitano ad una rappresentazione ideale, ma i migliori
tendono all’astrattismo, individuando un nesso strettissimo tra dimensione fisica e spirituale che li
porta alla destrutturazione sia dell’aspetto che cromatica (spesso per evidenziare il contrasto tra idea
e forma).
I geometrici

’espressionismo, al blaue reiter, al futurismo (per l’aspetto)

Le arti sono permesse, purché non si limitino ad una sterile imitazione, ma devono portare con sé
innovazione (nothing is revealed but Nai and Iberim, quindi non ci si deve fissare sulla ripetizione
della realtà, ma cercare di percepire l’Iberim, quindi devono produrre sempre un’evoluzione
artistica. L’arte è più avanti di quella normale, tende all’astrattismo, pur partendo sempre dalla
realtà. La magia esaspera questa tendenza, anche se non c’è ancora un grande utilizzo nelle arti (al
limite nella musica qualcosa)).
Una delle forme artistiche più considerate è il calligramma, poiché in un unico movimento fonde
concetto (la parola, che mantiene il suo significato e la sua leggibilità) e quindi insegnamento,
immagine reale (la figura rappresentata), trasfigurazione ideale della stessa e compattezza. Il
calligramma è particolarmente apprezzato dai Peri e nella Bandiera Hajjah; proprio da qui è partita
la moda di decorare gli abiti con calligrammi. Lo sviluppo di questa forma artistica ha portato anche
allo sviluppo della calligrafia in generale. Le tecniche di scrittura sono particolarmente studiate dai
maghi per cercare di concentrare in meno pagine possibile gli scritti magici, per far diminuire i costi
della magia. Lo strumento tradizionale del calligrafo è il qalam, una penna di canna secca.
L’inchiostro è spesso colorato per conferire maggior dinamismo alle parti più grandi della
composizione. Il supporto tipico è la carta, ma da Nailah in poi anche i dinar: a partire dalla
creazione del Primo Regno di Nai si cambiò lo stile di coniazione, sostituendo le effigi sul retro
delle monete con parole.

Ma le arti figurative non sono mai state le più diffuse. Sono sempre state subordinate ad altre arti,
avendo ben poca vita autonoma, come decorazione di architetture, oppure come miniature e
illustrazioni. Infatti la maggior parte dei pittori segue le correnti geometriche e calligrafiche, poi
vengono i neoclassici, principalmente come miniaturisti e iconografi, mentre espressionisti e
[futuristi] sono quasi inesistenti, specie questi ultimi. Le arti che hanno goduto di maggior seguito
sono sempre state quelle legate alla letteratura.

Il barbiere furtivo è una tradizione delle Toplakar Nai. Uno o più di loro possono essere trovati in ogni bazar, balenando le lame a seconda della loro
volontà [argh]. Vendono arditamente le loro abilità e prodezze – spesso quando eseguono detti compiti ai loro clienti. I barbieri eseguono più di un
semplice taglio di capelli e di barba. Servono anche come dottori e chirurghi di modesta abilità. La loro abilità con

The roguish barber is a tradition in the Yusuf. One or more of them may be found in any bazaar, flashing their blades as well as their wit. Boldly they
hawk their abilities and prowess—often while performing said tasks on their customers. Barbers perform more than just haircutting and grooming.
They also serve as doctors and surgeons of modest skill. Their talent with blades accounts in part for this medical bent. Equally important, barbers are
well versed in the folk treatments and herbal medicines of the region. They learn of such things through long experience as well as by talking with
customers. Members of this kit are founts of information (especially NPC barbers). Like their predecessors, they gather much of their knowledge
while practicing their trade at the bazaar. Often barbers can advise one on the best course of action; certainly they are eager to do so. Just as often,
they may recommend a course of action that would prove disastrous if followed. Barbers are nearly always entertaining, but rarely are they all-
knowing.

