Sie sind auf Seite 1von 61

SVILUPPI DEL DRAMMA LITURGICO

Successivamente al decimo secolo d. C. gli sviluppi ulteriori


consentono progressivamente al dramma liturgico di emanciparsi
dal rito, creando:

- un proprio dialogo (tropo)

- un'autonoma messinscena con accompagnamento musicale

- propri attori diversi dal sacerdote officiante (anche se scelti


all'interno del clero)

- una sua lingua, il latino, con sporadiche interferenze del


volgare

- rappresentazioni allestite non più di una o due volte all'anno


Successivamente il
LATINO

viene sempre più contaminato dalle


LINGUE VOLGARI

la fonte sacra degli episodi narrati è arricchita da


MOTIVI POPOLARI, COMICI e PROFANI.
Ogni nuova
intromissione profana

contribuisce ad
allontanare lo spettacolo dall'altare

portandolo sempre più vicino alla


PORTA DEL TEMPIO
Il
TRASFERIMENTO DELLO SPETTACOLO SUL SAGRATO

è certamente dovuto
anche alla possibilità che la piazza offre
di ospitare un numero ben più alto di spettatori

ma è dovuto soprattutto alla


SEMPRE PIÙ CONCRETA PERDITA DELLA SACRALITÀ
nello
SPAZIO APERTO

lo spettatore
non è più al centro della rappresentazione,

la scenografia
non circonda più il pubblico

ma si sistema,
con la facciata della chiesa prima,
e con le scene plastiche poi,

dietro gli attori


Quando la
rappresentazione si sposta all'aperto,

il
RAPPORTO PALCOSCENICO-PLATEA
assume nuovi caratteri

LO SPAZIO
fino a quel momento occupato da altare e fedeli

VIENE INVASO INTERAMENTE DALLA SCENA


si accentua la netta divisione tra

IL SAGRATO,
dove si dipana l'azione

e
LA PIAZZA,
dove sosta il pubblico,

tra
PLATEA
e
PALCOSCENICO
Dal

DRAMMA RELIGIOSO
coordinato e allestito dalla chiesa

si passa al
DRAMMA SACRO

nel quale
COMPONENTI e MOTIVAZIONI LAICHE

giocano per tutta la sua durata un ruolo primario.


LAICIZZAZIONE
che può dirsi completa

quando
L'ORGANIZZAZIONE DEGLI SPETTACOLI

passa nelle mani delle


CONFRATERNITE

o in quelle delle
CORPORAZIONI ARTIGIANALI
(arti e mestieri)
PRIMA DELLA FINE DEL '300

erano già apparsi


e si erano diffusi in tutta l'Europa

lunghi
DRAMMI RELIGIOSI "CICLICI«

formati da
due episodi
che si riferivano ad un medesimo "ciclo" di argomenti,

recitati in lingua volgare


Istituzione della

FESTA DEL CORPUS DOMINI


(tra il 23 maggio e il 24 giugno)

il
Corpus Domini
commemora nell'Eucarestia

la duplice natura,
divina e umana del
CORPO DI CRISTO

e a questo mistero centrale della religione cristiana


potevano ovviamente essere riferiti in modo più o meno
diretto tutti gli episodi della narrazione biblica
Gentile Bellini, Processione in piazza San Marco, tempera su
tela (347x770 cm), databile al 1496 e conservato
nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia
La celebrazione del
Corpus Domini

promosse
la nascita di veri e propri
DRAMMI COSMICI

che abbracciavano gli eventi


della creazione del mondo

fino al
giudizio universale
Nel frattempo il
LINGUAGGIO ARTISTICO

va scoprendo le tecniche
dell'illusione ottica

dipingendo Dio e i Santi,

Giotto (1267–1337)

crea tutt'intorno
un minimo di
profondità di campo

affidandosi ad una prospettiva ancora imprecisa


GIOTTO, Ultima cena, Padova, Cappella degli
Scrovegni (1304-06)
Duccio di Buoninsegna, L'ultima cena, Museo
dell'Opera del Duomo, Siena (1308-11)
Questo non significa certamente
l'irruzione improvvisa del realismo,

ma sottolinea il recupero delle


leggi dell'ottica

come premessa all'affermarsi successivo della


VISIONE PROSPETTICA
Leonardo da Vinci, Ultima cena, tempera grassa su intonaco,
760×1298 cm, Santa Maria delle Grazie, Milano (1494-1498)
DALLA FESTA
ALLA FESTA RINASCIMENTALE