Role: Barbers are cunning, streetwise showmen, gifted with quick wit and a glib tongue. It is said they’ll try to talk you out of more than just your
gold; they’ll also try for the pouch that holds it, the belt from which the pouch hangs, and the pants that are held up by the belt. In folk tales, barbers
are often portrayed as mad or insane, threatening their customers with their tools— or, worse yet, driving customers to distraction with long,
unproductive, meaningless stories, each of which digresses into another tale, and then another and another, thereby trapping the unfortunate customer,
who becomes desperate for escape. Not all barbers of Yusuf are mad, of course. But their reputation as being even a bit crazed helps ensure that their
customers hold still for their ministrations. (Hence, a little deliberate flamboyance never hurts.) Furthermore, a touch of insanity suggests that barbers
know of what they speak when describing genies, their fabulous riches, and other wonders—phenomenon that could certainly leave a person addled.
Barbers are most common in cities, where they are tolerated for their ability as well as their knowledge of rumors, gossip, and potentially valuable
information. Those who stay long in one place are not held in great regard by the city’s denizens. Mere barbers have been known to parlay their
common sense and advice into positions at the right hand of a local sultan, emir, or caliph. On the other hand, less astute and less fortunate barbers
have managed to make a muddle of their learning, and in doing so may barely escape town with their skins. (Of course, a few bunglers may escape
with someone else’s skin, too.) Legends, rumors, tales of great riches—all reach the ears of barbers, who in turn relate these tidbits to the deserving
and the worthy.
Buongiorno signor Prevignano, le volevo proporre alcune travisate un po' particolari. Non
sono canzoni travisate nel senso stretto del termine, ma credo che ne rispettino lo spirito e
che quindi debbano essere considerate come tali, per quanto alla fine costituiscano un
mondo a sé stante teoricamente immenso.
Credo che tutti voi abbiate mai visto o sentito il cartone animato di Pingu, e avete
senz'altro presente come i vari palmipedi parlino tra di loro in un grammelot chiamato
Pinguinese. Ebbene, il Pinguinese è travisabilissimo, e escono fuori numerosissime frasi e
dialoghi che permettono di ricostruire le alterne vicende che hanno portato alla
colonizzazione del Polo Sud, che coinvolgono americani, napoletani, sardi, abruzzesi,
milanesi (e tanti altri) e che vede come figura chiave Barrichello, lo storico secondo in
Ferrari di Michael Schumacher, in qualità di inventore dei misteriosi olofoni
(https://it.wikipedia.org/wiki/Olofonia).

Analizziamo i vari personaggi:


Pingu ha chiare ascendenze sarde: in Pingu Scappa di Casa
(https://www.youtube.com/watch?v=597sw2WzvAc) al minuto 1:31 pronuncia
chiaramente: "Nonno volevo un telaio, ahiò!". Inoltre, ma questo già lo si sapeva, Pingu è
un monello, un dei peggiori bulletti di quartiere, e non ha remore a riferirsi così al padre, al
minuto 2:08: "Ma va' a leccartelo e fottiti, tì!". Il piccolo teppistello è impelagato anche in
altre piccole attività criminali; Pinga, storicamente una spia,

La mamma di Pingu è un'imprenditrice romagnola e gestisce un import-export di imbuti in


direzione America. Nel minuto 4:08 infatti dice: "Americani! Vado a riporre gli imbuti! Vado
a Faenz’!". Tutti sospettano che c'è di più tra lei e gli Americani, e i ridenti vicini non
smettono di sfottere la famiglia nei modi più disparati: il barista
(https://www.youtube.com/watch?v=9-KGP_Wp5Jw) (al minuto 1:06) ha addirittura
intitolato il drink preferito di Pingu: "Americani AND YOUR MOTHER".

Il Padre di Pingu: Tutti sospettano che ci sia di più tra lei e gli americani e per questo lo
sfottono continuamente. E’ frate

Su Barrichello ci sarebbero molte travisate, ma sono tutte border line, quindi ne cito alcune
solo per completezza.

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