Alle

FESTE PROFANE ALL'APERTO


per lo più gare ginnico-sportive

partecipa normalmente
tutta la popolazione di una città

divisa in fazioni
Con il passare del tempo

il primitivo e autentico
significato del combattimento

tende a cancellarsi
dalla coscienza dei partecipanti

e si muta nella inoffensiva


COMMEMORAZIONE DI UN FATTO STORICO
Le
ARMEGGIERIE

nel corso del '400


vanno smarrendo i loro tratti agonistici;

la loro spettacolarità
si riduce alla pura ostentazione di abiti sontuosi,
o al gradevole contrasto coloristico
dei costumi dei diversi gruppi;

intorno al 1450
si trasformano in
PARATE
eseguite in onore di una personalità illustre o di una
dama di cui si vuole esaltare la bellezza e la grazia
ALTRI TIPI DI FESTE

Il
RINASCIMENTO
esprime la sua idea di spettacolo

non solo nelle


rappresentazioni teatrali vere e proprie,

ma anche nelle
FESTE

che sono una costante


nella vita delle varie
CORTI DELLA PENISOLA
ENTRATE TRIONFALI

BANCHETTI

TRIONFI

TORNEI

PALII

GIOSTRE

MORESCHE
I
festeggiamenti

scandiscono
gli avvenimenti più rilevanti
della vita di un principe:

BATTESIMI

MATRIMONI

LA VISITA DI UN OSPITE ILLUSTRE

TALVOLTA FUNERALI
La
FESTA

e lo
SPETTACOLO

non sono soltanto


affermazioni di potenza,

ma naturalmente anche
occasioni di divertimento

tanto per la corte


quanto per il popolo;

quest'ultimo chiamato ad assistere,


non certo a partecipare
ENTRATE TRIONFALI
seguono uno schema fisso
con l'unica differenza che

mentre gli
INGRESSI PRINCIPESCHI

tengono conto della posizione dei principali


PALAZZI SIGNORILI
e degli
ARCHI TRIONFALI,

collocati nei punti più importanti della città,

gli
ITINERARI DEI PAPI
rivelano soprattutto la posizione delle chiese
ENTRATE TRIONFALI

gli
INGRESSI PRINCIPESCHI

hanno termine nel


PALAZZO DEL PRINCIPE

gli
ITINERARI DEI PAPI
seguiti immediatamente dopo da una funzione religiosa nel
DUOMO DELLA CITTÀ
Una costante dell‘
ENTRATA TRIONFALE

è la presenza degli
ARCHI

dislocati lungo il percorso obbligato del corteo all'interno del


perimetro cittadino

Si tratta di
COSTRUZIONI TEMPORANEE
variamente decorate con
statue, figure simboliche e imprese belliche,

la cui esecuzione costituisce l'operazione più complessa


dell'insieme scenografico
FONTI CUI SI ATTINGE PER LE DECORAZIONI

l'ALLEGORIA,
la MITOLOGIA,
il REPERTORIO CLASSICO ROMANO

il modello costantemente presente


è quello dell'antica Roma

con i suoi
ARCHI
eretti per celebrare la vittoria militare del condottiero
ARCO DI COSTANTINO
(Roma)

costruito da Appio Claudio


nel IV secolo a.C.

ARCO DI TRAIANO
(Benevento)

(114 - 117 d. C. )
Capriccio di un Rinascimento. Arco Trionfale visto dal portico di un
palazzo - Olio su tela di Giovanni Antonio Canal (il Canaletto), 1755
PERCORSO DEL CORTEO
costellato di

ARCHI TRIONFALI

arricchito da
tableaux vivants

sorta di brevi scene mimate


con cadenze prestabilite,

e eventualmente, da
carri ornati fastosamente
ARCHI TRIONFALI

costruiti con
tela,
legname poco pregiato
e
stucco

ma dipinti in modo tale


da simulare il marmo,

producono un'alterazione
della fisionomia dello spazio cittadino abituale.

La città si teatralizza
IL BANCHETTO

si esprime con una


finalità manifestamente spettacolare

con la "regia" del


"sovrintendente della festa"

che cura l'apparato


e
l'ordinato svolgimento delle azioni

puntando sulla sorpresa


e sulla meraviglia delle invenzioni.
Sandro Botticelli, Banchetto nuziale di Nastagio degli Onesti, 1483
GLI SPETTACOLI AGONISTICI

I PALII
si articolano in momenti diversi:

il corteo e il suo avanzare,


i costumi dei concorrenti,
il drappo riccamente ornato che funge da premio

e infine
l'agonismo della gara
I TORNEI
(scontro fra due squadre di cavalieri)

praticati già durante il Medioevo

perdono quei caratteri guerrieri e cruenti di


combattimenti pericolosi per i contendenti,

essendosi mutati in una


semplice occasione
per indossare armature luccicanti
e vestiti dai colori sgargianti

L'amore
è di frequente il pretesto preferito
per inscenare una finta contesa
Torneo a Roma (dipinto del XVII sec.)
Vista complessiva dei gruppi di cavalieri al torneo di Eglinton
GIOSTRE
(scontro fra due cavalieri)
Hanno luogo all'aperto

nelle strade e nelle piazze


o nei cortili
trasformati in campi di battaglia ,

scenograficamente dotati
di tende di vari colori,
di castelli in legno,
di finte foreste,
di fontane,
di grotte,
di monti

e di altro ancora
Giostra del Saracino in via Larga a Firenze
(Jan Van der Straet, 1561)
Giostra del Saracino ad Arezzo
Giostra del Saracino ad Arezzo
MORESCHE

storicizzazione della
danza delle spade

successivamente si staccano
dalle rappresentazioni in cui sono inserite

ed entrano a far parte dello spettacolo


nella forma dell‘
INTERMEZZO
TRATTI CARATTERISTICI
della
FESTA

- ricchezza

- sontuosità fuori del comune

- ostentazione personale

-occasione per rinsaldare


il consenso popolare

offrendo talvolta alla cittadinanza


pranzi fastosi
DIREZIONE della FESTA

generalmente affidata all‘


ARCHITETTO DI CORTE

che curava
il progetto

e la
realizzazione scenica
degli intrattenimenti
MANTOVA
metà del '500

direzione delle manifestazioni


teatrali assunta da

Leone de' Sommi (C. 1525-1592)

a cui dobbiamo il
primo trattato sulla produzione
teatrale
che ci sia pervenuto

Dialoghi in materia di
rappresentazioni sceniche
Dalle
MASCHERATE
dai
CORTEI di CARNEVALE
dalle
MORESCHE

trassero i loro caratteri gli


INTERMEZZI
(II metà del '500)

forma di intrattenimento
molto popolare

imperniata su una forte spettacolarità

che confluirà successivamente nell‘


opera lirica ('600)
Dalle
MASCHERATE
dai
CORTEI di CARNEVALE
dalle
MORESCHE

trassero i loro caratteri gli


INTERMEZZI
(II metà del '500)

forma di intrattenimento
molto popolare

imperniata su una forte spettacolarità

che confluirà successivamente nell‘


opera lirica ('600)
Nell‘
INTERVALLO

fra un atto e l'altro


di uno spettacolo

prevalentemente
una commedia
o
una pastorale

vengono messi in scena gli


intermezzi
FUNZIONE DELL'INTERMEZZO

nel corso della commedia

è semplicemente quella di

nascondere al pubblico
i cambi di scena
INTERMEZZO “NON APPARENTE"

alla fine di un atto


sulla scena

rimasta aperta ma vuota


non accade nulla

in lontananza si ode soltanto


un suono di strumenti musicali
o
un canto di voci

o l'uno e l'altro insieme


INTERMEZZO “APPARENTE"

Se, al contrario,
tra un atto e l'altro,

si dà vita a una
AZIONE SCENICA
INTERMEZZI

assurgono rapidamente a dignità di


spettacolo autonomo

legati molto spesso da


un filo conduttore

e perciò raramente inerenti


al contenuto della commedia

ingredienti principali:
- la musica
- il canto
- la danza

concrete anticipazioni del futuro


melodramma
Bernardo Buontalenti - scena 3: gli Intermezzi per La Pellegrina (1589).
Il primo intermedio: L'Armonia delle Sfere
Bernardo Buontalenti - scena 5: gli Intermezzi per La Pellegrina (1589).
Il terzo intermedio: Il combattimento pitico

Das könnte Ihnen auch gefallen